Gli sbagli del mio cuore

di SerenitaDolce95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***
Capitolo 4: *** Tre ***
Capitolo 5: *** Quattro ***
Capitolo 6: *** Cinque ***
Capitolo 7: *** Sei ***
Capitolo 8: *** Sette ***
Capitolo 9: *** Otto ***
Capitolo 10: *** Nove ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Le cose belle accadono a tutti ma non a me anche perché io ho sempre avuto un debole per le cose che non sono belle come ad esempio farsi una scorpacciata al McDonald’s senza dirlo alla propria famiglia; tanto che se il giorno dopo ti fai un esame del sangue ti ricoverano tra i malati terminali per una gravissima forma di diabete.
  
In effetti, io la scorpacciata da McDonald’s l’avevo fatta proprio oggi perché avevo litigato con il mio fidanzato Fabio con il quale ho iniziato una relazione due mesi fa ma che non va affatto bene per il semplice fatto che io non voglio andarci a letto perché secondo me due mesi sono troppo pochi o almeno mia madre dice sempre che per andare a letto con un uomo bisogna aspettare almeno un anno e io un po’ rispetto la sua idea.
  
Quanti anni pensate che io abbia esattamente? Starete pensando sicuramente quindici o sedici anni ma purtroppo sarete delusi a sapere che io ho ben ventitré anni. Sì, avete capito bene! Ventitré anni e per ora non ero ancora andata a letto con un uomo ma perché non avevo mai incontrato quello giusto di solito gli uomini che ho conosciuto in passato bastava che mi parlassero anche solo cinque minuti e si scocciavano di me non mi ritelefonavano mai dopo il primo incontro e a volte penso di capire quale sia la causa del loro comportamento.
  
Avete presente quelle belle ragazze che hanno un fisico snello e magro che possono mangiare ogni ben di Dio senza poi fare sport e ingrassare, le avete presente? Bene. Io non centro nulla con queste. A differenza loro io ho dei capelli biondi al naturale, sono alta un metro e settantadue, occhi verdi e una carnagione cadaverica. Starete dicendo cosa c’è di male in tutto questo da come mi sono descritta penserete comunque che io sono una figona ma se vi dicessi che ho un fisico panciuto, un seno grosso e un viso paffutello, avreste comunque la stessa idea di prima? Immagino proprio di no.
  
Credo che sia per via del mio aspetto fisico che gli uomini mi evitano ma io di mettermi a dieta per piacere a loro sinceramente non ne ho voglia e poi a me non interessa piacere a loro perché mi importa piacere a me e volete sapere una cosa? Mi piaccio da morire. Una come me non la cambierei con nessuna. Ricordo pure che i miei compagni di classe mi prendevano in giro per via del mio aspetto fisico ma per fortuna gli anni della scuola sono finiti e io mi sono diplomata.
  
L’unico uomo che si era avvicinato a me era appunto Fabio ma non riesco proprio ad andare d’accordo con lui e sono sempre più convinta che non lo amo.
  
Sto per raccontarvi la storia più strana ed incredibile della mia vita … meno male che avevo detto che a me non succede mai niente di bello. Mi dovrò ricredere.
 

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Capitolo 2
*** Uno ***


Uno

La mia storia comincia uno strano sabato mattina che era una tradizione che andava avanti da anni andare a prendere qualcosa al bar da sola. Comunque non vi ho ancora detto come mi chiamo sappiate che il mio nome è Sabrina Bosco. Non sapevo però che quel giorno sarei andata incontro all’uomo che mi avrebbe cambiato e sconvolto la vita cosa che Fabio non aveva fatto.
  
Quella mattina il mio pensiero era bere il mio cappuccino e mangiare la mia brioche alla crema non avevo niente altro nella testa ma poi lo vidi entrare nel bar: aveva dei bellissimi capelli bruni, sguardo attraente, occhi azzurri, alto un metro e ottantasei più o meno, fisico magro e una carnagione abbronzata. Viso anche quello magro e un espressione molto sorridente. Indossava una strana giacca rossa e dei pantaloni tipo jeans.
  
Sapevo per certo che ero diventata tutta rossa perché sentivo una strana sensazione di caldo intorno a me o forse ero sul punto di svenire e lo credo bene! Non potevo resistere a quel ben di Dio che era passato davanti ai miei occhi tanto che secondo i miei calcoli stavo solo impazzendo. Avevo avuto conferma di questo perché un attimo dopo ero rimasta imbambolata a guardarlo con la bocca spalancata come per dire “oh mamma mia che bonazzo!”.
  
« Buongiorno, come mai vi siete messa a guardarmi con la bocca aperta signorina? » mi domanda lui.
  
“Con una bellezza come la sua signore come posso non rimanere a bocca aperta?” pensai tra me.
  
« Mi scusi, stavo pensando ad una cosa » risposi io confusa.
  
« I miei complimenti … siete una bella signorina! » ammise lui.
  
Io ero tornata ad arrossire.
  
« Grazie » risposi io.
  
« Come vi chiamate? » mi domanda lui.
  
« Sono Sabrina Bosco » risposi io.
  
« Piacere mio Sabrina, mi chiamo Sergio  » mi disse lui abbassando la voce.
  
Ero confusa.
  
« Scusatemi che cosa avete preso qui al bar? » continuò lui domanda lui.
  
« Un cappuccino e una brioche alla crema » risposi io.
  
Un attimo dopo lui si avvicinò alla cassa dove una signora lo accolse sorridente perché sicuramente non vedeva l’ora che qualcuno pagasse la sua roba.
  
« Buongiorno per il momento pago una brioche alla crema e un cappuccino » disse lui.
  
Oh santo cielo! Era una mia impressione o quel gran pezzo di figo ci stava provando con me? Ora mi sentivo confusa e non capivo più che cosa aveva intenzione di fare.
  
« Non dovevi farlo! » dissi io, ancora stupita. Mai prima d’ora un uomo mi aveva offerto qualcosa al bar, nemmeno il mio fidanzato Fabio.
  
« Mah si! Per così poco? » mi rispose lui.
  
Io sapevo solo che si stava facendo tardi e dovevo rientrare a casa perché erano quasi le undici e i miei genitori non sopportavano vedermi arrivare a casa alla buon ora. Dovevo quindi salutare quel galantuomo o quel gran pezzo di figo. Parlando di lui vanno bene entrambi i termini.
  
« Ora scusami ma devo rientrare a casa. I miei genitori mi aspettano » risposi io.
  
« Va bene. A presto Sabrina mi ha fatto piacere vederti » concluse lui.
  
Mi resi conto solamente dopo essere uscita dal bar che il mio cuore batteva a mille e avevo la testa chissà dove. Brutto segno! Voleva dire che quel tipo mi aveva letteralmente fatto perdere la testa e non riuscivo a scordarmelo. Inutile che vi dica come andò il mio rientrò a casa, meglio evitare di risparmiarsi certi dettagli.
 
 
 

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Capitolo 3
*** Due ***


Due

 
Passò una settimana dal nostro primo incontro ma quella non fu l’ultima volta che lui mi pagò la roba al bar anzi la cosa si era ripetuta più di una volta tanto che cominciavo a pensare che quell’uomo aveva davvero un debole per me o semplicemente era attratto per chissà quale motivo da una matta del genere. Io cominciavo seriamente a preoccuparmi perché tutte le volte che lui si faceva vivo per me era come decollare in paradiso. Devo ammettere per la prima volta che forse anche io ero cotta di lui ma non sapevo come mai.
  
Nonostante tutto però per me le cose erano complicate perché da una parte stavo letteralmente impazzendo per lui ma avevo anche una relazione complicata con il mio fidanzato Fabio e non sapevo più cosa fare. A me l’atteggiamento geloso di Fabio stava cominciando a preoccuparmi. Non mi lasciava mai un momento libero per me stessa ad eccezione del sabato e a volte la domenica ma questo voleva dire che se non era con me durante quei due giorni, mi rompeva con messaggini dolci e chiamate su Whatsapp dal mattino alla sera. In oltre mi aveva proibito di frequentare tutti i miei amici e le mie amiche. Per dirla tutta, Fabio stava rendendo la mia esistenza una vera e propria galera.
  
Un pomeriggio di sabato mentre passeggiavo con Fabio in via Garibaldi io ero troppo presa dal bel figone su cui avevo fatto colpo tanto da non volerne sapere di passarmi il pomeriggio in compagnia del mio fidanzato. Desideravo solamente andarmene di nuovo dalle mie parti e sperare di incontrate quel bonazzo di un uomo. Strano che Fabio volesse passare la giornata con me di sabato di solito non ci vediamo quasi mai durante questo giorno della settimana come avevo già detto. Dovevo assolutamente trovare una scusa per andarmene via da lui.
  
« La sai una cosa amore mio? Io mi sto stufando di stare qui con te mi annoio » ammisi seccata.
  
« Amore come mai dici questo? » mi domanda lui
  
« Facciamo sempre le stesse cose. Ora basta! Me ne torno a casa mia e tu te ne torni al tuo paese da solo » dissi io stufa.
  
« Ma amore perché mi tratti così male? » mi domanda lui.
  
« Non mi lasci mai libera secondo te posso stare bene con te? » domandai io.
  
« Amore lo sai come sono fatto io, tu sei speciale della mia vita, ti amo voglio sposarti e fare una famiglia con te » mi disse Fabio scoppiando quasi a piangere.
  
« Ti amo anche io però mi vuoi lasciare libera qualche volta? Libera anche di vedere i miei amici » commentai io.
  
« No, amore gli amici no! Quelli vogliono farci litigare a me e te non te lo permetto » commentò lui.
  
« Bene, allora me ne vado mi hai stufata! » dissi.
  
Cominciai a correre e man mano persi la sua presenza. Avevo corso da via Garibaldi fino in piazza Statuto e adesso dovevo aspettare il pullman.
  
Quando arrivai alla fermata dove dovevo scendere decisi che era troppo presto per rientrare a casa erano solo le sei del pomeriggio dopo tutto e decisi di fare un giro. Solo che mentre andavo verso via Stradella fu proprio li che lo rincontrai un’altra volta.
  
« Ma che bello vederti! » mi disse lui.
  
« Ehi, come stai? » avevo detto arrossendo.
  
« Molto bene grazie. Che fai qui? » mi chiese lui.
  
« Niente. Facevo solo una passeggiata per passare il tempo » risposi io.
  
« Guarda a caso pure io. Se non sei di fretta potremmo andare a casa mia. Ci facciamo un caffè? » mi disse lui.
  
Lo so che non era nella norma accettare di andare a casa di un uomo soprattutto se è un  uomo che vedi solamente di tanto in tanto al bar e ti offre sempre le cose che ordini e del quale non sai praticamente niente. Il problema era che trovavo quell’uomo molto affascinante e attraente come avrei mai potuto dirgli di no? Alla fine accettai l’invito.
  
« Va bene, ci sto! » risposi io.
  
« Che bello! » rispose lui.
  
Eravamo andati a prendere il pullman. Io per uno strano motivo sentivo il mio cuore battere a mille, che nemmeno quando ero con Fabio riusciva a fare certi battiti. Non facevo altro che guardarlo e lui mi parlava mi faceva tanti complimenti e io non potevo affatto non resistere a lui sapevo che stavo impazzendo. Per la prima volta nella vita avevo una sensazione strana che ero sicura di non aver mai provato prima. E niente!! Poco dopo, io e lui ci eravamo dati un bacio sulle labbra. Tanto che per tutto l’arrivo a casa sua ero troppo presa a pensare solamente a quel bacio. Mi sentivo senza parole e probabilmente stavo anche sognando. Essere con questo uomo bellissimo mi faceva sentire importante ed era la prima volta che uno del genere mi veniva dietro.
  
Quando arrivammo a casa sua, io ero emozionatissima e la mia testa chissà per quale misterioso pianeta era partita ma ero certa che non stava più in questa terra. Notai che lui si era tolto la giacca e mi stava sorridendo. Povera me che facevo una fatica tremenda a resistere al suo sguardo quando mi guardava.
  
« Sabrina dammi la tua giacca per favore » mi disse lui.
  
« Okay » risposi io.
  
Lui mi fece il gesto galante di mettere la mia giacca sopra un attacca panni che si trovava vicino la porta d’ingresso. C’era qualcosa di lui che veramente mi faceva uscire fuori di testa. Penso non sia necessario dirvi che cosa successe dopo.
  
Due minuti dopo ci stavamo baciando sulle labbra e io non capendo più niente mi lasciai fare a lui. Avevo come l’impressione che questo caffè non lo prenderemo mai forse perché ci troveremo qualcosa di meglio da fare? Cominciavo a chiedermi che forse avevo fatto bene a fare tutta quella selezione negli anni e a non buttarmi con il primo capitava forse stavo davvero aspettando lui? Non capivo niente lo ammetto ma le intenzioni di lui in quel momento mi erano chiare.
  
« Bellissima … ti va se il caffè ce lo facciamo dopo? » mi domandò lui sorridendo.
  
« Va bene » risposi io.
  
Che cosa mi prende? Non dovevo accettare uff! Magari la prossima volta andrà meglio devo solo stare attenta ai suoi attacchi tremendamente affascinanti.
  
Continuò a baciarmi sulle labbra per altri minuti poi dopo un po’ notò che io non facevo una mossa.
  
« Ehi … che succede? Sei emozionata? » mi domanda lui.
  
« No … è solo che » dissi io emozionata.
  
« O mio Dio! Non vorrai mica dirmi che » disse lui quasi sorpreso.
  
« Che? » chiesi io.
  
« Sei ancora vergine? » mi domandò lui diretto.
  
Io annuii.
  
«Oh cielo! Che cosa hai fatto in tutto questo tempo bellissima? Come mai non hai mai fatto niente? » mi chiese lui.
  
« Nessuno ha mai fatto al caso mio ma tu mi piaci tanto. Penso di volere te » risposi io arrossendo.
  
« Visto che le cose stanno così dovrò cambiare il mio programma » disse lui.
  
« In che senso? » commentai io.
  
Lui mi baciò di nuovo questa volta di sorpresa. Per tutto il momento mi sembrò di stare fra le stelle o in un pianeta che non era quello che conoscevo da anni. Dove cavolo ero finita? Poco importa! Visto che quel mondo mi sembrava migliore del mio mondo di origine sapevo che non me ne sarei mai andata via da questo nuovo mondo.  Ora non riesco a dirvi per quanto tempo andammo avanti so solo che poi ad un certo punto sprofondai in un silenzio e come succede a tutte le persone di notte mi addormentai.
 

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Capitolo 4
*** Tre ***


Tre

Quando mi svegliai la mattina seguente mi guardai intorno a me e non avevo una minima idea di dove mi trovassi ma una cosa era sicura non era la mia stanza e non ero a casa mia. Subito nella testa mi venne un’angoscia pazzesca a pensare al mio rientro a casa, mia madre mi avrebbe gridato contro come una pazza e mi avrebbe chiesto come mai non ero rientrata in casa quella notte. Cercai di distrarmi e al peggio ci avrei pensato dopo, ora l’importante era capire dove mi trovavo adesso. Girai il mio sguardo verso destra e notai che sul comodino c’era un foglietto e decisi di prenderlo e poi lo lessi:

Spero amore che tu abbia passato una notte meravigliosa con me perché per me è stato così. Ti lascio il mio numero scritto e chiamami quando pensi di aver bisogno di me o semplicemente se desideri vedermi.
  
Ora avevo di nuovo tutto chiaro. Ero a casa dell’uomo con cui ero andata a letto la scorsa notte. Ancora non potevo crederci che ero andata veramente a letto con uomo. Secondo me stavo ancora sognando e sapevo che nella vita fuori dal mondo dei sogni ero ancora vergine ma se non fosse veramente così? Credo che se tutto quello che mi era successo sta notte non fosse vero a quest’ora sarei sveglia nel mio letto e in camera mia. Ebbi bisogno di qualche minuto per realizzare che era tutto vero. Sapevo solamente che desideravo vedere quell’uomo ancora altre volte. Dovevo prima di tutto chiudere il mio profilo Facebook e crearne un altro nuovo ma soprattutto dovevo bloccare Fabio in modo che non possa risalire al mio nuovo profilo. Ovviamente non potevo far sapere a lui che avevo già una storia con un altro uomo specialmente se non è una relazione che mi faceva stare bene quindi non potevo farglielo scoprire in oltre credo che avrei dovuto trovare il modo di chiudere con Fabio ad ogni costo. A quello ci penserò dopo però.
  
Cominciai a vestirmi e non so perché non appena fui pronta per andarmene via rimasi ancora ad aspettare qualche breve minuto il suo arrivo. Sentivo che mi mancava e quindi voleva dire una cosa sola che io mi ero innamorata di lui. Per la prima volta mi ero innamorata veramente di qualcuno.
  
Quando dopo un lungo viaggio di ritorno a casa non appena arrivai a casa mia la prima cosa che feci appena entrata fu quella di vedere se mia madre era in casa. Purtroppo si! Era seduta sul divano a guardare la televisione perché oggi era domenica e non lavorava. La cosa si metteva male perché non avevo studiato una scusa per giustificare la mia assenza per tutta la notte e sapevo che dovevo trovarla immediatamente non avevo tempo. Peccato che proprio in quel momento mia madre si era accorta della mia presenza e mi era venuta incontro senza buone intenzioni e io sapevo che non aveva alcun torto perché la colpa era mia in questo caso che non dovevo passare la notte fuori casa ma sarei dovuta rientrare a casa. Cosa ne potevo io? Ero impegnata a fare altro che devo aver perso la concezione del tempo e per questo mi ero addormentata a casa di lui.
  
« A QUEST’ORA SI TORNA A CASA SIGNORINA? LO SAI CHE PER COLPA TUA SONO STATA IN PENSIERO TUTTA LA NOTTE? TU VUOI FARMI PRENDERE UN INFARTO FIGLIA MIA. DOVE SEI STATA STA NOTTE? » mi dice lei gridando.
  
« SONO ANDATA A DORMIRE DA FABIO » risposi io gridando.
  
« COME SAREBBE A DIRE? NON SARAI SCEMA DA ANDARE A DORMIRE CON UN RAGAZZO CHE CONOSCI DA DUE MESI? » mi grida lei.
  
« SI, SONO SCEMA! » risposi io.
  
« PROPRIO TU CHE HAI PAURA DELLE ANALISI DEL SANGUE VAI A LETTO CON UN UOMO? LO SAI CHE PER FARE SESSO DEVI FARE I CONTROLLI E TANTE ANALISI DEL SANGUE? » mi gridò lei.
  
« SI, LO SO! MA NON MI INTERESSA » risposi io.
  
Andai a chiudermi in camera mia come sempre. Ora vi voglio dire una cosa: è circa un anno che mia madre e i miei parenti cercano di farmi fare le analisi del sangue ma io per via di alcuni traumi della mia infanzia mi rifiuto di farle. In oltre sono in carne e quindi dovrei mettermi a dieta secondo i miei parenti ma io non ne voglio sapere. Amo troppo mangiare pizza, pasta, cibi fritti, patatine, dolci e roba di McDonald’s quindi credo che se mi metto a dieta morirei di fame visto che dovrei scordarmi di mangiare queste cose che a me piacciono tanto. Non posso mica nutrirmi di acqua e aria dopo tutto no? Poi la cosa che non sopporto delle diete è che cercano di farti mangiare le cose che ti fanno veramente schifo tipo carne ai ferri, pesce bollito, verdure scondite o al vapore, minestrone e minestre. Forse queste cose non a tutti fanno schifo ma a me si non mi piacciono per niente. In poche parole le diete non fanno per me penso che se vogliono farmi perdere peso devono inventarsi un altro modo ma mi dispiace, come ho già detto non ci penso nemmeno a mettermi a dieta.
  
Cercai di distrarmi dalla lamentela che mi aveva fatto mia madre e tornai a pensare a lui. Chissà cosa stava facendo in questo momento? Mi stupisce che sia andato via sta mattina molto presto senza dirmi una parola ma almeno mi aveva lasciato il suo numero. Ora mai ero uscita di testa per lui. Decisi di andare a guardare qualche spezzone di scene romantiche dei film su Youtube per provare a immaginare me e lui perché lo ammetto la notte scorsa è stata stupenda. Non so per quanto tempo andai avanti a guardare spezzoni romantici ma so solo che quando smisi di guardarli si era fatta sera.
  
Con grande coraggio cercai di uscire dalla mia camera sperando che mia madre non sia di pessimo umore come sempre ma sicuramente lo era ancora adesso. Mia madre non cambiava nel giro di qualche ora il suo umore a volte ci volevano giorni per vederla ritornare allegra e sorridente. Quando mi ritrovai in cucina mia madre aveva già acceso la televisione e non potete crederci ma apparve lui in una foto per qualche breve secondo sullo schermo. Come mai avevano parlato di lui al telegiornale? Aveva ucciso qualcuno? Solo poco dopo lessi il titolo in alto nello schermo: risultati votazioni.
  
Come sarebbe a dire “risultati votazioni”? Non vorrete farmi credere che sono andata a letto con un politico? Oh signore! Dimmi che non è vero perché non ci potrei credere neanche morta a questo evento. Incrociai le dita e mi rivolsi a mia madre.
  
« Mamma ma ci sono state le elezioni? » domandai a mia madre.
  
« Come sarebbe a dire ci sono state le elezioni? Certo, che ci sono state le elezioni del sindaco! Non dirmi che non sei andata a votare? » mi chiese lei.
  
« Certo che ci sono andata a votare! Chi ha vinto a Torino? » domandai a lei.
  
« Uno che si chiama Sergio Romanetto ma io avevo votato un altro » mi rispose.
  
Oh cielo! Ero decisamente nei casini. Dovevo assolutamente chiudere il mio rapporto con lui perché non ero sicuramente la fidanzata adatta ad un sindaco e lui non era l’uomo che faceva per me. Quale rapporto dovevo chiudere poi? Non eravamo fidanzati ma eravamo solo due che si sono visti qualche volta e una notte si sono divertiti.
  
Da quel momento, decisi che era vietato telefonargli o cercare di avere un modo per parlargli. Un attimo dopo però, caddi in una tale tristezza; non era giusto! A me quell’uomo piaceva da matti e potevo anche decidere di tentare l’impossibile per una volta ma io ero solo una ragazza fra tante che opportunità avevo di farcela a stare con uno che era il sindaco della mia città? Ero caduta veramente in una grande ingiustizia. L’unica cosa che per ora mi pareva ovvia era che qualunque scelta avrei fatto, la mia famiglia non avrebbe mai dovuto sapere della notte che ho avuto insieme a lui se no finivo veramente nei pasticci.
   

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Capitolo 5
*** Quattro ***


Quattro

La mattina seguente mi svegliai completamente senza parole per la scoperta che avevo fatto la sera precedente. Mi sembrava quasi un problema essere andata a letto con il sindaco che poi era sindaco solo da ieri. Sembra quasi ridicolo che una come me che non aveva mai fatto niente con nessun uomo e nemmeno con Fabio, appena gli era passato per la testa di fare qualcosa ha subito trovato quello giusto. Trovavo la storia assai bizzarra ma allo stesso tempo molto affascinante. Dovevo però ammettere che mi preoccupavo lo stesso.
  
Cercai di prepararmi per andare ad un corso quella mattina ma non riuscivo perché ero troppo presa a pensare a lui. Come potevo io diventare la compagna di un uomo che è sindaco della mia città? Io che non sono mai stata nulla di speciale? In oltre, ho scoperto che ha anche trentasei anni. Povera me! Non solo era il sindaco ma avevamo ben tredici anni di differenza in poche parole il massimo della sfiga.
  
Gli unici che non avrebbero mai dovuto sapere niente di me e lui erano i miei genitori perché mi avrebbero detto di tutto se lo avessero saputo e io non avevo voglia di litigare anche per queste cose visto che ora mai mi becco una predica quasi tutti i giorni da parte loro. Come la mettiamo invece con i miei amici? Loro non avrebbero mai creduto che avevo avuto una scappatella con il nuovo sindaco perché immagino che anche loro pensino che io non sia la tipa che piace ad un sindaco. Credo che questa storia me la sarei tenuta dentro di me fino alla tomba e l’avrei conservata come il ricordo più bello dopo tutto con lui era stata anche la mia prima volta quindi, per forza era un ricordo bellissimo.
  
Dopo il corso avrei provato a chiamarlo sperando che possa rispondere anche se immagino già che sarà sommerso da impegni infiniti e solo per questo mi sembra proprio che non sia l’uomo adatto a me. Quando ero poco più piccola sognavo di sposare un uomo ricco ma da tempo non lo pensavo più anche perché non ho speranza di poter attirare un uomo pieno di soldi. Ora non saprei dirvi che tipo di uomo desidero al mio fianco ma di certo non uno come Fabio sempre geloso e super possessivo. Sono convinta che l’uomo adatto a me lo devono ancora mettere al mondo.
  
Quando non appena arrivai al corso io non feci nemmeno tanta attenzione alla lezione perché avevo in testa sempre lui e provare a pensare ad altro per me era un problema. Dovevo assolutamente riprendermi perché le cose non andavano affatto bene dovevo anche fare altre cose di certo non potevo pensare a lui a vita. La mia migliore amica Ludovica una ragazza bassa di statura, fisico molto rotondo, capelli rossi, occhi marroni, carnagione molto chiara e sguardo simpatico si era preoccupata per me perché sapeva che la mia testa era altrove e non era in me. Durante l’intervallo non sapevo più che pesci pigliare tanto che cominciai a piangere e la mia amica si era accorta delle mie lacrime prima di tutte le altre persone in aula e decise di portarmi fuori.
  
« Ehi che succede? Sta mattina non mi sembra che stai molto bene » mi disse lei preoccupata per me.
  
« Infatti ho un problema » ammisi io.
  
« Cosa c’è che non va? Dimmi tutto … » mi disse lei.
  
« Tu lo sai che la mia storia con Fabio non va molto bene vero? » chiesi alla mia amica.
  
« Certo che lo so me lo dici ogni volta che ci vediamo. Perché? » mi domanda lei.
  
« Ho deciso di lasciarlo perché ho conosciuto uno ma c’è un problema: ho scoperto che quest’altro è il sindaco di Torino, l’ho saputo solo ieri sera » spiegai imbarazzata.
  
« Certo perché io ci credo che hai incontrato il sindaco di Torino di persona? Stai cercando per caso di dirmi che vuoi tradire Fabio con qualcuno che ancora non sai chi sarà? » mi chiede lei.
  
« Ti giuro amica mia! L’ho conosciuto veramente il sindaco e non solo: ho anche superato la barriera che separa due persone » ammisi io.
  
« Che cosa? Non mi starai dicendo che ci hai combinato qualcosa con lui? » chiese lei.
  
« In effetti si, ma non è colpa mia a lui non c’è modo di resistere è troppo affascinante » ammisi io.
  
« Non dirmi che hai ricominciato con la storia che vuoi un fidanzato ricco? Spero tu sappia che il sindaco ammesso che sia vero quello che mi hai detto, ha trentasei anni e per come la vedo io da una ragazza bella come te con tredici anni in meno di lui per me vuole solo andarci a letto. Lascialo perdere e trovati un uomo più giovane » mi disse la mia amica.
  
« Ma io mi sono innamorata di lui » risposi io.
  
« Sei nei casini allora e dobbiamo intervenire in modo giusto: se hai il suo numero cancellalo e non gli rispondere se ti chiama lo dico per il tuo bene con un uomo del genere corri solo grossi guai » mi disse lei.
  
« Non è giusto però! » dissi e cominciai a piangere di nuovo.
  
« Adesso non comportarti da bambina » mi disse lei.
  
Lei mi fece piangere sulla sua spalla e cercò di tranquillizzarmi ma ci vollero circa dieci minuti prima di farmi stare calma. Cominciai a pensare che però forse la mia amica aveva ragione dovevo chiudere con quell’uomo fino a quando ne avevo tempo ma niente non volevo saperne di chiudere con lui anche se questo sarebbe voluto dire andare contro tutti amici e famigliari perché se la mia amica non credeva alle mie parole figuriamoci i miei genitori e i miei parenti quanto crederanno a questa divertente storiella.
  
Non appena rientrai a casa mia la prima cosa che feci fu quella di chiamare lui. Presi il mio cellulare e digitai il numero. Ero molto emozionata a sapere che lo stavo per risentire.
  
« Pronto? » disse una voce maschile al cellulare.
  
« Sergio sei tu? » domandai io.
  
« Certo che sono io, tu devi essere Sabrina. Come stai? » domandò lui.
  
« Ti devo parlare. Come mai non mi hai detto che stavi per essere eletto sindaco? » domandai io.
  
« Perché non lo sapevi che potevo diventare sindaco? Non sei andata a votare in questi giorni? » mi chiese lui.
  
In effetti no, non ero andata a votare ma perché la politica io non la seguo quasi per niente e questo mi sembra un altro motivo per cui non potrei mai stare con lui. Potete immaginare benissimo che se non amo seguire la politica e se non so praticamente niente ditemi come potrei mai andare a votare? Penso che sia insensato presentarsi sul posto dove devi andare per votare e poi dare un voto alla caso. Nella mia vita lo ammetto: non sono mai andata ad una votazione mentre mia madre non se ne perde una. Io e mia madre siamo proprio il contrario. Credo anche che la mia scheda elettorale dovrebbe essere ancora vuota con zero timbri.
  
« Certo che ci sono andata » rispondo io.
  
« Guarda che l’ho capito che non hai votato » mi disse lui.
  
« In ogni caso: perché non me lo hai detto che a breve saresti diventato sindaco? » domandai io.
  
« Perché non lo sapevo. Non ho mica la sfera di cristallo io! » risponde lui.
  
« Non hai tutti i torti » rispondo io.
  
« Tra due giorni io ritorno a Torino. Va bene? » mi domandò.
  
« Ok va bene » terminai.
  
« Stammi bene tesoro » concluse lui.
  
Riattaccò la telefonata. Io sapevo che era un errore fin da subito continuare a vederlo perché la cosa avrebbe portato al punto che io non sarei riuscita a farne a meno di lui, lo avrei voluto sempre vicino a me e in effetti questo era un bel problema perché ho come la sensazione che spesso sarebbe stato via magari pure con altre donne che gli girano attorno e desiderano buttarsi addosso a lui o ancora diventare la loro compagna.
  
Ero preoccupata perché lo sapevo che la nostra storia non avrebbe portato a nulla di buono e già non mi rendevo conto di quanti guai sarebbero toccati a me se la mia famiglia sarebbe venuta a conoscenza di una cosa del genere. Sono sicura che non me lo avrebbero mai perdonato.
  
Mentre restavo a pensare e a fantasticare che cosa mai mi sarebbe successo se avessi tentato di avere una storia con lui, mi ero resa conto che il cellulare stava squillando di nuovo. Avevo come la sensazione di sapere chi fosse e la cosa non mi piaceva per niente. Infatti era quel rompi scatole di Fabio e dopo una giornata come questa ci mancava solo lui a rendere questo giorno un vero schifo, ora ero al completo del nervosismo. Che Dio mi aiuti! Non avevo voglia di parlare con Fabio quindi decisi che non gli avrei risposto.
 
 

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Capitolo 6
*** Cinque ***


Cinque
 
Per due giorni non risposi ai messaggi di Fabio e infatti il giorno che seguiva l’arrivo di Sergio perché lo avrei visto il giorno seguente al suo arrivo, mi resi conto che il mio fidanzato era tremendamente incavolato con me. Era molto arrabbiato perché si era accorto che io avevo chiuso il mio profilo di Facebook e avevo cambiato la mia immagine del profilo su Whatsapp. Mi faceva così innervosire quando non si faceva gli affari suoi perché poi almeno le immagini dei profili delle mie chat potevo sceglierle io e a quanto pare no perché doveva ancora dirmelo lui che immagine mettere. Credo che era insensato tenere immagini con lui sul mio cellulare se no poi al sindaco chi glielo spiegava chi era l’uomo delle mie foto? No, era veramente impossibile tenere foto con lui in questo momento e io dovevo ancora trovare il modo per chiudere la mia relazione con lui prima che la cosa porti danni a me e a tutti e tre.
  
Lessi un messaggio:

Amore domani ci vediamo vieni tu a casa mia va bene?

Assolutamente no! Non avrei mai rinunciato a vedere Sergio per venire a casa tua non se ne parla neanche morta.
  
Risposi al suo messaggio:

Mi dispiace amore ma domani devo andare dal dentista e non possiamo vederci.

Ero sicura di averlo fregato di brutto.
  
Continuai a leggere le nostre interessantissime discussioni su Whatsapp:

Amore al massimo ci vediamo al mattino, vengo a prenderti al corso così passiamo due brevi orette insieme.

Cavolo! Mi ero dimenticata che domani avevo il corso. Ora ero messa proprio bene.
  
Al corso se non mi sarei presentata avrebbero sicuramente contattato mia madre e l’avrebbero chiamata per avvisarla che non mi ero presentata alla lezione in questo modo mi sarei beccata una nuova sgridata e io non volevo sentire altri casini mi bastavano già quelli che avevo. Dovevo però trovare un modo di evitare che mia madre riceva la telefonata da quelli del corso quindi decisi visto che sapevo la mail e la password del suo vecchio profilo Facebook di entrare nel suo account precedente e mandare un messaggio alla mia insegnate a nome di mia madre così non ci avrebbe pensato due volte a chiamarla. Le avrei detto che domani mattina non sarei andata al corso per via di una visita medica.
  
Ora restava solo la questione Fabio ma decisi che gli avrei giocato un brutto scherzo ovvero mandarlo al corso senza dirgli che in verità io non ci sono così una volta arrivato si ritroverà una simpatica sorpresa da parte mia. In questo modo è probabile che lui si arrabbi con me perché io lo so bene quanto lo fa arrabbiare quando una persona gli da un appuntamento e poi quella non si presenta. Credo seriamente che così facendo mi avrebbe lasciata in pace una volta per tutte e nessuno avrebbe avuto dei danni.
  
Quando finalmente arrivò la giornata del nostro secondo appuntamento io ero molto contenta quella mattina uno perché avevo saltato il corso e due perché avevo insistito con Sergio di vederlo al mattino per evitare che succeda come la volta successiva ovvero che mi addormento un’altra volta a casa sua. Lui era dannatamente bello anche quella mattina. Ora capisco perché a Torino lo aveva votato molta gente sicuramente gran parte dei voti era stati dati solo per la sua bellezza senza tregua per me faceva invidia a molti uomini. Per una volta mi domandai se era davvero italiano oppure fingeva solo di esserlo per fare il suo lavoro. Vi posso giurare che non avevo mai visto un uomo più bello prima d’ora. Fabio a differenza sua era da buttar via senza pensarci troppo.
  
Era molto contento di rivedermi quella mattina. Mi aveva preparato il caffè per dirne una e se devo dirla tutta se sapeva anche cucinare e fare le pulizie di casa lo avrei sposato anche domani. C’è qualcosa che quest’uomo non sa fare? Secondo me era perfetto in tutto.
  
« Ehi ciao! Quanto sono contento di vederti » disse lui.
  
« Anche io sono molto contenta » ammisi.
  
« In questi giorni mi sei mancata tanto davvero non facevo che pensare a te » disse lui.
  
Che carino! Oggi abbiamo voglia di essere dolci eh? Che fortuna ho avuto a trovarlo. Ero pazza dalla gioia: aveva detto che in questi giorni non aveva fatto altro che pensarmi e per dirvela in brevi parole ero diventata la donna più felice del mondo, dopo tutto non potevo di certo essere triste dopo delle parole così belle. Amavo quest’uomo punto e basta.
  
« Visto che la scorsa volta non abbiamo parlato molto volevo fare due chiacchiere con te solo per conoscerci un pochino meglio. Sempre che a te non dispiaccia » mi disse lui.
  
« Tranquillo. Nessun problema » risposi io.
  
« Lo so che non è buona educazione ma dobbiamo essere sinceri fra noi due se vogliamo avere un buon rapporto, ma quanti anni hai? » fu la prima domanda.
  
« Ho ventitré anni » risposi io.
  
« Bene! Mi piacciono le ragazze giovanissime sono quelle che mi attirano di più. Che lavoro fai? » mi chiese curioso.
  
« Sono disoccupata » ammisi difficilmente.
  
« Ah! Che lavoro vorresti fare? » mi domandò lui.
  
« Vorrei diventare una scrittrice » risposi io.
  
« Molto bene … le scrittrici mi piacciono un casino sanno bene come prenderci a quelli come noi » ammise lui.
  
Okay! Ci stava veramente provando con me allora. Per il momento non aveva fatto altro che restare affascinato da tutto quello che gli stavo dicendo. Sono senza parole perché non pensavo che un uomo come lui potesse trovare qualcosa di interessante in una come me. Lui mi sta facendo un casino di complimenti e io nemmeno sono andata a votarlo mamma mia che razza di stupida sono.
  
Ora cominciai a fargli domande io.
  
« Ora tocca a me a farti qualche domanda. Come mai con tutti i lavori che ci sono al mondo hai scelto proprio questa professione? » chiesi io.
  
« Quando ero bambino ero rimasto affascinato a vedere mio padre fare questo lavoro e pensavo che fosse il più bello del mondo » ammise lui.
  
« Mi stai dicendo che anche tuo padre è un politico? » chiesi io.
  
« Oh tesoro! Mio padre è il presidente del Consiglio, non dirmi che non lo sapevi? » mi disse lui.
  
Allora era una cosa di famiglia. Come saranno contenti i miei genitori di avere il presidente del Consiglio in famiglia un giorno. Immagino già la loro faccia piena di soddisfazione penso che farò a loro un bel regalino il prossimo Natale. Nemmeno se lo immagino che cosa ho in serbo per loro. Credo che ora mai mi importava sempre meno se aveva trentasei anni, ora mia mi faceva sentire tutta sua e quando stavo insieme a lui mi faceva pure dimenticare l’esistenza di Fabio.
  
La nostra chiacchierata era durata tanto tempo e io avevo scoperto tante cose di lui interessanti. Mi ero accorta che con lui stavo bene davvero non mi faceva sentire sola per niente e desideravo già passare il resto della mia vita con lui. In ogni modo sapete già come decidemmo di passare il resto della giornata. Ad una certa ora della notte mi addormentai tranquillamente e molto felice.

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Capitolo 7
*** Sei ***


Sei
 
Ricorderò sempre quel giorno che lo vidi al bar con mia cugina, mamma mia non avevo mai passato un momento più spassoso di quello. Era arrivato lui quel giorno al bar e non aveva smesso un attimo di sorridermi tanto che non dava retta nemmeno al discorso di mia cugina. Io sapevo che una cosa così bella probabilmente non sarebbe durata molto perché quel giorno io e lui avevamo reso mia cugina sospettosa, ero certa che probabilmente aveva già capito tutto di noi due, io lo sapevo che ci aveva scoperti. Tanto che quando finalmente abbandonammo il bar mia cugina mi prese qualche minuto per parlarmi privatamente.
  
« Cosa mi state nascondendo tu e lui? » mi chiese mia cugina.
  
« Come? » domandai io confusa.
  
« Sabrina non sono scema … quell’uomo ti stava guardando con gli occhi dolci e ha tenuto tutto il tempo lo sguardo su di te e guarda a caso ha pagato solo la tua roba. Che cosa state tramando? » mi domandò mia cugina con aria seria.
  
« Niente magari voleva solo fare una gentilezza » commentai io.
 
« Guarda a caso proprio a te. Mamma mia non capirò mai come ragiona il tuo cervellino. Lo sai che ha già trentasei anni quell’uomo? Penso sia troppo grande per te no? E poi da una come te potrebbe volere solo una cosa » commentò mia cugina.
  
« Cosa? » domandai io.
  
« Potrebbe solo voler andare a letto con te e niente altro. Non penserai seriamente di avere una storia d’amore con lui vero? Se è così trovati un ragazzo della tua età ma con lui ti assicuro che non andrai lontano » mi disse mia cugina.
  
« Ti dico che non c’è niente tra me e lui » risposi seccata.
  
« Tu non me la dici giusta. Voglio che tu sappia che io ti controllo prima o poi verrò a sapere tutto » commentò lei.
  
Ora me la facevo sotto. Ero però curiosa di sapere come mai mia cugina odiava tanto il mio amore mi era parsa quasi insatanata da come mi aveva parlato. Cominciai a pensare che forse lui aveva fatto qualcosa di tremendo a mia cugina ma la domanda è: che cosa le aveva combinato? Per la prima volta cominciai ad essere preoccupata per me. Meno male che mia cugina non sapeva niente delle nostre due notti passate insieme se no mi avrebbe spaccato la faccia.
  
In ogni caso nemmeno l’espressione di lui mi era sembrata tanto amichevole verso mia cugina e ora mi chiedevo che cosa mai potevano aver combinato quei due. Il fatto che lui mi facesse le corna per mia cugina era da escludere perché lei era già madre di due gemelle di cinque anni quindi doveva esserci stato altro che ha portato loro a litigare ma cosa? Dovevo assolutamente parlare con lui perché avevo paura di chiedere a mia cugina informazioni sul suo passato perché in questo modo lei avrebbe avuto conferma che c’era qualcosa tra me e lui era proprio da escludere l’ipotesi di sapere da lei le cose.
  
Quando rientrai a casa mia ci volle un attimo per capire che mia madre come al solito era di pessimo umore e questa volta mi sembrava più arrabbiata del solito. Che cosa mai avevo combinato questa volta? Giuro che quando era incavolata mia madre era davvero perfida ci sarebbero voluti mesi o forse anni prima di farla tornare serena e rilassata.
  
« Ciao » dissi io.
  
« Noi due dobbiamo parlarci signorina » disse lei.
  
« Cosa ho fatto? » domandai io.
  
« Mi ha chiamata tua cugina poco tempo fa: mi ha citato uno strano episodio dice che Sergio il nostro sindaco ti ha pagato le cose che hai preso al bar, spero non sia vero. Mi confermi che tua cugina si è sbagliata? » mi dice lei guardandomi dritta negli occhi.
  
« Certo che si è sbagliata! Tra me e il sindaco non c’è niente non stiamo mica insieme » risposi io.
  
« Sarà meglio perché quell’uomo è pericoloso. Io e tuo padre non vogliamo politici in casa nostra hai capito? Soprattutto se sono di sinistra » disse mia madre severamente.
  
« Tranquilla non c’è niente te lo giuro, brutta come sono secondo te ho qualche speranza di avvicinarmi a lui? » chiesi io.
  
« Me lo auguro figlia mia. Saranno guai seri se vengo a sapere che vi vedete oppure uscite di nascosto » terminò mia madre.
  
Santo cielo! Mi ero dimenticata che i miei erano dei seguaci della destra e quindi posso pensare che se mi avessero mai vista insieme a un politico di un partito di sinistra mi avrebbero spennata viva. Adesso come avrei fatto a restare con lui? Prima o poi avrebbero sicuramente scoperto tutto: le nostre uscite, le nostre strani notti insieme … tutto. Dovevo evitare in qualche modo che queste cose non sarebbero mai saltate fuori e io dovevo sta
re attenta a non compiere passi falsi. 

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Capitolo 8
*** Sette ***


Sette
 
Ogni relazione ha le sue giornate no e le sue giornate si. Io senza alcun dubbio non potrò mai dimenticare quel giorno in cui per poco non ebbi il mio primo litigio con Sergio e stavo rischiando di perderlo.
  
Era cominciato tutto mentre ero al corso e io stavo attendendo con ben poca pazienza la pausa. Peccato che nei cinque minuti che precedevano l’intervallo mi era arrivato un messaggio da parte di Fabio che mi diceva che sarebbe venuto a prendermi al corso. Il problema era che quel giorno avevo chiesto a Sergio di venirmi a prendere lui. Decisi di contattare entrambi per capire a che distanza erano l’uno dall’altro. Mandai un messaggio a Sergio per primo per sapere dove fosse sperando che si trovasse ancora a casa sua.

Gli avevo scritto:

Dove sei?

Lui mi rispose:

Amore sono quasi arrivato. Come mai tutta questa fretta di vedermi? Io risposi: niente amore. Solo che mi manchi. Mi faresti solo un favore? Potresti aspettarmi davanti al cimitero invece che venire qui?

Lui mi scrisse:

Amore per te farei di tutto, allora torno al cimitero ti aspetto li.

Io conclusi il discorso:

Va bene amore a dopo manca ancora un’oretta.
  
Ora invece dovevo verificare dove si trovava Fabio. Speravo che in quel momento fosse ancora a casa sua che si trovava in un paese fuori Torino.

Cominciai a mandargli messaggi:

Ciao dove sei?

Avevo domandato a Fabio e lui mi rispose:

Sono alla fermata in Via Bologna che aspetto il settantacinque.

Va bene dovevo assolutamente trovare una scusa per uscire prima dal corso in modo da non farmi venire a prendere da Fabio se no non avrei avuto modo di vedere Sergio e la cosa sarebbe finita male perché se non mi sarei presentata si sarebbe arrabbiato tantissimo con me.
  
Non appena arrivò l’intervallo decisi che era il momento di agire dovevo dire al mio insegnante di quella mattina che avevo ricevuto un messaggio da parte di mia mamma che mi sarebbe venuta a prendere un’ora prima per andare dal dentista ma lei mi avrebbe aspettata alla fermata del settantacinque in via Bologna e dovevo andarci da sola. Era la prima volta che mi capitava ti tagliare un’ora di lezione al di fuori del liceo, l’ultima volta era stata quando ancora studiavo. Peccato che proprio in quel momento la mia amica aveva cominciato a parlarmi.
  
« Come va oggi, tesorina? » mi disse Ludovica
  
« Molto bene amica mia » risposi io.
  
« Oggi vieni al cinema e al Mc Donald’s con me e gli altri nostri amici? » mi chiese lei.
  
« Non posso devo andare dal dentista. Mia madre viene a prendermi e io devo uscire un’ora prima dal corso e andare in Via Bologna mia madre mi aspetta li » risposi.
  
« Mi fai vedere il messaggio? » chiese Ludovica.
  
« Ops! L’ho cancellato per sbaglio » dissi io dicendo una bugia.
  
« Non è che te lo sei inventato questo messaggio? » mi domanda lei.
  
« No, c’era! L’ho solo eliminato per sbaglio » risposi io.
  
« Ti vedi con Fabio oggi? » mi domanda lei.
  
« No, devo andare dal dentista te l’ho già detto! » continuai io.
  
« Per me è una scusa per vederti con Fabio chissà che cosa avete intenzione di fare » disse Ludovica sospettosa.
  
« Ti dico di no » commentai io.
  
« Tanto non ci credo » terminò lei.
  
In effetti non aveva tutti i torti mi vedevo comunque con qualcuno che non era però Fabio. Per fortuna il mio insegnante non aveva sentito la discussione tra me e lei perché era andato a prendere un caffè alle macchinette quindi al suo rientro avrei potuto dirgli tutto e svignarmela con una semplice scusa per raggiungere il mio Sergio che in questo preciso momento mi stava bombardando di cuoricini e messaggini su Messangers e Whatsapp. Era veramente un uomo dolcissimo e a me piaceva un sacco dovevo impegnarmi per tenermelo con me e dovevo fare in modo di essere l’unica per lui perché volevo restare per sempre con lui fino alla fine della mia vita e anche dopo la mia morte. Lo voglio punto e basta.
  
La nostra altra educatrice arrivò quando finalmente era ripresa la lezione si era assentata per qualche ora perché doveva parlare con una maestra di scuola della figlia e fu proprio in quel momento che la chiamai e le spiegai cosa dovevo fare e che dovevo andarmene via prima della solita ora per impegni urgenti. Cominciai a parlare con lei e il nostro altro educatore.
  
« Scusatemi tanto ma volevo comunicarvi che devo uscire d’urgenza perché mia madre si è ricordata solo questa mattina che oggi dovevo andare dal dentista e allora adesso mi sta aspettando alla fermata in via Bologna del settantacinque. Devo andare via » spiegai a loro.
  
Notai che mi guardavano entrambi sospettosi.
  
« Ci possiamo fidare Sabrina? Non è meglio se chiedi a tua madre di venire a prenderti qui? » mi chiesero tutti e due.
  
« Lo so ma le ho chiesto anche questo ma proprio non può è un  po’ di fretta » risposi io.
  
« Allora puoi andare ma non fare stupidate va bene? » mi chiesero.
  
« Va bene » terminai.
  
Salutai i miei amici, mi preparai e andai via molto velocemente. Non vedevo l’ora di rivedere Sergio e mi domandavo che cosa aveva intenzione di fare con me oggi. Penso che avremmo fatto qualcosa di speciale e di bello magari le solite cose di sempre ma io sono molto contenta se è così.
  
Per fortuna non c’era stata ombra di Fabio per tutto il mio viaggio fino alla fermata dove mi aspettava Sergio. Lui ovviamente era sempre bellissimo e impeccabile … anche con gli occhiali da sole neri. Mi era venuto incontro abbracciandomi.
  
« Che bello vederti » mi disse lui tutto contento.
  
« Sono molto contenta anche io » terminai.
  
Una volta saliti in macchina però non ero riuscita a capire perché lui era diventato pensieroso. A cosa stava pensando? Immagino che la vita da sindaco sia pieno di casini ma penso che per queste cose non sia un valido motivo restare silenziosi. Dovevo cercare di capire che cosa non andava non mi piaceva quando stava così silenzioso anche perché era la prima volta che all’improvviso diventata muto come un pesce.
  
« Cosa c’è che non va? » domandai.
  
« Niente » rispose lui.
  
« Non è vero. Stai pensando a qualcosa secondo me » dissi io.
  
« Niente. Volevo solamente dirti che ho parlato di te ai miei genitori e vogliono incontrarti » mi spiegò lui.
  
Sprofondai in un silenzio anche io. Non ci posso credere che i suoi avevano chiesto di conoscermi. Io non mi sentivo ancora pronta per presentarmi a loro soprattutto non avevo la faccia tosta per farmi vedere dal Presidente del Consiglio. Mi sentivo molto male e poi come avrei fatto con mia madre e mio padre? Non potevo di certo andare a dall’altra parte d’Italia pensando di non essere scoperta e poi non avevo amiche che avrebbero potuto coprirmi. E che fare con mia cugina? Quella era sempre in agguato mi teneva sotto stretto controllo. Dovevo aprire un nuovo profilo di Facebook solo per i miei amici e avrei dovuto mettere come relazione sentimentale che ero impegnata con il sindaco. Ovviamente avrei bloccato Fabio e i miei parenti in modo da non farmi trovare.
  
« A te dispiace se ci facciamo vedere da i miei la prossima settimana? Passerai una settimana con me e la mia famiglia fuori da Torino » commento lui.
  
« Io ci sto ma devo farmi coprire dagli amici perché non posso dire ai miei che vado da te per una settimana mi ucciderebbero. Al massimo domani ti mando una richiesta di amicizia su Facebook con il mio profilo e poi mettiamo che siamo impegnati come relazione sentimentale in questo modo i miei amici mi daranno una mano » rispondo io.
  
« Va bene nessun problema » terminò lui.
  
Durante quel pomeriggio eravamo andati al parco del Valentino a fare una passeggiata. Durante la passeggiata ero stata obbligata ad usare degli occhiali da sole neri e anche lui per non farsi riconoscere troppo dalla gente. In effetti a me sembrava strano che se andasse in giro senza delle guardie del corpo magari durante la sua vita privata non aveva bisogno, forse cercava un po’ di tranquillità dallo stress che viveva quasi tutti i giorni. Io però ero molto contenta di avere vicino a me un uomo così affascinante.
  
« Sabrina comunque volevo dirti che stasera ti porto a cena in un locale gestito da un mio amico. Dovevo andarci solo io ma poi ho chiesto al mio amico se gentilmente poteva aggiungere un posto per te lui mi ha detto che era possibile. Verrai a cena con me vero? » mi chiese lui.
   
« Oh mio Dio! Dite sul serio? Volete veramente cenare con me, mio amato sindaco? » risposi io felice.
   
« Certo tesoro. Poi dopo cena, passerai la notte con me va bene? » commento lui.
   
« Urca se va bene! Non mi sembra il caso di chiedermelo » risposi io.
   
« Tra poco ti porto a casa tua così ti dai una sistemata verrò a prenderti per le otto e mezza di sera » commentò lui.
   
Ero troppo contenta che lui mi aveva invitata a cena, era la prima volta che un uomo mi dava un simile invito. Ero innamorata di lui e non avrei voluto lasciarlo mai.     

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Capitolo 9
*** Otto ***


Otto
 
Quando finalmente rientrai a casa dovevo invitare una scusa con i miei per giustificare il fatto che stasera sarei uscita con Sergio ma penso che basterà semplicemente dire a loro che andavo a cena con Fabio così ci credevano subito e mi avrebbero lasciata uscire in pace.
  
Mentre mi mettevo a posto però mi tornò alla mente il fatto che i genitori di Sergio volevano conoscermi. Avevo come la sensazione che presentandomi a loro mi sarei fatta una grandissima figuraccia perché chissà che termini usavano quando parlavano tra di loro e soprattutto la loro casa doveva essere qualcosa di fenomenale purtroppo non posso sapere se mi sarei mai abituata a vivere in mezzo a persone così importanti.
  
La cosa che mi preoccupava di più non era tanto presentarsi a casa loro ma il fatto che sarei stata via una settimana intera. Mia cugina mi avrebbe scoperta e sarebbe andata a dire tutto a mia madre e alla sua. Cominciai a pensare che era una cosa essenziale scoprire come mai la mia cuginetta detestava il nostro sindaco in questo modo avrei capito un po’ perché questo comportamento nei suoi confronti.
  
Ora però non dovevo rovinarmi la serata e quindi era fondamentale lasciare da parte genitori, parenti, amici e i miei problemi con la vita. Questa sera volevo solo divertirmi e basta. Mi ero messa un vestito blu elegante e una collana a forma di cuore blu con brillantini argentati ovviamente mi ero messa i collant e delle scarpe nere eleganti perché blu non li avevo. Immaginavo già la faccia del sindaco quando mi avrebbe vista e sapevo che anche lui sarebbe stato molto elegante.
  
Pensai che avrei anche passato la notte con lui come tutte le altre volte che ci eravamo visti non penso che ci sia mai stata una notte che non avevo passato con lui nelle volte che ci siamo dati un appuntamento.
  
Poco prima di uscire però si intromise mia madre che mi guardò un po’ sospettosa e la capivo eccome visto che ero vestita anche troppo elegante.
  
« Che bella che sei figlia mia. Come mai sei vestita così elegante? » mi chiese lei.
  
« Stasera Fabio mi ha invitata a cena fuori. Vado a mangiare con lui » risposi in modo furbetto.
  
« Sicura? Non è che vai in giro con i tuoi amici musulmani o i tuoi amici africani? » mi chiese lei.
  
« Assolutamente no. Mi vedo con Fabio e basta! » conclusi io.
  
Che cosa centravano i miei amici africani in quel momento? Non andavo mica a divertirmi con loro perché se no mi vestivo come sempre ovvero maglietta e pantaloni. Come faceva mia madre a fare certe domande? Non lo capirò mai.
  
« Visto che esci con Fabio quando è qui digli di suonare al citofono così rispondo io e verifico che sia veramente lui quello con cui ti vedi » mi disse mia madre.
  
« Non c’è bisogno di fare tutto questo casino mamma! Ti chiedo solo di fidarti di tua figlia una buona volta » risposi io.
  
« Certo. Tu fammi vedere che è veramente Fabio quello con cui ti vedi e poi mi posso fidare di te » commentò mia madre.
  
Benissimo. Come avrei fatto ora a dimostrare che il tipo con cui mi vedevo era Fabio? Sinceramente non avevo niente da dimostrare, mia madre doveva imparare a fidarsi di me senza che io le dia delle dimostrazioni ogni volta. Per una botta di fortuna mia madre era andata in bagno e io me ne andai di casa con aria furbetta e soddisfatta. Grazie mamma per essere andata in bagno io vado a divertirmi. Impara a fidarti di me una buona volta che sarebbe anche ora.
  
Quando ero al pian terreno mi arrivò un messaggio da parte di mamma: signorina vedi di tornare subito a casa, guarda che chiamo tuo padre. Va bene chiamalo pure mio padre non ho mica paura di lui. Io devo andare a divertirmi con Sergio. Avvisai Sergio per messaggio di non scendere dalla macchina quando sarebbe arrivato sotto casa mia così mia madre nel caso avesse fatto la spia non avrebbe capito con chi ero uscita ma appena sarei rientrata domani mi avrebbe accusata che ero uscita con uno dei miei amici africani sicuramente.
  
Avevo come la sensazione però che Sergio sarebbe arrivato con una macchina blu. Tanto era notte e mia madre avrebbe fatto fatica a distinguere il nero dal blu, avrebbe visto una macchina nera secondo me. Solo che c’era un problema: Fabio non guidava e non aveva nemmeno la patente. Nessun problema al massimo avrei detto al mio ritorno che Fabio ha preso la patente anche se non era tanto valida come scusa. Non penso che qualcuno sia mai riuscito a prendere la patente in soli due mesi. Troverò qualcosa da dire comunque.
  
Come avevo già detto Sergio arrivò con l’auto blu e io ero sorpresa abbastanza. Ero salita molto contenta perché quando vedevo lui ero sempre felice ed era colpa sua se questo succedeva mi ricordo quanto era grigia la mia vita prima della sua entrata, prima di lui non stavo bene lo ammetto ma adesso sto un po’ meglio. L’unico problema era come fare a dire ai miei genitori che frequentavo il sindaco della mia città. Non riesco davvero a capire se sarei mai riuscita a fare andare d’accordo la mia famiglia con la sua ma poi io non penso che sia essenziale che vadano d’accordo non lo pensate anche voi? In ogni modo sapevo che per niente al monto avrei rinunciato a lui e i miei erano un ostacolo facilmente affrontabile.
  
Lui era sempre bellissimo e la prima cosa che facemmo fu quello di baciarci sulla bocca come tutte le altre volte, i nostri appuntamenti incominciavano sempre con un bacio ed era tutto tremendamente bello e meraviglioso.
  
« Sei veramente stupenda stasera » mi disse Sergio poco dopo.
  
« Grazie anche tu sei bellissimo » risposi io arrossendo.
  
« Non vedo l’ora di sedermi con te a cena, sarò il sindaco ma sono un mangione » mi spiegò divertito.
  
« Bene. Allora siamo sulla stessa barca sono mangiona anche io » commentai.
  
« Comunque ho voluto farti una sorpresa il locale di stasera sarà tutto a nostra disposizione siamo gli unici clienti della serata in poche parole una cena privata » mi spiegò lui.
  
« Wow! Sono molto sorpresa » risposi io.
  
« Immaginavo che avresti detto questo » commento lui.
  
« Non mi dire » continuai io.
  
Che bella sorpresina mi aveva fatto! Aveva fatto mettere a disposizione un intero locale solo per noi due ma cosa avevo fatto per meritarmi un uomo così fantastico? Non penso di aver mai fatto niente di particolare per meritarmi tutto questo e sinceramente non avrei mai pensato di innamorarmi perdutamente di un sindaco specialmente di quello della mia città. Quanto avrei voluto che i miei amici capissero una buona volta che io stavo insieme a lui era un peccato che pensassero che è tutta una mia fantasia visto che sognavo di sposare un uomo ricco. Il bello che neanche loro sanno che questa aspirazione di avere un marito ricco l’avevo abbandonata da tanto tempo. Non stavo mica con Sergio per una questione di denaro io ero innamorata veramente di lui. Lo amerei anche se in banca avesse solo un centesimo sul conto. Avevo però una grande paura che i miei presto mi avrebbero fatto pagare anche questa.
  
Quando finalmente eravamo arrivati nel locale io ero rimasta senza parole: avevo scelto proprio il vestito adatto che era abbinato molto alle pareti del locale che erano dello stesso blu turchese. La tovaglia del nostro tavolo era bianca, tovaglioli blu e bicchieri blu. Era veramente un posto stupendo e qualcuno aveva messo dei petali sulla nostra tavola. Tutto questo mi riempiva il cuore di felicità. Una volta che ci eravamo seduti a tavola, Sergio cominciò di nuovo a parlare.
  
« Sei contenta di stare qui con me stasera? » mi chiese sorridente.
  
« Molto » risposi io.
  
« Ti volevo dire che voglio provare a stare insieme a te, voglio una relazione con te ma che non si basa solo ad andare a letto insieme e magari un domani ci sposeremo. Prima però è essenziale che ti conosca anche la mia famiglia loro vogliono solo sapere che sono in buone mani e sono certo che resteranno molto contenti di sapere che sto con te. Presto se tu lo vorrai conoscerò anche la tua famiglia ma la conosco già mi sa » disse lui facendosi avanti.
   
« Sono molto contenta tesoro mio di questa decisione » risposi io.
  
« Ora però voglio essere sincero con te voglio parlarti del perché tua cugina Irina mi disprezza ma ti giuro che non è stata colpa mia. In passato sono stato insieme a lei ma ero troppo giovane avevo appena compiuto vent’anni da poco e tua cugina ne aveva solo diciotto a quel tempo. Stavamo insieme da poco tempo e la nostra relazione diciamo che era abbastanza complicata perché la famiglia di lei non voleva che mi frequentassi e la mia aveva paura che mi mettevo nei guai. Tutto questo fino a quando … » si bloccò di colpo lui.
  
« Fino a quando? Continua » dissi io.
  
« Fino a quel giorno in cui non venni a sapere che lei aspettava un bambino » disse lui.
  
Ora avevo capito tutto! Ecco il motivo per il quale mia cugina detestava il nostro sindaco. Immagino che questo bambino non è mai venuto al mondo perché se no mia cugina avrebbe anche un figlio a parte oltre le tue bambine di cui era mamma. In quel momento ero nei panni di mia cugina ma anche di Sergio, immagino perfettamente che a quel tempo non era pronto per fare il padre purtroppo è capitato anche a molte ragazze di diventare mamme prima del tempo ma alcune non lo sono diventate prendendo una decisione molto dura.
  
Visto che le cose stavano in questo modo mi domandavo come avrei fatto a mettere il cuore di mia cugina in pace e anche quello della mia famiglia se un giorno mi sarei presentata a loro con lui. La mia storia sembrava davvero molto complicata e non avevo idea di come sarei riuscita a mandarla avanti. C’era anche la questione Fabio che andava sistemata. Che dovevo fare? Ero un po’ confusa.
  
« Ho capito. Non c’è bisogno di dire altro » dissi io, alla fine del racconto della storia.
  
« Spero tu non sia arrabbiata con me. Non è stata colpa mia ma a quel tempo non potevo prendermi una responsabilità così grossa » disse lui.
  
« Ma scusami però: tu stai in una famiglia che economicamente sta alla perfezione, io penso che tu avresti potuto crescerlo bene quel bambino » commentai io.
  
« Certo, non metto in dubbio che avrei potuto benissimo ma ero ingenuo e troppo insicuro all’idea di fare il papà. Purtroppo, non serve tutto il denaro del mondo per essere felici. Quando non sei pronto a fare una cosa o ad essere qualcuno che non sei semplicemente non puoi. Credo poi che con la vita di un bambino non ci sia niente da scherzare quindi semplicemente penso di aver fatto la scelta giusta a quel tempo. Non ero pronto, era troppo presto » terminò lui, tenendomi la mano.
  
Aveva ragione: i figli sono una grossa responsabilità se non sei pronto a diventare genitore semplicemente non fare figli e non correre rischi quando vai con qualcuno. Mi domandavo che cosa avesse combinato mia cugina quel giorno per poi ritrovarsi incinta ma comincio a pensare che la colpa non sia sua ma di Sergio, purtroppo in questi casi la colpa risale sempre a gli uomini.
  
Forse avevo fatto bene io a non cadere dal primo uomo del reame credo che fare un po’ di selezione possa avermi fatto veramente bene. Sia ringraziata la mia lunghissima selezione. Almeno sapevo cosa era successo tra Sergio e mia cugina ed ero contenta di aver chiarito questo punto.
  
Ad un certo punto dalla cucina saltò fuori un uomo affascinante che doveva avere l’età di Sergio. Era alto poco meno di Sergio, fisico panciuto, occhi marroni, carnagione molto chiara e aveva uno strano neo sulla guancia destra e dei capelli biondi. Penso che fosse la prima volta che mi trovavo un uomo con i capelli biondi così vicino. Lui ci osservò qualche minuto.
  
« Ehi! Come va amico mio? » disse lui rivolgendosi a Sergio.
  
« Molto bene amico. Ti voglio presentare la mia quasi fidanzata » disse Sergio.
  
« Buonasera signorina, sono Ettore e sopporto Sergio dal tempo dell’asilo abbiamo frequentato le stesse scuole fino al liceo poi abbiamo preso strade diverse » mi disse lui.
  
« Molto onorata. Mi chiamo Sabrina Bosco » dissi io.
  
« Bosco? Sei parente per caso di Irina, una vecchia fiamma di Sergio? » mi chiese lui.
  
« Esatto. Irina è mia cugina » commentai io.
  
« Spero che vada tutto bene con te e Sergio che il vostro amore trionfi perché non sopporterei l’idea di rivedere il mio amico soffrire di nuovo per amore. Spero sia stata informata dei fatti signorina » mi disse Ettore serioso.
  
« Certo. Sono stata informata » risposi io.
  
« Puoi stare tranquillo amico mio. A breve la presenterò anche ai miei genitori » commentò Sergio.
  
« Ah! Dovete vedere suo padre che tipo » disse Ettore rivolgendosi a me.
  
« Va bene lo vedrò sicuramente » commentai io.
  
Io e Sergio salutammo Ettore che era tornato in cucina per assicurarsi che stesse andando tutto bene. Quella sera ci eravamo guardati tantissime volte negli occhi e io potevo dire che ero tanto innamorata che lui era tremendamente irresistibile. Mi ero innamorata e penso che era questa la cosa che contava ma per quanto ancora sarei riuscita a mantenere nascosta la mia storia con lui? Non facevo che chiedermi quanto ci avrebbe messo mia cugina per scoprire tutto questo e quando lo scoprirà, resterà molto delusa da me. Pensai che con questa cosa di andare a conoscere i genitori di lui, mia cugina ci avrebbe messo davvero poco tempo.
   
Una volta terminata la cena, lasciammo il locale e ci avviammo a casa di Sergio. Come nostro solito avevamo fatto l’amore per diverse ore e poi si, come tutte le volte mi addormentai.
 
 
 

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Capitolo 10
*** Nove ***


Nove
  
La mattina dopo mi svegliai assolta da un enorme profumo che veniva dalla cucina. Mi alzai ancora mezza stordita dal sonno perché alzarsi di prima mattina per me era da sempre una difficile impresa. Rimasi però molto sorpresa quando entrai in cucina e notai che il mio amore aveva preparato la colazione, stavo veramente sognando oppure tutto questo stava accadendo davvero? Per una volta nella vita ero molto felice e speravo che questa mia felicità sarebbe durata per sempre.
  
« Buongiorno amore » aveva detto lui.
  
« Buongiorno » risposi io.
  
Sapevo però che dopo questa mattina sarei dovuta rientrare a casa mia e di voglia ne avevo ben poca perché stavo così bene quando ero con lui a casa mia non ero capace di vivere in pace mentre lui riusciva a farmi stare a mio agio e a trovare la tranquillità in me stessa.
  
« Senti, sta mattina avviserò il mio lavoro che dovrò sospendere i miei impegni per una settimana. Voglio stare con te e godermi il massimo di te. Ti amo » aveva detto lui.
  
In quel momento la mia mente decollò chissà in quale pianeta. Una settimana? Per me potevo restare con lui anche un anno intero a stare a letto con lui e uscire di tanto in tanto.
  
« Ovviamente tu sei d’accordo? » mi chiese lui.
  
« Certo che sono d’accordissimo » risposi io.
  
Ovviamente però avevo parlato troppo in fretta: poco dopo aver terminato la colazione, qualcuno aveva suonato al campanello di casa. Per una strana ragione avevo una bruttissima sensazione nella testa come se sapevo chi si nascondeva dietro quella porta.
  
« Chi sarà mai a quest’ora? » si chiese lui.
  
« Io non lo so » risposi io, ma forse lo sapevo.
  
« Vai a nasconderti in camera mia » disse lui.
  
Io corsi in camera sua e mi nascosi dietro la porta della stanza. Un attimo dopo mi accorsi della voce famigliare di mia cugina che era entrata in casa con una voce molto arrabbiata.
  
« Come osi entrare in casa mia senza il mio permesso? » domandò Sergio a mia cugina.
  
« Io oso. Mi sembra poi che una cosa di valore per me si trova proprio in casa tua » continuò mai cugina.
  
« A cosa ti riferisci? » rispose Sergio.
  
« La mia cuginetta Sabrina non è rientrata a casa sta notte e i genitori sono molto preoccupati non hanno chiuso occhio tutta la notte. Lo so che mia cugina si nasconde in casa tua. Dove l’hai nascosta? » domandò mai cugina a Sergio.
  
« Non so di cosa parli » continuò Sergio facendo finta di niente.
  
Poco dopo mia cugina e Sergio erano entrati in camera da letto e a me batteva forte il cuore e sapevo che mi avrebbe scoperta. Ora mai  non avevo scampo e non potevo farci niente dato che la vita funziona in questo modo e le cose belle durano sempre troppo poco. Mi cugina spostò all’improvviso la porta davanti a me e adesso mi aveva scoperta. Fine dei giochi, dovevo tornare alla triste realtà di tutti i giorni.
  
« Ma guarda chi si vede qui! Non avrei mai pensato di trovarti proprio a casa di questo malato. Adesso lo verranno a sapere i tuoi e il tuo amato Fabio » disse mia cugina arrabbiata e aveva preso il cellulare in mano.
  
Sergio mi guardò molto arrabbiato era la prima volta che lo vedevo così nero in faccia.
  
« Chi è Fabio? » mi chiese lui.
  
Ora non potevo più mentire dovevo dirle la verità. Avevo una paura solo a rispondergli figuriamoci con quale coraggio avrei ammesso la verità a lui. Tanto qualsiasi cosa avrei detto, non mi avrebbe creduta lo stesso. Valeva però fare un tentativo.
  
« Volevo dirtelo da tanto ma io stavo con questo ragazzo che tanto ragazzo non è perché ha trentatré anni di nome Fabio ma non lo amavo. Mi annoiavo a stare con lui, non prendeva mai l’iniziativa, ripeteva sempre le stesse cose e faceva solo quello che dicevo io. Tanto che mi sono stancata di lui e volevo lasciarlo ma lui non ci crede, non c’è modo di farmi lasciare con lui perché fa finta di niente. Io mi sono innamorata di te e avrei voluto dirtelo di questo Fabio. Mi vuoi aiutare a liberarmi di lui? Ti prego! » gli dissi, mettendomi quasi a piangere
  
« Perché non me lo hai detto? Certo che ti darò una mano ma prima risolviamo questo casino con i tuoi e tua cugina che palle! » sbuffò lui seccato.
  
Mia cugina aveva telefonato a mia madre chiedendole di venire a casa del mio amore e per la sfiga sarebbe venuto anche Fabio. Mi ero resa conto che io ero ancora in camicia da notte e Sergio era ancora in pigiama. Scommetto che i miei genitori avrebbero fatto una bella faccia vedendomi in camicia da notte almeno avrebbero capito le mie intenzioni di voler stare insieme a lui in quanto a Fabio, lui si era un vero problema perché non mi avrebbe lasciata nemmeno dopo una discussione faccia a faccia con Sergio, avrebbe pensato che era una delle mie mosse per litigare con lui e farmi lasciare. Speravo almeno che Sergio avrebbe dato il colpo di grazia a Fabio se no da questa storia io non ne sarei mai uscita viva.
  
« Scusatemi tanto, ero al telefono con tua madre Sabrina. Mi domando come abbiano fatto i torinesi a dare fiducia ad un sindaco come questo individuo » continuò mio cugina arrabbiata.
  
« Vedremo come riderò io quando sarò presidente del Consiglio perché un giorno lo sarò, mio padre lascerà la sua carica nelle mie mani » continuò Sergio.
  
« Meno male che un tempo le cose funzionavano che era il popolo a scegliere il governo ma poi un giorno è arrivato il tuo bisnonno e ha messo questa legge che la carica di presidente del Consiglio e della Repubblica si dà per eredità di successione a un erede di famiglia. Il tuo bisnonno è stato la rovina di questa nazione ha subito messo tuo nonno presidente della Repubblica e tuo padre del Consiglio. E’stato proprio una rovina quell’uomo! » continuò mia cugina invidiosa.
  
« La carica di sindaco però è ancora ad elezione, io sono stato votato quindi la gente crede in me e mi da fiducia » continuò Sergio.
  
« Non ci vuole molto per capire che avranno falsificato i voti, sicuramente meritava molto più l’altro candidato ma tuo nonno o tuo padre avrà fatto falsificare i voti. Non sono scema, tu non la meriti la carica di sindaco » commentò mia cugina.
  
« Sei solo invidiosa » dissi io tutto ad un tratto.
  
« Di una coppia falsa come voi due? Assolutamente no. Che poi io lo so bene Sabrina tu ami lui solo perché è ricco e vuoi fare la mantenuta a vita invece di andare a faticare al lavoro. Ti conosco bene » disse mia cugina.
  
« Senti questa è casa mia! Esci subito di qui o sarò costretto a chiamare mio padre » disse Sergio molto arrabbiato.
  
« A trentasei anni non ti sai difendere da solo? Hai ancora bisogno di tuo padre. Vergognati! » continuò mia cugina.
  
Non so dopo quanti minuti ma suonarono di nuovo al campanello e questa volta doveva essere mia madre con Fabio. Benissimo questa sarebbe stata una giornata infernale e adesso sarebbe cominciata la seconda parte dell’inferno. La prima si era appena conclusa e sinceramente: che qualcuno mi aiuti, mi sto stufando di tutto questo casino. L’importante era solo che io non avrei perso lui se no non me la sentivo di continuare ancora la mia vita.
  
Mia madre era molto infuriata e io lo avevo capito dalla sua espressione che sicuramente non era in pieno di allegria. Purtroppo la vita va così e io cosa ne potevo? Io ero solo molto innamorata e volevo essere lasciata in pace con il mio amore ma con questo genere di parenti la cosa era impossibile per loro potevo anche restare single fino alla mia sepoltura e poi, a loro non andava mai bene niente quando si trattava di una mia scelta. Per loro faceva schifo qualsiasi mia decisione e io avevo capito tutto ora mai.
  
Fabio era arrabbiato anche lui e fu il primo ad aprire bocca avvicinandosi subito al mio amore.
  
« Cosa vuol dire questo amore? Io fino ad oggi mi sono fatto un culo per portarti fuori, ti ho portata al cinema, al Mc Donald’s o dove volevi. E tu? Mi hai fatto le corna con questo individuo? Ma non lo sai che i politici sono tutte persone che prendono in giro, che giocano con i sentimenti delle ragazzine ingenue? Quello vuole solo portarti a letto credimi, non penso voglia altro da una ragazzina di ventitré anni » disse Fabio.
  
« Ma cosa dici tu? Non hai mai fatto niente ti dicevo sempre trovati un lavoro ma tu non hai mai cercato niente e pagavi le nostre uscite con la pensione di duecentocinquanta euro. Meno male che con te non ho mai fatto nulla di altro visto che sei sempre stato una delusione per me » risposi io seccata.
  
« Lei ama me deficiente. Smettila di disturbarla! » si intromise Sergio.
  
« Modera il linguaggio. Lo sa la mia ragazza che il suo innamorato è un uomo che una volta ha fatto abortire una ragazzina che non era niente meno che la cugina della sua innamorata? Le sai queste cose Sabrina? » aveva detto Sergio.
  
« Non mi importa » risposi io.
  
« Brava quindi vai contro la tua famiglia? Grazie per quello che abbiamo fatto per te! » disse mia madre delusa.
  
« Io non vado contro nessuno ma voi sembra che lo fate apposta a non essere mai d’accordo con le mie decisioni » continuai io.
  
« Per forza … non lavori e non sei ancora autonoma come potremo mai essere d’accordo con te e le tue scelte? Trovati un lavoro e poi potrai fare tutto quello che vuoi » continuò mia madre.
  
« Ecco! Impara Sabrina: chi si fa il culo al lavoro poi è libero di poter fare cosa vuole e sistemarsi con chi desidera. Certo, se non fai niente non farai niente nella vita. Oggi non c’è nessuno che ti fa la pappa pronta » continuò mia cugina.
  
« Io sono pronto anche a mantenere Sabrina se fosse necessario perché la amo e per stare con lei accetterei anche questo. Solo per amore! » ammise Sergio.
  
« Che soddisfazione ti può dare una donna mantenuta? Dimmelo te … » continuò mia madre.
   
« La soddisfazione che mi sarà sempre fedele » continuò Sergio.
   
« Si, fedele per avere soldi gratis e tutto quello che vuole senza fare nessuna fatica. Le cose si guadagnano nella vita, non si regalano mai » continuò mia cugina.
   
« Sabrina ti impedisco di vedere quest’uomo da oggi in poi terrò attenzione a quando esci e andrai sempre con qualche parente in giro » continuò mia madre.
   
« Ci sono io, posso tenerla sotto controllo! » continuò Fabio.

« Ecco ottima idea! » disse mia madre.
   Poco dopo salutammo Sergio e io rassegnata non avevo avuto altra scelta che andare a casa mia. Pensare che dovevamo solo passare una settimana intera felici ma niente, grazie ai miei parenti ficcanaso e quel rompi scatole di Fabio abbiamo mandato tutto all’aria. Io e Sergio ci eravamo dati un’ultima occhiata.
   Mentre andavo a casa io sentii il cellulare squillare e lampeggiava un messaggio.
    
   Non preoccuparti. Ti porterò via di qui. Ti amo. Collegati su Facebook stasera. Ti amo. Tuo per sempre.
 


 

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