Il cattivo ragazzo

di Spiga_R
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** saltare le lezioni ***
Capitolo 2: *** Piercing ***
Capitolo 3: *** Doposcuola ***



Capitolo 1
*** saltare le lezioni ***





Lance sapeva di dover imparare a non ficcarsi nei guai,
lo sapeva da tantissimo tempo, eppure non era mai riuscito ad imparare le regole base per non complicarsi la vita. Tipo quando aveva rotto la finestra del vicino giocando a baseball, o quando aveva divorato tutte le merendine preferite della sorella maggiore, oppure quando si era messo a fare la guerra con i cancellini in classe, colpendo in pieno il professore che stava entrando, o anche quando aveva scritto sul compito in classe “prof, mi metta un voto alto” consegnando in bianco. E la lista poteva continuare ancora a lungo.
Ma l’incontro con quel ragazzo nel retro della scuola saliva in cima alla lista delle cose disastrose che aveva fatto finora.
Lance stava marinando la lezione, si era fatto dare il permesso per uscire con la scusa di fare delle fotocopie, ed era riuscito a raggiungere il retro dell’ edificio scolastico passando dalla scala antincendio. Aveva avuto il tempo di mettersi un lecca lecca tra i denti e di guardare con aria annoiata le nuvole, aspettando pigramente che il tempo passasse insieme alla lezione di matematica quando un’ altro ragazzo si fece strada pochi metri più il là, saltando dalla finestra dei bagni.
Lance non si fece intimidire dal suo aspetto da “bad boy” o dai suoi piercing o dalla sua camminata spavalda, ma rimase ipnotizzato da ogni passo che il giovane coetaneo faceva verso di lui.
-Che ci fa un pischello qui a quest’ ora?-
Lance sbatté le ciglia un paio di volte, un po’ frastornato dal fatto che gli era stata rivolta una domanda.
-Avrai la mia stessa età, pischello-
Rispose.
-E poi sei anche tu qui nel pieno delle lezioni, sai benissimo cosa sto facendo… oppure tu non ti sei reso conto di star marinando le lezioni?-
-Il pischello ha una lingua tagliente vedo- disse il misterioso ragazzo squadrandolo da capo e piedi.
-Fatti un po’ più in là, voglio sedermi anche io-
Lance si era chiesto migliaia di volte il perché gli avesse obbedito. Solo molto più avanti avrebbe capito la vera ragione della sua accondiscendenza.
-Ce l’hai un nome o devo chiamarti cafone?-
-Mi chiamo Keith. E tu ce l’hai un nome o devo chiamarti figlioccio di papà?-
-Mi chiamo Lance. E non sono un figlio di papà-
-I tuoi capi firmati mi dicono il contrario-
-E la tua personalità invece mi conferma che sei un cafone- disse incrociando le braccia e mettendo il broncio.
-Oh, ti sei offeso? Vuoi che ti vado a chiamare il papino?-
-Smettila! Oppure dico che hai marinato le lezioni al tuo-
-Fai pure, sai quanto gliene importa a quello-
Lance fece due più due, l’aria da ragazzo ribelle, il fatto che saltasse le lezioni, il pacchetto di sigarette che spuntava dal taschino in bella vista… probabilmente Keith non doveva avere un ambiente familiare molto accogliente.
-Scusa.- disse.
-Perché mi chiedi scusa?- si accigliò l’altro.
-Non volevo toccare un tasto dolente-
-Un tasto dolente? Sai quanto me ne importa di mio padre!-
Lance decise di cambiare discorso:
-Vieni spesso qui?-
-Sì, da quando Shiro si è diplomato mi annoio qui-
-Chi è Shiro?-
-Il mio capobanda-
-Fai parte di una Gang?- chiese Lance entusiasta.
Keith si allontanò leggermente a vedere gli occhi di Lance brillare di ammirazione.
-…Sì?-
-E come vi chiamate? E cosa fate? E lo avete un covo segreto? E quanti siete?-
-Hey hey, una domanda alla volta… il nostro gruppo si chiama Voltron-
-Che figata!! E quindi avete frasi in codice tipo… io dico Vol tu dici…-
Ci fu una lunga pausa in cui lo sguardo di Keith passava dagli occhi entusiasti di Lance alle sue dita puntate contro di lui in attesa di una risposta e poi di nuovo agli occhi di Lance.
-Vol…tron?-
Lo sguardo deluso di Lance rifletteva il disappunto nella risposta che evidentemente non era proprio quella che si aspettava…
-A dispetto delle apparenze non sei un tipo sveglio tu…-
Keith scattò in piedi, arrossendo.
-Non sei poi simpatico come credevo, me ne torno in classe, lì si sta meglio…-
-No aspetta- Lance lo rincorse – E la Gang? Voglio sapere! Posso venire nel vostro covo?-
-Ma figuriamoci!-
-Eddai!-
-Ma se tu non avresti neanche il coraggio di farti un piercing!-
-E invece ce l’ho-
-Dimostralo-
-Tu sai fare i piercing?-
-Io mi sono fatto i miei piercing da solo, ma questo cosa c’entr-
-Allora fammi un piercing!-
Keith rimase interdetto.
-Ok, andiamo-
-Adesso?!- rispose Lance sbalordito.
-E quando sennò?-
-Ma se esco prima del contrappello potrebbero sospendermi!-
-… E va bene pivello, ti aspetto dopo le lezioni al bar della stazione. Non fare tardi. Ora torna in classe.-
-Evviva!- urlò Lance prima di correre dentro la scuola, noncurante di aver attirato verso di sè le occhiatacce dei professori che si erano affacciati alla finestra.
Keith rise alla scena, poi si arrampicò per raggiungere la finestra del bagno dalla quale era sceso. Stranamente, quel giorno gli era tornata voglia di seguire le lezioni.

con il tempo che NON ho ecco questo primo capitolo.
vediamo se riuscirò a fare anche un secondo o se finirà come sempre (incompiuta 'v')
(l'entusiasmo per unavolta ha avuto la meglio su di me e sono riuscita almeno ad iniziare questa sklance che avevo in mente da tempo immemore :D )

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Capitolo 2
*** Piercing ***




Keith lo stava aspettando davanti al bar della stazione appoggiato al muro e con il casco in mano. Come avesse fatto ad arrivare prima di lui era un mistero, Lance si era messo persino a correre per non rischiare di arrivare tardi.
I suoi numerosi piercing risplendevano insieme al metallo della moto parcheggiata poco più in là, e il riflesso infastidiva gli occhi chiari di Lance.
-Sei in ritardo! Un altro minuto e ti avrei lasciato qui-
-Ma se -anf- ha suonato -anf- due minuti fa!- rispose Lance senza fiato.
In tutta risposta Keith gli lanciò il casco contro.
-Andiamo alla base segreta?- chiese Lance entusiasta
-Scordatelo, andiamo a fare il tuo piercing-
-Oh, ma dopo andiamo alla base segreta?-
-Questo è da vedere- rispose vago Keith, pur di chiudere il discorso.
-Intanto vediamo che possiamo fare con il piercing, forza, salta su-
Lance si infilò in fretta il casco, montò sulla moto dietro al guidatore e gli pose imbarazzato due mani ai lati della vita sottile di Keith.
Quest'ultimo si girò lanciandogli un'occhiata perplessa, poi prese le sue mani e gliele attorcigliò in vita,
-Reggiti forte- lo avvertì 
-E il tuo casco?-
-Ce lo hai tu-
Poi partì con un'impennata.
Tre isolati più avanti Keith provò a chiedere a Lance se doveva proprio continuare ad urlare, ma il suo passeggero non lo sentì, forse perché il ragazzo davanti parlava dandogli le spalle, o forse perché le urla gli impedivano di sentire qualsiasi altra cosa.
Quando Keith si fermò Lance si inginocchiò quasi a baciare terra.
-Potresti essere un ottimo soprano- disse il motociclista sfilandogli il casco.
-Io...tu... come diavolo guidi?!- 
-Vieni-
Disse Keith trascinandolo per un polso dentro l'edificio di fronte, senza rispondere alla domanda.
Keith lo condusse fino in cima all'edificio, sulla terrazza, trascinandosi Lance lungo tutta la rampa di scale, ignorando le implorazioni di una sosta di quest'ultimo.
Arrivati in cima il giovane ragazzo moro armeggiò nuovo con le sue chiavi, e Lance poté notare come avesse numerosi portachiavi, un marziano, in pianeta, che dall'anello intorno poteva essere Saturno e una Esse maiuscola. Che fosse l'iniziale del suo cognome?
Quando finalmente Keith riuscì a trovare l'ultima chiave che gli serviva, aprì un ripostiglio nascosto dalla parte opposta dell'entrata. Per Lance quello poteva essere già un posto perfetto per una base segreta, ma poi pensò che non avrebbe potuto ospitare molte persone.
-Che fai lì impalato? Entra!- E Lance non se lo fece ripetere due volte. L'interno non sembrava affatto il ripostiglio che appariva fuori, una finestrella a lato lasciava entrare una luce confortevole, a lato una poltrona dall'aspetto comodo e invitante, infilate nella fessura che formava con il muro c'erano due sedie pieghevoli che Keith prese e mise nello spazio rimanente dello stanzino. Il resto era occupato da una scaffalatura piena di scatole e scatoloni probabilmente pieni di oggetti ignoti. Chissà come faceva Keith a trovare le cose...
-Siediti quì- lo incalzò il coetaneo mentre l'altro prendeva una scatolina, una boccetta di plastica e dell'ovatta in tre parti diverse dello scaffale. Evidentemente il ragazzo non aveva alcun problema nel trovare quel che gli serviva. Poi prese il viso di Lance tra le mani e lo fece voltare verso destra, scoprendo il lobo sinistro che prese a disinfettare. Dopo di che estrasse un ago dalla scatolina che disinfettò prima con l'alcol e poi passandogli sotto la fiamma dell'accendino che portava nella tasca del suo chiodo di pelle nera.
-Aspetta, aspetta, aspetta. Tu vorresti farmi un piercing usando quell'ago?-
-E come sennò?-
-Con una di quelle pistole che fanno i piercing ovviamente!-
-Non ho niente del genere, ho sempre fatto i piercing in questo modo, non sono mica un negozio!-
Lance rimase a bocca aperta
-Ti stai tirando indietro?-
Minate tutto ma non l'orgoglio di Lance.
-Niente affatto! Sono resistente al dolore io!-
E a quel punto Keith gli rivolse quella risatina che gli rivolgevano sempre tutte le ragazze alle quali aveva detto quella frase. Sua sorella gli aveva spiegato che accadeva perché gli uomini non sarebbero mai riusciti a capire cosa poteva significare avere il ciclo. Keith però era un uomo, lui non avrebbe dovuto comprendere i dolori delle mestruazioni no?
-Questo lo vediamo subito- disse togliendo la mano da davanti alla bocca, e scoprendo il sorriso che rimaneva dopo la sua risata. Lance rimase ipnotizzato. Sapeva cosa significava, lo aveva provato numerose volte, conosceva quella sensazione. Lance aveva una cotta. Ma questa volta era per un ragazzo. Fece appena in tempo a sviluppare questi pensieri che Keith gli infilò l'ago nel lobo e Lance lanciò l'acuto più alto di tuta la sua vita. Seguì una bestemmia subito dopo. Sia chiaro, Lance non era tipo che bestemmiava, proveniva da una famiglia rispettosa lui, ma quella volta avrebbe vinto la gara di bestemmie più colorite dell' anno. E il premio sarebbe stato una settimana in punizione, poiché dato il suo tono di voce lo avrebbero udito chiaramente anche i suoi genitori, ovunque essi fossero.
-Dovrei chiamare un'ambulanza-
-Sto sanguinando tanto?!- chiese Lance terrorizzato
-No cretino, è per i miei timpani, credo che tu me li abbia rotti-
-È... è colpa tua che non sai fare i piercing!-
-Le mie orecchie e i miei amici dimostrano il contrario-
-Io sono l'amico che non è d'accordo con te-
-Tu saresti mio amico?-
-Non sono tuo amico?-
-... sì, lo sei-
-Bene, ora mettimi questo piercing e facciamola finita-
-Quale vuoi?-
Keith lo deve scegliere tra alcuni suoi piercing che aveva riposto nella stessa scatolina dell'ago. Lance optò per un cerchietto semplice argentato, e Keith lo pregò di non urlare come prima mentre lo sostituiva all'ago.
Fortunatamente andò un po' meglio e quel che rimaneva i timpani di Keith ringraziò.
Rimasero qualche momento in silenzio a fissarsi, e Lance, prevedendo già che l'altro avrebbe presto tentato di concludere così la giornata prese parola per primo
-Usciamo, ti offro un gelato.-
-Un gelato? Perché?-
-Perché ho voglia di gelato, perché probabilmente se i miei mi hanno sentito mi metteranno in punizione e dovrò vedere tutti i miei gelati ai miei fratelli e poi perché voglio ricambiare almeno un po' il favore del piercing-
-E alle mie orecchie non ci pensi?-
-Quante storie! Non eri tu ad essere resistente al dolore?-
-Io non l'ho mai detto, lo hai detto tu.-
-Dettagli, andiamo.-
Sia benedetta la disinvoltura di Lance, che nonostante la tensione che aveva riuscì comunque ad afferrare la mano di Keith e a trascinarlo via per la strada, alla ricerca di una gelateria. Sfortunatamente per lui la trovarono presto, e Lance dovette lasciare la mano di Keith.
-Che gusto vuoi?-
-Fragola-
Lance rimase interdetto. Ma non disse nulla, se l'altro avesse intuito qualcosa dalla sua faccia non lo diede a vedere.
-Un gelato alla fragola e uno alla banana-
La commessa fece delle porzioni talmente grandi che dovevano sbrigarsi a mangiarlo o avrebbe iniziato a colare da tutte le parti. Keith era particolarmente impacciato e si ritrovò ben presto con del gelato sul mento, il naso e svariati altri punti della faccia.
Lance prese qualche tovagliolo dal balcone e glieli appiccicò in faccia.
-Chi è il pischello adesso?-
Lance non si sarebbe mai stancato del rossore sulle gote di Keith.
-Che palle! La prossima volta prenderò una coppetta!-
Passò un po' di tempo prima che Keith riprese parola.
-Smettila di fissarmi! Vuoi mettermi ansia?-
-Eh?-
Lance non si era nemmeno accorto di star fissando il ragazzo seduto al tavolino di fronte a lui, ma la lingua di Keith era ipnotica, e Lance stava decisamente per immaginare altri usi che avrebbe potuto avere.
-Non fissarmi!-
-Scusa.- Rispose, e si girò ad osservare un ciuffo d'erba che sbucava dal marciapiede.
Keith non si aspettava quella reazione, cercò di rimediare ai toni bruschi con un tono più dolce.
-Quando abbiamo finito se vuoi ti riaccompagno a casa.-
-Non sono troppo entusiasta di risalire in moto con te, ma credo di non avere altra scelta dato che non ho la minima idea di dove ci troviamo adesso.-
-Basta che non mi vomiti il gelato addosso.-
-Proverò, ma non assicuro niente.-


Dopo aver finito il gelato (e svuotato metà del contenitore dei tovaglioli) i due ragazzi tornarono al posto in cui era parcheggiata la moto di Keith.
Stavolta Lance si strinse forte alla vita del pilota, e la partenza in impennata fu molto meno traumatica. Una volta abituatosi alla guida spericolata di Keith il viaggio non è poi così male. Lance aveva la sua vita tra le braccia, e il capo posato tra le sue spalle. La giacca di pelle emanava l'odore del ragazzo davanti , ed era rilassante respirarlo tra i colori del crepuscolo. Un po' meno piacevole erano i capelli di Keith che gli pizzicavano il naso e lui non aveva mano libere per grattarselo ma hey! niente è perfetto!
Una volta arrivati Lance restituì il casco a Keith e lo salutò.
-Grazie, a domani-
-A domani!- rispose l'altro allacciandosi il casco e alzando una mano mentre se ne andava via impennando come al solito.
Lance continuò a guardarlo mentre spariva in lontananza, confondendosi tra le luci delle altre autovetture.
Non c'era niente da fare, ormai era cotto. E avrebbe rivisto Keith il giorno dopo.


ringraziate la lunga fila dalla dottoressa (?)
l'immagine è tracciata, ma tanto è solo uno sketch introduttivo, e magari inizio a capire come disegnare le moto (?)
ps: forse dovevo rileggere :D
bye

 

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Capitolo 3
*** Doposcuola ***







Lance sapeva ormai di avere un problema che iniziava per K e finiva con eith.
All' entrata della scuola il ragazzo gli aveva rivolto un saluto fugace con la mano, e un sorriso spontaneo (e probabilmente involontario) che aveva mandato in pappa il cervello di Lance.
Probabilmente quel "ciao" urlato di rimando era stato un po' troppo acuto persino per i suoi standard.
Il problema che Lance non sapeva di avere però, erano i suoi voti. Quel giorno riuscì a prendere cinque tre di fila, e solo perché in sei ore aveva una materia doppia. Avrebbe dato la colpa di tutto a Keith a fine giornata, ma in fondo era consapevole che ad essere in errore era lui stesso, che non aveva toccato un libro per più di una settimana.
Sua madre lo avrebbe obbligato a scavare la fossa nel quale lo avrebbe seppellito. All'uscita sentì una pacca sulla spalla. 
-Tutto bene?- disse keith 
-Ti pare che vada bene?- rispose Lance con gli occhi lucidi di lacrime e fare melodrammatico. 
-Che è successo?-
-Mi hanno messo cinque tre oggi-
Ovviamente Lance doveva immaginare che Keith era abbastanza insensibile e sadico da scoppiare a ridere di gusto davanti a lui. Probabilmente non rideva così sguaiatamente da anni.
-Grazie eh? Tu sì che sai tirare la gente su di morale-
-Scusa scusa, se vuoi ti do delle ripetizioni-
Lance non ci aveva pensato, in fondo, nonostante il look da delinquente, quel ragazzo aveva dei voti altissimi. Avrebbe potuto recuperare le sue insufficienze e passare del tempo con Keith, due piccioni con una fava.
-Sì! Dove? Come? Quando?!-
Keith si allontanò leggermente, allergico a tutto quell'entusiasmo.
-Questo fine settimana va bene?-
-Ma oggi è solo martedì!- replicò Lance  sconsolato.
-Non posso, questi giorni ho da fare... e poi così potrò farti recuperare anche tutti i futuri 3 che prenderai il resto della settimana-
-Hey!- sbuffò. -Vabbè, meglio di niente immagino, ci vediamo domani?-
-Certo, a domani- lo salutò Keith, e Lance come al solito lo fissò andare via, focalizzandosi sul suo ondeggiante didietro, chiedendosi dove andasse, e lasciandosi tentare da soppresse pulsioni da stalker.
-Vedo che hai occhio anche per i ragazzi sexy-
Lance trasalì, al suo fianco lo aveva raggiunto Pidge, che seguiva il suo sguardo con un'espressione saccente.
-Come biasimarti, nessuno riesce a rimanere impassibile a quel sedere, ha qualcosa di ipnotico quando si muove, non trovi? Se non fosse per Shiro...-
-Tu conosci Shiro?-
-Ti risulta forse che ci sia qualcosa che io non conosca?-
-Hai ragione. Che stupido, avrei dovuto chiedere subito a te-
-Le mie informazioni però non sono gratis-
Lance sospirò 
-Vieni, ti offro un gelato-
-HUUNK! VIENI CHE LANCE CI OFFRE UN GELATO!!- urlò il piccolo ragazzo transgender. Lance sospirò di nuovo, ma più profondamente.
 
-Che cosa triste, tre ragazzi che si riuniscono per mangiare un gelato all' una e scambiarsi pettegolezzi, ma almeno non si parla di scuola-
-Non diresti così se qui ci fosse Keith, Lance-
-A proposito, dammi le informazioni, io te l'ho pagato il gelato-
-Cosa vuoi sapere?-
-Tutto quello che sai di Shiro, e del suo rapporto con keith-
-Pferchè?- chiese Hunk con la bocca piena di gelato.
- Perché il signorino qui si è preso una cotta per Keith, e direi che ora che lo sai anche tu mancano solo il tuo cane e Keith a saperlo. Forse per il cane si può fare qualcosa, ma per l'altro...-
-Lascia fuori Biscotto da questa faccenda! ... aspetta COSA?!-
-Sì, hai sentito bene, mi piace Keith-disse un po' irritato Lance -Ed è davvero così evidente?-
-È chiaro come il sole, ma è meglio passare a Shiro, l'hai mai visto?-
-No...-
-Sappi che è un figo. Ha un ciuffo bianco che gli cade sugli occhi, una mascella squadrata, un fisico perfetto e ben proporzionato, ha una cicatrice sul naso che spesso copre con degli occhiali da sole, veste sempre di nero ed è il capobanda del gruppo "Black Lion". Fonti estremamente attendibili dicono che abbia una relazione con Keith. Lo dico nel tuo interesse Lance, lascia perdere, non hai chance-
-E tu ti saresti fatto pagare un gelato per dirmi che non ho chances?!-
Pidge fece spallucce.
-Vorresti dire che mi sono fatto pagare SOLO un gelato, le mie informazioni non sono così economiche, consideralo un favore da parte mia-
-Beh, allora vai avanti, so che non mi hai detto nemmeno un decimo di quello che sai-
-Shiro è un leader carismatico, ha più o meno una ventina di persone che lo seguono ed eseguono i suoi ordini senza battere ciglio, ha frequentato la nostra scuola, ma l'anno scorso si è diplomato con ottimi voti. Potrebbe essere stato uno studente modello se non fosse stato per un piccolo incidente...-
-Che incidente?-
-Non posso parlare molto, ma sappi che un suo amico ci ha quasi rimesso le penne, Shiro è stato ritenuto ingiustamente responsabile, da quella volta non è stato più lo stesso... è cambiato, ma non in bene.-
-E tu come fai a sapere queste cose?-
-Quel suo amico era mio fratello-
Lance si raggelò. Tutti sapevano del fratello di Pidge che non poteva più camminare se non con l'aiuto delle stampelle.
-Comunque, anche se a prima vista possa sembrare una persona molto alla mano, in realtà è molto pericoloso, sarebbe meglio se tu non lo incontrassi mai, e magari smettessi anche di vedere Keith, non so come Shiro potrebbe reagire... 
Mi dispiace, so che non è giusto, ma lo dico per il tuo bene, Keith è senza dubbio la persona più vicina a Shiro in questo momento, e lo seguirebbe in capo al mondo, non importa quanto folle possa diventare-
-Perché dici così?-
Pidge gli prese le mani tra le sue
-Lance, Shiro è per Keith un padre, un compagno e un amante. Una volta che si è ritrovato da solo è stato Shiro a raccoglierlo quando stava a pezzi, ora è tutto per lui, la sua ragione di vita, e Shiro non lascerebbe mai andare Keith, anche tralasciando l'amore che prova per lui, non rinuncerebbe mai a qualcuno che gli è così devoto.-
Pidge continuò a stringere le mani di Lance, quasi sperasse che così sarebbe riuscito a convincerlo.
-Capisco...- disse Lance dopo una lunga pausa, alzandosi.
-Vieni da me questo fine settimana, ti aiuto a recuperare le insufficienze, gratis!-
Lance si girò, e il suo sguardo si addolcì. Pidge era veramente preoccupato per lui, o non gli avrebbe mai offerto lezioni private gratis. Ne era felice, ma non era quello che voleva in quel momento.
-Grazie, ma sai che non verrò da te-
 
Mentre si allontanava diede uno sguardo ai suoi amici oltre la vetrina. Pidge era affranto, lo sguardo rivolto in basso mentre offriva il resto del suo gelato ad Hunk che cercava di rasserenarlo. Un po' gli si strinse il cuore, ma aveva preso la sua decisione. E non si sarebbe voltato indietro.


Fortunatamente Pidge non era il tipo da buttarsi giù facilmente, quando il gioco si faceva duro, il piccolo nerd si rimboccava le maniche e dava il meglio di sé. Il fatto che frequentasse la stessa classe di Lance poi, giocava a suo favore. Durante le pause della merenda, faceva placcare Lance da Hunk, miglior giocatore di rugby del loro liceo, e gli ripeteva le lezioni spiegando dai suoi appunti mentre mangiavano i deliziosi muffin che Hunk preparava la mattina stessa. Lance rimpiangeva poco non passare la ricreazione a cercare Keith per l'istituto. 
Nonostante questo, sabato Keith passò a prendere Lance in classe.
-Muoviti!- gli intimò
-Sempre mr. gentilezza sei tu- ribatté Lance. Poi aggiunse:
-In compenso non ho preso nessun'altra insufficienza questa settimana-
-Porco il demonio, allora Dio esiste!-
-Pidge, sei appena stato promosso a Dio-
Il ragazzo fece spallucce, come se per lui fosse una cosa ovvia essere considerato una divinità. Keith parve accorgersi in quel momento della sua presenza.
-Ciao Pidge, non sapevo fossi anche tu in questa classe, ti trovo bene. Dimmi, quanto dovrò faticare per far entrare qualcosa in testa a questo zuccone?-
-Rinuncia, è una causa persa e non ne vale la pena- rispose il ragazzo scuotendo la testa. Keith rise, e Lance pensò che ultimamente lo stesse facendo spesso.
-Immaginavo, sarà una bella sfida allora. Salutami Matt, è una vita che non lo vedo. Forza Lance, andiamo!- disse mentre lo trascinava via.
-Ci hai provato... - disse piano Hunk toccando dolcemente il capo di Pidge, poi aggiunse:
-Andiamo, ti offro un tramezzino- 
Pidge si lasciò trascinare.
-Spero solo di non pentirmi di nuovo per non aver fatto di più...-
avevo promesso Shiro in questo capitolo
MENTIVO
vediamo se al prossimo apparirà (mi sembra di parlare della Madonna 'v')
see ya <3

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