Tu sei il mio sole, il mio unico raggio di sole

di SweetPaperella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenze ***
Capitolo 2: *** Boston ***
Capitolo 3: *** Il primo giorno di scuola ***
Capitolo 4: *** Momenti di sconforto e... piccoli incoraggiamenti. ***
Capitolo 5: *** Maria Sole Vs Ashley ***
Capitolo 6: *** B+ ***
Capitolo 7: *** La partita di pallone ***
Capitolo 8: *** Lontananze e litigi ***
Capitolo 9: *** Gita nella grande mela ***
Capitolo 10: *** Come la spazzatura nel mare ***
Capitolo 11: *** Perdersi ***
Capitolo 12: *** La giornata di Pasqua ***
Capitolo 13: *** La morte di Tommy ***
Capitolo 14: *** Il pigiama party ***
Capitolo 15: *** La finale ***
Capitolo 16: *** Il ballo studentesco ***
Capitolo 17: *** Il giorno dei diplomi ***
Capitolo 18: *** Nessuno avrà mai a che fare con me, senza sentire un po’ anche di te ***



Capitolo 1
*** Partenze ***


CAPITOLO UNO 

 

Quella non era una mattina come tutte le altre, era una mattina speciale, di quelle che chiunque ricorderebbe, se si trovasse al posto di Maria Sole Contini, che sta per realizzare il sogno della sua vita, ma che sta anche per lasciare la sua città per andare a vivere da sola in America, a soli 17 anni. Passerà l’ultimo anno di liceo alla “Eagles high School” di Boston, per giocare a calcio. Ha vinto una borsa di studio, grazie alle sue qualità, si è fatta valere, ha messo passione, determinazione e un reclutatore di giovani talenti, l’ha selezionata tra tanti, per poter accedere a questa scuola esclusiva, che ha una scuola calcio femminile, molto importante. 

Sole è così felice, ma è anche così spaventata. La sera prima della partenza il suo ragazzo storico, l’unico che abbia mai avuto, l’ha lasciata, non sopportando la distanza che ci sarebbe stata tra loro per un anno e anche perché infondo forse non l’ama più come una volta. Si sente così fragile senza di lui, l’ha sempre considerato il suo primo amore. Lascerà inoltre i suoi amici, la sua famiglia, la sua città. È sempre stato il suo sogno quello di andare in America, di poter fare un’esperienza all’estero, di poter giocare in una squadra prestigiosa, come quella dell’Eagles high school, che è davvero importante. In America inoltre ci sono i suoi attori preferiti, chissà se non li possa incontrare, la sua migliore amica Ludovica, è la prima cosa che ha pensato. Sole è a questo che pensa per non sentire la sua mancanza, le ha promesso che troverà il loro attore preferito, Matt Bomer, e per Natale gli farà avere un suo autografo. 

Quella mattina così piena di agitazione, emozioni contrastanti è iniziata presto per Sole. Non è riuscita a dormire per tutta la notte, è stata stretta alla sua migliore amica e ha sperato che potesse fermare il tempo per un po’, per non separarsi da lei, dalla sua famiglia.... i suoi genitori sono così unici e speciali, non ci hanno pensato due volte a dirle di partire per inseguire il suo sogno, hanno sempre fatto di tutto per lei, affinché potesse essere veramente felice. L’hanno iscritta sin da bambina a una scuola calcio, suo papà non si è perso una partita di pallone, ha fatto sì che migliorasse giocando con lei, ha dovuto tutto a lui... e ora è proprio lui la persona più felice del mondo, visto che la sua bambina ha realizzato ciò che ha sempre desiderato, nonostante hanno dovuto toccare quelli che sono i loro risparmi di una vita. Sole ha vinto una borsa di studio, ma essa non copre tutte le spese e loro hanno dovuto attingere a quei soldi extra che avevano da parte. Per Sole però sarebbero disposti a fare tutti i sacrifici del mondo, lei diventerà qualcuno, sfonderà nel calcio femminile, lo sanno bene. È la loro principessa campionessa. 

Sole dal canto suo si sente un po’ in colpa per ciò, ma è ancora più determinata a dare del suo meglio per non deludere i suoi genitori, ma soprattutto se stessa, ci ha messo il sangue per raggiungere quei livelli e non si arrenderà. Lui poi non l’avrebbe voluto. Già, lui. 

Mentre tutti sono già in macchina per accompagnarla in aeroporto, lei prende una sua foto e se la mette nella valigia. È una foto di suo fratello Tommaso. Il suo punto fermo, colui che ha sempre creduto in sua sorella, che giocava a calcio con quella maglia numero 17, il suo numero fortunato, il numero che adesso porta Sole sulla maglia. In sua memoria. In memoria di suo fratello, che invece non può vederla partire, non ci sarà alla sua prima partita in questa scuola importante. Suo fratello che non potrà realizzare il suo di sogno. Sole raggiunge la camera di Tommaso e sussurra: «ci riuscirò Tommy, ci riuscirò per entrambi, te lo prometto.» lanciando un bacio nell’aria, sa che ovunque lui sia, quel gesto gli arriverà. 

Una volta in aeroporto, sente là lacrime premere per uscire dai suoi occhi, vorrebbe ricacciarle dentro, non vuole piangere, non vuole partire facendosi ricordare con le lacrime, ma non ci riesce molto. Sente già la mancanza di tutto, della sua città Pescara, che infondo non le è mai piaciuta, ma è dov’è cresciuta. Le manca la sua scuola, che non sarà mai all’altezza di quella americana, ma che ora le sembra quasi perfetta. Le manca la sua squadra di calcio e sa che in nessun altro posto troverà un gruppo come il suo... ma non lo dice, non dice niente di tutto questo alle persone che sono davanti a lei per salutarla. 

Abbraccia solo i suoi genitori con gli occhi lucidi, sorridendo come solo lei è in grado di fare per nascondere la tristezza, ma loro la conoscono bene. Loro non piangono nemmeno, per le stesse ragioni.

«amore mio ricordati sempre che io sono tanto orgoglioso di te» le sussurra all’orecchio mentre l’abbraccia.

La sua migliore amica le ricorda di cercare Matt Bomer e l’abbraccia ancora una volta, prima di lasciarla andare: «solo per l’autografo di Matt ti lascio andare, perché qui senza di te non sarà la stessa cosa... mi manchi già Sole» le dice in lacrime, lei non è riuscita a trattenerle, infondo Ludo è fatta così, è trasparente e sincera, ed è il motivo per cui Sole ha legato subito con lei. Sole invece è tutto l’opposto, non è facile per lei esprimere quello che sente, ciò che prova. Tommy ci riusciva, Tommy riuscirà a tirare sempre fuori il suo lato gioioso e forse questo lato di Sole e andato via con lui. Sole è chiusa, solitaria, non è timida, ma non ama stare al centro dell’attenzione, solo su quel rettangolo verde esce quello che è il suo carattere, la sua grinta. Lì è veramente se stessa, non teme i calci, le cadute e di essere al centro di mille occhi, è il suo posto nel mondo, la sua casa. Si sente bene ogni volta che tocca quel soffice prato verde, ogni volte che indossa i pantaloncini e gli scarpini. 

Ludo tutto questo lo sa e non la vorrebbe diversa da ciò che è. Sole è a volte scontrosa, acida, ma anche romantica e la persona più sincera che c’è al mondo. Non sa dire assolutamente le bugie e qualsiasi cosa le passa per la testa la dice senza pensarci tanto. Non parla molto, ma quando lo fa diventa logorroica. Al contrario di Ludovica che è sempre logorroica. 

Sole assomiglia molto a sua mamma. Suo papà invece è uguale a Tommy. 

Sole varca i controlli di sicurezza e con il suo cuore a pezzi, alza la mano verso la sua famiglia.

Si farà valere. Renderà fieri tutti e sarà felice. Non può accadere niente di brutto il giorno del compleanno del suo Tommy. Solo cose belle. Solo cose belle.

«Buon compleanno Fratellone mio, buon compleanno ovunque tu sia» si ritrova a pensare, mentre è in volo verso Boston. E lui e al suo fianco, lo sa. 

 

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Capitolo 2
*** Boston ***



 

CAPITOLO DUE

 

Era arrivata a Boston da poche ore, una studentessa del campus le ha mostrato gli alloggi e fatto vedere la scuola. Ora è in biblioteca a cercare di studiare un po’, l’anno scolastico inizia tra qualche giorno, ma le sembra tutto così difficile, più complesso di quello a cui era abituata in Italia, già si rende conto che dovrà faticare e non poco per raggiungere la sufficienza. 

Ha conosciuto la sua compagnia di stanza per il momento, una ragazza del Texas, la città del suo attore preferito, ma questo ha evitato di dirglielo per non fare la figura della persona esaltata, dal primo momento. Solo con Ludo può esprimere liberamente le sue fantasie su Bomer, senza passare per pazza. La sua sua compagna di stanza, nonché membro anche della squadra in cui giocherà, non sembra molto propensa a socializzare, anzi... tutt’altro: le ha detto chiaramente che non socializza molto, per non compromettere quella che è la sua carriera calcistica, si limita ad avere con la squadra un rapporto socievole e amichevole quando sono negli spogliatoi e in campo, ma al di fuori di esso, niente altri rapporti. “I rapporti di amicizia e amore distraggono, per me conta solo la carriera, non è niente di personale Maria Sole” le ha detto, testuali parole. Sole si è allora limitata ad annuire e a rendersi conto che niente sarebbe stato facile, nemmeno fare amicizia. 

In questo momento vorrebbe tanto avere al suo fianco suo fratello, lui saprebbe come comportarsi e avrebbe già socializzato con mezzo campus. Alle volte vorrebbe essere come lui o quanto meno sentire la sua voce rassicurante che gli dice che andrà tutto bene. 

È sola in biblioteca, almeno fino a pochi minuti prima, perché poco dopo si ritrova un ragazzo davanti, che le chiede se quel posto è occupato. 

«come scusa?» non l’ha nemmeno sentito e alza lo sguardo nella direzione della voce, talmente era presa dai suoi pensieri che non si è accorta minimamente della sua presenza. 

«ho chiesto se è occupato.» ripete tranquillo, guardandola a sua volta. I suoi enormi occhi azzurri e quei capelli ricci, hanno fatto breccia quasi subito in Sole. Quegli occhi poi, sono sinceri e autentici. Quel ragazzo le ricorda un po’ Tommy, anche Tommy aveva quei profondi occhi azzurri. Tutto l’opposto dei suoi, che sono marroni, l’unica caratteristica presa da suo padre. 

Sole scuote la testa e gli fa segno di accomodarsi, ci mette un po’ a dire il vero a fare quel gesto, di nuovo catturata dai suoi pensieri, nuovamente rivolti a suo fratello. Ci sta pensando troppo spesso da quando è a Boston. 

«Tu devi essere l’italiana giusto?» le chiede lo sconosciuto davanti a lei. 

“L’italiana” ecco, già le hanno affibbiato un soprannome. 

Sole si ritrova ancora una volta ad annuire. 

«Maria Sole Contini, ma va bene solo Sole, piacere. Tu sei invece?» finalmente parla, presentandosi. 

«Nicholas Danes, ma va bene solo Nick.» le dice ridendo e ripetendo le sue parole. 

«è così qui già mi conoscono?»

«Pensavi di passare inosservata? È impossibile, non si parla di te da giorni, nonostante la scuola non sia ancora iniziata. Mio padre, ha già parlato con la squadra femminile» le spiega Nick tranquillo, come se niente fosse, come se fosse normale che la nuova arrivata è al centro delle attenzioni di tutti. 

«tuo padre?» fa eco Sole.

«Giusto, noi sappiamo molto di te, ma tu non sai di noi... funziona così no?» ride e Sole arrossisce visibilmente, ecco è questo che odia, stare al centro dell’attenzione. 

«comunque solo Sole, mio papà è l’allenatore della squadra femminile» le dice infine, quella ragazza le piace, non la conosce ancora bene, ma ha qualcosa di diverso da tutte le altre, l’ha capito subito e poi le piacciono le persone che sono ancora in grado di arrossire quando vengono messe in mezzo. Lei l’ha appena fatto. 

«Oh. Cosa sapete esattamente di me?»

«Io so solo che indosserai la maglia numero 17, che l’hai chiesta espressamente e che sei molto forte. Ma ti dico già da ora che non sarà facile integrarti nella squadra.»

Se quelle parole dovevano essere di sconforto, be ci è riuscito perfettamente a sconfortarla. 

«Quando il mondo lì fuori vuole buttarti a terra, conta su ciò che hai dentro per rialzare la testa."» cita Sole, per mostrarsi forte, per mostrare un aspetto del suo carattere che forse non possiede, ma la prima regola di vita in un posto completamente nuovo, con nessun amico intorno è: non mostrarsi fragili. Poi Leo Messi, sa sempre trovare le parole giuste e lei si ispira tanto a lui per cercare di non mollare, la sua Pulce, come Leo Messi viene chiamato dai tifosi, è arrivata lontana, nonostante tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare e ora è il campione del Barcellona. 

«Leo Messi. Visto adesso so una cosa nuova su di te, ti ispiri a Messi» le dice Nick, capendo subito la citazione. 

«un americano che conosce Messi? Con tutti i bravi giocatori che avete?»

«Potrei dire la stessa cosa... ah no.» ride di gusto, il calcio italiano è famoso per non essere il massimo, è irrispettoso e in serie A ci sono parecchi scandali. 

«Non a caso infatti il mio idolo calcistico è Messi e tifo Barca»

«Allora hai tutto il mio rispetto» le si indica e le sorride dolce.

Per poi congedarsi con un “ci vediamo presto solo Sole”. 

Sole dal canto suo riesce solo ad alzare la mano verso di lui e ad arrossire, di nuovo. 

Qualche giorno dopo l’incontro con Nick va a conoscere la squadra in cui giocherà, avranno una riunione prima dell’inizio degli allenamenti e del campionato. 

Non può negare che abbia parecchia ansia, le hanno parlato benissimo di questa squadra, vince il campionato delle scuole da ormai 3 anni di seguito, è una leggenda di squadra e lei sente di non essere all’altezza. Nonostante sia stata scelta tra tante per entrarci. 

Nel suo armadietto c’è la sua divisa da calcio, con quel 17 stampato sui pantaloncini e dietro alla maglia, color blu e oro, i colori della scuola e l’aquila stampata sul petto. È emozionante vederla. 

È arrivata per prima e si guarda intorno incantata, quello spogliatoio è grande quanto casa sua a Pescara, forse anche di più... vorrebbe indossare la tenuta da calcio, ma non sa se deve o meno è così si limita a rimanere seduta davanti al suo armadietto con il nome e guarda l’ora, temendo anche di aver sbagliato luogo dell’incontro.

Quando finalmente arriva qualcuno. Una ragazza mora, da lunghi capelli che ha raccolto perfettamente bene in una coda di cavallo. Tutto il contrario di quelli di Sole che forse non hanno nemmeno una piega. Sono piatti come spaghetti non ancora cotti o forse anche peggio. Più Sole cerca di dargli una forma, più questi restano spaghetti. 

Si presenta come il capitano della squadra, Ashley, ma non è una buona accoglienza, la guarda parecchio dall’alto verso il basso e poco dopo esprime il suo disappunto.

«Ero scettica quando mi hanno detto che sarebbe arrivata un’italiana a giocare con noi, lo sono tutt’ora, noi in squadra abbiamo un equilibrio fantastico che ci ha fatto vincere 3 anni di seguito... inoltre ti sei fatta dare un numero che ha portato la persona che ha fatto sì che questa squadra arrivasse a questi livelli, il nostro vecchio capitano che ora gioca in un famosa squadra femminile, perciò spero che tu sia veramente all’altezza di quella divisa» le sue parole sono dure, forti. Sole però non si lascia scoraggiare, se c’è una cosa che sa fare bene è giocare a pallone.

«Farò onore a questa squadra e la indosserò con orgoglio» risponde a sua volta decisa, ma cercando di esser anche amichevole, non vuole mettersi contro il capitano della sua nuova squadra. 

«ecco allora indossala, l’avresti già dovuto fare» ribatte acida e dirigendosi verso il suo di armadietto.

No, non sarà per niente facile far capire loro quanto vale e prendersi un posto da titolare all’interno della squadra. Dovrà lavorare sodo, molto duramente se vuole spiccare e volare, come l’aquila che porterà sul petto. 

A poco, a poco arrivano anche le altre ragazze, le quali si presentano, ma poi si mettono a parlare tra loro, non chiedendo molto altro a Sole, la quale resta in disparte, sperando che presto arrivi il loro allenatore. 

L’allenatore, Lucas, è un uomo molto giovanile, dal fisico atletico e alto. Ha due bellissimi occhi azzurri, come quelli del figlio, ora sa da chi gli ha ereditati. Indossa la tuta della squadra e si avvicina con fare garbato a Maria Sole. Si presenta e a sua volta le presenta la squadra.

«Contini dovrai faticare un bel po’ per farti valere qui dentro, non voglio scoraggiarti, qualsiasi cosa puoi contare su di me, ma prima che tu possa essere titolare in qualche partita, mi devi dimostrare di avere stoffa e determinazione per arrivare lontano. Qui formiamo giovani talenti, le future campionesse del calcio, perciò non si batte la fiacca per nessuna ragione» le sue parole hanno un effetto rassicurante su Sole, la quale si aspettava di trovarsi davanti un allenatore severo, ma tutt’altro.

«Ti darò del tempo per ambientarti, ma non metterci troppo o non giocherai più.» le dice infine, facendo segno alle ragazze di fare il rituale di accoglienza per le nuove reclute nella squadra. Sole si sente parecchio a disagio, ma cerca di non darlo a vedere, ma come al suo solito è arrossita.

Dopo l’accoglienza, si riuniscono in campo per conoscersi meglio. Tutte in cerchio con una pallone tra le mani, se lo lanciano a vicenda, chi ha il pallone in mano deve raccontare di sè, per poi lanciarlo a un’altra ragazza, fino a che non hanno raccontato tutte, compreso il loro allenatore. 

Maria Sole cerca allora di integrarsi il più possibile, quando per prima riceve quel pallone tra le mani. 

«Mi chiamo Maria Sole, mi piace essere chiamata Sole. Gioco a calcio da finché ho memoria, grazie a mio papà e mio fratello Tommaso. Il mio idolo è Messi per i valori che trasmette, oltre perché è un campione. Mi piace leggere, sono una persona molto solitaria, nonostante la compagnia mi piaccia. Questo mi rende anche piuttosto bipolare, lo so. Amo le serie tv, ma più di tutti amo il calcio e qui torniamo al punto di partenza.» dice cercando di dare più informazioni possibili se stessa. Non è per niente facile descriversi. Lancia poi la palla verso Ashley, il capitano della squadra, non è ancora riuscita a capire che tipo è e vuole sentire quello che ha a dire su se stessa. 

«Mi chiamo Ashley Taylor, sono il capitano delle Eagles, è il primo anno che rivesto questo ruolo, ma ne sono molto orgogliosa, per la mia squadra darei la vita. Mi piacciono le feste, ma non bevo, non fumo, perché il calcio prima di tutto. Il mio mondo gira costantemente intorno al calcio e al fatto che voglio diventare una professionista. Ho una nonna che adoro e due bellissimi genitori, ho una casa immensa, con tanto di palestra per allenarmi. E infine ho un fidanzato stupendo» dice apertamente, senza nessuna vergogna. 

Sole del canto suo, non sa se provare stima o invidia nei suoi confronti. La cosa certa è che davvero non sa che cosa pensare di lei, sembra una ragazza molto sicura di sé questo sicuramente, come è molto ambiziosa. Un po’ come lei, tranne per il sicura di sé, spesso Sole non crede nelle sue potenzialità.

Le altre ragazze della squadra le fanno un altro effetto, sembrano più alla mano, pronte ad accoglierla tra loro. Al contrario di Ashley che invece sembra che non la voglia in squadra, ma non riesce a capirne il motivo, visto e considerando che giocano in ruoli diversi. Sole è attaccante, Ashley centrocampista. Non le ruberebbe nemmeno il ruolo, se ma dovesse diventare titolare. Forse semplicemente non si fida delle persone. 

Dopo questo breve gioco, svolgono l’allenamento. Un piccolo breve allenamento anche per riprendere la forma fisica dopo le vacanze estive. Sole in realtà non ne ha bisogno, ha passato l’intera estate a giocare a calcio, anche quando era in vacanza con i genitori, giocava con i suoi amici del campeggio dove vanno ogni estate, da quando è bambina.

Quel breve allenamento è il suo primo esame, il suo banco di prova per far capire che vale. Ci mette tutta sé stessa, ci mette passione, cuore, divertimento per quello sport che ama e si vede. 

Tanto che a fine di esso il suo allenatore le fa già il suo primo complimento: «Sei in gamba Sole» schiacciandole l’occhio. 

Mentre da lontano anche Nick si è visto l’allenamento della squadra femminile e ha visto correre Sole, dandogli dimostrazione che è un’ottima giocatrice di calcio, deve solo essere più sicura, ma in questo può aiutarla lui. Non sa spiegarsi come, nemmeno il perché, ma quella ragazza italiana l’è piaciuta sin dal primo momento. Lui non ha mai creduto nel colpo di fulmine e non sa nemmeno se è questo che si può considerare, perché non è mai stato veramente innamorato. Ma è attratto da lei, non lo nega, anche perché è una bellissima ragazza. I suoi occhi marroni così tristi, ma allo stesso tempo che vogliono apparire forti, l’hanno stregato. Dentro ci si può leggere tutta la sua sofferenza, ma anche la sua voglia di vivere. I suoi capelli biondi, emanano un dolce profumo, che si espande nell’aria. Ciò che è certo è che vuole diventare suo amico e non si vuole comportare come se fosse una delle tante. Questa volta non farà il latin lover.

Sole lo vede a fine allenamento, arrossisce chiedendo da quanto tempo sia lì, se l’ha vista giocare e prima ancora parlare della sua vita. Avrà pensato che è una pazza se ha sentito tutto.. cercando di far finta di niente, lo saluta come se nulla fosse e si dirige nello spogliatoio. 

 








Spazio autrice: Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo della mia storia. L’immagine che vi ho messo all’inzio è Maria Sole e dietro di lei Boston e la sua scuola. 😁
 

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Capitolo 3
*** Il primo giorno di scuola ***















CAPITOLO TRE

 

Se c’è una cosa di cui Sole può andare abbastanza fiera, è che sa essere una persona molto mattiniera. È sempre stata abituata ad alzarsi presto per andare a correre, prima con suo fratello, poi con suo padre. 

Quella mattina fa lo stesso: si sveglia di buon’ora, lega i capelli e indossa la tuta per andare a correre. Ha bisogno di sfogarsi, di scaricare la tensione che avverte per il primo giorno di scuola. È il suo ultimo anno di scuola, nella sua scuola nuova. Accelera il passo a quel pensiero. Le piace sentire il vento che le pizzica il viso, il cuore a mille, la musica che pulsa nelle sue orecchie dandole ancora più energie. 

Finalmente è quasi rilassata. Tanto che avverte qualcuno correre vicino a lei. 

È Nick.

Sorride quando si perde nei suoi occhioni azzurri e lo saluta con un cenno della mano. Per non arrossire, ancora una volta. Non fa altro che arrossire in sua presenza.

«non so perché ma immaginavo di incontrarti qui» le dice lui, ricambiando il saluto. 

«hai i super poteri?» ribatte ironica Sole, si trova bene a parlare con quel ragazzo, poi è l’unico con cui ha scambiato più di due parole di fila, da quando è arrivata.

«Certo, non te l’ho detto?» risponde a sua volta, divertito. 

Sole scuote la testa fingendo di crederci e fa anche l’espressione incredula per dare più enfasi alla cosa. 

Continuano così a correre insieme, scambiandosi ogni tanto qualche occhiata.

Tornati vicino al campus si separano. È quasi ora di andare a scuola ed entrambi hanno bisogno di una bella doccia. 

«Buon primo giorno di scuola solo Sole.» le dice lui per salutarla.

Sole lo guarda e sta per replicare per quel nomignolo che lui ormai le ha dato “solo Sole” per prenderla in giro per come si è presentata il primo giorno che si sono incontrati in biblioteca, ma non fa in tempo che lui la precede, quasi ad averle letto nel pensiero. 

«ormai per me ti chiami così» ridendo di gusto. 

«allora te ne troverò uno anch’io» risponde prontamente. Se sa fare una cosa è rispondere alle provocazioni a tono. 

Dopo essersi fatta la doccia e messa la divisa, cosa le fa parecchio strano, abituata da sempre a vestirsi come più preferiva, si dirige a scuola. 

Il plesso scolastico è enorme, ma per sua fortuna il primo giorno a Boston, la ragazza le aveva già indicato le aule dei suoi corsi. 

Inizierà il suo ultimo anno, alla sua nuova scuola con: fisica. Lei è una frana colossale in fisica e già prevede la prima figuraccia. 

Come al solito deve presentarsi, a quanto pare lì funziona così, non passi inosservato come nelle scuole italiane, che il nuovo arrivato non viene accolto in alcun modo, tutt’altro. 

È già la seconda volta che parla di sè davanti a perfetti estranei, che presto diventeranno i suoi compagni di scuola. Non osa immaginare quante altre volte dovrà farlo. 

Per fortuna bastano poche parole e le affidano subito la sua compagnia di laboratorio. Mary Kate. 

Sembra fatto a posta. Lei si chiama Maria Sole, lei Mary Kate. Non sa perché ma quella ragazza già le fa simpatia. 

«il docente secondo me non ci ha dormito stanotte per metterci insieme» le dice Sole cercando di rompere il ghiaccio. Vuole potersi fare almeno un’amica, le manca così tanto Ludo.

«Secondo me invece è stato contento che tu arrivassi in questo corso, solo per metterci insieme» ride. 

Sole le sorride a sua volta e la guarda bene. È stravagante, molto stravagante a dirla tutta quella ragazza, ha i capelli neri e con alcune ciocche viola, gli occhi verdi scuro, molto belli e profondi, è molto truccata, con tanti anelli e le scarpe a stivaletto alti e neri. Quel tipo di ragazza che Sole definisce “Dark”. Ma le sta simpatica. Si vede che è molto socievole e introversa. Le sta già spiegando con disinvoltura dove sono arrivate con il programma lo scorso anno. 

«Sappi che sono una frana in fisica, in Italia arrivano a malapena alla sufficienza»

«Ti aiuto io cara. Io amo la fisica.» risponde invece lei, completando il primo esperimento assegnato loro, in pochi minuti. 

Tanto che Sole resta senza parole, quando le dice se il prossimo vuole farlo lei, quasi si sente a disagio. 

«Sicura che vuoi farlo fare a me? Perché rischio di far scoppiare il laboratorio e tu rischi di prendere un voto schifoso il primo giorno»

«Non sono una che bada alla media, nonostante qui conti molto. Se non hai una buona media ti escludono dalle attività, ma a me non importa, non ne faccio nessuna, non mi interessa avere punti extra per ambire al collage o a entrare in una squadra. Se prendo bei voti lo faccio solo per me stessa.» le dice semplicemente.

Sole ha avuto ragione su di lei, è simpatica, sa quello che vuole nella sua vita. Potranno diventare buone amiche.

«Bada bene, non giudico chi ambisce a ciò... io prenderò in mano l’azienda di famiglia, è l’unica cosa che voglio e non andrò al collage» continua, porgendole il kit per l’esperimento e facendole segno di provare. 

«io vorrei invece entrare nel mondo del calcio professionistico» le dice Sole per cercare di socializzare, per rispondere al suo raccontarsi.

«Lo so! Sei sul giornalino della scuola cara» porgendole il giornalino, c’è una foto di lei con la squadra, mentre si allenavano e con scritto: “Un’italiana tra noi!!!! La nuova recluta delle nostre Eagles, sarà all’altezza del  duro lavoro? Dal primo allenamento sembra di sì, ma la strada é ancora lunga per la giovane atleta. Intanto diamole un caloroso benvenuto nella nostra scuola.” Sole arrossisce, era proprio ciò che voleva evitare. In quella scuola sono fin troppo impiccioni e espansivi. Lei non è abituata a tutto ciò, nella sua scuola italiana, passava piuttosto inosservata, nonostante i bei voti. 

«Non ti preoccupare, passati questi primi giorni si dimenticheranno che sei italiana e nuova. Magari avrai sempre la tua etichetta da “l’italiana”, io sono quattro anni che ho quella di “dark”, ma poi finisce per farci l’abitudine» la rincuora Mary Kate.

«odio l’etichette» le va dietro Sole, apprezzando il suo discorso di incoraggiamento. 

«io anche, la gente pensa che sono solo dark, non volendo scoprire altro di me... amo suonare, cantare. Ho una band con alcuni amici, ma nessuno lo sa. Piuttosto sei invitata Sole, stasera suoniamo in un locale qui vicino, poi torniamo al campus insieme, io pure vivo qui, sono di NY.» 

Sole la guarda meravigliata.

New York il suo sogno da quando è bambina. Prima o poi dovrà andarci, dovrà visitarla. 

«Certo, vengo volentieri ad ascoltarti.» le dice entusiasta, pensava di non trovare nessuna amica nella nuova scuola, invece il primo giorno ne ha già trovata una. 

Il resto della giornata prosegue abbastanza velocemente, insieme a Mary Kate, Sole ha conosciuto altre persone e hanno pranzato allo stesso tavolo, le ha indicato cosa mangiare e cosa evitare. Tirando le somme, Sole si rende conto che non è andato così male questo suo primo giorno. 

Nel pomeriggio avrà gli allenamenti e questa sera si vedrà nuovamente con Mary Kate. 

Giunta sera molto velocemente, anche grazie al fatto che l’allenamento è stato molto piacevole per Sole, perché ha perfino segnato quando hanno fatto la partita tra loro, scatenando un po’ le ire di Ashley, la quale era nella squadra avversaria. Ma non le importa, dimostrerà che ha la stoffa per arrivare lontano e lei dovrà farsene una ragione. 

Per la serata indossa un vestitino nero, elegante ma allo stesso tempo non esageratamente, non è nel suo stile, con un paio di stivali dello stesso colore, non dimenticandosi le calze pesanti, perché a Boston fa già parecchio freddo e Sole non è abituata a temperature così basse ad ottobre. 

Il locale in cui si esibisce Mary Kate è molto grande, accogliente, con una miriade di luci colorate che infondono tanta allegria. 

Sole si accomoda sul divano bianco, con un cocktail, un Cuba libre per la precisione, tra le mani pronta a immergersi nella musica. 

Il concerto non è ancora iniziato quando sente una mano appoggiarsi sopra alla sua spalla.

È Nick.

È ovunque, dove sta lei c’è anche lui. 

«Ehi Danes, per caso mi stai seguendo?» la prima a parlare è proprio Sole, la quale dà voce ai suoi pensieri, senza rendersi conto. 

«potrei direi la stessa cosa» ribatte subito lui, non lasciandosi trovare impreparato dalla sua battuta. 

«Mi ha invitata Mary Kate, seguiamo insieme fisica» ammette Sole, mentre lui si è già accomodato al suo fianco. 

«Il batterista è un mio caro amico. Seguo sempre i ragazzi, sono bravissimi, ti piaceranno.» le dice subito dopo lui. 

«Non so perché non ti facevo amante del genere rock» continua Sole, trovando con lui una complicità che non sentiva da parecchio tempo, che forse non aveva mai avvertito con nessuno, nemmeno con il suo ex fidanzato. 

«Solo Sole, tante cose non immagini di me» le dice facendo lo sbruffone e schiacciandole l’occhio.

Sole lo guarda divertita, ma scuote la testa. Sta per replicare qualcosa, ma viene interrotta dall’ingresso dei ragazzi sul palco, perciò decide di rimandare la conversazione. 

I ragazzi sono molto bravi, Nick aveva ragione in questo. 

Mary canta divinamente e lei si ritrova a battere le mani a tempo, sono così coinvolgenti, catturano l’ascoltatore, il quale non può non sentirsi anche lui sul palco insieme a loro, lasciano questa sensazione. 

Fanno diverse canzoni, una più bella dell’altra e Sole a fine concerto si alza estasiata e battendo le mani. 

Sole non finisce di complimentarsi, anche quando si fermano a prendersi qualcosa da bere insieme. 

«a quanto pare avete trovato una nuova fan» la provoca Nick.

Lei in tutta risposta gli da una spinta e gli fa una linguaccia. Provocando la sonora risata di Nick subito dopo. La guarda e non può non ridere, lei è così, è spontanea e sincera, è adulta si nota dai suoi occhi, si capisce che è cresciuta in fretta, ma nonostante ciò mantiene il suo lato da bambina, che la caratterizza, lo dimostra quella linguaccia. 

A fine serata Sole torna al campus con Mary Kate, è molto tardi e il giorno dopo hanno scuola, ma Sole è talmente eccitata che non ha sonno. 

Si mette a letto poco dopo, ma rimane a pensare a quel suo primo giorno di scuola, è stato entusiasmante e divertite, tra le altre cose già si sta facendo nuovi amici, cosa che non era mai successa alla sua vecchia scuola e di questo è immensamente felice. Inoltre c’è Nick, le piace, non può negare che prova qualcosa per lui, anche se non vuole innamorarsi ora, non vuole stare con qualcuno che la porta poi ad allontanarsi dal suo obiettivo. Non può dire come evolveranno le cose tra loro, sa solo che per il momento dovrà restare solo un amico. 

Si addormentata pensa a lui, alla sua giornata e senza rendersi conto, sta sorridendo, come non le succedeva da parecchio tempo. 

 

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Capitolo 4
*** Momenti di sconforto e... piccoli incoraggiamenti. ***








 

CAPITOLO QUATTRO 

 

Nonostante si sia ambientata abbastanza bene e che abbia trovato nuovi amici, per Sole non è ancora per niente facile orientarsi per la città e soprattutto non sentire la mancanza di casa sua, della sua famiglia, dei suoi vecchi amici. Come se non bastasse il campionato è già iniziato e lei non ha ancora giocato mai, è vero che è la nuova arrivata, che la squadra è unita e forte, hanno vinto tutte le partite, ma Sole vuole mettersi in gioco, vuole poter entrare in campo e farsi valere, vuole poter dimostrare che è all’altezza, invece è ancora in panchina e teme che ci possa fare la muffa lì seduta. Sa bene che non sarebbe stato facile, sa bene che non dovrebbe sentirsi così, così arrabbiata per non giocare, così dannatamente sola, così demoralizzata... ma dopo l’ennesima partita non giocata e con la squadra che ancora non la considerano una di loro, si sente sotto pressione, teme che non si ambienterà mai. Sono in momenti come questi che si sente sola come non mai, che vorrebbe tornare a casa, nella sua vecchia squadra. Mollare tutto, rinunciare al suo sogno di bambina. 

È l’ultima ad uscire dallo spogliatoio, è demoralizzata e si nota dalla sua espressione del viso, che nonostante la vittoria ottenuta, non è felice. La sua squadra, ha quasi fatto finta che non ci fosse, solo in poche si sono avvicinate a lei per abbracciarla. Ashley invece la ignora proprio, come se non esistesse, come se non facesse parte di loro e non sa proprio come conquistarsi la sua fiducia, la sua approvazione, forse questo la fa sentire umiliata ancora di più che non giocare. Si rende conto che anche se giocasse una partita, la sua squadra non conta su di lei, non la prende in considerazione, tanto meno Ashley, forse è quasi meglio non giocare. 

È ancora in divisa e decide di prendere un pallone dalla cesta e tornare in campo, si allenerà da sola, giocherà da sola, anche perché solo grazie al calcio, riesce a sentirsi meglio. 

Tira dal dischetto dei rigori qualche pallone ben piazzato, fino a che una voce alle sue spalle non la sorprende. 

«Sole, che cosa fai ancora qui?» è il suo allenatore.

Sentendosi chiamare sobbalza, concentrata com’era non si è accorta subito di lui. 

«Io... mi volevo solo allenare ancora un po’» ammette arrossendo. 

«Non devi strafare Sole.» la rimprovera lui. 

Sole annuisce e abbassa la testa. Come ammettere le sue paure, proprio a lui che è il suo allenatore, ma decide ugualmente di farlo. 

È lui però a precederla e parlare per primo, ha capito cosa la turba. 

«So che è dura ambientarsi nella squadra Sole, sei l’ultima arrivata e loro sono già un gruppo consolidato, ma io credo in te. Ho visto che hai delle enormi potenzialità, sei una ragazza in gamba e forte... puoi farcela.» la rassicura.

Sole adesso sorride, è proprio ciò che aveva bisogno di sentirsi dire e sentirselo dire dal suo allenatore è ancora meglio. Lui crede in lei. 

«Davvero tu credi in me?»

Luke annuisce e le sorride a sua volta. È insicura e ha bisogno di farle capire che può farcela, che deve farcela.

«Si... io credo nella ragazza che ho visto in questo video, quella ragazza che da centro campo, nonostante la stanchezza e i crampi, si è smarcata tutti gli avversari per poi ritrovarsi sola davanti alla porta e segnare a cinque minuti dalla fine della partita. Credo in quella ragazza che ha trascinato la sua precedente squadra alla vittoria del campionato, quando tutti la davano per sconfitta. Credo che sotto questa veste da ragazza insicura, si nasconde una leader e che tu debba solo tirarla fuori, ora più che mai. Dimostra alle Eagles, quanti vali, di che stoffa sei fatta e ti ameranno» prendendo il suo cellulare e mostrandole il video in questione. 

«è per questo motivo che ti ho voluta Sole, ti ho chiesta espressamente. Adesso che lo sai, fai venire fuori questa ragazza e dimostrarmi che ho riposto bene la mia fiducia.» mettendole una mano sulla spalla. 

Sole sente quasi le lacrime rigarle il viso, ma sono lacrime di gioia, non pensava che fosse stato proprio lui a fare il suo nome, non si aspettava una rivelazione del genere. 

«E Ashley mi accetterà mai?» chiede infine Sole, molto più serena adesso. 

«Ash è dura, ma non è cattiva, ha solo paura, proprio come te. Siete due leader e per questo vi scontrate, ma diventerete amiche, siete più simili di quello che immagini» le dice sorridendo e rassicurandola anche sotto questo aspetto.

«Grazie mister»

«Ora Sole, vai a casa ed esci con qualche amica, non voglio che ti fai male, chiaro? È un ordine ovviamente.» gli dice tornando ora a essere autorevole e con tono di quasi rimprovero.

Maria Sole ride e annuisce, farà ciò che lui le ha detto. Ora si sente davvero molto meglio. Arriverà il suo momento.

Tornando verso il campus incontra Mary Kate, la sua band e Nick, i quali stavano aspettando proprio lei.

«Alla buon’ora ci chiedevamo quanto ci mettessi a cambiarti» la prende in giro Kate scoppiando a ridere. 

«Io in realtà... mi stavo allenando, ma poi il mister mi ha fatto tornare al campus. Ma è successo qualcosa?» chiede preoccupata.

Mary Kate la prende per un braccio e la spinge dentro alla stanza per farla cambiare, o meglio farle mettere un vestito decente visto che è in tuta. 

«Andiamo in giro per Boston by night» le dice aiutandola a scegliere un vestito adatto. 

Alla fine opta per un leggings nero, un maglione lungo color fragola e stivali neri. Si infila sciarpa e cappello di lana, con raffigurato un topo, regalatole dalla sua migliore amica. 

Non sa ancora orientarsi per le strade, a dire il vero non è mai uscita dal campus da quando è arrivata e non è da lei, Sole ama girare, scoprire posti nuovi, tradizioni nuove, mangiare cose nuove e invece da quando è lì, ha solo pensato a quanto le mancasse casa, a quanto fosse triste, non godendosi per niente la sua nuova casa, o meglio la casa che la ospiterà per quell’anno intero. 

Si rende conto che si stava perdendo un paradiso meraviglioso. Boston è spettacolare, lei poi ama le città sull’acqua. 

Giravo diversi locali, per poi ritrovarsi alla pista di pattinaggio. 

Sole è negata a pattinare, ma ugualmente si lascia trascinare da Nick sul ghiaccio. Lui non le lascia le mani e la guida per insegnarle. 

«Ti sottovaluti solo Sole, sei più brava di quello che pensi e lo sei anche nel calcio» le dice dolce lui, non lasciando però la sua mano. 

«Sei incoraggiante proprio come tuo padre, è una dote di famiglia a quanto pare» gli dice di rimando, facendogli un complimento e Nicholas capisce subito che lo sia, che non lo sta prendendo in giro questa volta. 

«Non a caso ho preso dal migliore no?» ribatte però lui ironico 

Maria Sole in tutta risposta lo spinge con la mano, lui per non accadere, si afferra a lei e si ritrovano entrambi per terra, il poco equilibrio precario di Sole su le lame, l’ha fatta sbilanciare. 

«Ho parlato troppo presto... sei pessima sui pattini» le dice a un palmo dalle sue labbra. 

Entrambi avverto il desiderio di approfondire quel contatto, di assaporare le labbra l’uno dell’altra, ma Sole, nonostante il suo cuore ha perso un battito a un contatto così riavvicinato con lui, riacquista un barlume di lucidità e si allontana. Nick invece è dispiaciuto, avrebbe voluto colmare la distanza che li divideva e l’avrebbe fatto se lei non si fosse tolta interrompendo la magia del momento. 

Sono attratti l’uno, dall’altra questo è chiaro, ciò che non capisce è perché lei abbia paura, ma non le metterà fretta, per la prima volta in vita sua è forse seriamente preso da una ragazza, che non vuole correre. Maria Sole, non è come tutte le altre e l’ha capito subito, dal primo momento che l’ha conosciuta. 

Lei vorrebbe spiegargli, sente che deve dargli una spiegazione, ma vengono interrotti dagli altri, che se la ridono per la loro caduta epica, che hanno prontamente registrato con il telefono, visto che già stavano facendo un mini video per il loro blog. 

Kate si avvicina per aiutare Sole a rialzarsi e la prende poi sotto braccio per andare a parlare di quello accaduto, ha riso per la caduta, ma vuole mettere anche in guardia la sua amica. Si tolgono i pattini e comunica al gruppo che si allontanano per prendere qualcosa da bere.

«Porto la piccola Messi lontana dal ghiaccio, è chiaro che è più portata con gli scarpini che con i pattini, prima che si rompa qualcosa e poi il mister si la prende con me che ho avuto questa idea» comunica Mary Kate, trascinandosela dietro, seguita dalle altre ragazze amiche sue, che si sono unite alla serata, ma che Sole già aveva avuto modo di conoscere.

«Perché mi hai trascinata via in quel modo?» chiede Sole non capendo, anche se ancora se la ride per quel soprannome “piccola Messi”, le piace e le si addice, visto che è piena di foto in camera del suo idolo e che conosce tutto di lui. 

«Ascolta Sole... io ti voglio bene, siamo amiche e ci tengo a te. Sei una tra le prime amiche che ho in questa scuola, perciò... stai lontana da Nick, è bello quanto ti pare, simpatico, affascinante e chi più ne ha più ne metta, ma è un latin lover. Non fidarti di lui. Tienitelo come amico, lo dico per te.» vuole proteggere la sua amica ed evitare che soffri per colpa di Nicholas Danes, il quale essendo il capitano della squadra e il più bello della scuola, è ambito da tutte e lui cerca di soddisfare tutte le ragazze che gli corrono dietro. 

«Nick un latin lover?» chiede sorpresa, possibile che non si sia accorta di niente? Che non abbia capito che fosse un don Giovanni da strapazzo? A quanto pare lei ha il radar per i ragazzi poco seri. Ha fatto bene a non baciarlo, se ne sarebbe pentita.

Mary Kate annuisce, trovando la conferma dalle altre ragazze, una è stata con lui, ma è stata solo una cosa di una notte, a dimostrazione di ciò che dicono. 

«Grazie ragazze... ma comunque tra me e lui non c’è nulla.» dice per rassicurarle è appena potrà metterà subito in chiaro che non vuole una storia, che non ha bisogno di guai, si deve concentrare solo a giocare a calcio, è questo il suo unico obiettivo e non può permettersi distrazioni. 

Nick immagina cosa le stiano dicendo le ragazze, ma è anche la verità e lui n’è consapevole. Sa di essere bello e usa questo per conquistare le ragazze, ma è pur vero che fino adesso non ha mai trovato quella giusta. Non sa se Sole lo sia, non può ancora dirlo, ma sente che con lei è diverso. Vuole spiegarle che non ha intenzione di prenderla in giro, non a lei, che di certo non vuole portarla a letto e poi scaricarla.

Le si avvicina a fine serata, quando hanno raggiunto di nuovo il campus. 

«Sole... scusa per prima. Non volevo baciarti o meglio lo desideravo si, ma non voglio farti fare qualcosa che non vuoi. Credo che tu abbia saputo delle voci che girano su di me, sono vere, non lo nego, ma ho sempre messo le cose in chiaro con le ragazze con cui sono stato, non l’ho mai illuse, questo sia chiaro.»

«Nick, non mi devi nessuna spiegazione...» gli dice interrompendolo. Questi discorsi la imbarazzano, poi lui ha appena ammesso che avrebbe desiderato baciarla, non può evitare di arrossire. 

«Non devo, ma voglio. Il mio scopo non è quello di portarti a letto, tu mi piaci Sole e voglio essere tuo amico.» le dice dolce e sincero. Sole lo guarda e si fida, si fida di lui, perché nota dai suoi occhi che può farlo. Magari si pentirà, ma decidere di fidarsi. 

«Anch’io voglio essere tua amica, ma solo questo. Il mio obiettivo è giocare a calcio, mi devo concentrare solo su questo adesso.» gli dice a sua volta lei, con ancora il cuore che batte a mille, lui le ha appena detto, appena ammesso che prova qualcosa per lei. 

«e io ti prometto che ti aiuterò finché ciò accada. Ci possiamo allenare insieme, magari andando a correre la mattina e vedendoci dopo i nostri rispettivi allenamenti» le propone.

Maria Sole accetta e gli dà appuntamento per il giorno dopo e iniziare il loro allenamento. 

«Se riesci a svegliarti si... sono le due di notte» le mostra l’orologio che tiene al polso. 

«Io sono molto mattiniera, voglio vedere se tu ti fai trovare.»

«Non mi sfidare Contini» ribatte subito lui accettando la sfida che lei le ha appena lanciato. 

Si danno appuntamento per il giorno dopo alle 6:30 davanti al parco. 

Le piace l’idea di allenarsi con Nick, è  il capitano della squadra maschile e potrà aiutarla a sviluppare le tecniche per migliorarsi. 

 



Spazio autrice: ecco a voi un nuovo capitolo, spero che vi piaccia. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, ogni commento è ben accetto, è un modo per migliorarmi e poter fare sempre meglio. 
Ringrazio coloro che hanno inserito la mia storia tra i preferiti e le seguite. Ciò mi fa veramente super piacere 😍


 

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Capitolo 5
*** Maria Sole Vs Ashley ***


CAPITOLO CINQUE 

 

Il giorno dopo puntuali entrambi, si ritrovano al parco per correre. 

Maria Sole in realtà non credeva che Nick si sarebbe svegliato in tempo per arrivare a correre con lei, ma deve ammettere che l’ha sottovalutato, lui le sta dimostrando che le voci che girano sul suo conto, non sono del tutto vere, almeno con lei non è così. 

Corrono insieme, fino a che sfiniti non vanno a farsi una doccia e recarsi a scuola. Avranno per giunta una lezione insieme, quella di letteratura inglese. 

Nick le si siede accanto, quando di solito è sempre vicino ai suoi amici. 

«Non c’è bisogno che lo fai...» gli dice lei imbarazzata.

«Cosa?»

«Rinunciare a stare vicino ai tuoi amici per stare vicino a me, so cavarmela da sola, anche se oggi ti ho detto che sono un po’ indietro...» gli ricorda la loro conversazione di quella mattina. Sole sta avendo qualche difficoltà a rimettersi in pari, per un attimo ha pensato di rinunciare a tutto e tornarsene in Italia, ma dopo che il suo mister le ha detto che l’ha voluta espressamente qualcosa è cambiato in lei. Sole sa di essere la ragazza che da vera leader ha trascinato la sua squadra alla vittoria, la ragazza che da centro campo è arrivata sola davanti alla porta, per poi segna. Sa di essere brava e l’ha sempre dimostrato, il problema è che a volte, che a volte non riesce a ritrovare fiducia in se stessa, non riesce a guardarsi allo specchio, perché gli manca suo fratello Tommaso, si sente in colpa per come sono andate le cose, si è sempre sentita in colpa per la sua morte. È stata in terapia, ma a volte ancora pensa se quell’incidente si sarebbe potuto evitare, se lei l’avrebbe potuto evitare. A volte vive la vita pensando a Tommaso, a cosa si sta perdendo e vorrebbe non esserci lei per far vivere ancora lui.... ma ciò non è possibile. Lei non ha questo potere, nessuno ha questo potere, purtroppo. 

Ora però ha capito. Ha capito che Tommy non vorrebbe vederla in questo stato, vorrebbe vedere la sua piccola Sole, migliorarsi e dimostrare il suo grande potenziale. 

«Voglio solo aiutarti Sole, non lo faccio per compassione.» gli risponde lui, capendo e imparandola a conoscere, è una persona molto insicura, che ha bisogno di essere spronata e di persone sincere che le vogliono bene. 

«Allora grazie.» ribatte lei. 

Nick le sorride, accarezzandole la mano che tiene sul banco. 

Sole avvampa dall’imbarazzo e abbassa lo sguardo sopra al suo quaderno. 

Lui se la ride, le piace da morire quando arrossisce e si imbarazza per così poco, le piace soprattutto per questo, é una di quelle ragazze che ancora è in grado di emozionarsi per le piccole cose ed è raro trovare qualcuno con queste qualità. 

Accanto a lui Sole si sente rassicurata, è bello averlo come amico e poi è un bravo studente e la sta aiutando tanto, sia in campo, sia con lo studio. 

Passano tantissimi pomeriggi insieme, ad allenarsi e studiare, si rende conto che ormai sono l’ombra l’uno dell’altra, non accorgendosi però che questo ha suscitato parecchie invidie, soprattutto da parte di Ashley. 

Non lo sa nemmeno Ashley il motivo, ma vuole togliersi di torno quella ragazza, la vede come una potenziale rivale e teme che lei possa rubarle il suo ruolo all’interno della squadra, il mister la elogia è presto sa che entrerà in campo. Inoltre l’ha vista spesso con Nicholas, non che a lei interessi... è fidanzata con un altro e Nick non l’è mai piaciuto, ma vuole ugualmente allontanarli. Dal come la vede lei, Maria Sole si sta graziando il figlio del mister per giocare. 

Non la sopporta, è solo una ragazzina viziata che vuole prendersi tutto ciò per cui lei ha lottato per anni. È una che, da come la vede lei, ha sempre avuto la strada spianata, quando lei ha dovuto sudare e lottare per arrivare fino a dov’è ora. Non sopporta le raccomandate e Maria Sole è una raccomandata, gioca bene, è brava, ma è pur sempre una raccomandata, lo sa che è stata il mister a sceglierla e non lo sopporta. Non si può far togliere il posto da una che viene dall’Italia, raccomandata e viziata. 

Dietro questi suoi pensieri si nasconde una persona insicura e fragile, perché Ashley si mostra sempre così sicura di sè, sempre impeccabile, curata, preparata, ma ha una grande paura di sbagliare, di deludere le persone a cui vuole bene... non sono poi così diverse con Sole, ma nessuno delle due se ne accorge, troppo prese a farsi la guerra per giocare e arrivare a raggiungere il loro sogno. 

Quel giorno dopo aver studiato con Nicholas, si dirige nello spogliatoio per l’allenamento quotidiano, tra pochi giorni ci sarà la partita e lei vuole giocare. 

«E così ambisci a diventare la ragazza di Nick per graziarti il mister?» la rimprovera Ashley, nel momento in cui fa il suo ingresso. 

«No, non è nel mio stile. Non so se è nel tuo Ashley, visto che accusi me di farlo. Nick è solo un amico che mi sta aiutando a inserirmi e con lo studio» ribatte prontamente Sole, anche se le sue parole la feriscono e non poco, cerca però di non darlo a vedere. 

«Lo sai che Nick si porta a letto tutte! Quindi chi me lo dice che non è il vostro piano? Lui non fa mai niente per niente» 

«Si vede che con te è così.» adesso si sta veramente spazientendo, non solo le sta dicendo che è una che si fa raccomandare, ma le sta dando anche della poco di buono. 

Ashley la guarda in cagnesco e si allontana. 

Sole in tutta risposta si finisce di preparare e raggiunge il campo. Non farà mai amicizia con Ashley, su questo il suo mister si sbagliava e di grosso. 

È arrabbiata, fuori di se dalla rabbia, ma per fortuna ora entrerà in campo, toccherà l’erba, il pallone.... e tutto tornerà a posto. 

Non sa quanto si sbagli. 

Sole si allena duramente e i risultati raggiunti con Nick si vedono, tanto che il suo allenatore le dice che sabato giocherà. 

Ash però non la prende bene e le fa uno sgambetto durante la partita amichevole. 

È a terra con la caviglia che le fa male e le viene da piangere. Vorrebbe trattenere le lacrime, ma non ci riesce, l’ha fatto a posta, le ha fatto male di proposito, perché non vuole che giochi, è arrivata a questo punto pur di non averla in squadra. Piange senza smettere, con i singhiozzi. 

Il mister si precipita verso di lei e l’aiuta a uscire dal campo, ha visto tutto e con forza richiama sia Ashley che Sole nel suo ufficio dopo l’allenamento. 

Sole è già lì quando la raggiungono anche il mister e Ashley. Luke è molto arrabbiato e guarda le due ragazze con rimprovero. 

«Ash non me lo sarei mai aspettato da te. Perché l’hai tanto con Maria Sole? Dov’è lo spirito di squadra che ho sempre cercato di insegnarvi? Questo non è comportamento da capitano» la rimprovera, è serio e deciso, non le lascia il tempo nemmeno di aprire bocca per quant’e furioso con lei. 

«Maria Sole si sta graziando Nick per giocare» ribatte Ashley, guardando poi con ancora più disprezzo verso Sole, è colpa sua se è finita nei guai, se rischia che le venga tolta la fascia da capitano. 

«Io non mi sto graziando proprio nessuno. Nick mi sta solo aiutando a integrarmi, non è stato semplice mettermi in pari con il programma e mi ha dato una mano» risponde altrettanto acida, prima rivolta al mister, per spiegare come stanno davvero le cose e poi per dirlo anche a quell’oca che la sta accusando ingiustamente, ancora una volta. 

«Ashley, perché accusi Maria Sole?» gli chiede, lasciando a entrambe il modo di esprimersi, è così che si arriva a un dialogo, a chiarirsi. 

Prima è stato duro, ma serviva affinché loro potessero aprirsi, poi non tollera questo genere di comportamento all’interno della sua squadra, pensava e sperava che presto le due sarebbero diventate amiche, ma la situazione è degenerata invece di migliorare. Sono troppo simili, lui lo sa bene, Ashley per lui è come una figlia, l’ha vista crescere e Maria Sole sta imparando a conoscerla e volerle bene, se non fa qualcosa, rovineranno la loro carriera e la squadra. 

«è stata vista con lui alla pista di pattinaggio in atteggiamenti intimi» dice infine lei, vuole avere ragione a tutti i costi. È convinta di ciò che sta dicendo, poi vuole Sole fuori dalla squadra. 

«Ma quali atteggiamenti intimi.. primo: stavamo con altri amici, Mary Kate lo potrà confermare, c’era anche lei. Secondo: stavamo pattinando, sono scivolata e siamo finiti a terra, tutto qui. Siamo solo amici» spiega le sue ragioni e continua: «non è la prima volta che Ashley mi da della poco di buono, anche prima dell’allenamento. Insinua cosa che non sono vere, non vuole che giochi, mi fa lo sgambetto affinché io mi faccia male... credo che abbiamo superato il limite, io non le ho fatto nulla» le lacrime tornano prepotenti a rigarle il viso, odia quando è così emotiva. 

«Sei arrivata nella squadra con lo scopo di rubarmi tutto quello che con fatica ho conquistato» le risponde urlando Ash. 

«Io non voglio rubarti proprio niente! Io voglio solo giocare a calcio e diventare una calciatrice professionista, questa è l’occasione della mia vita per farlo, ma non a discapito di chi ho intorno, voglio vincere grazie alle mie potenzialità» 

C’è uno scambio di battute forti tra le due, entrambe tirano fuori ciò che sentono, cosa provano. 

Finché non interviene nuovamente Luke, non appena hanno finito di urlarsi contro. 

«Allora visto che non arriviamo a un incontro... Ashley aiuterai Maria Sole con i compiti, così non si grazierà Nick come dici tu, se avrà difficoltà tu ci sarai. Sole tu ti impegnerai a comportarti d’amica, che da quello che ho visto nemmeno tu hai fatto tutto questo sforzo per diventare amica di Ashley.» è la sua decisione definitiva, prendere o lasciare. Se non accettano sono entrambe fuori dalla squadra. 

«Non date un buono esempio alla squadra» conclude e le conceda, con la promessa di tenerle d’occhio se non eseguiranno le sue direttive e che non scherza nel metterle fuori squadra, intanto sabato nessuna delle due giocherà, per punizione. 

Sole esce dall’ufficio del mister arrabbiata, non solo le fa male la caviglia, ma doveva giocare la sua prima partita e ancora una volta non la giocherà e stavolta non per colpa sua. Ashley pure è furiosa, ha sempre giocato, non è mai stata rimproverata e ora per colpa di quella mocciosa, è stata punita. Come se non bastasse dovrà aiutarla, o sarà fuori squadra, di male in peggio, vorrebbe che fosse solo un brutto sogno, ma ahimè non è così. Pur di giocare e non essere messa fuori squadra, accetterà tutto ciò, ma non diventerà mai sua amica. 

Il giorno dopo sole è ancora arrabbiata, o meglio scocciata, dovrà mettersi a studiare con Ashley quel pomeriggio e le scoccia anche solo chiederglielo, anche perché teme che lei la faccia sentire una stupida. Dovrà studiare per il compito di letteratura e di chimica, soprattutto per quest’ultima è molto preoccupata di prendere un brutto voto. 

Comunica a Mary Kate le ultime disposizioni e lei se la ride di gusto. 

«Oh dai, non temere... passerai solo il pomeriggio con quella brutta arpia, nonché tua nemica» le dice l’amica per sdrammatizzare la situazione. 

«Grazie Kate per rincuorare sei la numero uno» ride di gusto. Almeno è riuscita a farla ridere, Kate ci riesce sempre. 

«Figurati tesoro, sempre a disposizione»

Con Ashley ha appuntamento nella biblioteca della scuola. Sole come al suo solito arriva puntuale e aspetta iniziando già a ripassare qualcosa, avranno un compito in classe e spera di poter prendere un bel voto, è la sua prima prova, non può fare brutta figura.

Ashley arriva poco dopo di lei, le si siede accanto e senza troppo preamboli le inizia a chiedere cosa sa dell’argomento. Sole si sente sotto esame, ma non si lascia trovare impreparata, spiega tutto quello che sa e le espone le sue difficoltà in merito. 

Ashley non dà soddisfazione a Sole e si comporta molto da maestrina so tutto io, ma non le da molta importanza e cerca di tenersela buona, di certo non vuole essere messa fuori squadra per così poco e poi non è il tipo che attacca per prima. 

A fine pomeriggio, Sole sente di essere ancora più preparata e con gentilezza ringrazia la sua “tutor” per quel giorno.

«Almeno così non vengo buttata fuori squadra e vedi di prendere un bel voto, non voglio essere sgridata per una tua mancanza.» le dice mantenendosi fredda e arrogante.

Sole annuisce e senza aggiunge altro se ne va. Ci è rimasta male, pensava di fare una gentilezza a ringraziarla e lei come al solito è distaccata, ma non si arrenderà, tornerà a ringraziarla anche se dovesse prendere un bel voto, è fatta così, non si arrende mai e non sopporta chi si comporta in modo strafottente senza motivo alcuno. 

Non appena torna al dormitorio è distrutta e si butta sul letto, vuole solo dormire e che sia già l’indomani per sostenere la prova, lo stress la sta divorando ed è così ogni volta che deve affrontare una prova. La sua insicurezza non la fa mai sentire all’altezza e teme di sbagliare tutto. 

«Com’è andata con Ash?» le chiede rientrando la sua compagna di stanza, non si è mai interessata tanto e Sole se ne stupisce. 

«Bene, è stata molto gentile a spiegarmi le cose, è un’ottima insegnante» le dice Sole sorridendole.

«Ash si comporta così perché ti teme. Tu sei molto brava a calcio Sole.» le risponde ancora Juliet. 

Sole la ringrazia e arrossisce. 

«Scusami se non ti ho aiutato a inserirti... io sono un po’ orso, me lo dicono anche i miei. Tendo sempre a non fidarmi delle persone e pensare solo alla mia carriera scolastica e calcistica, mi rendo conto però che è sbagliato così. Ho infatti amici che si possono contare sulla punta delle dita.» ricordando la loro prima conversazione, non appena Sole ha messo piede a Boston e si è presentata con l’intento di conoscere qualcuno in quel posto sconosciuto. 

«Non ti preoccupare, ho capito subito che non fosse nulla di personale. Fai bene a concentrarti sulla carriera, è anche il mio obiettivo primario e in comune abbiamo anche il fatto che i miei amici si possono contare sulla puntata delle dita. In Italia avevo solo una migliore amica, Ludovica. Oltre che alle mie compagne di squadra, ci vedevamo spesso per cenare insieme, ma oltre questo non avevo tanti amici. Qui mi ambiento a stento, per fortuna però ho trovato Mary Kate e la sua band e Nick, che mi danno una mano per inserirmi.» sorride, facendole capire che si può fidare di lei. 

«Puoi contare anche su di me se vuoi. Condividiamo la stessa stanza e il bagno infondo no?» ride e Sole la segue subito dopo, annuendo e dandole ragione. Anche sua madre le dice sempre che condividere il bagno con qualcuno e tra le cose più intime di qualsiasi rapporto. 

Decidono di non scendere in mensa e sigillare quella nuova unione con patatine, coca - cola e hamburger in camera. Parlano e mangiano finché non si addormentano. 

Sole si è addormentata serena, è bello poter trovare una nuova persona su cui contare. Infondo questa esperienza a Boston non si sta rivelando così male, nonostante spesso non sia per niente semplice.

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Capitolo 6
*** B+ ***




 

CAPITOLO SEI

 

Pochi giorni dopo aver sostenuto la prova di letteratura, il docente riconsegna i compiti e Sole vede stampato sul suo compito un “B+” e ne è subito felicissima. Inoltre il docente le ha attaccato un piccolo post it con scritto: “forza Maria Sole, la prossima volta sarà una A”. Per la sua fortuna i docenti alla Eagles high school sono tutti molto bravi, preparati, gentili con gli alunni, cercano di aiutarli e motivarli, in qualsiasi situazione, sono sempre disponibili per chiarimenti, dubbi, incomprensioni e danno consigli su come migliorare nella loro materia. . Sole si trova davvero bene da questo punto di vista, anche perché non era per niente abituata a tutto ciò, nella sua scuola precedente questo non accadeva. Spesso se l’è dovuta cavare da sola.

Felice come non mai per quel voto che non si aspettava, decide di andare a ringraziare Ashley. 

«Ash, scusami se ti disturbo.. volevo ringraziarti ancora una volta per l’aiuto, ho preso B+» la raggiunge Sole a ricreazione. 

Lei annuisce e le fa un sorriso poco socievole. 

Mary Kate che non accetta e non tollera questo comportamento nei suoi confronti sta per intervenire e dirgliene quattro, ma Sole la ferma per un braccio prima che possa dire qualcosa di cui pentirsi e passare dalla parte del torto. 

«Ci vediamo agli allenamenti» le dice ancora Sole, allontanandosi poco dopo, incurante della sua indifferenza, lei la sua parte l’ha fatta. 

Ora per giunta ha anche Juliet dalla sua parte, dopo quella sera che hanno passato insieme in camera a chiacchierare e mangiare insieme, hanno trovato molto cose in comune e ora sono diventate buone amiche e compagne di stanza. Insieme condividono la passione per le serie tv e Sole non le sembra vero di aver trovata un’altra appassionata, le sembrava impossibile. Juliet non conosceva però il suo Matt Bomer e Sole allora le ha fatto vedere su netflix “White collar”, facendola completamente appassionare. Ma infondo è impossibile non innamorarsi di lui e di quella serie. 

Tutte le sere o quasi, le passano incollate a White collar, Sole se lo riguarda per la millesima volta, ma non si stancherebbe mai; con pop corn, schifezze varie e coca - cola. 

Juliet che ha visto la scena da lontano, si avvicina a Sole mettendole una mano sulla spalla. 

«Sole, hai fatto la tua parte, lasciala in pace. In squadra ti adoriamo tutte.» la rassicura dolce.

«Se si andrà allo scontro, sai che io mi schiererò dalla tua parte.» le dice ancora per infonderle coraggio. 

«Spero che non si arrivi a tanto, piuttosto lascio la squadra e torno in Italia» ribatte Sole, non vuole di certo rovinare l’armonia della squadra. 

«Non ci pensare nemmeno.» le dice ancora Juliet. È stata fredda e distaccata all’inizio, come ha detto a Sole si fida poco e tende sempre a isolarsi, ma in poco tempo si è affezionata a quella ragazza sempre con una parola gentile per tutti, pronta a farsi da parte pur di fare piacere agli alti, con cui condivide passioni che vanno a di là del calcio e che soprattutto non vuole metterle il bastone tra le ruote per quanto riguarda il suo futuro, non è una ragazza invidiosa, come purtroppo ne ha conosciute, ed è anche per questo motivo che si fida poco. Al solo pensiero che Sole possa lasciare la squadra si sente male, è l’unica amica che abbia mai avuto da quando è a Boston. Insieme a Maria Sole si sente se stessa, senza il bisogno di nascondersi niente una maschera per la paura di essere giudicata, presa in giro. Maria sole è come la si vede, pura e semplice. Le piace girare in jeans e maglietta, è contenta della divisa scolastica perché così non deve stare troppo a pensare a cosa mettersi la mattina, è una ragazza attaccata ai valori forti, come la famiglia, è sensibile, pronta ad ascoltarti e aiutarti in qualsiasi difficoltà. Si sente fortunata ad averla incontrata, insieme poi si fanno anche tante risate. È bello condividere la camera con lei. 

E insieme si recano agli allenamenti, seguite da Mary Kate, che si è presa una cotta per un ragazzo della squadra maschile e lo vuole avvicinare. Kate non è di certo il tipo di persona che si lascia intimorire da un ragazzo, ed è anche il motivo per cui ha diversi corteggiatori, lei è spontanea, simpatica, sempre pronta a parlare e condividere con tutti una parola. Ha già avuto parecchia esperienza con i ragazzi, tutto al contrario di Sole, la quale invece è una vera imbranata, lo si vede con Nick, davanti al quale arrossisce sempre, anche se riesce per sua fortuna a parlarci con naturalezza. 

Quel giorno stesso Kate chiederà a William di uscire. Vedremo se nascerà una nuova coppia o meno, pensa Sole salutandola e augurandole in bocca a lupo, la quale a sua volta lo augura a lei per Ashley. Sole ride e le manda un bacio, la sua vita a Boston da quando conosce Mary Kate è senza dubbio più bella, anche se il merito è anche di Nick e Juliet. Si trova bene con entrambi. Con Nick sente di non provare solo amicizia, nonostante per il momento voglia mantenere un certo di stacco, ha paura a impegnarsi con lui, ha paura di iniziare nuove relazioni da quando è morto suo fratello Tommy, non ama affezionarsi troppo alle persone perché poi teme di perderle, ma inevitabilmente finisce sempre per affezionarsi, è più forte di lei. Con Juliet è diverso invece, in un primo momento si sono tenute lontane, parlando solo di calcio, di compiti, ora invece stanno cercando di andare oltre e conoscersi meglio, condividendo molto di più che la passione per il pallone. 

Durante l’allenamento Sole si impegna molto, è motivata, carica e ha voglia di giocare, si vede. Quando è in campo esce la sua vera essenza, la sua forza, ogni emozione che prova a e sente. È nel suo mondo, è a casa.

«Sole...inizia tu.» a fine allenamento, si riuniscono per parlare come al loro solito, Luke vuole e pretende che si condividano i problemi con la squadra e quindi finiti gli esercizi, si riuniscono in cerchio per parlare. 

Sole sentendo che sarà la prima arrossisce, non è la sua specialità parlare in pubblico, anche se sono tutte persone che ormai conosce, ma forse non sarà mai semplice per lei farlo. A volte si stupisce di come preferisce correre dietro a un pallone, che parlare, preferisce uno stadio pieno di gente a una platea piena di gente. 

«Volevo ringraziare Juliet, Chloe e Camilla, per la bella partita svolta oggi in allenamento, per avermi coinvolta e per avermi fatto sentire parte della squadra. Poi volevo dire a Ashley che mi dispiace se non andiamo d’accordo, ma che mi impegnerò affinché possa fidarsi di me. Per finire volevo condividere con tutte voi, il fatto che sono riuscita a prendere B+ in letteratura e mi impegnerò, per mantenere questa media e fare ancora meglio.» dice con un coraggio che non credeva di possedere, forse è questo che Luke ha visto in lei. 

Luke le sorride e le schiaccia l’occhio, non sa bene se è per quello che ha detto, se è per il voto o tutte e due le cose insieme, fatto sta che ricambia felice quel sorriso. 

«Io voglio dire a Sole che sono felice che fa parte della squadra e che sarà di grande aiuto per vincere il campionato, hai tecnica, passione e determinazione.» si rivolge a Sole, Camilla, sorprendendola tanto e facendola quasi commuovere. Ciò che ha detto trova il sostegno anche delle altre ragazze e questo riempie il suo cuore di orgoglio, molto più di un gol. Loro le vogliono bene, non la pensano come Ashley, la vogliono nella squadra. 

Le ringrazia commossa e felice allo stesso tempo, mentre Camilla, che è molto espansiva l’abbraccia, scombinandole i capelli poco dopo. 

Quando è il turno di Ashley si nota subito che non è molto contenta di come si sono svolte le cose, sperava che Sole non fosse così amata, ma a quanto pare ha conquistato la sua squadra, senza che lei se ne accorgesse. 

«A quanto pare sono l’unica che ancora non si è abituata a Sole, non so nemmeno io perché non la sopporto, o forse temo semplicemente che mi tolga ciò che ho conquistato con voi, la vedo come una rivale e ciò mi porta a comportarmi così... ma visto che tutti avete visto in lei qualcosa che io non riesco a vedere, a parte le sue qualità come giocatrice, non le metto in dubbio, mi impegnerò per comportami meglio, iniziando con lo scusami per averla ignorata oggi quando mi è venuta a dire del suo voto. Bravissima Sole per il tuo B+, ma infondo hai avuto me come insegnante, se vuoi possiamo continuare a studiare insieme.» dice sforzandosi oltre il limite, sorprendendo tutti. È difficile che Ashley si metta a nudo in questo modo, in realtà nonostante sia tra le ragazze più popolari della scuola, è molto riservata e difficilmente parla di sè, sono gli altri che parlano di lei, che mettono in giro voci, ma non tutte sono fondante. Sole sa veramente poco della sua vita, vorrebbe conoscerla meglio, perché gli hanno detto che infondo, dietro quella scorza da dura, si nasconde una persona fragile e lei vorrebbe diventare sua amica, o quanto meno membro della squadra. 

Sole la ringrazia per le sue parole e le sorride amichevole e Ashley ricambia, se pur non troppo amichevolmente come Sole, ma è già qualcosa, un inizio, non può pretendere subito da lei qualcosa di più. 

Luke è soddisfatto di come si sono svolte le cose, quindi decide di mettere proprio Sole in campo sabato per la partita.

«Bene, visto che volete imparare a socializzare, lo vedremo in campo, vediamo come ve la cavate a giocare insieme.» decreta infine, congedando  la riunione.

Sole una volta lavata e vestita, ha gli occhi che le brillano e il sorriso felice, finalmente le cose stanno girando nel verso giusto, ha preso un bel voto, sabato giocherà... non può accadere niente di brutto, niente di brutto. 

Prima di addormentarsi guarda la foto sua e di Tommy, che ha sul comodino e: “Fratellone guardami da lassù giocare ok?” e accarezza il suo viso allegro attraverso quella fotografia, scattata qualche settimana prima che lui morisse e incorniciata da Tommy per farla avere a Sole proprio quel fatidico giorno, il giorno del suo incidente mortale. Tommy è morto il giorno in cui Sole ha vinto la coppa di fine campionato con la sua precedente squadra, vinsero la coppa per il secondo anno consecutivo, mentre Tommy ha perso la vita. 

Quando Sole ha trovato la cornice nella camera da letto di suo fratello è scoppiata finalmente a piangere. L’ha trovata parecchi giorni dopo, non riusciva ad entrare in camera di suo fratello, non riusciva nemmeno a piangere, talmente forte e grande era il suo dolore, se ne stava semplicemente sul letto senza voler giocare a calcio, mangiare, non riusciva nemmeno a dormire, era diventata quasi una ameba, fino al giorno che suo padre avendo visto la foto sul letto del figlio, l’ha praticamente costretta ad alzarsi dal letto per portarla in camera di Tommy e mostrargliele il regalo, per farle avere una reazione, per farla reagire al suo dolore. Sole prese quella foto in mano, incorniciata del loro colori preferiti: azzurro e bianco e un biglietto: “Alla mia campionessa, che è il mio Sole, il mio unico raggio di sole.” giocando sempre con il fatto che si chiamasse proprio Sole. 

Da quel giorno non si è più separata da quella fotografia, ha ripreso a vivere, soprattutto grazie a suo padre, capendo che doveva farlo anche per lui, per il suo migliore amico, per il suo punto fermo, il suo universo, suo fratello. Oltre che per i suoi genitori che avevano già perso un figlio, non volevano di certo perdere anche lei. 

Si addormenta con quel ricordo doloroso, ma niente di brutto può accadere ancora, adesso sa che niente è impossibile e finché ha un cuore che batte e Tommy che la protegge da lassù, può affrontare ogni situazione. 

 

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Capitolo 7
*** La partita di pallone ***



 

CAPITOLO SETTE 

 

È sabato pomeriggio, Sole si è svegliata prima del solito per correre, è nervosa e così scarica la tensione, ma non solo correre prima di una partita le porta fortuna, è sempre stata una persona scaramantica e i rituali che faceva pre partita non possono mancare proprio adesso che sta per giocare la sua prima partita con le Eagles. Non può sbagliare, deve dimostrare quello che vale. 

Torna al dormitorio giusto in tempo per farsi una doccia e infilarsi la divisa, prima di andare a fare colazione con il resto della squadra. Nonostante la corsa l’agitazione non è passata, anzi... se è possibile ora lo è anche di più, mangia i suoi pancake solo perché deve farlo per prendere energia, ma ha lo stomaco completamente chiuso, ciò le succede solo quando è nervosa, come in questo caso, o quando sta male seriamente.

Arrivate in campo, questo sabato giocano loro in casa, si motivano con l’inno e urlano come al loro solito fare “Noi siamo le Eagles e insieme vinceremo” con le mani tutte una sopra all’altra. 

«Forza Sole, voglio almeno la doppietta oggi da te» è Nick ad arrivare alle sue spalle, nel momento in cui ha finito di legarsi i capelli in una cosa di cavallo, talmente presa ad auto motivarsi che non l’ha sentito arrivare. Sussulta dallo spavento ma poi gli sorride felice di vederlo, per colpa della studio e degli allenamenti, si sono visti veramente poco di recente.

«Ehi Danes, non mi fare gli agguati alle spalle o altro che doppietta qua, muoio prima di entrare in campo di infarto» lo punzecchia lei ridendo di gusto. Gli è mancato prenderlo in giro e se ne rende conto solo adesso. A quel pensiero arrossisce lievemente, sperando subito dopo che lui non si accorga del suo improvviso rossore.

«Ma era quello lo scopo: spaventarti, sennò che gusto c’è?» ribatte lui con lo stesso tono di voce divertito. È arrossita nuovamente, l’ha notato subito, è sempre attento a ciò che fa e le piace soprattutto quando le sue guance si colorano di rosso dall’imbarazzo o dall’emozione, si vede in quel gesto la sua semplicità, la sua purezza d’animo, caratteristiche che lo stanno a poco, a poco facendo innamorare di lei. 

La ragazza sta per replicare nuovamente, ma viene interrotta da Luke che riporta la concentrazione nello spogliatoio, dando direttive sullo schema di gioco. Giocheranno con il 4-3-3-1, con Sole come unica punta e per la prima volta. Luke che glielo ricorda, fa sussultare nuovamente il suo cuore dall’agitazione. 

Scendono in campo per prime, essendo le padrone di casa, con l’inno che le accoglie e i ragazzi della scuola tutti in piedi a incitarle. 

Poco prima di entrare Nick le ha sussurrato piano: “non scherzavo prima, doppietta bomber” schiacciandole l’occhio e Sole gli ha fatto segno di “ok” con le dita e ridendo. 

Si sente meno nervosa adesso che ha rivisto Nick, che lui le ha trasmesso fiducia ed entusiasmo, credendo in lei e nelle sue capacità. Lui riesce sempre a farle sentire bene. Ma il cuore in gola, l’ansia non sono ancora passate.

È una partita difficile, le avversarie sono forti, hanno una squadra di ragazze in gamba e determinate, che non si fanno mai trovare in preparate in difesa, tanto che il primo tempo finisce sullo 0 a 0, nonostante le diverse occasioni avute dalle Eagles per portarsi in vantaggio. Sole è agitata e si vede, nonostante si stia impegnando per segnare, ha avuto anche delle occasioni buone, che ahimè non sono andate a buon fine: in una ha preso la traversa e due sono state parate dal portiere, la quale non si distrae mai.

Luke, a fine primo tempo negli spogliatoi, motiva la squadra a fare come stanno facendo, perché nonostante il punteggio verta ancora sullo 0 a 0, ci sono i presupposti per portarsi a casa la partita. 

«Esatto, forza Eagles. Sole stai andando alla grande, fai questo gol» le dice Ashley, rivolgendole per la prima volta un sorriso sincero, di incoraggiamento. 

E Nick, il quale ha chiamato tramite Skype i genitori di Sole, poco prima che ricominci il secondo tempo, dà il suo tablet alla ragazza per farle sentire cosa la sua famiglia ha da dirle. È riuscito a procurarsi la sua password di Skype grazie a Juliet, la quale l’ha chiesta a Mary Kate e lei ha indagato senza creare sospetti in Sole, in realtà avendo imparato a conoscerla doveva immaginarselo quale potesse essere: Pulce17. Scontatissima, ma Mary Kate sa che infondo Sole è semplicemente così come la si vede, non ha timore di cadere nel banale, se una cosa le piace la porta fino infondo. 

Sole e talmente felice di sentire i suoi, che non si chiede come Nick abbia fatto a entrare nel suo account, trova solo che sia una meravigliosa sorpresa. 

«Amore di papà, sei il nostro raggio di sole, il nostro unico raggio di sole, fai vedere a tutti come sei in grado di splendere» le dice suo padre dolce, infondendole coraggio. Le lacrime rigano il volto di Sole, ha usato le parole di suo fratello Tommy, non poteva usare parole più belle di queste per trasmettergli la sua vicinanza. Loro ci sono sempre stati e glielo stanno dimostrando ancora una volta.

«Sei la nostra campionessa» fa eco sua mamma, accanto al padre. Hanno addosso la maglietta della sua nuova squadra, che Sole ha mandato loro. Ride, si commuove un po’  e manda loro un bacio, è ora di tornare in campo.

Questo secondo tempo si svolge totalmente in modo differente. Sole non ha più paura di sbagliare, è ancora più determinata. Dopo nemmeno 5 minuti dal calcio d’inizio del secondo tempo, Juliet prende la palla al centro campo, la passa a Alexia, che con un tocco deciso la passa ad Ashley che è posizionata sulla sua fascia preferita, quella sinistra, si smarca due avversari, arriva in aria di rigore, superando due della difesa avversaria, è una performance da oscar, ma è quasi impossibile segnare da quella posizione, potrebbe farlo a dire il vero, ma vede Sole e crossa verso di lei, la quale nel frattempo è scattata in avanti nel momento adatto per non rischiare di essere in fuori gioco, insaccandola in rete di testa.

Si alza da terra, con là lacrime agli occhi e istintivamente va ad abbracciare la sua compagna di squadra Ashley, la quale l’abbraccia a sua volta. Ricevendo poi l’abbraccio di tutte le altre. 

Nick in panchina esulta felice e la guarda soddisfatto, facendole segno che ora vuole il secondo gol, è orgoglioso di lei, come lo è Luke, il quale si unito alla squadra per esultare. 

Sole prima di tornare in posizione, guarda al cielo e con le dita forma una “T”. La T di Tommy. 

La partita nonostante il gol di vantaggio è sofferta, cercando in tutti i modi di mantenere il punto di vantaggio, aiutando in difesa, Sole si fa in quattro correndo da una parte all’altra del campo per aiutare la squadra, a pochi minuti dalla fine è sfinita, ma non si arrende. Da centro campo acquista palla e corre in direzione della porta avversaria con la palla sempre ai piedi, riesce a smarcarsi tutti, nel momento in cui arriva davanti alla difesa, trova Ashley in suo aiuto, gliela passa rapida, per ingannare le giocatrici avversarie, che si aspettavano che lei tirasse, Ashley gliela ripassa nuovamente, non riuscendo a superare una delle ragazze avversarie, che è intervenuta in aiuto della sua squadra, la palla passa sotto alle sue gambe e Sole con un tiro potente, la mette in rete. 

Due a zero. Due a zero. Poco dopo l’arbitro fischia la fine della partita. L’Eagles vincono. 

Tutta la squadra corre ad abbracciare Sole, la quale a sua volta abbraccia Ashley, si è comportata da vero capitano oggi in campo, poteva segnare lei se avesse voluto il primo gol, ma ha voluto far segnare Sole per farla sbloccare. Sole non si aspettava un gesto del genere da lei, ha messa da parte la sua reticenza per una volta, per il bene della squadra. 

Decidono di andare a festeggiare la vittoria tutte quanti insieme, ora sono prime in classifica a tre punti di distanza dalla seconda, questa vittoria era importante anche per questo, per raggiungere solitarie il primo posto. 

«Grazie Ash.» le dice Sole quando sono rimaste solo loro due nello spogliatoio. 

«Dovere, un vero capitano si comporta così no?» le dice non dandole molta soddisfazione, come al suo solito. 

Lei annuisce e le sorride, forse a poco a poco potranno imparare a considerarsi quasi amiche, o quanto meno compagne di squadra.

La cena prosegue bene, sono venuti anche i ragazzi della squadra maschile, i quali sono felicissimi della vittoria delle ragazze. Le due squadre sono molto unite e non si perdono una partita reciprocamente. Il giorno seguente è il turno dei ragazzi di giocare e la squadra femminile sarà presente. 

A fine cena, Sole e Nick si ritrovano soli, affacciata al balcone del locale dove sono andati per mangiare, è una serata bellissima, fredda ma bellissima, piena di stelle e la luna splende in cielo, più del solito. Sole lo prende come un segnale di suo fratello, le piace quanto meno immaginare che sia così. 

È assorta nei suoi pensieri da talmente tanto tempo, che quasi si era dimenticata di avere Nick al suo fianco. Lui le ha sfiorato la mano con delicatezza e Sole ha avuto un sussulto, fin troppo evidente. 

«Scusa» le dice lui dolce, cercando di interpretare i suoi pensieri, oggi dopo i due gol l’ha vista alzare gli occhi al cielo e fare il segno della “T” è curioso di capire a chi avesse dedicato il gol, ma ha anche paura a chiederglielo, la conosce abbastanza da sapere che se non gli ha detto nulla, non ne vuole parlare. Sono amici e si sono confidati tante cose in quei mesi, ma ha capito che ci sono ancora cose del suo passato che non è in grado di affrontare, tanto meno di parlarne e lui la capisce e vuole rispettare i suoi tempi, sa che quando si sentirà pronta sarà lei a raccontargli tutto. 

«No scusa tu... oggi talmente ero presa dall’euforia dei gol, che non ti ho nemmeno ringraziato per aver chiamato i miei, avevo bisogno di sentirli.» si rende conto di non avergli detto grazie e ora si sente un po’ egoista. 

«I tuoi gol sono il grazie» gli dice lui, ancora una volta con tono dolce e premuroso. 

«Ma ora che ci penso... come hai fatto per scoprire la mia password?» finalmente ragiona attentamente sulle sue parole e gli sorge il dubbio. 

«Mia piccola pulce 17, sei così scontata. Pulce per Messi e 17 il tuo numero di maglia, è stato più facile del previsto» prendendola in giro, ma intanto la guarda negli occhi, i quali lo guardano a sua volta in modo divertito, sta cercando di mantenersi seria e fingere di essere offesa per ciò che lui le ha appena detto, ma non ci riesce, poco dopo scoppia a ridere e si ritrova ancora più vicina al ragazzo. 

Si guardano ancora una volta negli occhi, ora più intensamente, il momento del divertimento è finito, lasciando spazio a una nuova atmosfera, più dolce e romantica, è un momento bellissimo, sono solo loro due, la luna illumina i loro volti, i loro respiri si fanno sempre più irregolari, mentre lentamente si avvicinando l’uno all’altra, attirati come due calamite, come due pezzi del puzzle che finalmente hanno trovato il modo per combaciare, se pur lo sapevano da tempo che erano destinati a unirsi. 

È Nick a colmare la poca distanza che li divide, baciando Sole. Lei se per un attimo rimane spiazzata da quel gesto, lentamente si lascia andare, desiderosa quanto lui di quel contatto. 

Il loro primo bacio è dolce e passionale allo stesso tempo, uno di quei primi baci che toglie il respiro. Uno di quei primi baci dai quali non ci si vorrebbe mai separare, da quale ci si allontana solo per la necessità di respirare. 

«Nick...» prova a dire Sole una volta che hanno recuperato il fiato sufficiente per parlare, la lucidità adatta per poter formulare una frase di senso compiuto. Non sa come interpretare quel momento tra loro, come comportarsi adesso che finalmente ci è stato questo primo bacio, che lei sicuramente desiderava da parecchio tempo, nonostante non l’avrebbe mai ammesso nemmeno a se stessa. 

«No Sole aspetta... vorrei dirti che tu mi piaci e che non faccio altro che pensare a te. So che è difficile crederlo, detto da uno che ha la nomina da latin lover, ma è così. È vero che ho anche detto che mi andava bene esserti solo amico, ma non è così... io se tu sei d’accordo, vorrei provare a essere qualcosa di più di questo. Maria Sole Contini, vuoi essere la mia fidanzata?» le dice infine prendendole la mano, ci manca poco che si metta in ginocchio. 

Alla ragazza manca il respiro davanti a quella dichiarazione, tanto che risponde baciandolo nuovamente, non esiste modo migliore di questo per fargli capire che è sì, assolutamente sì. Le loro lingue si cercano nuovamente, ora meno timide e insicure, muovendosi come se si conoscessero da sempre. Sole accarezza i suoi capelli morbidi e profumati, Nick l’afferra per la vita, stringendola forte a sè, mentre scorre con le dita sopra alla sua giacca; Sole non può avvertire il calore della sua mano, ma ha ugualmente i brividi lungo alla schiena, è una sensazione che non aveva mai provato prima. 

È la fidanzata di Nick Danes, lei che non voleva innamorarsi, lei che sosteneva di non provare nulla oltre che amicizia, non ha esitato un attimo a fargli capire che prova qualcosa per lui, che gli è sempre piaciuto, ma non è male a volte lasciarsi guidare solo dalle proprie emozioni invece di razionalizzare tutto per paura di soffrire, non si è pentita di aver seguito per una volta il suo cuore, vuole semplicemente godersi quel momento, infondo è proprio quello che gli direbbe suo fratello Tommy, di godersi il momento e non pensare alle conseguenze, se son rose fioriranno. Ora è semplicemente felice così. È la fidanzata di Nicholas Danes.

Mano nella mano si recano nuovamente dentro al ristorante, dopo aver dedicato altri pochi istanti solo per loro e per il loro amore appena nato. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice: Nella foto a inizio capitolo vi presento Nick, fatemi sapere se è così che ve lo immaginavate. Inoltre la foto del simbolo della Lazio, è stata riadatta da me per poter creare il simbolo della squadra di Maria Sole. Grazie a tutti quelli che seguono la mia storia. 

 

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Capitolo 8
*** Lontananze e litigi ***




CAPITOLO OTTO

 

Dal giorno della prima partita di Maria Sole, ormai è parte integrante della formazione ufficiale a ogni partita, Luke ritiene che lei e Ashley siano una vera e propria “macchina da gol” nel giro di un mese, Sole e Ashley sono riuscite a segnare la bellezza di 10 gol a testa. In una partita Sole ha fatto poker di gol, ovvero quattro gol.

Ormai è una vera e propria bomber, la scuola la considera come tale e da che era quella nuova, “l’italiana”, a che in poco tempo si è guadagnata il rispetto e la stima di tutti. La popolarità comporta anche il stare troppo al centro dell’attenzione e a Maria Sole non piace dover sentire parlare di lei, anche se per complimentarsi o elogiarla, ma il fare bene comporta anche questo. 

I suoi voti a scuola poi sono nettamente migliorati, grazie a Mary Kate è migliorata anche in fisica, arrivando a prendere una B. È l’unica B a fronte di tutte A, ma lei che era abituata a prendere solo 3, quando era alla sua scuola italiana, è un traguardo grandissimo. 

Sente le sue vecchie amiche, raccontando loro il successo con la squadra e quello scolastico e si sente orgogliosa di ciò che sta realizzando. Non è mai stata così felice in tutta la sua vita. 

Con Nick poi va alla grande, passano insieme tutto il loro tempo libero e Sole si rende conto di non è essere mai stata così innamorata, perché ormai è chiaro, è pazzamente innamorata di Nicholas Danes, anche se a lui ancora non l’ha detto. 

Quel giorno, come al solito, si vedono per correre insieme, Sole lo costringe ancora a svegliarsi presto per correre.

Nick come ogni mattina non è per niente puntuale. 

Tanto che Sole già si è fatta un giro del parco e a volte anche più di uno. 

Quella mattina però è in ritardo più del solito, quindi Sole decide di allenarsi da sola, anche perché non rinuncerebbe mai alla sua corsa mattutina. Quando ritorna davanti al campus lo trova con le braccia sui fianchi, appoggiato ad un albero, bello come non mai, con il suo sorriso furbo e lo sguardo dolce, quello sguardo che dedica solo a Sole. Alla sua solo Sole, come la chiama ancora. Nonostante ormai facciano coppia fissa, continuano entrambi a prendersi in giro e scherzare insieme. Come due migliori amici. Il loro è un rapporto molto speciale ed è strano per Sole fidarsi così ciecamente di qualcuno, ma con Nick si sente se stessa, non teme di sbagliare, di sentirsi inadeguata e fuori posto, con lui è proprio solo Sole, in tutto e per tutto. 

«Alla buon’ora Danes» dice fingendosi arrabbiata. 

«Sei troppo mattiniera cara la mia solo Sole, però mi sono fatto perdonare così.» mostrandole un cestino con dentro la colazione. Pancake e cioccolata calda, come piace a lei. 

«Salvato in corner» gli sussurra avvicinandosi alle sue labbra e stampargli il bacio del buongiorno. 

Si siedono a fare colazione insieme, scambiandosi qualche bacio al gusto di sciroppo d’acero. 

Non accorgendosi di essere spiati dal fotografo della scuola, il quale non vedeva l’ora di trovare qualche nuovo gossip da mettere in prima pagina sul giornalino della scuola. Non che la loro relazione fosse segreta, perché non hanno mai stabilito che dovesse rimanere nascosta, ma non hanno nemmeno voluto mettere i manifesti, perché entrambi odiano dover dare conto e ragione della loro vita. Hanno svolto le loro giornate come sempre, ma ora non sarà più così. 

Loro ancora non lo sanno, ma ora parleranno tutti della storia d’amore tra il capitano della squadra maschile e là bomber di quella femminile, come la rivelazione del secolo, come se non avessero di meglio da fare che impicciarsi delle vite degli altri, alla High school Eagles è così, è sempre stato così, tanto che una rivista di moda è meno ricca di gossip del giornalino scolastico. 

In poco tempo tutta la scuola parla di loro due. Le ragazze guardano Sole tra l’ammirato e il rimprovero, per averli portato via il loro “idolo”. 

La prima ad avvicinarsi a lei è proprio Ashley, la quale si sente tradita per questo comportamento di Sole, per aver sostenuto che fossero solo amici, quando lei sapeva fin dall’inizio che tra i due c’era molto di più. Si sente tradita e ferita, iniziava a fidarsi e la mocciosa viziata, l’ha pugnalata alle spalle, ha pugnalato tutta la squadra alle spalle, facendo le cose di nascosto con Nick, magari proprio per portarselo dalla sua parte e avere popolarità a scuola. 

«Mi hai mentito Contini, avevi detto che tra te e Nick non c’era niente» le dice fermandola per il corridoio, è fuori di sé dalla rabbia, ma nonostante questo cerca di mantenere il tono di voce pacato, non è facile, ma non vuole fare scenate e farsi sentire da tutta la scuola e passare per quella che aggredisce Maria Sole, per quella esaltata. Non le piace stare al centro dell’attenzione, ma ha anche una certa reputazione da porta avanti lì dentro. 

«Era così, quando abbiamo avuto quella discussione io e lui non stavamo insieme. Ci siamo messi insieme dopo la prima partita che ho giocato» risponde prontamente Maria Sole, ecco perché odia i pettegolezzi con tutta se stessa, non riportano mai la verità. L’articolo che ha accuratamente letto, dice che probabilmente i due stanno insieme già da molto tempo, visto l’affiatamento che hanno dimostrato di avere fin dal primo momento e considerando anche il fatto Nick è stata la prima persona con cui ha fatto conoscenza Maria Sole giunta a Boston, sola e sperduta, mentre leggeva i libri per il nuovo anno scolastico in biblioteca. Si chiede come facciano a sapere tutte queste cose di lei, del suo primo incontro con Nick. 

«E quando avevi intenzione di comunicarlo alla squadra? Mi dispiace Maria Sole, ma hai sbagliato e pensare che iniziavo a fidarmi di te.» la rimprovera Ashley. 

«Juliet lo sa. Se non l’ho detto è perché non la ritenevo una cosa importante e perché non sono molto brava a parlare dei miei fatti personali, mi imbarazzo. Non pensavo che non dicendo di me e Nick violassi qualche regolamento» 

«La squadra si dice sempre tutto, è questa la regola e tu lo sai.» insiste Ashley, convinta di avere ragione lei. Già non le andava molto a genio quella ragazza nuova che si è insinuata in modo pericoloso nella sua squadra, ora aveva ragione a dubitare di lei, di non fidarsi. Sottoporrà la questione nel momento delle confidenze in cerchio davanti al mister. 

«Ash aspetta...» Sole prova a fermarla prima che vada via, ma lei fa finta di non ascoltarla e prosegue per la sua strada. 

A Sole viene da piangere, decide quindi di parlare con l’unica persona che può farla sentire bene in momento come questo, la sua migliore amica, Ludovica. 

Non riesce a capire come mai Ashley se la prenda così tanto, infondo lei non è interessata a Nick, non è il suo ragazzo, quindi veramente stavolta non trova davvero un motivo per aver scatenato la sua ira, o forse un motivo c’è, lei ha trovato semplicemente un pretesto per attaccarla, per ricordarle che lei in squadra è l’ultima arrivata, l’intrusa, che si è insinuata perché raccomandata e non grazie alle sue qualità. Siamo alle solite, pensa Sole tra il triste e lo arrabbiato, non ne può più di essere continuamente presa di mira da lei, anche quando non ha fatto nulla di sbagliato, sì forse doveva dire di lei e Nick, ma ancora non si sentiva pronta di rivelarlo, non è per niente brava a dire queste cose, a mala pena l’ha detto alla sua amica Ludovica. 

Avvia la videochiamata con lei su FaceTime e aspetta che risponda. 

Ludovica risponde dopo tanto tempo e lo fa anche in maniera scortese. Sole però fa finta di nulla e inizia a raccontarle la sua giornata movimentata e a sfogarsi con la sua amica. 

«sai Sole, io credo che Ashley abbia ragione. Il mondo non gira tutto intorno a te, alle volte dovresti considerare di più le altre persone... me compresa. Mi chiami solo per sfogarti, senza renderti conto di me, senza chiedermi come sto.» la rimprovera Ludovica, quasi senza finire di farla sfogare. Tanto che lascia Maria Sole completamente spiazzata da quelle accuse, in tutta la loro amicizia non si era mai rivolta a lei con quel tono, con quei modi di fare. 

«Lu perché mi stai dicendo ciò?» non riesce veramente a capire.

«Perché tutto da mesi ruota intorno a te: prima ti lamentavi perché dovevi ambientarti, poi perché non giocavi e i brutti voti, poi una volta per il tuo capitano che non ti considera, poi mi hai parlato di Nick e del vostro amore.... ma ti sei mai fermata a chiederti come mi sento io? Come procede la mia vita qui in Italia? No certo che no.» è triste, amareggiata, delusa. Non vorrebbe rivolgersi alla sua migliore amica con quel tono, ma ormai lei ha nuove amiche, una nuova vita e si sente messa da parte, trascurata e sola. Parlano solo della sua vita e lei è stufa. La sua vita è uno schifo e Maria Sole pensa solo alla sua di vita, ignorando lei, il come si sente. 

«Lu io... io non mi sono resa conto, scusa» le dice sul punto di piangere anche lei, Ludovica lo sta già facendo. 

«Non voglio le tue scuse Sole, voglio che tu mi dimostri di contare ancora qualcosa per te, mi basta che tu mi chiami anche per sentir parlare me... perché sai Sole da quando te ne sei andata è tutto uno schifo. Non solo mi manchi, ma Valerio mi ha lasciata e a scuola non riesco più a concentrarmi, figurati a studiare. Si, è accaduto tutto questo, ma tu non c’eri.» si sfoga, ma allo stesso tempo la rimprovera, perché lei non le ha mai chiesto come andasse con Valerio, se a scuola era tutto ok. Ha pensato solo a se stessa. Ora non le va più di essere la brava amica che ascolta e basta, senza potersi sfogare, senza sentirsi capita, compresa da quella che dovrebbe essere la sua migliore amica. 

«Lu.. mi dispiace per te e Valerio.» le dice dolce, ma ormai è troppo tardi. Le chiede se vuole parlarne, ma Ludovica le risponde con un secco no e chiude la conversazione poco dopo con la scusa di dover studiare, che in parte è vero, ma di solito si sarebbe presa una pausa per parlare con la sua amica, almeno quella che era la sua amica un tempo, questa nuova Sole non la riconosce più. 

Il volto di Sole ora è ricoperto dalla lacrime. Possibile che non si accorta di quanto stesse male la sua amica? Ma che razza di amica è una che si comporta così, che non si accorge di niente? Si domanda tra se e se, incolpandosi di ciò che non ha capito, compreso, incolpandosi di aver pensato solo a se stessa. Ha ragione Ludovica, è egoista, ha pensato solo a se, quando Lu non ha mai smesso di starle accanto e ascoltarla, nonostante i suoi momenti grigi. Ludovica c’è sempre stata, anche quando aveva smesso di mangiare e giocare dopo la morte di Tommy. Lei era lì, a farla ridere, a distrarla, a farla sentire protetta e amata. Ora, ora è la sua amica che ha bisogno di lei e non ci è stata, le ha voltato le spalle perché troppo concentrata sulla sua nuova vita. 

Piange lacrime amare, dolorose e liberatorie in un certo senso, perché finalmente capisce di star sbagliando tutto. Di quanto Ashley abbia ragione. Glielo dirà e chiederà scusa alla squadra per la sua mancanza. 

Proprio in quel momento rientra Juliet, la quale vedendo la sua compagna di stanza piangere subito si preoccupa e le va incontro, cercando di consolarla. Pensa che stia così per Nick. 

«Ho litigato con Ludovica, la mia migliore amica. Sento come se il mondo mi fosse crollato addosso.. È la sola che conosce la minima cosa su di me, ma nonostante ciò, mi vuole bene così come sono... conosce i mie lati oscuri, i miei errori, le mie mancanze e mi è sempre stata accanto e io... io non sono stata in grado di ascoltarla da quando sono qui.» si sfoga, come forse non ha mai fatto con la sua compagna di stanza e di squadra, oltre che amica. 

Juliet prova a consolarla come meglio crede, ma Sole si sente inconsolabile quel giorno, si rende conto che da quando è arrivata a Boston, sta sbagliando ogni cosa. A volte pensa che non sarebbe mai dovuta partire, sente la mancanza di casa sua, della sua vecchia squadra, dei suoi genitori, che non avrebbe mai voluto lasciare, visto che ancora soffrono la morte del loro primogenito e ora anche lei è lontana. È lontana dalla sua migliore amica e non riesce più a capirla, a comprenderla. Le manca Tommy, il quale saprebbe come consolarla, come farla sentire bene, sapeva sempre dargli il giusto consiglio per rimediare, saperla farla ridere come nessun altro. Si sente uno schifo. 

Così arriva in soccorso a Juliet, anche Mary Kate.

«Sole, la tua amica ha reagito così perché ha paura di perderti... qui ti stai rifacendo una vita e lei non si sente inclusa in questa nuova vita, ma chiarirete. Falle capire che anche se hai nuove amiche, una nuova squadra e vai in una scuola diversa, lei è sempre la cosa più importante. Anch’io ho dovuto affrontare una situazione simile con la mia amica a Ny, quando sono arrivata qui... Tu e lei avete un oceano in mezzo a dividervi, immagina quanto sia difficile per Ludovica ad averti così lontana. Lo è stato per me a poche ore.» le dice Kate con il cuore aperto, forse non è mai stata così seria. Ma poco dopo però torna a fare la buffona di corte come e suo solito fare: «e poi basta piangere, che diventi brutta, oltre che a litigare con Ludovica, se continui così anche Nick si accorge del pessimo affare che affatto a mettersi al tuo fianco. Sei una rompicoglioni come pochi, ma il povero ragazzo lo sa?» le dice l’amica per prenderla in giro, sa che così lei riderà e le risponderà per le rime. 

Forse Mary Kate assomiglia moltissimo a Tommy, come lui sa sempre trovare il modo per farla ridere, ed è per questo che hanno legato tanto. 

Sole infatti scoppia prima a ridere di gusto, ma poi fa la finta offesa, dandole una botta sul braccio. Il broncio però dura poco, perché l’abbraccia stringendola forte a se e facendo unire all’abbraccio anche Juliet. 

«e poi ciccina, com’è che dice quel calciatore che ti piace tanto.. aspè: “quando il mondo là fuori vuole buttarti a terra, conta su ciò che hai dentro per rialzare la testa”» le dice infine Kate. 

«Ciccina cara, quel giocatore di cui parli è Messi, bada a come parli» la rimprovera scherzosamente Sole, ogni volta non si ricorda mai il nome, non è molto esperta di calcio, a lei del calcio piacciono gli uomini in calzoncini, sudati e atletici, dello sport di per se non le interessa, va a vedere le partite solo per solidarietà alla scuola e ovviamente per guardare i ragazzi. 

«Va bè quello lì» la prende ancora in giro. 

«Non insultare la nostra pulce» interviene Juliet, la quale ha anche lei una propria fissazione con Messi, ma adora in ugual modo anche Cristiano Ronaldo, il giocatore del Real Madrid.  Non sa scegliere tra i due campioni. 

«Dimenticavo che siete due contro una» ride di gusto e guarda le due ragazze fingendosi spaventata dalla cosa, due ossessionate di calcio come amiche, non crede di sopportarle e fa subito presente la cosa alle due. 

«Zitta che mi adori» le dice di rimando Maria Sole. Kate fa segno di no, ma poi le manda un bacio. 

Non pensava di trovare nuove amiche arrivando a Boston, ma non pensava nemmeno che fosse così difficile tenersi la sua Ludovica accanto, la sua unica e vera amica. La cosa certa è che farà di tutto affinché le due sue nuove vite possano coincidere, deve solo pensare a come fare per farsi perdonare da Ludo, ma ha già forse in mente qualcosa. 

Ora deve affrontare un problema più imminente: Ashley. L’ira di Ashley. 

Il giorno dopo quello spiacevole giorno, completamente da dimenticare, tranne per la chiacchierata e gli scherzi con le sue amiche e la mattinata con Nick, è ancora sulla bocca di tutti. 

Gli allenamenti il giorno dopo non sono piacevoli come al solito. 

Al briefing post allenamenti, Ash subito sottopone alla squadra il problema del giorno: Maria Sole e Nick insieme e lei che ha taciuto la loro relazione. 

«Non ho taciuto la mia relazione... o meglio l’ho fatto perché sono una persona molto riservata per quanto riguarda la mia vita privata, non riesco a esternare i miei sentimenti e mi sembra ancora così strano anche per me. È accaduto dopo la prima partita che ho giocato, alla cena tutti insieme... prima di allora lui mi piaceva si, ma non pensavo che accadesse tutto ciò. Se la mia relazione con Nick crea problemi, metto la squadra prima di lui. Coach è un problema?» Si rivolge a lui. 

Ha paura, teme che lui gli dica che tra loro non ci può essere nulla, che deve per sempre chiudere con lui, almeno fino a quando farà parte di quella squadra. Per giunta è suo figlio, lei ha una relazione con il figlio del suo allenatore e solo ora se ne rende veramente conto, arrossisce a quel pensiero, ha appena ammesso di provare qualcosa per Nicholas davanti a suo padre, si questo è troppo per chiunque, figuriamoci per una riservata come Sole. 

Ma Luke la sorprende. 

«Sole qui nessuno ti chiede di rinunciare alla tua storia con Nick, anzi... però la prossima volta condividi con noi la tua gioia.» risponde alla sua domanda, non vuole essere di certo lui a rovinare la felicità di suo figlio e della sua allieva.

«Se la vostra storia non compromette le partite, per me potete continuare a stare insieme» continua. Poi a essere sincero lui sapeva della relazione tra suo figlio e Sole, gliel’ha detto lui, ma aspettava il momento che Sole si sentisse pronta per rivelarlo, ha imparato molto a conoscerla in quei mesi con loro, ha visto che è molto timida e riservata, non ha voluto forzarla, anche perché sa bene che se la si forza da lei si ottiene l’effetto contrario. È quello che non ha ancora imparato Ashley. Lei è semplicemente ancora arrabbiata che faccia parte della squadra, nonostante si stia sforzando di accettarla, ma ad ogni mancanza della ragazza, è un pretesto per attaccarla, per farla sentire fuori posto, per farle presente che deve guadagnarsi il posto in squadra ogni giorno. 

«Mister...» prova a protestare Ash, tanto che se ne va dal campo arrabbiata. Non sopporta il fatto che Sole la passi sempre liscia, che ogni volta sono sempre della loro parte. Si sente esclusa dalla sua squadra da quando è arrivata quella ragazza italiana, non lo sopporta. Vorrebbe che tutto tornasse a quando lei non c’era. Ha paura, tanta paura che tutto ciò che ha conquistato a causa sua, si rovini. Possibile che nessuno la vede come una nemica? Si domanda cambiandosi e tornando verso casa, la sua vita è già uno schifo, ci mancava pure quella Maria Sole ha rovinare anche le poche cose buone che possedeva. Sua nonna sta male, non si riprende e lei si sente morire al solo pensiero, i suoi genitori le mentono dicendo che si riprenderà, ma lei sa che non è così... le manca il suo ragazzo che è al college e sente che nessuno la capisca fino infondo... e ci si mette anche l’italiana a rovinare quel poco che ha di buono nella sua vita, per cui ha lottato. È stata raccomandata, è arrivata all’ultimo anno e sul giornalino della scuola è popolare come se fosse tra loro da sempre. Ashley vorrebbe solo qualcuno che la capisse, che le stesse accanto, con cui condividere il suo dolore, ciò che la fa stare male, sinceramente non ha mai avuto molte amiche con cui parlare e confidarsi, sicuramente per il suo carattere scontroso e burbero, sempre preciso, pronta a mettere in discussione qualsiasi cosa, tanto che nessuno le vuole stare accanto per troppo tempo. Ha sempre pensato alla sua carriera, a prendere bei voti e a rendere orgogliosa i suoi genitori, che a volte si sente così sola... poca amata. Il suo ragazzo è presente anche se lontano, ma sente così tanto la sua mancanza, che spesso avverte di non poter contare su di lui, soprattutto adesso che sua nonna sta così male e che potrebbe morire, lui è lontano e lei è sola, piange e non c’è nessuno che la consoli.

Invece Maria Sole ha così tanti amici che la circondano, ha Nick che ha conosciuto appena arrivata, ha Mary Kate e Juliet, la sua amica in Italia, in pochi mesi ha conquistato tutti, cosa che lei non è riuscita a fare dopo quattro anni. Ecco, ecco perché vorrebbe che sparisse per sempre dalla sua vita, la fa sentire una persona inutile, così tremendamente inutile e sola, lei rappresenta tutto ciò che ha sempre cercato di negare a se stessa, lei sembra dirle esattamente quello che è, che è sempre stata: sola e triste. Lei è sola e triste, ma non l’ha mai detto a nessuno. 

Maria Sole invece non riesce proprio a capire come poter conquistare la fiducia di Ash, fa di tutto per cercare di esserle amica, quanto meno farle capire che si può fidare e che lei non è una nemica, ma più si sforza e più riesce a rovinare tutto. Non riesce a entrare nel suo modo, a capire cosa la spinge a essere così arrabbiata, a trattarla in quel modo senza motivo alcuno. Forse semplicemente non riescono a capirsi, a venirsi incontro, si vedono come rivali è questo le porta inevitabilmente a scontrarsi per la minima cosa. 

Torna a casa demoralizzata più che mai, ma decidendo di sfruttare il momento per rendere almeno felice la sua migliore amica e così si mette a cercare i biglietti per farla venire in America e andare insieme nella grande mela, la loro New York, il sogno che hanno da sempre. Dovrà attingere al suo badget per il collage, ma lavorerà e li rimetterà quanto prima

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Capitolo 9
*** Gita nella grande mela ***


CAPITOLO NOVE 

 

Due settimane dopo è all’aeroporto ad attendere la sua amica. Andranno la domenica dopo la partita a Ny e torneranno il lunedì sera, salterà un giorno di scuola e di allenamenti, ma ne ha già parlato con il suo allenatore e le ha dato l’ok, ma solo per recuperare il suo rapporto con la sua migliore amica, considerando che ha visto Sole molto giù per questo loro litigio. 

Ludovica arriva grazie a un volo che i genitori di Sole le hanno pagato, hanno detto che se l’è meritato, ma ha accettato solo con la promessa che quando potrà restituirà loro quei soldi. 

«Ciao Lu» non appena la vede arrivare le corre incontro per abbracciarla e la stringe forte a sè, ha sentito così tanto la sua mancanza.

«Sole io..» la sua amica subito prova a dire qualcosa, ma Sole la interrompe. 

«No Lu.. non dire niente. Scusami, ultimamente ho dato per scontato te e la nostra amicizia, ho pensato solo a me stessa e ho rischiato di rovinare tutto, ma voglio rimediare e questi giorni sarà così. Sabato vieni a vedermi giocare, ma poi domenica e lunedì siamo tutto il giorno insieme... qui.» le mostra i due biglietti e Ludovica quasi si sente male dell’emozione. Sole non le ha detto niente in quei giorni, le ha solo mandato il biglietto per mail per raggiungerla a Boston e questo già l’ha resa immensamente felice, e ora... ora anche questo, andranno insieme a New York come si erano sempre promesse di fare, insieme, solo loro due. 

Tornano al campus per l’ora di cena, hanno girato per tutto il pomeriggio per la città, Sole ha mostrato alla sua amica dove vive adesso, ogni posto in cui è stata e di cui si è innamorata. Ogni posto della sua nuova casa, perché infondo ora considera Boston un po’ come casa sua. 

«Vorrei che tu, mamma e papà fosse qui... con voi sarebbe ancora più bello» ammette guardando negli occhi la sua amica. 

Ludovica la guarda a sua volta e le sorride, è così felice di essere al suo fianco, finalmente di nuovo insieme, che il loro litigio è passato in secondo piano, l’ha già perdonata, ma sa che dovranno chiarire. 

Ora è il momento di presentarla a Nick. Il quale l’aspetta al suo dormitorio, con la sua solita faccia strafottente ma dolce e il suo bellissimo sorriso. 

«amica mia.. non mi dire che quello è Nick» quando vede il ragazzo salutare Sole con la mano e un sorriso a trentadue denti. 

Sole annuisce semplicemente e Ludovica: «altro che quello sfigato del tuo ex. Lui si che è figo.» esclama senza nemmeno rendersi conto, non pensando minimamente che anche Nick possa sentirla.

Il ragazzo a quella affermazione non può che scoppiare a ridere di gusto, ma non aggiunge altro, ha imparato a conoscerla dai discorsi di Sole e poi anche se in modo vivace, gli ha appena fatto un complimento. 

Passano qualche ora insieme a lui, cenano insieme e si conoscono meglio mentre Sole studia, portandosi avanti tutti i compiti del week end, non può restare indietro proprio ora che ha finalmente bei voti. I suoi insegnanti non le permetterebbero più nulla. Alla High school Eagles se vuoi ottenere dei privilegi, come assentarti per questioni personali, giocare nelle varie squadre, devi avere dei bei voti o sei fuori. Sole non può permettersi di essere esclusa dalla squadra proprio ora. 

Ludovica se da prima ha cercato di capire cosa studiasse, dopo un po’ ci ha rinunciato, è bravissima con le lingue, farà questo nella sua vita, infatti vuole iscriversi alla facoltà di lingue e poi farà l’interprete, ma non è preparata ancora a tutto ciò e interi compiti in americano sono troppo anche per lei. Così si è messa a parlare con il ragazzo della sua migliore amica per conoscerlo meglio, per capire se oltre a essere molto figo, sia anche seriamente innamorato. Vuole metterlo in guardia sul fatto che se fa del male alla sua migliore amica, dovrà vedersela con lei, anche se vive a in Italia. 

E Nick lo è, lo è eccome. Si è innamorato di Sole come non gli era mai successo nella sua vita, lei è diversa da tutte le ragazze che ha conosciuto, è una di quelle che non è solo bella, perché ha due occhioni intensi e i capelli biondi, è bella dentro. Di una di quelle bellezze che ti stregano. È così sensibile, dolce, fragile, attenta al prossimo, ma è anche determinata, coraggiosa, pronta a combattere per quello che desidera, per i suoi sogni. È colta, piena di passioni e di voglia di vivere, nonostante la vita l’abbia già messa a dura prova. Gli ha raccontato qualcosa di suo fratello Tommy, non tutto perché lei non ama parlarne e lui non vuole forzarla, ma capisce perfettamente i suoi pensieri, cosa prova e cosa sente ed è uno dei motivo per cui l’ama così tanto. 

Il giorno dopo Sole fa visitare il collage a Ludovica prima della partita, le fa vedere le varie aule, i laboratori, l’intero campus. 

«Fammi capire... hai gli armadietti, la divisa, campi per fare sport, il laboratorio di fisica, il laboratorio del giornalino scolastico... tu sei in una serie tv, altro che in un campus scolastico.» le dice la sua amica, non immaginando che esistesse tutto ciò, tutto ciò che lei ha solo visto alla tv. 

«Il primo giorno mi sembrava anche a me di essere in una serie tv, a volte ancora oggi» ammette ridendo, le piace vedere Ludovica così felice ed entusiasta, se lo è lei, lo è inevitabilmente anche Maria Sole, è sempre stato così. 

Ludovica estasiata per una volta vuole fingere di essere anche lei una studentessa della High school Eagles e finge di essere in uno di quei film americani che tanto ama. 

 

 

La domenica arriva si ritrovano all’aeroporto di mattina presto a prendere un aereo interno per Ny, sono emozionantissime, visiteranno insieme la grande mela, passeranno un’intera giornata insieme, come non succedeva da tantissimo tempo. Non si ricordavano nemmeno quanto fosse bello passare del tempo solo loro due. 

Per tutto il viaggio parlano di cosa visiteranno, si sono fatte un piccolo programma della giornata, per non perdersi niente di ciò che amano, per godersi fino in fondo questa giornata meravigliosa, che non è detto che ricapiterà più. 

Non appena atterrano si prendono subito qualcosa da bere in un bar, Sole ha in mano una cioccolata calda, Ludovica ha voluto assaggiare il caffè americano. Vogliono vivere come in un film, per una volta dimenticare tutti i problemi, le cose serie della vita e comportarsi come due adolescenti in piena regola. 

«Ma come fanno gli americani a bere questa brodaglia?» chiede alla sua amica, girandosi verso di lei disgustata.

«Non lo so... io infatti da quando sono qui vado avanti a cioccolata calda.» dice di rimando, ha provato anche lei ad assaggiare il caffè americano, sotto suggerimento di Nick, ma l’ha sputato poco dopo, indigeribile. Non si capacita ancora come a lui piaccia così tanto, forse perché non ha ancora mai assaggiato il caffè italiano, le manca l’Italia per questo, le manca un buon caffè.

«La prossima volta che ti vengo a trovare ti porto caffè e moka»

«Oddio si, ti prego.» risponde Sole di rimando. 

Le due amiche con il loro bicchiere da asporto si mettono in cammino, devo visitare tante cose e non vogliono perdere tempo. 

Prima tappa l’empire state building, vogliono arrivare fino all’ultimo piano, il centodue. Oltre a essere uno dei maggiori simboli della città, è anche dove hanno girato una scena di white collar e le due grandi appassionate della serie, non possono perdersi un giro in quel luogo. 

«Immaginati Nick che ti fa qui la proposta di matrimonio, in stile Neal a Sara» le dice Ludovica una volta che sono arrivata sul piano più alto. 

«Preferisco che me la faccia Neal stesso» scherza Sole. Non le piace fare progetti per il futuro, non sa se può durare tra loro, non può certo dirlo ora, non sa cosa le riserverà il futuro e tanto meno lo vuole prevedere, Sole è del parere che se si progetta il futuro prima del tempo, questo poi viene rovinato e ha imparato che vivere giorno per giorno è la cosa migliore, ma sa che la sua amica scherza a sua volta, che la sua è solo una battuta per farla imbarazzare e per questo che non si fa trovare impreparata. 

«Guarda che lo dico a Nick eh» risponde a sua volta, conosce molto bene la sua amica, ma lei può permettersi di punzecchiarla in quel modo, hanno un rapporto meraviglioso e lei la conosce meglio di chiunque altro, come Sole conosce meglio di chiunque altro Ludovica, anche se ultimamente per colpa della distanza, si sono un po’ allontanate. Ma con questa gita stanno cercando di recuperare ogni secondo che hanno passato separate.

«Lo sa, ho fatto vedere white collar anche a lui e ha visto anche questa scena e gli ho espressamente detto che voglio una dichiarazione così, ovviamente da Neal» ammette arrossendo, non vuole fare progetti con Nick, non ne ha mai voluto fare, tanto meno adesso che si conoscono così poco. 

Dopo la visita all’empire, si fermano davanti alla statua della libertà, facendo parecchie foto, per poi andare a central park, passeggiando al suo interno rimanendo completamente incantate per la sua bellezza, la sua meravigliosa maestosità, non hanno mai visto niente di così meraviglioso in vita loro. Si guardano intorno con gli occhi che brillano, si sentono due bambine quando vengono portate al parco giochi dai genitori, entrambe solo in quel momento si rendono conto che sono nella loro città preferita, che da sempre hanno sognato di vedere è completamente da sole, si sentono così indipendenti, così adulte e con tanta voglia di vivere e godersi quei momenti. Immortalano tutto con il cellulare, oltre che nel loro cuore. Ludovica da grande appassionata di fotografia, si è portata dietro la sua immancabile Canon e scatta a non finire, può usare le foto per il concorso fotografico indetto dal suo corso di fotografia. 

«Central park per il mio concorso, potrebbe essere un’idea no?» Le chiede Ludovica e Sole le sorride felice, pensando subito che sia una bellissima idea, ha fatto delle foto meravigliose, ha sempre pensato che la sua amica avesse talento, le foto più belle che possiede gliel’ha scattate proprio Ludovica, lei riesce a tirare fuori il meglio dalle persone sono attraverso una fotografia, lei riesce a cogliere la sua vera essenza solo attraverso una foto, è sempre stata capace di farlo.

All’interno di Central Park vedono anche diversi campi da gioco, tra cui un campo di calcio e Maria Sole ne approfitta per fare due tiri in porta, le basta vedere un pallone per prenderlo e giocare. 

«Scusa non potevo resistere, giocare a Central Park a calcio... meraviglioso è poco»

«Mi sembra giusto! Tu ti sei prestata a fare le foto prima... ora tira la palla, fammi vedere quanto sei diventata forte, anche se ti ho visto giocare ieri, ma hai imparato con me ha tirare i calci di rigore» quando Tommy non poteva far allenare Maria Sole, ci pensava Ludovica o spesso giocavano a calcio a scuola  e Ludovica era puntualmente in porta, nonostante non fosse mai stata una grande appassionata di sport. 

Finiscono la giornata a Time Square, osservando negozi, facendo shopping per quello che è nelle loro possibilità, restano incantate davanti alla maestosità dei negozi, da quanti luci ci possano essere in una sola via. New York è tutta altamente maestosa, ogni cosa è così bella, che loro quasi rimpiangono di non essere nate americane. 

Tornano in albergo solo per l’ora di cena, per poi riuscire e girare nuovamente per New York buona night. Ludovica ne approfitta per fare altre foto per il suo concorso, Sole per gustarsi quel giorno lontano dalle responsabilità, dalla scuola, dalla squadra, lontano dalla sofferenza e dal dolore, che spesso le attanaglia il cuore, che la fa pensare costantemente a Tommy, ci ha pensato molto in questo magnifico giorno, lui c’era stato a Ny e le aveva detto che presto ci sarebbero tornati insieme, loro tre: lui, lei e Ludovica. Sono sempre stati inseparabili tutte e tre. Maria Sole e Ludovica si conoscono da quando sono bambine, sono cresciute insieme, sempre l’una accanto all’altra, a scuola, nello sport, di casa. Hanno affrontato davvero ogni cosa insieme, la prima sbucciatura di Sole che imparava a giocare a calcio, la prima fotografia venuta male di Ludovica, le sofferenze amorose, il primo bacio di entrambe, insieme hanno condiviso ogni cosa e Tommy era il loro confidente adulto, un fratello maggiore per entrambe, ha visto crescere Ludovica e l’ha sempre trattata come un’altra sorella. La morte di Tommy ha segnato molto anche lei. 

In tarda serata, perché si sono fermate a lungo a girare per locali, si recano in albergo e finalmente esauste, ma felici, si buttano sul letto e possono liberamente parlare della splendida giornata e di tutto ciò che voglio, è il momento della confidenza tra amiche. 

«Sole... scusami per come mi sono comportata con te, ero gelosa... ma io sono tanto orgogliosa di te. Non immagini quanto e sono felice di oggi.» le dice Ludovica, adesso può dirle tutto, tutto ciò che sente e ricucire a pieno con lei, odia litigare con la sua migliore amica. 

«Pace fatta Lulu, tu sei la persona che mi conosce meglio dopo i miei, senza di te non posso vivere» le risponde abbracciandola con affetto, non può proprio immaginare la sua vita senza Ludovica, è come una sorella per lei.

 Anzi lo è. 

«Ah... mi piace Nick» le dice poi Ludovica.

«Che vorresti dire eh? Mi devo preoccupare?» le ribatte Maria Sole con tono scherzoso, cerca di mantenersi seria, ma non ci riesce, poi la sua amica la conosce troppo bene. 

«Scema» risponde prontamente Ludovica

E in tutta risposta Sole le lancia un cuscino che è sul letto.

«Si vede che è innamorato di te, che ci tiene... è un bravo ragazzo e tu sei felice al suo fianco» le dice ancora prima di tirarle anche lei il cuscino. Il momento serio è finito, ora inizia la gara di cuscinate. 

Fino a che non si addormentano distrutte, felici ma insieme. 

 

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Capitolo 10
*** Come la spazzatura nel mare ***


CAPITOLO DIECI 

 

Qualche giorno dopo Ludo è dovuta ripartire, ha la scuola che l’aspetta.

Sole ora che lei se n’è andata si sente di nuovo così sola, così sperduta. Quei giorni con la sua amica del cuore sono stati così belli, spensierati, felici. Si era dimenticata quanto fosse bello passare del tempo insieme a lei... anzi, non se n’è dimenticata, ha solo riscoperto il piacere della sua compagnia. 

Non potrà tornare in Italia nemmeno per le vacanze di pasqua, ha parecchio da studiare e i suoi non possono raggiungerla come hanno fatto per quelle di Natale, perché hanno da lavorare, ma le hanno promesso che all’ultima di campionato ci saranno. Saranno lì per lei. 

«Non voglio che mi promettiate niente... se non potete ci vediamo poi in campeggio.» l’ultima volta che Tommy le ha promesso di esserci, è morto... non vuole fatte promesse. Non da loro. Non vuole perdere anche loro. Sole non capisce perché continuano a prometterle cose, a dirle “ci saremo” quando sanno bene che lei odia i progetti a lungo termine, non vuole che loro ci siano all’ultima di campionato, che affrontino il viaggio in aereo per vederla giocare, teme che accada qualcosa di brutto. 

«Sole...» suo padre sa bene il motivo per cui ha reagito in quel modo, è stato lui che ha dovuto proteggerla e farla tornare a vivere alla morte di Tommy, è stato lui che ha reagito nonostante il dolore per aver perso il figlio, per infonderlo a sua moglie e a sua figlia, se scrollava lui, sarebbero crollate anche loro e non poteva permetterlo. Piangeva di notte per far sì che loro lo vedessero pronto a riprendere in mano la vita durante il giorno, infondeva coraggio dicendo: “Tommy non vorrebbe questo, lui vuole vederci sorridere” ma era il primo che si chiudeva in garage a piangere per la sua mancanza. Nè uscito grazie a Sole, a sua moglie, che di conseguenza si facevano forza per non farlo rattristare ancora di più, per non distruggersi a vicenda. Sono sempre stati una famiglia unita, nel dolore sono riusciti a unirsi ancora di più, cosa che non è da tutti riuscire a fare, anzi... spesso il dolore porta a distruggere anche le famiglie più solide. Loro hanno passato tanti brutti momenti, hanno litigato, si sono presi a male parole, ma hanno cercato sempre di risolvere tutto insieme e alla fine ne sono usciti più forti.

Quindi lui sa, lui conosce sua figlia molto bene e percepisce il suo dolore e i suoi pensieri anche se lei non esprime chiaramente le sue paure. 

Ma Sole non lo lascia finire di parlare, chiude inventandosi un impegno improvviso. Non è da lei farlo, ma quella conversazione la fa stare male, troppo male, sa altrettanto bene che suo padre ha ragione, ma la paura, la sofferenza che non vuole più provare, la portano a non essere lucida, a chiudere le conversazioni scomode, ad allontanare le persone per non doverle perdere. 

È con Nick in camera sua e stanno studiando. Il ragazzo vedendo la sua reazione la guarda e cerca di capire.

«Che c’è? Non mi piacciono le promesse... tanto non si rispettano» dice con tono acido, rivolgendosi a Nick che la guarda senza capire e con l’intenzione di chiederle perché abbia reagito in quel modo, ma non lo fa. Sole che ormai lo conosce bene, lo precede.

«Non credo che i tuoi genitori non la rispettino»

«Non è questo... il punto è che loro lo faranno, si prenderanno ferie, verranno... io non voglio. Non voglio che lo facciano per me» risponde, quasi sul punto di piangere. Pensa a Tommy e quel maledetto giorno torna prepotente a occupare i suoi pensieri, ci prova, prova ogni volta a non pensarci, ma è impossibile. È nella sua mente, è ancora così nitido. 

Lei in campo, che alza lo sguardo verso gli spalti, i suoi che non ci sono, Tommy che non c’è.... il suo allenatore che poco dopo le va incontro con una faccia tetra, i genitori di Ludovica subito dietro, che le  dicono di andare con loro, che i suoi la verranno a prendere nelle prossime ore. È il quel momento che ha avvertito il mondo che le precipitava sotto i piedi, ha sentito la testa girare, le lacrime rigarle il viso, ha capito che fosse successo qualcosa a Tommy, al suo Tommy. Ha sussurrato il suo nome e a quel punto i genitori di Ludovica le hanno confessato la verità: “Tommy è morto, mi dispiace Sole” e lei con le lacrime che le bagnavano il viso, un dolore forte al centro del petto che si lasciata cadere a terra, perdendo i sensi. Si è risvegliata parecchie ore dopo, urlando “Tommaso” piangendo e trovandosi le braccia di suo padre che la stringevano forte.

«Non riesco a capire...» prova a dire Nick. 

Sole si distoglie dai suoi pensieri, avverte immediatamente la stessa sensazione, lo stesso dolore al petto, lo stesso capogiro. Respira profondamente e cerca di calmarsi, di far tornare il respiro regolare, come le ha insegnato la sua psicologa durante le sedute, per anni è stata in terapia per cercare di affrontare il suo dolore, per riuscire a controllarlo e smettere di sentirsi in colpa, ma non ci è mai riuscita. La reazione avuta quest’oggi con i suoi genitori è la prova. 

«Non mi va di parlarne, non adesso...» sono passati due anni, ma nonostante tutto Sole ancora non riesce a parlare dell’incidente, a parlare di Tommy con qualcuno, ogni volta scoppia a piangere e non vuole piangere, non vuole rattristare Nick con la tragedia della sua famiglia. 

«Non puoi tenerti tutto dentro Maria Sole» le dice lui di rimando, avendo capito che la situazione è più complicata di quello che immaginava. Sa di suo fratello Tommy, ma pensa di aver capito che altri dolori affliggono la ragazza, che il suo passato è più difficile di quello che lascia trapelare.

«Si che posso! Sei uno psicologo tu? No, non lo sei.» è arrabbiata, improvvisamente sente crescere dentro di sè l’irritazione, sente che lui la vuole mettere spalle al muro per sapere cosa le passi per la terra e lei non ha voglia di parlare, di sfogarsi, di raccontare di Tommy, possibile che nessuno intorno a lei capisca il dolore che prova al solo sentire il suo nome? Possibile che nessuno capisca, nemmeno i suoi genitori, che lei ancora si sente in colpa per come sono andate le cose, a volte si domanda cosa sarebbe successo se quel giorno suo fratello non si fosse messo in viaggio per arrivare a vederla giocare. Si chiede perché il destino, gli angeli o chi che sia si sono portati via proprio il suo unico punto fermo, si chiede perché non sia morta lei al suo posto, perché ora deve soffrire così tanto... perché ha paura di fidarsi, ha paura che i suoi prendano un aereo per venirla a trovare e perderli. Ha paura di affezionarsi e perdere tutte le persone  a cui tiene.

«Ho capito, sei nervosa, ma non allontanarmi» le dice lui capendo ciò che sta facendo, lo sta allontanando per paura, è come se lui avesse superato la linea di confine e ora Sole ha paura di accoglierlo oltre la linea, accoglierlo completamente nella sua vita. 

«Voglio restare sola» gli risponde a sua volta, senza aggiungere altro, senza guardarlo negli occhi. Vorrebbe dirgli cosa la fa stare male, ma allo stesso tempo teme che facendolo lui entrerá completamente nella sua vita, tra loro si istauri un legame talmente profondo da non poter più tornare indietro. Nella vita non c’è il stato rewind. Ha paura di innamorarsi pazzamente di lui, anche se in realtà già lo è. . Ed è la prima volta che sente di essere innamorata davvero, nemmeno del suo ex lo era così incondizionatamente e sinceramente, a lui “ti amo” non l’ha mai detto. Ma è pronta per dirlo a Nick, ma non lo fa.

Il suo ex é entrato nella sua vita poco dopo la morte di Tommy e Sole ora, ora che ha conosciuto Nick, sa che quello che provava per il suo ex era il bisogno di colmare il suo vuoto interiore, la sua sofferenza. Con Nicholas invece è diverso, sente che lui è l’altra parte del suo cuore, è il puzzle mancante del suo cuore, lui è quel pezzo di puzzle che completa la sua vita. 

Ma lei non è una persona semplice, lei non può innamorarsi come fanno tutti, lei vivrà sempre con la paura, con la paura della morte, ma non la sua, quella degli altri. 

Nick si limita ad annuire, vuole darle i suoi spazi, i suoi tempi, ma prima vuole che lei sappia ciò che prova: «Ti amo Sole, ti amo forse dal primo giorno in cui ti ho vista... sono pazzamente innamorato di te. Ci sono, sono qui per te se lo vuoi» le dice il ragazzo alzando il suo viso con un dito e asciugando le ultime lacrime che hanno bagnato il viso della sua meravigliosa fidanzata. È la prima volta che sente di provare qualcosa di forte, di speciale per qualcuno. Non è mai stato innamorato, ma ora può dire di esserlo ufficialmente di Maria Sole Contini. 

È anche la prima volta che hanno una discussione, che Sole lo saluta freddamente, che in un certo senso lo sta allontanando, ora che conosce i suoi sentimenti è anche più difficile. 

Lui le appena detto quelle cinque lettere che lei non è riuscita invece a pronunciare, nonostante siano così chiare nel suo cuore. Lo lascia uscire, lo lascia andare via, senza ripensamenti, ora è meglio così, ha bisogno di calmarsi prima. È impossibile però riuscire a calmarsi. Respira profondamente, ma è talmente nervosa per aver litigato per la prima volta con il suo fidanzato, per suo padre che sembra a volte dimenticarsi del dolore che ancora prova a pensare a suo fratello e che lui è morto proprio dopo averle fatto una promessa. 

Si dirige agli allenamenti con un senso di vuoto, con un dolore forte alla testa e la nausea, forse le sta arrivando anche il ciclo, a scombussolare ulteriormente il suo umore pessimo. 

Se di solito allenarsi e giocare a calcio la fanno sentire bene, stavolta non è così. Gioca malissimo, non è concentrata e il suo mal di testa che invece di attenuarsi diventa sempre più forte non aiuta di certo. Sbaglia i passaggi decisivi, non riesce nemmeno a dribblare le sue compagne di squadra. 

«Cosa ti prende Contini?» le chiede Ashley piuttosto seccata, vede che pensa si fatti suoi, che non è concentrata come dovrebbe essere, lei è la prima che non porta i suoi problemi in campo, deve farlo anche lei.

«Sto bene, gioca invece di rompere a me» le risponde acida, non sopporta che ogni volta deve rimproverarla, deve riprenderla e farle presente quanto detesti la sua presenza, è stufa, quel giorno é stufa di ogni cosa, non sopporta nulla, nemmeno il vento che le sfiora il viso e la sua coda fatta male che le fa finire i capelli davanti agli occhi. Vorrebbe solo essere lontano da tutti, da ogni cosa che la circondano e piangere, piangere e non smettere fino a che non ha più lacrime.

Prima che Ashley possa replicare e scatenare una vera rissa, Luke interviene e allontana Sole.

«Cosa ti succede Sole?» le chiede, non l’ha mai vista così sconvolta. 

«C’è che mi sono stufata di essere sempre accusa da lei, ogni volta mi attacca senza motivo e io ho già le mie cose a cui pensare, non posso dover stare dietro anche alle sue frustrazioni. Fatti una vita invece di stare sempre a pensare alla mia» se prima si è rivolta a Luke, l’ultima parte del suo discorso è rivolto verso la ragazza, la quale sentendo quelle parole di accusa, si irrigidisce, il suo volto diventa, se è possibile, ancora più rosso di rabbia. 

«Ma chi ti considera Contini, non sei così importante sai? Soprattutto tu sei l’ultimo dei miei problemi» risponde, cerca di mantenere un tono calmo, ma non crede di riuscirci ancora per molto, anche perché il suo volto dice esattamente il contrario, è sempre più furiosa.

«e tu non sei il mio. Non sei nessuno, ma da quando sono arrivata non fai che giudicarmi, non sapendo un cazzo di me. Fai una bella cosa: impara a ignorarmi.» le dice, il suo tono é tutt’altro che calmo, urla, tira fuori tutto il suo dolore, la sua sofferenza, il suo malessere. 

«Contini fuori dal campo» le dice poi Luke, interrompendo ancora una volta il loro battibecco.

Ha sentito troppo, non si aspettava che la ragazza potesse arrivare a tanto, potesse arrivare a dire tanto, non tollera quel comportamento nella sua squadra, si merita un giorno di esclusione, questo equivale a dire che non giocherà la prossima partita, nemmeno le prossime se non chiederà scusa.

A gran sorpresa di Sole, che è rimasta nello spogliatoio fino a fine allenamento, l’intera squadra è arrabbiata con lei, anche Juliet, la quale di solito é sempre stata dalla sua parte. 

Solo vedendo con quanta freddezza l’hanno salutata si rende conto di averne esagerato, di aver tirato fuori la sua rabbia con le persone sbagliate, prima con Nick, poi con la squadra.

Luke aspetta che anche l’ultima ragazza sia andata via per rivolgersi nuovamente verso Sole, il suo sguardo da dolce e comprensivo che è di solito, è duro.

«Non tollero questo linguaggio tra la mia squadra, io non so cosa ti succede oggi, perché sei così arrabbiata, sai che sono qui se vuoi parlare di ciò che ti fa soffrire, ma se ti azzardi ancora una volta a fare un’uscita come quella di oggi e sei fuori per sempre dalla squadra.»

Sole a quelle parole si sente morire, il suo cattivo umore aumenta ulteriormente, ma si limita ad annuire semplicemente. Deve controllare la sua rabbia, le sue emozioni, la sua sofferenza, perché così rischia di rovinare tutto quello che ha ottenuto con tanta fatica e sudore. Non può buttare tutto all’aria proprio ora i suoi sacrifici, il suo sogno di bambina. 

«Intanto sabato non giochi, non ti voglio nemmeno in panchina, quindi guarderai la partita dalla tribuna» continua Luke, è duro, ma solo con una punizione esemplare magari capisce i suoi errori, non vorrebbe essere duro con lei, conosce il suo passato, ma dovrebbe imparare a fidarsi degli altri, invece di tenersi tutto dentro ed esplodere quando non riesce più a tenersi il dolore, quando esso diventa troppo grande da saperlo gestire. Dovrebbe imparare a fidarsi, perché è anche da questa qualità che si giudica una giocatrice di pallone, dalla fiducia che ripone nella vita, oltre che dentro al campo, verso quella che è la sua squadra. Lei non è ancora in grado di farlo.

«Vatti a riposare ora» le ordina infine, Sole annuisce e con un debole “ciao”si allontanata, ha il muso lungo, il viso arrabbiato e sente di aver rovinato tutto. Se solo riuscisse a parlare di ciò che prova, forse sarebbe tutto più facile, ma non ci riesce, non ci riesce proprio. Quando suo padre le ha promesso di esserci, qualcosa è esploso in lei, quel dolore grande, che le ha fatto mancare l’aria, ha sentito una vocina dentro di sé che gli diceva che se avesse assecondato quella promessa avrebbe persone anche i suoi genitori. Si chiede se mai riuscirà a gestire questo sentimento di rabbia, di dolore che da due anni l’accompagna e la fa esplodere come un vulcano in eruzione, senza preavviso e facendo soffrire tutti quelli che le stanno intorno. Non andrà lontano però se non impara a controllarsi, a saper gestire la sua rabbia, ha creduto per un po’ che tutto stava finalmente procedendo nel verso giusto, ma la vita non è tutta rosa e fiori e lei lo sa bene, forse lo sa meglio di chiunque altro. Non ci si riprende mai totalmente da un lutto, si può far finta di stare bene, ma a volte basta una parola e ciò che si è represso torna prepotente a galla, come il mare che porta sempre a riva lo sporco, la spazzatura di chi non lo tratta con cura. Lei é come la spazzatura nel mare, non si sa prendere cura di se stessa e la spazzatura che tiene nel cuore, senza chiedere il permesso, sporca ogni cosa.

Rientra in camera, dopo aver camminato a lungo da sola, senza rispondere nemmeno alle telefonate di Nick che ha provato a chiamarla per tutto il pomeriggio. Non si è ancora calmata del tutto, è per questo che non ha voluto rispondere, quando è così è meglio che resti sola, per quel giorno poi ha già fatto troppi danni.

Juliet é con Mary Kate quando fa il suo ingresso in camera.

«Dimmi un po’ hai intenzione di farti espellere?» le dice Kate, cercando di farla ragionare, sa che Sole prende in considerazione il suo punto di vista, sa come prenderla, ed è per questo che il suo tono stavolta é duro, non sta giocando, non stavolta. Non le farà buttare la sua vita nel water, non le farà fare altre cavolate, a costo di starle dietro come un segugio.

Sole scuote la testa, ma evita di guardare negli occhi le sue due amiche, si siede semplicemente sul suo letto sfinita.

«perché sei hai intenzione di farti mandare via, se hai intenzione di rovinare tutto ciò che hai conquistato di buono fino adesso, sei sulla buona strada Maria Sole» è la prima volta che la chiama con il suo nome per esteso, solo a quel punto Sole alza lo sguardo verso di lei, è ferita, non è arrabbiata come si può presumere dalla sua voce, dal suo tono alto e serio, è ferita che è molto peggio.

Sole prova a replicare, ma Kate la interrompe nuovamente per parlare lei: «Sai credevo che fossi più intelligente, credevo che ti importasse del tuo sogno, che volessi migliorarti» 

«io... io lo voglio.» risponde quasi in un sussurro.

«E allora perché ti sei rivolta così ad Ashley, lei è irritante, lei è scontrosa con te e lo è sempre stata, ma tu non hai mai raccolto le sue provocazioni, non hai mai reagito con arroganza, esattamente con lei. La squadra si rispetta e tu Sole non ti fidi di noi e invece Ash se pur scontrosa e arrogante ci mette al primo posto.» ora é Juliet a parlare, a tirare fuori ciò che sente e prova. 

«Hai ragione, oggi ho esagerato... mi dispiace. Ho litigato con i miei e sono esplosa senza motivo» confessa, le parole di Juliet sono stata veramente pesanti e lei solo a quel punto si rende veramente conto di aver superato il limite.

«Non voglio la ragione! Siamo essere umani ed è normale avere dei momenti no, ma tu non ti fidi di noi, non ti fidi chi hai intorno... sappiamo che la morte di tuo fratello ti ha cambiata e che vai avanti ogni giorno con questo dolore, ma non puoi non parlare con chi ti vuole bene.» continua la sua compagna di stanza, vuole farla ragionare. Nemmeno lei si fida molto degli altri, ma non si è mai permessa di mancare di rispetto alle ragazze della squadra, tanto meno ad Ashley. Lei si fida di loro, sia in campo, sia fuori. É questo ciò che Luke ha sempre trasmesso loro, é per questo che fanno sempre il briefing per raccontarsi la loro giornata.

«Non riesco a parlare di me... non riuscivo a parlarne nemmeno con la psicologa con cui stavo in cura, figuriamoci.» ammette, ma sa che non cambierà le cose dopo quella confessione. Forse hanno ragione loro, non può essere una persona migliore, non può essere una brava giocatrice di pallone se non si fida di chi ha intorno. Non basta saper giocare bene per essere una leader.

«Chiederò scusa a Ashley e al resto della squadra, lo prometto.»

«E soprattutto se sei nervosa, vieni a parlare con noi, non andare fuori di matto e non tenerti tutto dentro» le risponde Kate, guardandola seria, Sole annuisce, sa che non le piace ripetere le cose. 

Dopo il piccolo chiarimento almeno con le sue amiche, si stende sul letto sfinita. Chiude gli occhi, ma non prende subito sonno, i pensieri tornano prepotenti a invaderle la mente, facendole tornare il mal di testa che era riuscita in parte a guarire con una bustina di Oki, ma ora è quasi inutile che lei l’abbia presa. 

Nei suoi pensieri c’è Tommy, la paura di non riuscire mai a parlare di lui con qualcuno, la paura quasi di fare rendere veramente reale la sua morte se solo ne parla, anche se sono passati due anni e lei ha imparato a convivere con la sua assenza, non l’ha accetta, ha solo imparato a conviverci.

Non ne parla con nessuno, facendo finta di non aver subito dolori nella sua vita, come se niente la potesse ferire e invece è più fragile di quello che vuole far credere. Ha paura più di tutti gli altri, perché conosce cos’è la morte e spesso ha pensato di farla finita anche lei per ricongiungersi con suo fratello, non l’ha fatto perché troppo codarda per arrivare fino infondo, ma anche per i suoi genitori. È tornata a vivere, a sopravvivere più che altro senza Tommy, ma spesso si domanda che vita è senza di lui, lui che la sua vita non può più viverla.

Si addormenta con il cuore pieno di dolore e la mente piena di pensieri scomodi, chiudendo gli occhi solo per la stanchezza estrema.

 

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Capitolo 11
*** Perdersi ***



 

CAPITOLO UNDICI 

 

Il giorno dopo la sua sfuriata, non ha rivolto la parola quasi a nessuno, Nick stesso capendo che lei non ha voglia di parlare ha smesso di cercarla, capendo che sarebbe andata lei a chiarire quando si sarebbe sentita pronta. Ha imparato a conoscerla abbastanza bene da sapere che se messa sotto pressione, reagisce ancora peggio, ieri ne ha avuto la prova evidente. 

Il loro sguardi si incrociano spesso durante la lezione di letteratura e durante il pranzo, ma niente di più di questo, Sole vuole prima chiarire con la squadra, prima di chiarire anche con lui. A dire il vero in questo momento vorrebbe allontanarsi da tutto e tutti, non dover chiedere scusa, non dover dare spiegazioni per la sua crisi di nervi, vorrebbe tornare in Italia, con le persone che conoscono il suo dolore, conoscono il suo passato e se per caso fa una sfuriata non le dicono niente. A volte non avrebbe voluto proprio andarci o non aver conosciuto nessuno, isolarsi dal mondo per non dover dare spiegazioni inutili. A volte perfino per essere così riservata.

Talmente é presa dai suoi pensieri che non ha preso nemmeno un appunto a lezione e durante l’ultima ora, guarda fuori dalla finestra, non fingendo nemmeno di ascoltare la docente che spiega la sua noiosissima lezione.

«Contini se la lezione ti annoia troppo puoi anche uscire dall’aula sai?» le dice lei avvicinandosi al sul banco, Maria Sole talmente presa dai suoi pensieri che non si è nemmeno accorta che si avvicinava, sobbalza nel momento in cui sente la sua voce.

«Io.. mi scusi professoressa, mi ero distratta» ammette Maria Sole, cerca di scusarsi, ma la docente le assegna degli esercizi extra per il giorno dopo, ha visto che è stata distratta per tutta la sua lezione, persa nei suoi pensieri e ha sentito qualche suo collega, lo è stata anche con loro, fare degli esercizi extra le farà solo bene.

Sole annuisce, ma sbuffa non appena la professoressa si gira per tornare verso la cattedra, poco dopo suona la campanella e si chiede perché non è suonata prima. Raccoglie le sue cose e si allontana senza rivolgere la parola a nessuno, dovrà andare agli allenamenti quel pomeriggio, anche se non gioca deve andare e come se non bastasse deve fare tantissimi compiti per il giorno dopo. Sperava che quella potesse essere una giornata migliore, ma non è così.

Arriva negli spogliatoi prima di tutti, é già cambiata quando arriva il resto della squadra, la salutano, ma è evidente che voglio le scuse da parte sua. Sole si sente sotto esame e ciò la rende parecchio nervosa, se poco prima aveva un discorso da fare, ora non sa assolutamente che cosa dire per giustificare il suo comportamento del giorno prima, anche perché sa bene che non ha scusanti. Si è comportata male, punto. 

«Io.. vorrei prendere la parola per prima al briefing se siete tutte d’accordo» chiede alzando la voce solo di poco, prende più tempo per chiedere scusa, forse il suo discorso le tornerà alla mente. Odia dover parlare davanti a tutti, dire di sé, ma deve farlo, deve farlo se vuole diventare una vera leader, se vuole essere parte integrante della squadra. 

Le altre annuiscono e Ashley la guarda senza dire nulla, il suo sguardo vale più di mille parole, le va bene, ma comunque non ha dimenticato ciò che ha fatto e si capisce anche dal suo sguardo che qualsiasi sia la sua giustificazione, non l’accetterà mai. Pensa davvero che Maria Sole sia una ragazzina che ha ottenuto talmente tanto dalla vita, che alla prima delusione si arrende e non riesce a gestire la situazione complicata. Pensa che ha sempre avuto la strada spianata e che non sia in grado di affrontare le difficoltà della vita, tanto meno le difficoltà di stare in squadra, sono tutti bravi a essere uniti quando si vince, ma il bello arriva quando invece si perde, perché è lì il momento che si diventa ancora più unite, é nelle difficoltà, nei momenti no che si diventa una vera squadra.

Scendono in campo e si riunisco in cerchio. Luke è già in campo quando arrivano tutte e Sole prende immediatamente la parola, prima che perda il coraggio.

«Volevo chiedere scusa a tutti voi per il mio comportamento di ieri, non voglio giustificarmi, tanto meno non voglio impietosirvi con la storia della mia vita, anche perché è difficile per me parlarne, é difficile per me esprimere ciò che ho dentro, ma voglio solo dirvi che avevo litigato con mio padre per questioni famigliari che non sono mai riuscita a risolvere... e... prima o poi ve lo racconterò promesso, ma ora, ora vi chiedo solo di accettare le mie scuse senza dovervi spiegare...» le lacrime stanno rigando il suo viso, sia perché è mortificata e spera che loro possano accettare quelle misere scuse senza spiegazione logica e sia perché ogni volta pensare a Tommy la fa stare male, ci pensa sempre e non riesce a non versare lacrime amare, a sentirsi mancare l’aria. Ne uscirà mai? Si chiede spesso Sole, ma la risposta é che probabilmente no, non ne uscirà mai.

«Scuse accettate, anche se penso che in una squadra si debba condividere tutto, perché è dalle difficoltà che si diventa più forti e soprattutto lo si diventa insieme. Finché non ti fiderai di noi Maria Sole, non sarai mai veramente parte integrante della squadra e sarai sempre circondata di persone, ma sarai comunque sola. Pensaci. Detto questo prenditi il tuo tempo per riuscire a dirci cosa ti fa stare male.» é Ashley a parlare e sorprendere tutti, inaspettatamente quelle parole sono uscite dalla sua bocca senza che nemmeno lei si rendesse conto di averle pronunciate, forse perché a volte anche lei si sente così, si sente circondata di tante persone, ma infondo é sola. É sua nonna la sua unica e vera amica, la sua compagnia più sincera. 

Sole la guarda veramente sorpresa, tanto che si limita semplicemente a sorriderle e annuire, le parole sono bloccate per il forte stupore, pensava di essere ancora una volta rimproverata dal suo capitano. A volte anche Ashley é in grado di sorprendere e lo fa in grade stile, dispensando saggi consigli, che la rendono una perfetta leader. Si rende conto che dovrebbe prendere esempio da lei. Non la conosce bene, ma dovrebbe imparare a farlo seriamente stavolta. Smettendo di pensare a se stessa e guardarsi di più intorno. 

Subito dopo le scuse di Maria Sole, iniziano gli allenamenti. Sole fa i giri di campo con la squadra, i pesi, gli addominali, i salti, tira i calci di rigore, ma al momento della partita per organizzare lo schema di gioco, lascia la squadra per andare a finire l’allenamento in palestra, tanto lei non giocherà sabato, quindi è inutile che resti in campo.

Si mette le cuffie e corre sul tapis roulant, immergendosi totalmente nei suoi pensieri al punto di non accorgersi che non è sola. C’è anche parte della squadra maschile, in attesa che finisca l’allenamento femminile per entrare loro in campo. 

Nel sentire il suo nome sussulta visibilmente e alza lo sguardo. Si ritrova davanti Nick, con il suo compagno di squadra dai capelli biondi ossigenati, che sembra che una mucca lo abbia leccato, talmente la sua frangia è incollata al volto, a volte Sole si domanda come faccia vedere la palla. Ha i suoi occhi puntati, sono di un marrone intenso, molto penetranti che posso quasi spogliarti con un solo sguardo. 

«Ehm... dimmi Thomas» gli dice, sorridendo lievemente a Nick e facendo un cenno di saluto. 

«Ma è vero che sei fuori sabato?» domanda incredulo, a quanto pare la notizia era già trapelata, ma Sole non se ne stupisce più di tanto, ormai sa come funzionano le cose alla Eagles high school, tutti sanno di tutti, tanto che spesso si sente un po’ protagonista della serie tv “gossip girl”, in cui tutti sanno di tutti e tutti devono sapere ogni cosa dell’altro, perché sennò finisce il divertimento. Amava quel telefilm, ma sinceramente non le piacerebbe stare sempre sotto i riflettori e soprattutto su un sito internet che chiunque potrebbe leggere, le basta il giornalino della scuola che spettegola su di lei e tanti altri studenti.

«Già, é così.» ammette, non capendo però se il ragazzo lo vuole sapere per rimproverarla o perché è preoccupato dal fatto che è stata messa fuori squadra.

«Cosa hai combinato per fare incazzata Luke? Ci riescono veramente in pochi»

«Ho mandato a quel paese Ashley.»

«Benvenuta nel club allora, l’ho fatto pure io lo scorso anno, a volte quella ragazza mi irrita, é troppo perfettina, almeno è così che vuole apparire, ma non lo è. Dovrebbe imparare a essere meno perfetta e lasciarsi guidare più dalle emozioni» Sole ride quando sente che anche lui si è arrabbiato con Ashley al punto da mandarla a farsi un giro, ma si stupisce dalla descrizione fatta di Ashley, sinceramente lei non l’aveva mai vista sotto questa ottica, non aveva mai pensato a Ashley come una persona che non è capace di lasciarsi andare, di lasciarsi guidare dall’emozioni. Forse non sono poi così diverse, Luke aveva ragione.

«Ascolta, ti va di unirti a noi stasera per qualcosa da bere?» le chiede ancora Thomas, indicando se stesso e Nick, a quanto pare sono arrivati al vero motivo per cui solo lì. 

«Non posso, ho una marea di compiti da fare e non è una scusa, giuro.» mette subito le mani davanti, avendo capito che tipo é Thomas, preferisce le feste allo studio, ma è senza dubbio un bravo studente o sarebbe già fuori squadra. Per poter giocare bisogna avere una buona media, almeno tra B e C. Lui senza dubbio ce l’ha è il portiere dei ragazzi, titolare e fuoriclasse, ha la nomina di aver parato 3 rigori su 5 durante un campionato e aver portato alla vittoria.

«Così ferisci i miei sentimenti e quelli del tuo ragazzo, sappilo» risponde Thomas, fingendosi offeso per quel rifiuto. Ha capito che tra il suo amico e Sole c’è tensione e ha voluto giocarsi la carta dell’uscita tra amici per far sì che i due chiarissero, ma non ci è riuscito. Nick glielo aveva detto che sarebbe stato un vano tentativo, conosce bene oramai la sua ragazza. 

Già, lui è il suo ragazzo, che al momento non ha ancora aperto bocca, si è solo limitata a fissarla, a studiare il suo comportamento, il suo viso.

«Bè mi dispiace, sarà per la prossima volta.» dice infine, intanto continua a correre, ed é sudatissima.

«Se vuoi più tardi passo da te e ti do una mano o possiamo andare insieme in biblioteca» finalmente Nick si ricorda di avere anche lui l’uso della parole e si rivolge a lei, lo fa quasi incerto, timido, come se quello fosse il loro primo appuntamento. Si vede che non sa come comportarsi e teme di sbagliare qualcosa. Devono parlare, questo è chiaro.

«Si, in biblioteca direi, ci vediamo lì dopo cena» é contenta che sia stato lui a fare il primo passo, forse lei non l’avrebbe fatto.

Si salutano con un semplice “a dopo” e Thomas facendole l’occhiolino.

Cena solo con un po’ di insalata, ha lo stomaco chiuso e si dirige in biblioteca. Si sente come una bambina alla sua prima cotta. Infondo quello che dovrebbe sentirsi così é Nick, il quale le ha dichiarato il suo amore e lei é stata in silenzio, dicendogli di voler restare sola. Si è comportata malissimo ed é questo motivo che si sente così, lei probabilmente se fosse in Nick si sarebbe già lasciata. Magari vuole fare proprio ciò, anche se l’ama.

I suoi pensieri la tormentano al punto da sbattere quasi contro il tavolino dove di solito si siede per studiare. Alza lo sguardo e Nick é già lì che l’aspetta. É bello da togliere il fiato, i suoi capelli sono profumati, Sole vorrebbe solo sedersi accanto a lui, baciarlo e affondare la mano nei suoi ricci. Ma non lo fa, rimane in piedi ad osservarlo e solo allora nota il suo sguardo triste, che la fissa in silenzio, ma che in quel momento sta esprimendo più di mille parole.

Vorrebbe solo scappare e allontanarsi da lui, sente che non può offrigli quello che lui desidera, sente di non essere alla sua altezza, all’altezza di una persona meravigliosa come lui, piena di vita, di voglia di fare, di desiderio e di emozioni. Sente che lo sta distruggendo e facendo soffrire e lei non vuole che lui soffra, è l’ultima persona al mondo che vorrebbe vedere soffrire, ma standole accanto succederà. Non vorrebbe lasciarlo, non vorrebbe che tra loro finisse, ma forse è costretta a farlo, a fargli male per non farlo alla sua vita. Lei è una persona troppo complicata, con un passato troppo difficile per essere felice davvero, non riuscirà mai a vivere fino infondo senza sentirsi in colpa. Non si può rifare mai completamente una vita, avere una vera storia d’amore, se ogni volta che si lascia davvero andare, pensa che Tommy non potrà mai avere tutto questo, non potrà sposarsi, avere dei figli... non potrà fare più niente. Lei si sente in colpa ad amare pazzamente Nick e se ne rende conto solo ora che il ragazzo gli ha aperto le porte del suo cuore, solo ora che sa che anche lei ricambia quel sentimento con tutta se stessa.

Per giunta ha paura di soffrire ancora, sarà mai in grado di lasciarlo in America se lei andrà in un’altra squadra di calcio, in un’altra città? Vedersi di rado, doversi promettere di incontrarsi in quel giorno, lei, lei che odia le promesse, che odia dover stare in pensiero per le persone che ama, non sa se sarà in grado di affrontare tutto ciò. 

«A cosa pensi Sole?» le chiede, infrangendo il silenzio maldetto che si era anteposto tra loro come un muro.

«Io... io penso che non possiamo stare insieme, io penso che tra noi non potrà mai funzionare, ci abbiamo provato, ma non ha funzionato.»

«E su che basi non ha funzionato, sentiamo...»

«Perché solo ora mi sto rendendo conto che ci separeremo, io voglio andare in Spagna, farò domanda a diverse scuole di calcio, ma la mia prima scelta é il Futbol Club Barcelona»

Nick veramente non riesce a capirla, possono essere ancora felici insieme prima di pensare al futuro, prima di fare progetti. Si è vero, lui vuole andare a Yale o ad Harvard, ma questo non esclude il fatto che possono continuare a stare insieme o che lui possa decidere di seguirla.

«Sole perché pensarci adesso? Si abbiamo fatto le domande, si io spero che mi prenda Harvard... si vorrei restare qui se possibile, ma so anche che ti seguire in campo al mondo, perché ti amo e voglio stare con te, non sono mai stato così sicuro di qualcosa in tutta la mia vita. Sono cresciuto con il sogno di fare l’avvocato avevo solo questo che mi faceva sentire vivo e combattere, poi sei arrivata tu e ora so che voglio essere un avvocato, ma con te al mio fianco.» le apre ancora una volta il suo cuore, ora sta a lei la scelta, rifiutarlo o accettare la sua proposta.

«Tu sei pazzo, non voglio che rinunci al tuo sogno per me, non devi farlo. Io non sono nessuno per dirti di seguirmi in capo al mondo» é arrabbiata per queste sue parole, possibile che non capisca, possibile che renda tutto più difficile, lei lo sta lasciando e lui continua a dirgli che l’ama e che vuole stargli accanto. 

«Tu mi stai allontanando perché hai paura! Hai paura di soffrire, hai paura di perdere chi ami come hai perso tuo fratello.» ora è anche lui piuttosto arrabbiato, tira fuori il suo dolore senza pensarci. É così ostinata, é così testarda, spaventata da non capire che insieme possono affrontare ogni cosa, se solo si fidasse.

«Ma che ne sai tu eh? Che ne sai tu della morte di mio fratello, cosa ne sai? Non ti azzardare più a nominare Tommaso, mai più capito? É finita Nick, é finita.» le lacrime le rigano il viso, non voleva piangere, non voleva come sempre fare la figuraccia di essere troppo emotiva, ma ancora una volta non ci è riuscita. Non sopporta che lei persone le vengano a fare la predica sulla sua vita, anche se è il ragazzo che ama. Nessuno, nessuno deve nominare Tommy, nessuno conosce la sua sofferenza, tanto meno Nick, che infondo conosce sei mesi.

Lo lascia solo nella biblioteca, sbattendo la porta alle sue spalle, non riesce a guardarlo negli occhi, non riesce più a parlare. É ferita, arrabbiata, delusa, triste. Ha appena lasciato l’unico ragazzo che abbia mai amato, ma in questo momento non vuole nemmeno sentir parlare di lui, non dopo ciò che le ha detto, non dopo ciò che si è permesso di dirle. 

Per giunta deve ancora finire i compiti, ma è talmente sfinita che si butta sul letto senza pensarci e si addormenta, con i testa ancora le parole di Nicholas.

“Tu hai paura di perdere le persone che ami come hai perso tuo fratello” e la cosa che le fa più male di tutti, é che lui ha maledettamente ragione. 

 

Per la prima volta da quando è a Boston, arriva in classe del tutto impreparata, non ha svolto i compiti o quanto meno per metà, si è alzata prestissimo per poterli svolgere almeno in parte, ma si rende conto di aver fatto davvero il minimo indispensabile e sa bene che si beccherà un’altra punizione se viene scoperta. 

Spera con tutto il cuore di non essere chiamata lei, ma ultimamente non se la passa troppo bene e la docente chiama proprio lei. Si alza cercando di non mostrare il suo disagio, la prima espressione é quella che conta, se mostra sicurezza magari le fa domande semplici e può cavarsela. Avanza sicura, almeno ci prova, non sa quanto in realtà ci sia riuscita, la paura di prendere un brutto voto é tanta. 

Risponde a qualche domanda, ma quando le viene chiesto ciò che è stato spiegato di recente entra completamente in confusione, la docente non vuole rimandarla a posto con un brutto voto, così le chiede di vedere i compiti, ma quelli sono fatti solo a metà e così Sole torna al posto con una misera D e con una punizione per quello stesso pomeriggio, si dovrà trattenere a scuola oltre le lezioni per recuperare tutti i compiti che non è riuscita a fare. Non era mai finita in punizione in vita sua. Si chiede come mai ultimamente le sta crollando tutto addosso, come mai si sente cosi avvilita, così poco combattiva. Si chiede perché non riesce più a studiare, a concentrarsi come quando è arrivata, che tutto era nuovo si, ma semplice. 

Era tutto più facile all’inizio e ora, ora che sta quasi per realizzare il suo sogno, si sente stanca, sfinita, senza forze, tanto da pensare di mollare tutto, di rinunciare agli sforzi fatti finora. Arrivare a un passo da qualsiasi traguardo spaventa e Sole se ne sta rendendo conto perfettamente solo adesso. Quando si cammina per raggiungere un sogno è facile, si è concentrati e non si vorrebbe mai smettere di camminare, si vorrebbe raggiungere subito, ma quando manca poco per far sì che diventi realtà, si ha paura di scoprire cosa ci sia davvero dall’altra parte, si ha paura di aver sbagliato tutto, di aver fatto sacrifici inutili per anni, si ha paura di fallire, di sbagliare e deludere gli altri, ma soprattutto se stessi. Ecco Sole si sente così. 

«Sole vieni a vedere le prove oggi?» le chiede Mary Kate raggiungendola a pranzo, ormai è abitudine che pranzino insieme, a volte le raggiunge anche Juliet, come quel giorno.

«Mi piacerebbe, ma sono in punizione. Non ho svolto i compiti di letteratura e mi ha dato una misera D.» confessa alle sue amiche il suo fallimento, ciò la fa sentire ancora più frustrata.

Kate scuote la testa e la guarda male, si erano fatte una promessa. 

«Lo so Kate, ieri io e Nick ci siamo lasciati ecco il motivo.» confessa anche ciò e quasi le viene da piangere, cosa può dire alle sue amiche, come può spiegare il fatto che tra lei e Nick sia finito tutto, ora si rende conto che il motivo per cui l’ha allontanato é davvero stupido, ma non può tornare indietro, non vuole tornare indietro.

«Cosa?» esclamando a l’unisono alzando la voce, tanto che alcune persone si girano verso il loro tavolo per capire cosa stia succedendo di tanto clamoroso.

Sole fa segno di fare silenzio e abbassa la voce lei stessa affinché possano ascoltare solo loro. Raconta ogni cosa e lei due ragazze la guardano non capendo, sta male per la loro rottura, ma allo stesso tempo non vuole rimettere le cose a posto.

«Credo che devo stare da sola per un po’ per capire meglio me stessa, devo imparare a vivere, non solo a sopravvivere» dice per chiarire i dubbi.

«Se é questo il motivo fai bene, basta che tu non l’abbia allontanato per paura di perderlo.» ribatté prontamente Kate. Sole abbassa lo sguardo e ride, le viene da ridere perché Kate la conosce davvero bene, a volte le sembra di avere accanto sempre la sua amica Ludovica, con la quale non deve mai parlare, la quale capisce sempre tutto. Anche con Kate è così, la capisce semplicemente con uno sguardo. 

«Tana per Sole. Prenditi del tempo per te, ma non privarti dell’amore per paura, amare é la cosa più bella del mondo e tu hai tutto il diritto di essere felice.» le dice ancora e Sole annuisce, per poi abbracciarla forte, le sue parole la fanno sempre stare bene. Inoltre sia lei che Juliet si offrono di aiutarla con i compiti, quando Sole spiega come si sente, spiega che non riesce più a studiare come vorrebbe, organizzando un gruppo di studio, almeno delle lezioni che hanno insieme. 

«Spera che non lo venga a sapere il mister della tua punizione» le dice Juliet, sapendo che ciò aumenterebbe i suoi giorni di esclusione dalla squadra e a breve ci saranno dei reclutatori per scegliere le ragazze più brave da inserire nei loro collage e nelle proprie squadra, tra cui il barcellona. 

«Sarò io a dirglielo, spero che ciò lo apprezzerà» ed é ciò che farà, andrà da Luke a confessare tutto, ha capito che è la cosa giusta da fare, magari può dargli anche qualche saggio consiglio per riprendersi da questa apatia che l’ha contagiata. 

Dopo il suo pomeriggio di punizione e aver studiato tutto il tempo, cercando di non farsi distrarre da nulla, nemmeno dagli studenti che invece di studiare, ascoltavano la musica e chiacchieravano. Certo non è stato semplice, soprattutto con i pensieri che continuamente le affollavano la mente.

Quando arriva da Luke a punizione conclusa, lui sembra quasi aspettarla.

«Mister volevo dirti che oggi sono stata in punizione perché ieri non ho finito i compiti, volevo che lo sapesse da me, non sono venuta prima perché appunto ero in aula punizioni» è inutile girarci intorno, glielo dice senza troppo indugi.

«Lo so già, ma sono contento che tu sia venuta a dirmelo lo stesso. Ora Maria Sole credo che tu ti sia resa conto da sola delle conseguenze del tuo gesto e sei stata già punita, quindi non credo che sia giusto punirti ulteriormente, anche se te lo meriteresti. Un altro episodio del genere e non giochi nemmeno sabato prossimo e vengono dal Barcellona per vedere te e Ashley.»

Sole si sente quasi svenire, il Barcellona andrà lì per vederla giocare, sente il cuore scoppiarle nel petto, è felice, immensamente felice, ma improvvisamente torna anche la paura di fallire, di non essere all’altezza. Odia essere insicura. 

«Io proverò a non deluderti.» sussurra quasi, cercando di nascondere le sue emozioni, le sue emozioni negative. Sorride, ma dentro sta morendo di paura, spera solo che Luke non se ne accorga.

«Vuoi parlare con me di cosa ti sta succedendo?» 

«Ehm... Si.» dichiara infine e improvvisamente si ritrova a tirare fuori tutto il suo dolore, la sua rabbia, la sofferenza, le sue paure. Non nomina Tommy, non dice nemmeno a Luke tutta la verità, ammette solo di aver litigato con suo padre per una promessa che lui gli ha fatto e da allora non lo sente, ha evitato di chiamarlo, ma sa che deve chiedere scusa soprattutto a lui.

«So anche questo Sole, tuo padre mi ha chiamato e sa quanto sei orgogliosa, perciò sperava che tu venissi da me a parlare. Ti mostro una cosa che mi ha mandato.»

Scorre tra le mail e apre una foto. È la fotografia di un camion bianco, un classico camion che si vedono per strada, Sole lo guarda confusa, ma prima che possa dire qualsiasi cosa, il mister la precede. 

«È questo camion che ha ucciso tuo fratello, non tu. Non sei stata tu ad ucciderlo, è questo maledetto camion che gli è andato addosso, è colpa del conducente che guidava ubriaco... non tua. Non tua per aver chiesto a tuo fratello di esserci per la tua partita»

Sole cerca di trattenere le lacrime, piange troppo ultimamente, ma non ci riesce. Eccole che fuoriescono dai suoi occhi e si depositano nuovamente sulla guance, eccole che prepotenti la fanno sembrare una bambina emotiva e piagnucolona. Eccole le lacrime di dolore, ma anche di rabbia, non vuole sentire parlare di Tommy, non vuole parlare del suo incidente. 

«Io non voglio parlare di questo» dichiara decisa, asciugando le lacrime, nonostante queste continuino a bagnarle il viso. 

«Dovrai farlo prima o poi Sole, affronta la realtà e tornerai a vivere»

«Chi altro sa di Tommy?» chiede ignorando la sua affermazione.

«Solo io, sarai tu a dirlo quando ti sentirai pronta e prima o poi dovrai farlo o non potrai andare avanti, non riuscirai più a vivere, morirai a poco a poco, è questo che vuoi?» sapeva che non sarebbe stato facile, sapeva che affrontare l’argomento con lei significava fare i conti con la sua reazione di rabbia, con tutte le sue paure, il suo orgoglio, ma doveva farlo. 

«Io non voglio più parlarne, io... io sono stanca adesso. Se non è un problema andrei...»

«Vai si, ma rifletti sulle mie parole. Non è colpa tua e torna a vivere, Tommaso o Tommy come ti piace chiamarlo, non vorrebbe questo. La vita è bella, anche se piena di sofferenza, goditi il bello che c’è e smetti di tormentarti» le dice prima di lasciarla andare via, Sole evita di guardarlo negli occhi, annuisce lievemente e si allontana, chiude la porta senza voltarsi indietro. Corre via, corre per dimenticare, corre per scappare per un attimo da tutto ciò che la fa stare male, per scappare dalla sua vita schifosa, dal dolore e dalla sua vita senza Tommy. Vuole dimenticare per una volta che lui sia morto, vuole dimenticare di avere un fratello, vuole dimenticare e basta. Corre e cerca di dimenticare. Piange e corre. Fino a che senza più forze, si accascia lasciando spazio solo alle lacrime, ancora alle lacrime. 

 

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Capitolo 12
*** La giornata di Pasqua ***


CAPITOLO DODICI

 

Sabato pomeriggio. Sole per la prima volta da quando è entrata nelle Eagles si ritrova a guardare la partita dalla tribuna, ciò la ferisce, ma cerca di non pensarci, di non darlo a vedere. 

Nei giorni precedenti alla partita, le parole del mister le sono tornate alle mente più e più volte, in un certo senso l’hanno fatta riflettere, anche se ancora non riesce ad accettare del tutto il suo consiglio, accettarlo significa fare i conti con le sue paure più profonde, significa parlare con le persone che ama di colui che ha amato più di chiunque altro, suo fratello, significa ammettere definitivamente a parole che lui non c’è più. Ci riuscirà prima o poi a farlo, ora non è ancora il momento. 

Ciò che ha fatto però è stato recuperare il brutto voto preso in letteratura, sicuramente farà media, ma non vuole prenderne altri, questo è sicuro. Kate e Juliet la stanno aiutando tanto, ogni momento libero hanno studiato insieme e riso insieme. Studiare in compagnia é davvero piacevole, soprattutto nei momenti di pausa, i quali fanno spazio a confidenze e divertimento. 

In tribuna é proprio accanto a Mary Kate, la quale ne capisce di calcio come un gelataio di motori, ma ogni sabato pomeriggio é lì a vedere la partita. 

«No, no Cloe sei in fuorigioco» urla Sole, ma la sua compagna di squadra non la sente e l’arbitro fischia il fuorigioco due secondi dopo. 

«Maledetto fuorigioco» urla ancora Sole, si sta agitando più di tutti in tribuna, tanto che molti occhi sono su di lei. É quasi più agitata adesso che quando gioca. Quando guarda le partite esce il lato scaricatore di porto, il suo lato da maschiaccio, é così anche quando guarda le partite del Barcellona alla televisione o al computer. Urla e sbraita, senza nemmeno rendersene conto, come se attraverso lo schermo possano sentirla. Adesso sta facendo lo stesso con la speranza che venga sentita. 

«Ti prego Sole calmati o ti viene un infarto» le dice Kate cercando di sovrastare le sue urla, ma è quasi certa che Sole si sia dimenticata anche della sua presenza in quel momento, la cosa la diverte da morire e se la guarda con un sorriso stampato in faccia. La sua amica é davvero buffa in atteggiamenti da esaltata per una partita di pallone.

“La nostro bomber Contini incita la squadra dalla tribuna, che non sia di buono auspicio, visto che siamo sotto di due gol.” Esce dalla voce dal cronista delle partite, sia femminile che maschile. É Martin Schotch, un ragazzo dell’ultimo anno che fa le cronache più divertiti mai sentito fino a quel momento da Maria Sole, a volte si sofferma a fare battute o a sottolineare quanto siano belle le ragazze in pantaloncini o sudate, in particolare sulla sua ragazza, che tra tra i difensori della squadra, ritrovandosi sempre le occhiatacce minacciose del preside. Ma tutti lo adorano, ed é per questo che mai gli è stato revocato l’incarico. 

Per fortuna la partita nel secondo tempo si mette a favore delle Eagles, le quali recuperano di tre reti, portandosi a casa la vittoria. 

Sole esulta felice, ma anche un po’ amareggiata per non aver contribuito alla vittoria della squadra, senza dubbio non le piace stare in un angolo, lei vuole giocare. 

Quella pausa forzata, le ha fatto capire che deve reagire, deve affrontare i suoi problemi o quanto meno provarci, se vuole sfondare nel mondo del calcio, se vuole diventare una vera professionista. Non può più comportarsi come una ragazzina, come una che non parla ed evita perfino i suoi genitori. 

Va a salutare le sue compagne di squadra e subito dopo andrà a chiamare suo padre per scusarsi con lui, da quando hanno litigato non l’ha più chiamato e solo ora si rende conto che ha sbagliato veramente tutto nei suoi confronti. Se non c’era lui dopo la morte di Tommy, probabilmente lei e sua mamma sarebbero crollate, lui invece è stato forte per tutta la famiglia e Sole l’ha trattato male, come se non la capisse, come se non fosse mai stato in grado di farlo, ma non è vero, perché suo padre è stato l’unico che abbia capito realmente il suo dolore e che abbia cercato di attenuarlo, che ha fatto di tutto per vederla felice, per vederla realizzare il suo sogno e lei, lei alla prima lite gli ha voltato le spalle. Si sente una persona egoista, sente quasi di non meritare un padre così speciale al suo fianco, il padre che tutte le ragazze vorrebbero. 

«Ancora congratulazioni Eagles» le dice Sole, prima di salutarle e andare a studiare per rimediare ai voti che ha preso di recente. 

«Sole... ascolta, per Pasqua noi andiamo sempre a mangiare tutte quante insieme, anche insieme ai ragazzi della squadra, volevamo fartelo sapere» le dice Ashley, spronata da altre due ragazze a dirglielo. 

«Grazie mille, non lo sapevo... ma ne sarei molto felice di esserci» risponde subito Sole, anche se l’idea di passare del tempo con Nick la mette un po’ a disagio. Non si sono più visti e nè sentiti da quando si sono lasciati, a dirla tutta Sole ha fatto di tutto per evitarlo nei corridoio della scuola, anche a lezione ha fatto di tutto per non incrociare il suo sguardo, come del resto oggi alla partita, nonostante abbia notato che lui spesso cercava il suo di sguardo. 

«Anche se tu e Nick vi siete lasciati?» chiede ancora Ashley e Sole la guarda incredula, come fa a saperlo? Ma in realtà non si meraviglia nemmeno più di tanto, perché a scuola sanno sempre tutto di tutti, lei non ci si abituerà mai. 

«Certo» si limita a rispondere guardandola dritta negli occhi, non vuole far trasparire le sue emozioni, non vuole darle troppo soddisfazione, ma allo stesso tempo non vuole provocarla, anche se avrebbe voluto risponderle diversamente. 

Luke anche ha assistito allo scambio di battute e Sole uscendo dallo spogliatoio si domanda se già sapeva della rottura tra lei e Nick, se è stato lui a dirglielo, che cosa ne pensa, cosa gli abbia detto Nick del perché hanno rotto. Questi pensieri le affilano la testa fino alla sua camera e si concentra finalmente solo sulla sua famiglia, quando Skype inizia ad avvertire che è partita la videochiamata. 

A rispondere è proprio suo padre, il quale non si aspettava minimamente che Sole lo chiamasse, sa quanto può essere orgogliosa sua figlia, una volta ci ha messo una settimana a rivolgergli la parola solo perché lui gli aveva impedito di andare a una festa in discoteca perché all’epoca aveva ancora 14 anni; quindi pensava che per il loro ultimo litigo ci mettesse molto di più a parlargli nuovamente, ma stavolta sua figlia l’ha sorpreso. 

«Papà... prima di chiamare anche la mamma... io volevo chiederti scusa. Scusa per come mi sono comportata con te, io... ho pensato solo a me stessa ed è sbagliato, anche tu hai sofferto quanto me, lo so. Ti ho visto piangere più di una volta in garage, ma... ma... nonostante questo sei stato la mia roccia e io ti voglio bene.» in quel preciso istante vorrebbe tanto averlo accanto e poterlo abbracciarla forte, forte, sentire il suo calore, il suo profumo, sentirsi protetta e amata come solo lui sa farla sentire, nello stesso modo in cui la faceva sentire Tommaso, lui aveva lo stesso identico modo. 

«Amore mio, ti voglio bene anch’io e te ne vorrò sempre, lo sai»

«Anche se a volte mi comporto da bambina egoista?» ribatte Sole

«Si amore, io ti vorrò sempre bene e niente potrà farmi cambiare idea, anche se mi fai arrabbiare»

Sole si accorge che ha le lacrime agli occhi, anche se cerca di non darlo a vedere, in questo si somigliano molto. 

La mamma di Maria Sole, avendo sentito la voce della figlia arriva prima che possano aggiungere altro a quello che si sono già detti, anche se in realtà si erano già detto tutto o quanto meno la cosa più importante “scusa” e “ti voglio bene”.

Sia Sole, che il papà si asciugano le lacrime, prima che la moglie si accorga che hanno pianto entrambi, anche se non gli sfugge la cosa, ma fa finta di non aver visto.

Si raccontano tutte e tre un po’ di cose, chiacchierano per una mezz’ora e poi solo anche se a malincuore gli saluta, deve proprio mettersi a studiare, il giorno dopo ha intenzione di andare volontaria per farsi interrogare, non è da lei farlo, ma questo è un inizio per rimettere le cose come stavano, per non sentire il senso di vuoto che le attanaglia il cuore, per non sentire la paura che non la fa respirare. Deve reagire e deve farlo al più presto, anche se è maledettamente spaventoso. 

Studia per tutto il giorno, fino all’ora di cena, senza staccare nemmeno quando è entrata Juliet in camera, le ha semplicemente sorriso ed è tornata con la faccia sui libri. È stata proprio la sua compagna di stanza a farla staccare per cenare, o Sole avrebbe continuato ancora e ancora a studiare, fino a notte fonda.

La trascina con sè a mensa dopo averla sentita ripetere almeno un’altra volta per darle sicurezza ulteriore. 

Effettivamente Sole si rende conto solo in quel momento della gran fame che aveva, tanto che si divora il suo panino con l’hamburger in meno di dieci minuti. 

«Meno male che non avevi fame eh» le dice Juliet ridendo, anche se effettivamente Maria Sole mangia sempre con gusto, è una persona di buona forchetta, nonostante sia molto magra e le piaccia tenersi in forma e dalla sua parte giova anche il fatto che è di costituzione magra. 

«Sicura che non è un problema passare una giornata intera con Nick a Pasqua?» le chiede, sta imparando a conoscerla e sa che Sole sa mascherare molto bene le sue insicurezze. 

«In realtà no... ma non mi andava di dirlo ad Ashley, ma non voglio nemmeno non venire al pranzo e perciò sarò dei vostri, cercherò semplicemente di evitarlo, tutto qui.» 

«Ma non ci vuoi ripensare?» le chiede ancora, anche a costo di sembrare invadente, ma vuole semplicemente aiutare la sua amica. 

«Sono sicura, è meglio così. Non è perché non tengo a lui, ci tengo molto... ma è meglio così, ho già troppi casini nella mia vita» 

Juliet annuisce e non insiste oltre, non vuole forzarla a parlare, ad aprirsi, sa che sarà lei a farlo appena si sentirà pronta per farlo, intanto sa che per certo, da metterci la mano sul fuoco, che può contare sulla sua lealtà, si confida così con lei su chi gli piace, ovvero Michael, un ragazzo che frequenta con lei una materia a scelta del suo blocco. 

Sole non è per niente esperta in amore, ma cerca di darle ugualmente consigli su come comportarsi, le racconta che tra lei e Nick è stato da subito tutto naturale, come è stato semplice e spontaneo il loro primo bacio. Il segreto è nell’essere sempre se stessi e se l’altro ti accetta così come sei, allora può nascere qualcosa di importante. 

Ne parlano anche una volta tornate in camera, fino a che non si addormentano quasi senza nemmeno dirsi buonanotte, da quanto sono sfinite per la giornata, ma sicuramente chiacchierando fino all’ultimo, fino a che Morfeo non ha avuto la meglio. 

 

Il giorno di Pasqua arriva in fretta, Sole si sveglia di buon’ora per andare a correre come al suo solito e pensare a cosa mettersi per il pranzo fuori, sinceramente non ne ha proprio idea, odia dover scegliere cosa indossare, preferisce un paio di jeans e una maglietta, ancora meglio uscirebbe sempre in tenuta sportiva, ma sa che andando in un ristorante non può presentarsi in tutta. 

Tornata dalla corsa trova in camera Juliet, con Kate e Ludovica in video chiamata.

«Alla buon’ora Sole, abbiamo un restauro da fare qui» dice Kate riferendosi al fatto che è praticamente sempre vestita con la tuta e sicuramente non saprà cosa mettersi, inoltre per l’occasione vuole anche truccarla. 

«Restauro? Grazie eh! E poi smettila di entrare nel mio pc. Ciao Lulu» le dice fingendosi offesa, ma con Kate non si può mai essere seriamente arrabbiati, è impossibile, veramente impossibile. 

«Tu cambia la password piccola Messi» ribatte subito prontamente e mostrandole in visto che le calza a pennello. 

Maria Sole scuote la testa per poi iniziare a prepararsi, o rischierà davvero di fare tardi all’appuntamento e non è da lei arrivare tardi, si sente male se arriva in ritardo.

Finalmente quando ha finito di dare una forma ai suoi capelli liscio spaghetto, facendoli leggermente mossi alla base, si guarda allo specchio. 

Rimane lei stessa senza parole. Il vestito color turchese che le ha prestato Kate, le sta d’incanto. Scende sul suo corpo come se fosse destinato a lei da sempre, mettendole in risalto le sue forme, il suo fisico magro, la scollatura lascia intravedere qualcosa, ma non troppo, le scarpe con il tacco beige la fanno sembrare più alta, finendo con un leggero trucco che le mette in risalto gli occhi.

«Sei uno schianto» le dice Ludo tramite Skype, trovando subito l’approvazione delle altre due ragazze, facendole eco che è “stupenda”.

Anche Juliet non è da meno nel suo vestito rosa cipria, le scarpe dello stesso colore, che la fanno sembrare ancora più slanciata, la pochette color argento si sposa alla perfezione con l’abbinamento scelto. I capelli lasciati sciolti, cadono sulle spalle.

«Anche tu sei stupenda Ju» le dice di rimando Sole e le due dopo aver salutato l’amica di Maria Sole su Skype e Kate, si dirigono fuori dal campus insieme. 

A dirla tutta Maria Sole inizia a sentirsi agitata più di quello che vuol far apparire, ora che camminano verso l’appuntamento, sente le farfalle nello stomaco, sente il cuore che esplode nel petto, sente che non ci riesce a rivederlo, a parlare con lui... non sa nemmeno se sia in grado di salutarlo senza sembrare impacciata, senza sentirsi in imbarazzo.

Il primo ad arrivare, insieme alle due ragazze, é proprio Nick. Il quale al contrario di Maria Sole non è mai stato un mostro di puntualità. 

Si salutano con un semplice “Ciao, buona Pasqua” e guardandosi negli occhi, Sole non riuscendo a sostenergli per troppo tempo, abbassa per prima lo sguardo, cercando di guardare altrove e poi fingendo di aver ricevuto un sms ed estraendo il suo cellulare dalla pochette. Nick invece continua a guardarla, non riesce a non guardarla, é bellissima nel sul vestito turchese, é meravigliosamente bella e lui vorrebbe dirglielo, vorrebbe stringerla a sé e baciarla, vorrebbe scappare con lei lontano e portarla via da tutti i dolori del mondo. Ma non fa niente di tutto ciò, si limita semplicemente a guardarla, sperando che lei finalmente distolga lo sguardo dallo schermo del suo iPhone per incrociare nuovamente il suo, gli basta guardarla ancora negli occhi, solo ciò.

Sole si accorge dello sguardo del ragazzo su di sé, ma continua a smanettare con il telefono sperando che lui smetta di fissarla, smetta di farla sentire così a disagio, smetta di farla arrossire, perché è ancora capace di farla diventare rossa come un peperone, nonostante non voglia farsi vedere a disagio. Coinvolge Juliet in una discussione su un link letto su fb, per togliersi da quella maledetta situazione, ma l’aria é ancora maledettamente disagiata, da far sentire fuori luogo perfino Juliet, la quale non sa bene come comportarsi e cosa dire. Non è una brava con i discorsi e le parole. 

A interrompere quel momento, é l’arrivo del resto della squadra, sia maschile che femminile e infine di Luke, il quale rimprovera quasi il figlio per non averlo aspettato e Sole sente solo “Papà te l’ho spiegato il motivo” e crede che lui abbia guardato nella sua direzione, ma di certo non può metterci la mano sul fuoco, anche perché se voleva vedere lei, poteva istaurare una qualsiasi conversazione, perfino la più banale, ma non l’ha fatto. Vorrebbe forse inconsciamente che fosse così e allora si sta illudendo.

Arrivano al ristorante con il pulmino della squadra in mezz’ora circa, il posto é totalmente immerso nel verde, il profumo emanano dai fiori tramette aria di primavera, Sole adora l’inizio della primavera, il momento in cui le giornate iniziano ad allungarsi, ci sono le belle giornate e lei può passare più tempo a giocare a calcio o passare più tempo fuori. Era anche la stagione preferita di Tommaso, entrambi giocavano in giardino di casa fino all’ora di cena, fino a che la madre non sequestrava loro il pallone. Tommaso amava i fiori, l’odore che emanavano, regalava sempre fuori a lei o alla sua ragazza, conosceva il significato di ogni fiore. Sole sorride a quel ricordo che improvvisamente gli é balenato nella testa. Afferra una margherita da terra e se lo porta al naso, chiudendo gli occhi. É stato un gesto istintivo che non è sfuggito a nessuno, tanto meno a Nick.

«Ascolta... so che ci siamo lasciati piuttosto male, ma possiamo evitare di non parlarci? É piuttosto imbarazzante.» le dice, mentre si avviano verso l’interno del ristorante.

«Ehm si.» riesce a rispondere Sole, non si aspettava di certo che lui volesse provare a ricominciare, a provare a essere amici, ma non sa se lei ci riuscirà. Non ha mai capito come due che si lasciano possano poi tornare a essere amici, lo trova alquanto difficile, specie se entrambi provano ancora qualcosa l’uno per l’altra.

Ci proverà, ci proverà a essere sua amica, ma non crede di riuscirci. Si siede vicino a lui a tavola, cercando di istaurare con lui e con gli altri una conversazione, ma Sole si rende conto che non è per nulla facile.

Parlano di calcio, di squadra importanti a cui tuti piacerebbe andare, Nick dichiara che è stato ammesso a Yale, Princeton e Harvard, le lettere sono arrivate qualche giorno fa e che andrà a visitare le diverse università nel prossimo week end per scegliere quella più adatta, anche se in realtà la sua scelta quasi sicuramente ricadrà su Harvard, sua mamma ha studiato lì, ma Sole questo lo sa già, è stato lui stesso a dirglielo, gli ha raccontato che ha capito di voler fare l’avvocato come lei quando aveva cinque anni e la seguiva a lavoro, quando è entrato in tribunale per la prima volta ed è rimasto affascinato, totalmente estasiato da quel mondo, dal modo in cui sua mamma si muoveva in aula, per la sua sicurezza, determinazione, coraggio. Ha capito che quello era il suo sogno, che lui voleva essere esattamente come lei. Sole lo sa, sa tutto questo, perché Nick é sempre stato sincero con lei, le ha sempre aperto il suo cuore, le sue paure, le sue insicurezze, non ha mai avuto segreti. Gli ha raccontato che sua mamma spesso era fuori per lavoro, ma nonostante spesso soffrisse per la sua assenza, non l’ha mai avuta con lei, ma ha compreso la sua assenza, nonostante la giovane età. Ha sempre saputo che il suo sogno era frequentare l’università che ha formato lei.

Maria Sole comunque non dice ugualmente nulla, anche se ha sentito che lui andrà nell’universitá dei suoi sogni, é felice per lui, ma non non dice ugualmente nulla, non sa spiegarsi nemmeno lei il perché, lo guarda, ma le parole sono come congelate. Spera che il suo sguardo, valga più di mille parole, ma non crede che sia possibile. Anche se forse, in cuor suo, ci è rimasta male perché un enorme distanza probabilmente li dividerà, ormai è praticamente certo. 

Dopo pranzo si spostano in giardino per concedersi un po’ di relax sotto il sole di primavera, fino a che non decidono di organizzare una partita di pallone. 

Le ragazze si tolgono le scarpe alte, per essere pronte a giocare, tanto con il superball possono anche giocare scalze, quel pallone non fa male come un vero pallone di calcio, che è di cuoco e più pesante.

Giocano maschi vs femmine, la partita é davvero tanto combattiva, nessuno dei due vuole perdere e giocano come se fosse la partita del secolo. Non capita tutti giorni lo sfidarsi, anche perché sia la squadra maschile che femminile sono entrambi fortissime.

Non è facile per Sole giocare con il vestito, inoltre non essendo suo, ha paura di sporcarlo, quindi inizialmente non gioca al massimo delle sue potenzialità, ma poi a poco a poco si lascia andare, trasportata dalla bella giornata, dalla competizione che é nata tra la sua squadra, le quali voglio battere a ogni costo i ragazzi per dimostrare di essere più forti. 

Il primo gol sono le ragazze a farlo, ma poco dopo i ragazzi pareggiano, portandosi anche in vantaggio, la squadra femminile però non si arrende e il punteggio torna sul 2 a 2 grazie a un calcio di rigore di Cloe, la rigorista della squadra, la quale tira dei potenti calci di rigore, impossibili da parare per chiunque, é la sua migliore qualità di giocatrice. Restano in parità a lungo, fino a che la partita non si interrompe, perché Sole cade atterra massaggiandosi la caviglia. Le fa malissimo e sente che si sta gonfiando. 

É Luke che la prende in braccio portandola sulla sedia dentro al ristorante, le fa mettere subito il ghiaccio, ma il dolore non passa ugualmente e Sole viene da piangere. Ultimamente non va niente come dovrebbe andare. Alla prossima partita doveva giocare e far vedere al Barcellona di che stoffa fosse fatta, ma ora si è fatta male... non sa nemmeno se si riprenderà per il sabato. Si alza per caminare e dimostrare che non è niente, che non le fa male, ma una fitta fortissima la fa sedere di nuovo poco dopo.

«Scusa Sole» le dice Thomas, avvicinandosi a lei, é stato lui a farla cadere, entrando su di lei per toglierle la palla, ma l’ha fatto in modo sbagliato e colpito la sua caviglia, facendola cadere a terra dolorante.

Sole non risponde e si limita a guardarlo, in realtà non vuole dire niente di cui poi si potrà pentire, vorrebbe alzarsi e dargli un pugno, ha fatto sì che il suo sogno si rovinasse per giocare una stupida partita. 

La portano al pronto soccorso, interrompendo così la giornata che era iniziata in modo meraviglioso. 

Il dottore purtroppo non porta buone notizie per Sole, ha una distorsione, si risolverà in una settimana, ma non potrà giocare, deve stare a riposo. 

Tornando verso il campus non dice una parola e Luke sa che è furiosa, amareggiata, delusa. Sa che qualsiasi cosa la farebbe infuriare, era la sua opportunità e questa ancora una volta le è stata portata via, proprio ora che si stava impegnando e stava facendo di tutto per rialzarsi, per provare a vivere davvero. 

La accompagna fino in camera per non farle sforzare la caviglia e Sole lo ringrazia, ma non vede l’ora di essere in camera e piangere, piangere ancora una volta.

«Proverò a spostare l’appuntamento con il Barcellona, in modo che potrai esserci anche tu Sole» le dice prima di lasciarla.

«Okay» si limita a rispondere, ma non è molto entusiasta e chiude la porta subito dopo, accasciandosi vicino alla porta e scoppiando a piangere. Non ne può più di soffrire, di impegnarsi inutilmente, di vedere che va sempre tutto storto, più lei si impegna, più cerca di migliorarsi, più va tutto al contrario. Si domanda quando potrà avere una vita semplice, lineare, tranquilla. Quando dovrà smettere di lottare per realizzare il suo sogno, perché la vita la pone sempre davanti agli ostacoli, perché ogni volta sembra che le circostanze la vogliono far restare nel limbo, senza riuscire ad andare veramente avanti. Sente che è così da due anni ormai, da quando Tommy non c’è più. La sua vita é stato un precipitare e credeva che questa borsa di studio vinta potesse farle cambiare finalmente vita, renderla felice, ma non è così. Forse davvero non può tornare a vivere, almeno non sapendo che lui non c’é più, lei non sa più chi sia da quando lui non c’è più. 

 

 

 

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Capitolo 13
*** La morte di Tommy ***


CAPITOLO TREDICI 

 

Sole ha saltato la partita in cui il Barcelona, ma hanno promesso che forse sarebbero riusciti a trovare nelle prossime settimane. Ora che si è ripresa a pieno ed e tornata ad allenarsi, si sta impegnando duramente per riprendere il ritmo, stare una settimana ferma non ha aiutato e ora riprendere i movimenti non è per niente facile ancora adesso quando corre o tira la palla sente una leggera fitta alla caviglia, ma non molla. 

Il giorno dopo la giornata al ristorante, ha preso in mano il suo diario, per buttare giù qualche pensiero, la sua terapista le diceva sempre che scrivere la avrebbe fatto bene, che se non riusciva a parlare con le persone, almeno poteva buttare giù i suoi pensieri su un diario segreto. Lei ha fatto così per un po’, ma poi le sembrava inutile scrivere e riversare i suoi pensieri e le sue emozioni su un pezzo di carta e ha smesso. Ma riprendendolo una frase ha colpito da subito la sua attenzione: “non avere paura delle difficoltà che incontri, ricorda che l’aquilone si alza con il vento contrario mai con quello a favore.” Non sa chi sia a citare questa frase, ma è stata una delle prima frasi che ha scritto sul suo diario, dopo che cercava di risollevarsi e voltare pagina. 

La frase l’ha fatta tornare nuovamente a sentirsi forte, a dire il vero alterna momenti in cui si sente combattiva, ad altri che sente di crollare da un momento all’altro, ma la frase le dà coraggio, lei é l’aquilone, si può alzare in volo nonostante il vento contrario, può volare in alto. Le sofferenze rendono più forti e lei sicuramente non è più la ragazzina ingenua di due anni prima. 

La squadra per fortuna va alla grande, continuano a vincere e stanno cercando di mantenere il primo posto, sono a cinque punti dalla seconda. 

Ma quel sabato non è un sabato come tutti gli altri. Prima della partita la squadra viene a sapere che la nonna di Ashley è venuta a mancare. Lei non ci sarà quel giorno. 

Juliet propone di rimandare la partita o far vincere la squadra avversaria a tavolino, tanto si possono permettere una sconfitta. Ma tutte sanno altrettanto bene che Ash non vorrebbe questo.

«Ragazze io propongo di entrare in campo per Ash e vinciamo per sua nonna» propone Sole, ha iniziato a conoscere il capitano della sua squadra e ha capito bene che non vorrebbe che loro rinunciassero a giocare, a vincere. 

«Sole ha ragione, Ashley non vorrebbe che noi rinunciassimo a giocare» ribatte Luke, dicendo alla squadra che ci ha appena parlato e loro devono giocare, farlo per lei.

Così la partita si giocherà lo stesso. Per quel giorno però hanno deciso di entrare tutte in campo con la fascia da capitano per sostegno alla loro compagna di squadra. È stata un’idea di Sole ed è stata subito accolta dall’intera squadra. 

Per Maria Sole abituata ad avere al suo fianco Ashley non è semplice giocare, ma da vera leader e fuoriclasse non si arrende e anche se con qualche difficoltà, porta come sempre la squadra alla vittoria, segnando 2 gol e facendone segnare altri due a Juliet e Charlotte, grazie a due suoi cross. 

Finita la partita però nessuno è veramente felice come avrebbero dovuto essere, sono tutte tristi per il loro capitano, per la loro compagna di squadra, così si ritirarono negli spogliatoi senza parlare, solo con tante lacrime, per aver vinto per la loro amica, per sua nonna, ciò le ha commosse tutte al punto da piangere a lungo, in silenzio, mentre si cambiano, facendo piangere perfino Luke, che fino a quel momento forse non aveva mai pianto in vita sua. Ha la squadra migliore del mondo e non solo per quanto è forte, ma perché è riuscito a far sì che diventassero una squadra anche fuori dal rettangolo verde. 

Il giorno dopo la partita, la squadra si riunisce per il funerale della nonna di Ashley, lei distrutta non ha rivolto la parola a nessuno e poco dopo si è allontanata triste, non riuscendo più a sopportare voci di persone che per tutto il tempo le ha chiesto: “come stai?” E lei stufa di rispondere “bene” quel bene finto, che tutti si aspettano che si dica, per non mostrare la debolezza. Vuole rimanere sola.

«So cosa provi.. è orribile sentirsi dire sempre “come stai” quando tu ti senti morire dentro e non puoi dirlo» a raggiungerla è Sole, la quale vuole darle conforto. Nessuno meglio di lei sa cosa vuol dire, nessuno meglio di lei conosce quel vuoto al centro del cuore, che non ti lascia respirare. Nessuno meglio di lei sa cosa si prova a sentirsi sotto pressione, a voler piangere, ma a non riuscirci per il troppo dolore, a voler urlare ma non riuscirci perché le parole si sono congelata in gola. Non si respira più, non si parla più, non si hanno più le forze per muovere un solo muscolo, lei conosce bene questa sensazione. Ancora oggi le attanaglia il cuore. 

«e tu che ne sai... hai mai perso qualcuno tu» la voce di Ashley è dura, ma Sole sa che non l’ha con lei, ora è normale che sia arrabbiata. Lei ancora oggi é arrabbiata con il mondo.

«Purtroppo si, ho perso mio fratello due anni fa, capisco come ti senti, più di chiunque altro.» le dice dolce, ignorando il suo tono duro è arrabbiato. 

«Mi dispiace Sole... com’è successo?» le chiede, si mente di averle risposto male, ma vede che la ragazza non se l’è presa e cerca di distogliere l’attenzione dal suo dolore, concentrandosi su Sole, magari può aiutarla, lei capisce come si sente in questo momento. Le dispiace seriamente per lei, non pensava che si portasse dietro un dolore così grande, non l’avrebbe mai immaginato, pensava che Sole fosse la classica ragazza fortunata, che non l’è mai mancato niente nella vita, si sbagliava di grosso sul suo conto. 

«Era giugno, l’ultima partita di campionato per me. Mio fratello Tommaso era a Roma, per sostenere un esame, si era iscritto all’università lì, ma tornava sempre nei week end... » fa un respiro profondo prima di continuare a parlare, non ha mai raccontato a nessuno di questa storia, con Ludo, la sua famiglia, gli amici di Tommy, la sua vecchia squadra, non c’era stato bisogno di spiegare i fatti, o almeno non è mai stata lei a farlo. Lei è la prima volta che esterna ciò che è successo a Tommy, al suo Tommy. Non sa nemmeno lei perché improvvisamente ne sta parlando con l’unica persona che da quando è a Boston ha fatto carte false per mandarla via. 

«Io e lui avevamo un rapporto stupendo, lui era il mio tutto. Il mio migliore amico, la mia ancora, il mio intero universo. Condividevamo tutto, nonostante fossimo tanto diversi sia fisicamente che caratterialmente. Quel maledetto giorno lui stava venendo a Pescara per me, per vedermi giocare, sapeva che era l’ultima di campionato e forse avremmo vinto la coppa, non si sarebbe mai perso l’occasione di vedermi vincere... il giorno prima mi telefonò dicendomi che la domenica mattina si sarebbe messo in viaggio per venire da me... non è mai arrivato. Un camionista che guidava ubriaco gli andò addosso, lui cercò di non finire fuori strada in tutti i modi, ma andò a sbattere contro il  guardrail , morì sul colpo. Io quel giorno vinsi, ma poco dopo alzando gli occhi verso gli spalti lui non c’era... poco dopo la notizia. Tommy era morto e io non l’avrei mai più rivisto, mai più.» le lacrime ora rigano il viso di Maria Sole non riesce più a trattenerle, non avrebbe voluto piangere, ma non ce l’ha fatta. É come se improvvisamente si rendesse veramente conto che suo fratello é morto, parlarne é stato come ammettere che è reale. 

«Se io non l’avessi supplicato di venire, di non perdersi la mia partita... lui sarebbe ancora vivo, sarebbe a un passo dalla laurea triennale, avrebbe già quasi un lavoro, il lavoro dei suoi sogni... mi sento in colpa ancora oggi. » 

«Sole non sai quanto mi dispiace per tuo fratello, per ciò che hai dovuto affrontare...» le dice Ashley abbracciandola, per la prima volta sono così unite, sono così vicine. Stanno condividendo il dolore.

«E... passa, passa mai il dolore che provo adesso?» le chiede poi, piangendo anche lei, Ashley sta piangendo senza paure, senza alcun riserva, si sta lasciando guidare dalle sue emozioni, si sta fidando di Maria Sole.

«Non passerà mai. Il dolore si attua con il tempo, ma non passerà mai» risponde alla sua domanda in modo sincero. Lei ancora oggi non ha accettato il fatto che Tommy sia andato via così presto, non smette ancora oggi di soffrire, anche quando cerca di non darlo a vedere. 

L’abbraccia ancora e appena sente che le lacrime di Ashley sono cessate, si alza per lasciarla sola, infondo si era allontanata per stare sola e Sole vuole lasciare che elabori il lutto e per farlo non deve avere nessuno intorno che le parli.

Prima che possa andarsene però Ashley la ferma nuovamente: «Grazie Sole. Non solo per oggi... anche per la partita, mi hanno detto dell’idea che hai avuto.»

Sole le sorride

«è un piacere capitano» schiacciandole l’occhio subito dopo. Ash le sorride a sua volta e forse in tutto quel dolore per la perdita di sua nonna, che era la persona che aveva più cara, visto che è cresciuta insieme a lei, lei le ha donato tutto ciò che c’era da sapere, le ha insegnato cosa vuol dire combattere per i suoi sogni, cosa significa non arrendersi mai e anche se senza di lei si sente persa, completamente persa, ha forse trovato in Maria Sole un punto di riferimento, come non credeva possibile. Forse quel giorno orribile, ha fatto sì che lei la conoscesse meglio e forse iniziare a essere sua amica. È nei momenti più difficili che si riconoscono le persone di valore, quelle che veramente vogliono starti accanto e aiutarti a uscirne, donandoti la loro spalla per piangere e la loro mano per ricominciare a camminare, a volte sono proprio le persone che nemmeno lontanamente immaginavi.  Ha lottato per mandarla via dal primo giorno, ma solo ora si rende conto che Maria Sole le somiglia molto, solo ora si rende conto che per mesi combatteva con qualcosa di molto più grande di lei, solo ora si rende conto che è stata una persona egoista, comportandosi da arrogante, proprio come sua nonna le ha sempre detto di non essere. Le ha insegnato ad essere umile, forte ma di buon cuore e lei non ha accolto Sole, come lei le ha sempre insegnato. Si pente e spera che possa ora iniziare a rimediare, per rendere orgogliosa sua nonna, per se stessa e per Sole, la quale ha scelto proprio lei per confidarsi per la prima volta, l’ha capito dall’incertezza della sua voce, dal suo dolore.

 

Non appena raggiunge di nuovo la casa di Ashley, Sole si sente afferrare per un braccio. È Nick.

«Ehi» le dice Sole, ha ancora gli occhi lucidi e lui se ne accorge subito, ma sa anche che ha pianto, perché ha sentito tutto. 

«Possiamo parlare?» le dice lui, non lasciando la sua mano

Sole annuisce e si spostano poco più giù. 

Lei non dice una parola, lo guarda semplicemente in attesa che che sia lui a parlare per primo e sa già di cosa, ha capito che ha sentito tutto. Ma non dice una parola. 

«Non è colpa tua Sole, non è colpa tua chiaro?» le dice lui, cercando di trovare le parole più giuste, ma poi ha deciso di essere diretto, non è da lui girare troppo intorno a un discorso. È uno schietto e sincero.

«Si che è colpa mia... lui stava tornando a Pescara per me, solo per me. Se io non l’avessi supplicato di esserci lui sarebbe ancora vivo. Lui non avrebbe fatto quel maledetto incidente. È tutta colpa mia, Tommy è morto per colpa mia. Ecco perché odio le promesse, non voglio fatte promesse per questo... non voglio che altre persone che amo muoiano per colpa mia.»

«Non è stata colpa tua. Lui sarebbe tornato lo stesso a Pescara, si forse il fatto che tu che avessi la finale l’ha spinto a mettersi in viaggio prima, ma non vuol dire che è stata colpa tua. È colpa del destino maledetto e di quel camionista che guidava ubriaco» 

«perché il destino maledetto ha voluto portarmi via proprio il mio Tommy? A volte vorrei essere morta io al posto suo... i miei non sono più gli stessi da quando è morto. I miei nonni mi odiano perché dicono che è colpa mia, loro adoravano Tommy, era il maschio della famiglia, il primogenito, mio padre per colpa mia non parla più con i suoi genitori» continua a raccontare, sono tante le ferite che Maria Sole si porta dentro, i sensi di colpa sono troppi per la sua giovane età. 

«Non lo dire nemmeno per scherzo... tuo padre magari avrebbe litigato lo stesso con i suoi. Tu li stai rendendo orgogliosi, ho visto come erano fieri quando sono venuti qui, ho visto con quanta fierezza ti hanno incoraggiato per la prima partita, quella frase che ti hanno detto poi...» si riferisce alle parole  di Tommy, che ora i suoi usano per incoraggiarla, per farle capire che loro sono fieri, che lei non deve sentirsi in colpa di niente. Lei è il loro raggio di sole.

«Tu sei il mio sole, il mio unico raggio di sole. Me lo diceva sempre Tommy. Hai presente la foto che ho sul comodino? Quella fotografia l’abbiamo scattata qualche settimana prima del suo incidente, lui l’ha fatta incorniciare e me la voleva regalare per la vittoria, perché lui sapeva che avrei vinto... allegata alla foto c’era appunto una lettera e alla fine mi diceva queste parole. L’ha trovata mio padre qualche giorno dopo nella sua camera, io non mangiavo da giorni, non volevo vedere nessuno, non riuscivo nemmeno a dormire, non dormivo dal giorno della notizia, mi ero semplicemente chiusa in me stessa, mi sentivo persa, sentivo che il mio cuore si era spezzato e che niente e nessuno avrebbe saputo rimettere insieme i cocci, avevo perso il mio punto fermo. Così mio padre quel giorno mi portó di peso in camera di Tommy per farmi vedere il regalo, scoppiai a piangere vedendo la foto e la dedica... mi sono sentita forse meglio, capendo che avrei dovuto provare a vivere per me e per Tommy. Ancora oggi però non sempre ci riesco, spesso sento che ho bisogno di lui, di averlo accanto, lui sapeva sempre come comportarsi in ogni situazione e mi aiutava... mi manca così tanto, a volte talmente tanto da mancarmi l’aria...ora mi rendo conto che ho continuato semplicemente a sopravvivere, ma ho smesso di vivere.» finalmente ha tirato fuori tutto, tutto il suo dolore, quella sofferenza che per troppo tempo ha tenuto dentro, senza fidarsi di nessuno. Ora sta completamente donando il suo cuore a quel ragazzo che conosce da pochi mesi, ma che già sente di essere una parte fondamentale della sua vita. Ora si sente decisamente meglio. 

«Tu sei veramente un raggio di sole, illumini la vita di tutti coloro che incontri, hai illuminato anche la mia. Non esistono parole più vere e io sono contento che tu abbia tirato finalmente fuori il tuo dolore con me, io sono qui per proteggerti e non ti lascerò, se solo lo vorrai.» la stringe forte al suo petto e Sole che poco prima aveva ancora le lacrime agli occhi, a poco a poco tra le sue braccia si sente meglio. Il respiro sta tornando regolare e si sente al sicuro, come a casa. 

«Grazie, grazie di esserci» sussurra, ma Nick la sente lo stesso e la stringe ancora più forte. 

Rimangono abbracciati per un tempo infinito, non sa ciò che significato abbia, ma senza dubbio sta bene tra le sue braccia, da non voler rovinare tutto con altri pensieri negativi.

Ogni volta che si pensa di aver superato il dolore, lui torna più prepotente che mai e ogni volta ti lascia senza fiato.

Tommy è morto. 

Maria Sole forse ne prende veramente consapevolezza solo ora, solo ora che n’è riuscita a parlare.

 

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Capitolo 14
*** Il pigiama party ***


CAPITOLO QUATTORDICI

 

Finalmente ha tirato fuori tutto il suo dolore, finalmente è riuscita a parlare della morte di suo fratello senza farsi prendere da attacchi di panico, giramenti di testa, finalmente ha ammesso che suo fratello è morto. C’è stato un momento, che ha pensato di mollare tutto e lasciarsi morire anche lei, che voleva rinunciare al calcio, ma ora è felice di non averlo fatto, di essere andata a Boston. 

Non le resta che finire l’anno, sperando che le sue domande di ammissione, specialmente a quella del Barcellona, venga accettata anche se non l’hanno vista giocare, in caso contrario si orienterà verso  altro e potrà sempre andarci successivamente. Non è la fine del mondo. Sicuramente le dispiacerebbe da morire, sicuramente non farà i salti di gioia al pensiero che debba orientarsi verso un’altra scelta, ma l’importante è giocare a calcio, è realizzare il suo sogno, Tommy avrebbe voluto vederla felice e realizzata e solo ora riesce a capirlo fino infondo, riesce a guardare avanti senza voltarsi indietro. Lei vuole guardare avanti, purtroppo non può far tornare suo fratello in vita per quanto lo vorrebbe, non può tornare indietro nel tempo e cambiare gli eventi, queste sono cose da film e lei vive nella vita reale. La vita reale le dice che Tommy non c’è più, ma lei è ancora viva e deve realizzarsi per entrambi, almeno lei deve coronare il suo sogno. 

Si sta dirigendo a lezione, quando viene raggiunta da Ashley. I rapporti tra loro dopo quel momento di confidenza sono nettamente migliorati, è come se condividere il loro dolore le avesse unite. È nei momenti più bui che ti accorgi di chi ti può realmente fidare, di chi ti è rimasto accanto senza giudicare. Maria Sole ha capito Ashley e il suo dolore e ha saputo farla sentire meglio. 

«Ciao Sole, organizzo sempre un pigiama party in questo periodo, è di buono auspicio per la fine del campionato... volevo invitarti personalmente. Le altre ragazze vengono per le 18, a te va di vederci prima? Mi puoi dare una mano a preparare.» le chiede, sembra quasi timida, non ha mai visto in lei nessuna forma di incertezza e ora sembra quasi imbarazzata. 

«Certo che mi va» le risponde prontamente, non vuole mostrarsi incerta e far ritrarre l’invito alla ragazza, ha percepito anche lei nel loro momento di confidenza un qualcosa che stava cambiando tra loro, il come per quei pochi minuti si sono sentite unite come non mai. 

Ashley sorride e le dà appuntamento per le 17:00 a casa sua dell’indomani. Si allontana poco dopo, ma Sole si sente bene lo stesso, felice. Ashley non l’avrebbe mai invitata in precedenza o l’avrebbe fatto solo per dovere, stavolta invece c’era qualcosa di diverso nel suo sguardo, quasi come se volesse che lei ci fosse a ogni costo e più ci pensa e più si convince che sia così. 

Non vuole illudersi ma inizia a pensare che forse le cose stanno iniziando a girare per il verso giusto. La squadra è vicina alla vittoria, presto arriveranno le lettere di ammissione, è tornata quasi amica con Nick dopo quel momento di confidenza, hanno ripreso a parlare senza imbarazzo e rabbia. Si rende conto che se pensa positivo, se lei è positiva, tutto intorno diventa improvvisamente positivo. La vita ci sorride se noi la guardiamo sorridendo, solo adesso Maria Sole si rende conto che è veramente così. 

 

Il giorno dopo alle 17 si trova davanti alla porta di casa di Ashley, non con poca agitazione e preoccupazione, teme di rovinare tutto, che possa dire o fare qualcosa che possa far cambiare idea alla ragazza, ma cerca di non pensarci, di mantenere i buoni propositi del giorno prima, ne ha anche parlato con Juliet, la quale le ha detto che è positivo se Ashley l’abbia invitata personalmente, soprattutto visto e considerato il loro rapporto in precedenza e che probabilmente le vuole chiedere scusa o quanto meno ricominciare da quel momento, come se si conoscessero per la prima volta. Maria Sole ne sarebbe solo che felice, è vero che spesso si è ritrovata a giudicare Ash per il suo comportamento, ma l’ha fatto solo per difendersi, perché veniva attaccata ingiustamente, ma anche perché aveva paura di conoscere e farsi realmente conoscere da qualcuno, soprattutto da una persona con un carattere forte come quello di Ashley. Aveva paura di essere giudicata, non capita, ma in realtà il condividere con lei il suo dolore più grande, ha fatto sì che le due trovassero il cardine per iniziare il loro rapporto, per capire che infondo non sono poi così diverse.

È proprio Ashley ad aprire la porta e farla accomodare in casa sua. Maria Sole nonostante abbia visto casa della sua compagna di squadra solo una settimana prima, rimane ancora una volta a bocca aperta, le piace da morire. L’ingresso è già luminoso e maestoso, il salotto è altrettanto grande con una vetrata che dà al giardino, con piscina. La villetta è situata su due piani, al piano superiore ci sono le camere da letto e due bagni, mentre un altro è al pianterreno vicino alla cucina, tecnicamente usato per gli ospiti. Ashley prima di iniziare a preparare le fa fare un giro della casa, l’altra volta Sole ha avuto modo di vedere esclusivamente il piano terra e rimane piacevolmente sorpresa di vedere che anche la camera della ragazza è molto elegante, spaziosa e ordinata. Non ha tanti fronzoli, ha giusto qualche foto attaccata al muro di lei e quello che Sole pensi sia il suo ragazzo, lei con la squadra l’anno prima, foto in compagnia dei suoi, di sua nonna e qualche poster di squadra di calcio, con giocatrici femminili che le piacciono particolarmente. Agli occhi di Sole non sfugge il poster del Barcellona, sia della squadra femminile, che della squadra maschile. Hanno in comune anche questo, ma non ne hanno mai parlato e lei non si aspettava davvero tutta questa affinità tra loro. 

Restano in silenzio per il tour della casa, Ashley le elenca semplicemente i posti in cui entrano, solo quando sono nuovamente in cucina per preparare le cose da mangiare per la serata, i dolci e le diverse pietanze da gustarsi davanti a un film, iniziano la loro conversazione, è Ashley a rompere definitivamente il ghiaccio e l’imbarazzo che si era creato. 

«Ti sono già arrivate le lettere d’ammissione?» le chiede per cercare per iniziare un argomento che è sicura le accomuni. 

Sole scuote la testa, i suoi ancora non le hanno fatto sapere nulla, il problema è proprio questo, le sue lettere arrivano al suo indirizzo italiano e la posta italiana si sa che non è chissà quanto celere. 

«Tu dove hai fatto domanda?» le chiede poi Sole per non interrompere il dialogo. 

«Futbol Club Barcelona, Futbol club Madrid, Manchester City Women's Football Club, Boston Breakers, Seattle Reign FC, sono queste che mi interessano e che hanno secondo me le migliori squadre di calcio femminili, tu?» le chiede a sua volta, curiosa di scoprire in quali la ragazza ha fatto domanda.

«Le stesse tue, ho aggiunto solo il Paris Saint-Germain Football Club e alcune squadre italiane, ma non credo di voler giocare in Italia, il mio sogno è poter entrare nel Barcellona, infatti quando mi sono fatta male ho visto il mio sogno infrangersi, io la domanda l’ho mandata lo stesso, ma non credo che mi prenderanno senza avermi vista... tenterò il prossimo anno.» ammette dispiaciuta, ancora una volta si ritrova a pensare che sta confidando ed esternando le sue paure per la prima volta proprio con Ashley. 

«Anch’io vorrei andare al Barcellona, anzi andrò al Barcellona, stamattina mi è stata confermata l’ammissione. Spero che possa entrarci anche tu, te lo meriti Sole» le dice con onestà e le sorride, Maria sole sorride a sua volta e poi abbassa lo sguardo leggermente rossa in viso, è la prima volta che la sua compagna di squadra le fa un complimento così esplicito ed è felice, ma ora non sa che altro aggiungere per essere banale, rendendosi conto che dovrà necessariamente esserlo nel farle i complimenti. 

«Complimenti capitano, te lo meriti davvero, io senza di te in campo mi sento persa, perciò nessuno meritava quanto te quel posto» le dice sincera, lo pensa davvero, Ashley è una giocatrice fantastica e i suoi cross, passaggi, sono decisivi per lei o Cloe che è l’altra punta della squadra, per fare gol. 

«Sole... ascolta, quando sei arrivata in squadra ti ho giudicata male, credevo fossi la classica ragazza raccomandata, con la puzza sotto il naso che nella vita non ha mai mosso un dito, la classica ragazza perfetta che ha sempre avuto la strada spianata... avevo capito tutto eh? Invece poi ho capito quanto hai sofferto, immagino che non sia stato facile per te affrontare la morte di tuo fratello e questo mi ha fatto capire che persona fossi, io non credo che sarei riuscita a riprendermi da un colpo del genere come hai fatto tu.» 

«Non è stato facile, per niente. Ho vissuto mesi in cui lo cercavo ancora per casa, vedere la sua sedia vuota durante i pasti, il suo letto vuoto... ultimamente è vero viveva a Roma, ma nei week end era sempre a Pescara e pensare che non sarebbe mai più tornato, mi ha lacerato il cuore, piangevo tutte le notti, avevo anche pensato di smettere di giocare, sono stata in cura da una psicologa, ma nemmeno lei è riuscita ad aiutarmi più di tanto! Venendo qui pensavo di ricominciare, cambiare città e non avere nessuno che conoscesse il mio passato pensavo mi potesse aiutare e invece... tutto il mio dolore è venuto nuovamente fuori, non potevo nascondere chi ero, non potevo non dire che avevo un fratello. Io non ho mai smesso di sentirmi in colpa per la morte di Tommy, ma ora che ne ho finalmente parlato con te, mi sono liberata da un peso che mi opprimeva....» le dice come un fiume in piena, è così bello parlare con Ashley che solo ora se ne rende conto. 

«Credo che avessi bisogno di parlarne, di ammettere che fosse morto per iniziare nuovamente a vivere.» continua poi, vedendo che la ragazza davanti a lei non dice ancora nulla, si limita semplicemente a guardarla. 

In realtà Ashley non sa che cosa dirle, ogni volta che la sente parlare di Tommy, anche ora che Maria Sole le ha aperto nuovamente il cuore parlandole delle sue sofferenze, si rende conto che ha davvero sbagliato tutto con lei e vuole cercare di rimediare. Sole è una ragazza fragile, tanto fragile, che ha dovuto affrontare qualcosa di molto più grande di lei. Ashley stessa non riesce ad accettare la morte di sua nonna, non osa immaginare quanto sia difficile accettare la morte di un fratello, sangue del tuo sangue, con cui hai condiviso tutto, come nel loro caso. 

«Scusa Sole. Ti va di ricominciare da qui e ora?» le chiede poco dopo, riprendendosi dai suoi pensieri e capendo che vuole chiedere scusa, che deve chiedere scusa e ricominciare, non può rimediare cancellando le cattiverie gratuite che si sono dette a vicenda, ma sicuramente possono ricominciare il loro rapporto da questo preciso istante. 

«Certo che voglio ricominciare, ti devo chiedere anch’io scusa per non essermi fatta ben volere, immagino che devo essere sembrata una pazza e una persona con la puzza sotto il naso, probabilmente ora che ci penso se mi guardassi con i tuoi occhi mi starei antipatica, tenermi tutto dentro mi ha portato ad allontanarmi dalle persone, a cercare di non avere legami stretti per non soffrire ancora... è per questo motivo che ho lasciato Nick» le confessa e Ashley immaginava che si fossero lasciati, ma non sapendo il motivo poteva solo presupporlo e ovviamente non era corretta l’opinione che si era fatta. Lei stessa si ritrova a confidarsi a sua volta, le dice del suo ragazzo che è al collage e di come sente la sua mancanza, che a volte vorrebbe lasciarlo perché sono sempre lontani, lei odia i rapporti a distanza, che vorrebbe stringerlo e averlo vicino nei momenti difficili, come per esempio durante la malattia di sua nonna, ma non è stato sempre possibile. Le racconta del suo rapporto difficile con sua mamma, di come lei non abbia mai veramente accettato che giocasse a calcio e volesse fare questo della sua vita, sperava e ancora oggi spera che cambi idea per dedicarsi a prendere una “vera laurea” come dice ogni volta per rinfacciarle le sue scelte, il come ad oggi l’abbia accettato, grazie a suo padre e sua nonna, la quale l’appoggiava in tutto ciò che faceva, contava solo che lei fosse felice. Ashley in campo si sente davvero se stessa, proprio come succede a Maria Sole. Le confessa che sua mamma la vorrebbe più femminile, considera il gioco del calcio uno sport per maschi e non sopporta vederla in pantaloncini e maglietta sportiva, ha l’armadio pieno di vestitini, che sua madre puntualmente le compra per farla sembrare più femminile. Le confessa che lei adora vestirsi elegante, ma le piace anche stare in tuta e con i capelli legati, a volte uscirebbe anche senza truccarsi. C’è stato un periodo che la mamma di Ashley ha pensato che le piacessero le donne e che il suo ragazzo fosse solo una copertura, solo la sfuriata della nonna, le ha fatto capire che stesse dicendo una fesseria e che il suo fosse solo uno stupido pregiudizio. 

Sole ora che la conosce meglio, che sta ascoltando la sua storia, capisce di essersi anche lei totalmente sbagliata sul conto della ragazza. Non è facile non sentirsi accettate dalla propria madre, sentirsi sempre giudicata, lei non lo sopporterebbe. Solo ora capisce che entrambe hanno sofferto molto, forse Ashley anche più di lei, lei fino alla morte di Tommy ha avuto una vita perfetta, a parte i rimproveri dei suoi nonni che non l’hanno mai considerata, lei per loro semplicemente non esisteva. Ma Sole, grazie a Tommy riusciva a non pensare, a non prendersela per le cattiverie dei suoi nonni, tra l’altro, nonostante lui fosse il preferito, non lo sopportava, perché non concepiva che trattassero la sua sorellina così, che facessero distinzioni tra loro. Lei quindi, nonostante tutto, è sempre stata felice, Ashley no, immagina quanto si possa sentire sola alle volte, esattamente come si sente lei. 

Si confidano ancora mentre cucinano pancake, waffle, pop corn, patatine fritte, posizionano già davanti alla tv tutte le cose da bere e le cose già preparate. Ordinano la pizza per le 20:30 e continuano a chiacchiere fino a che un’ora dopo arriva il resto della squadra. 

La squadra nel trovare già Maria Sole si stupisce, ma in realtà sono ben felici della cosa, ciò non può che giovare per le ultime partite, di recente tra Sole che si è fatta male, la morte della nonna di Ashley, non hanno giocato al massimo delle loro potenzialità e la seconda in classica le ha raggiunte notevolmente, ora sono a due punti da loro, devono vincere perciò a ogni costo le ultime partite se vogliono alzare la coppa per il quinto anno consecutivo.

Iniziano il pigiama party guardando un film romantico, anche se Maria Sole non ama particolarmente i film troppo smielati, non li ha mai sopportati più di tanto, ma le piace stare in compagnia e quindi non le importa che film guardino. 

Le sue serata ideale poi sono davanti alla tv a sgranocchiare qualcosa da mangiare, caramelle, dolci di ogni genere, patatine fritte, pop corn, a volte si stupisce, da quanto mangia, di essere così magra, è una delle poche cose che apprezza di se stessa. Chiunque ha sempre invidiato questa sua qualità. 

Con ancora tante cose da mangiare si spostano poi in camera di Ashley, si infilano il pigiama e si mettono tutte dentro il loro sacco a pelo. 

«Propongo un gioco: ognuna di noi deve rispondere a una domanda che viene posta e deve rispondere in modo sincero o fa la penitenza» propone Marianne, la più spigliata del gruppo, le vuole sempre sapere tutto di tutti, è davvero una suocera, tanto che il suo soprannome è proprio “la suocera Marianne”, tra l’altro sa sempre ogni cosa, conosce i pettegolezzi di tutti a scuola. 

«Inizio io. A quanti ragazzi avete detto ti amo?» lei al momento non è fidanzata, si è lasciata da poco, ma è stata fidanzata per tanti anni con un ragazzo, ma che ormai era diventato più che altro un fratello, non c’era più il legame di una volta, subentrando la routine si sono allontanati. 

Cloe non l’ha mai detto a nessuno, Sole si sente rassicurata perché nemmeno lei l’ha mai detto, al contrario della ragazza però ha sentito la necessita di dirlo, ama Nick, solo che non gliel’ha mai detto. Juliet l’ha detto solo una volta, a un ragazzo che ama molto, ma che non la meritava. Ashley l’ha detto anche lei una sola volta, al suo attuale ragazzo, l’unico che abbia mai avuto in realtà, tanto che a volte sente anche lei che è arrivato il momento di lasciarlo, che forse non lo ama più come una volta. Sente che tra loro stia precipitando tutto, sono arrivati al classico bivio: o si lasciano o si sposano e lei non è ancora pronta per sposarsi. Camilla ha avuto più di un ragazzo, è stata innamorata più volte. 

Tutte con la loro storia si confidano, ridono nel condividere le loro esperienze, anche quelle più buffe. 

«Quindi Sole non hai mai detto a Nick che lo ami? Pensavo davvero che tra voi sarebbe durata» le chiede Marianne, lei oltre a sapere tutto di tutti, ha sempre presentimenti se durano o meno le diverse storie, pensava davvero che tra loro due sarebbe durata. 

Maria Sole scuote la testa, ma subito dopo ammette che in realtà lo ama. Lei viene spontaneo confidarsi con loro. 

«Credo che non sia il caso di tornare insieme comunque, non ora.»

Non vuole tornare con lui, di questa è certa, lo ama, ma per una volta vuole pensare a sé, vuole trovare la sua strada, affermarsi. Se il sentimento per Nick rimarrà immutato e lui saprà aspettarla, magari si poteranno rincontrare più avanti e ricominciare insieme il loro percorso. 

«Secondo me fai bene» le dice Camilla, restando sul vago e abbassando subito gli occhi, non è in grado di dire le bugie la ragazza e si capisce immediatamente se sa qualcosa che non sa se rivelare o meno, anche Maria Sole ha imparato a conoscerla abbastanza bene da sapere ciò. 

«Cami che cosa sai?» le chiede, se da una parte non vorrebbe saperlo, dall’altro vuole conoscere la risposta. 

«Ieri l’ho visto con una ragazza, non è della nostra scuola, non l’ho mai vista prima» confessa, pentendosi subito dopo, non vuole far stare male Sole, non dopo aver ammesso di amare il ragazzo. 

«È giusto così... io l’ho lasciato e non deve di certo aspettare me o io che mi libero dai miei traumi» ci è rimasta male, lo deve ammettere, ma dall’altra parte sente che sia giusto così. Egoisticamente parlando sperava che lui l’aspettasse, che gli dicesse che avrebbe aspettato che lei si fosse ripresa totalmente dalla morte di suo fratello per accoglierla nuovamente nella sua vita, ma sa benissimo che Nicholas è un ragazzo con le sue esigenze, con tanta voglia di vivere e conoscere persone, non vuole di certo privarlo di conoscere altre ragazze per aspettare lei, non sarebbe giusto e nemmeno glielo chiederebbe mai. 

«Ma non parliamo di quel don Giovanni di Nick!!!! Se dobbiamo parlare della squadra maschile, parliamo di Thomas, lui si che merita la nostra completa attenzione. Piuttosto ditemi la vostra classica della squadra maschile, facciamo le pettegole per una volta.» Juliet avendo intuito i pensieri di Sole, la quale ormai inizia a conoscerla abbastanza bene da sapere cosa le passi per la testa, cambia subito argomento, per non far dispiacere la sua amica. Maria Sole è felice di ciò e le sorride per aver cambiato argomento. Non le piace che Nick abbia una fidanzata questo è certo, ma non vuole farsi rovinare la serata e si concentra sulla serata, per la prima volta si sente bene e non vuole rovinare tutto con pensieri negativi. 

Si ritrovano tutte a dare giudizi sulla squadra maschile, stilando una classifica, con Lee in testa, Thomas subito dopo e Nick al terzo posto. La cosa le diverte talmente tanto che ampliano la classifica all’intero istituto, ritrovandosi a spettegolare su ciò che accada alla Eagles high school fino a notte fonda, tanto che guardando l’ora e accorgendosi che sono le 4 di notte, si ripromettono di dormire o l’indomani per l’allenamento sono tutte morte di sonno e Luke per punizione aumenta loro gli esercizi, non le fa certo non allenare. 

Maria sole non riesce subito a prendere sonno, ripensa alla serata appena trascorso e nonostante la notizia di Nick, per la prima volta si sente davvero parte integrante della squadra, per la prima volta sente di essere veramente felice, senza sensi di colpa, si sente felice e basta. Forse è questo tornare a vivere, forse è sentirsi felici senza un motivo apparente e sapersi godere il bello della vita, che è racchiuso da piccoli momenti, come un pigiama party tra amiche, che rende vivi. Lei non lo sa ciò, ma sicuramente se è così, lei non si è mai sentita così viva. 

 

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Capitolo 15
*** La finale ***


CAPITOLO QUINDICI 

 

Barcellona, ore 11:00 a.m.

 

“Alvaro, devi tornare alla Eagles high school e guardare giocare dal vivo questa ragazza” il presidente del Barcellona, schiaccia di nuovo play per far vedere anche al signore di nome Alvaro ciò che ha appena visionato lui. Una giovane atleta, che corre con classe ed eleganza, si sacrifica al centro campo per aiutare le sue compagne di squadra, una giovane atleta, che nonostante la stanchezza, nonostante manchino pochi minuti allo scadere delle secondo tempo supplementare, prende pallone al centro del campo e corre per raggiungere la rete, per poi segnare il gol della vittoria. Una giovane atleta che oltre il talento, mette passione in ciò che fa. Il calcio non è solo impegno fisico, mentale, non è solo bravura, ci vuole anche passione, determinazione, voglia di mettersi in gioco, amare ciò che si fa. Quella giovane atleta, si vede che possiede una grande passione per ciò che fa, lui ha bisogno di persone così motivate nel suo team.

“Questa ragazza deve essere ammessa alla nostra scuola calcio, la nostra squadra femminile ha bisogno di giovani promesse come lei, perché non è tra noi? Perché l’abbiamo esclusa?” Chiede sempre rivolgendosi all’uomo alto con i capelli scuri, ora seduto al suo fianco a guardare il video. 

“Maria Sole Contini, ma certo, mi ricordo che sarei dovuto andare per osservare anche lei, ma era infortunata quel giorno e non avendola vista giocare all’ufficio ammissioni è stata esclusa”

“Be, il campionato scolastico a Boston non è ancora finito, quindi torna all’ultima di campionato e accertati che giochi bene come in questo video, se è così, la voglio in squadra.” Gli dice serio e deciso, non lasciando modo ad Alvaro di replicare. Egli annuisce e va a fare subito il biglietto per Boston, per poi contattare l’allenatore della ragazza e informarlo della sua presenza per l’ultima di campionato.

 

 

 

Alla Eagles high school si respira aria tesa, sono tutti agitati, nervosi per l’ultima partita di campionato ormai alle porte. Avrebbero dovuto vincere la precedente partita per assicurarsi la vittoria del campionato con una partita di anticipo, ma non ci sono riuscite, hanno concluso con un pareggio e ora devono giocarsi tutto nell’ultima partita e vincerla. 

Tra l’altro come ultima partita é capitata proprio quella con la squadra seconda in classifica, a ormai un punto da loro. 

Entrambe le squadra vogliono vincere, non sarà per niente una partita semplice da giocare.

Le Eagles si stanno allenando duramente, più del solito, quasi a non avere più una vita sociale, a parte la scuola e i compiti.

Maria Sole sono settimane che non esce, é chiusa in camera a studiare per le ultime verifiche ed esce esclusivamente per allenarsi per la partita. La consola sapere che anche il resto della squadra é in queste condizioni, Ashley vuole uscire con il massimo del punteggio, per sua soddisfazione personale e studia anche poco prima di scendere in campo, Sole e Juliet mangiano in camera per non staccare dai libri per troppo tempo. 

Sono settimane infernali, ma nonostante ciò, Sole si sente bene. Per la prima volta in vita sua sta facendo qualcosa per se stessa, ma soprattutto sta cercando di ritrovare se stessa. Non è più la ragazza che è arrivata a Boston, non è più quella ragazza che fingeva che andasse tutto bene per non ammettere di stare male, da non accettare la morte di suo fratello. Nelle ultime settimane é cambiata molto, ha cercato di fare ciò che più amava ma non per fare contenti gli altri o perché doveva farlo, ma perché le andava a lei di farlo. Ha pensato al bene della squadra e si è impegnata affinché riuscissero a vincere le ultime partite. Non ha pianto quando, al Barcellona l’hanno respinta, ha preso la notizia con diplomazia, pensa a Tommy che le avrebbe sicuramente detto: “il fiore che nasce nonostante le avversità è il più bello e il più raro di tutti”per tirarla su di morale citava sempre il suo film d’animazione Disney preferito, Mulan. Tommy andava matto per Mulan, da bambino l’avrà guardato mille volte e Maria Sole si scocciava invece di guardare sempre lo stesso film e gli faceva i dispetti per andare fuori a giocare a calcio insieme a lui. 

Maria Sole vuole imparare a brillare nonostante le avversità, nonostante ormai sappia che la vita mette sempre in ginocchio, che ci sarà sempre una nuova sconfitta, ma anche una nuova rinascita, dalle ceneri, se si vuole, si può rinascere più forti di prima, proprio come le fenici, che dalle proprio ceneri rinascono sempre. Maria Sole adora le fenici, in realtà le adora da quando ha letto la saga di Harry Potter, ma mai fino a quel giorno ha preso ispirazione da esse. Ora vuole iniziare a farlo. A ogni delusione, a ogni sconfitta, raccoglierà le sue ceneri e rinascerà.

 Ha ricevuto diverse lettere d’ammissione, tra cui quella del Paris saint Germain football club, la sua seconda scelta in caso di rifiuto dal Barcellona e sta pensando di accettare, fare esperienze nuove, di viversi questa avventura a livello professionistico e se poi vorrà, riproverà a far domanda per Barcellona. 

Ha le idee molto chiare, ma non sa ancora che qualcosa di inaspettato deve ancora succedere.

È completamente ignara di quel video, non ne è mai venuta a conoscenza, al contrario dei suoi genitori e di Ludovica, ed é il motivo per cui le dicono di aspettare ad accettare, per valutare bene ogni offerta e capirne i pro e i contro, non deve infondo rispondere subito, a tempo fino a metà agosto, quando si chiuderà il calciomercato e lei deve aver fatto la sua scelta e firmare il contratto.

Sole ancora non sa che il talento scout del Barcellona tornerà per vederla giocare, Luke non le ha ancora detto niente, non sa esattamente quando dirglielo, se poco prima della partita o qualche giorno prima, non vuole di certo farla agitare a poche ore dalla partita, ma non vuole nemmeno che la ragazza si spaventi e abbia paura di allenarsi perché teme di farsi nuovamente male. Sa che deve prendere una decisione e così alla fine decide di dirglielo il venerdì, dopo l’ultimo allenamento, prima della partita. 

 

 

Venerdì pomeriggio, Maria Sole esce per ultima dal campo, quando è nervosa per qualcosa si ferma per farsi qualche altro giro di corsa o per raccogliere i palloni e rimetterli nei cesti, anche se non aspetta a lei farlo, così Luke l’avvicina per parlarle.

«Maria Sole vorrei dirti che per la partita di domani ci sarà il talent scout del Barcellona, torna per vedere te, mi ha chiamato una settimana fa per dirmelo, non sapevo se dirtelo subito e ho optato per oggi.» le dice sorridendo, immagina che la ragazza ne sia felice, ha imparato a conoscerla abbastanza bene da sapere che ora si agiterà parecchio, ma che infondo é estremamente felice per questa seconda possibilità che le stanno offrendo. 

«Come mai hanno deciso di tornare?» chiede decisamente incredula, non sa davvero che cosa dire, che cosa fare, istintivamente vorrebbe abbracciare Luke, ma la sua parte razionale, la ferma nel fare gesti spropositati. 

«Questo non lo so, ma so che verranno... quindi ora vai in camera, ti rilassi, niente corsa serale, ti vai a prendere qualcosa da mangiare e vai a dormire chiaro?» anche se sa che non c’è bisogno di dirglielo, nelle ultime settimana ha visto una nuova Sole, motivata, ancora più determinata a farcela, una Sole maturata, che pensa più al bene della squadra, che ha smesso di farsi accettare, di far vedere cosa sa fare, ma disposta invece a sacrificarsi ancora di più per far vincere loro il campionato, ha visto la Maria Sole che l’ha conquistato, decidendo di averla tra le Eagles.

Maria Sole segue alla lettera le istruzione del mister, talmente tanto previdente di avere quasi paura di camminare per arrivare al campus, per poi prendersi un’insalata e un grande hamburger per prendere energia e accedendosi la tv per guardare un film, in compagnia di Juliet. 

Il giorno seguente Maria Sole si alza molto presto, ha dormito molto bene durante la notte, non ha avuto incubi o pensieri riguardanti la partita e questo ha fatto sì che riuscisse a riposare bene. Ora è agitata, parecchio agitata però... ha talmente lo stomaco chiuso che non riesce nemmeno a mangiare. Si ritrova al tavolo con resto della squadra e nota di non essere la sola ad essere tesa, nessuno parla e tutti ci mettono parecchio per finire la loro colazione. Sole guarda la sua squadra e capisce che non è sola, che non lo è più e che doveva solo accorgersene.

Nonostante sia parecchio nervosa, si sente anche positiva e non sa ancora quante novità l’aspettano in un solo giorno. 

Lega i capelli in una coda di cavallo, prima di infilarsi la maglietta guarda il numero scritto dietro alla sua maglia e istintivamente pensa a Tommy, a quanto vorrebbe che fossi presente per vederla, ma sa anche che in un certo senso lui è presente, perché lo è sempre nei suoi pensieri, come lo è nel suo cuore e una persona finché è ricordata, finché possiede un pezzo, un solo pezzo di cuore di un’altra persona, non muore mai davvero. Ora Maria Sole lo sa, l’ha capito ora.

Il cielo é grigio, ma non dovrebbe mettere pioggia, in campo tutti lo sperano, giocare con la pioggia é impossibile, rende la visuale appannata e il campo scivoloso, perciò si ritrovano a scongiurare e pregare che almeno il tempo sia clemente, le Eagles, come anche le ragazze dell’altra squadra, la Delfin high school del Texas.

L’arbitro fischia l’inizio della partita, il primo possesso palla é della squadra avversaria, avendo vinto il sorteggio con la moneta, Ashley e il capitano delle Delfin si stringono la mano e la partita inizia ufficialmente. 

La squadra avversaria, tiene la palla fino al centrocampo, ma poi viene fermata da Lauren, passandola subito verso Marianne, la quale avanza palla al piede, sta per passarla a Ashley, ma viene fermata, il suo passaggio è stato facile da intuire, la palla é nuovamente delle avversarie, le quali cambiano prontamente gioco, avendo capito che con Lauren non passano. Si spostano sulla fascia sinistra, con passaggi veloci e precisi, riescono ad arrivare in aria di rigore e l’attaccante tira, ritrovandosi quasi sola davanti alla porta, ma il portiere delle Eagles riesce a deviare il tiro. Calcio d’angolo per le avversarie.

Maria Sole raggiunge le sue compagne in difesa, ognuna di loro marca una ragazza avversaria, per evitare che saltino al Cross della loro compagna e segnare. Ecco il Cross, é ben fatto, ma nessuna delle Delfin riesce a prenderla di testa, a prenderla é invece Juliet, che la spazza via decisa, Ashley e Sole corrono in direzione del pallone, Ashley riesce a prenderlo, approfittando che le avversarie sono tutte nella loro area di rigore. Corre, con Sole al suo fianco, pronta prendere la palla, in caso di passaggio, Ashley ora è di nuovo presa di mira da una delle Delfin, così passa la palla a Maria Sole, facendola passare sotto le gambe della ragazza, Sole é pronta, ma non si accorge di essere in fuori gioco, così pur avendo preso la palla ed essere pronta a tirare, l’arbitro fischia. 

Si ricomincia dal portiere delle Delfin. Rinvia lungo, ma è Marianne a colpirla di testa, Lauren riesce a metterla a terra e la passa a Sole, la quale prontamente la passa ad Ashley e scatta in avanti, Ashley sorpassa due avversarie, crossando al limite del calcio d’angolo a Maria Sole, la ragazza stavolta ben attenta a non finire fuorigioco, stoppa la palla con grande precisione e tira, colpendo l’angolo alto della porta avversaria. Ed é gol. 

1 a 0 per le Eagles, le quali però sanno che non è ancora finita, anzi, è appena iniziata. 

Maria Sole é talmente concentrata a giocare, che si è dimenticata del talent scout, non ha nemmeno alzato gli occhi verso le tribune, quindi non sa che ci sono i suoi genitori, venuti per vedere la finale della figlia, non se la sarebbero persa per nulla al mondo, ma ovviamente le hanno voluto fare una sorpresa e non farla preoccupare, sanno che per quanto stia cercando di accettare finalmente la morte del fratello, ancora non è totalmente in grado di accettare le promesse, specie se ciò equivale a mettersi in viaggio per vederla giocare la finale. 

Ora il possesso palla è della squadra avversaria, le quali non si sono lasciate scoraggiare dal gol,  in un perfetto sangue freddo non smettono di attaccare, arrivando vicine al pareggio per ben due volte.

Luke grida dalla panchina alla difesa di chiudersi di più, chiede anche al centro campo di aiutare in difesa, non riuscendo a sostenere i dribbling della più giovane delle Delfin, che oltre a essere veloce, tirare anche con estrema potenza, perfino i passaggi sono sempre precisi e potenti. 

Maria Sole anche va ad aiutare verso la divisa, ma ciò non aiuta, perché a cinque minuti dalla fine del primo tempo, arriva il pareggio delle avversarie.

Tornate nello spogliatoio, Luke le motiva a continuare così come stanno facendo.

«Sole, Ashley sfruttate il contropiede, aiutate tutte in difesa, per poi ripartire appena ottenuta la palla, un po’ come avete fatto prima e correte, correte, correte, fate stancare le avversarie, se siete stanche voi fate girare il pallone come una trottola, loro si stancano, voi prendete tempo, ricaricate le energie e sfruttiamo la cosa a nostro favore.» Luke stesso sa che non è una partita facile, ma ripone anche enorme fiducia nella sua squadra, sa che possono vincere.

«Forza Eagles» dice Ashley quando Luke finisce di dare direttive sullo schema da utilizzare per il secondo tempo, mettendo la sua mano al centro, aspettando che le altre facciano lo stesso con le loro. Una ad una posizionano le proprie su quella del loro capitano e poi ripetono “Forza Eagles” alzandole al cielo, é il loro modo per motivarsi, per prendere la carica e tornare in campo con più grinta. Funziona sempre, perché ognuna di loro, adesso é più determinata che mai a portarsi a casa la vittoria.

Le Eagles attaccano per poter segnare il gol del vantaggio, ma allo stesso tempo si chiudono tutte in difesa quando sono le avversarie ad attaccare. Il secondo tempo é davvero combattuto, nessuna delle due squadre vuole che l’altra si porti in vantaggio, ma nemmeno far rimanere il punteggio sul pareggio, questo significa tempi supplementari e poi calcio di rigore se la situazione non si sblocca, nessuno vuole arrivare a tanto, i calci di rigore sono come la lotteria e non sempre vanno a vantaggio di chi se lo merita davvero.

Rimangono con il punteggio invariato gran parte del secondo tempo, fino a quando le Eagles non riescono a sfruttare un contropiede, come suggeritogli dal loro mister. Giorgia, difensore delle Eagles riesce a togliere la palla alla avversaria, entrando in scivolata, Lauren arrivata per aiutare le compagne, prende la palla che la sua compagna di squadra é riuscita a togliere, corre in avanti e la passa a Marianne, che la ripassa con estrema velocità a Ashley, la quale fa segno a Sole di non andare subito verso l’area, infatti la ripassa a Lauren che è scattata in avanti, poi di nuovo verso Marianne che intanto é sulla fascia destra, pronta a crossare verso Maria Sole, non sanno nemmeno loro cosa stiano facendo di preciso, non hanno mai provato un’azione del genere e non sanno se funzionerà, ma ci vogliono provare, devono improvvisare se vogliono vincere.

Marianne la passa a Sole, che è vicino l’angolo destro, deve entrare ora in area di rigore, ma due delle avversarie non la fanno passare, riesce a schivarle portandosi indietro la palla e riprendendola prima che qualcun altro possa arrivarci, lo fa con eleganza e destrezza, tipici di lei, di quando si impegna seriamente in ciò che ama, incurante delle difficoltà. Riesce nel suo intento e arriva sola davanti alla porta, sta per tirare, ma il portiere delle Delfin si lancia per toglierle la palla, lo fa ingenuamente colpendo Sole e facendola cadere a terra, assegnando il calcio di rigore alle Eagles. 

Mancano 60 secondi alla fine del secondo tempo, le Eagles hanno una possibilità di portarsi in testa e vincere la partita.

«Ash tocca a te» le dice Maria Sole, indicandole il dischetto per tirare il rigore.

«Non se ne parla nemmeno, tu ti sei procurata il rigore e tu lo tiri.» le fa eco il suo capitano, spronandola a tirarlo lei.

«La rigorista é Cloe non io»

«Vedi Cloe in campo? No, tocca te, é il tuo momento Sole, fai vedere a quel talent scout che è venuto solo per te di che stoffa sei fatta, puoi farcela.» le dice ancora, cercando di farle passare il momento di ansia, capisce che non è facile tirare il rigore che potrebbe essere quello decisivo, ma crede nella sua compagna di squadra. Le fa alzare gli occhi verso gli spalti, avendo visto i suoi genitori.

Maria Sole finalmente alza gli occhi verso lo stadio e li vede. I suoi genitori, con Ludovica. Sono lì per lei, per vederla vincere, per festeggiare insieme a lei e hanno un cartellone con sé, che hanno alzato appena Maria Sole li ha notati: “Tu sei il nostro sole, il nostro unico raggio di sole” calde lacrime di gioia iniziano a rigarle il viso, comunque vada, é felice. Lo è davvero.

Come se non bastasse l’orologio segna le 17 in punto, il cielo da uggioso, si sta aprendo e un leggero raggio di sole fa capolino tra le nuvole. 

Maria Sole lo vede e lo prende come un segno, le piace immaginare che sia Tommy che dall’alto la sta guardando tirare il calcio di rigore decisivo, le piace immaginare che lui le voglia infondere coraggio. 

Sono le 17 e la ragazza con la maglia numero 17, si sta prestando a tirare dal dischetto, prende la rincorsa e tira, tira con tutta la forza che possiede, con il suo scopo di centrare la porta. Non chiude gli occhi mentre il pallone si alza e sembri che rotoli verso la porta avversaria e lo vede insaccarsi in rete. 

2 a 1. Sono in vantaggio. 

Si ritrova tutte le sue compagne ad abbracciarla felice, a festeggiare, urlare.

Il pallone è di nuovo al centro campo, le avversarie di prestano a battere, ma non fanno nemmeno in tempo a finire l’azione, che l’arbitro fischia la fine della partita.

Le Eagles hanno vinto, vincono il campionato per la sesta volta conseguiva. 

Si abbracciano, festeggiano, saltano e corrono verso il resto della loro scuola in festa per farsi acclamare, Luke è con loro a congratularsi con ognuna di loro, non ci riesce a credere dalla felicità, ma sapeva sin dall’inizio di aver un gran gruppo.

É Ashley che poi va a prendere la coppa, le altre della squadra sono già sulla pedana di legno ad aspettarla, si continuano ad abbracciare, a festeggiare, nel loro viso e nelle loro risate si respira aria di felicità, di quella pura e semplice.

Raggiunta nuovamente la squadra, Ashley alza la coppa al cielo, seguita da tante stelle filanti che invadono il campo e i loro capelli, mentre il boato dello stadio esplode nuovamente a festa. Loro si ritrovano a saltare, a cantare l’inno. Sono euforiche.

Maria Sole è euforica, non si è mai sentita così in tutta la sua vita. Con la coppa in mano, guarda in alto e manda un bacio verso il cielo, verso Tommy. 

«Ovunque tu sia fratellone, grazie di tutto.»

E sa che in quel preciso istante, sta lasciando andare via tutti i sensi di colpa, la sofferenza, il dolore che non le permetteva più di vivere, sa che per la prima volta dopo due anni, é tornata a vivere, a vivere davvero. Nel suo cuore ormai c’è una nuova consapevolezza, suo fratello non l’abbandonerà mai.

 

Nello spogliatoio si ritrovano nuovamente a cantare e festeggiare mentre si fanno la doccia e si cambiano, passandoci dentro più di un’ora abbondante. 

Ma è così bello il sapore della vittoria, il sapore del successo, la consapevolezza che dopo tanti sacrifici, dopo un intero anno a sudare e correre, finalmente ce l’hanno fatta.

Maria Sole raggiunge poi i suoi genitori e la sua migliore amica, la quale la stanno aspettando per abbracciarla e congratularsi con lei, sua madre e Ludovica si sono commosse quando hanno visto la palla entrare in rete, suo padre anche ma ha finto di non esserlo per non darlo a vedere, é un duro lui, non ammetterebbe mai di piangere, é orgoglioso proprio come sua figlia. 

«Tommy sarebbe orgoglio di te piccola mia e anch’io.» le dice suo padre stringendola forte a sé e dandole un bacio, Sole assapora il profumo del suo dopobarba e gli sorride felice.

«Tommy é orgoglioso di me, lui oggi era qui, lui é qui» toccandosi il cuore e guardando i suoi finalmente con un sorriso.

L’abbracciano entrambi, unendosi in un abbraccio sincero e pieno d’amore, un abbraccio che solo i genitori possono darti, di amore puro, vero.

Sole fa unire al loro abbraccio anche Ludovica, la quale é parte integrante della sua famiglia, é come una sorella per lei e deve far parte di un momento così speciale.

Vengono interrotti da talent scout che vuole parlare con Maria Sole.

Lei alza gli occhi verso di lui, spostandogli verso la sua famiglia e poi verso Luke. Per un attimo, un solo attimo si era quasi dimenticata del Barcellona, ma ora il pensiero torna prepotente a occuparle i pensieri e si presenta gentilmente al signore davanti a lei, sperando che le porti buone notizie.

«Il video che abbiamo visto non è paragonabile alla sua bravura dal vivo» gli dice presentandosi a sua volta e stringendola la mano.

«Grazie mille signor Pérez» arrossendo a quel complimento, ma ora vuole sapere cosa si deve aspettare.

«Come saprei la sua richiesta é stata respinta, ma provvederò io stesso a mandarle una nuova lettera di ammissione, intanto le comunico in via ufficiosa, che a settembre l’aspettiamo al Futbol club Barcellona.»

Non riesce a crederci, non riesce nemmeno a dire nulla di sensato, tutte le parole non vogliono uscire, ma i suoi occhi, i suoi occhi che improvvisamente hanno preso a brillare, esprimono perfettamente il suo stato d’animo.

Ad Alvaro Pérez non serve altro per capire che la ragazza ha accetto e che la vedranno a settembre.

Maria Sole talmente é felice che vorrebbe abbracciare il signore davanti a sé, ma quel poco di lucidità che le resta, il suo carattere infondo riservato, la frenano nel fare quella figuraccia e si limita a porgergli la mano e ringraziarlo nuovamente per l’opportunità che gli stanno offrendo.

«Ci vediamo a settembre signor Pérez» dice per salutarlo.

Una volta che lui si è allontanato, salta letteralmente in braccio a suo padre, il quale felice almeno quanto lei, la stringe a sua volta, sollevandola leggermente da terra. Ancora una volta si ritrova con le lacrime agli occhi, ma le scaccia prontamente per non farsi vedere piangere. Anche Maria Sole sta piangendo, ma sono senza dubbio lacrime di gioia, dopo tanta sofferenza, dopo tanto dolore, il suo volto é rigato dalle lacrime si, ma lacrime che segnano oltre che il suo viso, l’inizio di un nuovo sogno, del suo sogno di bambina.

Luke pure si congratula con la ragazza, la quale solo dopo aver comunicato la notizia al resto delle Eagles che l’hanno raggiunta e congratulandosi, che si ricorda le parole del talent scout.

Ha parlato di un video, a che video si riferisce?

Si volta verso i suoi genitori e Ludovica per chiederglielo, non sa perché ma pensa che ci sia lo zampino di quei tre.

«É un video che ho ritrovato nel computer di Tommy, l’altro giorno mi si è rotto il mio pc e ho riacceso il suo per finire di lavorare e ho trovato un film video con scritto “Per il Fotbol club Barcellona, l’ho aperto e ne ho visto il contenuto... grazie a Ludovica abbia aggiunto dei video recenti e l’abbiamo spedito. L’ho messo nel telefono per fartelo vedere.» le dice sua madre, raccontandole come sono andate le cose, ma Maria Sole ancora non capisce bene cosa le sta dicendo. Lei non ha mai fatto nessun video per il Barcellona con il computer di suo fratello. 

Afferra il cellulare e schiaccia play.

La voce di Tommy, esce dallo smartphone di sua madre, invadendo il cuore di Maria Sole, il quale inizia a battere furiosamente, é da due anni che non ascoltava la sua calda voce.

“Buonasera Fotbol club Barcellona, io sono Tommaso Contini, ma non vi sto mandando questo video per me, ovvio... ma per farvi vedere il talento di mia sorella, Maria Sole Contini le merita di entrare nella vostra squadra e vi assicuro che si merita quel posto più di chiunque altro, non sono di parte, vi lascio guardare con i vostri occhi...” la voce di Tommy cessa e iniziano a scorrere le prestazioni di Sole, sin da quando è bambina e giocava con i pulcini della sua città, lei che a 10 anni correva con la maglia di Messi, smarcandosi altre bambine, mentre giocava a calcio al parco. Lei nella sua precedente squadra, i suoi gol, i suoi Cross, i suoi passaggi, le sue corse per prendere palla e aiutare la squadra che Tommy riprendeva sempre, scorrono sullo schermo, fino ad arrivare a quelli più recenti, che le hanno fatto i suoi genitori e Ludovica le volte che sono venuti a Boston.

A fine video torna la voce di Tommy: “Visto che vi avevo detto... é brava no? Allora non vi resta che realizzare il suo sogno, da quando ha voce che vuole entrare nel Fotbol club Barcellona, questo dice già molto su chi sia mia sorella.” 

Ancora una volta si ritrova a piangere, forse in quel giorno le sorprese belle non devono finire e Maria Sole non vuole nemmeno che finiscano. 

Il suo cuore batte ancora e ancora forte, la voce di suo fratello continua a rimbombarle in testa come una dolce melodia e ancora una volta, si ritrova ad alzare gli occhi al cielo e ringraziarlo, ringraziarlo perché ha sempre pensato prima a lei, al suo bene, al suo futuro, prima ancora che al suo, perché la felicità di Maria Sole era mille volte più importante della sua, viveva per il suo sorriso, viveva per la luce che Maria Sole emanava ogni volta che scherzava, ridevano insieme, viveva per il suo Sole. La sua piccola sorellina che era tutto il suo mondo. E lo stesso é ancora oggi per la ragazza, suo fratello nonostante non ci sia più, rimane il suo tutto, la sua ancora, il suo punto fermo. Il suo intero universo. Anche se lui non c’è più lui è in grado di farla sentire amata e protetta, di farla sentire al sicuro, completa.

Ancora di più si rende conto di quanto abbia sbagliato a lasciarsi morire dentro, suo fratello non avrebbe mai voluto questo, ma ora, ora che lo sa, vivrà per entrambi, tornerà ad essere il suo unico raggio di sole, non ha più paura di brillare.

Con questa nuova consapevolezza, schiaccia nuovamente play per lasciarsi trasportare dalle belle parole del suo fratellone, almeno per un’altra volta.

 

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Capitolo 16
*** Il ballo studentesco ***


CAPITOLO SEDICI 

 

Non è mai stata a un ballo studentesco, in realtà Maria Sole ha sempre desiderato prenderne parte, sognando ad occhi aperti ogni qualvolta che ne prendeva parte qualcuno dalla televisione della sua camera. I vestiti eleganti, l’accompagnatore ideale, la musica, i cocktail, il semplice e puro divertimento per la conclusione di un anno impegnativo, ma sicuramente pieno di soddisfazioni. Un ballo che per molti è l’ultimo, che segna la fine dell’adolescenza e l’entrata nel mondo degli adulti, del lavoro.

Ora che ha la possibilità di realizzare il suo sogno però si rende anche conto che é totalmente negata a ballare, non è mai stato il suo forte, non ha un accompagnatore ideale e non ha nemmeno un vestito adatto per la serata, non è mai stata la classica ragazza da vestiti eleganti e scarpe con il tacco, perciò ora si ritrova sprovvista. 

Per fortuna c’è Mary Kate, che in fatto di vestiti ha veramente buon gusto e ha deciso di accompagnarla a fare shopping. 

Per quanto riguarda l’accompagnatore ne farà a meno, non vuole perdersi di certo il ballo studentesco per questo banale motivo.

Non ha più parlato con Nick, o meglio si sono semplicemente fatti i rispettivi complimenti per i rispettivi traguardi, Maria Sole non ha voluto chiedergli della famosa ragazza, tanto meno Nick gli ha detto qualcosa a riguardo. Spera però che almeno possano tornare a essere amici, a parlare senza quel maledetto imbarazzo di mezzo, che ogni volta torna prepotente a insinuarsi tra loro.

Al suo primo ballo poterà con sé la sua amica Ludovica, la quale é rimasta insieme si genitori di Maria Sole per assistere alla consegna dei diplomi.

Forse il momento della consegna dei diplomi é il momento che Sole attende con più impazienza, deve essere davvero un momento unico e poi sarà pure lei a presenziare al discorso il giorno del diploma, la cosa la lusingata parecchio, anche se la rende anche piuttosto nervosa, non sa ancora bene cosa dire, non ha preparato davvero nulla e la sua mente é totalmente vuota in proposito.

Ora però ci sono cose più imminenti a cui pensare, come appunto scegliere un vestito adatto per il ballo. É in giro con Mary Kate per negozi, la ragazza é veramente una trottola quando fa shopping e Maria Sole riesce a starle dietro a stento, freccia davanti ai negozi dicendo “no questo no” alla velocità della luce, un po’ come Maria Sole riesce a fare in campo.

«Mary vuoi rallentare?» ha decisamente il fiatone e arranca per raggiungerla, al contrario di Ludovica che invece riesce a trotterellare dietro alla ragazza entusiasta, come se non avesse mai visto niente di più bello nella sua vita, alla solo idea di scegliere un vestito per il ballo é eccitatissima e non parla d’altro da giorni.

«Ma che atleta sei se non riesci nemmeno a stare a un passo lento come il mio» le risponde Mary Kate, rallentando di poco la sua andatura, il modo che Sole la possa raggiungere.

«Passo lento? Stai correndo da ore, io mi fermo davanti a un negozio e tu sei già cinque chilometri avanti» la sua voce è ancora ansimante dalla corsa fatta per aver raggiunto le sue due amiche.

«Ti stai lamentando solo tu, Ludovica riesce a stare al mio passo.» ribatte ancora la prima e prendendo Sole sotto braccio, come se fosse una persona anziana che deve essere aiutata ad attraversare la strada: «Ecco vecchietta, così non ti lamenti di non starmi dietro» le dice ancora e Sole non può che scuotere la testa, ma ridere allo stesso tempo, la ragazza riesce davvero sempre a metterla di buon umore, Sole non riesce a capire come faccio o forse se ne stupisce semplicemente, perché sa benissimo cosa le piace della sua amica newyorkese: le piace la sua esuberanza, il suo essere sempre allegra, la sua solarità, é colta, piena di voglia di vivere, ha mille sfaccettature e non è mai banale, come tante persone che ha conosciuto. Mary Kate ogni giorno rivela una parte del suo carattere, ha tante passioni e riuscirebbe a vendere il ghiaccio agli eschimesi per la sua fluente parlantina. 

Continuano a correre superando tanti negozi di vestiti, che però Mary Kate sta scartando dando a ognuno una fugace occhiata, fino a che non arrivano davanti a un enorme magazzino, dall’aria un po’ malconcia, ma entrando al suo interno, si rimane completamente senza fiato dai vestiti. Ci sono vestiti di ogni tipo, di ogni forma e colore.

Sia Maria Sole sia Ludovica restano senza fiato, non si sono mai lontanamente immaginate un negozio così in Italia. Se non riescono a trovare ciò che cercano in un posto immenso come quello, sono davvero un caso disperato. 

Iniziano a girare per il magazzino, perdendosi tra i  tanti vestiti, ogni tanto ne tirano fuori uno, per poi rimetterlo al proprio posto, è semplicemente meraviglioso già girare al suo interno, che vorrebbero non smettere mai, camminerebbero per ore, senza stancarsi mai. 

Provano diversi vestiti, ma nessuno rispecchia la perfezione che secondo Mary Kate deve avere un vestito quando lo si indossa, lei è convinta che sia il vestito a scegliere il proprietario, un po’ stile Harry Potter, in cui è la bacchetta che sceglie il mago, lei questa filosofia la sposa per i vestiti e gli accessori o i trucchi. 

Sembrano quasi a una sfilata di moda, da quanti vestiti si provano, fino a che non trovano quello perfetto. 

Maria Sole ne ha scelto uno verde acqua, che ricade sontuoso fino ai piedi, un fiocco che fa da cinta le stringe la vita, è con lo scollo piatto e le bretelle. Le calza a pennello, proprio come se fosse stato a vestito a sceglierla, forse Mary Kate non ha poi tutti i torti.

Anche le altre due ragazze hanno trovato il vestito perfetto, Ludovica rosso, mentre Mary ha optato per un colore nero, lei è più sul classico, non le piace vestiti troppo colorata, anche se starebbe veramente bene. Il suo lato dark però le impedisce di vestirsi troppo fuori dalle righe, lei suggerire colori alternativi al nero solo agli altri. Per esempio pensa che Maria Sole non sia un tipo da troppo nero, le ha detto che è una ragazza dalle mille sfaccettature, è una ragazza piena di colore e deve perciò avere abiti colorati, che risaltino la sua personalità. Mary se ne intende di vestiti e Sole più di una volta le ha detto che dovrebbe fare questo nella vita. 

Dopo il lo shopping si dirigono a mangiare un enorme gelato tutte insieme, per poi tornare al campus. Sole deve finire di studiare le ultime cose per le prove finali, prima del diploma. 

 

Il ballo studentesco arriva presto, talmente velocemente che Maria sole nemmeno si è resa effettivamente conto dei giorni che passavano. 

Si ritrova alla serata, a guardare meravigliata, insieme a Ludovica, il palco con il gruppo di Mary Kate che suona, intrattenendo gli studenti con qualsiasi genere di musica, dalla più scatenata alla più classica, tanti luci, coriandoli, stelle filanti sia per terra, che appese ai muri, palloncini, tantissime cose da mangiare e da bere, una sala immensa, con tanto spazio per muoversi e una miriade di studenti e amici, che non riesci quasi a riconoscere nemmeno le persone che si conoscono. 

In pochi giorni sono rimaste più di una volta a bocca aperta, ritrovandosi a pensare che tutto ciò nella loro vecchia scuola se lo potevano solo immaginare, invece per una volta nella vita, come nei film, anche loro si sono ritrovate a vivere un ballo studentesco americano, anche se sembra ancora un sogno ad occhi aperti. 

Maria Sole e Ludovica si intrattengono a ritmo di musica, chiacchierano con gli amici di Maria Sole, con il resto della sua squadra di calcio, bevono qualche buonissimo cocktail preparato dal barman. È una serata davvero piacevole. 

Sole non si aspetta che può diventarlo ancora di più. 

Si avvicina a lei Nick, il quale non vedeva da parecchi giorni e il suo cuore ha un sussulto involontario, infondo a lei è sempre piaciuto, ancora oggi tiene a lui e tanto. È così bello nei suoi pantaloni scuri e camicia bianca, con i primi due bottoni lasciati aperti e la giacca. Maria sole impazzisce per i ragazzi che si sanno vestire in modo elegante, ma allo stesso tempo sportivo. Nick l’è sempre piaciuto anche per questo motivo. 

«Ti va di ballare?» le chiede allungando la mano verso di lei, in attesa che la ragazza accetti e porga la sua al suo cavaliere. 

Si gira automaticamente verso Ludovica, non vorrebbe lasciarla sola, ma vede che sta piacevolmente conversando con le sue compagne di squadra senza problemi e torna con lo sguardo verso il ragazzo, annuendo e prendendo la sua mano. 

Nick le sorride e la conduce in pista, per ballare un dolce lento insieme. 

Lui le cinge la vita per i fianchi, lei porta le braccia intorno al suo collo, si guardano negli occhi ed entrambi arrossiscono. A Sole sembra di essere tornata ai primi tempi, quando arrossiva a qualsiasi provocazione o complimento di Nicholas. 

Per un po’ restano in silenzio, lasciandosi soltanto cullare dalla musica, con Sole con la testa appoggiata alla spalla del ragazzo, respirando il suo profumo; per poi parlare ad unisono e scoppiare a ridere. 

«Prima tu» le dice Nick cedendo la parola a lei. 

«Mi chiedevo perché sei qui a ballare con me, non hai portato la tua ragazza stasera?» non è quello che avrebbe voluto dire, ma spinta dalla curiosità ha chiesto al ragazzo davanti a sè esattamente ciò che voleva sapere il suo cuore, fregandosene per una volta della ragione e del suo orgoglio. 

«Parli della biondina con cui stavo qualche giorno fa? Non è la mia ragazza, è un’amica di famiglia, era qui a Boston per qualche giorno e io le ho tenuto compagnia, tutto qui, per me è come una sorella» risponde non distogliendo mai il suo sguardo da quello della ragazza, vuole che veda che è sincero. 

Sole annuisce, gli crede. I suoi occhi, quei stessi occhi che ha imparano a decifrare, dicono la verità. 

«Senti Sole... sono immensamente felice che vai a Barcellona, so quanto ci tenevi, però voglio sapere cosa devo aspettarmi... cosa siamo noi?» ha capito che probabilmente non torneranno insieme, non ora almeno, non in questo istante con i loro sogni a portata di mano e la voglia di viverli, ma vuole mettere in chiaro le cose, prima di dedicarsi a un’altra ragazza, non gli sembra giusto nei confronti di Maria sole. 

«Nick io tengo tanto a te, ma ho bisogno di capire chi sono» gli dice onestamente, per poi prontamente aggiungere: «Ho bisogno di capire chi è Maria Sole senza Tommy» l’ha detto, per una vita ha vissuto una vita con Tommy, ora da due anni ha dovuto fare i conti con questa nuova realtà e sta solo ora cominciando a capire chi è senza suo fratello, a capire che può farcela anche senza di lui. Non vuole e non può avere una relazione adesso, prima vuole imparare a conoscersi, ad accettarsi, ad amarsi lei stessa, solo così potrà amare qualcun altro come merita, senza paure, timori riserve, com’è giusto che sia. 

«Lo capisco, lo capisco perfettamente e sono contento che finalmente stai riuscendo a guardare avanti» le risponde sincero a sua volta, illuminandosi in volto e regalando a Sole un dolce sorriso. 

«Se le nostre vite sono legate le nostre strade si rincontreranno»* gli dice ancora Sole. 

«Spero tanto che ciò sia possibile, perché sei la prima che ho amato veramente» risponde lui, avvicinandosi al suo volto e stampando sulle labbra della ragazza un delicato bacio, un bacio di arrivederci. 

«Lo spero anch’io! Fino ad all’ora sii felice Nick, realizza i tuoi sogni e vivi la tua vita in modo incredibile, in modo incredibilmente meraviglioso, proprio come lo sei tu» a quel contatto delicato con le sue labbra, ha sorriso, le sue labbra calde e morbide hanno la capacità di farla ancora sussultare, come se si baciassero per la prima volta. Non si stanno dicendo addio, ma solo un “ciao”, sperando che le loro strade si ritrovino un giorno. 

«Tu devi vivere in modo incredibilmente meraviglioso Sole, perché sei una ragazza meravigliosa e meriti il meglio dalla vita, meriti di diventare una stella del calcio.» 

Ora che si sono chiariti, si stringono nuovamente l’uno all’altra per il tempo che rimane della canzone, lasciandosi cullare solo dal battito del loro cuore, che scandisce la stessa identica melodia. Lasciandosi guidare solo dai loro respiri che si mischiano, dal momento che sta per finire, ma è stato importante, intenso, solo loro. 

Una volta finita la canzone si lasciano le rispettive mani, a poco a poco... per lanciarsi un ultimo sguardo, Sole ha gli occhi lucidi, ma cerca di non darlo a vedere e gli sorride prima di allontanarsi, è la prima a farlo o non ci riuscirà più. 

Torna al suo tavolo, ritrovandosi tutte intorno a lei, per farsi raccontare ciò che si sono detti lei e Nick. 

«Pettegole» gli urla Maria Sole scoppiando a ridere e Ashley la guarda urlando a sua volta: «sbrigati a raccontare che voglio andare a ballare anch’io con il mio cavaliere»

Lei e il suo ragazzo storico hanno parlato a lungo, si sono detti tutto ciò che non funzionava più nel loro rapporto e alla fine hanno deciso di trasferirsi insieme a Barcellona, lui riuscirà ad ottenere un trasferimento in un collage in Spagna, in modo da stare più vicino ad Ashley, ha capito che non vuole perderla, ora andranno a convincere, ma quanto prima di sposeranno, le ha già chiesto la mano, chiedendolo prima a suo padre. 

Maria Sole racconta ciò che è successo e si ritrova tutte d’accordo con lei, ha preso davvero la decisione giusta, quella giusta per loro e per il futuro di entrambi, avere l’appoggio delle sue amiche, le dà la certezza. 

Juliet l’abbraccia con trasporto sussurrandole che è orgogliosa di lei e poi le confessa anche lei qualcosa: «Thomas mi ha chiesto di uscire» gli dice raggiante, finalmente i due hanno fatto un passo avanti, in realtà è stata Juliet che ha fatto la prima mossa, ma Thomas è stato ben contento di accettare, perché cotto anche lui, ma timido per dichiararsi alla ragazza, cosa che onestamente Maria Sole non si sarebbe mai aspettata, perché è un tipo molto espansivo di solito, ma a quanto pare se tiene a una ragazza si chiude in se stesso. Ciò glielo fa apprezzare ancora di più e lo trova adatto per la sua amica. 

Tra pettegolezzi e ulteriori balli scatenati, con Ludovica che si è forse scatenata più di tutti, godendosi ogni istante come se facesse parte anche lei della scuola, la serata si conclude. 

Ognuno si porta a casa qualcosa di importante e Sole, torna in camera con una nuova consapevolezza, quella di riuscire a pensare al futuro, a sapere fare promesse senza la paura di perdere l’altra persona. A piccoli passi, sta ottenendo tanto, sta tornando ad essere Maria Sole Contini, il raggio di sole che illuminava la vita della sua famiglia. 

 

 

(*Citazione serie Tv Dawson’s creek.)

Spazio autrice: Ciao a tutti, questo è stato un capitolo più che altro dedicato a Sole e Nick, a un loro chiarimento, dovevano chiarire e stabilire cosa fossero, anche in modo da guardare avanti, ma anche facendosi una promessa in un certo senso... chissà che non si ritroveranno. :P

Mancano 2 capitoli alla fine della storia, ringrazierò tutti alla fine di essa, ma intanto invito tutti a farmi sapere cosa ne pensate del capitolo e grazie per leggermi ogni volta. 

 

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Capitolo 17
*** Il giorno dei diplomi ***


CAPITOLO DICIASSETTE 

 

A volte ne succedono tante di cose, la vita scorre velocemente, inesorabilmente veloce che non ci si rende nemmeno conto del tempo passare, a volte si è travolti da tanti avvenimenti, emozioni, momenti magici, che si smette di pensare troppo e si inizia a viverli fino infondo. 

L’ultimo giorno da studentessa del liceo è uno di questi. È il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, è un momento indimenticabile, uno di quelli che ti restano impressi nella mente in eterno, è un momento in cui capisci davvero chi sei. La persona che per anni si è riflessa nello specchio non è più un’estranea, capisci che è una persona, capisci che può farcela a superare qualsiasi ostacolo. 

La notte prima dei diplomi è sempre una notte particolare, piena di agitazione, euforia, adrenalina e notte insonne, ma è magica. È una notte in cui può succedere di tutto, ma comunque niente può cancellarne la magia. 

Maria Sole ora sente che può affrontare la vita a testa alta, è arrivata quasi in cima alla montagna. La strada ovviamente è ancora lunga, la cima è lontana, ma l’importante è iniziare a scalare. Tutta la felicità e la crescita arrivano nel momento in cui si inizia la scalata, non di certo quando si è in cima. Solo con le difficoltà, con le cadute, ci si gode di più la vista dall’alto quando si arriva sulla vetta più alta. Ora Maria Sole lo sa. Conosce questa sensazione di mettersi in viaggio e non fermarsi, di godersi prima il viaggio, invece di pensare già alla fine di esso. 

Passa una serata a ridere e scherzare con le sue compagne di squadra, Ludovica e Mary Kate, sono state a cena fuori e poi in giro per Boston, a cantare a squarciagola, a giocare come bambine, incuranti delle persone che le guardano. Per un attimo hanno dimenticato tutti i problemi di un anno e hanno pensato solo a loro, a godersi il momento, come se attimi così non potessero più tornare. 

E il giorno dopo non è più nervosa. 

Si alza felice e spensierata, non ripassa nemmeno il suo discorso e si infila la toga blu per andare a ricevere il suo meritato diploma. 

C’è un enorme platea di gente, i suoi genitori con Ludovica sono tra questi e le fanno un cenno con la mano quando la vedono sedersi in prima fila, sono orgogliosi di lei. Tanto. Lo sono sempre stati, ma in questi giorni, se è possibile, ancora di più. È così bello per loro vederla realizzarsi, cosa che Tommaso non ha potuto fare. 

Il preside sale sul palco e con il solito discorso di rito apre la cerimonia dei diplomi, per poi invitare i ragazzi che sono stati scelti per il discorso a salire sul palco. 

Maria Sole chiuderà con il suo. 

Ashley è la prima, seguita da uno ragazzo della classe di Sole, davvero brillante il numero uno in tutte le materie, una ragazza che ha vinto il primo premio con un suo esperimento e poi tocca a Sole. 

Sale sul podio di legno, sistema i fogli sul leggio e inizia a parlare, schiarendo bene la voce per farsi sentire chiaramente. È molto soddisfatta del suo discorso, perché ci ha messo tanto impegno ed è stato grazie al video di suo fratello che ha preso forma. 

«Preside, professori e genitori grazie per essere qui. Sapete ho pensato tanto a cosa scrivere nel mio discorso finale, ma poi mi ha ispirata una persona per me molto importante, realizzando il mio sogno anche se purtroppo non è più qui fisicamente, ma presente nei miei ricordi, nel mio cuore, sto parlando di mio fratello Tommaso. Lui ha sempre creduto che io potessi farcela, ha sempre sostenuto che io potessi fare tutto ciò che mi prefiggevo e solo ora ho capito che è così. Ma non sono qui per dirvi quanto sono cresciuta nell’ultimo anno, sarebbe noioso e forse monotono...» fa una breve pausa e si sentono alcune risate per ciò che ha detto, ma anche i suoi genitori già commossi e non ha nemmeno iniziato. 

«Sono qui per dire a ognuno di voi quanto sia importante vivere ogni istante accanto alle persone che amiamo, sono qui per dire ad ognuno di voi di non lasciare che calpestino i vostri sogni, niente può impedirvi di realizzarli. Sono qui per dirvi che le persone che amiamo sono sempre qui con noi, anche se non le vediamo, sono raggi di sole che illuminano le nostre vite nei momenti più difficili o durante il gol decisivo di una partita di calcio. Non serve piangere, anzi, dobbiamo continuare a vivere per noi e per loro. La morte non esiste, siamo noi a crearla. Sono qui per dirvi che ovunque andremo, ovunque le nostre strade ci condurranno se siamo presenti nei pensieri e nei rispettivi cuori, non saremo mai lontani. E infine voglio ringraziare Luke, le mie compagne di squadra per aver creduto in me, in particolare Ash che ho imparato ad apprezzare troppo tardi... ma voglio dirti che sono felice di giocare ancora con te il prossimo anno. A Juliet la mia prima amica all’interno della squadra, nonché compagna di stanza perfetta. A Mary Kate la mia prima vera amica qui a Boston, per avermi aiutato a diventare un quasi mostro in chimica, ma soprattutto per aver colorato la mia vita, sei una persona stupenda e tu lo sai che per me vali tanto. Ludovica, sorella del mio cuore, tu ci sei sempre stata, anche se quest’anno ha messo a dura prova il nostro rapporto, ma ne siamo uscite più forti di prima. Grazie a mamma e papà per essere semplicemente loro, spero che un giorno sia un genitore attento e speciale come voi lo siete stati per me, sicuro mi porterò i vostri insegnamenti a Barcellona, grazie per aver creduto in me e per avermi aiutato a rialzarmi nel momento più difficile della nostra vita, sono orgogliosa di essere vostra figlia. Per ultimo lascio un grazie a  te, Tommy, ovunque tu sia, sei qui nel mio cuore oggi e per sempre.» mentre chiamava uno a uno per ringraziarli, ha incrociato il loro sguardo, solo alla fine ha alzato lo ha alzato verso il cielo per salutare il suo fratellone, non riuscendo a trattenere una lacrima, ma stavolta non vuole nemmeno nasconderla, é una lacrima di felicità e le lacrime di felicità non si nascondono.

Conclusi i discorsi, iniziano a chiamare i nomi per la consegna dei diplomi, Maria Sole prende il suo e si fa immortalare in una foto da Ludovica, mentre i suoi occhi brillano e si rispecchiano in quelli dei suoi genitori, altrettanto con i lucciconi agli occhi.

Quando sono stati consegnati a tutti, il silenzio regna nel giardino adibito per la cerimonia, i ragazzi dell’ultimo anno si prestano per lanciare in aria il loro tocco.

«I diplomati dell’anno 2012/2013» dichiara il preside e i tocchi volano in alto, quasi a raggiungere il cielo.

In uno di quei momenti che segneranno la storia o quanto meno il cuore di tutti coloro che ne hanno preso parte, ricordandolo per ogni giorno a venire.

 

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Capitolo 18
*** Nessuno avrà mai a che fare con me, senza sentire un po’ anche di te ***


EPILOGO 

 

 

5 anni dopo

 

Non avrei mai creduto di essere riuscita a tornare davanti alla tomba del mio fratellone, in realtà se me lo avessero detto 5 anni prima probabilmente sarei scoppiata a ridere per non piangere, ma in questi anni sono cambiate tante cose. Sono una donna ormai, ho 22 anni e gioco con il futbol club Barcellona come titolare, ma non solo... da due anni faccio parte della nazionale italiana di calcio femminile e l’anno prossimo andremo a giocare i mondiali.

Abbiamo battuta la Germania e giocheremo i mondiali. Noi nazionale femminile, siamo riuscite a rendere orgogliosi gli italiani, proprio lì dove la nazionale maschile non è riuscita. Saremo noi a rappresentare per una volta l’Italia ai mondiali. Se ci penso ancora mi tremano le gambe dalla gioia.

Deposito la mia maglia del Barcellona, autografata da Messi in persona dopo aver vinto la coppa della regina con la mia squadra, per regalarla a mio fratello, la infilo nel marmo della sua tomba per quanto mi sia possibile farlo. É giusto che l’abbia lui, é nell’unico posto dove dovrebbe stare e torno a parlargli.

«ti rendi conto Tommy? I mondiali. É sempre stato il mio sogno. Ti ricordi quando da bambina fingevo di far parte della squadra di calcio italiana e mi ritrovavo a giocare i mondiali di calcio? Ora non è più un sogno ed é in parte merito tuo. Tu hai sempre creduto in me, anche quando non ero in grado di farlo da sola, tu hai sempre saputo che avrei potuto farcela... Mi manchi tanto Tommy, non sai quanto, nonostante io sia cresciuta, nonostante ora senta di essere una persona quasi realizzata, tu mi manchi. A volte penso che vorrei averti qui e abbracciarti, ma poi so che ovunque vada tu sei sempre qui con me. Sei nel mio cuore.»

Mi asciugo le lacrime che copiose stanno uscendo dal mio viso, senza che abbia potuto far nulla per fermarle, ma è inevitabile. Mio fratello farà sempre parte di me. 

Ho imparato a conoscermi, ho scoperto di essere una persona forte, coraggiosa, una grande amica e una combattente. Ho scoperto di essere anche fragile, di voler scappare sempre il più lontano possibile da casa mia, ma anche di volerci tornare ogni qualvolta mi è possibile. 

Ho conosciuto posti nuovi, ho viaggiato da sola e in compagnia delle mie amiche. 

Ho imparato che stare da soli a volte non è poi così male. 

Ho conosciuto persone nuove e ho finalmente incontrato Leo Messi dal vivo, chi l’avrebbe mai detto.

Ho conosciuto meglio i miei genitori, i quali hanno deciso di rinnovare le loro promesse.

Ho imparato a fidarmi degli altri, a raccontare di me e a non aver paura delle promesse. Anzi ho scoperto che promettere é un atto d’amore bellissimo e chi promette e mantiene ti vuole davvero molto bene. Tommy me ne voleva e molto.

Ho conosciuto una ragazza, che cinque anni prima e ancora oggi porta la maglia numero 17, ma al contrario di quando era una bambina, ora è una donna adulta e non ha più paura di vivere.

Ho conosciuto una ragazza che si chiama Maria Sole Contini e mi piace da morire.

«Già, in questi cinque lunghi, difficili indimenticabili anni ho finalmente imparato davvero chi sono io senza di te Tommy. Ma ho ancora scoperto che... come il mare resta nelle conchiglie per sempre, nessuno avrà mai a che fare con me, senza sentire un po’ anche di te.»* gli sussurro, ritrovandomi ad accarezzare la sua foto, con il sorriso che lo contraddistingue anche se incastonato in quel freddo marmo. É comunque il sorriso del mio migliore amico, della mia àncora, del mio fratellone Tommaso Contini.

Mentre mi presto a rialzarmi da terra, essendomi messa seduta sulla sua tomba per sentirmi più vicina a lui, ancora più vicina a lui, la mano del ragazzo che da un anno fa parte della mia vita, mi aiuta a tirarmi su, senza troppi sforzi.

É la mano di colui che nonostante lo abbia allontano con forza, nonostante gli anni che siamo stati separati, nonostante viviamo due vite completamente diverse, ci siamo rincontrati.

Mi dà un bacio leggero sulle labbra e saluta anche lui mio fratello.

«Tommy, non ti ho detto la cosa più importante... io e Nick siamo ufficialmente fidanzati, ci sposeremo dopo il mondiale. Ci siamo rincontrati per caso a Roma un anno fa, io dovevo disputare una partita con la nazionale, in realtà sarebbe meglio dire scontrati, io correvo al parco e lui passeggiava tranquillamente, mi sono distratta per cambiare canzone nel mio mp3 e gli sono finita letteralmente addosso... é bastato un solo sguardo per riconoscerlo, per capire che ero pronta ad amarlo come meritava.»

Ed è stato proprio così, i nostri sguardi si sono incrociati e non sono servite le parole, per capire che il tempo é come se non fosse mai passato e che soprattutto io, stavolta, ero pronta ad amarlo con tutta me stessa, senza fantasmi, senza paure e riserve, in modo totale, semplicemente essendo me stessa e niente di diverso da me, dalla vera me.

Ora da un anno viviamo a distanza, ma ogni qualvolta riusciamo, ci incontriamo a metà strada o io raggiungo lui a Boston, con la scusa rivedo anche Mary Kate, o lui raggiunge me.

Siamo uniti e felici insieme, come non avrei mai creduto di poter essere.

Lui è il ragazzo giusto per me, lo è sempre stato.

Ho conosciuto nuovi ragazzi, ma con nessuno mi sono sentita come con Nick. 

E dopo i mondiali ci sposeremo. Non sappiamo ancora dove ci trasferiremo, non abbiamo ancora fatto progetti a lunga durata, ci godiamo il presente, perché è molto più bello.

Del domani non c’è certezza, ma dell’oggi sì.

Bacio il mio futuro sposo e prima di allontanarmi da mio fratello, lo saluto ancora.

«Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo* e tu sei sempre il mio primo pensiero, il mio ultimo desiderio, il mio intero universo. Ciao Tommy, torno presto.»

E mi allontano mano nella mano con Nick, sapendo che probabilmente mio fratello adesso starà sorridendo nel vedermi così felice. Nel vedere che sto vivendo per entrambi e che nonostante siamo separati da colei che chiamiamo morte, i nostri cuori continuano a battere all’unisono.

 

 

 

 

*Citazione 1: Susanna Cosciani

*Citazione 2:Isabel Allende 

 

Spazio autrice: Ciao a tutti eccomi qui giunta a pubblicare l’ultimo capitolo della mia storia. Prima di ringraziare, volevo sottolineare alcune piccole cose: la coppa delle regina é la nostra coppa Italia. Per la categoria maschiale quindi il Barcellona di Messi (per intenderci) si chiama “coppa del re” per la categoria femminile appunto “coppa della regina”.

Per quanto riguarda la storia dei mondiali, mi sono ispirata alla nazionale italiana femminile, che quest’anno con una giornata di anticipo, é riuscita a qualificarsi per i mondiali, la partita c’è stata quest’estate, per questo motivo la scelta di ambientare la storia 5 anni dopo, in modo che si concludesse nel 2018 e fosse tutto più realistico.

Infine, volevo ringraziare chi ha speso due minuti del suo tempo per leggere e recensire la mia storia, chi l’ha aggiunta nei preferiti o nelle seguite.

Ma il grazie più importante va a Karen, la quale sin dal primo capitolo mi ha espresso il suo giudizio, facendo sì che io riuscissi a migliorare la mia storia e renderla più vera e realistica, dandomi sempre preziosi consigli. Grazie infinite.

Concludo dicendo che sto scrivendo una nuova storia, é ancora alle prime fasi, ma quando la pubblicherò, mi farà piacere sapere cosa ne pensate. Intanto fatemi sapere cosa ve ne pare di questo capitolo conclusivo e ancora grazie.

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