Riflessioni su una guerriera dal sangue blu – Appunti di viaggio del capitano Han Solo

di Leila 95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso Yavin IV - Data Stellare BBY 0:06:19 ***
Capitolo 2: *** Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:20 ***
Capitolo 3: *** Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:21 ***
Capitolo 4: *** Yavin IV - Data stellare BBY 0:07:28 ***
Capitolo 5: *** Yavin IV - Data stellare BBY 0:09:04 ***
Capitolo 6: *** Yavin IV - Data stellare BBY 1:02:34 ***
Capitolo 7: *** Verso Yinchorr - Data stellare ABY 1:08:03 ***
Capitolo 8: *** Hoth - Data stellare ABY 2:10:24 ***
Capitolo 9: *** Akiva - Data stellare ABY 2:01:30 ***
Capitolo 10: *** Hoth - Data stellare ABY 3:01:02 ***
Capitolo 11: *** Shili - Data stellare ABY 3:04:20 ***
Capitolo 12: *** Hoth - Data stellare ABY 3:09:20 ***
Capitolo 13: *** Bespin – Data stellare ABY 3:10:31 ***
Capitolo 14: *** Sullust – Data stellare ABY 4:05:17 ***
Capitolo 15: *** Endor – Data stellare ABY 4:05:19 ***
Capitolo 16: *** Endor – Data stellare ABY 4:05:20 ***
Capitolo 17: *** Endor – Data stellare ABY 4:06:08 ***



Capitolo 1
*** Verso Yavin IV - Data Stellare BBY 0:06:19 ***


Verso Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:19

È da quando mi ha spinto nel compattatore di rifiuti che non riesco a togliermela dalla testa. Quanti anni avrà? Diciotto? A dispetto della sua apparenza così matura e istituzionale si vede che è ancora una ragazzina – eppure mi ha colpito, non so dire neanche io il perché.
[Non ci pensare proprio] ulula Chewie passando alle mie spalle, come se mi avesse letto nella mente. [Lei non è per te.]
No c’è bisogno che me lo ricordi, lo vedo anche io che non è per me. Innanzitutto è troppo giovane. Poi, sarà anche uno schianto, ma è decisamente troppo altezzosa e arrogante perché i miei nervi possano tollerarla senza andare in cortocircuito: si crede già una donna fatta – ma non ha capito che in quanto ad esperienza posso tranquillamente mettermela in saccoccia!?
Questa storia deve ASSOLUTAMENTE finire prima ancora di cominciare. Appena atterreremo sullo sconosciutissimo pianeta dove vuole farsi lasciare, io e la mia controparte pelosa riscuoteremo il nostro lauto pagamento (spero davvero che questi Ribelli mantengano la parola data quando promettono dei soldi) e poi voleremo subito via, lontano anni luce – e io troverò il modo di scordarmela.
 
Sto pensando a cosa potrei fare con tutti i soldi che ho guadagnato semplicemente accompagnandola: innanzitutto potrei finalmente estinguere il mio debito con Jabba, prima che quello mi stacchi la testa dal collo una volta per tutte. Poi potrei comprare quella turbina idraulica che mi occorre da tanto tempo e apportare qualche altra piccola modifica a questo gioiellino volante, che chiamarlo astronave sarebbe riduttivo: chissà, magari potrei finalmente sostituire la doccia sonica con una ad acqua vera…almeno i miei ospiti femminili saranno contenti di poter avere a disposizione una doccia vera, e anche io potrei godere di questo lusso. Sì, non sarebbe affatto una cattiva idea.
 
Il beep del pilota automatico interrompe le mie riflessioni e mi riporta alla realtà, annunciando che stiamo entrando nell’atmosfera di Yavin IV. Ora è il momento di vedere quanto vale davvero questa preziosa principessina: se non ci faranno atterrare sul pianeta addio grana, doccia e tutto il resto – per non parlare del fatto che non avrei come liberarmi di Vossignoria Altezza.
Mi avvicino a lei cercando di essere il più freddo possibile, ma mi accorgo con stupore di non riuscire ad essere algido quanto lei: si rivolge a me con uno sguardo tanto tagliente che potrebbe farmi a fette seduta stante. “Siamo quasi arrivati, Altezza” le dico, cercando di non farmi intimorire dal suo atteggiamento glaciale.
La principessa annuisce, impassibile. “E quindi?”
Mi schiarisco la voce, un tantino a disagio. Sarà pure giovanissima, ma è pur sempre una principessa e quel suo sguardo così severo mette davvero in soggezione. “Avrei bisogno del Suo codice identificativo.”
Forse non si aspettava questa domanda tecnica: per un attimo intravedo una punta di sorpresa nei suoi enormi occhi castani, prima che mormori un certamente e che si avvii a passo sicuro verso la cabina di pilotaggio.
 
Sarà decisamente dura dimenticare il suo passaggio su quest’astronave.

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Capitolo 2
*** Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:20 ***


Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:20

E all’improvviso, senza sapere neppure io come, sono diventato un eroe.
Tutto ciò che volevo fare era tirare quel ragazzino fuori dai guai – e solo perché la mia coscienza pelosa alta due metri mi ha prospettato secoli di rimorsi e di sensi di colpa se non lo avessi fatto. Quindi, nonostante mi fosse stato dato quanto pattuito e avrei potuto dire addio ai ribelli e alle loro pazze imprese contro i cattivi della galassia, sono tornato indietro e ho coperto le spalle a Luke…quel pivellino si sarebbe ammazzato dando ascolto alle sue manie di grandezza!
Devo ammettere con me stesso che un po’ l’ho fatto anche per la Principessa, per dimostrarle che nella mia vita non contano solo i soldi. Pare che sia riuscito davvero ad impressionarla, a giudicare dal modo in cui mi ha accolto al mio ritorno e in cui mi ha abbracciato forte, e di ciò vado parecchio fiero.
 
Ora cammino come un idiota in mezzo a due ali di pubblico, militare e civile, riunito qui per celebrare me, Luke e Chewie – gli eroi della ribellione, come già ci chiamano in molti. Inutile dire che il ragazzino è in brodo di giuggiole: non si aspettava un tale cambiamento nella sua vita di contadinotto, di certo non si sarebbe mai immaginato di ricevere tanti onori e addirittura una ricompensa per la sua follia! Sulla sua faccia c’è stampato un sorriso ebete sin da quando l’ho incontrato stamattina. Per l’occasione si è tirato a lucido e si è anche messo anche il vestito delle feste – io a stento ho indossato una camicia pulita.
 
Il vero spettacolo tuttavia è Vossignoria Altezza, tutta di bianco vestita, che ci attende in cima ai gradini del palco: è davvero stupenda, più mi avvicino e più mi folgora con la sua bellezza. Luke è innamorato di lei – non me l’ha detto ma è evidente: ogni volta che lei lo guarda con quei suoi occhioni color cioccolato pare sempre che stia per svenire e non fa altro che sospirare come un deficiente…è cotto proprio a puntino.
Forse io posso ancora salvarmi dal suo fascino ammaliatore. Appena finita questa pagliacciata me ne andrò con i soldi e inizierò una nuova vita, devo solo stare buono un altro paio d’ore e poi sarò libero.
Quando arriviamo al suo cospetto mi rivolge uno sguardo truce, mentre a Luke dispensa un sorriso luminoso come i soli di Tatooine. Voglio provare a incrinare la sua corazza di ghiaccio, a togliere questo odioso e perenne broncio al suo splendido visino, e per questo faccio la cosa forse più idiota e certamente meno adatta ad un momento solenne come questo: le faccio l’occhiolino. Inaspettatamente, è sufficiente: potrei semplicemente avere le traveggole, ma la Principessa pare accennare ad un sorriso, benché voglia nasconderlo sotto un’espressione seccata e di disappunto, risposta adatta al mio comportamento da buffone.
Della medaglia, della gloria e della celebrazione, sinceramente non me ne frega più niente. Ho ottenuto la mia vittoria personale.

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Capitolo 3
*** Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:21 ***


Yavin IV - Data stellare BBY 0:06:21
Questi festeggiamenti si stanno rivelando una noia mortale – non che io avessi grandi aspettative naturalmente, visti i soggetti. Se non avessi fornito di mia tasca ben tre casse di ottima acquavite ipellrilliana, ovviamente di contrabbando e illegale, a questa festa non avrebbero saputo come divertirsi. Dannazione, questi ribelli pensano di sbronzarsi col latte blu come delle mammolette?!?
Per non parlare del fatto che la popolazione femminile su questo pianeta è quasi del tutto inesistente – tranne qualche pilota, qualche senatrice troppo vecchia per i miei standard e la principessina so-tutto-io – e quindi non ho scappatoie a questa serata soporifera: se ci fosse stata qualche bella bambola, avrei potuto portarla sul Falcon e dare inizio a dei bagordi degni di questo nome.
Meglio che vada fuori a prendere un po’ d’aria.
 
Ovviamente, uno non è libero neppure di affacciarsi al balcone senza che Sua Altezza Reale non si manifesti davanti agli occhi. Chissà che ci fa qui fuori tutta sola, lei che dovrebbe essere la protagonista della festa.
Noto con stupore che si sta scolando un’intera bottiglia di grappa: quella robaccia è forte per un fegato allenato come il mio, figuriamoci per una bambina come lei. “Forse dovrebbe smetterla di bere così” farfuglio. “Potrebbe sentirsi male.”
“NON mi dica cosa devo fare, Capitano! Sono abbastanza grande per riuscire a badare a me stessa.”
Chi me lo ha fatto fare di uscire qui e di mettermi a parlare con la gelida principessina? Mi sale la voglia di rispondere per le rime al suo tono stizzoso, ma so che non è il caso. Meglio lasciarla a cuocere nel suo brodo, mi dico. Le volto le spalle e mi allontano, ma faccio solo tre o quattro passi prima che lei mi chiami di nuovo. “Cosa c’è?” sbotto.
“Le va di bere un goccio con me?”
Finalmente si è voltata verso di me, e alla luce della luna posso vedere i suoi occhi gonfi di pianto e le sue guance rigate dalle lacrime. Prenderla in giro ora sarebbe un delitto che non potrei perdonarmi. “Certo.”
Per molto tempo rimaniamo affacciati alla balaustra a fissare la notte silenziosa, passandoci di tanto in tanto la bottiglia, mentre gli echi della festa sono lontani e smorzati dal vento.
Vorrei dirle qualcosa, ma mi ritrovo completamente impreparato e con la lingua annodata: non mi sono mai trovato da solo con lei per tanto tempo e, soprattutto, non l’ho mai vista esporre così la sua fragilità e il suo dolore. Decido di agire direttamente e le passo un braccio sulle spalle, attirandola dolcemente a me. Posso percepire la sua ritrosia nel modo in cui si irrigidisce e preme un pugno chiuso sul mio petto per svincolarsi dal mio abbraccio, ma non sono intenzionato a lasciarla andare: sta soffrendo maledettamente, rievocando tutte le persone che non fanno più parte della sua vita, la distruzione del suo pianeta, la morte di tanti innocenti, e non le permetterò di farlo da sola.
La lascio piangere sulla mia spalla tutte le lacrime che ha in corpo, cercando di farle capire che le sono vicino: non posso capire cosa sta provando, ma almeno sono qui a soffrire con lei.

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Capitolo 4
*** Yavin IV - Data stellare BBY 0:07:28 ***


Yavin IV - Data stellare BBY 0:07:28
Questa dannata riunione non accenna a finire.
Quant’è che sono qui, due ore? Sembrano passate settimane. Anche se sono in piedi, in fondo alla sala – il mio ruolo in questa pagliacciata ribelle non è ufficiale, quindi non ho il diritto di sedermi nelle prime file assieme a generali e piloti – non posso fare granché per nascondere la mia noia nell’ascoltare l’ennesimo ammiraglio che snocciola piani di fuga e descrizioni di possibili pianeti da usare come nuova base ribelle. Vorrei andarmene via, ma mi rendo conto anche io che sarebbe una buffonata di proporzioni epiche abbandonare quest’assemblea di punto in bianco, quindi mi tocca stare qui buono ancora per chissà quanto tempo.
L’unica cosa che ho capito finora è che ce ne dobbiamo andare da qui, e anche alla svelta: gli imperiali si sono riorganizzati dopo la batosta della Morte Nera e stanno puntando dritto verso di noi…abbiamo i giorni contati.
 
Dopo un pedante e monocorde discorso di un Mon Calamari (credo che si chiami Akbar) sui vantaggi e gli svantaggi di ogni stramaledetto pianeta disabitato della galassia che possa essere compatibile con le nostre esigenze, la parola finalmente passa a qualcuno di più interessante – Sua Altezza Leia Organa.
Nel giro di qualche settimana la principessa ha avuto il potere di catalizzare su di sé ogni briciolo della mia attenzione, malgrado tutti i miei sforzi per non pensare a lei e i miei tentativi di distarmi con altre ragazze: è bella, intraprendente, vivace, intelligente e arguta – per non parlare del fatto che è in grado di tenermi testa e di rispondermi per le rime come mai nessun’altra è stata in grado di fare. Non le manca proprio niente, è perfetta da qualsiasi angolazione la si guardi…l’unico difetto è il suo senso del dovere, così sviluppato da impedirle di vivere in modo normale, di prendersi i suoi tempi, di divertirsi ogni tanto come ogni comune mortale.  Sarebbe così semplice prenderla di peso, qui davanti a tutta l’Alleanza riunita, portarla sul Falcon e farci l’amore, farle dimenticare almeno per qualche momento questi stupidi piani bellici e ricordarle che è una donna – per inciso, una splendida donna – non una macchina da guerra.
 
Quando finisce di parlare il discorso passa al generale Madine, il quale inizia un pesante sproloquio sui vantaggi dei nuovi Ala-X che non ho alcuna intenzione di stare a sentire. I miei occhi sono ancora fissi sulla principessina che, non appena si accorge della mia osservazione segreta, arrossisce leggermente e con lo sguardo mi chiede cosa voglia da lei. Le sorrido impudente, e non posso non gongolare interiormente quando vedo che i bordi delle sue labbra si sollevano appena, accennando ad un sorriso malizioso.
Accidenti, è così bella quando sorride – quasi più bella di quando va in escandescenze.
 
Mi sto addentrando in un territorio assai pericoloso e il bello è che ne sono anche consapevole…più mi avvicino al fuoco e più rischio di bruciarmi e farmi molto male, ma non riesco a resistere alla tentazione di provarci con lei.

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Capitolo 5
*** Yavin IV - Data stellare BBY 0:09:04 ***


Yavin IV - Data stellare BBY 0:09:04
Quando mi sollevo per guardarla, ha ancora gli occhi semichiusi. Non posso non notare quanto sia bella nonostante le guance arrossate e i capelli tutti in disordine.
Inspira profondamente e sospira, in modo così pesante da emettere quasi un gemito. Fa roteare il bacino contro il mio, chiaramente intenzionata a racimolare anche l’ultima stilla di piacere, e io non riesco a non sussultare, mio malgrado. Dannazione, non avrei immaginato che questa casta principessina potesse essere così brava a letto. Apre gli occhi e, vedendo la mia reazione, le scappa una risatina.
 
Faccio per allontanarmi dal suo corpo meraviglioso e interrompere la nostra unione, ma Leia stringe prontamente le cosce attorno ai miei fianchi, impedendomi di fatto ogni movimento. “Dove hai intenzione di andare, Han Solo? Non vorrai mica lasciarmi qui tutta sola.”
“Non ti do fastidio?” So per esperienza che le donne hanno bisogno dei loro spazi dopo il sesso, specie dopo una sessione particolarmente intensa come questa.
Scuote la testa senza smettere di sorridere maliziosa. “Sei esattamente dove ho sempre desiderato di vederti, quindi non permetterò che tu te ne vada.”
Questo è del tutto inaspettato. “Beh principessa, io…”
“Shh! Non dire niente. Baciami piuttosto.”
Si vede che le piace proprio tenermi a bacchetta e darmi ordini, anche fra le lenzuola, ma devo ammettere che in questo contesto la cosa non mi dispiace più di tanto. Le sue labbra hanno un po’ un retrogusto salato quando le assaggio…sarà il sudore che le ricopre come un velo sottile. Più passano i minuti e più ci avvinghiamo l’uno all’altra in un gioco di baci e carezze sempre più appassionate e voluttuose, finché non ci ritroviamo di nuovo senza fiato.
“Se andiamo avanti così, potrei finire coll’innamorarmi di te” sussurra Leia passandomi una mano fra i capelli sudati.
“Tu credi?”
Fa sì con la testa. “In realtà, ho paura che sia già successo.”
“Ho la stessa tua paura, dolcezza.” E so che questo è un bel guaio.
***
I capelli di Jessa, viola come le sue labbra sottili, hanno iniziato a solleticarmi il naso visto che mi si è incollata addosso come un Mynok ai cavi di un’astronave, e sono il motivo per cui mi sono svegliato bruscamente da questo sogno meraviglioso. Odio quando le ragazze si avvinghiano a me e mi impediscono anche di respirare!
 
Il sesso che faccio con Leia nei miei sogni è sempre qualcosa di superlativo, di eccezionale, qualcosa che non ho mai provato nella vita vera. Incredibile come la Principessa, nonostante la sua apparenza così algida e pura, ispiri i miei appetiti più torbidi: mi eccita un sacco, specie quando si arrabbia e i suoi tratti delicati si inaspriscono incredibilmente. Forse dovrei smettere di sognarla, mi dico mentre a fatica mi scollo di dosso il corpo di Jessa, ancora pesantemente addormentata, e mi alzo per andare a farmi una doccia. Dovrei darci un taglio, soprattutto perché lei non mi degna neanche di un’attenzione, non importa quante moine io faccia. Non vale la pena, impazzire per una come lei.
Appena torneremo dalla nostra missione su Ithor giuro che me ne andrò, il più lontano possibile da lei.

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Capitolo 6
*** Yavin IV - Data stellare BBY 1:02:34 ***


Yavin IV - Data stellare BBY 1:02:34
Chewie mi ripete sempre che dovrei smetterla di lamentarmi come un moccioso se Sua Altezza non mi degna di attenzioni: secondo lui doveri provare a fare qualcosa di carino per lei piuttosto che continuare a stuzzicarla, ma il problema è che farla arrabbiare mi riesce molto più facile che fare smancerie.
E così, quando sono stato in missione su Nar Shaddaa, ho deciso di seguire il consiglio del mio peloso compagno e ho pensato bene di farle una sorpresa anche se, vedendo la sua reazione adesso, non mi sembra di aver avuto una grande idea.
 
“Che cos’è?” chiede scettica.
“Un regalo” le rispondo. “Ho saputo che in questi giorni è stato il tuo compleanno e quindi…”
Sgrana gli occhi. “Chi te lo ha detto?”
“Luke.” Strano a dirsi, ma il ragazzino e la principessa compiono gli anni nello stesso giorno, e hanno anche la stessa età!
Sospira scuotendo debolmente la testa, ma non accenna a prendere il pacchetto incartato dalle mie mani. “Non avresti dovuto, Han. Non c’era bisogno alcun bisogno di spendere soldi.”
Sto iniziando a spazientirmi: sento la rabbia montarmi dentro e risalire alla bocca dello stomaco, ma faccio del mio meglio per mantenere la calma…possibile che questa donna debba farsi pregare anche per accettare un regalo?! “Lo so che non era necessario” le rispondo. “Ma era una cosa che volevo fare. Puoi semplicemente prenderlo, senza starci a pensare troppo?”
Il suo volto è un miscuglio di emozioni indecifrabile. Afferra il pacchetto dalla mia mano e con molta cura lo libera dalla carta.
Quando capisce che cos’è, e si rende conto del suo valore, ha un sussulto. La carta le scivola via dalle dita e cade a terra con un fruscio, momentaneamente dimenticata. “Han, ma è…”
“Un’opale alderaaniana” finisco per lei. Incastonata in un fermaglio d’argento che ho pensato sarebbe stato divinamente fra i suoi capelli corvini non appena l’ho visto. Ero partito dal non avere la più pallida idea di cosa comprarle, ma quando ho visto questo manufatto alderaaniano in un bazar della capitale ho capito immediatamente che era il regalo perfetto per lei.
 
In un attimo i suoi meravigliosi occhi si riempiono di lacrime che tuttavia rifiutano di rigarle il volto. Posso solo immaginare quanti ricordi siano improvvisamente riaffiorati nella sua mente di solito troppo presa a guardare al futuro per lasciarsi andare al flusso della memoria. Per alcuni momenti resta a fissare il fermaglio senza riuscire a proferire parole, poi solleva lo sguardo per incontrare il mio: nessuno dei due ha il coraggio di dire una parola, consapevoli entrambi che qualsiasi cosa dicessimo distruggerebbe questo momento di intimità così profonda.
La cosa inaspettata, che davvero non immaginavo sarebbe mai accaduta, è il bacio che lascia sulla mia guancia con le labbra tremanti mentre sussurra un grazie prima di andare via stringendo forte il monile contro il suo petto con entrambe le mani.
Le sue labbra restano marchiate a fuoco sulla mia pelle, che quasi brucia fisicamente. Istintivamente mi porto la mano sul volto, per toccare il punto in cui la principessa mi ha baciato, e mi sento quasi ridicolo per essere così sprovveduto – in fondo, è solo un bacio innocente, niente che io non abbia già sperimentato…perché mi sconvolge tanto?
 
Ad ogni modo, Chewie aveva ragione. Se ogni tanto riuscissi a essere gentile con lei, potrebbero esserci indiscutibili vantaggi.

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Capitolo 7
*** Verso Yinchorr - Data stellare ABY 1:08:03 ***


Verso Yinchorr - Data stellare ABY 1:08:03
Mancano ancora quattro ore per raggiungere lo spazioporto di Yinchorr, quindi ho pensato bene di ammazzare il tempo dedicandomi ad uno spinotto difettoso che continua a fare falso contatto e che mi sta facendo dannare.
Sono così preso dal mio lavoro che non mi accorgo che intanto la principessa è comparsa alle mie spalle. Le avevo detto di restare nella cabina a riposarsi, perché ci voleva ancora molto tempo prima della fine del viaggio, ma come al solito non mi ha dato ascolto.
“Che cos’è questo?” Tiene in mano un bracciale che non vedevo da secoli.
“Dove lo hai preso?” le chiedo, non riuscendo a nascondere la mia sorpresa.
“L’ho trovato nella mia cabina, perché?”
Istintivamente le do le spalle e fingo di trafficare con una valvola difettosa, per non far trapelare il mio disagio, eppure sento il suo sguardo pesare sulla mia schiena. “Niente.”
“Di chi è?”
“Era di una mia ex fidanzata. Glielo avevo regalato io.” Bria. Credevo che questa ferita si fosse ormai rimarginata, ma evidentemente mi sbagliavo: è bastato un oggetto a riportarmi alla mente mille ricordi e a riaccendere emozioni che credevo sopite per sempre.
Mi faccio coraggio e mi giro a guardarla. “Che c’è? Sei gelosa?” dico in tono sprezzante. “Credevi di essere l’unica donna salita a bordo di quest’astronave?”
“Gelosa io?! Come puoi pensare un’idiozia del genere?”
“E allora perché ti interessa tanto, Principessa?”
Per un momento non riesce a rispondere: apre la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiude scuotendo nervosamente la testa. Mi mormora di andare al diavolo o qualcosa del genere e si allontana svelta nel corridoio.
Ormai ci conosciamo da un po’ e dovrebbe aver capito che ci sono tasti che non può permettersi di toccare con me senza che ci siano conseguenze spiacevoli. Tuttavia stavolta non mi va di litigare. “Leia” la chiamo.
Si volta a guardarmi silenziosa.
“Puoi tenerlo, se vuoi. Anzi, voglio che lo prenda tu – non ha più senso che lo conservi.”
Riprende in mano il braccialetto che aveva posato sul tavolo da Dejarik e lo osserva per alcuni istanti. “L’amavi parecchio, non è così?” mi chiede.
Annuisco. L’ho amata, davvero, e per questo ho sofferto tanto. “È successo tempo fa – è acqua passata ormai.”
“Non devi vergognartene. Doveva essere una persona speciale, se ha lasciato un segno tanto profondo nel tuo cuore.”
Lo era: forte, intelligente, impetuosa come una tempesta e maledettamente testarda…mi sono reso conto di quanto fosse importante per me solo quando se n’è andata via.
“Scusami” prosegue. “Non volevo metterti a disagio e farti tornare alla mente ricordi dolorosi…ero soltanto curiosa.”
“Non fa niente. Vieni qui, lasciatelo allacciare.”
Le mie dita tremano quando toccano contemporaneamente quel bracciale simbolo di una donna che ho amato e odiato con tutto me stesso e il polso della principessina che mi sta lentamente stregando il cuore. E se mi stessi innamorando, di nuovo? Se fosse davvero qualcosa di più che una semplice attrazione quella che mi lega a lei, che mi tiene sveglio la notte e che mi angoscia di giorno?
Potrei sopportare di spezzarmi il cuore un’altra volta se anche lei uscirà dalla mia vita?
Credo sia impossibile arrestare questo processo che sta già avvenendo dentro di me – malgrado la mia paura di farmi male.
 

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Capitolo 8
*** Hoth - Data stellare ABY 2:10:24 ***


Hoth - Data stellare ABY 2:10:24
Dannatissimo questo pianeta.
Fa così freddo che non solo tutti i circuiti del Falcon sono andati in ibernazione, ma anche il mio stesso cervello fa fatica a funzionare. Vorrei proprio strozzare a mani nude quel figlio di buona donna che ha avuto la brillante idea di stabilire la base ribelle su questo cubetto di ghiaccio e…
“Capitano!” sento la voce della Principessa alle mie spalle. Anche senza vederla posso immaginare che è furibonda.
Mi giro lentamente verso di lei e ne ho la conferma. Mi domando solo cosa l’abbia fatto arrabbiare così tanto. “Sì, Vostra Grazia?”
Si avvicina a passo deciso attraverso il corridoio ghiacciato, sventolando un pezzo di flimsi. “È a conoscenza di questo?” chiede mettendomi il foglietto sotto il naso.
Ormai sono tre anni che ci conosciamo eppure a volte torna ancora a darmi del lei, a mettere fra di noi quella distanza che mi sembrava di aver dissolto tanto faticosamente, e questo mi dà sui nervi.
Le strappo il foglietto dalle dita e gli do un’occhiata, stizzito. È un semplice volantino – opera di qualcuno degli ingegneri o dei progettisti, senza dubbio, visto quanto è curato. Tuttavia, è il suo contenuto a lasciarmi un attimo interdetto.
 
LA PRINCIPESSA E IL CONTRABBANDIERE
Quando finiranno a letto insieme?
Si accettano scommesse in tutte le valute
Per informazioni contattare Wes Janson
 
Tento con poco successo di sopprimere una risatina. Ecco perché la principessina si è scaldata tanto. “Non ne sapevo niente” le rispondo, ed è vero.
“E non ha niente da dire?” sbotta scioccata.
“Sinceramente non mi interessa. Lasci che si divertano.”
“Forse a lei può non interessare, ma io non posso tollerare una tale mancanza di rispetto nei miei confronti” dice, del tutto indispettita. “Lei non ha una reputazione da mantenere, ma io sì.”
Per un attimo mi limito ad osservarla senza dire niente: rossa in volto, gli occhi infuocati, le mani che le tremano…non c’è dubbio che questo giochino l’abbia punta sul vivo. Per un attimo mi passa per la mente il dubbio che forse la sua stizza deriva dal fatto che i ragazzi hanno visto giusto ad immaginare che ci sia del tenero fra di noi: e se avesse solo paura di ammettere quello che prova davanti a me e davanti al resto della base? Kest! Quanto vorrei baciarla, proprio ora. Quanto vorrei sbatterle in faccia la verità e farle capire che mi piace davvero, aldilà di questa stupida scommessa.
Mah, è inutile che mi illuda. Il ceffone che riceverei se mi azzardassi a fare una cosa del genere mi spedirebbe all’altro capo della galassia a velocità luce.
“Anche io ho una reputazione da mantenere, principessa. Ma questo foglietto non sembra minarla. In fondo, si tratta di una sciocchezza senza alcun fondamento…non è vero?” la provoco.
Presa in contropiede, ci mette qualche istante a rispondere. “Certo, certo che non ha fondamento” balbetta poco convinta. “Una canaglia come lei…non è il mio tipo e non lo sarà mai – per non parlare del fatto che è l’essere più spregevole e insopportabile che abbia mai avuto la sfortuna di incontrare!” Il suo tono è tronfio e sprezzante, i suoi occhi non tradiscono alcuna emozione che non sia rabbia pura.
Che idiota a continuare ad illudermi, a insistere nelle mie fantasie. “Appunto.”

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Capitolo 9
*** Akiva - Data stellare ABY 2:01:30 ***


Akiva - Data stellare ABY 2:01:30
All’inizio è solo un sussulto quasi impercettibile, eppure sufficiente a svegliarmi.
Per istinto porto la mano al blaster nella fondina – in queste missioni sotto copertura capita spesso che veniamo smascherati e che le cose si mettano male. Tuttavia non c’è alcun pericolo: è Leia che si sta agitando nel letto.
Mi alzo dal divano dove mi ero appisolato non molte ore fa e mi avvicino al letto dove Sua Altezza pare essere ancora addormentata, ma di certo non immersa in un bel sogno. Non ho idea di che fare: svegliarla e gettarla così nel più profondo imbarazzo o lasciarla al suo incubo e farmi i fatti miei? La sto ancora osservando, combattuto sul da fare, quando Leia si sveglia di soprassalto e si mette seduta in mezzo al letto, ansimando.
Senza pensarci mi siedo accanto a lei e le metto una mando sulla spalla. “Tutto bene, principessa?”
Per un momento la mia mano resta indisturbata sulla sua spalla, prima che con un gesto repentino lei l’allontani. “Han, ma cosa…”
“Mi sono svegliato perché ho sentito dei rumori, e ho visto che stavi facendo un incubo.”
“Scusami, non volevo svegliarti.”
“Lascia stare.” Tornare a dormire dopo averla vista in questo stato è l’ultima delle mie preoccupazioni. “Ti senti un po’ meglio?”
“Un po’” sussurra. “Posso mostrarti una cosa?”
“Certo.”
Slaccia il fiocchetto della camiciola che indossa e si scopre la spalla destra. All’inizio non ho ben chiaro esattamente cosa dovrei vedere, sono troppo stupito dalla sua intraprendenza per concentrarmi su quello che ho davanti. Poi, dopo qualche momento, le vedo: minuscole cicatrici, bruciature pressoché invisibili punteggiano la sua pelle candida.
“Sono i segni delle iniezioni che mi hanno fatto per costringermi a parlare” spiega. “Sulla Morte Nera.”
Annuisco. Conosco bene le torture imperiali: so quanto facciano soffrire, e ancora non mi capacito di come Leia sia sopravvissuta ad esse e, soprattutto, di come non abbia ceduto e rivelato ciò che volevano sapere.
“Posso toccare?” le chiedo timoroso.
Fa sì con la testa. Ci scommetto il Falcon che non ha mai fatto vedere a nessuno queste cicatrici, che non si è fatta medicare all’epoca e che ha sempre cercato di nasconderle. Dal tipo di bruciatura non mi è difficile capire che siero hanno usato. “Mangoriza” mormoro a denti stretti. È uno dei peggiori veleni mai usato dalle spie imperiali, che causa tremende sofferenze fisiche e spesso danni permanenti.
“Tu che ne sai?”
“Ricordati che ero uno di loro, una volta.” Le copro nuovamente la spalla e le riabbottono la camicia – non c’è bisogno che veda ancora. “Hai avuto una forza incredibile per sopportare tutto questo.”
“Alle volte mi capita ancora di fare degli incubi. Sogno Vader, Tarkin, che mi torturano per il gusto perverso di farlo” confessa triste. “Secondo te riuscirò mai a superare?”
Chi sono io per darle una risposta? “Sei in missione, stai portando avanti gli ideali dell’Alleanza Ribelle, combatti questa guerra senza risparmiarti mai…sei una guerriera, certo che ci riuscirai. Ci vorrà del tempo, ma queste cicatrici spariranno.” E non mi riferisco a quelle fisiche, sto parlando delle ferite che quei mostri hanno lasciato sulla sua anima.
Pare che accenni ad un sorriso. “Grazie, Han – davvero.”
“Quando vuoi, principessa.”

 

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Capitolo 10
*** Hoth - Data stellare ABY 3:01:02 ***


Hoth - Data stellare ABY 3:01:02
Quest’ultima missione è stata davvero devastante: fra i problemi tecnici del Falcon e il cacciatore di taglie che abbiamo incontrato al nostro arrivo sul pianeta, io e Chewie abbiamo avuto parecchie grane da risolvere.
 
Sono appena atterrato alla base su Hoth e vengo a sapere che Sua Altezza è in infermeria da ormai dieci giorni, dopo aver contratto la febbre mandaloriana durante il suo ultimo viaggio diplomatico. Per esperienza personale conosco questa febbre fin troppo bene: una terribile nausea che porta a vomitare anche l’anima, per non parlare dei dolori lancinanti ad ogni muscolo del corpo…insomma, posso immaginare quanto stia soffrendo la principessina.
Dovrei fare rapporto al generale Rieekan sugli esiti della missione, iniziare le riparazioni del Falcon o almeno farmi una dormita, e invece mi precipito al capezzale della principessa.
 
“Che ci fai qui? Non dovevi essere su Milagro?” mi chiede quando mi vede.
“Sono appena tornato.”
“Com’è andata la missione?” chiede con un filo di voce.
“Non preoccuparti, dolcezza. È andato tutto a meraviglia.” Non voglio farla preoccupare raccontandole ciò che è veramente successo – ci sarà tempo e modo per fare un resoconto dettagliato. “Ora devi pensare a riposarti.”
“Immagino che tu debba scrivere una relazione, o quantomeno che voglia riposarti, quindi se vuoi…”
“Non ho fretta” taglio corto. “Posso restare un altro po’.”
Prendo una sedia dall’altro lato della stanza e mi siedo accanto al letto, mostrandomi deciso a non lasciarla.
“Sono ancora contagiosa, Han. Non dovresti starmi così vicino.”
Sorrido della sua debole scusa volta ad allontanarmi. “L’ho già avuta questa febbre, e non posso contrarla di nuovo.”
Sbuffa frustrata. È troppo debole e stanca per opporsi alla mia insistenza. Gli occhi sono cerchiati per la febbre, il colorito del suo bel visino è spento e le labbra di solito rosse e carnose appaiono secche e pallide…è messa davvero male, benché si ostini a giocare alla principessina boriosa.  
 
Lentamente chiude le palpebre, arrendendosi alla spossatezza, e io ne approfitto per prenderle la mano e stringerla forte fra le mie: è bollente e sudata.
Resto ad accarezzarle il dorso della mano per moltissimo tempo, sussurrandole che presto starà meglio e che tornerà a fare lo squalo in senato più aggressiva di prima. Quando faccio per alzarmi, credendola ormai addormentata, le sue dita sottili si stringono istintivamente attorno al mio polso, impedendomi di fatto di andare via. “Non ti preoccupare, tesoro, non vado da nessuna parte.”
Posso sentire il respiro caldo sulla mia guancia e quell’odore che è inconfondibilmente suo e che ha lo strano potere di dissolvere la mia capacità di raziocinio mentre mi avvicino al suo volto, oltrepassando ogni limite di sicurezza imposto dai ruoli che rivestiamo in questa base, e le lascio un bacio sull’angolo della bocca.
Con mia somma sorpresa, vedo le sue labbra distendersi in un sorriso.
Sono stanco morto, e tutta la tensione accumulata durante la missione inizia a farsi sentire, tuttavia non mi sognerei neppure lontanamente di andare via. Per questo mi metto seduto un po’ più comodo, per quanto permetta questa orribile seggiola, e appoggio la testa sul cuscino accanto alla sua, stringendole forte la mano.

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Capitolo 11
*** Shili - Data stellare ABY 3:04:20 ***


Shili - Data stellare ABY 3:04:20
Appena atterrati allo spazioporto di Shili, vado a chiamare Sua Altezza reale – inspiegabilmente ancora chiusa nella sua cabina. Il nostro lavoro qui non è dei più piacevoli: dobbiamo infiltrarci in una bisca clandestina per incontrare un potenziale informatore dell’Alleanza e ottenere da lui informazioni su cui non mi è stato detto nulla.
Siamo solo io e Leia. Non è la prima volta che andiamo in missione insieme: anche se non si direbbe, siamo una bella squadra e riusciamo a lavorare molto bene insieme – quando non perdiamo tempo a scannarci.
 
La donna che esce dalla cabina non è la principessina che vi è entrata, e io quasi non riesco a non spalancare la bocca per la sorpresa. La fisso mentre si inginocchia a terra e si infila un minuscolo coltellino nello stivale, poi si rimette in piedi.
“Come sto?” mi chiede.
Senza troppi giri di parole, è una bomba: il vestitino attillato fascia il suo corpo perfetto come un guanto, rendendo inutile immaginare cosa ci sia sotto; il trucco è pesante ma non volgare e i suoi lunghissimi capelli sono raccolti in un’acconciatura tutt’altro che principesca – per non parlare del fatto che non credevo sapesse portare tacchi tanto vertiginosi. Sembra proprio una di quelle escort raffinate e di classe, sempre troppo costose per le mie tasche ma non per questo meno desiderabili.
Dovrebbe essere un bocconcino irresistibile, e invece questa visione mi dà quasi la nausea: non riesco a tollerare di vedere la sua bellezza svilita e adibita a merce di scambio, involgarita da un abbigliamento e da un trucco che per nulla adatti ad una donna raffinata come lei – non ce la faccio.
“Sei perfetta” biascico. “Neanche io ti riconoscerei.”
 
Solo in questo momento, guardandola vestita così, mi rendo conto che per Leia la causa ribelle è davvero tutto, e che è disposta a qualsiasi sacrificio per ottenere ciò che vuole: è pronta a fare la parte della sgualdrina in un covo di pervertiti, a vendere anche il suo corpo se necessario, pur di entrare in possesso delle informazioni che le interessano.
Un’altra cosa che ho imparato in questi anni presso i ribelli è che una buona parte ci quello che accade durante le missioni viene omessa nei rapporti ufficiali: dubito che la principessina faccia anche solo un cenno a questa serata, a ciò che ha dovuto fare per portare a termine la missione.
 
“Non hai paura che possa succederti qualcosa?” azzardo. Conosco questo loschi ambienti meglio di lei e so bene i rischi che corre vestita così.
“Sono una bambina grande ormai, so badare a me stessa. E poi…non sono sola, ci sei tu.”
Ora capisco perché ha insistito che fossi io ad andare con lei. Avrebbe potuto scegliere un altro pilota come accompagnatore, ma sapeva che non l’avrebbe protetta come avrei potuto fare io: grazie alle mie frequentazioni passate so come destreggiarmi in questi postacci e ho le abilità per spuntarla con eventuali molestatori. Per stanotte lei è la mia accompagnatrice – il mio ruolo è solo quello di evitare che qualcun altro le metta le mani addosso.
Mi prende per mano e mi dà un bacio sul collo, ben attenta a lasciare una traccia di rossetto. “Vogliamo andare, testa calda?”

 

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Capitolo 12
*** Hoth - Data stellare ABY 3:09:20 ***


Hoth - Data stellare ABY 3:09:20
Quando scendo dal trasporto, ordino subito che il ragazzino venga assicurato alle cure dei droidi: è stata una nottata lunga e difficile per lui più che per me, e non è certo che sopravviva a questa esperienza – ha preso troppo freddo e solo il Creatore sa in quale mostro si è imbattuto nella landa desolata fuori da questa base.
 
L’abbraccio caldo e peloso del mio compagno è la prima cosa che mi accoglie appena entro nell’hangar– assieme ad un’infinita serie di latrati e ululati su quanto sia stato incosciente a gettarmi nella tormenta e su quanto lui sia stato in ansia per me questa notte.
Mi lascio abbracciare rassicurandolo che sto bene e che non era il caso che si angosciasse tanto. Più che essere contento di essere ancora vivo sono felice, egoisticamente, che qualcuno abbia sentito la mia mancanza e si sia preoccupato per me: Chewie è come un fratello per me, e il suo affetto è forse l’unica cosa su cui possa contare davvero.
 
Ciò che non mi sarei mai aspettato di vedere al mio ritorno sono un paio di occhi castani che mi fissano angosciati dal fondo dell’hangar e che appartengono ad una certa principessina dal cuore proverbialmente ghiacciato. Mi libero a fatica dalla stretta di Chewie e mi avvicino a lei, non sapendo se aspettarmi un bentornato o una lavata di testa. La principessa mi sorprende gettandomi le braccia al collo e abbracciandomi forte, tanto forte da impedirmi di fatto di respirare. “Stai bene?”
Annuisco con un sospiro, incassando la testa nella sua spalla e stringendola a mia volta. Mi inebrio del suo dolce profumo come non mi era mai capitato prima.
“Sicuro?”
“Sì, sto bene principessa. Sono ancora vivo, non temere.”
 
Fra di noi vige una specie di legge, per cui sappiamo quando farci male e quando invece abbiamo bisogno l’uno dell’altra: di solito non esitiamo a punzecchiarci, ma quando ha qualche problema Leia sa che può venire da me e che mi troverà disponibile ad ascoltarla – e allo stesso modo io so che lei è l’unica che può tenermi testa quando frantumerei la galassia per la rabbia. Tengo davvero a lei, non mi potrei permettere di farle del male davvero.
Posso sentire il suo cuore che batte all’impazzata nonostante la tuta termica che la copre: deve essersi spaventata parecchio, forse non credeva che saremmo mai più tornati – io e Luke. “Sono qui, piccola.”
 
“Vado a vedere come sta Luke” dice, svincolandosi repentinamente dal mio abbraccio e facendo un paio di passi indietro.
Annuisco, imbarazzato quanto lei per questo momento tanto intenso fra di noi.
“Forse dovresti passare anche tu in infermeria, a farti dare una controllatina.”
“Sto bene” le ripeto, ed è vero. “Non credo ci sia bisogno. E poi ho di meglio da fare che stare buttato in un letto dell’infermeria.”
“Posso immaginare” mormora. “Bentornato, Han. E grazie di essere andato a cercare Luke…hai avuto molto coraggio – non credo che qualcun altro lo avrebbe fatto.”
Ecco che è tornata la diplomatica fredda e calcolatrice, niente a che vedere con la ragazzina tremante che ho abbracciato qualche istante fa. “So che anche lui lo avrebbe fatto lo stesso per me” rispondo asciutto.
Annuisce di nuovo, prima di girare i tacchi e di andare via a passo svelto, scomparendo rapidamente alla mia vista.

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Capitolo 13
*** Bespin – Data stellare ABY 3:10:31 ***


Bespin – Data stellare ABY 3:10:31
Anche se quando ci addormentiamo è stretta fra le mie braccia, al mattino la trovo sempre girata dall’altra parte, raggomitolata su se stessa. Credo che questa sua indipendenza, seppur a livello inconscio, sia qualcosa che si porterà dietro per sempre: fa parte della donna che amo, e a me va bene così.
Stanotte si è realizzato il mio desiderio più profondo, quello che mi ha accompagnato in questi ultimi tre anni – sempre uguale a se stesso eppure rivoluzionato nella sua essenza: quando l’ho conosciuta me la sarei portata a letto senza troppi fronzoli, stanotte questo non sarebbe mai accaduto se non fossi stato tanto innamorato di lei e certo che anche lei ricambiasse i miei sentimenti.
 
Continuo a fissare la sua schiena senza azzardarmi a toccarla, certo che se allungassi le dita sulla sua pelle finirei per svegliarla, e invece voglio che si riposi ancora un po’.
Tuttavia non ci vuole molto che il suo respiro cambi e che istintivamente si volti verso di me, cercando con la mano il mio corpo sul materasso accanto a lei. Apre gli occhi lentamente, sbattendo più volte le palpebre per mettere bene a fuoco. “Ehi.”
“Ciao” le sussurro.
“Da quanto tempo mi stai fissando?”
“Da un po’” ammetto. “Sei davvero una bella visione…”
Inarca un sopracciglio. “Immagino.”
Si avvicina ancora, arrivando con la faccia a livello della mia. Le nostre labbra si incontrano in un dolce e casto bacio.
“Quanto tempo abbiamo ancora?” mi chiede in un sussurro assonnato.
Getto un’occhiata all’orologio sul comodino alle sue spalle e le sorrido. Anche se abbiamo riposato a sufficienza, per l’orario locale è ancora l’alba. “È presto, possiamo restare ancora un po’ a letto se vuoi.”
Annuisce e mi abbraccia forte, schiacciando il naso contro la mia spalla per evitare il mio sguardo. “Ti va di fare l’amore con me…di nuovo?”
La bacio delicatamente sulla fronte. “Tu sei tutto ciò che voglio, dovresti saperlo ormai.”
Mi stendo sulla schiena e la invito a stendersi su di me. Lascio a lei l’iniziativa, la possibilità di dettare tempi e modi del nostro amore, mentre non smetto di accarezzarla e di cercare i suoi dolcissimi baci. Il piacere che ci travolge come le onde dell’alta marea ha un retrogusto amaro, perché sappiamo bene tutti e due che è l’ultima volta.
 
Poggia la testa sul mio petto lasciandosi andare al flusso delle emozioni che la porta a piangere a lungo. Non si frena, non si vergogna di mostrare la sua fragilità – anche se è avvilente per me vederla piangere ora, dopo che abbiamo fatto l’amore.
“Questo cambia qualcosa?” sussurra fra le lacrime.
“Cosa?”
“Questo, noi. Te ne andrai via lo stesso, non è vero?”
Sbuffo forte e a fatica ricaccio le lacrime – la tentazione di mettermi a piangere è davvero forte anche per me. “Sì, me ne andrò lo stesso. Sai più di me che è la cosa giusta da fare.”
“Hai ragione.” Solleva la testa per guardarmi negli occhi e mi bacia sulla guancia. “M questo non significa che mi piaccia.”
“Lo so.” È una donna forte, la più forte che io abbia mai incontrato, e ce la farà benissimo a vivere senza di me, nonostante quello che pensa adesso.

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Capitolo 14
*** Sullust – Data stellare ABY 4:05:17 ***


Sullust – Data stellare ABY 4:05:17
Finalmente il mio ruolo qui nell’Alleanza Ribelle è istituzionale, ufficiale. Sono un generale e ho il compito di condurre una missione di vitale importanze per la sopravvivenza della galassia.
Ancora mi rimbomba nelle orecchie la grassa risata di Chewie quando gli ho detto che avevo ottenuto questo incarico: il problema è che quella palla di pelo non ha mai creduto fino in fondo in me, non ha mai seriamente pensato che potessi mettere la testa a posto e sistemarmi qui in pianta stabile.

Ovviamente, l’ho fatto per Leia – e questo lui lo sa bene. Un altro buon motivo per ridere di me. La cosa che mi diverte di più in tutta questa faccenda è che, per una volta, sono io a guidare la missione: la principessina dipende direttamente dalla mia autorità – non credevo che un giorno sarei riuscito ad avere questo potere su di lei.
 
Mi ritrovo inconsciamente a guardarla attraverso la porta aperta del piccolo bagno, mentre con pazienza infinita si acconcia i lunghissimi capelli, in un momento di rassicurante routine che mi scalda il cuore e che per un attimo mi fa dimenticare che stiamo per andare in guerra.
“Vuoi smetterla di guardarmi?” ridacchia, tenendo una forcina stretta fra i denti. “Mi distrai.”
“E così il mio sguardo sarebbe una distrazione, Altezza?” la schernisco, alzandomi e avvicinandomi a lei. “Non hai ancora visto nulla…”
La forcina che aveva in bocca cade a terra insieme al piccolo pettine d’osso quando l’attiro a me e la bacio languidamente, contento che lei non mostri nessun tipo di reticenza ma che si lasci andare completamente. Certo, ci sono mille modi per comunicare con lei in ogni momento – il suo profumo è ovunque sul Falcon e lei è indiscussa protagonista di ogni mio pensiero e di ogni mio sogno – ma il contatto fisico è tutta un’altra cosa: sentirla qui, premuta contro il mio corpo, sentire le sue mani fra i miei capelli, poterla stringere e accarezzare, assaporare il calore dei suoi baci…è una sensazione meravigliosa.
“Vedi di non lasciarmi segni” dice non appena inizio a mordicchiarle il collo.
“Che c’è? Hai paura che Mon Mothma ricominci con la sua predica sul fatto che sbagli a frequentare una canaglia?”
“In realtà me lo ricorda in continuazione.”
“Secondo me è solo invidiosa” propongo.
“Ah, sì? E di cosa?”
“Del fatto che tu stia con me, ovviamente. Un uomo con la mia prestanza ed il mio fascino, un Corelliano…”
“Ma piantala!” Si svincola bruscamente dal mio abbraccio e mi dà le spalle, rimettendosi a lavoro con i capelli. Vorrebbe fingere il broncio, ma ci sta riuscendo malissimo. “Ascoltami bene, capitano…”
Generale” la rimprovero. “Ricordati che ora sono un generale, dolcezza.”
L’espressione dipinta sul suo volto, riflesso nello specchio, è carica di frustrazione. “Tu sei solo un pallone gonfiato! Vorrei proprio sapere chi è che ti ha dato questa carica.”
“Diciamo che ho convinto Carlist Rieekan che ero l’uomo giusto.”
“Per cosa? Per questa missione?”
Le sorrido impudente, come ai bei vecchi tempi in cui prenderla in giro era il mio passatempo preferito. “No. Giusto per te.”

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Capitolo 15
*** Endor – Data stellare ABY 4:05:19 ***


Endor – Data stellare ABY 4:05:19
Esco dalla capanna proprio in tempo per vedere Luke andare via e sparire nella foresta buia, lasciando Leia a piangere sconsolata sulla passerella di legno.
Malgrado tutte le dimostrazioni d’amore da parte di Leia e tutte le volte in cui mi ha detto che mi ama, sono ancora geloso di Luke: ho come la sensazione che fra di loro ci sia un legame che fra me e Leia non potrà esserci mai – come se lui fosse in grado di capirla ad un livello più profondo, più di quanto riesca a fare io. Anche adesso per esempio: non so cosa si sono appena detti, ma questa angoscia, questa disperazione non le ho mai viste dipinte sul volto di Leia e non riesco a darmi una spiegazione.
Mi avvicino e le chiedo che cos’ha, ma lei mi scaccia, mi dà le spalle e non sembra intenzionata a parlare con me. È chiaramente qualcosa di molto brutto che l’affligge, eppure non riesco ad immaginare cosa possa essere di così terribile. “Avanti, dimmelo…che cos’hai?”
“Io…non posso dirtelo” singhiozza.
Che vuol dire che non può dirmelo?! “Credevo che noi due potessimo dirci tutto, ma evidentemente mi sbagliavo” sbotto quasi gridando. “A Luke invece lo hai detto, eh? A lui potevi dirlo?!” Ormai ho perso il controllo della mia lingua e sto iniziando a schiumare di rabbia: il fatto che lei si sia confidata con Luke e non con me, che non di fidi abbastanza da rivelarmi cosa la tormenta, mi manda in bestia.
Sono geloso, arrabbiato, offeso.
Ma Leia sta piangendo, e so che ha bisogno di me proprio adesso che io le sto voltando le spalle.
 
“Scusami” mormoro a denti stretti. Forse è la prima volta in vita mia in cui pronuncio questa parola, ma con Leia ci sono state parecchie prime volte.
“Tienimi stretta” è l’unica cosa che riesce a dire fra le lacrime: è distrutta, e si getta a peso morto fra le mie braccia aperte. L’abbraccio in silenzio, stringendola più forte che posso e accarezzandole dolcemente i capelli. Ho deciso di non fare più domande, di non chiedere il perché della sua pena, ma di offrirle unicamente il mio conforto.
 
Questa donna resta ancora un mistero: è stata in grado di cambiarmi nel profondo, di sciogliere il mio cuore indurito da troppe batoste e impermeabile ai sentimenti, costringendomi ad amarla mio malgrado – come avrei potuto non innamorarmi della sua caparbietà, della sua determinazione, del suo coraggio.
Dopotutto, non è poi così diversa da me: la vita le ha insegnato a essere fredda e a non fidarsi di nessuno, e ancora adesso echi delle nostre vite passate, delle nostre difese un tempo impenetrabili, si manifestano inaspettati a turbare il nostro rapporto così faticosamente costruito. Ci vorrà del tempo prima che queste antiche diffidenze spariranno per sempre dai nostri animi, per adesso non posso far altro che tenerla stretta e farle capire con questo abbraccio quanto la ami, nonostante non glielo abbia ancora detto a parole.
 
 “Ti fidi di me?” le chiedo sottovoce.
La sento annuire con la testa premuta sul mio petto.
“E sai che puoi dirmi tutto, vero? Qualsiasi cosa, ti ascolterò sempre.”

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Capitolo 16
*** Endor – Data stellare ABY 4:05:20 ***


Endor – Data stellare ABY 4:05:20
La rivelazione mi ha colpito con la brutalità di un pugno in piena pancia: l’uomo – o, meglio, la macchina – che ritenevo essere più vicino all’incarnazione del male è suo padre. Leia è devastata, distrutta da questa scoperta, e ha tutte le ragioni della galassia per farlo: scoprire di aver passato gli ultimi anni della sua vita a combattere contro suo padre l’ha fatta a pezzi, e non posso certo biasimarla.
 
Ciò che mi ha colpito è il fatto che non me lo abbia detto subito, che non si sia confidata con me per paura che potessi lasciarla, che questa sua parentela potesse inquinare irreparabilmente il nostro rapporto: credeva davvero che sarebbe bastato questo a incrinare il mio amore per lei? Ne abbiamo passate tante, troppe insieme perché possa stancarmi di lei o, peggio, essere deluso. “Questo non cambia niente” le dico.
“Questo cambia tutto invece!” sbotta fra le lacrime. “Io sono la figlia di un essere immondo…lo capisci? L’uomo che ha spezzato tante vite innocenti, che ha distrutto interi pianeti e spazzato via etnie. L’uomo che mi ha distrutto la vita, che ci ha torturati senza pietà – quel mostro è mio padre. Come puoi dire che questo non cambia niente?!”
“Io ti amo, Leia. Non mi importa chi erano i tuoi genitori, non mi importa se sei la figlia di Vader o dell’Imperatore in persona…io amo te e ti amerò per sempre.”
“Chi ti assicura che un giorno non diventerò come lui?”
“Ascoltami bene. Tu non sarai MAI come lui – non è possibile. Guarda cosa sei riuscita a fare!” Indico in cielo quello che resta della Morte Nera distrutta solo poche ore fa. “Hai sconfitto l’Impero, hai liberato la galassia dall’oppressione di quella feccia.”
Quando china nuovamente lo sguardo, scuotendo la testa sconsolata, le prendo il meno per guardarla negli occhi. “Guarda cosa hai fatto a me. Tu hai creduto in me, mi hai dato una possibilità quando tutti avevano perso le speranza. Mi hai reso una persona diversa, migliore…solo perché mi ami. Sai cosa significa questo?”
La bacio sulla fronte e la stringo a lungo fra le mie braccia. “Significa che sei una persona buona, forse la più buona che io conosca. Ecco perché non potrai mai diventare come tuo padre.”
Mi getta le braccia al collo e mi attira lentamente a sé, baciandomi languidamente. Restiamo abbracciati così, dimentichi di tutto, della guerra, della nostra vittoria, di tutto il male che abbiamo dovuto sopportare – non importa nulla che non siamo noi e il fuoco struggente del nostro amore. Cerco di comunicarle con questo bacio che la amo davvero e che sarò con lei sempre, nonostante tutto.
 
Improvvisamente mi rendo conto che sta tremando. “Hai freddo?” chiedo.
“Un pochino.”
“Vuoi tornare?”
“Vorrei restare ancora un po’ qui, se non ti dispiace.”
Le sorrido. “Quello che vuoi, principessa.”
Restiamo abbracciati stretti sotto le stelle, accoccolati l’uno all’altra.
 
“Tu sei un bravo ragazzo, Han, anche se fai di tutto per nasconderlo” mormora ad un tratto. “È per questo che ti amo. Non ho fatto un granché in fondo…è bastato toccare i tasti giusti.”
“Tu hai troppa stima di me, tesoro.”

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Capitolo 17
*** Endor – Data stellare ABY 4:06:08 ***


Endor – Data stellare ABY 4:06:08
Quando ero ragazzo avevo la testa piena di irrealizzabili sogni e di illusioni: volevo scappare da Corellia, essere libero e ricco, girare la galassia con la donna che amavo…fino a che non sono cresciuto e ho fatto i conti con la dura realtà. Ho girato la galassia in lungo e in largo, ho visto un sacco di posti incredibili, conosciuto persone bizzarre e assaggiato i cibi più assurdi, eppure più cose facevo e più dentro di me sentivo crescere un’immensa solitudine: con gli anni ho finito per costruire una corazza impenetrabile attorno a me – un meccanismo di autodifesa in risposta alle troppe bastonate subite.
Tutte le mie barriere sono miseramente crollate quando ho conosciuto Leia. All’inizio non volevo crederci, non riuscivo a capacitarmi della semplicità con cui la principessa aveva fatto breccia nel mio cuore, dopo tutto il tempo che avevo passato a guarirlo dalle bruciature accumulate negli anni. Ora invece sono qui, di fronte alle poche persone di cui mi fido davvero, a giurare che l’amerò per sempre, che le sarò vicino in ogni momento della mia vita. Abbiamo organizzato questa cerimonia in fretta e furia, anche perché in fondo era inutile aspettare ancora: ci amiamo senza limiti e senza condizioni, e la vita ci ha messi più volte nella dolorosa posizione di doverci dire addio – quindi abbiamo deciso di fare questa follia, finché siamo in tempo e finché siamo insieme. Leia ha insistito per sposarci qui, su Endor, lontano dall’Alleanza e dai palazzi del potere in cui per troppo tempo è stata ingabbiata: per una volta ha voluto fare di testa sua, ignorando il protocollo e lasciandosi andare ad una cerimonia magari un po’ più rustica, ma sicuramente più sentita e sincera di quella che avrebbero potuto organizzare ai vertici della Ribellione.
I suoi enormi occhi castani, ora lucidi per l’emozione, sono il gioiello più prezioso che indossa e le labbra sono dolci come l’ambrosia mentre sorridendo si lascia baciare di fronte ai nostri amici.
“Ora il guaio è fatto, vecchio mio” sento Lando ridacchiare alle mie spalle. “Non puoi più tornare indietro.” Inutile dire che non ho alcuna intenzione di farlo.
 *
Il nostro rituale d’amore è più che consolidato. Non c’è nulla di nuovo nel nostro modo di fare l’amore, eppure è tutto stranamente nuovo, inedito, come se lo stessimo facendo per la prima volta: probabilmente è solo la realizzazione del fatto che ora siamo sposati, che siamo uniti indissolubilmente e a un livello che mai avrei immaginato fosse possibile.
In questo istante, specchiandomi nei suoi occhi, mi rendo conto della fortuna incredibile che ho avuto ad averla incontrata. Per un momento penso a tutte le persone che stimavo, che consideravo miei amici, e che hanno spezzato la mia fiducia rendendomi sempre più cinico e disilluso. Penso alle donne della mia vita – non alle numerose sgualdrinelle senza nome e senza volto che si sono prese il mio corpo solo per qualche ora e che non mi hanno dato nulla in cambio, ma alle donne che mi hanno rubato il cuore e che me lo hanno restituito sanguinante e a brandelli, facendomi soffrire senza pietà: Qi’ra, Bria, Sana…tutte in un modo o nell’altro mi hanno illuso, portandomi a credere che il loro amore fosse per sempre, e tutte mi hanno abbandonato, seppur per motivi diversi. Leia invece è rimasta: ha curato le ferite della mia anima nera, ha smussato i miei spigoli e mi ha reso capace di amare di nuovo. Questa consapevolezza è come un improvviso lampo di luce nei miei occhi, tanto forte da abbagliarmi e rendermi quasi cieco.
“Ehi, che ti prende?” mi dice. “C’è qualcosa che non va?”
“Non c’è niente che non va – anzi, non potrebbe andare meglio.” La bacio per assicurarle che è davvero tutto a posto, ma sento il sapore della sua ritrosia e dei suoi timori sulle sue labbra. “Ti stai pentendo di avermi sposato?” mi chiede.
“No! Come potrei pentirmi dell’unica cosa buona che ho fatto in vita mia?!”
“E allora cos’hai?”
“Io ti amo, Leia. Tu sei la persona più importante della mia vita e…Il nostro matrimonio, il giuramento che ci siamo fatti – significa che sarà per sempre, vero?”
“Hai paura che possa lasciarti, non è così?”
Evito accuratamente di guardarla, ma posso sentire il suo sguardo bruciarmi la pelle: come al solito sono trasparente come un cristallo ai suoi occhi.
Rinnova la stretta delle nostre mani sopra la sua testa, serrando le dita più forte che può. “Per sempre, Han Solo. Per sempre.”
FINE
 
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Note dell'Autrice
Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la mia storia - spero che vi sia piaciuta!
Ho voluto concludere con un accenno ad un'idea originale di George Lucas (purtroppo non realizzata nel film), ovvero il matrimonio di Han e Leia sul pianeta Endor, a pochi giorni dalla distruzione della Morte Nera: mi sembrava un giusto modo per concludere la mia storia che ha accompagnato questa coppia nei tre anni in cui hanno imparato a conoscersi e ad amarsi. In quest'ultimo capitolo c'è qualche piccolo riferimento anche al passato di Han, e per questo mi sono basata sul film "SOLO" appena uscito.
Ancora grazie a tutti e che la Forza sia con voi!
Sabrina
 

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