Tears of an angel

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .1. ***
Capitolo 2: *** .2. ***



Capitolo 1
*** .1. ***


Quando Castiel entrò nel fatiscente magazzino dentro cui Sam e Dean avevano attirato quel mostro velenoso, l'angelo, non si aspettava di vedere quello che invece si era ritrovato davanti.

I due amici cacciatori, erano entrambi gravemente feriti. Il mostro, a quanto pare, si era dimostrato essere più forte del previsto ed era riuscito ad avere la meglio e poi, da come i due fratelli tossivano sangue e si contorcevano , sfiniti, sul pavimento lurido di quel posto, molto probabilmente, quell'essere li aveva anche avvelenati.

Questo significava solo una cosa: Castiel, non aveva tempo. Il veleno agiva molto in fretta e lui , per quanto, avesse di nuovo i suoi poteri, non aveva, di certo, quello per riportare in vita un umano e da come vedeva i due amici, avevano ben poco tempo.

Così agì di istinto.

Attirò su di lui, l’attenzione del mostro che stava ancora infierendo su Sam, ignorando i richiami rabbiosi di Dean.

 

“Ehi!! figlio di puttana…..vieni qui!!” gridò da un punto che fosse abbastanza lontano dai cacciatori.

 

Il mostro si voltò verso di lui e non ci pensò molto a gettarsi a capofitto contro quella nuova vittima da cui sentiva provenire una succulenta energia vitale, una vera ghiottoneria per lui.

La lotta che ne seguì fu dura anche per l’angelo che subì molti colpi da parte del mostro che riuscì anche ad inoculargli parte del suo veleno. Ma rimase sorpreso quando vide che su quel suo nuovo pasto, il suo veleno non sembrava avere effetto.

“Sorpresa, bastardo!!!” sibilò, ansimante , l’angelo.

La cosa fece infuriare l’essere soprannaturale che si avventò ancora con più furia sul suo avversario e dopo aver lottato con lui ancora e ancora, ruggì dolore e sofferenza quando la lama angelica di Castiel lo passò da parte a parte , spaccandogli il cuore velenoso in due.

Il suo punto debole.

Quello che i due fratelli, purtroppo, non erano riusciti a raggiungere, presi di sorpresa da quella forza non troppo considerata.

 

Una volta che il mostro fu a terra, morto, l’angelo si avvicinò velocemente, o almeno per quello che poteva , dato che anche lui era decisamente messo male, a Dean.

“Sam….aiuta...Sammy. Lui...lui sta peggio!!” mormorò sofferente il maggiore, indicando Sam che era già privo di sensi.

“Dean...”

“Va’ da Sam...io….io ce la faccio!” fece con più convinzione. “Cass...per favore!!” e a quella supplica, Castiel, obbedì.

Portandosi una mano al fianco vistosamente ferito. Si avvicinò e si accoccolò al corpo inerme del più giovane dei Winchester. Lo girò sulla schiena e poggiò le mani sul petto e sulla testa dell’amico. Chiuse gli occhi e iniziò l’opera di guarigione.

Una luce bianca e luminosa si sprigionò dalle due mani imposte e lentamente , il sangue che macchiava il viso e il corpo di Sam, sparì. Anche il suo colore , ormai quasi violaceo - effetto del veleno – ritornò ad essere roseo e normale.

Qualche istante dopo, Sam, iniziò anche ad aprire gli occhi e vide l’angelo sorridergli, sollevato.

“Cass?….grazie, amico!” fu la prima cosa che , istintivamente, gli venne da dire, mentre si tastò quasi meccanicamente e non sentendo più dolore.

Poi , il giovane cacciatore, strabuzzò gli occhi come se si fosse reso conto di qualcosa. Guardò appena alla sua destra. “No!! Deaaannn!!”

Castiel, si voltò di scatto e vide che anche Dean aveva perso i sensi, e nei pochi momenti che ci mise a raggiungerlo pregò fortemente che l’amico non fosse morto. Appena vicino al biondo, gli mise una mano sul collo per sentire se ci fosse o meno la presenza del battito e quando si accertò che Dean era solo svenuto, sistemò schiena a terra anche lui, e impose le mani nello stesso modo in cui aveva fatto con Sam. Quella stessa luce, quella stessa potenza, fu la forza guaritrice che salvò anche il fratello maggiore.

Quando anche Dean, lentamente, iniziò a riprendersi e a riprendere colorito, l’angelo, respirò sollevato. Ma purtroppo sempre più affaticato a causa delle ferite riportate.

I due fratelli, lentamente si rimisero in piedi e dopo essersi congratulati con l’amico angelo, non prima di averlo ringraziato, iniziarono a cercare in giro tutte quelle armi che , una dopo l’altra, il mostro era riuscito a buttare all’aria.

Stavano per andare via da quel posto, quando si resero conto che Castiel era rimasto appena un po’ indietro.

Sam notò l’evidente affaticamento dell’amico che onestamente non era decisamente messo bene.

“Ehi! Castiel?, Tutto bene?” chiese preoccupato, il giovane.

“Già, amico. Perchè sei ancora ridotto così? Perchè non ti sei già guarito?” notò anche Dean, che gli vide la ferita al fianco  sanguinare ancora.

Castiel sorrise appena.

“Non posso!”

I due si guardarono di sfuggita ma comunque straniti.

“Non…. puoi?” replicò Dean. “Che significa che non...”

“Il mostro c’è andato decisamente pesante...” fece mostrando la ferita al fianco e quella alla spalla, che i due cacciatori non avevano notato poiché coperta dall’immancabile trench. “E guarirvi da quelle ferite e dal veleno che ormai vi aveva completamente infettato non è stato di aiuto alla mia grazia. Sono troppo debole per guarirmi, ma tranquilli, io...” e quello che stava per dire finì in un rantolo di dolore.

Castiel accennò ad accasciarsi a terra.

“Cass!!” lo richiamarono entrambi mentre, allarmati, fecero per avvicinarsi a lui quando, l’impensabile accadde davanti agli occhi dei due fratelli.

 

Lucifero, con tanto di sguardo sprezzante e vittorioso, apparve alle spalle dell’angelo.

“Sì! Tranquilli, ragazzi.” fece con il suo solito ghigno mellifluo. “Ci penso io a lui!” e dopo avergli appoggiato una mano sulla spalla, Castiel, confuso dal dolore, non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che stava accadendo che sparì, lasciandosi dietro solo un debole e allarmato “No!!”.

 

I due cacciatori si ritrovarono a correre verso un punto vuoto, esattamente come mesi prima era successo quando Mary scomparve nell’Universo alternativo.

“Noooo!” gridò frustrato Dean che si ritrovò ad afferrare il vuoto che aveva davanti.

“Cazzo!!” fece il minore.

Non attesero oltre. Non c’era tempo per il panico. Castiel era nelle mani di Lucifero e tutto ciò, avrebbe portato solo a dolore da parte dell’angelo se non alla sua morte. Di nuovo.

Raccolsero tutto quello che era rimasto delle loro cose e corsero all’Impala. Tornarono al motel e iniziarono a fare il punto della situazione e su ciò su cui dovevano focalizzarsi: trovare Castiel, al più presto.

*********

Quando Castiel riaprì lentamente gli occhi, il dolore al fianco e alla spalla, tornò prepotentemente a farlo gemere. La sua mente angelica sapeva che prima o poi quel fastidioso dolore sarebbe passato, era solo questione di tempo, poiché la sua grazia era stata fortemente provata dal combattimento , dalle ferite e dalle guarigioni ai due fratelli. Ma, almeno per il momento, il suo corpo umano comunque ne pativa la sofferenza.

Respirò affondo e cercò di mettere a fuoco il posto in cui si trovava. Ricordava che stava per cadere, piegato da una fitta improvvisa al fianco. Ricordava di aver visto Sam e Dean, preoccupati, che stavano per fermare quella sua caduta, ma poi…

Poi qualcosa era cambiato. Aveva sentito una voce alla sue spalle, aveva visto la preoccupata sorpresa sui volti dei suoi due amici e subito dopo si era sentito , improvvisamente, risucchiato in un vortice violento. Poi più niente fin quando non si era risvegliato.

Qualcuno lo aveva portato via, ma ancora confuso, non riusciva a ricordare chi.

Guardò, così, le pareti di roccia che lo circondavano. Una roccia antica dall’odore e dall’aspetto che poteva vedere e sentire. Cercò di alzarsi, ma una stretta ai polsi e alle caviglie glielo impedì. Tirò su la testa e solo allora si rese conto di essere legato a quella che sembrava un altare in pietra.

Quasi come un istinto lasciato libero di esprimersi, la sua mente fece luce su tutto. Riconobbe il posto. Riconobbe quell’odore antico a tal punto da essere senza tempo. Sgranò gli occhi e capì, immediatamente, il luogo in cui era.

Una cella delle prigioni del Paradiso.

“Buongiorno Cassandra!!” fece una voce squillante non appena Castiel focalizzò quel posto.

“Tu?...come….cosa vuoi da me??!” ringhiò cercando di muoversi. “Che ci fai qui? Come...come fai ad essere qui!?” chiese allarmato dalla luciferina presenza nei luoghi del Paradiso.

“Oh! fratello mio!! amico?...collega?….socio?...” sembrò volerlo prendere in giro.

“Se solo fossi uno solo di questi….mi ucciderei senza pensarci due volte!!” fu la risposta dell’angelo imprigionato.

“Non tentarmi , dolcezza!” lo provocò, infilando un dito nella ferita al fianco.

Castiel ringhiò da dolore, ma cercò di trattenersi e più lui si tratteneva e più Lucifero muoveva il suo dito dentro la ferita. E più Lucifero lo torturava in quel modo e più la grazia di Castiel si contorceva vinta dagli spasmi.

Poi, quando decise di dargli un po’ di tregua , rispose alle domande dell’angelo.

“I tuoi fratelli pulcini mi hanno concesso il Trono Eterno e io in cambio ho promesso loro di mettere in cantiere altre uova pasquali.” ironizzò nella risposta e poi abbassandosi fino ad arrivare all’orecchio di Castiel: “Sai??! detto tra noi...le loro schiere sono davvero ridotte all’osso. Una sola delle mie legioni basterebbe per sbaragliare tutto, qui dentro!” ammise orgoglioso per una tale previsione.

“Cosa...vuoi...Lucifero?!” chiese affannato, Castiel, ignorando di proposito le parole appena ascoltate. E poi: “Che cosa vuoi….da me?!”

“Lo sai cosa voglio , angioletto testardo!” e a quella tortura aggiunse anche il supplizio alla ferita alla spalla, agendo però con più rabbia.

E Castiel gridò, quasi senza rendersene conto. “Lo sai….cosa voglio!” ripetè ringhiando, il diavolo.

“Mai. Non ti dirò mai dov’è Jack e anche….anche se lo sapessi….saresti l’ultimo a cui lo direi!” rispose sorridendo e indispettendo così l’angelo caduto.

“Ok!” fece questi. “Vuol dire che adesso io e te passeremo un po’ di tempo a divertirci!” e girandosi verso tutti quelli che erano nella cella. “Tutti fuori. Questo è un party privato!”

 

I tre angeli presenti, benchè non proprio convinti di ciò che stava per accadere in quella cella, obbedirono e uscirono. Tutti tranne uno.

“Fuori!! anche tu, guardiano!” ordinò, mentre da un tavolo vicino a quello che teneva legato Castiel, sceglieva che attrezzo prendere per iniziare la sua punizione nei confronti dell’angelo.

“Mio Signore Lucifero, forse potremmo...”

Lucifero si voltò di scatto verso l’angelo disobbediente, fulminandolo con il solo sguardo. “Tu?... disobbedisci...a me ?” domandò ironico, il primo disobbediente.

“No, non oserei.” rispose arretrando appena. “Ma forse ci sono altri modi per arrivare a scoprire ciò che Castiel sa su tuo figlio!” azzardò, poi.

Lucifero si fermò un attimo. Sembrò pensarci e poi..

“Può essere.” convenne dubbioso. E poi: “Ma...no! Mi piace più così. Ora, fuori!!!” gridò furioso, mentre con un gesto veloce, alzò il pugno armato di lama e lo abbassò nella spalla già ferita dell’angelo suo prigioniero.

Un grido di profondo dolore riecheggiò tra i corridoi che si allontanavano dalla cella che rinchiudeva la sofferenza di Castiel.

 

Le grazie degli angeli che li abitavano , fremettero di terrore, quando vennero raggiunte dal dolore provato da Castiel.

 

“Figlio di….” provò a dire Castiel, cercando di soffocare in quell’offesa , il dolore che stava provando.

“Tutto può finire nel più semplice dei modi, Cassandra. Dimmi dov’è Jack e in men che non si dica, ti ritroverai di nuovo a braccetto con i tuoi due amati cowboy in flanella.”

“Scordartelo!” fu la risposta affannata e decisa.

“Come vuoi, amico mio. Ma credimi…. quando avrò iniziato con te, perché devo ancora iniziare con te...” gli sussurrò sadico. “…. e con quello che ho in mente di farti, sarai tu a pregarmi di volermi dire dov’è il mio ragazzo!” lo provocò Lucifero.

“Lui non è ...il tuo ...ragazzo.” ansimò con tono compiaciuto. “Lui...è il mio….ragazzo.” lo provocò.

“No!” sibilò con rabbia il diavolo. Nella sua mano un arma pronta a colpire.

“Lui ha scelto Sam e Dean…. come modelli da seguire!”

“No!!!” e la rabbia divenne mal trattenuta ira.

“Lui ...ha scelto me...come padre!” fece ancora con orgoglio.

“No!!!!!!!” e questa volta l’ira esplose e divenne furia e la furia si abbattè sull’angelo trafiggendolo in pieno petto.

Lucifero aveva scagliato il suo coltello contro il prigioniero e l’unica fortuna dell’angelo legato fu quella che l’arma era solo un coltello e non una lama angelica.

Castiel urlò di dolore. La sua sofferenza esplose al pari della rabbia di Lucifero che colpì ancora ancora e ancora, quasi volesse annientarlo definitivamente.

E quando il diavolo tirò fuori, l’ultima volta, la lama grondante sangue dal petto dell’angelo , Castiel ansimò sfinito, provato. Nemmeno si rese conto di star piangendo.


Come poteva un angelo piangere di dolore? Quanto grande poteva essere quello che stava provando per spingerlo fino a quel punto così umano?


“Dimmi...dov’è….mio figlio?!” chiese affannato dallo sforzo di quelle torture inflitte, il diavolo. E quando non ebbe risposta, tornò a guardare Castiel.

Nemmeno si rese conto che l’angelo aveva perso i sensi.

Sbuffò seccato. Gettò a terra il coltello con cui aveva infierito sul quel tramite angelico e si allontanò dal tavolo.

Si asciugò alla meglio peggio le mani sporche del sangue di Castiel e si avviò verso l’uscita della cella.

Quando aprì vi trovò l’angelo guardiano che sembrò scattare sull’attenti non appena lo vide.

“Ripulisci quel casino e fallo rinvenire!” disse indicando ciò che si lasciava alle spalle. “Non ho ancora finito con lui. Anzi….” disse mentre si allontanava. “Ma penso di dover passare alle maniere forti. Non voglio stare qui dentro un’eternità!”

Il guardiano si avvicinò con timore all’ingresso della cella, timoroso solo di dover guardarci dentro.

“O mio...” ma nemmeno riuscì a nominarlo suo padre, quando vide lo sfacelo che era ormai Castiel, l’angelo che il Paradiso tanto temeva e che un tempo osannava.

Il trench abbandonato sul pavimento che quasi come segno di rispetto sembrava voler assorbire il sangue che colava dal tavolo. Lo stesso pareva volesse fare la giacca. l’angelo svenuto, sul tavolo, con indosso solo i pantaloni e la camicia bianca che ormai di bianco aveva solo pochi brandelli. Il resto era un’umida macchia rossa.

 

Ciò che avvenne nelle ore successive , fu un dolore che Castiel nemmeno aveva mai pensato di poter e saper provare. Un dolore che mai avrebbe voluto provare. Nessuno avrebbe voluto!
Il corpo del suo tramite era ormai ridotto ad un miserabile accumulo di tagli , sfregi, bruciature, ossa rotte…..

 

Dopo l’ennesima sessione con Lucifero e le sue torture, il diavolo, abbandonò seccato, il coltello con l’aveva appena trafitto, su un tavolo poco distante. Sembrava quasi deluso, quando, con la punta dell’indice, raccolse dal profilo segnato dell’angelo, l’ennesima lacrima dolorosa.

“Così umano!” disse quasi con disgusto, guardando quella piccola goccia sul suo dito. Poi: “D’accordo, Castiel!” disse avvicinandosi all’angelo sofferente e ormai al limite. “Non volevo arrivare a questo. Ma la tua ostinazione mi ha costretto a passare il segno.”

“Deve essere...stato difficile….per uno ….nobile ...come te!!” riuscì ancora a provocarlo, Castiel.

“Ooohhhww!! non sarai più così ironico quando ti renderai conto di quello a cui la tua ostinazione ha portato!” lo redarguì quasi con tristezza. Fece , così, un cenno ad uno degli angeli.

 

Questi, seguito da un altro angelo, uscì dalla cella e poco dopo ne rientrò trascinandosi dietro le uniche due persone che Castiel non avrebbe mai voluto vedere, né in quel momento, né in quel posto. Tanto meno, prigionieri di Lucifero.

Sam e Dean.

“Nooo!” gridò sofferente. “Lasciali andare. Lasciali andare subito!” cercò perfino di ordinare.

“Cas!!!” esclamò Dean nel vedere l’amico ridotto in quelle condizioni.

“Castiel!” fece anche il più giovane dei Winchester, allarmato dalla stessa visione.

“Credevi che non li avrei trovati?” domandò compiaciuto. “Ho trovato te! Con loro è stato uno scherzo!”

“Nooo!” continuava a gridare, ignorando il dolore che provava e cercando di divincolarsi dagli anelli di ferro che lo tenevano serrato all’altare dove Lucifero lo stava torturando.

“Credevi che non li avrei usati per avere ciò che voglio?!” lo provocò ancora.

“Loro…..loro non sanno dov’è Jack...loro non c’entrano...noooo!” gridò ancora quando vide i suoi due preziosi amici, finire legati al muro che gli stava di fronte.

“Castiel….” fece Dean, mentre cercava di divincolarsi dall’angelo che lo stava incatenando al muro.

“Castiel, cosa...” ansimò Sam, nelle stesse condizioni del maggiore.

Poi, tra i tre, si impose Lucifero.

“Ora….parla, Castiel!” fece mentre prese tra le mani un pesante pugnale.

“Loro non lo sanno!” rispose allarmato , l’angelo, mentre, vedendo Lucifero che avanzava minaccioso verso Sam, si sentiva sempre più disperato e impotente. “Lo stiamo….cercando...Lo stiamo ancora...cercando!!” si affannò a dire in aiuto dei due cacciatori.

“Castiel , non ….” ma Sam non riuscì a finire quella sua richiesta che, con un gesto veloce e repentino, Lucifero lo colpì in pieno petto, affondando e quando ritrasse il pugno, il cuore del giovane cacciatore gli grondò sangue tra le dita. La morte colse Sam così velocemente che il ragazzo non riuscì nemmeno a sentire il grido disperato del maggiore al suo fianco e quello altrettanto doloroso dell’amico angelo. Afflosciò il capo e morì.

“Noooooo!!!!!!Io ti uccido….figlio di puttana…..” ringhiò Dean disperato, mentre strattonava con rabbia le catene che lo tenevano prigioniero al muro e lontano dal suo fratellino.

“No..no...no...” biascicava anche Castiel, ormai distrutto dalla visione del corpo straziato di Sam. “Perchè….perchè...perchè lo hai fatto. Sam….” ripeteva e questa volta si rese conto di star piangendo lacrime pregne di dolore, rabbia e frustrazione. E queste era certo, erano le lacrime della sua grazia. Erano le sue di lacrime.

“Dimmi dov’è Jack!?”

“Io non….” mormorò tra i singulti mal trattenuti.

“Dimmi dov’è Jack!!!?” fece ancora, mentre si avvicinò minaccioso a Dean.

“Io non lo so…..” gemette Castiel, perché davvero non poteva dare quella risposta. Non avrebbe mai rischiato in quel modo, non con Lucifero che minacciava così palesemente Dean.

“Fa’ quello che devi….” ringhiò Dean al diavolo.

“Dimmi dov’è Jack!!!!???” gridò furente, piazzando la lama alla gola del cacciatore.

“Nooo….Dean….”

“Amico….” e non potè dire altro, perché con un gesto rapido, Lucifero tirò indietro il braccio e la lama tagliò di netto la gola del cacciatore che non riuscì nemmeno ad esalare il suo ultimo respiro. La sua vita andò via in un osceno gorgoglio sofferto.

“Nooo!!!!” e a questo punto la poca lucidità che era rimasta in Castiel esplose in un grido rabbioso.

Abbandonò la testa contro il tavolo e pianse.

La mente confusa. La grazia straziata.

Pianse per Dean, chiamando il suo nome. Pianse per Sam supplicando il suo perdono. Pianse perché era talmente tanto il dolore che sentiva fin nel profondo della sua grazia, che non riusciva a fare altro.

 

Lucifero gettò sul petto dell’angelo il coltello sporco del sangue di Dean. Si avvicinò a lui. Gli passò una mano tra i capelli e ne afferrò una ciocca, strinse e tirò verso l’alto.

“Guarda!” sibilò. “Guarda , Castiel!” gli ordinò, stringendogli i capelli così da costringere la testa dell’angelo a girarsi verso i due corpi martoriati e inermi. “Guarda cosa la tua preziosa ostinazione ha causato.”

“Noooo….” e fu solo un lamento doloroso.

“Tu credi di essere stato leale nei loro confronti?”

“Basta….” sussurrò sfinito.

“Pensi che ovunque loro siano, paradiso inferno o Winchesterlandia, si stiano vantando dell’amicizia dimostrata dal loro fraterno amico Castiel?” lo canzonò.

“Basta….basta….” continuò a supplicare, cercando perfino di trovare la forza per distogliere lo sguardo dai due fratelli.

“Tu li hai delusi.” fece passandogli il coltello sporco del sangue di Dean, sul torace, così che nuove ferite si aprissero al passaggio della lama.

“Noo...”

“Tu li hai traditi più e più volte, fratello!” insistette mellifluo mentre con una mano asciugava le lacrime dell’angelo prigioniero.

“Io...io no….”

“Tu li hai uccisi, Castiel!” gli sibilò crudelmente nelle orecchie mentre lo costringeva ancora a guardare i due fratelli. E ciò che ottenne in cambio fu solo un mormorio addolorato, confuso tra i singhiozzi del pianto.

“Mi serviva solo una risposta. Solo una risposta, Castiel!” lo incoraggiò , ora, con una voce quasi gentile. “Una sola e tutto questo...” fece indicando il sangue, indicando Sam e Dean, indicando lui stesso sfiancato su quel tavolo. “...tutto questo non sarebbe mai accaduto.”

“Io….non so...dov’è Jack!” ripetè in un respiro stanco.

Lucifero lasciò andare la testa dell’angelo che si abbandonò mollemente contro il tavolo.

“Mi deludi Castiel. Credevo che fossi forte, intelligente...credevo fossi abbastanza sveglio da capire che non vincerai questa volta. Io vincerò. Io avrò ciò che voglio e tu dovrai darmelo. Siamo esseri celesti, fratello! Abbiamo tutto il tempo del mondo!” sembrò minacciarlo ancora.

“Non te lo permetterò, Lucifero.” sussurrò Castiel, con un tono stranamente calmo e forse lucido.

“No? E cosa vorresti fare? Cosa potresti fare?!” fece ironico, indicandolo.

“Smettere di essere!” disse solo e poi con un respiro profondo, guardò cosa rimaneva dei suoi due amici, chiuse gli occhi e si lasciò andare definitivamente.

“E questo cosa vorrebbe dire?!” fece indifferente a quello che era appena accaduto, senza nemmeno guardarlo.

“O mio Dio!!” sussurrò sbalordito l’angelo guardiano.

“Dico? Ti sembra il caso?!” lo riprese Lucifero a causa di quella supplica e solo quando guardò l’angelo che aveva esclamato in quel modo, vedendo lo sconcerto sul suo volto, si decise a spostare lo sguardo su Castiel.

“E’ svenuto di nuovo?! E allora?”

“No. No, mio Signore Lucifero. Non è svenuto!”

“E allora cosa...”

“Ha spento la sua grazia!” riferì sconcertato.

“Cosa!!??” esclamò stranito Lucifero.

“Ha spento la sua grazia. Solo gli angeli che hanno subito un enorme dolore riescono a farlo.” spiegò brevemente, il guardiano.

Lucifero sorpreso da ciò che era successo, non sembrò ancora esserne convinto. Si avvicinò a Castiel e iniziò a spintonarlo.

“Castiel?” e gli toccò la spalla. “Castiel!!??” e poi il braccio.

Poi quando iniziò a rendersi conto che da Castiel non proveniva alcuna reazione a quei suoi richiami sia verbali che fisici, incominciò a provare rabbia. La rabbia per l’ennesima sconfitta.

“Nooooo!!!” gridò furioso.

Si girò di scatto verso il guardiano e gli altri angeli. “Trovate un modo per riaccenderlo. O giuro sui demoni dell’Inferno che metterò a ferro e fuoco il Paradiso. L’ho fatto una volta. Posso rifarlo di nuovo e senza problemi!” e questa fu più che una chiara minaccia.

Tutti corsero via dalla cella, solo il guardiano rimase.

“Tu cosa aspetti? Un incoraggiamento speciale??”

“No, mio Signore. Quello che serve per risvegliarlo è un incantesimo.”

“Un incantesimo?” ribattè.

“Sì, ma…”

“Ma?...cosa? Parla!!!” gli urlò contro.

“Ho bisogno che tu mi permetta di scendere sulla Terra. Ci sono degli ingredienti che si possono trovare solo lì.” riferì con timore.

“Beh! Cosa vuoi un permesso scritto? Va’!!”

“Il fatto è che il tuo braccio destro, Jo, non fa scendere o salire nessuno senza il tuo permesso, quindi se tu non le….”

“Ok! Ok!” e lo trascinò via dalla cella con lui.

Pochi minuti dopo , Lucifero e il guardiano erano con Jo, al portale e il guardiano sparì nella luce di quell’incantesimo di passaggio.

 

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Capitolo 2
*** .2. ***


"Dean, cosa facciamo?!” chiese Sam, mentre comunque spulciava tra i libri del bunker che aveva scaricato sul suo tablet, qualsiasi cosa potesse essere utile a rintracciare Castiel.

Dean , invece , non riusciva a stare fermo e continuava a fare avanti e indietro nella piccola camera di motel che avevo preso, quando erano giunti in quella dannata città per risolvere il caso che li aveva portati a quel punto. Non riusciva ad accettare il fatto che Lucifero potesse prendersi di nuovo Castiel. Prima come tramite, poi uccidendolo davanti ai loro occhi e ora….ora chissà che cosa aveva in mente per il povero angelo.

“Non lo so, Sammy. Non lo so. Ma dobbiamo trovare qualcosa anche perché se Lucifero ha trovato Castiel, ci metterà un secondo a trovare noi.” cercò di nascondere quell’amichevole preoccupazione, con quella preoccupazione che riguardava loro.

“Già!” convenne cupo il minore.

“Un incantesimo di tracciamento o qualcosa che ci possa aiutare perché Lucifero lo farà a pezzi e se la godrà a farlo. Sappiamo entrambi che cosa vuole da Castiel e sappiamo entrambi che Castiel non gli dirà mai dove trovare Jack.” affermò decisamente preoccupato.

“Ma Castiel, come noi, non sa dov’è effettivamente Jack!” gli fece presente il minore. “Non glielo potrebbe comunque dire.” convenne, poi.

“E credi che Lucifero gli crederebbe?!” ironizzò Dean. “E’ per questo che dobbiamo scoprire dove ha portato Castiel.” fece di nuovo.

 

“Posso dirvelo io!”

 

I due fratelli si guardarono sorpresi.

Un attimo dopo erano entrambi in piedi, pistola alla mano e ben puntata verso la porta della camera, oltre la quale quella voce si era palesata.

Pochi gesti e i due cacciatori sapevano perfettamente cosa dovevano fare.

Sam appena dietro la porta, mano alla maniglia, Dean poco distante, e poi con uno scatto veloce, non appena la porta fu aperta, l’estraneo si ritrovò con una canna di pistola puntata in piena fronte e una al centro della tempia.

“Fa’ solo un gesto sbagliato e la tua testa diventa marmellata, amico!” lo minacciò Dean premendogli la canna alla tempia.

Poi Sam, con una mano, afferrò lo sconosciuto e lo tirò all’interno della stanza.

“Chi sei?!” gli chiese mentre chiudeva la porta.

“A quanto pare , l’unico che può aiutarvi a ritrovare Castiel.” rispose con calma.

“Forse non hai capito quello che ti ha chiesto. Chi sei?” ripetè il maggiore con più astio.

E allora , l’altro, sembrò capire.

“Sono un angelo e dopo averlo saputo , ora, dovreste anche sapere che queste inutili armi non possono farmi niente!” replicò quasi con un tono saccente.

“No! Hai ragione. A meno che, queste inutili armi non siano caricate con proiettili ricavati da lame angeliche!” rispose con altrettanta arroganza, Sam.

Il cosiddetto angelo, deglutì a quella risposta e capì che il cacciatore non mentiva, dato che anche l’altro sorrideva e pareva decisamente fiducioso dell’arma che impugnava e che ancora aveva ferma al centro della fronte.

“Il mio nome è Paliel. Sono un angelo.”

“Va’ avanti!” fece Dean. “Che ci fai qui? Cosa vuoi da noi? Cosa sai di Castiel e perché dici di poterci aiutare?” lo investì di domande.

“Soprattutto perché un angelo vuole aiutarci a trovare l’angelo a cui il Paradiso dà ancora la caccia!?” si accodò Sam.

“Io sono l’angelo a guardia delle prigioni del Paradiso. Lucifero , un paio di giorni fa, si è presentato con Castiel, suo prigioniero e...”

“Cosa? ...aspetta!! Hai detto un paio di giorni?” chiese allarmato Dean e Paliel annuì soltanto.

“Lucifero ha preso Castiel solo qualche ora fa!” fece presente Sam.

“Dovreste sapere che non tutto scorre con il vostro stesso tempo!” convenne l’angelo.

I due fratelli si guardarono preoccupati.

Castiel...da giorni….nelle mani di Lucifero. La cosa non si metteva decisamente bene. Affatto!

“Ok! Perché sei qui?!” chiese Dean.

“Io sono da secoli il guardiano delle prigioni del Paradiso, ma….”

“Questo ce lo hai già detto!” lo ammonì severamente, Sam

“...ma quelle prigioni sono fatte per la meditazione, l’illuminazione e la redenzione. Non sono fatte per il dolore, la tortura e il sangue.” fece afflitto. E ciò che disse non sembrò altro che spiegare quello che stava accadendo a Castiel.

Dean, mise a fuoco e poi puntò di nuovo la pistola con forza alla testa dell’angelo intruso mentre Sam lo teneva sotto tiro a distanza di qualche passo. “E’ vivo?!”

“Cosa?!”

“Castiel è ancora vivo?!” gridò rabbioso.

“Sì, sì...lui è vivo ma...”

“Ma cosa ?!” insistette Sam.

“Si è spento!” precisò poi.

I due fratelli si guardarono allarmati.

“Spento?!” ripetè Sam. “Che significa che si è …..spento?!”

“Lui ha spento la sua grazia, così che Lucifero non avesse più potere di sorta su di lui. Non potesse sapere niente da lui.” e detto questo, raccontò ai due cacciatori tutto quello che era successo e che forse stava per succedere a Castiel.

“Lucifero vuole sapere di Jack!” riflettè Dean e Paliel semplicemente, annuì. “E se mette le mani sulla sua grazia, mette le mani su tutto ciò che sa Cass!” fece ancora, mentre Paliel conveniva in silenzio e in accordo.
 

Quando Paliel finì il suo racconto, Sam e Dean non gli stavano nemmeno puntando più le pistole contro, tanta era la confusione a causa di quello che avevano sentito.

“Dio!!” sussurrò Sam.

“Figlio di puttana!” ringhiò invece , Dean.

“Lo so che molti dei miei fratelli non vedono di buon occhio Castiel e le sue scelte, il suo aver scelto...voi..sempre.” precisò con amarezza, mentre i due fratelli si sentirono quasi in colpa. “Ma nessuno, vi giuro..” e ora sembrava davvero sincero. “...nessuno di noi ha mai voluto o solo pensato di punirlo in un modo così….feroce. Le nostre punizioni sono fatte per portare alla pace dello spirito e non alla dannazione della grazia. E Castiel è e rimane comunque un valoroso guerriero e non merita ciò che gli sta facendo Lucifero.”

“Perchè...cioè dico…..come fa Lucifero a ritrovarsi seduto sul trono del Paradiso?!” chiese Sam.

“Un patto!” fu la risposa amara.

“Un patto? Il Paradiso ha fatto un patto con ….Lucifero?” domandò sarcastico Dean. “Sul serio?”

“Ai demoni basta un singolo atto di malvagità umana per ricrearsi, perché così ha disposto Lucifero. Le nostre schiere invece hanno un’origine ben diversa e sono ormai ridotte all’osso e Lucifero è stato accanto a nostro Padre mentre creava gli angeli. Lui sa come fare. Lui può…..”

“...aiutarvi a rinfoltire gli eserciti!”

“Sì!” ammise , forse in colpa, per quel patto.

“E’ davvero un incantesimo quello che serve per risvegliare Castiel e la sua grazia?!”

“Sì, ma non è semplice.”

“Non lo è mai per noi!” convenne Dean.

“Per risvegliare la sua grazia, Lucifero, per mezzo dell’incantesimo la deve estrarre dal tramite che la ospita e dopo averla sottoposta a ciò che rimane dell’incantesimo, potrà...leggerla...e poi potrà riporla in un nuovo tramite.” spiegò in breve.

“Ok!...no, aspetta. Non è ok! Come ...nuovo tramite!?” chiese ancora Dean, dopo quella spiegazione.

“Il tramite di Castiel, non sopporterà la potenza del luogo in cui si trova, si annienterà non appena la grazia di Castiel lo abbandonerà e quindi..”

“Quindi?!” lo anticipò , Sam.

“Castiel o meglio la sua grazia , la sua conoscenza , i suoi ricordi e tutto ciò che egli è, rimarranno in una sorta di stasi mistica, perché la sua essenza avrebbe bisogno di un nuovo tramite vivente e nessun vivente può mettere piede in Paradiso. Per dare un nuovo tramite a Castiel , Lucifero dovrebbe scendere sulla Terra e portarlo con lui e non credo che sia disposto a farlo, sapendo che voi lo state cercando e dopo tutto quello che ha fatto per ritornare in Paradiso. Quindi lascerà che la grazia di Castiel….”

“… si perda.” finì Sam. “Non possiamo permetterlo, Dean!” fece ancora.

“No, che non possiamo.” rispose comunque perplesso, il maggiore.

“E’ per questo che sono qui. Io posso aiutarvi. Posso dirvi cosa fare e come farlo!”

“Parla!” fece autoritario Dean. “Cosa dobbiamo fare?!”

“Un incantesimo di inganno!”

“Sarebbe?!” domandò Sam.

“Dobbiamo fare in modo di simulare la grazia di Castiel quando Lucifero agirà su di lui. Non credo che lui conosca l’incantesimo principale o mi avrebbe scoperto e ucciso quando gli ho chiesto di scendere sulla Terra per trovare alcuni ingredienti.” riferì.

“E questo gioca a nostro favore?!” domandò Dean.

“Sì. L’incantesimo che voglio fare, simulerà l’espulsione della grazia di Castiel e una volta che Lucifero imprigionerà la finta grazia, io mi occuperò del corpo di Castiel. Lo porterò fino al portale e lì, dovrò affidarmi alla fortuna.”

“Perchè?!” fece stranito il minore.

“Lucifero ha messo di guardia al portale, un angelo di sua fiducia e...”

“Fammi indovinare. Rossa, capelli lunghi, faccia da angelo, cervello da demone.”

“Sì, è lei.”

“Jo!” esclamarono all’unisono i due cacciatori.

“Ok! Ma se tu non riuscissi a rimandarci indietro Castiel attraverso il portale, cosa possiamo fare noi da qui?!” gli chiese Sam.

“Dovete fare in modo che sia l’angelo di guardia al portale sulla terra ad aprirlo. Io sfrutterò quel momento e poi...andrà come andrà!”

I due fratelli si guardarono per un attimo perplessi. Sì, di solito i loro piani non andavano sempre - o mai - come volevano, ma non si erano mai messi in moto con un “andrà come andrà”

Comunque….

“Ok! Muoviamoci. Che ti serve per il tuo contro incantesimo?!” chiese Dean.

“Il sangue del legame, il sangue della famiglia, il sangue dell’origine.” elencò senza esitazione.

“Cosa significa?!” chiese Sam, un attimino incerto.

Paliel si fece loro vicino. Poggiò la mano sulla spalla di Dean che un tempo era segnata dall’impronta di Castiel. “Il sangue del legame.” disse. Poi si spostò e andò verso Sam e sul petto del ragazzo, poggiò l’altra mano. “Il sangue della famiglia” e poi indicò se stesso. “Il sangue dell’origine.”

Così, tutto ebbe inizio.

Il primo a lordare la ciotola rituale fu il sangue di Dean: il sangue che segnò l’inizio di quel legame fortissimo con gli esseri umani. Poi fu la volta di Sam: il sangue che indicava l’appartenenza ad una famiglia , di quella famiglia di cui oramai Castiel faceva parte. E poi, in ultimo, Paliel si segnò il palmo e anche il suo sangue si unì agli altri due: il sangue originario, degli angeli, di Castiel.

L’angelo pronunciò alcune parole in quello che sembrò essere enochiano e i tre elementi insieme iniziarono a brillare esattamente come brillava la grazia angelica. Versarono quel succo magico in una piccola ampolla e Paliel la ripose con cura nella sua casacca grigia.

“Dov’è il portale terreno più vicino?!” chiese Dean , mentre prendeva la sua roba, insieme a Sam.

“A circa un’ora da qui, c’è una cittadina. C’è un solo parco. Lì, un angelo fa la guardia al portale. Io ne userò un altro per non creare dubbi di sorta. Quando sarò di nuovo lassù, se io non riesco ad aprirlo dal Paradiso, fra due ore, voi dovrete aprilo da qui o Castiel sarà morto. E questa volta per sempre.” e andò via.

Sam e Dean, non attesero oltre.

Si infilarono nell’Impala e si avviarono verso il luogo che Paliel aveva loro indicato e quando vi arrivarono , circa un’ora dopo, come aveva detto il guardiano, un altro angelo faceva da guardia ad un anonimo quadrato di sabbia.

 

Quando Paliel tornò in Paradiso, Jo, come sempre era a guardia del portale.

“Lui ti aspetta. C’hai messo troppo. Ti consiglio di trovare una buona scusa per questo tuo ritardo. E’ abbastanza nervoso!”

Paliel , mostrò alcune sostanze e ammennicoli e poi con calma le rispose.

“Alcuni ...sono stati difficili da trovare!”

“D’accordo. Ma ora ti consiglio di darti una mossa.” e Paliel senza attendere oltre, obbedì.

Quando giunse nella cella dove Castiel era ancora in quella sorta di stasi, Lucifero sembrò quasi volerlo fulminare.

“Era ora!!! Nemmeno paparino c’ha messo tanto per decidere se farvi rimanere così stupidi!!” lo offese.

“Io dovevo….”

“Lascia perdere. Hai trovato tutto?!” chiese seccato.

“Sì, sissignore!” e senza dire altro, si mise all’opera.

O per lo meno, finse di farlo.

Aggiustò qualcosina qui e là, mischiò qualche ingrediente, recitò alcune parole in modo che Lucifero potesse sentirle e ricollegarle a parole legate alla magia angelica e quando si rese conto che quegli elementi che aveva mischiato stavano per fare il loro effetto, che stavano per emanare l’esplosione di luce voluta, emulando la grazia di Castiel, fece il passo finale e versò nella ciotola , l’ampolla con il sangue dei due fratelli mischiato al suo.

“Che cos’è quella? Sembra….grazia!” fece indicando l’ampolla che Paliel aveva creato con i cacciatori.

“Lo è. Grazia dell’angelo che compie l’incantesimo!” disse senza mostrare tentennamento.

“Procedi!” fece soddisfatto Lucifero, anche perché come risposta filava: una grazia per richiamare una grazia.

 

Un attimo dopo , il corpo di Castiel fu avvolto da quella luce che in tutto pareva una grazia lentamente espulsa da un tramite.

Lucifero, che sembrava decisamente compiaciuto, afferrò un’altra ampolla e fece in modo che quella luce mistica vi finisse all’interno, imprigionandola. Richiuse in fretta e poi , andò verso l’uscita della cella.

“Bene, bene. Vediamo che cosa dicono le ultime notizie!” ironizzò, alludendo al fatto che si avviava a leggere la grazia di Castiel e tutto ciò che in essa era racchiuso.

Paliel a quel punto azzardò.

“Mio signore Lucifero. Qui ci penso io. Vuoi che mandi da te, Jo?”

“Jo?, perché?” domandò scrutandolo con attenzione.

“So che almeno per il momento ti fidi di lei più di noi, quindi se dalla grazia di Castiel riesci a scoprire qualcosa su tuo figlio , è lei, l’angelo con cui puoi e vuoi decidere il tuo prossimo passo.” rispose senza sembrare troppo timoroso e al tempo stesso troppo insolente.

Lucifero sembrò pensarci un attimo. Guardo ciò che rimaneva di Castiel, l’angelo che stava iniziando a ripulire tutto e poi fissò l’ampolla luccicante di grazia tra le sue mani.

“Hai ragione. Ancora non mi fido di voi. Mandami Jo!” e andò via, prima di sentire il sottomesso “Come tu comandi!” di Paliel.

L’angelo non attese oltre. Sistemò alla meglio peggio il corpo di Castiel in un telo. Corse senza affannarsi troppo ad avvisare quella che ormai sembrava essere il braccio destro luciferino e poi, corse sul serio a prendere il corpo di Castiel per portarlo al portale.

 

Sulla Terra, in un desolato parco giochi, Sam e Dean, facevano la guardia all’angelo che a sua volta faceva la guardia al portale segreto e non appena iniziarono a vedere strani movimenti tra i granelli di sabbia, capirono.

“Ce l’ha fatta!” sussurrò Dean.

“Sta aprendo il portale!” convenne Sam.

“Sperando che sia lui!” azzardò il maggiore e Sam non disse niente. Non era da escludere.

Ma quando luce tipica del portale aperto, lasciò intravvedere la sagoma che ormai riconobbero essere quella di Paliel, i due cacciatori si fecero avanti e corsero preoccupati quando videro l’angelo sfilare via da quella luce un corpo avvolto in un telo bianco.

Sam corse più veloce, Dean, invece si sentì come se il gelo lo avesse appena investito.

Un ricordo. Un dolore. Un profondo senso di colpa.

Le gambe rallentarono all’improvviso fino quasi a fermarsi, poiché, l’ultima volta che aveva visto Castiel avvolto in un telo bianco, l’amico era morto e lui stesso lo aveva sistemato per un degno funerale da cacciatore.

Solo il severo avvertimento di fermarsi da parte dell’angelo a guardia del portale, riportò il maggiore dei fratelli al presente. Si passò velocemente una mano sul viso tirato, e raggiunse velocemente il fianco di Sam.

“Winchester!!!! Fermi. Non avvicinatevi!” li ammonì con austerità, puntando verso di loro la sua lama angelica.

“Ferma il tuo agire, Aniel!” si intromise Paliel, frapponendosi tra i fratelli terreni e quello angelico.

“Paliel? Cosa….”

“Fratello, il nostro patto con Lucifero sta prendendo pieghe che mai e poi mai dovrebbero avverarsi in Paradiso. E’ vero che ci ha promesso di darci altri fratelli, di renderci di nuovo forti, ma questo….” e così dicendo andò con decisione verso il telo che copriva Castiel e lo aprì con un gesto veloce. “….questo, questa ferocia non è e non può far parte del Paradiso. Non del Paradiso che noi rivogliamo, Aniel!!”

“Castiel….” sussurrò il nome. “Ma cosa gli è successo?!” domandò mentre invece , Sam e Dean, corsero immediatamente accanto al corpo dell’amico ancora inerme. Ancora visibilmente martoriato.

“Lucifero. Questo è il suo modo di trattare chi non soddisfa le sue richieste. Sappiamo bene che è da tempo che Castiel ha deciso di raggiungere il bene Supremo con altri mezzi...” fece guardando i due cacciatori. “.. e per quanto noi non fossimo d’accordo, questo non giustifica arrivare a questo punto.”

“E’ morto?!” azzardò colpito, Aniel.

“No. Ha spento la sua grazia!”

“O Padre….” esclamò sconvolto. “Ma solo un angelo che ha….”

“Lo so, fratello. Lo so e credimi io ero presente al dolore che ha provato Castiel e nessuno merita una simile punizione. Quindi ti chiedo, ti supplico, lascia che i due Winchester lo portino via e cerchino di salvargli la vita così che Castiel, con il loro aiuto, provi di nuovo a salvare la nostra. Perché credimi, Aniel, credimi fratello, con Lucifero sul Trono del Paradiso, noi siamo tanto in pericolo quanto lo è chiunque in questo mondo.” e quella che sembrò essere una sincera supplica divenne una più che dovuta concessione.

Aniel abbassò lo sguardo. Pensieroso. Concentrato.

“Andate via! Presto!” fece poi ai due cacciatori.

“Ma noi...”

“Presto!” li ammonì ancora, Aniel. “Si stanno chiedendo perché il portale sia aperto. Prendete Castiel e andate via. Ci penserò io, qui!”

I due cacciatori fecero come venne loro detto.

Dean prese a spalla il corpo di Castiel, aiutato da Sam e raggiunsero velocemente l’Impala. Dean adagiò il corpo dell’amico sui sedili posteriori e poi senza perdere altro tempo , fece cenno a Paliel di seguirli.

“No, voi andate, presto!”

“Paliel, non puoi tornare lassù. Lucifero avrà già capito che quella grazia è finta e non ci metterà niente a capire che sei stato tu.” disse Sam, incoraggiandolo ad entrare in macchina.

“Non intendo tornare in Paradiso.” disse mentre vedeva Aniel e il portale sparire lentamente. “Ciò che intendo fare è mettere in allerta tutti i miei fratelli ancora sulla terra, voglio avvertirli di quanto sia pericoloso il patto che è stato stipulato con Lucifero. Voi, ora, andate e fate in modo che lui si riprenda. Abbiamo bisogno di Castiel...” e poi sorridendo loro. “...e anche di voi, per quanto siamo troppo orgogliosi per ammetterlo.”

“Come lo….riaccendiamo!?!” domandò Dean.

Già! Perché se Cas si era spento, ora, toccava loro ...riaccenderlo.

“Purtroppo non c’è un incantesimo. Castiel ha deciso di fare questo passo quando , con un sadico trucco, Lucifero gli ha fatto credere di avervi uccisi e lo ha fatto in un modo decisamente cruento. Per Castiel deve essere stato troppo. Fategli capire che siete vivi, fateglielo sentire.” li incoraggiò con forza.

“Come?!” chiese ancora Dean.

“Arrivate alla sua grazia!” e poi guardò di nuovo verso il portale. “Lo stanno riaprendo, presto, andate via!” e i due fratelli obbedirono e anche l’angelo iniziò la sua fuga.

 

Quando i due cacciatori arrivarono finalmente al bunker, di nuovo certi di essere al sicuro tra le sue protezioni, attrezzarono immediatamente una stanza in cui ricoverare Castiel. Sam recuperò una loro tuta perchè di certo l’amico non poteva restare con quello che aveva addosso. Dean corse all’infermeria del rifugio e prese aghi e filo da sutura, disinfettante e tutto ciò potesse servire per curare almeno le ferite fisiche di Castiel. Pensò che se Castiel non poteva guarirsi con la sua grazia, loro potevano almeno iniziare a farlo guarire nel modo...umano.

Prendendosi cura di lui.

L’ora successiva passò così, tra suturare il possibile e disinfettare ciò che rimaneva e poi, i due fratelli, si fermarono. E guardarono perplessi, l’amico angelo.

“Come arriviamo alla sua grazia, Dean?!” chiese sottovoce Sam, con l’espressione di uno che finalmente aveva trovato il coraggio di fare quella domanda.

Dean lo guardò, indeciso, confuso.

“Non ne ho la più pallida idea, Sammy.” ammise sconsolato.

“Forse….”

“Forse?!” lo anticipò il maggiore.

“Forse Paliel intendeva che dobbiamo letteralmente parlare con lui, fargli capire e fargli sentire che siamo vivi , che Lucifero non ci ha uccisi e che quello che ha visto era una sorta di inganno o allucinazione.”

“Non lo so...possiamo provarci. Ma...”

“Ma , cosa?!”

“Se vuoi...inizia tu. Io...io ho davvero bisogno di una birra o...di qualcosa di più forte!” affermò decisamente sfinito. “E devo...devo lavarmi. Io devo….” balbettò incerto mostrando le sue mani sporche del sangue di Castiel.

Sam non osò fermarlo. Capì lo stato d’animo del maggiore.

“Ok! Ma io...io non so che….cosa dovrei dirgli?” chiese sperando in aiuto.

“Ehi!! Tu hai avuto l’idea. Io ti ho detto di sì. Ora , la palla, è di nuovo tua!!” e uscì dalla stanza.

Sam stava per rispondergli e anche male, ma se avesse avuto ragione, se fosse bastato parlare con Castiel per raggiungere la sua grazia , non voleva rischiare che offese ed epiteti vari fossero la prima cosa che questa potesse sentire.

Così, il giovane , prese una sedia e si sedette accanto al letto dove giaceva Castiel.

“Castiel, amico...se puoi...se puoi sentirmi...sono io, sono Sam e sono vivo e lo è anche Dean. Io non so che cosa possa averti mostrato Lucifero, ma credimi, nessuno più di me, può comprendere quanto può essere stato assurdo e sadico qualunque cosa lui ti abbia voluto far credere. Ciò che hai visto è stato un trucco, un’illusione o una visione, non so, ma niente di ciò che hai visto è vero, perché te lo ripeto, Castiel...io sono qui. Sono vivo e ti sto pregando di credermi. Ritorna indietro, Castiel. Riaccendi la tua grazia. Torna a combattere. Fa’ qualsiasi cosa tu debba fare per ritornare ad essere il nostro Castiel. Non puoi andartene così, non dopo il modo in cui ti abbiamo perso e ritrovato. Non dopo tutto quello che abbiamo passato….per favore, Castiel. Per favore, ascoltami. Credimi. Per favore...” disse Sam, passandosi una mano sul viso sperando così di portare via almeno un po’ della tensione che sentiva.

La prima notte passò così.

 

Il giorno dopo fu il turno di Dean stare di guardia a Castiel. Dopo quello che era successo, non avevano avuto modo nemmeno di riposare e dato che la prima notte era toccata a Sam, ora , il maggiore gli aveva letteralmente ordinato di farsi una doccia, mangiare qualcosa e farsi almeno otto ore di sonno filato. Ci sarebbe stato lui con Castiel, gli avrebbe parlato lui e se qualcosa fosse cambiata, lo avrebbe di certo chiamato.

Dean si chiuse la porta alle spalle, quando Sam uscì dalla stanza. Per un po’, il maggiore, restò fermo accanto alla porta , schiena alla porta.

Guardò quel corpo inerme e come gli successe poco distante dal portale, anche in quel momento ebbe come un dejà-vu: Castiel immobile. Sa che l’amico non è morto, ma Castiel è comunque così immobile che lo sembra. Come lo era sotto quel telo bianco, mesi prima.

Si avvicinò piano e quasi con timore mandò giù un sorso di birra. Gli serviva bere qualcosa che non fosse stata acqua.

“Ok!” fu la prima cosa che gli venne fuori. Poi prese coraggio e si sedette accanto al letto. “Ascolta Cas...so che sei lì dentro da qualche parte e so...so che puoi sentirmi, tu devi sentirmi!!” sembrò ordinare. “Io e Sam abbiamo rischiato tanto per salvarti , per non parlare del tuo amico Paliel...sì, lo so che la maggior parte delle volte non faccio che ripeterti che gli angeli sono tutti una manica di stronzi egocentrici e megalomani, ma lui...Paliel...lui sembra….no, lui è un tipo a posto. Un tipo forte. E beh!!!, lasciamelo dire, amico, ha rischiato decisamente il suo culo piumato per tirarti fuori dal Paradiso. Ora è in giro per comunicare la lieta novella che Lucifero è e rimane un grandissimo stronzo traditore...” ironizzò. “..e quindi tu, tu gli devi almeno un misero tentativo di rimettere in piedi il tuo di culo angelico. Andiamo!! Paliel ti ha salvato perché è convinto che tu possa aiutare ancora il Paradiso ad essere il….Paradiso, non puoi….non puoi deluderlo, Cas.” sembrò quasi rimproverarlo.

 

Guardò intorno e poi tornò a guardare l’angelo. “Non puoi abbandonare lui e tutti i tuoi fratelli. Non puoi abbandonare...” e si ritrovò a prendere fiato, a prendere, forse, coraggio. “...non puoi abbandonare me e Sam. Non….me!” ammise affranto. “Ne abbiamo passate tante insieme Cas. Non puoi mollarmi di nuovo. Ho bisogno di te e lo sai. Sammy è mio fratello. Lui….lui mi sta vicino e cerca di rialzarmi quando i sensi di colpa mi spezzano la schiena, ma tu...tu, Cas, tu sei quello che mi sbatte in faccia la verità e mi dice di risollevarmi e darmi una mossa.” gli confessò, certo che nessuno lo stesse sentendo in quel momento così intimo.

Poi, il suo sguardo divenne all’improvviso amareggiato e triste. “ Sai?!...Portarti a spalla fino alla macchina , l’altro giorno, mi ha ricordato di quando ho dovuto portarti in quella casa dopo che Lucifero ti uccise mesi fa. Ti prego Castiel, ti prego….non farmelo fare di nuovo. Non voglio ergere un’altra pira funebre. Per favore, non farmelo fare di nuovo, stupido angelo.” e sconfitto da quella che forse sarebbe potuta essere una triste possibilità, Dean, appoggiò i gomiti alle ginocchia e la testa tra le mani e in quella posizione forse di sconfitta forse di preghiera, non fece altro che chiedere all’amico di ritornare da lui. Da lui e Sam. Dalla sua famiglia.

E così passò anche la seconda notte e le altre tre successive.

Parole, racconti, emozioni.

 

Una mattina, quando Sam raggiunse il fratello nella stanza di Castiel, rimase basito da quello che vide. Dean si era appisolato sulla sedia, la testa reclinata appena da un lato. Castiel invece…..

Castiel era sveglio o per lo meno, aveva gli occhi aperti.

Sam con pochi passi, si avvicinò al maggiore.

“Dean….Dean….” lo richiamò , scuotendolo.

“Che...che c’è?!” biascicò assonato , il biondo.

“E’ sveglio….Castiel è sveglio!” disse indicando l’amico a letto.

Dean scattò in piedi e si avvicinò a letto e così fece anche Sam, ma più cautamente.

“Castiel? Cas???” lo richiamò Dean, cercando di richiamare anche lo sguardo che Castiel teneva fisso nel vuoto.

“Castiel, amico. Riesci a sentirci?!” si fece avanti anche Sam.

Solo in quel momento Castiel sembrò muovere appena gli occhi. Li spostò a destra e poi a sinistra verso dove si trovavano i due fratelli in ansia, ma non appena li vide, i suoi occhi stralunarono. Il suo sguardo divenne addolorato , sofferente e in un sofferto e rauco “Noooo!basta!!!” l’angelo girò il capo in modo da non avere più la visuale di quelli che credeva fossero solo l’ennesima allucinazione causata da Lucifero. Muovendo le mani e le braccia a stento, come a voler allontanare quella che credeva essere un’ennesima tortura

“Castiel, no! Siamo noi. Sono Sam!”

“Andiamo, amico. Guardaci!! forza. Guarda noi. Siamo qui. Siamo vivi. Non siamo un trucchetto sadico di Lucifero!” lo incoraggiò Dean che preso da improvviso sconforto azzardò anche un severo: “Castiel!!!”

A quel richiamo, l’angelo, si ritrovò a deglutire. Poche volte Dean lo aveva chiamato così e in quelle poche volte, c’era sempre una profonda preoccupazione a guidare quel richiamo.

Castiel si voltò con cautela verso i due e quando Sam fece cenno di volerlo aiutare, forse a sistemarsi meglio, forse a mettersi seduto, l’angelo mise le mani avanti e negò l’aiuto.

“Castiel ...siamo noi!” ripetè con decisione Sam.

“Andiamo moccioso angelico , non fare i capricci e convinciti!” fu invece l’incoraggiamento da parte del maggiore.

Con un enorme sforzo, Castiel, riuscì a mettersi seduto sul bordo del letto anche se il dolore sull’addome, dove Lucifero aveva più e più volte infierito era decisamente presente.

“Voi non potete….”

“Castiel...” lo richiamò Sam.

“Voi siete morti. Lucifero vi ha ucciso!!” quasi ringhiò, credendo di parlare a delle visioni e voler essere loro superiore.

“Cas, no!!” replicò Dean.

“Ti ha strappato il cuore….” sibilò guardando Sam che stralunò gli occhi a quell’affermazione. “Ti ha tagliato la gola e il pugnale sporco del tuo sangue lo ha usato per torturare me!” fece , poi, guardando il maggiore. “Voi siete morti….e io...io non so come Lucifero sia riuscito a risvegliarmi, ma non mi lascerò confondere da voi...” ma non riuscì a finire, perché Dean, con un passo, oltrepassò Sam e si inginocchiò davanti alle gambe di Castiel.

“Dannazione, stupido angelo!” ringhiò furioso.

Era il momento dei fatti. Di parole ne era state dette fin troppe!!!!

Senza preavviso, gli prese la mano e se la portò sul petto. “Lo senti?? lo senti il mio cuore, figlio di puttana? Batte. Sta battendo perché sono vivo!!Non sono un’allucinazione. Sam non lo è!!” lo rimproverò severamente e in quel mentre anche Sam, si accovacciò così da arrivare all’altezza dell’angelo che subiva quel rimprovero quasi con paura.

“Castiel...siamo noi.” lo rassicurò anche il minore. “Ok! Facciamo una cosa...” e imitando il gesto del maggiore, ma con molta più calma, prese l’altra mano dell’angelo e se la portò alla testa. “So che puoi farlo….leggi la mia mente.” lo invitò. “ Un’allucinazione non ha ricordi, non ne può avere perché non esiste.” e non appena la mano di Castiel si poggiò cautamente sulla fronte del giovane cacciatore, l’angelo chiuse gli occhi e respirò a fondo. Un attimo dopo, il suo viso sembrò rasserenarsi, tranquillizzarsi. Riaprì gli occhi e sorrise appena.

Poi tornò serio e poggiò lo sguardo sul maggiore dei due fratelli. Una tacita richiesta.

“Ok! Basta che questa cosa non mi renda stitico!” scherzò, lasciandosi comunque toccare la fronte. E di nuovo Castiel sembrò avere conferma di ciò che i due fratelli stavano così tenacemente cercando di convincerlo.

Quando, anche questa volta, l’angelo, tornò a guardarli, sul suo viso c’era davvero un sorriso, sollevato.

“Siete voi! Siete vivi!”

“Sì, Castiel!!

“Era ora che lo capissi, stupido angelo.” convenne anche Dean.

“Dean...” lo richiamò Castiel, serio in viso e con quel suo solito modo di piegare appena la testa di lato.

“Sì?”

“Smettila di chiamarmi ...stupido angelo!!” lo rimproverò.

Dean alzò le sopracciglia, sorpreso da quel monito. Castiel sospirò ormai sereno. Sam, sorrise di cuore, decisamente sollevato.

“Bentornato , Castiel!” gli disse battendogli una calorosa pacca sulla spalla. “Vado a preparare qualcosa da mettere sotto i denti!” esclamò avviandosi verso l’uscita, insieme a Dean, così che l’angelo potesse riposare ancora.

Castiel fece per alzarsi e seguirli, ma era davvero ancora troppo debole e la stanza gli girò vorticosamente attorno. Non fece comunque in tempo a cadere sul pavimento, perché le braccia di Dean, lo stavano sostenendo.

“Credo di essere ancora troppo debole!” asserì con tono mortificato.

“Tu dici, genio?!” ironizzò Dean, aiutandolo a rimettersi a letto. “Ti abbiamo solo ricucito, ma il resto, amico, devi farlo tu. E vedi di farlo per bene, ok?, perché ci servi al cento per cento, di nuovo!!”

L’angelo mugugnò appena quando si ritrovò con la schiena poggiata alla spalliera del letto. Poi vide l’amico cacciatore che stava per uscire dalla sua camera e seguire Sam che era andato già via, una volta assicuratosi che l’angelo stesse bene.

“Grazie...” sussurrò.

“Cosa?!” chiese con indifferenza Dean.

“Grazie, Dean!” e il cacciatore lo guardò quasi stupito.

“Di cosa?!” e questa volta lo era davvero.

“Dean….quello che hai fatto...che avete fatto tu e Sam...è qualcosa….qualcosa di incredibile. Riportarmi indietro. Risvegliare la mia grazia. Io… io davvero non so come...” gli spiegò con stupore.

“Cas...” lo fermò Dean. “Abbiamo fatto quello che andava fatto. E poi...”

“E poi?” e questa volta era l’angelo a sembrare curioso.

“Diciamo che ci siamo rifatti per tutte le volte che a riportarci indietro sei stato tu…..” fece serio e poi vedendo lo sguardo amareggiato dell’amico: “..stupido angelo!”

E questo bastò a far sorridere di nuovo Castiel e forse a cancellare il dolore e la sofferenza che le sue lacrime avevano causato.

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