non puoi cambiare la realtà

di Nightmare28
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAP. 1 ***
Capitolo 2: *** CAP. 2 ***
Capitolo 3: *** CAP.3 ***



Capitolo 1
*** CAP. 1 ***


~~Era cominciata da poco una nuova e normale giornata di lavoro per i bibliotecari ,erano tutti intenti nel sistemare scaffali ,libri o documenti nel tentativo di mettere  ordine in quel caos di sapere e magia ,vennero improvvisamente chiamati da Jenkins nella stanza principale nella quale si trovava l’album de ritagli
“Dicci tutto Jenkins”
disse Eve con il suo solito tono autoritario e talvolta minaccioso
“Dove stiamo per andare?”
chiese poi Ezekiel sapendo già che si trattasse di una qualche missione in giro per il mondo
“Signor Jones ,andrete in Italia ,in nord Italia”
gli occhi di Jacob si illuminarono immediatamente di una luce vibrante
“ah l’Italia ,che bel paese ,così saturo di opere artistiche dal valore inestimabile..”
“Il signor Stone ha ragione ma voi non andrete in vacanza ,sono spariti 7 adolescenti  fra ragazze e ragazzi in questo piccolo paese e se non vado errando non ci fermeremo a questa cifra…quindi sarà meglio che vi sbrighiate a scoprire cosa sta succedendo in modo che non ci siano altre vittime”
 disse poi conducendoli alla porta, si aprì lasciando la luce sprigionata da essa accecare i bibliotecari come ogni volta ,presero una piccola rincorsa e attraversarono il portale ,si trovarono su di un marciapiedi affiancato da una strada molto affollata ,iniziarono a fare un giro di ispezione cercando di notare se  ci fossero persone con atteggiamenti particolari o qualche dettaglio che potesse portarli sulla giusta strada ,erano stati in Italia solo un paio di volte ma mai in quella zona ,si sentivano spiazzati ,confusi e molto disorientati ,Stone si guardava intorno estasiato dalle costruzioni architettoniche commentando ogni piccolo dettaglio e talvolta lamentandosi di come gli architetti avessero coperto la bellezza di edifici storici  con mura grigie e prive di significato ,mentre Ezekiel  guardava ogni vetrina piena di gioielli che gli si presentasse alla vista inciampando o sbattendo contro un palo più di una volta
“Concentrati Jones”
gli disse Eve tirandolo per un orecchio
Avevano percorso una lunga strada arrivando ad una piazza ,davanti a loro si ergeva una enorme biblioteca che aveva tutta  l’aria di invitarli a entrare ed ispezionare qualche libro ,vi entrarono ed iniziarono a cercare, i libri erano ovviamente scritti in italiano ma grazie alle ampie conoscenze linguistiche di Jacob riuscivano comunque a capire cosa ci fosse scritto ,non trovarono niente di interessante ,ma qualcuno aveva trovato interessante guardarli ,scrutarli ,senza farsi vedere ,senza far percepire il suo sguardo ,non si accorsero di niente per svariato tempo finchè Cassandra non notò qualcosa di strano in una ragazza seduta ad un tavolo intenta a leggere un libro con una matita in mano che picchiettava sulle labbra mordicchiandola qualvolta leggesse un passaggio non chiaro ,non stava davvero leggendo ,almeno non in quel momento, alla rossa sembrava di conoscere quella ragazza ,il modo di stare composta in maniera così naturale e quasi involontaria ,la chioma corta ,sbarazzina , di un castano molto caldo con riflessi ramati la riportavano indietro ai tempi di quando ancora non era una bibliotecaria.
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Gli occhi verdi viaggiavano seguendo i movimenti dei quattro stranieri che rapidamente scorrevano fra gli scaffali della biblioteca rimanendo delusi ,voleva andarsene ,non voleva che Cassandra la vedesse ma allo stesso tempo era molto curiosa ,come sempre ;rimase  immobile , seduta ,con un libro in mano per mimetizzarsi con la quiete della biblioteca e assumendo un atteggiamento da lettrice estremamente concentrata, dopo poco sentì lo sguardo inquieto della rossa premerle sulle sue spalle aspettò che la ragazza distogliesse lo sguardo e  furtivamente uscì.
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Cassandra richiamò l’attenzione dei compagni intenzionata a renderli partecipi dei pensieri che le balenavano per la mente  e rigirandosi verso la ragazza indicò il tavolo a cui era seduta solo qualche istante prima ,guardò insistentemente
“Era seduta li neanche tre secondi fa”
 fece vagare lo sguardo per la sala, riuscì ad intravederla uscire dalle rumorose porte scorrevoli, vide il suo viso, non aveva più dubbi su chi fosse quella ragazza, iniziò a camminare molto velocemente seguita dai bibliotecari “Agnes fermati” urlò la rossa già affannata dalla corsa, ma la ragazza non sembrava voler smettere di avanzare ,fu costretta a farlo da Eve che con un scatto l’aveva raggiunta impedendole di proseguire
“Cassandra, che piacere vederti, come stai?”
“Perché sei scappata che cos’hai da nascondere?”
le chiese Baird con tono autoritario
“Non stavo scappando ,ero solo molto di fretta”
rispose evidentemente mentendo
“Ma il tempo per spiarci ce lo avevi, non è così?”
Disse visibilmente irritato Stone
“Non vi stavo spiando, ero solo incuriosita ,insomma mi era giunta voce che Cassandra avesse lasciato il lavoro in ospedale e volevo  vedere che cosa faceva”
disse poi, sembrando sincera questa volta
“Cassandra come fai a conoscerla?”
chiese Jacob
“Lei è una ex paziente dell’ospedale in cui lavoravo, si chiama Agnes Morgan ,è arrivata in ospedale con una grave ferita alla gamba in seguito ad una missione militare in Afghanistan, sembrava le dovessero amputare la gamba ma alla fine non è stato necessario”
“Cassandra è stata la mia unica amica in quel periodo buio, mi veniva a trovare tutti i giorni”
“Risolvevamo i teoremi matematici più difficili insieme, ti ricordi quanto ci divertivamo?”
“Hai detto Afghanistan, maggio del 2009?”
Chiese poi Baird ricevendo un accenno con la testa ,Agnes sentì di nuovo il peso del loro sguardo su di lei, sapeva perfettamente che il colonnello Baird era al comando della stessa missione dalla quale era uscita gravemente infortunata e nella quale aveva rischiato la vita, anche se non a causa della guerra
“No, mi devo essere sbagliata, non puoi essere tu”
“Infatti, qualsiasi cosa fosse ti devi essere sbagliata insomma ,errare humanum est”
disse per poi chinarsi a raccogliere la borsa che le era caduta
“Ora credo di poter andare, ciao a tutti, è stato un piacere conoscervi”
 non le intralciarono il passaggio, riuscì  fare solo un paio di passi prima che Eve parlasse
“ah, aquila Morgan…”
 la mora si girò immediatamente come fosse stata richiamata all’ordine e resasi conto di ciò che aveva appena fatto si maledì e imprecò a bassa voce ,non poteva scappare ,ormai l’aveva scoperta…

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Capitolo 2
*** CAP. 2 ***


"Agnes, cos’è questa storia, cosa vuol dire aquila Morgan?”
 chiese Cassandra  una volta che si sedettero ad un piccolo tavolo circolare nell’angolo di un bar vicino
“Aquila Morgan era il mio nome in codice, ero  ancora abbastanza piccola quando la NATO mi ha chiamato come agente per sfruttare le mie capacità di programmatrice e haker, il colonnello Baird era al comando della missione nella quale lavoravo quando mi sono fatta male..”
Iniziò a dire la ragazza per venire bruscamente interrotta da Eve appena tornata dal bancone con in mano un birra
“ Hai dimenticato di dire che sei scappata da quella missione, lasciandoci in un mare di guai”
Si sentì nuovamente imprigionata nei loro sguardi, purtroppo non poteva dare torto ad Eve per essere così severa nei suoi confronti, quello che diceva era vero, lei li aveva abbandonati ,era scappata, se solo avesse saputo il perché di quella decisione così improvvisa per loro insensata; i suoi occhi verde smeraldo si incupirono al solo ricordo di quel periodo, la sua fuga non era stata per egoismo, al contrario, era stato l’unico modo per proteggere tutta quella povera gente, se fosse rimasta in quel luogo probabilmente non sarebbe tornata a casa neanche il colonnello, ma capiva che fosse complicato da capire ed era anche più complicato spiegarlo; a salvarla dalla sua mente fu Ezekiel che si allontanava dal bancone del bar con due birre in mano, si sedette di fianco a lei appoggiandole uno dei boccali davanti al naso, l’odore del liquido leggermente alcolico e a tratti amarognolo la riportarono alla realtà
“ Hai ragione, é vero, sono scappata, avevo  solo  14 anni allora”
“ E un quoziente intellettivo di 165”
 disse Baird sorseggiando la sua birra per allentare i nervi tesi dall’ incontro con la ragazza
“ Questo non mi rendeva in grado di affrontare una situazione del genere”
 rispose Agnes inacidita bevendo a sua volta
“ Comunque..” riprese a parlare la mora “ scappando sono stata ferita da una esplosione causata da una granata inesplosa che era rimasta sul terreno, a quel punto ho avvistato uno degli  aerei americani che era in partenza per tornare in patria, ho trovato il modo di entrare  e sono arrivata fino in America senza che nessuno si accorgesse di niente, a quel punto ho raggiunto l’ospedale nel quale ci siamo incontrate io e Cassandra, poi sono venuta qui, in Italia, sapevo che in America fossero tutti convinti della mia morte e quindi ne ho approfittato per cercare di avere una vita normale”
Si sentiva leggermente in colpa nel dirlo ad alta voce, fin da piccola non era riuscita a essere una bambina normale con una famiglia normale, e dopo la morte dei suoi genitori e il suo sfruttamento in ambito militare lo era stata ancor meno, soprattutto durante quella missione, pensava che andando in Italia si sarebbe liberata di quel peso, che finalmente sarebbe stata al sicuro, il suo piano aveva funzionato per qualche tempo ma nelle ultime settimane le cose erano cambiate, era inquieta ,nervosa ,faceva incubi quasi tutte le notti e aveva l’impressione che la scomparsa dei 7 ragazzi centrasse qualcosa
“ Morgan è l tua giornata fortunata, per quello che hai fatto rischi grosso ma se ci aiuti con la nostra missione faremo finta di non averti mai incontrata, ci stai?” le chiese Baird, Agnes annuì, del  resto non aveva scelta,  negli ultimi anni era stata tranquilla per il semplice fatto che tutti credevano che fosse morta e di conseguenza non avevano perso tempo nel cercarla ma se qualcuno avesse saputo che era ancora viva e che si trovava in Italia non avrebbe avuto via di scampo, la avrebbero trovata e riportata in America, messa sotto interrogatorio e chissà cos’altro.
Finì di bere la sua birra tutta d’un sorso sentendo lo sguardo dei quattro fisso su di lei, distolse lo sguardo guardando all’ interno del bicchiere sporco di schiuma, aspettò che alcuni di loro iniziassero a parlare tra di loro per rialzare gli occhi e guardarsi intorno; Ezekiel, seduto accanto a lei continuava a fissarla e quando lei ricambiò lo sguardo non smise si scrutare le verdi iridi, continuarono a fissarsi con sguardo di sfida finchè il colonnello non si alzò per poi rivolgere di nuovo la parola ad Agnes
“Noi siamo qua per un preciso motivo, dovresti aiutarci a trovare informazioni riguardo a..” Eve venne interrotta dalla ragazza che sembrava essere tornata in se dopo la fase di trans durante la conversazione con loro
“ So su che cosa state indagando e so anche dove andare”
rimasero tutti abbastanza sbigottiti e confusi ma decisero di non fare domande, se davvero sapeva cosa cercare e dove allora non c’era motivo di perdere tempo.
Seguirono  Agnes all’interno della stessa biblioteca nella quale si trovavano precedentemente ,la ragazza si diresse fino allo scaffale più lontano e lo percorse  interamente, si mise davanti allo scaffale pieno di libri e con il dito iniziò a passarli uno per uno dicendo a bassa voce il titolo, il dito affusolato si blocco sulla copertina di cuoio di un libro che sembrava molto vecchio anche se in buone condizioni, il titolo non era scritto in italiano ma in qualche altra lingua che Jacob non conosceva, lo tirò indietro provocando un leggero scricchiolio, di fianco a loro si percepì una vibrazione, uno squarcio aprì il muro creando un passaggio abbastanza grande da farli passare, una volta passati attraverso il muro la crepa si richiuse senza lasciare alcuna traccia; si trovarono in una stanza con pareti ricoperte di scaffali colmi di libri
“ Se state cercando qualcosa che riguardi la scomparsa dei 7 ragazzi, probabilmente siamo nel posto giusto”
disse Agnes con gli occhi pieni di una luce magnetica, amava quel posto e si vedeva
“Agnes che posto è questo?”
le chiese Cassandra incuriosita guardandosi intorno estasiata da quella bellezza
“ Questa è una delle stanze della seconda biblioteca più antica del mondo, si è salvato solo questo ma originariamente era decisamente più grande, l’ho trovata per caso, girovagando fra gli scaffali un paio di anni fa, in questi libri sono contenute storie e verità che sono  comparabili solo  quelle scritte in un unico altro luogo…”
“ E quale sarebbe questo altro luogo?” chiese a quel punto Jacob
“La Biblioteca” la guardarono sorpresi, non sapevano se fosse una coincidenza e se veramente lei sapesse di loro
“Vi ho riconosciuti quasi immediatamente sapete, voi siete i bibliotecari: un genio della matematica, un esperto di arte , un ladro sorprendentemente abile e poi il loro guardiano, ho aspettato molto tempo ma sapevo che prima o poi vi avrei conosciuti”
Rimasero scioccati, come era possibile che lei sapesse dell’esistenza della biblioteca
“ Non vi spaventate, tranquilli non  sono cattiva, lo so perché c’è scritto  in questi libri”
disse prendendo in mano alcuni libri che erano appoggiati sulla scrivania poco distante da loro consegnandoli nelle mani di Eve, la bionda li aprì per poi richiuderli violentemente
“Che cosa c’è scritto in questi libri?” le chiese ancora più nervosa di prima, Agnes si era dimenticata che erano scritti in una lingua morta che quasi nessuno sapeva leggere
“ Scusa, mi ero dimenticata che fossero scritti in una lingua che quasi nessuno conosce, comunque in sostanza c’è scritta della storia della creazione della biblioteca e tutta la sua storia passo per passo aggiornata costantemente da un potente incantesimo che collega questa stanza alla vostra biblioteca, per questo so di voi”
La risposta era…strana ma per i loro standard verosimile, smisero di fare domande, non avevano tempo da perdere e con l’aiuto della ragazza iniziarono a cercare qualcosa di interessante all’interno della piccola biblioteca, il silenzio più imbarazzante regnava nella sala, Agnes cercava di evitare gli sguardi del colonello Baird  perdendosi nell’infinità di libri ma allo stesso tempo scrutando  i quattro personaggi che aveva appena fatto entrare nel suo posto speciale,  l’unico luogo nel quale si fosse mai sentita al sicuro e nel quale si rifugiava ogni volta possibile
“Morgan” la ragazza era così concentrata che si spaventò al richiamo che andò a sbattere proprio contro la fonte della voce facendogli perdere l’equilibrio
“Scusa Ezekiel” disse poi imbarazzata a casa della sua sbadataggine, la guardò e sorrise leggermente, aveva capito che per lei non era facile avere a che fare con loro ed essere messa così sotto torchio da Eve, stava facendo del suo meglio per aiutarli e per essere lasciata in pace
“Questo libro mi sembra possa essere interessante dalla copertina, di che cosa parla?” le chiese a sua volta imbarazzato consegnandole un libro dalla copertina in cuoio marrone con le pagine ingiallite; Agnes lo aprì e dopo qualche secondo il ragazzo vide spuntare sul viso di lei un piccolo sorriso che si trasformò in una leggera risata
“ Mi dispiace deluderti Ezekiel ma è un libro di pozioni, niente di utile alla nostra causa”
si sentì di nuovo inutile, non era bravo in queste cose, l’unica cosa che sapeva fare era rubare e scassinare serrature, nient’altro , si era sempre sentito inferiore rispetto agli altri bibliotecari anche se non lo dava a vedere; il silenzio venne nuovamente interrotto da delle urla provenienti dall’esterno della sala ,Agnes si affrettò a riaprire il passaggio per andare  a vedere che cosa stesse accadendo, arrivarono correndo nella piazza su cui si affacciava la biblioteca, la gente correva urlando in preda alla paura; una creatura che sarà stata alta tre metri era al centro della piazza e teneva nella mano raggrinzita e tagliente una ragazza così spaventata da essere paralizzata, i suoi occhi spalancati osservavano l’enorme corpo scuro del gigante soffermandosi sugli occhi blu cobalto ,piccoli, inespressivi ma tremendamente cattivi e raccapriccianti del colosso mostruoso, gli occhi di Agnes si spalancarono, conosceva bene quel mostro, non lo aveva mai visto di persona ma aveva letto molti libri riguardanti l’argomento nella piccola biblioteca
“Dai Agnes pensa, pensa” diceva a se stessa  a bassa voce guardandosi intorno, si girò verso i bibliotecari
“ Allora, ho un piano…” iniziò a dire Agnes
“ No, i piani qui  li facciamo noi” disse Eve interrompendola
“Eve noi non sappiamo niente di questo mostro…”
disse poi Ezekiel ricevendo uno sguardo di approvazione da Cassandra
“Eve ,io mi fido di lei”
le confidò Cassandra seguita da  un cenno del resto del gruppo
“Bene allora, voi cercate di mettere al sicuro la gente e di distrare il mostro, Ezekiel , tu vieni con me”
ordinò poi la ragazza sembrando avere la situazione completamente sotto controllo, lasciarono i tre e si diressero verso una piccola strada laterale e il ragazzo fu trascinato all’interno di una gioielleria rimasta vuota , Agnes iniziò a guardarsi intorno molto concentrata poi si avvicinò ad una teca che conteneva una collana che dava l’aria di essere parecchio preziosa
“ Ezekiel ,prendi questa collana, fai attenzione, per nessun motivo deve suonare l’allarme ,potremmo peggiorare la situazione”
Il ragazzo non deluse le sue aspettative quando riuscì a prelevare il gioiello senza creare il minimo rumore consegnandolo a lei, iniziarono a correre verso il resto del gruppo, non  fecero nemmeno in tempo a rendersi conto che erano tornati che Agnes era sparita con la collana, un impeto di rabbia si fece strada nel corpo non solo di Eve ma anche degli altri che si erano fidati di lei
“Lo sapevo che non ci si poteva fidare di lei” disse poi Eve stizzita
“Ragazzi guardate”
esclamò Ezekiel indicando verso il lato opposto della piazza, dove c’era Agnes, non riuscivano a capire cos lei stesse facendo, aveva la collana addosso e si era messa in un punto nel quale il diamante rifletteva la luce,  era in piedi, ferma, immobile, con gli occhi chiusi.
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Agnes chiuse gli occhi pregando che quell’azzardo funzionasse, il mostro era ancora li, con la ragazza in mano ormai svenuta.
Nella mente di Agnes  iniziarono a vagare i più oscuri ricordi, il giorno della morte dei suoi genitori, la macchina che sfrecciava senza controllo sull’asfalto accompagnata dalle urla e dallo sguardo inquieto della madre, la vista del volto di suo padre scomparire sotto ad un telo nero ed il rumore straziante degli apparecchi ospedalieri comunicare la morte della madre; non era stato un incidente ne era sicura, ed era altrettanto sicura che fosse stata colpa sua e di quella cosa che anni dopo aveva cercato nuovamente di ucciderla , era anni che viveva con quel rimorso , con quel senso di colpa che la accompagnava qualsiasi cosa facesse, senza abbandonarla mai, viveva nel suo corpo in uno stato di quiete che la rendeva irrequieta e solitaria e, in momenti come quello, quando si lasciava perdere nella sua mente senza controllarsi venivano in superfice senza lasciarle alcuna via di scampo da se stessa, dalla sua malinconia, dalla sua rabbia.
Lacrime iniziarono a bagnare il suo viso scorrendo sulle sue guance come fiumi in piena, i pugni stretti le davano un certo senso di conforto e i denti digrignati in una smorfia le servivano per non sprofondare nel più disperato dei pianti; valse la pena soffrire così tanto in quel momento perchè il suo piano funzionò.
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Gli occhi blu del mostro si spalancarono , esso si girò a guardare Agnes lasciando la fanciulla che teneva prima prigioniera per terra, a quel punto Agnes aprì gli occhi guardando fisso quelli della creatura oscura che si avvicinava sempre di più a lei con aria minacciosa, chiuse nuovamente gli occhi, era terrorizzata dal pensiero che il suo piano non funzionasse e di essere catturata , la mano del mostro era sempre più vicina a lei e i bibliotecari avevano ormai perso le speranze che si potesse salvare
“ dai, ti prego funziona” urlò quasi la ragazza, la pietra che teneva al collo si illuminò riflettendo  tutta a luce di quella soleggiata giornata contro il mostro che dopo svariati tentativi di afferrare la ragazza e urla di dolore si dissolse nel nulla.

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Capitolo 3
*** CAP.3 ***


Agnes era ancora paralizzata dalla paura nonostante fossero già passate un paio d’ore dallo scontro i bibliotecari ancora non le avevano rivolto la parola per non turbarla ulteriormente; erano andati tutti a casa sua, sembrava essere ancora in stato di shock ma Cassandra decise di parlarle con la scusa di darle una tazza di tè caldo

“Agnes, stai bene?” le chiese quindi la rossa

“ Si sto bene, scusatemi” rispose abbastanza tranquillamente , Eve decise di esortarla a spiegare loro come avesse fato a sconfiggere l’orribile  creatura

“ Non l’ho sconfitta per sempre, è solo andato via, per un po’, tornerà..” disse con tono amareggiato per poi ricominciare a spiegare come avesse fatto a cacciarlo

“ Quello era un kneryol, più comunemente chiamato occhio dell’oscurità , una creatura malvagia che si nutre di tristezza, rabbia e tutti  i sentimenti che si avvicinano a questi: malinconia, rancore ,rimorso, senso di colpa, frustrazione; insomma diciamo che ha l’imbarazzo della scelta, era da molti anni, forse secoli che non se ne vedevano, quello che ho utilizzato è un diamante nero che come tutti i diamanti è velenoso per  le creature oscure, secondo lo “Smistamento delle pietre preziose” scritto da Merlino, ho condensato molti dei miei ricordi e sensazioni meno piacevoli mai provate che sono state incanalate e moltiplicate in maniera esponenziale dal riflesso della pietra che le ha rese non più un nutrimento ma un’arma che lo ha indebolito e spaventato”

I volti visibilmente confusi e impressionati dei bibliotecari le fecero sfuggire un piccolo sorriso, si era dimenticata di quella sensazione ormai, di come fosse essere guardata da qualcuno che non riusciva a capire cosa lei stese facendo, le succedeva sempre quando era piccola :in classe, nei gruppi di amici che aveva provato ostinatamente a costruire intorno a se, e le era successo anche alla NATO, ciò le aveva creato non pochi problemi, le rivalità e l’odio che i suoi colleghi provavano nei suoi confronti la avevano consumata fino al midollo, si sa che per un bambino la cosa più importante è l’accettazione, l’essere parte di un branco, fare parte di qualcosa ; non aveva mai provato quella sensazione, il poter essere sicura della sincerità di qualcuno era un desiderio che bramava da molto, che fino a quel momento non era riuscita a realizzare e che forse non si sarebbe mai avverato date le sue condizioni così singolari.

“Quindi? Cosa facciamo?” chiese Stone ormai uscito dallo stato di trans confusionale nel quale Agnes lo aveva trasportato bruscamente

“Già Morgan ,cosa facciamo?” ribadì Baird evidentemente stizzita e contrariata dalla fiducia che i suoi compagni stavano iniziando a riporre nei confronti della ragazza

“Mi dispiace dirlo, ma non ne ho la minima idea, probabilmente l’unica cosa che possiamo fare è documentarci e aspettare che torni di nuovo”

“Sai almeno per quale motivo i 7 ragazzi sono stati presi da questo mostro?” chiese ancora Baird sperando che Agnes potesse darle qualche informazione interessante da discutere con Jenkins

“Certamente, come vi ho detto prima la creatura si nutre di sentimenti negativi e solitamente molto persistenti, più forte e duraturo è il sentimento più nutrimento avrà il mostro, soprattutto se il sentimento in questione è la rabbia”

“Va bene, ma non capisco perché proprio degli adolescenti” la interruppe Cassandra

“ Perché è molto più facile per i ragazzi provare la pura e semplice rabbia, quella distruttiva, che si appropria del corpo in pochi istanti, gli adolescenti non hanno ancora la corazza protettiva che si costruiscono gli adulti andando avanti con gli anni, per questo motivo sono sempre stati le vittime preferite dei kneryol”

Era evidente che si stessero tutti chiedendo come facesse lei a saperne così tanto su quella creatura e che soprattutto fosse così tranquilla, sembrava che si fosse già trovata in situazioni simili prima di quel momento ma era strano che nella biblioteca non si sapesse di lei e di tutte le sue conoscenze in quel ambito

“Non ho molto da fare quindi leggo molto nella biblioteca, per questo so queste cose , è tutto scritto li” disse Agnes quasi leggendo nel pensiero i quattro e cercando di portarli sulla pista che lei voleva che intraprendessero, l’ultima cosa che voleva in quel momento era che scoprissero ancora più cose su di lei, era meglio rimanessero segrete, anche per la loro sicurezza.

Dopo aver discusso a lungo i bibliotecari riuscirono a convincere Baird a portare Agnes nella biblioteca, anche per poterla controllare meglio, si fidavano di lei ma percepivano comunque che stesse nascondendo qualcosa; una volta ricevuta la notizia Agnes si mostrò leggermente titubante ma non oppose resistenza e poggiata la tazza vuota sul tavolo si alzò, sospirò e per fortuna i bibliotecari non si accorsero di quel suo gesto, la sola idea di andare in quel posto le creava una angoscia simile solo a quella che aveva provato con la morte dei suoi genitori, andare nella biblioteca voleva avere la certezza che tutto stava accadendo davvero, di nuovo, che ancora una volta non era al sicuro e che altre persone a cui teneva avrebbero sofferto.

Contattarono Jenkins e attraversarono il passaggio; una volta messo piede nella vera e propria biblioteca Agnes spalancò gli occhi, era bella e affascinante come se l’era immaginata in tutti quegli anni e molto di più, percepiva energie che mai aveva sentito prima ma che le appartenevano, la facevano stare bene.

“Jenkins, questa è Agnes Morgan, ex agente NATO e ,a quanto pare, amica di Cassandra”

Jenkins ebbe una reazione del tutto inaspettata, guardò la ragazza da capo a piedi e una volta soffermatosi qualche secondo sulle sue iridi verdi  ebbe un leggero sussulto e distolse lo sguardo repentinamente

“Benvenuta nella biblioteca” disse per poi andarsene

“Flynn!” esclamò il colonnello guardando verso le scale alla loro destra

L’uomo dapprima estasiato dalla vista di Baird rimase esterrefatto nel vedere la figura di Agnes che a sua volta era a bocca aperta

“ Lo so che non ami avere sconosciuti in giro ma era l’unico modo per controllarla e…” iniziò a dire Baird pervenendo bruscamente interrotta da Flynn

“Stai scherzando, che bella sorpresa mi avete fatto portandola qui” la sua affermazione lasciò i bibliotecari confusi, e lo rimasero ancora di più quando videro Flynn e Agnes abbracciarsi affettuosamente e scambiarsi qualche parola sussurrata

“Tu la conosci?” domandò Baird quasi delusa

“Se ci conosciamo? Ho incontrato questa piccola peste quando aveva a mala pena dodici anni e da allora mi è capitato parecchie volte di averla in mezzo ai piedi durante delle spedizione” rispose l’uomo divertito scagliando un leggero pugno sulla spalla della mora

“Ti dovrei forse ricordare che ti ho salvato la vita molteplici volte” rispose Agnes a sua volta sorridendo; notarono che ovviamente i bibliotecari volevano sapere di più sul loro incontro, soprattutto Eve che si era rivelata essere ancora più infastidita dalla sua presenza.

Spiegarono che il loro primo incontro avvenne nella città natale della ragazza quando era ancora piccola e i suoi genitori erano vivi, Flynn era li in cerca di un reperto che era stato rubato dalla collocazione originale, un vaso molto prezioso e molto potente e lei, essendo una bimba molto curiosa e persuasiva lo aveva costretto a integrarla nella missione , la stessa cosa successe un paio di anni dopo, poco prima dell’incidente che la privò dei suoi genitori; sembrava  quasi che la sua città fosse una specie di  calamita per le creature e gli oggetti magici, ma successivamente, quando Agnes fu portata via dalla sua casa Flynn non sentì più parlare di quel posto e nemmeno della ragazzina che poteva ormai considerare sua amica.

 

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