Ossessione & Follia

di Attendre et esperer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Teach me [Edmond Dantès & abbé Faria] ***
Capitolo 2: *** II. Into the Deep and the Sorrow ***



Capitolo 1
*** I. Teach me [Edmond Dantès & abbé Faria] ***


“Per favore, insegnami”, disse il prigioniero, le sue parole scosse da un brivido – tremando tra i singhiozzi e al freddo dell’angusta prigionia nella quale era costretto – dubbioso e spaventato. “Per favore, insegnami” esclamò nuovamente, attirando l’attenzione del longevo, il quale smise di scavare per concedere uno sguardo rassegnato, per poi ritornare al proprio lavoro. La richiesta venne ripetuta, quasi pregata, un’ennesima volta, in un lamento, dall’oscurità di quel piccolo angolo in cui lui tremava, rannicchiato a sé.

“Insegnarti cosa?” chiese l’abate con voce stanca.
“A perdonare” ansimò Edmond – miserabile, tormentato, senza più nessuna speranza.
Faria lo osservò ancora e scosse la testa, così sconsolato che Edmond singhiozzò di nuovo.

“Non posso insegnarti ciò che non sei disposto ad imparare” ed Edmond non poté far altro che piangere e tremare come se un freddo gelido e pungente gli trapassasse le ossa, nella colpevolezza e vergogna che quelle parole erano riuscite a provocare in lui.
Il prete lo osservò attentamente, come era solito fare, con quello sguardo calmo e giudizioso, mentre Edmond continuava a scavare, gesti automatici e scatti veloci – gli occhi fissi sulle proprie mani, lucidi e persi nell’ignoto dei pensieri, disperati e rabbiosi; le sue labbra strettamente serrate, il corpo rigido e teso – emanando un’aura di puro odio, la mente occupata da spietati pensieri di vendetta.
Questi provocavano molto più dolore di quanto avrebbe mai potuto descrivere a parole, un’ossessione che aveva trovato salde radici nel cervello, strillando al suo interno di giorno e nei suoi incubi di notte – nemmeno un momento di pace sembrava voler concedere, non importava quanto ci provasse: come demonio che lo cacciava dalle tenebre delle ombre, braccandolo durante gli scavi, nel suo letto, mentre studiava.

“Devi perdonare” disse Faria con voce morbida, paterna, talmente tanto che Edmond smise all’istante ciò che per ore lo stava tenendo occupato, respiri ansimanti ed irregolari sorsero immediatamente come un lamento. “Se non puoi dimenticare, devi almeno riuscire a perdonare”
“Non posso” rispose il più giovane stringendo i denti, sudando nell'aria calda e soffocante della cella “Tu non capisci, non puoi capire”
“No?”
Dantès lo guardò solo per un attimo, breve eppure intenso, per poi chinare la testa e proseguire col suo lavoro.
“Devi perdonare” disse ancora una volta, ricevendo in risposta solo una scossa del capo da parte dell’altro, violenta ed ostinata “Figlio mio – “
“Non defraudarmi del mio odio!” Edmond gridò, la voce rotta da brividi e spasmi “E’ tutto ciò che ho! Tutto ciò che mi permette di essere ancora vivo”
“Davvero è questo?”
Edmond inchiodò lo sguardo al suo, arrossendo d’infamia – lo strumento da lavoro scivolò dalla sua mano e cadde con suono sordo sul terreno di quella spoglia prigione, mentre la calura asfissiante lo soffocava assieme alle sue stesse lacrime.





Angolo della Traduttrice: A chiunque sia giunto fin qui a leggere, grazie di cuore.
Link alla storia originale: https://monte-cristo-incorrect-quotes.tumblr.com/post/173131058392/please-teach-me-he-says-his-words-broken-by-a

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Capitolo 2
*** II. Into the Deep and the Sorrow ***


“Ti prego, insegnami” un singhiozzo proveniente dall’oscurità, i battiti del cuore accelerati nel suo petto, impazziti, terrorizzati da ciò che non si vede e che potrebbe strisciare indisturbato, invisibile, tra le ombre che non consentivano alla luce di proclamare dominio in quell’angolo angusto; qualcosa se ne stava nascosto nei recessi della sua mente, qualcosa che non si poteva descrivere o anche solo raccontare – rendendo il predatore unicamente più spaventoso.

“Insegnarti cosa?” domandò l’anziano con tono stanco. Entrambi sapevano dove quel percorso di dubbi e domande li avrebbe portati; in un ambiguo ed eterno ciclo di paure e sfiducia – eppure ogni singola volta il prete rispondeva, conscio che Edmond doveva tenere occupata la sua mente e distrarla dallo straziante abisso di disperazione nel quale lentamente, ma immancabilmente, egli stava scivolando.

“Insegnami come credere” esclamò il più giovane “Insegnami – “ tossì “come credere di nuovo”.
“In cosa?” disse l’abate, già cosciente su quale sarebbe stata la risposta.
“In Dio” la sua voce ridotta in un mormorio disperato nel pronunciare il Suo nome – come se facesse troppo male, come se ci fosse paura nel proferire quella semplice parola.
“Già lo fai” rispose l’uomo, gli occhi appena socchiusi.

“Non è così” protestò, in un lamento acuto, spezzato da un singhiozzo di dolore “Non ho più fede in Dio, Faria” continuò, la voce assunse presto un tono angosciato, frenetico, disperato “E non so cosa sia peggiore, o più penoso, che incrementa la mia agonia; dimmi – la tremenda solitudine che non concede nemmeno il conforto della religione e la dolce illusione che essa ci dà; oppure credere in Dio pur sapendo che Lui ti ha abbandonato? Non ho più fede, Faria, e ho paura”.

Il longevo non proferì parola per lunghi minuti – e anche Edmond rimase in profondo silenzio, attendendo la sua risposta, paziente e fiducioso.
“Ciò non ha importanza” chiarì infine, pacato “Non importa che tu creda o meno in Dio; Lui crede in te”
“E cosa ti rende così certo?” chiese Dantès, la voce incrinata e senza fiato, e solo quando quest’ultimo riuscì a catturare nuovamente aria, Faria continuò.
“Perché non dovrebbe?” disse dolcemente, poi solo un pianto soffocato da singhiozzi frenetici e spezzati si udì nelle tenebre della loro prigione, di un uomo tormentato, solo, spaventato, eppure di nuovo speranzoso.





Angolo della Traduttrice: A chiunque sia giunto fin qui a leggere, grazie di cuore.
Link alla storia originale:  https://monte-cristo-incorrect-quotes.tumblr.com/post/173384336022/part-two-of-this-for-profoundlysweetcrusade-to

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