Never Let Me Go.

di MarDC
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


                                                                        

 


È da un'ora che aspetto mio padre e il ticchettio del orologio non fa altro che irritarmi. 
Mi guardo intorno e vedo che niente è cambiato qui dentro, le mura sono bianche e in esse ci sono dei quadri privi di significato appesi qua e là. Le grande finestre che ci sono fanno vedere il solito traffico che regna in New York e le persone che camminano qua e là come delle piccole formiche. 
Sento la porta dietro di me aprirsi, mi giro e vedo Sandy, la segretaria di papà, e William che ridono per una battuta che la donna ha detto.
William è il vice di mio padre, è l'uomo più giovane che lavora in questa azienda. Lui ha 25 anni, è stato vicino a me e a papà quando mia madre morì per un'incidente stradale sette anni fa. Allora lo consideravo solo un buon amico su cui contare, ma con il passare degli anni mi sono innamorata di lui.
I due si avvicinano verso di me e Sandy prende per mano Will. Mi viene un colpo al cuore. Cosa significa?
"Faith cara, tuo padre ha detto che non ce la fa a finire in tempo. La riunione con i giapponesi durerà ancora qualche ora, devi andare da sola da tua nonna."
Annuisco e guardo Will cercando di comunicargli con lo sguardo cosa significa questa situazione. 
"Piccola mi lasceresti da solo con Faith? Dobbiamo parlare di alcune cose" 
Sandy acconsente e senza voglia si allontana lasciandoci da soli.
"Che fine ha fatto Morgan?" domando cercando di nascondere la mia gelosia.
"Matrimonio" risponde lui sbuffando.
Capisco subito cosa vuol dire. Morgan è là terza o quarta donna che desidera sposarsi con William, ma ogni volta che a lui viene proposto questo importante passo per il futuro si allontana subito.
"Chiamami quando finisci da tua nonna che ti accompagno a casa" 
"Non preoccuparti. Posso tornare a casa da sola, tu divertiti con Sandy"
Mi avvicino al tavolino su cui ci sono alcune riviste e prendo la mia borsa. 
"Che ti prende?"
"Niente Will, ci vediamo. Ciao."
Muovo i piedi verso l'ascensore ed entro su di esso senza voltarmi indietro.

Il viaggio per andare da mia nonna mi sembra più lungo del solito, alcune lacrime mi scendono lungo la mia guancia e il tassista mi guarda preoccupato dallo specchietto. 
Dovrei essere abituata a vedere William con una delle sue conquiste, ma fa sempre male perché ogni volta mi sembra più irraggiungibile ,soprattutto perché lui mi vede ancora come la ragazzina di 15 anni anche se tra meno di un mese ne compierò 19. 
La macchina gialla si ferma e scendo dopo aver pagato la corsa. Mi avvio verso la porta e ad accogliermi c'è Esperanza, la migliore amica della nonna.

La cena va meglio di come me l'aspettavo, nonna Agata ed Esperanza mi raccontano della loro adolescenza, delle feste e dei ragazzi che avevano frequentato. 
"E tu piccolina? C'è qualche ragazzino che ti fa il filo?"
"N-no!" esclamo. Sono sicura di essere diventata rossa come un peperone. 
"È tardi, devo andare ora. È stato bello rivederti Esperanza!"
Prendo la giacca e la nonna mi accompagna alla porta per salutarmi.

Per tornare a casa prendo la metro, mi piace camminare la sera tardi quando l'aria sembra meno inquinata e la gente ti ignora perché pensa solo a divertirsi. 
Arrivo davanti a casa e vedo che le luci sono accese, a quanto pare mio padre si è degnato di tornare.

Dal suo ufficio sento provenire delle voci. Sarà riuscito a ottenere la firma dei giapponesi e ora festeggia. 
Non mi fermo a salutare e vado direttamente a dormire.

Non so che ore sono, ma sento qualcuno entrare e cammina piano. Mi rimbocca le coperte, mi bacia sulla fronte e mi sussurra:
"Fai dei bei sogni angelo mio!"
Aspetto qualche secondo e apro gli occhi per accertarmi se è veramente chi penso che sia.
Riesco a vederlo e quando va via mi sembra di aver fatto uno dei sogni più belli della mia vita.
"Buonanotte Will"

 

Sono rimasta a poltrire sul letto fino a tardi pensando a quello che è successo durante la notte. Forse me lo sono immaginato o forse no. Ho bisogno di vedere William il più presto possibile perciò decido di alzarmi dalla mia cuccia e mi incammino in cucina per mettere qualcosa sotto i denti.

Apro il frigo e trovo solo qualche verdura marcia e dei contenitori che contengono del cibo andato a male. Prendo, butto tutto e ritorno nella mia stanza per vestirmi e andare al supermercato.

Indosso le prime cose che trovo e lego i miei lunghi capelli neri in una coda alta. Ricordo che quando ero piccola, mia madre, prima che andassi a dormire, mi spazzolava i capelli e mi diceva che sarebbero diventati morbidi e setosi.

Come al solito, prima di uscire, guardo il quadro di famiglia appeso sul muro sopra il camino che non accendiamo da...mmm...non ricordo da quando.

Non appena metto fuori piede da casa, la testa della vecchia signora Flecher fa capolinea sulle sue finestre cercando di non farsi vedere nascondendosi dietro le tende color rame.

Una volta mi aveva obbligata ad andare da lei per prendere il tè  pomeridiano, è stato un incubo stare seduta con delle vecchiette snob che non facevano altro che criticare tutto il vicinato. Chissà cosa dicevano di mio padre o di me.

Scuoto la testa ed entro nel grande edificio. Ci sono tante persone in giro, mamme che rimproverano i figli per aver fatto cadere della merce per terra, coppiette che si consultano su cosa acquistare e tra di loro intravedo la brutta faccia di Sandy. Pure qua devo vederla. Cerco di non farmi notare, ma il mio piano non va a buon fine perché faccio cadere la grande piramide di dentifrici attirando l'attenzione di tutte le persone compresa Sandy. La vedo venire verso di me e vorrei sparire perché non è da sola, è in compagnia di William.

"Faith ti sei fatta male?" mi chiede Sandy preoccupata.

"No sto bene" le rispondo cercando di sorriderle e guardandomi intorno in cerca di una via di fuga.

Sento delle dita fredde sistemarmi alcune ciocche ribelli ,che sono scappate dalla coda, dietro l'orecchio. Alzo lo sguardo e incontro gli occhi color argenti di William.

"Quanto siete carini! Sembrate fratello e sorella!!" esclama Sandy cercando l'attenzione di Will.

Guardo male la donna davanti a me e le dico che un fratello biologico o acquisito mi darebbe solo noia e che William non sarebbe un buon esempio da seguire. Li saluto e vado alla ricerca di cibo.

Vediamo...potrei prendere questo gusto o quel altro? Uff quanto sono indecisa a volte!

"È inutile che stai a rimuginare su quale pizza prendere, alla fine sceglierai come sempre la margherita"

Guardo le due scatole che ho in mano, so che lui ha ragione e questa cosa mi dà alquanto fastidio. "E margherita sia" dico mettendo la pizza dentro il piccolo cesto che avevo posato per terra.

"Dov'è la tua ragazza? Ti sei già stufato di lei?"

"Non dire cavolate Faith. Dimmi una cosa, perché ti comporti così?"

"Così come?" rispondo con un'altra domanda essendo consapevole che a lui dà parecchio fastidio.

Will mi guarda male, sta per dire qualcosa ma il suo cellulare inizia a squillare.

"Questa sera vengo da te. Tuo padre è partito stamattina presto per la Germania e starà via per una settimana"

Bene! Stefan, il mio caro papà, è partito per la quarta volta in un viaggio di lavoro senza dirmi niente. "Non sarò da sola stasera perciò non scomodarti a venire" dico prendendo le mie compere e avviandomi verso la cassa per pagare.

Chiamo alcuni amici per invitarli a casa mia, so che William non mi ascolterà e verrà lo stesso.

"Ciao JJ!"

"Faith! Dà quanto tempo!"

"Scusa se non mi fatta sentire, ma ho bisogno di un favore"

"Dimmi tutto principessa"

"Non chiamarmi così" dico irritata. Lo fa sempre, gli avrò ripetuto più di mille volte che mi dà fastidio ma lui continua.

Lo sento ridere e mi chiede di andare avanti.

"Mio padre non c'è, ti va di organizzare un piccolo party?"

"Ceeerto! Tu non preoccuparti di niente, sarò da te per le otto con un po' di gente"

Perfetto! Parliamo ancora un po' del più e del meno e poi attacco per andare a farmi una doccia.

JJ è un ragazzo che ho conosciuto qualche anno fa in un campo estivo in Francia, è uno di quei tipi che vive solo per le feste, sesso, alcol e droga. È molto superficiale come persona, ma a volte quando è ebro se ne esce con delle perle di saggezza.

Il mio bagno è stato lungo e rilassante. Non vedo l'ora di vedere la faccia di Will quando vedrà la dimora degli Hamilton piena di adolescenti ubriachi che non riescono a stare in piedi.

Perché lo faccio? Non lo so...si che lo so! Per dargli fastidio ed attirare la sua attenzione anche se so di comportarmi come una bimba di 8 anni.

Dopo essermi truccata e asciugata i capelli, ritorno nella mia stanza per scegliere cosa indossare.

Visto che è estate e si muore di caldo, prendo una gonna nera che mi arriva fino alla coscia, un top color blu, scarpe col tacco, orecchini e la collana che mi ha regalato Will quando avevo 17 anni.

"JJ chi è tutta questa gente?"

Urlo a squarciagola cercando di farmi sentire.

"Amici di amici" mi risponde sorseggiando la bottiglia di birra che ha in mano. Se la polizia ci becca, siamo tutti spacciati...


Spazio autrice: 

Ciao! Spero di avervi catturate con questo capitolo di Never let me go e spero che continuiate a seguire la mia storia, commentate in molte e fatemi sapere se vi piace così continuo. 
~Mar.



 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


CAPITOLO 2.

Sono passate due ore e William non si è ancora fatto vivo. Ho ballato con un paio di ragazzi, ho bevuto qualche bicchiere e cantato a squarciagola le mie canzoni preferite ma di lui neanche l'ombra. 
Mi siedo su uno dei divani, osservo JJ che ci prova con due gemelle e dietro a queste ci sono altre ragazze che aspettano il loro turno.

"Da piccolo era un bimbo adorabile ma ora mi fa rivoltare lo stomaco" commenta una ragazza riccia sedendosi al mio fianco. La guardo con aria curiosa perché nessuna ragazza di mia conoscenza aveva mai offeso JJ. Lei si gira verso di me, mi sorride e mi porge la mano.
"Ciao! Io sono April."
Stringo il suo arto e anche io mi presento.
"Come fai a conoscere JJ?"
April sbuffa al ricordo e poi sorride.
"Ci siamo conosciuti alle elementari, sai i bambini già da allora erano un po' prepotenti e con la nuova arrivata erano degli stronzi. Al mio terzo giorno di scuola, non ricordo per quale motivo, uno di loro mi aveva spinta e io caddi sbattendo il gomito sullo spigolo di un banco e mi misi a piangere. Nessuno venne in mio aiuto, ma quando lui mi vide tutta sola con le lacrime che bagnavano il mio viso, venne ad aiutare e da allora non mi lasciò sola fino a quando iniziammo le superiori e le nostre strade si divisero."
Guardo JJ e non riesco a immaginarmi un suo lato tenero. A volte mi sembra di trascorrere più tempo con lui che con mio padre, ma nonostante ciò, mi rendo conto di non conoscerlo per niente.

Un ragazzo si avvicina a noi e inviata April a ballare, lei accetta e mi saluta con un cenno. 
Anche io mi alzo e vado a prendere una bottiglia di birra dal frigo, esco dalla cucina e intravedo la faccia di Will. Il.mio viso da seria diventa raggiante, sto per andare a salutarlo ma dietro di lui compare una chioma bionda. Inizio a tossire come una dannata per il liquido che mi è andato di traverso e la mia faccia diventa rossa come un peperone. 
Una mano mi dà delle pacche sulla schiena e ride allo stesso tempo.
"Che hai visto Faith? Un fantasma?" 
Riconosco la voce di JJ e mi viene in mente un' idea.
"Ho bisogno di un tuo favore" gli dico avvicinandomi al suo orecchio. 
"Dimmi tutto principessa!" 
Questa volta non lo rimprovero per avermi chiamata così, ma se lo fa di nuovo giuro che gli mollo un pugno.
"Fai finta di essere il mio ragazzo."
Lui rimane un po' perplesso dalla mia frase ma subito dopo gli compare un sorriso malizioso sulle labbra.
"Piccola se volevi portarmi al letto bastava dirlo."
Gli do una pacca sul braccio e lo prendo per mano trascinandolo in mezzo ai ragazzi che ballano.
Mi muovo mollo vicina a lui guardando verso Will. Vedo che mi sta cercando e con lui anche la bionda ossigenata della sua fidanzata. Dice qualcosa a Sandy e lei va verso la cucina e lui si avvicina verso di noi.
Io porto le braccia intorno al collo di JJ e lui mi cinge la mia vita provocandomi dei brividi a causa delle sue mani fredde. 
Gli occhi di Will trovano i miei e con passo deciso cerca di farsi strada tra la folla e io ne approfitto per sussurrare a JJ di baciarmi.
Le sue mani prendono il mio viso e porta la mia bocca a incontrarsi con la sua. Cerca di infilarmi la sua lingua dentro ma non glielo permetto.
"FAITH!" sentiamo urlare William prendendo un mio braccio e allontanandomi dal mio amico.
"Che vuoi Will?" 
"Come cosa voglio? Sei impazzita per caso? Cos'è questo casino?"
JJ mi viene vicino e dice a William di lasciarmi. 
"Sparisci moccioso prima che chiami la polizia" aggredisce l'uomo all'adolescente.
"Non hai nessun diritto di parlargli così!" urlo liberandomi dalla sua presa. 
All'improvviso la musica si interrompe e dei lamenti si propagano nella stanza. 
"Entro due minuti vi voglio tutti fuori prima che chiami le autorità e vi portino via!" strilla Sandy con una voce molto fastidiosa. 
"Vedo che ultimamente non sai stare da solo" mormoro rivolgendomi a William.

I ragazzi iniziano ad uscire dal retro e dalla porta principale spingendo e lasciando dietro di loro un grande disastro. 
"E tu che aspetti?" chiede Sandy rivolgendosi a JJ. Quest'ultimo mi prende un po' da parte, mi bacia come prima e poi va via lanciando delle occhiatacce ai nostri due spettatori. Dei quali, una è disgustata e l'altro ribollisce di rabbia che cerca di non fare vedere.
"Signorina ci devi delle spiegazioni." dice la donna incrociando le braccia. 
Scoppio a ridere e lei diventa una furia. 
"Fai sul serio Sandy?" 
Lei guarda Will in cerca del suo aiuto ma lui non osa aprire bocca.
"Non sei nessuno per venire a casa mia e rimproverarmi. Da Will posso accettarlo ma da te no." 
Mi tolgo le scarpe e vado verso le scale, ma prima di salire mi fermo e mi giro verso di loro. 
"Non ho bisogno della baby-sitter. Spegnete le luci quando andate via. Ahh sono stanca!"

Ok. Sono stata stronza con Sandy, ma l'alcol che circola nel mio corpo mi fa dire tutto ciò che penso.
Sento la porta sbattere e i passi pesanti di Will.
Mi svesto in fretta e mi metto una maglia XL che mi sta come un vestito. 
"Posso entrare?"
"Si"
Mi metto sotto le coperte e lui rimane in piedi guardandomi.
"Sai non riesco a capire questo tuo comportamento."
Non gli rispondo e spengo l'abatjour che si trova sul comodino.
Mi giro e gli do le spalle, ma lui si avvicina e mi volta delicatamente.
"Parlami Faith."

Sento il letto muoversi e le coperte spostarsi. Mi faccio piccola piccola, lui si sdraia e mi abbraccia da dietro. 
Forse Will non lo fa apposta, almeno credo, ma così mi sta torturando perché ho voglia di girarmi per baciarlo ed essere sua. 
"Buonanotte." sussurra dolcemente dandomi un bacio sulla spalla.
Chiudo gli occhi e mi addormento con lui che mi culla.

***

Al mio risveglio pensavo di trovare William accanto a me, ma mi sono svegliata sola sul letto tutto stropicciato.

Sto cercando di chiamare JJ da una mezz'oretta ma risponde sempre la segreteria telefonica. Sarà nel suo appartamento con qualche ragazza. Vado lo stesso da lui. Devo mettere in atto il mio piano.
Ieri sera è stato molto bravo anche se era totalmente andato e sono sicura che non si ricorda neanche una frazione di tempo di quello che è successo. 
Mi fermo davanti a uno dei palazzi della Fifth Avenue e salgo fino al suo piano.

"JJ?"
Faccio qualche passo avanti e dal bagno spunta una ragazza di colore molto bella.
"Tu chi sei?" mi domanda come se fosse la padrona di casa.
"Sono quella che ti dice di uscire da qui. Subito!" 
Bene Faith. Ti sei fatta nemica un'altra dei giocattoli di JJ. 
Lei mi guarda con aria di sfida. Sembra tosta la tipa, ma ora non ho tempo di giocare.
"Tranquilla, avrai i tuoi soldi per i lavoretti che hai fatto al mio amico." - prendo delle banconote e le appoggio sul tavolino - "Prendi le tue cose e sparisci."
Dal corridoio giunge fuori JJ e mi sorride.
"Faith se ti comporti così, me le spaventi tutte e non tornano più."
Sbuffo e vado in cucina per non assistere alle sue smancerie.

"Come mai questa visita improvvisa? Non puoi fare a meno dei miei baci, principessa?"
Lo guardo male e lui ride di gusto. 
"Tieni i tuoi baci sporchi per le tue amichette." 
"Uuh quanto siamo acide oggi. Su raccontami tutto!"

"Noi due siamo amici e tu sei in debito con me." 
Lui annuisce ricordando la volta in cui gli ho salvato il culo prendendomi la colpa quando eravamo in Francia, dicendo ai responsabili che l'erba che hanno trovato era mia e non di JJ. Loro non hanno chiamato mio padre ma mi hanno solo messa in punizione per il resto della permanenza in quel campeggio. 
"Che tipo di favore ti serve?"
Si fa serio, delle piccole rughe sulla sua fronte spuntano fuori e si siede.
"Tranquillo. Non è niente di illegale. Ho solo bisogno che tu finga di essere il mio ragazzo per qualche settimana."
Tutti i suoi muscoli si rilassano e sulle sue labbra appare il solito sorriso beffardo. 
"Lo fai per quello di ieri?"
Non pensavo che si fosse accorto delle mie intenzioni con Will. 
Ovviamente dovrò spiegarli un po' di cose.
"Prima rispondi. Mi aiuti o no?"
Ci pensa un po' su grattandosi il mento che accenna un filo di barba.
"Dai JJ!" 
"Ok. Accetto, ma questa finzione non interferirà con lo stile di vita che ho."
"Si, cioè no. Uff va bene! Farai il ruolo del mio ragazzo solo quando William sarà nei dintorni." 
È fatta! Racconto a JJ un po' di cose e lui mi ascolta con fare interessato mentre si fuma una sigaretta.

***
Guardo delle foto che qualcuno ha fatto con la polaroid. Le osservo bene e in alcune di esse riesco a riconoscere April, l'amica di JJ. 
Mi piacerebbe conoscerla, la prossima volta che vedo quel pazzo del mio finto ragazzo gli chiedo il suo numero. 
Sento il telefono di casa squillare e mi alzo dal divano. Dove cavolo è? Dalla festa sono passati due giorni, ma le donne della pulizia non sono riuscite a trovare un paio di cose.
Eccolo! Mi inginocchio e lo prendo da sotto uno dei mobili.
"Pronto?"
"Faith! Sono William, ascoltami. Sandy ed io passeremo tra un'ora per cenare insieme." 
"Perché?"
"Tuo padre ci ha chiesto di tenerti d'occhio."
"Balle."
"Non ricominciare."
Do un calcio sul muro e mi faccio male all'alluce. Mi sono dimenticata di essere scalza.
"Ahi!" esclamo un po' sofferente.
"Che è successo?" 
La sua voce è preoccupata, il sottofondo rumoroso dal suo lato scompare.
"Picc...Faith stai bene?"
Sorrido, gli dico che sto bene e che ci vedremo dopo. 
Dopo aver attaccato, mi fiondo alla ricerca del mio cellulare e invio un sms a JJ con scritto che deve venire subito da me.

JJ arriva dopo 20 minuti. Lo faccio accomodare e gli scompiglio un po' i capelli.
"Non credo che William sia così scemo da credere che siamo stati insieme tutto il pomeriggio."
"Perché?" chiedo sedendomi sul divano.
"Perché manca questo piccolo tocco."
Si avvicina lentamente e mi bacia. Cerco di respingerlo, ma lui mi sussurra: "Se vuoi farlo ingelosire, le tue labbra devono essere rosse e un po' gonfie." 
Sospiro e mi rendo conto che ha ragione.
"Lasciati andare, principessa."
Si attacca di nuovo a me e mi dà dei baci che sarebbero proibiti fare in pubblico.

Il citofono suona e JJ si stacca da me con mala voglia. Mi sistemo i capelli e la maglietta. 
Vado verso la porta e la apro. 
Che la cena abbia inizio!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



Capitolo 3.
 

Apro la porta e davanti a me appare una scena che mi nausea e che allo stesso tempo mi provoca dolore. 
Sandy avvinghiata a William e lui che la palpeggia.
Mi schiarisco la voce e si allontanano subito come due adolescenti colti in flagrante. 
"Faith piccolina come stai? Ti sei sentita sola?" inizia a parlare la cornacchia mentre mi faccio da parte per farli entrare. Will mi sorride ma io rimango impassibile, la mia faccia è neutra anche se dentro sto morendo di gelosia. 
"Piccola chi è?" 
Tutti e tre ci voltiamo e vediamo JJ venire verso di noi con piccoli passi. Si mette vicino a me e con un braccio mi prende la vita.
"Will, Sandy vi presento JJ..."
"Sono il suo ragazzo!" mi interrompe quel deficiente sfoderando un sorriso compiaciuto. "C-cosa?!" balbetta William guardando prima me, poi JJ e infine la mano di quest'ultimo che mi accarezza delicatamente. 
"Oh tesoro è normale che la piccola Faith abbia il fidanzatino."
Ok. O sono io che non riesco a capire questi cambiamenti di comportamento della bionda ossigenata o si fa di qualcosa, ma qualcosa di veramente pesante! 
Ci avviamo verso la cucina, JJ si offre di cucinare e mi nomina come sua aiutante. 
"Allora mentre voi preparate il tutto, noi andiamo a prendere il dolce." dice Sandy prendendo la sua borsa.
"No. Io rimango con loro, se succede qualcosa ci dovrebbe essere un adulto insieme a loro." 
Per poco JJ non scoppia a ridere per la scusa che Will si è inventato.
La sua ragazza se ne va e rimaniamo solo noi tre. 
"Faith i fornelli ci aspettano!" 
"Si JJ, lo so." dico sbuffando solo all'idea di cucinare usando veramente i tutti gli utensili della cucina. Penso che Will l'abbia capito perché si va a lavare le mani e inizia ad aiutarci. 
"Da quanto è che state insieme voi due?" 
JJ ed io ci guardiamo e lui dice "Quattro giorni" ed io "Due giorni".
William inarca un sopracciglio e cerco di inventarmi qualcosa. 
"Ci siamo baciato quattro giorni fa e ci siamo messi insieme l'altro ieri."
Aspetto che la faccia di William cambi espressione, ma il suo cellulare ci interrompe. Lui guarda il nome sul display del suo blackberry ed esce fuori dalla stanza.

"Dovremo accordarci su un po' di cose o il nostro piano salterà in aria." 
"Tranquilla, principessa. Sta andando tutto bene." 
Non smetterà mai di chiamarmi così, anche se lo minacciassi con una pistola non lo farà. 
"Devo confessarti che questo gioco sta iniziando a piacermi." dice avvicinandosi dietro di me. Sposta una ciocca di capelli dal mio collo e lo lascia scoperto. Le sue labbra si posano sulla mia pelle e mi lascia tanti piccoli baci.
Con la mano gli do un pizzicotto per farlo smettere.
"Non agitarti. Lui è dietro la porta." bisbiglia per poi mordere il lobo del mio orecchio. 
I secondi passano e Will non si decide ad uscire fuori. 
JJ mi gira e alzo la testa per riuscire a guardarlo negli occhi. Ci sono sfumature di verde e di grigio. È normale se le ragazze gli cadono ai piedi. 
Chissà se lui si è mai innamorato di una persona, così come io lo sono di William.
Quest'ultimo si schiarisce la voce quando le mie labbra sfiorano quelle di JJ.
"Faith ti devo parlare. Era tuo padre al telefono."
"E cosa voleva?"
"È meglio se andiamo a parlare in un altro posto." 
Guardo JJ e lui mi dice di andare dandomi un bacio a stampo.

Entriamo nell'ufficio di mio padre, ci sono libri e fogli sparsi un po' dappertutto. Dalla morte della mamma nessuna donna è mai entrata qua dentro. Fino all'anno scorso venivo di nascosto per mettere in ordine, ma lui se n'è accorto e ha iniziato a chiudere la porta a chiave. 
Muovo la testa scrollandomi di dosso i ricordi tristi.

"Cosa voleva Stefan?"
"Ti è difficile chiamarlo papà?"
"Fa di tutto tranne che il padre, non si merita che lo chiami così."
Vado a sedermi su una poltrona e Will chiude la porta.
"Allora cosa voleva?"
"Purtroppo i soci coreani hanno avuto dei ripensamenti e tuo padre deve andare in Corea."
Lo incito a continuare e lui viene a sedersi difronte a me.
"Starà via per due mesi e mi ha chiesto o per lo meglio dire mi ha ordinato di trasferirmi qui per starti vicina."
Sta scherzando? Il mio cuore ha perso qualche colpo alla notizia.
"So bene che sei grande e responsabile, ma se ti succedesse qualcosa. Stefan non se lo perdonerà mai."
"Quando ti trasferisci?" 
"Se per te va bene, potrei farlo domani." dice sorridendomi. 
"Certo!" esclamo cercando di non sembrare troppo felice all'idea. 
Sentiamo la porta di casa sbattere, ci guardiamo e andiamo all'entrata. 
È solo la finta bionda.
Will mi chiede di lasciarli da soli e io ritorno da JJ. Sicuramente le dirà che verrà a stare qui.

"Che buon odorino!"
Non so cosa stia cucinando JJ, ma l'odore che emana è buonissimo. 
Prima di entrare in cucina, lo spio un po'. Sembra tanto concentrato a tagliare le carote. Chi pensava che uno come lui sa cucinare.
"Esci fuori, principessa. Non mangio."
"Ah ah ah divertente." 
Gli vado vicino e quando sto per chiedergli dove ha imparato a cucinare, sentiamo delle urla provenire dal salone, i tacchi di Sandy che suonano e la porta sbattere, di nuovo.
Che cazzo le ha fatto la mia povera porta per sbatterla in continuazione? 
William ci raggiunge e si scusa dicendo che non può restare. Non faccio neanche in tempo a dire una parola che lui corre dietro a quell'oca.
La rabbia inizia a impadronirsi di me, ma subito dopo mi calmo pensando che lui da domani starà con me per ben due mesi! 

***

"Sta arrivando, Faith!"

Mi avvicino alla finestra di fianco a William e vedo la signora Flecher  che attraversa il suo vialetto per venire nel nostro.

"Sono sicura che dopo di lei, tutte le altre vicine verranno a impicciarsi dei fatti altrui."

Sono passati quasi tre ore da quando Will è arrivato, portandosi dietro due valigie e la sua ventiquattro ore.

Casualmente la vecchia signora Flecher era uscita per andare a fare una passeggiata e ci ha detto che sarebbe passata più tardi per farci visita.

Sono sicura che dopo di lei ci sarà la sfilata di tutto il vicinato a casa nostra.

Sentiamo suonare, andiamo ad aprire e mi sforzo di sorridere cordialmente.

"Salve signora Flecher." salutiamo all'unisono Will ed io.

Lei ricambia, la facciamo accomodare nel salone e le offriamo da bere. La signora rifiuta cordialmente guardandosi intorno scrutando ogni angolo della grande stanza.

"Dov'è tuo padre, Faith?" domanda la donna guardandomi attentamente, forse nel caso che le dica qualche balla.

Le racconto quello che William mi ha detto il giorno precedente. Anche se non lo avessi fatto, lei ,come suo solito, avrebbe scoperto tutto attraverso il circolo delle pettegole.

"Mio caro William se non ti conoscessi da tanto tempo, direi che il signor Hamilton sta sbagliando a lasciare la figlia a una persona giovane come lei."

"Will è uno di famiglia." La interrompo sfiorando, senza farlo apposta, la mano dell'uomo vicino a me. Lui mi sorride e rimango incantata come una scema a guardarlo.

"Se avete bisogno di qualcosa, non esitate a chiamarmi."

La signora Flecher si alza e la accompagniamo fino alla porta.

Mi giro verso Will, mi appoggio sul muro e lui si avvicina a me. Il mio cuore inizia a battere velocemente e le mie mani a sudare.

Con una mano mi toglie una ciocca di capelli dalla faccia e mi accarezza.

"Che ti va di fare?"

"Tu non devi andare al lavoro?"

"No. Ho avuto il permesso da Stefan di portarmi il lavoro a casa."

"Oh beh allora potremmo farci una bella nuotata."

"Bella idea!"

Ci sorridiamo e ognuno va nelle rispettive stanze per indossare il costume.

Mi guardo allo specchio e non mi piace quello che vedo. Molte ragazze mi dicono che ho un corpo invidiabile, ma non sono affatto d'accordo con loro.

I miei occhi color turchese sono più vivi ed è tutto merito della presenza di Will che penso si sia appena tuffato dentro la piscina perché sento l'acqua fare splash.

Non è la prima volta che mi vede in costume, ma un piccolo rossore invade le mie guance. Il solo pensare che potrei toccare il suo petto scolpito mi fa venire dei brividi su tutta la schiena.

Sento il mio cellulare suonare, mi avvicino al comodino e vedo che JJ mi ha scritto qualcosa.

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Ma anche no! Voglio passare la serata con...un'altro sms.

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Stupido! Non ho intenzione di rispondergli. Scendo le scale attenta a non scivolare, ma quando arrivo all'ultimo gradino mi fermo vedendo un William che esce dalla piscina e le gocce d'acqua percorrergli su tutto il corpo.

Istintivamente mi mordo il labbro inferiore con malizia, sento un calore invadere la mia pancia.

Mi scrollo riprendendomi per non farmi scoprire e vado da lui.

"Finalmente! Stavo iniziando a sentirmi solo."

"In questi due mesi ti starò così vicino che ti stuferai di me."

Gli sorrido e mi siedo a bordo piscina mettendo a bagno i piedi. Lui mi raggiunge e con la coda del occhio lo spio. Ammiro il suo bel profilo, sembra perfetto!

Iniziamo a parlare di un po' di cose e devo dire che questi momenti mi sono mancati tantissimo.

"Devi tagliarti i capelli." gli dico prendendo la sua chioma morbida.

"No!! Sai che odio andare dal parrucchiere." si lamenta mostrandomi una faccia da cucciolo.

"Oh povero piccolo."

Gli pizzico la guancia ridendo perché so che gli dà fastidio. Le sue mani si avvicinano pericolosamente sul mio corpo e inizia a farmi il solletico. Per sfuggirgli mi tuffo dentro la piscina e lui mi segue a ruota.

Rimango sotto acqua per qualche secondo e sento una specie di serenità dentro di me.

Sento le sue mani sui miei fianchi e mi tira in superficie, mi fa sentire una piuma.

Mi volto e trovo la sua faccia mooolto vicina alla mia. Cazzo! Le mie labbra bramano così tanto le sue. Voglio avvicinarmi, ma ho paura di fare la cosa sbagliata.

"Tu e JJ fate sul serio?" mi domanda spiazzandomi.

"Potrei farti la stessa domanda."

Will sbuffa irritato e mi allontana lasciandomi.

"Una volta mi hai detto che non ti piace avere relazioni con i tuoi colleghi di lavoro."

"È stato tempo fa, da allora ho cambiato idea."

La mia fantasia esce al galoppo e mi immagino Sandy travestita da strega davanti ad un pentolone che inizia a fare incantesimi per stregare il mio William.

"Stasera vado a cena con lei, sua madre e sua sorella."

L'informazione che mi ha appena rivelato mi fa ribollire di rabbia. Nuoto fino agli scalini e vado verso l'interno della casa lasciando le mie impronte bagnate sul pavimento di legno.

Arrivo nella mia stanza e prendo il mio cellulare.

Digito il numero di cui ho bisogno e premo il tasto verde.

"Principessa!"

"JJ...stasera ci sono."

Non rimarrò a casa a farmi paranoie su come è andata la serata di William. Mi divertirò e per una sera non penserò a lui.


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



Capitolo 4.

C'è un po' di vento stasera, i miei capelli corvini fluttuano un po' dappertutto. E' impossibile tenerli in ordine.
"Stronzi. Non sanno chi sono io? Se volessi potrei farli chiudere quel negozio del cazzo in un secondo!" 
Sento JJ borbottare quando esce da una specie di tabaccheria, è un po' brillo  quello scemo.
Prende una sigaretta e se l'accende, aspira e dopo qualche secondo butta fuori una piccola nuvola di fumo che dà fastidio alle mie vie respiratorie. 
"Quando è che smetterai? Quella merda ti fa solo male." 
I suoi occhi mi guardano scocciati e si avvia verso la sua auto. Oggi non è il solito JJ, c'è qualcosa che lo turba... 
Dentro la sua Ferrari si sta bene, è stato molto premuroso a prestarmi la sua giacca. 
"Dove stiamo andando?" domando guardando che non siamo più al centro di New York, le strade sono deserte e il cielo è visibile. Con tutti i grattacieli che ci sono in città, è impossibile ammirare le stelle e la luna che illuminano la notte. 
"Allora?" 
"La festa è saltata." 
Tolgo lo sguardo dalla strada e mi concentro su JJ. 
"E perché non me l'hai detto prima?"
"Se l'avessi fatto, saresti uscita di casa?"
Forse ha ragione lui...No! Non ha affatto ragione. Io sarei andata ovunque pur di non stare nella mia stanza a rimuginare se William si è  innamorato di Sandy o no.
"Certo che sarei venuta."
Arriviamo davanti ad un cancello nero che JJ apre con una specie di telecomando. Da dove l'ha tirato fuori? Non lo so. 
Il percorso che facciamo, sempre in macchina, per arrivare alla villa è lunghissima. 
"Dove siamo?" 
"Scendi e non fare domande." 
Ma chi si crede di essere? Lo fulmino con lo sguardo e stritolo una manica della sua giacca firmata per non iniziare a litigare.
Entriamo dentro la grande villa color panna, le stanze sono tutte buie e JJ non riesce a trovare le luci. 
Sento qualcosa tra le mie caviglie e, di solito non lo faccio, salto addosso al ragazzo davanti a me.
"Cazzo Faith. Stai attenta!"
Non faccio in tempo a rispondere che cadiamo insieme, JJ sul pavimento e io sopra di lui. 
Inizio a ridere appoggiando la testa sul petto del mio amico. 
"Principessa se volevi stare tra le mie braccia, dovevi solo dirlo!" 
"Ooh! Il JJ che conosco è tornato." 
Le sue braccia mi stringono e stranamente mi sento bene, sento di aver trovato qualcuno di cui fidarmi. Alzo un po' la testa e gli do un bacio sulla mascella. 
"JJ...se lui non mi vuole come lo voglio io che farò?" 
"Sarebbe uno stupido a rifiutarti." 
"Lo dici solo perché sei mio amico." 
La sua risposta non arriva subito, ci pensa un po' su e se ne esce con un: "Alziamoci."
Non ho tanta voglia di farlo, ma lui mi solleva e se ne va lasciandomi da sola in mezzo ad una stanza buia. 
Il rumore dei suoi passi diminuiscono ed esco fuori dirigendomi verso la Ferrari. Non capisco il suo comportamento, è più lunatico di me. 
Mentre lo aspetto controllo il cellulare e vedo che è quasi mezzanotte, William dovrebbe arrivare tra poco a casa. 
Prima che andasse al suo appuntamento mi ha detto di non aspettarlo sveglia, ovviamente non gli ho avvisato che sarei uscita. 
I minuti passano e JJ non è ancora uscito, scendo dall'auto e inizio a esplorare l'esterno della casa. 
Sul retro c'è un giardino bellissimo, è illuminato da dei lampioni che mostrano i colori dei fiori. Rimango ad ammirare la natura e a respirarne l'odore che mi rilassa. 
Vorrei che qui con me ci fosse William...odio tutta questa situazione! 
"Principessa..." 
Mi volto verso il mio amico e lui mi accenna un piccolo sorriso. 
"Andiamo?" domanda allungando un mano, io annuisco e intreccio le mie dita alle sue. 
Il viaggio di ritorno è silenzioso, a volte JJ con una mano mi accarezza il ginocchio sinistro. Le sue mani sono calde, il contatto dei suoi polpastrelli con la mia pelle non mi provoca nessun tipo di emozione, solo conforto e...si, protezione. 
Frena delicatamente davanti a casa mia, le luci sono tutte spente. Uno strano fastidio si crea dentro di me. Faccio una smorfia e mi avvicino a JJ per salutarlo, lui mi abbraccia e, appena scendo dalla macchina, sfreccia velocemente facendo ruggire il motore della sua auto sportiva.

Lui non è tornato, la sua cena con Sandy si è prolungato e non si è nemmeno preoccupato di avvisarmi. Sono solo una sciocca a pensare che io possa interessargli. Un sorriso amaro appare sulle mie labbra e i miei occhi si appannano. 
Chiudo la porta dietro di me, come un fantasma vado verso la mia stanza quando all'improvviso qualcosa o per meglio dire qualcuno afferra il mio polso. 
Mi fa scendere dalle scale e mi porta nel salone. Ci fermiamo, lui mi spinge su una delle poltrone e si mette davanti a me. Alzo la testa e incrocio i suoi occhi, la sua espressione è contratta. Sembra che si stia trattenendo dallo sgridarmi.
"Will..." sussurro. 
"Ti sembra l'ora di arrivare?" 
Mi domanda con una voce controllata, un po' troppo per i miei gusti. 
"Posso fare quello che voglio."
Rispondo con fare scontroso. 
"NO! Tu devi avvisarmi quando esci. Ti ho chiamata centinaia di volte, ma il tuo telefono è spento!" 
Che sta dicendo? Il mio cellulare è acceso, ne sono sicura. Per accertarmi, prendo l'oggetto chiamato in causa dalla mia borsa e...cazzo! È spento.
Mi alzo per andare a mettere in carica il mio cellulare, ma lui non si sposta. Rimane fermo a bloccarmi. 
"Spostati." 
"Non abbiamo ancora finito di parlare." 
"E invece si." 
Lo guardo dritto negli occhi e porto le mie mani sul suo petto per spingerlo. Will afferra i miei polsi e mi attira a sé. 
"Lasciami!" 
"Scordati del tuo amico, non ci uscirai più insieme." dice quasi ringhiando. Dentro di me, la mia dea interiore si sveglia e si sente pronta a provocare l'uomo davanti a me.
"Che c'è Will? Sei geloso?" 
Lui non dice niente, si avvicina a me e sento il suo respiro vicino. Solo pochi millimetri separano le nostre labbra. Le desidero così tanto, voglio sentire i suoi baci e perdermi in lui.

Mi avvicino di più alle sue labbra, ma lui si allontana e lascia i miei polsi. 
"Buonanotte Faith." 
Se ne va scomparendo nell'oscurità della casa e rimango come un'idiota a desiderarlo ancora.

***

Sono passati tre giorni dalla sera in cui William ed io stavamo per baciarci. 
Scendo in cucina per fare colazione e lo trovo immerso a leggere il New York Times. Lo saluto e lui, come fa ultimamente, evita il mio sguardo e ricambia.
Prendo i cereali e del latte, mi siedo davanti a lui. Devo fare in modo che mi parli, voglio ammirare i suoi occhi, il suo naso, le sue labbra...
"Oggi lavori?"
"No." risponde senza staccare gli occhi dal giornale.
"Mi accompagneresti in un posto?" 
"Dove vorresti andare?" 
Senza pensarci troppo gli rispondo, oggi per me è un giorno speciale.
"Voglio andare a vedere The Phantom of the Opera (Il Fantasma dell'Opera)"
Il suo capo si alza e sento che ha capito.
"Broadway?" domanda con un piccolo sorriso. Annuisco e faccio per alzarmi, ma lui mi ferma.
"Non hai mangiato niente."
"Non ho appetito..."
"Prendi almeno una frutta." dice indicando il cesto che si trova sul ripiano della cucina. 
"Solo metà mela." cerco di convincerlo facendo una faccia da cucciola. Gli ritorna il sorriso e si arrende acconsentendo ai miei capricci.
Prendo la mela e la taglio, dopo di ché mi allontano per andare a farmi una doccia. Ma prima mi fermo e ringrazio Will. Lui è confuso e infatti mi chiede per cosa.
"Per accompagnarmi in teatro."
Questa volta me ne vado, durante il tragitto per arrivare nella mia stanza ho finito la frutta. 
Entro nella doccia e rimango sotto il getto d'acqua fredda per tanto tempo.

Oggi è il compleanno della mia mamma, ogni anno per festeggiare andavamo in teatro a guardare un musical. La prima volta che mi portò, mia madre aveva scelto Cats, una noia mortale! Avevo 7 anni, come la maggior parte di tutti i bimbi presenti allo spettacolo. Vedevo che a loro piaceva, ma a me no. Mia mamma se ne accorse e per il suo compleanno fece scegliere a me, io scelsi il fantasma dell'opera. Non era molto adatto per una bimba della mia età, ma mi divertii molto e da quella volta andammo a guardarlo insieme per gli anni successivi finché lei morì.
Una lacrima fuoriesce dai miei occhi, si confonde con l'acqua e sospirando esco dalla doccia.

William ha passato tutta la mattina dentro l'ufficio di Stefan, la sua segretaria Kate lo ha chiamato e da quel momento ho cercato di distrarmi con qualsiasi cosa. Ho scelto il vestito da indossare e le scarpe per stasera, ho telefonato JJ, ma non risponde. Dovrebbe trovarsi una ragazza o almeno un hobby. Mi immagino già quale sarà la sua risposta. "Principessa, non lo hai ancora capito? Il mio hobby è quello di scoparmi tutta Manhattan." Disgustoso! 
Gli voglio bene, ma dovrebbe cercare di avere almeno un briciolo di rispetto per la popolazione femminile e non usarle come dei giocattoli usa e getta. Anche se la maggior parte delle ragazze che si è portato al letto sono sempre state al suo gioco senza opporsi.

Sento la porta dell'ufficio aprirsi e spengo la tv andando a vedere Will. I suoi capelli sono tutti arruffati, la sua faccia è stanca e i suoi occhi argenti sono assonati. 
"Ehi..!" dico avvicinandomi di più.
Lui mi guarda, accenna un piccolo sorriso e mi viene incontro. 
"Faith. A che ora è lo spettacolo?"
"Alle otto."
"Perfetto! Ho tempo per fare una...commissione." Il tono della sua voce è insicura. Spero che non mi dia buca. 
"Passo a prenderti per le sette. Andrò a fare questa cosa e poi nel mio appartamento per indossare i vestiti adatti."
Annuisco e prima che si allontana, prendo una sua mano e gli do un bacio sulla guancia. Will rimane un po' a guardarmi come se stesse decidendo cosa fare, ma poi scrolla il capo e se ne va lasciandomi sola.

L'orologio segna le 18.46 ed io non sono ancora pronta. Ufff! Odio questi aggeggi, il mio parrucchiere mi ha spiegato come usarlo ma è impossibile. Un'arricciacapelli dovrebbe far si che i miei capelli diventino dei delizioso boccoli, ma questi che vedo sono tutto tranne quello. Mi rassegno. Metto un po' di lucida labbra e indossa le scarpe col tacco. 
Appena scendo l'ultimo scalino, il campanello suona. Strano, William ha le chiavi. Vado ad aprire e davanti a me appare Sandy con un sorriso stampato sulla sua brutta faccia. 
"Faith! Come sei bella." mi complimenta. 
La saluto e le chiedo perché è venuta a casa mia.
"Oh Will non ti ha avvisata? Vengo insieme a voi a vedere lo spettacolo." 
Sta scherzando, vero? Ora capisco perché William era un po' strano prima di uscire. 
Bene! Vuole guerra? Allora che guerra sia. 
Prima di uscire invio un sms a JJ e, sperando che lo legga, gli dico di raggiungermi al teatro di Broadway.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.


Siamo in mezzo al traffico di New York da circa quindici minuti. Will mi ha solo salutata con un semplice "Ciao" quando sono salita in macchina, invece Sandy non fa altro che ripetere di essere emozionata. Sembra che non sia mai andata in teatro, la cosa non mi sorprenderebbe visto che per tutta la sua vita è stata un topo di biblioteca.

Come faccio a saperlo? Kate, la segretaria di Will ha la lingua lunga.

"Qual'è la tua opera preferita, Sandy?" domando con un sorriso soddisfatto perché tutta la sua allegria è diventato silenzio.

Dalla sua bocca non esce neanche una sillaba, ma da quella di Will esce un: "Non infastidirla."

Guardo lo specchietto retrovisore per vedere William e incontro i suoi occhi, sono freddi, arrabbiati e...delusi?

Un senso di colpa mi investe e alla mia dea interiore le sparisce il sorriso malefico che aveva e incrocia le braccia per poi andare a sedersi in un angolino.

Lui tiene così tanto a lei? È la prima volta che porta una delle sue ragazze in un luogo pubblico dove ci sono persone che lo conoscono da anni.

"Faith!!!" sento qualcuno che mi chiama quando scendo dalla macchina di Will. Non è JJ, è una voce femminile.

Mi volto verso la fonte e, con sorpresa, vedo il volto abbagliante di Eve.

Eve? Che ci fa qui nella grande mela?

Cammina con eleganza e quando mi è vicina, mi abbraccia e mi saluta con due baci come si fa in Francia.

"Sei una stronza. Non mi hai chiamata, avevi promesso che l'avresti fatto."

"Anche a me fa piacere vederti Eve." dico sorridendo.

Eve Grey è una ragazza che ho conosciuto al campo estivo in Francia. È più grande di me di due anni, si comporta come un'anima libera senza nessun controllo. In alcuni aspetti è molto simile a JJ, infatti hanno avuto un piccolo flirt che finì quando noi tornammo in America.

Iniziamo a raccontarci su cosa abbiamo fatto durante l'anno in cui non ci siamo viste, quando all'improvviso lei tace e sembra che sbavi.

Una mano, che riconosco subito dalla presa, si posa sulla mia vita.

"Ciao principessa." dice il mio amico baciandomi su una guancia.

A quanto pare, Eve ha ancora un debole per JJ.

Prima di salutarlo, con la coda dell'occhio vedo William. Mi ha controllata da quando mi sono allontanata da lui e dalla cornacchia.

"Ciao tesoro." dico in modo seducente baciando le labbra del ragazzo.

Scusa Eve, ma il mio piano è più importante della tua voglia di farti JJ.

Ci stacchiamo e rivolgiamo la nostra attenzione alla francesina. Sembra che abbia gli occhi fuori dalle orbite, un piccolo rossore appare sulle sue guance quando JJ sfodera uno dei suoi sorrisi che fa cadere le ragazze ai suoi piedi.

"Ma guarda un po' chi si vede." dice JJ prendendo la mia mano sulla sua e rivolgendosi a Eve.

"Vi lascio soli per un anno e voi vi mettete insieme. Perché state insieme, vero?" domanda Eve accertandosi di non aver detto una cavolata.

JJ mi guarda in attesa che io risponda, come è giusto che sia visto che tutto questo è iniziato da una mia richiesta. Dietro la sua testa noto che Will ha smesso di seguire la conversazione che stava tenendo con alcuni signori e aspetta, come Eve e JJ, una mia risposta.

"Si noi stiamo insieme." confermo accarezzando un braccio del mio finto ragazzo che continua a sorridere.

"Oh bene! Sono contenta per voi." si congratula Eve sforzandosi di sorridere.

"Faith."

Will chiama il mio nome mentre si avvicina a noi.

"Si?"

"È ora di entrare. Saluta i tuoi amici e andiamo."

"JJ viene con noi." gli dico fissando i suoi occhi, sfidandolo a dirmi che il mio "ragazzo" non può accompagnarci.

Sta per ribattere, ma Sandy lo precede nel parlare.

"Senza volerlo, abbiamo organizzato un'uscita a quattro! È bello rivederti ragazzino."

***

Lo spettacolo sta andando avanti da due ore e, come sempre, rimango incantata ad ascoltare la voce di Christine, la protagonista principale del musical.

Non ho dato tanta importanza alle tre persone intorno a me nel balconcino che viene dato alla mia famiglia ogni volta che veniamo a vedere uno spettacolo.

Alla mia destra nella sedia dove dovrebbe esserci seduto JJ è vuota. Mi guardo intorno e vedo solo Sandy. Dove sono finiti Will e l'altro scemo?

Mi alzo facendo attenzione a non farmi sentire dalla bionda e vado in cerca dei nostri due accompagnatori. I corridoi sono deserti, controllo il mio cellulare per vedere se JJ mi ha scritto, ma non c'è niente.

Inizio ad agitarmi, ho paura che tra quei due possa succedere qualcosa. JJ è una testa calda, se Will gli ha detto qualcosa che gli ha dato fastidio, è probabile che non abbia esitato a rispondere senza alzare le mani. In Francia aveva litigato con molti ragazzi, anche con il fratello di Eve. All'inizio non andavano per niente d'accordo, ma un giorno lui e Antoine si sono ubriacati e da allora, tra i due, è nato una specie di amore fraterno.

Sento delle voci provenire dal bagno dei signori, esito ad entrare. Un tonfo mi fa saltare dallo spavento e senza pensarci entro spalancando la porta di legno.

La visione che mi si presente davanti non è quella che mi aspettavo. JJ è per terra che si pulisce il naso, con il dorso della mano, dal quale sta sanguinando, William è davanti a lui con la camicia e la giacca stropicciata e, infine, Eve cerca di farsi piccola in un angolino.

Will si avvicina per prendere JJ e continuare con quello che aveva iniziato, ma mi metto in mezzo e lo fermo allontanandolo dal ragazzo con forza.

"Che stai facendo Will? Perché lo hai picchiato?" urlo cercando di non andare nel panico.

"Perché l'ho picchiato? Sai cosa stava facendo questo figlio di puttana mentre tu ti godevi lo spettacolo? Si stava sfottendo la tua amichetta senza nessun ritegno."

Quello che mi ha detto non dovrebbe sorprendermi, ma rimango senza parole e una O si forma sulle mie labbra.

William mi prende da un braccio e mi trascina fuori dal teatro senza darmi il tempo di riprendermi. Che mi succede? Perché mi dà fastidio il fatto che JJ stava insieme a Eve?

 

Non faccio molta attenzione al tragitto che Will sta facendo, cammino e basta. Prima di uscire dal teatro ho sentito la voce di JJ che urlava il mio nome. Uno strano pizzico di dolore ha invaso il mio petto, ma l'ho scacciato subito via. Lui è solo un amico, un grande amico. Forse era per questo che mi ha dato fastidio, il fatto che lui ha trascorso un po' del suo tempo con Eve e non con me. Si, non c'è un'altra spiegazione. 
Di colpo ci fermiamo e sbatto contro la spalla di William. Mi apre la porta della sua auto e mi fa salire per poi girare intorno ad essa e prendere il posto affianco al mio. Lo osservo in silenzio, le sue mani formano dei pugni che colpiscono il volante, prende un bel respiro ad occhi chiusi per calmarsi e si gira verso di me. 
"Non dovevi fermarmi...il pugno che ho dato a quel bastardo non è niente in confronto a quello che ti ha fatto."
Lui pensa che io stia soffrendo, credo di aver esagerato con il piano. Ma lo dovevo fare e continuerò a farlo finché lui non mi dirà che mi vuole, di lasciare JJ e di metterci insieme. 
"T-Tu non sai niente di noi!" urlo puntando il mio indice sul suo petto. 
La sua faccia è sorpresa e la sua rabbia cresce ancora. 
"So che lui ti manca di rispetto e questo mi basta. Come puoi cercare di difenderlo dopo che lui ti ha tradita?? Hai perso così tanto la testa per quell'idiota?!"
"Quell'idiota ha un nome ed è il mio ragazzo! Non ti devo nessuna spiegazione e..." il suo cellulare interrompe la nostra discussione. Prende il suo Black-berry e legge il nome. Impreca, apre la porta, e prima di scendere mi dice: "Aspettami qui e non muoverti."
Ovvio lui deve sempre correre da quella bionda ossigenata. Prima di lei, venivo sempre io al primo posto. Ogni volta che lo chiamavo veniva da me lasciando tutto. 
Non starò qui quando arriveranno insieme mano nella mano. Mi alzo e cammino tra la folla. 
Di solito in una grande città come New York nessuno si ferma o ti ferma, ma una signora lo fa quando mi appoggio sul muro di una casa messa un po' male e si avvicina molto cautamente.
"Signorina, sta bene?" mi domanda preoccupata. 
La guardo e accenno un flebile si, le mie mani si spostano istintivamente sul mio viso e lo sento bagnato. Non mi ero accorta di stare piangendo. 
"Dovrebbe andare a casa o da qualcuno che la possa ospitare. Questo non è un posto adatto per lei." dice guardandomi dalla testa ai piedi. Il suo esame a raggi x non mi dà fastidio perché il suo sguardo non è come quello delle persone snob tra le quali sono cresciuta. 
"Venga con me, la aiuto a prendere un taxi." 
"N-No, ce la faccio da sola. G-Grazie." dico cercando di fare un sorriso cordiale tra i singhiozzi, ma mi esce fuori solo una smorfia.
Faccio quello che la donna mi ha consigliato di fare e quando sono sul taxi dico l'indirizzo della persona, di cui ho bisogno in questo momento, al tassista.

Busso e quando vedo la sua faccia sorpresa per la mia "visita", mi fiondo tra le sue braccia e cerco di rifugiarmi in esse dal mondo.
"Nonna possa restare qui?"

***

Sento le voci di nonna Agata e di Esperanza che parlano a qualcuno. Sembra che lo stiano rimproverando, chissà chi è lo sfortunato che ha fatto perdere la pazienza alle due donne più tenere e pazienti del mondo. 
Mi alzo e vado verso la stanza dalla quale arrivano le fonti, ma quando sto per entrare, mi fermo di colpo sentendo la voce di William.
"Agata dimmi solo se è qui o no...per favore."
"William io mi fidavo di te, ma la stai facendo soffrire."
Prima che la nonna riprenda a parlare, entro nella stanza e chiedo a lei e ad Esperanza di lasciarmi sola con Will. 
"Faith!" dice abbracciandomi e sorprendendomi del suo gesto. Rimango qualche istante con le braccia penzolanti sui miei fianchi, poi circondo la sua vita per rifugiarmi nel incavo del suo collo inspirando il suo profumo. 
"Vieni a casa con me. Lì parleremo con più calma." dice prima di baciarmi sulla testa. 
La rabbia che provavo per lui passa in un solo istante. La mia dea interiore alza gli occhi al cielo, sa che sono troppo debole. Ma ho bisogno di sentirlo.

***

Arrivati a casa Will mi ha dato il mio cellulare, lo avevo lasciato nella sua auto la sera precedente, e sono andata a farmi una bella doccia fresca. Non ho neanche dato un'occhiata ai messaggi o alle chiamate perse. Ora devo pensare in un modo per incontrarmi con JJ e parlare, spero tanto che continui ad aiutarmi con il piano.

Scendo di sotto e busso alla porta dello studio prima di entrare. William alza la testa dal libro che sta leggendo e mi sorride facendo cenno di avvicinarmi alla cattedra. 
È incredibile come le mie sbarre di difesa calino davanti a lui. L'amore che provo per lui, mi rende cieca ma ciò non impedisce ad alleviare l'intreccio di piaceri e dispiaceri dentro di me. Solo in questi giorni ho capito cosa intendeva Romeo quando disse che l'amore d'aspetto è gentile, ma poi ,quando lo si mette alla prova, è aspro e tiranno. 
"Faith devo dirti una cosa." dice alzandosi in piedi. 
"Sandy mi ha detto che vuole formare una famiglia con me...sai sarebbe ora che prendessi in considerazione tale idea, ma...non posso perché..."
Si ferma prendendo una mia mano.
"Perché...?" lo incito guardando i suoi occhi. Lui non lo fa, si allontana e inizia a camminare come un'anima disperata da una parte all'altra della stanza. 
"Io non dovrei...Stefan si fida di me...anche Agata..." inizia a dire frasi senza senso. Cosa sta cercando di dirmi? Forse anche lui prova qualcosa per me? 
Se io facessi il primo passo, lui mi direbbe che mi vuole. No! È troppo facile. 
"Will per tutto questo tempo hai fatto solo quello che gli altri ti ordinavano di fare. Ma nella vita bisogna essere anche un po' egoisti, perché non sempre si vive per accontentare gli altri." 
Dicendo queste parole, lascio lo studio ed esco di casa alla ricerca di JJ.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***



Capitolo 6.


Uscendo di casa, avevo deciso di camminare per schiarirmi un po' le idee, ma ora i miei piedi chiedono pietà. Mi guardo intorno in cerca di un taxi o dell'insegna di una metro e le uniche cose che vedo sono alberi, indicazioni stradali e ancora alberi. Perfetto! Sono in mezzo al nulla e non so a chi chiedere aiuto. Normalmente chiamerei William, ma era sconvolto quando l'ho lasciato a casa. Prendo il cellulare e digito il numero di JJ. Squilla, squilla e continua a farlo. Riprovo per tre volte e quando sto per attaccare sento la sua voce impastata di sonno.

"Pronto?"

"Ehm...JJ. Sono io, Faith."

Che mi prende? Perché la mia voce è insicura?

"Principessa...stai bene?" domanda e prima che io risponda, sento un rumore forte e lui impreca. Sorrido immaginando la sua faccia. "Se non sei occupato, verresti a prendermi?"

"Si, dimmi dove sei."

Gli dico che non so dove mi trovo, il mio senso d'orientamento non è mai stato ottimo, lui ride e poi lo informo che mi intravederà facendo la strada verso casa mia.

In meno di dieci minuti, il mio amico mi trova e accosta la sua Jaguar costosa davanti a me. Spegne il motore, scende dall'auto e osservo che ha gli stessi vestiti di ieri ad eccezione degli occhiali da sole che mi impediscono di guardarlo negli occhi.

"Ti sei divertito con Eve?" mi escono le parole senza pensarci. Lui si ferma di colpo e sulle sue labbra spunta un sorriso compiaciuto.

"Eve? Oh no! Dopo che tu e quel deficiente venne siete andati, è corsa fuori dal bagno piangendo. Non me la ricordavo debole."

"Mi dispiace per quello che è successo ieri. Non pensavo che William avrebbe reagito in quel modo." gli porgo le mie scuse avvicinandomi di più a lui e noto che un leggero colorito viola non è nascosto dalle lenti degli occhiali. Lui vede il mio sguardo e si toglie le Calvin Klain mostrandomi i suoi occhi che si formano in due fessure a causa del sole.

Le mie dita si posano sul suo volto , lo accarezzo e mi sorprendo del mio gesto. Anche lui lo sembra, ma cambia subito espressione.

"Dimmi che questo colpo è servito al vecchietto per dichiararsi a te."

Sbuffo e gli racconto com'è andata la mia di serata. Nel frattempo saliamo in auto e senza accorgermene ci troviamo nel parcheggio di casa sua.

"Mi faccio una doccia e mi cambio, così andiamo dove vuoi tu." mi informa sorridendo.

Mentre aspetto JJ, mi aggiro nel suo appartamento senza invadere troppo la sua privacy. Dietro ad una serie di foto sue, intravedo l'immagine di lui da bambino e di una bimba. Lei è famigliare, i suoi capelli ricci fanno rifiorire alcuni ricordi. April, l'amica d'infanzia di JJ. Sono così piccoli e innocenti, lo sguardo di lei è rivolto su di lui. Forse sono stupida a pensarlo, ma sembra innamorata. Chiunque direbbe che un bambino non può essere in grado di provare quei tipi di sentimenti, ma il loro amore è puro confronto a quello inquinato degli altri.

"A cos'è che pensi intensamente?" 

Sento la voce di JJ dietro di me facendomi sussultare. Metto la cornice al suo posto e mi giro verso di lui.

"Scemenze...dove andiamo?"

"Potremmo improvvisare." dice prendendo la mia mano e uscendo nel sole raggiante della città.

Trascorriamo la giornata ridendo e spacciandoci come turisti, abbiamo parlato e scoperto lati di uno e dell'altro che non conoscevamo.

JJ mi ha raccontato che i suoi genitori hanno divorziato quando lui aveva solo due anni, è cresciuto viaggiando da una casa all'altra come un pacco postale. Questo fattore e tanti altri hanno fatto di lui quello che è oggi. Sembrava tranquillo quando lo diceva, ma sono sicura che in fondo nel suo cuore c'è tanta rabbia e ferite dalle quali scappa combinando cazzate in continuazione.

"Siamo arrivati, principessa." annuncia quando accosta davanti a casa mia. Non so perché, ma il mio corpo non vuole muoversi. Rimango sul sedile a guardare il buio che circonda la grande casa. Chissà se Will è lì dentro, dovrei affrontarlo. Una fitta di dolore mi attraversa pensando che Sandy potrebbe essere insieme a lui e che tutte le cose che mi ha detto prima siano sparite con un soffio di vento.
Una piccola parte di me spera tanto che Will abbia riflettuto e che sia arrivato ad una conclusione.

"Vuoi che venga con te?" domanda JJ interrompendo i miei pensieri.

Lo guardo e muovo la testa con un piccolo sorriso, a volte sa essere premuroso.

"Grazie per la bella giornata." gli dico avvicinandomi a lui per dargli un bacio sulla guancia. Lui rimane fermo, guarda davanti a sé ed io scendo.

Come previsto la grande dimora degli Hamilton è deserta. Vado nel salotto e prendo una coperta, mi sdraio sul divano cercando di pensare a tutto tranne che a Will. Ma la mia mente e il mio cuore sono così abituati alla sua presenza nel mio essere che è difficile nasconderlo dietro ad cumulo di sciocchezze. 
Chissà dove sarà in questo momento...spero che non sia con lei. Vorrei averlo qui e stringermi a lui ispirando il suo profumo fresco. Qualche anno fa dopo la morte di mia madre, avevo iniziato ad avere degli incubi. Io che non riuscivo a salvarla, avevo tra le braccia il suo corpo freddo e sporco di sangue. I suoi occhi aperti fissavano un punto impreciso senza la solita luce che c'erano in essi quando mi guardava. 
Mio padre e mia nonna erano preoccupati, non riuscivano a fare niente, ma un giorno Will si era sdraiato vicino a me e mi aveva cullata. Mi sentivo protetta, sentivo che quelle brutte scene non sarebbero più riapparse. Ora però ho il terrore che ritornino perché una domanda galleggia nella mia mente prima di addormentarmi: lui tornerà da me?

Mi sveglio con il citofono che suona in modo insistente. È la terza notte che passo senza William, dopo la nostra discussione non si è fatto vivo. Ho provato a chiamarlo, ma è stato inutile perché il suo cellulare risultava sempre spento.

"Arrivo!" urlo. Chi cazzo è a questa ora? Sono solo le sette del mattino!

Apro la dannata porta e Sandy mi spinge per perlustrare il salone e la cucina.

"Dimmi dove si è nascosto!" sbraita venendo verso di me. Sta cercando William? Credevo fosse insieme a lei.

"Allora parli o no? Dimmi dov'è!!" grida con le lacrime agli occhi. Sembra abbattuta, ha cercato di nascondere le occhiaia, ma sono ben marcate per cercare di rimuoverle.

"È il tuo ragazzo, dovresti sapere dove va."

"Che stupida che sono. Vengo a chiedere informazioni su William alla ragazzina immatura che muore dietro a lui." sputa con un sorriso malefico.

Vorrei prenderla per i capelli e buttarla a calci fuori di casa mia, ma prendo un respiro profondo e parlo.

"Se lui fosse il mio ragazzo, saprei dove va in giro. Ora sparisci di qua se non vuoi che ti alzi le mani perché giuro che non mi fermerò se lo faccio!" le rispondo, procurando sulla sua faccia un'espressione tra il sorpresa e la rabbia.

Con passi decisi, la bionda ossigenata lascia la mia proprietà ed io corro nella mia stanza per cambiarmi. Se Will non è con quella stronza, sarà nel suo appartamento. Presumo che non abbia detto a Sandy dove si trova, sennò l'avrebbe già trovato.

L'ascensore è occupato e la mia ansia e la mia impazienza crescono ogni secondo che passa. Decido di salire dalle scale, non sono una che ama lo sport, ma devo sapere se lui è qui. Tante domande trafficano  per la mia testa, domande da chiedere a Will e per le quali esigere delle risposte. Spero solo che non spariscano quando mi troverò davanti a lui.

Una volta arrivata alla sua porta, ho il fiatone e qualche goccia di sudore sulla fronte. Fa un po' schifo, ma me ne frego in questo momento. Busso forte urlando il suo nome.

"Will so che sei lì dentro, non me ne andrò finché non mi avrai aperto questa maledetta porta!"

Le mie nocche sono diventate rosse e bruciano un po'.

La porta, all'improvviso, si apre e davanti a me appare un William trasandato. I suoi occhi sono iniettati di sangue e sento puzza di alcol.

"Faith, piccola! Mi hai trovato." dice prendendo il mio polso per portarmi dentro e chiudere la porta dietro le nostre spalle. In un'altra circostanza, mi sarei sciolta alla parola "piccola", ma è strano vedere Will ubriaco.

"Perché hai bevuto?" gli chiedo cercando il suo sguardo. Lui ignora la mia domanda e va a prendere un bicchiere e una bottiglia di rum per poi offrirmela.

"No, grazie." dico cercando di fargli posare quella roba.

"Andiamo Faith, non vuoi farti un bicchierino con il vecchio Will? O forse bevi solo con il tuo amico, come si chiama? JJ?"

"È presto per bere Will."

Posa il bicchiere e prende un sorso del liquido. Lo beve come se fosse acqua, chissà quanto ne ha consumato. La bottiglia è quasi vuota.

"Qual buon vento ti porta qui? JJ non ha tempo per te?" continua con le sue domande provocatorie. Ricordo a me stessa che è l'alcol a farlo parlare.

"Will dammi quella bottiglia. Hai bevuto troppa di quella roba."

Si allontana da me ridendo, va verso il salotto e si lascia cadere su una poltrona.

"Vuoi dettare legge a casa mia? Sei solo una mocciosa presuntuosa!" esclama con voce dura. Le sue parole mi feriscono, che fine ha fatto il mio dolce William?

"Ti consiglio di fermare la tua parlantina." gli suggerisco cercando di mantenere la voce ferma.

"Che c'è? La nostra Faith non riesce a reggere la verità? Pensi di essere migliore degli altri. Non ti fai scrupoli a giudicare."

Non gli sono piaciute le ultime cose che gli ho rivolto l'ultima volta che ci siamo visti. Non era mia intenzione ferirlo.

"Will...io non.." cerco di dire, ma lui si alza ed è subito davanti a me. La sua lingua bagnano le sue labbra e si passa le mani tra i capelli. Credo che stia pensando a cosa dirmi per ferirmi.

"Ti ho vista con lui. Dopo che te ne eri andata, ero uscito a cercarti. Non ti trovavo e la sera, quando ero tornato per assicurami se eri lì, ti ho vista che lo baciavi."

Indietreggia un po' e rimango un po' allibita per quello che ha detto. Io non ho baciato JJ, avrà visto male. "Non riesco a capire che razza di amore malato provi per lui. Si scopa le altre sotto il tuo naso e tu gliela fai passare liscia. Io non lo farei, ti tratterei come una regina."

Cosa sta cercando di dirmi?

"JJ non si scopa le altre sotto il mio naso!" cerco di dire, è una delle balle più grandi che abbia mai detto in tutta la mia vita, ma non devo cedere.

"Cerchi ancora di difenderlo. Non riesci a vederti intorno e capire chi tiene veramente a te."

"Oltre a lui, nessun altro uomo o ragazzo si è fatto avanti!" esclamo, cercando di regolare il volume della mia voce.

"Ti sei chiesta il perché? Tuo padre farebbe fuori quel uomo se solo sapesse che prova qualcosa per sua figlia." dice senza specificare chi è quel uomo, ma tutti e due abbiamo capito chi è: lui.

"Se lui prova almeno un decimo di quello che io provo, potrebbe dirmelo."

Mi sono tradita con le mie stesse parole. Ho ammesso che ho dei sentimenti forti per lui.

"Tu...Io ti piaccio?" domanda ritornando vicino a me.

Non voglio essere la prima ad metterlo, anche se prima l'ho già detto. Rimango zitta e tolgo lo sguardo dal suo per piegare la testa in giù.

"Ci sono troppe cose in mezzo. Il mio lavoro, la mia amicizia con Stefan, la differenza di età e...Sandy."

"Sandy? Ti preoccupi per lei?" parlo mentre mi torturo le dita.

"Perché non dovrebbe importarmi di lei? È una donna stupenda, è giusta da tutti i punti di vista."

La gelosia cresce in me e anche un fastidioso dolore. Non so se fargli la domanda che mi è appena sorta in mente, so che potrebbe farmi male in una maniera assurda se risponde con un si.

"La ami, Will?"

Di colpo si ferma dalla piccola camminata che aveva iniziato a fare. Porta i suoi occhi argenti sui miei turchesi e assume un'espressione seria.

"Si, la amo." risponde e in quel momento sento che una specie di lama sta lacerando il mio cuore, lasciandolo vuoto e pieno di dolore.


Spazio autrice.
Ciao belle!! Eccomi qua con un nuovo capitolo, spero tanto di non avervi deluse e che vi sia piacciuto ;) 
Bel colpo di scena la risposta di William, cosa succederà secondo voi, ora? 
Sono molto curiosa nel sapere chi preferite tra JJ e William, tutti è due sono molto importanti per Faith, in particolare Will. Voi se foste al suo posto chi preferireste? Fatemi sapere! ;)
Un grazie a
@LilyAsRoma per la recensione nel capitolo precedente, a tutte le persone che hanno messo la mia storia tra i preferiti/seguiti/ricordata e ai lettori fantasma xD 
Alla prossima! 
~Mar.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***



Capitolo 7.



Lui la ama...non riesco a muovere un muscolo per correre via da questo appartamento e rifugiarmi nel mio letto. William non mi guarda, è tornato a sedersi sulla poltrona e ha il capo posato sulla sue mani che coprono i suoi occhi. Ogni minima possibilità che avevo sul suo "amore" per me sono sparite. Non mi aspettavo una dichiarazione, ma almeno un piccolo accenno sul fatto che io conto più di ogni altra persona in questo mondo. 
Asciugo le lacrime e rivolgo di nuovo il mio sguardo su di lui, sperando di incontrare il suo, ma ha la stessa posizione di prima. 
"Credo...che non ci sia più niente da dire. N-Non c'è bisogno che tu torni a casa, ti farò spedire la tua roba...." la mia voce si incrina un po' verso la fine. 
Mi giro per andare via, quando lo sento afferrarmi dalla vita per poi appoggiare la testa sulla mia schiena. 
"Io non...tu sei...non lasciarmi, Faith."
La sua presa diventa più forte, non riesco a dirgli di no e rimango con lui. Stiamo così per qualche minuto e dopo lo porto in camera sua per farlo dormire. La sua mano non lascia la mia quando mi alzo dal letto per andare a mettere in ordine dall'altra parte. 
"Non andare via..." sussurra aprendo gli occhi. Porto l'altra mano sul suo volto e lo accarezzo.
"Shhh sarò ancora qui quando ti sveglierai. Ora dormi."

Penso di non essermi mai data da fare per pulire come ho appena fatto. Mi sdraio sul divano e i pensieri che ho scacciato via, ritornano come uno sciame di api. 
Faccio molta fatica a capirlo, tra i due era sempre stato Will a sapere cosa voleva. Ora invece è confuso, o forse sa già cosa vuole...che casino! Il suo comportamento è estenuante, prima mi dice che ama Sandy e dopo qualche minuto, non vuole che me ne vada. Vorrei che la mia vita fosse più tranquilla, vorrei avere qualcuno da cui andare per sfogarmi. C'è JJ, ma gli ho già chiesto troppo. Non mi sono mai preoccupata ad avere un'amica perché per qualsiasi mio problema, la mia mamma era sempre lì. La persi prima della mia adolescenza e ciò ha causato un distacco su di me verso il mondo esterno. 
Poco a poco le mie palpebre diventano pesanti e mi addormento.

"NOOO! Ti prego non chiudere gli occhi...! MAMMA!!"  
Sento qualcuno che chiama il mio nome, non voglio lasciarla sola. Voglio abbracciarla ancora.
"Faith. Svegliati, piccola!" 
La voce di Will è preoccupata e allarmata. Di colpo apro gli occhi, rendendomi conto che era solo un incubo. Mi metto seduta e lui viene affianco a me, tirandomi nel suo petto per poi stringermi. 
"Pensavo fossero andati via." dice riferendosi ai miei incubi. 
"Sono tornati quando te ne sei andato."
"Mi dispiace Faith. Non avevo intenzione di ferirti, voleva solo alleviare il dolore che provavo e sfuggire via dalla confusione della mia testa, ma non ci riuscivo e i due bicchieri di whisky che avevo preso non mi bastavano. Così ho comprato la bottiglia di rum e ho iniziato a bere."
Tolgo la mia testa dal suo petto e lo guardo. Il suo sguardo è dolce e triste. Porto le mie mani tra i suoi capelli e lui chiude gli occhi godendosi il mio tocco. 
"Non avresti dovuto bere. Dovevi tornare a casa e parlare con me." gli dico avvicinandomi di più a lui. Voglio sapere se stamattina stava dicendo la verità o no. Perché se ha detto di amare Sandy solo per ferirmi, ci è riuscito completamente. E tu sei ancora qui, come una stupida nonostante ciò. Mi rimprovera la mia dea interiore che a volte va a braccetto con la mia coscienza. 
"Will..." dico piano. Lui apre gli occhi e per un po' guarda le mie labbra poi torna sul mio sguardo. Prima che possa succedere di tutto, voglio sapere.
"T-Tu la ami?" quasi sussurro. Cazzo, Faith vuoi proprio lacerati il cuore a pezzi. Will non risponde subito e quando decide di farlo, qualcuno inizia a suonare impaziente alla porta. Mi allontano e lui si alza per andare a vedere chi è. Dalla porta bianca irrompe Sandy, è infuriata. Non si è accorta della mia presenza. Inizia ad urlare contro William, gesticola con le mani e qualche lacrima scorre sul suo viso. Si volta verso la mia posizione cercando di nascondere la sua debolezza al uomo per il quale tutte e due siamo pazze, quando mi vede. Rimane impietrita per qualche secondo, poi si scrolla e viene diretta verso di me, alzando una mano e mollandomi uno schiaffo. Un forte bruciore si propaga sulla mia faccia, sono sicura di essere diventata rossa. La bionda ossigenata si avvicina a Will e indicandomi chiede: "Devi fare una scelta, lei o io?"
Tutte e due attendiamo una sua risposta, ma come con la mia domanda di prima, non esce niente dalla sua bocca. Decido di alzarmi e vado verso la porta, ma prima di andare via guardo Sandy e sono sicura che sarà contenta con le parole che le dirò.
"Lui...ha scelto te." Così dicendo scendo mi avvio verso l'ascensore e i miei piedi mi portano da una sola persona. JJ.

"Se vuoi, puoi restare a dormire. È già tardi e non ho nessuna intenzione di lasciarti andare in giro in queste condizioni." dice il mio amico, alzandosi in piedi e andare nella sua stanza. Dopo un po' torna con in mano, una maglia e una tuta. 
"Tieni. Puoi metterti questi." Mi porge i vestiti, li prendo e vado in bagno. 
È stato molto carino da parte sua propormi di dormire qui. Quando mi sono presentata davanti alla sua porta con gli occhi rossi e il volto bagnato di lacrime, non ha fatto domande. Mi ha lasciata sfogare fino a quando mi sono calmata e gli ho raccontato tutto. Non ha insultato William come suo solito, mi ha solo sussurrato parole dolci e confortanti. 
Mi guardo allo specchio e mi spavento a guardare il mio aspetto, sapevo di non essere presentabile, ma quello che vedo è peggio. Chissà cosa direbbero la vecchia signora Flecher e le altre vicine pettegole vedendomi in questo stato. 
"Faith, tutto bene?" chiede JJ. 
"Si." rispondo, prendo i miei vestiti ed esco dal bagno. 
Lo trovo seduto che fa zapping da un canale al altro senza trovare niente di interessante da guardare. Anche lui si è messo il pigiama. Mi accuccio al suo fianco e lui mi tira a sé facendomi sussultare dalla sua improvvisa mossa. 
"Fa freddo, ho bisogno di qualcuno vicino a me." cerca di giustificarsi.
Lo spio e un piccolo sorriso compare sulle sue labbra. 
"Ti piace quello che vedi, principessa?" domanda abbassando lo sguardo su di me. 
"Che...? Scemo!" 
Gli do una gomitata e ridiamo insieme. Era da tanto tempo che non sentivo la sensazione che si ha quando hai un briciolo di allegria nel corpo. Vorrei che le cose fossero così semplici anche con Will.
Iniziamo a guardare 50 volte il primo bacio senza finirlo perché a metà film ci addormentiamo, lui mi stringe di più al suo corpo e io non faccio resistenza.

"Faith...principessa." 
Sento la voce di JJ chiamarmi, apro gli occhi e me lo ritrovo vicino alla faccia. Fuori dalla finestra, l'oscurità domina ancora il cielo, a quanto pare le stelle e la luna sono state eclissate dalle nuvole.
"Ti senti bene?" domanda il mio amico con aria preoccupata. Mi alzo sui gomiti, facendolo allontanare un po' e gli chiedo perché. 
"Stavi piangendo." spiega avvicinando le sue dita per asciugare le lacrime che erano uscite incoscienti durante il mio sonno. Non ricordo a cosa stessi  sognando e da come i miei impulsi nervosi hanno reagito, non voglio neanche sforzarmi di ricordare.
"Io...sto bene." cerco di dire convincendo JJ. Dalla sua espressione, sono sicura che non mi crede e spero che lasci perdere fino a quando non faccia giorno. All'improvviso lui si alza e prima di uscire dalla stanza, mi chiede se voglio un bicchiere d'acqua. Annuisco e dopo qualche secondo è di nuovo con me. 
"Domani hai da fare? O per meglio dire oggi." mi chiede, ritornando a sdraiarsi al mio fianco. 
Penso alle cose che potrei fare e una di quelle è tornare a casa per farmi una doccia e cambiarmi e magari incontrare William, se è tornato. 
"Non lo so. Perché?" 
"Antoine è in città e pensavo ti andasse di uscire insieme a noi." 
Poso il bicchiere sul comodino e appoggio la testa sul cuscino. 
"Sarebbe bello, ma penso di starmene a casa." gli rispondo, evitando il suo sguardo. 
JJ spegne l'abat-jour senza ribattere e come fece prima, avvolge la mia vita con il suo braccio e mi avvicina a sé. Sorrido al suo fare tenero e prima di abbandonarmi nel regno di Morfeo, gli sussurro "Buonanotte.". Lo sento ridacchiare e mi lascia un bacio sul collo, sorprendendomi. 
***

Entro in casa, appoggio la mia borsa e tolgo le scarpe all'entrata. Non c'è un'anima viva, è tutto silenzioso. Non c'è Will...

Mentre sono dentro la doccia, ricordo le parole che JJ mi ha detto:" Se ti annoi e non sai cosa fare, chiamami. Verrò a prenderti." 
Non sapevo se considerarle, cosa potevo fare qui da sola? Deprimermi e pensare alla scelta che William ha fatto? Sarebbe proprio da masochisti, ma quel vuoto e quella tristezza che provo, sono le uniche emozioni che me lo fanno sentire vicino. Sarebbe piacevole sfogare l'intreccio di emozioni con qualche attività, una volta avevo considerato di andare al pentagono o magari a fare tiro con l'arco. William mi aveva promesso che ci saremo andati insieme. 
Pensando a questi piccoli particolari, mi rendo conto che la mia vita per lo più dipendeva da lui o dipende ancora. 
Esco dalla doccia e con un asciugamano asciugo i capelli, per poi fermarli con l'elastico, e con l'altro mi copro il corpo e vado nella mia stanza. Entro, cercando di placare la bufera di pensieri, senza accorgermi che qualcuno è davanti alla mia finestra, guardando fuori. 
Sto per lasciare cadere l'asciugamano, quando sento la sua voce. Lancio un piccolo urlo dalla sorpresa e mi volto verso di lui. Incontro i suoi occhi e per un po' rimaniamo a guardarci. William è qui e non so cosa mi dirà, potrebbe dirmi che non vuole più vedermi o che ha trovato una soluzione alla situazione che si è creata.
"Sarebbe meglio se ti metti qualcosa addosso, stai tremendo." 
La sua voce è tranquilla, cristallina come sempre. 
"Ti aspetto giù." mi comunica, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta per lasciarmi un po' di privacy. Dal armadio prendo le prime cose che trovo, non ho né la voglia né il tempo di coordinare i vestiti. Ho solo bisogno di stare con lui e parlarci.

"Sembri stanca." dice guardandomi, quando mi siedo sulla poltrona. Ha visto le occhiaia che ho, non sono per la stanchezza, ma per i pianti che ho fatto ieri. 
"Non lo sono. Mi sento bene." gli dico sorridendo per tranquillizzarlo. "Vieni vicino a me. Siediti qui." quasi sussurra, dando piccole pacche al posto vuoto del divano dove lui si trova. Mi alzo e prima che possa sedermi, Will prende la mia mano e mi porta sulle sue gambe. Con le sue mani, mi tiene stretta a lui, indietreggia un po' con la testa per guardarmi negli occhi e mi fa arrossire.
"Sei bella quando arrossisce." commenta accennando un flebile sorriso. Abbasso lo sguardo, mi mette un po' a disagio l'essere osservata, anche se è lui a farlo, non mi è mai piaciuto che qualcuno mi guardasse per lungo tempo. 
"Guardarmi." dice, alzando il mio mento con due dita. 
"Ultimamente ho visto questi due oceani versare più lacrime che risplendere ed è tutta colpa mia. Vorrei chiederti scusa, Faith. So che non serviranno a molto perché non posso assicurarti che in futuro non ti farò soffrire. E in questo momento non ho portato con me una soluzione a tutti questi problemi, avevo bisogno di vederti." 
Non riesco a credere alle parole che sta dicendo, le sto veramente sentendo o è tutto frutto della mia immaginazione? Per assicurarmi, l'unica cosa che posso fare è darmi un pizzicotto. Lo faccio e un gemito di dolore esce dalle mie labbra, facendo ridere William della mia azione infantile. 
Lo guardo e gli faccio una linguaccia, poi porto le mie braccia intorno al suo collo e lo abbraccio sentendo il suo profumo. 
"Solo per qualche ora, dimentichiamo tutto." gli sussurro, accarezzando la sua nuca. Lui cerca di annuire, ma gli esce più un mugolio di piacere. 
La mia dea interiore si eccita al fatto che una mia piccola carezza gli faccia reagire in questo modo.
Di colpo torna in sé e prende le mie mani. 
"Per quanto adori stare così con te in questo modo. Dovresti, per prima cosa, chiamare Stefan." 
Faccio un verso di lamento, rifiutandomi di farlo. 
"Piccola fallo per me. Senti cos'ha da dirti." 
Sbuffo e lui sorride alla mia resa.
"Sei cattivo. Sai come sfruttare le mie debolezze." 
Will mi passa il suo cellulare e digito il numero di mio padre. Il telefono squilla e squilla ma non risponde.
 

Spzio autrice.

Ciao Belle!! scusate tantissimo per il ritado, ma con la scuola e le ultime verifiche ero impegnata, ma ora è finita e finalmente vacanze!! 
che dire del capitolo invece, Faith come fa ultimamente si rifugia da JJ e lui ne è contento :) alla fine però abbiamo un avvicinamento con Will!! 
Non è uno dei miei capitoli preferiti, ma spero vi piaccia :) 
Grazie a 
Mar (si chiama come me!!) e a Monica per le recensioni che lasciano! :) 
Grazie, anche, a tutti quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti/seguiti/ricordtai! 
Un bacio, Mar.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8.


La piccola conversazione che ho avuto con mio padre è stata distaccata e fredda, come al solito. Mi ha avvisata che sarebbe tornato per tre giorni la prossima settimana, deve parlarmi di qualcosa di importante. Non sono stata molto attenta a sentire le sue parole a causa dei gratini che William mi faceva sul fondo schiena.

"Hai fame?" mi chiede Will, tenendomi ancora tra le sue braccia. Annuisco e la mia pancia brontola un po', ricordandomi che non ho mandato giù niente da ieri sera. 
"Su, alziamoci." dice, ma prima di farlo mi lascia un bacio sul angolo della bocca. Rimango un po' intontita della sua mossa e quando mi riprendo, i miei piedi sono posati per terra e non più penzolanti. 
"Vado a mettermi qualcosa di comodo e poi ti raggiungo." 
"Si, va bene." dico e mentre vado in cucina, il mio telefono squilla. Lo prendo dalla tasca e sullo schermo appare il nome di JJ. Che faccio, rispondo? Guardo verso la porta e premo il tasto verde.
"Principessa!" esclama, facendomi sorridere.
"Ehi!" lo saluto. 
"Ci manchi, Antoine vuole vederti." 
"E verificare se quello che mia sorella ha detto, è vero." sento urlare il francese. Eve gli ha raccontato che stiamo insieme, dopo quello che ha fatto, ha pure avuto la faccia tosta di andare da suo fratello.
"Vai dalla tua amica." gli dice JJ  tornando a darmi le sue attenzioni.
"Eve...beh lei gli ha raccontato..." 
"Tranquillo! Lo hai fatto per me e se vuoi dire la verità ad Antoine, fallo. So che siete molto legati." lo interrompo. Lui non risponde e quando sento i passi di Will, saluto il mio amico inventandomi una scusa. 
Quando William entra nella stanza, cerco di forzare un sorriso. Lui viene verso di me e facendomi sedere sul tavolo, mi chiede cos'ho. 
"Niente." farfuglio prendendo le mie dita per torturarle.
"Non mentirmi." dice, accarezzando il mio braccio e procurandomi tanti brividi di piacere lungo la spina dorsale. 
"Ero al telefono con JJ." 
Appena pronuncio il nome del mio presunto ragazzo, i suoi movimenti si fermano. I miei occhi saettano il suo viso, ma su di esso non c'è nessuna emozione. 
"Sei arrabbiato?" domando prendendo le sue mani tra le mie. Fa un respiro profondo e intreccia le sue dita alle mie.
"Per qualche frazione di tempo mi ero dimenticato della sua esistenza. Non ti dico di lasciarlo da un momento all'altro, ma non posso reprimere la gelosia che provo quando ti vedo con lui. Vorrei baciare le tue labbra al suo posto." 
Le sue parole fanno battere il mio cuore più velocemente.
"Allora fallo." mi esce fuori la frase con una voce roca. Will non se lo fa ripetere due volte e le sue mani prendono il mio viso per avvicinarlo al suo. Il suo profumo inebria le mie vie respiratorie, chiudo gli occhi e le sue labbra si mettono a contatto con le mie facendomi sentire al settimo cielo. Il bacio che mi dà è tenero, ma poco a poco diventa più focoso e la sua lingua scivola dentro di me dolcemente. Le mie mani prendono i suoi capelli e allo stesso tempo le mie gambe si allargano per avvicinarmi di più a lui. La voglia e l'attrazione che provo per lui è tanta da farmi dimenticare di staccarmi per respirare. Senza voglia lo faccio, i nostri respiri sono corti e un sorriso appare sulle mie labbra.
"Che c'è?" mi chiede, sorridendo a sua volta. 
"Per una volta, Stefan ha fatto una cosa giusta. Chiederti di stare con me per ancora un mese e mezzo." 
E già, mezzo mese è passato tra lacrime e sorrisi. 
"Lo perdonerai un giorno?" 
Faccio finta di pensarci un po' e giocando con l'orlo della sua maglia gli dico: "Io...non lo so. Non voglio parlarne." Lui annuisce, mi dà un bacio a stampo e mi aiuta a scendere dal tavolo per iniziare a cucinare.

***

Mi giro sul letto, tastando al mio fianco alla ricerca di William. Apro gli occhi di mala voglio e controllo l'orologio sul comodino, sono le quattro del mattino. Mi alzo dal letto e strisciando i piedi, vado alla sua ricerca. Ieri era un po' agitato per l'arrivo di mio padre, rimarrà solo tre giorni, ma sono sicura che lo stresserà con il lavoro. Durante tutta la settimana l'ho praticamente obbligato a lavorare a casa e come lui aveva previsto, siamo finiti sul divano o sul suo o il mio letto a baciarci. Qualche volta la mia mano birichina viaggiava al di sotto della sua vita e la sua sotto la mia maglia. Avrei voluto andare oltre, ma è ancora troppo presto e non dimentichiamoci che la nostra è una relazione clandestina. Will pensa che io stia con JJ e lui si frequenta ancora con Sandy anche se questi giorni ha cercato di evitarla per non farmi sentire male. JJ, invece, sembra essere sparito, gli ho inviato qualche messaggio e ne ha risposto solo a due. Sono contenta che con lui ci sia Antoine, ma anche un pochino preoccupata perché so che possono combinarne di tutti i colori.

Scendendo dalle scale, vedo che la luce dello studio è accesa. Entro nella stanza e trovo William concentrato a leggere sullo schermo del suo portatile. Non si è accorto della mia presenza, per un po' rimango a guardarlo. Ha gli occhi stanchi e i capelli bruni, le farfalle si fanno sentire e devo dire che è una delle sensazioni più belle che una persona possa provare.
"Ehi." dico avvicinandomi a lui. Quando gli sono davanti, gira la sedia verso di me e mi siedo a cavalcioni sulle sue gambe. Lui circonda la mia vita e appoggia la testa tra il mio collo, lo accarezzo e Will inizia a lasciarmi piccoli baci sotto l'orecchio. 
"Non riuscivo a dormire, hai avuto qualche incubo?" mi domanda a bassa voce.
"Perché sussurri?" chiedo, sorridendo, senza rispondere alla sua domanda. Lui mi guarda e dice che non lo sa, scoppiando a ridere. Lentamente mi avvicino alle sue labbra e dopo alcuni baci passionali, le mie mani prendono la sua maglia con l'intenzione di toglierla. Lui non mi blocca e sia la sua che la mia di maglia finiscono per terra. La sua bocca viaggia dal mio collo e scende sul bordo del mio seno, un piccolo gemito nasce sulle mie labbra e lui sorride soddisfatto. 
"Oggi non faremo niente, piccola." 
"Mmmm." mi lamento cercando la sua bocca, so di aver detto che è ancora presto, ma lo desidero tanto.
Will mi fa scendere dalle sue gambe, prendiamo le nostre t-shirt e ce le mettiamo. Faccio per uscire dalla stanza, ma la sua mano prende la mia e mi avvicina a sé.
"Buon compleanno, Faith." 

Sono davanti al mio armadio cercando un vestito adatto per un pranzo in "famiglia". Mi ero completamente dimenticata del mio compleanno, se non fosse stato per gli auguri che Will mi ha fatto qualche ora fa, adesso sarei agitata solo per l'incontro con mio padre. Stefan mi ha inviato un sms con scritto di presentarmi a pranzo in uno dei ristoranti più prestigiosi. Sono indecisa tra un vestito color panna con un cinturino e un altro vestito giallo.

"Buongiorno, signorina." mi saluta un cameriere poco più grande di me. Gli sorrido e gli dico che sono con il signor Hamilton. Il ragazzo mi fa strada e lo seguo, sento alcuni occhi su di me che mi fanno sentire terribilmente a disagio. Ci fermiamo davanti ad un tavolo e intorno ad esso ci sono mio padre ed una donna molto affascinante. Stefan si alza per salutarmi e mi presenta alla donna.
"Clarissa, lei è mia figlia: Faith." 
Anche lei si alza e viene verso di me, mi abbraccia sorprendendomi.Chi è questa donna? 
"Stefan mi ha parlato così tanto di te! Sei più bella di come ti avevo immaginata." dice tutta sorridente. Mi sforzo a sorridere e rivolgo uno sguardo confuso a mio padre, lui sposta il suo dal mio dietro di me e di Clarissa, fissando qualcuno.
"Lui è tuo figlio?" chiede gentilmente alla donna che si stacca da me quando sente la domanda. Alza gli occhi dove mio padre sta guardando e annuisce. Mi giro, curiosa, e i miei occhi si spalancano quando vedo JJ avvicinarsi verso il nostro piccolo gruppetto. Che significa questa situazione?

Scusateee, vi avevo promesso che avrei pubblicato presto e ci ho messo tanto, ma organizzare un 18esimo è stressante!! (Domani è il mio compleanno, so che non vi interessa xD ma ci tenevo a dirvelo) Ahahah 
Finalmente sono riuscita ad avere un po' di tempo, yeee! Passiamo al capitolo, finalmente è arrivato il bacio tra Will e Faith, spero di non avervi deluse, so che non è un granchè...bene, spero che vi piaccia e fatemlo sapere! ;)
Ringrazio le mie due tenerissime ragazze:
 Mar e Monica, ringrazio anche a coloro che hanno messo la storia tra i seguiti/preferiti/ricordati, anche voi fatevi sentire!! 
Alla prossima, Mar! :)

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***



 

Capitolo 9.



JJ non si è ancora accorto della mia presenza, la sagoma di Clarissa mi copre alla sua vista. La sua figura, in questo momento ammirato dalle donne presenti, cammina esile, il suo bel viso non accenna nessun tipo di emozione. Non assomiglia affatto al JJ che conosco io. Dov'è finito il suo sorriso strafottente?

"Jamie sei venuto!" esclama la donna avvicinandosi al ragazzo e cercando di abbracciarlo, ma lui indietreggia un po'. L'ha chiamato Jamie, è quello il suo nome? Lui non me l'ha mai detto e sinceramente a me non è mai passato per la mente chiederglielo.

"Ciao mamma." dice con voce dura, aumentando la mia sorpresa. Il suo sguardo viaggia dietro Clarissa, per prima vede mio padre e poi me. Per qualche secondo perde il controllo sulla sua maschera di ferro, ma subito dopo la riprende. La madre di JJ ci presenta, mio padre fa il simpatico con lui, ma il mio amico rimane impassibile. Quando arriva il mio turno, cerco di forzare un sorriso e lui fa finta di non conoscermi e la cosa mi infastidisce molto. Gli do, comunque, corda e gli porgo la mano per poi sederci. Il tavolo è quadrato e io sto vicino a JJ, lo guardo con la coda dell'occhio mentre Clarissa inizia ad elogiare il ristorante per sciogliere un po' il ghiaccio.

"Mamma arriva al punto. Perché siamo qui?" domanda JJ, le sue mani sono a forma di pugno, nascosti sotto al tavolo.

"Beh...noi ci siamo conosciuti in Corea ed è stato come un colpo di fulmine. Abbiamo iniziato a frequentarci e pensavamo, prima di fare veramente sul serio, di conoscerci." annuncia Clarissa indicandoci con la mano. Noto che JJ sta per perdere il controllo e, senza farmi vedere, allungo la mia mano verso la sua e la prendo. Lui non rifiuta il nostro piccolo contatto, anzi intreccia le sue dita alle mie e il suo respiro da irregolare che stava diventando è tornato quasi normale.

"Jamie so che non ci conosciamo, ma ti posso assicurare che non farò soffrire tua madre."

Questa volta sono io quella che rischia di perdere il controllo. Chi è l'uomo che sta davanti a me? Prima che possiamo iniziare a rispondere ai nostri genitori, il cameriere di prima si avvicina a noi lasciandoci il menù.

"Io...se volete scusarmi, vado alla toilette." dico, lascio JJ e mi alzo dalla sedia cercando di non inciampare goffamente sui miei stessi piedi.

Dietro di me sento dei passi, lui non mi chiama, mi segue silenziosamente dentro il bagno delle signore nonostante le proteste delle donne all'interno. Aspettiamo che non ci sia più nessuno, mi appoggio sul muro e lui viene davanti a me.

"Tu sapevi di tutta questa storia, vero?" mi accusa.

"Credi che sarei qui a sentire le cazzate che tua madre sta dicendo, se lo avessi saputo? Sai bene qual è il rapporto che ho con mio padre, sono venuta qui solo perché Will..." mi fermo di colpo. Lui mi dice di continuare quasi ringhiano dalla rabbia che lo sta consumando. Io rimango zitta, ho un po' paura della versione del JJ arrabbiato.

"Parla Faith! Sei finalmente riuscita nel tuo piano? Mi congratulo, ma sai, avrei voluto saperlo prima per potermi scopare le ragazze che mi si presentavano e non interpretare più il ruolo del bravo fidanzato, soprattutto davanti ai miei amici."

"Non ti ho mai impedito di vivere la tua vita, dovevi solo fingere davanti a William." gli rispondo cercando di allontanarmi da lui.

Sento un rumore quando sto per aprire la porta e andarmene, mi giro e vedo la sua mano che colpisce il muro. Con tre passi lunghi, sono vicina a lui e lo fermo. Charles Bukowski diceva che stare vicino ad un'anima libera ti trasmette un senso di benessere, ma in questo momento quello di JJ mi sta trasmettendo negatività. Nei suoi occhi c'è tanta oscurità, prendo il suo viso e lo avvicino al mio.

"JJ torna da me..."

All'improvviso qualcuno entra nella stanza, è una ragazza. La guardo male e se ne va.

"Facciamo una cosa, vai nel tuo appartamento. Io vado da loro per avvisarli che ce ne andiamo. Ti raggiungo tra mezz'ora." dico cercando di tornare dai nostri genitori, ma lui mi prende dal braccio.

"Ti aspetto in macchina."

Annuisco e finalmente esco dal bagno. Quando arrivo davanti al tavolo, sia Clarissa che mio padre mi guardano confusi e ansiosi.

"Noi ce ne andiamo. M-Mi dispiace, ma io..." la mia voce si rifiuta di uscire e prima che possa accorgermi, la mamma di JJ mi sta abbracciando e sussurrando che va tutto bene.

Il tragitto verso l'appartamento di JJ è silenzioso, non è il solito silenzio gradevole, è teso e scomodo. Lui non mi ha degnato di uno sguardo, voglio parlargli ma non so esattamente di cosa. Dei nostri genitori o della sua reazione su William? Sono molto confusa rispetto ai due argomenti. Pensare che mio padre ha ritrovato l'amore in pochi giorni è irrazionale e per di più con la mamma di JJ! E quest'ultimo che impazzisce al posto di essere felice per come stanno andando le cose tra me e William mi lascia ancora più sconcertata. Vorrei mettermi ad urlare, sfogare le mie frustrazioni, ma aspetterò finché arriviamo da lui.
Sento vibrare il mio telefono dentro la borsa, lo prendo e sullo schermo appare un numero che non conosco. Rispondo e a parlarmi è un'agente di polizia che mi dici che Antoine ha dato il mio numero a loro per chiamarmi. 
"Arrivo subito. Non avvisi nessun altro." dico, facendo segno a JJ di fermare l'auto.
" Che è successo?" 
"Antoine è nel dipartimento di polizia, dobbiamo andare a tirarlo fuori." 
Mi chiedo cosa cazzo ha combinato questa volta, menomale che JJ non era con lui.

"Salve siamo qui per Antoine Grey." parla JJ ad uno dei tanti agenti. Mi guardo intorno e il posto è spoglio, non mi aspettavo chissà cosa ma non sarei in grado di lavorare tutti giorni qua dentro. 
"Faith saresti dovuta restare in macchina." 
Lo guardo, sento che sto per rispondergli male. Mi sono rifiutata al suo ordine prima, voleva rinchiudermi dentro l'auto, ma l'ho minacciato dicendogli che mi sarei messa ad urlare se lo avesse fatto. 
"È anche mio amico." trovo una scusa banale. Lui mi guarda come per dire che sto dicendo una balla e io sbuffo in risposta. 
"Ecco qua il vostro amico." 
Una poliziotta accompagna il francese davanti a noi e gli restituisce i suoi effetti personali. 
"JJ pensavo mi avresti lasciato qua dentro a marcire."  
"Ringrazia Faith." risponde il ragazzo vicino a me spostandosi un po da parte per lasciare a lui di vedermi. 
"Wow Cherie sei davvero molto più bella dell'ultima volta in cui ti ho vista!"   
I suoi occhi marroni scrutano tutto il mio corpo facendomi sentire nuda, di nuovo, davanti ai suoi occhi. 
"Se tu non fossi la sua ragazza, ti prenderei nella sua cucina." 
"Sei disgustoso, Toni." dico con una faccia disgustata. 
"Ti ricordo, bambola, che una volta mi chiedevi di affondare dentro di te e..." 
"Se tieni alla tua salute, non continuare." lo minaccia JJ portando un suo braccio sulla mia vita e avvicinandomi a lui. 
"Non fare il geloso, amico. Ora me ne vado, ho da fare, ma voglio rivederti Faith."
Lo vediamo uscire dal stazione di polizia e anche noi lo seguiamo fuori, JJ mi tiene per mano e quando siamo per strada camminando per raggiungere la sua Porche, una donna anziana ci guarda e ci sorride. Sembra che stia ricordando la sua vita da giovane vedendoci, mi rendo conto che sembriamo una vera coppia di innamorati. 
"Quante volte avete fatto sesso?" mi chiede JJ, lasciandomi stupita e facendomi fermare di colpo.
"Perché vuoi saperlo?" rispondo con un'altra domanda.
"Rispondi prima tu." 
"Una volta, quasi due." farfuglio.
"Quasi due? Che intendi?" la sua mano, quella libera, passa tra i suoi capelli, sembra spazientito. 
"La seconda volta è stato l'ultimo giorno nel campo estivo, eravamo nella mia stanza e in quella di Eve quando tu sei entrato all'improvviso e ci hai interrotto." 
La sua faccia è sbigottita.
"Non mi ricordo..." dice con voce bassa. 
"Ci credo, eri fatto." 
Sorride e riprende a camminare.
"Sai ,si e no, ricordo solo poche scene di quell'estate. Però sono felice di ricordare il bacio che mi hai dato, è stato buffo e tenero." scoppia a ridere facendomi letteralmente sprofondare. 
"Idiota." gli do una gomitata e sono contenta di sentire la sua risata, devo ammettere che mi è mancato sentirlo. 
Ripensare alle cavolate che ho fatto in quel campo estivo non mi fa rimpiangere niente, neanche l'essere andata al letto con quel depravato di Antoine, aspetta forse si potrebbe anche evitare quella parte.
"Dobbiamo parlare, principessa." 
"Lo so." dico guardandolo negli occhi, lui si avvicina e mi lascia un bacio a fior di labbra.



 

Ciao belle!! Bella sorpresa che hanno ricevuto Faith e JJ, il loro rapporto si rafforza sempre di più
e Will con la sua indecisione rischia di perdere Faith.
Oggi, purtroppo, sono di fretta, spero tanto che vi sia piaciuto questo capitolo :)
Ringrazio le adorabili Monica e Mar per le loro recensioni e per gli auguri!! 
E grazie anche a coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate,
vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate della strada che sta predendo la storia!!
Alla prossima, un bacio, Mar. :)

 
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 


 

Capitolo 10.


POV'S JJ

Sentire le sue labbra anche per solo due secondi, mi fa stare bene. Aver saputo che quella testa di cazzo di Antoine se la sia portata al letto mi rode, allora lei non aveva pensato molto alle azioni che faceva, ma doveva aver bevuto tanto per farsi convincere dal francese.

"Perché l'hai fatto?" La sua espressione è confusa e anche un po' arrabbiata.

"Mi sono ripreso quello che mi hai rubato al campo estivo." Sorrido, avvicinandomi di più a lei e attirandola sul mio corpo.

"JJ..."

"Eri così timida e goffa nei tuoi movimenti, ricordo che un piccolo rossore si era impossessato del tuo candido viso." sussurro al suo orecchio.

Sento il suo corpo tremare, traccio una linea invisibile sul suo collo facendola sussultare. Le sue mani afferrano la mia camicia, avvicinando il suo bacino al mio. Se continuiamo così, non sarò in grado di fermarmi e sono quasi sicuro che se faccio altro, lei si incazzerà come una belva. Ma prima mordo la sua pelle morbida e poso un bacio sulla superficie rossa.

Camminiamo ancora un po' e raggiungiamo la mia Porche, fa parte della mia collezione da poco, mi piacerebbe vedere Faith al volante, la renderebbe sexy.

"Dove vuoi che ti porti, principessa?" le domando una volta messo in moto l'auto.

Il suo sguardo si perde tra il traffico di New York, la sua fronte si corruga un po' e le sue dita iniziano a torturarsi come fa sempre quando è agitata o nervosa.

"Al cimitero." La sua voce trema un po' pronunciando quelle due semplici parole. La guardo, inarcando le sopracciglia e lei si bagna le labbra con la lingua biforcuta che si trova.

"Voglio stare un po' con mamma." spiega con un dei sorrisi più tristi che abbia mai visto sul suo viso.

"Okay."

C'è un po' di vento, scompigliano i miei capelli e quelli di Faith, l'ho lasciata andare da sola davanti alla lapide della madre per lasciarle sole. Sembra assurdo ciò che sto pensando, lei non me ne ha mai parlato, ma non è ancora riuscita ad accettare la scomparsa della madre. Ha perso una parte della sua famiglia da piccola, forse quella più importante che teneva unita tutti perché suo padre non aveva neanche provato a ricostruire il rapporto che avevano. In un certo senso la nostra vita è simile, mio padre ha mandato a puttane la nostra famiglia quando mia madre l'ha trovato che si scopava la tata nella loro camera. Forse aspettavano solo questa piccola crepa nel loro matrimonio per fare rompere il vaso di Pandora e per continuare la loro vita prima di me.

Mi avvicino alla mia principessa e le cingo la vita, i suoi muscoli sono tesi. Porgo lo sguardo sulla lapide, c'è il ritratto di sua madre, Faith ha i suoi stessi occhi, lo stesso sorriso. Leggo il nome, la data di nascita e quella in cui è morta. Cazzo, è deceduta in un giorno come questo.

"Oggi è l'annivers..."

"Si." mi interrompe.

Merda.

"Pensavo che mio padre mi avesse chiamato per cercare di ricostruire la nostra famiglia, era ciò che aveva detto per telefono. Solo che non è stato come me l'aspettavo io. Ma la cosa che mi fa più male è che si sia dimenticato di lei, di mamma."

Le lacrime che era riuscita a trattenere in macchina, ora scorrono sul suo viso.

"In fondo chi vorrebbe avermi come figlia se è per colpa mia che lei è morta, è per colpa mia se lui ha perso l'amore della sua vita."

"Non dire così, principessa. Non è colpa tua." Cerco di asciugare le lacrime, ma lei con la mano mi ferma e si gira allontanandomi.

"Non diresti così se sapessi la verità."

"Anche se la sapessi, continuerei a pensare che non è colpa tua. Perché lo pensi? Perché è stato tuo padre a dirtelo? Principessa, tu sei una delle persona più inoque che io conosca, la tua dolcezza fa che gli altri si innamorino di te."

"No...JJ. L'unica persona che mi ha veramente amato è stata lei." - indica la lapide della madre con il mento -"Sarei dovuta stare io lì, sarebbe stato più facile per tutti. Ogni maledetta notte sogno di poterla salvare e ogni notte non riesco a fare niente per riuscirci. Lei scivola via da me, dalle mie braccia e quando apro gli occhi spero tanto di aver fatto solo un incubo, ma non è così perché lei non è più con me. Mi ha lasciata."

La piccola distanza che c'è tra di noi, mentre mi fa vedere la sua anima, mi sembra abissale. I miei passi sono lenti quando cerco di riaverla tra le mie braccia.

La sua testolina si posa sul mio petto, il suo pianto è più disperato di prima e alcuni singhiozzi riempiono il silenzio che c'è. La abbraccio forte, sperando di poter colmare il vuoto che ha incontrato, so che mi considera solo un semplice amico, ma lei per me è speciale. Il solo ammetterlo silenziosamente è...è fottutamente fastidioso.

"Non sarai sola, Faith. Io non ti lascerò mai andare."

"Antoine smettila di fumare quella roba solo per oggi. Sai che a lei non piace." rimprovero il francese che sta accendendo lo spinello che era sul bancone della mia cucina. Faith è nel mio letto che dorme, non è voluta andare a casa sua dove probabilmente c'è suo padre. Ha ricevuto molte telefonato da quel William, ho preso il suo iPhon e l'ho spento, senza pensare alle conseguenze.

"Smettila di dire cazzate e raccontami come stanno veramente le cose, perché mi è bastato vedervi per capire che tra voi due non c'è niente almeno lei non prova niente." Sposto con un calcio la sedia, facendola strillare. Pensavo di riuscire a fargliela bere come ero riuscito a farlo con sua sorella, ma lui è più sveglio. Impreco un po' di volte e vado a prendere una sigaretta prima di iniziare a raccontargli tutto.

"Chi l'avrebbe mai detto che tu, JJ, avresti mai provato amore per una donna." Ride e si porta lo spinello sulle labbra. Io vado a prendere un bicchiere e ci verso il barbon.

"Amore? Io non provo amore per Faith." dico tra un sorso e un altro.

"Amico sei perso, è inutile che lo neghi. Falle capire che la vuoi."

"Lei non sarà mai mia, lei è di un altro e io, aiutandola con il suo piano di conquista, me la sto solo prendendo per il culo."

Sentiamo dei passi e Antoine mi mima con le labbra: "Diglielo."

"Ci vediamo domani, portati Faith dietro. È da tanto che non stiamo insieme tutti e tre."

Prende la sua giacca e va verso la porta.

So che lei è nascosta, mi alzo dal divano e mentre vado in cucina la spavento dicendole: "So che sei lì dietro, principessa."

Se ha sentito il discorso che ho fatto con Antoine, troverà qualsiasi scusa per andare via ed evitare il discorso. Devo trovare un modo per farla restare, ancora.

Entra in cucina, titubante, la mia maglia le arriva fino a metà coscia e con le mani cerca di tirarla più in giù per coprirsi. Sorrido e combatto il mio lato selvaggio e la voglia di prenderla e baciarla senza fermarmi.

"Sei riuscita a dormire?"

"Si, grazie per avermi fatta restare." Cerco di non guardarla e lei ne approfitta per sedersi dietro al bancone. Mi volto e la guardo negli occhi, sono un po' spenti, allungo il braccio verso di lei ed inizio a giocare con una ciocca dei suoi capelli corvini.

"JJ...devo andare a casa."

"Mia madre mi ha chiamato, ha detto che per questi giorni rimarrà a casa tua insieme a tuo padre."

Dico la cazzata dell'anno, so che se lei e mia mamma lo scoprono, mi assilleranno a vita.

"Se vuoi, puoi rimanere qui. Ti va?"     

Ciao bellissime! 
Parto subito con la domanda che mi tormenta da quando ho iniziato a scrivere questo capitolo: 
Vi piace, almeno per un po', stare dentro la testa di JJ?? 
Ho provato ad immedesimarmi in lui, ma mi è difficile capire il pensiero dei maschietti xD
Ringranzio le fantastiche Mar e Monica, ogni volta mi riempite sempre di lodi e mi rallegro a leggere le vostre recensioni! 
Grazie anche a @Mari2831 per seguire la mia stori e per aver recensito! :)
Grazie, anche, a coloro che hanno messo Never Let Me Go tra le seguite/preferite/ricordate! 
Ora vi lascio e speriamo che l'Italia vinca! ;) 
Un bacio, Mar!!

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 



 

Capitolo 11

Le sue mani iniziano a giocare con una ciocca dei miei capelli, mi sono aperta completamente con JJ e ora ho come la sensazione di dover scappare (?).
"JJ...devo andare a casa." 
Le sue dita si fermano e la sua grande mano si posa sulla superficie del bancone. 
"Mia mamma mi ha chiamato, ha detto che per questi giorni rimarrà a casa tua insieme a tuo padre." 
Eh no, Stefan ha deciso di esiliarmi da casa, ovviamente non ci andrei per scelta mia. 
Dove vado, ora? 
"Se vuoi, puoi rimanere qui. Ti va?" 
La sua richiesta arriva come un miracolo dal cielo, ma non posso accettare, lui ha già fatto tanto per me e interferire ancora nella sua vita, quando potrebbe andare in giro e dare la "caccia" a qualche ragazza, non mi va. 
"JJ tu sei davvero un tesoro, ma non posso approfittarmi della tua gentilezza..."
"Ehi non dire idiozie, siamo amici, giusto? E come amico ti offro il mio letto per qualche notte." Mentre dice la frase che mi fa ridere, lui fa il giro del bancone che ci separa e si pone davanti a me.
"Non intendevo in quel modo." si giustifica il mio amico.
"Oh ma io non ho pensato a niente." 
"Si, certo. Da quando la nostra piccola Faith ha la mente perversa?" 
La mia risata si fa sentire nella cucina e anche lui mi segue, facendo apparire il suo volto più luminoso e bello. 
"Devo comunque passare da una parte, quindi devo uscire per forza." Riprendo la nostra conversazione di prima, la sua faccia si fa seria e i suoi polpastrelli iniziano una carezza confortabile sulle mie ginocchia. 
"Ti accompagno io visto che non hai una macchina." Dice senza chiedermi il permesso, fa sempre di testa sua. Prendo le sue mani quando iniziano a salire e gioco con esse facendole ondeggiare.
"Vado a cena da mia nonna, sicuro di volermi accompagnare?" 
"Certo, tutte le donne mi adorano, sono sicuro che anche lei lo farà." Dice con una sicurezza invidiabile. 
"Lei non è come le donne che ti porti al letto, JJ. Lei è una donna con il carattere forte, difficile da conquistare e, credimi, più testarda di te." 
Ma la sua testardaggine è stata sconfitta solo una volta da Stefan, la volta in cui lei gli ha offerto un ultima possibilità per cercare di rialzarsi e aiutarlo dopo la morte di mamma, ma mio padre non ha voluto saperne niente e da allora loro non si parlano e non si vedono. Aveva già perso la sua unica figlia e in un certo senso ha perso anche il suo unico genero. 

"Non sarò un esperto con mamme o nonne, ma mi piace sperimentare." Ammicca un sorriso e mi fa l'occhiolino. Continuo a metterlo in guardia, ma la sua cocciutaggine  è invincibile e alla fine non posso fare altro che arrendermi e aspettare di tornare a casa per dirgli: "Te l'avevo detto."

 

JJ è sotto la doccia, io nel frattempo mi sono rimessa il mio vestito e cercato di rendere la mia faccia a quella di una persona normale e non ad una che sembra uno zombie con delle brutte occhiaia e le lacrime secche. Vorrei tanto un abbraccio caloroso di William, è strano che non mi abbia chiamata, aveva detto che lo avrebbe fatto, ma il mio cellulare non ha suonato da quando mi sono addormentata. Vado nella stanza con la speranza di non trovare JJ nudo, entro e per fortuna lui è ancora in bagno. Prendo il mio cellulare che avevo lasciato sul comodino e premo il tasto di sblocco, ma non succede niente. Non dirmi che la batteria è morta! Accendo l'aggeggio e dopo qualche secondo lo schermo si illumina, la batteria è al 55% e una marea di messaggi e chiamate perse quasi intassano il mio telefono. La maggior parte sono di Will e ce ne sono tre o quattro da parte di Stefan.

-Faith dove sei? Tuo padre mi ha raccontato tutto, stai bene?-

-Cavolo Faith, sarà il decimo sms che ti lascio. Dove diavolo sei finita? -

Gli altri messaggi sono simili, Will sarà preoccupato, digito il suo numero e lo chiamo, risponde al secondo squillo.
"Piccola dove sei? Stefan è preoccupato, mi ha raccontato tutto."
"Will sto bene, scusa se non ti ho chiamato prima ma il mio telefono è...sai com'è fatto." cerco di giustificarmi nel momento in cui un pensiero mi attraversa nella mente, spero che non sia quello che penso, ma prima di arrivare a qualche conclusione devo parlare con JJ.
"Dovresti comprarne un altro, suppongo che oggi non tornerai a casa."
"Supponi bene." commento.
"Vieni da me, ti terrò al sicuro." La sua voce si è fatta più dolce, vorrei tanto accettare la sua proposta ma non posso. Non solo per il fatto che ho già detto a JJ che sarei rimasta da lui, anche perché non voglio che Stefan sospetti qualcosa, è già stressante il problema della nuova famiglia che vuole creare e aggiungerne un altro sarebbe la ciliegina sulla torta. 
"Ehm io sto dalla nonna, non ti preoccupare per me. Starò bene, ti chiamo più tardi, ok?" Mento spudoratamente e finire la chiamata è la soluzione giusta, prima che la mia voce inizi a diventare acuta come faccio sempre quando sparo una balla.
"Okay, saluta Agata da parte mia." finisce e chiude senza lasciarmi dirgli ciao. Cazzo ci è rimasto male!

"Principessa, sei silenziosa." 
La sua voce mi toglie dal continuo pensare e sospettare se è stato lui a spegnere il mio cellulare o quel affare lo ha fatto da solo, guardo le indicazioni stradali che JJ sta seguendo sullo schermo del suo iPhon ed emetto un profondo respiro, non voglio litigare con lui, mia nonna capirebbe che c'è tensione e farle sapere com'è stata questa giornata è l'ultima cosa che voglio fare.
"Sto cercando di non pensare alla nostra futura nuova famiglia." Lo guardo e fa una specie di smorfia, io gli ho detto cosa penso della scelta dei nostri genitori, ma lui non ne ha parlato.
"Clarissa è stata molto gentile." cerco di iniziare una conversazione che so a lui non piace.
"Lo è con tutti." 
"Com'è il vostro rapporto?" Oso a chiedere, sperando di ottenere una riposta.
"Normale." Risponde senza guardarmi, si ferma al semaforo rosso e improvvisamente divento un po' nervosa. Mannaggia a me e alla mia curiosità, ma queste risposte a monosillabe non mi soddisfano. 
"Ti ha chiamato Jamie, è un bel nome." Cambio argomento, sperando che la tensione e il suo volto si rilassino.
"Cosa stai cercando di chiedermi, Faith?" domanda e fa ripartire la macchina, aumentando la velocità rispetto a prima. Ho svegliato il leone che dormiva.
"Niente, volevo solo sapere qualcosa in più di te." 
Meglio essere sinceri, la sua pazienza potrebbe essere sostituita dalla rabbia.
"E perché dovresti interessarti della mia vita?" 
"Credo di dover sapere qualcosa in più della persona che ha scoperto le sfumature della mia vita che più mi turbano." 
"Non ti ho chiesto di scoprirti tanto a me, lo hai fatto per una scelta tua." 
Touche. Riconosco le case che portando a quelle della nonna.
"Dovremmo finirla qua, questa conversazione è irritante." Dice afferrando fortemente il volante.
"Non l'abbiamo mai iniziata, quindi non c'è niente da finire. Le tue risposte a monosillabe non ci hanno portato ad una vera conversazione." Commento acida e cosciente di stare per iniziare una litigata, brava Faith, volevi evitare di discutere per il tuo cellulare, ma alla fine sei comunque riuscita a fare incazzare JJ.
"Le tue domande sono state inopportune, almeno ho avuto l'educazione di risponderti senza mandarti a quel paese, come sto per fare se continui a chiedere." 
"Educazione? Guarda un po' tu da che pulpito, tu che hai spento il mio telefono senza chiedermi il permesso." 
Spegne l'auto e si gira verso di me sempre con l'aria arrabbiata, ma anche con sorpresa. Già mio caro JJ, ti ho scoperto.
"Si l'ho spento perché quel fottuto cellulare non la smetteva di squillare."
"Squillare? Tu hai visto che William mi stava chiamando e non mi hai svegliata?"
"Dovresti ringraziarmi per averti evitato le sue domande assillanti." Un sorriso appare sulle sue labbra e ora è la mia di pazienza che è volata via.
"Ma cos'hai che non va, era preoccupato ed io avevo bisogno di lui! Sono sicura che anche tu lo saresti stato per la ragazza di cui sei innamorato." 
"Di quale ragazza stai parlando?"
Prima che Antoine andasse via, l'ho sentito parlare, JJ parlava di lei con amore, tristezza e disperazione.
"Lei non sarà mai mia, lei è di un altro." In quel momento qualcosa mi ha fatto provare una specie di gelosia e odio verso quella ragazza, sono abituata ad avere JJ per me e non ho mai pensato a qualcuna che potrebbe conquistarlo e dire "lui è MIO". 
"Ho sentito quando lo hai detto a Toni, io non ti impedirei di parlare con lei." mento iniziando la tortura delle mie dita.
"Cos'hai sentito, Faith?" 
"Solo quello..." Mormoro sentendomi una ficcanaso come la vecchia signora Flecher. Le sue mani passano tra i suoi capelli color miele, li mette in disordine e quando li toglie sul suo viso appare una specie di sorriso compiaciuto. 
"Quella ragazza verrebbe a cercarmi se vede che non le rispondo." Sbuffo e prima di mostrarmi gelosa davanti a lui, tolgo la cintura di sicurezza e scendo dall'auto. Lo sento ridere mentre mi segue, lo aspetto davanti alla porta di mia nonna evitando qualche contatto visivo. 
"Principessa, non dirmi che sei gelosa." mi sussurra abbassandosi sul mio orecchio, non è più arrabbiato.
"Io, gelosa? Ma per favore!" Suono il citofono e lui nel frattempo mi cinge la vita con le sue mani calde. 
Mi gira verso di lui mentre aspettiamo e il suo viso è vicino al mio, appoggia la sua fronte sulla mia e mi lascia un bacio sulla punta del naso.
"Non mi dispiacerebbe se tu fossi gelosa..." La sua voce è maliziosa e roca, il suo respiro sfiora la mia pelle trasportando nell'aria menta e tabacco, si passa la lingua sulle labbra e io mordo il mio labbro inferiore. Si avvicina poco a poco a me come se progettasse di torturarmi, ma prima che le sue labbra carnose e rosee si posino sulle mie, sento la porta aprirsi e mi giro di scatto su di essa. La figura che vedo davanti a me non è quella che mi aspettavo, i suoi occhi sono quasi spalancati, la sua bocca è quasi a forma di una O, sorpresa nel vederci così vicini. 
Il corpo di JJ si irrigidisce dietro di me, il suo petto si alza e si abbassa più veloce, gli prendo la mano e la stringo. Clarissa è ancora accigliata e da dentro sento le voci di William e di mio padre. 
Il mio cuore è a mille, vorrei che non stesse succedendo questo a me. Cos'altro mi aspetta? E come se qualcuno me l'avesse mandata, a raggiungere Clarissa sono due donne, una delle quali è mia nonna e l'altra è Sandy. 
Nonna proprio oggi hai deciso di parlare con Stefan? 
Mi sembra di stare per entrare in un campo minato, dove nessuno riuscirà a lanciarmi un salvagente per potermici portare fuori.
 


Ciao ragazze!
Inizio col chiedervi subito scusa per il ritardo, ultimamente ho avuto molto da fare...
In questo capitolo si ha una "bella" riunione famigliare, abbiamo una Faith sconvolta e alquanto confusa,
 un JJ un po' scontroso e infastidito e nonna Agata contenta e ignara dei problemi della nipote.
Beh che dire, spero che vi sia piaciuto come capitolo, vi lascio un po' in suspance! (Non odiatemi!)


Grazie di cuore alle ragazze che recensiscono: Mar (LilyAsRoma), Moni (TzN_Moni2913), Mari2831 e Valiance
mi piace sempre leggere ciò che mi scrivete e ogni volta mi date una motivazione in più per continuare a scrivere!
Grazie alle persone che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite!! :)
Alla prossima, Mar!

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***




 

Capitolo 12

Ad ogni passo che Sandy e mia nonna fanno, il mio cuore perde un battito, la bionda ossigenata potrebbe mettersi a esclamare vedendomi insieme a JJ ed attirare l'attenzione di William e di mio padre. So che lo farebbe per dimostrare a Will che per noi non ci possono essere speranze, ma non sa che potrebbe causare una grande tormenta nella mia vita già incasinata. 
Cerco di calmarmi, non posso farmi vedere debole, prendo un bel respiro e stringo più forte la mano di JJ per calmarlo e aiutarmi. Chiede a sua madre di uscire fuori dalla casa per parlarle ed io ne approfitto per entrare dentro e raggiungere mia nonna. Il suo sorriso e il suo abbraccio sono calorosi quando mi accoglie tra le sue sottili braccia, non riesco a rilassare i muscoli, sono tesi e pure lei se ne accorge.
"Andrà tutto bene." mi sussurra dolcemente, so che è contenta per avere Stefan a casa, ha tutta la famiglia a casa, era una cosa che tanto desiderava. 
Sciogliamo la nostra dimostrazione di affetto e con un sorriso finto saluto educatamente Sandy, la quale ricambia. 
La nonna mi prende per mano e insieme entriamo nel suo confortevole soggiorno, il mio cuore inizia a battere disperatamente come una batteria, se fosse possibile si vedrebbe ogni battito attraverso il mio petto. Entro nella stanza con l'intenzione di evitare lo sguardo di William, ma come una calamita i miei occhi mi tradiscono e cerco i suoi che a differenza mia sa essere più prudente e distaccato tenendo lo sguardo fisso su un quadro. 
"Dov'eri finita, Faith?" Stefan si alza dal divano in cui era seduto, posa il bicchiere che teneva in mano su un tavolino e si posiziona davanti a me aspettando che le mie labbra si muovano per rispondergli. 
"Era con me." 
La voce di JJ risponde al posto mio, mi giro verso di lui, Clarissa è al suo fianco, non è più sconvolta come prima ma il suo sguardo vaga tra me e mio padre. Spero tanto che JJ sia riuscito a farla tacere. Stefan ringrazia JJ per essermi stato vicino inconsapevole della situazione che c'è dietro, con la coda del occhio cerco William, il suo viso è privo di emozioni. So che è ferito per la bugia che gli ho detto, è ferito perché ho preferito trascorrere il mio tempo e sfogarmi con JJ e non con lui, sento di aver evitato una tempesta ma di averne creata un'altra nello stesso momento e ho paura di essere sommersa in fondo ad essa da non riuscire più ad uscire a galla. 
"Sono contento che stiate provando ad essere amici." Esprime mio padre la sua allegria, raggiungendo Clarissa e volgendo la sua spalla con un braccio. Una specie di pugnalata squarcia il mio stomaco nel vederlo toccare un'altra donna che non sia mia mamma. 
"Ma loro sono..." prima che la bionda ossigenata possa aggiungere altro, la prego silenziosamente di non dire nulla, nello stesso istante Will la raggiunge e dice a tutti che devono andare via. Un po' di sollievo si propaga in me, ma sparisce subito quando sia la nonna che Stefan dicono che devono restare perché è il mio compleanno e loro sono come una famiglia. 
"Non mi hai detto che oggi è il tuo compleanno." parla a bassa voce JJ in modo che possa sentirlo solo io.
"Non c'è stato il momento giusto per farlo." rispondo sussurrando, vedo Sandy che si allontana e la seguo.
"Grazie." le dico per essere rimasta zitta e non aver continuato la sua frase.
"Io non lo farei, ricorda una cosa Faith. Se vuoi che tuo padre non sappia che tu e il tuo futuro fratellastro avete una specie di relazione, ti consiglio di stare lontana da William, non cercarlo più. Sai bene che tra voi due non ci può essere niente. Vuoi che perda il lavoro a causa tua? Saresti capace di rovinargli la vita per una tua semplice ossessione verso di lui? Io non credo perciò dimenticalo." 
La sua voce è ferma, ha controllo su ogni parola che pronuncia tanto da farmi dubitare per qualche secondo se quello che provo per Will è amore o ossessione oppure è solo la mia ancora di salvezza, l'ancora che non ho mai lasciato e che ora sento distaccarsi da me. No. Lei non sa niente di quello che provo, lei non sa come il mio cuore va a mille quando William mi regala un semplice sorriso, quando i suoi occhi si posano su di me o come la mia mente si annebbia e non capisco più niente quando le sue labbra entrano in contatto con le mie. Vorrei dirle tutto questo, ma i miei sentimenti si contrastano mostrandomi due occhi grigi con qualche macchiolina verde, quelli di JJ. Il suo fare tenero che sostituisce quello stronzo quando siamo solo lui ed io, il calore e la sicurezza che mi trasmette stanno poco a poco sostituendo quelli di Will. Perché proprio ora, quando dovrei difendere il mio amore verso William, questi dubbi vengono a galla e mi tormentano? 
La cornacchia, soddisfatta di avermi zittita, torna nel soggiorno. I miei occhi iniziano a pizzicare, non voglio più piangere e non sono neanche sicura di avere più lacrime da versare. Mi guardo intorno, alla mia destra ho la porta dalla quale potrei uscire e scappare come una codarda per evitare la cena e gli sguardi di Will, di Clarissa, di JJ e di Stefan e dietro di me ci sono tutti che mi aspettano. 
"Se stai valutando di andare via o restare, vorrei che mi includessi." 
Sussulto nel sentirlo, le sue mani grandi si appoggiano sui miei fianchi. Mi appoggio sul suo petto, sono sfinita, questa giornata sta durando più di quanto me l'aspettavo. 
"JJ..."
"Dimmi, principessa." 
Mi giro verso di lui e cercando un po' della sicurezza che ha nei suoi occhi decido di rimanere. 
"Restiamo."

La serata come previsto è alquanto incomoda, a tavola mio padre, William e Sandy parlano di lavoro, ogni tanto anche la nonna e Clarissa ne fanno parte, ma solo quando tra le due gli argomenti di cui parlare finiscono. JJ, invece, a volte è teso e altre divertito soprattutto quando William posa lo sguardo sulla nostra direzione. Per farlo smettere gli do dei calci sotto al tavolo o delle gomitate. 
Più che una cena di famiglia mi sembra una cena di lavoro in cui i genitori si sono portati dietro i figli perché non hanno trovato la baby-sitter all'ultimo momento. 
Dopo il dolce torniamo soggiorno, lì l'argomento non è più il lavoro, ma politica ed economia, cose che invogliano di più i miei occhi a chiudersi e ad addormentarmi sul divano in cui sono seduta vicino alla nonna.

***
Voci confuse porta la piccola corrente di vento che c'è nel luogo in cui mi trovo. Apro gli occhi che chiudo subito a causa del raggio di luce che filtra dalla finestra, non ricordo come sono arrivata qui, ero così stanca ed esausta.
Dei passi leggeri camminano sul pavimento di legno, sono quelli della nonna, impossibile da confondere. La sua mano mi accarezza la testa, riprovo ad aprire gli occhi e trovo davanti a me il suo viso accompagnato da un sorriso quando incrocia il mio sguardo.
"Bambina mia, ti sei svegliata!" Esclama la nonna più allegra del solito, le sorrido e l'abbraccio forte, poi le chiedo perché non mi hanno svegliata.
"Eri immersa in un sonno profondo che ho preferito lasciarti dormire." 
In seguito le domando che fine hanno fatto tutti gli altri. 
"Tuo padre ha accompagnato Clarissa a casa e gli ho consigliato di andare a casa sua per riposare, William è andato via con Sandy e il giovanotto, JJ, è rimasto un po' qui con te sul letto, ma poi è andato via" 
Mentre la sento parlare so che una piccola ruga si è formata sulla mia fronte. William ci posava l'indice ogni volta che la vedeva spuntare quando mi concentravo su qualcosa. 
"Cosa c'è tra te e il figlio di Clarissa?" 
Diretta la nonna, che le dico, le racconto del piano che JJ mi ha aiutato a mettere in atto, che noi ci conosciamo da qualche anno o che forse provo qualcosa per lui anche se so che non dovrei perché fin dal inizio l'ho considerato come un amico e perché diventerà il mio fratellastro? 
"Niente, nonna."
La mia risposta non la convince, lotta contro se stessa per non insistere e lo apprezzo molto. Mi muovo un po' dal letto per scendere e andare a dare colazione, ma prima mi sistemo rendendomi un po' presentabile.

"JJ..." Rispondo dopo aver sentito il suo "Pronto?" quasi sussurrato. Chissà a che ora si è addormentato, non volevo svegliarlo ma devo parlare con lui, devo sapere cosa ha detto a Clarissa. 
"Connetti il cervello dormiglione." 
"La nostra bella addormentata si è svegliata e ora rompe le scatole." farfuglia e poi mi chiede perché l'ho chiamato.
"JJ...la curiosità e l'ansia mi stanno uccidendo, ho bisogno di sapere cos'hai detto a Clarissa." Parlo a bassa voce per non farmi sentire dalla nonna.
"Vuole parlarci." Mi informa il ragazzo alzandosi in piedi. Cazzo! Vorrà sapere tutto, ne sono sicura.
"Dobbiamo dirle la verità." Borbotta qualcosa di incomprensibile. "E la verità è che noi non stiamo insieme." 
Appena finisco la frase, JJ attacca il telefono senza dire una parola.
Bene! La giornata non poteva iniziare meglio di così. Adesso ho fatto allontanare anche lui da me, non capisco molto la sua rabbia. Dovrebbe essere contento per quella ragazza che ha parlato ad Antoine, penso che dovremmo finirla con tutta questa finzione, devo lasciarlo libero senza obbligarlo a fare niente e prendere un bel po' di coraggio per affrontare William. Non voglio più giochi, segreti, bugie e finzioni nella mia vita, non voglio più comportarmi come una vigliacca e scappare. Ma tutte queste sono solo parole, parole che in questo momento mi sembrano così convincenti, so di non riuscire ad allontanare JJ perché sono un'egoista, una schifosa egoista.

***

Ho trascorso tutto il giorno in casa della nonna la quale non ha fatto altro che viziarmi insieme alla dolce Esperanza. Obbligarle a non perdersi l'opera in cui dovevano andare è stato dura, ma alla fine ce l'ho fatta promettendo a loro che le avrei chiamate per qualsiasi cosa.
Strisciando i piedi vado in cucina in cerca dell'acqua e appena apro la porta del frigorifero il campanello suona e vado con tutta calma a vedere chi è. 
Lo guardo davanti a me, lui mi scruta e senza nessun tipo di comunicazione entra dentro e lo seguo silenziosamente. La minaccia di Sandy mi torna nella mente, averlo qui è un grande pericolo. 
"Sei sola?" 
"Si..." 
Con una sola mossa prende la mia mano e mi attira a lui, ci abbracciamo e dimentico tutto e tutti. Le sue dita vanno su e giù lungo la mia schiena facendomi rilassare.
"Stefan parte domani sera." Mi informa cercando di arrivare a piccoli passi per parlare di ciò che è successo ieri.
"Perché eravate tutti qua?" Domando direttamente appoggiando la testa sul suo petto. 
"Tuo padre ha insistito nel farti fare una sorpresa quando le ho detto che ti sei rifugiata da Agata." 
Perché quel uomo ha voluto fare una cosa del genere? Negli ultimi anni andavamo solo a visitare la mamma e poi ognuno andava dove doveva andare. 
"Perché mi hai mentito, Faith?" 
Ecco che siamo arrivati al succo della conversazione. Ricordo il suo sguardo ferito quando ha visto JJ.
"Io...lui era lì ed entrambi avevamo bisogno di qualcuno in quel momento." William fa un respiro profondo, forse per non esplodere e mantenere ancora la pazienza.
"Will...lui mi capisce, in quel momento e anche adesso lui sa che cosa sto provando." 
"Se fossi venuta da me, sarei stato in grado di calmarti e capirti o almeno ci avrei provato." 
"E come avresti fatto con Sandy tra le scatole?" 
"Non credo che tu sia nella posizione giusta per fare la gelosa." Cerca di ritirarsi da me, ma lo tengo stretto per non permetterglielo.
"Quello che stiamo facendo non va bene, Faith. Dovremmo finirla qua, io procuro dolore a te e tu, anche se non ne sei cosciente, mi fai diventare pazzo di gelosia quando sei con lui." 
"No..." mi trema la voce solo all'idea di non poter più abbracciarlo così. 
"C'è un'altra cosa che devo dirti." 
"Dimmi." gli rispondo alzando lo sguardo su di lui. 
"Jamie verrà a stare a casa tua da domani. Stefan e Clarissa vogliono che voi vi abituiate a vivere e comportarvi come fratello e sorella." 
Che?! Il destino vuole farmi morire in questo preciso istante.
"E...tu?" 
"Io dovrò rimanere con voi." 
Merda! Che cazzo ha in mente Stefan? E perché Clarissa non si è opposta? Ieri ha visto me e JJ insieme, stavamo per baciarci ed ha comunque accettato gli ordini di mio padre. Forse spera che tra noi possa cessare l'attrazione che c'è? 
Sicuramente non ho bisogno di essere una veggente per prevedere il disastro che ci sarà quando vivremo insieme tutti e tre.
 

Ciao ragazze! Come state? 
Oggi vado molto di fretta, quindi spero che questo capitolo sia soddisfacente e che vi piaccia!
Ringrazio tantissimo le nuove ragazze che recensiscono e anche quelle che lo fanno dal primo capitolo: 

Selvaggia_Aly99, Mari2831TzN_Moni2913, valiance e LilyAsRoma.
Ringrazio anche a tutti i lettori fantasmi e a coloro che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti/seguiti/ricordati.
Alla prossima e fatemi sapere cosa ne pensate!!
Mar :)

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 

 

 

Capitolo 13


Piccole briciole cadono, ormai da qualche minuto, dal pane che una bimba davanti a me tiene in mano, hanno formato un piccolo tappeto color beige sull'erba tagliata. La sua mamma la tiene d'occhio da una panchina, così come fanno le altre donne con i propri figli. Venire al parco, a volte, mi aiuta a pensare chiaramente, ma in questo momento rimango solo ad osservare la bimba che si trova lontana di qualche metro. Penso a lei e al possibile corso della sua vita, invidiandola perché in quel percorso con lei, anche se litigheranno, ci sarà la donna che la guarda con adorazione.

Stasera Stefan parte e Clarissa lo accompagnerà in questo viaggio, mi è difficile accettarla come una possibile compagna di vita di mio padre, i miei sentimenti verso di lui sono cattivi, ma vederlo contento con un'altra donna è alquanto difficile. Quando torneranno dovrò per forza stare con loro a casa, a sopportare le loro moine e i ruoli di genitori che hanno smesso di fare da tanto tempo e ora come se non fosse successo niente rivogliono indietro. Non credo che JJ vorrà restare da noi quando Stefan e Clarissa torneranno, è contrario a questa relazione, lui se ne tornerà nel suo appartamento oppure andrà nel college che ha scelto. Dovrei prendere una decisione anche io. Prima che succedesse tutto questo putiferio, la settimana scorsa mi sono arrivate le lettere d'ammissione delle università di Yale e della Columbia. La prima è a due ore di viaggio da qui e l'altra è proprio qua a New York. Se andassi a Yale, non avrò più a che fare con Stefan, in fondo è da qualche anno che aspettavo questa occasione, ma ciò vuol dire anche lasciare la nonna, William e JJ che tra l'altro non so dove andrà.

Sento il mio cellulare squillare e lo prendo dalla borsa, leggo il nome sul display e un sorriso si impossessa del mio volto.

"Pensavo fossi morto." Spero tanto che non sia più arrabbiato con me.

"Lo sarò se non mi raggiungi a casa tua in meno di dieci minuti." Lo sento parlare piano, non pensavo ci andasse oggi per stabilirsi.

"Sei già lì?"

"Si, mia madre ha insistito tanto. Più che altro mi ha minacciato, quella donna mi ha in pugno!" Rido della sua voce scocciata e prepotente, non credo che sua madre l'abbia minacciato, per quanto non la accetti, non mi sembra il tipo.

"Sarò lì tra mezz'ora." Lo informo, alzandomi dalla panchina e dando un'ultima occhiata alla bimba prima di girarmi e andare a cercare un taxi.

"Cosa?! Dove cazzo sei andata?"

"Ehi, calmo! So che sono difficili da sopportare, basta che tu ignori mio padre e anche Clarissa."

"Sarebbe molto più semplice se il tuo vecchietto non fosse qui a rompermi le palle." Sputa velenoso, anche William è a casa.

"Non fare niente JJ, vai in camera mia e rinchiuditi."

Mi sembra un bambino capriccioso a volte, non so come faremo nei prossimi giorni. Chiudo la telefonata e salgo su un taxi che mi porta in meno di mezz'ora a casa per la felicità di quel ragazzo.

Davanti alla dimora Hamilton ci sono tre auto, una è di JJ, la seconda è di Wil e la terza dovrebbe appartenere a Clarissa. Prima di entrare, noto che la signora Flecher, come suo solito, sta spiando la nostra casa dalla sua finestra. Spero tanto che non venga ad impicciarsi come ha fatto la volta in cui William si è trasferito qui.

"Faith, cara!" Mi viene incontro una Clarissa contenta e con le braccia aperte, pronta ad abbracciarmi quando raggiungo il salone. Tento di sembrare un po' contenta nel vederla, ma non ci riesco. Si avvicina tanto a me ed evita di abbracciarmi quando mi vede contrariata.

"Per favore, Faith. Fai uscire JJ dalla stanza in cui si è rinchiuso." Mi sussurra supplichevole, accenno un flebile "Ok." e salgo le scale.

"JJ, sono io, apri." Busso piano alla porta bianca in cui una volta c'era la scritta Principessa, fatta da mia madre. Dopo la sua morte, nessuno ha osato chiamarmi così a parte JJ che nonostante le mie minacce non ha mai smesso di farlo e alla fine ho lasciato perdere.

La porta si apre e la spingo delicatamente per poi chiuderla dietro le mie spalle, lui è seduto sul mio letto e tra le mani ha una foto su cui ci siamo mia mamma ed io.

"Hai i suoi stessi occhi." Dice alzandosi e posando la fotografia sulla scrivania in cui l'aveva trovata. "Dobbiamo scendere."

"Che maleducata che sei, Principessa. Neanche mi saluti." Sorride e i suoi occhi si illuminano di una strana luce, si avvicina a me e mi cinge la vita possessivamente, il suo profumo mischiato all'odore di tabacco si impossessano dell'aria che respiro e come una quindicenne alla sua prima cotta non so che fare quando mi bacia sul collo. Da quando sono diventata così pappa molle in presenza di JJ?

Il bussare piano di qualcuno mi fa letteralmente far fare un salto indietro allontanandomi dal ragazzo. Lui ride divertito della mia faccia e chiede chi è con la sua solita voce: dura e scontrosa con le altre persone.

"Ragazzi scendete, vi stiamo aspettando!" Ci chiama Clarissa da dietro la porta di legno che ci separa.

Mentre scendiamo al piano di sotto, Clarissa ci fa tante raccomandazioni, soprattutto a Jamie di comportarsi bene, e a metà strada si ferma di colpo.

"Spero con tutto il mio cuore che la cosa che stavate per fare l'altra sera, quando vi ho visti, non si ripeta più."

Senza lasciarci replicare, si gira e come un razzo raggiunge mio padre lasciandoci indietro. JJ ed io non diciamo una parola, sua madre si riferiva al quasi bacio, la sua faccia era un po' schifata nel ricordare quella scena.

Un quarto d'ora dopo Stefan e Clarissa ci lasciano e il silenzio e il disagio incombe in tutta la casa, rimango seduta su un divano bianco quando JJ si alza per andare da una parte della casa e William da un'altra parte. Ed è proprio in questi momenti che ho bisogno di un'amica!

***

Sono passati quattro giorni da quando tutti e tre conviviamo insieme, le poche parole che i due mi rivolgono sono solo per salutarmi e chiedermi di passar loro qualcosa. Sia JJ che Will evitano di ritrovarsi nella stessa stanza, obbligandomi di conseguenza a scegliere se passare la serata o il pomeriggio con uno o con l'altro.

Entro nello studio di Stefan, in cerca di un paio di forbice per tagliare della carta, e trovo Will intento a pinzare delle fotocopie.

"Oh, scusa, pensavo tu fossi andato al lavoro!" Come fa ultimamente per evitare Jamie e...me, credo. Stranamente mi sento un po' imbarazzata davanti a lui, è la prima volta che mi capita e non voglio esserlo.

"Se vuoi passo dopo." dico non avendo nessuna risposta da parte sua.

"No, entra." La sua voce è calma, così faccio come mi dice e mi avvicino lentamente a lui. Sono passati solo cinque giorni da quando non lo ho così vicino, ma mi sembra che ne siano passati di più.

Mi accomodo sulla sedia che si trova un po' distante da Will, mi guardo in torno cercando nella mia testolina qualcosa da dirgli e quando incrocio i suoi occhi, noto che mi sta fissando.

"Vieni qui." Indica le sue gambe sulle quali mi siedo dopo averci pensato per quasi un minuto.

"Domani dovrò andare a Portland per finire di firmare alcuni documenti con i soci che abbiamo lì. Mi chiedevo se ti va di venire, non ci metterò molto a stare con loro, al massimo un'ora e poi potremmo andare a fare qualche giro."

È molto educato da parte sua chiedermelo, JJ non lo avrebbe fatto, mi avrebbe detto che l'indomani saremo andati a Portland.

E io mi chiedo: perché sto confrontando JJ con Will se so che sono diversi come la notte e il giorno?

Scrollo la testa e penso alla sua proposta che mi alletta molto, mi piacerebbe stare da sola con lui all'aperto senza preoccuparci di occhi indiscreti.

"Ci sto! Domani andiamo a Portland." Gli sorrido e istintivamente, senza pensarci, poso le mie labbra sulle sue. Lui rimane un po' sorpreso e per qualche secondo non fa niente, ma poi si riprende e porta le sue mani sui lati del mio viso per attirarlo al suo, delicatamente, in modo da baciarmi.

Dio, quanto mi sono mancate le sue labbra!

La sua lingua picchietta per avere il libero accesso ed io glielo concedo, nello stesso momento mi metto a cavalcioni su di lui per stare un po' comoda e portare le mie mani sui suoi soffici capelli, li tiro e lui emette un grugnito di piacere facendo aderire di più il mio corpo al suo. Le farfalle nel mio stomaco volano senza controllo, la voglia di avere Will cresce senza controllo, ma per ora i suoi baci mi bastano per mandarmi fuori di testa e farmi perdere il tempo e il luogo in cui mi trovo.

Un rumore forte, lo sbattere della porta di ingresso, mi fa tornare lucida e una sensazione di colpa si impossessa di me quando capisco chi è stato a causare il forte botto.

"Merda, JJ...!" sussurro senza avere cura se l'uomo che stavo baciando qualche secondo fa mi sente o no. 
 


Ciao ragazzeee!! 
Sto cercando di aggiornare senza far passare tanti giorni, ma non ci riesco, c'è sempre una cosa o altro che mi 
distrae e finisco con l'aggiornare dopo una vita. Parliamo del capitolo, come vi sembra? Come inzio convivenza è un po'
noioso, ma ho giò in mente tante scene belle! *-*  Clarissa pensa che tra JJ e Faith non ci sia stato nessun bacio
e spera non succeda niente, ma quanto si sbaglia!! Ahah A fine capitolo abbiamo un JJ ferito e Will e Faith si sono ritrovati (?)
Beneee, spero che vi piaccia! :D
Grazie alle ragazze che recensiscono, siete tenerissime e devo dire che mi sto affezionando a voi :)

Selvaggia_Aly99, Mari2831TzN_Moni2913, valiance, LilyAsRoma e Hicetnunc95.
Grazie anche a coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti/seguite/ricordate.
Alla prossima! :)
Mar.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 



 

Capitolo 14.

Il tempo a Portland non è bello come a New York, le nuvole grigiastre coprono il cielo e con esso anche il sole. Appena William finisce la sua riunione, ci dirigiamo verso il centro della città. Essere il vice di Stefan ti da molti privilegi ma allo stesso tempo molti impegni. Ieri dopo aver sentito la porta sbattere, JJ non è più tornato a casa, non ha nemmeno risposto alle mie telefonate. Con Will non ne abbiamo parlato, la serata è trascorsa tranquilla, abbiamo fatto finta che non fosse successo niente, ma il senso di colpa mi uccideva e poco a poco mi consumava mentre sorridevo all'uomo davanti a me che mi parlava di...di non so cosa. Sono più che certa che nei giorni avvenire uno dei due si stancherà del mio tira e molla e vorrà che io scelga. Prima che ciò succeda, vorrei essere in grado di capire cosa voglio veramente.

"Posso aiutarvi?" Ci domanda una commessa del negozio in cui siamo entrati, quando vede Will gli fa gli occhi dolci e il sorriso che ha sulle labbra si allarga sempre di più, in attesa che l'uomo la degni di uno sguardo o di una risposta.

"Ehm..no grazie." le sorrido gentilmente, o almeno ci provo, allontanandomi da lei e facendo finta di essere interessata a qualche articolo. Sento Will ridacchiare dietro di me, mi volto di qualche grado per guardarlo e fulminarlo con lo sguardo, lui mi prende una mano e si avvicina a me, riducendo lo spazio tra i due.

"La commessa cercava di essere gentile." dice con una finta faccia ingenua.

"Certo, ti stava solo spogliando con gli occhi."

La sua mano che teneva la mia, si sposta su una ciocca dei miei capelli che porta dietro all'orecchio per poi fermarsi e iniziare ad accarezzare la mia pelle ,scendendo leggermente fino ad arrivare nel punto in cui si trova la carotide, dove può sentire le pulsazioni frenetiche del mio cuore.

"La mia piccola Faith è gelosa." soffia con un sorriso malizioso che mi fa andare in tilt, avvicino le mie dita ad una piega della sua camicia e la afferro portando il suo petto a scontrarsi con il mio. Sento il suo torace alzarsi e abbassarsi regolarmente, la sua presa sulla mia vita si fa più solida, alzo il capo per avere una vista migliore del suo volto, lui sfiora la mia guancia con la punta del suo naso e in seguito lascia un bacio sul angolo della mia bocca per poi allontanarsi e lasciare il mio corpo.

Lo vedo ridere sotto i baffi per l'espressione che ha assunto la mia faccia, brontolo parole senza senso e mi incammino in fondo al negozio. Mi addentro di più e trovo i camerini, non mi volto indietro, so che lui mi sta seguendo con un'aria divertita, ma il signorino non sa che avrò la mia vendetta.

"Perché non ti provi questo vestito?"

William prende un vestito blu notte  e lo alza per farmelo vedere: è senza spalline, il corpetto è fatto di pizzo e poi scivola delicato.

"Mmm ok."

Prendo l'abito e mi avvicino ad uno dei camerini, il posto è stranamente vuoto, ma appena sento dei sospiri affannati e dei gemiti soffocati mi blocco sui miei passi e capisco perché non c'è un'anima viva, mi giro e trovo Will fermo, non accenna a muoversi, i rumori delle altre due persone che sono in un mondo erotico tutto loro si alza. William ed io ci guardiamo e le mie gote vanno a fuoco, è una situazione molto imbarazzante e non so cosa fare. Lui, invece più lucido di me, mi prende ed usciamo dal negozio, dando il vestito che avevo sull'altra mano alla commessa che ci aveva accolto.

Oddio, le persone dovrebbero avere un po' di contegno quando si trovano in pubblico.

Senza rendermene conto, inizio a ridere sia per l'agitazione che per il modo in cui Will ed io siamo volati da quel negozio. Sento anche la sua di risata aggiungersi alla mia e ci sbellichiamo fino ad avere le lacrime agli occhi.

"Non avrei mai pensato di partecipare al momento clou di sconosciuti."

Intreccia le sue dita alle mie e concordo con lui, continuiamo la nostra passeggiata molto spensierati e qualche volta il mio dolce Will mi bacia delicatamente, come se volesse mostrarmi la sua felicità e ciò che prova ogni volta che le sue labbra sono in contatto con le mie. È da una vita che aspettavo questi gesti da parte sua, ma soprattutto poter stare in sua compagnia senza tenere la guardia alzata con l'ansia che qualcuno possa vederci. Tutti i dubbi e le paure che Sandy mi ha messo sono sparite, in questo momento sono più che sicura di quello che provo per William. Durante gli anni precedenti, quando lui usciva insieme ad altre donne, io ho cercato di reprimere il dolore e la mia gelosia uscendo, a mia volta, con altri ragazzi e viaggiare da una festa all'altra. Diciamo che ero una versione di JJ al femminile, ma raggiunti i 17 anni e mezzo mi sono accorta che non potevo continuare così e decisi di allontanarmi da quel mondo sfrenato. Rispetto alle mie coetanee ero sempre un passo avanti nel provare nuove esperienze e questo, non so come e il perché, rendeva la loro curiosità e la loro voglia di diventare identiche a me ad avvicinarsi e chiedermi di diventare loro amica. All'inizio era divertente portarle in giro, consigliavo loro come vestirsi, come pavoneggiarsi, come far cadere i ragazzi ai loro piedi e soprattutto dicevo a loro di non prendersi di nessuno di quei maschietti perché l'unica cosa che volevano era timbrare il biglietto per un solo viaggio e basta. Ma quelle ragazze si affezionavano troppo in fretta e le serate terminavano con alcune di loro in una crisi di pianto perché il ragazzo con il quale erano state, era scappato appena avevano finito di fare il loro viaggio dentro di loro. Allora, e tutt'ora, non sapevo come consolarle, io scappavo da quello che loro incontravano e decisi di non prendere più nessuno sotto la mia ala.

"Piccola, cosa ne dici se andiamo a cenare prima di metterci in viaggio?"

La voce di Will mi fa tornare al presente e mi accorgo che il sole è calato.

"Certo, ma posso decidere io?"

Lui annuisce e quando siamo in macchina gli dico l'indirizzo da mettere nel navigatore. La mattina durante la sua assenza, mi ero svagata su internet a cercare i luoghi da visitare qui a Portland e tra essi ho intravisto una pizzeria italiana, dalle foto e dai commenti sulla pagina web mi è sembrato carino e degno di andarci.

Un uomo da un accento diverso dal nostro ci accompagna ad un tavolo, sorridente ci porge il menù e ci lascia per permetterci di scegliere cosa ordinare.

Scorro le pagine del menù, vorrei provare qualcosa di nuovo, ma alla fine decido per la margherita.

Con Will iniziamo a parlare del più e del meno quando, dopo un momento di silenzio, mi dice: "La sera scorsa, ero andato a cercati nella tua stanza, tu non c'eri e ho visto sulla tua scrivania le lettere della Columbia e della Yale."

"Io...non ho ancora deciso per questo non ne ho fatto parola con nessuno."

La sua mano indugia sulla mia, mi prende delicatamente tra le sue lunghe dita.

"Qualsiasi sia la tua decisione, devi sapere che ti appoggerò..." 
Le sue parole vengono accompagnate da un sorriso di incoraggiamento e dalle carezze che mi fa sul dorso della mano.

Dopo aver mangiato ci mettiamo in viaggio e mi addormento durante tutto il tragitto, solo quando siamo davanti a casa Will mi sveglia delicatamente e insieme entriamo dentro la grande casa che con grande sorpresa non troviamo vuota. 
Un miscuglio di voci provengono dal salone, una di esse è quella di Antoine. Mi avvicino alla stanza e intravedo la testa del francese che parla con due ragazzi a me sconosciuti, vorrei sapere dov'è JJ, perché se loro sono qui anche lui lo è. Dico a William di parlare con il gruppetto davanti a noi ed io vado sù nella stanza provvisoria di Jamie. La strana voglia di vederlo e di parlargli mi fa dimenticare di bussare alla porta e di chiedere il permesso di entrare, spalanco il mio ostacolo e trovo una chioma riccia che copre il viso del ragazzo al quale sta praticamente mangiando le labbra. I due non si accorgono della mia presenza, fino a quando dietro di me non sento Antoine che mi dice: "Li hai trovati." 
Jamie sposta la ragazza che sta su di lui e lei con un semplice gesto della mano porta indietro i capelli roventi, ricevendo un complimento d'apprezzo da parte del ragazzo che sta al mio fianco quando vede la riccia senza maglia. Il suo corpo è coperto da un reggiseno blu e i jeans attillati, scruto meglio il volto incorniciato dai ricci e con mia grande sorpresa riconosco April. Avrei dovuto capirlo che è lei la ragazza di cui JJ stava parlando a Toni l'altra sera nel suo appartamento, c'erano tanti indizi che conducevano a lei ed io li ho ignorati. Avrei tanto voluto incontrare la ragazza che sta davanti a me, ma non in queste circostanze, credevo che lei era una di quelle che non si fanno abbindolare delle avance di JJ, che stupida! Sarà stato proprio questo suo rifiuto verso di lui ad averlo conquistato. 
La riccia, rossa in volto, scende dal letto matrimoniale e cerca la sua maglietta che non trova, JJ prende una delle sue dal cassetto in cui le ha riposte e gliela lancia. Lei lo indossa e noto che è la stessa maglia che ho usato io quando sono rimasta a dormire la prima volta da lui, un fastidio insopportabile si crea sul mio petto e per non averli più sotto la mia vista, mi giro e me ne vado entrando nella mia stanza. 
Non posso piangere e non voglio neanche farlo, mi svesto ed entro nel bagno della mia camera così rilassarmi sotto il getto d'acqua.
Avrei dovuto comunque fare una scelta e JJ me l'ha facilitata, forse non avrei dovuto neanche scegliere perché lui è innamorato di April ed io di William. Ma perché fa così male ricordare le mani di Jamie che tengono la riccia stretta a lui? Perché fa male pensare che lui è SUO?

 

POV'S JJ.

Prendo il bicchierino che il barista mi ha appena servito e lo porto vicino alle labbra per bere il suo contenuto color rame, esso scende lungo la mia gola facendola bruciare e sentendo il conforto famigliare che mi provoca ogni volta che lo ingurgito. La mia mente si appanna, facendomi dimenticare la ragione per la quale mi trovo in questo posto, era da tanto che non mettevo piede qui e anche gli altri frequentatori se ne sono accorti, specialmente Lana.

"Guarda chi si è fatto vivo." Si siede affianco a me, su uno sgabello di legno scuro, ordina una birra e si accomoda meglio per guardarmi.

"Sparisici, Lana, oggi non sono in vena."

Un sorriso ostinato e da seduttrice le appare sulle labbra sottili e rosse, penso alle volte in cui proprio quelle stesse labbra mi hanno avvolto, ma nonostante ciò il mio amico sotto rimane impassibile.

"Andiamo JJ, lo sai che ottengo sempre quello che voglio."

Prende in mano la sua birra e con fare provocatorio la sua lingua lecca il bicchiere, distolgo lo sguardo dalla sua messa in scena e chiedo un altro bourbon, il barista mi guarda con rimprovero sapendo che ho bevuto più del dovuto, ma non dice niente. 
Rimango ancora seduto davanti a quel bancone per ore, forse, fino a quando non sento una mano delicata posarsi sulla mia spalla. Mi volto a guardare la proprietaria di quel tocco così delicato e leggero e con mia grande sorpresa mi trovo davanti l'unica persona che non avrei pensato di vedere dopo le cazzate che le ho combinato. I suoi ricci cadono leggeri lungo le sue spalle e incorniciano il suo volto tenero e maturo, è cambiata molto durante gli anni. 
"Che ci fai qui?" le chiedo con voce rude, non si merita questo mio approccio, ma brucia ancora il fatto che mi abbia lasciato in balia del mio destino da piccoli.
"Ci lavoro e tu dovresti sloggiare perché è ora di chiudere." 
Il suo tono di voce è impassibile, incrocia le braccia sottili e candide aspettando che mi alzi, ma non lo faccio, mi giro, dandole le spalle e sento uno sbuffo da parte sua. Ricordi offuscati della sua bocca imbronciata mi ritornano in mente e un piccolo sorriso scappa dal mio controllo.
"Jamie devi alzare le chiappe e sparire da qui, chiama un taxi così ti riporta a casa." 
Cerca di essere paziente, ma so che durerà per poco tempo, di prima vista April ti sembra una ragazza con una pazienza infinita, ma ne ha poca e nonostante ciò cerca sempre di fare del suo meglio. 
"Non ho bisogno di un taxi, posso benissimo guidare." 
Ritiro un po' indietro la panca su cui sono seduto, facendola strillare, mi metto in piedi e mi giro, di nuovo, verso di lei, aprendo le braccia.
"Vedi, riesco a stare in equilibrio." 
"Se vuoi proprio ammazzarti, non ti ostacolerò, sei libero di fare ciò che vuoi." 
Fa per andarsene, ma l'uomo dietro al bancone la richiama.
"April se conosci questo ragazzo, riaccompagnalo a casa."
"Ma..." inizia a protestare quando una Lana rossa in faccia e i vestiti spiegazzati si intromette.
"Lo accompagno io, in fondo non sarebbe la prima volta che dormiamo insieme." 
Dormire? Che sta dicendo quest'oca, forse si confonde con qualcun altro, quando finiva con me la cacciavo subito dal mio appartamento. 
"Posso fare da solo, non sono un bambino. Buona serata." 
Lascio i soldi sul bancone, vicino al bicchierino vuoto, senza controllare la somma e mi avvio verso l'uscita. Arrivo davanti alla mia Porche e inizio la ricerca delle chiavi nelle mie tasche senza trovarle, impreco un paio di volte e prima che possa tornare dentro il negozio per cercarle, una chioma riccia mi raggiunge.
"Sai è difficile guidare senza queste a meno che tu non sappia fare magie." Alza la mano mostrandomi le chiavi nere della mia auto e le fa agitare. 
"Dammele." Allungo il braccio.
"No, da bravo, vai a sederti sul sedile del passeggero." Sorride mentre me lo dice.
"Tu vorresti guidare?" Chiedo ironico alzando un soppraciglio, di solito sono abituato a portare io in giro le ragazze come con Faith. 
"Che c'è? Pensi che una ragazza come me non possa guidare un'auto sportiva? Dai Jamie, sali, voglio tornare a casa il prima possibile." Inizia a incamminarsi verso la portiera e sale con agilità, la seguo brontolando cose insignificanti e appena entro dentro la decappottabile, April fa ruggire il motore e parte come un razzo facendoci andare indietro contro lo schienale dei sedili.
"Fifth Avenue." La informo dove si trova il mio appartamento, a casa Hamilton ci sono quel coglione che si starà mangiando Faith.
"Si, lo so." Risponde la riccia quasi sussurrando come se si vergognasse di sapere dove abito, un leggero rossore appare sui suoi zigomi quando sente il mio sguardo su di lei.
Il viaggio è silenzioso, con la coda dell'occhio la guardo che si concentra a guidare e vorrei sapere chi le ha insegnato a farlo, vorrei sapere un po' di cose di colei che una volta era la mia migliore amica. 
Quando scendiamo dalla Porche, si avvicina a me per ridarmi le chiavi.
"Sali su." Le ordino senza aspettare una sua risposta, di solito nessuno osa ribattere, a volte Faith, ma la maggior parte rimane in silenzio e mi segue con il sangue che ribolle di rabbia. 
"No, grazie." 
"Non era una richiesta." Mi fermo sui miei passi e la guardo.
"È inutile che tu insista, non verrò al letto con te. Io non sono come una delle tue amichette." La sua faccia è disgustata sicuramente al ricordo di qualche mio scambio di saliva con qualche ragazza in sua presenza. Anche se volessi, non mi porterei April a letto, credo. 
"Non credo che tua madre sarebbe contenta se venisse a sapere che sua figlia va in giro per le strade di New York a quest'ora." 
Mi gioco l'ultima carta che ho in asso, giro i tacchi ed entro dentro l'edifico elegante, la sento sbuffare e insultarmi dietro di me.

"Ti odio, Jamie, dal profondo del mio cuore." sputa cercando di essere velenosa quando siamo in ascensore, sogghigno e lei mi guarda con gli occhi a fessura fulminandomi, tanto che se potesse mi incenerirebbe in questo preciso momento.
"Lo so, Princi..." 
Cazzo, quel nomignolo. Mi blocco a metà parola e da un suo cambio repentino nel suo sguardo capisco che ha percepito il mio improvviso turbamento. 
"Allora piccola April, che ci facevi in un posto come il Black Stone?" Sposto l'attenzione su di lei che distoglie lo sguardo da me.
"Non sono piccola e ti ho già detto che ci lavoro." Cerca di spiegare con la poca pazienza che le è rimasta.
"Sai a cosa mi riferivo, perché hai scelto proprio quel posto per lavorare." 
"Non sono affari che ti riguardano, ho accettato la tua ospitalità solo perché tu non vada da mia madre, non per subire un terzo grado da te." 
Le porte del ascensore si aprono e prendendola per un braccio ci dirigiamo nel salone, si guarda intorno meravigliandosi un po' dei quadri appesi. 
"Perché sono qui?" Chiede  liberando il suo braccio dalla mia presa e riferendosi ai dipinti.
"Perché li ho comprati." Rispondo ovvio alla sua domanda, sapendo che si riferiva ad altro.
"Ora sei tu che cerchi di sviare."
Mi allontano un po' da lei e come d'abitudine, mi dirigo verso i contenitori in cui sono riposti i liquori, prendo un bicchiere, ma subito una sua mano lo prende dal mio e lo rimette apposto.
"Non ti fa bene bere ancora, Jamie." La voce mi rimprovera, torna al centro della stanza e incrocia le braccia aspettando una mia risposta alla sua precedente domanda.
"Dimmi: perché li hai comprati?" 
"Perché mi piacciono sennò perché altro lo avrei fatto?" Mi avvicino a uno dei divani e mi lascio andare. 
"Sai che i quadri di mio fratello sono privi di significato, così dicono i critici e per questo nessuno li compra, perché tu lo hai fatto?" Si mette davanti a me, bloccandomi ogni tipo di via di fuga. 
"Forse perché per me hanno un senso, un po'contorto, ma un senso c'è." 
Non le dirò mai ciò che vuole veramente sapere, in realtà ho comprato quei quadri l'anno scorso quando venni a sapere che i suoi genitori avevano smesso di appoggiare Paul, il fratello di April, e che era rimasto senza un soldo in tasca. 
"Ti odio ancora di più quando fai così, sei ostinato e cocciuto."
"Non sei la prima a dirlo." Prendo una sigaretta che accendo, per poi aspirarla e lasciare che il fumo si espanda nell'aria. Sento lo sguardo penetrante di April, cerco di non farci caso, ma è insistente e porto i miei occhi ai suoi color nocciola. 
"Che vuoi?" 
"Sei un'idiota Jamie, guarda come ti sei ridotto. Non dovresti fumare e neppure bere, cosa direbbe Clarissa se ti vedrebbe così?" 
"Non ho bisogno che tu mi faccia la paternale, la mia vita la gestisco da solo." Questi suoi dannati rimproveri mi fanno ricordare, per una volta ancora, quelli di Faith, mi fanno rivivere i momenti in cui i suoi occhi turchesi si fermavano su di me ogni volta che prendevo una sigaretta, avevo cercato di farle fumare insieme a me e con tono deciso mi aveva detto che non l'avrebbe fatto manco morta. Cazzo di sentimenti, JJ ti stai rammollendo, non puoi perdere la testa per una ragazza, soprattutto per una che è destinata a stare con un altro. 
"Se vuoi, puoi dormire sul divano oppure in fondo al corridoio alla terza porta a sinistra trovi la stanza degli ospiti." Taglio corto e vado nella mia camera, finisco di fumare e poi schiaccio la cicca sul contenitore apposito per poi lasciarlo e sdraiarmi sul grande letto e abbandonarmi in un sonno pesante.

***
Un urlo acuto mi sveglia, ieri sera sono più che certo di non aver fatto niente con nessuna, una voce maschile che riconosco dal accento si unisce con delle imprecazioni alla voce femminile che ora sta urlando al francese di andare via. 
Mi alzo di mala voglia, stiro un po' i muscoli per sgranchirli e mentre sto aprendo le braccia, la porta della mia stanza viene spalancata.
"JJ chi è quella pazza isterica?" 
Guardo Antoine con una faccia scocciata, ricordo di aver detto ad April di restare a dormire.
"Da quando in qua non si bussa?" 
Odio avere un risveglio brusco, dietro del francese appare una April furente con i capelli raccolti e qualche ricciolo che scappa alla presa. 
"Jamie dovresti dire al tuo amico di bussare prima di entrare in una qualunque stanza!!" Ringhia contro Antoine, assomigliando sempre di più ad una giovane leonessa. 
Sbuffo più scocciato e infastidito di prima, guardo in su per non perdere la piccola briciola di pazienza che mi rimane e prendere una scarpa per lanciarla in testa a quei due intrusi. 
"Non ve lo dirò una seconda volta: uscite dalla mia cazzo di stanza." 
Il tono glaciale e calmo che assumo li fa girare e interrompere lo sguardo di sfida che avevano assunto la riccia e il francese, senza dire niente fanno quello che ho detto e con calma mi sistemo per andare a fare da giudice. 
"Ti faccio i miei complimenti amico, quella tipa è un bel bocconcino." Soffia Antoine con malizia non appena April torna nella stanza degli ospiti dopo aver risolto l'incomprensione che ha avuto con il deficiente vicino a me.
"Stalle alla larga, Toni. Lei non fa per te." 
"Se non ricordo male, tu hai una specie di relazione con Faith, non dovrebbe importarti della riccia."
Il solo sentire il nome della mora dagli occhi come il cielo, mi fa ricordare il suo corpo e le sue labbra incollate a quelle del dannato William, ignoro il francese e gli dico, di nuovo, di non interferire nella vita di April. Per quanto i nostri problemi possano averci diviso, so che uno come Antoine porterebbe solo guai a quella ragazza, lei è così ingenua anche se crede di non esserlo. 
"È lei?" Toni in piedi, con l'indice indica una cornice che tiene nell'altra mano, mi alzo per vedere meglio la foto e riconosco April da piccola che mi abbraccia con fare tenero e un sorriso raggiante.
"Si." 
"Stavate insieme?" Domanda ancora il francese nel momento in cui la mia testa inizia a viaggiare indietro di molto tempo fa.
 


Ciao bellissimee! :3
Questo è un capitolo abbastanza lungo, dopodomani parto per il mare e starò via per qualche giorno :)
Vi piace? La giornata di Faith è iniziata con Will e finalmente si sono potuti comportare come una coppia di 
fidanzatini! Purtroppo, però, trova una brutta sorpresa a casa. La parte di JJ inizia da quando lui è uscito da casa 
Hamilton per tornare in uno dei posti che, diciamo, vedeva come una specie di nascondiglio dal mondo.
E c'è anche April che porterà vecchi ricordi nella, già incasinata, testa di Jamie! 
Beh spero tanto di non avervi deluse.

GRAZIE alle ragazze che hanno recensito♥, ormai ve lo dico sempre: siete tenerissime e mi date la carica
per continuare! :)

Ringrazio anche a coloro che hanno aggiunto la storia tra le preferite e seguite! 
Alla prossima fanciulle!!
Mar.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***




 
Capitolo 15.

 

POV'S JJ.

Guardo da lontano la ragazza che viene correndo verso me, ricordo ancora la prima volta in cui la vidi con le lacrime che scorrevano sulle sue candide guanceMia madre la venera, ma a 14 anni, mi è difficile pensare ad April come ad una possibile fidanzatina.Il suo leggero accento inglese si sente quando mi parla.

"Vedi qualcosa di diverso?" Fa una giravolta su se stessa e, sinceramente, non vedo niente di diverso in lei.

"Hai tagliato i capelli?" Tento, appoggiandomi sul muretto a mattoncini arancioni dietro di me, il suo sorriso sulle labbra diventa una linea sottile, le sue piccole mascelle si serrano.

"Scommetto che se lo chiedessi  a tuo fratello, capirebbe."

Mio fratello, perché deve sempre tirarlo in ballo?

"Allora vai da lui, scommetto che ti sta aspettando...ah no, adesso è impegnato con la sua ragazza." Un sorriso malefico mi spunta, non dovrebbe provocarmi con Adam, sa che non sopporto la sua presenza e tanto meno parlare di lui, lei lo adora nonostante si ritenga la mia migliore amica.

I suoi occhi diventano lucidi e non capisco perché, che ho detto?

 

"Allora? Stavate insieme?" Chiede ancora Antoine, agitando la cornice davanti al mio viso.

"No, era la ragazza di mio fratello."

 

"Jamieee!! Adam ed io stiamo insieme!" Salta di gioia, i suoi ricci balzano e il suo sorriso è così grande che mostra la sua perfetta dentatura.

"Non puoi stare con un ragazzo più grande di te, hai solo 15 anni!"

"Ho la tua stessa età, Jamie, così come tu puoi stare con ragazze più grandi, io posso stare con Adam!"

Il rapporto tra me e mio fratello in un anno non è cambiato molto, ma le parole che ci scambiamo sono di più.

"Quindi hai scelto lui."

"No...cosa stai dicendo? Se Adam ed io stiamo insieme, non vuol dire che noi due non dobbiamo essere amici. Non puoi mandare all'aria tanti anni di amicizia solo per un tuo comportamento da bambino!"

Il suo cellulare inizia a squillare, apro la porta della mia stanza e la invito ad andarsene.

"Tu ed io abbiamo chiuso." La decisione che ho appena preso mi sembra la più giusta, non voglio niente da lei, non dovevo fidarmi di lei, mi ha dimostrato che è uguale ai miei genitori e ad Adam.

 

"Tu hai un fratello?" Il movimento che teneva il francese si arresta, mi sto aprendo troppo con lui.

"È ora di andare, vai a chiamarla, io vi aspetto sotto in macchina."

 

Una fastidiosa discussione e delle urla che mi ricordano quelle dei miei genitori, quando si incontrano, mi disturbano. Stropiccio gli occhi ed emetto dei lamenti, un brutto tonfo mi fa sobbalzare e un urlo ovattato a causa delle mura mi giungono più chiaramente alle orecchie. Scendo dal letto e mi precipito fuori, Adam sta buttando per terra tutto ciò che trova davanti a lui. Mi addentro di più nella sua stanza e vedo April che cerca di calmarlo, ha una piccola ferita sul braccio e ad attirare l'attenzione su di essa è lo striscio di sangue presente sulla sua pelle. Adam prende una lampada tra le mani e si volta verso la riccia, lei cerca di farsi uno scudo con le braccia, ma prima che quello stronzo possa lanciare l'oggetto, lo fermo e urlo ad April di chiudersi dentro la mia camera, lei corre fuori e mentre sono distratto a guardarla, ricevo un pugno su un fianco. Trattengo il respiro dal dolore e porto le mani sul punto colpito, Adam sembra imbestialito, non l'ho mai visto così. So che non riesce a controllare la rabbia, ma non pensavo arrivasse a questi limiti. A volte anche io entro in questo tipo di abisso alla cieca, ma dura poco.

"Adam, calmati!" Prendo le sue braccia tra le mie maniè più forte e più alto di me, ma riesco comunque a bloccarlo. Tenta di colpirmi con i piedi ed io lo precedo a fermarlo con le gambe, cerco ancora di calmarlo e poco a poco diventa più cosciente.

"Dov'è?" domanda guardandosi intorno alla ricerca di April.

"Se ne è andata, le hai fatto del male ed è corsa via."

Il suo viso diventa disperato e dispiaciuto, si libera dalle mie prese e prendendo le chiavi della sua moto, corre fuori.

Ritorno nella mia stanza e appena entro, vedo April rannicchiata sul mio letto che piange. Mi avvicino titubante a lei e quando sente che il mio peso muove il materasso, alza il capo e come quando eravamo piccoli, porta le sue braccia intorno al mio collo e mi abbraccia.

I suoi singhiozzi diventano più forti e il suo respiro é incontrollabile, la stringo a me e sento qualcosa dentro di me, è qualcosa di diverso che non ho mai provato nei suoi confronti.

"Shhh va tutto bene." le sussurro dolcemente e dopo minuti e minuti si tranquillizza e si stacca da me. I suoi occhi sono rossi e gonfi a causa del pianto, accarezzo la sua guancia e poco a poco mi avvicino a lei, le mie labbra si avvicinano di più alle sue e quando sono sul punto di baciarla, lei si ritrae e inizia a scuotere la testa.

"No, Jamie, non possiamo farlo. Adam non si merita questo, io lo amo, non posso tradirlo con te, con suo fratello!"

Il suo rifiuto causa in me rabbia e  tristezza, mi alzo in piedi e prima che possa finire come Adam la caccio via.

"Vattene da lui, allora! Fatti ammazzare se ci tieni e non rivolgermi più la parola, sei solo una puttana!"

 

Entriamo dentro casa Hamilton e al suo interno non troviamo nessuno, Antoine va in cucina in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, invece la riccia rimane al mio fianco.

"Potrei sapere cosa ci faccio io qui?"

"Oggi starai con me e Toni e non accetto repliche o proteste."

Come suo solito non mi ascolta e inizia a lamentarsi, ma nonostante la sua finta irritazione, penso che si stia divertendo, alcuni amici del francese ci hanno raggiunti e ora siamo sul salone immacolato di Stefan Hamilton a fumare.

April si alza e credo che vada alla ricerca di un bagno, ma dopo una quindicina di minuti non la vedo tornare e vado a recuperarla, sul piano terra non c'è e quindi decido di andare su. La intravedo, grazie alla porta semichiusa dentro la 'mia' stanza provvisoria, sta parlando al telefono con qualcuno che la fa ridere. Entro senza bussare e si gira verso di me, saluta la persona con cui parlava senza nominare il suo nome.

"Perché siamo a casa di gente estranea?" Va a sedersi sul mio letto ed io la raggiungo, mi tolgo le scarpe per stare più comodo e lei mi imita quando glielo impongo. La prendo da un polso e l'avvicino a me per poi tenerla ferma tra le mie braccia.

"È casa mia." Sposto i suoi voluminosi capelli da una parte e con il naso traccio una riga invisibile sul suo collo, stranamente con lei nei piani inferiori del mio corpo qualcuno si risveglia, pensavo di essere stato condizionato dal delizioso profumo alla vaniglia di Faith, ma April riesce a farmi ardere.

"Ti prego, lasciami." Si dimena di più quando con la lingua e i denti marchio la sua pelle, le mie mani accarezzano i suoi fianchi e con un solo movimento secco la privo della sua t-shirt che va a finire da qualche parte nella stanza.

Lei mi prega ancora di lasciarla e di non farle niente, ma facendo così mi fa eccitare di più.

"Se fai la brava, ti lascerò presto. Voglio solo divertirmi un po' piccola April, in fondo melo devi." A queste parole non si muove più e mi guarda dritto negli occhi.

"Sei proprio uno stronzo."

Con le dita traccio la sua pancia nuda arrivando sempre più in alto verso i suoi seni ancora coperti.

"Ammetti che ti piace." Soffio sul suo orecchio, sussulta quando le mie mani iniziano a massaggiare i seni sodi e un gemito le scappa.

Le alzo il mento e mi sembra di rivivere la scena di quattro anni fa e anche lei divaga nel passato.

"Se provi a ritrarti, non mi fermerò ad un semplice bacio perciò ti conviene stare ferma e baciarmi."

Lei annuisce e mi sento una merda per averla minacciata, ma ho bisogno di assaporare quelle labbra rosee. La bacio e subito la mia lingua cerca la sua che all'inizio si rifiuta di ballare con la mia, ma poi inizia una danza passionale che viene interrotta dalla voce di Antoine: "Li hai trovati."

Smetto bi baciare April e quando alzo la testa verso la porta, vedo Faith con un'espressione, direi, sorpresa. La riccia affianco  a me si muove in cerca della sua t-shirt che non trova, mi alzo dal letto e vado a prenderle una maglia dal cassetto dei vestiti. Gli occhi di Faith sembrano stare per uscire fuori dalle orbite nel momento in cui vede la maglia che ho lanciato alla riccia, mi giro a vederla e capisco subito che è quella che ho dato a lei la prima volta che si era fermata a dormire da me. Questo suo sconcertamento mi fa capire che ho combinato l'ennesima cazzata, sto per dirle che non era niente ciò che ha visto quando se ne va dritto nella sua stanza.

"Non ho fatto in tempo a fermarla." Mi dice Toni, osservando April con occhi selvatici. Mi giro verso la scrivania e butto tutto ciò che è presente in essa per terra.

Se mai ho avuto una possibilità con Faith, l'ho appena bruciata.

****  ****  ****
 

"Stai ferma, Faith. Non ti agitare..."

Vedo una luce che illumina verso di noi, poi un colpo forte e secco fa scuotere i nostri corpi e in seguito il niente.

Ci sono voci e rumori di sirene in lontananza, mi danno fastidio, amplificano di più il mal di testa che provo.

Cerco di spostarmi ma una presa forte mi tiene, alzo la testa e vedo il viso di mia madre, ha delle chiazze di sangue sulla fronte e lungo le tempie.

La chiamo, ma sembra che non mi senta, la richiamo con le lacrime che minacciano di uscire e ancora una volta non ottengo alcuna risposta.

"Faith, sveglia!! È solo un sogno...!"

Delle mani mi scuotono e come se stessi tornando a galla dal mare profondo, faccio fatica a respirare e sento le mie urla.

Non sapevo di riuscire ad arrivare a delle ottave così acute, la mia mente ride, ma il mio inconscio lo riporta alla realtà, una realtà in cui stavo di nuovo sognando mia madre.

Riprendo possesso delle mie azioni e mi obbligo a chiudere la bocca. JJ mi guarda spaventato, è agitato e preoccupato, non sa cosa fare, noto per la prima volta  la sua insicurezza.

I suoi capelli sono scompigliati, porta una tuta e una maglia bianca che fa intravedere i suoi muscoli perfetti.

Dietro di lui la porta semichiusa si spalanca del tutto e un William, anche lui, preoccupato e sconvolto viene verso di noi.

"Levati!" Dice a JJ, spostandolo e prendendo la mia testa tra le mani delicatamente.

Le mie lacrime scorrono lungo le mie guance e singhiozzi forti, non tanto quanto le urla, fuoriescono dalle mie labbra.

"Shhh era solo un sogno, Faith."

"È...colpa mia...!" Sussurro, cercando di allontanarmi da lui per la stupida paura che anche a lui o a chiunque altro possa  succedere qualcosa.

"Non è colpa tua, è stato un'incidente."

Lo guardo e come facevo anni fa, mi accoccolo tra le sue forti braccia e cerco di dimenticare o almeno provo a dimenticare la sera dell'incidente stradale.

Continuo a piangere e lui a dirmi di stare tranquilla e che è tutto passato.

Allontano dalla mente tutte le brutte cose e cerco di pensare i momenti in cui ho riso veramente senza dover fingere e poco a poco Morfeo mi riprende in un sonno sereno questa volta.

°°°

"Dimmi perché dovrei esserci anche io, non vuoi spiegarmi il perché delle sue urla disperate a notte fonda e vuoi che venga insieme a te da una fottuta psicologa."

"Sarà  la stessa psicologa a spiegarti cos'ha, non devi sapere tutto, ma ho bisogno che tu sappia assicurarla quando io non ci sarò."

È la prima volta che sento e vedo parlare JJ e William senza litigare, avrei preferito che parlassero di altro e non di come la mia strizzacervelli dovrà consigliare a JJ come fare durante le mie crisi.

La porta mi nasconde dalla loro vista, ma sto ben attenta a non farmi scoprire.

"Perché, pensi di lasciarla?" Domanda JJ e mi viene un groppo in gola.

"Non ho intenzione di darti spiegazioni. Se tieni a lei, vai dalla dottoressa Alice. Tieni, questo è il suo biglietto di visita, ti aspetta per domani mattina."

Prima che uno dei due possa uscire e beccarmi, entro disinvolta nella stanza e do il buongiorno con un po' troppo entusiasmo.

JJ si volta e va verso il frigo a prendere dell'aranciata, William ricambia e si avvicina a me per baciarmi sulla fronte.

"Ti aspetto in studio quando hai finito di fare colazione." Mi sussurra ed io annuisco.

Vado anche io verso il frigo e prendo il latte, non so perché JJ non mi parla. Dovrei essere io quella arrabbiata per quello che è successo ieri sera con la sua amichetta.

"Pensi di non parlarmi?" Chiedo, versando il liquido bianco su una tazza. Sento dietro di me il rumore di una delle sedie che viene trascinata.

"Cosa devo dirti?" Mi risponde con un'altra domanda, prendo la mia tazza e mi siedo davanti a lui. Noto che non ha messo via il biglietto di visita della dottoressa.

"Non andarci."

Alza la testa e segue dove è focalizzato il mio sguardo.

"Hai sentito?"

"No, ma so cosa ti ha chiesto." Mento, cerco di prendere il pezzo di carta, ma lui mi precede.

Mi guarda come per dire che non mi crede e gira tra le sue lunghe dita il biglietto.

"Dopo quello che è successo questa notte, so per certo che ti ha fatto lo stesso discorso che mio padre fece a lui quando mi trovò come tu mi trovasti."

"Voglio sapere." Il movimento delle sue dita si ferma e mi guarda dritto negli occhi.

"Cosa?" Chiedo nonostante sappia  quello che vuole sapere.

"Il motivo delle tue dannate urla."

Faccio una smorfia e bevo un sorso del latte.

"Allora?"

"Non ti dirò niente, mi sono aperto fin troppo con te e in cambio non ricevo niente."

Ricordo la nostra piccola litigata in macchina quando stavamo andando da mia nonna.

"E non saprai niente." Sentenzia alzandosi e andando via.

Finisco di fare colazione e vado da William. Entro dentro lo studio e lo trovo al telefono, mi fa cenno di avvicinarmi e lo faccio chiudendo la porta dietro di me.

"Ve bene, Kate. Per favore avvisa Sandy di preparare tutti i documenti che servono per finire l'accordo."

Lo guardo mentre ascolta quello che Kate gli dice, è da tanto che non la vedo e mi farebbe davvero piacere farlo almeno una volta.

"Si, perfetto! Grazie per la mano che ci stai dando, Kate. So che sei in ferie e ti devo molto."

Will attende di nuovo, allungo la mano verso la sua e traccio delle linee immaginarie.

"Lei sta bene. Certo, te la saluto!" Finisce la chiamata guardandomi sorridente.

"Come sta?" Chiedo subito a Will.

"Bene, ti saluta e ha detto che passerà uno di questi giorni per farti visita."

Mi rallegra sapere che non si sia dimenticata di me, anche se sono la figlia del suo capo, Kate mi ha sempre trattata come una sorella più piccola.

"Come ti senti tu, invece?"

Si alza dalla sua postazione e con ancora le nostre mani unite, fa il giro della scrivania per poi portarmi con sé sulla poltrona e facendomi sedere su di lui.

"Bene!"

Il suo viso non è convinto, gli accarezzo la mandibola e lui inizia a giocare con una ciocca dei miei capelli.

"Davvero, mi sento bene. Scusa se ti ho fatto preoccupare!"

Sorride e mi da un bacio sulla punta del naso.

"Sciocchina non devi scusarti, scusami tu se non sono venuto subito in tuo aiuto."

"C'era JJ." Dico senza pensarci, lui piega la testa e si bagna le labbra piene.

"Lo so, ma non è stato in grado di aiutarti."

"Non sa niente dei miei incubi, era impreparato, anche io lo sarei stata."

Si passa una mano tra i capelli e poi la posa sul mio ginocchio.

"Non smetterai mai di difenderlo."

Sinceramente non mi ero accorta di starlo facendo, lo faccio d'istinto, tutti tendono a criticarlo e a parlare male di lui, ma nessuno sa com'è veramente JJ.

"Gli voglio bene, è diventato importante per me."

"Lo so." La sua voce e la sua faccia sembrano frustate da ciò che ho detto.

"Tra meno di sue settimane parto per un viaggio di lavoro, starò via solo tre giorni." Mi avvisa ed ora so perché ha chiesto a JJ di andare dalla mia psicologa.

"Dove andrai?"

"Berlino, tuo padre e Clarissa sono già lì."

Se loro sono già lì, perché anche Wil ci deve andare?

"Ti va di tornare al letto?" Gli chiedo, arrossendo un po' per l'imbarazzo che possa pensare male. Lui ride di gusto ed io nascondo la faccia nell' incavo del suo collo.

"Non ridere di me!" Mi lamento e il suono della sua risata aumenta facendo iniziare anche la mia.

"Sei tenera quando arrossisci."

Gli mordo piano il collo e lui ridacchia ancora, poi gli poso un bacio allo stesso punto e ritraggo la testa per guardarlo.

"Ne dubito." farfuglio, mettendomi in piedi e prendendo la sua mano per tirarlo fuori da questa stanza brutta.

"Verrei volentieri con te, piccola. Ma ho del lavoro da fare, vai tu,verrò dopo a svegliarti."

Sbuffo e gli do un bacio a stampo prima di uscire dallo studio.

°°°

"Dove vai?"

Vedo JJ che si aggiusta il colletto della camicia nera, che indossa, davanti allo specchio.

"Ho un appuntamento."

"Con quale delle tue amichette?" Chiedo con un pizzico di malignità e appoggiandomi sulla cornice della porta. Dopo il pisolino che ho fatto, mi sento un po' agitata, speravo che mi tranquillizzasse, ma niente.
"Non credo siano cose che ti riguardano." 
"Eh dai JJ, non tenermi più il broncio!" 
Mi avvicino a lui e prendo il colletto che ha tre le mani sulle mie, cerco il suo sguardo, ma lui guarda altrove.
"Posso venire con te?" 
"No." risponde secco, cercando di spostarsi da me. La sua freddezza mi ferisce, vado in camera mia e ignorando la sua riposta mi vesto più veloce di flash. 
JJ è ancora in camera, prendo la sua giacca di pelle dall'appendi abiti e cerco dentro le tasche la chiave della sua auto. Dopo aver rimesso la giacca apposto, esco fuori dove le stelle illuminano il cielo nero accompagnate da una luna piena bianca, le diverse sfumature e la luminosità che possiede la fanno sembrare così potente, così forte da non poter essere sconfitto da niente e nessuno, se nonché solo dal sole.
Scuoto il capo e ritorno sui miei passi, mi siedo sul sedile affianco a quella del guidatore e circa 15 minuti dopo JJ con fretta e furia apre lo sportello e si siede davanti al volante. 
"Che diavolo ti prende?" sbotta cercando di regolarizzare il respiro ansante dalla rabbia. 
"Te l'ho già detto: voglio venire con te." 
Gira la testa verso di me e mi sembra che la sua pupilla nera si stia allargando tanto da sovrastare sul grigio/verde.
"Sei insopportabile, Faith! Dammi la chiave." 
Allunga la mano e poso il piccolo oggetto sul palmo del suo arto e lui in seguito mette il motore attivo e partiamo.
"Si può sapere cosa vuoi da me?" 
Torno a guardarlo e rido, è una risata nervosa. Neanche io so cosa voglio da lui, da me, dal mondo!
"Voglio sapere chi sei veramente, ho bisogno di conoscerti. Non solo io devo aprirmi, ma lo devi fare anche tu!"
Lui sbuffa, è infastidito dalla mia insistenza su questo argomento.
"E poi perché hai portato una ragazza a casa? Non potevi portarla nel tuo appartamento?"
Si ferma di colpo facendo strillare le gomme che frenano sul asfalto.
"Proprio tu vieni a reclamare a me perché mi porto le ragazze a casa?! E tu che ti struscichi con quell'idiota?" 
Penso che questa conversazione non avrà un buon fine, sto per rispondergli quando sentiamo un clacson che suona insistente, mi giro a guardare e vedo la stessa luce che vidi prima di avere mia madre tra le mie braccia priva di sensi. 
Mi volto, di nuovo, verso JJ, il mio busto si muove in avanti come per proteggerlo e il rumore forte del camion che si schianta su di noi è fortissimo. Chiudo gli occhi per la paura, ma faccio male perché poi il nulla si impossessa di me.



 

Ciao Bellezze!! 
Scusatemiiiiii!!!! Ho prolungato di molto le mie vacanze, voi siete andate da qualche parte?
In questo capitolo abbiamo una parte del passato di JJ, povero cucciolo, a volte mi fa pena...
E che dire di come finisce questo capitolo?! Prometto che non vi farò stare molto in ansia
e che pubblicherò presto! :) Beh, come sempre, spero che vi piaccia :D

Grazie per le recensioni e per aver aggiunto la storia tra i preferiti/seguiti/ricordati.
Alla prossima, Mar!

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***



 



Capitolo 16

Apro gli occhi, tengo stretto a me il corpo di JJ. Il suo respiro è leggero e lento...

Non può succedere di nuovo, non posso perdere anche lui!

Lo scuoto con forza, le lacrime iniziano a rigare le mie guance e alcune gocce scivolano sulla sua.

Mi guardo intorno, aspettandomi di trovare la macchina a pezzi e le luci soffusi dei lampioni, ma mi ritrovo nel salone di casa. Ritorno a guardare tra le mie braccia e JJ non c'è più, mi alzo in piedi, non capendo cosa stia succedendo.

Una voce che conosco bene e che allo stesso tempo non sopporto, attira la mia attenzione. Apro lo studio di Stefan e quando ci entro, mi trovo in un cimitero.

"È a causa di Faith se Jamie è dentro quella bara. Faresti bene a stare lontano da lei se non vuoi fare la stessa fine."

La figura alla quale si rivolge è William, il suo viso è sconvolto, guarda la bionda come se non volesse credere a ciò che sta dicendo, ma alla fine annuisce e abbraccia  Sandy.

Mille emozioni mi sovrastano, le mie ginocchia cedono e ciò che sta succedendo non può essere vero. Non deve essere vero!

È un sogno, si, solo un dannatissimo sogno. Porto le mani in testa, chiudo gli occhi per poi aprirli e trovarmi nella mia stanza.

Mi alzo dal letto e corro verso la camera di JJ; la porta, come la volta scorsa, è socchiusa, entro e sul letto trovo il corpo che pochi minuti fa era tra le mie braccia.

"Basta! Svegliati Faith, SVEGLIA!!"

Riprendo coscienza, la mia mente sa che era tutto un fottuto sogno, ma il mio corpo è ancora inerme, non riesco a muoverlo, non riesco comandare i miei movimenti.

Il panico mi prende, il mio respiro che prima era regolare, ora è lento, troppo lento. Mi sembra di stare sprofondando in fondo al mare, la mia mente lotta per essere in grado di dare ordini, io lotto per svegliarmi completamente e non voler più chiudere occhio. I polmoni bruciano, anche la gola e urlo di nuovo a me stessa di svegliarmi.

I miei occhi si aprono, vedo il soffitto bianco, sento il mio torace alzarsi velocemente, il mio corpo sta chiedendo ossigeno e come se stessi salendo in superficie dal fondo degli abissi: il primo respiro che emetto è così rumoroso e alquanto teatrale che mi ritrovo JJ subito al mio fianco. 
Lo guardo, guardo quel piccolo nasino, i suoi occhi preoccupati, i suoi capelli disordinati, guardo lui e delle lacrime bagnano le mie guance. Mi metto seduta e lo abbraccio, lo tengo stretto a me per paura che il mio maledetto sogno possa avverarsi.
"Ehi, principessa, così mi soffochi!" ridacchia un po' e allento la presa senza lasciarlo.
"Stai bene?" mi chiede guardando attentamente il mio viso e togliendo i capelli dalla mia fronte mettendoli indietro. 
Non dico né si né no perché non so come sto, mi sento spaesata e anche un po' spaventata, è la prima volta che mi succede una cosa del genere.
"Domani vado insieme a te dalla dottoressa..." abbasso lo sguardo come per nascondermi dal suo: incuriosito dalla mia improvvisa decisione. 
"Va bene. Se avrai bisogno, ci sarò io." mi sorride dolcemente e questa volta è lui a tirarmi verso di lui, delicatamente.
"Tu...si, insomma, tu non te né andrai mai senza dirmi almeno addio, vero?" chiedo titubante, lui indietreggia un po' col busto e con la testa per guardarmi meglio.
"Che intendi? Te l'ho già detto una volta: io non ti lascerò." 
Mi fa ricordare ciò che mi disse davanti alla lapide di mi madre.
Queste sue parole mi confortano, so che è molto egoista da parte mia fargli dire, anzi, fargli quasi promettere tale cosa. 
Dopo minuti, credo, mi rendo conto che lui si è avvicinato a me, poco fa, prima che io mi rendessi conto di essere sul mio letto. 
"Perché eri qua?" 
Resto accoccolata tra le sue braccia, la mia testa è posata sul suo petto e sento il battito del suo cuore accelerare rispetto a qualche secondo fa. 
Sta pensando ad una risposta da darmi, conoscendolo avrà pensato di dirmi una cavolata, ma sa che avrei insistito fino a farlo parlare. Con alcune cose riesco a farlo cantare, ma chiedendogli di lui, della sua infanzia e della sua vita, JJ si chiude e non lascia entrare nemmeno sé stesso nei suoi inferi per paura di riviverli. 
"Ti stavo guardando dormire." dice di botto, quasi sussurrando. 
"Oooh." 
"Sai dire solo oooh?" scherza, ridacchia cercando delle parole da dire. Trovo inquietante guardarmi dormire e anche un po' imbarazzante. 
"Non so che dirti, forse avvertendo la tua presenza il mio inconscio ti ha sognato..." 
"Mi hai sognato?" mi interrompe, mi porto le mani sulla bocca, non voglio parlarne, almeno fino a quando non avrò affrontato tutto questa questione del sonno con la psicologa. 
"Sei diventata rossa! Cosa stavi sognando piccola pervertita?" 
Scoppio a ridere, dicendogli che il vero pervertito tra i due è lui. 
"Ammettilo che mi desideri." soffia maliziosamente vicino al mio orecchio per farsi sentire da me come se le mura potessero ascoltarlo. 
"Non sono così impaziente come te che va con le tue amiche."
Appena finisco di formulare la frase, mi pento subito di averlo detta perché lui mi lascia di colpo e si alza dal letto. Sono una stronza a ricordargli cosa ha fatto con April, ma prima o poi questo tasto dolente dovevamo toccarlo o almeno sfiorarlo. 
"Non penso che oggi sia il giorno adatto per parlarne." 
Come suo solito, decide anche lui per me senza chiedermelo. 
Si abbassa alla mia altezza da seduta sul letto e mi posa un leggero bacio sulla guancia per poi andare via senza voltarsi indietro.

°°°

"Faith, che piacere rivederti." 
Alice Tisdale, nonché mia psicologa, mi sorride con la sua solita cartellina degli appunti tra le mani. Ha fatto aspettare JJ fuori, ha detto che prima preferisce parlare con me visto che è da mesi che non vengo da lei. Mi sembrava inutile venirci, la mia vita procedeva con la stessa routine fino a quando JJ non è entrato a farne parte e, diciamo, Will si è dato una specie di svegliata anche se ha commesso lo sbaglio di mettersi con lei. 
Ma queste cose resteranno solo per me e per loro, la cara dottoressa deve solo dirmi perché il mio corpo traditore mi ha abbandonata per dei secondi che a me sono sembrati ore atroci. 
"Lo è anche per me...credo." 
Lei ridacchia, la prima volta che ci siamo viste mi ha chiesto di essere sincera con lei e io lo sono.
"Ho parlato con William, mi ha detto che i tuoi incubi sono tornati." mi guarda come per chiedere conferma ed io annuisco.
"Vuoi iniziare con il parlarmene?" 
"Non c'è niente di nuovo nei mie incubi, penso che perfino lei li sappia tutti a memoria." 
"Sempre sulla difensiva, vedo." commenta la psico, appuntando qualcosa sul suo foglio. 
"Ieri sera ho avuto un incubo...era diverso dagli altri. Voglio solo sapere una cosa." 
"Parla." mi incita a proseguire.
Le racconto di come il mio corpo si è sentito quando mi sono svegliata senza menzionare il contenuto dei miei sogni. 
"Paralisi nel sonno."
"Scusi?" domando non capendo in parte le sue parole.
"È ciò che è successo a te, Faith. È un sogno in cui stai per svegliarti, ma non puoi né muoverti né parlare. La mente si risveglia prima del corpo, quindi, per qualche secondo sei incosciente. C'è una specie di discordia tra la mente e il corpo: il cervello è attivo e cosciente e il soggetto, in questo caso tu, riesce spesso a vedere e sentire chiaramente ciò che lo circonda, nonostante il corpo permane in uno stato di riposo. E di solito, questo fatto, incute terrore e angoscia."
Cerco di analizzare quello che mi dice, ma perché questa volta, il mio incubo è sembrato così vero?
"Sono paurosi perché il cervello non riesce a distinguere sogno da realtà, quindi se hai un piccolo incubo è come se lo vivessi dal vivo, dato che sei praticamente sveglia, ma fortunatamente durano pochi secondi anche se in quel momento ti sembra che il tempo duri di più." risponde alla mia domanda silenziosa, rimango in silenziosa fissare il vuoto per secondi, forse minuti.
"Cos'hai sognato, Faith?" la sua voce è premurosa come quella di una mamma preoccupata.
"Io...niente, non ne voglio parlare. Vorrei solo sapere come fare per smettere, non voglio più vivere questi episodi." 
La donna si muove sulla sua sedia, accavalca una gamba sull'altra continuando a prendere appunti.
"È difficile aiutarti se tu non me lo permetti, di solito le cause della paralisi del sonno sono: lo stress, mancanza di riposo e sonni disturbati. So che non riesci a dormire, ma cos'è che ti turba di giorno? Come va il rapporto con tuo padre?" 
Questa donna fa troppe domande, mi alzo dalla sedia e mi volto per andare via.
"Sai che non puoi fuggire dai tuoi problemi, Faith. Hai bisogno di sfogarti con qualcuno." 
La ignoro, continuo sui miei passi e valutando le sue parole, per non avere più questi incubi, l'unica cosa da fare è dormire e qualche sonnifero piuò essere utile.

Trovo JJ guardare sullo schermo del suo cellulare, sente i miei passi e alza il capo con un sorriso.
"Jamie puoi entrare." 

La dottoressa Alice lo chiama e lui entra nella stanza dove prima c'ero io. Ora tocca ame attendere e mi spaventa il fatto che JJ possa uscire e pensare che io sia un  caso perso.
 

So che è corto come capitolo, ma non preoccupatevi, domani pubblico il prossimo.
Scusate per il solito ritardo!


 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***



 


Capitolo 17
 



POV'S William

"Perché non posso sapere cosa ti ha detto la psicologa?"

Faith è appoggiata sul bracciolo di uno dei divani, insiste da un buona mezz'ora nel chiedere a JJ di cosa ha parlato con Alice.

Il ragazzo è tutto stravaccato sulla poltrona davanti alla mia, ogni volta che mi fermo a guardarlo per trovare un motivo per non detestarlo tanto, non trovo nulla. Il suo atteggiamento altezzoso, la sua superficialità e soprattutto la continua corte che fa a Faith mi fa reprimere qualsiasi buon pensiero che cerca di farsi avanti su questo ragazzo.

"Te l'ho già detto, mi ha semplicemente fatto capire come calmarti quando lui non ci sarà." il suo sguardo si sposta su di me e anche io lo guardo. Mi sorride con furbizia e l'unica cosa da fare è ignorarlo per non seguire il gioco che tenta di portare avanti dalla prima volta che ci siamo conosciuti.

Ma un po' ragazzino mi sento dal momento in cui ho baciato Faith sapendo che lei frequenta Jamie ed io Sandy, come persona adulta e vaccinata non avrei dovuto commettere questo errore. Un errore che, però, opererei più spesso e molto volentieri.

In questi ultimi giorni la parte razionale del mio cervello è stata occultata come eclissata dalla passione, dal piacere e dalla malizia.

Rispetto Faith e nutro dei sentimenti forti nei suoi confronti, ma anche se lei non frequentasse il moccioso ed io Sandy, la relazione sarebbe, comunque, ostacolata da suo padre, dal mio lavoro e dalla mia famiglia.

"Dio Faith, sei irritante, pensi che con il fare la bambina ti dirò qualcosa? No! Ti sbagli."

Il ragazzo prende il suo telefono e se ne va, sbattendo la porta di casa.

"Credo di aver esagerato."

Almeno ammette di aver quasi fatto disperare il giovane, mi alzo anche io e prima che possa lasciare la stanza, la mano delicata di Faith si posa sul mio braccio.

"Non andare anche tu."

Forse non sono caduto tra i giochi di Jamie, ma in quelli di questa ragazza si.

Sta chiedendo l'affetto che per anni le è stato privato da parte di Stefan, ma il modo in cui lo fa può essere visto da tanti punti di vista delle persone.

"Faith..."

Devi scegliere.

È ciò che voglio dirle, ma metterle più ansia e più pressione, potrebbero danneggiare in qualche modo il suo stato d'animo.

So che dentro è fragile, ci sono delle crepe nella sua anima che cercano di incollarsi, di ricomporsi.

"Lo so, pensi che mi stia comportando da bambina, ma devo sapere. E sono anche inquieta perché tu andrai via per qualche giorno insieme a Sandy."

Mi avvicino a lei, portando le mie mani dietro la sua schiena.

"Sai che non mi piace avere il piede su due scarpe, è ciò che in questo momento sto facendo e credimi, sto andando contro i miei principi. Per quanto abbia cambiato ragazze, non mi piace illuderle. E con Sandy voglio andarci piano."

"Non riesco a seguirti..."

"Devo trovare una situazione tranquilla per lasciarla, Fatih io la sto tradendo e non penso che nessuno lo meriti!"

Il suo piccolo corpo si allontana, lasciando che l'aria fresca faccia venire dei piccoli brividi sul lato del mio di corpo in cui era appoggiata.

"Quindi tu mi stai incolpando per..." non le lascio finire la frase, sta per dire un'assurdità.

"No! Io non avrei dovuto mettermi con lei, ma..."

"Ma cosa, Will? Forse non avrai il coraggio di lasciarla e quando tornerai da Boston, mi dirai che non vuoi più avere niente a che fare con me. Perché è questa la mia paura più grande, che tu possa amare più lei di me."

Se lei ha paura, io provo terrore.

"Vale lo stesso per me, pensi che per me sia facile vedere lui ogni volta che ci prova con te? Pensi che io non sappia che sei confusa e che prima o poi dovrai scegliere?"

Sto urlando, se resto ancora qui perderò il controllo che sbiadisce poco a poco. Mi allontano con passo veloce, devo solo stare per conto mio.

°°°

Lei mi parla, ha un sorriso stampato in faccia, non vede l'ora di andare a Boston.

Proprio a lei dovevo affezionarmi? Considerare di creare una famiglia e avere una casa con lei?

Tutti i tuoi principi, William, sono stati bruciati da quando hai pensato di chiedere alla donna, che è seduta davanti a te, un appuntamento fuori dal orario di lavoro.

Niente sta andando come avevo pianificato, certo, l'amore improvviso per Faith ha cambiato tutto.

"Ehi! Ti va se restiamo qualche giorno in più?"

"Ho molto lavoro arretrato, Sandy. Mi dispiace, ma devo tornare per il giorno previsto."

Sorride ancora, annuisce e ripete che comprende, che può aiutarmi nonostante le abbia detto che da solo me la cavo.

"C'è qualcosa che non va? Sei strano oggi..."

"È tutto apposto, cosa mi stavi dicendo di tua sorella?"

Una donna alquanto deliziosa, ho avuto l'onore di conoscerla e non mi è piaciuto molto il suo sguardo inquisitorio, si vede che è forte e che non si lascia intimorire da niente e nessuno.

"Si sposa il prossimo mese e vorrei che fossi tu ad accompagnarmi, magari ci convinciamo anche noi ad organizzare il nostro."

Lega le nostre dita, bacia il dorso della mia mano e mi sento un verme schifoso perché qualsiasi risposta io le dia, non sarà compiuta e un matrimonio è lontano nella lista da fare.

Mia madre mi assilla, ma la vita è mia e non me la lascerò rovinare, so che con mia sorella non lo sta facendo, ma l'ha convinta a sposare un tizio che a malapena conosceva.

"Io non posso darti una risposta ora, sai che in qualsiasi momento Stefan potrebbe mandarmi da qualche parte."

"Già, il lavoro prima di tutto, giusto?" lascio le sue mani, sento che sta per arrivare un'altra litigata e non vorrei scappare come ho fatto con Faith qualche ora fa... Il suo sguardo è perso, se non avessi quella ragazza in testa, mi interesserei veramente a questa donna. Sarebbe perfino perfetta per le aspettative di mia madre e se lei scoprisse che Sandy esiste, in un modo o nel altro la mia felicità sarebbe messa da parte. Ma ultimamente mi chiedo cos'è la felicità? Nei miei 25 anni di vita ho sempre pensato di averla sentita, almeno una volta, sicuramente non erano i giocattoli che i miei genitori mi portavano a casa come ricompensa del loro affetto assente. Negli occhi di Jamie vedo, a volte, il me di qualche anno. 

Avevo avuto la grande idea di ribellarmi a tutti pur di avere un po' di attenzione, ma la repentina adozione della mia sorellina, più piccola di me di solo qualche anno, fece si che io rimettessi la testa apposto. Dovevo farlo per me e soprattutto per lei, chi avrebbe mai voluto che qualcuno di così piccolo e indifeso non avesse protezione, affetto o attenzione?  Dal arrivo di Amelia anche i miei genitori iniziarono a comportarsi come avrebbero dovuto fare con me, non ero geloso per quello che davano ad Amy, anzi ringraziavo quel piccolo angelo per aver riportato la mia famiglia indietro, per averla ricomposta.

"Quando conoscerò la tua famiglia? Vorrei tanto vedere Amelia." 

Come fa sempre, Sandy a volte riesce a percepire dove finisce la mia mente. Una sera, quando eravamo usciti a cena, disse che qualche volta per lei sono come un libro aperto.

Le sorrido e riesco a cavarmela con un "presto" pronunciato troppo precipitosamente. Amelia sarebbe più che contenta di conoscerla, ma la sua adorazione verso Faith è incontenibile tanto che un giorno mi disse di vederci come una bella coppia se non fosse per la differenza di età.

Faith ha sempre rifiutato, inconsapevolmente, l'amicizia di altre ragazze, forse non riusciva ad essere felice come lo erano loro o aveva timore di provare felicità per paura che poi l'oscurità si impadronisse della sua vita.

Accompagno Sandy fino alla piccola casa che condivide con una sua amica, mi invita ad entrare e accetto. Rimarrò solo per mezz'ora e poi me ne andrò, devo parlare con Faith.

"Kate ti ha chiamata per definire gli ultimi dettagli del nuovo acquisto?"

Appena le faccio la domando, la sento sbuffare. Si siede sul ciglio del letto ed io continuo a curiosare tra i suoi libri.

"Will parliamo di qualcosa che non riguardi il lavoro! Ultimamente non ti apri con me, ti sento lontano."

Cosa potrei dirti mia cara Sandy, magari che ultimamente mi sto comportando come un adolescente di 18 anni? No!

"Cime tempestose: bel libro."

"Hai letto Cime tempestose?!"

Salta dall'altra parte del letto per arrivare a me, nei suoi occhi ci sono meraviglia e stupore.

"È il libro preferito di Amelia, me ne parlava così tanto che un giorno decisi di leggerlo per accontentarla."

Spiego iniziando a sfogliare le pagine quasi consumate del edizione che Sandy conserva. Qui e là leggo frasi che non ricordavo, la trama mi è rimasta in mente, ma ho perso, col tempo, alcuni particolari che fanno un capolavoro il libro della Brontë.

"È anche il mio preferito, insieme ad Anna Karenina."

"È di Tolstoj, vero?"

Lei annuisce e prima che arrivi la domanda, parlo.

"Non l'ho letto, ma un giorno mi piacerebbe farlo."

Sul suo viso stanco, come il mio, appare un sorriso, la guardo stranito.

"Penso che andrei d'accordo con Amelia!"

Già, lo penso anche io.

"Dovrei andare, ora. Ti passo a prendere dopodomani presto per andare in aeroporto."

Le lascio un bacio sulla fronte ed esco dalla piccola casa senza girarmi indietro.

°°°

Arrivato a casa, vado in camera per vestirmi comodamente, in seguito, sentendo dei rumori dalla stanza di Faith, decido di andare a parlarle.

Busso alla porta già aperta, non vorrei farle venire uno spavento apparendo all'improvviso.

Da dietro una delle ante della specie di armadio che Faith usa come posto per non fare prendere la polvere ai suoi dischi in vinile, spunta la testa ti JJ.

"Spiacente, Faith non è in casa."

Mi informa con un sorriso sghembo, uno di quelli che non sopporto e che fa attivare il mio segnale: allontanati dalle probabili discussioni col moccioso.

"Sai dove andava?"

È quasi sera e l'unico posto dove potrebbe essere, è casa di Agata.

"Forse lontano da te."

"Vedo che hai sempre la battuta pronta."

Faccio per girarmi, ma il suo seguente commento mi blocca.

"Dico solo quello che penso, non sono un codardo che scappa senza nemmeno provare a prendere ciò che vuole."

"Dovresti pensare alle parole che vuoi dire, prima, se non vuoi che il tuo futuro sia compromesso."

Si alza da per terra, lasciando alcuni dischi sul parquet.

"Mi piace giocare col fuoco, forse non penso al futuro, ma cerco di godermi il presente."

Ascoltando le sue parole, nella mia mente ritornano gli stessi pensieri che facevo anche io anni fa.

"Tu non capisci."

Lo guardo dritto negli occhi: freddi con me e con gli altri tranne con lei. Quando lei è nella stessa stanza in cui anche lui si trova quei occhi si scaldano e luciccano.

"Cosa non riuscirei a capire? Che lei fa di tutto per avere un po' della tua fottutissima attenzione?! Oppure che soffre come una dannata ogni qual volta ti vede con quella Sandy o quando tu esci dalla porta e lei si rabbuia?!"

La sua mascella è contratta, così alterato in un certo senso alcuni lineamenti di Clarissa da lui presi si notano di più. Forse perché l'unica volta che ho avuto una chiacchiera con lei è stata solo prima che partisse insieme a Stefan. Mi ha esplicitamente ordinato di non lasciare mai soli Jamie e Faith.

"Non sono argomenti che ti riguardano."

Cerco di mettere fine a questo scambio ardente di parole, ma lui è testardo e non lascia perdere, non lo farà fino a quando non avrà Faith tutta per sé.

"Se lei è coinvolta, sì che mi riguarda. Lei non si merita quello che sta passando, non dopo tutta la merda che ha sopportato in passato."

"Pensi che non lo sappia? Di certo tu non le faciliti la vita con la tua presenza, ogni due per tre la fai piangere per qualche cazzata che combini. Pensaci, Jamie, analizza anche il tuo di comportamento."

"Non passare la palla a me ora, almeno io un sorriso sincero riesco a strapparle, almeno lei sa con chi ha a che fare quando sta con me."

Non perdere le staffe, Will, è questo che lui vuole, vuole raggiungere l'obbiettivo che si è impuntato in testa.

"Ci conosciamo da anni, non dovrebbe avere nessun dubbio su chi sono, perché io non ne ho riguardo a lei."

Sbuffa e senza delicatezza, trascina la sedia che si trova ad un angolo e la fa strillare.

"Forse ciò che provate è solo un amore immaginario, costruito nel tempo con facciate di voi stessi che nessuno dei due conosce. Sai, non penso che tu la conosca bene."

"Amore. Conosci il vero significato di quella parola, Jamie? Se tu lo avessi vissuto per una volta, capiresti almeno un po' di ciò che provo, capiresti che a volte ti vedo come una minaccia quando stai con lei."

Non arrivo al limite della mia rabbia, del perdere la pazienza, ma arrivo al limite delle mie paure e della mia debolezza.

Non lo sopporto più, con lui non c'è mai un intermedio, o diventi una furia o vuoto con l'insicurezza che riesce a farti prendere.

Questa volta decido di andarmene, lui sussurra parole, forse, pensando che io non le senta, ma che mi fanno capire la sua debolezza, che mi fanno vedere le sue paure, la paura che condivide con me e che, dietro allo stronzo che fa vedere, c'è una persona con dei sentimenti.

"Lei è l'unica luce che vedo dopo tanto tempo e ho il panico che tu me la porti via..."





Sono riuscita a pubblicare un pov's William,
non sono soddisfatta del lavoro che ho fatto. Spero che a voi piaccia! :)
Alla prossima belle!!

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***



 

Capitolo 18.



"Faith sei pronta? Ci stai mettendo tanto!"

Sbuffo per la decima volta nel giro di venti minuti, perché ho accettato di uscire con quei due!?

"Arrivo, JJ!"

Dopo aver salutato Will, stamani, JJ è venuto da me e come suo solito mi ha detto che saremmo usciti stasera insieme ad Antoine, senza chiedermelo. Non ha voluto dirmi dove saremmo andati, l'unica informazione è stata un: "Vestiti bene."

Non so perché lo sto accontentando e che indossi pure i tacchi, cosa molto insolita da parte mia.

Mi guardo per l'ultima volta allo specchio e mi meraviglio di cosa riesca a fare un po' più di trucco, un vestitino e i trampoli che a fine serata toglierò, ne sono sicura.

Loro sono al piano di sotto, scendo le scale molto lentamente, tenendomi al corrimano. Sento gli occhi di JJ e di Antoine su di me, specialmente  quelli del primo tanto che, se potessi, prenderei fuoco in questo momento, non solo per l'intensità con la quale mi guarda, ma anche per tutto il sangue che sta colorando le mie guance.

Quando sono davanti a loro, cerco di evitare i suoi occhi e mi concentro sul viso del francese che inizia a farmi i complimenti e ad elogiarmi.

"È ora di andare."

Taglia corto l'altro, prendendomi per la vita e attirandomi a lui. Sento il suo profumo e lo inspiro, mi piace troppo!

Vado insieme a JJ nella sua bella decappottabile, Antoine ci segue dietro e c'è un po' troppo silenzio tra me e Jamie.

"Scusa." borbotto, lui si gira per qualche secondo guardandomi interrogativo e poi ritorna a fare attenzione alla strada.

"Per il mio comportamento immaturo del altro giorno, non avrei dovuto insistere."

"Acqua passata." sfodera un sorriso adorabile.

Mi soffermo ad osservare il suo corpo e noto che è dimagrito parecchio, a volte salta qualche pasto a casa, credo lo faccia per evitare William, ma pensavo che poi mangiasse qualcosa.

"Dovrei essere io a fissarti, come stai facendo tu. Sei uno schianto."

"Non abituartici, comunque anche tu non sei niente male."

Ride di gusto e con una mano libera prendere la mia per stringerla affettuosamente.

"La mia principessa è tornata."

"Sono sempre stata presente, ero solo un po' arrugginita."

L'auto di Antoine ci supera e si ferma di colpo, facendo frenare Jamie con un colpo secco.

"Che cazzo gli è preso?" quasi urlo dal piccolo spavento, lo vediamo scendere dalla sua macchina e venire verso di noi.

"Devo andare a prendere Eve, vi raggiungiamo poi là. Sarà proprio come ai vecchi tempi." fa l'occhiolino verso la mia direzione e poi torna da dove era sceso.

"Che cosa avete in mente di fare?" chiedo a JJ, l'ultima volta che ho visto Eve, piangeva ed io ero in un stato confusionario.

"Lei non era inclusa nel programma." non risponde alla mia domanda, ma la presenza di Eve non gli piacerà dalla faccia e dalla voce dura che ha assunto.

Riprendiamo il nostro viaggio e minuti dopo parcheggiamo davanti ad una casa grande, non è della stessa dimensione della mia, ma riesce ad ospitare tante persone.

Ci sono ragazzi e ragazze all'entrata che parlano, alcuni ballano e altri bevono tenendo in mano i classici bicchieri rossi pieni di alcol.

E ora capisco cosa intendeva Antoine per vecchi tempi.

Seguo JJ al suo fianco e intravedo facce già viste, alcuni di loro si avvicinano e iniziano a bisbigliare, altre ci sorridono e altre, infine, ci salutano.

"Oddio guarda chi abbiamo l'onore di ospitare oggi, Logan."

Un ragazzo poco più alto di me si avvicina a noi con un sorriso grande insieme ad un altro tipo, dal colore degli occhi e dalla forma dei loro visi, devono essere fratelli.

"JJ e la dolce Faith, è bello vedervi tornare dai vecchi amici." ci saluta Logan.

Amici? Scavo nella mia piccola testa, ho scacciato via dalla mia mente episodi della mia vita e ora mi tocca riprenderli.

"Dov'è la tua bella amica francesina? Eravate inseparabili." mi chiede il primo ragazzo, fratello di Logan, gli sorrido forzatamente. Il suo unico interesse sarà portarsela al letto.

"Tyler vedo che non dimentichi le tue scopate." commenta JJ avvicinandosi di più a me e dando una pacca ad ognuno di loro due.

Logan e Tyler Wilson: ragazzi conosciuti al campeggio e così chiamati amici per le feste. Piccoli flashback tornano, serate e feste notturne fatte insieme a loro. Tra i due il più simpatico è stato Logan, non l'ho mai conosciuto veramente, ma sopportavo più lui del fratello che ogni secondo ci provava sempre con una diversa dall'altra.

"Tu sei Faith Hamilton?!" mi chiede sorpresa una ragazza mezza nuda, porta solo un top troppo corto e dei pantaloncini che sembrano degli slip.

"Ehm si." rispondo un po' imbarazzata, lei mi sorride e mi abbraccia.

"Pensavo non ti saresti più fatta viva tra noi comuni mortali, ti ricordi di me?! Jessica! Tua compagna di banco nei pochi corsi che condividevamo e anche tua allieva!"

L'ultima parola che usa mi fa venire i brividi, perché JJ mi ha portata qui? Mi guardo intorno alla ricerca di quel deficiente, non può lasciarmi qui da sola mentre lui va a divertirsi.

"Le ragazze ed io abbiamo visto che sei arrivata con JJ."

La frase potrebbe essere ambigua, ma dai suoi occhi e dal sorrisetto che ha fatto, pronunciando il nome del ragazzo,  intendeva altro. Ma mi dispiace per te cara,  perché JJ non te lo presento e anche perché non intendo rimanere ancora in questo posto.

"Chi sono le altre ragazze?" chiedo curiosa, lei mi prende per braccetto e mi porta in un'altra stanza dove ritrovo JJ, Tyler e Logan.

Una bionda, vestita quasi come Jessica, è appiccicata a JJ, la mano della ragazza accarezza con fare provocatorio il braccio tonico di lui.

"Chi è quella?"

La mia cosiddetta ex allieva risponde con cautela, non pensavo di riuscire a spaventare un persona con la mia voce fredda.

"Lei è Monica, è nuova qui, ma da quando ha sentito parlare di te e di JJ sta sempre dovunque andiamo. Nessuno le dice che è un peso perché se la fa con Tyler."

Annuisco e, non so da dove arrivi, assumo un'alta quantità di sicurezza e vado verso di loro come una leonessa per fare capire a quella sanguisuga che JJ non si tocca.

I due non si accorgono di me, ma alcune facce a me conosciute, ragazze come Jessica, mi guardano meravigliate e con uno strano ghigno.

"Dove ti eri nascosta, Faith? Guarda quanta bellezza volevi privarci."

Logan si avvicina a me, volgendo con un braccio il mio corpo e trovandomi il suo viso troppo vicino al mio, con un dito scorre la mia cute arrivando alle labbra.

Allontano la mia testa di qualche centimetro e gli sorrido.

"Queste smancerie non attaccano con me, per ottenere qualcosa, dovrai impegnati di più."

Cerco lo sguardo di JJ e quando lo trovo sono quasi di ghiaccio. Moira, o come cavolo si chiami quella, non gli sta più addosso, è tra le braccia di Tyler e capisco dal modo in cui mi guarda, di non piacerle. Forse lo sarei anche io se qualcuno arrivasse e attirasse l'attenzione. Lei è abituata ad essere la più desiderata, ma se devo tirare fuori la vecchia Faith per farle capire che una volta ero io quella ad avere di più, non mi farò problemi soprattutto se cerca di avvicinarsi di nuovo a Jamie.

"Tranquilla, stellina, arriverai a fine serata che mi chiederai di fare altro." Logan è così sicuro di se stesso, sorrido un po' per il suo potere da maschio dominante stringendo di più la presa su di me e anche perché in questo ragazzo non è rimasto niente del Logan che una volta evitava di trattarmi come gli altri ragazzi, desiderosi di portarmi al letto e basta.

"Sogna, Logan. Sarai tu a venire a pregarmi, ma ti avverto già da ora che non ti darò niente."

Chiedo a JJ con gli occhi di intervenire, mi sto stancando di stare al centro dell'attenzione. Le ragazze continuano a guardarmi con quel ghigno strano, come se avessero ritrovato qualcosa di perso durante il tempo.

"Andiamo a prendere da bere, princip...Faith. Siamo qui da quasi dieci minuti e questi idioti non ci hanno ancora offerto niente."

Mi tolgo di dosso le mani schifose di Logan e seguo JJ in cucina. Non c'è quasi nessuno, solo tre/quattro persone che sono in tutto un altro mondo.

"Si può sapere perché siamo qui?"

Lo assalgo con voce bassa, ma abbastanza forte da farmi sentire solo da lui dal sottofondo rumoroso della musica che c'è.

"Andiamo, principessa, rilassati! Hai bisogno di distrarti un po', per una sera sii la ragazza spensierata che eri un tempo."

Ora mi chiama principessa?! Prima si è fermata a metà parola e, poi, perché vuole che torni ad essere la persona dalla quale mi sono allontanata?

"JJ...spero che non sia qualche tua idea malsana."

Mi appoggio sul tavolo, chiudo gli occhi e inspiro, devo solo divertirmi, senza esagerare e non ubriacarmi.

"Tieni."

La mano di JJ mi porge un bicchiere pieno di alcol, lo prendo e ne bevo un sorso. Torniamo dagli altri e inizio a parlare con Jessica, inizia a raccontarmi delle sue avventure e che usa ancora le tattiche insegnatole da me.

"Senti, Jess, io non sono qui per riavere tutto quello che ho lasciato, ma quella Moira deve stare attenta perché gli sguardi omicidi che mi lancia, non mi piacciono per niente. Se vuoi puoi anche dirglielo."

"Si chiama Monica e sarei felicissima se tu riprendessi il posto che hai lasciato!"

Si alza in piedi ed esalta.

"No...hai capito mal-"

Non mi lascia finire di parlare che mi trascina dalle altre ragazze e avvisa loro del mio rientro nel gruppo.

Poi tutto succede troppo in fretta, birra, vodka, rum e altro bruciano la mia gola. Ragazze che avevo appena ricordato iniziano a parlarmi e a chiedere consigli, altre scherzano e mi trascinano sulla pista dove alcuni ragazzi ballano scatenati.

E, di nuovo, mi trovo in un mondo in cui tutto gira troppo velocemente, nel quale l'esistenza del tempo non sembra reale, ma l'unica cosa a cui dai, solo e unicamente, importanza è divertirti in qualsiasi modo, non sano, ma nocivo.

Non ti rendi conto del male che fai a te stesso fino a quando non ne esci fuori e pensi a tutte le cazzate che hai combinato, che tra spinelli e alcol a volontà puoi rischiare il dono più prezioso che ci sia stato mai donato: la vita. E ora io ci sto ricadendo, perché ne ho bisogno per dimenticare, sarà solo per qualche ora e poi le mie ansie e le mie preoccupazioni torneranno a tormentarmi.

"Come sta procedendo la serata?"

Le mani di JJ si posano sulle mie spalle, appoggio la testa sul suo petto e mi sento sicura, un po' disconnessa, ma con un più stabilità per averlo affianco a me.

"Dov'eri?" gli chiedo, dimenticandomi di rispondere alla sua domanda, lui mi stringe di più ed io mugolo di piacere, sono così ridicola. Sento il suo sorriso e un bacio sulla mascella.

"In giro a riallacciare i rapporti."

"Anche con le tipe che ti facevi? Quella Moira non smette di guardarti, sembra pronta a saltarti addosso da un momento al altro."

Lui mi gira e mi fa appoggiare sul muro, con due dita sul mio mento, alza la mia testa per guardarlo e dopo ore senza il suo sguardo sicuro, adesso è la cosa più bella che abbia visto in tutta la serata.

"Quel che sento è gelosia?"

Mi mordo il labbro inferiore, lui posa l'altro braccio sul piano stabile dietro di me per avvicinare il suo corpo al mio.

"Volevo divertirmi con te, non con loro e poi, no, non sono gelosa."

Nego, ma il rossore che sono sicura appare sulle mie gote mi tradiscono.

"Ora sono tutto tuo, principessa."

La sua voce è roca, i suoi occhi per secondi fissano i miei creando un'elettricità da farmi tremare, secondi dopo si concentra sulle mie labbra. La voglia di baciarlo cresce poco a poco, anche dopo aver bevuto tanto, il mio lato razionale riesce a collegare che se succede, molte cose cambierebbero perché non sarebbe uno di quei baci finti che ci univano prima, sarebbe un bacio voluto, un bacio desiderato da entrambi e nessun piano strategico sarà in mezzo.

"Vieni, balla con me. Divertiti con me."

Mi lascia allibita, pensavo lo facesse.Non so se è un modo per farmela pagare o se mi sta torturando, in questo momento bramo la sua bocca come un drogato in astinenza.

La musica trasmessa fa in modo che le persone che ballano siano molto vicine, JJ si muove, le sue mani accarezzano la mia schiena fino ad arrivare alla mia vita. Piccoli formicoli mi attraversano il corpo, sono un po' rigida nei miei moventi, ballare non è mai stato il mio forte.

"Lasciati andare." sussurra vicino al mio orecchio, chiudo gli occhi e poco a poco inizio a percepire la musica penetrarmi in testa e facendo in modo di rilassarmi.

Muovo il bacino, mi avvicino a lui, creiamo la nostra danza passionale, dispettosa, appetitosa e un po' masochista. Andando di questo passo credo che sarò io a saltargli addosso e non la tal Moira.

"Voglio conoscerti."

"Mi conosci già, principessa."

Ci allontaniamo e ci sediamo su uno dei divani, mi fa accomodare sulle sue gambe.

"C'è un casino nella mia testa, ma in questo momento ho bisogno di sapere cosa sono io per te, JJ. Se devo fidarmi di te, completamente, con corpo e anima, devo almeno assicurare la mia mente instabile che tu non giocherai con me. Il mio cuore è diviso in due e per essere tua o sua, ho bisogno di sicurezze. Ho paura di essere lasciata sola nel buco del mio dolore, tu consci i lati scuri della mia ancora breve e misera vita, la parte incasinata, quella dove ora sto inciampando di nuovo."

"Potrei donarti ad occhi chiusi tutto me stesso, Faith, ma...ho paura, già, ho una fottuta paura che tu mi lasci senza un briciolo di amore. Mi sono aggrappato, in passato, a persone che mi hanno lasciato in balia del mio destino e se tu lo facessi...per me sarebbe come morire lentamente."

Non mi ha mai parlato in questo modo, tutto intorno a noi sembra fermo, esistiamo solo noi due a fissarci, a guardarci e contemplarci come se il mondo dovesse finire domani. Mille parole scorrono con questi sguardi, c'è un fuoco strano dentro di me, le fiamme giocano tra di loro, sono alte e sembra che il respiro si arresti. I battiti che sento sul suo petto, fanno accelerare anche i miei. Riuscirò a non baciarlo? 

Tutto di lui, i suoi occhi che possono vedere la mia anima in questo momento, portandomi in un'altra dimensione, la fisica e la chimica creatasi, il suo corpo e le cose che ho assunto, non aiutano il mio controllo, tutto è così intenso, saldo, ardente. 

Porto le braccia intorno al suo collo e nascondo il mio viso su di esso, penso che avergli aperto in parte il mio cuore sia già un gran passo, vale lo stesso anche per lui, reprimo con affanno il fremito di baciarlo. 

Questa serata mi ha portata indietro nel tempo e in un certo senso mi ha anche portata a sperare in un futuro un po' più sicuro, possiamo lavorare su quello che abbiamo, potrei aiutarlo a superare le barriere e le tenebre che impediscono a lui di esporsi, non che questo JJ non mi piaccia, ma se non riesco ad aggiustare me stessa, potrei aggiustare lui.

 °°°

"Stellina, che fai qui tutta sola?"

Logan si siede affianco a me, Jessica ed altre persone si siedono sui braccioli del divano o per terra. JJ è andato a prendermi dell'acqua, non abbiamo più parlato di noi, abbiamo solo commentato e parlato con alcuni suoi amici.

"Ragazzi mi sto annoiando, facciamo qualcosa di divertente!" si lamenta Moira.

"Che ne dite al gioco della bottiglia?" propone Tyler alla mia destra con un sorriso furbo e lanciando un occhiolino al fratello, il quale accetta e lo fanno anche gli altri.

Prima di prendere posto per terra, JJ arriva con l'acqua suppongo, vede tutti già accomodati e prima che chieda cosa stia succedendo, Moira, la sanguisuga, lo prende per mano e lo fa sedere affianco a lei.

La fulmino con lo sguardo e mi siedo tra Tyler e Logan, ci sono anche altri ragazzi che non conosco.

"Inizio io, sapete già come funziona il gioco."

Logan gira la bottiglia, essa compie quasi quattro giri fermandosi su Moira. Lei si lecca le labbra e gattonando con fare sexy raggiunge il ragazzo.

Fisso davanti a me per evitare di vomitare proprio lì sul posto e noto che JJ sta passando il bicchiere che aveva in mano a Jess, lei annuisce al interscambio di parole che hanno avuto e che io mi sono persa. La ragazza mi porge l'oggetto, allungandosi per riuscire a consegnarmelo. Guardo JJ e con le labbra mima: "Bevila tutta."

Faccio ciò che mi dice e il sollievo di sentire l'acqua fresca che passa sulla gola è bello.

"Tocca a te, Faith."

Guardo Logan, le sue labbra sono rosse e un po' gonfie a causa del bacio spinto e rude che si è dato con la sanguisuga.

Allungo il braccio e faccio girare la bottiglia. Gira, gira, gira e il becco inizia a rallentare verso Jessica, poi verso due tizi sconosciuti e infine Tyler.

La prima persona a cui rivolgo lo sguardo è a quello del ragazzo quasi di fronte a me, ha i muscoli facciali contratti e i suoi occhi chiari iniziano a diventare un po' scuri, l'unica volta in cui quei bei occhi sono diventati estranei a me è stato al ristorante, quando abbiamo saputo della relazione dei nostri genitori e lui aveva perso il controllo. Avevo paura che quel lato oscuro prendesse il controllo di lui, ma sono riuscita a farlo tornare...da me.

Tyler dice qualcosa, non capisco bene cosa, ma mi fa girare verso di lui facendo perdere il contatto visivo che avevo stabilito con JJ. Il ragazzo scelto dalla bottiglia inizia ad avvicinarsi, lo guardo e ogni centimetro del suo viso mi da il volta stomaco. Non avrei mai voluto baciarlo, non l'ho fatto neanche per sbaglio nei miei brutti sogni, così per dire, e ora le sue labbra secche sono così vicine, quasi a sfiorare le mie.

Chiudo gli occhi e spero tanto che succeda qualsiasi cosa per evitare di avere qualunque tipo di contatto con Tyler.

Fermalo, ti prego!


 

Ciao belle fanciulle! 
Che bello, sono riuscita ad aggiornare presto!  :3
Che dire, questo capitolo l'ho adorato mentre lo scrivevo e l'ho adorato anche
quando l'ho letto!! :) Spero che anche voi l'ho adoriate!
Volevo pubblicare oggi per augurarvi un buon rientro a scuola,
io non sono ancora pronta a mettere piede nella mia :((
Ah, scusate per il finale molto in suspense. Mi volete ancora bene, vero? :3
Boh, alla prossima donzelle! 
Ritorno a guardare Hunger Games *-* 


 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19


Fermalo, ti prego!

Mi aspettavo le sue mani forti allontanarmi da Tyler, mettermi dietro al suo corpo possente per impedire al ragazzo di baciarmi, ma niente. JJ non ha fatto niente per impedire il contatto disgustoso con le labbra di Tyler, le mani di quest'ultimo cercano di avvicinare di più il suo corpo al mio, picchietta con la lingua in cerca di un passaggio ma non lo lascio passare. Apro gli occhi con ancora lui attaccato come una cozza e guardo con la coda del occhio verso Jamie. Moira gli è salita sulle gambe e sembra che lo stia baciando, le sue dita accarezzano i capelli morbidi del ragazzo che poco fa aveva ammesso di tenerci a me ed ora mi sembra che le sue parole non siano state sincere.

Decido di ricambiare il bacio moscio con Tyler ottenendo la risata di Logan e urla acute da parte di Jess e altre ragazze.

Dopo un po' mi stacco da Tyler, mi guardo intorno aspettando di incontrare gli occhi di JJ ma di lui non c'è traccia. Gli altri ridono, mi parlano, sento perfino le sottili braccia di Jessica avvolgermi in un rapido abbraccio, ma niente mi arriva chiaramente nei sensi, la mia testa sembra ovattata. Mi alzo in piedi, non per andare a cercarlo, non voglio vederlo, mi allontano da tutti e da tutto, salgo le scale ed entro in una delle tante stanze vuote, forse è quella degli ospiti. Un letto matrimoniale è posto in mezzo e molti mobili fanno della camera molto accogliente.

Mi siedo sul bordo del letto, tolgo le scarpe, non le sopporto più, non sopporto più nient'altro.

Forse ho sperato in cose che non sarebbero mai arrivate, solo poche ore fa mi sentivo sia in paradiso che nell'Inferno tra le sue braccia, sapevo che non dovevo lasciarmi andare. O, forse, semplicemente, sono abituata ad essere alimentata dal dolore che in qualsiasi momento vado a cercarlo, è uno dei sentimenti che mi fa sentire, in un certo senso, a casa. Pochi sono i momenti in cui sono stata veramente felice, e quei momenti sono stati subito sostituiti dal male, improvvisamente, come un attacco di cuore; questo mondo tutto grigio senza colori mi tiene imprigionata e qualcosa di più oscuro tiene schiavo ad esso JJ.

Sarà da masochiste, ma non ho il coraggio di scappare da tutto questo perché senza ciò non mi rimane niente.

La porta si apre, alzo la testa e lo vedo in tutta la sua bellezza, gli occhi un po' rossi, i capelli spettinati, la maglia, che aderisce bene al suo torace portando ad immaginare cose poco caste da fare con lui, è un po' bagnata.

"Ti ho cercata dappertutto."

Viene verso di me con molta calma anche se il suo sguardo mi osserva impaziente, come se avesse bisogno di me per calmarsi. Quante idiozie pensa la mia testa, JJ non ha mai avuto veramente bisogno di qualcuno e pensare che ora possa averne è da stupidi.

"Sei stato tu ad andartene." glielo ricordo senza muovermi di un centimetro, ogni volta che lo vedo, qualcosa a cui non ho dato importanza precedentemente ora fa si che dentro di me del fuoco leggero si scateni, come se fosse all'inizio di un incendio dal quale dovrei scappare.

"Non potevo rimanere lì." sembra voglia dire altro, ma rimane muto. Cerco di scrutare qualcosa che possa servirmi per decifrarlo in quella maschera che ha assunto,ma è ineleggibile.

"Già... avevi di meglio da fare con Moira." parlo senza controllo prima che possa accorgermene.

"Non mi sembrava che tu ti stessi annoiando, Tyler non fa altro che parlare del bacio che gli hai dato. Pensavo volessi dimenticarti della vecchia Faith."

"Cosa vorresti insinuare? In passato ho fatto molte cazzate, ma non l'ho mai data al primo che capitava." scatto in piedi, ricevere da lui, anche se indirettamente, certe insinuazioni sono dolorose.

"Ehi, calmati, non intendevo quello..." le sue mani grandi si posano sulle mie spalle, sfiorando ciocche ormai un po' disfatte dei miei capelli.

"Perché sei qui? Potevi benissimo restartene di sotto, non ho bisogno della tua compagnia."

E invece si, ho tanto bisogno di lui.

"Ho tante altre persone che vorrei qui al mio fianco." termino la frase cercando di togliere le sue mani per non cercare di guardarlo dritto negli occhi perché se lo faccio cadrei ai suoi piedi.

"Oh ma sono sicuro che loro non sappiano come comportarsi con te, Principessa."

"Perché non lo hai fermato?"

Guardo dietro di lui, evito il suo sguardo inquisitorio, ci provo, ma lui non lo permette posando le grandi mani sul mio volto, tenendomi ferma e catturando i miei occhi nei suoi.

"Volevi che facessi quello?"

Annuisco, imbarazzata all'inizio e poi un po' arrabbiata. Lui doveva accorgersene, doveva capire.

"Hai preferito andare via..."

"Dovevo."

Tolgo le sue mani da me, mi sto stufando di questa sua risposta, cosa vuol dire "Dovevo."? Faccio avanti e indietro nella stanza, devo fare in modo di dissolvere la mia rabbia.

"Dovevi?! Sai dirmi solo quello?" alzo la voce, anche se cerco di controllarmi. Si passa le mani tra i capelli biondi, un po' lunghi, credo stia lottando dentro di sé se parlare o no. Vorrei che lo facesse, di nuovo. Voglio vedere quei occhi chiari splendere di sincerità.

"Tu non capiresti, anche se prima ti ho detto un po' di cose, non lo faresti."

"Se non me lo dici, ovvio che non capisco! Parla, JJ!"

Lo guardo, in attesa, si tortura il labbro inferiore con i denti, ora è lui a fare avanti e indietro facendo risuonare i suoi passi pesanti in tutta la stanza. Ci siamo dimenticati del resto delle persone fuori da questa camera, ci siamo dimenticati di Moira e Tyler, i quali sono dei piccoli e inutili problemi confronto a quelli che abbiamo avuto e a quelli che sicuramente avremo, perché vivere con lui, Jamie, non sarà mai tranquillo, ci sarà sempre qualcosa che uscirà fuori e manderà all'aria l'equilibrio che cerco di stabilire.

"Bene, ho capito."

Prendo le mie scarpe da per terra ed esco dalla stanza, corro, non voglio che mi raggiunga. Per oggi ne ho avuto abbastanza, mi sono rifiutata di guardarlo in faccia prima di scappare. Se lo avessi fatto sarei rimasta e come sempre lui l'avrebbe avuta vinta, io avrei lasciato perdere e lui non avrebbe parlato.

"Ehi, Jess. Mi accompagneresti a casa?"

La ragazza, un po' brilla, accetta, credo sia l'unica ancora capace a finire delle frasi che abbiano senso e che i suoi pensieri siano logici.

"Certo!"

POV'S JJ

Fanculo a Tyler e ad Antoine che mi ha convinto di portare Faith in questa cazzo di festa per dimostrare a quel imbecille di William che non la conosce veramente. Non volevo dimostrarlo a lui, ma a me, non il fatto di conoscerla, ma quello che lui la conosce bene e forse meglio di me.

Sono rimasto solo in quella stanza come un imbecille, ho provato a rincorrerla, ma era ormai andata via con Jessica. Spero solo che sia arrivata bene a casa, se dovessi andare da lei dovrei spiegarle tutto. Quel tutto che non riesco ancora ad accettare di mio e che credo a stento di essere caduto nella trappola di Cupido, di nuovo dopo aver giurato che nessun altra ragazza avrebbe provato a dare calore alla mia anima rovinata. Per quanto abbia provato a rifiutarmi di provare amore per Faith, ogni volta che lei è nel raggio di pochi metri, mi comporto come un coglione.

Ogni volta che qualcuno ha provato ad avvicinarsi a me, finiva sempre per allontanarsi ferita e pentendosi di avermi conosciuto.

Lei è l'unica che non voglio vada via, idiota come sono non ho semplicemente giocato al gioco che lei stessa mi aveva proposto. Ora mi trovo più fottuto che mai, non la voglio perdere, ma è ciò che oggi ho fatto, che ho appena fatto non rispondendole.

"Ehi bel fusto, dov'eri finito?"

Monica si avvicina, a quanto pare Tyler non è nei dintorni sennò la terrebbe stretta a lui. Per farlo incazzare e per riprendermi una rivincita sorrido languido alla ragazza, lui ha toccato la mia Faith. La prendo e la porto in bagno, un servizietto sarà capace di farlo. Tempo fa facevamo delle gare, tutto era concentrato a chi sarebbe stato il migliore, a chi sarebbe riuscito a portarsi al letto la tipa più figa della serata. Era divertente, mi piaceva e mi piace ancora come quelle ragazze con gli ormoni a mille mi guardano con gli occhi accesi di desiderio, così come ora Monica mi guarda.

Le sue mani, non morbide come quelle di Faith, mi accarezzano, vanno su e giù sul mio petto. Le sue labbra si avvicinano sulle mie labbra, ma evito il suo bacio, lei allora decide di dedicarsi sul mio collo, morde e succhia. Dovrei avere dei sensi di piacere, il mio amico sotto a questo punto dovrebbe svegliarsi e volere che le labbra sporche di questa ragazza passino lì sotto, ma non succede un emerito cazzo. Porto la sua mano sul cavallo dei miei jeans, lei massaggia e mordicchia il lobo del mio orecchio, ma niente! Dio vorrei ci fosse qualcun'altra al suo posto, mi immagino quei suoi occhi turchesi brillare mentre mi tocca, non resisterei e mi avventerei subito su di lei per farla mia in tutti i modi possibili. Mi immagino il suo corpo candido sotto di me, le sue belle curve che vengono segnate dalle mie labbra e dai miei denti, non la lascerei più andare. Quel idiota di William se la sognerebbe solo, anzi neanche quello perché non se la merita, non merita niente di lei, le ha solo fatto versare lacrime su lacrime.

Nel frattempo Monica si è inginocchiata davanti a me, inizia il suo schema, su e giù, e alla fine arrivo al culmine immaginandomi Faith al suo posto. Mi pulisco e mi lavo le mani per tornare alla festa lasciando Monica in bagno, continuava a parlottare su cose del tipo che non voleva più Tyler e robe varie.

Trovo Logan parlare con Antoine ed Eve flirtare con Tyler, vorrei vedere la faccia di quest'ultimo quando scoprirà che la sua Monica mi ha fatto un pompino. Saluto il gruppetto, parliamo di idiozie per poi spostarci fuori nel giardino a fumare e bere.

"...Faith è ancora qui?"

Eve parlava e parlava, ma non l'ascoltavo, mi sono isolato e rilassato, ma appena sento il nome della persona che ho messo in un angolino per un po' mi riprendo.

"No."

"È arrabbiata con me, vero? Io lo sapevo che non dovevo venire..."

"Stai un po' zitta, non le frega niente di te, è solo andata perché lo voleva e basta."

È andata via a causa mia, ma non c'è bisogno che lo sappia. Mi allontano e poi la vista inizia a diventare un po' sfocata...

°°°

Dei rumori fortissimi mi svegliano causandomi un martellante mal di testa. Porto le mani a stringermi il capo, sento i miei capelli umidi, mi sento uno straccio. Dove sono? Non mi ricordo niente..

"Finalmente sei sveglio."

Quella voce, la voce di mio padre mi fa stare sul attenti, in pochi secondi sono in piedi davanti a lui. È vestito come al solito, tutto in tiro, pronto per andare al lavoro. In mano ha una tazza di caffè che sorseggia mentre aspetta che gli parli. Lo guardo interrogativo e scombussolato, che ho combinato ieri sera per finire sul divano di questo uomo?

"Non ho tempo per aspettare, ti chiedo solo di non essere troppo scorbutico con Daisy."

Si gira, sparisce per qualche secondo e poi ritorna con il suo ventiquattro ore in mano, i suoi occhi sono severi, l'ultima volta che ci siamo visti ho praticamente fatto piangere la sua amata Daisy, quella vuole solo i suoi soldi, non le interessa niente di lui.

"Non preoccuparti, non penso di restare un minuto di più qui."

Lo supero, da una delle stanze sento i passi della donna, i suoi dannati tacchi sono insopportabili.

"Non sparire come tuo solito, dobbiamo parlare. Non avrei mai pensato di venire chiamato dalla polizia per andare a prendere mio figlio."

"Solo ora ti ricordi di avere un figlio? Se sono i soldi che hai speso a preoccuparti, tranquillo che te li restituisco."

Lo sorpasso e sentendo ancora le sue proteste sul mio comportamento sbatto la porta dietro di me. Si ricorda di avere un figlio solo quando combino qualcosa, non gli è mai importato niente né di me né di Adam, il suo unico pensiero è sempre stato il lavoro.

Devo scoprire come sono finito qua, ma prima devo togliermi di dosso questi vestiti, puzzano di fumo e alcol. Faccio mente locale su tutto quello che ho fatto, scene poco chiare mi appaiono, ma difficile da metterli insieme. Era da tanto tempo che non mi riducevo in questo stato e non è la prima volta che mi caccio in qualche casino, mia madre veniva sempre a salvarmi il culo.

Arrivo davanti a casa Hamilton, fuori è tutto tranquillo, ma quando entro sento la voce di Faith e quella di una donna, dei bambini sbucano fuori all'improvviso, mi guardano dalla testa ai piedi per poi correre in salone dalle due donne. Per qualche secondo c'è solo silenzio, poi i passi leggeri di Faith mi raggiungono e la vedo bella e luminosa come il sole. All'inizio la sua espressione è dura e cerca di fare l'arrabbiata, ma poi cambia in scioccata. Con l'indice appunta la mia faccia e le scappa anche un sorriso mentre parla.

"Oddio, JJ, cosa ti sei fatto?" La guardo interrogativo, mi tasto il viso e sento il freddo di un piccolo oggetto di metallo sul naso nella parete destra, mi incammino in bagno con dietro Faith e appena mi vedo allo specchio scopro un piercing. Guardo il riflesso e trovo uno schifo davanti a me, confronto a lei sono un barbone accolto per pena in questa casa. Mi giro a guardarla e le sue dita curiose accarezzano l'oggetto, da lì passa a tirare su i miei capelli e mi guarda con un filo di rimprovero.

"Come mai hai deciso di bucarti il naso? Chissà cos'altro hai fatto..."

"Se vuoi scoprirlo puoi accompagnarmi sotto la doccia ad ispezionare il mio corpo." mi avvicino a lei, portando le mie mani sul suo fondo schiena per farla scontrare delicatamente su di me. Il suo profumo risveglia i miei sensi, ieri ho avuto più di un'occasione per baciarla.

"Giù le mani, Jamie, se non vuoi avere le impronta delle mie dita sul tuo bel faccino oltre a quel coso." si allontana da me, prendendo con forza i miei polsi e spingerli via, la sua voce da divertita è diventata piatta, ma cosa potevo aspettarmi dopo ieri? Che mi accogliesse a braccia aperte e si dimenticasse di tutto?

Sotto il getto della doccia la mia testa inizia a riprendere coscienza delle stronzate che ho combinato la sera precedente con Monica, Logan, Tyler, Antoine. Tutto va a rallentatore, se lei fosse rimasta non avrei tutto questo casino nella mia dannata testa, ma è stata colpa mia, è solo colpa mia se lo ha fatto ed ora cerca di evitare ogni piccolo contatto con la mia pelle.

°°°

"Stai scherzando, vero?"

Lei e i due bambini di prima mi guardano, sono già pronti per uscire ed io sono stato incluso nel loro programma inconsapevolmente.

"Ho detto alla signora Fletcher che ci saremo presi cura di questi due mostriciattoli." indica i due mocciosi e sorrido per il modo in cui li ha chiamati. Il che mi conforta nel sapere che la mia Principessa è ancora qui e che nessuno abbia preso possesso del suo corpo.

"In pratica mi stai dicendo che io dovrei regalare un po' del mio prezioso tempo a questi due poppanti."

"Ehi! Per vostra info questi due poppanti ci sentono, non siamo sordi!"

Faith sbuffa, spazientita. Quella vecchia non poteva portare questi cosi con sé?

Purtroppo nella mia macchina non ci stiamo e dobbiamo chiamare un taxi, mi chiedo perché i loro genitori li abbiano lasciati con la vecchia sapendo che lei non sarebbe re stata in grado di gestirli. Mi siedo davanti, lasciando Faith con i due dietro, sento tutto quello che dicono quelle bestiole.

"Voi due state insieme?" domanda la ragazzina alla mia principessa.

"Che domande fai, Ariel, la nonna ha detto che sono fratelli!"

La bambina viene rimproverata dal fratello. Inizio ad agitarmi, nessuno dei due sa cosa siamo ed io mi rifiuto di essere suo fratello, nessun tipo di documento o altro dovrà decidere per me, tanto meno Clarissa.

"Lui non è niente per me." risponde secca la ragazza, è ancora arrabbiata, ma queste sue parole smuovono cose dentro di me. La strana luce che ieri ci aveva avvolti e che aveva contenuto amore e verità per un po', è stata smontata dall'oscurità che tormenta la mia vita. Nessun tipo di amore, nessun fuoco, nessuna luce riuscirà a salvarmi.

La voglio e sicuramente la vorrò ancora, ma in un modo egoista, non sono la medicina giusta delle sue ferite, sono l'acido che le buchera più a fondo.

 




Mie lettrici avete tutto il dirittto di odiarmi.
So di essere sparita per un lungo tempo, spero di non farlo più,
ma non vi assicuro nada. Una cosa è sicura però, o sabato
o domenicapubblico il prossimo capitolo. :)  
Ora passiamo al nostro capitolo! I nostri due protagonisti stanno 
facendo dei grandi passi. Non mi sono dimenticata di Will, presto anche
lui farà la sua comparsa a scombussolare tutto e non sarà l'unico ;)
Sapremo di più anche del papà di Jamie e del fratello Adam.
Fatemi sapere come vi è sembrato questo capitolo, spero di non essere 
stata troppo volgare o esplicita nel descrivere la scena del nostro JJ in bagno.
Con questo vi lascio, alla prossima!! :)

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Tornare a casa dopo essermi sforzata ad essere gentile con quei due mostriciattoli e allo stesso tempo cercare di essere indifferente davanti a JJ è stato terribilmente stressante.

Rabbia, stanchezza, tristezza e...cazzo non lo so, percorrevano il mio corpo, l'unica cosa che volevo fare era restituire i gemelli alla vecchia e insopportabile signora Fletcher. E, nonostante le abbia fatto il favore di distrarre e lasciarla libera da quelle formiche, lei ha avuto da brontolare. Tra scambi di parole con la sua nipotina, ho scoperto che l'argomento preferito di quella vecchia e della sua cerchia di beffane sono i problemi della mia decadente famiglia.

E per finire in bellezza, entrata dentro casa, ero pronta a parlare con JJ, dovevamo chiarire almeno cercare di parlare civilmente, dico per me perché avevo i nervi saldi e mi sarei messa ad urlare subito, ma una bella sorpresa mi aspettava nel immacolato salone. Non era più in disordine come JJ ed io l'avevamo lasciato, ma, potrei dire che luccicava.

Ad ogni passo che facevo mi chiedevo com'era diventato così e quando ho visto i visi di Clarissa e William ho avuto il quadro dei miei sospetti ben chiari.

Come un'idiota sono rimasta a guardarli con la bocca aperta, sì, letteralmente. Guardavo negli occhi uno e poi l'altro e di nuovo la stessa cosa. Dire che ero sorpresa di vederli era ovvio, William, solo lui, doveva tornare domani e Clarissa doveva continuare il suo strambo viaggio insieme a mio padre.

Ora mentre cammino lentamente, strisciando i piedi sul pavimento, dopo una rapida e veloce doccia, sto tornando di sotto a sentire quello che ha da dire Clarissa.

"Ti avevo solo chiesto di tenerli d'occhio e vengo a sapere che loro due si frequentano."

"Sono grandi, sono liberi di fare quello che vogliono."

"No, non possono rovinare quello che ho in servo per loro, per il futuro della nostra famiglia."

Le voci dei due, nuovi e vecchi, abitanti di questa casa sono chiare, sapere di più è ciò che voglio, ma JJ si fa vivo in questo preciso momento. Così come me è sorpreso di vedere i due, specialmente sua madre. Lei sembra soddisfatta dell'effetto che fa su suo figlio.

"Vieni siediti qua, devo parlare con te e Faith. Dopo, però, dovrai spiegarmi il motivo della telefonata di chi sai sicuramente tu."

Mi accomodo vicino a JJ, guardo solo la donna che lo ha messo al mondo e attendo le sue parole così importanti per lei. Credo che il mio letto dovrà aspettare molto tempo prima che possa scaldarmi e farmi rilassare.

"Da domani, verrò a vivere qui, cercheremo di formare una famiglia e di prepararla per l'arrivo di Stefan. Ragazzi, so che per voi sarà difficile abituarvi, ma se ce la mettete tutta potremmo farcela."

Ci guarda con occhi da cerbiatto e da leone, la sua recita mi avrebbe incantata se non avessi sentito le cose che ha detto a William, ora invece tutto mi sembra assurdo.

"Questa tortura non dovrò subirmela per sempre." commenta JJ pronto ad alzarsi, le mani appoggiate ai fianchi sul divano.

"L'appartamento a tua disposizione non lo userai più e se continui a rifiutare tutto questo, lo metterò in vendita."

"Tu non puoi-"

"Oh si che posso, sono tua madre e dovrai ubbidirmi."

Guardo la scena consapevole che JJ non rimarrà così senza dire niente, senza rispondere a sua madre ferendola. Lo fa sempre, lo fa con tutti, è il suo unico modo di difesa, è l'unico modo che ha appreso durante gli anni della sua vita.

In effetti neanche io rimarrei zitta se al posto di Clarissa ci fosse stato Stefan, si aspettano che accettiamo la loro improvvisa voglia di fare i genitori dopo averci praticamente abbondanti a crescere da soli senza contare su di loro. Forse Clarissa in confronto a Stefan è stata più presente come genitore con JJ. Un po' da mamma lo ha fatto, ma quel poco non è bastato e non basterà.

Sorrido, non di felicità o per serenità, ma per il fatto che loro hanno appena aperto gli occhi. Lo stanno facendo proprio quando dobbiamo decidere del nostro futuro, college, lavoro e altro ci allontaneranno definitivamente da loro, solo ora vedono e si rendono conto di poterci perdere. Anche se, in fondo, sia Clarissa che Stefan ci hanno già persi.

"Insomma ragazzi, in poche parole, d'ora in poi le vostre vite saranno più calme e poco frenetiche."

La conclusione di Clarissa non è accettabile. Lanciare uno sguardo assassino alla donna è poco, mi alzo senza dire niente e me ne torno nella mia stanza.

°°° °°°° °°°

Il leggero venticello accarezza e soffia delicatamente tra i miei capelli, le stelle luccicano e la leggera illuminazione mi permette di osservare centimetro per centimetro il viso chiaro di JJ, il piccolo anellino sul suo naso luccica.

L'erba fresca sotto di noi punzecchia un po', non è fastidioso, ma ci ricorda che è lì a completare il quadro del nostro momento di silenzio, di pensieri.

Le lunghe dita di JJ strappano quell'erba, i suoi occhi sono fissi in un punto indefinito, ogni tanto passa la lingua umida della sua saliva a bagnare le sue labbra. I suoi capelli in disordine cadono sulle sue guance e altri sulla fronte.

Dopo essere tornata in camera mia, mi sentivo in gabbia, quelle quattro mura che a volte sono state confortevole e altre volte per niente si stringevano sempre di più. Sapevo che dopo la conversazione tra JJ e sua madre, lui sarebbe andato ovunque pur di evitare di impazzire.

Mi ha trovata seduta sul cofano della sua bella auto, si era fermato dalla sua camminata infuriata e veloce a squadrarmi. Non sono servite parole per dirgli di andare via, lontano da tutto e da tutti. Con lui è facile farlo, ha guidato e guidato fino ad arrivare davanti alla villa in cui ero già venuta una volta insieme a lui.

"Ho baciato Monica."

Tre parole sue sembrano mandare via la quiete creatasi intorno a noi, era prevedibile come cosa, ma non capisco perché me lo dice.

"Penso sia un buon punto di partenza nella nostra strana relazione."

Un punto di partenza, già è qualcosa, per questa strana relazione. Cosa siamo me lo sto domandando da troppo tempo.
Fratelli.
Fratellastri.

Non ancora, ma lo saremo, forse lo siamo già da adesso alle persone che non vivono con noi, che non sanno niente di noi.

"Non penso di farlo più."

"Un non penso non è abbastanza, devi essere deciso e convincente. Non con me, ma con te stesso. Puoi cercare di dimostrarmi tutto di te, tutti i tuoi sforzi, ma se tu sei il primo a dubitarne, anche io lo farò. E con Clarissa in giro come un soldato sarà difficile lavorare su un noi."

"Stai buttando la spugna?"

"No! Voglio provarci, voglio fidarmi di te." La chimica e il fuoco nel nostro sguardo è intenso, come la sera precedente, solo che questa volta le mie mani si posano sul suo viso, le mie dita sentono la sua morbida pelle.

Nessuno mi assicura un futuro certo, nessuno sarà lì ad aspettarmi se questo mio e nostro tentativo va a puttane, nessuno è in grado di capire me e di capire lui. Neanche noi lo siamo, ma ci sono momenti, come questo nei quali riesco a fare sbiadire un po' della oscurità che ci circonda.

Sto facendo una scelta in questo momento? Non lo so, non so cosa sto facendo della mia vita, so soltanto che il mio cuore inizia a battere all'impazzata quando sto con JJ, so che quando litighiamo quel bruciore fastidioso che tanto odio si presenta sul mio petto e per rimuoverlo ho bisogno di lui.

Due giorni, William è andato via per due giorni e ho capito di stare sbagliando tutto con lui, con me e con noi. C'è mai stato un noi tra me e lui?

Sarebbe troppo facile dire di no, ma non ne sono capace, perché lui è ancora e forse continuerà ad essere la mia ancora, continuerà ad essere colui che mi sollevarà dal abisso più profondo.

Lui è sano, lui non è nocivo come me, come JJ. Lui merita di più, lui merita una vita felice, una moglie che sappia veramente come rendere le sue giornata indimenticabili e non contorte e piene di ombre che nascondo il suo bel sorriso.

Con ciò, però, non sto dicendo che Sandy la finta bionda sia la persona giusta per lui, non lo è per niente.

I miei pensieri fulminei si fermano, davanti a me ho lui, il mio JJ. Tasto delicatamente il contorno del suo viso, piano, piano avvicino le mie labbra alle sue, è un bacio casto, innocente pieno di tenerezza, di delicatezza, di, potrei definirlo, amore.

Il leggero fuoco dentro di me sta mandando in fiamme tutto, ogni singola cellula, ogni singola fibra del mio corpo sembra stia subendo una mutazione. Sensazioni mai provate si fanno spazio strappando ed eliminando i rami fissi del mio cuore, non c'è via di ritorno, dolore o felicità sono impossibili da evitare.

"Come inizio non è niente male." ammicca e poi torna a baciarmi, spero di essere in grado di riuscire a riempire il vuoto presente in lui.

Mi perdo tra le sue carezze, tra il contatto delle sue labbra sulle mie che fanno accelerare i battiti del mio cuore, i nostri respiri che si combinano. Le sue mani che, seppur esperte, ora sembrano un po' impacciate si muovono su e giù lungo la mia schiena, il suo profumo e le mie mani tra i suoi lunghi e disordinata capelli completano l'estasi che sto provando in questo momento. 

Lo abbraccio forte a me per provare che questo non è uno dei miei incubi, non può esserlo, un sogno per quanto sia brutto o bello non può essere in grado di farmi provare tutte queste emozioni così forti e solide, vero?

"Dimmi, per favore, che questo non è un incubo..." glielo sussurro con la paura di svegliarmi distesa sul mio letto e pensare a tutto ciò che è successo nelle ultime ore, non credo di riuscire a reggere altri tradimenti dalla mia testa, da me stessa. 

"L'unico incubo oggi sono stati Clarissa, William e l'aver ricevuto la tua totale indifferenza stamani." il suo modo di assicurarmi mi fa sorridere, è il mio solito JJ. "Cosa intendi fare con William?" bella domanda, pretendo sincerità da parte sua e anche dovrei dargliela, non so cosa fare con William, sento di stare entrando in un momento della mia vita per niente bilanciato, in realtà neanche prima lo era più di tanto, ma a tenerlo a stento in equilibrio era Will. 

"Parlerò con lui." 

POV'S JJ

Mi stavo ormai abituando alla totale ignoranza da parte dei miei genitori, quella di mio padre c'è sempre stata, ma ora per chissà quale motivo si interessa alla mia vita. Penso che mai riuscirò a liberarmi dalle loro urla, a volte li sogno pure, non sono incubi, sono solo sogni fastidiosi facili da spazzare via. 

"Hai voluto l'affidamento e ora devi controllarlo come deve fare una vera madre. Dove sei quando è nei guai? Ti rendi conto della vergogna che ho dovuto passare andando a prenderlo alle tre del mattino?"

Accuse, mio padre ha sempre accusato mia madre per il mio comportamento, lui non è colpevole di questo, nella sua cazzo di testa non gli è passata la possibilità che possa essere anche a causa sua. Anzi la maggior colpa è la sua, tutto, forse sarebbe andata bene se lui non avesse rovinato la famiglia con i suoi inganni, se magari non si fosse portato al letto la tata e c'è anche Adam, mio fratello...

"Jamie mi stai ascoltando?" la voce di mia madre mi scuote dai miei pensieri, in stanza ci siamo solo noi due, i suoi tratti sono duri, è perfetta come sempre, come un cubetto di ghiaccio, freddo, gelido ma dettagliato.

"Non ti sono bastate le cose che ti ho detto ieri sera a quanto vedo, hai osato sfidarmi e so che lo farai ancora. Lascia in pace Faith, lei non è fatta per stare e con te e tu tanto meno. Sto cercando di non creare più problemi alle nostre vite, quella ragazza ha bisogno di stabilità, di sicurezze, di qualcosa che tu non sei capace a darle."

"Stronzate, smettila con queste giustificazioni del cazzo. Ammetti che vuoi una famiglia e basta! Ammetti che non vuoi una nostra possibile relazione solo perché vuoi continuare a scoparti suo padre. Puoi cercare di ingannare tutti, ma non me, ho appreso da te quest'arte."

Ferirla è l'unica mia arma per difendermi, so bene che Faith non ha bisogno di me, so bene di non essere la persona giusta per lei, so bene che potrei danneggiarla più di quanto lo è già, ma questo gracile amore che provo mi spinge ad essere egoista e privarla della felicità che il mondo, che gli altri possono darle.

"So bene che lo fai solo per infastidrimi, non sei mai stato in grado di avere qualcuno al tuo fianco per molto tempo, perciò smettila di giocare con lei. Lo hai fatto con molte altre, ci hai provato con April, l'hai allontana da noi. Lei era l'unica persona che poteva riportare indietro Adam e ora non ti permetterò di allontanare anche Faith." 

"Cos'hai fatto a April?" 

Una semplice domanda può cambiare radicalmente tutto? Spero di no. Gli occhi di Faith guardano me e mia madre, cercano una spiegazione, una risposta. Forse la risposta che potrebbe fare collassare tutto ciò che ci siamo detti la sera precedente. 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


POV'S Faith
Penso che i nomi April e Sandy mi tormenteranno per un bel po' di tempo, non posso pretendenre che JJ e Will dimentichino il loro passato. 

"April è stata importante per lui, per tutti noi, era la nostra unica speranza per riavere il mio Adam... Rivederla mi farebbe davvero piacere, l'ho invitata a cena, non vi obbligo ad esserci, ma vi chiedo di fare il possibile. Credimi Faith, non lo faccio per ferirti, lo faccio per tutti noi." 

Clarissa con un bacio datomi sulla fronte va via, JJ è rimasto zitto, sua madre non mi ha detto più di molto, per chi è stata importante quella ragazza. Per JJ? O per il primo genito di Clarissa? E perchè quella donna pensa di fare del bene allontando suo figlio da me? So bene che non ha messo nel mondo un angelo. 

"A cosa stai pensando?" 

"Forse lei ha ragione, dovrei lasciare perdere questo provare ad essere una persona migliore e lasciarti libera."

"Lo dici solo per evitare di raccontarmi cose del tuo passato, non ti chiederò niente, ma non lasciarti convincere da tua madre."

•••
POV'S JJ
Il passato, per quanto cerchi di evitarlo, prima o poi ritorna con i suoi conti in sospeso. Ora tornano a tormentarti, a scuotere il tuo mondo come se tu fossi una fragile piuma investita dal vento.
Non pensavo di riuscire a provare di nuovo dei sentimenti come la dolcezza, la premura e l'Amore per una persona, non dopo aver distrutto da solo con le mie stesse mani quei sentimenti che mi rendono debole. 
Ora, però, davanti a quei due occhi, a quel viso dolce, la debolezza si è rifatta viva, come la luce che scavato velocemente un passaggio e la debolezza mi ha fatto di nuovo suo prigioniero.
Non c'è bisogno che lei sappia tutta la merda che ho vissuto. Il suo mondo, la sua vita sono già un casino e io non faccio altro che peggiorarla. 
"Tu ed April siete stati insieme?" 
Scuoto la testa per dirle di no, per quanto avessi desiderato che lei, April, diventasse la mia ragazza, non lo è mai stata. 
"Io...non voglio obbligarti, JJ, quando sarai pronto me ne parlerai." 
Queste parole dovrebbero rendermi più tranquillo, non sono obbligato a parlare, ma lo farò lo stesso. Ho paura di perderla, di perdere la relazione che abbiamo costruito fino ad adesso. 
Il suo sguardo è rassegnato, per oggi la sua lotta è finita. 
Si alza, striscia i piedi e quando è davanti alla porta la voce mi esce per fermarla. 
"Ho un fratello..."
Inizio a raccontarle di Adam, di April, della loro relazione, della mia gelosia, dei miei sentimenti feriti e rifiutati, dell'odio, del disprezzo per mio fratello e per mio padre. E della sera in cui Adam ha alzato le mani ad April. 
"Non pensavo vi conosceste così bene. Lei...pensavo ti conoscesse per la fama che ti precede. Sapevo che da piccoli eravate amici, ma pensavo fosse finito tutto lì." 
"Come fai a sapere che andavamo nella stessa scuola?" 
Che io ricordi, non le ho mai accennato questo tratto della mia vita, lei non sapeva praticamente niente di me fino ad un'ora fa. 
"Me l'ha detto lei, un giorno, in una delle nostre tante feste." 
Ricordo la festa di cui parla, avevo visto April, l'avevo osservata e davanti a lei avevo pomiciato con delle ragazze, tanto per farle capire che non mi importa più niente di lei. 
"Perché April è Adam non stanno più insieme?" 
A causa mia, ho fatto un casino e oltre a rompere la loro relazione, ho contribuito alla rottura totale della mia famiglia. 
Questa è un tasto dolente che non riesco neanche a sfiorare, forse sarebbe stato più semplice affrontarli se si fossero presentati come gli incubi di Faith. 
"Sai che ti dico? Rilassiamoci e non pensiamo a tutto questo." 
Le sorrido grato di non aver insistito; una distrazione ci vuole prima della cena di stasera. 

POV'S Faith
Il film che abbiamo messo per guardare, è ignorato. Abbiamo parlato di musica, dei nostri cantanti preferiti e delle nostre band preferite. Abbiamo gusti diversi e i miei sono, ovviamente, meglio dei suoi. 
"È una delle mie canzoni preferite e come fai a dire che i The Kooks non sono bravi."
"Io non li ho mai sentiti, viva i The Neighbourhood" 
"Ok, ok Principessa, ma ricorda che un giorno dovrai ascoltarti tutte le loro canzoni."
"Solo se lo fai anche tu. Accetti o rifiuti?" 
Mi piace lanciargli delle sfide. Uno, perché sul angolo delle sue labbra inizia a formarsi uno di questi suoi sorrisi furbi. Due, perché mi piace provocarlo e so che non si tirerà mai indietro. 
Annuisce e pone la sua mano davanti a me per accettare, la stringo e in pochi secondi ci troviamo abbracciati sdraiati sul mio letto. 
"Qual'è il tuo colore preferito?" 
La sua domanda insolita mi fa aggrottare la fronte, cerco di spiarlo e lo trovo serio che fissa in alto dove ci sono ancora delle stelline che di notte si illuminano. 
"Il blu credo... perché questa domanda?" 
Guardo anche io il soffitto e i sorrisi e i momenti felici della mia famiglia fanno capolinea nella mia testa.
"Mi sono reso conto che noi due non ci conosciamo bene, forse non ci conosciamo affatto." 
La sua presa su di me diventa un po' forte come se lui avesse paura che da un momento all'altro andassi via. Perché anche una piccola informazione sul colore preferito è essenziale e vuol dire iniziare a calare il muro e lui lo sa, perché il suo muro è ancora forte e stabile, con qualche crepa di qua e di là, ma stabile.
"Bella scelta, il blu ti dona." 
"Grazie..." 
È un momento strano, un bel momento strano. 
"Pensi che tua madre sarà meno arrabbiata stasera?" 
"Se lo sarà cercherà di nasconderlo, è una delle sue tanti doti indossare una maschera." 
Annuisco e tante domande mi vengono in mente, ho paura di cosa possa succedere. 
"Ho paura che lei possa allontanarti da me..." dico ad alta voce evitando di guardarlo. 
"Non ci riuscirà, mia madre può essere testarda e tutto, ma io sono più cocciuto di lei." 
"Non lei. April... Tu potresti volerla di nuovo, lei è il tuo primo amore. Lei è stat-" 
Le parole da dire mi vengono impedite dalle labbra di JJ, mi bacia dolcemente, mi rassicura e mi culla sul suo petto. Ma nonostante ciò le mie paure rimangono, questo è solo uno di quei bei momenti che ricorderò a vita, ricorderò le sue labbra posarsi sulle mie quando sarò in preda alla pazzia a causa della sofferenza. 
"Sono tuo, solo tuo." 
Mi ripete tenendomi forte mentre chiudo gli occhi e mi appoggio sul suo petto sentendo il suo buonissimo odore. 
***
Lo sguardo di Clarissa è fisso su April, la sta adorando mentre la riccia parla della sua famiglia, ogni tanto abbassa lo sguardo, ma poi lo rialza con un semplice sorriso. 
Non ho mai visto il tavolo di casa mia così pieno di cibo che non ho per niente voglia di mangiare. Noto che anche JJ gioca con il suo pezzo di carne, lo sta tagliuzzando a pezzi per poi farci una piccola collinetta. 
"Tu e Faith potreste diventare ottime amiche, sai la considero già come mia figlia e mi piacerebbe vedervi unite." 
La forchetta mi scivola dalle dita causando un rumore fastidioso quando essa si scontra contro il piatto.
Mi scuso e pulisco il cibo che è uscito dal piatto con la tovaglia. 
"Faith saresti così gentile da uscire qualche volta con April?" mi chiede la donna fingendo un sorriso falso che io ricambio annuendo senza spicciar parola. Non mi interessa se April si sente a disagio o altro, ha accettato l'invito a cena di Clarissa e ora deve subire questo ambiente. 
"Lei non è obbligata, mi sono fatta qualche amica." April parla sia a me che a Clarissa, ha evitato per tutta la cena lo sguardo di JJ, non si è mai girata a guardarlo. Invece lui si era imbambolato a guardarla per lungo tempo, forse ricordando il loro passato. 
"Sarei contenta se tu riallacciassi anche i rapporti con Jamie, devi portarlo sulla retta via, sei l'unica a riuscirci." 
"Mamma non costringere Faith ed April a fare cose che non vogliono." 
"Voglio solo che i miei due figli abbiano una buona compagnia." 
Non si può ribattere niente a questa donna che trova sempre una risposta. E poi chi sarebbe sua figlia, non sostituirò mai mia madre, tanto meno con una vipera del genere. 
Quando April finisce di mangiare mi alzo dicendo a loro che non mi sento tanto bene, la riccia mi sorride scusandosi con lo sguardo, invece Clarissa mi guarda duramente. JJ non dice niente forse per non litigare con la madre, sarebbe il limite dopo aver passato un'ora o anche di più con lei. 
*** 
<
Se non altro William può essere la mia via di fuga a questa assurda cena, loro sono ancora nella sala da pranzo quindi mi è facile uscire di nascosto. Il taxi mi aspetta fuori, l'ho chiamato appena ho letto il messaggio di Will. 
Sento il telefono squillare e leggo il nome di JJ sullo schermo, se sa che sto andando da Will si arrabbierà. Non rispondo e gli invio un messaggio con scritto che sono da mia nonna e che dormirò lì.
Corro dentro il palazzo dove vive Will perché inizia a piovere. 
Sento una strana sensazione nei confronti dell'uomo che ho sempre amato, quel sentimento che ho sempre provato si è affievolito un po'.
Busso alla porta e lui mi accoglie con uno dei suoi sorrisi teneri, apre le braccia e lo abbraccio senza pensarci due volte. 
"Sembrano essere passati più di qualche giorno, mi sei mancata tanto."
Il cuore mi si appesantisce sapendo che lui pensava a me, a noi, quando io invece ero insieme a JJ e che abbiamo iniziato a costruire qualcosa. 
"È andata tutto bene?" Gli chiedo staccandomi un po', lui annuisce e dopo aver chiuso la porta, raggiungiamo il divano dove ci sediamo uno davanti all'altro. 
"Stephan tornerà presto, sarà un po' più difficile vederci." Dice prendendomi la mano, gli sorrido per poi staccarmi senza offenderlo. 
"Penso che potrebbe essere il contrario, se lui e Clarissa mi fanno impazzire dovrò trovarmi un posto dove scappare" 
Ok, Faith, cosa stai dicendo?? Così penserà che tu ci stai ancora per poter stare insieme!!! Aaaaah non capisco più niente, non capisco cosa cavolo voglio e non capisco perché il mondo mi ha dato Will e JJ. Loro due sono delle meraviglie ed io li sto usando come dei giocattoli. 
"Sarò il tuo rifugio, piccola." 
E ditemi, come faccio a non sciogliermi a tanta dolcezza? 
Will si avvicina lentamente e mi posa un bacio a stampo sulle labbra, sorride, sento le sue labbra carnose muoversi sulle mie. 
Non dovrei farlo ma spengo tutti i neuroni.
***
POV'S William 
Molte volte sono rimasto a guardarla, sono rimasto a vegliare il suo sogno per paura che avesse un altro incubo. 
Ho saputo aspettare, ho avuto pazienza, ho provato a continuare a vederla come la piccola e indifesa Faith, quella che aveva soltanto bisogno di un po' di amore. All'improvviso però, lei è cambiata, è diventata un fiore, uno di quei fiori splendidi e difficili da trovare. 
La stavo per perdere, ma poi l'ho ritrovata e ora rischio di nuovo di non averla. In questi giorni lontano da lei, mi sono accorto però che, anche se proviamo a stare insieme, non ci riusciremo, non succederà. Tutti e due lo sappiamo, entrambi sappiamo che questo non è amore, ma avventura, passione. 
Ed è per questo motivo che ho deciso, insieme a Sandy, la data del nostro matrimonio.
-Due settimane, Will. Ti do solo due settimane e poi annunceremo a tutti la data del matrimonio.- queste sono state le parole di Sandy. Lei sa che in queste due settimane con Faith può succedere di tutto, è da pazzi, non penso che riuscirei mai a farlo, ma lei lo ha fatto ed è per questo che ho deciso di sposarla. 
Chiudo la porta del mio appartamento e vado ad alzare Faith, sul letto non c'è, le sue scarpe sono ancora lì e l'armadio è aperto. Lascio le brioche in cucina e la sento canticchiare dal bagno, le mie labbra si incurvano. 
Vorrei vederla tutti i giorni così, vorrei sempre sentirla allegra e sentire il dolce suono della sua risata che acconsente solo a pochi di sentirla perché spesso ha quel broncio da paperella. 
Esce dal bagno con i capelli umidi, i jeans stretti di ieri che fasciano le sue gambe lunghe e una delle mie camicie. Le sorrido, lei ricambia e tutto quanto mi sembra solo un sogno, mi sembra di vivere in un mondo parallelo. 
"Ehi tu." 
"Ehi tu!" Risponde avvicinandosi, la guardo e non posso fare a meno di ammirarla ed adorarla. 
"Dove sei andato?" 
"A prendere le brioche"
Entrambi guardiamo il tavolo e lei fa un verso di approvazione. Senza accorgermene inizio ad accarezzarle la schiena, e a farmelo notare è il piccolo brivido che lei ha. Sento le sue braccia stringermi con un po' più forza, ritorno a guardarla e in un batter d'occhio le nostre labbra sono unite. La bacio come se non dovrei più farlo, entrambi esploriamo le nostre bocche come se non dovremmo più farlo. La prendo in braccio, le gambe si attorcigliano sulla mia vita e le sue mani si trovano a prendere i miei capelli e tirarli. E mi è difficile resisterle, mi è difficile non emettere nessuno verso. Le mie mani afferrano il sue sedere, l'accarezzo ed entrambi avviciniamo i nostri bacini. È impossibile nascondere l'erezione che ora tocca il suo inguine, i boxer ed i jeans lo tengono ed è una sofferenza. 
Le sue labbra ora sono libere, libere di ansimare e sussurrare il mio nome. La bacio sul collo, lecco, mordo e quando la sento gemere è una fitta in più per la mia tortura. 
E poi è tutto come ai tempi del college, lo strusciarsi, scambiarci baci umidi e venire con i vestiti ancora addosso. 
Restiamo abbracciati per un po', a riprendere fiato e accarezzandole la testa.
"Sono contenta di non esserci spinti oltre." 
"Perché lo dici?" 
"Perché poi ho paura di non lasciarti andare per sempre dopo queste due settimane e voglio che tu sia felice, Will."

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


POV'S JJ
Mi giro e mi rigiro sul letto cercando di dormire, ma c'è troppo rumore e lancio il cuscino all'aria. Sono infuriato con Clarissa! 
Scendo dal letto, metto i pantaloni di una tuta ed apro la porta trovando trambusto, gente sconosciuta che porta via alcuni mobili. 
"Salve!" Mi saluta una giovane donna, spuntata dal nulla. La guardo stranito e lei continua a sorridere.
"Io sono la sua nuova cameriera, mi chiamo Annie." Dice lei allungando la mano verso di me, ma la ignoro e vado in cucina.

"Oh ti sei svegliato!" Sento la voce di mia madre, uscita da non so dove. Si avvicina per darmi un bacio, ma mi ritraggo e vado ad aprire il frigo in cerca di acqua.
"Sai dove possa essere Faith? Ho chiamato Agata pensando avesse dormito lì, ma non ha passato la notte da lei." 
Non la guardo negli occhi, faccio l'indifferente. So che vuole vedermi reagire in un qualche modo con questa notizia, ma non l'otterrà. 

Dove cazzo ha dormito Faith? 
Quella ragazza mi fa preoccupare più di chiunque altro in questo dannato mondo. 

"Allora?" Mi madre mi incita a parlare, la guardo, mi giro e torno in camera mia. Lì trovo la ragazza di prima che mette in ordine il mio letto.
"Esci." Dico secco e lei si ferma, e con lo sguardo abbassato va via. Chiudo la porta ed entro in bagno per farmi a una doccia.
***
Sembro una stupida ragazzina in ansia aspettando che Faith risponda ai miei messaggi o alle mie chiamate, ma ciò non accade. 
Mi chiedo che cazzo abbia in quella testa, sa che mi preoccupo per lei.
In casa non si può stare in pace, Clarissa ha assunto altre cameriere oltre a quella ragazza. 
Prendo la macchina e vado da April.

POV'S Faith 
Prima di arrivare a casa, riesco a leggere solo alcuni messaggi di JJ. Sembra arrabbiato, come biasimarlo, pure io lo sarei se fossi in lui, ma avevo bisogno di stare con William. Avevo bisogno di sentire William mio per l'ultima volta. 
Sono una dannata egoista, lo avrò ripetuto tante volte, ma io senza lui e senza JJ non sono niente. 

Una volta entrata in casa, non trovo i mobili che conosco da una vita. Ai loro posti ce ne sono altri e vedo che una donna in divisa da cameriera viene verso di me.
"Buona sera. Io sono Cordelia, sono una delle nuove cameriere che sua madre ha assunto." Si presenta la donna sorridendomi cordialmente.
Non ci vedo dalla rabbia e superandola, vado nel ufficio di Stefan dove sono sicura di trovare Clarissa.

"Si può sapere chi diamine ti ha detto di fare di casa mia ciò che vuoi?" Urlo, fregandomene di alcune signore che stanno con lei. 
"Faith, tesoro, vai in camera tua per favore. Ne parleremo quando avrò finito qua." 
Quella donna sfodera uno dei suoi sorrisi falsi che tanto detesto, si avvicina a me e mi tocca la spalla ma scosto la sua mano con disprezzo.

"Non mi frega di cosa stai facendo. Tu non avevi il diritto di assumere delle cameriere e di rinnovare questa casa." 

Per quanto non ami vivere in questa casa, non accetto l'idea che lei abbia cambiato tutto. Lei non può toccare gli oggetti che mia madre ha posto con cura e con amore in tutta questa casa.

"Faith fai come ti dico. Ne parleremo dopo." Mi ordina ancora Clarissa questa volta senza nessun sorriso accompagnato. Sento solo le sue mani su di me che mi spingono piano verso la porta. Una volta fuori, mi chiude la porta in faccia e corro nella mia stanza a rifugiarmi.
***
Bussano alla porta, me ne sto zitta ad ascoltare i Killers ad alto volume. 
Sento ancora qualche colpo, ma poi cessano. 
Jamie non risponde alle mie chiamate, decido di spegnere tutto e andare in camera sua a cercare le chiavi del suo appartamento. Non voglio stare qui, ho bisogno di stare lontana da tutto questo per qualche giorno. 

La stanza di JJ è stranamente in ordine, mi giro intorno cercando un posto nel quale potrebbe aver messo le chiavi. 
Vado verso il suo armadio, se mi scopre sono morta.
Ricordo che una volta avevo curiosato tra le sue cose in sua presenza, ma non avevo guardato bene perché JJ mi ha preso la vita da dietro ed ha iniziato a lasciarmi teneri baci sul collo. 

Intravedo una scatolina di legno dietro alcune giacche pesanti, chissà perché le ha se usa solo quella di pelle. 
Allungò la mano e prendo in mano quel piccolo tesoro, lo apro e ci sono un po' di lettere e anche le chiavi del suo appartamento. Sono curiosa di leggere, vorrei tanto sapere cosa c'è scritto in quei pezzi di carta che lui tanto custodisce. Ma faccio la brava e rimetto tutto al loro posto. 
***
È tutto buio qui, JJ non ci viene da tanto. Questo è il suo rifugio, ma lo ha lasciato per starmi vicino. 
Casa mia era il mio rifugio, la mia fortezza, ma mi è stata sottratta da una strega cattiva. Una strega più cattiva di Sandy. 
Mi tolgo le scarpe, vado in camera di JJ e mi sdraio sentendo ancora il suo lieve profumo rimasto sul cuscino. 
Prendo il cellulare e gli scrivo un messaggio prima di addormentarmi.

POV'S JJ
"Non capisco perché ti ostini a lavorare ancora in questo bar, non fa per te." 
April neanche mi guarda mentre le parlo, pulisce i tavoli nel locale vuoto e chiuso.
"Che ci fai qui Jamie? Non hai nessun altro da assillare oltre a me?" Ferma i suoi movimenti e mi guarda scocciata, sorrido e prendo il mio bicchiere di bourbon. 
"Sei un alcolista. Non dovresti bere a quest'ora, sai?" 
Sbuffo per il suo ennesimo rimprovero, ha iniziato da quando ho messo piede qua dentro. Beh mi sono intrufolato come un ladro non appena ho visto che lei era uscita per buttare la spazzatura.
"Mia madre ti ha più contatta?" Le chiedo sperando che quella donna non abbia fatto altro.
"Si, ma stai tranquillo che non mi intrometterò nella tua vita e tanto meno in quella di Faith." 
Sento che la sua voce si addolcisce un po' pronunciando il nome della mia Principessa.

"Mi sembra il minimo dopo che hai accettato di venire alla cena ridicola di ieri. Sai com'è fatta Clarissa e tu hai contribuito ai suoi malsani piani." 

"Senti Jamie non ho contribuito a nessun piano, sono anni che non so niente di voi e...poi lei" si interrompe non sapendo se continuare a parlare.

Mi alzo dalla mia comoda postazione e mi avvicino a lei, mi guarda e indietreggia di due passi.
"Poi lei cosa?" La incito a parlare, vedo nei suoi occhi un po' di timore. 
"Niente Jamie. Non ti devo dire niente." Sento freddezza nella sua voce, torna verso il bancone e mette in ordine le bottiglie di alcol.
"Dovresti tornare a casa e mangiare qualcosa, Jamie."
Non le rispondo. Odio quando fa finta di preoccuparsi per me, non deve farlo.
"Torna a casa da Faith...qualunque cosa ti abbia portato qui, non va bene. Vai e chiarisci." 
"Tu non sai niente di noi...o di lei!"
Ora la sua attenzione è su di me, le sue mani sono ferme e stringono il bordo del bancone.
"Hai ragione, non so niente di voi due, ma ho capito che tu tieni a lei e penso che per lei sia la stessa cosa. Va' da lei e non fare gli errori che ha fatto Adam con me..." 
Entrambi rimaniamo sorpresi sentendo quel nome uscire dalle sue labbra. Non voglio parlare con lei di mio fratello e lei sembra viaggiare nei ricordi. Sorride amaramente, ma non le rispondo. Sento il telefono vibrare e leggo il messaggio di Faith.

<

"Vai da lei." 
Non me lo faccio ripetere ed esco da quel bar. Ci tornerò per tirare fuori April da quel posto.
***
Vedo le scarpe di Faith all'entrata. L'ho chiamata tante volte per farmi aprire, ma non mi rispondeva e mi sono dovuto fare aprire da Alex, il responsabile. Spero che quell'idiota non faccia il cagnolino e vada a chiamare mia madre.
Cerco la mia Principessa e la trovo sul mio letto. Mi sdraio vicino a lei e la guardo dormire.

POV'S Faith 
Sento qualcuno che parla, ma non ho voglia di aprire gli occhi. Era da tanto tempo che non dormivo così tranquillamente, senza incubi e senza la voglia di volermi svegliare per verificare se le persone che mi circondano siano ancora vive. 
Qualcosa tocca il mio viso, mi lamento e sento una risata leggera. Sorrido d'istinto e cerco di sentire o distinguere a chi appartiene quella voce.
"Chi l'avrebbe detto che sembri una vera Principessa quando dormi. Avrei scommesso che saresti sembrata un camionista." 
Chi poteva essere se non JJ. Vabbè che non mi piace essere una principessa, ma pensare che io dorma come un camionista, no! 
"Mia piccola camionista penso di starmi innamorando di te." 
Il cuore mi si ferma e non ho il coraggio di aprire gli occhi. 
Che faccio?

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***




Piccolo spazio a me: 
Lo soooo, odiatemi quanto volete, giuro che aggiornerò spesso e sto scrivendo anche un'altra storia che spero vi piaccia quanto o più di questa!
Buona lettura e scusate per eventuali errori! 



POV'S Faith
"Mia piccola camionista penso di starmi innamorando di te." 
Il cuore mi si ferma e non ho il coraggio di aprire gli occhi. 

Come una codarda aspetto che lui si addormenti o almeno che esca da questa stanza per avere un po' di tempo e riflettere su cosa fare e come agire.
So di aver detto che voglio provare a far funzionare questa relazione strana e malsana che abbiamo JJ ed io, ma non ero pronta a sentirmi dire queste parole. 
Io non so veramente il significato della parola amore. E non so se sono e se sarò capace ad amare. 

Lui si alza dal letto, lasciando un bacio sulla mia testa tra i capelli. Sento i suoi passi poco a poco allontanarsi e la porta aprirsi per poi chiudersi il più silenziosamente possibile. 
Apro gli occhi, senza essere più capace a tenerli chiusi con la forza. 
Come un'animale in gabbia cerco ogni via di fuga come primo istinto e l'unica che trovo sono le grandi finestre. Non penso sia la soluzione giusta almeno che io non voglia ammazzarmi o provare ad essere Spiderman.
Prendo un bel respiro e vado in cerca di JJ.

"Ehi." Lo chiamo e lui alza la testa dallo schermo del suo cellulare. Mi regala un tenero sorriso e mi invita a sedermi al suo fianco sul divano.
Lo raggiungo sperando e chiedendo a qualsiasi divinità che lui non dica niente riguardo alla sua confessione. 

"Puzzi di alcol." Arriccio il naso, allontanandomi solo di poco per guardare il suo viso. 
È presto per bere, soprattutto la roba forte che lui ingerisce.
Il suo sguardo non osa incrociare il mio e i muscoli del suo viso sono un po' contratti e se non lo avessi imparato a conoscere, direi che non vuole darmi spiegazioni.

"Bene, facciamo il gioco del silenzio allora." Concludo con il provare a parlare con lui, accoccolandomi al suo fianco in una posizione comoda.
Lo sento ridacchiare e dal movimento che fa con la mano, capisco che è tornato a trafficare con il suo telefono. 

"Clarissa ci vuole a casa." Mi informa, mentre con la mano libera inizia ad accarezzare la mia schiena disegnando dei cerchi immaginari. 
Emetto un verso di rifiuto per ciò che ha detto. Sarebbe stato più carino se dalla sua bocca fossero uscite altre parole.

"Pensi che facciano sul serio?" 

"I nostri genitori?" Domanda ed io annuisco. 
Direi una bugia se non avessi mai immaginato Stefan con un'altra donna al suo fianco, ma quell'idea l'ho sempre allontanata perché il petto iniziava a farmi male, perché realizzavo che non avrei più potuto riportare indietro la mia famiglia. 
Ed ora vedendolo al fianco di Clarissa, questa piccola ferita inizia ad allargarsi.

"Non saprei dirti, Principessa. Non mi è mai importato della vita di mia madre fino a quando non ha iniziato ad interferire nelle nostre." 

"Già." 
Ma a me importa quella di mio padre, per quanto non riesco a perdonarlo, a me importa di lui. 
Chiudo gli occhi per evitare di far fuoriuscire qualche lacrima, ma questo gesto non mi aiuta per niente. In mente mi vengono i ricordi di me, di mia mamma e di mio papà insieme. Ricordi che resteranno lì nel mio cuore senza più poterli rivivere o crearmi dei nuovi.

Mi alzo in piedi e senza voltarmi verso JJ, mi incammino verso l'uscita dell'appartamento.

"Principessa, dove vai?"

Ovunque.

"Faith!" 
Sento la sua presenza dietro di me, la sua mano afferra il mio braccio. Resto immobile. 
Non ho ne la voglia ne la forza di spiegargli che cosa ho, che cosa c'è che non va in me...di nuovo. 

"Parlami, Faith." 

Scuoto la testa lentamente in negazione, facendo aumentare la sua presa tirandomi verso di lui fino a sfiorare il suo petto con la mia schiena.

"Voglio stare da sola, JJ." 
La mia voce esce un po' tremolante e molto bassa che a malapena io stessa riesco a sentirla. 

Delicatamente come se fossi una bambola di porcellana, JJ mi fa girare verso di lui. Le sue mani con tocco leggero, prendono il mio viso facendo in modo che possa guardarmi dritto negli occhi e nei suoi vedo preoccupazione e tanto affetto. 

"Lasciami aiutarti."

Per quanto mi dispiace vederlo così a causa mia, non voglio lasciare che mi aiuti a leccarmi le ferite. 
Ho solo bisogno di stare da sola.

Scuoto, di nuovo, la testa. Questa volta con più forza, lasciando andare le lacrime che ho trattenuto. 

"Ti prego, Principessa, lascia che ti aiuti." 

"N-no. Lasciami andare, per favore." 
Lo imploro con gli occhi, gli prego di lasciarmi sola e dopo aver lottato con il cuore e con la mente, le sue caldi mani mi lasciano andare. Cadono sui suoi fianchi, arreso ai suoi sentimenti. 

Gli lascio un bacio umido a causa delle lacrime e senza più voltarmi, indosso le mie scarpe e corro via. 
Corro via in un mondo che conosco bene. 
Corro via in un mondo dove il dolore che provo, sbiadisce.

 

POV'JJ 

Premo il piede sull'acceleratore, facendo ruggire la mia porche. I finestrini aperti fanno entrare tutto il vento che scompigliano i miei capelli troppo cresciuti.

Sono tre giorni che giro senza trovarla, senza sapere dove diavolo sia finita.
Ho paura che possa esserle successo qualcosa e non sopporto provare queste emozioni.
Non ho mai dovuto più avere paura per nessuno da quando avevo allontanato le persone per me importanti dalla mia vita. Ora però sembra che il mondo si sia stancato di ignorarmi e di lasciarmi in pace. 

Accosto davanti a casa Hamilton, scendo dall'auto e con la coda dell'occhio vedo la vicina impicciona che sposta le tende da una delle finestre di casa sua. Non ha mai osato rivolgermi la parola e penso che mai lo farà. Sia lei che la sua cerchia di streghe come le chiama Faith.
Prima di entrare in casa, senza voltarmi verso la sua direzione, alzo il braccio e le mostro il dito medio. 
Con un sorriso entro, ma divento serio quando sento le voci di mia madre e di William parlare. 
Alcune delle cameriere che ha assunto Clarissa corrono da una parte all'altra. 
I due stanno discutendo, cosa che fanno spesso da quando si sono accorti che Faith è sparita. 
Uno perché è veramente preoccupata per la mia principessa e l'altra perché vuole far trovare Stefan la famiglia al completo quando tornerà.

"L'hai trovata?" Mi chiede mia madre appena mi vede. 
Non mi degno di aprire bocca, muovo solo il capo in negazione.

"Non è possibile che quella ragazzina sia sparita nel nulla, da qualche parte deve essere!" Urla la donna che mi ha dato la vita, portandosi le mani sui capelli. 
Le cose non stanno andando come piace a lei e ,come me ,odia quando niente è sotto il suo controllo. 

Senza aggiungere altro, sparisce in cucina dove la sentiamo urlare alle cameriere. Fossi in loro, mi sarei già licenziato avendo una sclerata come datore di lavoro. 

"Stefan ha anticipato il suo volo e vuole cenare con tutti noi." 
Mi informa William, guardandomi sicuramente per chiedermi per l'ennesima volta se ho chiamato i nostri amici in comune o qualcuno che possa averla vista. 
Ha delle occhiaie marcate, sono sicuro che la notte anche lui la cerca nei luoghi in cui gli ho detto dove potrebbe trovarsi. 
Inizialmente non voleva credere che Faith potesse frequentare quei posti, ma ha dovuto ricredersi quando una sera l'ho portato dietro con me. Chiedendo in giro, in molti sapevano chi fosse Faith ed è stato piacevole, guardare la faccia avvilita del vecchietto. 

"Spero per te che ritorni." 
Lancia la sua minaccia e se ne va anche lui. 
Stanco mi lascio andare sullo schienale del divano, portando indietro la testa e chiudendo gli occhi. 

Nel momento in cui si è messa a piangere per lasciarla andare, non ho potuto rifiutare la sua richiesta.
Capisco la necessità di stare soli quando ti senti soffocare dai tuoi pensieri, ma ora non sono sicuro di aver fatto la cosa giusta.
Oltre alla paura, dentro si fa spazio anche la necessità di averla vicina, di sentire il suo profumo, di guardarla e battibeccare con lei.
Sbuffo, scalciando i piedi. È fastidioso provare tutto questo.
Prendo una sigaretta, l'accendo e inspiro sperando di alleviare un po' questo peso che non ho mai provato.

~•~

Penso che la faccia di Clarissa stia per restare paralizzata con un sorriso falso e forzato per tutta la sua vita. 
Stefan la sta abbracciando, dietro di lui in casa sono entrati William e la bionda insopportabile che si porta sempre appresso.
Il primo, con lo sguardo, mi chiede se so qualcosa della figlia del suo capo, ma gli faccio cenno di no.

"Jamie che bello vederti." 
Il sorriso che mi dedica Stefan, per quanto penso sia sincera, mi infastidisce un po'. 
"Cosa che non posso dire a mia figlia." Aggiunge, guardandosi intorno e facendo innervosire ancora di più mia madre. 
Rido spontaneamente, non so se è per la situazione patetica che si sta creando o per il semplice fatto che le emozioni che sto provando, mi stanno sfuggendo e non mi resta che ridere. 

"Lei.." la voce di Clarissa, viene interrotta dalla suoneria del mio telefono e sia lei che William mi guardano con qualche briciolo di speranza.
Prendo in mano il cellulare e leggo il nome e sbuffo.
Mi allontano per rispondere, avendo una scusa per non assistere alle frottole che si inventerà mia madre.

"Che vuoi Antoine?" 

"Devi subito venire."
La sua voce è affannosa, come se avesse appena finito di correre una maratona. 
"Sono occupato." Gli rispondo, pronto a chiudere la telefonata.

"Cazzo, JJ, devi venire qui a casa di Logan se non vuoi che la tua Principessa finisca in una cella." 
Senza replicare, interrompo la chiamata ed esco da casa ignorando le voci degli altri. 
Quando sto per partire, la porta del passeggero della mia auto si apre e William si siede al mio fianco.

"Sei sicuro di voler venire?" Gli chiedo, non sperando e nemmeno aspettandomi in una sua negazione come riposta. So l'idea che si è costruito di Faith nella sua testa e per quanto non lo sopporti, non vorrei che lei perdesse qualcuno di importante solo per far vedere com'è veramente. 
Un'anima persa, senza via d'uscita fino a quando non affronterà i suoi demoni.

Per quanto non veda l'ora di tirarla fuori da quel luogo, resto con le mani sul volante e fisso la strada deserta davanti a noi. 
"Lì non troverai la Faith che conosci." 
Riprovo a fargli cambiare idea. 

"Cazzo, parti e basta!" Urla disperato, colpendo il cofano. 

"Bene, andiamo a distruggere un po' dei tuoi sogni fatati, principino." 

~•~

Vado in cerca della testa di cazzo di Antoine, dentro la grande casa di Logan non c'è anima viva, solo un disordine assurdo e puzza di fumo e alcol. 
William mi segue ad ogni passo che faccio. 
Urlo il nome del francese, sperando che non sia andato altrove con Faith. Nonostante lo abbia chiamato per chiedergli se sapesse dove fosse, lui aveva sempre negato ed ora la voglia di spaccargli la faccia è tanta.

"Jamie." 
Mi volto, confuso, sentendo la voce di April pronunciare il mio nome.

"Che cazzo ci fai tu qui?" 
La raggiungo, prendendo il suo polso con tanta rabbia. 

"Mi fai male, Jamie." Si lamenta, sbuffando leggermente per il dolore che le causo.

"Non ti lascerò fino a quando non mi dirai che cosa ci fai qui." Le urlo, spaventandola. 
Una mano più grande e dal tocco più possente mi sposta, cercando di farmi allontanare da lei.

"Stai fuori da questo, William." Ringhio, non riuscendo quasi più a colmare la rabbia che si sta infondendo dentro di me.

"Lui pensava che io sarei stata capace a calmarla..." 

"Faith?" Domanda il più adulto, affiancandomi. April annuisce e la lascio andare.
"Dov'è?" 

"Di sopra." Mi risponde, indicando le scale. 
Saliamo e dopo aver aperto tre stanze, senza trovarla, nella quarta troviamo Antoine e Logan seduti per terra con delle bottiglie di birra. 
La camera è illuminata da solo due luce soffuse e tenue degli abat-jour.
Poi la vedo, di schiena che guarda fuori dalla finestra. Dalla sua testa, si innalza una nuvoletta di fumo e il leggero venticello, porta sulle nostre narici l'odore di marijuana.
William tossisce e attira l'attenzione di tutti i presenti. 
Lei poco a poco inizia a girarsi mostrando il suo viso distrutto con residui di trucco e lacrime secche che macchiano le sue gote. 
I suoi occhi azzurri sono dilatati e spenti. Accenna un sorriso quando ci vede e prima di parlare, inala del fumo. 

"Non ci sono più segreti ora."

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


A volte per quanto cerchiamo di soffocare le emozioni che siano belle o brutte, queste ci sovrastano quando meno ce lo aspettiamo. Basta una sola parola, un solo gesto, un solo ricordo per far perdere la finta tranquillità che avevamo instaurato dentro di noi.
Il dolore è ciò che cercavo di allontanare. Ho cercato, con tutte le forze disponibili che avevo, a non provare più questa tristezza, questa desolazione e angoscia. Ma tutto questo vortice ora non fa che trascinarmi giù con se, non fa che rompere del tutto le mie mura scheggiate e spezzare qualcosa nel mio petto. 
Non mi resta altro che portare le mie mani ad abbracciare le mie gambe e appoggiare la testa sulle ginocchia. Non mi resta che provare ad immaginarmi un suo abbraccio caldo e la sua voce piena d'amore, anche se con il passare degli anni tutto questo poco a poco sparisce a causa delle ombre che le nascondono. 

"Cerca di dormire mia piccola principessa, la mamma non andrà mai via." 

Le sue dita accarezzavano con tocco leggero e delicato la mia testa, sentire il suo profumo mi dava sicurezza e certezza che il mio sogno mai si sarebbe avverato. Purtroppo la notte seguente, quel corpo caldo non c'era più a proteggermi. Avevo provato a cercare quello che mi mancava da mio padre, ma non mi è mai arrivato niente da parte sua. 
C'era solo freddezza e distacco nel nostro rapporto di padre e figlia e oggi questo oceano pieno di rabbia e delusioni che c'era tra di noi, si è fatto ancora più grande quasi da far estinguere quel amore che c'era prima della morta di mia madre. 

Un urlo e altri ancora alleviano il male che provo al petto solo per poco, le lacrime scivolano sul mio viso senza nessun controllo e sfinita mi faccio piccola piccola in un letto che non è mio, né di JJ e né di William. 

~•~

"Pensi che riavrà un'altra crisi se la svegliamo?" La voce di una ragazza che mi sembra di conoscere, mi mette in allerta sul dove sono. 
Non c'è risposta alla sua domanda, ma una grande mano che di sicuro non appartiene alla ragazza, mi tocca la fronte.

"Almeno la febbre si è abbassata." 
Nel sentire una voce conosciuta, la lucina rossa di pericolo dentro la mia mente, si spegne. Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è una bottiglia quasi vuota di vodka liscia. L'odore arriva subito sulle narici e ciò fa in modo che mi alzi molto in fretta a sedermi. Effettuando quest'azione, la mia testa inizia a girare.

"Piano, piano Faith." 
Le mani di prima mi tengono in equilibrio e restano sulle mie spalle fino a quando non è sicuro che stia meglio. 

"Vado a prenderle qualcosa da mangiare!" La ragazza con un grande sorriso sulle labbra esce dalla stanza e il ragazzo annuisce in risposta.

"Si può sapere che diavolo ti è preso?" Il tono e il volume alto della voce di Antoine mi creano un orribile mal di testa. 

"Che ci fa lei qui?" Domando, senza rispondere a ciò che mi ha chiesto. Preferisco evitare il discorso fino a quando sarò sicura che non riuscirò a controllare le mie emozioni.

"Mi ha aiutata a cambiarti e a calmarti." Mormora assonato il francese, indicando il mio corpo. Porto lo sguardo sui miei vestiti e vedo che al posto dei miei jeans neri e la maglia rossa, ci sono un paio di leggins neri e una felpa molto grossa con il logo della Yale. 
Al leggere quella scritta, sorrido amaramente. Oltre al mio casino interiore, devo ancora affrontare l'argomento università con mio padre e con JJ. 

Chiudo gli occhi per passare le mani sul mio viso, ma le allontano subito sentendo che puzzano di fumo. 

"Devi rimetterti in sesto per andare a casa, se appari in questo stato davanti alla tua famiglia, penso che ti manderanno in qualche clinica." 

"Non ricordo come sono finita qui..." sussurro, guardandomi intorno senza trovare qualche foto o altro che possa farmi capire dove mi trovo.

"Vedi questo specie di livido?" Toni punta il dito sul mio zigomo destro, mostrandomelo con la fotocamera interna del suo cellulare. Tocco il piccolo ematoma e tolgo quasi subito le dita per il male che fa quando premo.
Alzo lo sguardo verso il ragazzo il quale ha solo un sorriso divertito.

"Credimi questo è poco, hai fatto il culo a Monica ieri sera."

Al sentire il nome di quella ragazza, delle scene confuse mi appaiono come dei flash. Provo a sorridere per alcune che mi fanno divertire, ma mi viene fuori una smorfia. 
Quando sto per fare altre domande al francese, April entra in camera con in mano un vassoio contente un piatto di minestrina e un bicchiere di acqua. 

"Rimettiti, Faith. Vado a dormire un po'." Toni si alza in piedi, dandomi delle piccole pacche sulla testa. Con lo sguardo gli prego di non lasciarmi con la riccia, ma lui lo ignora completamente e se ne va.
April posa il vassoio, ma prima che possa girarsi a formulare una singola parola, la precedo molto bruscamente. Non è mia intenzione risultare antipatica, ma non riesco proprio a togliermi dalla testa l'immagine di lei e di JJ che si baciano.

"Che diavolo pensi di fare? Non voglio il tuo aiuto e tanto meno il tuo sguardo pieno di pena quando mi guardi." 

"Mi dispiace, Faith. So che ti ho ferita e nonostante non ci conosciamo, credimi non era mia intenzione." Nervosamente passa una mano sul collo per poi portarla a torturare le dita del altro suo arto superiore. "Non provo alcun interesse per Jamie, lui per me è come una specie di fratello e so quanto ci tiene a te, lo vedo nel modo in cui ti guarda. Ed è per questo che sono subito corsa qui quando quello psicopatico del vostro amico mi ha telefonata." 

Ammetto che gradisco molto la sua sincerità e mi diverte anche il modo in cui ha definito Antoine. Mi sfugge un sorriso che subito reprimo, passando la lingua sulle labbra per bagnarle un po'. 

"Se non volevi ferirmi perché hai ricambiato il suo bacio?" Mi posizione meglio sul letto, cercando di mettere la schiena dritta. So che non ho alcun diritto a fare queste domande alla riccia, soprattutto perché in quel momento ero ancora indecisa tra JJ e William. Ho paura della risposta che può darmi, perché anche se JJ ha confessato di essere innamorato di me, so che è difficile dimenticare il primo amore. Sono cosciente dell'amore che lui ha provato per questa ragazza tanto che ho paura che da un giorno all'altro Jamie possa dirmi che ha sbagliato a scegliere me e che torni a riconquistare April.

"Avevo provato ad oppormi, ma sai com'è lui, gli piace avere tutto sotto controllo. E non so se in quel momento mi ha obbligata a baciarlo a causa dei ricordi e riprovare ciò che abbia fa non era riuscito a fare."

O solo per ripicca per aver messo da un lato lui e aver preferito William, ma questo a lei non interessa. Non conosco per niente questa ragazza, ma mi sembra sincera. Vorrei tanto provare ad avere un'amica sulla quale contare, all'inizio lei mi era sembrata simpatica. Abbassare le mie difese per lei, penso che possa valerne la pena. 

Con la mano picchietto il materasso, invitandola a sedersi al mio fianco. Lei, incerta, eseguisce ogni suo movimento fino a quando non mi è vicina. 
Le sorrido e provo a intraprendere una conversazione.

"C'è qualcosa tra te e Antoine?" 

"COSA?! Oddio no!! Aspetta non dirmi che tra voi invece..." 

"No, no. Lui è solo un amico di vecchia data." La interrompo, omettendo il fatto che tra noi qualcosa c'è stato, ma non è stato niente di serio. "Te l'ho chiesto perché ho visto come ti guarda." 

"Si da maniaco mi guarda." 

Le sue parole mi fanno ridere e per tutto il tempo che passo con lei, dimentico ogni problema esistente. Non perdo la testa, non vado in crisi, provo una gioia che sembra far bruciare le mie ferite. E' un bruciore molto piacevole, ma temo a sentirlo perché nel mio inconscio so che queste poche risate e questi momenti di spensieratezza non potranno fare niente con ciò che dovrà ancora venire.

Grazie di cuore per seguire NLMG. ♥️

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Respirare.

È un'azione che siamo soliti fare da quando usciamo dalla pancia della mamma, non ci diamo molto peso quando passiamo le nostre giornate ameno che non ci sia qualcosa che ce lo impedisce. 

Respirare è ciò che a volte non riesco a fare, è un'azione che non riesco a regolare per la paura di avere un attacco di panico. E quando succede, l'unica cosa alla quale penso è che forse è arrivata la mia ora, l'ora di andare tra le braccia di mia mamma.

"Faith, guardami!" 

Sento urlare senza concentrarmi sulla fonte perché nessuna di quelle voci sono importanti per me, perché nessuna di quelle voci saranno in grado di farmi reagire. Forse questo è il motivo per la quale mi sto allontanando poco a poco dai miei cari. Ma per quanto la mia idea di lasciarmi andare sia desiderabile, il bruciore dei miei polmoni e del mio petto me lo impediscono. Questo mi ricorda che potrei provare tanti altri sentimenti che possono farmi sentire bene, amata come quando mi trovo a ridere con JJ, o quando mi trovo protetta tra le braccia di mia nonna. Le persone per le quali potrei restare sono poche, ma l'amore che provo per loro è più grande del desiderio di andare via per non soffrire più. 

Per questo ora mi trovo con le mani sul mio collo, come se agire in questo modo potesse farmi inalare dell'aria.

"Guardami, principessa."

Principessa.

Mi concentro su quella parola e sulla persona che lo ha pronunciato, immaginando che sia il ragazzo che vuole rendermi libera dalle mie catene interne. Sento una sua carezza sul mio viso, provo a cercare un po' di conforto in quel tocco, ma non ci riesco perché la mia pelle non brucia come quando è JJ a farlo. Innaspo, porto lo sguardo in qualsiasi punto della stanza in cui mi trovo per cercare quegli occhi grigi che mi rassicurano ogni volta che sento di non farcela.

"Idiota, così la confondi di più! Levati."

Delle mani piccole quanto le mie prendono il mio viso per portare a guardare i suoi occhi color nocciola. 

"Faith, lui non è qui, ma segui la mia voce, prova a respirare come me ok?"
Annuisco o almeno cerco di farlo e seguo i movimenti del suo diaframma e dell sua bocca quando libera l'aria. Provo ad eseguire i suoi movimenti come quando la mamma o il papà ti insegnano a camminare per la prima volta tenendoti dalle manine. Ci provo ma inciampo e mi agito ancora di più quando sento la voce di qualcuno urlare.

"Toni portala di sopra, la ragazza che ha picchiato Faith sta chiamando la polizia." 

Il viso di April si contrae e smette di guidarmi, sposta lo sguardo su Antoine il quale le dice di continuare ad aiutarmi e l'attenzione della ragazza torna su di me, sorridendomi dolcemente.

"Concentrati su di me, Faith. Ignora tutto il resto e immagina il luogo in cui ti senti al sicuro." 

Provo a chiudere gli occhi per focalizzarmi di più, ma è peggio e lei mi accarezza il viso come fece prima Toni. 

"Prova a pensare che questa sia una carezza della tua ancora. Prova a pensare che al posto mio ci sia lui qui." 

Porto la mia mente al giorno in cui JJ mi disse, pensando che io non lo ascoltassi, di essere innamorato di me. Per quanto quelle parole mi possano aver spaventata, ora come ora sono le uniche parole che riescono a placare un po' la paura del mio restare da sola. 
Provo a far ricordare il mio corpo i suoi abbracci, provo a sentire la sensazione di calore che trasmette al mio corpo freddo. E quel conforto e quel senso di sicurezza che sento in quei momenti, iniziano ad irradiarsi ora su di me, facendo in modo che un po' d'aria entrino nei miei polmoni.
Mi lascio andare del tutto nei momenti felici e tranquilli passati con lui e alla sua voce, soprattutto quando usa quel sostantivo che permetto solo a lui di pronunciare dopo la morte di mia mamma. 
Un sorriso pieno di dolore e di amore si impossessa delle mie labbra e quel piccolo movimento, mi permette di respirare del tutto fino a far sparire quel bruciore insopportabile nei polmoni. 

April mi abbraccia, lasciandomi spiazzata e non ho neanche il tempo di ricambiare e ringraziarla perché vengo presa in braccio da Toni che mi porta verso le scale per andare in camera di Logan. Restiamo lì in silenzio in compagnia della rossa per quasi un'ora fino a quando il francese, annoiato, si alza dal letto per andare a vedere se di sotto si sono calmati. 

"Antoine lo ha chiamato." 

April rompe il silenzio che si stava prolungando, mi giro verso di lei e capisco di chi parla quando la guardo. Sbuffo e cerco il pacchetto di sigarette dentro la tasca della giacca. 
Per quanto mi abbia aiutata pensare a lui nel mio momento di crisi, penso che in questo momento non sarei in grado di guardarlo in faccia. Non dopo aver sentito qualcosa smuoversi nel mio cuore quando provavo a sentire il calore delle sue labbra sulle mie.

"Per quanto voi possiate aiutarvi a vicenda, penso che se non chiedete aiuto ad una terza persona ci metterete poco a distruggervi ed uno di voi due ne uscirà più ferito dell'altro." 

Le sorrido tenendo la sigaretta tra le labbra e portando l'accendino all'altezza della mia bocca. Vedo nascere la piccola fiamma e inspiro per sentire il fumo e accendere quella piccola arma mortale. Libero i polmoni dall'invasione nociva di poco fa e accendo di nuovo l'accendino.

"La vedi? È bella vero? I suoi colori per quanto possano essere comuni, ti ammaliano e ti attirano. E per quanto tu sappia che toccandola, ti farà del male, a volte la sfidi e porti la tua mano o le tue dita a contatto con essa. E cosa senti? Male, che può essere definita tale solo se ti soffermi a pensare che sarà sempre così, ma potrebbe anche essere un male piacevole. Ecco questo è quello che c'è tra me e lui, stiamo insieme in un bellissimo inferno ed è così solo perché siamo noi a renderlo in quel modo."

"Vorrei solo che ne usciste salvi insieme dal vostro inferno." 
Le sue parole mi portano a sorriderle con affetto. Lei si alza in piedi e mi abbraccia prima di lasciarmi sola in camera. 

Ho il tempo di finire tranquillamente la sigaretta che appena butto, la porta si spalanca ed entrano Antoine, Tyler e Logan con in mano dei bicchieri di plastica e delle bottiglie di alcol. La testa riccioluta di April non si fa viva e capisco la sua decisione di andare via da questo posto di anime perse. 

"Come stai, fiorellino?" Tyler mi affianca offrendomi la sua bottiglia di vodka liscia che prendo, ignorando la sua domanda. Bevo un po' del contenuto liquido che brucia piacevolmente la mia gola. 

"Vacci piano, Faith." 
La voce paternale di Antoine fa ridere i due fratelli, lo guardo inarcando un sopracciglio chiedendogli con lo sguardo se è serio. 
"Non vorrei averti sulla coscienza e soprattutto non vorrei essere riempito di botte dal tuo ragazzo." 

"Ragazzo?" Domandano all'unisono Tyler e Logan, quest'ultimo con uno strano luccichio negli occhi che però muore non appena il francese pronuncia il nome di JJ. La voce di quest'ultimo viene sentita da tutti, facendo calare di nuovo il silenzio e portando Tyler a sedersi per terra affianco al fratello e ad Antoine. Rido per la sua codardia e mi giro a guardare il cielo. Meccanicamente porto un'altra sigaretta, un po' modificata, tra le labbra per calmare un po' le emozioni che sto provando. 

Passano alcuni minuti e dopo sento il suo sguardo, e anche un'altro famigliare, puntati sulla mia schiena. Il tossire di uno dei due mi fa girare e incrociare lo sguardo di William mi sorprende, trasmettendomi anche un po' di tranquillità per non nascondergli più questo lato della mia vita.

Capire che cosa passa nei suoi occhi è difficile, l'unica cosa di cui sono certa è che sento di aver perso anche lui. 

***
Speravo che un giorno JJ e William andassero d'accordo, ma avrei preferito che questo accadesse in altre circostanze e non ora. Entrambi adirati che mi fulminano con il loro sguardo. Nessuno dei due ha ancora osato spicciare una parola, solo grugniti sono usciti dalle loro labbra semichiuse. Il più grande picchietta il piede sul pavimento e il più piccolo si passa in continuazione le mani sui suoi poveri capelli. 
So di averla combinata grossa, ma non chiederò scusa e non cercherò di giustificarmi perché avevo bisogno di allontanare i sentimenti che queste due persone hanno fatto riemergere, portandosi dietro anche sofferenza. 

"Volete dirmi qualcosa o dobbiamo stare qui a fissarci fino a quando non si fa giorno?" 

I due fermano i loro movimenti di nervosismo, JJ non sa se ridere o iniziare ad urlare, invece Will è rimasto serio, senza muovere un muscolo facciale che possa tradire ciò che prova. 
Si muove sulla poltrona, cercando una posizione comoda e quando vedo che si ferma posando le braccia sui braccioli, mi preparo a ricevere le parole che mi dirà.

"Non ti sapevo così stupida." 

Le sue parole escono taglienti, sia io che JJ restiamo a bocca aperta a guardarlo. Da quelle labbra che ho sempre bramato, sono sempre uscite parole dolci, parole di conforto, parole che non mi hanno mai ferito volutamente. Mi ci vuole qualche minuto per rispondergli e anche se vorrei ferirlo così come lui lo ha fatto, non ci riesco. 

"Tu non capisci niente." 
Solo questo riesco formulare abbassando lo sguardo, non riuscendo a reggere i suoi occhi fulminei.

"Mi sembra di aver provato a capirti per anni, Faith. In passato ti ho lasciata fare quello che volevi, pensavo che avessi bisogno di sfuggire un po' dalla dura realtà che stavi affrontando." 

Corrugo la fronte, confusa dalle sue parole. Prima che possa chiedere spiegazioni, lui inizia a spiegare.

"Quello che provavo verso JJ non era solo gelosia, sapevo che lui apparteneva al gruppetto che frequentavi e speravo con tutto me stesso che tu fossi un po' più intelligente da non ricascarci più. Non è vero che tuo padre non si è mai preoccupato per te, Faith, lui è sempre stato al corrente di tutto."

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