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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Primo capitolo - Bella *** Capitolo 2: *** Secondo capitolo - Edward *** Capitolo 3: *** Terzo capitolo - Bella *** Capitolo 4: *** Quarto capitolo - Edward *** Capitolo 5: *** Quinto capitolo - Bella *** Capitolo 6: *** Sesto capitolo - Edward *** Capitolo 7: *** Settimo capitolo - Bella *** Capitolo 8: *** Ottavo capitolo - Edward *** Capitolo 9: *** Nono capitolo - Bella *** Capitolo 10: *** Decimo capitolo - Edward *** Capitolo 11: *** Undicesimo capitolo - Bella *** Capitolo 12: *** Epilogo - Bella ***
Sobbalzo, sudata dalla
testa ai piedi. Ho anche il fiatone, mentre cerco di rimettere insieme i pezzi.
L’ho sognato di nuovo.
Non ci metto molto a
capire cosa sia successo, durante il sogno.
L’ho sognato di nuovo.
Nel sogno mi trovo in una
stanza illuminata, che mi acceca. Mi ricordo soltanto il mio respiro mozzato, e
quella voce così dolce e rassicurante, promettendomi che non mi avrebbe
mai lasciata sola.
Da quando ho memoria,
quel sogno ha sempre fatto parte di me. Ci sono notti in cui non lo rivivo, ma
io spero sempre che torni nella mia testa. Vorrei riuscire a capirne di
più, vorrei vedere i lineamenti della persona
che mi parla. L’unica cosa di cui sono sicura, è che è un
uomo. Un ragazzo, almeno credo. Da quando sono qui in ogni voce
ho sperato di trovare la sua, ma non ci sono mai riuscita. Nessuno dei ragazzi,
qui, ha una voce delicata e rassicurante.
Chiunque fosse –
però -, non ha mantenuto la parola.
Sono sola.
So per certo poche cose,
ma proprio su una, non posso sbagliarmi: Sono sola.
Questo pensiero mi perseguita per metà giornata, fino al pranzo. Dopo
il sogno non sono più riuscita a riaddormentarmi, così ho deciso
di prendere in mano un vecchio libro che mi ha dato Aro tempo fa.
Addestramento alle nuove reclute. Vol. 1
Aro, Marcus e Caius Volturi.
Avevo storto il naso
leggendo chi erano gli autori del libro, però non avevo osato
disobbedire ad una delle gentili richieste di Aro.
Il libro era diviso da
una parte teorica ed una pratica, e continuo a sperare
che non debba prendere parte a quella pratica. Non voglio infliggere ad altri
quello che è stato fatto a me, ben che meno a Tanya
e Edward.
Sono proprio loro a
riportarmi con i piedi per terra, quando butto un’occhiata
all’orologio. Mancano appena venti minuti alla nostra lezione.
Rabbrividisco al solo pensiero. Ancora mi chiedo perché Aro abbia scelto
me, e non i suoi prediletti: Jane e Alec. Loro hanno sempre seguito alla
perfezione l’addestramento alle nuove reclute, Jane è stata proprio in prima linea quando si era trattato di addestrare
me. Rabbrividisco di nuovo, pensando al tutto quel dolore che mi ha inflitto.
Diciassette anni fa. Sembra che sia passato soltanto un giorno, da allora.
Mi alzo, e lentamente mi
dirigo ai sotterranei.
Buffo, perché qui
esistono sotterranei nei sotterranei.
“Bella.”
“Alec.”
E’ proprio lui ad accogliermi, aprendo la porta dietro le sue spalle.
“Avrai modo di osservarlo,
prima.” Mi segue, nella piccola stanzetta circondata da mura buie e che
cadono a pezzi. Conosco bene questa stanza. E’ divisa in due parti, e
proprio davanti a me trovo uno spesso strato di vetro che mi separa
dall’altra parte della stanza. A differenza del buio che circonda me e
Alec da questa parte, lì una luce accecante fa chiudere gli occhi al
ragazzo disteso su un letto di ferro, coperto da un semplice lenzuolo bianco e
stracciato.
Edward.
I suoi polsi sono stretti
nelle catene malandate, che ormai hanno visto passare troppa pelle sotto di
loro. La luce lo sta accecando. Indossa soltanto dei pantaloni che gli arrivano
sopra il ginocchio. Il petto nudo è coperto da graffi, e vedo
l’addome alzarsi ed abbassarsi lentamente.
Sta cercando di respirare.
E a quanto pare, non ci riesce così bene.
Dentro di me sento il
sangue ribollire. So cosa sta provando, lo so
perfettamente. So che prima di me è passata Jane, senza che neanche Alec
me lo confermi. Conosco lo sguardo di chi conosce
Jane, solo per poco. So cosa può infiggergli con una sola occhiata.
“E’ tutto
tuo, Bella.” Mi ridesto di scatto, togliendo per la prima volta da quando
sono entrata lo sguardo dal suo corpo.
“Tutto mio?”
“Prima di fartelo
conoscere per bene, Aro e Jane sono passati per dargli
un’occhiata.”
“Un’occhiata?”
Alec ride, pensando di essere divertente.
“Sì. Hanno cercato di farlo parlare in
qualche modo, senza successo.”
“Perché con
me le cose dovrebbero cambiare?” Chiedo di getto, senza pensare.
“Aro pensa che un
metodo più consono e delicato
possa essere più utile del solito addestramento.” Storce il naso,
buttando un’occhiata dietro il vetro.
“Non sei
d’accordo?”
“Nessuno
è mai venuto su bene senza il vero Addestramento. Ma gli ordini del Capo non si
discutono, quindi ora tocca a te.” Alec fa per
andarsene, ma lo fermo di nuovo.
“La ragazza?”
“Oh,
hai ragione. Li
vedrai separatamente. Forse nemmeno ti occuperai di
lei.”
“Perché?”
“Credo che le
domandi bastino per oggi, mia Stella.”
Ha usato lo stesso tono di Aro, facendomi rabbrividire.
“Va bene.”
“Per qualsiasi
problema, sono con Jane nella stanza accanto.” Chiude la porta dietro di
sé, e anche stavolta non ho bisogno di spiegazioni. So che nella stanza accanto i gemelli si stanno occupando della ragazza. Tanya.
Non ho dimenticato i loro
nomi, come potevo? Rivedere e rivivere tutto quello che io ho passato… Se
avessi soltanto qualche potere come loro, farei in modo che tutto questo non
accada.
Pensa a Edward. Pensa a Edward.
Alzo lo sguardo,
trovandolo come prima: rannicchiato da un lato, con gli occhi serrati.
Starà morendo di fame.
E nelle mie vene scorre del sangue.
Dovrei schiacciare
l’altoparlante per dirgli qualcosa, per farlo almeno alzare da quel pezzo
di ferro. E’ così che funziona, ogni volta: parli con la nuova
recluta attraverso il vetro, cercando di fargli capire le cose più
importanti. Poi, le guardie di Aro – le più forti – si
occupano di lui. Lo prendono, e lo spostano in un’altra stanza. Dove non
ci sarà più un vetro a separarci. Aro racconta che non
c’è voluto molto, per farmi arrivare alla Fase 2,
come la chiama lui. Sono stata molto collaborativa, sin dall’inizio. La
Fase 3 invece, non sono riuscita ancora a superarla
dopo diciassette anni. Uccidere. Non
ne ho la forza, ne la volontà. Ma so che Edward lo farebbe.
Perché è
diverso da me. L’ho capito dai suoi occhi rossi, dai canini sporgenti e
dal ringhio che ha fatto. Ho visto molte volte la sua espressione sugli altri.
Ho visto Aro e i suoi fratelli che mangiavano, e non erano loro. Era un puro
istinto animalesco, niente di più. I loro occhi iniettati di sangue,
l’odio che ribolliva dentro di loro, i canini sporgenti… Edward
è un vampiro. E non è come me. Nessuno, qui, è come me.
Spingo lentamente la
maniglia che ci separa, cercando di fare meno rumore possibile. So che non
dovrei farlo, lo so benissimo. So che non dovrei
passare dall’altro lato, non così presto. O almeno, non posso
farlo da sola.
Ma io non sono come loro.
Quando richiudo la porta
alle mie spalle, quasi strillo dallo spavento.
E’ qui, a pochi
centimetri da me. La distanza è così poca, perché le
catene non gli permettono di avvicinarsi di più. Se solo faccio un
passo, avrà il suo pranzo servito su un letto di ferro.
Senza nessuna fatica.
“E-Eward.” Sussurro, maledicendomi. La prima regola
dell’addestramento è semplice: non
farti sorprendere impreparata. Ed io, in questo momento, non nemmeno quello
che sto facendo.
Quello che esce dal corpo
di Edward è un altro ringhio, stavolta più contenuto
dell’altra sera. Mi scruta, iniziando dal mio viso e andando giù
fino alle gambe. Poi, torna a puntare lo sguardo su di me.
“Isabella.”
Allargo gli occhi, deglutendo rumorosamente.
E’ un vampiro e
sente tutto, Bella.
Ma nessuno mi chiama così. Nessuno. Non qui.
Mi scruta di nuovo, posando
quegli occhi rossi nei miei. E’ trasandato, i capelli sono attaccati alla
fronte, e le cicatrici sul corpo non sembrano di certo farlo stare bene.
“Isabella.”
Ripete, questa volta sussurrando dolcemente. Cerca di avvicinarsi di
più, ma le catene glielo impediscono.
“Come fai a sapere
il mio nome?”
Che domanda stupida, Bella. Stupida. So come fa a sapere
il mio nome, ma non di certo quel nome.
“Io…
ho molta sete, Isabella. Veramente tanta.” So anche cosa sta cercando di fare. Ammaliarmi. E’ una cosa che riesce
bene alla maggior parte dei vampiri, soprattutto quando sono come Edward.
Belli come Edward, con
una capacità persuasiva come poche.
Ma non posso farmi ammaliare da un
vampiro. Non quando proprio Aro in persona mi ha chiesto di prendermi cura di
lui. Addestrarlo. Se cercasse di farmi del male, non farebbe
nemmeno in tempo. Sono la Stella di Aro, una pietra preziosa qui.
“Spostati.”
Questa volta non lascio che dica niente, perché poso entrambe le mani
con forza sulle sue spalle, cercando di rimetterlo al suo posto, sopra quel
letto. Ma quello che accade è fuori ogni mia aspettativa.
Mi aggrappo con forza alle sue spalle, cercando di non cadere. La testa mi gira
vorticosamente, mentre immagini su immagini si
affollano nella mia mente.
Quella che credo essere una scuola, e quattro ragazzi seduti
su una panchina
Un uomo con i baffi e una divisa da poliziotto.
Una cucina piccola, una tazza di latte e cereali.
Un cielo grigio, e tanta pioggia.
Una macchina grande, vecchia e rossa.
Un ragazzo dai capelli rossi, un
sorriso bianco e dei bellissimi occhi dorati.
Mi stacco con forza da
lui, con le spalle al muro. Faccio in modo che le catene non possano farlo
avvicinare tanto.
“C-cosa…C-cos’era
quello…”
Ero io. Io, in un’altra vita. Una vita che
non ricordo, e che non sono mai riuscita a ricordare. Cerco di respirare
lentamente, mentre il suo sguardo è ancora puntato su di me. Gli occhi
mi bruciano, ma cerco di riportarmi alla realtà.
Non è possibile.
Avrà dei poteri come quelli di Jane e Alec. Può farmi vedere cose
che non sono mai successe. Cose che
desidero di vedere.
“Isabella.”
Alzo lo sguardo, posandolo con decisione su di lui. “Isabella.”
Ripete nuovamente, questa volta in sussurro. “Non sei sola. Non sarai mai sola.” Cerco a tastoni la maniglia della
porta, aprendola e uscendo di corsa. Ancora di corsa e
con il fiato rotto, trovo la porta della mia stanza. Entro, boccheggiando.
E’ lui.
Il mio sogno, è lui.
NOTE:
Eccomi qui! E’
passato un po’ di tempo, da quando avevo detto che avrei pubblicato la
seconda parte di False Bugie a Marzo. Povera me, chiedo perdono.
C’è voluto
un po’ per partorire questa storia, perché non volevo
lasciare nulla al caso. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! E
spero di leggere i vostri pareri, voglio proprio sapere secondo voi cosa
succederà!
I Volturi stanno arrivando, per portare via
Bella.
Passo entrambe le mani sul viso, sospirando rumorosamente. La parte peggiore di me sta
uscendo fuori.
Vogliono Bella. La mia Bella.
Vorrei uccidere Charlie, farlo a pezzi e buttarlo nel fuoco. Renée lo seguirebbe subito. Vorrei uccidere tutti i
Volturi, in particolare Aro. Farli a pezzi, toglierli quel piccolo brandello di
anima che è rimasto nei loro corpi immortali.
“Non è una soluzione.” Ringhio ad Alice,
che si è avvicinata lentamente e senza far rumore.
“Dovrebbe. Porteranno via
Bella.”
“Glielo dovremmo lasciar fare.” Ringhio ancor
più forte, facendo sporgere i miei canini. Vorrei uccidere anche mia
sorella, in questo momento.
“Cosa?”
“Io l’ho visto, Ed. Ora, non esiste una
soluzione.”
“Oh, certo che esiste. Io
andrò con lei.”
“Tu non andrai da nessuna parte.” Obbietta Alice,
assottigliando gli occhi.
“Chi può impedirmelo? Tu, forse?” La mia è una risata amara,
inesistente.
“Sì, se necessario. Io, e tutta la tua famiglia.
Non possiamo salvare Bella dal suo destino. Non ora.”
“E quando, sentiamo?”
“Tra diciassette anni.” Questa volta la risata
che faccio fa tremare le pareti.
“Diciassette anni? Un lasso di tempo molto preciso, Alice. Illuminami, forza! Continuerai a vedere cosa faranno a Bella
per diciassette anni? Come la maltratteranno e la rinchiuderanno nei loro
sotterranei? E noi cosa dovremmo fare, invece? Aspettare che
si liberi da sola, che tra diciassette anni venga a suonare al campanello di
casa nostra?” Sono arrabbiato, feroce. Tiro un pugno alla roccia
davanti a me, mandandola in mille piccoli pezzi.
“Le tue visioni non sono mai
state nitide, Alice. Mai.” Lei
alza gli occhi al cielo, avvicinandosi di qualche passo.
“Ho un piano.” Sussurra appena, così che
soltanto io possa sentirla. “Ho un piano che funzionerà, Edward.
Non lascerò che i Volturi si prendano Bella. Ma dovranno
farlo.”
“Per diciassette anni?”
“Non uno di più, né di meno. Diciassette
anni.”
“Perché diciassette?” Domando,
scrutandola.
“Serviranno diciassette anni per convincere tutti i
clan ad unirsi a noi. Diciassette anni, per
convincerli a combattere i Volturi. Dovremmo combattere i Volturi, Edward. In
un modo o nell’altro. Ma non possiamo farlo da soli, e non ora.”
“Diciassette anni per
convincere i Clan? Non è possibile, Alice.
Possiamo metterci molto meno. Partirò io stesso, ora. Andrò
a parlare con tutti, e…” Ma ciò che leggo nella mente di
Alice mi fa ammutolire.
“Hai capito, adesso.” Annuisco appena,
impercettibilmente. “Edward, serviranno diciassette anni.”
Scandisce bene le parole. “Tra dieci anni, nascerà Nahuel.
Aspetteremo altri sette anni, e lui diventerà un adolescente. Per
sempre. Sarà il nostro permesso per entrare dai Volturi, e riportarci
Bella a casa. Io l’ho visto, Edward.” Ripete, posando la sua mano
sul mio braccio. “Bella non è l’unica. Non sarà
l’unica. Nasceranno altri ibridi, e sopravivranno. Aro non potrà
farci nulla. Renée non è morta, quando
ha dato alla luce Bella. Non lo farà nemmeno la madre di Nahuel. Quando
Aro li vedrà, tra diciassette anni, capirà che non sono una
minaccia. Gli ibridi non sono una minaccia, e non lo saranno mai. Ma dobbiamo aspettare, Edward.”
“E cosa faremo?”
“Andremo via da qui, e lasceremo Charlie e
Bella.” Di scatto, le scosto la mano che aveva posato sul mio braccio.
“Io non lascerò Bella.”
“Dobbiamo farlo,
Edward.” Una tranquillità che non sentivo da tempo
mi invade, e so già perché.
“Non usare i tuoi poteri su di me, Jasper.”
“Sono un militare, Edward. Ho combattuto una guerra
civile. Prima insieme agli umani, e poi ai vampiri.
Voi… no. Non avete mai preso parte ad una guerra. E questa lo sarà, a tutti gli effetti.
Abbiamo bisogno di tempo, di pensare, e di un trofeo da portare ai nostri
nemici. Nahuel sarà perfetto.
Il secondo ibrido, dopo Bella. Vivo, in salute e con i suoi genitori. Se i
Volturi vedranno che gli ibridi non sono un male, li lasceranno andare.”
“Io non lascerò Bella.”
“Charlie ha sbagliato, Ed. Ma ha visto portar via la donna della sua vita, la sua
Cantante. Pensava di trovare un modo per salvare Bella, una volta che i Volturi
fossero arrivati. Ma non può farlo, non da
solo. Non possiamo farlo nemmeno noi, Edward. Dobbiamo
aspettare.”
“E cosa faremo?” Vedo negli occhi di Jasper un
cipiglio di felicità e autorevolezza. Sarà
lui, il Generale di questa guerra.
“Lasceremo Charlie e Bella, Edward. I Volturi
arriveranno con la loro merce di scambio, porteranno via Bella e lasceranno Renée.”
La loro merce di scambio. “Se c’è una cosa di cui dobbiamo
fidarci, è che Aro rispetta sempre la parola data.
Porterà qui Renée, e non torcerà
un capello a nessuno. Una volta via, Charlie e Renée
cercheranno di trovare una giustificazione, e se ne andranno per sempre da Forks. Noi, andremo dai nostri parenti. Cercheremo di parlare con loro, di
convincerli a venire con noi. Nahuel sarà una garanzia, Edward. Tutti,
dopo averlo visto, decideranno di stare dalla nostra parte. Tutti ne saranno
entusiasti, Edward. Un umano e un vampiro possono avere dei figli. Non dei
bambini mortali. Ma dei veri e propri bambini. Questo
cambierà tutto, Edward. Tutto.”
“E non pensi a Bella? Cosa faranno
a lei, per diciassette anni? La tortureranno, Jasper!
La faranno a pezzi, useranno qualsiasi metodo. Qualsiasi. E
entrambi sappiamo cosa fanno i Volturi.” Respiro profondamente, anche se
serve a poco, nella mia condizione. “Io andrò con lei.”
Decreto. “Aspetterò con lei, diciassette anni. Vi aspetteremo. E
quando arriverete con Nahuel, saremo liberi.”
“NO!” Strilla Alice, con gli occhi fuori dalle
orbite. “No. No. No. Aro
può rilasciare Bella, perché non andrà lì di sua
spontanea volontà… Dio!” Alice inizia a camminare avanti e indietro.
“Non capisci, Edward! Tu non capisci! Quello di
Bella è un vero e proprio rapimento. Dopo aver visto Nahuel, Aro
sarà obbligato a lasciare Bella! Ma tu…
così andrai con lei di tua spontanea volontà! Aro non ti
lascerà andare così facilmente, Edward. Non possiamo rischiare di
prendere Bella, e perdere te. No.” Scuote la testa energicamente, e se
poteva piangere, ora il suo viso sarebbe invaso dalle lacrime.
“Mi dispiace, Alice. Ma io non
sono Charlie. Io non rinuncio a Bella così facilmente, come ha fatto
lui. Io cercherò ogni modo per salvarla. Ogni modo.”
“C’è un solo
modo, Edward.” La voce di Carlisle mi fa
voltare di scatto.
“Proprio tu, Carlisle. Non puoi pensare che io lasci Bella.”
“Non lo penso, Edward. Ma mi fido di Alice. Riprenderemo Bella ad ogni costo. Anche
se dobbiamo aspettare diciassette anni.”
“Io non aspetterò diciass-”
Ma non faccio in tempo a finire la frase, perché i miei occhi iniziano a
chiudersi lentamente. Molto lentamente. Sono più di diciassette anni che
non dormo. Ma inconsapevolmente, cado a terra in un
sonno profondo.
Ora
Apro gli occhi
lentamente, stringendoli subito dopo. La luce mi acceca, e la sete… non
riesco più a sopportarla.
Ringhio.
Ringhio contro quelle pareti vecchie.
Ringhio contro le sbarre che mi separano dall’unica via
d’uscita.
Ringhio contro la porta, dove so che dall’altra parte
si trova Tanya.
Ringhio contro quei vampiri, che mi hanno reso prigioniero.
Ed hanno reso prigioniera la mia Bella.
Sono arrivato qui, ma non nel modo che Alice e Jasper avevano visto e
pianificato. No.
Perché sono
arrivato qui a mani vuote, e senza il mio
passepartout: Nauhel.
NOTE:
Buonasera a tutti!
Vorrei spiegarvi un po’ di cose, in questo
angolino:
1.Verità nascoste sarà strutturata
in questo modo: Un capitolo da POV di Bella, e uno dal POV di Edward. Quello di
Bella è ambientato al PRESENTE, mentre quello di Edward sarà
composto DA SOLI FLASHBACK, per farvi capire cosa
è successo in questi diciassette anni.
2.Ricordate Nahuel, vero? Se siete delle vere twilighters,
lo ricordate che sì. Se invece non lo ricordate, vi aiuto: Nahuel
è l’ibrido che Alice è andata a cercare insieme a Jasper in
BreakingDawn, proprio per
dare conferma ad Aro che gli ibridi non sono una minaccia. Darò a Nahuel
molta importanza nella mia storia, quindi tenetelo d’occhio!
3.Alla fine del flashback di Edward, leggete che dopo aver parlato con Carlisle si addormenta.
Com’è possibile, vi chiederete voi? Beh, spiegherò anche
questo nel corso della storia!
4.Cercherò di aggiornare la storia OGNI MERCOLEDI’ E OGNI
DOMENICA. Per ora ci sto riuscendo, incrociate le dita! Per quanto riguarda i
capitoli invece, ancora non so dirvi come sarà strutturata. Lasciando
due POV, credo che Verità Nascoste sarà più lunga di False
Bugie.
Detto questo, spero che questo
capitolo vi sia piaciuto! Grazie per aver letto!
Alzo lo sguardo, buttando un’occhiata all’orologio appeso
sulla parete
Terzo capitolo - Bella
Alzo lo sguardo, buttando
un’occhiata all’orologio appeso sulla parete.
14.20
La settimana prima, alle
quattordici dovevo recarmi in una delle gabbie nei
sotterranei per l’addestramento.
Ora – una settimana dopo – non posso
più farlo. Dopo essere scappata da quella piccola stanza, sono stata
convocata da Aro. Che senza preamboli mi ha spiegato che non era il mio tempo. Ci aveva provato, ma non ero
ancora pronta. Per addestrare le nuove reclute. Per parlare con loro. Con lui.
Non so se Aro abbia
capito qualcosa del mio fugace incontro con Edward, eppure è stata
l’ultima volta che sono riuscita a vederlo. A toccarlo. Tutte quelle immagini che sono riaffiorate nella mia
mente dopo quel semplice tocco… non
possono essere state un caso.
Non l’ho più sognato.
Dopo aver capito che la
voce nei miei sogni era proprio quella di Edward,
è come se tutto fosse diventato buio. Non sono più riuscita a
sentirla, nemmeno nei miei sogni. Non è più tornato.
Non sei sola. Non sarai mai sola.
Eppure non riesco a
credere alle sue parole.
Alle parole di uno
sconosciuto, visto una sola volta.
Alle parole di un vampiro
che non ho mai visto.
Almeno credo.
Perché le parole
che mi ha detto… Dio, ci ho creduto così tanto.
Ci ho creduto nei giorni
successivi, sola nella mia stanza.
Ci ho creduto mentre mi
muovevo silenziosamente nei sotterranei, ritornando a svolgere tutti i compiti
che avevo prima.
Prima di lui.
Prima dell’arrivo
di quel vampiro, che prima avevo solo visto in sogno.
Eppure… si trattava
davvero solo di un sogno?
Non faccio altro che
pensarci. Non riesco ad addormentarmi bene e a mangiare. Non riesco a svolgere
tutti i miei vecchi compiti come facevo prima, perché c’è questo unico fardello che rimbomba nella mia testa, nella
mia pancia e in ogni vena del mio corpo.
Non sei sola. Non sarai mai sola.
Allora perché?
Perché non faccio altro che sentirmi così sola?
Non trovo le risposte – e lo so – che da sola non
le troverò mai.
Per questo, so cosa devo
fare.
Sobbalzo, quando sento bussare
alla porta della mia camera.
“Sì?”
La maniglia si abbassa, rivelando Gianna.
L’unica umana.
“Bella, Aro vuole
vederti.”
“Di nuovo?”
“Ti aspetta.”
Annuisco, mentre Gianna richiude la porta dietro di lei e sparisce dalla mia
visuale.
Di nuovo.
Ultimamente Aro mi sta
tenendo sotto tiro, e non sono l’unica ad
essersene resa conto. Da molto più spago a me di quanto ne abbia mai
dato a Jane e Alec. E questo non va per niente bene ai due fratelli. E’
come se si sentissero… minacciati
da me. Rido da sola, scuotendo la testa. Come possono due dei vampiri
più spietati della Terra essere minacciati da me?
Ancora con il sorriso
sulle labbra esco dalla mia stanza, impiegando più o
meno tre minuti per arrivare da Aro. Busso una volta, senza aspettare
risposta. Appena entro lo vedo seduto sul suo enorme trono, quello centrale.
E’ solo, e questo mi preoccupa un po’. Non è mai solo.
“Stella!”
Accenno un movimento del capo, immobile. “Vieni,
avvicinati a me.” So che la disobbedienza non rientra nelle regole di Aro,
quindi senza obbiettare mi incammino verso di lui.
“Vieni, vieni qui.” E’ ancora seduto, quando con un gesto
della mano mi invita a salire vicino a lui.
“Succede
qualcosa?” Sussurro appena, prima che lui prenda entrambe le mie mani tra
le sue. Lo fa spesso, e tutte le volte che si ritrae
sembra quasi scottato. Arrabbiato e
confuso.
“Voglio allietarti
con una bella notizia.” Lascia le mie mani, indicando il trono di Marcus,
proprio vicino al suo. “Accomodati.” Non l’ha mai fatto,
eppure continuo a non dire nulla. Silenziosamente, mi siedo su quella gelida
poltrona.
“A breve ci sarà una grande festa, mia Stella.”
“Una festa?”
Mai – mai – in
diciassette anni ho partecipato ad una festa. Che non
fosse una carneficina vampiri-uccidono-umani, perché è così che loro la definiscono: una festa.
“Che tipo di
festa?” Domando di nuovo, guardando Aro.
“Diciamo
che non sarà una festa di compleanno, ecco. Sarà una vera e propria
cerimonia.”
“Una
cerimonia?”
“Un matrimonio, mia
Stella.” Allargo gli occhi, ed Aro non ci mette
molto a capire il mio shock.
“Un
matrimonio?” Continuo a ripetere quello che Aro mi dice, come un
pappagallo.
“Un
fantastico matrimonio. Sarà una celebrazione mai vista prima. Avremmo molti ospiti in
quel periodo, mia Stella. Vampiri pronti a recarsi qui da ogni parte del mondo.
Saranno settimane dure, quelle che seguiranno. Dovremmo preparare tutto nei
minimi particolari, e mi servirà il tuo aiuto.”
Sbatto gli occhi, perché ancora non riesco a credere a quello che sta
succedendo.
Un matrimonio? Vampiri che arrivano da tutto il mondo?
“Come posso aiutarti, Aro?”
“Spero che tu sia
disposta ad accettare la mia proposta, Stella.”
“Di che proposta
stai parlando?” Aro si alza, e dalla tasca del lungo mantello nero che
porta tira fuori una piccola scatola nera.
“Tu sei diversa,
Isabella.” Sarà la seconda volta che usa il mio nome per
chiamarmi. “Sei una pietra preziosa per noi, e
soprattutto per me. Non voglio che ti accada niente, per nessuna ragione
al mondo. Ed ora, penso che sia arrivato il momento di
fare un passo avanti. Hai bisogno di tutta la nostra protezione, e qui ne hai
abbastanza. Non posso separarmi da te, e non posso
accettare che ti succeda qualcosa. Qualcosa
che non dovrebbe accadere.” Apre lentamente la scatola, rivelando un
anello piccolo, con una pietra nera incastonata. “Per la tua totale
protezione, per non rischiare che qualcosa possa andare storto e per
l’affetto che mi lega a te da anni” sento il sangue ribollirmi
nelle vene, e un conato di vomito salire. “Voglio che
tu diventi mia moglie, Isabella. La donna che sarà accanto a me
per il resto della nostra esistenza. Per
sempre.” Deglutisco rumorosamente, e cerco di tenere i pugni stretti,
perché so che le mie mani stanno tremando fin troppo. Lui tira fuori
l’anello dalla scatola, e senza chiedermi nulla lo infila delicatamente
al mio anulare. “Capisco il tuo shock, mia Stella.
Ma non devi darmi una risposta subito, anzi, forse non
c’è nemmeno bisogno una risposta effettiva. Avrai un mese per prepararti. Jane e Gianna ti aiuteranno in
qualsiasi piccola cosa. Poi, arriveranno tutti i nostri ospiti. Sarà un
giorno splendido, lo ricorderanno per il resto delle loro esistenze.” Avvicina la mia mano alla sua bocca, baciandola
delicatamente. “Sapevo che non ti saresti opposta,
Isabella. E sono felice di constatarlo io stesso. Ora,
puoi andare.” Indica la porta davanti a noi, mentre lui si risiede al suo
posto. Mi alzo barcollando, uscendo senza neanche salutare. Senza proferire
parola. Perché lo so, e anche bene.
Non ho una via d’uscita.
Non avrò mai, una via
d’uscita.
Cammino velocemente tra i
corridoi bui, senza una destinazione.
Cerco di allungare il
passo ogni volta che incrocio qualcuno. So
che lo sanno. Io, ero l’unica a non saperlo.
E se fosse stato per Aro, forse non l’avrei mai saputo fino a quel
giorno.
Il giorno di festa.
Sento gli occhi
pizzicare, ma non posso piangere.
Non ora.
Non qui.
Ma non riesco a trattenere un
singhiozzo, e il mio respiro si fa sempre più veloce.
Non posso sposarlo.
Non posso essere prigioniera per sempre.
Prigioniera… quella parola rimbomba nella mia testa, e stavolta allungo
ancora di più il passo. So dove devo andare. Dove voglio andare.
Scendo le scale di corsa,
due a due. Intorno a me è tutto buio, e sembra notte fonda. Cerco di
sviare tutte le guardie che trovo sulla mia strada, ma ormai tutti sanno che
sono la pupilla di Aro. Nessuno osa rivolgermi la parola senza
il mio consenso. Nessuno si avvicina, nessuno fa qualcosa. Niente.
Arrivo al piano terra,
correndo per i corridoi deserti.
Respiro profondamente,
prima di spalancare la porta che ora mi trovo davanti.
E’ ancora lì.
I graffi sul suo petto si
sono accentuati, e gli occhi sembrano sempre più rossi.
Iniettati di sangue.
Ha bisogno di sangue. Ha bisogno di nutrirsi.
“Isabella?”
La sua voce è roca, e stringe gli occhi per mettere a fuoco la mia
figura. I suoi polsi e le sue caviglie sono ancora incatenati dal ferro vecchio
e consumato. “C-come… perché sei qui?”
Riesce a formulare, deglutendo più volte.
Sta morendo dalla sete. E
so quello che devo fare.
Ancora con le lacrime che
mi inondano il viso, tiro fuori dalla tasca il pezzo
di vetro rotto, trovato poche ore prima. Lo passo sul mio avambraccio,
facendolo scivolare dolorosamente dal gomito al polso. Fa male. Fa così male.
“Cosa
stai facendo?” I suoi occhi ora sono sgranati, mentre cerca di
tenersi anni luce distante da me. In una stanza di tre metri. Una gabbia.
“Ho bisogno del tuo
aiuto.” Dico, avvicinandomi sempre di più.
Può uccidermi in
un secondo. So che lo può fare.
Eppure…
“Vattene.”
E’ un ordine.
“Bevi.” Allungo
il braccio nella sua direzione, mentre il sangue inizia a sgorgare sempre di
più. Mi serviranno dei punti.
“Non voglio
ucciderti.”
“Ti
fermerai. Ho
bisogno del tuo aiuto.”
“E
tu pensi di aiutarmi in questo modo? Offrendoti a me?”
“Hai
detto che non sono sola. Che non sarò mai sola.”
Sussurro, mentre sento le lacrime scendere sul mio viso. “Quindi,
se vuoi davvero offrirmi il tuo aiuto, bevi. Se lo vuoi davvero, ti
fermerai. E se per caso non ci riesci…” Mando
giù, stringendo gli occhi. “Uccidimi.
Perché non posso continuare a vivere così.”
Lo vedo digrignare i denti, e so che quello che sto facendo lo sta mandando fuori di testa.
Non vuole farlo. Ma deve farlo.
“Non posso.”
Sento il macigno che ho nello stomaco farsi sempre più grande.
Non può farlo. Non vuole farlo.
Sono sola.
“Se davvero vuoi
aiutarmi, ho bisogno che tu ti riprenda. E non lo farai mai, se non ne bevi un
po’.”
“Non posso
farlo.” Sbatte la testa contro il muro, facendo scendere un po’ di
polvere. Un bel po’ di polvere. “Il tuo sangue
canta per me. Non sarei in grado di fermarmi.”
Sei la mia cantante, Bella.
Che significa?
Significa che non ti libererai facilmente di me.
Mi avvicino ancora di
più, appoggiando la testa sul suo petto.
“Edward.”
Dico, e il suo corpo diventa di marmo. “Io non so chi
sei. Io non ricordo.” Respiro, cercando di scacciare indietro le
ultime lacrime. “Ma sto cercando di… ricordare. So che c’è
qualcosa. Sento che c’è
qualcosa.” Tiro su il viso, posando i miei occhi nei suoi. “Se
davvero quello che dici è vero… ti prego. Aiutami.” Singhiozzo, tirando su con il naso.
“Non lasciarmi da sola.”
Sta vivendo una battaglia
interiore, e so che io non riuscirò a fermarla.
Dovrà essere lui,
a decidere.
“Mi
perdonerai mai?
Per tutto questo.” Dice, piegando il viso da una parte. “Mi perdonerai mai?”
“Ti ho già perdonato, Edward.” Dico, mentre sento le sue labbra
posarsi sulla mia ferita.
Fa male. Fa troppo male.
Ma so anche che mi salverà.
NOTE FINALI
Buonasera lettori!
Strano ma vero, eccoci
con l’aggiornamento! Insomma… belle novità per la nostra
Bella, no? Credo che molte cose vengano spiegate nel
capitolo stesso… di certo le decisioni di Aro non sono dettate dal caso,
quindi cercate bene di immaginare perché vuole sposarsi con Bella.
Perché? Io non vi suggerisco nulla, sennò vi toglierei la
sorpresa! Mi dispiace tantissimo non darvi indizi, ma vi spoilererei
tutto *shame*
Sono decenni, quasi un secolo che non mi sento così.
Come se avessi preso una sbronza colossale, e il giorno dopo ho
i postumi.
Ma io non posso prendere una sbronza colossale, e non posso avere i
postumi. Sento la gola infiammata, e sento la sete. Tanta sete. Cerco di alzarmi, ma mi rendo conto subito di essere bloccato. I miei
polsi sono stretti a delle catene di ferro, che mi tengono fermo su quel letto.
Focalizzo velocemente tutto quello che è intorno a me: sono sopra ad un letto abbastanza comodo, in una stanza grande e dalle
pareti bianche. Vedo una scrivania davanti a me, con dei libri sopra. Attaccate
alle pareti riesco a scorgere diverse foto, e a quel punto capisco benissimo dove sono.
Denali.
Nella stanza di Tanya.
Negli anni precedenti ho passato parecchio tempo in quella
stanza, perché avevo trovato in Tanya una vera
amica, una
confidente. Dopo che Carlisle
mi aveva trasformato, mi sono subito allontanato da lui. La sete era troppa, e
non potevo seguire la sua dieta. Non volevo. Durante il mio cammino ho incontrato il Clan Denali, e tutti
conoscevano Carlisle. Mi hanno proposto di passare un
po’ di tempo con loro, di abituarmi a quella dieta. Anche loro, sono come Carlisle. Come
me. Come noi. Non uccidono nessuno, e si
nutrono esclusivamente di sangue animale. Ma
all’epoca era più forte di me, non ci riuscivo. E’ stata Tanya – la maggior parte delle volte -, ad aiutarmi. Non ci ho messo molto a
capire che lei provava qualcosa nei miei confronti, e l’ho letto
più volte nei suoi pensieri. Eppure, non è mai andata oltre. Non
ha mai provato a fare qualcosa, rispettando le mie decisioni. Non ha detto
nulla, quando ho un paio d’anni dopo ho deciso
di andarmene da Denali, riunendomi con Carlisle, che
nel frattempo aveva incontrato Esme.
Ed eccomi qui, quasi cinquant’anni dopo, nella camera
di Tanya.
“Buongiorno vampiro!” E’ la sua voce ilare
quella che sento, mentre io non riesco a trattenere un ringhio. Sono anni che
non vedo Tanya, ma questo non è nemmeno il modo giusto: incatenato al suo letto. “Da quanto tempo non ti facevi
una bella dormita?” Scansa la sedia da sotto la scrivania, si siede e si
tiene a debita distanza da me. “A volte, vorrei farmene
una anch’io. Hai sognato qualcosa?” Il suo tono continua ad essere divertito, mentre una rabbia nera cresce dentro di
me.
Bella.
Bella.
Bella.
Dove sei, Bella?
“Non è il momento giusto.”
“E’ sempre il momento giusto.” Un altro
ringhio esce dalla mia bocca, questa volta fa tremare le pareti della camera. Tanya si passa una mano tra i capelli biondi, scacciando la
polvere che lentamente le si è posata in testa.
“Non fare il cattivo con me, Ed. In questa storia non
c’entro niente.” Dice, allungando poi un dito prima ancora che
aprissi bocca. “Aspetta.” Deglutisce, guardandosi intorno. “Ho chiesto agli altri se potevo salire io. Dobbiamo
parlare.”
“Parlare?” Chiudo gli occhi in una fessura.
“Io non devo parlare con nessuno.”
“Hai ragione.” Dice Tanya,
alzando gli occhi al soffitto. “Non devi proprio
parlare con nessuno, Ed. Se avessero fatto una cosa del genere a me, gli
avrei tutti uccisi.” Indica con il dito il piano
inferiore, e nella sua mente vedo l’immagine dei Cullen
e della famiglia Denali al piano di sotto. Manchiamo soltanto io e Tanya.
“Lasciami andare, e li
ucciderò tutti. Forse risparmierò te.”
Fa una risata divertita, scuotendo la testa.
“Non sei cambiato di una
virgola, Cullen. Ma
qui il discorso si fa più complicato.”
“Più complicato? Non ho chiesto niente a
nessuno. Io,” preciso, scandendo le parole
“non ho chiesto niente a nessuno. Né di portarmi qui, né di
finire mezzo addormentato dopo un’iniezione.”
“Hai ragione. Un vampiro che dorme, questa sì
che è una bella novità. Chiederò a Carlisle
se può fare un’eccezione, e darmene qualche dose.”
“Non è il momento di scherzare.”
“No. Hai ragione.” Si
ferma un attimo, poi punta i suoi occhi nei miei. “Parlami di
Bella.”
“Non devi nemmeno nominarla!” Ruggisco, sentendo
il rumore delle catene stridere sotto di me.
“Io non sono tua nemica, Edward. Io sono con te.” Mi basta un attimo per capire quello che mi sta
dicendo. Lo vedo.
“Marcus?” Sussurro, e so dalla sua espressione
che ha colto il mio tono schifato.
“Non giudicarmi, Edward. Ti
sei innamorato di un ibrido.” La vedo rabbrividire per un
secondo. “Quindi, non siamo nella posizione di
giudicarci a vicenda.” Precisa.
“Come… Come…”
E’ una casa piena
di vampiri, leggo nella sua mente.
“C’è voluto un po’, per
convincerci.” Cambia totalmente discorso. “E noi siamo vostri
amici, Ed. Non so cosa possano fare gli altri, quando
lo verranno a sapere. Metà vampiri e metà
umani. Non tutti capiranno.”
“Bella non è una minaccia!” Tuono,
gettandomi verso di lei. Ma le catene continuano a
bloccarmi.
“Non dico che Bella sia una minaccia. Nemmeno la
conosco. Ma conosco te.” Dice, puntando il dito
verso di me. “E so che se ti sei innamorato di
questa… ragazza. Se lei è veramente la tua cantante…
non può di certo essere una minaccia.”
“E?” La invito a continuare.
“Bella non sarà una minaccia, ma tutti gli
altri? Quando si verrà a sapere che umani e vampiri possono avere dei
bambini… Edward, non sarà facile da digerire. Per niente. Le
abilità dei vampiri sono frutto di quello che sapevano già fare
da umani. Empatia, per Jasper. La capacità di prevedere- seppur non
con delle visioni – quello che poteva succedere, per Alice. La tua
capacità nel leggere le persone, prima che diventassi vampiro. E dopo,
hai scoperto di saper leggere tutte le menti.”
“Tutte tranne una.”
“Tutte tranne una.” Mi fa eco Tanya.
“Quello che cerco di farti capire…” fa
un sospiro “Ecco, prendi per esempio Alice e Jasper. Pensa se Jasper
fosse un vampiro, ma Alice ancora umana. Lui, con la
capacità di manipolare le emozioni altrui. Lei, che ha delle visioni. Non una vampira. Pensa a un’ipotetica figlia,
un’ibrida. Metà umana, e metà
vampira. Che ha assimilato la
capacità di Jasper, e anche il potere di sua madre. Una
vampira con i superpoteri di sua madre e di suo padre.” Deglutisce, e
incolla i suoi occhi ai miei. “Una macchina da guerra, Edward.” Conclude.
“Bella non è così.”
“L’hai detto proprio tu, Ed. Riesci a leggere la
mente di Bella? No. Suo padre riusciva ad usare i suoi
poteri su di lei? No. Alice la vedeva? No.”
“E’ successo. Una volta, sono riuscito a leggere nella sua mente. Solo
per un istante.”
“Eleazer è arrivato ad una conclusione.”
“Cioè?”
“Bella potrebbe essere uno scudo.” Dice Tanya, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
“Che significa?”
“E’ uno scudo, Ed. Riesce a proteggersi, e non ne
è nemmeno consapevole. Se si esercitasse, se si sforzasse…
riuscirebbe a far estendere il suo scudo molto più al di là.
Potrebbe proteggere delle persone, senza sforzarsi. Potrebbe proteggerci tutti.”
“Bella è uno scudo?” Ora capisco. Riesco a
capire perché tutti i nostri poteri con lei non funzionavano.
“Carlisle ci ha raccontato
quando sei riuscito a leggere la sua mente… Doveva essere un momento
particolare per voi, Ed. Per un attimo – inconsapevolmente – ha
abbassato la difesa. Ha lasciato andare lo scudo. E tu sei riuscito a leggere i
suoi pensieri.”
“Cosa stai cercando di
dirmi?”
“La teoria di Alice non è sbagliata.
Ecco.” Ora si alza, e si avvicina lentamente al letto. “Ricorda che
non sono una tua nemica.” Dice, sedendosi accanto a me. “Sono andati a caccia. Tutti. Una casa piena di
vampiri non era l’ideale.”
“Taglia corto,Tanya.”
“Se vogliamo davvero vincere questa guerra, dovremmo
affidarci al tempo. Non c’è alternativa,
Ed. I vampiri verranno a sapere di Bella, ed alcuni saranno
dalla nostra parte. Altri invece, no. Porteremo l’esempio di Bella, e
forse Nahuel non sarà l’unico ibrido a nascere in questi
diciassette anni. La maggior parte dei vampiri sta con degli umani. Se
venissero a sapere una cosa del genere… cambierebbe tutto. Però, dobbiamo andarci con cautela. Ora, Bella non
è con noi. Dobbiamo aspettare che nasca Nahuel, per portarlo agli altri
Clan. Farlo vedere. E lì, ci crederanno. Lì, saremo pronti per
andare dai Volturi.”
“Non mi stai dicendo niente di nuovo. Hai parlato con Alice?”
“No. Ho parlato con Marcus.” Ora, sono tutto orecchi.
“Non continuare con quelle espressioni.” Dice Tanya, alzando per la millesima volta gli occhi al cielo.
“Marcus mi ama. Ho passato un periodo in Italia con Kate,
dopo la morte di Garrett. Lei era così
giù, che ho deciso di portarla in vacanza.”
“Taglia.” Ripeto.
“I Volturi hanno saputo del nostro arrivo in Italia, e
ci hanno messo poco ad invitarci da loro per un breve
periodo. Io e Kate abbiamo passato lì un paio
di mesi. Le atrocità che abbiamo visto… Sai che siamo stati i
primi vampiri ad adottare la dieta vegetariana, e Aro non se ne capacitava. Ha
sempre rispettato le nostre decisioni, e ci ha anche chiesto cortesemente di rimanere con lui, lì. Ma noi abbiamo declinato
l’offerta. Ma Marcus… lui era
curioso. Voleva saperne di più, di
noi. Voleva sapere cosa facevamo, come vivevamo. Era affascinato dalla nostra
storia, dal nostro modo di vivere. Sia io che Irina abbiamo
intrapreso varie relazioni con degli umani, senza farle cadere in disgrazie. Se
non andavano, ognuno per la sua strada.” Spiega,
con lo sguardo assorto fuori la finestra. “E’ venuto con
noi.” Dice, scuotendo la testa. “Marcus è
venuto con noi. Ha chiesto ad Aro qualche mese per allontanarsi
dall’Italia. Aro l’ha lasciato andare. Ma
lo sai anche tu, Edward. Se Aro ti concede qualcosa, ne dovrai per sempre
pagare il prezzo.”
Vedo i suoi ricordi.
Vedo lei e Marcus mano
nella mano per le strade della Grande Mela.
Li vedo in Alaska, nella
stessa stanza dove ci troviamo ora.
Li vedo lungo il Tamigi,
scambiarsi delle effusioni. Cerco
immediatamente di distogliere i miei pensieri dai suoi, per lasciarle un
po’ di privacy.
Tanya e Marcus.
“Cos’è successo?”
“E’ tornato dai suoi fratelli. Sai bene che
Marcus è il più anziano. Edward… Marcus era sposato con la
sorella di Aro, Didyme. Sai
cos’è successo?” Scuoto la testa.
“Aro l’ha uccisa. Marcus
e Didyme volevano andarsene, e lui l’ha uccisa.
Ha ucciso sua sorella. Il suo stesso sangue. Solo per potere.” Dice, e se potesse piangere, lo farebbe. “Adesso sai di cosa è capace Aro. Non ti sto
dicendo di lasciare Bella, non lo farei mai. Ti sto dicendo… di
aspettare.”
“Io non pos-”
“Edward!” Sbotta Tanya,
alzandosi di scatto. “So che Bella è la tua cantante, e che la ami
più della tua stessa esistenza. Ma
ascoltami” cammina avanti e indietro per la stanza. “Se ti
chiedessi di scegliere fra Bella e la tua famiglia, cosa faresti?”
“Non farmi una domanda del genere, Tanya.
Andrò da Bella, per salvarla. La mia famiglia resterà fuori da
tutto ciò.”
“Sì, questo è quello che pensi tu.
Edward, Aro ha
ucciso sua sorella! La sua unica sorella!
Se andrai a Volterra, Aro non ti ucciderà. Sei troppo prezioso per lui. Ma se andrai a Volterra per cercare di liberare Bella…
Primo” dice, alzando l’indice “non ci riuscirai. Mai. Secondo” ora, alza il medio
“Aro te la farà pagare. Oh, se te la farà pagare, Ed. Ucciderà tutte le persone a te vicino. Ti
farà soffrire, nel modo più subdolo che lui conosca: la morte. Al
tuo ritorno – se ritornerai –non ci sarà
più la tua famiglia ad aspettarti. Solo un mucchio di cenere.”
So che quello che dice Tanya
è vero. Aro ha ucciso sua sorella, e non si farà
problemi ad uccidere chiunque cercherà di ostacolare il suo percorso.
Non posso rischiare di perdere la mia famiglia. E non voglio perdere Bella, per
nessun motivo al mondo.
“Cosa mi stai dicendo?”
“Ti sto dicendo di aspettare,
Ed.”
“Non posso aspettare. Tu sai cosa le faranno!
L’hai detto tu! Sai di cosa è capace Aro!”
“E’ proprio per questo che dovremmo aspettare.”
“Bella non sa difendersi. Bella non sa a cosa sta
andando incontro!”
“Tu sottovaluti quella ragazza, Edward! Non saranno
anni facili, quelli che stanno arrivando. Per nessuno di noi,
e soprattutto per Bella.”
“Io non la sottovaluto! Neanche tu saresti riuscita a
sopravvivere!”
“Oh, ecco che ora sottovaluti anche me! Ho una
proposta, Edward.”
“Che tipo di proposta?”
“Ora, ti toglierò quelle catene. Gli altri sono a
caccia, e non vogliono ancora liberarti. Ma io mi fido
di te. Ad una sola condizione.”
“Quale?”
“Aspetterai diciassette anni. Bella sarà
protetta.”
“Protetta? E da chi, mia cara? Forse da Aro?”
“Marcus è con noi.”
Dice, e vedo nella sua mente che dice la verità.
“Marcus proteggerà Bella, in ogni modo possibile. Farà in
modo che non le succeda nulla di… brutto. Spiacevole.Marcus è con
noi.”
“Cosa significa?”
“Significa che – tra diciassette anni -, combatteremo i Volturi.” Le sue
mani tremano. “E tra diciassette anni, Marcus sarà in prima fila
per uccidere Aro.” Conclude, rompendo con un semplice
gesto le catene intorno ai miei polsi.
Non sono più
incatenato.
Ma è come se lo fossi per i
prossimi diciassette anni.
Note finali
Buonasera lettori!
Allora, avete
conosciuto Tanya. Quindi,
via i forconi! Edward e Tanya sono grandi amici, e vi
posso assicurare che non ci sarà nulla da temere sotto questo punto di
vista! Invece, lei è mooolto innamorata di
Marcus.
A proposito di Marcus,
vorrei precisare un po’ di cose: il duo Marcus/Tanya
c’è, nessun sotterfugio da parte di
Marcus per prenderla in giro. Assolutamente. Lui è dalla sua parte.
Perché, vi chiederete voi? Se ve lo ricordate, diciamo che Marcus
è il più “isolato” dei tre fratelli, ed Aro ha ucciso veramente Didyme,
poco dopo essersi sposato con il suo amico. A detta della Meyer,
Marcus è anche il vampiro più vecchio dei Volturi. Addirittura
più vecchio di Aro. Quindi, per il mio
cervello, Marcus ha talmente tanta esperienza che riesce ad evitare OGNI
POTERE, se vuole. Quindi, in questi diciassette anni,
Marcus è stato di vitale importanza per Bella. A sua insaputa.
Detto ciò, credo
di aver finito. A domenica con il capitolo POV BELLA!
P.S. Leggo
tutte le recensioni. Sia su Wattpadche su EFP. Vi volevo ringraziare tantissimo, ma davvero.
Cercherò di rispondere a tutti! Un bacio e grazie per aver letto!
“Devi porre molta più attenzione a quello che fai, Isabella
Quinto capitolo - Bella
“Devi porre molta
più attenzione a quello che fai, Isabella.” So che la voce calda
di Marcus cerca di rassicurarmi, ma lo prendo come un rimprovero.
“Sono
scivolata.”
“Sei scivolata su
una lastra di vetro?” Alza entrambe le sopracciglia, mentre continua a
tamponarmi con il disinfettante l’avambraccio.
Bevi a aiutami, Edward.
Bevi, e aiutami.
E l’aveva fatto. Il
dolore che avevo provato in quei pochi secondi non era nulla, in confronto a
tutte quelle nuove sensazioni che si erano impadronite di me.
Ero… felice.
Felice di averlo aiutato,
e stavolta veramente.
Felice che ora lui,
forse, poteva aiutare me.
“Lo sai che sono
molto sbadata.”
“Ed anche molto
intelligente.” Ribatte il vampiro millenario davanti a me, buttando tutto
dentro un cestino. “Non devi farlo mai più, Isabella.”
“Fare cosa?”
E’ impossibile che lo sappia, a meno che… a meno che io sia
costantemente spiata, e Marcus era proprio in quel corridoio non per caso, ma
perché mi stava aspettando.
Aro sa tutto. Aro sa sempre tutto.
“Tu prometti che ti
occuperai soltanto delle tue faccende. Da quanto ho capito, tra due settimane
ci sarà il grande giorno.” Sbuffo soltanto al pensiero,
perché per qualche ora ero riuscita a dimenticarmene.
Il grande giorno. Il giorno nel quale Isabella avrebbe
dovuto sposare Aro.
Ti prego, Edward. Aiutami.
“Già.”
Marcus mi fa alzare, avvicinandosi insieme a me alla porta.
“Tu occupati delle
tue cose, Isabella.” Dice di nuovo, aprendo la porta per farmi uscire.
“Edward e Tanya penseranno alle loro.” Strabuzzo gli occhi,
voltandomi subito.
“C-cosa?”
Dico, fissandolo.
“Ognuno ha il suo
compito, Isabella. Tu rispetta il tuo.” Conclude, chiudendo la porta
dietro le mie spalle.
Edward e Tanya penseranno
alle loro cose. Alle loro cose.
Questa affermazione
rimbomba nella mia testa, finché non torno nella mia camera. Salto la
cena, e chiedo a Gianna di dire ad Aro che sono molto stanca. Lo vedrò
domattina. La preparazione del matrimonio. Rispetta
il tuo compito.
Possibile che Marcus
voglia aiutarli? Scuoto la testa energicamente. Non è possibile… eppure.
So che soltanto da una
parte posso trovare le risposte che voglio. Alzo lo sguardo, e leggo sul grande
orologio attaccato alla parete che sono le dieci di sera. Altre e due ore, e
scenderò giù.
Devo rivedere Edward.
“Non credi anche tu
che passeremo dei guai?” La voce roca di Edward proviene dallo stesso
lettino di metallo in cui sta da ormai due settimane. La sua cera è
sempre cadaverica, ma le occhiaie sono sparite. Per quanto riguarda gli occhi
invece, quella è tutta un’altra storia. Sono più rossi di
prima. Molto più rossi.
“Posso?”
Indico lo spazio vuoto accanto a lui. Annuisce impercettibilmente, e
così mi siedo.
“Dobbiamo
parlare.” Dico, seria.
“Ah, menomale.
Pensavo volessi sfregiarti di nuovo il braccio davanti a me, cercando di morire
dissanguata.” Ci ripenso anche io, e faccio una smorfia. Non era nei
piani far bere a Edward il mio sangue, eppure è stato più forte
di me. L’ho fatto perché ne aveva bisogno, perché credo che
sia l’unico qui dentro che possa aiutarmi. O almeno, provarci.
“Niente sangue,
stavolta.”
“Per quanto sia
affamato, ne sono contento.” Fisso le sue braccia, e mi soffermo di nuovo
sui polsi incatenati.
“Se non ci sono
riuscito io che sono un vampiro, non vedo come potresti provarci tu.” Ha
notato che le stavo fissando, e fa per tirare le catene ancora di più,
portando dietro di sé un rumore metallico che mi fa venire i brividi.
“Non volevo
provarci. Non ci sono mai riuscita neanche io.” Dico, facendogli capire
che non è stato l’unico, e non sarà l’ultimo. Allarga
gli occhi, e sul suo viso si fa strada un’espressione tra il disgustato e
il rammarico.
“Che ti hanno
fatto?”
“Speravo potessi
dirmelo tu.” Rispondo alla sua domanda, giocando con le mie mani.
“Non vorresti
più vedermi.”
“Forse.”
Deglutisco, cercando di capire qualcosa dalla sua risposta. Ma non ci riesco.
“O forse potrei capire davvero. Senza giudicarti. Ma voglio sapere cosa
mi è successo. Chi sono. Da dove vengo. Perché sono qui e perché
nessuno m-” Mi blocca, posando la sua mano fredda sulla mia.
“Shh.
Respira.” Alzo gli occhi che si stanno riempiendo di lacrime su di lui,
che cerca di consolarmi.
“Devi aiutarmi,
Isabella.”
“Speravo lo facessi
tu.” Edward annuisce.
“Lo farò. Ma
prima, ho bisogno del tuo aiuto.” Tiro su col naso, prima di fargli un
cenno con la testa.
“Devi abbassare il
tuo scudo.” Spiega, quasi con ovvietà.
“Io… cosa?”
“Il tuo
scudo.” Ripete nuovamente. “Ti sei mai chiesta perché i
poteri di Jane su di te non hanno effetto. Ti sei mai chiesta perché Aro
non riesce a leggere i tuoi pensieri con il suo tocco?” Scuoto la testa.
“Sì. Me lo
sono chiesta molte volte. Ma non ho mai trovato una risposta.”
“E’ lo scudo.
Questa è la tua risposta.”
“Cos’è
uno scudo?”
“Non tutti hanno
questa capacità. Anzi, per ora siete solo in due. Lo scudo ti permette
di proteggerti in ogni situazione di pericolo. Negli ultimi diciassette anni
hai alzato lo scudo su di te in ogni istante della tua vita. Nessuno è
stato in grado di farti del male. A meno che tu non lo volessi.” Cerco di
capire cosa mi sta dicendo Edward, ma sono troppe informazioni tutte insieme.
Soltanto una rimbomba nella mia testa.
“Negli ultimi
diciassette anni? Cosa ho fatto, prima?” Edward scuote la testa,
lasciando andare la mano che ancora mi stava stringendo.
“Abbassa lo scudo,
ed io ti aiuterò a ricordare. Sforzati, Isabella.” Sospiro dalla
frustrazione, e mi alzo dal letto.
“Cosa vorresti
dirmi, Edward? Eh? Adesso che ho scoperto di avere anche io un potere, tu ti
aspetti che inizi ad usarlo da un giorno all’altro? Non puoi dirmi
semplicemente quello che è successo… prima?” Sbotto, spostandomi con una mano i capelli da una
parte all’altra.
“Non mi aspetto
questo. No.” Anche lui si alza, avvicinandosi a me. “Ma devi farlo.
Non posso raccontarti cos’è successo, perché non lo
capiresti. Perché ci sono più di diciassette anni di vuoto, nella
tua testa. Non posso riempirli io, con una sola sera. Dobbiamo lavorarci
insieme, Bella.”
“Dobbiamo cosa?
Lavorarci?” Dico, indicando le catene intorno ai suoi polsi. “Ti
rendi conto in che situazione ti trovi, e Dio solo sa dove sia Tanya in questo
momento! Non abbiamo tempo, Edward. Non ce l’abbiamo, perché il
tempo è nostro nemico.”
“Questo lo pensavo
anche io.” Dice con tranquillità, risiedendosi. “Diciassette
anni fa, pensavo che il tempo fosse il mio più grande nemico. Lo sai
cosa succede se vuoi fare qualcosa con tutto il tuo cuore morto, ma non
puoi?” Ora, anche lui sembra quasi esasperato quanto me.
“Succede che ti
dicono che devi aspettare diciassette anni. Aspetta
diciassette anni, Edward. Hai intorno a te la tua famiglia, le persone di
cui ti fidi di più al mondo, e tutti ti dicono la stessa cosa. Aspetta diciassette anni, e poi potrai
salvare la tua Bella. La tua damigella in difficoltà. Ma devi aspettare,
Edward. Diciassette anni.” Deglutisce, passandosi entrambe le mani
sui capelli. “Lo sai come funziona il tempo per i vampiri? Un anno si
può paragonare ad un giorno. Un solo giorno della tua vita, e per me
è passato un anno. Questi ultimi diciassette anni, invece… Non potevo fare niente. Non
potevo scappare per venire a vedere se stessi bene. Non potevo uccidere
nessuno, perché le persone che mi obbligavano a non venire sono le
stesse persone per le quali darei la vita. Sono stati eterni, questi
diciassette anni. Ora, tu.” Si alza, puntando un dito contro di me.
“Tu ti impegnerai. Ti impegnerai ad usare il tuo scudo, ad estenderlo e a
toglierlo al momento giusto. Perché io ho aspettato diciassette anni per
venirti a salvare, e non possiamo mandare a puttane tutti questi anni per un
delle settimane in più. Aspetteremo, e ti porterò fuori di qui.
Per sempre, Bella. Te lo prometto.” Mi rendo conto che le lacrime
scendono sul mio viso mentre lui posa la sua mano sulla mia guancia, carezzandola
dolcemente. “Non ti lascerò mai più sola, Isabella. Se
tutto questo dovesse portarmi ad entrare a far parte della Guardia di Aro, lo
farò. Non mi interessa, ormai. Ma non ti lascerò sola.”
Appoggio la mia mano sulla sua, accarezzandola dolcemente.
“Non
c’è tempo, Edward.” Lo vedo alzare impercettibilmente gli
occhi al cielo.
“So che questi
diciassette anni sono stati un inferno per te, Bella. Ma ti prego, ti supplico,
fidati di me.”
“Io mi fido di
te.” Dico di getto, e so che è vero. Il vampiro che è qui,
ora, di fronte a me, mi ha appena confermato che mi stava cercando. Che ha
cercato in ogni modo di trovarmi. Di venire qui da me. Diciassette anni.
“Aro mi ha chiesto
di sposarlo. Tra quattordici giorni, sarò sua moglie. Non
c’è altro tempo.” Sussurro, e sento le viscere stringersi
mentre lo dico ad alta voce. Per la prima volta.
Si scansa bruscamente da
me, e il ringhio più animalesco che io abbia mai sentito esce fuori
dalla sua bocca. Si volta, e con un semplice gesto riesce a fare a brandelli
l’unico oggetto in quella stanza: il lettino di metallo.
“EDWARD!”
Strillo, aggrappandomi al suo braccio. Si gira, e il volto che ho davanti non
è più quello del vampiro che mi ha cercata per diciassette anni.
E’ quello di un animale, cattivo e feroce, che farebbe di tutto per
salvarmi.
Per salvare me.
“Abbiamo due
settimane, ma mi impegnerò. Ti giuro che mi impegnerò.
Cercherò di capire come funziona… lo scudo. Ci proverò in tutti i modi, te lo prometto. Ma non
fare così.” La mia voce trema, seguita subito da tutto il mio
corpo. “Non farlo, perché sai anche tu come andrà a finire.
E’ inutile che io impari a gestire questo potere, se poi tu ti fai
ammazzare. Comportati bene, e io mi impegnerò. Siamo una squadra.”
Non so da dove ho trovato la forza per dirgli tutte queste cose, ma i suoi
lineamenti sembrano rilassarsi.
“Aro non ti
avrà mai.”
“Mai.”
Ripeto, convincendolo ancora di più.
“Siamo una
squadra.”
“Sì, Edward.
Siamo una squadra.”
“E non siamo
soli.”
“Cosa?” E’
ancora arrabbiato, mentre cerca di sistemare il danno che ha creato poco prima.
“Questo non dovrei
dirtelo, ma…”
“Tanya?”
Chiedo, pensando alla vampira bionda che non ho più visto. Edward
annuisce.
“Non solo Tanya.
C’è un’altra persona che ci aiuterà, Bella. Devi
soltanto fidarti di lui.” Una lampadina scatta nel mio cervello, ad
intermittenza.
“Stai forse
parlando di Marcus?”
“Proprio
così. Ma non fare il suo nome mai più, Bella.”
“Promesso.”
“Ora,” Edward
si avvicina a me, ancora in piedi all’angolo della piccola stanza.
“Devi tornare nella tua camera. Riposati un po’, Bella. Domani a
mezzanotte ci rivediamo qui. Lavoreremo insieme sul tuo scudo. Cercheremo di
capire in che modo funziona, e se riesci ad estenderlo. Ma devi riposarti,
Isabella.” Annuisco impercettibilmente, un po’ di cattivo umore
perché devo andarmene.
“Domani a
mezzanotte.” Ripete Edward, posando un bacio sulla mia fronte e
staccandosi dopo qualche secondo.
“Siamo una
squadra.”
“Siamo una
squadra.” Sono le ultime parole che lo sento pronunciare, mentre mi
richiudo la porta dietro di me.
Domani a mezzanotte,
sarò di nuovo con lui.
Non siamo una squadra, ma
molto di più.
Siamo una coppia.
Note finali:
E’ passato
più di un mese, e penso che le scuse siano a zero. Purtroppo scrivere
non è l’unica cosa che faccio, e nelle giornate piene, quando
trovavo anche solo venti minuti per mettermi al PC, non veniva fuori niente.
Ora ho ingranato la marcia di nuovo, e spero di ricominciare a pubblicare due
capitoli a settimana. Avevo anche promesso che avrei revisionato e ri-postato
Changes, ma i tempi saranno un po’ più lunghi.
Detto questo, spero che
il capitolo vi sia piaciuto!
Se tutto va bene, ci
risentiamo Domenica con il prossimo aggiornamento.
Grazie a tutti voi per
essere qui, e per aver letto.
“Siamo riusciti a parlare con il clan egiziano e con quello
irlandese
Dieci anni prima…
Sesto capitolo - Edward
“Siamo riusciti a parlare con il clan egiziano e con
quello irlandese.” Dice Alice, passandosi un dito sotto il mento.
“Io eEmmett
siamo andati in Romania.” Aggiunge Rosalie, e non c’è
nemmeno bisogno che legga i suoi pensieri, per sapere che non è andata
bene.
“Cosa hanno detto?”
“Non sono pronti per una guerra. Ma
non è quello il problema.”
“Qual è?”
“Dicono che gli ibridi saranno una specie pericolosa,
vanno fermati subito. Sono quasi
d’accordo con Aro.”
“Aro non vuole mettere fine agli ibridi.”
“No, appunto. Vuole creare il suo esercito personale, fatto di armi che nessuno
sarà in grado di avere. Se per i clan gli ibridi sono una specie da
abbattere, Aro ha già vinto la sua guerra.”
Dice Eleazer, poggiando una mano sulla spalla di
Carmen.
Io sono seduto sull’unica poltrona che è nella
stanza, e fisso il vuoto davanti a me.
Sono passati sette anni.
Sette anni fatti di ricerche andate
male, di parole volate al vento. Tutti hanno dato il
loro contributo, a partire dal clan di Denali. Ci
hanno ospitato in Alaska, perché non potevamo di certo tornare a Forks. Ma questo è costato
caro anche a me. Sapevano benissimo che non potevano lasciarmi libero, nemmeno
sotto la supervisione di qualcuno. Quindi, ecco progettato il braccialetto che
ora ho al polso, che ogni volta che mi allontano dal perimetro di casa Denali mi invia scariche elettriche che mi fanno accasciare sul
posto. Le stesse scariche che può trafiggerti Kate con una sola
occhiata. Con l’aiuto di Eleazer sono riusciti
a creare un prototipo dell’oggetto, che è finito immediatamente
nelle mie mani. Nessuno sarebbe riuscito a convincerli di lasciarmi libero. Non
li biasimo. Sarei scappato alla prima occasione.
“Riusciremo a convincerli. Abbiamo ancora del tempo.” Ora la mano che si posa sulla mia
spalla è quella diCarlisle.
“Tempo…” Sussurro appena, perché so
che il tempo è un mio grandissimo nemico.
Sette anni.
Non so cosa le hanno fatto, e non so dove
sia. Le rassicurazioni che mi ha fatto Tanya non sono valse poi a molto. Continua a dire che non è
in pericolo, e che Marcus l’aiuterà.
Sempre.
Altri
sete anni.
“Tempo. E poi porteremo Bella fuori da lì, senza
creare una carneficina.”
Se potessi, lo farei adesso. Una carneficina.
Ho ripromesso a me stesso che sarò proprio io ad uccidere Aro. Con le mie mani.
“Il tempo passerà in fretta. E a quel punto,
saremo pronti ad andare da Bella.”
“Il tempo risolverà ogni cosa, Edward.” Lo
sguardo dolce di Esme accarezza la mia figura, e so
che se potesse, in questo momento piangerebbe.
Non riesco a togliermela dalla testa. Non riesco a togliermi
il suo odore da sotto il mio naso. Non ci riesco.
Ultimamente rivivo i nostri momenti insieme ogni istante.
Era un po’ che il suo ricordo non si faceva così vivo. Ripeto
sempre a me stesso di non pensarci, o di farlo il meno possibile. E’
successo molte volte che lasciassi il perimetro della casa, e tutte le volte Tanyaè venuta a
raccogliermi, privo di forze e disteso per terra.
Ma torno subito in me, quando vedo l’immagine di un
neonato farsi strada nella mia testa. E’
minuscolo, ha la pelle olivastra e la forma degli occhi allungata. E’
tenuto da una donna dai lunghi capelli neri, e dagli occhi della stessa forma.
Cerco di imprimere bene l’immagine nella mia testa, finché alzo lo
sguardo su Alice.
“E’ nato Nahuel.” Dice, confermando la sua
visione che ho appena visto.
Tiro un sospiro di sollievo. Nahuel.
Il nostro passepartout.
Dieci anni, e Nahuel sarà un perfetto adolescente.
Dieci anni, e potrà confermare a tutti i vampiri di non essere una
minaccia. Dieci anni, e potrò riavere la mia Bella.
Fisso ancora Alice, e in una frazione di
secondo il suo sguardo si adombra.
“Cosa succede? Alice?” Jasper le scuote un braccio, e sento la sua energia
che cerca di tranquillizzarla.
“Non ce l’ha
fatta…” Sussurra appena, passandosi una mano tra i capelli. Lo
shock dei presenti in stanza si fa sempre più vivo.
“Nahuel… Nahuel è morto?” Ha il
coraggio di chiedere Kate, avvicinandosi di qualche passo.
“No.” Alice scuote la testa. “Pira non ce l’ha fatta. Durante il parto… Nahuel
l’ha uccisa.” Le reazioni che hanno gli altri in quel momento sono
diverse.
Esme si porta una mano sulla bocca, per soffocare un singhiozzo.
Carlisle le passa una mano sul fianco, ma anche il suo sguardo si è fatto
di cenere.
Emmett e Rosalie restano immobili nelle loro posizioni, mentre le sorelle
Denali scrutano ancora Alice, per capire dove sia il problema. Lo leggo nelle
loro menti.
“Nahuel sarà sempre la nostra garanzia.”
Dice Eleazer, rompendo il silenzio.
“Non lo sarà.” Ora, a parlare è
Jasper. “Nahuel doveva essere una garanzia, con sua
madre in vita. Ora, i clan non staranno dalla nostra parte. I vampiri e
gli umani non potranno mai avere una vita insieme. Pira è morta dando
alla luce il suo stesso bambino. Lui l’ha uccisa. Nessuno si prenderebbe
il rischio di fare un bambino con un umano, se quell’umano è
davvero il suo cantante.” Spiega, e il suo
sguardo vaga assente. Lui è un Capitano. E conosce le regole del gioco meglio di chiunque altro. Senza nessuno dalla nostra parte,
andare dai Volturi risulterebbe come un suicidio di
massa.
“Ci siamo dimenticati di Renée?! Lei è in vita! Lei è una
vampira!” Dice Rose, e mi fa ribollire il sangue nelle vene. Non
voglio pensare a Renée, e nemmeno a suo
marito. L’hanno barattata, l’hanno buttata al macello come un
animale.
Tutto per colpa loro.
“Per quanto ne sappiamo, Renée
è l’unica umana che sia riuscita ad avere un bambino con un
vampiro. Un bambino
sano.”
“Faremo altre ricerche. Gireremo in capo al mondo, per trovarne altri. Ci saranno. Ci devono
essere.” La determinazione di Rosalie mi fa quasi sperare in qualcosa. Ma
mentre ci penso, un’idea balena nella mia testa.
Nahuel non è più il nostro passepartout, non
potremmo mai vincere una guerra contro i Volturi. Mai.
“FERMATELO!” Sento solo il richiamo di Alice,
mentre corro verso le montagne che sono davanti a me.
Posso tornare da Bella.
Devo tornare da Bella.
Senza Nahuel, tanto vale rischiare la mia vita. Andrò
io, lasciando fuori tutta la mia famiglia. Tornerò da lei.
La prima scarica di elettroshock riesco a gestirla, mentre
supero il perimetro della casa. Ma la mia corsa
rallenta piano piano. La seconda arriva quando riesco
a vedere la casa in lontananza, e mi fa accasciare per terra. Cerco di
rialzarmi, e ci riesco. Barcollo fino ad uno dei tanti
alberi intorno a me, riprendendo le forze.
Posso farcela. Posso uscire da questa prigione
all’aperto.
La terza scarica, mi fa gridare
verso il cielo. Un ringhi duro, gutturale, che fa
correre via ogni animale che era nei paraggi. Rigiro gli occhi, e davanti a me
trovo Kate.
“Cosa dobbiamo fare con te, Cullen?”
La quarta scossa arriva direttamente da lei, mentre chiudo
gli occhi stremato.
Cerco di massaggiarmi la testa, e mi sembra di rivivere un
flashback.
La madre di Nahuel
è morta.
L’elettroshock.
Kate.
Queste sono le prime cose che mi vengono in mente, mentre
cerco di riaprire gli occhi.
Ora, sono sicuro di rivivere un flashback. Sono di nuovo in
camera di Tanya, ma stavolta senza lacci ai polsi e
alle caviglie.
“L’hai fatta grossa stavolta, splendore!”
La sua voce mi da su i nervi.
“Smettila.”
“E’ il secondo risveglio che ti fai in cento
anni, dovresti essere più felice.”
“Non è il momento di scherzare.”
“No, infatti.” Dice lei, avvicinandosi verso il
letto. “Quindi, ora mi stai a sentire.”
“Cos’è, vuoi farmi un’altra predica?
Non sono dell’umore giusto, Tanya.”
“Nessuna predica. Devi solo ascoltarmi.” Nel dirlo, punta un dito sulla sua tempia.
Non parlerà.
Eleazer e Carmen sono al piano inferiore, leggo nella sua mentre.
Gli altri sono tutti a
caccia, continua.
Tra una ventina di minuti
si daranno il cambio. Alice, Jasper, Emmett e Rosalie
rientreranno. Carlisle ed Esme
sono andati a fare un servizio. Kate e Irina aspetteranno Eleazer
e Carmen per fare un altro giro. Tutte le
immagini che si sovrappongono nella sua mentre mi stanno innervosendo.
“Quindi?” Ancora non
parla.
Quando cambieranno turno,
io e te ce ne andremo. Allargo gli occhi, e non capisco se si sta prendendo di nuovo gioco di
me.
“Cosa?”
Nahuel non ci
servirà più. Andremo a Volterra, da Marcus. Con un po’ di
fortuna, forse riusciremo a vedere Bella. Non posso prometterti che la
salveremo, ma andremo da lei. Stare qui è del tutto inutile, ormai.
Se mi sta prendendo in giro, la uccido.
“Davvero?”
“Sì, Edward. Tra venti minuti torneranno i tuoi fratelli. Fatti trovare pronto,
perché vogliono parlarti.” So che dice
così per dare la conferma ai suoi genitori che ha
avuto un normalissimo discorso insieme a me. Si alza,
e nel farlo indica il mio polso. Il braccialetto non c’è
più.
Hanno deciso di
togliertelo, tanto saresti stato in catalessi. Non hanno calcolato che i nostri
piani potevano cambiare. Tra venti minuti, qui. Annuisco al suo discorso silenzioso, prima di vederla uscire e
lasciarmi da solo.
Sto arrivando, Bella.
Verrò a prenderti.
Non sarai mai sola.
NOTE FINALI:
Ora, sapete
perché hanno catturato soltanto Edward e Tanya,
e non gli altri.
Non ho molto da dire su
questo capitolo, era una “transizione” che dovevo farvi leggere per
arrivare ad un punto clou della storia. Sto cercando
di scrivere il più possibile, per farvi avere la fine di Verità
Nascoste entro la fine di Giugno. Pregate!
Una settimana conta sette
giorni, e per sette giorni – ogni notte allo
scoccare della mezzanotte -, sono entrata nella stanza che tiene Edward
prigioniero.
Per sette giorni ha
provato ad insegnarmi come usare il mio scudo. Dire
che i risultati sono stati riprovevoli è un eufemismo. Non sono mai
riuscita ad alzarlo abbastanza da proteggere almeno lui. Non ho nemmeno capito
che cosa sia uno scudo, quindi è quasi impossibile per me utilizzarlo.
Edward continua a dirmi di non perdere le speranze, e che forse deve arrivare
una vera situazione di pericolo, per fare in modo che il mio potere possa
uscire fuori una volta per tutte.
“Oppure…
possiamo usare un altro metodo.”
“C’era un
altro metodo e non me ne hai parlato?” Sono seduta a gambe incrociate su
quel pezzo di ferro che Edward dovrebbe usare come letto, mentre lui è
in piedi di fronte a me. Stiamo quasi diventando… abitudinari. Ormai fa parte della normalità
sgattaiolare via dalla mia stanza cinque minuti prima della mezzanotte, e
recarmi da lui. E’ normale parlarci del più e del meno –
anche se non tocchiamo mai certi argomenti -, ma col passare del tempo sto
scoprendo chi è Edward.
In una di queste sette
notti si è fatto sfuggire qualche nome che non avevo mai sentito prima,
eppure non mi ha mai dato una spiegazione, ed io non gliel’ho mai chiesta.
“Potresti provare
ad abbassare lo scudo.” Dice, battendo l’indice e il medio sul suo
mento. I vestiti che indossa sono sempre gli stessi da
quando è stato portato qui: dei pantaloncini logori. E basta. Non sono impassibile davanti al
suo perfetto fisico da vampiro, e credo che non lo sarò mai. O non lo sono mai stata.
“Come
faccio?”
“Forse
non riesci ad alzare lo scudo perché già ti protegge. Costantemente. Forse devi
abbassarlo.” Spiega, sedendosi vicino a me. Mantiene le distanze, come ha
sempre fatto in questa settimana. Niente contatti,
niente avvicinamenti bruschi che lo possano far allontanare di scatto. Niente. Soltanto occhiate ed esercizi.
“Dovrebbe esserci
un modo.”
“Proviamolo!”
Dico, forse con troppa enfasi, perché lui si volta subito verso di me
alzando entrambe le sopracciglia. “Non possiamo permetterci di restare
sempre a un punto fermo.” Spiego, pacatamente. “Abbiamo
bisogno di scoprire come usare questo… scudo. Manca solo una
settimana.” Non c’è bisogno che aggiunga altro,
perché lui ha già capito.
Una settimana.
Una settimana al matrimonio.
Ai piani alti Jane sta
preparando ogni piccolo dettaglio: dall’allestimento di quella lugubre
sala grande dove si svolgerà il matrimonio,
agli inviti grigio scuro spediti a quasi tutti i vampiri del mondo, fino ad
arrivare al mio abito. Ancora non l’ho visto, e non ho neanche intenzione
di farlo. Spero di non arrivarci, a quel giorno.
“C’è
una cosa… che potrebbe aiutarci. Ma tu…” Soppesa le parole,
prima di puntare un dito contro di me. “Non devi
muoverti. Qualsiasi cosa succeda, non devi muoverti,
Bella. Promettimelo.” Non so perché mi sta dando tutti questi
avvertimenti, perché sa benissimo che non lo farei. Non ho mai fatto
qualcosa che potesse interferire con l’addestramento.
“Non mi
muovo.”
“Bella, non devi
farlo. Per nessuna ragione al mondo.”
“Ok.”
Sbiascico, mentre lentamente si avvicina verso di me. Con calma, dosando ogni
mossa. Non si alza dal letto, ma scivola piano dalla sua parte, finché
non arriva a toccare con la sua gamba la mia. Non siamo mai stati così
vicini, tranne quando gli ho offerto di bere il mio sangue. Quella è
stata l’ultima volta.
“Non
muoverti.” Ripete, ed io annuisco impercettibilmente. Non riesco nemmeno
a parlare. Si avvicina ancora di più, finché non inclina la testa
verso la mia. So bene che Edward non può farsi una doccia da ormai
settimane, e dovrei essere disgustata dai suoi vestiti logori e dai suoi occhi
iniettati di sangue.
E’ un vampiro.
Eppure il suo profumo mi
annebbia i sensi, mentre sento il suo respiro mischiarsi con il mio. E
poi… eccolo lì.
Lentamente, e sempre con cautela posa le sue labbra sulle mie, ritraendole un
secondo dopo. Apro di scatto gli occhi, e non riesco a fare altro se non a
pensare a quell’impercettibile tocco che c’è stato. E mando
a farsi fottere i suoi suggerimenti. La mia mano
destra quasi come un automa si infila in mezzo ai suoi
capelli, e questa volta è la mia bocca che trova la sua. Pensavo di fare
una manovra azzardata, ma non mi respinge. Continua il bacio, e sento il
ringhio che parte dal suo petto ed esce dalla sua bocca. Sta soffrendo. Per me.Ma non
posso lasciarlo. Non voglio lasciarlo.
“B-bella.” Sussurra appena, e so che quello è
l’unico avvertimento che mi darà. Devo staccarmi. Lo faccio con
lentezza, senza lasciare andare la mano che ho tenuto fino ad ora nei suoi
capelli.
“Bella…”
Dice di nuovo, accarezzandomi la guancia.
“E’…
E’ servito a qualcosa?” Chiedo, sorprendendomi di trovare la mia
voce così rauca.
Ma so che è successo qualcosa.
Perché questo
bacio è stato uguale a quel bacio.
Quel bacio che ho dato
tempo fa, alla stessa persona che è seduta qui davanti a me.
Sei la mia cantante.
Tutti questi pensieri non
fanno altro che tormentarmi, e Edward continua ad accarezzare il mio viso.
“Sì.”
Dice, senza che io gli chieda nulla.
“Cosa?”
“Sei la mia
cantante.” Strabuzzo gli occhi, ma neanche stavolta faccio in tempo a
parlare. “E sì,” continua “ha
funzionato. Ho letto i tuoi pensieri.” Conclude
con un sospiro, posando un bacio sulla mia fronte.
Ho abbassato lo scudo.
Ha letto i miei pensieri.
Sono la sua cantante.
Forse qualche
possibilità ce l’abbiamo davvero.
Sono silenziosa mentre
cammino per tornare nella mia stanza, alle tre di notte passate. I corridoi dei
sotterranei sono bui e tetri, e non c’è anima viva intorno a me.
In ogni senso. Mi tocco le labbra con un gesto studiato, e non posso fare a
meno di sorridere.
Mi ha baciata. E da quanto hanno portato a galla i
miei pensieri, non era il nostro primo bacio.
La sua cantante.
Prima di tornare in
camera Edward è riuscito a spiegarmi in grandi linee cosa significa: il
mio sangue canta per lui. E’ un richiamo così forte, che non
riesce a farne a meno. Non riesce ad allontanarsi da me, e non c’è
mai riuscito prima d’ora.
Sorrido ancora, mentre
apro la porta della mia stanza facendo meno rumore possibile. Ma sobbalzo subito, quando vedo Jane seduta sul mio letto.
“Isabella.”
“Jane. Ti serve
qualcosa?” Sento l’allarme che grida ‘pericolo’ da ogni
parte intorno a me, eppure cerco di non far trasparire nulla. E cerco
anche di mettere in pratica i consigli di Edward, alzando lo scudo intorno a
me.
Non potrà farmi
del male. Mai.
“Pensavo di venirti
a svegliare, ma evidentemente non c’eri.” E con un gesto della mano
indica il letto sul quale è seduta.
“Passeggiata
notturna. Sai, se
non riesco a prendere sonno è un
toccasana.” Faccio finta di pensarci su, e poi aggiungo “no, non lo
sai.” Lo sguardo che mi lancia potrebbe incenerirmi sul posto.
Lo scudo Bella. Lo scudo.
“Quindi,
ti serve qualcosa?”
“Aro vuole
vederti.”
“A
quest’ora?” So che quando mi manda a chiamare devo correre al suo
cospetto, ma sono state rare le volte in cui è
successo di notte. Mai.
“Con largo anticipo
sono arrivati i primi invitati al matrimonio.”
“C-cosa? E’ tra una settimana!”
“Volevano
fare una piccola vacanza in Italia, e poi era molto che non vedevano Aro. Ne hanno approfittato per passare
una settimana qui. Andiamo, su! Ci aspettano.”
Il tono di Jane è autoritario mentre si alza, apre la porta della mia
camera ed aspetta che io esca per prima. Lo faccio,
senza opporre nessuna resistenza.
La distanza che ci separa
dalla sala dove troveremo Aro, Marcus e Caius sembra accorciarsi sempre di più, e mentre
Jane apre quelle porte enormi so che non ho più via di scampo.
Troveremo mai un modo per andare via da qui, Edward?
“Oh,
eccola! La mia Stella!” Il sorriso che regalo ad Aro non ha nulla a
che fare con i sorrisi che ho regalato a Edward ore prima, ma non posso
smettere di recitare proprio adesso. Non posso.
“Aro.”
Inchino il capo, perché quello è sempre stato il mio saluto
standard.
“Con largo anticipo
i miei cari amici hanno deciso di farci una bellissima sorpresa.” Dice,
indicandomi due sagome girate di spalle che stanno amabilmente parlando con
Marcus.
Aro prende la mia mano, e
lentamente ci avviciniamo verso di loro. Sono vampiri, e me ne rendo conto
senza neanche guardarli in viso. La loro postura perfetta, il modo di gesticolare
che ha lei che nessun umano avrebbe.
Vampiri. Altri vampiri.
“Sono
arrivati dopo un lungo viaggio direttamente dall’America. Bella, ti presento Carlisle e la sua compagna Esme.”
Carlisle ed Esme.
Carlisle ed Esme.
Mentre si girano, noto
immediatamente che il colore dei loro occhi non hanulla a che vedere con quello dei Volturi. Sono
d’orati, splendidi.
“Isabella.”
L’uomo mi stringe la mano, ma il suo sguardo non riesce ad intimorirmi. Anzi, mi inonda
di… tranquillità.Ma è lei che mi stupisce. Senza neanche un cenno, si
avvicina verso di me e mi stringe in un abbraccio. Accarezza le mie spalle
lentamente, per poi staccarsi da me e sorridermi. Se potesse piangere, sono
sicura che i suoi occhi sarebbero lucidi.
“Bella.” Dice, prima di deglutire. “E’ così
bello vederti.” Ricambio il suo sorriso, ma non riesco a dire una parola.
Carlisle ed Esme.
Li guardo ancora, mentre
tornano entrambi a conversare con Aro e i suoi fratelli.
Carlisle ed Esme.
Cerco di spremere il
più possibile il mio cervello, perché hanno
già avuto qualcosa a che fare con me.
Carlisle ed Esme.
Mi porto una mano alla
bocca, scuotendo leggermente la testa.
Carlisle ed Esme.
Carlisle ed Esme sono
i genitori di Edward.
NOTE FINALI:
Lettori, buongiorno!
Mi dispiace per il
ritardo, scusatemi!
Quindi, la nostra Bella pian piano inizia a ricordare! Ricordate: c’è
un motivo anche per quello. Se Bella non ha più i suoi ricordi “passati”,
è perché c’è qualcosa dietro. E poi, ecco la coppia
di vampiri più bella del secolo: Carlisle ed Esme! Secondo voi perché sono lì? Come ci
sono arrivati? E se il loro Edward è prigioniero, perché loro
sono così cordiali con Aro?
Non vedo
l’ora di leggere tutte le vostre supposizioni!
N.B. Verità
nascoste conterà 10 capitoli più l’epilogo.
Manca poco, ragazzi! E poi tutti i nodi verranno al
pettine!
Volterra è come l’ho lasciata anni fa, nulla è cambiato.
Quelle piccole case italiane si estendono su una collinetta
non troppo grande, mentre le vie strette ora sono brulicanti di bambini che
corrono a destra e a sinistra. Io e Tanya indossiamo
un lungo mantello con il cappuccio, destando la loro curiosità. Qualche persona
sussurra e ci punta un dito contro, ma noi continuiamo per la nostra strada.
Siamo partiti da Denali quattordici ore prima, approfittando
del pranzo pomeridiano degli altri. Tanya
è riuscita a disattivare la barriera di elettricità che Eleazer
e Kate hanno eretto intorno alla casa, permettendomi di uscire illeso. Il
viaggio fino all’aeroporto di Anchorage è stato quasi di sollievo, erano ormai
sette anni che non potevo permettermi una corsa all’aria aperta, senza avere
dei limiti. Ora, i limiti non ci sono più. Tanya aveva già prenotato i biglietti per
l’Italia, ed anche salire sul nostro aereo non è stato
un problema. Nessuno ci è venuto a cercare. Non abbiamo lasciato un biglietto,
e non abbiamo avvisato nessuno. Ma entrambi sappiamo
benissimo che Alice avrà una visione, o sicuramente l’ha già avuta. Staranno
venendo a cercarci.
“Ancora qualche minuto e siamo arrivati.” Annuncia Tanya, allungando il passo. Abbiamo appuntamento con Marcus
sotto al campanile della chiesa. Lì sotto, - proprio sotto quel campanile -, si estende un impero. L’impero dei
Volturi. Ancora una
manciata di minuti, e sarò a pochi passi da Bella. La mia Bella.
A detta di Tanya, Marcus in questi
anni ha cercato di proteggerla in ogni modo possibile. Gli sarò grato, se fosse
vero. Ma ormai fidarmi di qualcuno è diventato
impossibile. Bella non ha potuto fidarsi della sua stessa famiglia, e io non posso prendere in parola uno sconosciuto. Anche se
è il compagno di Tanya.
“Eccolo!” Il tono di Tanya è quasi
euforico, ma si riprende dopo qualche secondo. Anche lei non vede Marcus da
qualche anno, e posso capire la sua euforia. Ma
entrambi si contengono, mentre lui fa soltanto un semplice cenno della testa
nella mia direzione, e stringe la mano di Tanya.
“Edward Cullen. E’ un piacere
rivederti.”
“Poche parole, Marcus. Dov’è Bella?”
“Edward!” Mi rimprovera Tanya, e i
suoi pensieri sono anche più chiari.
E’ pur sempre il fratello
di Aro, comportati bene.
“Capisco la sua fretta.” Dice Marcus, rivolgendosi a Tanya. “Ma ci sarà ancora da
aspettare.”
“Aspettare?”
“Entrare nei sotterranei e non essere visti è un grandissimo
problema, Edward.” Spiega, soppesando le parole. “Domani sarà festa qui a
Volterra. Tutti i cittadini si riuniranno per festeggiare insieme. I vampiri
non possono uscire alla luce del sole… e diciamo che si sono creati la loro
festa personale. Stanotte, soltanto per i Volturi ci sarà la festa del Paese.
Usciranno tutti, compresi la maggior parte dei cittadini. Sarà un momento da
sfruttare per loro che vorranno cibarsi e divertirsi, ma lo sarà anche per noi.
A mezzanotte entreremo nel palazzo. Nessuno dovrebbe
interferire.”
“E se succedesse? Saresti pronto ad
uccidere il tuo clan?”
“Questo non è il mio clan, Edward.” Dice Marcus, stringendo
la presa nella mano di Tanya. “Non è più il mio clan
da quando mio fratello ha ucciso mia moglie.”
“Parliamo di più di cent’anni fa. Perché ribellarti proprio ora?”
“Perché ora ho un motivo per farlo.” Dice, posando poi gli
occhi sulla sua compagna. Non ho nient’altro da aggiungere. Aspetteremo
mezzanotte, e poi salveremo Bella.
Lamia
Bella.
“Aro, Caius, Jane ed Alec sono usciti.” Dice Marcus, arcuando la vista verso
l’uscita del campanile. Io, lui e Tanya siamo a più
di trenta metri di altezza, e aspettiamo che arrivi l’ora X per entrare. Molti
vampiri della guardia sono già usciti, scorrazzando per il paese. Altri invece
rimarranno dentro, ma secondo Marcus non dobbiamo preoccuparci. Chi non può
uscire dai sotterranei è perché non ha avuto il consenso di Aro, e non
farebbero nulla per ostacolarci. O per ostacolare suo fratello.
“Ripetiamo le regole. Prima cosa, non fate mai nulla da soli.
Dovete sempre stare attaccati a me. Niente di impulsivo,
Edward. Capito?” Annuisco, ma so già che sarà difficile
mantenere questa promessa. “Secondo: dopo che ti ho portato da Bella, io
me ne andrò. Edward, hai mezz’ora per stare con lei. Soltanto mezzora. Aro non
si tratterrà a lungo per i festeggiamenti. Non troverai un modo per farla
uscire da lì. Ci penseremo in questi giorni, e la porteremo fuori. In sette
anni non ci sono mai riuscito perché ero da solo. Ora che ci siete voi,
potrebbe funzionare.”
“Deve funzionare.” Dico a Marcus, digrignando i denti.
So benissimo che abbiamo pochissime possibilità. Sono più
quelle che ci vedono morti e bruciati che quelle in cui salviamo Bella e ce ne
andiamo. Anche i pensieri di Marcus e Tanya non sono
diversi dai miei. Ci stiamo giocando la vita.
“ORA!” Dice Marcus, mentre tutti e tre saltiamo dal campanile
per atterrare all’entrata dei sotterranei. “Non parlate e seguitemi.” Ed è
quello che facciamo, mentre senza far nessun rumore
scendiamo nell’impero dei Volturi.
Erano anni che dovevo venire, e nulla è cambiato. Al primo
livello c’è una grande scrivania con sopra un computer e dei fogli.
Lì c’è la segretaria.
Gianna. In questo momento sta dormendo nella sua stanza. In silenzio leggo i pensieri di Marcus, che ad ogni passo spiega cosa
sta succedendo.
Al secondo livello troviamo l’enorme porta della sala grande.
Lì Aro, Marcus e Caius prendono le loro decisioni. Lì
potrebbero decidere di ucciderci, compreso Marcus.
Al terzo livello trovo il degrado, e noto che non ci sono mai
arrivato laggiù nelle mie visite a Volterra.
Sono ormai una
cinquantina d’anni che ha deciso di creare le
prigioni. La tua ultima visita risale a qualche anno prima, ancora non c’erano. E’ la spiegazione di Marcus, mentre
continua a camminare seguito da Tanya e poi da me.
“Ecco qui.” Dice silenziosamente, fermandosi davanti ad una
porta in metallo.
“Lei è qui?”
“Sì, Edward.”
“Nelle prigioni?” Non riesco a nascondere la rabbia sotto il
mio tono di voce. “Non dovevi prenderti cura di lei?”
“Prendermi cura di Bella ha significato non farla uccidere
alla prima occasione. La sto facendo entrare nelle grazie di Aro. Lui… si sta
stancando di lei.”
“Si sta stancando di lei?”
“Non lo aiuta. Aro sa che Bella ha una grandissima abilità,
ma non riesce a sfruttarla. Sono sette anni che cerca di addestrarla, senza
nessun risultato. Se riesco a farla entrare nelle sue grazie, a prescindere
dalle sue abilità… Aro la risparmierà e la terrà con se.
Ma se non trova un altro motivo, potrebbe ucciderla.”
Scuote la testa, ripensandoci. “No. La ucciderà,Eward."
“Dobbiamo tirarla fuori di qui.”
“Hai mezz’ora, e torneremo a prenderti. Edward… qualsiasi
cosa vedrai…”
“Sono pronto.” Dico, mentre Marcus spalanca la porta per
farmi entrare.
Se potessi tornare indietro, non lo direi di nuovo.
Perché non posso essere
pronto a questo.
Quella piccola cella è divisa in due parti.
Da una ci sono io, che da spettatore vedo quello che succede
attraverso un vetro.
Dall’altra, c’è lei. O c’è una ragazza rannicchiata su un
pezzo di metallo che dovrebbe farle da letto, con i polsi stretti a delle
catene. E’ saltata dal suo posto quando ha sentito il rumore della porta, ma
poi non si è più mossa.
La mia Bella.
Cosa ti hanno fatto?
Mi riprendo da quello shock momentaneo e spalanco l’altra
porta che ci divide, accovacciandomi ai suoi piedi.
“Bella?” E’ un sussurro il mio, mentre una mano si posa ad
accarezzarle i capelli. Indossa una canotta bianca ed
un paio di pantaloncini. Non apre gli occhi.
“Bella? Isabella?”
“Mh.”
“Tesoro… sono io. Apri gli occhi.” Fa un cenno di diniego con la testa, stavolta
coprendosi il viso con le mani.
“Sono io.” Ripeto nuovamente, cercando di scoprirle il viso. “Sono io. Guardami. Sono qui.” Li
apre lentamente, abituandosi alla luce.
“Sto sognando?”
“Sono io. Sono qui.” Cerco di tranquillizzarla, ma ora copiose lacrime iniziano a
bagnarle il viso.
“S-sei… S-sei
d-d-avvero qui?” Singhiozza, tirando su con il naso.
“Sono qui.” Prova a mettersi seduta, ma non ci riesce senza
il mio aiuto. “Sono qui.” Ripeto come un mantra, portando la sua testa al mio
petto e cullandola dolcemente. “Sono qui, e non ti lascerò.
Ti porterò via.”
“E-edward. Oh,
Edward.” Alza lo sguardo, e nei suoi occhi leggo tutto il dolore che ha
provato. “Sei davvero qui.”
“Sono davvero qui.” Ripeto, baciandole la fronte.
“C-comehai
fatto a venire qui? Ora ti uccideranno!” Si stacca da me, ed
allarmata guarda verso la porta chiusa. “O-ora… Aro
verrà e ti ucciderà.” Dice, mentre le lacrime continuano a scendere copiose.
“Nessuno mi ucciderà. Nessuno ti ucciderà.” Preciso, riprendendola tra le mie braccia.La cullo per altri minuti, beandomi del suo
profumo e cercando di trasmetterle tutta la tranquillità. “Riusciremo ad uscire da qui.”
“Sapevo che saresti venuto. Soltanto… a volte pensavo che questo momento non sarebbe mai arrivato.” Tira di nuovo su con il naso, e la sua voce si incrina.
“Shhh. Mi dispiace. Mi dispiace così tanto, amore mio.”
“Ti avrei aspettato per sempre. E se non fossi venuto qui… ci saremmo rivisti, Edward. I-io…
io ho desiderato così tante volte di…”
“Non lo dire!” Il mio tono si indurisce,
mentre lei sobbalza tra le mie braccia. Torno subito a cullarla dolcemente,
ispirando dai suoi capelli. “Non succederà. Mai. Ti porterò via da qui.”
“Ora, devi ascoltarmi.” Metto entrambe le mani a coppa sul
suo viso, allontanandola qualche centimetro da me. Ora, le
nostri fronti si toccano. “Domani tornerò con dei rinforzi, e ti tireremo fuori
da qui. Non possiamo farlo stasera. Mi stai ascoltando?” Annuisce, mentre fissa
i suoi occhi marroni nei miei. “Devi resistere un
altro giorno e Bella… non devi far arrabbiare nessuno. Per nessun motivo. Se
Aro ti chiede qualsiasi cosa da qui a domani, acconsenti.
Non dargli nessun motivo per farti del male. Nessuno. Dovrai
essere impeccabile per le prossime ventiquattro ore.”
Annuisce di nuovo, senza proferire parola. “Io tornerò con
degli amici, e ti tirerò fuori. Te lo prometto.”
“Ti credo.”
“Isabella.” Dico, chiudendo gli occhi per qualche secondo
prima di riaprirli. “Ti amo così tanto. Nessuno ti
farà del male, mai più. Ti porterò fuori da qui, fosse l’ultima cosa che
faccio.”
“Ti amo, Edward. Ti ho aspettato, ed
eccoti qui. Niente potrà dividerci.”
“Niente.” Sussurro appena, prima di
avvicinarmi e posare le mie labbra sulle sue. E’ come riprendere fiato
dopo anni di apnea. Le sue labbra trovano subito le mie, mentre la sua mano
cerca di insinuarsi tra i miei capelli, ma lo stridere della catena non glielo
permette, e ci fa staccare. Le prendo un polso, accarezzandolo dolcemente.
“Questo sarà solo un brutto ricordo.” Dico, più a me stesso
che a lei.
Potrà mai perdonarmi?Ma non faccio in
tempo a rispondere alla mia domanda silenziosa, che la porta si spalanca di
nuovo. Leggo i pensieri di Marcus, ma non lo vedo. La sua figura è coperta da
un mantello e incappucciata.
Non vuole farsi riconoscere da Bella. Sarà per sempre il
cattivo per lei.
“ED!”
“Shh. E’ con
noi.”
Dobbiamo andare. I pensieri di Marcus parlano per lui. Abbiamo
pochissimo tempo, Edward. Dobbiamo andare.
Ora, non ho più scelta.
“Vai.” Mi incita Bella, senza che io
le dica niente. “So che tornerai. Vai, o ci
uccideranno. Tutti.” Con un cenno del capo indica
anche la figura di Marcus.
“Domani. Tornerò domani.”
“Lo so. Sei qui.”
“Ti amo, Isabella.”
“So anche questo. Ti amo anche io, Edward.” Mi avvicino ancora,
posandole un altro bacio sulle labbra prima di andarmene. E non so perché, ma
ha l’agrodolce sapore di un bacio d’addio.
“Io… Io…” Prende fiato, “IO MI CHIEDO COSA VI E’ VENUTO IN
MENTE! PERCHE’?” Ora la voce di Alice fa
rimbombare le pareti della piccola casa dove stiamo. Ci hanno trovati.
Tutti.
Dopo la visione Alice è partita subito con la mia famiglia,
seguita dalla famiglia di Tanya.
Siamo tutti in questa minuscola casa che Marcus ha trovato per noi.
“Perché non ce l’hai detto?” Sussurra
Carmen a Tanya, indicando con un cenno del capo
Marcus.
“Perché?” Chiede lei, quasi shockata. “Perché poi mi avreste rinchiusa, proprio come avete fatto con Edward.”
“Questo non è vero.” Sua madre scuote la testa, e in lei
rivedo Esme. Mai e poi mai le avrebbe fatto del male.
“Io amo Marcus, e nessuno potrà mai obbligarmi a lasciarlo
andare!”
“Nessuno te l’ha chiesto.” Risponde Eleazer,
ma l’espressione del suo viso è ancora contratta. “Ma non è
questo il problema, ora. Cosa diamine volevate fare?”
“Salvare Bella. E lo faremo. Domani.” Sono le mie uniche
parole, ma dai loro pensieri vedo che non sono d’accordo con me.
“Non esiste.” Dice Alice, puntandomi un dito contro.
“Non esiste? Perché siete qui, se non per aiutarci? La porta è
quella.” Dico, indicando il punto dietro le spalle di Alice.
“Non fare il ragazzino.” Sbuffa Rosalie, e la mia rabbia
sale.
“Il ragazzino? Sai in che condizioni si trova Bella, eh? Lo sai?”
“Non è difficile per me immaginarlo,
Edward! Ma non è così che deve andare.” Ribatte lei,
mentre si avvicina adEmmett
che le circonda la vita con le sue braccia. Carlisle
ed Esme sono dall’altra parte della stanza, mentre
Kate e Irina discutono a bassa voce. Le loro espressioni sono di disappunto,
arrabbiate e ferite.
“Cosa succede?” Chiedo, aspettandomi
il peggio.
Ed è proprio così, perché la visione di Alice non lascia
all’immaginazione.
“Edward.” Carlisle si avvicina,
posando una mano sulla mia spalla. “Non vinceremo mai.
Non così. Hai visto meglio di tutti noi cosa succederà, nella testa di Alice.
Ora, non abbiamo possibilità. Moriremo, tutti. Non
riuscirai a salvare Bella, nessuno di noi ci riuscirà. Aro ci ucciderà, Edward.
Ti prego, cerca di pensare a mente lucida.”
Ma non ci riesco.
Non ci riesco, perché
quella ragazza che ho visto ore prima si trova ancora lì, in quella stanza
buia, incatenata e sola. E mi sta aspettando.
“Troveremo un'altra soluzione. Ma non aspetteremo altri dieci anni. No.”
Dico, scuotendo la testa. “Questo non succederà. Non
la lascerò.”
“Ce l’abbiamo un piano.” Spiega Carlisle, ma stavolta i suoi pensieri mi fanno
rabbrividire.
“COSA?”
“Edward.” Stavolta è Alice ad avvicinarsi a me. “Le mie
visioni non sbagliano mai. Oltre ad andare dai clan, io e Jasper siamo andati…”
“Da Charlie e Renée.” Sputo, digrignando
i denti.
L’hanno abbandonata. I suoi genitori l’hanno abbandonata, e
la mia famiglia è tornata da loro per chiedere aiuto.
Vorrei sprofondare.
“Non esiste. Non farli nemmeno entrare.” Dico, perché nella sua mente vedo Charlie e
Renée a pochi metri da noi.
Sono qui.
A Volterra.
“Devi parlare con loro, Edward.” Stavolta è la voce di Esme che mi fa venire la pelle d’oca.
“Io devo parlare con loro? Non lo farò mai, se non per ucciderli!”
“L’ho fatto anche io, Ed. Hanno
qualcosa da dire. Qualcosa di veramente importante.”
La voce di Carlisle è lieve, dolce. “Verrò con te. Ma devi
incontrarli.” Quello che leggo nella mente di Carlisle
non mi lascia poi tanta scelta.
“Qualunque cosa diranno, domani
tirerò fuori Bella da lì.” Sono le ultime parole che dico, prima di uscire
dalla stanza ed essere seguito da Carlisle.
Renée ha dei capelli corti e ramati, che le arrivano sotto le orecchie. I suoi
occhi sono dorati, ma il suo viso non lascia nulla all’immaginazione. E’ quasi…
affranta. Dolorante. E vicino a lei, anche Charlie. Tiene lo sguardo basso,
seduto dall’altra parte di quel piccolo tavolo.
“Non ci sono scuse che reggono per quello che avete fatto.”
Dico, prima ancora che loro inizino a parlare. Lei si porta subito una mano
alla bocca, soffocando un singhiozzo.
“Edward.” Dice Charlie, e se non fossi un vampiro
non lo avrei nemmeno udito.
“Non c’è tanto tempo. Forza. Cosa volete
dirmi?”
“Quando Bella nacque…” Sto per interromperla, perché non
voglio sentire tutta la storia. MaCarlisle
mi ammonisce.
“Quando Bella nacque.” Riprende Renée
con un sospiro. “Eravamo così felici, Edward. Non
credevamo possibile che una bambina così bella potesse essere nostra figlia.
Nostra. E non una bambina mortale. Una vera e propria bambina che ha bisogno di
respirare, di mangiare e di dormire.” Nella testa di Renée vedo le immagini che lei sta ricordando. Una bambina
piccola, con gli occhi grandi e marroni. Vedo che
passano solo pochi mesi, e quella bambina dimostra già tre anni. Li vedo
viaggiare per il mondo insieme, negli anni ’60. Li vedo ridere ed essere
felici. Vedo una ragazza che è amata da entrambi i suoi genitori.
Perché l’avete
abbandonata?
“I Volturi hanno scoperto il nostro segreto, Edward.” Ora è
Charlie a continuare. “Non hanno impiegato molto a venire, e portare viaRenée. A detta di Aro… Bella
era troppo piccola. Non era ancora pronta, ed hanno promesso che sarebbero
tornati. L’avrebbero presa, portando indietro Renée.” Anche la voce di Charlie si smorza, mentre ricorda.
“Noi eravamo soli, Edward. Non abbiamo potuto combattere i Volturi insieme, e non ho potuto farlo
io da solo. Non potevo scappare con Bella, perché avrebbero ucciso Renée. Lei è la mia cantante, Edward.”
Dice, mentre stringe la mano della sua compagna.
So cosa
significa.
So cosa significa
sacrificare tutto per la donna che ami.
Ma anche tua figlia?
“Nessuno ci ha aiutati, dopo. Sono
andato da tutti i clan, lasciavo Bella sola a Forks e
tornavo mesi dopo. Nessuno si è mai avvicinato a lei, Edward. Nessuno.” Dice, pensandoci su.“Quando
siete arrivati voi… ho visto una speranza.Uno
spiraglio di luce. Credevo che parlando con Carlisle, avremmo trovato un modo. Un
modo per salvare Bella e Renée.”
“Perché non ce ne hai parlato prima?” Dico,
ancora furente.
“Perché non c’è stato tempo. Quando Aro ha saputo del nostro arrivo a Forks,
quando ha avuto la certezza che tra te e Bella ci fosse qualcosa… ha deciso di
attaccare. Perché non voleva solo lei. Voleva anche te.”
Spiega Carlisle, ma io mi astengo dal commentare.Nella sua collezione Aro ha sempre desiderato me, Alice e
Jasper.E non ci ha mai avuti. Questa sarebbe
stata l’occasione perfetta.
“Perché ve ne siete andati dopo che i Volturi hanno preso Bella?”
“Per creare un esercito.” Dice senza esitazione Charlie,
puntando il suo sguardo nel mio.
“Un esercito?” La risata che esce dalla mia bocca è amara.
“Non siamo riusciti nemmeno noi a creare un esercito. E voi due mi state dicendo che da soli…”
“Un esercito di licantropi.” E’ quello che dice subito dopo Renée. Sto per cadere dalla sedia, ma nei loro pensieri
leggo che è vero. Ci sono dei licantropi, tanti licantropi.
Troppi.
“I licantropi sono la nostra ultima opzione.”
“Ultima?” Domando, allarmato. “Sono
la prima!”
“No. C’è un’altra cosa, ma… non posso parlarne ora.”
“Non puoi parlarne ora?” Sposto di scatto la sedia,
avventandomi verso Renée. “Hai abbandonato tua
figlia, ed ora dici che non puoi parlarne? No, non esiste.”
“EDWARD!” Carlisle si avvicina,
cercando di tranquillizzarmi. “Charlie e Renée
hanno un… passepartout anche loro. Devi solo… dare
tempo al tempo.”
“Dare tempo al tempo?” La mia risata risulta
finta anche alle mie orecchie.
“Dobbiamo aspettare che Nahuel compia
la maggiore età. Io e Charlie
siamo la prova che un bambino ibrido può nascere senza far del male ai loro
genitori. Ad entrambi i loro genitori. Quando
torneremo qui con Nahuel, anche i licantropi saranno dalla nostra parte. In
quel momento, Edward, avremo più possibilità di uscirne vittoriosi.”Le immagine che si frastagliano
nella testa dei tre vampiri davanti a me sono molte, e tutte ci portano alla
vita.
Aspettare.
Aspettare ancora.
“Ho promesso a Bella che sarei andato
a prenderla. Domani. Non posso lasciarla vivere
con questa promessa per altri dieci anni. No.” Scuoto la
testa, mentre inizio a fare su e giù per la stanza.
“Edward.” Questa volta è Renée che si avvicina a me. “Ti sei mai chiesto perché Bella non ricordasse niente di me?
Nemmeno un piccolo particolare? Eppure, non ha davvero diciassette anni. Ne ha più di cinquanta.” Scuoto la testa, e Renée
continua. “Ho un potere anche io, Edward. Posso
modificare i ricordi delle persone. Con un tocco, posso permettermi di far
vivere vite che nessuno ha mai avuto, neanche lontanamente. Sempre con lo
stesso tocco, posso far tornare tutto come prima. Ho
cambiato i ricordi di Bella, prima che i Volturi venissero a cercarci. Ho fatto
in modo che crescesse orfana, con un padre come vampiro e una madre che ha
deciso di abbandonarla, per cibarsi di umani. Ho fatto in modo che potesse
vivere una vita da umana, senza sapere di essere un ibrido. Le ho fatto
dimenticare ogni cosa, Edward.”
“Questo cosa significa?”
“L’ho fatto per lei. L’ho fatto per farle vivere una vita migliore,
senza dolore. L’ho fatto perché così avrebbe avuto modo di passare quegli anni
in pace, con degli amici, con un ragazzo, con suo padre. Ho fatto in modo che
odiasse sua madre, quando la verità è che la amo più della mia stessa vita.” Un altro singhiozzo esce dalla bocca di Renée, privo di lacrime.
“Dobbiamo salvarla, e per salvarla
dobbiamo aspettare.” Dice Carlisle, e il suo tono non
accetta repliche. “Se vuoi passare il resto della tua vita con Bella, devi fare
questo sforzo, Edward.”
“Marcus domani mi porterà da lei. Esiste un modo per proteggerla.” Dice Renée,
ma non ho bisogno che aggiunga altro.
Domani non vedrà me entrare in quella stanza per salvarla.
Domani vedrà la donna che l’ha messa al mondo e l’ha
abbandonata.
Domani Renée le cambierà i suoi
ricordi, permettendole di vivere senza interferenze. Facendole credere che i
Volturi siano la sua famiglia… da sempre.
In questo modo le permetterà di non farsi uccidere, di non
ricordare più niente del suo passato, e di entrare nelle grazie di Aro.
Domani si dimenticherà di me, per i prossimi dieci anni.
Ma l’ho promesso, e ti verrò a salvare, Bella.
NOTE FINALI:
Tutti i nodi vengono al
pettine miei cari!
In questo capitolo
avete scoperto tante cose, tantiiiissime.
C’è ancora un mistero
da svelare però! Un grandissimo colpo di scena, ed apro le scommesse con questa domanda: secondo voi cosa
riuscirà a cambiare le idee di Aro? Veramente solo un gruppo di licantropi, o
c’è di più? *risata malefica*
Spero che il capitolo
vi sia piaciuto, ma vorrei dirvi ancora un’altra cosa prima di andare. Per me
scrivere è una passione, farlo su Edward e Bella è proprio uno svago che mi fa
staccare la spina da tutto il resto. Quindi, io do
qualcosa a voi e voi date qualcosa a me. SE QUESTO CAPITOLO RAGGIUNGE LE 10
RECENSIONI, DOMANI LEGGERETE IL NONO CAPITOLO DI
VERITA’ NASCOSTE, ED ALTRI NODI VERRANNO AL PETTINE!
Avevo promesso di
postare il nuovo capitolo oggi, se avessimo raggiunto almeno le
dieci recensione. Non ci siamo riusciti, eppure mi sono sentita di pubblicarlo
lo stesso.
Oggi, vi faccio la
stessa proposta: se raggiungiamo le dieci recensioni, domani avrete il decimo
capitolo.
P.S. Non voglio che lo vediate come un “ricatto”,
perché non lo sarà mai. E’ che Verità Nascoste
è seguita molto, soprattutto su EFP. Mi piacerebbe leggere più
opinioni, oltre a quelle abitudinarie che recensiscono sempre (siete
fantastiche <3)
Buona lettura!
Nono capitolo - Bella
“Perché sei
qui?” La domanda di Edward arriva subito alle mie orecchie, mentre
richiudo la porta dietro di me. “Non è
mezzanotte. Anzi, se non sbaglio non sono nemmeno le dieci. Di mattina.” Precisa, arcuando un
sopracciglio.
“Non volevi
vedermi?”
Dio, Bella! Sei una stupida, stupida,
stupida e stupida. Come ti viene in mente? Devi dirgli cose più
importanti che cercare di flirtare.
“Assolutamente.”
Dice lui, e i suoi occhi sono divertiti. Si alza, e in poche falcate mi
raggiunge. “Voglio sempre vederti.” Posa un lieve bacio sulle mie
labbra, che mi fa andare in brodo di giuggiole. Forse non ho sbagliato così tanto alla fine.
“Ciao.”
Sussurra subito dopo, posando una mano sui miei capelli.
“Ciao.”
“Per quanto io sia
felice di vederti… Cosa succede? Perché sei qui?”
“Sono arrivati i
tuoi genitori.” Dico di getto, prendendo le sue mani tra le mie.
“Cosa?”
Chiede, ma subito dopo si riprende dallo shock. “Come fai a sapere che
sono…”
“I tuoi
genitori?” Mi passo una mano tra i capelli, frustrata. “Non lo so, Edward. Non ne ho idea. Sono qui per il matrimonio.
E’ che quando… quando Esme mi ha abbracciata… E’ come se i ricordi fossero
tornati a galla. Non tutti… però…”
“Questa è
una notizia meravigliosa!” Dice lui, facendomi sedere su quel letto.
“Cos’hai ricordato?”
“Nulla di
particolare.” Rispondo, mentre gioco con le mie mani. “Esme si è avvicinata per un abbraccio, ed io…
è stato come se la conoscessi da sempre. Da sempre, Edward. E’
stato come quando ho visto te per la prima volta, qui. Non sapevo chi fossi,
eppure ero certa di avere un legame con te.”
“I ricordi stanno
tornando…” Sussurra appena lui, mettendo fine alla tortura che
stanno subendo le mie mani. “Ed è magnifico, Bella. Se inizi a
ricordare più particolari possibili…”
“Perché non
ricordo niente?” Sbotto, arrabbiata. Non ce la faccio più. Non
riesco più ad andare avanti, così. Tra una settimana dovrò
sposare Aro, e non c’è niente che possa impedirlo. Niente. Nemmeno Edward, chiuso in una
cella sotto terra.
“Shhh, hey.” Si avvicina, e
mi fa posare la testa sul suo petto. “Tesoro, nulla è perduto. Troveremo una soluzione.”
“Manca solo una
settimana, Ed.”
“Sfrutteremo ogni
singolo minuto di questa settimana. Se Carlisle ed Esme sono qui… significa che manca poco
all’arrivo degli altri.”
“Gli altri?”
Soffoco, ancora cullata da lui.
“Ci saranno Jasper ed Alice. Arriveranno anche Emmett
e Rosalie. Se sono qui… significa che hanno trovato una soluzione.”
“Una
soluzione?” Chiedo, perché ho perso il filo del discorso. Ma lui non risponde, e stavolta non riesco a star zitta.
“Posso chiederti una cosa?”
“Tutto quello che
vuoi.” Sussurra appena lui.
“Niente
bugie?”
“No.”
“Come sei finito
qui?” Lui resta in silenzio, e so che sta cercando il modo di trovare le
parole giuste. “Cioè… dico… come ti hanno catturato?”
“Non mi hanno
catturato.” Dice poi, continuando ad accarezzarmi i capelli.
“Cosa?”
“Non mi hanno
catturato.” Ripete, per poi continuare. “Avevamo
un passepartout. Effettivamente, ce l’abbiamo
ancora. Avevamo trovato il modo per farti uscire illesa, senza spargere sangue
innocente.” Sembra pensarci, prima di sganciare
la bomba. “Mi sono fatto catturare. Insieme a Tanya. Abbiamo l’aiuto di Marcus, e ci ha promesso
che non sarebbe successo niente. Aveva rimosso quel piccolo particolare del
matrimonio.” Mi alzo di scatto, sgarrando gli
occhi.
“Ti sei fatto
catturare?” Domando, sperando che mi dica che sta scherzando. Che non
è vero. Che non ha voluto tutto questo.
“Ho dovuto farlo, Bella. Avevamo il modo per tirarti fuori da qui, e
spero che la mia famiglia ce l’abbia ancora,
bello stretto tra le loro mani. Ma… il
matrimonio non era nei piani. Con la cerimonia in vista… Aro ha invitato
tutti i clan del mondo. Tutti quanti si riuniranno qui, compresa la mia
famiglia. Non so se avremmo una possibilità, ora.”
“Una
possibilità per cosa?” Edward tira un bel respiro, prima di
mettere le mani a coppa intorno al mio viso e guardarmi.
“Sei
umana?” Chiede, ed io annuisco. “Sbagliato.” Dice lui,
accarezzandomi ai lati delle tempie.
“Che
significa?”
“Sei un vampiro?”
Chiede di nuovo, e io faccio di no con la testa.
“Sbagliato anche questo.” Aggiunge, sospirando.
“Non abbiamo tempo
da perdere, Edward.” Dico, cercando di staccarmi da lui. Ma aumenta la presa sul mio viso, senza permettermi di fare
una mossa.
“Sei un
ibrido.” E stavolta non è una domanda.
Mi si accappona la pelle,
mentre ripeto dentro di me quella parola: ibrido,
ibrido, ibrido.
“Ed…
cosa…”
“Sei la figlia di
un vampiro e di un’umana.” Non so ancora se essere shockata
perché sono un ibrido, o
perché sono la figlia di qualcuno. Ho dei genitori. Dei veri genitori.
“I vampiri e gli
umani non possono stare insieme, né tantomeno avere dei figli.
Bella… tuo padre era un vampiro e tua madre un’umana. E’
rimasta incinta, e dopo il parto è stata trasformata. I bambini
ibridi… sono metà umani e metà vampiri.
Sono un pericolo, a seconda di Aro. Vuole eliminarli,
oppure vuole tenerli con sé per sfruttare le
loro capacità. E sì, gli ibridi hanno capacità molto
più elevate dei vampiri.”
“A-aro vuole eliminarmi?” La mia voce trema, mentre
Edward mi riprende tra le sue braccia.
“Non accadrà
mai, tesoro. Se sono qui… se la mia famiglia è arrivata, è
perché hanno una soluzione. Non sei l’unico
ibrido in circolazione.”
“Davvero?”
Sussurro appena, ma i miei occhi si stanno facendo lucidi.
Vuole eliminarmi? Non riesco a togliermi quel pensiero dalla testa.
“Davvero.” Mi
rassicura lui. “Ce ne sono altri, ed Aro
avrà la prova che non sono una minaccia. Poi, ti lascerà andare. E torneremo a casa.”
“A Forks?” Domando, tirando su con il naso. Edward mi
stringe ancora più forte.
“In qualunque parte
del mondo tu voglia, amore mio. Qualunque.”
“Non è
splendido?” La voce di Gianna mi fa trasalire, mentre dietro di me guarda
la mia figura allo riflessa nello specchio. In un abito da sposa. Nero.
Vorrei strapparmelo di
dosso insieme a tutta la mia pelle, ma non posso.
“Splendido.”
Dico, inespressiva.
“Tesoro,
dovresti essere più felice. Avrai una vita magnifica, qui a Volterra. La sposa di Aro!” Lo sguardo di Gianna è quasi sognante.
“Tutti ti porteranno rispetto, tutti si inchineranno
a te! Non è forse magnifico?” In questi anni mi sono sempre
chiesta quale fosse il problema di Gianna, ed ancora
non ho trovato una risposta.
“Magnifico,
sì.” Da dietro sistema il velo nero, che ricade sulle mie spalle e
giù fin per terra.
“Aro
ti trasformerà, e sarai immortale. In vita per sempre, Bella.” Dice Gianna,
ignara che io non possa essere trasformata. Perché sono un ibrido.
Le confessioni fatte da
Edward ancora mi fanno venire i brividi, ma c’è
qualcos’altro che mi preoccupa di più: mancano tre giorni al
matrimonio.
Il palazzo dei Volturi si
è popolato di ogni tipo possibile ed
immaginabile di vampiri: dai nomadi agli egiziani, dai rumeni agli
irlandesi.A detta di Jane manca
ancora il clan di Denali, che arriverà il giorno prima della cerimonia.
“Forse, tra tutti
questi vampiri, anche io troverò la mia anima
gemella.” Cerco di non sbuffare dopo quello che
ha detto Gianna.
Come può voler vivere qui? Come?
Qualcuno bussa alla
porta, ma né io né Gianna facciamo in tempo a rispondere,
perché si apre subito dopo il rumore. Una ragazza in miniatura, con
corti capelli neri e gli occhi dorati entra nella mia camera, facendo un
sorriso a trentadue denti.
“Gianna,
giusto? Aro ha
chiesto proprio di te e mi ha mandato a chiamarti. Ti aspetta al secondo
livello.” Gli occhi dell’umana si illuminano.
Essere chiamata personalmente da Aro? Forse non è mai successo prima.
Senza nemmeno salutarmi esce dalla stanza, lasciandomi sola. Non proprio sola,
ecco.
“Bella!”
E’ quello che dice la vampira, scaraventandosi tra le mie braccia appena
Gianna chiude la porta dietro di lei.
“A-Alice?”
Sussurro, perché so che è lei.
“Ti porteremo fuori
da qui.” Dice nel mio orecchio, senza staccare l’abbraccio. “Abbiamo il nostro passepartout, dovrebbe funzionare tutto.
Devi promettermi una sola cosa.” Annuisco, senza rispondere.
“Non fare
stupidaggini. Noi siamo tutti qui, pronti ad aiutarti. Tireremo fuori Edward da
quella prigione, e poi salveremo te. C’è solo una
cosa…”
“Cosa?”
Chiedo, aspettandomi già il peggio.
“Il matrimonio
dovrà arrivare, non possiamo farlo prima. Metteremo in atto il nostro
piano proprio quel giorno.”
“Stai
scherzando?” Le mie mani iniziano a tremare, perché non ci sarei
mai voluta arrivare a quel giorno.
“Tesoro, nessuno ti
farà del male.” Alice si stacca da me, accarezzandomi il viso.
“E non ti sposerai con…
lui.” Mentre lo dice, un’espressione
disgustata fa breccia sul suo viso.
“Promesso?”
Sussurro, impaurita.
Davvero mi salveranno?
Sì, Bella. Ti salveranno. Edward si è fatto
catturare per te. Alice è qui con la sua famiglia. Ti tireranno fuori da
qui.
“Promesso. Ora, non
abbiamo molto tempo. Togliti questo orrendo vestito e
vai da Aro. Cercava anche te.”
“Davvero?”
“Sì. Vuole
parlarti. Cambiati e corri da lui, Bella. Ricorda: non far arrabbiare nessuno,
e usciremo da qui. Vivi.”
“Vivi. Sì, va bene.” Alice si
avvia verso la porta, ma prima di richiuderla si volta di nuovo verso di me.
“Bella?”
“Sì?”
“Mi sei mancata così tanto.” Dice, prima di sparire dalla mia
visuale.
Non abbiamo raggiungo
le dieci recensioni, e vi ho fatto aspettare un giorno in più *risata
malefica*
In questo capitolo
scoprirete un po’ di cose, ma IL PROSSIMO
CAPITOLO DARA’ LE RISPOSTE A TUTTE LE VOSTRE DOMANDE! Quindi,
amici: se riusciamo ad arrivare a dieci recensioni, DOMANI LEGGERETE IL
PENULTIMO CAPITOLO DI VERITA’ NASCOSTE!
Ringrazio tutti voi per
aver letto e per aver lasciato un piccolo commento! <3
Decimo capitolo -
Edward
Tre giorni prima della
cattura di Edward e Tanya
“Ricapitoliamo.” Dice Carlisle,
con due fogli davanti agli occhi.
Sono dieci anni che ricapitoliamo, eppure si ostina a volerlo
fare sempre.
Dieci anni in cui Bella non ricorda più chi siamo, ed è priva di ogni tipo di protezione. Tranne
quella di Marcus. In questi ultimi anni Tanya
è rimasta in contatto con lui, ed è riuscito a vederlo anche un
paio di volte. Ci è stato confermato che Bella ha lasciato quelle squallide prigioni, ed ora si trova sotto l’ala
protettiva di Aro. Non si oppone più da dieci anni, anche se ancora il
capo dei Volturi non ha capito come sfruttare al meglio il suo potere.
Per fortuna.
In questi ultimi dieci anni abbiamo cercato di formulare ogni
possibile strategia di guerra per tirare fuori Bella da quei sotterranei, e ne
abbiamo sperimentate molte. Grazie a Jasper e alla sua
esperienza sul campo, e grazie ai licantropi. Non avrei mai pensato di
dirlo ad alta voce, eppure Charlie e Renée si
sono rivelati di grande aiuto.
Negli anni che Charlie ha passato a Forks è riuscito ad instaurare un rapporto di
solida amicizia con Billy Black, uno dei capi dei Quileaute. Billy era un licantropo, ed
ora lo è suo figlio Jacob. Non avevo mai sentito parlare di lui prima
d’ora, ma in questi anni ho scoperto che è un grandissimo amico di
Bella, ed è pronto a sacrificare la sua vita per salvarla. Billy sapeva
fin dall’inizio la storia della famiglia Swan,
del rapimento di Renée e successivamente
di quello di Bella. Non si è tirato indietro
dopo la richiesta d’aiuto di Charlie e Renée,
ma convincere gli altri del branco non è stato facile. Nessuno vuole
mettersi contro i Volturi, neanche un branco di licantropi che odiano i vampiri
da sempre. Sono
troppo forti, non ce la faremo mai. Sono
state le parole che hanno ripetuto più volte i ragazzi del branco,
quando anche noi li abbiamo raggiunti per arrivare ad
un accordo. Alla fine, è stato Jacob a convincerli. Se fosse
accaduto a voi, cosa avreste fatto? Charlie li avrebbe aiutati, ed avrebbe mobilitato i suoi amici vampiri per farlo. Non
tutti parteciperanno all’attacco, ma i dodici che siamo riusciti a
convincere sono già in Italia. Non si trasformeranno fino all’ora
X, che sarà tra due settimane.
“Ricapitoliamo.” Dice di nuovo Carlisle, portando l’attenzione di tutti i presenti
nella stanza su di lui.
“Edward e Tanya.” Continua, posando i suoi occhi su di noi subito dopo.
“Io e Edward entreremo nei
sotterranei, e cercheremo Bella.”
“Tutto questo non andrà a buon fine, e loro ci
cattureranno.” Continuo al posto di Tanya.
“Mi rinchiuderanno nelle loro prigioni, mentre Marcus metterà Tanya in un posto sicuro.” Andrà proprio
così, dalle visioni di Alice.
Principalmente ero soltanto io che dovevo farmi catturare, ma
Tanya si è aggiunta a questa pazza scenetta.
Dice che è l’unica a cui non faranno del
male, perché è sotto la protezione di Marcus. A detta sua, entrare nell’impero dei Volturi da solo non
è una buona idea. Lei mi farà da guida e da spalla destra.
“Edward, mi raccomando.” Dice Renée,
prendendo posto vicino a Carlisle.
“Il mio potere è forte, ma anche fragile.
Se Bella inizia a stare a contatto con delle persone
che hanno fatto parte della sua vera vita… i ricordi ricominceranno a
riaffiorare. Si ricorderà di te.” Annuisco, senza risponderle. Da
una parte ringrazio Charlie e Renée per aver
mobilitato un branco di licantropi per la nostra causa, ma
dall’altra… non so ancora se fidarmi di loro. Dopo dieci anni. Il loro piano segreto non è stato ancora svelato,
perché rovinerebbe ogni cosa. Ogni. Singola. Cosa. E questo a me ancora non va giù.
Perché non posso permettermi di sapere qual
è il loro passepartout se può salvare la vita della mia Bella.
Eppure, da parte loro c’è stato solo il silenzio. Un incombente
silenzio che dura da ben dieci anni.
“E qui inizia la seconda fase
del piano. Edward, devi aiutare Bella ad usare il suo scudo.” Dice Eleazer,
dall’altra parte della stanza. In questi anni non abbiamo trovato nessun’altro che abbia almeno un potere simile a
quello di Bella, e con Eleazer abbiamo fatto solo
teoria. Mi ha spiegato ogni singola cosa: come può capire ed iniziare ad usare il suo potere. Come estenderlo e come
riportarlo solo intorno a lei. Mi ha detto che forse potrebbe riuscire ad utilizzarlo nelle situazioni di tranquillità o
– a differenza – in quelle di pericolo allarmante.
“Ricorda: se è tranquilla, scudo abbassato. Se
è in pericolo, terrà sempre lo scudo alzato su di lei. Se Jane ed Aro non sono mai riusciti ad usare i loro poteri su di
lei, è perché – inconsciamente -, sa di essere in
pericolo.” Annuisco di nuovo, mettendo questa informazione nel cassettino
“salvataggio Bella”.
“Noi andremo a prendere Nahuel.” Aggiunge Alice,
accanto a Jasper. “Lo porteremo a Volterra, e lo faremo
conoscere ad Aro. Se qualcosa andasse
storto…”
“Se qualcosa dovesse andare storto”, continua
Jasper, accarezzando le spalle di sua moglie. “Saremo
pronti ad attaccare. Marcus farà entrare i licantropi da una
porta secondaria, in forma umana. La loro puzza si
noterà meno.” Annuisco di nuovo, come un automa. In questi
dieci anni abbiamo fatto tutto il possibile per escogitare un piano che andasse
a gonfie vele.
I Cullen, i Denali, i licantropi,
Charlie e Renée… siamo tutti pronti a
rischiare la vita per riportare a casa Bella. Sana e salva.
“Domani partiremo per
l’Italia, mentre Alice e Jasper andranno a prendere Nahuel. Alloggeremo vicino Volterra, le visioni di
Alice ci aiuteranno a capire quando presentarci da Aro.” Spiega Jasper, e
nella sua testa vedo uno schema di guerra ben prefissato. Per lui, le cose non
si metteranno bene. Per la maggior parte dei presenti in questa stanza, tutti
vedono la morte come unica via d’uscita. Eppure, eccoci qui. Tutti insieme. Pronti a salvare Bella.
“Bene, ragazzi.” Carlisle
si alza, rivolgendosi agli altri. “La notte non sarà così
lunga, vi consiglio di andare a caccia.” Poi, si volta verso di me e Tanya e ci porge due buste con del sangue umano preso in
Ospedale. “Voi continuate a bere questo. Vi
terrà in forza molto di più del sangue animale.”
Lo facciamo già da giorni, e i nostri occhi a differenza degli altri
sono diventati scarlatti. Sono ormai giorni che ci nutriamo di sangue umano, e
dire che non sento il cambiamento nel mio corpo sarebbe una balla colossale. Mi
ha rinvigorito, e in questo momento sarei pronto ad
uccidere tutta la guardia dei Volturi per quanto mi sento in forze. Gli altri
escono a scaglioni dalla stanza, mentre sento una mano posarsi sulla mia
spalla.
“Esme.”
“Tesoro.” Mi guarda, per poi spostare la mano
sulla mia guancia. “Ti prego, fai attenzione.” Deglutisce, e
incatena i suoi occhi ai miei. “Edward, se dovesse succedere qualcosa,
volevo dirti che… sono così grata che Carlisle
mi abbia trasformata ed io abbia iniziato a far parte
della vostra famiglia. Sei il mio primo figlio, e lo sarai per sempre.” Chiude entrambe le braccia intorno al mio collo, per
stringermi con tutta la forza che possiede. Lo faccio anch’io, tirandola
su di qualche centimetro e procurandole una risatina. “Ti prego, stai
attento.” Lascio andare l’abbraccio, e le poso un lieve bacio sulla
guancia. “Ci vediamo tra due settimane. Ti
voglio bene, mamma.” La rassicuro, prima che mi
volti le spalle per raggiungere Carlisleed andare a caccia insieme.
Due settimane. E per quanto il nostro piano sia studiato
sotto ogni minimo particolare, in fondo al tunnel non riesco a vedere la luce.
POV ALICE
Due giorni dopo la
cattura di Edward
“Tutto bene?” Jasper mi accarezza un braccio,
mentre siamo seduti su quelle poltroncine scomode della linea aerea.
“Marcus è riuscito a far uscire Tanya, l’ha portata dagli altri.”
“Aro?”
“Aro sta andando fuori di testa.
Non sa spiegarsi come abbia fatto ad uscire da
lì… lei e non Edward, che è molto più forte.”
“Eppure, ancora non cerca spiegazioni.”
“Edward è il suo diamante grezzo. Avrebbe ucciso
Tanya comunque, alla fine dei giochi. Non gli importa
più di tanto se lei è riuscita a scappare.”
“E Bella?”
“Bella ha offerto a Edward di bere il suo
sangue.” Dico, rivivendo la scena dentro di me. “Questo potrebbe
portarli ad instaurare un nuovo legame. Lei si
è ricordata di lui. Non i particolari… ma
l’ha riconosciuto.”
“Tesoro… che c’è che non va?”
So che Jasper può manipolare le emozioni, ma con me non l’ha mai
fatto. Eppure, riesce a sentire quello che provo. Ed è una strana
sensazione.
“Non so se fidarmi di Renée e Charlie. Le mie visioni… sono offuscate. Non riesco a vedere bene cosa
fanno, dove vanno… quando non sono con noi.”
Sbuffo di frustrazione, portando entrambe le mani sul viso. Jasper mi accarezza
la schiena delicatamente. “E se qualcosa dovesse andare
storto? Se non riuscissimo… Jazz… se uno di noi due dovesse…”
“Shhhh.” Porta le mani
sul mio viso, girandolo verso di lui. “Staremo sempre
insieme. Sempre. In ogni circostanza, e se l’esito dovesse essere
negativo…”
“La smetti di parlare come un generale!” Lo
rimbecco, assottigliando gli occhi. Lui sorride, posando un bacio sulle mie
labbra.
“Non ti dispiaceva che fossi un generale più di
cent’anni fa.” Sorrido al ricordo, ricambiando il suo bacio.
“Più di cent’anni fa mi sono inna-” Ma mi blocco, perché quello che sto
vivendo nella mia testa non può essere vero. Mentre vedo le immagini ben
chiare e in sequenza andare avanti, sento Jasper che pronuncia il mio nome
più volte.
“Alice… hey,
Alice… tesoro… Che succede?” Torno in me, scuotendo
energicamente la testa. “Che succede?” Ripete di nuovo, con
l’aria preoccupata.
“Jazz…”
“E’ successo qualcosa a Edward? Alice, rispondimi!”
“Aro… Aro ha chiesto a
Bella di sposarlo.” Butto fuori di getto, mentre la mia voce trema.
“Cosa? Non può essere
possibile… come…”
“Sai questo cosa
significa?” Sussurro, ma so già che mio marito conosce la
risposta. Tra due settimane, non basterà il nostro clan né quello Denali. Non basteranno i licantropi. Tutti i vampiri
del mondo si riuniranno in un’unica sala, lo stesso giorno che avevamo
scelto per portare Nahuel da Aro. In questi anni siamo andati più volte
a parlare con loro, eppure non tutti hanno dato la loro approvazione. Quel
giorno, molti di loro sceglieranno di stare dalla parte di
Aro. Quel giorno arriverà presto, e stavolta la vita e la morte non sono
un’opzione.
La luce alla fine del tunnel si è spenta.
“Carlisle.” Rispondo al
primo squillo. Siamo scesi dall’aereo meno di cinque secondi fa, e la
chiamata di mio padre arriva immediatamente.
“La famiglia Cullen è
stata invitata al matrimonio di Aro ed Isabella. Si
svolgerà tra due settimane, Alice.” Carlisle
sa già che mi sta dando informazioni che
conosco, ma lo ascolto lo stesso.
“Manda Rosalie eEmmett in Egitto.” Dico di getto, contando sulla
punta delle dita i vampiri che hanno portato avanti la nostra causa sin
dall’inizio. “Benjamin era molto interessato, il
suo potere potrebbe esserci di grande aiuto. Sa manipolare gli elementi,
Carlisle. Forse anche Aro potrebbe
cedere a lui.” Sento delle voci di sottofondo, e so che Rose ed Emmett si stanno mettendo in viaggio per l’Egitto.
“Manda Eleazer
e Carmen in Romania. Vladimir e Stefan
farebbero di tutto per sterminare i Volturi, fregandosene della causa. Aro ha
sterminato i loro connazionali più di duemila anni fa. Sarebbero pronti a riprendere il potere.” Ci penso un altro
po’, e una lampadina si accende nella mia testa.“Carlisle! Manda Kate e
Irina a parlare con il clan delle Amazzoni, immediatamente! Devono trovarle
nella foresta pluviale del Sud America. I Volturi non
sanno della loro esistenza, e non saranno invitate al matrimonio. Fa che loro
le portino a da voi prima del matrimonio, così
che possano conoscere Nahuel e la storia degli ibridi. Zafrina
ha un potere enorme, che potrebbe aiutarci tantissimo.”Carlisle prende nota di tutto quello che gli dico,
cercando di far organizzare gli altri.
Diamine, sono già tutti in Italia. Organizzare questa
spedizione non sarà di grande aiuto.
“Io ed Esme?”
“Tu ed Esme
andrete a Volterra una settimana prima del matrimonio. Con la scusa di non vedere Aro da tempo, ne
dovrai approfittare. Carlisle, mi raccomando! Tu ed Esme non sapete che Edward è in quelle prigioni.
E’ sparito da due settimane, e non sappiamo dove
sia finito. So che può essere difficile, ma… non cercatelo. Non
provate ad andare a trovarlo. Abbiamo rischiato troppo con Bella e Marcus, non
possiamo permetterci di sbagliare ora.” Sento il
respiro di Carlisle mozzarsi, e so il perché.
Edward è stato il suo primo compagno. La sua ancora di salvezza quando
era un vampiro e girava il mondo da solo. Saperlo lontano, in una prigione a
marcire… fa stare male tutti noi, ma Carlisle
più di tutti.
“Sarà fatto. Voi dove siete?”
“Stiamo andando a prendere Nahuel, e poi metteremo fine
a questa storia.”
Le mie mani tremano, mentre attraverso silenziosamente i corridoi che mi
separano da Edward
LEGGETE
LE NOTE A FINE CAPITOLO
Undicesimo capitolo -
Bella
Le mie mani tremano,
mentre attraverso silenziosamente i corridoi che mi separano da Edward.
Dodici ore.
Questo è il tempo
che ci è rimasto, prima che io diventi la moglie di Aro. In questi
ultimi due giorni i sotterranei si sono popolati di vampiri delle più
svariate forme e razze. Ho conosciuto il clan rumeno, e dopo aver sentito una
conversazione tra Jane e Alec ho capito che non sono i
migliori amici dei Volturi.
Poi sono arrivati gli
egiziani, con i loro tratti distintivi e la loro pelle olivastra. Sono diversi
da Edward, ma non per questo meno ammalianti. Ho fatto una chiacchierata con
Benjamin proprio ieri, ed ho scoperto che anche lui ha un grandissimo potere.
Sa comandare gli elementi – l’acqua,
il fuoco, il vento e la terra – a suo piacimento, e dalla nostra
piccola conversazione ho dedotto che è dalla nostra parte. E’ arrivato anche il clan degli Irlandesi e quello dei
Nomadi, ma sono stati sempre per fatti loro. Aro me li ha presentati di
sfuggita, e non li ho più visti. So per certo invece che è
arrivata la famiglia di Tanya, la vampira che
è stata catturata con Edward due settimane fa. Da allora non ho
più visto nemmeno lei, e non so che fine abbia fatto. Con il cuore che
rimbomba nel petto, spero con tutta me stessa che non le sia accaduto niente di
male.
Afferro la maniglia di
metallo, e seguito dal solito cigolio apro la porta. Edward è ancora
dall’altra parte del vetro, ma è… diverso. Il suo aspetto è più curato, sicuramente gli
è stata data la possibilità di farsi una doccia. Indossa una
camicia bianca e dei jeans blu scuro, ma non porta le
scarpe. Entro, osservandolo attentamente.
“Ciao…”
Il sorriso che fa non è come quello delle altre volte. Questo è
tirato, è come se mi stesse facendo un favore.
“Ciao.” Dico,
sedendomi accanto a lui.
“Cosa ci fai
qui?” Anche il tono della sua voce è diverso, quasi arrabbiato.
“Io…”
cerco di trovare le parole adatte, ma alla fine opto per
la schiettezza. “Volevo stare con te. Solo
questo.” Aggiungo, in un sussurro. So che non dovrei vergognarmi, e
dentro di me so anche che lui è
Edward, ed abbiamo già passato del tempo
insieme. In un’altra vita.
“Come procede
lì?” Alza gli occhi al cielo, indicando il piano superiore.
“E’ tutto
pronto.” La mia voce si incrina, ma cerco di non
fare l’ennesimo piagnisteo. “Ho visto Alice.”
“Alice?” Il
morale di Edward sembra risollevarsi.
“Sì. Ha detto…
ha detto che domani…” Ma non riesco a continuare.
Perché ogni volta che ci penso il sangue mi
sale al cervello.
“Domani.”
Conferma lui, ma i suoi occhi sono impenetrabili.
“Ha detto che
è tutto apposto. Che il vostro passepartout è
qui…”
“Questo è un
bene.” Dice lui, ma dal suo viso non traspare nulla.
“Hey.” Prendo le sue mani e le chiudo tra le mie.
“Ed… se qualcosa dovesse andar-”
“Ferma. Non lo dire.”
“Volevo
solo…”
“Lascia che ti
racconti una cosa.” Annuisco, continuando a stringere le sue mani tra le
mie. “Per diciassette anni…” Deglutisce, e poi incatena i
suoi occhi tra i miei. “Per diciassette anni, ho cercato ogni modo
possibile ed inimmaginabile per venire da te. Bella,
ogni modo. E nessuno, - nessuno
– me l’ha mai permesso.” Sento la
rabbia nella sua voce, mentre ricorda quei momenti. “Ho pensato a te in
ogni istante, Bella. Ogni giorno era buono per trovare un nuovo metodo di fuga
e venirti a prendere. Ma i Volturi… loro sono
troppo forti. Sono il clan per eccellenza, ed Aro ha
acquisito tutto questo potere nel corso di millenni.” Stacca una mano
dalla mia, e se la porta sulla fronte. “Non so cosa succederà
domani. Non so se riusciremo a mettere in atto il nostro piano o se tutto
andrà storto. Ma mi devi promettere una
cosa.” Cerco di non alzare gli occhi al cielo, perché in questo ultimo periodo non ho fatto altro che promettere
qualsiasi cosa. Annuisco, e lui riprende. “Mi devi promettere che se
riuscirai ad uscire da qui…”
“Riusciremo.”
“Shh, Bella ascoltami.” Mette la sua mano sulla mia
guancia, accarezzandola delicatamente. “Se riuscirai ad
uscire da qui senza di me… non voltarti indietro. Tu sei preziosa per
Aro, ma anche io lo sono. Se non mi ha ucciso fino ad
ora… c’è un motivo. Molto grande. Ma
se gli altri riescono a farti uscire… Bella, devi giurarmelo. Esci da
qui, e non tornare. Non farlo.”
“Tu l’hai
fatto.” Sussurro appena, ed ora non riesco a
fermare le lacrime.
“E’
diverso.”
“Cosa
c’è di diverso?” Mi alzo, scostandomi bruscamente da lui. “E’ perché io sono la tua cantante? Per
questo? Tu puoi rischiare la tua vita per me… ed io
no?” Sbotto, tirando su col naso. “No…
non funziona così. Io… Edward, io non ricordo tutti i
particolari. No.” Scuoto la testa, e cerco di riportare a galla tutte le
immagini salvate nel mio cervello con Edward. Prima dei Volturi. A volte ci vedo in una stanza illuminata, in una
casa circondata dalla foresta. In altre in un edificio enorme, una scuola. “Ma… io ti amo. Quello che provo per te…
quando ti vedo, quando cerco di riportare a galla i ricordi… Edward,
è solo amore. Puro ed incondizionato amore. Non
so cosa provino i vampiri quando trovano la loro cantante, ma
credo che quello che io provo per te si avvicini molto. Ti amo. E non mi interessa se non usciremo da qui, Edward. Non mi interessa. L’unica cosa che mi interessa
è una soltanto: io e te, insieme.” Dico tutto d’un
fiato, fissandolo intensamente. Un luccichio passa attraverso i suoi occhi, poi
si alza e mi prende tra le sue braccia.
“Ti amo anche io, Bella.” Soffoca nel mio orecchio. “Ma non posso sopportare l’idea che…”
“Neanche io.”
Lo interrompo, stringendolo più forte tra le mie braccia. “Non pensarci, Edward. Non dobbiamo pensarci…”
Mi stacco lentamente, per poi posare le mie labbra sulle sue. Questa
volta non si allontana, e mi lascia fare. Lo bacio con lentezza, assaporando
ogni istante. Passo le mani tra i suoi capelli, mettendo nel cassettino “Edward” ogni piccolo
particolare.
“B-Bella…”
“Io… voglio
chiederti una cosa.” Soffoco, staccandomi da lui di qualche centimetro. Ma a quanto pare a lui non sta bene, perché mi
stringe di nuovo a sé.
“Qualunque
cosa.”
Anche stavolta cerco le
parole giuste, ma è inutile. “Fai l’amore con me,
Edward.” Sussurro appena, ma stavolta non riesco a guardarlo negli occhi.
Sento il suo respiro mozzarsi, mentre posa la sua mano sotto il mio mento e
cerca il mio sguardo.
“Guardami.”
“I-o…
ho detto una scemenza. Scusa.” Borbotto appena, volendomi sotterrare.
Come ho potuto pensare
che lo volesse fare?
“Guardami.”
Ripete ancora, e stavolta alzo il viso.
“Non vuoi, ho
de-” Ma la sua bocca mette a tacere le mie
ultime parole, perché il bacio che ci stiamo scambiando in questo
momento è… no, non ha nulla a che fare con le effusioni che ci
sono state fino ad ora. E’ passionale, e mi fa girare la testa.
“Sei sicura?”
Un gemito gli basta come risposta, mentre fa qualche passo e la mia schiena
tocca il muro della stanza.
“N-non… N-nonriuscirò a trattenermi.” Soffoca, tra un bacio
e l’altro. “Non so se…”
“Zitto
e fallo, Edward.
Fai l’amore con me.” E’ la mia ultima frase, prima di far
saltare i bottoni della sua camicia bianca.
Quando apro gli occhi è come se qualcuno mi fosse passato sopra con
un camion. Ripetute volte. Cerco di mettere a fuoco tutto quello che
c’è intorno a me, e riconosco subito il posto: la cella che tiene
Edward prigioniero. Subito dopo il mio cervello inizia a lavorare.
Mani.
Pelle.
Baci.
Carezze.
Ho fatto l’amore
con Edward.
Sorrido, rivivendo il
ricordo.
Intenso.
“E pensare che tra
poche ore dovremmo affrontare un matrimonio.” Sobbalzo, ma sono due le
cose che noto subito: la prima, è che sono
nuda. Completamente nuda, coperta soltanto dalla camicia di Edward. La seconda,
è lui steso accanto a me, e nelle mie stesse condizioni. Senza camicia.
Mi manca il respiro.
“Buongiorno raggio
di sole.” Quella frase riporta a galla altri ricordi, e sorrido di nuovo
mentre mi accoccolo tra le sue braccia. Lui mi accoglie, accarezzandomi i
capelli. “Hai dormito bene?”
“Mmhmh.”
“Vedo che hai anche
perso l’uso della parola.” Sorrido di nuovo, posandogli un bacio
tra l’incavo del collo.
“Voglio… voglio solo godermi questo momento.” La mia voce
risuona strana anche a me stessa. Roca.
Resta in silenzio anche lui, ma i dieci minuti di pace non durano a lungo.
“Lo sai che giorno
è?” Annuisco, ma non riesco a vedere il buio. Sono felice, e
positiva. Deve andare bene. Per forza.
“Che ore
sono?”
“Quasi
le dieci. Tra
poco Jane verrà a bussare alla tua camera.”
Annuisco di nuovo, e con tutta la forza del mondo mi stacco da lui. La camicia
mi scivola addosso, e non riesce a ricoprire tutte le parti del mio corpo. Mi
avvicino di nuovo a lui, e i miei capelli sciolti ci coprono entrambi.
“Ti aspetterò.”
Dico, posandogli un bacio sulle labbra. “Ed
usciremo da qui.”
Non è un
matrimonio come gli altri.
Non ci sono sedie dove possono sedersi gli invitati, non
c’è un altare e non c’è neanche una navata. Aro mi
aspetta seduto sul suo trono, e vicino a lui l’altro posto è
vuoto. Le mie mani tremano, perché non so come andrà a finire.
Non so cosa succederà, e mi chiedo perché siamo arrivati fino a
questo punto.
Ripenso alla promessa
fatta da Alice. Non ti sposerai con… lui.
Eppure, tra pochi secondi mi siederò proprio accanto al vampiro che per
diciassette anni mi ha tolto la vita. Cammino lentamente stretta in
quell’abito nero, ed Aro fa cenno con la mano di
sedermi accanto a lui.
Un Re e la sua Regina. Seduti davanti ai loro sudditi vampiri che sono immobili ed aspettano solo un cenno del suo capo.
“C’è stata una piccola complicazione, mia Stella.” Sento il sangue
ribollire nelle vene appena Aro parla. Affluisce fino alle mie guance, ma cerco
di smascherarlo.
Una piccola
complicazione. Potrebbe andare tutto nel verso giusto.
“Sposteremo la
cerimonia di qualche ora, purtroppo.” Continua lui, schioccando la
lingua. So che è adirato, lo vedo da come stringe le mani sul grembo. “Abbiamo un ospite… indesiderato.
Jane, portalo qui!” Lei obbedisce subito agli ordini, e
il rumore delle catene che stridono per terra mi fa accapponare la pelle.
Fa che non sia Edward.
Tiro un sospiro di sollievo quando mi rendo conto che non è
lui, ma… è come se il mondo mi cadesse addosso. Per terra,
agonizzante… c’è Charlie. Mio padre.
“Amici!” Aro
si alza, portando su di sé l’attenzione di tutti i presenti nella
stanza. “Io e quest’uomo abbiamo fatto un patto,
anni fa. Sua moglie ha deciso – di sua spontanea volontà -, di alloggiare qui per un lungo
periodo. Non è stata uccisa solo perché ho avuto pietà di
lei.” Aro sembra magnanimo, quasi gentile.
“Per riavere la sua amata, - sempre
di sua spontanea volontà -, ha preso un accordo con me: barattarla
con la ragazza che considera sua figlia.” Aro indica me, seduta dietro di
lui. Deglutisco, e cerco di non far salire le lacrime agli occhi.
Ti ha barattata, sono le parole di Edward che
risuonano nella mia testa.
“E’ una
menzogna!” Urla Charlie, prima di essere trafitto dal dolore di Jane. Si
contorce, e le catene fanno un rumore raccapricciante.
“Bella è mia
figlia!”
“Tua figlia!”
Aro ride battendo entrambe le mani. “I vampiri non possono avere dei
figli! Guardala! Lei ha un cuore che batte e il sangue scorre nelle sue vene!”
“Lei è un ibrido!” Charlie alza gli occhi, e per la prima volta
mi guarda. Mi sento a disagio, ma anche… male. Vederlo soffrire in questo modo… è mio padre. Lo
stesso vampiro che mi ha cresciuta per più di
cinquant’anni. “Bella è mia figlia.
Io e la mia compagna l’abbiamo concepita quando lei era ancora umana. E’ nostra figlia a tutti gli effetti!” Lo stupore nella
sala è generale. La maggior parte dei vampiri conosceva
già la verità, ma molti no. I vampiri della guardia dei Volturi,
per esempio. Loro non sapevano che io fossi un ibrido. Metà umana e metà vampira.
“Va uccisa! Lei va uccisa!” Strilla Jane, voltandosi verso Aro. “E’
una minaccia!”
“Non è una
minaccia.” Questa volta è Carlisle a
parlare, muovendo qualche passo in avanti. “Aro, sai anche tu che lei non
è una minaccia.” Scuote la testa, posando il suo sguardo su di me.
“Bella è figlia di Charlie e Renée.
Aro sapeva che Bella fosse un ibrido, ed ha aspettato il momento giusto per
prenderla sotto la sua ala. Prima di allora… ha rapito Renée e l’ha tenuta prigioniera per anni.”Carlisle pondera le parole,
e si avvicina ancora di più ad Aro. Vedo Esme
trattenere il fiato dietro di lui. “Questo non è stato un
comportamento degno di un clan importante come il tuo, Aro.”
“Bella è una
minaccia.” Dice Aro, partendo in contrattacco. “Un ibrido…
può essere letale. Dovevo prenderla sotto la mia ala, Carlisle. Dovevo.”
“Amici!” Ora
è Carlisle a portare l’attenzione su di
lui. “Io ho la prova che Bella non è una
minaccia. E non è l’unico ibrido in vita.” Aro
assottiglia gli occhi, schioccando la lingua. “Nahuel.” Dopo aver
fatto quel nome, un ragazzo dai lunghi capelli neri entra nella sala. E’
accompagnato da una donna. Una vampira.
“Vi presento Nahuel, metà umano e metà vampiro. Ed ha
più di centocinquanta anni. Nahuel e Bella sono la
prova vivente che gli ibridi possono esistere, e non fare del male a
nessuno!” Ci sono diverse reazioni nella stanza. C’è
chi guarda Nahuel con ammirazione, e chi con ostilità.
“Dove sono i tuoi
genitori, Nahuel?” La domanda di Aro arriva dritta alle orecchie di
tutti, ma non so se voglio conoscere la risposta.
“Mia madre si infatuò di un vampiro, e rimase incinta. Lui ci
abbandonò poco tempo dopo aver saputo della gravidanza.”
“E tua madre…
lei dov’è, ora?”
“Lei… lei
è morta dopo avermi dato alla luce.”
Era questo che aspettava
Aro. Un piccolo intoppo.
“Amici,
questa è la prova che i vampiri e gli umani non potranno mai vivere una
vita insieme. Non
potranno mai avere dei figli. La madre di Nahuel… non è morta
dandolo alla luce. Lui l’ha uccisa.”
L’accusa di Aro fa trasalire il ragazzo, che forse per anni aveva pensato
la sua stessa identica cosa.
“Questo non
è vero.” La voce che sento è… famigliare. Così famigliare che mi trasmette subito
tranquillità.
Renée.
“Io sono la madre
di Bella. Sua madre biologica. Io l’ho data alla luce, più di
cinquant’anni fa. Noi – la
nostra famiglia -, siamo la prova vivente che gli ibridi possono esistere.
Che i vampiri e gli umani possono vivere insieme.”
“Oh Renée, mia cara Renée”,
Aro si avvicina a lei, mantenendo sempre le distanze. “Nessuno
– nessuno -, può
confermarci questo. Tu sei una vampira. Chi può
dirci che Bella è frutto del vostro… amore?” Vorrei alzarmi e spaccare tutto. Vorrei
staccare la testa ad Aro e gettarla nel fuoco.
“Io posso
confermarlo.” E’ un ragazzo a parlare, affiancandosi a Renée.
“E tu…”
“Non
solo gli umani e i vampiri possono avere dei figli, ma… gli umani possono
sopravvivere. Non
devono essere trasformarti per forza. Se il parto viene
guidato nel modo giusto, non c’è nessuna possibilità di
morte. La madre di Nahuel…” Renée
posa lo sguardo su di lui. “Erano soli.
Non sapevano come fare. Io e Charlie… sono
riuscita a sopravvivere, quando è nato Tyler. Non è stato
necessario trasformarmi. Tyler è il fratello di Bella.” Sgrano gli
occhi, e mi sento mancare.
Un fratello?
“Cosa
può confermarlo?” Aro è a disagio, si sente dal suo
tono di voce.
“Tyler è
nato tredici anni prima di Bella. Per noi era… una novità. Non sapevamo cosa fare, dove andare. A Forks… A Forks Charlie
aveva un gruppo di amici, noi non sapevamo con cosa avevamo a che fare,
allora…”
“Non li vedevo
perché erano dai licantropi.” E’ il sussurro di Alice che
arriva fino alle mie orecchie.
“Abbiamo
deciso di farlo crescere a loro. Andavamo a trovarlo, ma… non avevamo mai sentito
parlare di ibridi. Non sapevamo se il bambino sarebbe
stato una minaccia, o se qualcuno prima o poi avrebbe
minacciato noi.” L’occhiata che Renée
lancia ad Aro non lascia spiegazioni. “Quando sono
rimasta incinta per la seconda volta, Tyler viveva già con noi.
Eravamo una famiglia felice, completa. Ma il mio corpo
da umana non è riuscito a reggere un altro parto. Così…
Charlie mi ha trasformata.” La voce di Renée si rompe, ma si ricompone dopo pochi secondi.
“Sai bene Aro che la nostra famiglia non ha potuto
stare insieme a lungo. Quando sei venuto a prendermi… non potevamo
lasciare una neonata dai nostri amici. Abbiamo deciso di riportare Tyler da
loro, e di tenere Bella con noi. Se prima non sapevamo come comportarci…
ora avevamo tutte le carte in regola per farlo. Ma la
felicità è durata poco.” Il silenzio che segue le parole di
Renée è tombale. Nessuno parla, e gli
unici respiri che si sentono nelle stanza sono il mio,
quello di Nahuel e quello di Tyler… mio
fratello.
“Come pensi che io
creda a tutta questa sceneggiata?”
“Io
posso mostrartelo.
Posso mostrarlo a tutti.” Dice Tyler, avvicinandosi ad Aro. Posa una mano
sul suo viso per pochi secondi. Quando la ritrae, Aro
sembra scottato.
“E’ vero…”
“E’
vero?” Questa è la voce di Benjamin.
“Non solo vampiri e
umani possono avere un figlio, ma più di uno?” E’ Jasper.
“Sono
una minaccia! Sono tutti una grandissima minaccia!” Ribatte Jane,
con gli occhi fuori dalle orbite.
“SILENZIO!”
Tuona la voce di Aro, facendo rimbombare le pareti. “Devo…
riflettere.” Cammina avanti e indietro per un po’, ma sembra
riprendersi subito.
“Tre ibridi in giro
per il mondo… interessante. Lascerò che Nahuel e Tyler se ne
vadano da qui, ma per quanto riguarda Isabella…” Le mie mani
continuano a tremare, e sentire il mio nome pronunciato da lui
mi fa salire un conato di vomito. “Non la lascerò andare.”
“Combatti!”
E’ Charlie che strilla, ancora incatenato a terra. “Ti sfido a duello, Aro. Non potrai di certo
rifiutare.”
“Interessante…” Sento le
rotelline nel cervello di Aro muoversi freneticamente. “E… cosa
proponi?”
“Se
vinco… lascerai andare tutti. Tutti.” Aro
ride di nuovo.
“E
se muori? Te lo
dico io, Charlie. Se muori, Bella resterà qui. Per sempre.” Mi gira la testa al per
sempre.
“Ti ucciderò, Aro.”
“Oh, no. Non credo
proprio. Qualcun altro combatterà al mio posto.”
“Non è
leale!”
“E’ un duello
a singolar tenzone. Ma non credo che
tu abbia qualcuno che si schieri dalla tua parte, Charlie.”
“Io
combatterò al posto di Charlie.” La voce di Marcus si fa strada verso di noi, mentre vedo Aro trasalire.
Suo fratello.
Nessuno – nessuno -, può sopravvivere a
Marcus. Né Jane, né Alec, né Caius.
Nessuno. Nessuno dei loro poteri può salvarli.
“Bene,
fratello.” Aro schiocca le dita della mano destra, prima di parlare.
“Forse dovrò veramente rinunciare alla mia Stella.” Si volta
verso di me, ma il suo ghigno non promette nulla di buono.
“Se
il patto è questo, per te non sarà di certo difficile uccidere il
tuo nemico. E
sarete tutti fuori di qui. Jane, prego.” Penso che sia Jane a doversi
sfidare con Marcus, ma lei non si muove. Anzi, fa qualche passo indietro per
poi portare dietro di sé il rumore stridente di altre catene.
“Prego tutti i miei amici di fare abbastanza spazio, io riprenderò
il mio posto.” Si siede accanto a me, accavallando le gambe.
“Oh,
che sbadato! Il
vampiro che prenderà il mio posto eccolo
lì, già un po’ malandato per i miei gusti.” Sento le
vertigini salire, e se non stessi seduta forse sarei
già caduta per terra dallo shock.
E’ Edward.
Marcus dovrà
combattere ed uccidere Edward, per liberarci tutti.
NOTE FINALI:
Insomma… questo
è un GRANDISSIMO colpo di scena.
Vi spiego una cosa: Renée ha dato alla luce due ibridi, Tyler e Bella. E’
sopravvissutaa
Tyler, ma non a Bella. Ora, venitemi dietro: Tyler
secondo i miei calcoli è nato verso il 1930. Nel 1930 gli ibridi NON
ESISTEVANO, e Charlie e Renée non sapevano con
cosa avevano a che fare. Ma quello era il loro ‘bambino’,
quindi decisero di lasciarlo a degli amici di Charlie. Tali amici sono i Quileautes, ovviamente Billy/Jacob ancora non c’erano.
Quando è nata Bella, Charlie ha dovuto trasformare Renée,
ed hanno ripreso Tyler con loro. Ma – come avete
letto -, è durata poco, perché poi Aro ha rapito Renée e via dicendo.
Ora… il prossimo
sarà l’ultimo capitolo, ragazzi. Sappiamo che Marcus è
dalla parte dei nostri eroi e combatterà per conto di Charlie, ma invece Aro ha scelto Edward per il duello. Quindi… se il prossimo sarà l’ultimo
capitolo, secondo voi cosa succederà? APRO LE SCOMMESE! *risata
malefica*
Mi prendo il fine settimana di riposo, leggerete l’ultimo
capitolo Lunedì.
HO CREATO UN GRUPPO SU FACEBOOK PER PARLARE DELLE FF, PER SCAMBIARCI
OPINIONI E PARERI
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SU FACEBOOK PER PARLARE DELLE FF, PER SCAMBIARCI OPINIONI E PARERI. SE LEGGETE
LE NOTE A FINE CAPITOLO, CAPIRETE PERCHE’. TROVATE IL GRUPPO QUI: A THOUSAND YEARS
LEGGETE LE NOTE A
FINE CAPITOLO!
Epilogo - Bella
“Questo non è forse bellissimo?” Alzo gli occhi al cielo,
scuotendo la testa.
Bellissimo? Non proprio…
“Alice, ti prego.” La supplico. Quell’abito è… troppo. Anche per
me.
“Tesoro, è magnifico! Possiamo farlo
arrivare entro Lunedì.”
“E se non mi piace? Alice, non posso provarmi il vestito due
giorni prima del matrimonio.” Lei
sbuffa, roteando gli occhi.
“Certo che puoi! Io l’ho visto, Bella! Sarà
splendido!”
Alice e le sue dannate visioni.
“Sai che non sono una perfezionista… eppure voglio che quel giorno
sia tutto speciale. Non posso permettermi di indossare un vestito mai provato
prima.”
“Io invece sono una
perfezionista, e quel vestito ti starà da Dio. Fidati di me…” Mi fa gli occhi dolci, e non so se riuscirò a
resisterle.
“Fidarmi?” Lei sorride, dandomi una lieve pacca sulla spalla.
“Su, forza!” Dice lei, alzando entrambe le mani. “Ora dimmi almeno
una volta in cui ti ho detto di fidarti di me, e non ho mantenuto la parola!”
Ci penso… e so che posso fidarmi di lei.
Edward è in piedi, con i polsi ancora legati alle catene.
Sono ormai settimane che è in quella condizione. Quando è entrato le reazioni dei
presenti in sala sono state diverse. Alcuni vampiri borbottano tra loro, altri
sono in silenzio. Sento un singhiozzo provenire da Esme, subito seguito dal ringhio di rabbia di Carlisle.
Io… non so cosa fare. O cosa dire.
Sono immobile, seduta al solito posto da quando sono
entrata nella stanza. Quando ho visto Jane tirare quella ferraglia e fare entrare
Edward nella stanza… il mondo mi è caduto addosso.
Lui lo sapeva.
Ieri sera – dopo aver fatto l’amore -, quando mi ha chiesto
di andarmene e non guardarmi indietro. Lui già lo sapeva. Sapeva che Aro
avrebbe trovato un modo per ucciderlo, o per tenerlo nella sua guardia. Sapeva
che io mi sarei salvata, e mi ha chiesto di andarmene. Senza voltarmi indietro.
“Edward Cullen non
è nelle condizioni adatte per combattere, Aro.”
Marcus è l’unico a parlare, guardando dalla testa ai piedi Edward.
E’ in pessime condizioni. Non potrebbe sopravvivere.
“Edward Cullen è
il vampiro che si batterà al mio posto.” E’ l’unica frase che dice Aro, prima
di far cenno alla sua guardia di sgombrare la sala. I
vampiri vengonostipati
ai lati, lasciando tutto lo spazio libero al centro. Dal mio posto,
posso guardare tutto dall’alto. Sia a Marcus che a Edward viene fatto cenno di mettersi uno
di fronte all’altro, e Edward viene – finalmente -, liberato da quelle
catene. Ma so che
non servirà a niente. Marcus combatterà per noi, e Edward non farà nulla per
ostacolarlo.
Si farà uccidere.
Vedo Esme nascondersi
dietro la figura di Carlisle,
per non guardare cosa accadrà. Perché tutti già lo sappiamo. Vorrei estendere
il mio scudo fino a farlo arrivare a Edward… ma so che non funzionerà. Se
proteggo Edward, Marcus potrebbe morire. Se Marcus muore, io resterò qui per il
resto della mia vita. Se mi libereranno, è perché Edward è morto.
Il sangue mi sale al cervello, mentre cerco di spremere le
meningi e trovare una soluzione. Una qualsiasi soluzione.
“Prego tutti di allontanarsi il più possibile.” Ordina
Jane, con quel sorriso maledetto che campeggia tra le sue labbra. “Forse non
saranno gli unici a farsi del male.” Sussurra appena, prendendo bene le misure
tra Marcus e Edward.
Fa che non succeda niente.
Fa che non succeda niente.
Ti prego.
“Quando volete…” Sono le ultime parole di Aro, mentre un
silenzio tombale si imprigiona
di quella stanza. Marcus fa pochi passi in direzione di Edward, studiati. Lui,non accenna un movimento.
Non lo farà.
Si farà uccidere.
A pochi centimetri da lui, si ferma.
“Fallo.” E’ l’unico sussurro di Edward, mentre resta
immobile. Lo sguardo del vampiro millenario è afflitto…
“Marcus, è l’unica via d’uscita.” Lo sprona Edward, prima
che Marcus posi entrambe le mani sul suo collo.
Soffoco un grido ed abbasso lo sguardo, per non vedere più niente.
“Secondo te?” Guardo Tanya,
con un sorriso a trentadue denti.
E’… straordinaria. L’abito bianco ricade leggero sulla
sua figura snella, e il velo che sua sorella Kate ha appuntato sui suoi capelli
è magnifico.
“Sei bellissima. Sono quasi invidiosa.” Ed è davvero
magnifica. Ma non è
l’abito a fare la differenza, e neanche la sua bellezza eterea. Sono i suoi
occhi che esprimono tutta la felicità e l’amore che prova in questo momento.
Durante questi ultimi quattro anni io e Tanya abbiamo instaurato un’amicizia
invidiabile.
L’ho conosciuta dopo l’uscita dai sotterranei di Volterra. Marcus
l’aveva nascosta per bene in quelle due settimane, obbligandola a non uscire
finché tutto non fosse finito. Mi è stata accanto nei momenti di sconforto,
quelli in cui l’unica cosa che volevo fare era mettere la parole Fine. Eppure non l’ho
fatto, soprattutto grazie a Tanya.
Senza neanche conoscermi mi ha offerto una spalla su cui piangere, delle
chiacchiere, delle serate passate davanti al TV a vedere un film.
“Il tuo abito, invece?” Chiede lei, scendendo da quel piccolo
piedistallo dove ha provato almeno tre vestiti diversi.
“Arriverà lunedì. Alice
ha avuto una visione.”
“Le visioni di Alice non sbagliano mai.” Dice lei, offrendomi uno
dei suoi dolci sorrisi.
“Sicura che vuoi venire?” Domanda poi, mettendosi davanti a me.
Quello che abbiamo – che ho -, dovuto passare in questi ultimi
quattro anni… non so nemmeno io come ho fatto.A stare qui, in piedi di fronte a Tanya in questo momento.
E’ solo grazie a tutti loro se non mi sono lasciata abbattere dallo sconforto.
“Non devi neanche chiedermelo.”
“Bella… mi dispiace così
tanto.” Dice lei, prima di stringermi in un abbraccio. Restiamo
così per qualche secondo. “Se non te la senti…”
“E mandare Renesmee da
sola?” Dico, pensando a quella piccola peste. “Ce la faccio. Sono felicissima per te, Tanya.” Le poso un bacio sulla
guancia, prima di dirigermi proprio dalla mia bambina.
Renesmee.
“FERMO!” La voce di Alice mi fa saltare sulla sedia, mentre
si avvicina cautamente ad Aro. “Marcus, fermo!” Ripete di nuovo, senza urlare
stavolta.
“Alice Cullen.”
Aro soppesa tutte le parole. “Spero ci sia un valido motivo per…” e con una
mano indica Marcus e Edward. Ora, le mani del primo non sono più intorno al
collo del secondo.
“Io… devi vedere una cosa.” Alice sfila il guanto dalla sua
mano, prima di metterla tra quelle di Aro. Passano alcuni secondi, in cui Aro
tiene gli occhi chiusi, con l’espressione concentrata.
“Questo… questo è…”
“Un miracolo.” Aggiunge Alice, buttando un’occhiata furtiva
su di me. “Un vero e proprio miracolo.”
“Che succede?”
“Perché abbiamo interrotto il duello?”
“Aro? Signore?” Sono le reazioni del presenti in sala, che come
me non stanno capendo nulla.
“Bella… Bella è
incinta.” La bomba che fa scoppiare Alice si guadagna un trambusto generale.
Io invece, resto immobile.
Incinta.
Non è possibile.
“Bella è incinta.” Ripete nuovamente Alice. “Di Edward.”
Non c’era bisogno che lo confermasse, almeno non a me. Ma molti dei presenti iniziano a guardarsi
intorno tra di loro.
“Incinta?”
“Non solo gli umani possono avere dei figli con dei
vampiri, ma anche gli ibridi?”
“Non puoi uccidere il padre di quel bambino, Aro!”
“Devi lasciarli andare!”
Molti dei vampiri che parlano sono dalla nostra parte.
Sento la voce di Benjamin, seguita da quella di Rosalie eEmmett.
Poi, il clan irlandese che si sposta di qualche metro, mettendosi in cerchio
intorno a Edward.
“Questa… è una lieta notizia.” Dice Aro, alzandosi di
nuovo.“Non ci penserò molto.
Questo bambino non era nei programmi, ma è successo.” L’occhiata che mi lancia Aro mi trafigge.“Andatevene. ORA!” E’ l’ordine che tuona, mentre molti vampiri
si accalcano per liberare la sala. Io resto immobile, ma vengo trascinata per una mano.
Edward.
Il mio Edward.
“C’è un’ultima cosa.” Dice Aro, richiamando l’attenzione
dei presenti rimasti. “Sarete liberi
di andarvene, ma il patto non è stato rispettato. Per cui…” Con un cenno della mano
indica Alec e Jane. Non perdono tempo, e si scagliano sugli unici due vampiri
inermi in quella stanza.
“NO!NO!”
“Shhh.”
Edward mi solleva, prendendomi in braccio.
“RIPORTAMI LI’! RIPORTAMI LI’!” Sbatto le mani sulla sua schiena marmorea, ma non
cede. Continua a camminare alla velocità della luce, per farci
uscire da quei sotterranei. L’ultima cosa che sento è uno strappo che mi fa
venire la pelle d’oca, e l’urlo di una donna.
Li ha uccisi.
Ha ucciso Charlie e Renée.
“Hey splendore!”
Prendo Renesmee tra
le mie braccia, ma non riesco a tirarla su. In questi ultimi quattro anni è cresciuta a vista
d’occhio, arriva alla mia vita. Altri e due anni e raggiungerà la sua maggiore
età.
“Dove sei stata?”
“Tyler mi ha portato
alla radura. E’ bellissimo!” I suoi occhi sono sognanti,
mentre lo dice.
La radura è davvero un posto splendido, e lei lo adora. Ed anche
Tyler. Sapere che avevo un fratello è stato uno shock all’inizio, ma poi abbiamo
iniziato a conoscerci. Per i primi due anni Tyler ha deciso di andare in giro
per il mondo, e cercare altri ibridi. Il suo scopo era far vedere agli altri
clan del mondo che gli ibridi esistono, e che non sono una minaccia. Ci siamo
sentiti spesso da quando è partito, ma alla fine ha deciso di tornare da
noi. Renesmee stravede
per lui, è lo zio perfetto. Il nostro rapporto è nato grazie al passare del
tempo, e grazie alle parole. In questi anni ho anche scoperto che parlare fa
bene, e toglie ogni dubbio. Ho parlato di ogni cosa con Tyler. Lui mi ha
raccontato dei suoi anni passati a vivere con i licantropi, pensando che la sua
famiglia lo avesse abbandonato. Mi ha raccontato di quando Renée e Charlie sono tornati
a prenderlo, dicendogli che avrebbe avuto una sorellina e che sarebbero
diventati una vera e propria famiglia. Mi ha detto che mi ha odiato per un
lungo lasso di tempo,
perché per colpa mia ha dovuto rinunciare per la seconda volta ai suoi
genitori, ed è stato rispedito dai licantropi.
Nel frattempo, io gli ho raccontato tutto quello che abbiamo
passato io e Charlie insieme.
Gli anni passati a Forks,
e l’arrivo dei Cullen.
Quando ho scoperto la verità, e i Volturi sono venuti a prendermi. Mi sono
fatta raccontare più cose possibili su Renée, perché i miei ricordi su di lei sono sfocati.
Ricordo pochissimo. Ricordo ciò che lei ha deciso di mettere nella mia testa.
Una madre all’inizio premurosa, che poi ha deciso di abbandonarmi per la troppa
sete.
Se solo avessi saputo la verità dall’inizio, mi sarei risparmiata
tutto questo odio.
“Sei pronta?” Renesmee annuisce,
stringendo con forza il piccolo cestino di vimini che tiene tra le mani.
Dentro, ci sono petali bianchi e rossi.
“Sì. Devo attraversare la navata e buttare i petali. Zia Alice
me l’ha ripetuto mille
volte.” Sorrido, accarezzandole la testa.
“Bravissima. Sarà tutto perfetto.”
“Ti voglio tanto bene, mamma.”
Mi abbraccia, ma viene subito
ammonita da Rosalie.
“Ness, non
sporcare l’abito!” Lei ride, mentre si posiziona davanti a me e a Tanya.
Il grande giorno è arrivato.
Il giardino di casa Cullen è
stato allestito alla perfezione, tra i vari lamenti degli uomini della casa.
Alice ha organizzato tutto, dando
ordini a destra e a manca. Sono certa che metà delle
persone tireranno un
sospiro di sollievo oggi, dopo che tutto questo sarà finito.
Kate è al piano, e una dolce melodia inizia a riempire il
silenzio. Tiro un sospiro, cercando di incanalare tutta la tensione da un’altra
parte.
Non puoi essere tesa. Non puoi. Non c’è motivo.
Tanya è la prima che inizia a camminare,
accompagnata da Eleazer.
L’abito che indossa è bianco, e corto. Camminano lentamente, e lei viene ammirata da tutti i
presenti.
“Pronta?” Annuisco a Carlisle,
che stringe il mio braccio.
“Sì. Solo… non farmi cadere.” Sorride,
posandomi un bacio sulla fronte.
“Mai, Bella. Mai.” Inizio a camminare anche io, lentamente.
Non cadere. Non cadere. Non cadere.
Il mio abito invece è lungo, pieno di pizzo. Alice aveva ragione:
è splendido. I tacchi invece ancora mi preoccupano, anche se ormai siamo
arrivati.
Respiro, ed alzo
lo sguardo.
Lui è lì, dall’altra parte della navata. Il suo sorriso arriva
subito da me, e la tensione svanisce come se non ci fosse mai stata. E’ lì,
accanto a Marcus. Tanya è
già arrivata, e insieme al suo compagno si sono già voltati verso il pastore Weber.
Edward invece, continua a
guardarmi. Immobile. A pochi passi da lui, Renesmee sorride felice.
Mi stanno aspettando.
Per il resto della nostra vita.
NOTE FINALI:
Insomma… è finita.
False Bugie era iniziata
per caso: volevo scrivere qualcosa di diverso, ma soprattutto volevo di nuovo
avere Edward vampiro. Doveva essere
una storiella semplice, niente inghippi. Cos’è successo? Che mentre scrivevo la storiella d’amore semplice
ha preso un’altra piega. Più che una storia d’amore, è diventata una storia di abbandono, di
riflessione. Mai avrei pensato di dividerla in due parti, e mai avrei pensato
che finisse in questo modo. Io dico sempre: l’appetito vien mangiando, le parole vengono scrivendo. E
mentre scrivevo, quante
parole sono uscite fuori! Tantissime. Non so veramente come ringraziare tutti
voi, che avete seguito prima False Bugie e poi Verità Nascoste. Non sono state
le mie solite FF piene di smancerie, anzi. Di smancerie non ce ne sono state
per niente.
Quindi grazie, grazie e ancora grazie.
Ora, una piccola nota: mi ero ripromessa che con questa
‘serie’ avrei finito di scrivere FF su Twilight, almeno per un periodo. Ma non ci riesco. Tutte le
volte me lo riprometto, e non ci riesco. Quindi, la
mia testa ha partorito un’altra storia, che inizierete (se volete!) a leggere
da domani. Sia su EFP che su WATTPAD.
Le mie lettrici sono fantastiche, e non smetterò mai di
ripeterlo.