Little Sisters

di LadyDP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Applebloom ***
Capitolo 2: *** Sweetie Belle ***
Capitolo 3: *** Scootaloo ***



Capitolo 1
*** Applebloom ***


Applebloom aprì la porta ed entrò, col suo solito passettino adorabile.

 

Era un piccolo fiorellino indifeso, agli occhi di Applejack.

 

La piccola saltò sul suo letto, e si infilò dentro alle coperte.

 

Sorrise guardando la sorella. Era il sorriso di una puledrina che aveva passato una bella giornata.

 

E a lei questo bastava.

 

“Tesoro” le disse, rimboccandole le coperte. “sei sicura che non hai bisogno di niente, prima di andare a dormire?”

 

“No, Applejack. Sto bene così, grazie” la rassicurò, con la sua dolcissima voce.

 

“Va bene, fiorellino. Allora buonanotte” le disse accarezzandole la testa con lo zoccolo.

 

Applejack socchiuse la porta, per darle un’ultima occhiata, mentre si addormentava.

 

Ogni volta le strappava un sorriso vederla raggomitolarsi così.

 

La pony rimase a pensare. E pensò alla stessa cosa a cui pensava ogni sera, dopo aver dato la buonanotte alla sorellina.

 

Chissà se lei le sarebbe bastata.

 

E la mente andava come ogni volta a Buttercup, la loro mamma.

 

 

Se ne era andata troppo presto, troppo presto soprattutto per Applebloom.

 

 

Ricordava le notti a far dondolare la sua culla, e a piangere silenziosamente.

 

Buttercup era morta da poco.

 

 

Con i suoi piccoli zoccoli sul bordo del lettino, si sentiva troppo piccola per quella bambina.

 

Di sicuro un giorno le sarebbe mancato qualcosa di più.

 

Ma si era ripromessa che lei ci sarebbe stata sempre, lo prometteva ad Applebloom.

 

Sarebbe stata una mamma giovane, inesperta, non era pronta a quel ruolo,

ma le avrebbe dato tutto l’amore che poteva.

 

Tutto l’affetto che il suo cuore poteva contenere.

 

L’avrebbe dato a lei, a quella piccola puledrina ricoperta di lacrime.

 

La culla era troppo pesante per essere dondolata da lei come faceva la sua mamma.

Altri due zoccoli, ad un certo punto, sbucavano sul bordo della culla.

Erano più grandi, più robusti e più forti, ma pur sempre giovani.

 

Il muso del giovane Big Mac stava chino sul volto della piccola. Non versava lacrime.

 

Big Mac da piccolo era un pony timido, gentile, ma incredibilmente forte.

 

Applejack lo stava ad osservare, e cominciava ad avere delle belle fantasie sul futuro, che fermavano le sue lacrime.

 

Lei e Big Mac, al posto dei loro poveri genitori, a crescere Applebloom,

a farla diventare una brava pony.

 

In due sarebbero bastati?

 

Di sicuro ora la culla dondolava più forte.

 

Così forte che la piccola si era svegliata.

 

Uno dei due la afferrava e cominciava a cullarla con le braccia, con affianco l’altro.

 

In quel momento arrivava Granny Smith, a controllare.

 

E come sempre, una lacrima scendeva dal suo volto, ed un sorriso si apriva.

 

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Capitolo 2
*** Sweetie Belle ***


Rarity ricordò il giorno in cui la sua mamma le aveva annunciato di essere in dolce attesa.

 

Non era stato un bel giorno, in realtà.

 

 

Rarity era un’adolescente, aveva la sua vita e stava benissimo da figlia unica.

 

Quella notizia l’aveva fatta infuriare a dir poco.

 

Il tempo era passato veloce, dopo quel giorno, esattamente al contrario di quello che avrebbe voluto.

 

Era nata una puledrina.

 

“È disgustosa” sestenziò la piccola pony, dando le spalle alla culla.

 

I suoi pianti notturni non migliorarono la situazione.

 

 

I suoi genitori avevano ora una neonata che urlava di notte, e che faceva sentire la sua potente voce,

ed una ragazzina infuriata con loro che urlava di giorno, per incolparli delle sue notti insonni.

 

 

La vita proseguì così per mesi.

 

 

 

Ormai la puledrina aveva un anno, ma ancora non aveva imparato a dire nemmeno una parola.

 

Un giorno, i genitori di Rarity si assentarono per una sera, e la lasciarono a badare a Sweetie Belle.

 

 

La abbandonò a giocare con le sue cose, mentre lei leggeva una rivista.

 

Ad un tratto, la neonata iniziò a balbettare qualche strano verso, che infastidì la sorella.

 

“Se devi cominciare a parlare, non farlo adesso”

 

Ma Sweetie Belle aveva deciso che era il momento perfetto.

 

“Ra..Ra..” cominciò.

 

“Sì, Ra, Ra..non vorrai mica dire Rarity?”

 

“RARITY!” esclamò indicandola.

 

La giovane pony scostò la rivista dagli occhi, e squadrò la sorella.

 

“Come hai detto?” chiese.

 

Si mise a lacrimare.

 

“Sai il mio nome?!” le chiese, commossa.

 

“Rarity! Rarity!” ripetè orgogliosa lei.

 

“Oh, tesoro! Sono la tua prima parola!” le disse, abbracciandola.

 

 

“Comunque resti sempre irritante” concluse, lasciandola cadere su un cuscino.

 

Riprese a leggere la sua rivista.

 

Da quel momento Sweetie Belle era diventata sua sorella a tutti gli effetti,

una sorella che avrebbe cominciato ad apprezzare solo anni dopo, ma era già qualcosa.

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Capitolo 3
*** Scootaloo ***


“Rainbow Dash, per te va bene se dico a tutti che sei mia sorella?” chiese la puledrina dal ciuffo rosa, con occhi imploranti.

 

La pony rimase di stucco. Sorella?

 

Certo, loro due passavano molto tempo assieme, ma non pensava che la puledrina le fosse così affezionata.

 

“C-certo, piccolo terremoto. Lo sai che non lo siamo davvero, però, giusto?” le rispose.

 

Scootaloo storse il naso. “Lo so. Ma mi piacerebbe molto” disse “A te no?”

 

Rainbow Dash sorrise. “Certo che mi piacerebbe. Ho sempre sognato di avere qualcuno con cui condividere tutta la mia immensa saggezza”

 

La pony le accarezzò la testa.

 

Delle lacrime scesero dagli occhi della puledrina. Sorrideva. Sembrava davvero felice.

 

“Ora non sono più sola” constatò, abbracciandola, per poi correre via.

 

Questa frase colpì la pegaso dritta al cuore, e la fece rimanere male.

 

“..da sola?” si disse.

 

 

Rainbow Dash si rese conto in effetti di non aver mai conosciuto i genitori di Scootaloo.

 

Di non sapere dove abitasse, che vita conducesse, niente di niente.

 

 

Allora, decise di seguirla.

 

Era sera e probabilmente sarebbe andata a casa, ovunque essa fosse stata.

 

 

Dopo qualche minuto, il monopattino della puledrina si fermò dinanzi all’orfanotrofio.

 

Scootaloo vi entrò.

 

Il cuore di Rainbow Dash si stava sgretolando in mille pezzi.

 

Delle lacrime stavano scivolando dai suoi occhi.

 

“Povera piccola...”

 

Ma poi si diede forza.

 

 

“Scootaloo dice che ora non è sola.

 

Le ho detto che ora siamo sorelle.” disse.

 

“Una sorella non ti lascerebbe mai a marcire in un posto del genere.”

 

 

°°°

 

“Un’altra puledrina a cui badare?” chiese Windy Whistles, la madre di Rainbow Dash.

 

“E chi sarebbe?” rincarò Bow Hothoof, ovvero suo padre, confuso.

 

“Una mia cara amica, è come una sorellina per me, passiamo molto tempo insieme” disse la figlia, per poi spostarsi di qualche passo, per far scoprire la piccola Scootaloo.

 

 

“Ma sei tu!” disse Bow, sorpreso di rivedere la piccola fan della figlia.

 

“Tesoro, non avevo idea che tu vivessi in un orfanotrofio..!” disse Windy, sorpresa e commossa.

 

Una lacrima scese dal suo volto. Lei e Bow si guardarono negli occhi.

 

“È fatta, piccolina. Andremo subito a fare domanda dell’adozione” disse lui.

 

Scootaloo si mise a piangere dalla felicità. Abbracciò Rainbow Dash, ma non riuscì a dirle niente, tanto erano forti i suoi singhiozzi.

 

“Siamo sorelle davvero, adesso. Nessuno può dire il contrario” le disse la maggiore.

 

 

“..questo è il giorno più bello della mia vita.” riuscì solo a sibilare tra una lacrima e l'altra.

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