Grazie
per tutto ciò
che avete fatto
per me.
Non vi dimentico.

E la mia mente
è come
un giostra,
un carosello
che gira
dolce
e malinconico.

Ora sono completamente
vuota.
Avevo le mie poesie,
ora non ci sono
più.
Mi hanno
svuotata
ed ho perso
l'unica cosa
che per me era come
la libertà.

Cosa provo?
Rabbia,
per non riuscire più a scrivere.
Disperazione,
per non avere nient'altro.
Ineguatezza,
perché mi sento diversa.
Confusione,
perché non riesco a trovare nient'altro.

Lacero la mia gola
con grida
soffocate
e cerco di resistere
ma il dolore mi fa
impazzire.
Mi sento morire
e mi chiedo
perché non succede?
Poi respiro
e dico che va tutto bene.

Mi sento
questo schifo
di ammasso pesante
premere e premere
e premere
e il mio fiato
si spezza
e non posso parlare.
Allora scrivo
ma
quando prendo la penna
le parole sfuggono
via
ed io soffoco e soffoco
e soffoco
e nessuno mi aiuta.
Aspetto con ansia
il momento di
morire.

Mi sento così
succube
mentre il destino
mi inghiotte
e le botte che prendo
lasciano lividi.
Ma solo io li vedo?
La vista si annebbia
e il fiato si spezza,
le gambe tremano
e la testa scoppia.
Sto lentamente
cedendo.

Mi ripeto
"non affogare"
ma per chi?
In solitudine
vago
triste e sperduta
e penso
"perché resistere?"
Ne varrebbe
davvero
la pena
per me?

Alzati,
coraggio e cammina.
Trascino
questo corpo
pesante
invogliandolo
ad andare.
"Coraggio"-urlo.
Coraggio.
E lo spingo
con forza
e allora si
alza.
Ce l'ho fatta!
Eccomi
di nuovo in
piedi.

Penso
a te
ormai morta
e a me
uccisa
anche io
da quel nodo
così stretto
e da quella corda
così robusta.

Egoista.
Sei scappata via
dalle tue sofferenze
e le hai lasciate
a noi.
Proprio a noi
i tuoi amici
che da sempre
con te
combattevano
valorosamente
al tuo fianco
ogni battaglia
e adesso
ci lasci con
un dolore
così
terribile
e pesante.

Mi siedo
sotto questa statua
e cerco ispirazione
perché è già poesia così
e sto qua per tanto tempo
come i veri poeti.
Ma l'unico vero pensiero che ho
è che mi sto ghiacciando il culo.

Sorrido
ai dolci ricordi
memore
delle avventure
passate
e mi risveglio
e vivo il presente
vuoto
e solitario.

Scoppio d'amore
per te
ed è strano
e mi abbraccia
ma
è come se fosse
pietra
non ricambiato
e inesistente
ma
per me
è sempre abbraccio
che avvolge
e riscalda.

Ed è subito
tempesta.

Un altro giorno è passato
e lotto, cercando,
invano, uno scudo
pronto a proteggere
un caso umano.

E ancora
tradita e umiliata
e sola e dimenticata
vagante e sperduta
e distrutta e abbattuta
mi sento rinnegata
e mi rifugio abbandonata
in cerca di calore
e lontana dal dolore.
Ma mai avrò scampo
fino al mio ultimo
esile respiro stanco.

Evito la luce
cosicché nessuno mi veda
e sgattagliolo
nell'ombra
per nascondere
deformità
e tristezza.

Triste
e soffocante
assisto inerme
al passaggio
di tutte
le vite attorno
a me
e
silenziosamente
mi accorgo
di come
a nessuno
freghi un cazzo
di me.

Sento
le urla,
la confusione
mi annebbia la
mente
e non capisco più
niente
e sono così forti
che mi porta
quasi
alla pazzia.
Mi giro
e mi rigiro
in cerca di
aiuto
e poi la vedo:
intorno a me c'è
la calma.
Le urla
sono solo
dentro
la mia
testa.

La sensazione
costante
e opprimente
di morire
in solitudine
si fa strada
nella mia mente:
forse dovrei
e guardo
piangente
e sperduta
il vuoto
decidendo.
Forse è questo
il mio momento.
Ingoio
parole
non dette
e chiudo
gli occhi.

Ci tengo a ringraziare due persone speciali per questa raccolta.

Grazie,
Marco e Valentina.
Penso che non serva nessun'altra parola. Solo un "Grazie".