lacrime di ghiaccio

di bluegarl5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Risveglio ***
Capitolo 3: *** 2. consapevolezza ***
Capitolo 4: *** 3: iniziano i guai ***
Capitolo 5: *** AVVISO ***
Capitolo 6: *** 4: Riunione di famiglia ***
Capitolo 7: *** 5: Tieni duro, Kagome! ***
Capitolo 8: *** AVVISO ***
Capitolo 9: *** 6. Un sadico gioco ***
Capitolo 10: *** 7.la vendetta ha un gusto amaro ***
Capitolo 11: *** 8. midoriko ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Lacrime di ghiaccio


Prologo:

Aveva le dita intirizzite dal freddo. Sentiva le lacrime pungerle gli occhi come spilli e coi incisivi si morse il labbro inferiore per impedire loro di uscire. Non voleva mostrarsi così debole di fronte a lui. Non poteva permetterselo adesso. Era quasi finita.

Continuò a ripetere quelle parole nella sua mente per ritrovare la giusta calma, inforcò la freccia. Il braccio le tremava per il freddo e il gesto che stava per compiere. La piuma le graffio la guancia.

Un oggetto che cade e il suono di singhiozzi spezzati ricchieggiavano tra le pareti rocciose della caverna.

<< No! Non ci riesco! >> gridò la donna crollando in ginocchio, la freccia in mano e l' arco abbandonato accanto. I lisci capelli ebano le nascondevano il viso pallido graffiato dalle lacrime. << Io, io non posso farti questo >> Aveva perso, lo aveva deluso.

Due caldi occhi dorati la guardavano in un misto di tristezza e amore, le si chinò di fronte accarezzando la testa nera. << Non mi ucciderà Kikyo. >>

<< Lo so! Ma , ma non ci riesco... se qualcosa andasse storto... non voglio perderti >>

<< Non succederà! Se la sfera verrà sigillata quel bastardo non riuscirà a sentirla, ma la sfera non può stare senza custode. Tu riuscirai a ucciderlo, mi libererai dal sonno e poi saremmo insieme per sempre >> affermò con tono duro che contrastava con la dolcezza delle sue carezze.

<< Promettimelo >> Sorrise. In quel momento non le importava quanto fosse insicura. Quel tocco così caro per lei era come sale su una ferita, le sue parole erano paragonabili alle porte del paradiso.

Facendo attenzione a non graffiarla con gli artigli le prese il mento, un sorriso sfrontato incurvava quelle labbra carnose facendola arrossire << Ricorda sacerdotessa: quando uno Shikon da la sua parola la mantiene a costo della vita. Riuscirai a liberarmi e per tutte le vite che verranno saremo insieme, per sempre >> con un bacio sigillo quella promessa.

Si aggrappò alle sue spalle e spinta dalla passione e la paura ricambiò il bacio con altrettanta foga finché si staccarono ansimando, le fronti poggiate. Chissà per quanto tempo non si sarebbero più baciati così? Lo amava, altro ché se lo amava! Giurò su tutti i Kami che non si sarebbe mai arresa. Non importava per quanto tempo, lei lo avrebbe svegliato.

<< Ti costringero a mantenere la parola, sappilo >> lo minacciò facendolo ridacchiare.

"Ce la farò!" si disse mentre scoccava la freccia imprigionando così l' uomo che amava e la Shikon no Tama nella roccia.

Il gioiello esplose in una luce rosa, alzando un vento soprannaturale che spense le torce.

Un ultima lacrima le rigò la guancia mentre si costringeva a indietreggiare << Inuyasha, amore mio, presto saremo di nuovo insieme >>

Sigillo con un incantesimo la grotta, che solo lei poteva sciosciere e col cuore che urlava uscì dalla grotta.

Arrancò nella neve con la luna e una civetta come unica compagnia. Era quasi arrivata al villaggio quando dei demoni la attaccarono costringendola a combattere... era quasi riuscita a purificarli tutti quando avvertì una presenza maligna e rivoltante alle sue spalle, urlò cadendo nella neve sporca del suo sangue che usciva capioso dalla spalla.

Una ferita fatale.

<< Na- Naraku. Vigliacco! Che tu sia dannato! >> lo insultò sputando sangue, fissandolo con odio quel mostro che l' aveva colpita a tradimenti e che ora rideva di lei mentre la vita scivolava via e il veleno la uccideva più in fretta. Provò un brivido di repulsione verso quella voce oscura e sibilante tanto vicina all' orecchio. La voce di un rettile. << Questa è la giusta fine dei vermi che osano ostacolarmi. Addio, sacerdotessa. >>

"Maledetto" Lo odiava con tutto il cuore. Per causa sua aveva perso la sua occasione di essere finalmente felice, costringendo l' unico amore della sua anima a un sonno eterno. Il suo ultimo pensiero prima di espiare fu solo per lui. L' aveva deluso, ancora.

"Inuyasha. Perdonami, amore mio"




Nota autrice: ciao! Spero che questa nuova storia vi piaccia e che mi seguirete. (Mille grazie ad Ayuna per i tuoi consigli, adesso scrivere sarà più divertente. A presto;-) !!)

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Capitolo 2
*** 1. Risveglio ***


Eccomi di nuovo col nuovo capitolo! Spero che non vi annoi... Prima di tutto voglio ringraziare Maria76, Fenris, e Ayuna per aver recensito questa storia e per l' incoraggiamento. Grazie ancora Ayuna per i tuoi consigli, sono stati davvero utili. Buona lettura😸!!

capitolo 1: Risveglio

<< Sicura di aver preso tutto, Kagome? >>

<< Si, mamma, tranquilla. Non ho dimenticato nulla >>

<< Non si direbbe. Sarà almeno la sesta volta che controlli quella valigia! >> la schernì trattenendosi a stento nel ridere. Quando si offendeva sua figlia era davvero buffa!

Nonostante i suoi ventidue anni Kagome Higurashi aveva conservato un carattere vivace e infantile, ma sapeva essere gentile, altruista, decisa, timida, ingenua, è caparbia. Una cascata di capelli ebano scendevano lunghi fino alla vita incorniciando il viso a cuore, pallido come una bambola di porcellana, e due dolci occhi color cioccolato. Kagome si era appena laureata e per vivere recensiva una rubrica nella sede di un piccolo giornale; un lavoro che le piaceva molto perché le dava la possibilità di aiutare le persone a risolvere i loro problemi. Voleva diventare una scrittrice e aveva preso un periodo di ferie per dedicarsi al suo primo manoscritto. Il suo sogno era quello di vedere i suoi libri tra gli scaffali e il sorriso della gente mentre lo leggevano. Sarebbe andata a Musashi nella baita della nonna che aveva ereditato, una piccola cittadina tra le montagne circa cinque ore da Tokyo, dove il massimo del divertimento era una catapecchia come cinema e qualche negozio, quindi cosa cera di male se voleva assicurarsi di non aver scordato lo spazzolino?

Kagome si girò lanciando alla mamma un occhiataccia e gonfiò le guance come una bambina, indispettita. << Sei esagerata... al massimo sarà la quarta volta! >>

<< Ahah! Allora scusami, comunque davvero non vuoi aspettare tua cugina e il suo ragazzo? In fondo sono solo un paio di giorni. Pensarti in quella casa tutta sola mi inquieta. >> disse Akane Higurashi guardando la figlia mentre presa dall' ansia si torturava le mani. La figlia le fermò stringendole tra le sue e sorrise per confortarla.

<< Andrà tutto bene, mamma. Sono solo due settimane e stiamo parlando di Musashi, ricordi? Nonna Kaede ha vissuto da sola in quella casa per 70 anni senza alcun tipo di problema se non qualche procione che frugava nella spazzatura, e tra tre giorni Sango e Miroku mi raggiungeranno trovandomi viva e vegeta. E poi non sarò sola, avrò Buyo con me! >> accennando al grosso gatto che poltriva sul letto.

Sua madre sbuffò alzando gli occhi al cielo. << Ah, ora si che sono più tranquilla! >> esclamò facendo ridere la figlia. Dopo i saluti la mamma, il nonno e persino suo fratellino Sota la aiutarono a caricare la macchina e dopo una valanga di raccomandazioni la ragazza partì come se avesse il diavolo alle calcagna. Deglutì. Fortuna che erano solo due settimane e non l' abbandono del nido altrimenti l' avrebbero trattenuta fino alla fine dei tempi!

Quando finalmente dopo cinque ore di viaggio arrivò alla baita il cielo era ancora di un bellissimo azzurro con un accenno d' arancione, e Kagome si trovò a sorridere. Quel posto non era cambiato di una virgola, come se non fosse stato sfiorato dal tempo... una brezza leggera faceva ondeggiare le cime degli alberi illuminati dal sole primaverile e gli uccellini cinguettavano nei loro nidi. Kagome aprì la porta con la copia delle chiavi che le aveva dato il notaio, spalancò tutte le finestre perché l' ambiente cambiasse aria e si accertò che acqua e luce funzionassero. Il frigo e la credenza era piena di cibo; si promise di fare un regalo al notaio per ringraziarlo, magari una delle torte squisite di sua madre! Guardò la montagna che sorgeva ai piedi della baita e con un pizzico di nostalgia Kagome ricordò quando da bambina la nonna portava lei e sua cugina Sango per i sentieri rispondendo pazientemente alle loro domande e andando a caccia di more. Aveva sempre amato quel posto e ringraziò la nonna per averglielo lasciato. Quel posto era come una parte di lei; qualcosa la spingeva verso quei sentieri ancora vivi nella sua mente e la ragazza non volle opporsi. Ne avrebbe approfittato per sgranchirsi le gambe e in fondo era ancora presto, e forse quella passeggiata le avrebbe dato delle idee per il suo romanzo. Le gambe si muovevano da sole all' ombra di aceri e sempreverde, di tanto in tanto coglieva con la coda dell' occhio un movimento tra i cespugli, forse qualche lepre curiosa, e scogliattoli sopra la sua testa che saltavano da un ramo all' altro.

Una specie di presenza la guidò fino a un imponente albero secolare. Una shimenawa* circondava il tronco. Kagome si avvicinò sentendo il cuore battere all' impazzata, il terreno si aprì come una bocca sopra i suoi piedi inghiottendola nel buio. Quando riprese i sensi il sole era quasi del tutto tramontato e le prime stelle della sera erano spuntate. Il suo cuore aveva preso a pulsare più forte, come se qualcosa lo richiamasse e un bagliore rosato illuminò le pareti della caverna. Ancora inginocchiata si girò e spalancò gli occhi. Una antica freccia fuoriusciva dalla lastra di ghiaccio che arrivava fino al soffitto perdendosi nel petto di un ragazzo. Dei lunghi capelli d' argento scendevano lisci sulla veste rossa, da così vicino Kagome poteva notare due tenere orecchie da cagnolino spuntare in cima alla testa e desiderò poterle toccare per sapere se erano soffici come sembravano. Gli occhi erano chiusi, per qualche ragione Kagome sapeva che aperti erano del colore dell' oro. Con sorpresa si trovò la guance umide, si era messa a piangere senza accorgersene. Perché provava tutta quella tristezza? Possibile che la morte solitaria di questo sconosciuto l' avesse scossa così profondamente? E perché sentiva come se la colpa di tutto fosse sua?

'Addormentato!'quel pensiero era arrivato da una voce estranea ma che tuttavia la rassicurò. 'La freccia lo tiene prigioniero! Toglila!' Kagome si era alzata in piedi, non riusciva a staccare gli occhi dalla figura del ragazzo. Agognava nel sentire di nuovo il suono della sua voce. Come di nuovo? Lei nemmeno lo conosceva! Afferrò la freccia e cominciò a tirare, si aspettava che non sarebbe riuscita a staccarla dal ghiaccio ma con sua sorpresa ci riuscì col primo strattone, la freccia si sbriciolò in minuscole particelle. Dal piccolo buco una serie di crepe si espansero ricoprendo ogni angolo e il ghiaccio iniziò a spaccarsi in grossi pezzi. Quasi del tutto libero il ragazzo aprì gli occhi e lei si trovò davanti a due soli che la fissavano. Lui sorrise accarezzandole una guancia. << Finalmente mi hai svegliato, Kikyo. >>

Kagome non ci poteva credere! Aveva appena risvegliato un morto congelato!


*Shimenawa= corda sacra che circonda il Goshinboku

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Capitolo 3
*** 2. consapevolezza ***


capitolo 2: consapevolezza

<< Finalmente mi hai svegliato Kikyo >>
Una falena attirata dalla luce. Era così che si sentiva Kagome guardando ipnotizzata quei meravigliosi occhi dorati incastonati in un viso fiero come quello di un dio greco.

Il cuore aveva cominciato a battere impazzito nell' istante che quella voce profonda e calda era uscita da quella bocca carnosa, e strane immagini le riaffiorarono alla mente come ricordi di una vita passata: il primo fiore che cresce sulla neve; l' odore della terra bagnata dalla pioggia dopo una agognata siccità; il canto dei grilli sotto una notte stellata, sensazioni che non aveva mai provato ma che le fecero appannare gli occhi di nostalgia.

Lo Shikon le asciugò le lacrime studiando i tratti di quel viso amato che gli avevano impedito di impazzire durante l'oblio.

La sua sacerdotessa gli sembrava diventata ancora più bella. Inuyasha non aveva idea di quanto tempo fosse passato, il buio ed il freddo erano scomparsi quando il sigillo era stato estratto dal suo petto, ma in quel momento non gli importava.

Voleva baciarla, riesplorare quell' ultimo bacio che si erano scambiati prima di lasciarsi. Ora che tutto era finito potevano finalmente trascorrere la loro vita insieme è il tempo che avevano perso se lo sarebbero ripreso un giorno per giorno.

Kagome deglutì mano a mano che quelle labbra si avvicinarono alle sue, chiuse gli occhi per istinto, non notò così quegli occhi color oro diventare prima confusi e poi furiosi. Quelle stesse mani che prima l' avevano toccata facendo attenzione a non graffiarla con gli artigli adesso le stringevano le spalle, Kagome gridò sentendo le unghie affilate entrare nella carne.

<< Il tuo odore è simile al suo ma non sei lei! Rispondimi! Che cosa le hai fatto? >> ringhiò mostrando così le zanne senza smettere di annusarla.

<< Io, io >> Kagome balbettò, le parole si rifiutavano di uscire fuori e le restavano impigliate nella lingua come un pesce infilzato da un ago.

Inuyasha la scrollò con forza, gettando poi la donna a terra procurandole così dei tagli alle braccia e alle gambe. Lo Shikon avanzò verso di lei facendo schioccare gli artigli in una sonora minaccia. Si sarebbe fatto dire dove si trovava la sua donna da quella impostora che aveva osato provare a ingannarlo. Un torto che avrebbe pagato con la vita o una lenta tortura.

Kagome arretrò terrorizzata finché la schiena non si scontrò contro la parete rocciosa. Era in trappola è questo fece ghignare il suo futuro assassino, sempre più vicino con la grazia di un felino prima di balzare sulla preda.

<< Se non vuoi finire a pezzetti ti conviene dirmi la verità. Dove si trova Kikyo? Parla! >> alzò il braccio, con un colpo di artigli scavò tre grossi solchi sulla parete a poca distanza di lei.

Kagome tremò mentre delle lacrime di paura le rigarono il volto, i singhiozzi le provocavano delle fitte a petto.

Voleva andare a casa. Solo andare a casa! Forse se gli avesse detto la verità lui l' avrebbe risparmiata e lasciata andare...

<< Io, io non sò di cosa parli. Per favore... credimi! Io non so di cosa parli... non, non sò chi sia questa Kikyo... Io ti, ti ho trovato dopo essere ca- caduta da quel buco...lassù. Ho, ho estratto la freccia e, e ti sei svegliato. Lo giuro! >> piagnucolò tirando su col naso, cercando di farsi ancora più piccola.

A quella scena Inuyasha ringhiò combattendo contro l' impulso di saltarle alla gola. Come osava continuare a prendersi gioco di lui?! Doveva essere proprio stupida se pensava che proprio lui, Inuyasha, uno Shikon, uno degli spiriti protettori della Shikon no Tama sarebbe abboccato a una messinscena simile. Quanto avrebbe voluto avere con se Tessaiga e tranciarla in due!

Ne aveva abbastanza, il suo orgoglio reclamava sangue è lo avrebbe avuto. Niente è nessuno l' avrebbe fermato, l' avrebbe uccisa senza pietà!

<< Ti avevo avvisato! Muori! >> gridò furioso e alzando il braccio per colpirla.

Kagome chiuse gli occhi preparandosi al colpo, pregò i Kami di salvarla o almeno darle una morte veloce.

Pensò alla sua famiglia, non li avrebbe rivisti mai più.

Un' altra lacrima le sfuggì dagli occhi nello stesso istante che la sfera al collo dello Shikon iniziò a pulsare violentemente. Si sentì avvolgere da un piacevole calore, come se fosse avvolta da una trapunta, Kagome aprendo gli occhi vide una spece di cupola rosa che la proteggeva.

Inuyasha guardò la ragazza imbambolito, mentre una nuova e terribile consapevolezza si impossessava di lui.

<< La sfera ti ha protetto. Questo significa che... No! Kikyo! >>

Con un solo balzò Inuyasha uscì dalla grotta, saltò tra i rami dell' enorme albero sacro finché non arrivò in cima. Gli sembrava che una mano invisibile gli stringesse lo stomaco in un pugno: gli occhi dorati oltrepassarono miglia e miglia di distanza, con case alte che pugnalavano il cielo, strane lanterne sui sentieri coperti da lunghi serpenti grigi, carri che si muovevano senza cavalli o muli è nuvole nere dall' odore putrido...

Si era svegliato in un mondo che non conosceva, che non gli apparteneva. La donna che amava se ne era andata per sempre è al suo posto cera un altra donna che le somigliava come una goccia d' acqua.

Un' altra sacerdotessa che lui avrebbe dovuto proteggere. Il vento faceva ondeggiare i lunghi capelli argentei coprendo il suo sussurro. Solo due parole che gli laceravano l' anima. << Kikyo. Perché? >>

Guardò la luna che gli sorrideva dolcemente e gridò la sua rabbia, il suo dolore, la sua solitudine al cielo notturno. A quelle grida disumane Kagome sentì come qualcosa dentro di lei si spezzasse, si arrampicò fuori dal buco usando le radici e scappò via. Non poteva più sopportare quella sofferenza.




<< Kanna! >> chiamò una voce nell' oscurità spezzando il silenzio. La porta si spalancò in un tonfo, una bambina dai capelli bianchi e gli occhi vuoti entrò nell' ufficio arredato con mobili pregiati e antichi e si portò a fianco della grande scrivania. << Ubbidiscimi. Mostrami Inuyasha >>

La bambina guardò dentro lo specchio che stringeva al petto, il vetro si increspò come fosse acqua finché una figura non apparve sullo sfondo. L' uomo sogghigno mentre una luce crudele gli attraversava gli occhi rossi.

<< E giunto il tempo di liberare la nostra cavia. Ora vai! >> ordinò per poi ignorarla completamente, la bambina fece un cenno del capo e impassibile uscì senza mettere un suono.

Naraku guardava fuori dalla finestra battendo con impazienza le dita sulle ginocchia. Aveva sentito il richiamo della sfera ma voleva esserne certo... Tra poco il gioiello sarebbe stato nelle sue mani e finalmente avrebbe dominato sul mondo. Il Giappone era cambiato molto negli ultimi 500 anni: ora umani, demoni e mezzi demoni vivevano in pace tra loro. Come odiava tutto questo! Sentiva la mancanza delle carneficine, i villaggi assaltati dai briganti e bruciati, e le malattie, ma presto avrebbe messo fine a tutto questo.

Avrebbe portato quello stupido Shikon alla pazzia è sapeva già come riuscirci. << Vedrai Inuyasha, mi implorerai in ginocchio di mettere fine alla tua miserabile vita. Aaahahhaah! >>

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Capitolo 4
*** 3: iniziano i guai ***


capitolo 3: iniziano i guai

Le era sempre piaciuto il profumo della pioggia, così agrodolce, come un frutto appena raccolto.
Guardava quelle meravigliose gocce d' acqua cadere dal cielo che avrebbero garantito per un altro anno la sopravvivenza della sua gente e sorrise. L' estate era bella ma ricca di problemi. Il numero dei malati aumentava di giorno in giorno a causa della fame e per le insolazioni. Metà del raccolto era andato bruciato per colpa del caldo torrido e il sole cocente. Le sue giornate erano divise tra pregare gli dei nel tempio, curare i moribondi, a cercare erbe mediche, e di nuovo a pregare finché non crollava esausta sul futon.

Avrebbe voluto lasciarlo agli malati insieme alla capanna, che era più grande rispetto alle altre del villaggio, ma gli era stato proibito per il ruolo che ella ricopriva. Si sentiva inadeguata e in colpa; aveva paura di aver offeso i Kami con i suoi sentimenti, troppo forti per tenerli ancora nascosti, e la stessero punendo in questo modo, perciò era grata per quel miracolo che arrivava dal cielo. La manica destra si era lacerata durante la caduta, né strappò un lembo usandolo come fasciatura per la caviglia immergendolo prima in una pozzanghera vicina.
Rischiava di prendersi un malanno ma non voleva sprecare le poche erbe trovate per una sciocchezza simile, l' acqua fredda avrebbe lenito il dolore e ridotto il gonfiore. Di sicuro Lui la stava già cercando, era via da troppo tempo, è non si sarebbe risparmiato di farle una lavata di capo.
Un ombra nera frecciò dall' alto atterrando accucciato sotto la roccia sporgente dove si era riparata, e si scrollò come un cane dalla pioggia.

<< Adesso si che mi prenderò una polmonite! Per colpa tua sono più fradicia di un pulcino. >> borbottò lanciando al ragazzo un occhiataccia coi gli occhi nocciola.
In risposta lui grugnì incrociando le braccia al petto e spostò accigliato gli occhi dorati alla pioggia. Piccole gocce d' acqua imperlavano le tenere orecchie canine mandando bagliori argentei sulla parete rocciosa.

Il cuore perse un battito. Perché doveva farle sempre questo effetto? Lo vide soghignare è capì che aveva intuito i suoi pensieri e arrossì violentemente. Accidenti a lui!
<< Tzè! Ma sta zitta sacerdotessa o ti lascio qui per tutta la notte. >>
<< D'accordo, d'accordo! Mi inchino a lei e le porgo le mie più sentite scuse vostra grazia, ma ora per favore potete portarmi a casa? >>

<< Così va meglio, ma... Ehi! Che hai combinato? Togliti quel coso, stupida, vuoi davvero ammalarti?! >> la sgridò strappandole la fasciatura improvvisata. Si sfilò il kariginu rosso rimanendo con solo l' hitoe che mostrava il petto scolpito e glie lo avvolse intorno per ripararla. Lei sbuffo per quella reazione esagerata ma era anche felice che si preoucapava così tanto per lei. La faceva sentire come una donna normale invece che un dovere da assolvere. << Niente di che! Stavo facendo il solito giro per cercare erbe mediche quando sono inciampata in una radice e mi sono storta la caviglia. >>
<< È non potevi usare una di quelle erbe dall' odore nauseabondo? Sei sempre la solita. Non cambi nemmeno se crepi >> la asprofò lui prendendola in braccio, attento alla caviglia.

Non riuscì più a resistere. A quel piccolo contatto il suo cuore aveva iniziato a battere all' impazzata come se volesse uscire dal petto e fondersi con quello di lui. Lo baciò andando contro ogni insegnamento che le era stato imposto e un attimo dopo sentì il suo uomo rispondere. Lei non era più la sacerdotessa che custodiva un potente amuleto dal male, è lui non era più lo Shikon che aveva il compito di proteggerla, ma solo un uomo e una donna che dimostravano il loro amore con un semplice bacio.
Se tutto questo era sbagliato sarebbe stata pronta ad affrontare le conseguenze, lei sola, ma per allora al diavolo tutto!
<< Ti amo, Inuyasha. >>
<< Anch' io, Kikyo >>



Qualcosa di umido le bagnava la guancia. A fatica Kagome aprì gli occhi restando accecata dalla luce del sole che illuminava il soggiorno e rischiò di ruzzolare giù dal divano. Buyo le sedeva sulla pancia e continuava a leccarla con occhi supplichevoli. Perché aveva dormito lì invece che sul letto? E perché era coperta di fango dalla testa ai piedi?

I ricordi tornarono prepotenti quando si guardò i tagli sulle braccia e Kagome rabbrividì stringendosi Buyo al petto in cerca di conforto. Ancora non riusciva a credere di aver risvegliato un demone, perché non poteva essere altro con quelle orecchie da cagnolino, gli occhi dorati e gli artigli, dalla sua prigione di ghiaccio e lui avesse tentato di ucciderla! Ma cosa cavolo era quella luce che l' aveva protetta?

Dopo essere uscita dalla grotta era fuggita da quelle urla strazianti guidata dai raggi della luna, inciampando più volte sul sentiero sbucciandosi le ginocchia finché non era arrivata davanti alla porta della baita. Il cellulare era sul tavolino dove l' aveva lasciato. Sua madre l' aveva cercata almeno una ventina di volte e Kagome le aveva risposto biascicando qualcosa crollando poi sul divano.
Si rese conto in quel momento che non mangiava da ieri, è di conseguenza nemmeno Buyo. Ecco il perché di tutte quelle coccole. Sorrise accarezzando la testa morbida.

<< Sei davvero un bel furbone tu, però hai ragione. Tranquillo! Adesso ti do da mangiare. >>
Dopo aver dato al gatto una ricca colazione Kagome aspettò che l' acqua calda riempisse la vasca da bagno e si immerse tirando un sospiro di sollievo, sentendo lo sporco e le emozioni del giorno precedente scivolare via dal suo corpo. Consumò un intero flacone di shampoo e si sciacquò i capelli neri, lasciando fuori dall' acqua metà del viso. Inuyasha. Il suo subconscio aveva dato a quel misterioso ragazzo un nome e doveva ammettere che gli stava bene. Kagome arrossì pensando al suo sogno. Si erano baciati, ma invece di chiamarla Kagome l' aveva chiamata Kikyo. Solo lei era capace di fare sogni simili, ma forse era normale dato gli eventi successi il giorno prima
Perché l' aveva aggredita in quel modo? A Kagome non gli era parso pericoloso finché non era andato di matto. Era evidente che l' aveva scambiata per un altra persona, ma chi era questa Kikyo? Si vestì in fretta e iniziò a tirare fuori ogni genere alimentare dal frigo.
Kagome aveva una idea folle, ma cera una logica nella sua follia. Non aveva idea per quanto tempo Inuyasha (aveva deciso di chiamarlo così finché non avesse scoperto il suo vero nome) avesse dormito, ma il suo abbigliamento ricordava quello dei samurai, perciò probabilmente avrebbe avuto una gran fame! Le sarebbe toccato rifare la spesa ma se il suo piano avesse funzionato ne sarebbe valsa la pena. Sorrise. Chissà, forse gli sarebbe piaciuto avere un' amica!

<< Ohhissà! A più tardi Buyo, fa il bravo. Chissà forse da oggi avremmo un ospite. >> fece sistemando sulle spalle le spalline dello zaino giallo. Il canto dei pettirossi accompagnò Kagome per tutto il tragitto finché non scorse le alte fronde del Goshinboku.

Inuyasha percepì quell' odore di vaniglia farsi sempre più vicino ma non si mosse e restò ad aspettarla. Era stato davvero uno stupido a confondere l' odore di Kikyo con quello di quella ragazzina! Il profumo di Kikyo era simile a quello dell' erba piperita e non era così vomitevolmente dolciastro.
Erano stati la nostalgia e l' amore a ingannarlo, quei deboli sentimanti che rendono gli esseri umani così fragili, ma non ci sarebbe cascato una seconda volta!

Kagome non si era accorta di aver trattenuto il fiato finché non lo vide seduto sul Goshinboku in cima a un ramo in alto è restò incantata da tanta bellezza. I raggi del sole che bucavano le fronde creavano dei giochi di luce nei lunghi capelli argentei. Di tanto in tanto le tenere orecchie si muovevano in piccoli scatti accarenzate dal vento. Kagome spostò lo sguardo interessata a un filo d' erba che le sfiorava le scarpe per nascondere il suo rossore mentre il suo cuore accelerava. Ma che le prendeva?
<< Ti- ti ho portato da mangiare... Sai, pensavo avessi fame... C'è un po' di tutto... Carne, pesce, uova... Di tutto insomma! >> balbettò e impacciata cominciò a tirare i diversi bento dallo zaino, ma lui sembrò ignorarla completamente e Kagome si innervosì. Sapeva che molti demoni si ritenevano superiori rispetto agli umani è per questo erano molto pomposi, ma un minimo di educazione che cavolo!

Con gesti lenti Kagome ispirò profondamente, mentre univa le mani a coppa ai lati della bocca. << EHI! TI HO PORTATO DA MANGIARE! SEI SORDO O COSA? >>
<< Ahh! È PIANTALA DI URLARE, STREGA! Mi hai quasi fatto saltare un timpano. >>

<< La colpa è tua che fai lo gnorri... Ehi, aspetta! COME MI HAI CHIAMATA? BAKA! >>
Inuyasha si appiattitì contro il tronco visibilmente scosso. Per tutti i Kami, quella ragazza faceva paura quando voleva! Certo, doveva ammettere che aveva un bel coraggio a venirlo a cercare dopo quello che era successo il giorno prima. Se avesse potuto Inuyasha le avrebbe dato una lezione coi suoi artigli, ma come Shikon lui doveva proteggerla non fargli del male, è molto probabilmente la sfera l' avrebbe protetta di nuovo.

Sbuffo scocciato e con un balzo le atterrò davanti. Un ombra di tristezza attraversò quegli occhi color oro prima che Inuyasha le desse le spalle. Come somigliava a Kikyo... Le somigliava così tanto che il petto iniziò a dolore nel punto che la freccia l' aveva trafitto. In parte era contento che Kikyo fosse stata felice e avesse avuto una famiglia nel tempo in cui era vissuta, ma dall' altra non poteva che biasimarla per averlo lasciato nell' oblio ad aspettarla. Non si sarebbe mai aspettato tanta meschinità da parte sua... È quell' altro dove era finito? Ma figuriamoci se quel bastardo si fosse preouccupato per lui!

Digrignò i denti con rabbia tagliandosi il labbro inferiore coi canini. I Kami si stavano prendendo gioco di lui! Inuyasha non era mai stato così furioso. Prima era stato costretto in un sonno gelido, libero di pensare ma incapace di muoversi, per poi venire svegliato in un mondo che gli era estraneo dalla discendente della donna che aveva giurato d' amare.

<< Cosa hai sulla faccia? >> domandò col tono più neutro e distaccato possibile, ma che tuttavia non la ingannò. Kagome si toccò la guancia per istinto trovando il cerotto, la tristezza di quel ragazzo era così palese che tutto il nervosismo di prima era scomparso come neve al sole.

<< Ah! È un cerotto. Si usa per le ferite superficiali ma e utile anche per nascondere i brufoli! >> scherzò per tagliare la tensione e sperando di farlo ridere, ma invano. << Ehm... Io sono Kagome. Kagome Higurashi. Tu come ti chiami? >>
<< Tzè! E perché dovrei dirterlo? >>
Kagome fece spallucce, resistendo all' impulso di scagliargli un masso in testa. << Nessuna ragione ma avrai pure un nome! Se vuoi continuo a chiamarti 'baka'! >>

Inuyasha non poté evitare di sorridere. Quella ragazzina era di un insolenza che lo divertiva. Sbuffò. << Inuyasha >> La sentì sobbalzare ma non ci badò molto... era giunto il tempo di fargli la domanda che lo tormentava da quando lei lo aveva svegliato: << Che anno è questo? >>
<< 2.. >> Kagome deglutì e si inumidì le labbra all' improvviso secche << 2010 >>
Fu come se qualcuno gli avesse gettato addosso dell' acqua gelida e impallidì. Era rimasto in quell' oblio per 500 anni! 500... << 500 anni >> sussurrò senza accorgersi.

Kagome non riuscì più a reggere e si lanciò contro abbracciandolo da dietro. Voleva dirgli che non lo avrebbe lasciato mai da solo. Gli sarebbe stata vicino in quell' epoca per lui estranea e lo avrebbe aiutato a trovare un posto nel mondo, ma la voce era spezzata dai singhiozzi. Le dita sfiorarono la sfera che portava al collo, Inuyasha le afferrò le mani allontanandola nascondendo la sfera nella mano artigliata.

<< VATTENE VIA! SPARISCI! >>

Kagome scappò via mentre le lacrime le bruciavano come acido sulle guance. Avrebbe dato a Inuyasha tutto il tempo che serviva. Gli avrebbe lasciato il suo spazio e quando fosse stato pronto sarebbe tornata, ma per ora preferiva stargli lontano. Era spaventata da tutte quelle emozioni che le suscitava ogni volta che gli era vicino, è era turbata che il suo nome fosse lo stesso del suo sogno. Una volta a casa Kagome pranzò con dei sandwich, sforzandosi di inghiottirli e provò a distrarsi dedicandosi al manoscritto o alle pulizie, ma il suo pensiero ruotava continuamente a lui. Inuyasha, Inuyasha, Inuyasha... Basta! Kagome afferrò le chiavi, aveva bisogno di fare qualcosa di normale e noioso è cosa cera di più noioso di fare la spesa?

Passeggiò per i corridoio lucidi e dal profumo di pino, si alzò sulle punte dei piedi per prendere dei biscotti sullo scaffale più alto rischiando di slogarsi una spalla e avvertì un brivido sulla schiena. Si guardò intorno spaventata e vide una donna che la scrutava da dietro a uno scafale. Kagome capì che era un demone da quegli occhi privi di colore e dalla pupilla assottigliata come quella dei serpenti. Portava un lungo impermeabile che le scendeva lungo i piedi, davvero strano visto che fuori si moriva di caldo!, ma perché nessuno a parte lei sembrava farci caso? "Non la vedono!"

Le altre persone del supermercato le giravano intorno superandola senza mai alzare gli occhi persi, simili a sonnambuli. Erano influenzati dall' aura demoniaca ma Kagome ne era immune. La demone sogghigno e si leccò la faccia cadaverica con la lingua biforcuta. Nemmeno quando Inuyasha aveva tentato di ucciderla aveva provato un simile terrore! Con la coda dell' occhio Kagome vide la porta d' emergenza, e senza pensarci spinse il carrello contro la demone e puntò all' uscita. Si fiondò dentro l' auto e partì ignorando la stop. Non rallentò fin quando i tetti di Musashi non erano che una riga sul finestrino retrovisore e sospiro sollevata. Era salva...

Un botto, l' odore di gomma bruciata, e infine un tonfo. Tossendo Kagome si slacciò la cintura di sicurezza e strisciò fuori dalla macchina rovesciata, pregando che non esplodesse. Ma cosa era successo?

<< Davvero divertente... Pensavi davvero di riuscirmi a sfuggire? >>
Kagome si girò sbattendo le palpebre per riprendersi velocemente dal trauma, del sangue gli usciva da un taglio sulla fronte, e indietreggiò innoridita. La demone si era liberata dall' impermeabile, rivelando così il viscido corpo da millepiedi che partiva dall' ombelico. Gli unti capelli neri nascondevano la nudità del corpo di donna e altre quattro braccia crescevano dai fianchi. << Tu- tu sei un ibrido >>

Aveva sentito parlare di questi mostri ispirati dalla natura dei mezzi demoni è mai Kagome avrebbe voluto conoscerne uno dal vivo. Metà demoni metà insetti,erano stati creati agli inizi degli anni 90 dagli scienziati dell' esercito come armi per la guerra ma erano stati eliminati per la loro natura distruttiva. Privi di ogni umanità uccidevano chiunque incrociasse sul loro cammino... È uno di loro aveva deciso di divertirsi con lei!

<< Non sono come quei esseri patetici. Un tempo ero una demone e puntavo alla Shikon no Tama, ma cinquecento anni fa la tua predecessora riuscì a sconfiggermi. Mi stavo purificando poco a poco finché il mio signore mi ha trovata dandomi nuova vita è io lo ripagherò portandogli ciò che egli brama. Avanti! Consegnami la sfera! >>
Kagome scosse la testa, non aveva idea di cosa quel mostro stesse parlando.
<< Ah, è così? Allora... MUORI! >> il mostro si lanciò in avanti, la bocca anormalmente spalancata e piccoli denti aguzzi dirette al suo collo.
Kagome chiuse gli occhi mentre un volto familiare gli comparve nella mente e d' istinto gridò: << INUYASHA! >>
<< Sankon Tasson! >>

Inuyasha si scagliò in avanti con un balzo e tranciò il mostro in due, dalla testa alla fine del corpo da insetto. Aveva quasi dimenticato l' adrenalina per la battaglia e l' euforia per la vittoria.

Guardò quell' essere diventare polvere e portato via dal vento insieme a quel odore fetido che preannunciava che i guai erano solo iniziati. Ma lui era pronto e stavolta NULLA, nemmeno i Kami, lo avrebbero fermato a distruggere il suo nemico!
Kagome ansimò, le braccia che tremavano per lo sforzo di reggere il peso del corpo << Inuyasha... grazie >>
Inuyasha si girò a scrutarla assorto, come se dentro di lui si stesse affrontando una battaglia interiore, poi si sfilò la sfera e glie la mise a collo che pulsò all' istante di una luce rosata. Non poteva continuare a conservarla per un fantasma... La Shikon no Tama aveva scelto Kagome come sua custode, spettava a lei tenerla. Prese la ragazza in braccio e la strinse a sé protettivo.

<< Non devi ringraziarmi. >> esitò poi parlò deciso e con tono solenne: << Io ti odio, ma ti proteggerò a costo della vita. Lo giuro >>

Inuyasha portò in braccio la ragazza addormentata fino a casa mentre nel cuore di entrambi inconsapevolmente stava già sbocciando un tenero sentimento.


Eccomi tornata! 😸vi chiedo scusa per il ritardo ma spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo. È ora via con i ringraziamenti!

Ringrazio: Morgana_75;
Kristal86;
Lexa;
Tempesta 16;
Fumy;
Grillo che parla;
e a tutti i lettori che si interessano a questa storia, spero che continuate a seguirmi. A presto!

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Capitolo 5
*** AVVISO ***


AVVISO: Vi chiedo scusa se vi scoccio ancora con la mia presenza. 😿 Volevo solo dire che ho corretto gli errori del quarto capitolo e apportato qualche modifica in parti che non mi convincevano.
Di solito controllo ciò che ho scritto fino all' esaurimento, quando la vista non mi gioca qualche tiro, ma avevo la batteria in rosso e avevo paura che il cell si spegnesse è perdere la storia! So che probabilmente non vi interessa, ma ci tenevo a farvelo sapere.
Sono già all' opera col prossimo capitolo è se tutto va bene aggiornerò prima di lunedì!😸A presto!!

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Capitolo 6
*** 4: Riunione di famiglia ***


cap 4: Riunione di famiglia

La lineeta lampeggiava schernendola sullo schermo. Kagome sbuffò chiudendo il portatile e si stropicciò gli occhi, annebbiati per tutte quelle ore davanti allo schermo... era lì da tutta la mattina a lavorare sul manoscritto ma non aveva concluso un granché, è la cosa la faceva saltare i nervi!

'Giornate grigie' avrebbe detto sua nonna: quando hai la testa così affollata che il resto rimane solo il grigio. Kagome si alzò dal divano e andò in cucina con l' idea di farsi un tè, nè aveva davvero bisogno; non ci sarebbe stato male dei biscotti, ma lì aveva lasciati al supermercato insieme al resto della spesa quando quel demone-insetto l' aveva attaccata il giorno prima.
E solo l' altro giorno aveva tolto un sigillo a un ragazzo con le orecchie da cane risvegliandolo dopo 500 anni è che ora coabitava sotto, o meglio dire, sopra lo stesso tetto. Dopo lo scontro Inuyasha aveva messo la ragazza al letto e le aveva guarito il taglio sulla fronte, lasciandole così solo una invisibile cicatrice coperta dalla frangia nera...
Ecco, le preoccupazioni di certo a Kagome non le mancavano!

Ah, è vero!, domani sua cugina Sango e il suo fidanzato Miroku sarebbero venuti per passare con lei i dodici giorni di ferie che le rimanevano, e di sicuro si sarebbero sorpresi a incontrare un ragazzo vestito come un guerriero del passato. Come aveva fatto a dimenticarlo?!

<< I motivi di stress non mancano, vero Buyo? Meglio che li chiami così forse attuerò un po' il colpo. >>

Sango e Miroku insegnavano all' università è in quel momento erano a Kyoto ad accompagnare dei ragazzi dell' ultimo anno in una gita programmata da mesi... quando aveva annunciato che sarebbe andata a stare alla baita, sola per due settimane, c'è mancato poco che sua cugina non la spellasse viva!
Sango era più grande di tre anni perciò era sempre stata molto protettiva verso di lei, Kagome ne era contenta perché da sempre vedeva Sango come una sorella maggiore, ma a volte la esasperava. Aveva vent' anni cavolo!

Al quinto squillo sentì la cugina rispondere, e dal tono basso la ragazza intuì che Miroku ne aveva combinato una delle sue. - Pronto? -
"Iniziamo bene!" << Ehii! Come sta la mia cuginetta preferita? Ti stai divertendo a Kyoto tra musei e vecchi ruderi? >>
-Oh, ciao Kagome! Ti ho risposto senza guardare il numero, scusa. Si, tutto sommato mi sto divertendo se non fosse per quel cretino di fidanzato donnaiolo che mi ritrovo. Ha palpato il sedere alla cameriera mentre gli dava il caffè è quella si è pure messa a ridere! -
<< Ebbè, qual'è la novità? Lo ha fatto anche con te quando vi siete conosciuti chiedendoti di dargli un figlio! >> A Kagome le veniva ancora da ridere pensando a quell' episodio. Chi l' avrebbe mai detto che quei due si sarebbero messi insieme?

-Aahhh! Ti prego, Kagome, non ricordarmelo! Avrei dovuto scagliargli addosso il tavolo invece che la sedia -
Kagome deglutì. Nonostante aveva visto la morte in faccia per già due volte, Kagome avrebbe preferito affrontare una flotta di demoni sanguinari che l' ira della cugina... doveva assolutamente dire a Miroku di piantarla se no Sango sarebbe finita in carcere per omicidio!
- Cambiamo argomento è meglio! Lì invece come va? Il tuo manoscritto procede bene? -

<< Be', si, tutto sommato va tutto bene. >> balbettò Kagome mordendosi nervosamente il labbro. Ora arrivava la parte difficile.
Sango sull' altra linea si allarmò. - Per tutti i Kami, Kagome, stai bene? Lo sapevo, non dovevo lasciarti andare da sola! - Kagome la interruppe.
<< Ma io non sono sola! >> sbottò, sgranando gli occhi e coprendosi la bocca, perché si era resa conto troppo tardi di come la frase sarebbero suonata.

Infatti la voce di Sango da allarmata divenne eccitata. - Aspetta vuoi dire che lì con te c'è uno? Un ragazzo vero?! Come si chiama, com'è, avete già fatto sess.. - A Kagome venne in mente le orecchie canine del ragazzo menzionato e si sentì andare a fuoco al pensiero che avesse ascoltato la conversazione.
<< Ma insomma, Sango, questi sarebbero affari miei! È vero, c'è un ragazzo, ma non abbiamo fatto proprio nulla! Mi sa che Miroku ti sta influenzando, stai diventando maniaca come lui! >>

- Uffa! E va bene, ti lasciò stare, tanto lo conoscerò quando arriviamo venerdì! -
<< Come venerdì? Domani è martedì>>
<< Già! Volevo appunto parlartene. C'è stato uno scioperò dei treni è l' autobus che la scuola ha affittato per la gita si è rotto. In pratica siamo bloccati qui per un paio di giorni finché al meccanico non arrivano i pezzi di ricambio. I ragazzi almeno sono euforici.-
<< Wow! È l' albergo? Come farete coi ragazzi? >>
- Ci lasciano restare ma il preside dovrà sborsare un extra, mentre molti genitori sono venuti a prendere i ragazzi in macchina e portarli a casa. -

Kagome non ci poteva credere. Un po' di fortuna, finalmente! << Ah, bene! Allora ci vediamo venerdì. Salutami Miroku. >>

Si sentiva più leggera, come se qualcuno le avesse tolto un peso dallo stomaco. Aveva un po' di tempo per insegnare a Inuyasha come funzionava il gas, l' elettricità, l' acqua corrente, tutte quelle cose indispensabili che la gente usa di continuo e ignora l' importanza.

Doveva spiegargli che non si andava più a caccia è che il cibo si comprava al supermercato. Questo fece ricordare a Kagome la credenza deserta, avrebbe chiesto a Inuyasha di accompagnarla al supermercato così di non ripetere l' esperienza di ieri, e visto che la macchina era solo un bel ricordo lontano due forti braccia in più sarebbero state utili per portare le borse. Nè avrebbe approfittato per comprargli dei vestiti, così conciato dava troppo nell' occhio.
Arrossì. Kagome avrebbe dovuto trovare le parole giuste e spiegargli cosa servisse il gabinetto e come usarlo. Ma in che razza di guaio si era ficcata?!

Sussultò al fischio del bollitore e versò l' acqua bollente nella tazza, l' acqua iniziò a torbidire, tingendosi di un verde chiaro; la ragazza gettò via la bustina e prese un sorso, sentendosi già più rilassata. Come le piaceva il tè!
<< Inuyasha! >> lo chiamò facendogli fischiare le orecchie. Ma voleva farlo diventare sordo quella dannata? << Mi accompagni a fare la spesa? Non c'è più niente in frigo >>
<< Ti accompagno dove vuoi se la smetti di gridare come una gallina! >>
Kagome gonfiò le guance lanciandogli un occhiataccia. Quanto le era antipatico quando faceva così! << Io non urlo come una gallina! >>

Non si parlarono per tutto il tragitto, ma Kagome non resisteva a osservarlo con la coda dell' occhio. Non sapeva nemmeno lei perché, ma era più forte di lei e prese a giocherellare senza accorgersi con la sfera rosa, la Shikon no Tama, che lui le aveva dato prima che lei svenisse nascosta sotto la maglietta. Quel mostro l' aveva attaccata pensando che lei l' avesse, perciò Kagome preferiva non mostrarla in giro.

Inuyasha le aveva detto che adesso quel gioiello era suo in quanto sua custode mentre il suo compito era quello di proteggerla.

Quel silenzio teso si spezzò una volta che furono in centro, Kagome gli strinse la mano; non poteva lontanamente immaginare come Inuyasha poteva sentirsi e con quel gesto Kagome voleva fargli sapere che lei era lì con lui. Iniziò a spiegargli cosa fossero i marciapiedi, i semafori, i lampioni, i camion che di tanto in tanto passavano prima che il ragazzo si lanciasse per farlo a pezzi, e i televisori nelle vetrine.

Tutte quelle novità lo sorprendevano finché Inuyasha cominciò a rilassarsi e guardarsi intorno incuriosito. Gli occhi dorati erano accesi e pieni di meraviglia, come un bambino il giorno di Natale davanti al suo regalo, e Kagome sorrise. Era davvero tenero!

Una volta davanti al supermercato Kagome fu titubante a entrare, non sapeva con preciso quanto fosse influenzabile l' aura demoniaca e aveva paura che le persone la additassero non appena varcata la soglia, ma per fortuna nessuna delle sue previsioni si era avverò. Finita la spesa Kagome trascino Inuyasha fino a una boutique, è lì ricominciarono a battibeccare ma alla fine Kagome la ebbe vinta.
La situazione rischiò di precipitare di nuovo grazie all' intervento della cassiera, per il fatto che Inuyasha fosse scalzo e prima doveva lavarsi i piedi, ma Kagome lo zittì scoccandogli un occhiata assassina. Scelse per lui dei bluejeans, una maglietta nera e come sostituto col suo karigiru rosso un gilè dello stesso colore. Un paio di infradito che Inuyasha odiò all' istante completavano il tutto. Come gli mancava l' epoca Sengoku!

<< Che fastidio! Che fastidio! Ma perché devo portarli? >> fece grattandosi come se fosse stato assalito da un esercito di formiche rosse attirando così l'attenzione dei passanti e facendo arrossire la povera Kagome.

<< Perché in quest' epoca la gente si veste così è sopratutto non va in giro scalza. Per favore, Inuyasha finiscila! Ci guardano tutti! >>

<< Ahh! Che fastidio, che fastidio! >>

Una voce maschile risuonò nell' aria attirando la loro attenzione. << Kagome! >> "Oh no! Ditemi che non è lui!"

Un piccolo tornado di terra e sassolini sfrecciò verso di loro. Quando riaprì gli occhi si trovò di fronte un ragazzo alto e dalla pelle abbronzata, occhi azzurri e capelli neri raccolti in una coda alta. Una fascia di pelliccia gli avvolgeva la fronte e una coda da lupo sventolava fuori dai jeans strappati. Il demone lupo le afferrò le mani guardandola con un espressione sognate. << Finalmente ti ho trovata, mia adorata Kagome. Perché sei scappata senza dirmi niente. >>

Kagome sbuffò. Ecco che ci risiamo! << Koga, non sono scappata da te, mi sono solo presa un periodo di vacanza. E poi perché dovrei dirtelo? Non sei mica il mio ragazzo! >>

<< Ehii, dannato lupastro! Ti decidi a toglierti dai piedi! >ringhiò Inuyasha con la faccia sul marciapiede. Infatti Koga lo aveva travolto senza accorgersi e ora gli era sopra a mo di tappeto. Il demone lupo sbatté le palpebre per poi spostarsi permettendo così finalmente a Inuyasha di alzarsi. << E un tuo amico, piccola? >>

<< Tzè! E a te che cosa importa, lupastro? >> disse Inuyasha, a cui non era piaciuto il tono possessivo con cui si era rivolto alla ragazza. Non sapeva perché, ma lo irritava.

<< Ehm, Inuyasha è un mio, amico Koga. >>

<< Non sei obbligata a dargli nessuna spiegazione. Se ho ben capito non è il tuo uomo, no? Ora torniamo a casa tua. >> Inuyasha prese le borse e strinse Kagome col braccio libero, facendo ruggire il giovane lupo. << Casa sua? Vuoi dire che abitate insieme? >>

Inuyasha sogghignò sentendo le mani prudere e allontanando Kagome. Aveva una gran voglia di fare a pugni con quel tipo da quando aveva afferrato le mani di Kagome. << Si, per il momento siamo sotto lo stesso tetto. Problemi? >>

<< Ci puoi scommettere se c'è un problema! Kagome è la mia donna solo che adesso è un po' confusa. E ora lei viene con me! >> sbottò e Koga le afferrò il polso, così forte che a Kagome sfuggì un gemito. Successe tutto in un battito di ciglia: Inuyasha strinse una mano artigliata sul collo del ragazzo demone mentre l' altro era chiusa sul polso che aveva stretto così impunetemente la ragazza.

Inuyasha lasciò fluire il suo potere da Shikon, pari a una goccia ma sufficente per far mozzare il fiato a Kagome è far impallidire il ragazzo lupo. Perfetto!
Parlò lentamente, scandendo con fare minaccioso ogni sillaba. << Lasciala. Immediatamente. O ti spezzo il polso. >> Koga ubbidì e Inuyasha lo alzò fino alla sua altezza, gli occhi dorati brillavano di una luce antica. << Apri bene le orecchie, ragazzino, non ti sfidarmi. Sono più vecchio di quello che la tua specie non potrebbe mai sognare, perciò ti avverto, avvicinati ancora a Kagome è di te rimarrà solo la cenere. Lei è mia!

Quando ormai il demone lupo era solo un puntino all' orizzonte Inuyasha tese la mano aiutando la ragazza rialzarsi, era caduta quando Koga l' aveva lasciata. << Scusa. Ti sei fatta male? >>

Kagome scosse la testa. Le era venuta la tremarella. << No, ma, cos- cosa hai fatto? Cosa sei tu veramente? >>

Inuyasha sospirò, quanto detestava ripetere quel dannato copione! << sono Inuyasha, uno dei tre, anzi, Due spiriti della Shikon no Tama. Mi hanno chiamato in molti modi: spettro, mostro, o addirittura un dio ma non sono nessuno di questi. Sono solo una costola creata dai venerabili quattro Kami è il mio compito e proteggere la custode della sfera. Tu, Kagome. >>

<< Oh! >> fu il suo commento intelligente.
Inuyasha sospirò, era la stessa storia! Adesso lei lo avrebbe trattato diversamente, con esasperante rispetto e timore. Solo con Kikyo era stato diverso, e dentro di lui sperava che anche con Kagome fosse stato la stessa cosa. Si allontanò e prese di nuovo le borse, lo sguardo nascosto dalla frangia argentea. << Sarà meglio andare adesso, si sta facendo ta... >> 'tardi' stava per dire ma non riuscì a finire che Kagome lo schiaffeggiò. Inuyasha la guardò incredulo. Ma cosa?

<< Punto primo: non pensare di potermi dare ordini, perché anche se sei una specie di divinità per me non ha importanza.
Punto secondo: Koga era un mio problema è non hai alcun diritto di trattare i miei amici in un modo così incivile. Ci siamo capiti? >> Inuyasha annuì, incapace di dire altro. Gli occhi color cioccolato tornarono dolci e la ragazza gli sorrise, regalandogli poi un bacio sulla guancia colpita.<< Ma comunque grazie Inuyasha. Grazie per avermi difesa è esserti confidato con me. >>

Inuyasha sbatté le palpebre, incredulo mentre un dolce topore gli avvolgeva all' altezza del petto. Nessuno in tutti i suoi 1200anni lo aveva mai trattato in quel mondo, da pari, nemmeno Kikyo. Si avviarono silenziosi per la strada del ritorno è quando Kagome gli strinse la mano Inuyasha non la allontanò ma la strinse ancora di più come un oggetto prezioso. Restarono così finché non arrivarono davanti alla baita, dove una Mastag nera lucida parcheggiata nel vialetto e Inuyasha ringhio riconoscendo l' odore del proprietario.

<< Finalmente quel bastardo si è deciso a venire! >>
<< Ma, quella, è la macchina del notaio. >>

<< E un dispiacere anche per me rivederti, fratello. >> La porta si aprì e l' uomo uscì sotto la luce del pomeriggio inoltrato, i lunghi capelli argentei che volteggiavano come un mantello sul completo costoso. Aveva la pelle bianca come la neve, che facevano spiccare le gemme dorate degli occhi e la mezzaluna sulla fronte, e due segni cremisi sulle guance come tatuaggi. << Entrate dentro. È il momento di una bella riunione di famiglia! >>


In quello stesso istante a mille e mille di distanza una piuma gigantesca solcava la vastità del cielo azzurro, cavalcato da una donna dai grandi occhi cremisi e i capelli neri raccolti in una crocchia accarezzati dal vento.

Vento. Il suo più grande amore, la sua più grande invidia. Lei era come il vento, ma non aveva la libertà di quest' ultimo. La libertà gli era stata negata da suo padre, suo creatore, suo carceriere e il suo aguzzino. Kagura si tastò una mano al petto, nella vana speranza di udire un palpito,uno solo, ma le orecchie ascoltarono solo il vuoto.

Naraku le aveva rubato il cuore e messo in scatola, perché era al corrente del desiderio della demone di fuggire! Se mai Kagura avesse cercato la fuga o addirittura tradirlo, quel bastardo le avrebbe ridotto il cuore in polvere e lei sarebbe scomparsa per sempre da quel mondo. Un ronzio attirò la sua attenzione e seccata la demone si girò verso le grosse vespe che la inseguivano, mostrando palesemente il suo disgusto anche per quella piccola mancanza di libertà... non solo Naraku le aveva strappato il cuore, ma per giunta la pedinava!

"Verme!"

Uno degli insetti scese in picchiata e Kagura lo inseguì, fin quando il Saymosho la guidò verso ciò che cercava. Kagura strappò la pianta fino alla radice e salì di nuovo sulla piuma. Era tempo di tornare al carcere! Ci impiegò più tempo del dovuto e quando Kagura scorse la vecchia costruzione dall' alto sentì lo stomaco contorcersi.

<< Urasue! Ti ho portato la radice di mandragola. >>

<< Davvero Kagura? Fa vedere. >> La vecchia strega le si avvicinò, gli abiti lerci e i capelli grigi spettinati puzzavano di cenere e erbe aromatiche è Kagura venne assalita dalla nausea. La strega studiò la pianta da ogni singola fogliolina palmata e sgranò ancora di più gli occhi sporgenti. << Si, si, è proprio lei! Quale fortuna, temevo che ormai fossero tutte estinte >>

Urasue corse verso il forno tirando fuori una bambola di terracotta di grandezza pari a un manichino, è ficco l' estremità della radice di mandragola al centro della bambola che iniziò a creparsi.

Come una farfalla che esce dalla crisalide una giovane donna dalla pelle lattea e lunghi capelli corvini uscì da quell' involucro di terracorta, e con gli occhi marroni vuoti portò la radice di mandragola al petto. Urasue si asciugò il sudore dalla fronte, stremata ma soddisfatta della sua opera. << È pronta! Adesso ci serve solo la sua anima reincarnata. Vai da Naraku e avvertirlo. >>
<< Non osare di nuovo a darmi ordini, Urasue, o ti faccio fuori! Sei solo una alchimista, stai al tuo posto. >> disse la demone uscendo dalla stanza, saltò sulla piuma è partì per tornare dal suo incubo.



******** Ehii! Non vi aspettavate di vedermi così presto, eh? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e sapere cosa ne pensate, ci terreni molto.
Nel prossimo si spiegherà la storia della sfera è una verità sconvolgerà la vita di Inuyasha
Mi dispiace se qualcuno e rimasto deluso dal capitolo, ma volevo dare una pausa a Kagome poverina, visto ciò che ho in mente per lei.


Ringrazio: Orchidea8;
Ladyathena;
Happymara è Giuppy_Juls(spero di aver scritto correttamente!) A prestissimo!!😸

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Capitolo 7
*** 5: Tieni duro, Kagome! ***


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Grazie ad Ayuna Shunrey per il bellissimo disegno e per la sua grande pazienza!😸Grazie ancora mia maestra! Grazie, grazie è ancora grazie!
Chiedo scusa se ci ho messo tanto ma, avete presente quando pensate l' inizio perfetto e poi finite su una strada senza uscita? Be', è quello che mi è successo con questo capitolo, scusate🙀
Bene, vi ho annoiati abbastanza! Nuovo capitolo...ciak, azione!😎 (ho sempre amato questa battuta e non ho resistito a metterla)

capitolo 5: Tieni duro, Kagome!

Il silenzio nella stanza era così assordante che si sarebbe udito cadere uno spillo.

Prima d' ora non aveva mai creduto che il silenzio avesse una sua voce, eppure adesso Kagome Higurashi stava sperimentando in prima persona quanto avesse torto.

Non per la prima volta si trovò a riflettere come dalla sua vita monotona fosse tramutata in un tale casino! Solo tre giorni prima era partita dal nido familiare per lavorare al suo primo manoscritto, ma più che scrivarlo Kagome lo stava vivendo è la cosa non le piaceva.

La luce soffusa del tramonto entrava dalla finestra tingendo di ciocche ramate e oro i capelli argentei dei due ospiti che erano seduti sul soggiorno; uno stava composto sulla poltrona mentre l'altro sedeva nervoso a gambe e braccia incrociate con la schiena contro il divano, ammirandoli rapita come se si trovasse davanti a un dipinto talmente pregiato che nessun occhio umano avrebbe dovuto osare guardare.
Erano così uguali e allo stesso tempo diversi, come dalla notte al giorno. Stessi capelli argentii, la pelle diafana, e quei splendidi occhi dorati, ma se quelli di Inuyasha erano caldi e le trasmettevano sicurezza, quelli di Sesshomaru erano imperscrutabili e cosi gelidi da pareggiare con un a iceberg.

Per Kagome era un vero supplizio essere così vicino a Inuyasha e non poter toccare quei deliziosi batuffoli che iniziò a giocare con la sfera rosata per tenere impegnate le dita e distrarsi. Aveva fatto caso che il contatto con quel piccolo oggetto che le creava così tanti problemi la rassicurava.
Era del tutto ignara della conversazione "privata" che i due fratelli stavano svolgendo: << 500 anni, Sesshomaru! Ci sono voluti cinque secoli prima che la discendente di Kikyo mi liberasse, brutto bastardo. Rivoglio subito la mia Tessaiga! >> ringhiò Inuyasha mentre avvertiva un iniziale malessere alle tempie.
Com le odiava la telecinesi che al contrario Sesshomaru non dava alcun fastidio, e se lo aveva non lo dimostrava! Avrebbe solo voluto che quella dannata si levasse dai piedi così da mettere fine a quella tortura.
Sesshomaru lo guardò con un sopracciglio inarcato, aveva completamente dimenticato quanto stupido fosse il fratello... Be' quasi!

<< Per quanto mi riguarda se avessi dormito per un altro millennio mi sarebbe andata bene, magari saresti diventato più intelligente. Cosa ti fa credere che Kagome Higurashi sia una discendente di quella donna? >>

Inuyasha chiuse le mani a pugno ferendosi con gli artigli per non cedere all' impulso di non fargli saltare via la testa. Voleva sapere cosa fosse successo dopo che era stato sigillato, ma se Sesshomaru avesse continuato a prendersi gioco di lui... Inuyasha non avrebbe più risposto di se!
<< Non mentirmi Sesshomaru o è la volta buona che ti faccio fuori! È impossibile che Kagome non sia la discendente di Kikyo. E praticamente uguale a lei, questo significa che Kikyo non è riuscita a completare il sigillo o altrimenti Kagome non avrebbe mai potuto estrarre la freccia. Ho rischiato di ucciderla scambiandola per una strega che mirava alla sfera se questa non l' avesse protetta.

Sesshomaru scosse la testa, come faceva suo fratello non capire chi in realtà fosse quella donna?!
<< E meglio che ne dischiudiamo dopo o non resisteri più dalla voglia di ucciderti. Per quanto riguarda Tessaiga te la consegnerò quando sarò sicuro che non tenterai di farti fuori >> ribatté lasciando il fratello stupito per poi rivolgersi a Kagome.
Il destino era stato beffardo e crudele, ma aveva deciso a dare a suo fratello e alla sacerdotessa un altra possibilità, ma prima era giusto che Inuyasha venisse a conoscenza dei fatti accaduti quella notte e affrontasse il dolore.

Tutta colpa di quella petulante ragazzina che l' aveva ammorbidito. "Scommetto che stai ridendo, Rin!"

<< Allora Kagome, sei a conoscenza dei poteri dell' oggetto che porti al collo? >> Kagome sobbalzò come un giocattolo a molla, guardò la sfera tra le dita quasi aspettandosi di trovare una risposta. << Ehm! Che ha il potere di mettermi nei guai? >>
Inuyasha scoppiò a ridere, l' ingenuità di quella ragazzina continuava sempre a stupirlo, mentre Sesshomaru aveva un espressione infastidita.
I Kami si divertivano così tanto a punzecchiarlo facendolo imbattere con gente che lo facevano impazzire?

<< La Shikon no Tama è un potente amuleto donato dagli dei più di 1800 anni fa ed è in grado di leggere dentro il cuore delle persone e crescere i poteri di un demone. A quel tempo il Giappone era dominato dalle tenebre e dalle guerre, era un periodo terribile per gli esseri umani e l' unica speranza era una giovane donna, una sacerdotessa di nome Midoriko, che combatteva da sola contro forze malvagie. Ella riuscì a conquistare l' ammirazione dei Kami, cosa che immaginerai molto rara, e insieme decisero di creare quel gioiello che, solo nelle mani di una persona dal cuore puro, avrebbe portato la pace.
Consapevoli che un oggetto simile sarebbe stato bersaglio di uomini e demoni dall' animo malvagio tutti e quattro kami: Aramitama(coraggio), Nigimitama(amicizia), Kushimitama (saggezza), e Sakimitama(amore) ognuno di loro si privò di una costola che fusi insieme crearono noi tre guardiani e protettori. >>

Sesshomaru lanciò un occhiata significativa ad Inuyasha, che annuì e continuò al posto suo. << In pratica noi Shikon siamo, possiamo dire emanazioni dei sacri Kami. Sesshomaru: guerriero della morte, io, Inuyasha: guerriero della vita, e Naraku: guerriero della luce >> a quel nome un ombra di rancore oscurò per qualche istante gli occhi degli Shikon pensando al loro fratello perduto. Inuyasha deglutì come se stesse mandando giù un rospo. << avevamo il compito di proteggere la custode dalla sfera dagli attacchi, purificarla costantemente richiedeva molte energie e la maggior parte delle sacerdotesse non riusciva a reggersi in piedi durante uno scontro. L' ultima sacerdotessa fu Kikyo >>

Sesshomaru riprese di nuovo la parola. << Tutto procedette bene fino a 500 anni fa, quando Naraku non si lasciò plagiare dall' oscurità della sfera e ci tradì. Provò a rubare la sfera a Kikyo ma la sacerdotessa riuscì a respingerlo finché io e Inuyasha non intervenimmo. Ci gridò contro, minacciando che ci avrebbe uccisi e che si sarebbe preso ciò che secondo lui era suo, spodestando i Kami dal loro regno e governato solo lui sul mondo. >>

<< Insomma, questo Naraku era un pazzo pallone gonfiato! >> disse Kagome, disgustata, ma le parole che proseguirono ebbero il potere di farla rabbrividire.
<< È! Non era, è! Secondo te chi e stato a mandarti quella demone? >>

<< Quindi sei rimasto lì ad assistere! Perché non ti sei fatto vedere prima? >> sbuffò Inuyasha. << Hai idea di dove si trovi? >>

<< Volevo godermi un altro giorno senza la tua presenza. E no, quel bastardo e scomparso dopo che sei stato sigillato. So per certo che il suo nascondiglio si trovi a Tokyo, ma nient' altro. >>

Inuyasha si alzò con uno scatto e frustato andò alla finestra, la fronte appoggiato all' avambraccio. Il cielo era ancora di un arancione vivido e era già spuntata una mezzaluna. Non era sorpreso che Naraku fosse vivo, aveva sentito il suo marcio odore in quella demone, ma la conferma dategli dal fratello gli lasciarono un amaro in bocca.
Non era servito a niente. Il suo sacrificio non era servito a niente! Aveva trascorso cinque secoli in un sonno inutile mentre la vita andava avanti e la donna che amava si era innamorata di un altro uomo. Aveva avuto figli, era invecchiata, e poi era morta mentre lui la aspettava sempre.

Erano questi i pensieri dello Shikon, e in seguito alle parole del fratello avrebbe voluto più di ogni altra cosa che le cose fosse andate in questo modo.

Non per la prima volta desiderò non essere mai strappato all' oblio è odiato Kagome per averlo risvegliato.

<< Passò diverso tempo prima che Naraku tornasse, completamente trasformato che all' inizio facemmo fatica a riconoscerlo, più potente e con nuovi poteri che ancora adesso ignoro la provenienza. Si circondò di burattini e iniziò ad attaccarci senza sosta. Non era più uno Shikon ma continuava a percepire la presenza della Shikon no Tama e perciò non potevamo nemmeno nasconderci per permettere a Kikyo di recuperare le forze, e così arrivammo a una decisione drastica. >> continuò Sesshomaru studiando Inuyasha con la coda dell' occhio. << Decidemmo di sigillare la sfera, ma non potevamo lasciarla senza protezione, Naraku l' avrebbe di sicuro percepita. Uno di noi doveva custodirla, l' aura di uno Shikon avrebbe fatto da scudo e la freccia della sacerdotessa avrebbe fatto il resto, sigillandola.
Non sarebbe stato un sigillo normale, la freccia avrebbe fatto in modo che solo, ripeto, solo Kikyo avrebbe potuto avvicinarsi e spezzare. Inuyasha fu scelto come guardiano >>

Inuyasha ridacchiò sotto i baffi, in realtà non c'era stata molta scelta perché Sesshomaru si era altamente rifiutato di farsi ibernare.

Kagome annuì, una delle sue domande aveva trovato risposta. Questo spiegava il perché Inuyasha fosse stato sigillato, ma allora... << Scusa, ma se soltato la sacerdotessa poteva avvicinarsi al sigillo, allora come ho fatto io a estrarre la freccia? >>
<< Tsk, non è difficile da capire, ragazzina! Semplicemente Kikyo ha fallito, non era in pieno delle forze e mentre io ero sigillato la tua antenata si è fatta una famiglia. >> Inuyasha la trapassò un occhiata carica d' odio e rapidamente uscì dalla casa per poi lanciarsi verso il bosco.

Ora che cera Sesshomaru con lei era libero di stare lontano quanto voleva. Non gli importava se l' aveva ferita. Cercò di non pensare a quegli occhi nocciola annebbiati dalle lacrime e che fosse lui la causa. Kagome non aveva alcuna colpa, ma in quel momento era troppo arrabbiato per riflettere.
Ricordare il passato aveva riaperto di nuovo quella ferita nel suo cuore che Inuyasha non era ancora riuscito a ricucire; non lo avrebbe mai ammesso ma a volte invidiava la freddezza del fratello.<< Sei uno stupido, lo sai vero? >> lo apostrofò quest' ultimo seduto il Goshinboku, sul lato opposto dove Inuyasha era sdraiato sul ramo.

Sbuffò, il fratello maggiore era arrivato per fargli la predica. << Non mi scocciare Sesshomaru, non sono dell' umore stanotte. E piuttosto pensa di ridarmi Tessaiga. >>

<< Te lo già detto: non te la consegnerà finché non sarò sicuro che non vuoi ucciderti anche se in realtà in questo momento vorrei farlo io! Sai di aver ferito quella ragazza senza nessun motivo? E poi sarei io il ghiacciaolo! >>

<< Perché non sei rimasto con lei? Kagome è ancora in quella nana, bana... >> disse, pasticciando con quella dannata parola.

<< Baita! E si, è ancora alla baita e sta dormendo. Ti ha lasciato da mangiare quando ti saresti deciso di tornare e visto che sembra che non ne avessi intenzione ti ho raggiunto. >>

<< Tsk! Come sei gentile a preoccuparti per me >> Un cambiamento nell' aria e Inuyasha balzò prima che gli artigli del fratello gli graffiassero la guancia << Dobbiamo parlare, Inuyasha. Perciò per una buona volta chiudi la bocca è ascolti! Kikyo non ha fallito con il sigillo >>

Inuyasha atterrò a quattro zampe sul prato, si liberò dei infradito e cominciò a rispondere agli attacchi del fratello. Gli occhi avevano perso il consono colore oro degli occhi diventando di un rosso intenso e due schegge di ghiaccio come pupilla, le zanne talmente affilate da fare invidia a un lupo brillavano alla luce della luna.
<< Invece ti dico che Kikyo ha sbagliato e Kagome né è la prova. Lo hai detto pure tu che solo Kikyo poteva avvicinarsi alla freccia figuriamoci a toglierla! Voi due mi avete tradito! Bramavi cosi tanto Tessaiga da lasciarmi nel buio a marcire mentre Kikyo si faceva una vita con un altro. E se non fosse stato per la discendente di quella donna sarei ancora in quel buco! >>

<< Idiota di un fratello! Kagome non è affatto la discente di Kikyo ma la sua reincarnazione. E Kikyo non ha mai avuto figli, è stata uccisa la stessa notte che tu fossi sigillato! >>

Inuyasha non sentì il pugno sullo stomaco, né i colpi successivi che lo aveva mandato al tappeto né il corpo che rotolava a terra. Era come se la mente si fosse svuotata lasciando al suo posto una bambola rotta. Non poteva essere vero. Non dovevaessere vero! << io ero rimasto al villaggio perché Kikyo si era rifiutata di lasciarlo incustodito, quando la sentì in pericolo feci per raggiungerla ma mi imbattei con un demone abile nelle illusioni e con Tessaiga riuscì a ucciderlo quasi all' istante, ma quei undici secondi furono fatali.
Quando arrivai Kikyo era morta, la neve sporca di sangue e l' odore di Naraku nell' aria e Tenseiga fu inutile. Corsi alla grotta e per fortuna il sigillo di Kikyo mi respinse e crei una valanga per coprire una grotta. Naraku è scomparso da quella notte.
E venti anni fa l' anima di Kikyo si è reincarnata in Kagome Higurashi. >>
<< Tessaiga... io...TI AVEVO DATO TESSAIGA PER PROTEGGERLA! IO NON POTEVO FARLO PERCIÒ L' AVEVO LASCIATA A TE! >>

<< Lo so >> rispose con tono distaccato, ma che contrastava con ciò che lo Shikon provava veramente.

Sesshomaru avrebbe voluto che quel demone tornasse in vita per il puro gusto di ucciderlo ancora, e ancora, e ancora!
Lui e Inuyasha non sarebbero mai stati quel generi di fratelli con pacche sulla spalla, ma si erano sempre sostenuti a vicenda e parandosi le spalle. Conosceva il dolore che il fratello stava provando, anche lui era caduto nella stessa trappola innamorandosi di una sacerdotessa, Rin, e quando era morta di vecchiaia gli sembrò che il mondo avesse perso i suoi colori, ma almeno loro avevano avuto molti anni.

Ma adesso suo fratello doveva smettere di guardarsi nel passato e andare avanti. I Kami gli avevano concesso un' altra possibilità e sarebbe stato sciocco a gettarlo via. << Il destino ti ha dato un altra occasione, ti rendi conto di quanta fortuna hai?! >>

Inuyasha si alzò a sedere, gli occhi persi nel vuoto e gli artigli che scavavano nell' erba. Suo fratello non capiva, non voleva capire! Sesshomaru gli stava dicendo di amare Kagome, ma ciò era impossibile perché Kagome non era Kikyo. Si assomigliavano esteticamente, ma avevano caratteri molto opposti. Kikyo si mostrafa forte e sicura, quando in realtà era molto fragile e bisognosa di protezione, invece Kagome era forte. Non poteva amarla, perché non era la donna di cui si era innamorato.

Un odore particolare attirò la loro attenzione e quando si girarono si trovarono circondati da un esercito di demoni ragno.
La mezzaluna sulla fronte brillò di una luce blu, Sesshomaru estrasse dalla fodera una delle tre spade comparse nel fianco mentre porse a Inuyasha una spada dalla fodera nera.

<< Non farmene pentire o ti ammazzo >>
Inuyasha rispose con un cenno del capo e sfoderò la zanna che brillò di nuovo tra le mani del suo padrone. Per un istante si sentì forte, invivibile, ma queste emozioni vennero spazzate via da delle grida.
<< Levatevi di torno! >> ringhiò spazzando la prima fila e poi balzando tra gli alberi.
Nella mente un solo viso. Un solo nome. "Stavolta non ti perderò un altra volta. Tieni duro, Kagome"



RINGRAZIO:
Alexaury;
A_esse;
Iridis;
Nene16;
e piccologigi

Spero che anche questo capitolo abbia passato l' esame e che continuate a seguirmi in questa avventura che è appena iniziata.
6 cap: Arriva Kikyo! 😸

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Capitolo 8
*** AVVISO ***


Ciao! A Tutti i lettori che pensavano che mi stavo girando i pollici, ho passato una vacanza in crociera(magari!), o sono stata rapita dagli alieni avete sbagliato!😸
Queste settimane ho passato a riprendersi da un terribile mal di testa dall' ultimo periodo che avevo aggiornato e tentare un continuo, ma visto che non riuscivo a fare un passo avanti ho provato a farne uno indietro rivisionando il capitolo 5 che non sarà come il precedente. Confesso che avevo già pensato di cambiarlo ma allo stesso tempo mi è dispiaciuto🙀.
Da domani cominciò a lavorare sul nuovo capitolo, incrociate le dita per me! Bay!

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Capitolo 9
*** 6. Un sadico gioco ***




cap. 6: un sadico gioco

Da ovest il cielo iniziava a schiarirsi tingendo di rosa le montagne, uno spettacolo bellissimo che contrastava con l' orribile scenario di morte nella vicinanza della baita.

Inuyasha era un guerriero e con i suoi artigli aveva spezzato molte vite quando doveva, ma non provava gusto nell' uccidere specie in un modo così orribile. Sapeva di essere crudele ma non cera onore in quella morte.
Aveva corso come un pazzo, sentendo per la prima volta la paura crescere nel suo stomaco di non arrivare in tempo, tirando fendenti a qualunque cosa che osasse oscacolarlo. Era quasi arrivato quando si accorse che i demoni avevano smesso di attaccarlo e si trovò paralizzato una volta uscito fuori dagli alberi

L' odore di carne bruciata gli graffiava le narici e dovette fare forza con se stesso per non vomitare.

Una puzzolente schiuma violacea copriva i corpi quasi del tutto corrosi dei demoni privi di vita continuando a mangiare, come uno stormo di avvoltoi sopra una carcassa.
Non erano dilaniati, né squarciati, semplicemente erano morti divorati da quella strana schiuma che pestilenzava l' aria, e solo l'ombra familiare gli faceva capire che Sesshomaru era alle sue spalle.

<< Non è successo da molto. Chiunque sia stato li ha colti di sorpresa ed è stato rapido. >> disse, senza provare il minimo disgusto il fratello superò i cadaveri e entrò dentro la baita, seguito poco dopo da fratello. Al posto dei corpi cerano solo delle sagome che spiccavano sul legno bruciato.

Le finestre erano saltate e pezzi di vetro splendevano alla debole luce dell' alba.
Il tavolo della cucina era rovesciato e delle mosche ronzavano ai resti di spagnetti sparsi sul pavimento, il piatto che Kagome aveva conservato per lui.
Una specie di bozzolo era attaccato alla parete, il centro scavato come se delle mani avessero scavato per far uscire ciò che si trovava all' interno.
Un lungo capello color pece era rimasto impigliato tra i fili appiccicosi. Quel capello suggeriva loro che Kagome si trovava all' interno del bozzolo prima che chi fosse stato a compiere quello scempio l' avesse fatta uscire. Inuyasha rabbrividì mentre mille immagini cruenti della ragazza gli passarono dalla mente.

Era solo colpa sua: se non si fosse allontanato così tanto Sesshomaru non sarebbe andato a cercarlo, e Kagome non sarebbe rimasta sola e indifesa. Non glie lo sarebbe mai perdonato.
In quel momento non gli importava se Kagome era la reincarnazione di Kikyo. Inuyasha pregava i Kami che stesse bene, è sopratutto, ancora viva.
Buyo uscì dal suo nascondiglio sotto il divano e zampettando si avvicinò a loro, Inuyasha lo prese in braccio e senza che il gatto si ribellasse gli premette l' indice sulla testa che si illuminò. Chiuse gli occhi dorati, immergendosi così nei ricordi del gatto:

Kagome che si alzava dal letto e guardava tristemente il piatto ancora intatto sul tavolo;

Kagome riempire un bicchiere con l' acqua del lavandino e bere mentre dalla finestra alle sue spalle strane ombre guizzavano nell' erba alta.
Le finestre che saltavano in tante schegge di vetro e Kagome che si accucciava per riparsi lanciando un grido;

Enormi ragni con teste umane entrare a flotte dalle finestre e molti salire sul soffitto mentre uno alle sue spalle mordere Kagome e cadere a terra inerme per il veleno;

Kagome avvolta in gran parte da un bozzolo;

La porta spalancarsi e una vecchia soffiare una polvere violacea sui demoni mentre questi si corteccievano e morivano lentamente dalla schiuma chei divorava, e infine Kagome portata via dalla vecchia che ghignava malefica, dirigendosi verso ovest;


<< A ovest >> affermò Inuyasha aprendo gli occhi e lasciando andare Buyo, che si era preso a leccarsi le zampe e grattare le orecchie. << Una vecchia strega ha ucciso i demoni con una strana polvere e ha preso Kagome mentre era incosciente all' interno del bozzolo. E stata avvelenata da uno dei demoni. >> e sferrò un pugno sulla parete, lasciando l' impronta delle nocche. << Dannazione! E soltato colpa mia! Mi sono comportato come un bambino e forse Kagome adesso è morta. >>
<< Dubito fortemente che lo sia. Se l' obbiettivo di quella strega era solo la sfera allora poteva benissimo prenderla, invece ha rapito Kagome e probabilmente farà in modo di guarirla perché vuole qualcosa da lei. >> lo interruppe Sesshomaru, l' ultima cosa che avevano bisogno in quel momento era suo fratello vittima di un crollo di nervi.

Non cera tempo adesso per i sensi di colpa, dovevano rimanere lucidi per aver una qualche speranza di salvare la sacerdotessa dalla sua sorte, qualunque essa fosse. << Hai detto che si sono dirette a ovest >>

Inuyasha annuì, anche se la domanda del fratello gli suonava più a una affezione che a una domanda. Fece un cenno col capo al gatto che ora stava ronfando sul divano, indifferente ai loro discorsi. << Si! Attraverso gli occhi della palla di pelo >> a quelle parole Buyo gli scocco un occhiata offesa per poi tornare a poltrire. << ho visto la strega sollevare Kagome e dirigersi a ovest volando. >>
<< Bene. Allora andiamo a recuperare la sacerdotessa. In quanto a te, ti suggerisco di mettere per un po da parte i sentimenti. >> e detto questo Sesshomaru uscì fuori. Inuyasha lo seguì fulminando con lo sguardo la schiena del fratello, quanto detestava quell' aria arrogante.

Una volta all' aperto videro che dei demoni non era rimasta nemmeno una traccia, un vento anomalo agitava il prato e i due Shikon estrarono le loro spade.
Dopo un minuto ad annusare l' aria Sesshomaru alzò lo sguardo su un punto sopra la sua testa, dove non si vedeva che il cielo rosato-azzurro. Ringhiò << Smetti di nasconderti dietro a dei trucchetti ridicoli e vieni fuori. Dubito che tu sia Naraku, il tuo padrone è troppo vigliacco per sporcarsi le mani personalmente. >>

Una risata rieccheggio precedette l' apparizione di una demone dagli intensi occhi scarlatti a cavallo di una piuma. Il ventaglio nascondeva le labbra cosparse di rossetto incurvate in un sorriso divertito. Era circondata da una spece di bolla, dove all' interno ronzavano grosse api dall' aspetto ripugnante.

<< Soddisfatto, Sesshomaru? Io sono Kagura >> guardandosi poi le, fingendo un aria imbronciata. << A quanto pare Naraku aveva ragione ma in fondo cera da aspettarsi di un tradimento di Urasue. E sempre stata troppo avida e inetta. >>
<< Ora basta con le chiacchier è rispondi! Dove si trova quel bastardo del tuo padrone! >> sbottò Inuyasha, stufo di quelle chiacchiere inutili.
< Tu devi essere Inuyasha. Naraku mi ha parlato molto di te, il suo odio per te è rimasto uguale a 500 anni fa. E già che ci sono ho un messaggio da parte sua >>

Inuyasha si acciglio sentendo una morsa dello stomaco. Aveva un brutto presentimento. << Il messaggio è: 'sono proprio curioso chi delle due lascerai morire!' Seguite i Saimosho. Vi condurranno dal covo di Urasue. >> disse volando poi dalla parte opposta per poi diventare invisibile con la bolla, e lasciando i Saimoscho che schizzarono a ovest.

Dopo una rapida occhiata entrambi cominciarono a correre inseguendoli. Questa storia suonava troppo come una trappola, ma in fondo non era la prima volta che Naraku li coinvolgeva in uno dei suoi giochi. Percorsero chilometri e chilometri finché non superarono una barriera, il dolce profumo di Kagome arrivò alle narici di Inuyasha prima di percepire l' aura della Shikon no Tama. Seguirono quella traccia di vaniglia fino alla base di un precipizio attraversato da un ponte, dove bambole di terracotta armati avanzavano bloccandogli la strada. Dovevano immaginarsi che in fondo Urasue non fosse così sciocca da non aspettarsi visite.

<< Tsk! Toglietivi di mezzo voi! >>

Senza smettere di correre tirarono entrambi un fendente sul ponte e facendo precipitare i fantocci e con un balzo arrivarono dall' altra parte del burrone. La prima fila venne spazzata da due diversi fendenti, ma subito dopo le bambole distrutte si ricomponevano.

Inuyasha ringhio. Ci mancava solo quest' ultima diavoleria! << Fuori dai piedi! Non ho tempo da perdere con voi! >>

Dopo aver sperimentato che gli attacchi di Bakusaiga non avevano alcun effetto Sesshomaru la rifodero, scrocchio gli artigli circondati da una luce verde. << Vai avanti. Io li tengo impegnati. >>

<< Ma non vedi che i nostri attacchi non funzionano? >> sbottò Inuyasha dopo aver tirato un pugno facendo saltare la testa di terracotta, la bbola si rialzò e tornò ad avanzare.

Sesshomaru gli scoccò un occhiataccia e con un colpo di artiglio fece liquefere tre statuette, che cozzarono tra loro. << Vai, qui mi saresti solo di impiccio. E non ti azzardare a farti ammazzare! >>



Sentiva che a momenti avrebbe vomitato. La spalla le faceva ancora più male, come se quella spece di brodaglia che Kagome era immersa amplificasse il dolore ma era nulla in confronto all' odore di erbe mediche che la faceva lacrimare gli occhi e tossire. I polsi e i piedi erano strette da delle corde che gli laceravano i polsi, a ogni tentativo di allentare o mordere questi si stringevano di più finché Kagome non pensò che il sangue avesse smesso di circolare.

In un angolo Urasue stava pestando diversi tipi di piante misto a intruglio per poi gettare il contenuto dentro la vasta, provocando alla ragazza un altro attacco di tosse.

<< Coff! Basta! Smettilla di gettare quella roba, brutta vecchia! Coff, coff! >>

<< Piantala di lamentarti. E colpa tua che sei troppo ostinata. Non vedo l' ora che la tua anima lasci il tuo corpo così potrò cucinarti. >>
Kagome tremò. Quella vecchia befana voleva cucinarla? Stava scherzando vero? Ma dove cavolo erano finiti Inuyasha e Sesshomaru. Meno male che il loro compito era quello di proteggerla!

Doveva prendere tempo, sicuramente sarebbero venuti a salvarla. Inuyasha non poteva odiarla così tanto da lasciarla morire. << Non ti conviene cucinarmi, sai? Fini resti per fare una brutta indigestione visto quanto puzzo. E poi che te ne faresti della mia anima? La metti in bottiglia? >>
Urasue ridacchiò continuando a scrutare l' orizzonte, ma per ora non vedeva traccia di Kagura cosa che a Urasue faceva piacere. Aveva faticato molto per guadagnarsi la fiducia di Naraku e quello sciocco non si era accorto di come lo avesse raggirato. Certo che quei ibridi avevano accorciato di molto i tempi! Non aveva intenzione di rapire la ragazza, voleva aspettare il momento più opportuno ma l' occasione era troppo ghiotta. All' inizio credeva che quei ibridi fossero stati mandati da Naraku, ma dall' odore aveva capito che era un branco selvaggio attirato dall' aura della sfera e Urasue non si era fatta problemi dal sbarazzarsene.
Urasue era al settimo cielo: non solo era riuscita a farne in barba a Naraku e ai due Shikon, ma presto avrebbe avuto per se la Shikon no Tama. Più avanti si sarebbe occupata di liberarsi degli Shikon, Naraku, e anche quell' antipatica di Kagura!

<< Sei carina a preoccuparti per la mia salute. Comunque, per quanto riguarda la tua anima, voglio solo darla alla legittima proprietaria. Ehi! Vieni fuori stupido fantoccio! >> gridò girandosi verso l' entrata dell' edificio in rovina, la voce si strozzo quando rischiò di essere colpita da un fendette che aveva fatto saltare la terra. Inuyasha atterrò e si poggiò Tessaiga sulle spalle con un sorrisetto spavaldo, soddisfatto della paura che intravedeva nel viso di Urasue.

Kagome sorrise. << Inuyasha! Sapevo che saresti venuto. >>

<< Tutto bene, Kagome? Sta tranquilla, sistemo questa strega e poi ti portò a casa... Ma! >> Inuyasha sentì il cuore perdere un colpo. Sulla soglia si era affacciata una donna che portava larghi pantaloni rossi, una tunica e dei geta. I lunghi capelli neri che ricordava sempre raccolti ora ondeggiavano liberi rendendo ancora il viso ancora più pallido.
Anche Kagome era rimasta senza parole, ma non tanto per la notevole somiglianza ma perché lei sapeva chi fosse quella ragazza attraverso i suoi sogni.

"Quella ragazza, è Kikyo"

Uno strappo allo stomaco la fece piegare in due, il cuore aveva preso ad accelerare come una locomotiva senza controllo. Sentiva caldo, molto caldo, come durante una forte febbre. Ma che le stava succedendo?

Non farlo! Non pronunciare il mio nome!

Ma di chi era quella voce? Stava forse impazzendo. << In- Inu >>
Inuyasha aprì la bocca, pronunciando quel nome che risuonò nell' aria come una sentenza di morte. << Kikyo >>

Un ultimo battito, il corpo di Kagome sobbalzo e sfere di luce uscirono per poi entrare dentro il corpo di terracotta e cenere della sacerdotessa, sotto le grida di gioia di Urasue, per poi crollare a terra. Dopo qualche istante che durò un secolo Kikyo si alzò in ginocchio, tastandosi il viso come se non lo riconoscesse e aprì gli occhi per guardarsi le mani. Urasue gli si parò davanti ridacchiando.

<< Ma certo! Dovevo immaginarlo che Inuyasha fosse l' ultimo pezzo del puzzle. Devo ammetter che quando ti ho visto ho temuto il peggio ma adesso sono proprio contenta del tuo arrivo. Ora ascoltami Kikyo, io sono Urasue la tua unica padrona. Ti ho riportato in vita perciò mi ubbidirai senza fare storie, il primo ordine e quello di uccidere Kagome così che non possa rubarti l' anima e poi uccidi Inuyasha. Ecco un coltello. >> Urasue sobbalzo. Kikyo l' aveva afferrata per le spalle, per quanto ci provasse e urlasse Urasue non riusciva a liberarsi.

Saette rosate uscivano dalle dita della sacerdotessa, per poi diventare delle fiamme purpurea che avvolsero Urasue. Kikyo lasciò cadere il corpo bruciato di Urasue e si girò incontrando due occhi dorati stupiti. Sorrise. << Inuyasha >>
Inuyasha non si era reso conto finché di avanzare verso di lei finché non si trovò ad abbracciarla, per poi rispondere appassionatamente a quelle labbra che lo avevano cercato. La sua Kikyo era ritornata. Sospirò poggiando la fronte sulla spalla della sua donna. << Non sai quanto ti ho aspettata. Ti prego perdonami. A causa mia tu sei >>
<< Shhh, basta adesso. Siamo qui, insieme e il resto non ha importanza. >>
Inuyasha annuì, aveva ragione lei: adesso erano insieme è tutto il resto sarebbe passato in secondo piano. Lentamente Kikyo si allontanò dall' abbraccio e si accuccio vicino al corpo di Urasue, e quando si alzò Inuyasha vide il coltello scintillare nella mano della donna.
<< Kikyo! Cosa vuoi fare? >>
La sacerdotessa era ai piedi della vasca, la punta del coltello al centro del petto di Kagome.
<< Quello che è necessario fare per restare insieme, Inuyasha. Non temere, non sentirà niente >>
E mentre guardava il coltello alzarsi per poi abbassarsi a Inuyasha sembrò di sentire la voce di Naraku prendersi gioco di lui: 'chi delle due lascerai morire?!'


Uff! Finalmente sono riuscita a completare questo capitolo. Sono così felice!! Che ne pensate del finale? Vedrò di aggiornare al più presto per non lasciarvi troppo sulle spine.
Riguardo al capitolo 5 chiedo scusa se ho creato confusione ma in quella settimana credo di aver passato uno di quei periodi che scambieresti una scarpa per un guanto. Spero che continuate a seguirmi!

Ringrazio:

Marygrazy
Viky_Luna-haciko-93
Ile223
Giù e Lu
Stellachan

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Capitolo 10
*** 7.la vendetta ha un gusto amaro ***




Rieccomi di nuovo!! Chiedo scusa se mi faccio viva solo adesso ma ho avuto qualche problema sul finale. Comunque spero di farmi perdonare con questo capitolo. Buona lettura😸


cap 7: la vendetta ha un sapore amaro

Il grido di un falco sovrastò sul cielo limpido. Lentamente una goccia cremisi scivolò lungo la lama, restò appesa per un istante sulla punta per poi posarsi sotto l' occhio di Kagome rigandole poi sulla guancia, dando l' illusione che la ragazza stesse piangendo nel sonno sangue. Sangue che per fortuna non era suo.

Sentiva la carne lacerata pulsare ma si rifiutava di mollare la presa, con ostinazione la mano stringeva la lama del pugnale mentre gli occhi dorati non distoglievano lo sguardo su quell' essere che era stata un tempo la donna che amava.

Perché quella donna non poteva essere Kikyo.

Aveva il suo aspetto, la sua voce, che adesso gli provocava un senso di ribrezzo e nostalgia allo stesso tempo; persino l'odore era quasi lo stesso, alterato dal puzzo di cenere e terra, ma la donna che Inuyasha aveva di fronte non era più la sua Kikyo!

<< Che cosa stai facendo, Inuyasha? >>

<< Questo dovrei chiederlo io a te! >> ringhio, estrasse tessaiga dal fodero e la puntò sotto la gola della donna. Doveva pensarla come un estranea altrimenti non sarebbe riuscito a continuare a minacciarla, come non sarebbe riuscito a proteggere Kagome! << Allontanati da Kagome, o giuro su tutti i Kami che ti squarto >>

Kikyo sorrise, metà triste metà divertita. << Davvero lo faresti Inuyasha? Davvero lasceresti di nuovo morire la donna che ti ha amato così tanto da perdere la vita per te? >> a Inuyasha sembrava come se una palla di cannone gli avesse colpito la bocca dello stomaco per poi lasciare solo macerie per quanto quelle parole facevano male, e goccioline di sudore gli punteggiavano la fronte nascoste dalla frangia argentea, ma la presa sulla mano che impugnava Tessaiga restò salda e pronta. << Si, se devo. >>
Senza distogliere lo sguardo Kikyo lentamente lascio scivolare la presa sul coltello, e sempre studiata dallo Shikon indietreggiò con prudenza quasi alla base del burrone, per poi voltare loro le spalle.
Il vento giocava coi suoi capelli ebano mentre il sole gli scaldava il viso senza che Kikyo nè potesse sentire il calore...
L' anima che era stata sottratta alla ragazza non riempiva il silenzio che cera nel suo petto, un silenzio che poteva solo essere spezzato dalla morte di quella ragazza e che Inuyasha l' aveva fermata. L' uomo che lei si era sacrificata, a cui aveva dato l'ultimo pensiero prima di espiare l'ultimo respiro, colui che Kikyo aveva pianto pensandolo rinchiuso per l' eternità in una bara di ghiaccio, non la voleva più.

Dopo aver scagliato il coltello giù dal dirupo Inuyasha tirò fuori Kagome dalla vasca dal contenuto fetido e se l'appoggiò al petto, per poi scostarle le ciocche scure dal viso, senza accorgersi dell' aura scura che stava crescendo poco distante da loro.
Sapeva che era inutile, ma lo Shikon provò a cercare lo stesso una qualche reazione sul viso della ragazza, l' unica cosa che faceva intuire che Kagome fosse viva era il battito del cuore e l' aria che usciva dalla bocca.

Kagome era viva, ma senza l' anima era un contenitore vuoto fatto di carne e ossa.

Come due facce della stessa medaglia, Kikyo era un contenitore composto di terra e cenere, ma con un anima...

Adesso che Kagome non era più in pericolo Inuyasha sentì di nuovo il dolore e l' enorme rimorso per come aveva trattato Kikyo.
Non si pentiva di aver salvato Kagome, ma forse avrebbe dovuto reagire diversamente. In fondo la sacerdotessa era tornata in 'vita' con mezzi oscuri ed era normale che queste suscitassero degli effetti collaterali su Kikyo. La Kikyo che conosceva non avrebbe mai cercato di privare della vita un innocente.
Inuyasha capì di amarla ancora ma era giusto che la lasciasse andare per donarle la pace, come era giusto che Kagome riavesse indietro la sua anima...
Per un istante pensò a Naraku... era pronto a scommettere che in qualche modo quel maledetto si stesse godendo lo spettacolo è giurò che glie l' avrebbe fatta pagare anche questa! "All' inferno lui è i suoi giochi!" << Kikyo, ascolta >>

<< Dov' è finita? >> lo interruppe. Inuyasha si girò col sopracciglio inarcato, che mostrava la sua confusione. << Cosa? >>

<< La promessa che mi hai fatto. Quella notte. >> spiegò con una punta di rammarico mentre sentiva il suo odio aumentare. Davvero il suo amore per lui valeva così poco? Possibile che l' avesse scordata così in fretta?

Inuyasha sgranò gli occhi mentre immagini di quell' ultima notte gli affioravano nella mente. Quell' ultima preziosa e fatale notte dove lui le aveva promesso il suo amore in eterno prima che Kikyo lo sigilasse nella grotta insieme alla Shikon no Tama... è quando aveva riaperto gli occhi aveva trovato Kagome. Deglutì. << Si, Kikyo. Non ho mai dimenticato. >>

<< Davvero? Perché sai, Inuyasha, io non ti credo. >>

<< Dimmi, pensi davvero che quella ragazzina possa sconfiggere Naraku quando io, che ero considerata la sacerdotessa più potente nonostante fossi così giovane, non ci sono riuscita? Credi davvero di riuscire a insegnarle le arti e tecniche in breve tempo quando ci vogliono invece anni? >> A quel fiume di domande Inuyasha non seppe come rispondere, perché anche lui si era fatto le medesime domande, ma pochi giorni insieme a Kagome gli avevano fatto capire quanto in realtà quella ragazza fosse forte e caparbia, ma no, non era convinto che Kagome, così inesperta, sarebbe riuscita a sconfiggere Naraku.

<< Non lo so Kikyo, ma ho intenzione di proteggere questa ragazza, come mio compito, ti prego dunque di restituire l' anima a Kagome. Questo... questo mondo non il luogo giusto per te. >> Inuyasha fece in tempo di vedere una saetta rosata schizzare verso di lui prima di balzare all' indietro mentre cercava di proteggere col suo corpo Kagome, sentendo sempre di più la mancanza del suo kariginu rosso che, seppur fuori moda era un ottima armatura.

Alzò Tessaiga cercando chi li avesse attaccato, pensava di trattarsi di qualche scagnozzo di Naraku, magari quella Kagura, ma oltre loro cera solo Kikyo, con le mani tese in avanti circondata da un aura colma oscura e gli occhi colmi pieni di odio.
Inuyasha non si era accorto che mentre parlava aveva preso ad accarezzare il viso della ragazza che teneva tra le braccia è questo fu la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Voleva distruggerlo, voleva distruggerli entrambi! Lampi violacei risalivano lungo i palmi per poi rimanere a lampeggiare tra le dita, in scariche sempre più potenti da creare piccole ustioni sulla pelle pallida.

Inuyasha rabbrividì e istintivamente strinse Kagome come se volesse farla scomparire dentro il suo petto. << Kikyo! Fermati! >>

<< Ti odio, Inuyasha! Ti odio! >> gridò, una sfera vermiglia grande come un pallone da calcio era sospeso tra le sue mani e che una volta scagliata avrebbe polverizzato qualsiasi cosa si trovasse nel suo mirino in un raggio di chilometri.

Nell' aria risuonò il suono di un battito, la Shikon no Tama cominciò a splendere e Kagome aprì gli occhi.

Kikyo sentì come se il suo corpo fosse una corda che la luce vermiglia si spense e che qualcuno la stesse tirando per poi cadere in ginocchio mentre pezzi di anima volavano via da lei per entrare dentro Kagome. Non sapeva come fosse possibile, ma quella ragazza stava richiamando a se la propria anima. Doveva allontanarsi o sarebbe tornata ancora cenere, Kikyo riuscì ad alzarsi ma inciampo sui suoi passi e precipitò nel vuoto.

<< KIKYO!!! >>





Buio. Passi. Voci.
Non ricordava che l' aldilà fosse così rumorosa! Con un po' di fatica riuscì ad aprire gli occhi su un soffitto chiaro e pulito da poterci mangiare che contrastava nettalmente con l' odore putrido di demoni che inondava la stanza. Non le ci volle molto per identificarlo e forse un quarto d'ora dopo, la dimostrazione che il male ha sempre le orecchie in allerta ma che prova piacere nel farsi attendere, che Naraku entrò fece il suo ingresso dentro la stanza, gli occhi vermigli che scintillavano maligni e le labbra incurvate in un sorriso.
<< Lieto di vederti sveglia, Kikyo. Ti confesso che iniziavo a preoccuparmi. >>

<< Ma che premuroso... E sentiamo perché ti è così cara la mia salute? Mi sembra di ricordare che mi hai uccisa! >>

<< Oh andiamo Kikyo, è una storia vecchia di 500 anni! >> sospirò, fingendo dispiaciuto << Comunque per rispondere alla tua domanda sappi che dopo quattro giorni di coma cominciavo a pensare che non ti saresti più svegliata >>

<< Mi stai dicendo che sono stata priva di conoscienza per quattro giorni? >> fece Kikyo, sorpresa. Naraku annuì, per poi versare del sakè in una tazzina e prendendo un sorso.

<< Esattamente. Probabilmente perché la ragazzina ti ha lasciato con solo un pezzetto d' anima, e solo per quel granello se ora non sei cenere. Ti confesso che sono un po' deluso: non ti ricordavo così debole. >> Kikyo lo fulminò con un occhiataccia, se cera una cosa che nemmeno la morte aveva cambiato era farsi dire della debole! << Taglia corto, Naraku! Perché sono ancora 'viva'? >>

<< Siamo impazienti eh? Vabbè, volevo proporti di vendicarti di Inuyasha e di quella ragazzina che ha preso il tuo posto, ma se non te la senti posso sempre farti tornare nel mondo dei morti >>

<< Cosa hai in mente? >> lo interruppe Kikyo, consapevole che con quelle parole la luce che per anni aveva servito si stava allontanando sempre di più, ma non le importava. Aveva dato la sua vita al bene, è cosa ne aveva guadagnato? Era morta in solitudine e l' uomo che aveva amato con tutta l' anima l' aveva sostituita con una sua copia mal riuscita!

Naraku sorrise. Tutto stava andando secondo i suoi piani e già pregustavano il momento che Inuyasha sarebbe crollato davanti ai suoi occhi e poi finirlo con le sue mani.

Quando finalmente Naraku si congedò assicurandole che una volta ripresa le avrebbe lasciato campo libero Kikyo si tasto le labbra che ancora conservava il sapore delle labbra di Inuyasha, pensando quanto la vendetta avesse un gusto amaro.

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Capitolo 11
*** 8. midoriko ***




capitolo 8: Midoriko

Aveva piovuto per tutto il pomeriggio.
Di tanto in tanto piccole gocce d' acqua scivolavano dalle foglie picchiettando sul tetto del piccolo cottaige.

L' aria conservava ancora quel profumo agrodolce e uno splendido arcobaleno torreggiava nel cielo azzurro-grigio, ma a Inuyasha non importava nulla e non staccava lo sguardo vigile sul viso pallido della ragazza che giaceva ancora sul letto senza dare nessun cienno di svegliarsi.

Non l' aveva persa di vista un istante, è non aveva intenzione di farlo.

Aveva lasciato a Sesshomaru il compito di cercare qualche traccia della sacerdotessa, per un attimo si chiese se l' avesse trovata prima che la pioggia cancellasse ogni odore. Non aveva dubbio che il fratello non si sarebbe fatto problemi a liberare Kikyo dalle sue sofferenze, come invece Inuyasha era certo lui non avrebbe potuto fare. Per questo non si era opposto che Sesshomaru andasse al posto suo oltre che per il senso di colpa che non gli stava dando pace.

Era tutta colpa sua se adesso Kagome era stesa inerme su quello stupido letto! Urasue l'aveva catturata perché era scappato arrabbiato, era stata avvelenata da dei demoni di demoni di basso rango, e l' anima gli era stata strappata via.

Kikyo aveva cercato di ucciderla per due volte ed era solo grazie a Kagome se erano ancora vivi.

Non sapeva come Kagome fosse riuscita a riprendersi l' anima ma lo aveva fatto e per questo Inuyasha aveva giurato a se stesso che non avrebbe promesso a niente e nessuno di farle ancora del male.
A uno scricchiolio all' ingresso fece guizzare le candide orecchie canine e Inuyasha scattò in piedi impugnando Tessaiga per poi lasciarla quando capì che fosse Sesshomaru e tornò a fare da sentinella seduto a gambe incrociate.
<< L' hai trovata? >> Sesshomaru scosse il capo. << La pioggia ha cancellato ogni traccia, ma do che Kikyo è viva perché ho trovato questa. >> infilando la mano in una tasca dei pantaloni.

Inuyasha osservò per qualche istante la cosa che teneva in mano prima che un lampo d' ira attraversò gli occhi dorati. Ringhiò chiudendo la mano a pugno sulla piccola piuma bianca. << Kagura! >>
Sesshomaru annuì. << Probabilmente è rimasta invisibile nei paraggi in quella specie di bolla aspettando il momento opportuno. In realtà Naraku doveva essersi accorto da tempo del doppio gioco di Urasue e l' ha usato a sua vantaggio. >>

<< Un degno comportamento da serpente. >>

<< Il suo obiettivo doveva esser Kikyo fino dall' inizio. E, come il serpente com'è, probabilmente userà Kikyo contro di noi. >>

<< Kikyo non lo farebbe mai! >>
Sesshomaru gli rivolse uno sguardo talmente gelido che per la prima volta ebbe difficoltà a non distogliere lo sguardo.
<< Ne sei sicuro, Inuyasha? Puoi davvero affermare con certezza che Kikyo non passerà dalla parte di Naraku, o ti stai lasciando influenzare dai ricordi? Lei non è la Kikyo di 500 anni fa. >>

Inuyasha sobbalzò mentre cercava di inghiottire un grumo di saliva. Quelle parole lo avevano colpito perché erano vere, ma si rifiutava di dare questa soddisfazione a suo fratello. Era vero, quella non era più la Kikyo che aveva conosciuto, ma era sempre la sua Kikyo.
La donna che Inuyasha non aveva smesso di amare perduto nell' oblio per cinque secoli. La donna che gli aveva rapito il cuore. La donna che aveva giurato per sempre il suo amore.
Inuyasha non avrebbe mai dimenticato il bacio che si erano scambiati dopo il loro ritrovamento. Anche se era un fantoccio di terra e cenere priva di calore e cuore, quella tra le braccia era la sua Kikyo e la Kikyo che 500 anni fa si era innamorato non avrebbe mai accettato di allearsi con un vile bastardo come Naraku. La sola idea gli dava il voltastomaco!

La sua Kikyo era imprigionata in un corpo di terra e catene d'odio, è lui sarebbe riuscito a tirarla fuori.
Un mugugni attirò l'attenzione dei due fratelli che subito si avvicinarono al letto.
Le palpebre facevano fatica ad aprirsi, come se qualcuno le avesse chiuse con lo scoth e avvertiva un leggero senso di nausea.
Quando finalmente Kagome riuscì ad aprire gli occhi la prima cosa che vide furono due caldi occhi dorati che la osservavano preoccupati e sorrise. Come riuscivano a farla sentire sicura quegli occhi, ma quella dolce sensazione durò poco.
Poco per volta i ricordi tornarono prepotenti e Kagome abbracciò per cercare calore e conforto.

Le lacrime scivolarono giù dagli occhi castani senza freni. Si sentiva malissimo, come se ancora avvertisse mani gelide che entravano dentro il suo corpo strappandole la vita, perché era stato questo che la ragazza aveva provato sentendosi l'anima strappare dal corpo, come se la stessero uccidendo. Il dopo Kagome non era chiaro, ricordava freddo, disperazione e un forte senso di abbandono. Voleva andarsene, voleva andare via con tutte le sue forze! Un senso di calore al petto e una luce rosata che l'avvolgeva prima che si sentisse come strappata in due.

Guardandola in quello stato Inuyasha sentì il cuore stringersi, era tutta colpa sua se quella ragazza sempre allegra e dal sorriso così solare stava soffrendo in quel modo, provò l' impulso di accarezzarla per tranquilizzarla ma la ragazza si scostò come se l'avesse ustionata.

Deglutì. << Cos- Cosa mi, mi è successo? >>

<< Urasue ti ha strappato via l'anima per darla a Kikyo. Dopo averla uccisa Kikyo ha provato a ucciderti ma sei riuscita a riprendersi l' anima. Kikyo è precipitata giù dal burrone, ma siamo convinti che Naraku la fatta portare da lui >> rispose Inuyasha poggiato alla parete dal lato opposto della stanza, il più lontano possibile da Kagome, ignorando quel senso di fastidio nel petto a cui non sapeva, o non voleva dare, un nome. Uscì lentamente dalla stanza saltando poi sul tetto a contemplare le nuvole.

Il resto della giornata passò lentamente in un silenzio irrespirabile che persino Sesshomaru se ne andò con la scusa di perlustrare la zona, trovando che la situazione al suo ritorno non era cambiata. Kagome era rimasta chiusa nella sua stanza cercando di distrarsi col suo romanzo senza mai uscire se non per andare in bagno, accertandosi di non incrociare Inuyasha. Col passare delle ore la rabbia era passata lasciando il posto all' imbarazzo e il senso di colpa. Tra l' altro canto Inuyasha non si era mosso dal tetto , nemmeno per cenare. Sesshomaru era l' unico a essersi accorto del cambiamento ma aveva lasciato che se la sbrigassero da soli e aveva passato la notte sul divano.

All' alba Kagome era saltata giù dal letto dopo una notte insonne, si era fatta una doccia con l' acqua fredda per snebbiarsi la mente e era uscita per fare due passi finché non arrivò di fronte al Goshinboku. Il posto dove era iniziato tutto. Ormai queste coincidenze non la sorprendevano più, cominciava a dubitare che fossero delle coincidenze. Con uno sbuffo Kagome si sedette poggiando la schiena sul tronco, nascose il viso sulle braccia e si addormentò.

" Ben arrivata. Era da tanto tempo che volevo fare la tua conoscenza, Kagome Higurashi "

<< Mi stavate aspettando? Mi scusi ma, chi è lei e come conosce il mio nome? >>

" Sempre impaziente. Su questo tu e Inuyasha vi assomigliare molto. " la donna scoppio in una risata divertita e Kagome arrossi nascondendo le mani sulla schiena, come una bambina sorpresa dalla mamma a far una marachella.
Molto spesso Kagome aveva letto nei libri di "sogni lucidi", quando una persona è consapevole di stare sognando, e Kagome era pronta a scommettere che ne stava vivendo uno proprio adesso.

Si trovava su una alta collina circondata da bellissimi fiori di tutti i colori mentee un cielo dorato torreggiava sopra le loro teste. La donna era vestita di una antica armatura con lucidi capelli neri che le scendevano come un mantello, gli occhi castani erano dolci con una luce di determinazione. Kagome si chiese se avesse di fronte una dea.

" Non sono una dea, Kagome. E molto raro che i Kami si presentano ai mortali, e credimi, riconosceresti senza problemi una divinità se te la trovassi davanti. Quando mi fu affidata la Shikon no Tama ho creduto che il cuore si fosse fermato e fossi morta stecchita. Io sono Midoriko "

Kagome balletto << La Shikon no Tama. Midoriko. Lei, lei è >>

" Si bambina, sono la prima sacerdotessa della Shikon no Tama e sono venuta a darti un consiglio: non lasciare mai la mano di Inuyasha altrimenti non ci sarà possibilità di salvezza. Nè per lui, nè per te. Ci vedremo presto. "



<< agome... Kagome... >>
<< Che, che vuol dire? >>
<< Cosa significa che 'vuol dire'? Ti pare il caso di metterti a dormire nell' erba umida? Stupida ragazzina! Ti prenderai un accidenti >> sbuffo lo Shikon posando il suo kariginu sulle spalle di Kagome restando con la t-shart.

<< Inu, Inuyasha tu, sei venuto a cercarmi >>

<< Non proprio. In realtà ti ho seguito da quando sei uscita di casa poi ti ho vista crollare e sono venuto a vedere come stavi. Credevo che stessi male e invece dormivo come un sasso. >>

<< Un attimo: tu mi spiavi?! >> sbottò Kagome, irritata dal comportamento del ragazzo. Era una donna emancipata del ventesimo sec dannazione! Alzò la mano lasciando sulla guancia sinistra l'impronta della sua mano. << Pervertito! >>
<< Ma, ma che pensi stupida! Non potevo certo lasciarti da sola dopo quello che ti è successo ieri! >>

<< Lo so. Il schiaffo era per avermi dato della stupida. >> Kagome gli sorrise e gli fece una linguaccia.
Inuyasha restò a guardarla imbambolato per qualche istante per poi scoppiare a ridere seguito a ruota da Kagome, nessuno dei due si era reso conto che le loro mani si erano cercate intrecciandosi. "Non lascerò mai questa mano. Mai" fu il pensiero di entrambi mentre tornavano per la strada verso casa.

Rieccomi tornata! 😸
Chiedo perdono se ci ho messo tanto ad aggiornare ma avevo pensato a diverse variazioni per questo capitolo e ci ho messo un bel po prima di decidere. 🙀Spero che il capitolo sia piaciuto e di essermi fatta perdonare.
Ringrazio:
Heart
Fiore di loto
A presto!😸

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