La città della torre di Redenta

di Lancia Delta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Battista nella città della Torre di Ferro ***
Capitolo 2: *** Thomas Vincent ***
Capitolo 3: *** Dopo Thomas ***
Capitolo 4: *** Incontro con Battista ***
Capitolo 5: *** Samantha Knight ***
Capitolo 6: *** Dopo Samantha ***
Capitolo 7: *** Viaggio ad Abbacrasta ***
Capitolo 8: *** Abbacrasta ***
Capitolo 9: *** Tra i due regni ***
Capitolo 10: *** Walter Stern ***
Capitolo 11: *** La rinascita di Xana ***
Capitolo 12: *** William Dumbar ***
Capitolo 13: *** L' obbiettivo di Xana ***
Capitolo 14: *** Aelita ***
Capitolo 15: *** Hannibal Mago ***
Capitolo 16: *** L' incontro ***
Capitolo 17: *** Incontro finale ***



Capitolo 1
*** Battista nella città della Torre di Ferro ***


Città della Torre di Ferro 29 settembre


Diario di viaggio di Battista


Sono ormai passati alcuni mesi da quando sono andato in pensione, da quando ho incontrato Redenta, da quando mi è stata salvata la vita.

Il mio sogno da piccolo era quello di girare il mondo, ma il destino mi aveva condotto a restare ad Abbacrasta e a lavorare all' anagrafe, a registrare gli strani casi di suicidio che avvenivano nel mio paese.

Avevo approfittato del tempo libero che mi regalava la pensione per poter scrivere un libro dove raccontato dei casi di suicidio avvenuti al mio paese, naturalmente cambiando i nomi delle persone coinvolte.

Decisi di acquistare un pacchetto di volo più hotel last minut per la Città della Torre di Ferro, era costato abbastanza poco e comprendeva andata e ritorno e una settimana in hotel.

Ero arrivato in città da circa due ore, il tempo di scaricare valige e trolley e di farmi una veloce doccia, quando squillò il telefono, non sapevo chi potesse chiamarmi, qui non conoscevo nessuno, per cui pensai fosse uno scherzo telefonico.

Risposi comunque e dall' altro capo del telefono mi rispose una voce maschile, sembrava quella di un uomo di mezza età, l' uomo si presentò cordialmente, dicendo di essere il sig. Jean-Pierre Delmas, preside della scuola Kadic, Battista si presentò a sua volta, altrettanto cordialmente.

Dopodiché Battista chiese al preside come avesse ottenuto il suo numero,

Jean-Pierre rispose:

- Ho letto il suo libro, glielo dico, ne sono rimasto stregato, mi piacerebbe conoscerlo di persona e vorrei che fosse lei a presentare il suo libro ai miei studenti… Per quel che riguarda il suo numero di telefono, non è stato difficile, mi sono messo in contatto con il suo comune e lì mi hanno dato il suo numero.

- Capisco

Rispose Battista

- Quando posso venire?

Chiese Battista

- Quando vuole

Rispose il preside

- Che ne dice del primo ottobre?

Chiese Battista

- Va benissimo

Rispose Jean-Pierre

- A presto

Disse Battista

- A rivederla

Rispose il preside.

Detto questo Battista attaccò.

Era molto contento del fatto che il suo libro fosse conosciuto anche oltralpe e soprattutto del fatto che avrebbe dovuto parlarne a dei ragazzi.

Non vedevo l' ora che arrivasse quel giorno, ciò faceva si che la giornata si allungasse a dismisura.

Si erano fatte le 20:30

Era ora di cena, salì al quarto piano e cenai, mi sembrava così strana la cucina francese, rispetto a quella sarda…

Scesi in camera e accesi la TV, era una smart TV e riuscì a sapere cosa stava succedendo nella mia amata terra, la Sardegna, per fortuna non era successo niente di grave, per fortuna.

Mi guardai qualche streaming delle TV italiane e, verso le 23:30 mi coricai.


30 settembre


Domani è il grande giorno, domani dovrò presentare il mio libro, preferirei non pensarci, pensarci mi mette in ansia, preferirei distrarmi, visiterò la città.

Prima di uscire guardai su Google Maps dove si trovava esattamente il Kadic, per non sbagliarmi, poi uscì.

Tornai che era ora di cena, pranzai in un fast food, mai fatto un pranzo peggiore, cenai e mi coricai presto.

1 Ottobre

È il grande giorno, sono arrivato al Kadic, ero vestito di tutto punto, indossavo ancora quel cinto con cui mi stavo per suicidare

ora è acqua passata”

Pensai.

Erano le 9:20, mi ero seduto accanto al preside e al sig. Jim, l' insegnante di educazione fisica.

Passarono pochi minuti e l' aula magna si riempì di studenti, essi erano scortati da vari insegnanti, Jim me li presentò, erano la prof Hertz, una signora, sulla sessantina, con dei capelli ricci e grigi, insegnante di scienze e fisica, la signorina Mater, professoressa di matematica, il prof hurch, insegnante di storia e la prof Butter, insegnante di inglese.

Una volta fatti sedere tutti gli alunni, il preside chiese silenzio, esordì in un discorso:

- Oggi abbiamo qui l' onore di avere qui con noi il signor Battista, colui che ha scritto il libro “Cronache di Abbacrasta”, ve ne sarà donata una copia a tutti, autografata e dedicata da Battista. Ma non vorrei rubare altro tempo al vero protagonista di oggi, il signor Battista

Battista era un uomo non molto alto e di corporatura media, aveva i capelli e barba grigi e gli occhi scuri, e aveva l' aria di uno che nella vita ne aveva passate tante in vita sua.

Prese il microfono e iniziò a parlare.

  • Salve a tutti ragazzi, io sono Battista, vengo da un piccolo paese del centro della Sardegna chiamato Abbacrasta, ad Abbacrasta abitano poco più di milleottocento persone, milleottocentotrentasette, per essere precisi, nel circondario era conosciuto come “il paese delle cinghie, perché la gente, arrivata a un certo punto della vita, decideva di farla finita, prendendo il cinto, legandoselo al collo e impiccandosi, tutto ciò a causa di una misteriosa voce.

    Questo successe fino al giorno in cui arrivò Redenta, da quel giorno mai nessuno più decise di farla finita.

    Questa storia è dedicata soprattutto alla buonanima di mio nonno e di un mio carissimo amico arresisi alla Voce ormai cinquant'anni fa.

La prima a fare domande fu Aelita, una ragazzina non molto alta, piuttosto minuta e dai capelli di un' insolita colorazione rosa. Timidamente gli chiese:

Che aspetto ha Redenta?

Lo chiese poiché si era parecchio incuriosita dopo aver ascoltato la presentazione del libro.

Poi specificò.

Non come appare fisicamente, ma com' è averla accanto...

Averla accanto è come vedere quanto più di bello ci possa essere, la Vita. È come avere tutto l' amore delle persone a te care attorno.

Rispose Battista.

Jeremy pensò di fare domande del tipo che è statisticamente impossibile che in un paese di milleottocentotrentasette anime, ci siano stati così tanti casi di suicidio, ma dopo aver scoperto che in una fabbrica abbandonata, a pochi passi dalla sua scuola, si trovi un supercomputer in grado di gestire un mondo virtuale e che al suo interno nascondeva una spietata intelligenza artificiale, niente gli sembrava più strano.

Finita la presentazione del libro, i ragazzi tornarono nelle loro classi.

Si era fatta già ora di pranzo, per cui il preside mi invito a restare, avrei pranzato con lui e gli altri professori, in un tavolo abbastanza lontano da quelli dei ragazzi.

Jim, l' insegnante di educazione fisica, fu il primo a parlare, disse che lui non avrebbe mai e poi mai avuto il coraggio di parlare del suo passato, dei suoi scheletri nell' armadio… disse anche che quando qualcuno cercava di saperne qualcosa lo liquidava con la frase “preferirei non pararne”.

Io gli spiegai che se avesse fatto così i suoi scheletri nell' armadio si sarebbero rivoltati contro di lui e che avrebbe fatto la fine degli abbacrastesi descritti nella prima parte del mio libro.

Questa frase riuscì a intimorirlo abbastanza da fargli cambiare idea.


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Capitolo 2
*** Thomas Vincent ***


Thomas Vincent

Erano passati ormai almeno due anni da quando visitò il Kadic, due anni da quel giorno, quel giorno in cui visitò quella maledetta scuola.
Eppure se lo ricordava come se fossero passati pochi giorni.
Si ricordava di quella scuola a causa dell' aura misteriosa che emanava: il Kadic era un grosso edificio diviso in quattro sezioni i dormitori, le aule, il Palazzo di scienze e l' amministrazione.
Più in là c' era la mensa: un edificio di un solo piano, abbastanza spartano, separato dalla scuola da una strada.
Quella non era stata l' unica scuola che aveva visitato, ma nemmeno l' ultima, poteva sembrare una scuola come un' altra, ma non era così, quella scuola nascondeva misteri.

Non si riferiva a Leone, un muratore moto cento anni fa, durante la costruzione della scuola, certo... era triste sapere di camminare sopra un morto, ma era peggio.

Forse a rendere quella visita misteriosa era stato il clima, quel giorno aveva fatto una bufera di neve, ma i capricci del clima non poteva essere sufficienti a capire il perché dell' aura di mistero che investiva quella scuola.
Fece una breve ricerca su internet, ma non trovò nulla di eclatante, a parte l' anno di costruzione, l' inizio del secolo scorso, il nome del preside e poco altro.

Finché non lesse di un certo Franz Hopper, un professore di scienze del Kadic scomparso anni prima della sua visita insieme alla figlia di dodici anni, di nome Aelita.


Quella storia lo stava prendendo fin troppo.
Ripercorse quel breve tratto di tempo in cui era andato a visitare la scuola, si soffermò soprattutto sugli studenti, gli parevano misteriosi…

Si ricordava di una certa Aelita Stones, ma se fosse stata lei avrebbe dovuto avere almeno ventidue...

eppure la foto dei due coincideva perfettamente... erano uguali, proprio due gocce d' acqua... e ciò era impossibile.
ripercorse quel breve tratto di tempo gli aveva fatto venire alla mente memorie che voleva scordare.
Una di queste era relegata al suo passato oscuro: si trovava in una casa nella periferia della Città della torre di Ferro, non era molto lontana dalla campagna, non sembrava facesse parte della città, sembrava essere un piccolo paese.
Come nei paesi la gente che abitava quella zona spettegolava su tutto, una notizia di un fatto abbastanza piccolo veniva ingigantita alla follia…
Era mattina e una signora anziana, sua nonna gli stava parlando della notte che aveva passato: negli ultimi giorni faceva sempre lo stesso incubo, un mostro meccanico rosso si sarebbe abbattuto sulla loro casa e dopo che l' avrebbe distrutta sarebbe successa una tragedia alla famiglia, spesso le capitava di fare sogni particolari, si diceva che quella donna facesse sogni premonitori, infatti ella aveva previsto la caduta del regime nazista e la spartizione del mondo tra i potenti. Come una grossa aquila che veniva sparta mentre planava e squarciata da due uomini, uno con l' abito con stelle e strisce e l' altro vestito di rosso.
Ma quella volta era diverso, non c' entrava l' intera umanità, ma solo la sua famiglia.
Passarono circa quattro settimane da quel giorno, quando il mostro meccanico si abbatté sulla casa, e la tragedia si abbatté, come previsto dalla nonna.
I due, infatti trovarono il nonno impiccato in un albero della proprietà, portava il cinto legato stretto al collo e aveva un' espressione di chi aveva perso una grande battaglia.
Solo a pensarci gli vennero i brividi.
Accese la TV, per distrarsi dai ricordi del passato. Era sintonizzata su un canale casuale e stavano trasmettendo una puntata di un banale telequiz, quando sentì una variazione inspiegabile dell' audio, come se ci fosse stata un interferenza inspiegabile dell' audio, un suono acutissimo, disturbante, questo suono, così sgraziato gli ricordava, per certi versi la sua vita, sbagliata perché l' aveva trattata male, perché aveva trattato male quella degli altri.
A un certo punto dalla televisione sentì una voce fuoricampo che disse solo “Ajó, preparati che il tuo tempo è scaduto”
Detto questo la TV tornò normale, ma lui no, lui non poteva non pensare ai suoi errori, ai suoi sbagli, al aver trattato male gli altri.
Non sapeva cosa poteva fare, o meglio lo sapeva, ma non voleva farlo non gli sarebbe piaciuto farlo, ma, se c' era una cosa che gli era stata insegnata era che pagare per i propri errori era l' unico modo per scordarseli, non farlo significava portarseli dietro per sempre.
Così fece, si slacciò il cinto, la appese alla ringhiera e si impiccò.
Pose così fine alla sua vita.

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Capitolo 3
*** Dopo Thomas ***


Città della torre di Ferro

02 ottobre


Apparve in prima pagina, quasi a tutto campo, stampato con grossi caratteri “Suicidio Thomas Vincent, le autorità brancolano nel buio”

E accanto un lungo articolo dove veniva narrata la vita del giornalista.

-Hanno parlato anche del nostro collegio!

Disse Yumi, che reggeva in mano il giornale, l' Indagateur, un giornale locale.

- Dalla ricostruzione dei fatti pare sia morto nello stesso modo in cui sono morti gli abitanti di Abbacrasta

Aggiunse Ulrich, un ragazzo di quattordici anni, abbastanza alto e piuttosto magro, aveva i capelli scuri e perennemente spettinati.

- Vabbè, saranno coincidenze!

Disse Odd, mentre fissava, da lontano una ragazza arrivata da poco, originaria degli Stati Uniti, della quale si era già innamorato, il classico colpo di fulmine, ella si chiamava Eva Skinner.

Suonò la campana e i ragazzi andarono a lezione.

La lezione era abbastanza noiosa, un ennesimo ripasso di un argomento di cui si era parlato fin troppo, perlomeno per Jeremy e Aelita, la coppietta di studiosi, mentre per tutti gli altri era una normale lezione della Mayer, per cui abbastanza noiosa.

Fortunatamente la lezione finì, si era fatta ora di pranzo e i ragazzi si sedettero al solito tavolo, da quando Xana è stato ucciso gli argomenti di conversazione erano cambiati, parlavano di argomenti normali, quello che trattavano i ragazzi della loro età, ma non quella volta, quella volta parlarono ancora del suicidio di Thomas Vincent,

-pensi sia opera di…

Attaccò Yumi

-Xana?... Non credo, lo abbiamo distrutto, è morto o… almeno penso...

Disse Ulrich, da quando era uno studente normale aveva fatto vari passi avanti con Yumi, oramai si erano mollati più di qualche bacio e si intendevano quali al 100%.

-Stando a quanto scritto nell' articolo ha lasciato un biglietto dove diceva che se ne sarebbe andato, dato che il suo tempo era scaduto.

Disse Odd, sempre fissando quella ragazza…

- I fatti sono analoghi a quando raccontato nel libro di Battista, anche il fatto che Thomas si fosse suicidato perché il suo tempo era scaduto, come facevano gli abitanti di Abbacrasta e si era suicidato impiccandosi.

Aggiunse Jeremy

-P p posso sedermi con voi?

Chiese una ragazza dai capelli biondi, si, proprio quella ragazza che Odd fissava tutto il tempo, si, proprio Eva Skinner

- Ma certo, siediti pure!

Disse Odd, con un sorriso a 32 denti

- Grazie, sei molto gentile.

Disse Eva, abituata dagli altri a essere respinta, dato che non la conoscevano.

Inoltre era stata anche già bellamente offesa da Sissi, la stronzissima figlia del preside.

- Tranquilla, Sissi è sempre rompicazzo con i nuovi studenti, l' ho sperimentato sulla mia pelle ed è terribile, soprattutto perché, essendo accozzata [ha dei vantaggi rispetto agli altri, N.d.a], devi sapere che è la figlia del preside, è intoccabile, non le puoi dire nulla, che lo dice a suo babbo, e se dovesse essere punita per qualcosa riceverebbe un trattamento di favore.

Le spiegò Aelita.

Ora, un po' più incentrata nella conversazione, Eva chiese

- Avete sentito quello che è successo a Thomas Vincent?

- Ceertoo!

Risposero in coro i ragazzi.

- Dall' articolo si evince che si è arreso a una voce misteriosa, simile a quella descritta nel libro del sigor Battista, magari lui potrebbe aiutarci a capire il perché di questo suicidio.

Aggiunse Yumi

L' ora di pranzo era finita e ai ragazzi restavano ancora due ore di lezione.

Finite le ore di lezione i ragazzi andarono nella sala ricreativa e dove si misero a chiacchierare.

- Dovremo trovare un modo per metterci in contatto con il Signor Battista, e mi è venuta un' idea su come potremo fare chiederemo al preside se ci può dare i suoi contatti, come giustificazione diciamo che vorremo avere ulteriori informazioni sul libro.

Disse Jeremy

- Ottima idea

Commentarono i ragazzi.

Jeremy bussò alla porta dell' ufficio del preside.

L' uomo lo fece entrare

- Jeremy?!? Cosa ci fai qui?

Chiese il preside

-V vorrei avere qualche informazione sul sig. Battista, se è possibile.

Disse Jeremy

-OK, ma solo perché sei tu, tieni, qui c' è un foglio con il suo numero di telefono.

Jeremy lo prese, salutò cordialmente il preside e andò in camera sua.

Lì lo aspettavano i suoi amici, compresa Eva.

Jeremy entrò con fare vittorioso, aveva ottenuto il numero di telefono di Battista

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Capitolo 4
*** Incontro con Battista ***


Incontro con Battista


Diario di viaggio di Battista 02 ottobre

Erano circa le 18:00, quando squillò per la seconda volta il telefono, anche questa volta risposi “se non era uno scherzo la prima volta, non lo sarà la seconda”, pensai.

E fu così.

Dall' altro capo del telefono, questa volta rispose un ragazzino:

- Lei dovrebbe essere il Signor Battista, giusto?

Io sono Jeremy, del Kadic.

Mi chiese

- Certo, sono io, se vuoi dammi pure del tu, il lei mi mette troppo in soggezione

-Va bene

Rispose Jeremy

- Vorrei conoscere meglio la storia di Abbacrasta, il perché della voce, alla quale pare si sia arreso Thomas Vincent… Vorrei potessimo incontrarci in questi giorni, se possibile... va bene pure domani, nel parco del Kadic.

Disse Jeremy

    Domani è perfetto, cosa ne dici delle 17? Rispose Battista

    J – Ottimo

Ci scambiammo i saluti e chiusi la chiamata.

03 Ottobre

Sono da poco passate le 17:00, l' ora dell' appuntamento, quando vidi Jeremy, un ragazzino biondo, piuttosto magro e non molto alto, con dei grossi occhiali tondi. Il ragazzino non era solo, era in compagnia di due ragazzi, uno dai capelli castano scuro e uno biondo, con un ciuffo, in parte colorato di viola, sparato verso l' alto, e di tre ragazze, una bionda, la più bassa delle tre, una dai capelli rosa e una dai capelli neri e dai lineamenti chiaramente orientali, la più alta delle tre.

I ragazzi si presentarono, a cominciare da Jeremy, il ragazzino biondo con gli occhiali, poi si presentò Odd, il ragazzino con il ciuffo sparato, poi Ulrich, il ragazzo castano, e in seguito le ragazze, a cominciare da Yumi, la ragazza con i capelli neri, poi si presentò Aelita, la ragazza dai capelli rosa e, infine Eva, la ragazza bionda.

Feci un rapido resoconto dei nomi, per fortuna me li ricordavo tutti.

Cominciò Jeremy a farmi domande

- Che paese è Abbacrasta?

- È un paese di circa milleottocento abitanti, sino a qualche tempo fa, quando qualche abitante dei paesi vicini incontrava uno di Abbacrasta si faceva il segno della croce e si chiedeva quando a lui o a lei sarebbe toccato. Il nome Abbacrasta deriva dal fatto che sulla collina dove sorge il paese c' era una fonte dove l' acqua era scura, densa e amara. Era conosciuto come “il Paese delle cinghie”, dato che gli abitanti, giunti a un certo momento della vita, chi più giovane chi più anziano, vinto dal rimorso, si suicidava, gli uomini si impiccavano con il cinto, le donne con la corda, nessuno e sottolineo, nessuno è mai morto di morte naturale, la Voce lo chiamava prima. Poi arrivò Redenta, lei ci fece capire quanto fosse bella la vita e quanto fosse bello godersela, da allora nessuno ad Abbacrasta si è più suicidato. Ho ancora in mente le parole di Redenta: vado dove mi porterà la Voce, la Voce non scompare, si sposta, la Morte non può esistere senza una Voce.

I ragazzi rimasero molto colpiti dal mio racconto, stettero in silenzio alcuni minuti, poi Ulrich mi chiese

- È probabile che la Voce sia giunta qui? Thomas Vincent si è suicidato dopo aver sentito una Voce.

- È improbabile, tra tutti i paesi e le città del mondo, proprio qua doveva arrivare? Comunque è meglio tenersi in contatto, vi do la mia e-mail: Battista.Graminzone@tiscalli.it

pi fu la volta dei ragazzi, a partire da Jeremy

- La mia e-mail è JeremyBelpois@france.fr

- La mia e-mail è UlrichStern@france.fr

poi Ulrich

- La mia e-mail è Eva.S@anyusa.us

poi Eva

- La mia e-mail è OddDellaR@gemnarobullo.fr

poi Odd

- La mia e-mail è YumiIsyiama@impegnto.fr

poi Yumi

- Infine, la mia e-mail è AelitaS00@kaser.com

infine, Aelita

Pensavo che ciò che mi è stato raccontato fosse impossibile, eppure era tutto vero, la Voce aveva raggiunto la Città della Torre di Ferro, non volevo dirlo, non volevo far preoccupare i ragazzi, sapevo fin troppo bene quanto sia brutto dover essere i primi ad essere a conoscenza della morte di qualcuno.

Per non far notare la mia preoccupazione dissi loro:

Scusate, ragazzi, devo andare, ho un appuntamento. Arrivederci!

Detto questo i ragazzi mi salutarono.


Nelle ore seguenti…


-Lo avete notato anche voi?

Chiese Jeremy

-cosa?

Chiesero, in coro i ragazzi

- Quando abbiamo nominato Thomas Vincent e abbiamo detto che sarebbe potuta essere stata la Voce a indurlo al suicidio ha fatto una faccia strana…

Ripose Jeremy

U –È come se nascondesse qualcosa…


A –Si, è certo che nasconda qualcosa… ma cosa? E soprattutto perché?


Y –Forse per non farci preoccupare…o, magari siamo noi che ci facciamo ragionamenti insensati… credo sia meglio non dare troppo peso all' accaduto e sperare si tratti di una semplice coincidenza, dopotutto, se ben ricordate, Thomas Vincent non ci stava molto con la testa...


O –Certo, era fuori, ma non a tal punto da prendere e suicidarsi e soprattutto è il primo caso, potrebbe essere una coincidenza.




I ragazzi, per la prima volta, dopo la morte di Xana, avevano un altro mistero da risolvere, questo volta non riguardava il computer, ma la vita reale.

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Capitolo 5
*** Samantha Knight ***


Samantha Knight 


Città della Torre di Ferro 05 ottobre

Era seduta nel suo letto, nella sua stanza, la sua compagnia di stanza, una certa Charlotte, era assente, mancava da cura cinque giorni, sarebbe rientrata solo tre giorni dopo.
Stava studiando storia, il giorno dopo ci sarebbe dovuto essere un compito in classe, ma, proprio non riusciva a concentrarsi, non riusciva a mettersi in testa gli argomenti della verifica, non perché glia argomenti fossero molti, anzi, erano abbastanza pochi, solitamente i compiti in classe erano su almeno una trentina di pagine, invece, questa volta erano una ventina.
Non erano argomenti difficili, anzi, parevano fin troppo semplici.
Andò in bagno, voleva darsi una rinfrescata, si avvicinò al lavandino e aprì l' acqua, era fresca, molto fresca e, a contatto con la pelle, dava una sensazione molto piacevole,  le sembrava che lo scorrere dell' acqua rappresentasse i suoi pensieri che si allontanano, che se ne vanno.
Tornò nella sua stanza e rincominciò a ripassare, ora le sembrava di concentrarsi.
Si era fatta ora di cena, le 19;30 e lei scese in sala mensa, la cena non era per niente malvagia, un al sugo, fettina e insalata, ma lei non aveva fame, quella sera.
Era torturata dal mal di testa.
Si alzò dal tavolo e, con la scusa di andare in bagno, una delle scuse più classiche, ma anche quella che con Jim, l' insegnante di educazione fisica e guardiano della scuola, funzionava sempre.
Una volta salita in camera sua, Samantha si sdraiò sul suo letto e iniziò a ascoltare musica, musica triste, a dire il vero.
Quella musica le faceva, però evocare ricordi che aveva rimosso, ricordi del suo passato.
I sui genitori, di origini sudamericane erano emigrati circa venti anni fa dal Sudamerica alla Francia, abitavano in una normale abitazione nella periferia della Città della Torre di Ferro, una casa di circa sessanta metri quadrati, aveva tre stanze da letto, una cucina e un bagno. Suo padre aveva trovato un lavoro, un lavoro modesto, ma perlomeno permetteva ai due di vivere dignitosamente, cinque anni dopo sua mamma, Abigail Knight era rimasta incinta, nove mesi dopo avrebbe dato alla luce Samantha, in seguito alla nascita della figlia, la famiglia si trasferì in un' altra città, suo babbo aveva perso il lavoro, ma, per sua fortuna ne aveva trovato un altro.
A causa di alcuni disguidi, la sua famiglia si è dovuta ritrasferire in Sudamerica, per poi fare ritorno in Francia solo dieci anni dopo.
Da allora molte cose erano cambiate, suo babbo era rimasto coinvolto in una truffa del malaffare e lei insieme a sua mamma sono state costrette a fuggire, tornarono nella Città della Torre di Ferro, ma da allora la situazione era cambiata, sua mamma aveva faticato a trovare un lavoro, esso però l' aveva costretta a trasferirsi in una città lontana.
Preferì lasciare sua figlia li, nella Città della Torre di Ferro, dove ormai aveva iniziato  a frequentare il Kadic, la lasciò lì per evitare di sconvolgerla ulteriormente.
Quei ricordi non facevano di certo bene alla povera ragazza, peggioravano ulteriormente la situazione.
Le faceva sorgere domande su come stesse suo babbo, di come stessero i suoi parenti, di come stessero gli amici che aveva abbandonato in Sudamerica.
Prese il portatile, non era il suo, era della scuola, le era stato fornito in comodato d' uso, e fece una ricerca su internet, scoprì che c' era stata un' alluvione e che tutti i suoi amici erano morti, inghiottiti da un mostro di fango.
Una lacrima le rigò il viso, i suoi amici erano morti e lei non poteva fare nulla, era sconfortata.
Tra le note della musica le parve di sentire qualcosa di diverso, delle parole che non aveva mai sentito prima, delle parole che non voleva sentire, delle parole ancora più tristi del suo passato e della musica che ascoltava, se mai fosse stato possibile.
Quello che sentì era terrificante 
“Ajó, preparati, che il tuo tempo è scaduto!”
 Sapeva che non viveva una bella situazione, ma lei non poteva farci nulla, doveva seguirla, era come una mano invisibile che l' aveva afferrata, che la tirava.
Prese una lametta, saggiò con la mano la parte affilata e se la fece passare sulla vena del braccio, premette forte e si fece un grosso taglio.
Prima di morire scrisse un biglietto, esso recitava:
Ho avuto un' esistenza dura e difficile, piena di sfide, dove andrò ora non ne dovrò affrontare più.
[Nota dell' autore] In questo capitolo, come in tutti i successivi e i precedenti, ogni riferimento a cose realmente accadute e a persone realmente persistenti o esistite è solo ai fini della storia e non realmente accaduto, le menzioni a fatti realmente accaduti modificari dall' autore ai fini narrativi non è una giustificazione ai fatti realmente accaduti.

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Capitolo 6
*** Dopo Samantha ***


[N.d.A d' ora in poi, nei dialoghi userò queste abbreviazioni: P.H = Prof. Hertz, J= Jeremy, A= Aelita Y= Yumi, U= Ulrich, O = Odd, E= Eva, B= Battista, Ji= Jim]
Dopo Samantha
 
 
Città della Torre di Ferro 
06 ottobre
 
- Abas Abdul
- presente!
-Belpois Jeremy
- presente!
- Della Robbia Odd
- presente!
- Delmas Sissi
- presente!
-Knight Samantha
-…
 P.h -Come mai non c' è Samantha? 
-Non lo sappiano
Rispose in coro la classe
 P.h -Aelita, potresti salire e chiederle come  mai non è in classe?
A – Va bene, prof.
Aelita salì le scale, raggiunse la stanza di Samantha, bussò alla pietra, prima piano, poi sempre più forte, ma non ricevette risposta, provò a abbassare la maniglia
A – Merda! è chiusa! 
Poi pensò un attimo, “ chi ha le chiavi?” 
Si precipitò nella palestra, luogo dove Jim trascorre il novanta percento della sua giornata, ma non lo trovò, lo cercò allora nel suo appartamento, Jim, essendo il guardiano dalla scuola, risiede in un piccolo appartamento situato dietro alla palestra. 
Bussò alla porta
Ji – Chi è?
A – Sono Aelita, ho un problema: la prof Hertz mi h mandato a chiamare Samantha, ma lei è chiusa in camera sua e non vuole saperne di aprire. Dato che lei è il guardiano dalla scuola dovrebbe le chiavi di tutte le camere.
Ji – Esatto ho le chiavi di tutte le stanze, saliamo subito e facciamo in fretta, ho una cosa molto importante da fare.
I due salirono al dormitorio e Jim inserì la chiave nella serratura.
Quello che  videro, per poco non fece venire un infarto a Jim: videro Samantha distesa per terra in una pozza di sangue, con una lametta in mano.
Aelita corse subito in classe e fece cenno alla professoressa Hertz di uscire dalla classe
P.h – Aelita, come mai mi hai chiamato?
A. – Samantha è … Samantha si è… INSOMMA SAMANTHA È MORTA, SI È SUICIDATA CON UNA LAMETTA!
P .h- Ma non è possibile!
Nel frattempo Jim aveva raggiunto la classe e aveva scortato la prof Hertz nella stanza di Samantha.
Dopodiché entrò in  classe il preside, egli disse :
- Ragazzi, dato che Samantha è morta,  ho deciso di sospendere le lezioni fino a lunedì, il tempo di chiamare sua madre, di sistemare la sua stanza, di fare il funerale e di concedervi qualche tempo per elaborare il lutto.
I ragazzi si riunirono nella stanza di Jeremy 
J – Un suicidio può essere una coincidenza, ma due… due non sono una coincidenza… qualcosa mi puzza…
O – Non sono stato io.
J,U,E,Y,A – TI SEMBRA QUESTO IL MOMENTO DI FARE BATTUTE? 
O – era solo per sdrammatizzare…
J – Torniamo alle cose serie… ho spedito un' e-mail a Battista, gli ho scritto del fatto che c' è stato un' altro caso si suicidio, questa volta al Kadic. Ha già risposto,  ha scritto questo:
 
Ciao Jeremy, sono io, Battista, purtroppo devo darti una brutta notizia, era come temevo, non avrei mai e poi mai voluto dirlo, ma… la Voce è arrivata nella Città della Torre di Ferro, lo avevo sospettato fin da subito, fin dal suicidio di Thomas Vincent, solo che non volevo che vi preoccupaste… Vi chiedo scusa, spero non vi abbia dato fastidio il mio comportamento…
In accodo con il preside ho prenotato un volo per voi sei, partirete lunedì.
 
Un saluto, Battista
 
Jeremy ripose all' e-mail:
Salve Battista, sono Jeremy, confermo di aver ricevuto l' e-mail, il preside ha già consegnato a me, Odd, Ulrich, Yumi, Aelita e Eva un foglio dove ci autorizzava all' uscita, tenendoci sotto la sua responsabilità sino al momento in cui non tocchiamo il suolo sardo.
Per quel che riguarda, invece il non avvisarci, non c' è nessun problema, è sempre meglio assicurarsi che una cosa sia vera prima di fare inutili allarmismi.
 
Un saluto, Jeremy
 
Città della Torre di Ferro
07 ottobre 
 
I ragazzi avevano già preparato le valige, si erano incontrati poi nel parco della scuola, erano i soli a essere a scuola quel giorno, ciò per due motivi:
1 Solo due giorni prima era morta, o meglio, si era suicidata, Samantha.
2 Era domenica e tutti i ragazzi erano in vacanza con le famiglie, sarebbero rientrati lunedì sera.
Y – Chissà com' è questo Abbacrasta!
U – Probabilmente un paese misterioso…
A – Forse è meglio non pensarci…
O,J,Y,U,E – Ottima idea.
Y – Ciao ragazzi, ci vediamo domani, alle sette, nel piazzale della scuola!
O,U,J,A,E – A domani Yumi! 
 

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Capitolo 7
*** Viaggio ad Abbacrasta ***


Viaggio ad Abbacrasta

Città della Torre di Ferro 
08 Ottobre
Sono le sette del mattino e, come previsto Jeremy, Aelita, Ulrich, Odd, Yumi e Eva si trovavano nel piazzale della scuola, di fronte al cancello di ferro, questo spiazzo non era molto gande, ma separava in modo abbastanza netto il grosso cancello nero dalla strada.
I ragazzi non dovettero attendere molto tempo, all' incirca 5 minuti, che arrivò Jim, guidando il pulmino della scuola, il pulmino era un normalissimo Ducato bianco, aveva di differente dagli altri Ducati bianchi, solo il logo del collegio, una grossa K dorata con attorno una corona d' alloro dello stesso colore, il logo era ripetuto sia sul cofano del motore che sulle fiancate, per il resto era un normalissimo Ducato.
Jim fermò il pulmino e i ragazzi si accomodarono a coppie sui sedili in pelle e tessuto scozzese.
Jeremy si sedette, naturalmente, con Aelita, i due ormai stavano insieme da due anni, Ulrich si sedette con Yumi, pure in questo caso per ovvi motivi e, infine, Odd si sedette con Eva, oramai era palese a tutti che Odd fosse cotto di Eva, fortunatamente la ragazza americana lo assecondava, infatti, sin dai primi minuti in cui si erano conosciuti lei provava verso si lui già una certa simpatia, gli aveva anche già mollato un bacio, quella volta Odd, per poco non sveniva.
Il viaggio verso l' aeroporto non durò molto, circa venti minuti, tempo  appena sufficiente per avvisare Battista del fatto che si stavano mettendo in viaggio, che avrebbero preso il volo che sarebbe arrivato per le dieci.
Appena giunti all' aeroporto, un grosso edificio dall' aspetto moderno, quasi futuristico, i ragazzi si prepararono per l' imbarco.
Jim s' è n' era già andato, congedò i ragazzi dicendo
– Ragazzi, ho un impegno devo andare, arrivederci.
J,U,Y,E,O,A – Arrivederci signor Jim!   Ultimamente Jim era sempre di fretta, non era quasi mai presente in palestra, dal giorno in cui Battista aveva visitato il Kadic, si rinchiudeva per ore nel suo appartamento.
Jim, infatti, era rimasto molto colpito dalle parole di Battista, per cui aveva iniziato a scrivere gli aneddoti del suo passato, come aveva fatto Battista, inizialmente erano solo poche righe, ma poi, ricorda quello, ah, sì è vero…, si erano trasformati in racconti di tutto rispetto, dopo la prima parte, la più complessa, forse, ovvero superare la propria volontà di non parlarne, per lui scrivere quei racconti non era stato difficile, per il momento era a circa metà dell' opera, aveva scritto tutto, ora non doveva  far altro che qualche modifica.
Intanto, in aeroporto era giunto il momento, per i ragazzi raggiunsero la zona controlli, tutti i controlli di sicurezza, per quanto fossero puntigliosi vennero perfettamente superati da tutti.
I ragazzi salirono sull' aero, un grosso Boeing, di una nota compagnia di voli a basso prezzo e si accomodarono, l' aereo aveva le file di  sedili a tre a tre, per cui si sedettero in questo modo: Ulrich, Jeremy e Aelita nella fila davanti e Odd, Eva e Yumi nella fila dietro.
Il volo non sarebbe durato molto ma, per ingannare il tempo i ragazzi si misero a chiacchierare.
Avevano deciso unanimemente di accettare Eva nel gruppo e le avrebbero raccontato tutto.
Iniziò Jeremy, rivolto a Eva disse:
 – Giuri di mantenere questo segreto e di non rivelarlo a nessuno, nemmeno se quel qualcuno ti giura di non dirlo? 
Eva, in tono solenne disse:
– Lo giuro
Sapeva che quei ragazzi si fidavano di lei, per cui, lei DOVEVA fidarsi di loro.
Jeremy iniziò il racconto:
– Tre anni fa cercavo dei pezzi per creare un piccolo robot, devi sapere che ogni sei mesi, a scuola si fa una gara di robot, sapevo che vicino alla scuola c' era una fabbrica abbandonata, per cui pensavo di trovare alcuni pezzi utili per i miei robot…                   Invece trovai qualcosa di assurdo… nei sotterranei della vecchia fabbrica c' era un supercomputer quantistico, non sapendo delle conseguenze a cui portava lo accesi.                                                              Scoprii che esso gestiva un mondo virtuale chiamato Lyoko, dentro Lyoko abitava quella che pensavamo fosse un' intelligenza artificiale, salvo poi scoprire che in realtà era un essere umano.
A – Cioè io, sono stata rinchiusa in Lyoko per dieci anni, prima che Jeremy e i ragazzi mi liberassero.
U – Non correre, Aelita. Prima bisogna parlare di Xana, un' altra intelligenza artificiale, esso, però, aveva scopi malvagi, voleva conquistare il mondo.        Iniziai a far parte del gruppo quando Jeremy venne attaccato da dei robot costruiti da lui stesso.                Per  accertarsi che la virtualizzazione fosse sicura, tentammo di virtualizzare Kiwi, il botolo di Odd, salvo poi che Odd se ne accorse, ci seguì e venne virtualizzato al suo posto.
O – La prima volta che venni virtualizzato fu a dir poco imbarazzante, apparivo come un grosso gatto viola, molto tamarro.                                                       Dopo di me venne virtualizzato Ulrich, ero geloso pel suo costume, era molto più figo del mio,  Ulrich era un samurai. 
Y – Io sono stata l' ultima ad aver fatto parta del gruppo iniziale, venni reclutata da Ulrich mentre ci allenavamo nelle arti marziali, c' era stato un attacco di Xana e da allora iniziai a far parte del gruppo, era assurdo pensare che quello che Ulrich mi aveva raccontato fosse tutto vero.
A – Dopo poco più di un anno Jeremy, grazie al contributo dei ragazzi riuscì a fari tornare sulla Terra, ma, a causa di quello che credevamo fosse un virus mi relegava al supercomputer, ci volle del tempo per capire che non era un virus, ma dei ricordi che mi erano stati tolti.
J – Poi sei riuscita a riacquisirli, ma a caro prezzo, Xana aveva ottenuto l' accesso alla rete, diventando più potente.                                                                       È arrivato a possedere, o meglio ipnotizzare Aelita per fale distruggere i settori di Lyoko.
Y – Abbiamo deciso di reclutare un nuovo guerriero, William Dumbar, egli, però si è dimostrato essere un coglione facendosi catturare dallo Schyphozoa e diventando schiavo di Xana e nostro nemico.
A – Alla fine, solo grazie al sacrificio di mio babbo, Franz Hopper, Xana è stato ucciso, per sempre.
E – Supercomputer?!?, intelligenza artificiale?!?, mondo virtuale?!? Ma cosa cazzo  fumate?!?
J,A,O,Y,U – Non ci siamo fumati nulla, è tutto vero.
Parlando, parlando i ragazzi erano giunti all'. aeroporto di Cagliari, ad attenderli c' era già Battista, gli attendeva con un pulmino, simile a quello della scuola, ma rosso anziché bianco.               Non era solo, era accompagnato da un' amico, il proprietario del pulmino.
B – Ciao ragazzi, spero abbiate fatto buon viaggio!
J,A,O,U,Y,E – Il viaggio è stato bellissimo!
B – Salite! Direzione Abbacrasta!
I ragazzi si accomodarono a coppie nel pulmino, disposti come prima.
Una volta tutti accomodati e una volta che tutti indossavano la cintura l' amico di Battista girò la chiave, il motore partì subito e il suo suono, coperto dalle chiacchiere dei ragazzi appariva come un borbottio sommesso.
B – Ragazzi, dovere sapere che ad Abbacrasta ci sono numerosissime vecchiette che spettegolano, che non si fanno i cazzi loro, voi, se non volete attirare sospetti, dovete sapere che quelle donne sanno cose di cui nemmeno la CIA è a conoscenza, dovrete assecondarle, inoltre dovete sapere che qui la gente è molto accogliente e generosa, accettate la loro generosità e non dite di no o si offenderebbero.
Parlando,  parlando il pulmino raggiunge Abbacrasta. 

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Capitolo 8
*** Abbacrasta ***


Abbscrasta

Abbacrasta, 08 ottobre
Il paese si trovava al di sopra di una collina, la strada che conduceva al pasese era costeggiata da numerosi alberi, sotto ogniuno di essi di trovava almeno una croce, a testimonianza del  suo passato.
A – Sembra un posto un tantino inquietante, sarà forse per le croci disseminate un po' ovunque ma questo posto mi mette un tantino i brividi…
– Non temere, è un posto tranquillo.
La rassicurò Jeremy
Non lo fece intendere, ma pure a lui Abbacrasta pareva fosse un posto inquietante, probabilmente era a causa del tempo, vi erano infatti dei grossi nuvoloni neri che minacciavano pioggia, o forse a causa del fatto che quel pace fosse conosciuto per l' enorme numero di casi di suicidio, qualunque cosa fosse, lo metteva a disagio.
B – Ragazzi, potete scendere, siamo arrivati.
O – Era ora, stavo per vomitare, queste strade sono piene di curve!
I ragazzi scesero dal pulmino e presero le loro cose, una volta scaricato tutto, salutarono l' amico di Battista. L' uomo salutò i ragazzi e se ne andò con il    suo pulmino, lasciò dietro di se una  enorme fumata nera, densa e tossica.
O – Porcamiseria, avrà ucciso almeno tre orsi polari e cinque pinguini!
Tutti i ragazzi, compreso Battista, scoppiarono a ridere, tutti a eccezione di Jeremy, a lui quel fumo ricordava gli spettri poliformi che Xana usava sulla Terra durante i suoi attacchi.
“ Xana è morto ricordatelo” pensò.
Odd, notando che Jeremy non aveva riso alla sua battuta gli chiese:
– Jeremy c' è qualcosa che non va? 
J – No, niente.
Certamente non poteva dirgli degli spettri, lo avrebbe preso per pazzo.
Battista condusse i ragazzi di fronte a un portone enorme, rosso  con le iniziali di un uomo saldate su di esso e numerosi ghirigori.
B – ragazzi, in questi giorni vi ospiteró io, casa mia è enorme, ci sono tre stanze da letto che non sono mai state usate.
O,A,J,Y,E,U – Va benissimo, grazie per la tua disponibilità.                                                             I ragazzi entrano nel portone e trovarono una casa grande almeno tre volte l' Heremitage, l' altezza era uguale, o quasi, mentre la larghezza e la profondità erano al triplo.
Battista inserì le chiavi nella serratura e la fece scattare, un' enorme porta blindata si aprì rivelano il moderno arredamento della casa.
Dato lo stile esterno, abbastanza retrò, i ragazzi si sarebbero aspettati un interno altrettanto retrò, invece ne trovarono uno moderno.
J – Solo per curiosità, l' i ristruttura da poco casa tua? Fuori è vecchio stile, imvece dentro è moderna.
B – Sí, l' ho fatta ristrutturare da poco, circa cinque anni fa, com' era prima non mi piaceva, era troppo in stile “casa della nonna”.
B – Vi faccio vedere dove sono le stanze dove dormirete, sono al secondo piano.
I ragazzi, scortati da Battista salirono le scale e raggiunsero le stanze.
Due di esse avevano letti singoli, una invece aveva il letto doppio.
Battista disse:
– Ragazzi non fate inutili disusscsioni su chi dormirà dove, risolvere le cose in modo democratico: le coppie le scegliete voi, invece, per quel che riguarda le stanze ho qui sei bastoncini, i due che prendono quelli che, se uniti risultano più corti dormiranno in quella stanza.         
J,A,O,U,Y,E – Va bene!
I ragazzi presero i bastoncini: cominciarono, per cavalleria, le ragazze, poi  gli presero i ragazzi.
Essi segurono poi il procedimento indicato.
Alla fine i bastoncini più corti toccarono a… Odd e Eva, 
Ulrich, Yumi, Jeremy e Aelita risposero, in tono sarcastico:
 – Peccato non sia capitata a noi!
Odd e Eva arrossirono come se non ci fosse un domani.
B – Se volete, ora potete farvi un giro del paese, vi telefoneró per avvisarvi di rientrare.
J,A,O,Y,U,E – OK, a dopo.
I ragazzi scesereo le scale, uscirono fuori dal portone e iniziarono a giarare per Abbacrasta, sebbene il tempo non fosse molto promettente.
Da quando si era insediato il nuovo sindaco, ad Abbacrasta ogni via, viale e vicolo era dedicato a una persona che si era suicidata che abitava in quella zona.   La via dove abita Battista, per esempio è dedicata a suo nonno, suicidatosi li moltissimi anni prima.
La via del municipio, quella più vicina alla casa di Battista è dedicata al ex sindaco, pure lui suicidatosi.  L' ex sindaco, stando a quanto narrato da Battista, si era suicidato impiccandosi nel balcone del municipio.            Raggiunsero il centro del paese, li era stata eretta una statua rappresentante una bellissima donna dai lunghissimi capelli, sotto di essa vi era una scritta, essa recitava: “ in tributo a Redenta Tiria, la donna che fece capire agli abbacrastesi quanto fosse bella la vita”.
Aelita, in un tono tra il tristreme lo speranzoso, disse:
– Spero che Redenta raggiunga presto la Città della Torre di Ferro, ci sono stati altri casi di suicidio.
U – Lo spero anche io, non vorrei mai che la Voce chiamasse qualcuno di noi.
Y – Non preoccuparti, noi non abbiamo scheletri nell' armadio, abbiamo salvato il mondo, ricordi?
Ulrich non fece in tempo a rispondere alla domanda di Yumi, che squilló il telefono:
 – Sono Battista, sto preparando il pranzo, sarà pronto tra mezz' ora circa.
O – Ho una fame… tutto questo girare mi ha fatto venire un appetito…
J,A,Y,U,E – Ma porco il demonio, Odd, pensi solo a mangiare!
– Ho solo detto che ho fame!
rispose Odd.
In menchenonsidica i ragazzi si precipitarono da Battista, egli, prima che i ragazzi arrivassero, aveva già apparecchiato e tutto.
Battista accolse i ragazzi dicendo:
 – So che siete un po' stanchi, per cui ho già preparato tutto io.
J,O,A,Y,U,E – Grazie Battista.
Quel giorno Battista aveva preparato per pranzo maialetto arrosto, ai ragazzi pareva strana la cucina locale, ma mangiarono comunque.
O,J,A,Y,E,U – Porcamiseria, da quando siamo al Kadic non abbiamo mai mangiato nulla di più buono!
O – Rosa sarà anche un ottima cuoca, ma della carne così buona non l' aveva mai fatta!
B – Grazie ragazzi, sono contento che abbiate apprezzato.
Jeremy e Odd erano, intanto concentrati sulla TV, essa era sintonizzata sundi un' emittente locale d' informazione, Videolina, e in quel momento al TG sembrava stessero dando di matto: c' era, infatti un buffo servizio che parlava di una signora “prigioniera” dei gabbiani che, a detta sua, se tentava di stendere, i gabbiani l' aggredivano con le zampe davanti e con il becco Woo-woo.
Odd e Jeremy scoppiarono a ridere come dei pazzi, seguiti a ruota dagli altri.
Non s' erano accorti del fatto che s' era messo a piovere, se ne accorsero, loro malgrado, quando tentarono di uscire.
 – Mi sa che dovremmo restare dentro, dovremmo trovare un modo per ingannare il tempo.                       Disse Aelita
B – Che ne dite di una partita a carte?
J,O,A,E,Y,U – Ottima idea!
Tra una partita e l' altra s' era fatta ora di cena, i ragazzi cenarono, guardarono la TV e si coricarono presto.
B – Domani vi sveglio io, se l' idea vi piace faremo una scampagnata, che ne dite?
I ragazzi risposero in coro:
– Ottima idea, a domani!
I ragazzi si coricaro nelle rispettive stanze e si diedero la buonanotte.
Il giorno dopo Battista svegliò i ragazzi alla buon ora, precisamente alle sette e mezza.
Era una fredda mattina d' ottobre, sembrava di essere in Siberia.
I ragazzi fecero colazione, prepararono l' occorente per il pranzo al sacco.
Uscirono nelle campagne del paese e nelle zone circostanti, li l' aria era pulita e si sentiva un profumo di erbe molto particolare.
Circa alle 13:30 i ragazzi consumarono il loro pranzo al sacco.
Alle 16;30, circa rientrarono, ancora più stanchi del giorno prima, erano però contenti della visita delle campagne, esse apparivano ben più rigogliose del bosco dietro al Kadic e, soprattutto profumavano, al contrario del bosco dietro la scuola che puzzava di merda e idrocarburi.
Quella sera Battista aveva preparato agnello arrosto.
Odd, che come al solito è una buona forchetta disse: 
– Certo che quando, tra poche ore, saremo al Kadic, queste prelibatezze mi mancheranno!
J,A,U,Y,E – Ma stai zitto che mangi quanto un elefante che non vede cibo da settimane!
O – Va bene, va bene no comment! 
I ragazzi si coricarono presto, il giorno dopo sarebbero rientrati al Kadic, si sarebbero dovuti riposare, il viaggio sarebbe stato stancante.
Si svegliarono presto, alle sette, alle sette e mezza erano già pronti a partire, salirono sul pulmino dell' amico di Battista, soprannominato da Odd “Chernobyl mobile” a causa del fumo nero e denso che usciva dallo scarico.
Dopo una strada tutte curve che, come al solito aveva fatto venire il mal di stomaco a Odd i ragazzi raggiunsero l' aeroporto.
J,A,Y,U,O,E – Non sapremo mai come ringraziarti, per la tua disponibilità!
B – Di cosa? Sono stato molto contento di avervi come ospiti, spero di rivedervi presto da queste parti!
J,A,Y,U,O,E – Arrivederci Battista
B – A presto ragazzi!
Detto questo i ragazzi entrarono nella zona controlli dell' aeroporto e si imbarcarono.
A – Direzione, Città della Torre di Ferro!
J – Mi mancherà, Abbacrasta, è un posto bellissimo!
O – A chi lo dici, è un posto fantastico!
E – Concordo pienamente.
Da quando avevano iniziato a visitare Abbacrasta tra Odd e Eva era ancora più chiaro che ci fosse qualcosa, oltre alla sola simpatia reciproca.
Durante il volo Eva disse:
 – Avete altro da dirmi su questo Lyoko?
J,A,Y,U,O – A dire il vero sì!
J – Non ti abbiamo parlato, o perlomeno abbiamo solo fatto un breve excursus sulla materializzazione di Aelita, ma Mk pare che sia giusto sia anche lei a parlarne, io ti dirò solo il mio, lei ti racconterà direttamente ciò che ha provato.
J – Dopo più di un anno di lotte continue contro Xana, siamo riusciti a attivare il piano Alfa, un programma in grado di materializzare Aelita, misi il programma in un CD e ci precipittammo alla fabbrica, virtualizzai i ragazzi, Aelita entrò nella Torre e mi accorsi, mio malgrado che, il CD che avevo preso era quello sbagliato, conteneva una YTP fatta da Odd.  Dovetti tornare a scuola per prendere il CD giusto, solo che, quando stavo scendendo le scale venni inseguito da Jim, corsi troppo e caddi dalle scale.                            Raccontati a Jim tutta la storiamdi Lyoko, avrei lanciato il Ritorno al passato per evitare il suo licenziamento, ma prima dovevo assicurarmi che mi facesse un favore.
Fu l' unico adulto a vedere la materializzazione di Aelita, solo che non se lo può ricordare, siccome avevo usato il ritorno al passato.
A – Quando entrai nella Torre  percepii qualcosa chr non andava, avevo paura, paura di lasciare Lyoko, paura della Terra, non sapevo cosa mi sarei trovata davanti.                                                                     La paura aumentò quando, non sapevo il perché, non venni materializzata, non sentivo più Jeremy, in quel tempo, quei venti minuti furono i peggiori della mia vita. Poi Jeremy arrivò, lanció il programma e, prima che la Torre venisse distrutta raggiusnsi la Terra.           I ragazzi erano molto contenti, pensavano di poter spegnere il supercomputer, ma, appena Jeremy lo spense io svenni, per fortuna lo riaccese subito e io mi svegliai. Fu allora che capimmo che avremmo dovuto uccidere Xana.
Il volo terminò e i ragazzi raggiunsero la zona controlli, una volta superati salirono sul pulmino della scuola e ritornarono nelle loro stanze, stanchi, ma felici.

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Capitolo 9
*** Tra i due regni ***


Tra i due regni
Una strana email

Erano rientrati al Kadic il giorno prima, oggi sarebbero andati a lezione, non come il giorno prima, in cui non erano andati a lezione, perché troppo stanchi.
Il giorno prima si erano coricati presto, erano quindi riposati e pronti per la lezione, almeno Mr. e Mrs. Einstein, loro potevano dormire anche due ore e  sembrare degli zombie, che comunque erano sempre attenti.
Odd ironizzava su questo aspetto, gli definiva “Einsteiniani”, ibrido tra Einstein, parte del loro soprannome e “iani”, suffisso delle specie aliene. Lui, pure se dormiva trentasei ore di fila, non riusciva a stare attento a lezione, gli invidiava a morte.
Jeremy era, come suo solito ipnotizzato dalla lezione della prof Hertz, Odd dormiva, come suo solito.
Aelita e Eva chiacchieravano, da quando Eva frequentava il gruppo le due ragazze erano diventate amiche.
La lezione finì in fretta, poi i ragazzi avevano un' ora buca, si misero d' accordo per incontrarsi nel parco della scuola.
Pure Yumi aveva ora buca, pure il prof della sua classe  assente.
Nel parco i ragazzi si misero a chiacchiere:
J – Pochi minuti fa ho ricevuto un' e-mail da Battista, non l' ho ancora letta, ho letto solo l' intestazione, essa diceva “strani accadimenti ad Abbacrasta”, ora la leggo:
Un saluto a te e ai tuoi amici, Jeremy, spero abbiate fatto buon viaggio.
Ma veniamo alle cose serie, questa mattina è successo qualcosa di assurdo, c' è stata un tempesta di fulmini, è saltata la corrente e sono crollati i pali della luce.
Sono anche saltate molte prese della corrente, è intervenuta la protezione civile e ora siamo collegati ai generatori di emergenza. Su molte TV, compresa la mia è apparso uno strano simbolo, per fortuna sono riuscito a fare una foto, te l' allego.
Jeremy aprì la foto, era quel che temeva, quel simbolo, definito strano da Battista, lui lo conosceva fin troppo bene, era il simbolo di Xana: un pallino, due cerchi concentrici intorno, dal cerchio più esterno partivano quattro barrette, tre più grosse sotto e una, più sottile sopra.
J – Era quel che temevo, Xana non è morto!
A – Quindi… il sacrificio di mio babbo è stato inutile?
Y – No, assolutamente, è stato fondamentale, non avrà mai la potenza che aveva prima, ha perso buona parte della sua forza.
O – Siamo pronti a riaffrontarlo, e a distruggerlo, una volta per tutte!

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Capitolo 10
*** Walter Stern ***


Walter Stern
– Eccheccazzo non è possibile, ho cercato di chiamarlo almeno ter o quattro volte e non ne vuole sapere di rispondere, probabilmente, come suo solito, avrà preso dei brutti voti o avrà fatto qualche cazzata.
Disse Walter Stern, in tono minaccioso
 – Non ti sembra di essere un po' esagerato?!? Magari non ti risponde per quello!
Gli rispose sua moglie.
Wa – Senti, mi pare di essere in diritto di conoscere la situazione scolastica di mio figlio! Anche i miei si preocupavano solo dei voti e di scuola, ma perlomeno io ero il primo della classe e soprattutto mio padre vedeva di buon occhio i miei amici, non erano mica una compagnia di idioti sfaticati! 
– Ma se non gli conosci nemmeno 
Rispose sua moglie
Wa – GUARDARLI MI BASTA PER CAPIRE CHE SONO DEGLI INCAPACI!                                                          E, ora scusa ma voglio stare da solo.
La donna se ne andò lasciandolo solo.
Wa – Ma che cazzo di gente mi capita di avere intorno, “ sei troppo duro”, “ dovresti capire che…” , “mettiti nei sui panni”, come se anche io non abbia avuto la sua età!                                                                    Soddisfazioni zero, proprio!
Va di merda a scuola, non subisce lo stress dell' andivieni, vive li!
Pensare a quello gli aveva fatto ricordare la sua adolescenza che, al pari di quella del figlio è stata difficile: lui si dava come erempio da seguire, come modello da cui ispirarsi, ma la verità era ben diversa, lui non era l' uomo che diceva di essere, non aveva mai fatto niente di quello che diceva al figlio.                 Gli diceva che lui non solo studiava ma che lavorava anche in casa e in campagnia, nulla di più falso.
Lui non voleva che suo figlio sapesse quelle cose, non voleva che lui sapesse veramente chi era suo babbo, aveva paura che la situazione tra lui e suo figlio degenerasse ancora di più, mentre, una parte di lui pensava che fosse giusto che suo figlio conoscesse la verità, verità che, tra l' altro cercava di nascondere anche a se stesso.
Pensò alla sua infanzia, era nato e aveva vissuto in Francia, ma aveva origini tedesche, i suoi genitori e i suoi nonni erano tedeschi, si erano trasferiti in Francia dopo la caduta di Hitler.
Tra le tante verità che voleva nascondere a se stesso c' erano le figure del nonno paterno e di suo babbo.
Suo babbo lo conosceva a malapena, era sempre fuori, poi era sparito e ne aveva perso le tracce.                 Ave quindi sostituito la figura paterna con quella di suo nonno, ex consigliere e stretto collaboratore di Hitler, per questo aveva accumulato un' enorme fortuna.         I suoi modi rudi, grezzi e la sua cattiveria gli aveva ereditati dal nonno.                                                      Dal nonno aveva anche ereditato l' enorme fortuna in denaro,denaro al cambio attuale nove milioni di euro, per cui non aveva mai avuto bisogno di lavorare.            I sensi di colpa lo stavano disgregando, per distrarsi decise di fare un giro in macchina e di accendere la radio.
La radio trasmetteva le soltie canzoni moderne, gli ultimi successi di cantanti che dopo quella canzone non si caga più nessuno.                                                      A un certo punto gli parve di sentire un' interferenza nel segnale, quest’ ultimo appariva disturbato, come se qualcuno stesse creando interferenze.                           A un certo punto gli parve di sentire una voce, era la Voce, essa disse solo “ajó, preparati che il tuo tempo è scaduto!”.                                                                         Walter, quasi in automatico, prese, dal cassetto portaoggetti della sua auto una pistola calibro nove, se la puntò alla tempia, ma prima che potesse fare qualcosa, sentì una voce femminile, essa disse:
– Ma cosa cazzo pensi di fare? Sei serio? Perché dovresti farlo?
Walter si girò di scatto, si ricordava di essere partito solo, e invece trovò accanto a sé una donna.                 Una donna bellissima con dei lunghi capelli neri e dalla pelle bianchissima.
– T t tanto per cominciare tu, chi sei?
La donna non rispose, gli disse:
– Tu, come tutti gli umani hai commesso degli sbagli, ma non commettere quello più grosso.                          Parla con tuo figlio, digli la verità, sii gentile con lui, non preoccuparti solo della scuola e non giudicare dalle apparenze.
 – Va bene, disse Walter, mi pare di essere un uomo nuovo.
Non fece in tempo a dirlo che la donna sparì.
W – Me la sarò immaginata, sarà stata la mia coscienza, fattostà che aveva ragione, devo parlare con mio figlio.
Walter rientrò a casa, ma, prima di scendere dall' auto, guardò attentamente il sedile del passeggero.              Su di esso c' era un biglietto, esso recitava: spero che tu abbia fatto la scelta giusta, firmato Redenta.
Walter spedì un messaggio a suo figlio, esso diceva: figlio mio, solo ora mi rendo,conto di aver sbagliato, solo ora mi rendo conto di essere stato un idiota, voglio parlarti al più presto.
Ulrich lesse il messaggio, gli pareva che le sue intenzioni fossero reali, per cui, una volta salito in camera sua chiamò a suo babbo.
L' uomo rispose al primo squillio, disse:
– Ciao, figlio mio, vorrei chiederti scusa per come mi sono comportato in questi anni, sono stato un coglione, ti ho sempre detto di prendermi come punto di riferimento, ti ho sempre detto che io oltre a studiare lavoravo, ti ho detto che mio padre vedeva di buon occhio i miei amici… nulla di più falso, mio padre era sempre assente, sono stato cresciuto da mia madre e dai miei nonni paterni, mio nonno era un alto consigliere di Hitler, aveva accumulato un' enorme fortuna in denaro e da allora non abbiamo più avuto bisogno di lavorare.                                                     Ho preferito mentirti, nascondere la verità, perché pensavo che non dicendoti la verità, ma facendomi apparire come non sono avresti potuto evitare di fare i miei stessi errori.
U – Preferisco avere un padre onesto, piuttosto che averne uno che ostenta la perfezione.
W – Grazie, figlio mio.

 

 


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Capitolo 11
*** La rinascita di Xana ***


La rinascita di Xana
 
I loro sospetti erano fondati, Xana era rinato, o meglio, non era mai morto, una parte di lui era sopravvissuta all' antivirus di Jeremy e al sacrificio di Franz Hopper. Non aveva ancora raggiunto il supercomputer, non aveva ancora raggiunto la sua potenza massima, aveva iniziato con un attacco elettrico di non troppa potenza, poteva essere inteso come un ceck up, si voleva assicurare che potesse ancora controllare l' elettricità, ci riusciva ancora.
Il primo passo era riuscito, tramite il trasporto digitale aveva raggiunto la Francia, ora doveva attendere che i ragazzi accendessero il supercomputer, una volta fatto ciò avrebbe ottenuto la sua potenza originale.
J – Ma dove si è nascosto Xana? Come è possibile che si sia salvato? Chi ha permesso che rinscesse? Perché ha attaccato peroporio Abbacrasta? Quali sono le sue intenzioni? 
A – Jeremy, calmo, una domanda per volta! Cominciamo dal supercomputer, proviamo a vedere se ci sono Torri attive, se non c' e ne sono spegnamo tutto, altrimenti, altrimenti bhe, secondo round.
J – Io vado ad avvisare Ulrich e Odd, te occupati di Yiumi e Eva.
A – OK, Jeremy!
I ragazzi, compresa Eva, si precipitarono alla fabbrica abbandonata.
E – Ma in che cazzo di posto mi portate? Passi il bosco, passino le fogne, ma cosa cazzo ci facciamo in questa fabbrica abbandonata? 
J – Non ti ricordi del nostro racconto su di Lyoko? È tutto vero!
I ragazzi scesero con l' ascensore nel primo piano stotteraneo, dove c' era la stazione di controllo del supercomputer, un grosso braccio meccanico che sorregge un' enorme monitor.
Poi scesero al secondo piano sotterraneo, qui c' erano gli scanner.
Eva chiese:
 – Ma cosa cazzo sono sti cosi? Delle cabine doccia?       A – No, sono dei dispositivi, chiamati scanner, che permettono di accedere a Lyoko!
I ragazzi presero l' ascensore per scendere fino all' ultimo piano, precisamente quello dove si trova il supercomputer.
I ragazzi si misero d’accordo su chi lo avrebbe acceso, alla fine venne deciso che sarebbe stata Eva a accendere il supercomputer.
La ragazza appoggiò la mano sulla leva di accensione, tremava come una foglia, e l' abbassò.
Un lampo di luce azzurra invase la stanza, il supercomputer era acceso.
I ragazzi salirono al primo piano, dove c'  era la consolle di comando, Jeremy si sedette sulla poltrona e armeggió con la tastiera, 
— Nessuna torre att…
Si bloccò di colpo, vide che il superscanner aveva rilevato una torre attiva.
J — Virtualizzo priva Eva e Aelita, Eva non è immune dalla possessione, poi virtualuizzo voi.
Y,O,U,A,E — OK!
I cinque scesero nella sala scanner 
J – Trasferimento Aelita, trasferimento Eva, scanner Aelita, scanner Eva, Virtualizzazione! 
E – Ma dove cazzo sono?!? 
A – Benvenuta su Lyoko!
E – Perché cazzo sei sei diventata un' elfa?!?
Eva si guardò, pure lei aveva cambiato aspetto, ora sembrava essere una rockstar, indossava anfibi neri, jeanas verde acido e un giubbotto di pelle.
Arrivarono poi anche Odd, Yumi e Ulrich, rispettivamente Catman, una Ghescia e un samurai 
E – Ma quindi non siamo le uniche due a sembrare strane…
J – Non voglio fare discorsi degni di una rivista scientifica, ma, in parlole povere, in Lyoko, una persona appare come desidera essere, per esempio Ulrich, che pratica arti marziali orientali appare come un samurai, oppure Yumi, che è di origini giapponesi, appare come una ghescia, magari te, che ne sò, sei fan di un gruppo di musica Rock.
E — Ora che ci penso è plausibile, io sono una grande fan dei Ceb Digital, che sono, appunto, una Rock-band.
J – Ma ora basta con le chiacchiere, Xana è rinato ed ha attaccato! Pare non sia in fortissima, non ha lanciato un attacco enorme, ma è meglio sbrigarsi!
I ragazzi si trovavano nel settore banchisa, la, Torre attiva si trova li, a pochi passi da dove si trovano.
Aelita entrò nella Torre e la disattivò.
J – Che ne dite, lo lancio il ritorno al passato?
E – Cosa cazzo è il ritorno al passato?
A – È semplice, con questo programma si torna indietro nel tempo, solo noi sei possiamo ricordarci di quello che succede, gli altri non  sanno che stanno rivivendo la stessa giornata.
E – È impossibile! 
J – Ne sei certa?!? RITORNO AL PASSATO, ORA!!!
Appena dato il comando, un' enorme luce bianca uscì dal proiettore e il tempo tornò indietro di dodici ore, i ragazzi si trovano fuori, nel parco del Kadic, pochi minuti prima della lezione…
E – MA CHE CAZZO STERGONERIA È MAI QUESTA?!?
J – Niente magia o stregoneria, tutta tecnologia!
O – Ma chi cazzo ne ha voglia di sopportare ancora un' altri volta la lezione della Hertz
Y – Ma come, per la tua ragazza faresti quandunque cosa…
Odd e Eva Eva arroasirono.
U – Pare che Xana non ci darà pace per ancora altro tempo…
J – Combatteremo ancora??
J,O,U,Y,E,A – SÌÌÌ!!!!
Xana era tornato, non aveva la stessa potenza di prima, ma era tornato, il modo era in pericolo, di nuovo.
Per l' ennesima volta i ragazzi dovranno affrontare Xana, ma non è lo stesso Xana di qualche tempo prima…
È uno Xana diverso, con una diversa malvagità e un diverso obbiettivo, sconoascito ai ragazzi.
Anche se… lo scoprinanno presto, molto presto.
Per affrontarlo i ragazzi ricorreranno a un insolito, ma quantomai potente alleato.
Lo incontreranno presto, anzi prestissimo, e qualcuno che conoscono bene lo ha già incontrato.

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Capitolo 12
*** William Dumbar ***


William Dumbar

Città della Torre di Ferro
20 ottobre
William era un ragazzo normale, o almeno faceva finta di esserlo, in realtà nascondeva un terribile segreto, lo conoscevano solo lui e i ragazzi, compresa Eva.
Non era bravo a scuola ed era stato espulso da fare scuole, quello però non era il suo segreto, lo,sapevano tutti, tutti sapevano che era stato espulso dalla scuola precedente perché avava apparso bigliettini d' amore nell' aula, da quella precedente ancora per essere stato coinvolto in una rissa, da quella precedente ancora per aver preso a parolacce un insegnante, da quella precedente ancora per aver picchiato il suo compagno di banco…
Non era quello il suo segreto, quello lo sapevano tutti quello lo raccontava divertito e gli altri ridevano quando gli raccontava.
Non era neppure per i suoi risultati scolastici, la sua media era del due, pure quello lo sapevano tutti.
Poteva essere una delusione d' amore, era innamorato di Yumi, ma ormai lei e Ulrich erano fidanzati e non voleva rompere il loro rapporto, quello di non interrompere questi rapporti lo aveva imparato a sue spese qualche anno prima, quando era rimasto coinvolto in una rissa che gli era costata l' espulsione.
Sì, era geloso ma quello non era il suo scheletro nell' armadio più grosso, rispetto al suo vero segreto, che poteva essere paragonato a quello di un' elefante, quello era quello di un topo.
Dopo di lei aveva frequentato altre ragazze, ma era sempre stato rifiutato, di certo non ci sapeva fare in amore.
Il suo segreto era ben peggiore.
Era una mattina di inizio marzo, la sua classe era uscita per fare una relazione sulle piante del bosco, lui non era andato, era in punizione.
Quel giorno c' era stato un attacco di Xana, egli aveva preso possesso della classe di Yumi, lui, involontariamente aveva contribuito a combattere contro le persone possedute.
Lui pensava fosse un sogno.
Oppure a metà marzo, quando aveva disinnescato una bomba nella fabbrica.
Non era mai stato ammesso tra i guerrieri Lyoko per via del veto di Yumi, per ammettere un nuovo membro nel gruppo ci deve essere la collegialità dei membri, per esempio Eva era stata ammessa nel gruppo perché tutti e cinque l' avevano giudicata responsabile e coerente.
William, invece, era stato giudicato immaturo da Yumi, per cui non era stato ammesso.
Alla fine, dopo essersi dimostrato utile in più di una situazione era stato ammesso con riserva, cioè sarebbe stato virtualizzo solo se strettamente necessario.
Dopo che Aelita era stata, per ben quatto volte, ipnotizzata da Xana per distruggere i settori di Lyoko, i ragazzi avevano deciso unanimemente di ammettere William nel gruppo.
Pochi giorni dopo era arrivata la sua occasione, tutti i ragazzi erano impegnati, avrebbe così avuto l' occasione di dimostrare il suo valore.
Venne virtualizzato, su Lyoko, apparve vestito con una tuta bianca e blu e con una fascia rosso che gli faceva da cinto.
Come arma brandiva una spada zeiwander blù, bianca e grigia, sopra l' impugnatura c' era un doppio triangolo blù. 
Era stato virtualizzato con Aelita, e, giusto per mostrarsi figo aveva fato una strage di creepers, questo, probabilmente aveva fatto arrabbiare a Xana, per cui egli aveva inviato lo schyphozoa, con il compito di fargli cambiare schieramento.
William era impaurito dal mostro e non era riuscito a difendersi, si era fatto catturare e Xana aveva preso il controllo del suo corpo, non era lui a decidere cosa fare, ma Xana, era stato obbligato da lui a distruggere il nucleo di Lyoko.
Dopodiché si ritrovò in uno spazio vuoto, fatto di nulla.
Si guardò, era completamemte vestito di nero, aveva un logo di Xana bianco, nella sua spada era comparso un marchio di Xana.
Era uno schiavo dell' entità digitale, rispondeva ai suoi ordini, non poteva ribellarsi.
Delle volte veniva mandato nei supercomputer delle replike, in questo caso aveva una spada diversa, pareva insanguinata.
Quando tentava di ribellarsi sentiva come delle scosse, che lo obbligavano a cambiare idea.
Si sentì come rinato quando venne liberato da Xana, non era più lo schiavo di nessuno, non era agli ordini di nessuno.
Quando ritornò alla fabbrica venne riposseduto da Xana, ma, prima di uccidere Yumi, Xana fu ucciso e lui cadde a terra, svenuto.
Si sentiva un idiota, non avrebbe dovuto aver paura delo schyphozoa, non si sarebbe dovuto far catturare.
A un certo punto sentì una voce, era la Voce, essa diceva solo: ajó, preparati che il tuo tempo è scaduto!
Egli non poté resistere, si mise a correre, correre verso il bosco.
Raggiunse un albero, si slegò il cinto, ma, prima che potesse impiccarsi, vide una donna bellissima.
Ella gli disse:
 – Cosa cazzo pensi di fare?!?
W – La mia vita non ha senso…
R – So come di senti, sei passato, senza il tuo volere, dalla parte del nemico, hai combattuto contro quelli che erano i tuoi amici… Loro ti hanno sempre affrontato e hai sofferto quando cercavi di liberarti dal suo potere…
W – Ma come è possibile che tu sappia tutto?
R – È un segreto! So anche delle tue delusioni in amore… per quello ti dico solo, va da chi veramente ti ama… Sissi.
W – Sei seria?
R – Io non mento mai. Va da lei, non pensare di fare cazzate come questa, combatti sempre, anche conrro chi ti sembra imbattinlie, come, in questo momento non ti sei arreso alla Voce.
William si sentì una persona nuova, salì nella sua camera, ma a metà strada, per poco non andò a sbattere contro Sissi.
S – William…?
W – Sissi… ? 
W, S – Ho vuto una strana visione, una…
W, S – Parla prima tu!
S – Una donna mi ha detto che non mi dovevo suicidare e che avrei dovuto trovare in te la persona che mi ama per davvero..
W – Stessa cosa che è successa a me..
S – Questo vuol dire che…
W – Il destino ci ha fatto incontrare…
I due, da quel giorno iniziarono a frequentarsi e si fidanzarono.




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Capitolo 13
*** L' obbiettivo di Xana ***


                                                    L' obbiettivo di Xana
Città della Torre di Ferro
15 ottobre, 16:46
I ragazzi erano seduti in una panchina del parco della scuola, non era però, perlomeno per loro, una panchina come le altre, per loro quella semplice panchina era importantiassima, su di essa, infatti, i ragazzi si organizzavano sul come combattere Xana, sullla materializzazione di Aelita, sul decidere se spegnere o meno il supercomputer….
A un certo punto i ragazzi videro Sissi, ella correva urlando come una pazza:
– Ma perché cazzo mi insegui? Cosa cazzo vuoi da me? Chi cazzo sei?
O – O Sissi si è completamente rincoglionita, non che la cosa mi stupisca, o c' è qualcosa che non va!
Pure Jeremy assistette alla scena, a lui pareva che lo stato mentale di Sissi fosse lo stesso, secondo lui il problema era ben altro.
J – Controllo nel superscanner, non vorrei ci fossero Torri attive.
Jeremy controllò il superscanner, i suoi sospetti erano fondati, c' era una Torre attiva.
A – Ho noato che è presente una Torre attiva… ma perché cazzo Xana non attacca a noi?
U- Approfittiamone, corriamo alla fabbrica!
Y – Mi hai letto nel pensiero!
I ragazzi corasero nel bosco dietro la scuola, esso separava il collegio dal centro abitato, la prima casa dietro il bosco è l' Hermitage, una vecchia casa appartenuta al babbo di Aelita, un uomo che viveva sotto la falsa identità di Franz Hopper, dietro c' erano case normali, appartenenti a persone “normali”. Al centro del bosco vi era un tolmbino, per le persone comuni era un normale tombino, si, pareva messo alla cazzo di cane, visto che un tombino li non ci fa nulla, mentre per loro quel tombino era molto di più, era un passaggio segreto.
Ulrich lo sollevò e un odore di merda putrefatta si elevò nell' aria.
E – Porco cane, che puzza!
A – Entra e non fare storie!
I sei entrarono e attraversarono le fogne, una puzza, se possibile, peggiore della precedente aleggiava nella zona, ma alla fine i ragazzi raggiunsero la fabbrica. La Fabbrica occupava un' intera isoletta, era collegata alla terraferma solo da un ponte, per quanto esso potesse sembrare pericolante, era molto resistente.
La Fabbrica era abbandonata da almeno dieci anni, a giudicare dallo stato di degarado in cui versava, ma nessuno sapeva perché non fosse stata demolita, nessuno a parte i ragazzi.
Una volta giunti al ballatoio, poco dopo una scala tranciata, c' erano due funi, erano molto resistenti e i ragazzi le usavano per raggiungere l' ascensore, o meglio, il montacarichi, che permetteva di raggiungere la sala del supercomputer e la sala scanner.
Jeremy raggiunse la sua postazione, nella consolle di comando del supercomputer e fece scendere i ragazzi al piano inferiore, prima virtualizzó i ragazzi poi le ragazze.
J – La Torre attiva si trova a 34 sud 43 est, vi mando i veicoli!
Apparvero i consueti veicoli, l' Overbike, una moto monoruota, il veicolo di Ulrich, l' Overboard, un volopattino, simile a quello di Ritorno al Furturo  2, il veicolo di Odd e l' Hoverwing, una sorta di Vespa (Piaggio) incrociata con un freesbee, il veicolo usato da Yumi e Aelita.
In più apparve un altro veicolo, destinato a Eva, esso assomigliava a un' enorme chitarra, era per la maggior parte rosso, tranne per alcuni particolari. L' Hoverguitar, cosi si chiama il veicolo era così costituito: un' enorme chitarra rossa, abbastanza grande da ospitare due persone, nella parte superiore presentava un quadrifoglio, esso si trovava su di uno sfondo bianco a forma di triangolo, sul lato sinistro, completamente bianco è presente una croce rossa, su di quello destro, invece, è presente un serpente verde che mangia un uomo.
E – Jeremy, grazie, è bellissimo!
J – In realtà è stato Odd a sceglere di farlo così, io l' ho solo programmato.
J – Comunque sia, non perdiamoci in chiacchiere, siamo in missione! Si stanno avvicinando cinque Bolks.
Il Bolk è il terzo mostro più cancerogeno, dopo lo Schyphozoa e il Kancerat, esso appare come un cubo sospeso aumdi sei zampe, possiede ben quattro occhi di Xana, tre di essi vengono usati per attaccare, ogniuno di essi lancia un attacco diverso, il primo spara raggi laser, il secondo lancia un raggio congelante, il terzo, invece lancia anelli di fuoco, infine, il quarto è il “ cervello” del mostro.
Rispetto, invece alla pericolosità, invece, il Bolk è il quarto mostro più pericoloso: al primo posto c' è il Kolosso, un mostro fatto di lava e merda, al secondo, lo schyphozoa, una grossa medusa in grado di rubare la memoria delle persone e xanificarle, cioè farle possedere da Xana, e al terzo il megatank, una sfera rotolante che spara raggi laser rossi perpendicolari al terreno, così pericolosi da dimezzare i punti vita.
 – FENDENTEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!
Gridò Ulrich mentre infilava una delle sue katane nell' occhio di Xana del mostro.
O – Ricordati, Eva, il punto debole dei mostri è l' occhio!
 – COLPO LASEEEEER!!!
Gridò Odd, mentre  da una delle sue zampe davanti uscivano delle frecce argentee.
Fssssss, un sibilo tagliò l' aria, era un ventaglio di Yumi, esso si era perfettamente conficcato nel marchio di Xana e aveva fatto saltare in aria il mostro.
– CAMPO ENERGETICOOOOOO!!!!
Urlò Aelita, mentre dalle sue mani appariva una sfera rosa, semitrasparente, essa, una volta raggiunto il mostro lo disintegrò.
E – Perché cazzo non ho poteri?
J –  Si, certo che ne hai. Il supercomputer mi dice che   ne hai due : il primo potere  ti consente di immagginare, anche solo per un secondo di avere un' arma, di averla fisicamente in mano e di saperla usare al cento per cento, il secondo potere di consente di distruggere i mostri con le urla.
 – AIUTOOO SONO INSEGUITA DA UN MOSTOROOOOOOOOOOOOOOO!!!!!
Urlò Eva, grazie al suo potere, che, appunto le consentiva di distruggere i mostri con le urla, il mostro esplose, svanendo nel nulla.
Aelita entrò nella Torre e la disattivò, tutto tornò alla normalità.
Jeremy devirtualizzó i ragazzi, tutti e cinque ritornarono sulla Terra.
Y – Mi chiedo quale sia il piano di Xana, cioè, perché non attaccare noi, ma altre persone?
J – Probabilmente perché vuole ucciderli e controllarli al cento per cento, per evitare che possano ribellarsi.
O – Oppure perché vuole studiarli e capire come affrontarsi…
A – Potrebbero essere tutte e due.
I ragazzi tornarono a scuola, erano le sei e mezza, per cui non era troppo tardi, ma era sempre meglio rientrare per non dare sospetti.
U – Indipendentemente da quale sia il suo piano gli impediremo di agire.
 Y – Quadunqe sia il nemico, qualunque arma usi, non riuscirà ma a dividerci.
 
 
N.d.A
Non so quale sia il mostro più pericoloso, per è il Kolosso, se siete d'accordo oppure no scrivetelo nelle recensioni.
Se ho sbagliato scrivendo il nome dei mostri scrivetelo nelle recensioni.

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Capitolo 14
*** Aelita ***


Aelita Stones, ehm Hopper, ehm Schaffer

Città della Torre di Ferro
23 Ottobre, 04:46
Come, ormai da molte notti, Aelita aveva avto un incubo, era diverso dal solito: 

Si trovava in una stanza blú, tutta completamente blù, al centro della stanza c' era un occhio di Xana, leo ci salì,  l' occhio si aprì in due, rivelando una scala,  di quest’ ultima si vedevano solo pochi gradini, gli scese…
Una volta percorsi tutti i gradini, si ritrovò in una stanza buia, nera come la notte più nera, non ci volle molto, appena 10\20 secondi, che un sistema automatico di illuminazione si attivasse.
Ciò che rivelò era terrificante, si trovava in una stanza di colore rosso sangue, in essa si sentiva una melodia inquietante, simile a quella che Xana usa per attirare i suoi mostri…
Quella melodia la mise allerta,  la fece preparare al combattimento, ma non c' erano mostri, nemmeno uno, nemmeno un insignificante Cankelat.
La cosa non era affatto rassicurante, anzi peggiorava la situazione.
Nella parte a est della stanza c' era un corridoio, era dello stesso, uguale, identico, colore della stanza.
Lo percorse pensando che fosse  l' unica via per fuggire si accorse che, ogni venti passi, circa, il corridoio diventava più scuro.
Raggiunse quasi la fine, quando notaóhe, al termine di esso, ci era uno spiazzo su cui poggiava una Torre.
C' entrò d' istinto, passando sopra l' occhio di Xana, esso, come di consueto, si illuminò, un cerchio alla volta, di una tenue luce azzurrina e la consueta delicata spinta verso l' alto le fece raggiungere la piattaforma sopraelevata.
Quello che era inquietante era  ben altro: lo schermo azzurrino, quasi trasparente, apparve, come di consueto, ci poggiò la mano, non apparve, però, la consueta scritta                  
                                        AELITA
                                   CODE LYOKO
Ciò che apparveera ben diverso: apparve, infatti, scritto, AELITA
Poi, le altre lettere apparvero, una per volta: prima un T, poi una O, fino a formare la frase:  AELITA
                          TORNA INDIETRO ORA 
Dopodiché apparve un menù, esso dava due possibilità di risposta: SI oppure No 
Scelse di rispondere si, era probabilmente la risposta più sensata, quella frase, per come era strutturata pareva un' imposizione, per cui decise per quella risposta.
Appena premette SI l' occhio si aprì, si buttò nella fenditura, per una minima frazione di secondo non sbattè contro l' occhio in basso, pure quello si divise in due…
Si trovò nello spazio vuoto che separava le torri, le  sembrava di trovarsi li per un tempo infinito, ma sapeva che il tempo che trascorreva durante il passaggio era lo stesso.
Appena quel tempo che pareva fosse un' eternità passò, non si trovò però in un'altra Torre, infatti, si trovava in una stanza quadrata, pareva larga appena due metri per due ed era grigia, tutt' attorno ad essa si trovavano delle lapidi.
Non sapeva come si uscisse da li, non vedeva porte ne tantomeno aperture di altro tipo.
Non sapeva se si trattasse di fortuna o sfortuna, ma una misteriosa forza la spinse fuori da li.
Si trovava in una stanza di colore rosso sangue, non era quella di prima, questa volta al suo interno c' era un enorme pilastro, esso era poggiato contro il pavimento e pareva fosse infinitamente lungo….
Guardò attentamente la parte di pilastro che le si trovava davanti, era tutta uguale, tutta dello stesso colore rosso sangue, lo percorse per circa metà, li notò che c' era una deferenza, sembrava che un pezzo di pilastro fosse leggermente gonfio, una parte del pilastro era leggermente distanziata, come se ci fosse una porta…
Usò la Sintesi, uno dei poteri a sua disposizione, essa le permette di creare e distruggere a suo piacimento pezzi di Lyoko, per poter aprire quella che sembrava una porta, il suo istinto non le aveva mentito, era  proprio una porta.
Appena si aprì un trasportare, simile a quello che permette di andare a Cartagine, esso la condusse in quello che sembrava essere Lyoko, o quantomeno una sua versione beta, erano infatti presenti alcuni glitch.
Entrò in una Torre, una di quelle che sembrava non avesse glitch e si trovò in un altro settore, pareva fosse la  foresta, solo che  non era la classica foresta fatta di alberi e radure, ma un labirinto ultraintricato, trovare un uscita era impossibile, l' unica salvezza era una Torre che si trovava al centro del labirinto.
Ci entrò, l' occhio di Xana si illuminò, come di consueto e lei si buttò, attese un tempo che pareva fosse infinto, in realtà era sempre lo stesso, ma la paura di ritrovarsi in un luogo sconosciuto lo allungava a dismisura, alla fine il tempo passò e si trovò in una Torre della Banchisa.
Uscì, sembrava la normale Banchisa.
A un certo punto, neppure me se accorse, arrivò William-Xana, la attaccò talmente rapidamente che nemmeno se ne accorse, si ricorda solo le poche parole che le disse: “ajò, preparati che il tuo tempo è scaduto”.
Si risvegliò in preda al panico, era presto, erano appena le quatto del mattino, si precipitaò alla fabbrica, nello spiazzo in basso c' erano quattro corde, ne prese una.
Si stava per impccare, vide davanti a sé la sua vita:
Di quando era piccola e ha vissuto in una base militare, di quando era scappata con suo babbo, dell' Hermitage, di Xana, del supercomputer, dei ragazzi, della sua materializzazione, del sacrificio di suo babbo…
Prese la corda, la fece passare per la ringhiera, ma prima che potesse fare il gesto fatale, venne fermata da una donna.
R – Cosa cazzo pensi di fare?
A – Voglio porre fine alla mia vita, non ho nessuno al mondo, mio babbo è morto, mia mamma è sparita, oppure anche lei è morta…
R- Non è vero che sei sola, i tuoi amici tengono tantissimo a te, Jeremy, coeme già sai ti ama. Per quel che riguarda tua mamma è moooolto più vicina di quanto pensi…
A – Ma come fai a sapere tutte queste cose?
R – Io sono Redenta Tiria, la figlia del Sole, grazie a mio Babbo so tutto, di tutti, o almeno di chi lui può vedere… sento anche che qui c' è molta negatività, un cattivo che sbaglia, un mondo diverso dal nostro… Avvisa i tuoi amici, io vengo con te, ti aiuterò e lo aiutero.
A – Aiutare chi?
R – Xana, il prigioniero del male.


[ N.d.A si, ho preso una parte della storia dall' altra mia storia, non l' ho fatto per spam, ma è fatto a fini marrativi]






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Capitolo 15
*** Hannibal Mago ***


Hannibal mago
Città della Torre di Ferro
Qualche tempo prima
Hannibal mago era il capo di un' organizzazione criminale chiamata Green Phoenix, un uomo dall' aspetto misterioso, solo pochi sapevano descrivelo. Si sapeva solo che amava le cose luccicanti, aveva almeno trenta anelli e due denti d' oro.
Aveva un' età inestimabile, i suoi dati anagrafici erano sconosciuti, inoltre mascherava molto il suo aspetto, chi lo conosce dice che ha circa quarant' anni.
H – Ferma questa macchina, devo fare una cosa.
L' autista, tale Gino, fermò la grossa berlina, una Quattroporte e fece scendere Hannibal, scese pure lui, lasciando una donna da sola in auto.
Città della Torre di Ferro
Sette ore prima
Dopo un lunghissimo viaggio, durato tredici ore Hannibal era stanchissimo, pernottò in un Hotel di lusso, un posto alla portata di pochi ricconi, come lui. A lui era stata riservata una suite di superlusso, un enorme letto, un materasso persiano enorme. La stanza era ornata d' oro e pietre preziose, lui, a vedere queste cose era felice.
L' hotel gli piaceva, la città no.
La Città della Torre di Ferro era la città che più odiava, li viveva un uomo che odiava, che figli aveva fatto perdere milioni, il suo nome era Waldo.
Cenò e si coricò nel megagiagantico letto, quella notte faticò a prendere sonno.
Pensò al suo passato, come a molti il non addormentarsi causa il pensare al passato e alle, brutte figure fatte in precedenza.
Vide davanti il suo passato:
Discendeva da una famiglia molto povera, la sua famiglia campava con quello che la terra offriva.
Aveva altri quattro fratelli, due più grandi e due più piccoli.
I due più grandi sono stati assunti in un azienda agricola, uno dei due più piccoli era morto e l' altro era restato con i suoi.
Lui, invece, aveva seguito la carriera militare, aveva iniziato a diciotto anni ed aveva coperto molti gradi militari, è sempre stato il migliore del suo grado.
Un giorno venne contattato, quasi per caso, da un tale Hunnon Bluers, braccio destro di Scipion il Grande, il capo della Green Phoenix.
Gli venne fatta una proposta che non poteva rifiutare, lavorare per la Green Phoenix,  una cupola mafiosa molto influente e potente, era stata fondata circa duecentoquarantasei anni prima, da un certo Cesar il piccolo, inizialmente era l' unione di due famiglie mafiose che avevano unito la loro influenza, circa venti anni dopo c' era stata una faida e una sola delle due famiglie era rientrata a comandare la cupola, adsorbendo il denaro e i ganci dell' altra famiglia, grazie alla collaborazione con la Red  Phoenix, un' organizzazione terroristica, la cupola, sotto Augustus, aveva assunto il nome di Green  Phoenix,  perché dopo la faida, l' associazione era rinata dalle ceneri, come una fenice e dal verde, il suo colore preferito, le due associazioni si erano fuse, sotto il nome di Green Red Phoenix, che sarebbe, poi strat contratto in Green Phoenix. 
 Sarebbe stato pagato lautamente e con denaro pulito.
Inizialmente gli erano stati affidati compiti abbastanza semplici, piccole truffe, piccoli furti. Dopodiché, quando Scipion notò il suo potenziale gli affidò compti sempre più difficili, dalle megatruffe ai grossi appalti truccati, fino agli omicidi su commissione.
Divenne il braccio destro di Hunnon Blures, che subentrò come capo quando Scipion morì.
Alla morte di Hunnon, Hannibal divenne il capo, nominò come assistente Anthena, la vedova di Waldo, le promise che se avesse collaborato con lui avrebbe lascito stare il marito.
Riuscì alla fine ad addormentarsi, quella notte ebbe gli incubi, Anthena si era ribellata a lui l' aveva sparato. Gli disse solo: ajò, preparati che il tuo tempo è scaduto.
Sette ore dopo Mago scese dalla sua Quattroporte, imsieme all' autista.
Corsero per cinquanta metri, fino a un vicolo cieco.
Mago prese la pistola dal fodero, sparò tre colpi all' autista e poi si sparò alla tempia.
Anthea non gli vide tornare, percorse latrade che i due precorsero prima e vide Mago e il suo autista distesi a terra, morti.
Quando ciò succedeva, c' era uno specifico protocollo: doveva far sparire i corpi e le tracce:
Doveva prendere un composto segreto, detto hippopotomonstrosespipedaliofobiconio, in grado di far sparire ogni traccia, poi, grazie a un sistema di sollevamento, avrebbe messo i cadaveri nel cofano, gli avrebbe portati alla sede della Fenice e sciolti nell' acido, stessa fine avrebbe fatto l' auto, un' ammiraglia da trecentomila euro, sarebbe stata incendiata e sciolta in mezzo milione di litri di acido solforico.
Tutto questo in modo da non lasciare tracce.
Ora era lei a comandare la Green Phoenix.
Hanibal aveva accumulato un patrimonio di circa cento miliardi di euro.
Anthea, dato che,era una brava persona preferì far cessare di esistere la Green Phoenix, diede una buonuscita ai soldati, usando circa un quatro del patrimonio accumulato da Mago, ne donò una parte in beneficenza e una buona parete la tenne per se.
An – Dio mi perdoni, ma ho rischiato la vita ogni giorno, questi soldi me li merito.
Detto questo ella mise al Kadic una croce, a ricordo del marito morto per la salvezza dell' umanità.
Prese una casa in affitto e si trasferì nella Città della Torre di Ferro.
Sapeva dei mondi virtuali,  sapeva che suo marito ne aveva creato uno li.
Grazie a un ciondolo–trasmettitore morse , lei e il marito erano rimasti in contatto, per cui sapeva che lui si era virtualizzato su Lyoko, il sei giugno 1994, insieme a Aelita, il messaggio diceva: 
CITTÀ TORRE FERRO, IO AELITA SU MIA CARTAGINE, ACQUE AGITATE, TORNO CON MARE CALMO.
Per lei quel messaggio era chiaro, voleva dire che lui e la figlia si erano virtualizzati su Lyoko, o come lei la conosceva, la sua Cartagine, voleva trovare sua figlia, suo marito, invece non poteva più trovarlo, le era arrivato, dopo tanti anni, un messaggio, lei era da sola e a sentirlo era rimasta sconvolta.
Diceva: 
WALDO È SCOMPARSO, HA UCCISO IL MALE
AELITA STA BENE.
Lei voleva trovare sua figlia, doveva cercarla…
Ma dove?
 
 
[ N.d.A, chiedo venia se qualche giorno non ho carcato, ma ho avuto qualche impegno e qualche problema con internet..... Mi dispiace, cari quattro gatti che avere letto tutto, ma non ere colpa mia]

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Capitolo 16
*** L' incontro ***


L' incontro
Città della Torre di Ferro
30 ottobre 
Dopo il tentativo di suicidio, Aelita era rientrata al Kadic, accompagnata da Redenta, lei aveva deciso si restare con Aelita, poiché voleva liberare il Prigioniero del Male, appena rientrò andò subito dai ragazzi e abbracciò fortissimo a Jeremy, baciandolo anche, il ragazzo rischiava di svenire, Aelita gli disse:
 – Grazie per tutto Jeremy!
Poi iniziò a raccontare:
È successo tutto ieri notte: ho avuto un incubo, non il solito incubo dove ero inseguita da dei lupi, o degli uomini in nero, ne tantomeno riguardava mio padre, era un sogno molto diverso, ero sola, in un posto isolato, desolato, non mi sembrava Lyoko, ma non lo era.
Descrisse tutto il suo incubo, fino alla Voce.
Aelita disse: se sono viva è tutto merito di…
Non riuscì a finire la frase che, di colpo arrivò Redenta, la donna raffigurata nella statua al centro di Abbacrasta, appena arrivò disse:
 – Ora il mio compito è quasi completo, mancano solo due cose e per farle ho bisogno di voi, per la prima, in particolare ho bisogno di Aelita.
A – Esatto, grazie a Redenta ho scoperto che mia mamma è ancora viva e, inoltre mi ha detto che non è molto lontana da qui, mi ha detto che è molto, molto vicina.
Y – Ma è una notizia bellissima, lei è ancora viva!
U –È fantastico, ti aiuteremo noi a trovarla!
Si era fatta ora di lezione e i ragazzi entrano nelle loro rispettive classi, Jeremy Aelita, Odd, Ulrich e Eva avevano lezione di informatica, Yumi di Inglese.
La prof non arrivava, era strano, di solito, al Kadic, gli insegnati sono puntuali, ma questa volta era diverso.
Dopo circa dieci minuti arrivò la professoressa, era la nuova insegnante di informatica, l' altra era andata in pensione.
Anthea, la prof, era piuttosto nervosa: era stata assunta subito: aveva superato tutti i concorsi ed era risultata la migliore, ma in questo caso era diverso: doveva trovare si faccia a faccia con 14 alunni, piuttosto indisciplinati. 
Aveva già letto l' elenco degli alunni e un nome non le si levava dalla testa: Aelita.
Appena entrò all' interno dell' aula calò io silenzio: i ragazzi si bloccarono e si misero ordinatamente in piedi dietro i banchi, salutando la prof.

Anthea si presentò:
– Buongiorno ragazzi
I ragazzi risposero in coro:
– Buongiorno professoressa
La donna continuò:
Il mio nome è Anthea, voi come vi chiamate?
La prof fece l' appello, e iniziò a memorizzare i nomi dei vari ragazzi. Appena nominò Aelita, una ragazzina dai capelli rosa, come i suoi, le rispose – Presente!
Subito dopo Anthea svenne, dopo anni aveva visto la figlia, venne portata in infermeria dai ragazzi, Aelita decise di restare con lei, pensava di essere lei la causa del suo svenimento e voleva chiarire il perché.
Dopo circa venti minuti, la donna si svegliò, chiese  Jolanda, l' infermiera di lasciarle sole, se ai sarebbe risentita male Aelita l' avrebbe avvista.
Una volta sole le due si strinsero in un forte abbraccio
An – Figlia mia, quanto tempo!
A – Mamma, è un secolo che non ci vediamo!
An  – Abbiamo un sacco di cose da raccontarci!
A – Comincia te
An – Va bene:
Tutto è iniziato nel millenovecentottantacinque, anno in cui io e tuo babbo, Waldo, stavamo lavorando a un progetto segreto chiamato Cartagine, il suo scopo sarebbe dovuto essere quello di fornire energia elettrica a basso prezzo nei Paesi poveri, in realtà, il progetto era molto più ambizioso, sarebbe stato usato per manipolare l' elettricità e bloccare le comunicazioni a livello mondiale.
Appena lo scoprimmo Waldo abbandonò il progetto, potandoti  con se. Io continuai a lavorare su Cartagine per altri due anni, quando venni rapita da Hannibal Mago, venni costretta a lavorare per lui, il capo di una cupola mafiosa. Egli si è suicidato circa una settimana fa e io ho ereditato il suo patrimonio, avevo deciso di chiudere tutto e ritirarmi a vita privata, ho deciso di lavorare come professoressa per non attirare sospetti… tu non dirlo a nessuno!
A – Io pensò che non dirlo a nessuno peggiori la situazione, come c' ha detto Battista, nascondere FLI scheletri nell' armadio peggiora la situazione, posso dirlo almeno ai miei amici e così liberarti da questo peso?
An – Si, puoi dirlo, ma dimmi… chi è Battista?
A – È uno scrittore che proviene da un paese chiamato Abbacrasta, c' ha anche ospitati a casa sua, ad Abbacrasta.
An – OK, mi potresti, ora raccontare la tua storia?
A – Va bene, ti dico che ho scoperto tutto grazie al video-diario di mio babbo:  alcuni CD ritrovati in un armadio della stazione. Dopo la sua fuga dalla base militare abbiamo avuto una vita molto movimentata, abbiamo cambiato numerose identità pur di fuggire da quelli del progetto Cartagine, fino a quando non ci trasferimmo qui, nella Città della Torre di Ferro, vivevamo in una villa, oggi abbandonata, l’ Hermitage. Babbo ha continuato a lavorare in segreto al progetto Cartagine, così facendo ha creato Lyoko, un modo virtuale dove svolgere i suoi esperimenti. Tutto andava bene, fino a quel giorno, il sei giugno millenovecento novantaquattro, quel giorno, gli uomini del progetto Cartagine fecero irruzione e mi spararono, provai un dolore fortissimo, ma grazie al tempismo di mio babbo, sono sopravvissuta, venni virtualizzata su Lyoko e lì la ferita guarì in fretta.
Sono stata liberata da Jeremy, Ulrich, Odd e Yumi, loro mi hanno fatto uscire da Lyoko.
Purtroppo, per babbo non c' è stato nulla da fare, ha dato la vita per distruggere Xana, e neppure c' è riuscito, Xana è tonato.
An- Assurdo!
A – Adesso vieni, devo farti vedere una cosa.
Le due uscirono e si diressero verso l' Hermitage.
Redenta, poco prima, aveva fatto in modo che tutto tornasse come nuovo. L' arredamento era più moderno e la casa profumava di nuovo.
Aelita fece l' occhiolino a Redenta, che, nascosta tra i cespugli era quasi invisibile.
Le due entrarono, Aelita aveva le chiavi, donatele da Redenta e diede alla mamma il contatto di proprietà della casa, poggiato sul bel tavolo del salotto.
Anthea disdi il contratto d' affitto e si stabilì all' Hermitage.

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Capitolo 17
*** Incontro finale ***


Capitolo 17
Incontro finale 
Città della Torre di Ferro
Giorno di Ognissanti

I ragazzi, compresa Aelita, che aveva deciso di restare ancora qualche tempo al Kadic, diceva che voleva aspettare che si calmassero le acque, avevano deciso di trascorrere il ponte di inizio novembre a scuola, per giustificarsi con Jim avendo detto che avrebbero dovuto fare ripasso con la nuova prof, Anthea, solo che in realtà dietro c' era ben altro…
Erano circa le otto e mezza, quando di ragazzi si trovarono in biblioteca, non erni soli c' erano anche Anthea e Redenta, appena si trovarono Anthea attaccò parola:
An – Ho sentito tutta la storia che mi avete raccontato di Aelita, del fatto che avevate falsificato la identità dicendo che era la cugina di Odd e che era canadese… Ora non serve più mentire… 
A, E, J, U, O, Y – Come?!? 
An – Moltissimi anni addietro, era il 1985 io e mio marito Waldo lavoravamo, come ben sapete, al progetto Cartagine, ma, oltre a quello, quasi in parallelo, lavoravano a un altro progetto segretissimo, un progetto molto complesso: un dispositivo succhiaricordi, in grado, come dice il nome stesso, di eliminare i ricordi relativi a ciò che si vuole, grazie ad esso si può eliminare da tutti i ricordi relativi a ciò.
J – Molto interessante, ma come funziona?
An – Purtroppo non te lo posso dire, e un segreto, ma possiamo costruirlo e programmarlo, è un robottino simile a una mosca, ma molto più resistente, praticamente indistruttibile. Andiamo alla Hermitage, li c' è tutto l' occorrente.
I ragazzi si precipitarono all' Hermitage, durante la breve passeggiata Aelita fece solo in tempo a dire ai ragazzi del fatto che Redenta conosceva il loro segreto e che avrebbe potuto sconfiggere, o meglio cambiare, Xana.
Raggiunta la villa, Anthea, Aelita e Jeremy iniziarono a costruire i robottini, erano dotati di pilota automatico, per cui non è necessario telecomandarli.
An – Ora non resta che programmarli…
A – Mamma, aspetta, prima bisogna fare una cosetta molto importante, andiamo alla vecchia fabbrica, abbiamo una missione da compiere.
An – Va bene, vengo con voi.
Detto ciò si precipitarono alla fabbrica, per i ragazzi, a parte Eva era normale stare li, ci saranno stati centinaia di volte, forse migliaia, sempre con la pressione di salvare il mondo da un attacco di Xana, ma quella volta era diverso…
Anthea, invece appariva disorientata, quella fabbrica era strana, le metteva tristezza, lì era moro suo marito.
Gli otto scesero al primo piano sotterraneo, dove scesero dall' ascensore Jeremy e Anthea, gli altri sei, invece scesero al secondo piano, dove, invece, c' erano gli scanner.
Appena si sedette alla console di comando Jeremy notò qualcosa di strano:
J – Cosa ci fa un puntino singolo sullo schermo, al centro della Banchisa? È stranissimo, ha l' aspetto di un essere umano, ma non ha nessuna indicazione dei p.v.… 
J – Cambio di   programma… vi virtualizzo nella Banchisa, c' è qualcosa di strano al centro del settore…
Intano nella sala scanner… 
O – Di che cosa si tratta?
J – Non lo so, non ha indicazione dei p.v. ma sembra un essere umano…
O – Andiamo  allora… prima le signore…
Eva, Yumi e Aelita entrarono negli scanner e iniziò la consueta procedura di virtualizzazione, in poco più di  trenta secondi su Lyoko apparvero Una Rockstar, una Gheiscia e un' Elfa, poco dopo vennero virtualizzati Odd e Ulrich, rispettivamente Catman e un samurai.
Redenta venne virtualizzato per ultima, il supercomputer la riconosceva come uno spettro, per cui le dava la possibilità di cambiare aspetto e cambiare di conseguenza le armi e i poteri e, inoltre, poteva  usare armi e poteri diversi da quelli che avrebbe la persona di cui è la copia, per esempio, pur assumendo l' aspetto di Aelita potrebbe  usare i poteri di WilliamXana, per esempio,  come il superfumo solo che quest' ultimo, invece di apparire nero, apparirebbe rosa e via dicendo, con i poteri, gli aspetti e le armi  di  tutti.
Appena giunsero al centro del settore notarono un ragazzo molto simile  a William, solo che, invece di avere i capelli neri, aveva i capelli castani, per il resto era la copia sputata di William, anche per quello che riguarda le armi, la sua arma era un' enorme spada zeiwander nera, dal aspetto pareva pesasse almeno tre tonnellate, ma il ragazzo la sollevava senza problemi.
Ra – Stupidi umani, credevate di esservi liberati di me eh?!? 
Aelita disse, sottovoce: - O cazzo, Xana.
X – Esatto ragazzina, sono proprio io!
Y – Ma non eri… morto!?!
X – No, sono stato fortemente indebolito, ma sono IMMORTALE, MUHAHAHAHAHAAHAHAHAHHAHAHHA 
Rise malvagiamente il ragazzo
X – Che aspettate? Perché non mi attaccate? Cosa volete che vi mandi un biglietto da visita? 
Redenta divenne invisibile, anche su Lyoko manteneva i poteri che aveva sulla Terra, anche li suo padre le dava i poteri.
Si avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sulla spalla in pochi istanti, dalla bocca del ragazzo uscì del fumo nero, simile a quello prodotto da un vecchio furgone a gasolio, dopodiché il ragazzo svenne.
Il fumo si dissolse nel nulla scomparendo per sempre.
Circa dieci minuti dopo il ragazzo si svegliò e molto disorientato iniziò a fare domande:
X – Chi siete voi? Cosa ci facciamo qui? Cosa è successo? 
Mi ricordo di essere stato attaccato da un' enorme tigre nera, poi tutto buio, fino a ora. Mi ricordo di Aelita, mi ricordo che eravamo amici, qualunque cosa voglia dire… 
Voi, invece, chi siete?
Il primo a presentarsi fu Odd, il ragazzo-gatto:
O – Piacere, io sono Odd!
Poi si presentò Yumi
Y – Piacere, io sono Yumi
Poi si presentò Ulrich
U – Piacere, io sono Ulrich
Infine si presentò Eva
E – Piacere, io sono Eva
Finiti i convenevoli Aelita disse: - Bene, ora puoi devirtualizzarci, accompagno Xana, che ora, grazie a Redenta, che si è autodevirtualizzata, dicendo che il suo lavoro qui era finito, era diventato buono, il male , che alloggiava in lui era scomparso…, a una torre, cosi inserisci il Codice Terra e lo fai tornare.
J – OK, prima vi devirtualizzo, poi penso a lui.
Devirtualizzazione Aelita, Odd, Yumi, Ulrich, Eva!
Appena i ragazzi giunsero sulla Terra Jeremy disse: - Codice  Terra!
In pochi istanti, in seguito all' attivazione del codice, Xana raggiungse la Terra, i primi istanti furono strani, doveva adattarsi ad avere un corpo, doveva adattarsi a respirare… 
Appena venne rimaterializzato l' ascensore scese e Jeremy e Anthea raggiunsero la sala scanner.
I due si presentarono a Xana e lui si presentò a loro.
J – nel frattempo ho creato una richiesta di iscrizione, Anthea ha accettato di essere lei la mandante dell' iscrizione… per evitare sospetti ti abbiamo creato una falsa identità, per tutti sei Andrea, il fratello di Aelita.
Ora dobbiamo fare una cosetta…
Andarono all' Hermitage e in poco tempo finirono di programmare il piccolo esercito di mosche robot con tutte le informazioni da eliminare e aggiungere. 
In particolare questo piccolo esercito elimina tutte le informazioni sul fatto che Aelita era la cugina di Odd e le sostituì con l' essere la figlia di Anthea e venne aggiunto il fatto che Andrea, cioè Xana, fosse  il fratello di Aelita.
In breve tempo il piccolo esercito svolse il suo compito e la memoria di tutti venne modificata, una volta compiuta la missione i piccoli robot sono programmati per autodistruggersi, in modo che nessuno possa riottenere le informazioni perse… 
Da quel giorno, Aelita, Xana, o meglio Andrea, e Anthea iniziarono a vivere all' Hermitage.
An – Qualche tempo fa ti avevo detto che avrei voluto invitare Battista per scambiare l' ospitalità data da lui, ricordi?
A – Certo, ricordo che ti avevo detto che era meglio attendere.
An – Ora, che ne dici, è il momento? 
A – Si, ora non ciono più problemi.



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