In Journey to the Past (rivisitata)

di tre 88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Fine della Guerra ***
Capitolo 2: *** Senza un Passato ***
Capitolo 3: *** Un Fantasma dal Passato ***
Capitolo 4: *** Inizia il Viaggio ***
Capitolo 5: *** Un Fiore di Ciliegio dal Passato ***
Capitolo 6: *** Passato Prima Parte:Le Due Gemelle ***
Capitolo 7: *** Passato Seconda Parte:Le Due Gemelle ed Ace ***
Capitolo 8: *** Passato Terza Parte:Una Proposta Rifiutata ***
Capitolo 9: *** Passato Quarta Parte:Una Promessa Sotto la Neve ***
Capitolo 10: *** Passato Quinta Parte:Verso il Nuovo Mondo ***
Capitolo 11: *** Passato Sesta Parte:L'Isola degli Uomini Pesce ***
Capitolo 12: *** Passato Settima Parte:Strade Separate ***
Capitolo 13: *** I Primi Ricordi Ritornano ***
Capitolo 14: *** Di Nuovo nel Nuovo Mondo ***
Capitolo 15: *** Una Conoscenza dal Passato ***
Capitolo 16: *** Pericolo in Agguato ***
Capitolo 17: *** Ace e Akainu ***
Capitolo 18: *** Le Voci Girano ***
Capitolo 19: *** Risveglio ***
Capitolo 20: *** Nonno e Nipote ***
Capitolo 21: *** Sentimenti Chiariti ***
Capitolo 22: *** Il Figlio del Re dei Pirati, è ancora Vivo ***
Capitolo 23: *** Ritorno a Casa ***
Capitolo 24: *** Famiglia ***
Capitolo 25: *** Partenza ***
Capitolo 26: *** Di Nuovo Insieme ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La Fine della Guerra ***


1°CAPITOLO:
LA FINE DELLA GUERRA

 
 
La guerra stava giungendo al termine, quella guerra durata ore dove le due fazioni nemiche lottavano per un motivo preciso.

La prima, quella formata dalla marina, lottava per la giustizia e per fermare la pirateria mentre la seconda, formata dai pirati, lottava per salvare un loro fratello e per difendere la libertà che tanto amavano.

Dai vari punti di vista, entrambe avevano un valido motivo per non perdere ma avevano motivi troppo diversi; la marina era più interessata alla giustizia che alla vita dei compagni mentre i pirati, tenevano molto alla vita dei loro fratelli.

La marina sbagliava a voler privare della libertà ai pirati ma anche molti pirati sbagliavano, soprattutto quelli che commettevano crimini orribili.

Il motivo che aveva dato vita alla guerra era un ragazzo che stava per essere giustiziato, un ragazzo che l’unica colpa che aveva era solo quella di voler essere libero, il nome del ragazzo era Portuguese D. Ace, comandante della seconda flotta dei pirati di Barbabianca.

Per la marina, Ace era solo il figlio del demonio, il figlio del Re dei pirati Gol D. Roger e per loro doveva assolutamente morire.

Per i pirati, invece Ace era un loro fratello e a loro non importava di chi fosse figlio, perché ora faceva parte della loro famiglia e dovevano a tutti i costi salvarlo.

Barbabianca era arrivato dal fondo dell’oceano per salvare suo figlio e dal cielo era piombato Rufy per salvare suo fratello, non avevano nessun legame di sangue ma loro erano comunque una famiglia.
 
*

Dopo ore di combattimenti dove da entrambe le parti, erano caduti molti uomini; Rufy con l’aiuto di tutti, era arrivato vicino il patibolo dove Garp lo stava aspettando.

Nonostante era suo nonno, Cappello di Paglia lo colpì facendolo volare giù dal ponte creato da Inazuma e finalmente raggiunse il patibolo ma, era ancora presto per cantare vittoria.

In fatti la chiave, che aveva ottenuto da Hancock, si ruppe e il patibolo venne distrutto dalle cannonate; sembrava che tutto era finito ma, per fortuna Mr. Three con i suoi poteri aveva ricreato la chiave e finalmente Ace fu liberato e le sue fiamme crearono un passaggio in mezzo all’esplosione.

Tutti vedendo Ace libero gridarono di gioia; i due fratelli erano di nuovo insieme:

-Pensare che sarebbe arrivato il giorno in cui tu mi avresti salvato la vita, non l’avrei mai immaginato.-

Ace fece una pausa e poi sorridendo aggiunse:

-Grazie, Rufy.-

il fratellino ricambiò il sorriso:

-Beh, ce l’ho fatta solo perché il vecchio Barbabianca e gli altri mi hanno aiutato.-

in quel momento furono attaccati dai marines che si misero a sparare ma, subito dopo si resero conto che con i due fratelli le armi da fuoco non servivano a nulla.

Ace e Rufy erano in perfetta sincronia nel combattere insieme, si coprivano le spalle a vicenda eliminando i loro avversari, i marines cercavano in tutti i modi di eliminarli ma, venivano sconfitti prima ancora di potersi avvicinare ai due pirati.

Aokiji, decise di intervenire ma il suo ghiaccio fu fermato dal fuoco di Ace, che lo sciolse senza difficoltà.

Mentre tutti stavano combattendo,  Barbabianca con le sue parole lasciò ammutoliti i suoi uomini che per lui erano come dei figli:

-Gli ordini che vi sto per dare saranno gli ultimi, quindi ascoltatemi bene pirati di Barbabianca!-

quelle parole fecero agitare i pirati che si chiesero cosa voleva dire, Ace e gli altri gridarono molto preoccupati per il loro capitano:

-Vecchio!-

ma l’anziano imperatore non li ascoltò, ormai aveva preso una decisione:

-Questo è il luogo dove le nostre strade si dividono! Amici, voi dovete sopravvivere e ritornare sani e salvi nel Nuovo Mondo!-

le sue parole fecero commuovere i pirati, che erano tristi perché avevano intuito le sue intenzioni:

-Sono un sopravvissuto della vecchia era! Non c’è nessuna nave per me nella nuova era che avanza!-

colpì l’aria e Marineford iniziò a sgretolarsi, i pirati a malincuore eseguirono l’ultimo ordine del loro capitano.

Nonostante Rufy lo chiamava, Ace non sembrava intenzionato a muoversi; Garp e Sengoku avevano capito che Barbabianca voleva far affondare l’isola insieme alla propria vita, il vecchio imperatore fermò i marines che tentavano di fermare i suoi figli:

-Avete un solo nemico da affrontare e quel nemico sono io!-

Ace con le sue fiamme raggiunse il suo capitano e si inginocchiò:

-Non serve che parli, piuttosto dimmi una cosa, Ace. Sono stato un buon padre?-

il giovane pirata tenendo sempre bassa la testa e con le lacrime che volevano uscire, ripensò a tutti i momenti passati insieme:

-Certo che lo sei stato!-

Barbabianca rise, era l’unica cosa che voleva sentirsi dire, Pugno di Fuoco si era alzato da terra e dopo aver guardato per l’ultima volta l’uomo che considerava suo padre, prese a correre insieme al fratello allontanandosi da quel luogo.

Mentre correva, Akainu si fece sentire e incominciò ad offendere Barbabianca, Ace a quelle parole si era fermato nonostante tutti cercavano di farlo ragionare, l’ammiraglio continuò a parlare:

-Barbabianca morirà come un perdente e un fallito! Una morte appropriata per il leader di un simile mucchio di spazzatura!-

ormai Ace non ci vedeva più dalla rabbia, non poteva accettare che quel marines insultasse suo padre:

-Barbabianca, è il grande pirata che ha costruito questa intera era! Come osi ridere dell’uomo che mi ha salvato la vita?!-

si preparò ad attaccare:

-Il nome di questa era è Barbabianca!-

senza pensarci, attaccò con tutta la potenza del suo fuoco ma, Akainu lo fermò e con il suo potere lo colpì, per la prima volta Ace provò la sensazione di venir bruciato e mentre cercava di non pensare al dolore, l’ammiraglio si preparò ad attaccare Rufy.

Successe tutto in un istante, nel momento in cui Akainu stava per colpire Rufy, che dava le spalle ai due nel tentativo di recuperare la vivre card del fratello, Ace si era messo in mezzo e fu colpito dal pugno incandescente dell’ammiraglio, cercò di restare in piedi, dietro di lui c’era il suo fratellino e non poteva permettere che gli capitava qualcosa.

Rufy si girò e quando vide Ace cadere in ginocchio corse da lui, il fratello crollò tra le sue braccia mentre sul volto dei pirati di Barbabianca, che avevano assistito alla scena, era dipinto il terrore, avevano paura di perdere per sempre il loro fratellino.

Jimbei intervenì per impedire che Akainu infierisse ancora, anche Garp fece per intervenire ma, Sengoku lo aveva fermato atterrandolo e tenendolo fermo con una mano:

-Cosa hai intenzione di fare, Garp?!-

il vice ammiraglio non tentò di liberarsi:

- Faresti meglio a tenermi qui legato per bene, Sengoku! Perché se non lo farai puoi star certo che ucciderò quel Sakazuki!-

il Grand Ammiraglio sapeva che lo avrebbe fatto anche se non ne capiva il motivo, sapeva che per l’amico Ace era uno della sua famiglia nonostante non scorreva lo stesso sangue ma, per lui qualunque pirata o criminale doveva essere giustiziato anche se era un famigliare.

Marco dopo essersi liberato dalle manette, insieme a Vista aveva raggiunto Jimbei per dargli una mano, Akainu non capiva il motivo per cui si intromettevano dato che per lui Ace era finito e sprecare la possibilità di salvarsi solo per un compagno ormai in fin di vita, non aveva senso.

Ace tra le braccia del fratello cercò la forza per parlare:

-Mi dispiace, Rufy.-

Cappello di Paglia non voleva ascoltare e cercava aiuto ma il fratello lo interruppe:

-Mi dispiace di non averti permesso di salvarmi! Perdonami!-

Rufy continuava a rifiutare la possibilità che il fratello stava morendo:

-Ma cosa stai dicendo?! Non dire certe cose!-

si mise a chiamare un dottore ma tra i pirati che si trovavano vicino non c’era nessun medico, Ace cercò di far smettere il fratello di cercare aiuto, era consapevole che ormai non c’era più niente da fare:

-Non servirà, sono in grado di capire quando è giunta la mia fine!-

riprese fiato:

-Questa volta non ce la farò quindi, Rufy…-

il fratellino lo interruppe urlando:

-Ace, hai intenzione di morire? No, mi avevi promesso che…-

cercò di trattenere le lacrime, doveva farsi forza, non poteva perdere un altro fratello:

-Me l’avevi detto, ti ricordi, Ace?! Avevi detto che non saresti morto!-

Pugno di Fuoco sorrise:

-Già… sai… se non fosse stato per quell’incidente… e perché ho un fratellino minore come te di cui preoccuparmi… non avrei mai… nemmeno… voluto vivere.-

ripensò alla sua difficile infanzia, a come la gente odiava Roger e come il suo odio verso il padre cresceva ogni giorno:
-Nessun altro mi ha mai voluto, dopo tutto… quindi è soltanto normale!-

ripensò ai momenti passati con i fratelli, ai guai e ai sogni che aveva condiviso con loro e ripensò, alla strana famiglia in cui era cresciuto:

-Oh, già… se ti dovesse… capitare di incontrare Dadan… potresti dirgli addio da parte mia? E’ strano… ora che sto per morire… mi sento come se quell’idiota mi mancasse!-

quella donna era stata una madre per lui.

Sentiva che ormai le sue forze stavano per abbandonarlo:

-Ho soltanto… un rimpianto… non sarò in grado di vedere… il tuo sogno realizzarsi… ma ti conosco, so che ce la farai! Sei mio fratello dopo tutto!-

la battaglia continuava andare avanti, i pirati erano infuriati e continuavano a lottare, i marines si sentivano più motivati e non davano tregua ai nemici.

Ace cercò di non perdere i sensi e continuò a parlare al fratello:

-Proprio come… ci siamo promessi allora… non ho rimpianti… per come ho vissuto la mia vita!-

Rufy strinse il fratello, continuava a sperare che Ace non sarebbe morto:

-No! Stai mentendo!-

Ace sorrise, il suo fratellino non avrebbe mai accettato la realtà e sorridere, era l’unico modo che aveva per dargli forza ma soprattutto sorrise, per ciò che davvero aveva desiderato:

-Sembra che tutto quello che volevo alla fine… non era fama e gloria… era una risposta alla domanda… se avessi dovuto mai… essere nato.-

ormai Pugno di Fuoco aveva capito che la fine era giunta ma, c’era ancora un ultima cosa che voleva far sapere:

-La mia voce sta diventando sempre più debole… Rufy, voglio che ascolti quello che ho da dirti adesso… e che lo dica a tutti quanti… dopo…-

raccolse le ultime energie che gli erano rimaste:

-Vecchio! Tutti voi ragazzi! E tu, Rufy… anche se sono stato un buono a nulla per tutta la vita… anche se in me scorre il sangue di un demone!-

ormai la sua voce era diventata un debole sussurro e calde lacrime scendevano sul suo viso:

-Voi mi avete sempre voluto bene… vi ringrazio moltissimo!-

sorrise per l’ultima volta e chiudendo gli occhi cadde a terra, presto avrebbe rivisto Sabo ed insieme a lui, avrebbero vegliato sul loro fratellino.

Sul volto di Rufy, era dipinto un dolore così grande, che si provava solo con la perdita di una persona importante:

-Aceee!!!-

la vivre card volo via, Cappello di Paglia era troppo sconvolto per vederla andarsene lontano e al suo grido tutti i pirati piansero e tra loro pianse anche l’unico marines che aveva a cuore la vita di Ace; a Monkey D. Garp non importava di chi fosse figlio, perché lui era diventato suo nipote e la sua morte lo aveva distrutto; ricordava molto bene, come se fosse successo ieri, il giorno in cui Ace era nato e non poteva credere che ora non c’era più.

Akainu nel frattempo, si era liberato dei due comandanti e si scagliò contro Rufy che a causa del dolore aveva perso i sensi, Jimbei velocemente afferrò il pirata di gomma e in quell’istante l’ammiraglio lo colpì con il suo pugno incandescente e ferì anche Rufy.

Akainu fece per colpirli di nuovo ma, Marco trasformato in fenice lo bloccò:

-Prendi il fratello di Ace, Jimbei! La sua vita è il desiderio di Ace che vive ancora!-

l’uomo pesce non se lo fece ripetere due volte, prese il ragazzo ormai svenuto e si mise a correre ignorando il dolore della ferita.

Marco ordinò ai compagni lì vicino di coprire Jimbei, Ace era morto per proteggere il suo fratellino e lui, non poteva permettere che il suo sacrificio fosse stato vano:

-Lo proteggeremo al posto di Ace, lo giuro! Se lo lasciate morire consideratela un’onta per tutti i pirati di Barbabianca!-

i pirati corsero a fermare i marines che tentavano di eliminare l’uomo pesce, anche loro volevano proteggere Rufy.

Jimbei con l’aiuto dei pirati di Barbabianca, raggiunse la riva e vide spuntar fuori dall’oceano un sottomarino giallo e da esso uscì Trafalgar Law:

-Presto salite, ci penso io alle ferite di Cappello di Paglia.-

l’uomo pesce non sapeva chi fosse e il perché li voleva aiutare ma, decise di fidarsi e salì a bordo.

Intanto Barbabianca, raccolse una perlina rossa caduta dalla collana di Ace e una lacrima cadde sulla sua mano, la rabbia ribolliva e in un attimo fu davanti ad Akainu impedendogli di ferire Marco, afferrò l’ammiraglio e lo scagliò a terra schiacciandolo con forza e facendolo sprofondare sotto metri di terra:

-Marco, ordina a tutti di andare alle navi!-

la fenice non aveva mai visto il capitano così arrabbiato e non tentò nemmeno di fare domande per capire le sue intenzioni, si mise a correre dagli altri per raggiungere tutti insieme le loro navi.

Barbabianca si guardò intorno, il sottomarino era sparito e gli evasi guidati da Ivankov presero l’unica nave della marina rimasta intatta; vide Jaws rialzarsi dopo essersi liberato dal ghiaccio e anche se si trovava senza un braccio aiutò i compagni feriti, pian piano tutti i pirati erano alle navi:

-“Akainu ci impiegherà un po’ a uscire da lì, ora devo portare in salvo i miei figli.”-

il vecchio imperatore aveva capito che non era ancora giunta la sua ora, i suoi uomini avevano ancora bisogno di lui.

Spaccò in due l’isola e poi raggiunse la “Moby Dick”, una volta salito a bordo le navi salparono e si allontanarono il più possibile da Marineford, con il peso di non aver potuto portar via da quell’infero i corpi dei compagni caduti, tra cui quello di Ace.
 
*

La guerra durata ore era giunta finalmente al termine, i pirati avevano perso e superare questa dolorosa sconfitta non sarebbe stato facile; gli alleati di Barbabianca e gli evasi si erano dispersi ognuno diretto il più lontano possibile da Marineford, anche gli uomini di Edward Newgate si allontanarono mentre il sottomarino di Law, era diretto all’isola delle donne guidati da Hancock che era appena stata recuperata dalla sua ciurma.

A Marineford, i marines che non erano feriti si stavano occupando di consegnare alle famiglie i corpi dei compagni caduti e di bruciare i corpi dei pirati.

Akainu a fatica era uscito dalla fossa dove Barbabianca lo aveva spedito e si era messo a camminare tra le macerie, era soddisfatto di come era finita la guerra ma non era soddisfatto di come Ace era morto, lo voleva uccidere dopo una battaglia all’ultimo sangue, ucciderlo in quel modo ne andava del suo onore e per lui il suo onore era importante come la legge e la giustizia.

Camminando, l’ammiraglio Akainu giunse nel luogo dove giaceva Ace, lo fissò e si sentiva arrabbiato:

-“Dannazione, non mi soddisfa di come sono andate le cose e come se non bastasse Cappello di Paglia e Barbabianca sono fuggiti.”-

fece per andarsene, quando si accorse che Ace respirava ancora, gli si avvicinò e dopo aver avuto la conferma che non era ancora morto, gli venne in mente un’idea:

-“E’ ancora vivo e questo non è una brutta cosa. Farò in modo che si salvi e poi combatterò con lui in un combattimento leale.”-

l’ammiraglio era certo che Pugno di Fuoco avrebbe accettato di combattere, perché se avesse vinto sarebbe potuto tornare da Barbabianca ma, Akainu comunque era certo di batterlo:

-“E dopo che lo avrò sconfitto, farò in modo che Barbabianca lo venga a sapere.”-

il solo pensiero di come il vecchio imperatore avrebbe reagito, alla notizia che poteva salvare il suo comandante, lo fece sorridere soddisfatto.

Prese Ace e lo portò nei suoi alloggi, dopodiché andò a cercare un medico da corrompere, era meglio che nessuno veniva a sapere le sue intenzioni, soprattutto Garp.

 
***


Erano passate parecchie ore dalla fine della guerra e sulla “Moby Dick” regnava il silenzio, tutti erano stati curati e nessuno correva il rischio di morire, persino Jaws che aveva perso molto sangue a causa della perdita del braccio, ormai stava bene ma anche se fisicamente stavano bene il loro cuore era ferito e sarebbe stata dura guarirlo.

Per loro Ace era un fratello a cui volevano bene e non si perdonavano il fatto che lui non c’era più, come non riuscivano a perdonarsi il fatto di non aver usato la forza per impedire ad Ace, di cercare quel traditore di Barbanera.

Barbabianca era chiuso nella sua cabina, le lacrime scendevano dai suoi occhi mentre ripensava al giorno in cui aveva conosciuto Ace, si era divertito molto a vedere i suoi tentativi per eliminarlo e soprattutto ripensò a tutti i momenti passati insieme, si sentiva un pessimo genitore nonostante il figlio gli aveva detto che era stato un buon padre, si sentiva pessimo per non aver protetto tutti i membri della sua famiglia:

-“Ora devo continuare a vivere, per aiutare i miei figli a superare questo dolore e poi ho capito che non posso lasciarli da soli, non fino a quando non avrò punito Teach.”-

i suoi pensieri furono interrotti dal bussare di qualcuno e subito dopo entrò Marco:

-Babbo, posso disturbare?-

il vecchio Newgate, notò che anche il suo primo comandante non faceva nulla per nascondere il dolore, la fenice era molto bravo a mascherare i suoi stati d’animo ma, questa volta non nascondeva il dolore che provava:

-Parla pure, spero solo che non hai brutte notizie, perché per oggi ne ho abbastanza.-

la fenice scosse la testa:

-Non posso dire che siano buone notizie, però tra noi e i nostri alleati abbiamo perso pochi compagni e i feriti non sono gravi, persino Jaws si riprenderà presto.-

Barbabianca sorrise:

-Non sono buone, ma ottime.-

anche Marco sorrise, poi fece per uscire quando il padre lo fermò:

-Avrei un favore da chiederti, se te la senti.-

la fenice annuì:

-Voglio che tu vada all’isola di Banaro.-

Marco non capiva il perché di quel favore:

-Devi cercare di capire come sono andate le cose tra Ace e quel traditore, dobbiamo fermarlo ma dobbiamo informarci su quanto sia diventato forte.-

la fenice capì, in effetti Teach doveva essere molto forte per essere riuscito a battere Ace ed era certo, che in qualche modo centrava il frutto del diavolo che aveva rubato a Satch:

-D’accordo, parto subito.-

il vecchio imperatore lo ringraziò e l’osservò uscire dalla sua stanza, poi tornò a perdersi nei suoi pensieri.
 

 
***
 

Akainu ritornò nella stanza dove aveva lasciato Ace ma, prima di entrare si rivolse al vecchio medico che aveva trovato:

-Ricordati, non dovrai uscire da qui fino a quando non si sarà ripreso del tutto e quando uscirai non dovrai dire nulla a nessuno, o io non ti pago e ti rovinerò anche la tua carriera.-

il medico annuì ed entrò nella stanza.

Una volta raggiunto il letto, capì chi era il suo paziente e il perché doveva tacere, si mise subito al lavoro e dopo qualche ora raggiunse l’ammiraglio.

Akainu lo squadrò facendogli capire di parlare:

-E’ vivo per miracolo e molto probabilmente ha usato l’Haki unito al fuoco per proteggere gli organi vitali, che sia stata un gesto voluto oppure istintivo questo non lo so, però gli ha salvato la vita.-

l’ammiraglio sorrise, avere la certezza che era sopravissuto gli permetteva di raggiungere il suo scopo:

-Quindi non corre più pericolo?-

era meglio chiedere una conferma e il vecchio medico annuì; il medico trovò che era inutile dire all’ammiraglio, che a causa del fatto che la ferita era stata provocata dal magma, il fuoco non poteva assorbirla e che quindi gli sarebbe rimasta la cicatrice, come gli sarebbe rimasto sulla schiena il tatuaggio dato che il pugno di magma non lo aveva trapassato.

Infondo il dottore era certo che ad Akainu, importava che Ace era vivo per scopi che un marines non doveva avere:

-No, ora è fuori pericolo ma, per riprendersi deve riposare.-

l’ammiraglio si fece serio:

-Non me ne frega nulla se deve riposare o meno. E ora torna dentro e non uscire fino a quando non si sarà svegliato.-
il dottore si spaventò e corse nella stanza, Akainu sorrise soddisfatto e se ne andò.
 

 
***
 

Giorni dopo, Marco fece ritorno alla “Moby Dick” e andò dritto da Barbabianca.

Entrando nella cabina del padre, dovette fare attenzione a dove camminava dato che il pavimento era pieno di bottiglie vuote e di altre cianfrusaglie:

-Babbo, dovresti far pulire questa stanza.-

il vecchio rise:

-Hai ragione, comunque che hai scoperto?-

la fenice si sedette sul letto, di fronte alla poltrona dove stava seduto Barbabianca:

-Nulla. Gli abitanti dell’isola se ne sono andati e ormai non c’è più nessuno.-

l’imperatore sbuffò, avevano perso l’occasione di scoprire che era successo:

-E ti pareva, se le cose incominciavano a girare nel verso giusto.-

Marco rimase per un attimo in silenzio, poi porse al babbo un oggetto:

-L’ho trovato tra le macerie di Banaro.-

Barbabianca osservò quel buffo cappello dalla quale Ace non si separava mai:

-Qualcosa di lui è rimasto.-

calò il silenzio, poi aggiunse:

-Lo terremo con noi, così è come se fosse ancora al nostro fianco.-

poi sorrise:

-Ma, Ace continuerà a vivere nei nostri cuori.-

Marco sorrise:

-Hai ragione. Ora vado a cercare qualcuno che metta a posto questo casino.-

 Barbabianca scoppiò a ridere, mentre la fenice uscì dalla cabina.
       

 
***
 
 
Un mese era passato dalla fine della guerra, per tutto questo tempo, Ace era rimasto in coma e dopo tanto tempo aprì gli occhi.
 
 


 
Continua…

 
 


Ciao,

questa storia, l’avevo pubblicata qualche anno fa; ho messo il titolo in inglese, per distinguerla dall’altra che la terrò comunque pubblicata, per quelle persone che mi hanno lasciato delle recensioni; ho deciso di pubblicarla di nuovo, sistemando la storia, modificando alcuni pezzi e correggendola.

Spero che questa rivisitazione vi possa piacere, non modificherò molto ma alcune cose cambieranno, dato che il manga è andato molto avanti.

Fatemi sapere, se ci sono errori o se devo mettere l’avvertimento OOC.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il secondo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 2
*** Senza un Passato ***


2° CAPITOLO:
SENZA UN PASSATO



 
Un mese era passato dalla fine della guerra e per tutto quel tempo, Ace era rimasto in coma e dopo tanto tempo, finalmente si era svegliato.

Appena aveva aperto gli occhi, fu costretto a richiuderli per via della forte luce che entrava dalla grande vetrata, lentamente riaprì gli occhi e pian piano si abituò alla luce e si guardò intorno parecchio confuso:

-“Dove mi trovo e soprattutto cosa mi è successo? Ho come l’impressione di aver dormito un sacco, però qui non c’è nessuno a cui posso chiedere.”-

a fatica si mise seduto e si appoggiò al cuscino.

Dalla grande vetrata poté vedere l’oceano:

-“Mi trovo vicino al mare, però questo non mi aiuta per niente.”-

Ace sbuffò, se solo era in grado di muoversi, se ne sarebbe andato a cercare qualcuno che lo poteva aiutare; mentre stava riprovando per l’ennesima volta ad alzarsi, dalla porta entrò il medico che vedendolo svegliò si preoccupò, più che altro aveva paura che Ace lo facesse fuori, dato che aveva il terrore dei pirati:

-Finalmente ti sei svegliato dal coma.-

il ragazzo lo fissò cercando di capire che fosse successo:

-Coma? E per quanto ci sono rimasto? E tu chi sei? Dove mi trovo? Cosa cavolo mi è successo?-

il giovane pirata aveva incominciato a tempestare di domande il povero medico, temendo che se ne andasse prima di aver capito qualcosa, dal canto suo il dottore non sapeva che fare ma notando che Ace voleva solo delle risposte, decise di dargliele:

-Sei rimasto in coma per un mese e ti trovi in uno degli alloggi privati dell’ammiraglio Akainu, io sono il medico che si è occupato di te per tutto questo tempo.-

Pugno di Fuoco rimase per un attimo in silenzio, elaborando le risposte ricevute:

-Quindi è lui e te che devo ringraziare se sono vivo?-

a quel punto il medico ebbe un dubbio, era normale non ricordare i nomi dei nemici ma, rimanere calmi dopo aver saputo di trovarsi in una delle stanze di un ammiraglio, era assurdo perché un pirata non poteva stare calmo in una situazione del genere:

-Scusa la domanda, tu cosa ricordi precisamente?-

Ace abbassò la testa:

-Nulla di nulla, ne chi sono ne cosa è successo.-

il dottore ebbe la conferma dei suoi sospetti ma, non si stupiva più di tanto, dato che già il fatto che fosse ancora vivo era un miracolo:

-Proprio niente?-

il ragazzo scosse la testa:

-Ho capito. Torno subito.-

il medico uscì dalla camera e andò nella stanza affianco ad aspettare l’ammiraglio.

 
*


Nel frattempo nell’ufficio del Grand Ammiraglio c’era aria di tempesta, Garp fissava con odio Akainu e lui lo ignorava fino a quando Sengoku non si decise a parlare:

-Dopo un mese, le cose stanno iniziando a sistemarsi e per il momento ho deciso di lasciar perdere Barbabianca.-

l’ammiraglio si irritò, non poteva accettare la cosa e soprattutto si sentiva umiliato per come era andata a finire con il vecchio imperatore:

-Scusi ma non sono d’accordo. Quell’uomo molto probabilmente non si è ancora ripreso dalla guerra e noi dobbiamo approfittarne.-

il vice ammiraglio strinse con forza la sua scatola di biscotti, trovava una cosa da vigliacchi approfittare delle condizioni dei nemici e poi, qualunque cosa Akainu diceva lo faceva arrabbiare:

-Dici così perché Barbabianca ti ha ficcato sotto terra e ti confesso, che mi ha fatto molto piacere vederti sprofondare sotto la forza sovrumano di quell’uomo.-

provocarlo era l’unico modo che aveva per sfogare la sua rabbia per la morte del nipote, dato che non poteva uccidere il collega; Akainu si infuriò:

-Ma come ti permetti?-

Garp gli rispose a tono:

-E tu, come ti sei permesso ad uccidere mio nipote?-

l’ammiraglio sorvolò sul fatto che in realtà non era morto perché se lo avesse detto, i suoi piani sarebbero andati in frantumi:

-Era il figlio di un demonio, non tuo nipote.-

proprio non riusciva a capire il vice ammiraglio.

A quelle parole Garp scattò in piedi e diete un pugno carico di Haki in faccia all’ammiraglio:

-Non ti azzardare mai più a dire queste cose! Ace era mio nipote e lo sarà sempre! Hai capito?!-

Akainu con il dorso della mano si pulì il rivolo di sangue che scendeva dal labbro rotto, Sengoku si intromise prima che scoppiasse una guerra tra i due, era più che certo che d’ora in poi le cose sarebbero state complicate con loro:

-Ora basta!-

i due decisero di ignorarsi e di ascoltare ciò che il loro superiore doveva dire:

-Ora che vi siete calmati posso continuare.-

osservò i due e vedendo Garp, che si era rimesso seduto e Akainu, che si era appoggiato al muro, poteva finalmente continuare:

-Ho deciso di lasciare perdere Barbabianca per il momento, solo perché il Nuovo Mondo si sta riempiendo di pirati molto forti e Barbanera sta seminando il caos e visto che non sappiamo dove Barbabianca si trova e nemmeno quando si farà vivo, è meglio pensare a fermare gli altri pirati.-

Akainu sbuffò irritato:

-D’accordo ma, sarò io a fermare quel vecchio appena si farà vivo.-

per il momento aveva deciso di lasciar perdere il vecchio pirata, aveva i suoi piani da portare avanti, Sengoku annuì:

-Se ci tieni così tanto fai pure ma, fai attenzione. Barbabianca non ti perdonerà mai per aver ucciso uno dei suoi uomini.-

l’ammiraglio annuì:

-Se ora non ha più nulla da dire me ne vado.-

il superiore con un cenno gli fece capire che poteva andare.

Dopo che Akainu uscì, Sengoku osservò l’amico:

-Ti devi dare una calmata.-

era molto preoccupato per l’amico, Garp fece finta di nulla:

-So che lo odi per ciò che ha fatto ma, ti ricordo che ha fatto solo il suo dovere.-

il vice ammiraglio si alzò:

-Va bene fare il proprio dovere ma, non dobbiamo dimenticare che anche i pirati sono esseri umani e che dobbiamo aver rispetto anche delle loro vite e lui questo non lo capisce.-

se ne andò e decise di andarsene da Marineford per un po’, lì ora come ora non riusciva più a starci.

Sengoku vedendolo uscire sospirò sapendo che l’astio tra i due sarebbe solo peggiorato, dato che la situazione era degenerata dopo che Garp, aveva saputo che era stato l’ammiraglio a sbarazzarsi del corpo di Ace.

 
*


Akainu stava camminando verso la stanza dove aveva lasciato Ace:

-“Quel vecchio pazzo, come ha osato colpirmi? Giuro che gli e la farò pagare cara.”-

entrò nella stanzetta dove il medico lo stava aspettando:

-Non farmi perdere tempo e arriva al dunque.-

il vecchio capì che era meglio non farlo irritare ancora di più:

-Il ragazzo si è svegliato e non ricorda nulla dei suoi vent’anni di vita.-

nonostante era un medico, era conoscenza anche lui dei dati personali dei pirati e poi più volte aveva sopportato Garp che si vantava dei nipoti:

-Nulla? Questo si che è interessante.-

il medico preferì non chiedere il perché, non erano fatti suoi:

-Io non servo più, ha solo bisogno di riposarsi qualche giorno.-

poi sapendo che poteva farlo arrabbiare, aggiunse rischiando di incombere nella sua ira:

-Quindi la prego, di darmi i miei soldi così sparisco.-

Akainu sorrise:

-Certo, stai tranquillo.-

estrasse dalla tasca un coltello e con un colpo preciso pugnalò dritto al cure il povero medico che si accasciò a terra privo di vita, Akainu tra tutti i medici che c’erano a Marineford aveva scelto proprio lui perché era una persona sola e senza legami e quindi nessuno si sarebbe accorto della sua scomparsa.

Mise il corpo del medico nell’armadio, ci avrebbe pensato in seguito a farlo sparire, perché ora doveva approfittare della situazione:-

Meglio ancora che Ace sia senza memoria. Gli farò credere di essere un marines e lo userò per eliminare Barbabianca. Chissà che faccia farà quel vecchio vedendo che uno dei suoi uomini che credeva morto, tenta di ucciderlo e dopo essermi liberato di lui mi libererò anche di Ace.”-

era soddisfatto della sua idea e senza pensare ad altro, entrò nella stanza pronto ad attuare il suo piano.

Ace sentendo la porta aprirsi si girò:

-Salve, lei è l’ammiraglio Akainu?-

l’ammiraglio ebbe la conferma che davvero aveva perso la memoria:

-Si, sono io e vedo che il medico aveva ragione.-

il ragazzo si sentiva a disagio e non capiva il perché, aveva la sensazione che c’era qualcosa di sbagliato ma, non capiva cosa:

-Lei sa chi sono?-

Akainu annuì, era ora di inventare una storia realistica:

-Sei un marines speciale e durante la guerra hai rischiato di morire ma, per fortuna io sono intervenuto in tempo e ti ho salvato.-

doveva fare in modo che non dubitasse delle sue parole e per farlo doveva ottenere la sua fiducia:

-In che senso speciale?-

l’ammiraglio rimase in silenzio per un attimo:

-Nel senso che solo io conosco la tua identità. Dato che non lo ricordi più te lo spiegherò, devi sapere che ogni ammiraglio a sotto il proprio comando un marines, che la sua forza è seconda solo a quella del suo superiore e solo lui conosce la sua identità.-

Ace non capiva una cosa:

-E perché solo l’ammiraglio conosce l’identità del marines?-

Akainu sbuffò era stufo di tutte quelle domande, sperava di concludere quella conversazione in pochi minuti e invece, con tutte quelle domande la cosa si stava allungando ma, per il suo piano doveva rispondere per forza:

-Perché un marines speciale, può essere anche usato per tenere d’occhio i colleghi sospetti e quindi è meglio che nessuno conosca la sua identità, in fatti i marines speciali agiscono nell’ombra tenendosi alla larga da tutti e rimangono in attesa di ordini.-

dicendo ciò aveva fatto in modo che il giovane, non si sarebbe avvicinato a nessuno.

Pugno di Fuoco capì, iniziò a fidarsi di quell’uomo ignaro che lo stava ingannando:

-Capito, grazie per la spiegazione. Ultima cosa, come mi chiamo?-

Akainu sorrise ce l’aveva fatta, aveva la sua fiducia e ora era una marionetta nelle sue mani:

-Ti chiami Ace. Ora riposati appena ti sarai ripreso ricomincerai a lavorare.-

era un rischio dirgli il suo vero nome ma, dato che aveva quel tatuaggio sul braccio non aveva nessuna scelta; il ragazzo annuì, si rimise giù e crollo addormentato mentre Akainu uscì dalla stanza.

  
***

 
Da qualche parte nel Grande Blu, su un’isola nascosta, la “Moby Dick” era ormeggiata da settimane e non dava l’impressione di essere prossima alla partenza.

Dopo un mese, i pirati si erano un po’ ripresi ma, c’erano momenti in cui non era facile accettare la morte di Ace, soprattutto per quelli che facevano parte della seconda flotta, dato che alcuni di loro erano stati i pirati di “Picche” e conoscevano Ace da più tempo.

Durante i pasti c’era sempre silenzio, tutti si aspettavano di vedere il loro fratello ingozzarsi di cibo o crollare nei piatti ma ciò non sarebbe più capitato, durante le giornate i cuochi non avevano nulla da fare, dato che non c’era più nessun motivo per stare attenti che qualcuno si infilava di nascosto nella cucina, perché quel qualcuno non c’era più, l’unica cosa che li spingeva andare avanti, era la certezza che in qualche modo Ace era sempre con loro.

Marco entrò nella stanza del babbo e rimase perplesso:

-Avevano finito di pulire sta mattina e c’è già un caos qui dentro.-

Barbabianca scoppiò a ridere, sembrava l’unico ad essersi ripreso ma, in realtà teneva soppressi i suoi sentimenti per poter aiutare i suoi figli, se lui si dimostrava distrutto dal dolore non sarebbe stato d’aiuto a tutti loro:

-Che ci vuoi fare, sono un tipo parecchio disordinato.-

la fenice annuì:

-Comunque volevo dirti che abbiamo ospiti.-

il vecchio lo fissò, nessuno oltre loro conosceva quell’isola:

-E chi è?-

Marco uscì senza rispondere e a quel punto Barbabianca decise di seguirlo, sembrava che la giornata si fosse fatta più interessante.

Entrando in cucina il vecchio pirata vide Jimbei:

-Ehilà, stai bene?-

l’uomo pesce sorrise:

-Si ormai mi sono ripreso.-

Barbabianca si sedette al tavolo, in cucina non c’era nessuno ma, il vecchio imperatore sapeva che i suoi uomini erano fuori ad origliare:

-Come sta il fratello di Ace?-

Jimbei si era sorpreso di sentire quel nome, dal momento in cui era salito a bordo aveva notato che nessuno nominava il fratello scomparso:

-Grazie a Trafalgar Law si è salvato, anche se dopo che si è svegliato ha dato di matto.-

Barbabianca si sentì tranquillo nel sapere che Rufy non era in pericolo di vita ed era certo, che in qualche modo si sarebbe ripreso; in Cappello di Paglia, aveva notato una certa somiglianza con Ace e questo gli dava la certezza che sarebbe andato avanti:

-Non accetta la morte del fratello e lo capisco.-

l’uomo pesce voleva fargli notare che nessuno sulla sua nave aveva accettato la morte di Ace ma, preferì evitare di farlo arrabbiare:

-Sono riuscito a calmarlo e a fargli capire che ha ancora qualcuno da proteggere e da cui deve tornare. Ora si sta allenando con Rayleigh dopo aver fatto sapere alla sua ciurma, che si sarebbero riuniti fra due anni. Comunque i giornali parlano del trambusto che ha causato a Marineford dopo la guerra.-

Barbabianca rise, i giornali nessuno li aveva più visti o letti su quella nave, dopo che la guerra era finita:

-Ray è ancora vivo, chi lo avrebbe mai detto. Comunque, io i giornali non li voglio più vedere.-

 Jimbei sapeva il perché, dato che non facevano altro che parlare della morte di Ace:

-Dimmi vecchio amico mio, cosa ti ha spinto a metterti contro la marina e perdere il titolo di membro della flotta dei sette? Credevo che per te fosse importante.-

 l’uomo pesce sorrise:

-Il tuo nome e il mio ruolo di flottaro, hanno protetto per anni la mia isola e in effetti potevo aspettare la fine della guerra e poi fingermi pentito delle mie azioni ma, ho fatto una promessa ad Ace.-

il vecchio imperatore smise di bere:

-Ace, mi aveva chiesto di proteggere suo fratello, se gli fosse capitato qualcosa e quando mi sono ritrovato Rufy davanti alla mia cella, ho deciso di aiutarlo.-

fece una pausa, era dura accettare che Pugno di Fuoco non c’era più, la prima volta che lo aveva incontrato si era dimostrato un degno avversario e in seguito, si era dimostrato un amico eccezionale:

-E comunque, ho capito che il tuo nome basta per difendere l’isola degli uomini pesce.-

Newgate scoppiò a ridere, per Ace tutti erano disposti a proteggere e aiutare Cappello di Paglia:

-Hai ragione. Ora che farai?-

Jimbei sorrise:

-Torno a casa e aspetterò che Rufy arrivi, gli ho promesso che lo avrei aspettato sulla mia isola e che lo avrei aiutato a entrare nel Nuovo Mondo.-

Barbabianca dopo averlo ascoltato, si perse nei suoi pensieri e decise di mettere al corrente anche l’amico della sua decisione:

-Come ho già detto ai miei alleati, sto cercando quel traditore e quindi ti sarei grato, che se scopri qualcosa su di lui di farmelo sapere. Devo assolutamente fermarlo e per farlo, ho bisogno di tutto l’aiuto possibile-

a Jimbei non serviva sapere di chi parlava, c’era solo una persona che aveva avuto il fegato di tradire il vecchio imperatore e lui, avrebbe fatto di tutto per aiutarlo a fermare Teach:

-Sarà fatto. Ora devo andare, ci si vede.-

l’imperatore si alzò e aprì la porta della cucina trovandosi davanti tutta la ciurma:

-E bravi i miei figli, non sapete che non è educato origliare?-

i pirati invece di rispondere si dileguarono, Jimbei sorrise divertito, in un modo o nell’altro quella ciurma lo sorprendeva sempre:

-Guarda il lato positivo, non dovrai rispondere alle loro domande.-

Barbabianca rise e poi salutò l’amico che sparì sotto l’oceano.
 
 
***

 
Ormai erano passati due anni dalla fine della guerra, in tutto quel tempo Ace aveva fatto tutto ciò che Akainu gli diceva, aveva sconfitto innumerevoli pirati molto forti e tutte le volte l’ammiraglio riusciva ad evitare che qualcuno scoprisse la vera identità di Ace ed era sempre riuscito ad evitare che lui incontrasse qualcuno, in più l’ammiraglio aveva fatto sparire tutti gli specchi, così era impossibile per Pugno di Fuoco notare il tatuaggio sulla schiena.

Ma nonostante il tempo passato, il ragazzo non aveva recuperato ancora la memoria, ogni volta che Ace aveva una fitta alla testa e stava per ricordare qualcosa, l’ammiraglio lo distraeva facendogli dimenticare tutto ma, con il passare del tempo il giovane incominciava a nutrire dei dubbi anche se i suoi ricordi non tornavano.

Era pomeriggio inoltrato e il sole stava per tramontare, Ace se ne stava sdraiato a letto e fissava il soffitto:

-“Incomincio a credere, che Akainu mi abbia mentito su tutto.”-

era da un po’ che aveva questo pensiero fisso ma, non riusciva a convincersi che l’ammiraglio mentisse:

-“Devo smetterla di avere questo dubbio. Come posso dubitare dell’uomo che mi ha salvato la vita?”-

nonostante non voleva avere dubbi, non poteva fare a meno di domandarsi come stavano veramente le cose:

-“Se sono sempre stato un marines, perché non mi sento a mio agio qui? E poi cosa è questa sensazione di libertà che provo sempre? Ai marines non importa della libertà o delle avventure, eppure io mi sento fuori posto.”-

per lui, ai marines importava solo di far rispettare la giustizia o così gli aveva detto Akainu ed era per questo, che non riusciva a capirsi; erano pensieri fissi nella sua mente da tanto tempo ma, non trovava risposte come non riusciva a capire il motivo per cui non aveva ricuperato nemmeno un ricordo:

-“L’unica cosa di cui sono certo, è che c’è un luogo a cui devo far ritorno ma non so quale sia”-

Ace sbuffò e si girò sul fianco dando le spalle alla finestra.
 

 
*


Intanto nel suo ufficio, Sengoku era alle prese con Garp:

-Falla finita!-

il vice ammiraglio si intestardì:

-Falla finita un cavolo! So quello che dico!-

il superiore sospirò rassegnato, erano ormai due anni che le cose andavano avanti così e non sapeva più che fare ed era quasi tentato di lasciare che Akainu e Garp si ammazzassero a vicenda ma, ovviamente non poteva lasciarli fare, doveva assolutamente fare in modo che la smettessero di litigare:

-Senti, Garp. Tu dici che Akainu si comporta in modo sospetto solo perché lo odi.-

il vice ammiraglio sbuffò:

-Fa come vuoi, poi non venire a rompere se dovesse succedere qualcosa. E comunque non sono l’unico a pensarla così.-

se ne andò sbattendo la porta.

Sengoku sapeva che tutti quelli sotto il comando dell’amico la pensavano così ma, era solo perché ammiravano il vice ammiraglio; lasciò perdere i documenti e uscì dal suo ufficio, aveva bisogno di un po’ d’aria e calmarsi un po’ o li avrebbe ammazzati lui quei due.
 

 
*


Ace nonostante se ne stava sdraiato da ore non riusciva a prendere sonno, la stanza ormai era tinta di rosso per via del sole che era quasi del tutto tramontato.

Ad un tratto la finestra si spalancò di colpo, Ace si voltò e rimase senza parole, sul davanzale della finestra se ne stava in piedi una ragazza avvolta da una luce infuocata.

 
  
Continua…
 
 



Ciao,

in questo capitolo non ho modificato molto, spero che vi sia piaciuto.
Ace, può sembrare OOC ma, come avete letto, ha perso la memoria e quindi è normale, se è diverso dal solito.
Nel prossimo capitolo, si saprà chi è la misteriosa ragazza.

Ringrazio chi ha visto lo scorso capitolo e chi ha messo la storia, tra i preferiti.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 3
*** Un Fantasma dal Passato ***


3° CAPITOLO:
UN FANTASMA DAL PASSATO



 
Ad un tratto, la finestra si spalancò di colpo, Ace si voltò e rimase senza parole, sul davanzale della finestra se ne stava in piedi una ragazza avvolta da una luce infuocata, la luce rossa del tramonto dava l’idea che la misteriosa ragazza prendesse fuoco; aveva la stessa età di Ace ed era poco più bassa di lui, i capelli erano lunghi di colore rosso legati in una coda alta da un nastro bianco, gli occhi erano anch’essi rossi, indossava un kimono azzurro lungo poco sopra alle ginocchia tenuto chiuso da una fascia bianca, la manica sinistra era molto lunga e copriva la mano mentre quella di destra non c’era e lasciava scoperto il tatuaggio che partiva dalla spalla e scendeva a spirale per tutto il braccio fino al polso di colore azzurro con sfumature blu, portava lunghi pantaloni bianchi molto larghi e ai piedi portava degli stivaletti neri lunghi poco sopra alle caviglie.

La ragazza rimase in piedi sul davanzale, tenendo gli occhi puntati su Ace, il ragazzo la fissò a sua volta:

-“Chi diavolo è? Ho la sensazione che sia molto pericolosa.”-

si guardò intorno in cerca di una via di fuga, il suo istinto gli diceva di allontanarsi da lei però gli diceva anche di fidarsi, era come se conosceva la ragazza a tal punto da sapere che poteva essere un pericolo avere a che fare con lei ma, non ne capiva il motivo:

-“Che strano, mi sembra di averla già incontrata da qualche parte. Mi sento come se rivedessi qualcuno dopo tanto tempo, ma non so il perché.”-

non riusciva a ricordare dove l’avesse vista ma, era certo che lei centrava con il suo passato di cui non ricordava nulla:

-Scusa, ma tu chi sei e come hai fatto a salire fin qua su?-

la stanza dove si trovavano, era all’ultimo piano della torre più alta di Marineford e dava sul mare:

-Non c’è tempo da perdere, quindi muoviti e alzati.-

Ace si irritò, sopportava a fatica gli ordini di Akainu e li sopportava solo perché era il suo superiore, però non sopportava che qualcun altro gli dava ordini soprattutto una sconosciuta:

-Io non prendo ordini da te. E poi non posso fidarmi di chi non conosco.-

la ragazza saltò giù dal davanzale e raggiunse il ragazzo:

-Deduco che il mio sospetto è fondato dato che non mi riconosci. Sono un fantasma del tuo passato.-

poi afferrò Ace per un braccio e lo costrinse ad alzarsi:

-E ti dico, che ti sei fatto ingannare per bene da quell’ammiraglio.-

Pugno di Fuoco si liberò dalla sua presa:

-Che cavolo dici?-

la ragazza gli diede le spalle:

-Hai due possibilità, vieni con me e avrai tutte le risposte che cerchi oppure, resti qua e continui a farti ingannare da quell’uomo che ti sta usando.-

scavalcò il davanzale e sparì fuori dalla finestra, Ace guardò di sotto e la vide scendere sfruttando i mattoni che avanzavano fuori:

-“Forse la devo seguire, sembra che mi conosca e poi penso anch’io che Akainu mi abbia mentito, anche se mi ha salvato la vita.”-

pensò alla decisione da prendere e poi decise di seguirla.

Voleva delle risposte, voleva sapere chi era e cosa gli era successo e se lei sapeva aiutarlo a trovare il suo passato, allora era giusto seguirla e poi il suo istinto, gli suggeriva di fidarsi di lei.

Diede un’ultima occhiata alla stanza, poi scavalcò la finestra e incominciò a scendere anche lui dalla torre.

La ragazza toccò terra e vedendo che Ace l’aveva quasi raggiunta sospirò, perché se non l’avesse seguita sarebbe tornata su e lo avrebbe buttato giù dalla finestra, cosa che non aveva voglia di fare dato che scalare la torre era molto difficile:

-Muoviti!-

atterrò accanto a lei e sbuffò:

-Almeno dimmi il tuo nome.-

lei non lo ascoltò nemmeno e si mise a corre seguita da lui:

-Dietro agli scogli è nascosta la mia imbarcazione, appena si farà buio salpiamo.-

raggiunsero in poco tempo la piccola nave della ragazza, una volta saliti a bordo lei sparì sottocoperta per poi tornare con un foglio in mano:

-Questo ti convincerà che l’ammiraglio ti ha mentito.-

Ace prese il foglio e si sorprese, era un avviso di taglia un po’ vecchio e nella foto era raffigurato un ragazzo con le lentiggini e un buffo cappello:

-Questo sono io.-

la ragazza annuì e si mise a fare i preparativi per salpare:

-Il sole non c’è più e si sta facendo buio. Preparati tra poco salpiamo.-

lui non l’aveva nemmeno ascoltata troppo preso a farsi domande:

-“Non capisco, se sono un pirata perché Akainu mi ha salvato? E comunque chi è questa ragazza? Dice di essere un fantasma del mio passato e in effetti mi sembra famigliare…”-

i suoi pensieri furono interrotti da una fitta alla testa, si portò una mano sulla fronte e chiuse gli occhi sperando che il dolore passasse in fretta:

-Ehi, tutto a posto?-

Ace annuì:

-Il solito dolore che mi viene ogni volta che mi sforzo di ricordare qualcosa.-

la ragazza gli si avvicinò e per la prima volta sorrise:

-Non sforzarti. Ci penserò io ad aiutarti a ritrovare il tuo passato.-

tornò seria e alzò gli occhi al cielo:

-E’ buio abbastanza e quindi si salpa.-

la piccola nave levò l’ancora e avvolta dal buio si allontanò da Marineford.

 
***
 

Barbabianca se ne stava nella sua cabina a bere sakè, ovviamente di nascosto dato che il medico gli aveva proibito di bere; senza bussare entrò Vista:

-Sta volta sei tu. Marco dove si è cacciato?-

lo spadaccino inciampò in una coperta che era per terra e grazie al suo equilibrio non era caduto:

-Accidenti c’è sempre un bel caos qui e comunque non ho la più pallida idea di dove si sia ficcato quel pennuto.-

il vecchio pirata scoppiò a ridere, si divertiva un mondo a come i suoi figli si davano nomignoli anche se un po’ gli venne un’immensa nostalgia, dato che il primo a chiamare Marco “pennuto” era stato Ace:

-Oh va be, lasciamolo dove è. Dimmi figliolo che succede?-

Vista si era perso nei suoi pensieri, nel momento in cui aveva finito di parlare gli era tornato in mente quella volta che il fratellino, ormai scomparso da due anni, aveva chiamato così il comandante della prima flotta:

-Scusa babbo ma non ho sentito la domanda.-

Barbabianca lasciò cadere per terra la bottiglia vuota e in quel momento entrò Marco:

-Come mai siete ancora qui?-

il vecchio pirata sorrise, chiedendosi se uno dei due si sarebbe deciso a parlare:

-Figlioli, io non so leggere nel pensiero e quindi ditemi che succede.-

i due si resero conto di non aver detto ancora nulla a loro padre, Vista si decise a dirgli il motivo per cui si trovava nella sua cabina:

-Siamo arrivati.-

Newgate si alzò:

-Bene, allora andiamo.-

i tre uscirono dalla cabina e si prepararono a scendere dalla nave.


 
*


Sull’isola degli uomini pesce la festa in onore dei “Mugiwara” si era appena conclusa, gli abitanti dell’isola credevano che erano pericolosi ma, dopo che Rufy e i suoi compagni avevano salvato l’isola da Hody, gli abitanti capirono di essersi sbagliati.

Erano pronti per partire, Franky aveva capito come fare per tornare in superficie, il ministro aveva dato a Nami un nuovo log pose con tre aghi e gli aveva spiegato come funzionava, mentre Rufy stava discutendo con Jimbei:

-Ho deciso che tu ti unisci alla mia ciurma!-

l’uomo pesce sospirò, era da circa mezz’ora che il ragazzo di gomma insisteva con questa storia ma, lui non poteva accettare, c’era già una ciurma a cui era legato:

-Te l’ho già detto, non posso. Devo rimanere sulla mia isola e poi io sto dalla parte di Barbabianca.-

Cappello di paglia sbuffò, Jimbei gli era simpatico e gli doveva molto ed era per questo, che non poteva accettare un suo rifiuto:

-E chi se ne frega del vecchio!-

ad un tratto si sentirono grida di gioia e gli abitanti dell’isola si spostarono per far passare Barbabianca e i suoi tre comandanti.

Usopp, Chopper e Brook vedendo il vecchio pirata si spaventarono e si nascosero dietro a Franky, mentre gli altri erano sorpresi di vedere una leggenda vivente davanti ai loro occhi, Rufy sbuffò e si mise ad urlare:

-Ehi, tu! Sarò io a diventare il Re dei pirati!-

considerava Barbabianca un nemico da battere, per questo voleva ancora una volta, mettere in chiaro il suo obbiettivo.

Nami mollò un pugno in testa al suo capitano, era preoccupata di come il vecchio imperatore poteva reagire a quelle parole di sfida:

-Ma sei idiota! Ti sembra il caso di dire certe cose.-

mentre la navigatrice lo rimproverava, Robin parlò con Kayme:

-Mi spieghi perché siete tutti così felici?-

sapeva che quell’uomo, che faceva parte di un’era lontana, era il protettore di quell’isola e voleva capire qualcosa in più dall’amica; la sirena alla sua domanda annuì:

-Vedi, per noi Barbabianca-san è come un eroe. Grazie al suo nome nessun umano tenta di catturarci e venderci. Prima del suo arrivo, erano in molti gli umani che ci rapivano e ci vendevano ma, poi un giorno è arrivato lui e dall’ora ci protegge.-

l’archeologa sorrise, ora gli era più chiaro quanto quell’uomo era importante per quell’isola:

-Capisco.-

Kayme si fece triste:

-Ci è dispiaciuto molto, quando due anni fa ha perso la guerra a Marineford, però nonostante la sconfitta è rimasto sempre il numero uno.-

mentre le due parlavano, l’imperatore raggiunse il Re e lo salutò:

-E’ da un po’ che non ci si vede.-

il vecchio pirata scoppiò a ridere:

-Non ci si vede da tre anni più o meno, ho avuto da fare. Comunque vedo che l’isola ha subito danni.-

Rufy si arrabbiò, si sentiva ignorato:

-Ehi!-

Jimbei provò a calmarlo:

-Non lo provocare, per favore.

Nettuno sorrise:

-Uno del distretto degli uomini pesce, ha cercato di distruggere il regno per poi distruggere gli umani ma, grazie alla ciurma dei “Mugiwara” tutto si è risolto.-

a quelle parole Barbabianca sembrò accorgersi finalmente di Rufy ma, continuò ad ignorarlo mentre i tre comandanti si avvicinarono a Jimbei.

Marco salutò l’amico e poi si voltò verso il pirata di gomma:

-Vedo che sei ancora tutto intero.-

Cappello di Paglia sbuffò:

-E io vedo che qualcuno si è accorto di me.-

Vista sorrise:

-A dire il vero ci siamo accorti subito di voi.-

i compagni di Rufy si augurarono che il loro capitano non fosse così stupido da mettersi a combattere contro i tre comandanti, Barbabianca si voltò verso di loro:

-Jimbei, vedo che te la passi bene.-

l’uomo pesce annuì mentre Rufy si arrabbiò del tutto, non tollerava essere ignorato da colui che considerava un rivale e si preparò per colpire il vecchio imperatore ma, fu fermato da Marco:

-Ti consiglio di non provarci. Sei il fratellino di Ace e non vogliamo farti del male ma, se attacchi nostro padre ci costringerai a colpirti.-

i pirati di Barbabianca, dopo la morte di Ace avevano giurato di proteggere suo fratello, ma quel giuramento non era importante se Rufy, minacciava la vita di loro padre.

Sentendo il nome del fratello, Cappello di Paglia si calmò, per un attimo si era scordato quanto quell’uomo fosse stato importante per Ace e si era scordato di come quei pirati, lo avevano aiutato durante la guerra:

-Cappello di Paglia, ti ringrazio per aver aiutato quest’isola.-

i “Mugiwara” non si aspettavano che Barbabianca li avrebbe ringraziati, Rufy sorrise:

-Eravamo qui e mi sembrava giusto aiutarli. E poi, sono io che ringrazio voi, per avermi aiutato due anni fa.-

il vecchio imperatore rise:

-Sei divertente, moccioso. E non serve che ringrazi.-

Jimbei si intromise:

-Avente intenzione di restare per molto?-

voleva capire il motivo per cui erano lì, era raro che il vecchio pirata si faceva vedere da quelle parti; calò il silenzio tra i quattro pirati, poi Barbabianca si fece serio:

-Partiamo subito e tu sai il perché.-

detto ciò si rivolse a Rufy:

-E tu, vedi di stare lontano da Teach, hai capito?-

il pirata di gomma non aveva motivo per discutere, da quelle parole aveva capito quanto quell’uomo voleva fermare Barbanera:

-Ho capito.-

il vecchio imperatore sorrise:

-Bene, se state per partire vi facciamo strada noi per il Nuovo Mondo.-

senza aspettare una risposta salutò tutti i presenti e con i suoi uomini ritornò alla nave.

I “Mugiwara” salutarono i loro nuovi amici, promettendo che un giorno sarebbero tornati poi partirono.

Mentre salivano, videro la “Moby Dick” e la seguirono, in poche ore raggiunsero la superficie.

Rufy osservò la nave dell’imperatore bianco allontanarsi, certo che un giorno lo avrebbe di nuovo incontrato, poi si girò verso la Reverse Mountain e urlò:

-Siamo nel Nuovo Mondo!-

i suoi amici risero soddisfatti per esserci finalmente arrivati; Nami si avvicinò al suo capitano:

-Davvero starai alla larga da Barbanera?-

era strano credere che Rufy non volesse combattere con quell’uomo, dato che era stato lui, la causa principale della morte di Ace:

-Certo! Da ciò che ci disse Ace quella volta, Barbanera ha tradito la sua ciurma uccidendo un suo compagno e mi sembra giusto che ci pensi il vecchio Barbabianca a lui.-

sorrise:

-Ma ora lasciamo perdere e muoviamoci a raggiungere la nostra prima isola.-

i suoi compagni sorrisero, in quei due anni il loro capitano non solo era diventato molto forte ma anche responsabile.

La “Thousand Sunny” partì verso nuove avventure e nuovi nemici da battere.
 
 
***
 

A Marineford era ora di cena ma non tutti si erano concessi una pausa, nel suo ufficio Sengoku stava parlando con Garp:

-Dove sei stato fino adesso?-

il vice ammiraglio osservò la sua scatola di biscotti indeciso se aprirla o aspettare dopo cena:

-Sono appena tornato da Foosha.-

ovviamente era una bugia dato che stava dormendo nel suo ufficio e il superiore lo sapeva ma preferì far finta di niente:

-Comunque mi avevi chiesto di avvertirti se avevo novità su Cappello di Paglia.-

a quelle parole Garp smise di contemplare la scatola di metallo che teneva in mano:

-Come era chiaro, Orso Bartholomew non ha eliminato i “Mugiwara” ma, li ha solo divisi e dopo due anni si sono riuniti all’arcipelago Sabaody.-

il vice ammiraglio sorrise orgoglioso di suo nipote:

-Dopo essersi riuniti ed eliminato due Pacifista, sono partiti per il Nuovo Mondo e con loro c’era Barbabianca.-

Garp si sorprese:

-Che ci facevano insieme?-

Sengoku si pulì gli occhiali:

-Non lo so. So solo che una nave di pattuglia, ha visto le loro navi spuntare insieme nel Nuovo Mondo ma poi hanno preso rotte diverse.-

in quel momento entrò Akainu:

-Mi avete chiamato?-

Sengoku annuì:

-Barbabianca, dopo due anni si è fatto vivo. Appena abbiamo idea di che rotta sta seguendo partirai immediatamente.-

Akainu annuì:

-Se incontrerò Cappello di Paglia mi occuperò anche di lui.-

lo disse solo per provocare Garp che a quelle parole si irritò molto:

-Provaci e io sistemo te.-

l’ammiraglio si voltò verso di lui:

-Non è colpa mia se nella tua famiglia sono tutti dei criminali.-

il vice ammiraglio strinse la scatola con forza piegandola leggermente:

-Dipende dai punti di vista. Pirati come mio nipote non fanno male a nessuno.-

Akainu non sopportava il modo di pensare del collega:

-Chi è contro al Governo è un criminale.-

Garp scattò in piedi:

-Ci sono cose che il Governo fa, che sono peggio delle cose che fanno i pirati.-

l’uomo di lava sbuffò:

-I pirati sono solo feccia e meritano solo di morire.-

a quelle parole Garp non ci vide più dalla rabbia e scagliò con forza la sua scatola di biscotti contro ad Akainu che la schivò:

-Non hai il diritto di criticare gli altri solo per ciò che fanno! Anche i pirati sono umani!-

si voltò e uscì sbattendo la porta, Sengoku sospirò:

-Vai pure, ti chiamerò appena saprò di più su Barbabianca e lascia perdere per il momento Cappello di Paglia.-

Akainu annuì e uscì anche lui dall’ufficio.


 
*


l’ammiraglio, camminò lungo i corridori del Quartier Generale parecchio irritato:

-“Prima o poi giuro che faccio fuori quel dannato vecchio, il suo modo di pensare è sbagliato.”-

non aveva mai sopportato Garp e in quegli ultimi due anni lo sopportava ancora di meno:

-“Mi libererò di Barbabianca, poi farò capire ai Cinque Astri di Saggezza che Sengoku non è più adatto come Grand Ammiraglio e prenderò il suo posto, dopo di che mi libererò anche di Garp. Una volta che quei due non saranno più tra i piedi, farò ciò che è giusto fare e quando non mi servirà più mi sbarazzerò anche di Ace e spero di liberane presto, a causa sua spendo troppo per farlo mangiare.”-

il suo piano era perfetto convinto che nessuno potesse fermarlo ma si sbagliava e lo scoprì nel momento in cui entrò nella stanza di Ace.

Akainu una volta dentro alla stanza, vide che Ace non era da nessuna parte, poi notò la finestra aperta:

-“Come è possibile che sia scappato? Non può aver recuperato la memoria.”-

uscì di corsa dalla camera, doveva trovarlo a tutti i costi se non voleva rinunciare al suo piano.
 
 
***
 

Era notte fonda e ormai la piccola barca era molto lontana da Marineford, i due ragazzi erano in cucina uno seduto di fronte all’altra:

-Ora mi puoi dire chi sei e come hai fatto a trovarmi?-

la ragazza appoggiò il boccale di rum e sbuffò:

-D’accordo, quanto sei noioso. Mi chiamo Momo e sono riuscita a trovarti grazie a questa.-

tirò fuori dalla tasca una vivre card:

-Qualche giorno fa, stavo mettendo un po’ d’ordine tra le mie cose e mi è capitata in mano quella. All’inizio non sapevo di chi fosse ma, poi mi sono ricordata che sei stato tu a darmela tempo fa e visto che era intatta ho capito che non eri morto.-

Ace si sorprese:

-Morto? In che senso?-

Momo non era capace di essere paziente ma, lo doveva essere se lo voleva aiutare:

-Nel senso che per tutti sei morto, solo Akainu sa che sei sopravvissuto e ora lo so pure io. E giusto perché tu lo sappia, è stato proprio l’ammiraglio che ti ha quasi ucciso.-

il ragazzo non riusciva a crederci, quell’uomo gli aveva detto di averlo salvato e ora lei, gli diceva che lo aveva quasi ucciso.

Era confuso ma capì, che lei non stava mentendo, il suo sguardo era troppo intenso di rabbia nei confronti di Akainu e questo, poteva significare solo, che stava dicendo la verità:

-E così, è seguendo la vivre card che mi hai trovato?-

preferì per il momento di lasciar perdere Akainu, era già abbastanza confuso senza aver bisogno di cercare di capire, le intenzioni di quell’uomo.

Momo alla sua domanda, scosse la testa:

-Sapendo che eri vivo, decisi di dare un’occhiata a Marineford perché era scontato che ti aveva salvato un marines e dato che tu mi avevi parlato di tuo nonno, ho pensato che poteva essere stato lui a salvarti.-

Ace la fissò:

-Che c’entra mio nonno?-

Momo sbuffò, era stufa che lui la interrompeva ogni volta, anche se lo poteva capire, infondo era rimasto per due anni, senza la possibilità di ritrovare il suo passato e non si stupiva se ora, che ne aveva la possibilità, faceva domande:

-Centra, perché è un vice ammiraglio anche se poi non è veramente tuo nonno. Comunque una volta arrivata al Quartier Generale, ho scoperto che era stato Akainu a sbarazzarsi del tuo corpo o almeno erano queste le voci che giravano per la base.-

bevve un sorso di rum e poi proseguì:

-Mi sono infilata negli alloggi dell’ammiraglio e ho scoperto, che da due anni nella sua divisione c’era un marines che solo lui sapeva dell’esistenza e capii tutto. Usando la vivre card trovai la tua stanza e quando ho visto che non mi hai riconosciuto, ho avuto la conferma del mio sospetto.-

Ace rimase per un attimo in silenzio, elaborando le parole della ragazza:

-Ora è tutto chiaro. In effetti non ricordando nulla è stato facile farmi credere di essere un marines.-

Momo si scolò l’intera bottiglia di rum e cambiò discorso, stufa di parlare dell’ammiraglio o di come aveva fatto a trovare il ragazzo; voleva parlare con lui come se non avesse perso la memoria o almeno, ci voleva provare:

-Dopo la guerra, ho capito il perché non ti andava di parlare di tuo padre.-

Ace la fissò e lei, capì che era inutile comportarsi come se lui era quello di un tempo:

-Sei il figlio di Gol D. Roger.-

il ragazzo rimase senza parole:

-Il Re dei pirati?-

la ragazza rise e decise di dirgli altro:

-Si e sei anche il comandante della seconda flotta di Barbabianca, sulla tua schiena c’è la conferma di ciò che ho appena detto.-

Pugno di Fuoco si grattò la testa parecchio confuso:

-Sono il figlio di un pirata leggendario e il comandante del suo rivale. C’è altro che mi devi dire per confondermi del tutto.-

Momo scoppiò a ridere:

-Be, hai due fratelli anche se non avete nessun legame di sangue, uno è morto da bambino mentre l’altro è un pirata che si sta facendo conoscere.-

poi aggiunse con un sorriso nostalgico, legato ai tempi lontani:

-Me le hai dette tu queste cose.-

Ace sorrise, ora era più che convinto che lei, un tempo era stata una sua amica e che quindi poteva fidarsi delle sue parole:

-E quando?-

lei si alzò:

-Ne parliamo domani dato che si è fatto tardi.-

poi sorridendo aggiunse:

-Non so cucinare, quindi ci tocca andare a letto a stomaco vuoto.-

uscì dalla cucina seguita da Ace e si fermò davanti ad una porta:

-Questa è la tua cabina.-

il ragazzo la fissò:

-Ma sei sicura che sia prudente andare a dormire?-

in marina, aveva imparato che non bisognava mai abbassare la guardia, soprattutto se si era in mare aperto.

Momo sbuffò:

-Ho ammainato le vele e gettato l’ancora, poi non c’è nessuna bandiera pirata sull’albero maestro, quindi ora dormiamo.-

mentre parlavano la ragazza si era tolta il nastro lasciando liberi i suoi capelli:

-Notte, Baka Hono-chan.-

entrò nella sua cabina e chiuse la porta.

Ace preferì salire sul ponte:

 
-“Momo, mi è così famigliare e sono certo che mi ha detto la verità, con lei troverò il mio passato.”-

osservò il cielo stellato e per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentì finalmente libero.
 
  
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo ho modificato molti dialoghi, soprattutto quelli tra Ace e Momo, spero che vi sia piaciuto.
Ora Ace, con l’aiuto di Momo, potrà trovare il suo passato ma, Akainu è pronto a tutto per ritrovarlo.

Se avete voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 4
*** Inizia il Viaggio ***


4° CAPITOLO:
INIZIA IL VIAGGIO




 
A Foosha, era una mattina come tante, Makino aveva appena aperto la locanda e stava tirando giù dai tavoli le sedie, quando dalla porta entrò il vecchio sindaco:

-Buongiorno, ti ho portato il giornale.-

la ragazza sorrise e andò dietro al bancone:

-Buongiorno anche a lei e grazie per il giornale.-

l’uomo si sedette su uno degli sgabelli e appoggiò il giornale:

-Dadan, non si fa vedere da un bel po’ di tempo.-

Makino annuì:

-E’ ancora arrabbiata con Garp. Ormai sono due anni che non viene al villaggio, soprattutto se c’è lui.-

il sindaco bevve un sorso di sakè:

-Due anni fa, lo ha colpito con un pugno e non capisco la sua reazione.-

la ragazza si sedette accanto al vecchio uomo, lei aveva capito benissimo la reazione della donna; se lei, che conosceva Ace da meno tempo, aveva sofferto molto per la sua morte, poteva solo immaginare quanto Dadan abbia sofferto, dato che lei lo aveva cresciuto fin da quando era un neonato:

-Per Dadan, Ace era come un figlio.-

l’anziano sospirò:

-Questo lo so ma, Garp ha fatto solo il suo dovere.-

la ragazza preferì cambiare argomento, rischia di far partire una discussione dato che quello, era un argomento molto delicato:

-Di cosa parlano i giornali? Spero che non siano brutte notizie.-

il sindaco sorrise, grato alla giovane per aver cambiato argomento:

-Parla di Rufy. Dopo due anni, lui e la sua ciurma si sono fatti di nuovo vivi e ora sono nel Nuovo Mondo.-

Makino sorrise, era molto orgogliosa del ragazzo di gomma e non aveva dubbi che presto i giornali avrebbero parlato di nuovo di lui:

-Sono così contenta.-

la locanda incominciò a riempirsi dei soliti clienti abituali:

-Tolgo il disturbo, passerò più tardi.-

salutò la ragazza e uscì, Makino sorrise:

-“Chissà se Dadan ha letto il giornale.”-

sparì in cucina e iniziò la sua giornata di lavoro.
 

 
*


Intanto sul monte Corbo, nella vecchia catapecchia dove vivevano i banditi di montagna, Dadan se ne stava seduta sul pavimento a bere e fumare, odiava casa sua e non perché cadeva a pezzi ma perché c’erano troppi ricordi, ricordi che da ormai due anni erano diventati troppo dolorosi.

Era in quella vecchia casa, che Garp aveva portato Ace e poi Rufy e con loro era arrivato anche Sabo.

Agli altri diceva sempre che erano tre pesti e che era molto felice che non erano più tra i piedi ma, in realtà non era così e chi la conosceva molto bene lo sapeva, Dadan voleva bene a quei tre e ne voleva ancora nonostante due non c’erano più.

Dadan, soprattutto voleva molto bene ad Ace, a differenza di Rufy e Sabo, lui era con lei da quando aveva pochi mesi, lo aveva cresciuto come se era davvero suo figlio:

-“Sembra ieri, quando Garp è piombato qui e mi ha praticamente obbligato ad occuparmi di Ace, come poteva pensare che ne sarei stata capace.”-

sorrise a quel ricordo lontano ma, che per lei era vivo nei suoi ricordi come se fosse successo ieri:

-“Aveva pochi mesi e da come urlava avevo capito che mi avrebbe fatto impazzire, poi quando quel vecchio idiota mi ha rivelato chi era il padre rimasi senza parole, non riuscivo a credere che mi sarei dovuta occupare del figlio del Re dei pirati.”-

non aveva mai capito il perché Garp, che era un marines, aveva preso la decisione di proteggere il figlio di Roger e non gli importava un bel niente saperlo, perché ormai Ace era come un figlio per lei e sempre lo resterà:

-“Alla fine mi sono fatta incastrare e mi sono occupata di quella piccola peste urlante, che poi crescendo ha smesso di urlare ma non di farmi disperare. Devo ammettere che è stato bello vederlo crescere, imparare a camminare e a parlare. Ricordo, quando a soli cinque anni, aveva detto chiaro e tondo a Garp che sarebbe diventato un pirata, la faccia che aveva fatto quel vecchio idiota era stato uno spasso.”-

gli veniva ancora da ridere a ripensarci, ogni volta che l’amico l’andava a trovare, lui cercava di far capire ad Ace che doveva diventare un marines, da neonato non poteva rispondere ma, più cresceva e più discuteva con il nonno; come poteva Garp credere che il figlio di un grande pirata, non avrebbe seguito le sue orme:

-“Come dimenticare il giorno in cui scoprì chi era suo padre. Aveva solo sei anni e Garp gli aveva detto tutto e come era prevedibile non aveva accettato di essere suo figlio. Mi preoccupava ogni volta che attaccava lite con gli uomini che parlavano male di suo padre, tornava a casa sempre pieno di lividi e graffi.”-

uscì dalla vecchia casa a prendere un po’ d’aria fresca:

-“Ma lasciando perdere quei momenti, ce ne sono stati altri dove non c’era motivo per cui dovevo preoccuparmi. Come quando mi disse di aver trovato un amico della sua età e che per mia sfortuna un giorno me lo sono trovata come terzo figlio da fare da balia.”-

considerava tutti e tre i fratelli come dei figli ma, Ace era quello che più sentiva come suo figlio:

-“Comunque Garp mi ha preso per una balia, non solo Ace, un giorno mi molla qui anche suo nipote ma alla fine lui ed Ace e Sabo sono diventati fratelli e soprattutto inseparabili. Speravo veramente che prendessero il mare insieme ma, la morte di Sabo ha diviso le loro strade anche se il loro legame non si è mai spezzato.”-

sbuffò era stufa di quei ricordi che l’assillavano da troppo tempo:

-“Basta mi sono rotta di ignorare Garp, la prossima volta che viene mi farò due chiacchiere con lui.”-

i suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di Dogura:

-Capo, è arrivato il giornale.-

la donna gettò a terra la bottiglia vuota e prese il quotidiano e iniziò a sfogliarlo, sperando di non leggere brutte notizie:

-Tu guarda quell’idiota. Si è deciso a farsi vivo.-

l’uomo non avendo ancora letto il giornale, non capiva di chi stesse parlando:

-Rufy, è ritornato a far parlare di se e ora sta nel Nuovo Mondo.-

Dogura sorrise:

-E’ una bella notizia.-

Dadan sbuffò:

-Basta che non si faccia ammazzare.-

rientrò in casa e si mise a dare una sistemata, soddisfatta di sapere che il ragazzo di gomma non  aveva mollato e che continuava ad inseguire il suo sogno.
 
 
***
 

A Marineford, c’era aria di tempesta e la giornata doveva ancora iniziare dato che non era ancora sorto il sole.

Akainu aveva cercato Ace per tutto il Quartier Generale senza trovarlo:

-“Dove diavolo si è cacciato quel moccioso? Non può aver recuperato la memoria, è da escludere dato che ho sempre fatto in modo che non recuperasse nemmeno un ricordo.”-

sbuffò irritato:

-“Spero solo che non abbia incontrato Garp o saranno guai.”-

i suoi pensieri furono interrotti da un marines sotto il suo comando:

-Scusi il disturbo, signore.-

l’ammiraglio lo fulminò con lo sguardo:

-Che c’è?-

non aveva tempo da perdere e sperava di liberarsi di lui il più presto possibile; il marines era leggermente impaurito dal suo superiore anzi ne era terrorizzato:

-Ieri, nel tardo pomeriggio, abbiamo avvistato al largo da Marineford una piccola nave ma, subito dopo è sparita. Abbiamo controllato tutta la base, per essere certi che non ci fossero intrusi, alla fine non abbiamo trovato nessuno di sospetto e pensiamo che fosse solo una nave di passaggio.-

disse tutto d’un fiato, temendo che se avesse parlato con più calma l’ammiraglio si sarebbe arrabbiato:

-“Una nave avvistata nel tardo pomeriggio? Credo di aver capito dove sia sparito Ace, qualcuno ha scoperto che è ancora vivo e lo ha portato via. Ne sono certo, è andata così.”-

fissò il suo sottoposto con aria molto severa:

-Avresti dovuto avvertimi prima, comunque lasciamo perdere quella nave. Torna dagli altri e digli di preparasi, fra dieci minuti si salpa.-

il marines ricambiò lo sguardo del suo superiore ma, nei suoi occhi si leggeva solo la paura:

-Scusi, ma credevo che il Grand Ammiraglio avesse detto di aspettare prima di partire.-

Akainu afferrò l’uomo per il colletto della camicia e urlò:

-Vuoi forse disubbidire ad un mio ordine?!-

l’uomo scosse la testa:

-No, signore. Vado a riferire a gli altri di prepararsi.-

l’ammiraglio lo lasciò andare e lo fissò mentre si allontanava:

-“Che razza di fifone. Ritornando al mio problema è meglio trovare e uccidere Ace, ormai ovunque si trova non si fiderà più di me e quindi non mi serve più per il mio piano.”-

non poteva lasciare Ace libero di andare dove voleva, c’era il rischio che i suoi colleghi sapendolo vivo, potevano capire come erano andate le cose e nei peggiori dei casi potevano scoprire quali fossero le sue intenzioni.

Akainu sbuffò e si diresse alla sua nave, salendo a bordo notò con piacere che i suoi uomini erano stati molto veloci nel organizzare la partenza:

-Levate l’ancora e salpiamo verso nord.-

non sapeva con chi era Ace e nemmeno dove fossero diretti ma, sapeva che per lasciare Marineford la via verso nord era la più facile da attraversa per i pirati perché le correnti erano meno forti, infatti da lì passavano anche molti navi mercantili.
 

 
*
  

Intanto nel suo ufficio, Sengoku stava discutendo con Garp, il vice ammiraglio aveva visto Akainu salpare di fretta e la cosa lo aveva insospettito:

-Ascolta, non è la prima volta che Akainu salpa senza aver ricevuto l’ordine e lo fa per fermare i pirati diretti nel Nuovo Mondo.-

il vecchio marines sbatté un pugno sulla scrivania del superiore:

-Sta volta è diverso. Nasconde qualcosa e io anche senza il tuo permesso lo vado ad inseguire.-

 Sengoku sospirò:

-Ti proibisco di inseguirlo e non è un consiglio ma un ordine.-

Garp si arrabbiò:

-Vai al diavolo! Non ho intenzione ti restare qui, mentre quello là combina chissà cosa!-

si voltò e fece per uscire:

-Se metti un piede fuori da questo ufficio, ti assicuro che bandirò tutti i dolci da Marineford e tu dovrai dire addio ai tuoi amati biscotti.-

non gli piaceva ricattare la gente, tantomeno dire assurdità come quella appena detta, però era disposto a tutto per fermare l’amico, perché era certo che avrebbe fatto casini se fosse partito e poi già in passato, quel ricatto aveva funzionato; Garp non si voltò:

-Fai pure, non me ne frega nulla. A me basta renderti la vita impossibile per farti cambiare idea.-

sorrise e uscì dall’ufficio.

Sengoku sbuffò:

-“Mi rende già la vita impossibile ma, conoscendolo sarebbe capace di rendermela ancora più difficile se dovessi proibirgli di mangiare biscotti.”-

non poteva far altro che sperare che le cose si sistemassero, anche se incominciava a sospettare pure lui dell’ammiraglio, dato che per due anni non aveva voluto far altro che stanare Barbabianca e ora che aveva la possibilità di trovarlo, se ne andava senza autorizzazione.


 
*


Garp non impiegò molto a trovare Kobi:

-Giusto te cercavo.-

il ragazzo si chiese cosa aveva combinato:

-Raduna tutti, tra un’ora salpiamo.-

il giovane marines annuì:

-E se posso sapere, dove siamo diretti sta volta, signore?-

il vice ammiraglio sorrise:

-Che domande, a confermare che i miei sospetti sono fondati.-

Kobi sapeva di cosa parlava, tutta Marineford sapeva della guerra che c’era tra Garp e Akainu:

-Ho capito, signore. Vado.-

il vecchio marines lo osservò allontanarsi e sorrise:

-“E’ un bravo ragazzo. Se continua così, presto potrò lasciargli il mio posto.”-

era orgoglioso di Kobi, da quando lo aveva conosciuto aveva notato fin da subito la sua determinazione, la stessa determinazione che aveva sempre visto negli occhi dei suoi nipoti:

-“Quel ragazzo crede nel suo sogno. Mi ricorda quelle tre pesti che hanno sempre voluto essere dei pirati.”-

si trovava spesso a ripensare al passato ma, in quegli ultimi due anni passava molto più tempo a ricordare i momenti andati.

Garp, dopo aver passato un’ora a capire dove fosse diretto Akainu, decise di andare sull’isola più vicina anche perché su quell’isola, c’era una sua vecchia conoscenza che poteva aiutarlo a rintracciare l’ammiraglio.

Raggiunti i suoi uomini il vice ammiraglio Garp salpò deciso a scoprire cosa nascondeva il collega.

 
***
 

Il sole pian piano stava sorgendo tingendo il cielo di rosa, Ace si trovava sul ponte appoggiato al parapetto da qualche minuto, non aveva dormito molto quella notte, per via dei pensieri che lo assillavano:

-“Ultimamente non dormo molto.”-

sbadigliò e rimase ad osservare i gabbiani che planavano sull’acqua, quell’uccello gli fece ricordare la marina:

-“Mi sembra assurdo, fino a ieri ero un marines anche se ho sempre dubitato di Akainu e ora mi trovo qui, con quella ragazza che non mi sembra affatto normale.”-

trovava Momo una ragazza fuori dal comune e qualcosa gli diceva che lo aveva pensato anche in passato ma, nonostante questo sentiva di potersi fidare di lei.

Era strano ciò che sentiva, senza ricordi e sapendo che l’ammiraglio lo aveva ingannato, non sapeva più di chi fidarsi ma, nello stesso tempo, si sentita di poter fare affidamento su Momo:

-“Forse grazie a lei, capirò quale è il luogo a cui devo far ritorno.”-

era dal giorno in cui si era svegliato dal coma, che l’unica certezza che aveva, era quella di dover far ritorno in un posto ben preciso ma, quale non lo sapeva ancora.

Sentì dei passi seguiti da un sonoro sbadiglio:

-Da quando sei mattiniero? Una volta non c’era verso di svegliarti.-

Ace sorrise, gli piaceva come lei, gli parlava come se non aveva mai perso la memoria, lo faceva sentire più a suo agio:

-A causa del solito incubo, non sono più riuscito ad addormentarmi.-

Momo si fece curiosa:

-Racconta.-

lui la fissò:

-E perché dovrei?-

la ragazza si legò i capelli nella solita coda alta:

-E’ semplice, forse quell’incubo è legato ad un tuo ricordo.-

Ace ci pensò su un attimo, poi decise di raccontagli tutto anche perché aveva intuito che lei avrebbe insistito:

-E va bene, ti racconto tutto.-

si sedette sul parapetto:

-Tutte le notti, mentre dormo, sento delle urla e degli spari poi all’improvviso vedo delle ombre molto famigliari che però non riesco ad identificare, ad un tratto vedo una luce abbagliante e sento un forte calore e alla fine sento qualcuno gridare il mio nome, poi mi sveglio.-

abbassò la testa e il suo sguardo divenne triste:

-E’ così tutte le notti e non ne posso più.-

Momo gli appoggiò una mano sulla spalla e gli sorrise:

-Forse il tuo incubo è legato alla guerra di Marineford avvenuta due anni fa. Comunque stai tranquillo, ti aiuterò io ha ritrovare il tuo passato te l’ho detto anche ieri.-

Ace alzò la testa e ricambiò il sorriso:

-Ti ringrazio.-

la ragazza andò in cucina seguita da lui:

-Vuoi un panino? Quelli li so fare.-

il ragazzo rise, poco dopo entrambi erano seduti al tavolo a mangiare i panini e Momo aveva già fatto fuori una bottiglia di rum:

-Ascolta, tra poco arriveremo su un’isola e lì ti procurerò dei vestiti, con addosso la divisa della marina dai troppo nell’occhio.-

Ace bevve un sorso di rum per non soffocarsi con il panino:

-Posso andare io a prendermi dei vestiti, non c’è bisogno che ti scomodi.-

Momo sbuffò:

-Ascoltami bene perché non voglio ripetermi, io scendo a terra e tu resti qui. Ti procuro dei vestiti e scopro quanto ci vuole per registrare il magnetismo dell’isola e poi una volta che ti sarai cambiato scendiamo e cerchiamo una locanda. E’ tutto chiaro?-

Ace annuì:

-Un’ultima cosa Baka Hono-chan, fino a quando non recupererai la memoria non usare i tuoi poteri, è meglio continuare a far credere che sei morto.-

anche lui pensava di far così, senza un ricordo non sapeva di chi fidarsi e di chi non fidarsi ed era meglio fingersi morto:

-Tranquilla, ci avevo già pensato. Comunque, perché mi chiami così?-

Momo sorrise:

-Ti chiamavo così in passato. All’inizio non ti piaceva ma, alla fine ti sei rassegnato, a quel nomignolo.-

i tempi passati gli mancavano; scacciò dalla mente quei ricordi felici e allo stesso tempo tristi:

-Bene, metti a posto questo caos, io vado a vedere se l’isola è vicina.-

uscì di corsa dalla cucina lasciandolo da solo.

Ace fissò il disordine:

-“Come ha fatto a ridurre così la cucina? Ha solo preparato dei panini.”-

decise di lasciar perdere e iniziò a pulire.

Momo, intanto si era seduta sulla polena e fissò l’orizzonte:

-“E’ strano vedere Ace così, non sembra lui. Una volta mi avrebbe urlato dietro se gli avessi detto di fare qualcosa e invece ora mi ascolta senza dire nulla, non si arrabbia nemmeno quando lo chiamo Baka Hono-chan.”-

sospirò, gli mancava bisticciare con lui, gli mancava il suo capitano e sperava che l’amico tornasse come una volta.

Ace qualche minuto dopo la raggiunse:

-Finito?-

lui sbuffò:

-Si, ma se sapevo che mi avresti usato per pulire la cucina, non ti avrei seguita.-

Momo lo fissò, forse stando insieme il loro rapporto sarebbe tornato come prima e se così fosse, sarebbe stato più semplice ritrovare il suo passato:

-Non lamentarti e comunque siamo arrivati.-

Ace osservò l’isola davanti a loro, era piccola però vi era una grande città molto frequentata dai forestieri.

Attraccarono al porto, dato che non avevano nessuna bandiera pirata a sventolare sull’albero maestro:

-Bene, io scendo e quando torno andiamo a mangiare.-

fissò Ace dritto negli occhi:

-Tu, non azzardarti a scendere, chiaro?-

il ragazzo annuì, non aveva molta voglia di discutere con lei.

Momo dopo aver avuto la certezza che non sarebbe sceso, si incamminò verso la città.

Ace fissò la ragazza fino a quando non sparì dalla sua vista:

-“Mi ha preso per scemo, me lo ha già detto di non scendere quindi non ha senso ripetermelo.”-

si senti stanco e la testa gli faceva male, troppe cose erano successe in quelle ore e aveva assolutamente bisogno di dormire, manco a dirlo la sua narcolessia gli venne in aiuto e in un attimo crollò addormentato sul ponte.

Quando si svegliò, vide Momo seduta a gambe incrociate su una cassa:

-Oh, ti sei svegliato.-

Ace si alzò e sbadigliò:

-Per quanto ho dormito?-

la ragazza alzò le spalle:

-Non so, però io sono tornata da un’ora.-

il ragazzo sorrise:

-Come mai non mi hai svegliato?-

Momo sbuffò:

-La pianti con tutte queste domande? Comunque non ti ho svegliato, per il semplice fatto che mi hai detto che ha causa dell’incubo non riesci a dormire molto.-

gli porse un sacchetto:

-Tieni, ti ho preso dei vestiti così ti levi la divisa. Non sei tu con quella addosso.-

Ace prese il sacchetto:

-Grazie.-

Momo si irritò:

-Finiscila di ringraziarmi!-

lui non capiva la sua reazione:

-E perché? E’ normale ringraziare chi è gentile con te.-

la ragazza scattò in piedi:

-Perché non è da te! Noi non facciamo altro che bisticciare e invece di ringraziare, tu di solito mi fai saltare i nervi! E’ sempre stato così prima che le nostre strade si dividessero! Non sei più tu!-

aveva urlato così tanto, che ora era senza fiato:

-Scusa, io non ricordo nulla e forse è per questo che non mi comporto come una volta.-

a quelle parole capì di aver sbagliato, non sapeva come comportarsi con lui, a volte pensava che era meglio comportarsi come sempre ma, a volte non era sicura che fosse la cosa giusta da fare:

-No, scusami tu. So che non ricordi nulla e che sei confuso.-

fissò Ace e poi sorrise:

-Dai lasciamo perdere e vai cambiarti. Sto morendo di fame.-

ricambiò il sorriso e scese sottocoperta per cambiarsi.

Una volta chiusa la porta, Ace si tolse la camicia della divisa e osservò attraverso lo specchio il tatuaggio che aveva sulla schiena:

-“Se prima avevo qualche dubbio, ora ho la conferma che Momo è sincera.”-

fissò quel tatuaggio che gli diete la conferma di essere un pirata, ad un tratto ebbe un flash e per un attimo vide il volto di un uomo, cercò di ricordare chi fosse quando una fitta alla testa cancellò quel volto.

Ace chiuse gli occhi e aspettò che il dolore passasse, una volta passato si cambiò velocemente; indossò una semplice camicia bianca mezza abbottonata con le maniche arrotolate fino al gomito, in modo che il tatuaggio sul braccio rimanesse nascosto, dei lunghi pantaloni neri molto larghi e ai piedi, degli stivali anch’essi neri.

Una volta cambiato, raggiunse Momo sul ponte:

 
-Ce ne hai messo di tempo.-

Ace sorrise:

-Scusa, ho avuto il solito dolore alla testa e ho aspettato che mi passasse.-

la ragazza scese dal parapetto:

-Ho capito. Ora stai meglio?-

lui annuì, Momo gli mise in testa un cappello simile a quello che aveva una volta solo di colore nero, lo aveva preso proprio per quel motivo:

-Con questo sarà più difficile vederti in volto. A prima di dimenticarmi, ci vogliono tre giorni per registrare il magnetismo dell’isola.-

Ace si sistemò meglio il cappello:

-Ok, vorrà dire che aspetteremo.-

Momo sorrise:

-Bene ma, ora basta chiacchiere e andiamo a mangiare.-

i due ragazzi scesero a terra diretti verso una locanda.

  
Continua…
 
 


 
Ciao,

questo è solo un capitolo di passaggio e non ho cambiato molto, ho modificato qualche dialogo.

Si inizia a scoprire qualcosa su Momo, Ace un tempo era stato il suo capitano.

Nel prossimo capitolo, ci sarà un altro nuovo personaggio, legato ad Ace e anche a Momo.

Se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 5
*** Un Fiore di Ciliegio dal Passato ***


5° CAPITOLO:
UN FIORE DI CILIEGIO DAL PASSATO

 


Ace e Momo, stavano camminando lungo la strada principale e nessuno aveva riconosciuto il ragazzo, stavano cercando una locanda dove poter finalmente mangiare qualcosa.

Mentre camminavano, Ace vide appeso ad un muro diverse taglie ma, solo una attirò la sua attenzione:

-Che hai visto?-

Momo si era accorta che il ragazzo si era fermato e ritornò indietro, notando che l’amico si era incantato davanti ad un muro:

-Quel volto mi è famigliare.-

la ragazza osservò la taglia in questione e sorrise, era un passo avanti se ad Ace gli sembrava famigliare quella persona:

-Ovvio che ti è famigliare, quello è Monkey D. Rufy, tuo fratello.-

Pugno di fuoco l’osservò attentamente, nella testa sentì una voce confusa a lui famigliare e cercò di ricordare se apparteneva al ragazzo della taglia ma, la solita fitta lo distrasse:

-Cavoli, la taglia è aumentata dopo la guerra!-

Momo stava ancora fissando la taglia, quando si accorse che Ace non stava bene e si preoccupò:

-La solita fitta?-

lui annuì, poi notò un’altra taglia, raffigurava la ragazza:

-Originale il tuo soprannome.-

Momo sorrise:

-Trovi? Io mi sono infuriata quando l’ho letto.-

i due ragazzi risero, la taglia della ragazza era di 300 milioni di berry e il soprannome che gli avevano dato era “La Furia Scarlatta”:

-Perché ti hanno dato un soprannome del genere?-

Momo alzò le spalle:

-Be quando combatto sono una furia e poi, è anche per via del colore dei miei capelli.-

Ace gli sorrise e la ragazza ricambiò il sorriso:

-Ma ora basta perdere tempo! Andiamo a mangiare!-

seguita dal ragazzo, si incamminò verso la locanda.

Appena entrati, si sedettero al tavolo ed ordinarono tutto ciò che c’era sul menù:

-Hai per caso mangiato un frutto del diavolo?-

Momo lo fissò, poi appoggiò la bottiglia di rum e mise le mani sul tavolo:

-No, perché me lo chiedi?-

Ace abbassò la testa:

-Non sei armata e quindi mi chiedevo come combatti, tutto qui.-

la ragazza sorrise, era normale fargli quella domanda dato che non ricorda nulla del passato:

-Uso le arti marziali. Da piccola frequentavo il dojo del mio villaggio e per giunta ero l’unica femmina del gruppo, da allora combatto con le arti marziali e comunque possiedo anche l’Haki.-

Ace rialzò la testa:

-Capisco, sei molto forte a giudicare dalla tua taglia.-

Momo sorrise:

-Ovvio, io sono la migliore.-

nel frattempo, l’oste con l’aiuto dei camerieri portò da mangiare ai due ragazzi, che iniziarono ad ingozzarsi come se non mangiassero da mesi, gli altri clienti erano sorpresi, non avevano mai visto due persone mangiare così tanto.

Tra un piatto e l’altro, i due ragazzi continuarono a parlare:

-Dove andremo dopo che lasceremo quest’isola?-

Momo ingoiò un boccone di pane:

-Devo andare a riprendere una persona e poi andremo a cercare il tuo passato.-

Ace finì il piatto di carne che stava divorando e la osservò; da una parte, preferiva rimanere da solo con lei, perché non se la sentiva di conoscere qualcun altro che poteva conoscerlo, da un’altra parte, incontrare qualcun altro che lo conosceva poteva aiutarlo:

-E chi devi andare a prendere?-

la ragazza sorrise, nonostante era passata solo una settimana, gli mancava molto quella persona, non si erano mai separate:

-La mia sorellina Sakura, siamo gemelle e siamo sempre state insieme. Comunque tu la conosci anche se non te la ricordi.-

quel nome gli sembrava famigliare ma, preferì non sforzarsi per ricordarlo, non ci teneva ad avere di nuovo mal di testa:

-E così hai una sorella e perché non è venuta con te?-

Momo ordinò dell’altro rum, Ace ormai non faceva più caso a quanto beveva la ragazza:

-Abbiamo lo stesso sogno ma, oltre a questo a mia sorella piace studiare piante e fiori che non ha mai visto e dato che su quell’isola c’erano fiori stranissimi, lei ha deciso di aspettarmi lì.-

finì di mangiare e aggiunse:

-Dato che me lo chiederai, eviterò di sentire la domanda. Io e Sakura, sogniamo di scrivere l’enciclopedia più completa su i frutti del diavolo.-

Ace finì anche lui di mangiare:

-Davvero? E’ un sogno interessante.-

Momo scoppiò a ridere e lui la fissò confuso:

-Scusami, è che hai detto la stessa cosa, che mi dissi quando te l’avevo raccontato in passato. Comunque, esiste già un enciclopedia su i frutti e ne comprende mille ma, io e mia sorella vogliamo superare quel numero e scrivere nei minimi dettagli ogni caratteristica.-

Ace sorrise, parlare con lei era bello, anche se a volte era irritante, dato che sembrava che lei parlava di uno sconosciuto, quando nominava cose fatte insieme in passato:

-Sono certo che ci riuscirete, perché non mi parli un po’ di tua sorella? E’ come te?-

Momo sorrise:

-Be se avessimo lo stesso colore degli occhi e dei capelli, sarebbe impossibile distinguerci, dato che fisicamente siamo identiche.-

si mise a dondolare con la sedia:

-Allora è una fortuna che qualcosa vi distingue. Anche di carattere vi assomigliate?-

Momo scosse la testa:

-Avrai notato come sono fatta. Io sono testarda e orgogliosa, sono un maschiaccio e amo combattere e faccio fatica a fidarmi degli altri, mentre Sakura è l’opposto.-

sorrise al pensiero della sorella e un po’ era preoccupata per lei:

-La mia sorellina è molto dolce e gentile e si preoccupa sempre degli altri, è tranquilla e odia la violenza, infatti non è una ricercata perché non si fa mai notare e non combatte mai e poi è così ingenua e si fida di chiunque, può benissimo fidarsi anche di un assassino. Infatti noi tre ci siamo conosciuti, proprio perché tu l’avevi salvata da dei tizi pericolosi.-

Ace sorrise, aveva tanto voluto riuscire a ricordare qualcosa ma, sperava che presto le parole di Momo lo avrebbero potuto aiutare a ricordare:

-Sembra molto simpatica.-

la ragazza ricambiò il sorriso:

-E lo è! Ho iniziato a frequentare il dojo per proteggerla dai bulletti che gli facevano sempre i dispetti e ancora adesso combatto solo per proteggerla.-

Ace si sentiva a disagio a quelle parole, aveva la sensazione di capire benissimo Momo, era come se anche lui aveva qualcuno da proteggere:

-“Da quello che mi ha detto, io ho due fratelli anche se non abbiamo nessun legame di sangue e forse con loro avevo lo stesso rapporto che hanno Momo e sua sorella, sarà per questo che mi sembra di capirla.”-

si portò una mano sulla fronte e chiuse gli occhi:

-Ehi! Non avrai un’altra fitta?-

Ace scosse la testa:

-No, tranquilla. E’ solo che le tue parole mi hanno fatto ricordare, che anch’io avevo qualcuno da proteggere e molto probabilmente erano i miei fratelli.-

la ragazza sorrise, ora era certa di poterlo aiutare soltanto parlando:

-Sono contenta che hai ricordato questo, vedrai che presto ricorderai ogni cosa.-

notò che l’oste era andato in cucina e ghignò divertita:

-Alzati e usciamo con tutta calma.-

Ace non capiva il motivo ma, fece come gli era stato detto.

Una volta fuori, si misero a correre allontanandosi il più velocemente possibile dalla locanda, si fermarono sulla spiaggia e Momo si lasciò cadere per terra:

-Sta volta ci è andata bene, di solito ci rincorrono.-

Ace si sedette accanto all’amica e sorrise:

-Significa che lo fai spesso?-

la ragazza lo fissò:

-“Ma dove si è cacciato il vecchio Ace? Spero che recuperi in fretta la memoria.”-

si mise seduta e si tolse la sabbia dai capelli, più tempo passava con lui e più gli mancavano i vecchi tempi:

-Lo facevamo spesso. Noi due abbiamo sempre avuto l’abitudine di mangiare a scrocco e di farci inseguire dai camerieri inferociti, infondo con quello che mangiamo non è facile avere i soldi per pagare.-

Ace sorrise ed era d’accordo con lei, entrambi mangiavano per un esercito:

-Divertente la cosa. Comunque ora che facciamo?-

la ragazza sorrise:

-Ora ci facciamo una dormita e poi andremo a farci un giro, tenendoci alla larga dalla locanda.-

si rimise giù e chiuse gli occhi, mentre Ace rimase ad osservare l’oceano.

 
***
 

A chilometri di distanza da Marineford, lungo la rotta di un’isola commerciale, Akainu era chiuso nella sua cabina, la sua intuizione si era rivelata errata, dato che sull’isola che aveva appena lasciato non aveva trovato traccia di Ace:

-“Che abbia cambiato rotta dopo aver lasciato le acque di Marineford? Ma soprattutto come ha fatto ad andarsene? Dubito che abbia recuperato la memoria, forse la nave avvistata nel tardo pomeriggio centra qualcosa.”-

colpì con un pugno la sua scrivania, facendo volare tutti i fogli che vi si trovavano sopra, davanti a lui cadde un avviso di taglia:

-“Se non ricordo male, questa ragazza faceva parte dei pirati di “Picche” ma, poi ha lasciato la ciurma quando loro si sono uniti a Barbabianca, forse lei centra qualcosa con la scomparsa di quel moccioso.”-

scosse la testa, non era possibile che lei centrasse qualcosa:

-“Ammesso che abbia scoperto che Ace è ancora vivo, non può aver saputo dove si trovava, l’unica cosa certa, è che sulla barca c’era quel moccioso che per qualche motivo è scappato.”-

si convinse che fosse così, doveva assolutamente ritrovare Ace prima dei suoi colleghi e soprattutto prima di Garp.

Si alzò e uscì sul ponte, avevano invertito la rotta e stavano puntando su un’altra isola, dove l’ammiraglio sperava di ritrovare Ace.
 

 
*


Non molto lontano da dove si trovava l’ammiraglio, Garp era appena giunto sull’isola dove Akainu era appena stato e si diresse verso una piccola casa sul promontorio.

In quella casetta viveva un ex marines, il suo nome era Eiichiro; era stato un ammiraglio ed era molto amico di Garp, quando andò in pensione decise di trasferirsi su quell’isola vicino a Marineford per tenere d’occhi i colleghi.

Quando era un marines, aveva notato che qualcuno dei piani alti tramava nell’ombra e ogni giorno da quando era in pensione, origliava le conversazioni che riusciva a rintracciare e sapeva che l’amico stava per venire a trovarlo.

Garp bussò alla porta e in un attimo Eiichiro aprì:

-Ti stavo aspettando, ho preparato il tè.-

il vice ammiraglio entrò ridendo:

-Sempre a spiare gli ex colleghi.-

tirò fuori dalla tasca i biscotti, che sempre aveva con se e li mise sul tavolo:

-Ho portato i tuoi biscotti preferiti.-

l’amico rise divertito, l’amore per i biscotti e il divertimento nel far disperare Sengoku, era una cosa che i due avevano in comune e che aveva fatto nascere la loro amicizia:

-Da quanto non ci vediamo?-

Garp bevve un sorso di tè e sorrise:

-Cinque anni, da quando tu sei andato in pensione.-

sbuffò mangiando un biscotto:

-Non è molto divertente al Quartier Generale senza di te. Sengoku se la prende solo con me.-

Eiichiro rise, ricordava tutte le volte che il Grand Ammiraglio se la prendeva con uno dei due e spesso con entrambi, lui e l’amico si divertivano nel loro lavoro e si sostenevano a vicenda quando c’era da imbrogliare Sengoku, come quando Garp si lasciava scappare apposta Roger, Eiichiro copriva l’amico dicendo che il pirata era furbo:

-Sono stati anni molto divertenti.-

Garp rise:

-Già, comunque Sengoku sa che rintracci le nostre conversazioni e mi ha ordinato di dirti di farla finita.-

l’amico mangiò un altro biscotto e rise:

-E scommetto che te l’ha detto, pochi mesi dopo che sono andato in pensione.-

Garp rise divertito, i due continuarono a parlare dei vecchi tempi facendo fuori intere scatole di biscotti, dopo ore che ridevano e scherzavano era giunto il momento di parlare seriamente:

-Eiichiro, sai il motivo per cui sono qui o sbaglio?-

l’amico sorrise, in quei due anni non aveva fatto altro che tenere d’occhio l’ammiraglio di lava, certo che prima o poi l’amico sarebbe venuto da lui, per sapere ciò che aveva scoperto:

-Prima, voglio che tu sappia una cosa. E’ stato folle, crescere di nascosto il figlio di Roger ma, hai fatto la cosa giusta. Un bambino, non può essere punito per un crimine commesso da un genitore.-

era una cosa, che aveva sempre pensato, dal momento in cui due anni fa, era saltata fuori la verità:

-Comunque so tutto, come so che tra te e Akainu c’è guerra.-

Garp sbuffò, era però contento, di sentirsi dire dall’amico quelle parole, non era pentito di aver cresciuto Ace e sentirsi dire di aver fatto la cosa giusta, come già pensava, lo rendeva orgoglioso:

-Hai qualche informazione su di lui.-

Eiichiro annuì:

-Hai ragione nel dire che sta tramando qualcosa ma non so cosa, l’ho tenuto d’occhio in questi due anni ma, lui è molto bravo a tenere per se i suoi segreti.-

finì il suo tè:

-Comunque, Akainu è stato qui sta mattina e stava cercando qualcuno, non so chi ma è ripartito subito verso nord ma, potrebbe aver cambiato rotta.-

Garp rimase un attimo in silenzio:

-Ho capito, ti ringrazio. Se scopri altro fammi sapere.-

si alzò dalla sedia e Eiichiro lo accompagnò alla porta:

-Vedi di non far passare altri cinque anni, prima di tornare a farmi visita.-

Garp rise:

-Tornerò presto e la prossima volta porterò più biscotti.-

i due risero e si salutarono.

Garp tornò alla nave e ordinò di salpare verso nord, in un modo o nell’altro avrebbe trovato Akainu e avrebbe scoperto ciò che nascondeva.


 
***


Erano ormai tre giorni che si trovavano sull’isola e Momo non vedeva l’ora di partire ma, c’era un problema che aveva ritardato la partenza, Ace aveva la febbre alta e la ragazza aveva deciso che era meglio partire appena lui fosse guarito; infondo non era strano che Pugno di Fuco si fosse ammalato, dormiva poco a causa dei suoi incubi e in più, i continui mal di testa non aiutavano,  alla fine aveva accumulato tanta stanchezza che gli era venuta la febbre.

Momo entrò nella cabina di Ace, il ragazzo se ne stava sommerso sotto le coperte:

-Ma come cavolo fai ad avere freddo?-

da sotto le coperte si sentì uno sbuffo, Momo afferrò le coperte e le gettò per terra scoprendo Ace:

-Devi prendere la medicina o la febbre non passerà più.-

il ragazzo si mise seduto, a causa della febbre alta aveva il volto arrossato e gli occhi lucidi:

-Mi fa schifo e non la voglio.-

la ragazza sbuffò, era da ieri che l’amico stava male e lei subito si era procurata una medicina per aiutarlo a guarire e dopo averla comprata era tornata da lui, dopo aver discusso allungo aveva ficcato il cucchiaio in bocca ad Ace e per poco non lo soffocava con la medicina:

-Vuoi che faccia come ieri, Baka Hono-chan?-

il ragazzo ebbe un brivido di paura al ricordo di ciò che era successo ma, di certo non avrebbe preso quella schifezza:

-No, ma io non prendo lo stesso quel veleno.-

Momo contò fino a dieci fece un respiro profondo e poi uscì dalla cabina.

Ace pensò di averla scampata ma, invece la ragazza tornò subito indietro e gli saltò addosso facendolo cadere e lo bloccò sul materasso, poi come il giorno prima prese la medicina e gli ficcò a forza il cucchiaio in bocca, si alzò dal letto mentre Ace si rimise seduto tossendo:

-Ma sei scema? Per poco non mi uccidevi pure oggi.-

Momo scoppiò a ridere, in quel momento il loro rapporto era come in passato ma, sapeva che una volta guarito, lui sarebbe tornato come prima, fino a quando non avrebbe recuperato la memoria:

-Tu fai il bambino e io ti tratto come tale.-

gli lanciò addosso le coperte e uscì dalla stanza.

Passarono altri tre giorni e finalmente Ace guarì dalla febbre, in quei giorni Momo aveva dovuto usare la forza per fargli prendere la medicina e finalmente poteva riposare:

-“Per fortuna è guarito, non ce la facevo più a usare la forza per fargli prendere quel cavolo di sciroppo.”-

sbuffò:

-Ehi, che hai?-

la ragazza si girò verso l’amico:

-Azzardati ancora a farti venire la febbre e ti giuro che ti affogo.-

Ace rise, sapeva di avergli reso la vita impossibile in quei giorni, poi si rese conto che quella minaccia non gli era nuova, forse in passato era stato normale per lei minacciarlo di affogarlo, decise di lasciar perdere, prima o poi se lo sarebbe ricordato.

I due ragazzi, che erano scesi per pranzare, tornarono alla nave e finalmente levarono l’ancora, Sakura li stava aspettando.

 
***
 

Nel Nuovo Mondo, in mezzo all’oceano, la “Moby Dick” navigava tranquilla spinta da un leggero vento, Barbabianca era sul ponte seduto sulla sua poltrona e osservava i suoi figli:

-“Dopo due anni si sono ripresi tutti ma, appena viene accennato il nome di Ace si deprimono.”-

osservò i suoi tre comandati infondo alla nave che stavano confabulando, Marco e Vista erano seduti sul parapetto e Jaws se ne stava in piedi davanti a loro due e da più di un’ora stavano discutendo di cose che non avevano molto senso; dall’altra parte della nave c’era un gruppetto di pirati che stavano giocando a carte mettendo in palio i loro turni di guardia, chi perdeva doveva fare il turno anche degli altri.

Lo sguardo del vecchio imperatore si spostò verso la polena dove si trovavano quattro pirati, loro erano membri della seconda flotta e molto tempo prima, facevano parte dei pirati di “Picche”:

-“Loro quattro, come gli altri ex pirati di “Picche”, sono quelli che hanno fatto più fatica ad andare avanti. Vogliamo bene ad Ace tutti allo stesso modo ma, loro lo conoscevano da più tempo.”-

vide uno dei quattro allontanarsi e sparire sottocoperta, tornò a fissare i comandanti e vide Marco e Vista che stavano litigando mentre Jaws cercava di farli smettere, Barbabianca rise nel vederli, un tempo con loro c’erano anche Ace e Satch e di solito erano loro due che iniziavano a bisticciare con lo spadaccino coinvolgendo la fenice:

-“Anche senza quei due, le cose non sono cambiate molto ma, la loro assenza è fin troppo evidente.”-

bevve un lungo sorso di sakè, era dura per lui accettare che due dei suoi figli non c’erano più, in quei momenti, non si sentiva un buon padre dato che non era riuscito a proteggerli ma, sapeva che loro non lo avrebbero mai pensato:

-“Sono morti in un modo troppo crudele, erano molto giovani soprattutto Ace, non meritavano di morire.”-

vide Marco scendere dal parapetto e sparire sottocoperta, mentre Vista si era messo ad affilare le sue spade:

-“Hanno già smesso di litigare.”-

scoppiò a ridere, poi si alzò e osservò l’oceano:

-“Ho come una strana sensazione. E’ come se ciò che è perduto stia tornando.”-

osservò la bisaccia vuota e sospirò:

-“Ho esagerato con il sakè, i morti non possono tornare a casa.”-

scese sottocoperta e si recò in cucina per fregare un’altra bottiglia di sakè.

La “Moby Dick”, continuò tranquilla a navigare, sempre dritto e nessuno l’avrebbe fermata, nemmeno una tempesta.
 
 
***
 

Nel Grande Blu, su un’isola tropicale dove non abitava nessuno, sulla spiaggia c’era un piccolo accampamento e sulla riva si trovava una bella ragazza che stava aspettando l’arrivo di qualcuno; aveva lunghi capelli viola lasciati sciolti e occhi blu, indossava un vestito lungo fino alle caviglie a maniche corte di colore verde chiaro e ai piedi porta un paio di infradito; vide all’orizzonte una piccola nave e sorrise.

La nave gettò l’ancora e Momo si fiondò a terra correndo verso la ragazza, appena la raggiunse la stritolò in un forte abbraccio:

-Sakura! Stai bene? Non ti è capitato nulla?-

la gemella rise, liberandosi dall’abbraccio:

-Tranquilla, Mo-chan. Che vuoi che possa capitarmi su un isola deserta?-

la rossa sorrise:

-Ero solo in pensiero per te e comunque, lo sai che odio che mi chiami così.-

Sakura sorrise, doveva ammettere che in quei giorni senza la sorella c’era stata troppa calma e si era un po’ annoiata ma, almeno aveva potuto studiare in tranquillità i fiori dell’isola:

-Lo hai ritrovato?-

Momo annuì:

-Si ma non ricorda un bel nulla, niente di niente.-

la gemella si fece seria:

-Come è successo?-

la rossa spiegò ogni cosa, in quel momento Ace le raggiunse:

-Ciao, so che ci conosciamo ma, purtroppo non riesco a ricordarmi di te.-

gli dispiaceva non ricordala ma Sakura gli sorrise:

-Tranquillo, Momo mi ha appena raccontato tutto, quindi non preoccuparti.-

si incamminò verso il piccolo accampamento seguita dagli altri due:

-Ora preparo la cena e poi parliamo un po’, così forse ricorderai qualcosa.-

Ace la osservò:

-“Per fortuna, non sembra avere lo stesso carattere di Momo.”-

la rossa gli aveva detto che la gemella era il suo opposto, ma vedere con i proprio occhi che di carattere erano diverse lo tranquillizzava, avere a che fare con due Momo sarebbe stato un incubo; si sedette su un troco e rimase ad ascoltare le due gemelle che stavano parlando mentre Sakura preparava la cena.

Il sole era ormai tramontato e i tre ragazzi avevano appena finito di mangiare e se ne stavano seduti intorno al fuoco, Sakura sospirò rassegnata vedendo la sorella bere rum come se fosse acqua e non tentò di farla smettere, dato che sapeva che sarebbe stato inutile e si girò verso l’amico ritrovato, gli era strano vederlo così tranquillo, l’Ace che ricordava, stava tranquillo solo mentre dormiva:

-Ascolta Ace, che ne dici se ti raccontassi tutti i momenti che abbiamo passato insieme? Potrebbe esserti utile, per ricordare qualcosa.-

il ragazzo abbassò la testa, ci pensò su, poi pensò che valeva la pena provarci:

-Ok, solo che non sono certo che servirà a qualcosa.-

Momo gettò la bottiglia per terra e sbuffò:

 
-Baka Hono-chan, basta con questo pessimismo.-

Sakura sorrise, da quanto tempo non sentiva quel nomignolo uscire dalle labbra della sorella, in quel momento gli sembrava di essere ancora a bordo della “Kaen”, in quel periodo era stata veramente felice insieme alla sorella ed Ace e a tutti i loro compagni e in cuor suo, sperava che un giorno sarebbero tornati a navigare tutti insieme:

-Dai Momo, lascialo in pace.-

la rossa sbuffò:

-Sempre dalla sua parte.-

la gemella rise:

-Io sto dalla parte di chi ha ragione.-

si rivolse ad Ace:

-Lasciamola perdere e ascoltami, ti racconterò ogni cosa e per cominciare ti racconterò ciò che riguarda me e mia sorella. Ti avevo già raccontato la nostra storia ma, visto che non ricordi più niente, sarò felice di raccontartela ancora.-

Pugno di Fuoco sorrise, l’atmosfera che si era creata, gli aveva fatto provare una sensazione di nostalgia, forse era così un tempo la sua vita e se lo era, non vedeva l’ora di ricordarla:

-D’accordo, ti ascolto.-

la ragazza dagli occhi blu sorrise e prese a raccontare.

Raccontò la sua storia e raccontò dei momenti passati insieme dopo aver conosciuto Ace, delle avventure che avevano vissuto insieme alla ciurma dei pirati di “Picche” e del giorno in cui le loro strade si divisero.
 
 
Continua…
 
 

 
Ciao,

in questo capitolo ha fatto la sua comparsa anche Sakura, spero che vi sia piaciuto.

Per i prossimi 7 capitoli, la storia sarà concentrata sul passato.

Se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti e soprattutto, ringrazio CreepyPirate21 che ha commentato il primo capitolo.

Domani o domenica in giornata, pubblicherò una Flashfic sui Mugiwara intitolata “Forever a Family”, se avete voglia di leggerla, spero che vi possa piacere.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 6
*** Passato Prima Parte:Le Due Gemelle ***


6° CAPITOLO:
PASSATO PRIMA PARTE:LE DUE GEMELLE




 
Sakura, raccontò la sua storia e raccontò dei momenti passati insieme dopo aver conosciuto Ace, delle avventure che avevano vissuto insieme alla ciurma dei pirati di “Picche” e del giorno in cui le loro strade si divisero…
 
 
***
 

Nel Grande Blu, si trovava una piccola isola primaverile di nome Hana, chiamata così perché era sempre ricoperta da fiori di ogni genere e colore.

Su quell’isola, si era appena trasferito un giovane uomo; era molto alto e non era ne troppo magro ne troppo grasso, i capelli erano corti e sempre in disordine di colore rosso e gli occhi erano blu, indossava una camicia grigia a maniche corte e dei pantaloni neri lunghi fino alle caviglie e ai piedi dei sandali, era una persona amichevole e disponibile ad aiutare chiunque ne aveva bisogno; lui proveniva da una piccola isola del Mare Meridionale e fino a qualche tempo fa, era uno studioso che lavorava per il Governo.

Dopo anni che lavorava per il Governo Mondiale, decise di cambiare vita; aveva scelto quel lavoro perché voleva conoscere il mondo ma, stufo di non poter fare le sue ricerche come voleva, dato che il Governo gli metteva dei limiti perché non voleva correre il rischio che lui scopriva cose che non dovevano essere scoperte, decise di smettere di essere uno studioso e di sparire nel nulla.

E dopo aver fatto perdere le sue tracce, si era trasferito sull’isola di Hana; lì grazie ai suoi risparmi si comprò una casetta sulla spiaggia e una barca, per vivere si era messo a fare il pescatore e ciò che pescava, metà lo regalava agli abitanti del villaggio.
 

 
*


Quel giorno, era rientrato dalla pesca molto prima del solito e stava passeggiando per il villaggio, quando qualcuno gli andò addosso cadendo per terra, il giovane osservò la persona caduta a terra e rimase senza parole, era una bella donna molto giovane; non era molto alta però aveva un bel fisico ben proporzionato, lunghi capelli viola legati in una treccia e gli occhi rossi come il fuoco, indossava un vestito bianco a maniche corte leggermente scollato ed era scalza, ancora non lo sapeva ma, lei aveva un bel caratterino, testarda come pochi e molto orgogliosa; notò che oltre a lei per terra c’erano circa dieci cestini e molti fiori sparsi in giro:

-Ti sei fatta male?-

la giovane lo ignorò ed iniziò a raccogliere i fiori mettendoli nelle ceste:

-Dannati cestini e dannati fiori, è colpa vostra se sono caduta.-

il giovane la fissò confuso, poi l’aiutò a raccogliere i fiori:

-Non dovresti portare così tante ceste, in una volta sola.-

solo in quel momento, si accorse dell’uomo che la stava aiutando:

-Credo che hai ragione.-

finito di riempire le ceste, ne presero metà ciascuno e si misero incammino:

-Grazie per l’aiuto, io sono Miyu la fioraia.-

il giovane sorrise:

-Prego, io sono Hiro il nuovo arrivato.-

 alla donna gli si illuminarono gli occhi:

-Lo straniero trasferitosi qui da poco? Che bello, mi devi raccontare i posti in cui sei stato, mi piacerebbe viaggiare ma, amo troppo la mia isola.-

Hiro rise, quella donna era un po’ strana ma gli era già simpatica:

-D’accordo, ma tu mi spieghi che ci fai in giro con tutti questi fiori?-

Miyu rise, in fondo lui era uno straniero e ancora non conosceva le tradizioni dell’isola:

-Sono per le decorazioni della festa di domani.-

il giovane uomo la fissò, sapeva della festa ma non sapeva per cosa fosse:

-Come di sicuro hai capito, i fiori su quest’isola ci sono tutto l’anno ma, ogni sei mesi ne sbocciano di nuovi e a noi del villaggio ci piace festeggiare questa cosa.-

Hiro sorrise:

-Grazie, stavo giusto per chiederti che festa fosse.-

Miyu ricambiò il sorriso:

-Ti sei accorta di essere scalza?-

la giovane annuì:

-Io sono sempre scalza, mi piace sentire sotto ai piedi l’erba e tutto ciò che calpesto.-

i due continuarono a parlare conoscendosi meglio:

-Quale è il tuo fiore preferito? A me piacciono tutti i fiori, nessuno escluso.-

Hiro rise:

-“Questa ragazza non sta zitta un attimo, però è simpatica.”-

pensò alla sua domanda e sorrise:

-Direi il girasole, mi ricorda la mia isola natale, dato che lì ce ne sono molti.-

Miyu ricambiò il sorriso:

-Comunque da quando sono qui non ti ho mai vista in giro, come mai?-

la ragazza rise:

-Sono sempre al negozio e quando chiudo, vado alla spiaggia a vedere il tramonto.-

mentre parlavano, giunsero finalmente in piazza e posarono a terra i cesti:

-Grazie mille per l’aiuto. Ci verrai alla festa, vero?-

Hiro non riusciva a smettere di sorridere:

-Ci verrò a dare un’occhiata.-

si salutarono e mentre Miyu, aiutata da altre donne, preparava le decorazioni, Hiro se ne tornò a casa.

La sera dopo, alla festa c’era moltissima gente, oltre agli abitanti dell’isola c’erano anche molti stranieri, tra cui pirati che erano lì solo per divertirsi; nel centro della piazza c’era la pista da ballo e intorno alla piazza, c’erano tantissime bancarelle.

Miyu, dopo aver girato per tutte le bancarelle e dopo aver sistemato alcune decorazioni che erano cadute a terra, si sedette su una panchina ad osservare le coppie che ballavano:

-“Vorrei tanto ballare anch’io ma non ho nessuno.”-

sbuffò perché lei amava ballare ma, purtroppo i suoi coetanei avevano paura di lei e gli altri uomini o erano già impegnati o erano troppo anziani:

-Mi concedi questo ballo, signorina dai piedi scalzi?-

Miyu alzò la testa incrociando lo sguardo di Hiro, sorrise e prese la mano che il giovane gli stava porgendo:

-Molto volentieri.-

i due si recarono sulla pista e iniziarono a ballare.

La musica era lenta e molto romantica e i due giovani ballavano in perfetta sincronia:

-Come mai te ne stavi tutta sola?-

Miyu sorrise:

-I ragazzi della mia età, hanno il terrore di me, dato che da bambina li ho picchiati tutti e gli altri o sono impegnati o sono troppo vecchi.-

Hiro rise, aveva già capito che la ragazza era una persona fuori dal comune:

-Come mai li hai picchiati?-

la ragazza si sentì sollevata nel vedere che il ragazzo non si era spaventato da ciò che aveva detto:

-Mi prendevano in giro per via dei miei occhi e io reagivo. Devi sapere che su quest’isola non c’è nessuno con gli occhi rossi, io li ho presi da mia madre che era una forestiera stabilita qui e io purtroppo non l’ho mai conosciuta, dato che è morta quando avevo pochi mesi.-

Hiro sapeva come si sentiva, dato che lui era orfano di entrambi i genitori:

-Io trovo che i tuoi occhi siano molto belli, mi ricordano il fuoco.-

Miyu arrossì, nessuno gli aveva detto una cosa del genere:

-E di tuo padre, che ne è stato?-

la ragazza sorrise, un sorriso triste:

-Morto, due anni fa. Lui era il miglior padre del mondo, non mi ha mai fatto sentire la mancanza di mia madre e il negozio di fiori me lo ha lasciato lui, è il mio tesoro perché in quel negozio ci sono tutti i miei ricordi.-

la musica finì e i due ragazzi si incamminarono verso la spiaggia continuando a parlare.  

Da quella sera Miyu e Hiro si frequentarono tutti i giorni e ben presto, si innamorarono e dopo un anno che si conoscevano si sposarono.

Tempo dopo al matrimonio, Miyu scoprì di essere in dolce attesa e mesi dopo Hiro si ritrovò a camminare avanti e indietro davanti alla porta della stanza d’ospedale, dove la moglie stava partorendo.

Nel piccolo ospedale del villaggio, lavora un medico molto in gamba che stava aiutando Miyu, mentre fuori dalla stanza Hiro era molto agitato:

-“Accidenti, tra poco nascerà e io non so come si fa il padre.”-

 un’infermiera gli aveva chiesto di calmarsi e di sedersi ma lui continuò a camminare:

-Dovresti calmarti un pochino.-

si girò e vide Akito il proprietario della locanda:

-Tu, non eri agitato quando è nato tuo figlio?-

l’uomo rise:

-Eccome se lo ero, ma appena l’ho visto in braccio a mia moglie, ho capito che avrei imparato con il tempo ad essere un bravo padre e ora, dopo cinque anni, ho capito che sono i figli ad aiutarci ad essere degli ottimi genitori.-

Hiro si fermò e si ritrovò a pensare che l’amico non aveva tutti i torti, ad un tratto il silenzio fu rotto da un pianto e poco dopo ci fu un secondo pianto, il neo papà rimase senza parole; il medico uscì dalla stanza sorridendo e si avvicinò a Hiro:

-Complimenti, sono due splendide bambine.-

per poco non svenne per l’emozione, non riusciva a credere di essere diventato padre di due gemelle:

-E come sta Miyu?-

il medico si pulì le mani:

-Stanca ma sta bene. Ora vai da lei, domani farò una visita a tutte e tre e poi, potrete tornare a casa.-

Hiro lo ringraziò e dopo aver salutato Akito, entrò nella stanza.

Una volta dentro, vide Miyu appoggiata a dei cuscini e teneva in braccio due fagottini, si avvicinò alla moglie e gli diede un bacio sulla fronte e poi osservò le sue figlie, una aveva un ciuffetto di capelli rossi mentre l’altra di colore viola:

-Sono davvero stupende. Hai deciso come chiamarle?-

Miyu sorrise:

-La piccola dai capelli rossi Momo, ovvero fiore di pesco e la piccola dai capelli viola Sakura, fiore di ciliegio.-

Hiro sorrise:

-Sono due nomi molto belli.-

la piccola Sakura, aprì i suoi occhio blu e osservò il padre e fece una smorfia che ricordava molto ad un sorriso, subito dopo Momo spalancò i suoi occhi rossi e si mise ad urlare come una disperata, la madre cercò di calmarla senza riuscirci, dopo un po’ entrambe le bambine si addormentarono.

Nei mesi successivi, i neo genitori avevano un gran da fare, Momo strillava tutto il giorno e aveva sempre fame, mentre Sakura non piangeva mai e spesso i genitori si precipitavano da lei per assicurarsi che non fosse morta soffocata ma, almeno lei mangiava ai giusti orari e con un appetito normale per una neonata, dopo aver capito che Sakura era solamente tranquilla si sentirono più sollevati e poterono concentrarsi di più su Momo, che dormiva pochissimo facendoli disperare ma, nonostante tutto loro erano molto felici.

Con il passare degli anni, le bambine si dimostrarono identiche solo nell’aspetto, perché di carattere erano davvero diverse, la piccola dagli occhi blu aveva il carattere mite del padre, mentre la piccola dagli occhi rossi, aveva il carattere vivace dalla madre; ora avevano cinque anni, Sakura era una bambina molto tranquilla e indossava sempre dei vestitini e teneva i capelli legati in due codini, mentre Momo era una bambina molto impetuosa che non stava mai ferma un attimo, a differenza della sorella era praticamente allergica ai vestiti, infatti indossava sempre pantaloncini e magliette e i capelli li porta corti e spettinati; nonostante erano così diverse, erano molto legate e inseparabili.
 

 
*


Quel giorno le due bambine entrarono nel negozio della madre, Momo si arrampicò sul bancone e si sedette imbronciata, mentre Sakura girava per il negozio osservando i fiori:

-Tesoro, come mai sei arrabbiata?-

la bambina si voltò verso la madre:

-Odio Akira! Solo perché è più grande di noi si permette di comandare e poi i suoi amichetti prendono sempre in giro Sakura.-

Akira era il figlio di Akito ed era sempre in guerra con Momo:

-Dai tesoro, non mi sembra il caso di odiare qualcuno solo per una sciocchezza del genere.-

la piccola sbuffò:

-E va bene ma, come la mettiamo con i bulletti che prendono in giro la mia sorellina solo perche ha dei capelli buffi?-

i bambini del villaggio prendevano spesso in giro le due gemelle, una per via degli occhi rossi e l’altra per via dei capelli viola ma, dopo che Momo li aveva menati, avevano smesso di prenderla in giro e si erano concentrati su Sakura:

-Tesoro, vuoi un consiglio?-

la bambina annuì:

-Diventa forte e proteggi tua sorella.-

Momo riflette su quelle parole, poi gli venne un’idea:

-Mami, posso frequentare il dojo? Se imparo le arti marziali potrò proteggere Sakura.-

la risposta giunse alle sue spalle:

-Se è per proteggere tua sorella, hai il mio permesso.-

la bambina si voltò e saltò in braccio al padre che prese in braccio anche Sakura:

-Bene allora è deciso.-

Miyu uscì con loro chiudendo il negozio.

Da quel giorno, Momo prese a frequentare il dojo e nonostante era l’unica femmina, era anche la più brava.
 
 
*


Il tempo passava velocemente e ora le bambine avevano dieci anni, quel giorno le due gemelle erano alla spiaggia ad osservare il mare:

-Un giorno prenderò il mare e sarò libera di fare quello che voglio e realizzerò il mio sogno.-

Sakura osservò la sorella:

-Il tuo sogno e anche il mio.-

da quando avevano letto le ricerche del padre e avevano scoperto l’enciclopedia su i frutti del diavolo, le due bambine sognavano di partire per mare e scrivere la più completa enciclopedia sui frutti:

-E’ solo che io ho paura di lasciare l’isola.-

Momo scattò in piedi e sorrise:

-Tranquilla, ti ho promesso che ti proteggerò sempre.-

Sakura ricambiò il sorriso e si alzò:

-Allora da grandi prenderemo il mare.-

avevano deciso e nessuno le avrebbe più fermate.

Crescendo il loro corpo cambiava ma, i loro caratteri e soprattutto il loro sogno, rimanevano immutati.

Ora avevano quattordici anni e si erano ritrovate ad avere molti ammiratori, tra cui gli stessi che da piccoli le prendevano in giro, i ragazzi ogni giorno ci provavano con loro e tutte le volte venivano presi a calci da Momo.

Momo in quel periodo, dopo tanto insistere, aveva convinto i genitori a farsi fare un tatuaggio e si fece tatuare una spirale che partiva dalla spalla e scendeva giù fino al polso, aveva scelto quel tatuaggio perché gli ricordava il mare che tanto lei amava.

Purtroppo i giorni felici finirono, poco dopo che Momo si era fatta il tatuaggio, il mare che lei tanto amava, portò via per sempre suo padre.

Hiro era a pesca, quando una tempesta improvvisa lo travolse facendolo affogare, la morte del marito fu un duro colpo per Miyu, che si ammalò gravemente.

Le due gemelle si fecero in quattro per aiutare la madre, Sakura si occupava del negozio e Momo riparava gli oggetti rotti che gli abitanti del villaggio gli chiedevano di riparare, con i soldi che guadagnavano compravano le medicine e gli abitanti del villaggio facevano di tutto per aiutarle.

Passò un anno dalla morte di Hiro ma Miyu non guariva, Momo era alla tomba del padre:

-Papà, qualunque cosa va bene ma, fai in modo che la mamma torni ad essere felice.-

andò a cercare la sorella e la trovò come sempre alla spiaggia:

-Sakura, tutto ok?-

la gemella annuì:

-Momo, avevamo deciso che ha diciassette anni saremmo partite ma, con la mamma ammalata non possiamo partire entrambe e quindi voglio che tu parta e realizzi il nostro sogno.-

la rossa si arrabbiò:

-Mancano due anni e sono certa che guarirà presto e noi potremmo partire insieme.-

furono raggiunte da Akira, il ragazzo con il passare del tempo si era innamorato di Momo ma, non lo avrebbe mai detto a lei, dato che non voleva avere a che fare con i suoi micidiali calci:

-Ragazze, dovete correre subito a casa.-

non avevano bisogno di chiedergli il perché, lo avevano capito da sole.

Giunte a casa e ignorando le persone presenti, giunsero nella stanza della madre, Miyu era sdraiata a letto e i suoi occhi rossi che un tempo ricordavano il fuoco, ora erano solo due piccole fiamme che si stavano spegnendo:

-Piccole mie, speravo di vedervi ancora un ultima volta.-

Sakura sentì le lacrime scendergli dagli occhi mentre Momo, tratteneva le lacrime mordendosi il labbro inferiore:

-Promettetemi che non vi separerete mai e che realizzerete il vostro sogno. Io so che ce la farete a scrivere la più completa enciclopedia su i frutti del diavolo e anche se non potrete vederci, io e vostro padre saremo al vostro fianco e saremo con voi quando realizzerete il vostro sogno, orgogliosi di essere i vostri genitori.-

ormai la voce stava svanendo, osservò la figlia che da lei non solo aveva ereditato il colore degli occhi ma anche la testardaggine:

-Momo, anche se ora li prendi a calci, un giorno troverai una persona testarda quanto te e che ti amerà, come tu amerai lui. Ti chiedo di continuare a proteggere tua sorella e non permettere a nessuno di ostacolarti.-

era certa che là fuori da qualche parte, c’era qualcuno che avrebbe tenuto testa alla figlia, conquistando il suo cuore; Momo annuì mentre le lacrime iniziarono a rigarle il volto, Miyu si rivolse all’altra figlia, che da lei aveva ereditato solo il colore dei capelli, dato che la figlia era calma come lo era stato il padre:

-Sakura, anche tu un giorno troverai l’amore, sempre se tua sorella smette di prenda a calci i tuoi ammiratori.-

sorrise, era fiera di ciò che le sue bambine, ormai cresciute, erano diventate:

- Promettimi, che terrai Momo lontano dai guai, come hai sempre fatto.-

la figlia ormai era scoppiata a piangere e non riusciva a smettere:

-Un ultima cosa, non cambiate mai per nessuna ragione al mondo, restate sempre voi stesse e non smette mai di sorridere. Vi voglio bene, miei piccoli fiori.-

i suoi occhi rossi come il fuoco si spensero per sempre, appena chiuse gli occhi le due gemelle piansero, Sakura si aggrappò disperata a Momo che l’abbracciò cercando di calmarla.

Una settimana dopo la morte di Miyu, le due gemelle erano davanti alle tombe dei loro genitori e su entrambe le tombe vi erano posati quattro fiori che raffiguravano la loro famiglia:

-Sakura, ho deciso di partire ora. Qui non abbiamo più nulla e sono certa che se non partiamo subito, non saremo più in grado di lasciare l’isola.-

la gemella si asciugò una lacrima:

-Stavo pensando anch’io la stessa cosa.-

rimasero lì ancora per un po’, poi tornarono a casa.

Il giorno dopo organizzarono la partenza, vendettero la casa e il negozio ad un’amica di famiglia e dopo aver salutato tutti salparono dall’isola.

Mentre la piccola nave si allontanava dall’isola di Hana, le due gemelle osservarono il promontorio dove vi erano le tombe dei loro genitori, una lacrima scivolò lungo il viso di Sakura:

-“Mamma. Papà. State tranquilli, ce la caveremo vi chiedo solo di vegliare su di noi.”-

l’isola divenne un piccolo puntino, non avrebbero più rivisto la loro isola, perché non sarebbero più tornate, Hana era stato il luogo dove la loro storia era iniziata e ora sarebbero andate sempre dritte, fino alla fine della loro storia.

Tante avventure e tanti incontri attendevano Momo e Sakura e un giorno sarebbero riuscite a realizzare il loro sogno.
 

 
***
 

Qualche anno dopo la partenza delle due gemelle, nel Mare Orientale sull’isola di Dawn, il figlio del Re dei pirati, cresciuto nascosto dal mondo, stava per partire verso il grande oceano.

Sulla spiaggia subito dopo la foresta, a salutare il giovane ragazzo c’erano Rufy e la banda dei banditi con cui avevano vissuto i tre fratelli e oltre a loro vi erano anche Makino e il vecchio sindaco, l’unica a mancare era Dadan; Ace si trovava su una piccola barca pronto a salpare:

-Bene, io parto per primo, Rufy.-

il fratello sorrise:

-Fra tre anni, ti raggiungerò.-

Ace si sistemò il suo buffo cappello, era un regalo che i suoi fratelli gli avevano fatto per il suo compleanno, non si sarebbe mai separato da quell’oggetto:

-Prima di dimenticarmene, riferisci a Dadan che l’ha ringrazio per tutto ciò che ha fatto per me.-

Rufy annuì:

-Lo farò.-

il ragazzo spiegò le vele:

-Ti aspetterò nel Grande Blu!-

il fratellino rise:

-Certo, a presto fratellone!-

tutti i presenti salutarono il giovane, che si allontanava dall’isola dove era cresciuto.

Ace osservava il vasto oceano:

 
-Sabo, sono partito e presto partirà anche il nostro fratellino. Realizzeremo i nostri sogni anche per te.-

il vento fece scivolare il cappello sulle spalle e scompigliò i capelli del giovane, molte avventure lo attendevano e da qualche parte, in quel vasto mare, c’erano i suoi futuri compagni ad aspettarlo.

Il suo viaggio era appena iniziato verso il suo sogno.
 
  
Continua…
 
 

 
Ciao,

questo capitolo serviva per far conoscere meglio le due gemelle, spero che vi sia piaciuto.

I capitoli sul passato, non saranno raccontati dal punto di vista delle gemelle, loro racconteranno ad Ace, solo i momenti in cui erano presenti; come sempre, a parte alcuni dialoghi, non ho modificato molto.

Se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti e soprattutto, ringrazio CreepyPirate21 che ha commentato il primo capitolo.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 7
*** Passato Seconda Parte:Le Due Gemelle ed Ace ***


7° CAPITOLO:
PASSATO SECONDA PARTE:LE DUE GEMELLE ED ACE

 


Era da ormai qualche anno che le due gemelle navigavano nel Grande Blu, avevano visto molte isole e avevano incontrato molte persone tra cui chi aveva mangiato un frutto del diavolo, molti dei possessori del frutto del diavolo avevano gentilmente risposto alle domande che le due sorelle gli ponevano ma, altri le avevano attaccate; Momo combattendo contro di loro aveva permesso alla sorella di studiare i poteri degli avversari, facendo così in poco tempo avevano già scritto sul loro diario ben cinquanta frutti del diavolo.

In poco tempo Momo si era guadagnata una taglia, la marina la considerava una minaccia anche se non era una pirata.

Dopo giorni che navigavano, Momo e Sakura avevano finalmente attraccato e ora stavano tranquillamente passeggiando per le strade di una grande città che si trovava sull’isola di Shinju, chiamata così per il fatto che le perle erano la merce più venduta dell’isola, dato che ne si trovavano molte sul fondale marino.

Le due gemelle erano ignare del fatto che lì, il destino le avrebbe fatte incontrare con il fuoco e la loro vita avrebbe subito un cambiamento.
 
 
***
 

Ace, aveva preso il mare da ormai un anno ma si era già fatto conoscere, in poco tempo formò una ciurma composta da dodici elementi e si fecero chiamare i pirati di “Picche”, da qualche settimana si trovavano nel Grande Blu e da quando si trovavano lì, la taglia di Ace era aumentata di molto.

I pirati di “Picche”, avevano affrontato molti nemici, tra cui la marina e avevano vissuto molte avventure, anche se spesso, per colpa del capitano, si erano trovati in un mare di guai.

Quel giorno, erano appena giunti su un’isola dove si trovava una grande città ed Ace era già sparito, i suoi uomini erano preoccupati ma non per la sua vita ma, erano preoccupati che si perdesse o che peggio finisse nei guai.

Il vice capitano Kanjiro vedendo che Ace era sparito sbuffò; era un uomo molto basso e magro sui 30 anni, i capelli erano biondi e gli occhi verdi, indossava una canottiera nera e dei pantaloni lunghi anch’essi neri e alla vita aveva legata una fascia rossa, ai piedi portava un paio di sandali, era una persona molto smemorata, dimenticava tutto ciò che gli veniva detto in pochi secondi, infatti portava sempre con se un taccuino e una pena, anche se spesso dimentica di averceli, nonostante questo piccolo problema di memoria, era un abile cecchino ed era un uomo con la testa sulle spalle sempre calmo, perfetto come vice capitano anche se i compagni lo considerano una balia, dato che era l’unico capace di tenere a bada il loro capitano:

-Ryoichi, ci pensi tu ha chiedere in qualche locanda quanto ci vuole per registrare il magnetismo dell’isola?-

l’interpellato annuì:

-Bene, allora vado a cercare quell’idiota di un capitano.-

si mise in spalla il suo amato fucile e scese a terra mentre Ryoichi controllò alcune cartine; lui era un uomo molto alto e molto magro sui 45 anni, era pelato e aveva due occhi molto piccoli di colore azzurro e una folta barba brizzolata, indossava una maglia a maniche corte molto larga ha righe di colore rosso e bianco e lunghi pantaloni grigi e un paio di stivali, era un navigatore molto in gamba ed era capace di capire in un attimo i cambiamenti climatici e sapeva affrontare qualunque tempesta, il suo unico difetto era il fatto che era molto taciturno e stava sempre sulle sue; dopo aver controllato le cartine scese a terra pure lui.

Ace intanto stava camminando per le strade della città in cerca di una locanda, quando vide un gruppo di uomini che avevano circondato una ragazza.
 
 
*
 

Sakura era da un’ora che girava in cerca della sorella, a causa della folla che aveva invaso la piazza Momo era sparita e la giovane dagli occhi blu la stava cercando ovunque, l’aveva cercata in tutte le locande, dato che conosceva l’appetito della sorella ma non riuscì a trovarla da nessuna parte.

Ad un tratto, Sakura si ritrovò circondata da un gruppo di uomini grandi e grossi:

-Scusate, potreste gentilmente spostarvi?-

il gruppo sghignazzò e quello che sembrava il loro capo, si avvicinò a lei:

-Mi dispiace, ma noi non ci spostiamo.-

prese tra le dita una ciocca di capelli della ragazza e fece un sorriso che non prometteva nulla di buono:

-Tu più tosto, perché non vieni a divertirti con noi?-

a quella domanda, Sakura incominciò ad avere paura, aveva intuito le loro intenzioni:

-“Momo, dove sei?”-

quando l’uomo gli sfiorò una guancia, lei chiuse gli occhi sperando che qualcuno l’aiutasse.
 
 
*
 

Ace rimase a fissare per un attimo la scena, fino a quando non capì che la ragazza era in pericolo, senza pensarci un secondo intervenì:

-Onda di Fuoco!-

un mare di fiamme travolse in pieno il gruppo di uomini.

Sakura sentendo uno strano calore, spalancò gli occhi e vide il fuoco che aveva colpito quegli uomini:

-“Che strane fiamme, bruciano solo nel punto in cui ci sono quei brutti ceffi.”-

rimase affascinata da quel fuoco che sembrava vivo:

-Ehi, stai bene?-

la ragazza si voltò verso la persona che gli aveva appena parlato e si ritrovò davanti un ragazzo della sua età con delle buffe lentiggini sul viso:

-Si, grazie. Ma come hai fatto?-

il giovane rise:

-E’ semplice, ho fatto così.-

la sua mano prese fuoco:

-Hai mangiato un frutto del diavolo?-

lui annuì:

-Si, ma l’ho mangiato solo perché avevo fame.-

ricordava il giorno in cui aveva trovato il frutto in riva al mare, aveva capito di che frutto si trattava e dato che stava morendo di fame, decise di mangiarlo anche se facendo così non avrebbe più potuto nuotare e doveva fare molta attenzione a non cadere in acqua, ricordava che quel frutto aveva un sapore disgustoso ma, la fame e la curiosità di sapere che poteri avrebbe ottenuto, lo spinsero a mangiarlo tutto; si sistemò il buffo cappello che portava in testa e gli sorrise:

-Io sono Ace e tu?-

la ragazza a quel nome sorrise, aveva sentito parlare di lui leggendo i giornali:

-So chi sei, ultimamente si parla molto di te. Comunque, io sono Sakura.-

in quel momento una furia rossa si precipitò da loro travolgendo la ragazza:

-Stai bene? Quando non ti ho più vista ho temuto il peggio.-

la ragazza dagli occhi blu rise divertita:

-Mo-chan, sei sempre la solita esagerata. Comunque quei brutti ceffi volevano farmi del male ma lui mi ha salvata.-

Momo fissò il gruppo di uomini stesi a terra e poi fissò Ace:

-Grazie per aver salvato mia sorella.-

lui sorrise:

-Di nulla, ma che dite di andare a mangiare?-

le due gemelle accettarono l’invito.

Era da un’ora che i tre ragazzi si trovavano seduti ad un tavolo, le due gemelle avevano tempestato di domande Ace su i suoi poteri e lui tranquillamente aveva risposto; Sakura aveva finito di mangiare da un po’, mentre gli altri due erano ancora all’inizio del pasto e non sembravano intenzionati a finire:

-“Oltre a Momo, c’è qualcun altro con un grande appetito, anche se lui sembra che mangi di più di mia sorella.”-

sorrise divertita quando vide Ace crollare nel piatto per la terza volta, all’inizio lei e la sorella si erano preoccupate ma, dopo che lui disse di soffrire di narcolessia ed era per questo che crollava addormentato, si tranquillizzarono:

-Comunque, come mai tutte queste domande su i miei poteri?-

Momo svuotò l’ennesima bottiglia di rum:

-Per il nostro sogno.-

Sakura sorrise, avevano ancora molta strada da fare prima di poter vedere realizzarsi il loro sogno ma, era certa che un giorno sarebbero riuscite a realizzarlo:

-Vogliamo scrivere la più completa enciclopedia su i frutti del diavolo.-

Ace le fissò curioso, poi sorrise:

-E’ un sogno interessante.-

le due gemelle lo fissarono sorprese, Momo finì di mangiare:

-Dici sul serio? Non trovi che sia un sogno folle?-

tutti quelli che venivano a sapere del loro sogno, gli dicevano che era folle ma, per la prima volta avevano trovato qualcuno che non sembrava pensarla così; Ace rise divertito:

-E’ folle voler uccidere Barbabianca, non il vostro sogno.-

Sakura rimase sorpresa a quelle parole, conosceva la fama dell’imperatore bianco e sapeva quanto fosse forte:

-Tu, vuoi eliminare quell’uomo?-

lui annuì, Momo rise:

-Tu sei pazzo. Lo vuoi eliminare per diventare il Re dei pirati?-

Ace si rabbuiò a sentire nominare quel pirata leggendario:

-Io odio quel tizio.-

poi sorrise, cercando di non pensare alle sue origini:

-Voglio sconfiggere Barbabianca, per diventare un grande pirata.-

le due gemelle preferirono non chiedergli il perché odiasse il Re dei pirati, capendo che era un argomento delicato:

-Cambiando discorso, vi va di unirvi alla mia ciurma?-

Momo per poco non si soffocava con il rum, mentre Sakura sorrideva:

-“Che tipo strano. Prima mi salva, poi ci invita a mangiare e ora ci propone di unirci alla sua ciurma. E’ molto divertente questo ragazzo.”-

la rossa dopo essersi ripresa, rise divertita:

-Tu hai il cervello fuori posto, Baka Hono-chan.-

gli sembrava un nomignolo giusto da dargli; Ace era un po’ infastidito da quel soprannome ma ci rise su, da quando aveva mangiato il frutto del diavolo, lo avevano chiamato in tutti i modi ma, nessuno lo aveva chiamato così:

-Io ora me ne vado. Voi pensateci su, se accettate vi aspetto al porto verso il tramonto; se non vi vedo arrivare, allora significa che avete rifiutato.-

si alzò:

-Ma il mio istinto, mi dice che accetterete. E di solito non mi sbaglio.-

Sakura l’osservò, poi sorrise:

-Va bene. Ma non sappiamo che nave cercare.-

Ace sorrise:

-Non preoccuparti, la mia nave non passa inosservata.-

poi senza pagare, come era solito fare, uscì dalla locanda lasciando le due sorelle da sole.

Sakura non si stupì nel vederlo andare via senza pagare, di certo non aveva soldi sufficienti per pagare quello che aveva mangiato; si girò verso la sorella:

-Tu che ne pensi? Navigare con una ciurma sarebbe più sicuro, soprattutto se vogliamo puntare al Nuovo Mondo ma, non conoscendo l’equipaggio non so se correre il rischio di accettare, sia una buona idea.-

Momo era d’accordo con lei, gli piaceva l’idea di viaggiare con quello strano pirata e di avere dei compagni ma, non sapeva se potevano fidarsi di gente che non conoscevano; però Ace si era dimostrato, si  un tipo fuori di testa ma, anche simpatico e pure lei, poteva fare affidamento sul suo istinto e il suo istinto, gli diceva di fidarsi di lui:

-Ti do ragione ma, penso che possiamo correre il rischio.-

Momo si alzò e uscì fuori dalla locanda,  mentre Sakura sorrise:

-“Di certo, quello strano pirata e mia sorella hanno una cosa in comune, mangiano per un esercito e se ne vanno senza pagare .”-

si alzò anche lei e lasciò sul tavolo del banconote sufficienti per pagare ciò che aveva mangiato, dato che non avrebbe mai potuto pagare per la sorella, poi uscì e la raggiunse.

Al tramonto, giunsero al porto e come aveva detto Ace, trovarono senza difficoltà la nave che sarebbe diventata la loro casa, era davvero una nave appariscente; Pugno di Fuoco vedendole arrivare e vedendo che avevano i loro bagagli sorrise, ancora una volta il suo istinto non si era sbagliato:

-Sapevo che sareste arrivate. Vi presento la “Kaen”.-

le due gemelle fissarono prima Ace e poi il veliero, era abbastanza grande e sull’albero maestro sventolava la bandiera nera con il loro jolly roger, che era dipinto anche sulla vela maestra; il problema era che la nave sembrava a galla per miracolo, era rattoppata in più punti e il colore del legno veniva via, una volta salite a bordo sentirono le assi scricchiolare e notarono che l’albero maestro era stato fasciato da lastre di metallo; Momo dopo essersi guardata intorno, si girò verso Ace:

-Questa nave sembra che debba affondare da un momento all’altro.-

Pugno di Fuoco rise divertito:

-E’ sempre stata ridotta male, però siamo riusciti ad entrare nel Grande Blu senza problemi.-

Sakura sorrise, aveva capito che lui era un tipo strano e non si stupiva più di tanto di vedere la nave:

-Non c’è nessuno a bordo?-

Ace si accorse solo in quel momento che i suoi uomini erano spariti:

-Dato che è appena passata l’ora di cena, saranno tutto in sala da pranzo.-

si incamminò sottocoperta, facendo strada alle due gemelle.

Nella sala da pranzo c’era tutta la ciurma, erano scesi solo per fare un giro e per fare rifornimento, poi erano tornati tutti a bordo, dato che non avevano voglia di spendere i pochi soldi che erano rimasti; appena Ace entrò, tutti lo fissarono e Kanjiro si avvicinò a lui:

-Dove sei stato? Ti ho cercato dappertutto! Spero solo che non hai portato con te altri guai.-

il capitano rise, l’amico si preoccupava un po’ troppo:

-Tranquillo. Niente guai, ho portato due nuove compagne.-

la ciurma notò in quel momento le due gemelle e sospirano di sollievo, per loro era molto meglio avere nuovi compagni che ritrovarsi nei guai; Sakura e Momo si presentarono e i pirati fecero lo stesso:

-Bene, mentre voi fate amicizia, io vado a dormire.-

aveva cenato in una locanda vicina, prima di tornare alla nave per aspettare le due ragazze e quindi, non aveva fame per il momento; fece per uscire ma Momo lo fermò:

-Aspetta un secondo, prima dicci che ruoli dobbiamo avere nella ciurma. Non mi va di stare con le mani in mano.-

Ace sorrise:

-Sapete combattere?-

la rossa annuì:

-Bene, allora non c’è altro da aggiungere.-

Sakura fermò ancora una volta il capitano che stava per uscire di nuovo:

-Io non so combattere, però me la cavo con le medicazioni e la cucina.-

Pugno di Fuoco sorrise di nuovo:

-Allora aiuterai Matabei e Chomei.-

poi uscì seguito dal suo vice.

Le due gemelle fecero subito amicizia con i loro nuovi compagni, Momo stava parlando con Ryoichi mentre Sakura, era andata in cucina con Chomei per farsi mostrare dove tenevano le scorte; il cuoco era un uomo non molto alto e parecchio rotondo sui 40 anni, con i capelli ricci di colore castano, l’occhio sinistro era di colore nero mentre il destro era coperto da una benda perché l’aveva perso in una battaglia, indossava una maglia begie un po’ stretta e dei pantaloni blu scuro lunghi fino alle caviglie, ai piedi portava un paio di ciabatte e alla vita teneva sempre legato un grembiule sporco, era un tipo molto socievole che parlava un sacco e aveva l’abitudine di fare sempre esperimenti in cucina per creare nuove ricette con il risultato di far venire il mal di pancia a tutti eccetto al capitano, però esperimenti a parte era un cuoco eccezionale:

-Bene, direi che ti ho mostrato tutto. Ah, man mano che ti accorgi che manca qualcosa, scrivilo su quella lavagnetta, così quando arriviamo su un’isola dobbiamo solo trascrivere tutto su un foglio.-

Sakura sorrise, lo trovava simpatico e poi gli aveva spiegato come aiutarlo in modo semplice:

-Sei un uomo molto organizzato, ma cosa serve quel cartello appeso alla porta?-

Chomei scoppiò a ridere:

-Come hai letto, è un divieto d’accesso alla cucina e serve per tenere lontano un certo fiammifero che si ritrova un pozzo senza fondo al posto dello stomaco, peccato solo che non serva a niente.-

la ragazza rise:

-Mi sa che non funzionerà nemmeno con mia sorella.-

il cuoco la fissò:

-Mangia anche lei tanto quanto il capitano?-

Sakura sorrise:

-Più o meno si.-

Chomei si batte una mano sulla fronte e sospirò:

-Oh va beh, ora ci sei tu a darmi una mano.-

i due risero, poi tornarono dagli altri.

Momo si era stufata di parlare con Ryoichi, dato che non parlava molto e si era messa a chiacchierare con Matabei; il medico era un uomo di altezza normale e di corporatura robusta sui 35 anni, aveva i capelli molto corti di colore neri e gli occhi grigi, indossava un lungo cappotto nero ben chiuso e lunghi pantaloni neri, ai piedi portava un paio di scarponi, anche lui come il cuoco era molto socievole anche se a differenza di Chomei, lui sapeva quando era meglio tacere, era uno dei migliori medici del Mare Settentrionale ma, nonostante questo aveva scelto la strada della pirateria perché nessuno voleva farsi curare da lui, dato che aveva l’abitudine di non usare nessun tipo di antidolorifico e durante le operazioni, i pazienti oltre ad essere svegli sentivano un grande dolore ma, poi le ferite guarivano velocemente, era un medico geniale ma amava risparmiare, i soldi li usava solo per medicine più utili degli antidolorifici:

-Ma tu guarda quanto bevi. Il rum è veleno.-

la rossa rise:

-Se è veleno, perché lo bevi?-

il medico si tracannò una bottiglia di rum e rise:

-Ho detto che è veleno e no che non lo bevo.-

Momo scoppiò a ridere:

-Un medico folle, siamo messi bene.-

Matabei annuì:

-Ovvio, solo un folle segue quell’idiota di un fiammifero e tu mia cara, sei folle quanto tutti noi.-

la ragazza rise, quella ciurma era tutta matta ma a primo impatto, sembravano tipi simpatici e affidabili; vide che la sorella era tornata e la raggiunse, le due gemelle salirono sul ponte a prendere una boccata d’aria.

In un’ora avevano conosciuto tutti i membri della ciurma, eccetto il vice capitano che sembrava sparito nel nulla, Momo si appoggiò al parapetto:

-Certo che sono tutti matti qui.-

Sakura annuì:

-Però sono molto simpatici.-

la rossa si voltò verso di lei:

-Già, anche se mi sembra di aver capito che Ace non è molto affidabile come capitano.-

la sorella sorrise:

-Non sarà affidabile però la ciurma ha grande fiducia in lui.-

avevano notato quanto quei pirati credevano nel loro capitano, nonostante lo considerano un pazzo impulsivo:

-Ace, è fatto così. E’ impulsivo e si caccia in un mare di guai, però quando serve si dimostra un vero capitano. E’ quel tipo di persona, che non puoi fare a meno di seguire.-

le due si girarono e si ritrovarono davanti Kanjiro, spuntato fuori da chissà dove:

-Venite, vi mostro la vostra cabina.-

le due gemelle lo seguirono curiose di vedere la loro nuova stanza.

La nave aveva quattro cabine, due molto grandi dove stavano i membri della ciurma, una era quella di Ace e l’altra era quella dove Kanjiro stava portando le due sorelle, ogni cabina aveva un bagno; la cucina e la sala da pranzo erano divise da un muro ma, era un'unica stanza e nella cucina dietro ad una tenda si trovava il letto di Chomei e infine c’era l’infermeria, che la ciurma considerava la stanza degli orrori, dato che Matabei non si preoccupava mai di pulire il sangue che era sparso per la stanza, poi ovviamente c’era la stiva dove stavano le provviste e le armi.

Kanjiro man mano che camminava, spiegava alle due gemelle cosa c’era dietro ad ogni porta:

-Eccoci arrivati.-

Momo e Sakura osservarono la stanza, era piccola ma abbastanza spaziosa per loro due, c’era un letto molto grande e un armadio ed in fondo alla stanza, c’era la porta del bagno:

-E’ perfetta, non sapevo che avevate una cabina inutilizzata.-

il vice capitano fissò la ragazza dagli occhi blu e sorrise:

-Infatti questa era la mia cabina. Il letto è abbastanza grande per poterci dormire in due ma, se volete domani ve ne procuro un altro.-

le due gemelle rimasero stupite:

-Ma come ci lasci la tua stanza! E tu dove dormi? E poi il letto va benissimo, non ne serve un altro.-

Kanjiro rise alla reazione della rossa:

-Non la uso quasi mai, ho l’abitudine di dormire sul ponte e comunque c’è un divano nella cabina di Ace, starò lì quando vorrò dormire comodo.-

si accese una sigaretta e aggiunse:

-Il capitano voleva lasciarvi la sua, ma c’era il problema che avremmo impiegato secoli a svuotarla dato che regna il caos nella sua stanza e quindi abbiamo deciso così.-

Sakura sorrise:

-Grazie, per averci lasciato la tua stanza.-

Kanjiro ricambiò il sorriso:

-Ora è vostra. Sistemate le vostre cose con calma. A domani.-

il vice capitano uscì, lasciandole da sole nella loro nuova stanza.

Momo scaraventò le sue cose sul letto e si sedette per terra, per niente intenzionata a sistemarle,  mentre Sakura stava mettendo a posto i suoi vestiti nell’armadio:

- Kanjiro non ti ricorda qualcuno, Mo-chan?-

la rossa annuì:

-La sua gentilezza, ricorda nostro padre.-

Sakura sorrise:

-Già, è un tipo calmo e gentile, proprio come era papà.-

lo aveva notato mentre ci parlava; le due sorelle continuarono a parlare mentre ordinarono le loro cose o meglio, Momo non stava facendo nulla mentre Sakura sistemava anche le cose della sorella.
 
 
***
 

A Marineford, nell’ufficio del Grand Ammiraglio, era da mezz’ora che Garp se ne stava seduto a fissare una taglia mentre borbottava, Sengoku si stava chiedendo cosa aveva da brontolare:

-Senti un po’ tu, sei sparito per mesi poi all’improvviso riappari e ti metti a borbottare davanti ad una taglia di un pirata di cui si sa solo il nome.-

il vice ammiraglio scattò in piedi e urlò:

-Quel moccioso! Come osa diventare un pirata!?-

scoppiò a ridere come uno stupido:

-Alla fine non mi ha dato retta!-

il Grand Ammiraglio sospirò rassegnato:

-“E’ impazzito del tutto.”-

si alzò e prese la taglia, costringendo Garp a dargli ascolto:

-Tu, conosci questo pirata?-

dalle sue parole, aveva intuito che molto probabilmente lui, sapeva qualcosa su quel pirata; l’amico annuì soddisfatto:

-Certo, quello stupido è mio nipote.-

Sengoku rimase senza parole, sapeva che Garp aveva un nipote e sapeva anche chi era ma, non sapeva che ne aveva un altro:

-Quindi hai due nipoti? La cosa mi sembra assurda.-

il vice ammiraglio si era rimesso seduto e aveva iniziato a mangiare i suoi amati biscotti:

-Che c’è di assurdo? Posso anche avere cento nipoti, senza che tu ne sei a conoscenza.-

Sengoku sapeva che non aveva così tanti nipoti e per lui era una grande fortuna, perché era certo che se li sarebbe trovati tra i piedi:

-La cosa assurda, è il fatto che di quel ragazzo abbiamo scoperto solo il nome e nient’altro e quindi se davvero è tuo nipote, mi dici come mai non ne siamo venuti a conoscenza prima?-

Garp scoppiò a ridere:

-Forse chi ha cercato di scoprire il passato di Ace, era un babbeo.-

Sengoku sospirò:

-Lasciamo perdere.-

l’amico annuì:

-Bravo, lascia che mio nipote faccia quello che vuole.-

il superiore gli mollò un pugno in testa:

-Non intendevo questo!-

Garp recuperò i biscotti che erano caduti:

-E cosa intendevi allora?-

Sengoku sbuffò:

-In un solo anno, ha dato problemi e con il passare del tempo diventerà un grande problema, però nonostante la sua giovane età, è in gamba e sarebbe un peccato eliminarlo.-

Garp capì dove voleva andare a parare l’amico:

-Dubito che accetterà di entrare nella flotta dei sette. Lo conosco benissimo e ti assicuro che Ace, ha le idee chiare sul suo futuro.-

il superiore si affacciò alla finestra:

-Proverò comunque a chiederglielo, se accetta l’invito bene, se non lo accetta vorrà dire che lo elimineremo.-

Garp si alzò:

-Fa come vuoi, io me ne torno a Foosha per assicurarmi che l’altro idiota non prenda la strada della pirateria.-

scoppiò a ridere e se ne andò.

Quando Garp uscì dalla stanza, Sengoku sbuffò sedendosi sulla sua poltrona:

-“Non bastava Garp o suo figlio, ora ci si mette pure suo nipote a darmi problemi.”-

era inutile disperarsi, dato che aveva scelto lui di essere un Grand Ammiraglio e quindi doveva sopportare tutti i problemi che ogni giorno saltavano fuori, anche sopportare i problemi causati dalla famiglia di Garp.
 
 
***
 

Era sorto un nuovo giorno, i pirati di “Picche” erano tutti nella sala da pranzo a fare colazione e nonostante era mattina, stavano festeggiando con fiumi di alcol,  l’ingresso nella ciurma di Momo e Sakura.

Ace e Momo, mentre mangiavano stavano bisticciando, mentre tutti gli altri ridevano divertiti, Kanjiro appoggiò il boccale vuoto e rise:

-Capitano, c’è qualcuno che ti tiene testa e non solo a parole ma anche nel mangiare.-

Ace fulminò con lo sguardo il suo vice, facendo ridere tutti gli altri:

-Baka Hono-chan, ti stavo parlando e non puoi ignorarmi!-

Pugno di Fuoco si girò verso la rossa:

-Primo, non mi stavi parlando ma insultando e secondo, finiscila di chiamarmi così!-

Momo sbatte un pugno sul tavolo, già brilla:

-Io ti chiamo come mi pare!-

i due andarono avanti per un bel po’ a discutere, poi si misero a ridere; la mattinata continuò così, tra bisticci e risate e a metà pomeriggio quasi tutti erano crollati sul pavimento della cucina ubriachi; Sakura non riusciva a credere che quella ciurma, si era ubriacata in pieno giorno e con loro anche la sorella, sbuffò e sorresse la gemella:

-Mo-chan, te lo dico sempre di non esagerare con il rum.-

 
sapeva che la sorella non la stava ascoltando dato che dormiva, tenendola in piedi andò nella loro cabina, mentre Kanjiro dopo vari tentativi di svegliare Ace senza riuscirci, lo sorresse portandolo nella sua stanza; passarono la giornata in totale silenzio, a parte Sakura e Kanjiro, che erano rimasti sobri, tutti gli altri erano ubriachi e stavano dormendo.

Il giorno seguente, quando tutti furono finalmente svegli, la “Kaen” salpò verso nuove avventure.
 
 
Continua…

 


 
Ciao,

qui ho cambiato i nomi dei membri della ciurma, quelli che avevo messo nella versione precedente, non mi piacevano più di tanto; ho modificato il pezzo dove le gemelle accettavano di unirsi alla ciurma, perché nell’altra versione, mi avevano fatto notare, che avevano accettato troppo in fretta la proposta.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti e soprattutto, ringrazio CreepyPirate21 che ha commentato il primo capitolo.

Da settimana prossima, non aggiornerò più al mattino ma, dopo le 17.00, prima di cena o dopo, comunque il capitolo ci sarà.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.
 

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Capitolo 8
*** Passato Terza Parte:Una Proposta Rifiutata ***


8° CAPITOLO:
PASSATO TERZA PARTE:UNA PROPOSTA RIFIUTATA



 
Quel giorno, i pirati di “Picche” avevano fatto porto su una piccola isola del Grande Blu.

Una volta gettata l’ancora, tutta la ciurma si dileguò tra le strade affollate, in cerca di locande dove potersi ubriacare.

Ace si trovava sulla spiaggia insieme a Momo, erano appena scappati da una locanda come loro solito.

Momo decise che quello era il momento giusto, era passata ormai una settimana da quando lei e Sakura si erano unite alla ciurma di Ace e lei si sentiva in dovere di ringraziarlo come si doveva.

La ragazza dagli occhi scarlatti tirò fuori dalla tasca un oggetto e lo diede ad Ace:

-Questo è per ringraziarti, di aver salvato mia sorella e per averci accolto nella tua ciurma.-

il ragazzo di fuoco osservò l’oggetto, che non era altro che un semplice bracciale:

-Non c’è bisogno di ringraziarmi. Ho salvato Sakura, perché era la cosa giusta da fare e vi ho preso nella mia ciurma, perché mi siete simpatiche e so che posso fidarmi di voi.-

si mise al polso il bracciale e sorrise:

-Comunque grazie, mi piace molto.-

Momo arrossì, lo conosceva da una settimana eppure, ancora non lo capiva.

I due ragazzi, rimasero a fissare l’oceano per un bel po’ di tempo poi, senza dire nulla, si alzarono e fecero ritorno alla nave.
 

 
*
 

Era da ormai diversi mesi che le due gemelle facevano parte dei pirati di “Picche”, avevano legato con tutti, soprattutto con Kanjiro che per loro era come un fratello maggiore; Sakura aiutava Chomei a cucinare, tranne quando il cuoco si metteva a fare i suoi esperimenti e negli scontri, di cui non prendeva parte, si teneva sempre pronta ad aiutare Matabei a curare i compagni, anche se la prima volta che aveva aiutato il medico era stata intenzionata a scappare fuori dall’infermeria, perché il modo di fare di Matabei era troppo spaventoso.

Momo invece era sempre pronta a dare una mano in battaglia e andava d’accordo con tutti, anche se il suo rapporto con Ace era molto strano, passavano le giornate a bisticciare e a offendersi ma, erano sempre pronti ad aiutarsi a vicenda e più volte riuscivano a parlare senza litigare.
 

 
*


Quella mattina, i pirati si erano appena svegliati ma, Ace e Momo erano già dietro a litigare:

-Baka Hono-chan, come hai osato intralciarmi!?-

il ragazzo sbuffò:

-Piantala di chiamarmi così! E poi io non ti ho intralciato razza di stupida! Stavo uscendo dalla mia cabina, sei tu che ti sei fermata in mezzo al corridoio!-

la rossa lo afferrò per la camicia, che stranamente indossava, dato che il più delle volte andava in giro senza:

-Io non sono mai tra i piedi! Sei tu che hai scelto il momento sbagliato per uscire!-

i due andarono avanti così sotto lo sguardo divertito della ciurma; Kanjiro si accese una sigaretta e sbuffò:

-E’ mai possibile, che tutti i giorni devono iniziare la giornata litigando su certe stupidaggini?-

Sakura sorrise:

-E’ il loro modo di salutarsi.-

il vice capitano annuì:

-Credo che tu abbia ragione, però ora è meglio farli smettere.-

la ragazza si avvicinò ai due litiganti e si mise in mezzo:

-Ora da bravi fate un respiro profondo e calmatevi.-

Ace e Momo fissarono Sakura poi sospirarono e smisero di litigare, la calma della ragazza dagli occhi blu era disarmante, quando lei parlava i due perdevano la voglia di discutere; Kanjiro si avvicinò ai tre:

-Capitano, abbiamo visite.-

Ace si voltò e vide una nave della marina:

-E che cavolo vogliono?-

Momo gli mollò un pugno in testa:

-Perché non vai a chiederglielo?-

la gemella e il vice capitano erano pronti a farli smettere di litigare, dato che era scontato che si sarebbero rimessi a bisticciare ma ciò non era accaduto; una voce proveniente dalla nave nemica attirò l’attenzione di tutti:

-Pugno di Fuoco! Non siamo qui per combattere! Abbiamo una proposta da farti!-

i pirati si fissarono confusi mentre Ace sembrava divertito dalla situazione:

-Perché quei babbei vogliono parlare con Baka Hono-chan?-

il vice capitano si accese l’ennesima sigaretta, nonostante si era svegliato da poco aveva già fatto fuori un pacchetto di sigarette:

-Io un’idea ce l’avrei.-

il capitano si sporse dal parapetto e urlò:

-Sono curioso di sapere che volete! Vieni pure a bordo ma da solo!-

i suoi compagni sospirarono rassegnati, solo il loro capitano poteva essere così stupido da invitare a bordo un nemico.

Dieci minuti più tardi, una scialuppa si accostò alla nave pirata e un uomo salì a bordo mentre gli altri due rimasero ad aspettarlo:

-Mi presento, sono il vice ammiraglio Kenzo.-

Ace sbuffò, voleva farla finita subito, qualunque cosa voleva a lui non interessava ma ovviamente era curioso di saperla:

-Non mi importa niente del tuo nome. Che diavolo vuoi da me?-

il vice ammiraglio fissò il giovane pirata:

-“Ma che razza di insolente, che è questo pirata.”-

osservò tutti i pirati che si trovavano sul ponte e notò Momo:

-“Quella ragazza se non sbaglio non era un pirata, che ci fa con questa banda di pazzi?”-

l’unica persona che non vide fu Sakura, che prontamente si era nascosta dietro a Chomei per non farsi vedere, non voleva avere una taglia e se il marines l’avesse notata, avrebbe potuto riferirlo ai suoi superiori:

-Ehi! Vice ammiraglio da strapazzo, ti decidi a dirmi che vuoi?-

Ace iniziava a spazientirsi, Kenzo si sentì offeso dal modo in cui era stato chiamato dal giovane pirata ma, infondo per lui i pirati erano dei gran maleducati:

-Stai calmo, arrivo subito al dunque. Il Grand Ammiraglio Sengoku, ti propone di entrare nella flotta dei sette.-

tutti rimasero sorpresi tranne Kanjiro che sorrise, aveva intuito il motivo di quella visita, anche perché era l’unica ragione che poteva spingere un marines a parlare con un pirata:

-Ci ho visto giusto.-

si voltarono verso il loro capitano curiosi di sapere che avrebbe risposto, anche se già conoscevano la sua risposta; Ace aveva lo sguardo nascosto sotto al cappello, alzò la testa incrociando lo sguardo con quello del marines:

-Se avevo intenzione di collaborare con la marina, sarei diventato un marines. Quindi è ovvio che la mia risposta è no.-

Kenzo si sorprese, tutti quelli che erano stati invitati ad entrare nella flotta dei sette avevano accettato subito, per i loro motivi ovvio, mentre Ace aveva rifiutato senza pensarci un attimo:

-Se questa è la tua risposta, andrò a riferirlo al Grand Ammiraglio.-

il marines ritornò sulla sua scialuppa e fece ritorno alla nave che partì immediatamente.

I pirati risero divertiti dalla faccia che il vice ammiraglio aveva fatto prima di andarsene, Momo diede una pacca sulle spalle ad Ace e sorrise:

-Complimenti, Baka Hono-chan. Per una volta ti sei dimostrato un vero capitano.-

il ragazzo rise:

-Chomei, quanto manca per il pranzo?-

il cuoco sbuffò, un attimo prima si era comportato da vero capitano e ora, era tornato il solito ragazzino perennemente affamato:

-Abbiamo finito da poco la colazione.-

il capitano non lo ascoltò nemmeno dato che si era messo a parlare con Kanjiro, infondo non gli importava più di tanto, era ormai un maestro nel intrufolarsi in cucina a rubare qualcosa da mangiare.

La mattinata proseguì senza altri problemi, anche si più volte la tranquillità veniva spezzata dai litigi tra Ace e Momo.
 

 
***
 

A Marineford, Sengoku aveva appena ricevuto una chiamata dal vice ammiraglio Kenzo che lo aveva informato del rifiuto da parte di Ace, nel suo ufficio entrò Garp che per poco non buttava giù la porta:

-Entra più piano o mi demolisci l’ufficio.-

il vice ammiraglio rise divertito:

-Che è successo di bello? Mi sembri nervoso.-

Sengoku stava seriamente pensando di buttar fuori a calci l’amico:

-Ace, ha rifiutato la proposta di entrare nella flotta dei sette.-

Garp rise facendo cadere alcuni biscotti, sapeva che sarebbe andata a finire così:

-Io, te lo avevo detto. Infondo non l’ho mai convinto ad entrare in marina, quindi è scontato che non avrebbe mai accettato la tua proposta.-

il superiore sospirò, era sollevato che quel pirata non fosse diventato un marines, gli bastava Garp e non voleva altri suoi parenti in giro:

-E non è tutto. Quella ragazza di nome Momo, sembra che si sia unita alla ciurma di Ace.-

l’amico sorrise, aveva sentito parlare di lei, l’ha trovava in gamba:

-E quindi ora è una pirata.-

scoppiò a ridere mentre Sengoku, sbuffò rassegnato all’idiozia dell’amico:

-Non è questo il problema.-

l’amico si incuriosì:

-Abbiamo scoperto chi è Ace.-

Garp per poco non si soffocò con un biscotto, non capiva come avessero fatto a scoprire il suo passato, era sicuro di aver fatto molta attenzione; aveva fatto di tutto per tenere celata la sua esistenza, crescendolo nascosto dal mondo:

-Di che parli?-

Sengoku sbatté un pugno sulla scrivania, questa cosa proprio non poteva accettarla:

-Come hai potuto proteggere il figlio di quel pirata?!-

l’amico si fece serio:

-Come potevo rimanere a guardare, mentre lo uccidevano? Un bambino non si sceglie i genitori. Suo padre era un pirata ma, lui era un bambino innocente.-

il Grand Ammiraglio sospirò:

-Hai ragione ma, ciò non toglie il fatto che quel ragazzo è una minaccia. In lui scorre il sangue di un pirata, che ha dato vita a quest’era e per di più, è anche lui un pirata ora.-

Garp si sedette e sbuffò:

-Che ha scoperto la tua spia?-

Sengoku si sorprese nel vederlo calmo, era convinto che avrebbe perso le staffe:

-Ha scoperto che è nato nel Mare Meridionale sull’isola di Baterilla. Su quell’isola abbiamo scoperto che ci aveva vissuto una donna di nome Portuguese D. Rouge, che è morta dando alla luce suo figlio. Non ci è voluto molto per capire che quel figlio è Ace, come non ci è voluto molto per scoprire che suo padre è Gol D. Roger.-

il vice ammiraglio sorrise:

-Complimenti, quella spia è in gamba. E ora che farai?-

Sengoku si fece serio:

-Ho ordinato a quel marines di tacere e di non dire nulla a nessuno. Se il mondo venisse a sapere che il figlio del Re dei pirati è ancora vivo scoppierebbe il caos.-

Garp annuì, aveva intenzione di mantenere la promessa fatta a Roger, perché ormai Ace era suo nipote, avrebbe fatto di tutto per proteggerlo:

-Comunque la mia intenzione, è quella di arrestarlo e giustiziarlo pubblicamente e far sapere al modo di chi è figlio, solo dopo che lui sarà morto.-

il vice ammiraglio si alzò:

-Fai come vuoi ma non avrai il mio aiuto, Ace è mio nipote.-

uscì dall’ufficio parecchio arrabbiato, per questa faccenda non avrebbe mosso un dito.

Sengoku sospirò:

-“Questa non ci voleva, ero certo che non c’era più traccia del sangue di Roger e invece grazie a Garp, suo figlio è ancora vivo.”-

sperava di non avere più niente a che fare con quel pirata ma si sbagliava.

Capiva le motivazioni di Garp ma, un marines aveva prima di tutto il dovere di eliminare qualunque minaccia, anche se si trattava di uccidere un innocente; invece l’amico agiva come voleva, seguendo una sua giustizia personale, dove chiunque poteva vivere a meno che non uccideva degli innocenti e questo, per Sengoku era sbagliato, se si era pirati o discendenti di pericolosi pirati, come nel caso di Ace, bisognava agire.  
 
 
***
 

A mezzogiorno, i pirati di “Picche” giunsero su una piccola isola, le due gemelle c’erano già state e grazie a loro avevano evitato di chiedere quanto ci voleva per i log pose, il giorno seguente avrebbero ripreso di nuovo il mare.

Giunti al porto, Ace insieme alle due gemelle andarono in cerca di una locanda, l’isola era piccola ma la città era molto grande, mentre i tre erano alla ricerca di un posto dove mangiare gli altri membri della ciurma si erano dileguati in giro per le stradine della città.

Finalmente trovarono una locanda e una volta dentro, come sempre, Sakura si mise ad un tavolo vicino a quello dove si erano seduti la sorella e il capitano; si metteva sempre in un altro tavolo per poter mangiare tranquillamente senza dover scappare dopo il pasto.

Dopo un’ora, Ace e Momo avevano quasi finito, mentre Sakura se ne stava tranquilla a sorseggiare una tazza di tè, quando il chiacchiericcio della locanda si interruppe per il solito motivo:

-Baka Hono-chan! Quello è mio!-

il ragazzo sbuffò:

-E chi lo dice?!-

la rossa scattò in piedi:

-Lo dico io!-

Ace si alzò e fissò dritto negli occhi l’amica:

-E che mi importa se lo hai deciso tu!-

i clienti e i camerieri fissarono i due ragazzi, che poco prima si stavano ingozzando, mentre Sakura se la rideva:

-“Mi stavo appunto chiedendo quando avrebbero iniziato a litigare. Comunque litigare per l’ultimo pezzo di pesce rimasto, è da bambini.”-

Ace e Momo continuarono a litigare e ad offendersi, quando ad un tratto dalla finestra entrò un piccolo gatto nero che salì sul tavolo e fissò il pesce, poi lo afferrò e se ne uscì dalla finestra, i due ragazzi fissarono prima il piatto vuoto e poi la finestra da dove era uscito il micio, i due scattarono fuori correndo dietro al piccolo ladro:

-Vieni qui maledetto ladro!-

i camerieri vedendoli uscire, li rincorsero urlando a loro volta:

-Ladri, tornate a pagare!-

Sakura sempre seduta al suo posto, rise divertita:

-“Tra i due litiganti, il terzo vince.”-

si alzò e andò al bancone a pagare ciò che aveva mangiato, poi se ne tornò alla nave.
 
 
*


Tornata alla nave vide Kanjiro appoggiato al parapetto, che si stava fumando una sigaretta:

-Hai perso quei due pazzi?-

Sakura lo raggiunse e sorrise:

-No, sono usciti di corsa dalla locanda.-

il vice capitano scoppiò a ridere:

-E scommetto che erano inseguiti dai camerieri.-

lei annuì:

-Già, però sta volta stavano inseguendo un gatto mentre scappavano.-

il cecchino sorrise:

-Preferisco non sapere che centra il gatto.-

la ragazza rise, nel ciurma ormai non ci facevano più caso alle stranezze di quei due:

-E’ da un po’ che volevo chiedertelo, come vi siete conosciuti tu ed Ace? Mi sembrate molto uniti.-

aveva notato che il vice capitano, era l’unico a cui Ace dava ascolto, più volte li aveva visti capirsi con un solo sguardo, si fidavano cecamente dell’altro, certo i due si fidavano anche degli altri ma, era diverso; Kanjiro spense la sigaretta e sorrise:

-Beh, considero quello stupido come un fratello. Comunque, ci siamo conosciuti nel Mare Occidentale, io ero capitato lì per caso e non chiedermi come ci sono arrivato su quell’isola perché non saprei risponderti.-

Sakura sorrise, la pessima memoria del vice capitano era il suo unico difetto:

-Mentre giravo per l’isola incontrai Ace, era circondato da un gruppo di cacciatori, li aveva stessi alcuni ma, era in difficoltà e così decisi di aiutarlo. Infondo non aveva ancora mangiato il frutto del diavolo e quindi era normale che fosse in difficoltà, comunque sia alla fine dopo aver sistemato quei tizi abbiamo mangiato qualcosa ed Ace, mi ha chiesto se volevo diventare il suo vice capitano e dato che non avevo altro da fare, accettai. Questo è tutto.-

la ragazza sorrise:

-Non sarebbe Ace, se non fosse nei guai.-

il vice capitano rise:

-Hai ragione. Ora sarà meglio che vada a vedere che sta combinando Chomei, dato che sono ore che è chiuso in cucina.-

Kanjiro sparì sottocoperta mentre Sakura rimase ad osservare il mare.
 

 
*


Intanto, Ace e Momo avevano perso di vista il gatto ma almeno avevano seminato i camerieri, la ragazza sbuffò:

-Quella dannata palla di pelo, è scappata.-

Pugno di Fuoco rise:

-Però siamo riusciti a scappare dai camerieri.-

Momo sorrise, poi si alzò in piedi:

-Io me ne torno alla nave. Tu, che fai?-

Ace si sistemò il cappello che gli era scivolato sulle spalle:

-Mi faccio un giro.-

i due preso strade diverse, ognuno diretto alla sua metà.
 
 
***
 

In mezzo all’oceano, a bordo di una delle navi pirata più famose, Barbabianca se ne stava seduto sul sua poltrona e stava leggendo il giornale:

-Perché i giovani, hanno sempre fretta di questi tempi?-

rise divertito quando finì di leggere l’articolo:

-Ci sono ragazzi molto forti nella rotta maggiore. Gli hanno proposto di entrare nella flotta dei sette e lui ha rifiutato.-

un uomo con un assurdo ciuffo, si fece curioso alle parole del babbo:

-Di chi stai parlando?-

il vecchio pirata rise:

-Di Portuguese D. Ace. Sembra un tipo interessante.-

un altro pirata dall’aria annoiata sorrise:

-E scommetto che gli vuoi chiedere di unirsi a noi, vero?-

Newgate sorrise:

-Si, è proprio così, Marco. Sarebbe interessante vedere dove arriverà e mi piacerebbe averlo nella nostra famiglia.-

i due pirati sorrisero:

-Bene, Satch, tu ora devi andare o sbaglio?-

l’uomo dal ciuffo strano rise:

-Me ne stavo dimenticando. Ora vado.-

si allontanò insieme a Marco, mentre Barbabianca fissò la foto che c’era sul giornale:

-“Ace, è giovane ma in gamba. Di sicuro sta puntando di raggiungere il Nuovo Mondo, lo aspetterò.”-

osservò l’oceano e sorrise.
 
 
***
 

Momo tornò alla nave e salì a bordo:

-Ehi, hai perso il capitano?-

la ragazza si girò verso il proprietario della voce e vide Matabei appoggiato al parapetto che stava dando le spalle al mare:

-Non ho perso lo stupido, è solo che avevo voglia di tornare alla nave.-

raggiunse il medico e si appoggiò anche lei al parapetto:

-Capisco, spero solo che non combini guai come al suo solito.-

Momo rise divertita, in effetti si rese conto che era stata una pessima idea quella di lasciare Ace da solo:

-Matabei, è da un po’ che volevo chiedertelo. Sei stato tu ad amputare la gamba a Zenko?-

il medico rise divertito:

-Che domande fai, vedi altri medici su questa nave?-

la ragazza rise:

-No e mi dispiace per lui, chissà che brutta esperienza è stata per quell’armadio vivente.-

il medico si imbronciò:

-Ehi, dico, mi hai preso per un sadico?-

Momo annuì:

-Sadico e pure pazzo.-

Matabei sbuffò:

-Siete tutti degli ingrati. E comunque quella volta, ho dovuto amputargli la gamba dato che l’infezione si stava propagando per tutto il corpo e ha rischiato di morire, poi quella volta l’ho fatto ubriacare così è crollato e non si è accorto di nulla. Al suo risveglio si è ritrovato una gamba di legno.-

Momo sorrise:

-Allora a volte ci tieni ai tuoi pazienti.-

il medico sospirò sconsolato:

-Ragazzina, sei crudele.-

lei scoppiò a ridere e mentre rideva vide Zenko che si stava avvicinando ai due; era un uomo grande e grosso sui 40 anni, aveva i capelli grigi legati in una coda bassa e gli occhi erano neri, indossava una felpa verde scuro e dei pantaloni lunghi di colore bianchi, aveva la gamba destra di legno e alla sinistra portava uno stivale nero; era un tipo scorbutico e di poche parole ed era sempre dietro a litigare con Chomei, nonostante i due erano amici di lunga data, visto che erano cresciuti sulla stessa isola ma, nonostante il suo pessimo carattere era un ottimo carpentiere ed era solo grazie a lui, se la “Kaen” non era ancora affondata:

-Ehi, medico folle e ragazzina non è meglio recuperare il capitano?-

Momo annuì:

-Si, hai ragione.-

Matabei scoppiò a ridere:

-Lasciatelo dove è, tornerà da solo e se si è perso ci penserà Kanjiro a ritrovarlo.-

una voce alle loro spalle li fece voltare:

-Mi avete preso per la sua balia?-

i tre annuirono alla domanda del vice capitano apparso da chissà dove, infondo era sempre lui che si occupava di ritrovare Ace:

-Tra un po’ è pronta la cena e per quanto riguarda Ace, non c’è motivo di preoccuparsi. Quando avrà fame, arriverà.-

Momo sorrise:

-Come fanno i gatti.-

Kanjiro annuì e si recò verso la sala da pranzo seguito dagli altri.
 
 
*


Il sole stava lentamente tramontando ed Ace decise di tornare alla nave, anche perché iniziava ad avere una gran fame.

Mentre camminava lungo la strada che conduceva al porto, vide un gruppo di uomini che stavano parlando, all’inizio li ignorò ma quando uno dei due fece un nome a lui famigliare, si fermò ad ascoltare la loro conversazione, dopo un po’ il gruppo di uomini cambiò discorso ed Ace si rimise incammino:

-“Interessante, ora so dove devo andare.”-

sorrise soddisfatto, non pensava che lo avrebbe trovato così presto. 
 
                                                                                         
Continua…
 
 


Ciao,

anche al carpentiere ho cambiato nome e come sempre ho sistemato i dialoghi, spero che vi sia piaciuto.

Il pezzo iniziale, era un capitolo della raccolta legata alla storia, ho deciso di inserirlo in questa rivisitazione.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione, il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia, tra i preferiti e soprattutto, ringrazio CreepyPirate21 che ha commentato il primo capitolo.

A mercoledì con il nuovo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 9
*** Passato Quarta Parte:Una Promessa Sotto la Neve ***


9° CAPITOLO:
PASSATO QUARTA PARTE:UNA PROMESSA SOTTO LA NEVE



 
A bordo della “Kaen”, tutta la ciurma era riunita nella sala da pranzo a cenare e ogni tanto si voltavano verso la porta per vedere se il loro capitano stava arrivando, iniziavano a preoccuparsi dato che erano passate diverse ore e lui, non si era ancora fatto vedere; ad un tratto la porta si spalancò cadendo a terra:

-Maledizione, Ace! L’avevo appena aggiusta quella porta!-

il capitano rise:

-Scusami Zenko, non l’ho fatto apposta.-

il carpentiere sbuffò:

-Dove eri finito?-

Pugno di Fuoco si girò verso il suo vice e gli sorrise:

-Ho scoperto una cosa interessante, domani partiamo per l’isola di Yuki.-

tutti lo fissarono come se fosse impazzito, Kanjiro finì il rum e fissò Ace:

-E si può sapere che c’è di interessante su quell’isola?-

il capitano aveva troppi pensieri per la testa e non aveva molta voglia di parlare ma sapeva che se non avesse dato delle spiegazioni, la sua ciurma si sarebbe rifiutata di partire:

-Niente, è un’isola disabitata ricoperta di neve.-

Momo sbatté un pugno sul tavolo e si alzò:

-Baka Hono-chan, sei impazzito del tutto?! Tu, vuoi farci andare su un’isola fredda e piena di neve e per giunta disabitata! Io odio il freddo e mi rifiuto di andarci!-

in quel momento Ace era certo che la ragazza lo avrebbe ucciso se non fosse stato più chiaro, in effetti dubitava che qualcuno lo avrebbe seguito, se lui non dava spiegazioni più precise:

-Stai calma. Qualcosa o meglio qualcuno c’è su quell’isola. Ho saputo che Shanks il Rosso dovrebbe trovarsi lì.-

tutti sta volta erano convinti che il loro capitano era impazzito completamente, Kanjiro si avvicinò a lui e lo fissò dritto negli occhi:

-Ascolta, siamo tutti pronti ad affrontare un giorno Barbabianca, dato che il tuo obbiettivo è sconfiggerlo ma non ci hai mai detto di voler affrontare altri imperatori. Quindi scordatelo che noi ti seguiamo in questa impresa folle.-

la ciurma teneva molto al loro capitano, per lui erano disposti a rischiare la loro stessa vita per aiutarlo nel suo obbiettivo di sconfiggere il vecchio pirata ma non erano pronti a rischiare la vita contro gli altri tre imperatori; Ace si fece stranamente serio, cosa che capitava raramente:

-Non voglio combattere con lui ma voglio parlarci.-

nessuno sapeva più che dire, tranne ovviamente Momo che si era arrabbiata ancora di più:

-Ma bene, non solo vuoi andare su un’isola innevata ma ci vuoi andare solo per parlare con uno che non sei certo che si trova lì.-

il capitano sbuffò, iniziava ad essere stanco di dare spiegazioni, sapeva quello che faceva ma a quanto pare, i suoi uomini non lo capivano:

-Fate come volete ma io domani parto per andare da Shanks. Quando ho lasciato la mia isola mi sono ripromesso che lo avrei trovato e ringraziato.-

i pirati erano più tosto confusi, Sakura rimasta in silenzio fino adesso si girò verso l’amico:

-Perché vuoi ringraziare quel pirata?-

Ace si voltò verso di lei, a volte si dimenticava della sua presenza talmente era tranquilla:

-Semplice, perché Shanks ha salvato mio fratello.-

la ciurma rimase senza parole, solo in quel momento si resero conto di non sapere nulla sul loro capitano, non solo non sapevano che aveva un fratello ma non sapevano nemmeno da che isola veniva, Ace per loro era un tale mistero ma erano certi che aveva i suoi buoni motivi per voler celare il suo passato e non centrava nulla la sua mancata fiducia nei loro confronti, perché era chiaro che lui si fidava della sua ciurma:

-Se la metti così Baka Hono-chan, sono con te.-

il capitano si stupì delle parole di Momo:

-Perché hai cambiato idea?-

la ragazza sorrise:

-Perché farei la stessa cosa. Infondo quando ci siamo conosciuti ti ho ringraziato per aver salvato mia sorella e quindi sono d’accordo con te. Se vuoi andare dal Rosso per ringraziarlo, io ti seguo anche se odio il freddo.-

Ace sorrise all’amica; Kanjiro rimasto in piedi fino a quel momento, ritornò a sedersi:

-Bene, ora che abbiamo deciso ci basta sapere dove è l’isola.-

Ryoichi si fece sentire:

-Non è molto lontano da qui. Se partiamo domani all’alba ci arriveremo in mattinata.-

Pugno di Fuoco rise, il suo navigatore sapeva ogni cosa:

-Partiremo all’alba, allora.-

fece per uscire quando Chomei lo chiamò:

-Ma dove diavolo vai? E’ pronta la cena.-

Ace si voltò verso il cuoco e sorrise:

-Non ho fame.-

tutti rimasero a bocca aperta, Matabei si preoccupò:

-Stai forse male? Non è da te saltare i pasti.-

il capitano rise divertito, i suoi compagni si preoccupavano sempre per niente:

-Capita anche a me di non avere fame.-

poi uscì senza aggiungere altro, la ciurma decise di lasciarlo perdere e ripresero a cenare non accorgendosi che qualcun altro era uscito.
 

 
*


Ace salito sul ponte si appoggiò al parapetto e si mise ad osservare il cielo stellato:

-Sta sera sei più strano del solito.-

era certo che sarebbe venuta a cercarlo, era sempre così, lui si isolava e lei lo trovava e alla fine, riusciva a sempre a parlargli dei pensieri che aveva in testa in quel momento; Momo si appoggiò accanto a lui e prese ad osservare anche lei il cielo:

-Che hai?-

il capitano abbassò lo sguardo fissando il mare:

-E’ solo che non credevo di trovare Shanks così presto.-

la ragazza lo fissò e sorrise:

-Meglio, no? Comunque non sapevo che avevi un fratello. Non so il perché ma ho sempre pensato, che non avevi una famiglia.-

Ace rise:

-In effetti hai ragione, io non ho una famiglia.-

Momo si sorprese:

-Ma come? Se hai un fratello, una famiglia ce l’hai per forza.-

l’amico si fece serio, per lui non era facile parlare di se e del suo passato:

-Non siamo realmente fratelli. I miei veri genitori non li ho mai conosciuti, l’uomo che dovrei chiamare padre è morto prima che io nascessi, mentre mia madre è morta dandomi alla luce.-

la ragazza abbassò lo sguardo, sapeva cosa significava perdere i genitori ma almeno lei aveva avuto la fortuna di conoscerli, mentre lui no:

-Mi dispiace per te, ti sarai sentito solo.-

Ace scosse la testa, solo non si era mai sentito, grazie ai suoi fratelli e alla strana famiglia che lo aveva cresciuto:

-Avrei voluto conoscere mia madre ma non mi sono mai sentito solo.-

Momo tornò a fissarlo curiosa:

-E tuo padre, non lo avresti voluto conoscere?-

si sorprese di vedere lo sguardo di Ace, sembrava arrabbiato:

-Io odio quell’uomo.-

l’amica rise:

-Lo odi come odi il Re dei pirati, vero?-

lui annuì, non se la sentiva di dirgli che suo padre e il Re dei pirati erano la stessa persona:

-Comunque, mi spieghi come hai fatto a non sentirti solo se non hai mai conosciuto i tuoi genitori?-

preferiva non chiedergli il perché odiava quelle due persone, era chiaro che l’amico non glielo avrebbe mai detto; Ace sorrise:

-Perché sono cresciuto in una bizzarra famiglia.-

Momo si fece ancora più curiosa, era da quando lo aveva conosciuto che aveva sempre voluto sapere qualcosa su di lui e ora, ne aveva l’occasione e non voleva perderla:

-Dai racconta.-

Pugno di Fuoco fissò l’amica per la prima volta da quando avevano iniziato quella conversazione:

-Appena sono nato, mi ha preso con se un vice ammiraglio della marina che mi portò sulla sua isola.-

la ragazza lo fissò sorpresa delle sue parole, non capiva come era possibile che un marines aveva cresciuto un pirata:

-Un vice ammiraglio? E chi era?-

Ace rise divertito dall’espressione dell’amica:

-Si chiama Garp e per me è come un nonno, anche se a volte sa essere molto spaventoso.-

doveva molto a quel vecchio marines, non solo gli aveva permesso di vivere ma lo aveva cresciuto proprio come se fosse sangue del suo sangue; per poco Momo non cadde per terra dalla sorpresa, lei conosceva la fama di quell’uomo:

-Tuo nonno adottivo è l’eroe della marina?-

il ragazzo annuì, non stupendosi che l’amica lo conosceva:

-Comunque, il nonno mi ha affidato ad una donna di nome Dadan, che è a capo di una banda di banditi. Lei per me è stata la madre che non ho mai conosciuto, sono stati loro due a crescermi.-

gli mancava quella donna burbera ma anche gentile, sperava di rivederla un giorno, per potergli dire grazie per ciò che aveva fatto per lui; Momo sorrise:

-Cresciuto da un marines e da un bandito.-

ora sapeva chi aveva cresciuto l’amico; Ace ricambiò il sorriso:

-Quando avevo sette anni conobbi Sabo, era un bambino che aveva la mia stessa età. Lui ha differenza di me aveva una famiglia ed era persino una famiglia molto ricca della città di Goa ma lui si sentiva soffocare in quella città e non andava per niente d’accordo con i suoi genitori e così scappò di casa.-

si voltò di nuovo verso il mare e sorrise, un sorriso nostalgico:

-Siamo subito diventati grandi amici e da quel giorno abbiamo iniziato a procurarci il denaro sufficiente per poter comprare una nave e diventare pirati. Un giorno poi il nonno portò da Dadan suo nipote Rufy, che ha tre anni meno di me. All’inizio io e Sabo non lo volevamo tra i piedi ma alla fine, lui si è unito a noi e non ci è voluto molto per considerarci fratelli, poi anche Sabo venne a vivere dai banditi insieme a me e Rufy.-

quanto gli mancavano:

-Ci siamo promessi, che qualunque cosa fosse accaduta, saremmo rimasti fratelli per sempre.-

Momo sorrise, aveva capito subito che il legame tra Ace e i suoi fratelli era forte quanto il suo con Sakura:

-Quindi hai due fratelli adottivi?-

il capitano annuì:

-Purtroppo, anche se avevamo deciso di diventare pirati insieme, le nostre strade si divisero. Sabo fu costretto a tornare a casa per proteggere me e Rufy da suo padre, che per convincerlo a tornare lo aveva minacciato di farci del male ma come ti ho detto prima, lui lì non era felice e così decise di prendere il mare e di aspettarci nel Grande Blu ma scelse il giorno sbagliato, perché quel giorno nella città di Goa arrivò un Nobile Mondiale che vedendo la barca di Sabo, la fece saltare in aria.-

Momo si rattristì a quelle parole:

-Mi dispiace molto.-

Ace scosse la testa:

-Sono cose che capitano e poi io e Rufy, ci siamo ripromessi di realizzare i nostri sogni anche per Sabo.-

sorrise e aggiunse:

-Sabo, continuava a vivere nei ricordi miei e di nostro fratello.-

l’amica ammirava quella forza che Ace possedeva, lei non era certa che sarebbe riuscita ad andare avanti se avesse perso la gemella:

-Il tatuaggio sul braccio, è un errore voluto per non dimenticare tuo fratello, giusto?-

Ace annuì:

-Comunque, è  Rufy che Shanks ha salvato. Il mio fratellino ha promesso al Rosso che diventerà il prossimo Re dei pirati e io sono certo che ci riuscirà.-

la ragazza sorrise; tra i due calò il silenzio e ognuno si perse nei propri pensieri:

-“Che diavolo mi prende. E’ la prima volta che racconto del mio passato a qualcuno, non ho mai detto nulla nemmeno agli altri. Con Momo non ho avuto nessun problema a raccontargli tutto, anche se non sono riuscito a dirgli chi era mio padre.”-

sbuffò e tornò a fissare l’amica:

-E della tua famiglia che ne è stato?-

la ragazza sorrise:

-Mio padre era un pescatore ed è morto in mare a causa di una tempesta, mentre mia madre a causa dello shock, si ammalò e poco tempo dopo morì.-

Ace abbassò la testa:

-Mi dispiace.-

Momo gli sorrise:

-Ho sempre mia sorella e ora ho persino degli amici. E poi, come hai detto tu, i miei genitori vivono nei miei ricordi e in quelli di Sakura.-

il capitano ricambiò il sorriso:

-Io me ne vado a dormire, ci vediamo domani mattina.-

la rossa lo fissò fino a quando non sparì sottocoperta, poi tornò a fissare il cielo stellato.

Ace una volta tornato nella sua cabina, si buttò sul letto e sospirò:

-“Ultimamente non capisco che mi succede. Se sono da solo con Momo mi sento a disagio, mentre se ci sono anche gli altri mi sento più tranquillo e poi non faccio altro che pensare a lei e non capisco il perché.”-

diede le spalle alla porta e chiuse gli occhi, in un attimo era già crollato nel mondo dei sogni.
 

 
*


La mattina successiva, la porta della cabina del capitano si spalancò di botto:

-Baka Hono-chan! Svegliati!-

Ace continuò a dormire, Momo gli si avvicinò e gli mollò un pugno in testa svegliandolo:

-Ma che razza di modi.-

la ragazza rise:

-E’ l’unico modo che mi è venuto in mente per svegliarti. Comunque siamo arrivati.-

uscì senza aspettarlo, mentre Ace vedendola uscire, si accorse che lei indossava un cappotto e si ricordò dove erano diretti, si alzò e si precipitò sul ponte.

Una volta salito sul ponte, si arrampicò sul parapetto e osservò l’isola davanti a se, non era un’isola molto grande e al centro di essa si trovava un’immessa montagna.

Ace si sentiva puntato addosso gli sguardi dei suoi amici e si girò verso di loro, notando che tutti erano coperti dalla testa ai piedi mentre lui indossava come sempre dei pantaloni corti e una camicia a maniche corte completamente aperta:

-Baka Hono-chan, sappiamo che grazie ai tuoi poteri non senti freddo nonostante sta nevicando ma vederti vestito così, ci fai venir freddo.-

gli lanciò addosso un giacca, Ace senza dire nulla se la infilò lasciandola aperta, ultimamente non aveva molta voglia di litigare con lei e anche gli altri si erano resi conto di questo e una volta, alcuni di loro gli avevano chiesto se non si fosse innamorato della rossa e lui aveva subito negato.

Una volta gettata l’ancora, tutti i pirati scesero a terra e si incamminarono verso la montagna.
 

 
*


Era da ormai un’ora che la ciurma dei pirati di “Picche” camminava sotto la neve, Sakura camminava al fianco di Ace e si guardava intorno:

-Mi sembri molto felice.-

la ragazza gli sorrise:

-Da dove veniamo io e mia sorella, non nevica mai e da quando siamo partite questa è la seconda volta che vedo la neve e mi piace molto.-

il capitano sorrise:

-Tua sorella non mi sembra della tua stessa opinione.-

Sakura rise:

-Mo-chan ha sempre odiato il freddo.-

Kanjiro li oltrepassò sbuffando, mentre il resto della ciurma era dietro di loro.

Altre due ore dopo, non erano ancora a metà strada e Momo iniziò ad irritarsi:

-Basta! Non ne posso più di tutta questa neve che continua a scendere e poi la montagna è ancora lontana!-

Ace rise, sapeva che l’amica avrebbe iniziato a lamentarsi:

-Momo, ormai siamo arrivati.-

la rossa lo raggiunse e si mise davanti a lui fissandolo dritto negli occhi :

-E’ da un’ora che dici così e a me mi sembra che siamo ancora lontani.-

il capitano fissò la montagna poi tornò a fissare la ragazza:

-Allora è colpa della montagna che si sposta ogni volta che ci avviciniamo.-

annuì convinto di ciò che aveva appena detto:

-Ah, certo. Ora le montagne camminano.-

la ciurma osservò i due, pronti ad assistere all’ennesima litigata:

-Beh, comunque siamo quasi arrivati.-

Momo sbuffò, a volte non sopportava il suo ottimismo:

-E va bene genio, lasciamo perdere la montagna ma dimmi come fai ad essere certo che Shanks sia qui?-

Ace gli sorrise:

-Il mio istinto mi dice che è qui.-

a quelle parole la rossa esplose e gli lanciò contro una palla di neve che si sciolse subito appena lo sfiorò, dato che l’amico sfruttando i suoi poteri, aveva alzato la temperatura del proprio corpo per non sentire il freddo:

-Il tuo istinto ci ha messo sempre in un mare di guai.-

il capitano sbuffò:

-Ormai siamo qui e continueremo a cercare.-

Momo era ormai su tutte le furie e incominciò a lanciare palle di neve contro ad Ace che le schivava tutte; la ciurma li osservava divertiti:

-Sakura, sta volta non li fermi.-

la ragazza si girò verso Kanjiro e gli sorrise:

-Lasciamoli sfogare un po’.-

il vice capitano annuì e si appoggiò ad un albero osservando i due ragazzi, che in quel momento si stavano comportando peggio di due bambini.

Dopo qualche minuto, Ace si avvicinò alla ragazza e si tolse il cappello mettendoglielo in testa:

-Ecco, così la neve non ti darà più fastidio.-

Momo rimase sorpresa da quel gesto, sapeva perfettamente quanto il ragazzo era gentile ma non pensava che avrebbe fatto una cosa del genere, anche perché sapeva quanto lui teneva al suo cappello nonostante non capiva cosa aveva di speciale:

-Grazie, ma sappi che se Shanks non è qui, io ti affogo.-

Ace rise:

-Dici sempre così e non mi hai ancora affogato.-

si rimise in cammino seguito dagli altri, Momo si sistemò meglio il cappello e li seguì.
 

 
*


Nascosti sopra ad un albero, qualcuno li stava osservando:

-Ehi, Yasop. Secondo te, perché quelli li sono venuti su quest’isola.-

il cecchino sbuffò:

-E io che ne so. Comunque, il loro capitano è un volto noto.-

Lucky Lou addentò il suo cosciotto e sorrise:

-Già, è il novellino che gli hanno chiesto di unirsi alla flotta dei sette.-

l’altro pirata annuì:

-Andiamo ad avvertire il capitano che abbiamo ospiti.-

i due pirati scesero dall’albero e si avviarono al nascondiglio.
 

 
*


Finalmente, i pirati di “Picche” arrivarono ai piedi della montagna ed iniziarono a salire lungo il sentiero ghiacciato, Momo per non cadere camminava tenendosi aggrappata alla giacca di Ace:

-Guarda che se cado, non darmi la colpa.-

la ragazza sorrise, rafforzando la presa sulla giacca dell’amico:

-Se cadiamo saremo morti e non potrò darti la colpa.-

Kanjiro che era dietro di loro sbuffò:

-Piantatela di parlare e accelerate il passo.-

i due ragazzi borbottarono qualcosa e aumentarono il passo.

A metà della montagna, il sentiero finì e sulla loro sinistra c’era l’ingresso di una grotta, i pirati entrarono e proseguirono fino a quando il loro cammino non fu ostacolato da un uomo molto alto:

-Io sono Ben. Se siete qui per incontrare il capitano seguitemi.-

Ace e gli altri non capivano le sue intenzioni ma decisero di seguirlo.

Seguendo Ben, giunsero al centro della grotta dove era riunita tutta la ciurma del rosso e infondo, seduto su una cassa c’era Shanks ad attenderli:

-Allora, a cosa devo la vostra visita?-

Ace si avvicinò a lui:

-Non sono qui per combattere ma per parlare con te.-

il rosso lo osservò e sorrise:

-E come mai vuoi parlarmi?-

Pugno di Fuoco sorrise a sua volta:

-Mio fratello più piccolo, mi ha sempre parlato di te, l’uomo che gli salvò la vita e io mi sono ripromesso di incontrarti per ringraziarti.-

a quelle parole Shanks si sorprese:

-Tu sei suo…!? Quindi Rufy ha un fratello!?-

rise e aggiunse:

-Ti ringrazio per essere venuto qui! Dobbiamo far festa e mentre festeggiamo mi racconterai che ha combinato tuo fratello da quando sono partito.-

Ace sorrise, incominciava a capire perché il suo fratellino lo ammirava così tanto.

In poco tempo la festa era già nel vivo, la ciurma del rosso e i pirati di “Picche” andarono subito d’accordo, bevevano e si divertivano come se si conoscessero da sempre, Ace e Shanks mentre bevevano parlavano di Rufy e di altro; durante il caos della festa Momo uscì dalla grotta.
 

 
*


Era scesa la sera e Momo se ne stava sull’ingresso della grotta ad osservare la neve che non aveva ancora smesso di scendere:

-Come mai te ne stai qui tutta sola?-

la ragazza sorrise:

-Avevo bisogno di una boccata d’aria.-

in realtà aveva una strana sensazione e non si sentiva tranquilla, Ace si frugò nelle tasche e tirò fuori un pezzetto di carta, gli sembrava il momento giusto per darglielo:

-Tieni, voglio che lo tieni tu.-

Momo lo fissò confusa e prese il foglietto, una volta in mano capì cosa fosse:

-Non capisco.-

il ragazzo fissò la neve e sorrise:

-Ti ricordi qualche giorno fa, che abbiamo incontrato un mercante proveniente dal Nuovo Mondo?-

la rossa annuì:

-Certo, ricordo che siamo rimasti tutti sorpresi perché è strano vedere un mercante vendere la propria merce ai pirati.-

Ace rise, a dire il vero lui era l’unico che non si era fatto problemi a parlare con quell’uomo:

-Quel mercante, mi ha parlato della vivre card che si trova solo nel Nuovo Mondo.-

Momo annuì:

-C’ero anch’io mentre ti parlava di quel foglio.-

l’amico sorrise:

-Beh, come sai ho comprato una vivre card e voglio che un pezzo la tieni tu.-

la ragazza fissò il foglietto e poi tornò a fissare lui:

-E perché?-

Ace non sapeva come rispondergli e decise di dirgli la prima cosa che gli veniva in mente:

-Quando scendiamo a terra, siamo sempre insieme e con questa riuscirai a trovarmi in caso se mi perdessi.-

tornò a fissarla e aggiunse:

-E poi non sappiamo cosa ci riservi il destino, forse un giorno ci separeremo e con questa avremo l’opportunità di ritrovarci.-

a quelle parole Momo si fece seria:

-Ace, promettimi una cosa.-

il ragazzo la fissò confuso ma non disse nulla:

-Prometti che se un giorno, per qualche strano motivo ci separiamo, tu farai di tutto per ritrovarci. Io mi impegnerò al massimo per ritrovarti se dovessimo prendere strade diverse.-

Ace la colse di sorpresa abbracciandola:

-Te lo prometto ma sappi che farò di tutto per impedire che le nostre strade si dividano e se non dovessi riuscirci, ti verrò a cercare ovunque tu sarai.-

Momo sorrise e appoggiò la testa contro il suo petto:

-Grazie.-

rimasero abbracciati, dimenticandosi della festa o della neve che continuava a scendere:

-“Ho sempre saputo, che è grazie ai suoi poteri che Ace non sente mai freddo ma non credevo che fosse così caldo, mi sembra di abbracciare il fuoco…no, lui è il fuoco.”-

sorrise, senza rendersene conto Ace era diventato molto importante per lei, anche se non ne capiva il motivo.

Dopo qualche minuto, Ace sciolse l’abbraccio e sorrise:

-Che ne dici, se torniamo dagli altri?-

Momo si mise in tasca la vivre card e ricambiò il sorriso:

-Tu vai, io arrivo tra poco.-

il ragazzo fece per tornare dentro, quando lei lo afferrò per il braccio:

-Il tuo cappello.-

Ace rise:

-Me lo ridarai alla nave, infondo sta ancora nevicando.-

l’amica annuì:

-Mi spieghi perché per te è così importante?-

Pugno di Fuoco sorrise:

-Me lo hanno regalato i miei fratelli. A dire il vero, me lo ha dato Rufy, visto che Sabo era già scomparso; Rufy mi ha raccontato, che lui e Sabo avevano voluto cercare in anticipo un regalo da farmi.-

osservò la neve che continuava a cadere:

-Io odio il mio compleanno e loro lo sapevano ma ci tenevano a farmi un regalo. Rufy mi disse, che una volta trovato il regalo, lo avevano affidato a Makino, un’amica che gestisce una locanda, così io non lo avrei trovato.-

Ace gli sorrise:

-E’ per questo, che per me è importante. Mi fido di te e so che non corro il rischio di perderlo, se te lo lascio ancora per un po’.-
Momo ricambiò il sorriso, poteva immaginarlo che era un regalo dei suoi fratelli e ora che lo sapeva, lo avrebbe tenuto con più cura:
-Bene, ora rientro. Ci vediamo dopo.-  

si incamminò verso la grotta e sparì, Momo rimase a fissarlo fino a quando non lo vide più, poi tornò a guardare la neve:

-“Ma che cavolo mi prende!? Perché mi sento così strana, quando Baka Hono-chan è tra i piedi!?”-

sbuffò, decise di rientrare e bere del rum.
 

 
*


La festa durò tutta la note e il giorno seguente i pirati di “Picche” erano pronti a tornare sulla loro nave; prima di andare, Shanks disse a loro di recarsi all’arcipelago Sabaody e di andare al bar di Shakky, che lì avrebbero trovato il modo per raggiungere l’isola degli uomini pesce, Ace e la ciurma lo ringraziarono e poi salutarono tutti.

Shanks sorrise mentre li osservava allontanarsi:

-Ti vedo di buon umore.-

il rosso si girò verso il suo vice:

-E’ solo, che non credevo che un giorno avrei incontrato il figlio del capitano Roger.-

Ben si accese la sigaretta:

-Come lo hai riconosciuto?-

Shanks rise:

-Anche se di carattere non si assomigliano, fisicamente si assomigliano molto e poi ho conosciuto Rouge, quindi nel leggere su i giornali il cognome di Ace ne ho avuto la conferma.-

il vice capitano fissò il cielo, per fortuna aveva smesso di nevicare:

-Spero che la marina non lo scopra.-

il capitano annuì, sarebbe stato un bel guaio se i marines avessero scoperto le origini di Ace:

-Dai torniamo dentro.-

i due ritornarono dal resto della ciurma e Shanks riprese a bere.


 
*
 

I pirati di “Picche” erano tornati alla nave e si prepararono a partire; Momo raggiunse Ace, che si era già liberato dalla giacca:

-Tieni e grazie.-

il ragazzo si rimise il suo cappello in testa e gli sorrise:

-Figuriti. Hai visto? Nemmeno sta volta il mio istinto ha sbagliato.-

la ragazza rise:

-Già, ho evitato di affogarti.-

Ace sorrise, poi si arrampicò sulla polena e si mise ad osservare l’oceano.

La “Kaen” levò l’ancora e salpò verso nuove avventure.
 
 
Continua…
 
 
 
Ciao,

ecco il capitolo, spero che vi sia piaciuto.

In questo capitolo sono stati aggiunti dei piccoli pezzi e ho modificato qualche dialogo.

Dhialya mi ha fatto notare che mettevo troppe virgole, spero che ora vada meglio, fatemi sapere.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha messo la storia tra i preferiti e soprattutto, ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A mercoledì con l’ultimo capitolo della raccolta e a venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 10
*** Passato Quinta Parte:Verso il Nuovo Mondo ***


10° CAPITOLO:
PASSATO QUINTA PARTE:VERSO IL NUOVO MONDO



 
Diverse settimane erano passate da quando Ace e i suoi compagni avevano incontrato Shanks, in quelle settimane avevano vissuto molte avventure e sconfitto molti nemici; durante gli scontri alcuni di loro erano rimasti feriti ma ormai non avevano più problemi a farsi medicare da Matabei dato che grazie a Sakura, il medico si era convinto a comprare degli antidolorifici e la ragazza teneva sempre in ordine l’infermeria; il loro obbiettivo era raggiungere il Nuovo Mondo e mancava poco a raggiungere l’arcipelago Sabaody.

Quella sera, la “Kaen” navigava tranquilla mentre la ciurma era tutta riunita sul ponte a festeggiare la vittoria che avevano ottenuto quel pomeriggio contro la marina, cantavano e bevevano ridendo felici.

Gli unici che non stavano bevendo erano Ace e Sakura, il primo era troppo impegnato a mangiare e la seconda non beveva alcolici ma stava bevendo un succo di frutta.

Sakura se ne stava seduta su una cassa e teneva d’occhio la sorella che in compagnia del medico si era già scolata due bottiglie di rum:

-Preoccupata per Momo?-

la ragazza si girò verso Kanjiro che era spuntato dal nulla, come suo solito:

-Mi sembra logico che mi preoccupo per lei, di solito regge bene l’alcol ma ci sono delle volte che esagera e si ubriaca comportandosi in modo strano e a volte pericoloso.-

il vice capitano accese una sigaretta e sorrise:

-Come quella volta che era così ubriaca che voleva buttarsi in mare nonostante l’acqua era gelata, vero?-

Sakura annuì, quella volta era stato Ace ad afferrare Momo impedendogli di gettarsi in acqua anche se poi si erano messi a litigare come a loro solito:

-Se si ubriaca anche sta volta, mi chiedo che combinerà.-

Kanjiro sorrise:

-Magari si butterà giù dall’albero maestro.-

la ragazza rise, ad un tratto vide la gemella che si stava dirigendo verso Ace.

Momo raggiunse il capitano e si lasciò cadere di fianco a lui:

-Sei ubriaca.-

la rossa lo fissò, poi scoppiò a ridere:

-Io non sono ubriaca, sono ancora capace di reggermi in piedi.-

Ace sbuffò:

-Si certo, vedo.-

riprese a mangiare, quando sentì l’amica sbuffare, allora si girò di nuovo verso di lei:

-E ora che hai? Dici di non essere ubriaca ma ti comporti in modo assurdo.-

la rossa lo fissò dritto negli occhi:

-Ohi, stai male? Se devi vomitare fallo fuori bordo e non…-

non fece in tempo a finire la frase che Momo lo baciò lasciandolo di stucco, quando la ragazza si staccò da lui si alzò e sorrise:

-Bene, altro rum ci vuole!-

e ridendo si avviò verso il centro del ponte sparendo tra i compagni, Ace la fissò fino a quando non la vide più, poi decise di andarsene a dormire e scese sottocoperta.

Sakura e Kanjiro avevano assistito alla scena, convinti che avrebbero litigato come al solito e invece non era andata così:

-Sta volta tua sorella ha baciato Ace.-

la ragazza sorrise:

-E lui è scappato.-

il vice capitano rise, perché infondo era vero che il capitano era scappato:

-Ora sono preoccupata della reazione di Momo quando domani gli dirò quello che ha fatto.-

Kanjiro fissò la rossa che si era rimessa a bere con Matabei e altri compagni:

-Potresti non dirgli nulla, il problema è che non solo noi abbiamo visto ciò che ha fatto ma lo ha visto anche mezza ciurma.-

Sakura sospirò quando vide la gemella saltare in piedi su una cassa e mettersi a cantare “Il Liquore di Binks” insieme a Matabei:

-Spero che crolli presto.-

i due continuarono a parlare, tenendo d’occhio chi ormai era ubriaco per assicurarsi che nessuno finisse fuori bordo.

La festa durò fino a quando tutti non crollarono, alcuni riuscirono a strascinarsi fino alle loro brande altri invece rimasero a dormire sul ponte.
 

 
*


La mattina seguente, poco prima di mezzogiorno, Momo si svegliò nel suo letto con un tremendo mal di testa:

-Ma dove diavolo sono?-

si mise seduta e vide la gemella in piedi accanto a lei che la fissava:

-Nella nostra cabina. Ti ho portato io dato che eri ubriaca.-

la rossa sbuffò, amava bere ma odiava ubriacarsi e non ricordarsi ciò che accadeva in quei momenti:

-Capita di rado che mi ubriaco. Comunque ho fatto qualche pazzia?-

Sakura gli diede una pastiglia per il mal di testa:

-Oltre ad avere cantato come tuo solito, hai baciato Ace.-

a quelle parole Momo scattò in piedi e afferrò la sorella per le spalle:

-Stai scherzando vero?! Io non posso aver fatto una cosa del genere!-

senza aspettare una risposta, si precipitò fuori dalla porta seguita dalla gemella.

Salita sul ponte, raggiunse Ace che se ne stava a fissare l’oceano:

-Baka Hono-chan!-

sentendosi chiamare, si girò verso di lei chiedendosi cosa aveva fatto per farla arrabbiare, dato il tono con cui lo aveva chiamato era scontato pensare che ce l’aveva con lui per qualche assurdo motivo:

-Dimentica tutto ciò che è successo ieri sera.-

il ragazzo tirò un sospiro di sollievo nel sapere che non era arrabbiata:

-Tranquilla, so che eri ubriaca e che non sapevi che stavi facendo.-

Momo si calmò e si appoggiò al parapetto accanto a lui, per sua fortuna Ace era una persona semplice, che non cercava di capire le cose se non era necessario e per lui, non era necessario capire perché l’amica lo aveva fatto, visto come era ubriaca in quel momento.

Sakura si era fermata sulla porta e rimase ad osservare i due ragazzi:

-Vedo che Momo si è svegliata.-

la ragazza sorrise:

-Sempre a spuntare dal nulla.-

Kanjiro si appoggiò al muro e osservò i due ragazzi che stavano stranamente parlando, senza litigare:

-Come l’ha presa tua sorella nel sapere che ha fatto?-

Sakura si girò verso di lui, per poi tornare a guardare la sorella e il capitano:

-Si è precipitata da Ace. Comunque non capisco quei due.-

il vice capitano sorrise:

-E’ normale, quei due non sono essere umani.-

la ragazza rise, in effetti Ace e Momo erano due persone fuori dal comune, erano imprevedibili e solo loro, capivano cosa passava nelle loro menti:

-E’ così evidente che si piacciono ma non capisco il perché non si mettano insieme.-

Kanjiro sospirò:

-Sono due testoni, ci impiegheranno decenni a capire i loro sentimenti.-

Sakura annuì:

-Prima o poi, lo capiranno.-

sorrise nel vederli battibeccare come al loro solito:

-Vado a dare una mano a Chomei.-

scese le scale, mentre Kanjiro se ne andò da Ryoichi.

Ace dopo aver discusso come sempre con l’amica si allontanò, Momo lo osservò per un po’, poi tornò a fissare il mare:

-Ehi, rossa! Ben svegliata.-

la ragazza sorrise, non aveva bisogno di voltarsi per capire chi era, dato che lui era l’unico a chiamarla così:

-Taci, medico da strapazzo.-

Matabei si appoggiò accanto a lei e rise:

-Ieri ne hai combinata un’altra.-

Momo lo fulminò con lo sguardo:

-Non tirare fuori questa storia, non voglio più sentire che ho baciato quello stupido.-

il medico si girò verso di lei:

-Sai, si dice che quando si è ubriachi, si trova il coraggio per fare e dire cose che di solito non riusciamo a fare.-

la ragazza arrossì e senza accorgersene rimase a fissare Ace che stava parlando con Kanjiro e Ryoichi:

-Ohi, ragazzina ci sei?-

il medico riportò la ragazza alla realtà, aveva notato chi fissava ma per il suo stesso bene, aveva deciso di far finta di nulla, in quei mesi aveva imparato che era meglio non farla arrabbiare:

-Basta, non parliamo più di ieri sera.-

calò il silenzio, fino a quando Momo non decise di chiedergli una cosa che da tempo voleva chiedergli:

-Mi spieghi il perché porti sempre il cappotto anche quando fa caldo?-

Matabei sorrise:

-Mi piace e non vedo il motivo di toglierlo e poi ha delle tasche molto capienti.-

sapeva che stava mentendo ma preferì non indagare oltre; infatti il vero motivo per cui il medico portava il cappotto era solo perché non voleva mostrare le orribili cicatrici che aveva sulle braccia per non far preoccupare i suoi compagni, quelle cicatrici raccontavano di un passato che il medico non voleva più ricordare:

-Ehi, di che state parlando?-

Momo si prese uno spavento per quell’improvvisa apparizione:

-Baka Hono-chan! Non te ne eri andato?-

Ace sorrise:

-Sono ritornato.-

Matabei rise, quei due erano molto divertenti insieme:

-Su dai ragazzi, non litigate.-

vedendo che i due non lo stavano ascoltando, decise di nominare l’unica parola capace di attirare la loro attenzione:

-Dovrebbe essere quasi pronto il pranzo.-

alla parola “pranzo”, i due ragazzi si precipitarono in cucina seguiti dal medico.

Il pranzo come sempre era un gran caos, Chomei e Zenko si stavano prendendo a pugni per una sciocchezza mentre gli altri ridevano e urlavano, stranamente Ace e Momo se ne stavano tranquilli a mangiare, nel casino Ryoichi riuscì ad informare i compagni che nel pomeriggio sarebbero giunti all’arcipelago Sabaody.

Finito di pranzare, ognuno tornò a fare ciò che stava facendo mentre Sakura aiutò Chomei a pulire:

-Guarda che spreco.-

il cuoco gettò via gli avanzi, dato che era inutile usarli per la cena visto che nessuno li avrebbe mangiati:

-La colpa è tua che fai esperimenti.-

l’uomo si girò versò la ragazza che stava lavando una pentola:

-I miei esperimenti non centrano nulla, sono quei babbei che sono viziati.-

sbuffò e gettò il piatto nel lavandino:

-Non possono fare come Ace cha mangia di tutto? No, loro devono fare i bambini viziati, anche tua sorella nonostante ha un grande appetito ha delle preferenze in fatto di cibo.-

Sakura rise, ormai era abituata a sentire quelle parole dato che il cuoco si lamentava sempre riguardo allo spreco di cibo:

-Ace è Ace e gli altri sono gli altri, mentre per quanto riguarda Momo, è tutta colpa di nostra madre, è stata lei a viziarla.-

ricordava bene, come sua madre, cercava sempre di cucinare piatti che piacevano a Momo, dato che la sorella era capace di lamentarsi per ore; Chomei sbuffò e si mise ad asciugare i piatti che la ragazza stava lavando.
 

 
*


Nel pomeriggio, come aveva detto Ryoichi, arrivarono all’arcipelago Sabaody, attraccarono nella zona senza legge e tutti i pirati scesero a terra per recarsi al bar che aveva nominato Shanks.

Non fu difficile trovare il bar e una volta trovato entrarono, videro una donna dietro al bancone che stava fumando una sigaretta:

-Siete qui per rivestire la nave, giusto?-

Ace annuì:

-Dovrete aspettare sta sera. L’uomo che si occupa del rivestimento è uscito ma ha detto che tornava per cena.-

Pugno di Fuoco si rivolse ai compagni:

-Dato che dovremo aspettare, siete liberi di fare quello che volete fino al tramonto. Ci rivedremo qui.-

la ciurma uscì e si sparpagliò per l’arcipelago, Ace se ne andò per conto suo, non c’era bisogno di seguirlo perché se si perdeva bastava usare la vivre card che aveva Momo.
 

 
*


Ace era perso nei suoi pensieri e non notò l’uomo che stava venendo verso di lui, fino a quando l’uomo non gli rivolse la parola:

-Tu sei Ace Pugno di Fuoco, vero?-

il ragazzo lo fissò:

-Si, sono io e tu chi sei?-

l’uomo rise:

-Mi chiamo Rayleigh e qualcosa mi dice che ti serve il mio aiuto.-

Ace cercò di ricordare dove aveva già sentito quel nome, certo di averlo già sentito, ma decise di lasciar perdere dato che non riusciva a ricordarsi dove lo aveva sentito:

-Tu sei il tizio che riveste le navi?-

Ray annuì, aveva intuito che il giovane non lo aveva riconosciuto:

-“Che tipo assurdo. Di solito i pirati capiscono subito chi sono ma questo ragazzo è diverso da tutti gli altri, proprio come lo era lui.”-

sorrise nostalgico:

-Certo che di carattere non gli assomigli per niente.-

fisicamente assomigliava molto al suo vecchio amico ma quelle poche parole che si erano scambiati, gli avevano fatto capire che di carattere erano diversi.

Ace a quelle parole si stupì e gli venne in mente dove aveva già sentito il suo nome, ma sperava di sbagliarsi:

-Mi conosci?-

il vecchio sorrise:

-Come avrai capito, io ero il vice capitano del Re dei pirati e so perfettamente che tu sei suo figlio.-

ormai Ace non aveva più dubbi su chi fosse quell’uomo e la cosa non gli piaceva per nulla, l’ultima cosa che voleva era incontrare qualcuno legato al suo vero padre:

-Credevo che tutta la ciurma di quell’uomo fosse stata giustiziata e poi come hai fatto a capire che sono suo figlio?-

Rayleigh si sedette su una roccia e osservò l’oceano, non pensava che un giorno avrebbe incontrato il figlio del suo migliore amico:

-Roger, si consegnò di sua iniziativa alla marina dopo aver sciolto la ciurma. Per quanto riguarda a come ho fatto a capire chi sei è semplice, fisicamente assomigli molto a tuo padre.-

Ace si innervosì, non sopportava sentirsi dire che gli assomigliava e sapere che si era consegnato alla marina lo faceva arrabbiare, perché per lui era come se avesse abbandonato sua madre:

-Non me ne frega nulla, ne di lui ne di te.-

si voltò e si allontanò ma Ray lo fermò, aveva capito che il ragazzo non tollerava essere il figlio di Roger e voleva fargli capire che persona era stata il suo amico:

-Lui appena aveva saputo che sarebbe diventato padre, ti ha subito voluto bene. Per proteggere te e tua madre e anche la ciurma, si è consegnato alla marina.-

il ragazzo si girò verso di lui:

-Taci! Ti ho detto che non voglio sapere nulla su di lui!-

l’ex pirata sorrise, aveva capito che non era il momento giusto per parlargli di suo padre:

-E di tua madre non vuoi sapere niente? Conoscevo molto bene anche lei.-

forse di lei avrebbe voluto sapere qualcosa ed era pronto a dirgli tutto; Ace nascose lo sguardo sotto al cappello, voleva conoscere sua madre ma non voleva avere niente a che fare con il Re Oscuro:

-Lasciamo stare e torniamo al bar. Rivestirò gratis la tua nave.-

Rayleigh decise che era meglio cambiare del tutto l’argomento, Pugno di Fuoco alzò di scatto la testa e lo fissò mentre si avviava verso il sentiero e lo seguì, infondo era costretto a seguirlo dato che doveva tornare dai suoi compagni.
 

 
*


Il sole stava tramontando e i pirati di “Picche” stavano aspettando il loro capitano fuori dal bar e anche Shakky era lì con loro:

-Vedo che il vostro capitano ha trovato Rayleigh.-

i pirati rimasero stupiti nel sentire quel nome, sapevano chi era.

Ace raggiunse la sua ciurma ma non degnò nessuno di uno sguardo e non rispose quando loro gli chiesero cosa aveva; Rayleigh salutò i pirati e disse a loro che ci avrebbe messo tre giorni a rivestire la nave, poi si fece accompagnare nel luogo dove avevano ormeggiato la “Kaen”.
 

 
*


Due giorni era già passati e in quei giorni la ciurma aveva passato il tempo in giro per l’arcipelago a divertirsi mentre Ace era sparito.

Sakura era con Kanjiro e Chomei ed era un po’ preoccupata, il cuoco la fissò ma non disse nulla mentre il vice capitano dopo essere rimasto in silenzio si decise a parlare:

-Mi chiedo che cosa abbia Ace. Non vedeva l’ora di arrivare qui e dopo che ci siamo riuniti al bar, lui era di pessimo umore.-

la ragazza annuì, anche lei si stava chiedendo la stessa cosa, come tutti gli altri ovviamente:

-Prima di sparire, mi sembrava arrabbiato e triste.-

il cuoco sbuffò:

-Del nostro capitano, sappiamo solo che ha avuto un’infanzia difficile e lo sappiamo perché lui ce l’ha detto e credo che centri quel Rayleigh, se l’umore di Ace è diventano nero ma di sicuro ci sono molte cose che il capitano non ci vuole dire.-

Kanjiro fece per accedere una sigaretta ma decise di non fumare, anche lui pensava che il vecchio pirata centrasse qualcosa dato che il loro capitano era ritornato con lui:

-Mi chiedo che cosa nasconde.-

tutti avevano capito che Ace nascondeva qualcosa ma nessuno di loro voleva chiedergli che nascondeva perché sapevano che aveva i suoi motivi per tacere, sapevano che il capitano si fidava di loro e questo era più che sufficiente, se Ace voleva parlare, sapevano che lo avrebbe fatto; Chomei si accorse solo in quel momento che mancava qualcuno:

-Ma con noi non c’era anche Momo?-

Sakura sorrise:

-E’ andata a cercare Ace.-

il vice capitano alla fine si accese la sigaretta e sorrise:

-Forse lei riuscirà a tirar su di morale il capitano.-

decisero di lasciare a Momo, il compito di far tornare il sorriso ad Ace e continuarono a girare per la città.
 
 
*


Ace aveva passato quei due giorni sulla spiaggia, lontano da tutti e da tutto, aveva bisogno di star solo e riflettere:

-“Ho sbagliato a reagire in quel modo con Rayleigh ma non sopporto che qualcuno conosca quella parte del mio passato che cerco di tenere nascosta.”-

stando seduto continuò a tenere lo sguardo fisso sulla sabbia, non aveva motivo di odiare anche il vecchio pirata solo perché era amico di suo padre ma non poteva fare nulla, ogni volta che qualcuno gli faceva notare chi era suo padre, lui finiva coll’arrabbiarsi anche con loro:

-“Mi sembra di mentire ai miei compagni. Anche a loro ho raccontato della mia famiglia dopo averne parlato con Momo ma non riesco dire a loro chi era mio padre.”-

nascondere di essere il figlio di Roger per lui, era come ingannare i suoi amici ma non aveva il coraggio di dirlo, aveva paura delle sue stesse origini e soprattutto temeva che non tutti avrebbero reagito come i suoi fratelli anche se, sapeva benissimo di potersi fidare dei suoi amici:

-Finalmente ti ho trovato.-

Ace alzò la testa incrociando lo sguardo di Momo:

-Lasciami da solo.-

la rossa non lo ascoltò e si sedette accanto a lui:

-Te ne sei stato da solo per due giorni ed è più che sufficiente.-

calò il silenzio poi la ragazza riprese a parlare:

-Non ti devi tenere tutto dentro, mi dici che hai?-

l’amico scattò in piedi:

-Non sono affari tuoi! Lasciami in pace!-

fece per andarsene ma Momo si alzò e lo afferrò per un braccio:

-Non ho intenzione di lasciarti in pace mentre stai soffrendo per chissà quale motivo!-

si calmò, non poteva arrabbiarsi anche lei o non lo avrebbe aiutato:

-Non mi importa sapere che hai se non vuoi dirmelo ma voglio aiutarti a star meglio.-

Ace si sentì uno stupido, senza volerlo se l’era presa con lei:

-Scusa, non ce l’ho con te.-

la ragazza gli sorrise:

-Tranquillo, sei solo di cattivo umore.-

Pugno di Fuoco ricambiò il sorriso e decise di dirgli ciò che lo tormentava; non aveva il coraggio di dirgli di suo padre ma oltre a questo c’era un’altra cosa che lo preoccupava e voleva parlane con lei:

-E’ solo, che da qualche giorno ho una strana sensazione. Credevo che sarebbe capitato qualcosa qui all’arcipelago ma non è successo nulla e questo mi preoccupa.-

Momo si sorprese, non credeva che anche lui avesse la stessa sensazione che la perseguitava da settimane:

-Anch’io temo che possa capitare qualcosa ma sai cosa penso? Che insieme riusciremo ad abbattere qualunque ostacolo.-

Ace sorrise:

-Hai ragione, siamo arrivati fin qui insieme e andremo avanti insieme.-

la ragazza tirò un sospiro di sollievo nel vedere l’amico tornare come prima:

-Che ne dici se ora andiamo a mangiare?-

lui annuì, in quei due giorni non aveva mangiato nulla, troppo perso nei suoi pensieri; i due ragazzi lasciarono la spiaggia e si diressero verso la città.
 

 
*


Il terzo giorno, la “Kaen” era pronta per partire, tutta la ciurma si stava occupando di caricare le provviste a bordo mentre Kanjiro raggiunse Rayleigh che stava raccogliendo le sue cose:

-Ti ringrazio per il rivestimento. Quanto ti dobbiamo?-

Ray sorrise:

-Ho già detto tutto al vostro capitano, quando l’ho incontrato tre giorni fa.-

si guardò intorno, voleva scusarsi con lui per averlo fatto innervosire:

 
-A proposito, dove è?-

in quello stesso momento, Ace e Momo arrivarono e i loro compagni si sentirono sollevati nel vederli bisticciare, perché significava che il loro capitano era tornato quello di sempre.

Rayleigh salutò i pirati di “Picche” e si incamminò verso il bar, preferendo non turbare di nuovo il giovane pirata, Ace vedendolo andarsene lo raggiunse:

-Aspetta un attimo!-

l’ex pirata si girò, stupito che fosse stato proprio lui a fermarlo:

-Hai qualcosa da chiedermi?-

il ragazzo scosse la testa:

-Volevo ringraziarti e scusarmi per come ho reagito l’altro giorno.-

Ray sorrise:

-Tutto a posto, non dovevo dirti quelle cose dato che non potevo sapere come avresti reagito.-

si voltò e aggiunse:

-Se un giorno vorrai sapere qualcosa su i tuoi genitori, sai dove trovarmi.-

riprese il cammino sparendo tra gli alberi, Ace osservò il punto dove era sparito e sorrise, un giorno sarebbe tornato all’arcipelago e avrebbe parlato di nuovo con lui ma ora era troppo presto per conoscere i suoi genitori, non si sentiva pronto.

Appena Ace salì a bordo, la “Kaen” levò l’ancora e iniziò la discesa verso il fondale marino diretta all’isola degli uomini pesce.
 
  
Continua…
 
 

 
Ciao,

spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Ancora due capitoli sul passato e la storia riprende da dove si era fermata.

Questo è più un capitolo di passaggio, scritto più che altro per far incontrare Ace e Rayleigh, dato che nel manga non si sa, se è accaduto oppure no.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti e le ricordate, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 11
*** Passato Sesta Parte:L'Isola degli Uomini Pesce ***


11° CAPITOLO:
PASSATO SESTA PARTE:L’ISOLA DEGLI UOMINI PESCE



 
La “Kaen”, lentamente scendeva sotto l’oceano verso l’isola degli uomini pesce, tutta la ciurma era riunita sul ponte ad osservare i pesci che nuotavano affianco della loro nave, l’unico che non sembrava interessato ai pesci era Ace, che se ne stava per conto suo:

-Che altro c’è che non va?-

il ragazzo si chiese come mai tutte le volte che aveva dei pensieri, era sempre Momo andare da lui:

-Stavo pensando, che forse su quell’isola si trova Jimbei.-

la ragazza aveva già sentito quel nome e in un attimo capì di chi stava parlando l’amico:

-Che diavolo vuoi da un membro della flotta dei sette?-

non aveva di certo voglia di affrontare un flottaro e sperava che l’amico non aveva strane intenzioni; Pugno di Fuoco sorrise:

-Pare che sia un alleato di Barbabianca e quindi forse lui, sa dove si trova ora quel vecchio pirata.-

la rossa sbuffò, ancora non capiva il perché Ace voleva combattere con quel pirata, capiva il suo desiderio di diventare un grande pirata ma di solito chi aveva questo obbiettivo puntava a diventare il re dei pirati e invece, l’amico aveva intenzione di raggiungere l’obbiettivo a modo suo, seguendo una strada che forse era più pericolosa che diventare il re dei pirati:

-Sei sicuro di poter battere il vecchio imperatore? Ora come ora dubito che tu possa batterlo ma sono certa che in futuro ci riuscirai.-

Ace si alzò:

-Tranquilla, voglio solo sapere dove si trova. So che non è ancora il momento di battermi con lui.-

Momo si stupì, non pensava che un giorno l’amico si sarebbe rivelato una persona sveglia ma ora si era ricreduta, sapeva che Ace era in gamba e che era un ottimo capitano ma sapeva anche che non era capace di ammettere i suoi limiti e sapere che lui era a conoscenza di non essere pronto per battere Barbabianca l’aveva stupita:

-Stai iniziando a parlare come un vero capitano.-

il ragazzo non capiva cosa volesse dire ma non fece in tempo a chiedergli spiegazioni che l’amica era già sparita.

Intanto, Sakura si era messa seduta su una cassa e aveva iniziato a disegnare i pesci che nuotavano vicino alla nave, a lei piaceva molto disegnare ed era anche molto brava a differenza della sorella che era capace solo di fare scarabocchi.
 

 
*


Il viaggio proseguì senza problemi, la ciurma dopo poco si era stufata del panorama sottomarino e si era messa a fare altro, Matabei era sparito chissà dove e nessuno aveva voglia di saperlo e Chomei era sceso a preparare il pranzo, anche se sembrava che tutti si fossero dimenticati che l’ora del pranzo era già passata da un pezzo, persino Ace e Momo che erano due pozzi senza fondo, sembravano aver dimenticato di non aver ancora pranzato; Ryoichi era al timone e teneva d’occhio la corrente che li avrebbe portati sull’isola e Kanjiro stranamente non stava fumando ma era concentrato a leggere un libro, cosa strana dato che il vice capitano odiava leggere.

Dopo ore di navigazione avvistarono in lontananza l’isola degli uomini pesce, ancora mezz’ora e sarebbero giunti sull’isola e la ciurma sperò che il capitano e la rossa stessero lontano dai guai, anche se sapevano che era inutile sperare.
 
 
***
 

A Marineford, Sengoku se ne stava nel suo ufficio parecchio nervoso e il suo pessimo umore peggiorò con il rumoroso ingresso di Garp:

-Ehilà! E’ da tanto che non ci si vede.-

il Grand Ammiraglio sbuffò e si sedette sulla sua poltrona:

-Primo, te l’ho già detto un sacco di volte di non sbattere la porta e secondo, ci siamo visti sta mattina.-

il vice ammiraglio non lo aveva ascoltato come al suo solito e si era seduto sul divanetto mangiando biscotti:

-Come mai così nervoso?-

l’amico sospirò, ormai sapeva che lui ascoltava solo ciò che voleva:

-Ace e la sua ciurma hanno sconfitto un’altra nave della marina. Sta diventato un problema averlo in giro.-

Garp rise, anche se avrebbe preferito che il nipote diventasse un marines, era comunque molto orgoglioso di lui:

-Mio nipote è in gamba.-

Sengoku sorvolò sul fatto che non era suo nipote, per non dover sentire le repliche del collega:

-Da ciò che mi è stato riferito, pare che ora sia diretto sull’isola degli uomini pesce.-

il vice ammiraglio sorrise:

-Punta già al Nuovo Mondo.-

si fece serio, un po’ preoccupato per Ace, dato che il Nuovo Mondo era più tosto pericoloso:

-So cosa stai pensando e non sono d’accordo con te. Mandare un ammiraglio contro un pirata che naviga da circa un anno e mezzo è un’assurdità.-

Garp era certo che quelle era le intenzioni dell’amico, come era certo che l’unico motivo per cui voleva fare così, era solo perché Ace era il figlio di Roger; il Grand Ammiraglio sapeva che era assurdo mandare un ammiraglio contro Ace ma era l’unica soluzione, il vice ammiraglio decise di non voler sentire nulla dall’amico, si alzò e senza dire nulla uscì.

Sengoku sbuffò:

-“Se c’è di mezzo Ace, Garp non collabora. Se fa così con quel ragazzino mi chiedo cosa farebbe se fosse veramente suo nipote.”-

in realtà sapeva che l’amico considerava veramente Pugno di Fuoco suo nipote ma non riusciva a capire il perché aveva deciso di proteggerlo, Garp gli aveva detto il motivo tempo addietro ma per lui rimaneva un motivo troppo ridicolo, era certo che ci fosse altro.

 
***
 

I pirati di “Picche” finalmente avevano raggiunto l’isola degli uomini pesce, dopo aver lasciato la “Kaen” al porto tutta la ciurma si mise alla ricerca di Jimbei, all’inizio la ciurma cercò di convincere Ace a lasciar perdere la ricerca, dato che pure lui aveva ammesso di non essere pronto a combattere contro Barbabianca e quindi era inutile sapere dove si trovava ma il capitano si intestardì nel voler trovare il flottaro e sapere dove si trovava l’imperatore, che alla fine i suoi compagni si arresero e lo aiutarono nella ricerca.

Dopo aver chiesto a molte persone alla fine riuscirono a sapere dove si trovava Jimbei, una sirena disse a loro di andare verso la foresta marina perché lo aveva visto dirigersi là, si fecero indicare la strada e dopo averla ringraziata si incamminarono sperando di trovarlo.

Giunti nella foresta marina si guardarono in torno ma non videro nessuno:

-Baka Hono-chan, qui non c’è nessuno e io sono stufa di questa ricerca.-

anche gli altri erano d’accordo con la rossa, infondo speravano di divertirsi visitando quella strana isola e invece il capitano aveva ben altro in mente.

Ace non aveva ascoltato Momo, era troppo preso a fissare un punto preciso della foresta:

-Sta arrivando qualcuno.-

la ciurma fissò lo stesso punto e da lì uscì un grosso uomo pesce, non ci volle molto per capire chi fosse dato che lo avevano riconosciuto subito.

Jimbei si avvicinò verso di loro:

-Che volete? Se siete qui, è perché mi stavate cercando.-

il suo tono era serio, come se non volesse avere a che fare con loro e questo irritò Ace:

-Dannato sushi parlante! Dimmi dove si trova Barbabianca!-

Pugno di Fuoco, di solito non era un maleducato che insultava la gente ma era nervoso e irritato per aver passato delle ore a cercarlo, all’inizio aveva solo intenzione di parlargli ma la sua calma e pazienza si erano quasi esaurite; i suoi compagni si preoccuparono temendo che le parole del capitano facessero infuriare il flottaro:

-Sei un maleducato ragazzino. Comunque perché cerchi il vecchio?-

Ace si arrabbiò ancora di più, odiava chi lo chiamava ragazzino e la sua educazione sparì definitivamente:

-Non sono affari tuoi, ciccione di un pesce!-

Jimbei non tollerava più l’insolenza di Ace, aveva intuito che il giovane pirata era nervoso ma questo non cambiava le cose:

-E con questo sono due insulti. Non rivelerò mai dove si trovava Barbabianca anche perché ho l’impressione che tu voglia combattere con lui.-

prima che Ace dicesse qualcosa aggiunse:

-Comunque non potrai mai batterlo, nemmeno fra cent’anni.-

Pugno di Fuoco ormai aveva perso anche la pazienza, era consapevole di non poter ancora battere il vecchio imperatore ma odiava che qualcuno che non conosceva gli e lo faceva notare:

-E va bene stupido pesce, vorrà dire che ti obbligherò a parlare.-

Sakura gli si avvicinò, sapeva che quando l’amico si faceva guidare dalla rabbia erano guai:

-Per favore, Ace. Calmati e non fare sciocchezze.-

il capitano la fissò, i suoi occhi erano infuocati dalla rabbia:

-Voi non immischiatevi.-

poi tornò a fissare Jimbei con odio, nessuno fino ad ora era riuscito a farlo infuriare così tanto:

-Onda di Fuoco!-

un mare di fiamme si scagliò contro il flottaro che schivò il colpo senza problemi:

-Mi hai insultato per ben tre volte e stai cercando Barbabianca, quindi mi vedrò costretto a farti fuori.-

si mise in posizione d’attacco, un po’ gli dispiaceva eliminare quel pirata:

-Karate degli uomini pesce, pugno spacca tegole!-

il micidiale pugno colpì in pieno Ace che fu colto alla sprovvista, il ragazzo si rialzò in piede leggermente ferito ma ancora più arrabbiato; i suoi compagni erano senza parole, era la prima volta che vedevano qualcuno colpire il loro capitano:

-Ma come ha fatto quel tipo a colpire Ace?-

tutti si stavano facendo la stessa domanda e a rispondere fu Momo:

-Credo che quello lì usi l’Haki. E’ l’unica cosa che può colpire chi ha i poteri che ha Baka Hono-chan.-

videro il capitano corre verso Jimbei e scagliarli contro un potente pugno di fuoco che questa volta lo colpì:

-Credo che anche Ace usi l’Haki.-

Kanjiro si voltò verso la rossa e annuì:

-Però lui non si rende conto di usarlo. E’ arrabbiato e questo ha risvegliato il suo Haki ma lui non se ne è accorto invece, Jimbei sa di possederlo e sa come usarlo.-

mentre parlavano lo scontro stava continuando, l’uomo pesce aveva intuito che il suo avversario combatteva seguendo il suo istinto ed era imprevedibile ma lui ha differenza di Ace, aveva molta più esperienza e sapeva come affrontarlo.
 

 
*


Ormai era da giorni che il combattimento durava e nessuno dei due era riuscito a prevalere sull’altro ed entrambi ormai erano esausti, i pirati di “Picche” per tutto il tempo erano rimasti ad osservare lo scontro preoccupati per il loro capitano.

Kanjiro sembrava calmo anche se in realtà era preoccupato come tutti i suoi compagni ma in quanto vice capitano, aveva l’obbligo di restare calmo per non far preoccupare troppo gli altri:

-E’ da cinque giorni che combattono.-

Momo si alzò in piedi, in quei giorni era stata tentata più volte di fermare Ace ma sapeva che lui non l’avrebbe perdonata tanto facilmente se lo avesse fermato, ora però era davvero preoccupata per lui:

-Baka Hono-chan, ha smesso di usare il fuoco.-

il vice capitano annuì:

-Entrambi non hanno più energie per usare i loro poteri e ora stanno combattendo solo usando la loro forza fisica.-

Sakura fissò i due compagni, per poi tornare a fissare il capitano:

-Ace rischia la vita. Jimbei come forza fisica è superiore a Ace.-

la gemella si voltò verso l’amico e urlò sperando che lui la sentisse:

-Ace! Fermati, rischiate di morire entrambi e tu non puoi permetterti di morire!-

tratteneva a fatica le lacrime, il brutto presentimento che l’aveva perseguitata per settimane si stava avverando, lui poteva morire in quello scontro e lei non poteva accettarlo.

Ace si reggeva a fatica in piedi, aveva sentito Momo ma il suo orgoglio gli impediva di fermarsi, anche Jimbei era esausto ma lui aveva ancora la forza per restare in piedi e continuare lo scontro:

-Ragazzino, basta così. E’ scontato che se continuiamo così tu moriresti o potremmo morire entrambi.-

il ragazzo si lasciò cadere e rimase in ginocchio tenendo la testa bassa:

-Forse un giorno riuscirai a battermi ma non oggi.-

ammirava il suo coraggio e non voleva che la sua giovane vita finisse quel giorno e quindi detto ciò, si voltò e sparì nella foresta; appena se ne andò, Momo e gli altri corsero dal loro capitano.

Mentre stavano raggiungendo Ace, videro spuntare dal nulla una nave gigantessa, capirono subito chi si trovava a bordo di quella nave e iniziarono seriamente a temere per la vita del loro capitano, perché lo conoscevano e sapevano che nonostante le sue condizioni, avrebbe comunque cercato di combattere contro quell’uomo.

Sulla polena apparve una persona gigantesca:

-Chi tra voi ha detto di volere la mia testa? Se la volete venite!-

Ace si rialzò e con le poche forze rimaste, creò un muro di fuoco impedendo ai compagni di raggiungerlo:

-Tornate alla nave!-

Momo indietreggiò per evitare di scottarsi:

-Ma che dici!? Non ti possiamo lasciare da solo contro quell’uomo, sei anche ferito!-

Ace gli sorrise:

-Tranquilla, vi raggiungo subito.-

la rossa dubitava che li avrebbe raggiunti ma decise di fidarsi come sempre di lui, si voltò e si mise a corre seguita dagli altri:

-Cosa, ve ne andate codardi?-

Pugno di Fuoco rimase senza parole, non si era accorto che Barbabianca lo aveva raggiunto:

-Lascia che se ne vadano! In cambio, io resterò qui!-

il vecchio pirata sorrise, quelle parole le aveva già sentite, come aveva già visto quel desiderio di proteggere la sua ciurma, gli ricordava il suo vecchio rivale:

-Che ragazzo insolente.-

Ace si arrabbiò e lo attaccò con tutta la forza che gli era rimasta ma appena gli si avvicinò, fu colpito in pieno da un pugno e fu scaraventato contro ad una roccia, si mise in ginocchio tossendo sangue:

-Così riesci ancora ad alzarti.-

Sorrise, ammirava la sua determinazione e il suo coraggio:

-Sarebbe un peccato se fossi morto qui, ragazzo.-

Ace lo fissò, sembrava che quel pirata voleva che lui sopravviveva:

-Se vuoi portare ancora rovina e distruzione in questo mare, porta il mio nome e continua come vuoi!-

non capiva cosa volesse dire e si stupì quando gli porse una mano:

-Diventa mio figlio.-

quelle parole lo colpirono nel profondo del suo cuore e si arrabbiò ancora di più, lui una famiglia l’aveva ma non si era mai sentito figlio di nessuno, anche se considerava la donna che lo aveva cresciuto come una madre:

-Non scherzare con me!-

per lui non aveva nessun significato la parola “figlio”, dato che il suo vero padre era anche l’uomo che odiava, accecato dalla rabbia attaccò nuovamente Barbabianca che lo colpì facendogli perdere i sensi.

Momo e gli altri videro il muro di fuoco sparire all’improvviso e capirono che era successo qualcosa al loro capitano e senza pensarci un attimo tornarono in dietro, Sakura cercò di fermarli ma alla fine anche lei li seguì.

Tornati dove avevano lasciato Ace, videro il loro capitano a terra e temendo che fosse morto corsero incontro a Barbabianca, il vecchio imperatore vedendoli sorrise:

-“Il loro capitano rischia la vita per proteggerli e loro corrono in suo aiuto. Sono proprio una bella ciurma.”-

prese Ace e si incamminò verso la “Moby Dick”:

-Marco, tu e gli altri fate calmare quei pazzi, prima che si facciano male.-

 
la fenice annuì e scese a terra con alcuni compagni, mentre Barbabianca una volta salito a bordo affidò Ace ad uno dei suoi medici.
 
  
Continua…

 



Ciao,
 
in questo capitolo ho modificato molti pezzi, spero che vi sia piaciuto.

Barbabianca è arrivato e i capitoli sul passato sono quasi finiti, il prossimo è l’ultimo e si saprà il perché le due gemelle se ne sono andate.

Dal 13° capitolo, la storia riprende da dove si era fermata e si saprà se Ace inizierà o meno a ricordarsi qualcosa.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti e le ricordate, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A venerdì, per il prossimo capitolo della storia.

A presto.

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Capitolo 12
*** Passato Settima Parte:Strade Separate ***


12° CAPITOLO:
PASSATO SETTIMA PARTE:STRADE SEPARATE



 
La “Moby Dick” aveva lasciato l’isola degli uomini pesce e ora stava navigando nel Nuovo Mondo, sul ponte della grande nave dell’imperatore bianco, i pirati di “Picche” si erano tutti radunati:

-Kanjiro, sei il vice capitano e ci devi dire che dobbiamo fare!-

anche gli altri la pensavano come Momo, quando non potevano contare sul capitano, lui era l’unico a cui si rivolgevano, non solo per via del suo ruolo ma perché era quello più responsabile tra di loro e anche se aveva una pessima memoria, sapeva sempre trovare una soluzione per ogni problema:

-Ascoltate ragazzi, per il momento stiamo tranquilli e vediamo che succede.-

la rossa si infuriò e afferrò il vice capitano per la maglia, sperava che dicesse qualcosa di più utile:

-Starcene tranquilli!? Non sappiamo dove sia Ace e non sappiamo come sta e tu vuoi dirci di stare calmi!?-

Kanjiro si liberò dalla presa dell’amica, lui sapeva dove fosse il capitano ma dato che non era lì con loro, trovava logico aspettare prima di fare qualunque cosa:

-Mentre tu e gli altri eravate svenuti, uno dei comandanti di Barbabianca ha riferito a me e a tua sorella, che Ace sta riposando in infermeria e che è meglio non disturbarlo.-

mentre i compagni continuavano a fare casino sul fatto se dare o meno retta al vice capitano, Sakura se ne stava in disparte tenendo stretto a se il cappello del capitano; dopo che gli uomini di Barbabianca avevano portato a bordo i compagni svenuti, lei e Kanjiro li avevano seguiti ma prima di salire a bordo, aveva raccolto il cappello di Ace sapendo quanto lui ci teneva.

Barbabianca seduto sul sua poltrona, osservò la ciurma dei pirati di “Picche” e sorrise nel vederli così preoccupati per il loro capitano nonostante sapevano che stava bene; Momo stufa di discutere con Kanjiro, raggiunse il vecchio imperatore non temendo di farla arrabbiare, quando lei era infuriata smetteva di riflettere e agiva:

-Ehi, stupido fenomeno da baraccone! Cosa hai intenzione di fare con noi!?-

i compagni la fissarono terrorizzati all’idea di come il vecchio pirata poteva reagire, se non c’era Ace, era lei a far danni; mentre gli uomini del vecchio pirata, se la ridevano divertiti dal coraggio della rossa, Barbabianca scoppiò a ridere alle parole della ragazza:

-Sei divertente, ragazzina. Comunque, ho intenzione di richiedere al tuo capitano di unirsi alla mia ciurma.-

Momo si arrabbiò ancora di più, anche lei come Ace odiava essere chiamata ragazzina:

-Ace, non accetterà mai di unirsi alla tua ciurma!-

il vecchio si alzò e sorrise:

-Staremo a vedere.-

se ne andò sparendo sottocoperta, certo che Pugno di Fuoco avrebbe accettato il suo invito.

Momo sbuffò irritata e si voltò per tornare dai compagni, quando vide un uomo dal ciuffo strano parlare con Sakura, si precipitò dai due e mollò un calcio in pieno stomaco all’uomo e urlò:

-Stupida testa di banana! Stai lontano da mia sorella o ti ammazzo!-

l’uomo, che era il comandante della quarta flotta, alzò le mani in segno di resa:

-Calma, me ne vado.-

detto ciò si allontano da lei, Sakura sorrise ma non disse nulla, mentre gli altri si erano convinti di stare calmi fino a quando il loro capitano non si sarebbe ripreso.
 

 
*


Intanto, nell’infermeria, Ace si svegliò parecchio confuso:

-“Che diavolo è successo? E dove sono gli altri?”-

si alzò e uscì dalla stanza, per sua fortuna trovò la giusta strada per salire sul ponte.

Salito sul ponte e vedendo la bandiera che sventolava ricordò che era successo, si lasciò cadere sul ponte appoggiandosi al parapetto, non notando il pirata che gli si stava avvicinando:

-Ehilà, il mio nome è Satch e sono il comandante della quarta flotta. Se farai parte della nostra ciurma, cerchiamo di andare d’accordo.-

Ace lo fulminò con lo sguardo, non era dell’umore di sopportare nessuno:

-Stai zitto!-

Satch rise e ignorò ciò che lui gli aveva detto e continuò come se nulla fosse:

-Certo che sei lento a svegliarti. Lascia che ti racconti cosa è successo dopo che sei svenuto.-

Ace rimase in silenzio, voleva assolutamente sapere che ne era stato dei suoi amici:

-La tua ciurma è tornata per riprenderti e noi gli abbiamo dato il benservito, ma non li abbiamo uccisi, sono su questa nave adesso.-

Pugno di Fuoco si sentì ancora più in pensiero per loro:

-Stanno tutti bene?-

Satch sorrise nel vederlo un po’ calmo, anche se sapeva che era dovuto al fatto che era preoccupato per i suoi compagni:

-Certo, il vostro vice capitano e la ragazza dagli occhi blu sono saliti a bordo di loro iniziativa dato che non ci hanno attaccato, mentre tutti gli altri sono rimasti svenuti per qualche ora ma adesso stanno tutti bene.-

rise e aggiunse:

-Certo che la rossa è violenta. Stavo parlando con sua sorella e mi molla un calcio.-

Ace tirò un sospiro di sollievo nel sapere che tutti stavano bene, era l’unica cosa che gli importava:

-Sei sicuro, che io stia su questa nave senza manette o roba del genere?-

Satch sorrise, gli era già simpatico, aveva un intuito nel capire da poche parole le persone e di Ace, aveva capito che era un tipo a posto, degno di fiducia:

-Se il babbo ha deciso di lasciarti libero, non vedo dove sia il problema.-

saltò giù dal parapetto, dove era rimasto seduto per tutto il tempo in cui avevano parlato e se ne andò lasciandolo da solo con i suoi pensieri.

Ace ora che non era più in pensiero per i suoi amici sentì la rabbia ribollirgli dentro, non era riuscito a battere Jimbei ed era stato sconfitto da Barbabianca ma ciò che più lo faceva arrabbiare, erano state le parole che il vecchio pirata gli aveva detto prima di farlo svenire.

Senza pensarci un secondo si alzò e corse sottocoperta, appena sceso vide il vecchio pirata e senza riflettere lo attaccò.
 

 
*


Era passata una settimana ed Ace aveva tentato in tutti i modi di uccidere Barbabianca finendo sempre sbattuto contro un muro o finendo in mare, i suoi amici avevano tentato in tutti i modi di farlo ragionare ma ne la testardaggine di Momo ne la calma di Sakura e Kanjiro erano riusciti a farlo calmare, come se non bastava, Satch si divertiva a provocarlo mentre gli altri uomini del vecchio imperatore se la ridevano divertiti e questo faceva infuriare ancora di più Ace, i suoi amici decisero di lasciarlo fare fino a quando non si sarebbe calmato da solo e a Momo toccava sempre andare a recuperarlo ogni volta che finiva in mare.
 

 
*
 

Era sera, Momo si trovava nella sala grande a bere una bottiglia di rum, quando vide un uomo che non aveva notato in quei giorni e chiese a Marco, che stava passando di lì, chi fosse quell’uomo che stava mangiando crostate, la fenice gli disse che era un membro della seconda flotta e si chiamava Teach.

La rossa fissò Teach con sguardo diffidente, aveva la sensazione che fosse un tipo pericoloso e di solito i suoi brutti presentimenti, si rivelavano giusti.
 

 
*


Quel giorno, sembrava che Ace si fosse un po’ calmato, il sole stava lentamente tramontando e lui se ne stava seduto sul ponte, Sakura gli si avvicinò e gli mise in testa il suo cappello che teneva ancora con se e si sedette al suo fianco:

-Ti sei un po’ calmato?-

Ace abbassò la testa, nascondendo lo sguardo sotto il cappello:

-Secondo me, tu non vuoi veramente battere Barbabianca.-

a quelle parole, alzò la testa e fissò l’amica:

-Perché se fosse veramente questo il tuo obbiettivo, non staresti qui ad attaccarlo in continuazione.-

alzò lo sguardo sul cielo tinto di rosso e sorrise:

-Sei stato tu a dire che non sei pronto per affrontarlo ma dal tuo comportamento ho capito che è un altro il tuo obbiettivo.-

Ace riabbassò la testa:

-Forse hai ragione. Ma ora come ora, sono troppo confuso e non so cosa fare.-

Sakura tornò a guardare l’amico:

-Devi scegliere, se accettare la sua proposta o continuare per la strada che hai percorso fino adesso. Ma soprattutto devi capire, ciò che veramente vuoi.-

si alzò e gli sorrise:

-Qualunque decisione prenderai, noi ti seguiremo sempre.-

se ne andò lasciandolo per conto suo, certa che avrebbe preso la giusta decisione.

Ace rimasto solo, ripensò alle parole dell’amica:

-“In effetti, non ho davvero intenzione di sconfiggere Barbabianca. All’inizio pensavo di batterlo perché mio padre non ci era mai riuscito a sconfiggerlo ma ora, non so nemmeno il perché mi sono intestardito nel volerlo battere, non mi interessa più riuscire dove lui ha fallito. L’unica cosa che ho sempre voluto, è essere libero e trovare la risposta alla domanda che da sempre mi pongo.”-

il cielo si era fatto tutto rosso e il sole era quasi del tutto tramontato:

-“Il punto è che non so che fare. Potrei unirmi alla ciurma di Barbabianca ma non so se è la cosa giusta.”-

era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che qualcuno gli si era avvicinato, si accorse di lui solo quando appoggiò per terra una ciotola di zuppa:

-Mangia prima che si raffreddi.-

Ace alzò lo sguardo fissando l’uomo che gli stava davanti, lo riconobbe subito, era Marco il comandante della prima flotta e si rese conto che in quei giorni, mentre tentava di fare fuori il vecchio, lui era l’unico che non aveva notato; la fenice aveva capito subito che Ace era una persona che bisognava lasciarla in pace fino a quando non si era calmato e lui aveva deciso di ignorarlo fino a quando non era il momento di parlargli.

Marco fece per andarsene ma Ace lo fermò:

-Come mai lo chiamate “padre”?-

era una domanda che aveva in testa fin dal primo momento in cui si era trovato a bordo di quella nave, per lui, quella parola gli provocava solo rabbia e odio ma nel vedere quei pirati pronunciare la parola “padre” con felicità, lo aveva colpito molto; la fenice a quella domanda sorrise:

-Perché ci chiama “figli”. Tutti ci odiano ma noi siamo felici, le sue parole ci riempiono di allegria.-

lo fissò notando che le sue parole lo avevano colpito:

-Davvero vuoi continuare così? Finirà male, prendi una decisione.-

si voltò e aggiunse:

-Porterai il jolly roger di Barbabianca sulle tue spalle? O continuerai per la tua strada?-

si incamminò:

-Pensaci bene, la tua decisione potrebbe cambiarti la vita.-

Ace lo fissò mentre si allontanava, le sue parole avevano schiarito i suoi dubbi e ora sapeva che fare.
 

 
*


Il sole ormai non c’era più, Ace era rimasto ancora sul potente a riflettere attentamente sulla decisione che aveva preso e ormai si era fatta notte, si alzò e scese sottocoperta diretto alla cabina di Barbabianca.

Ace sapeva dove si trovava la cabina del vecchio pirata, con tutte le volte che lo aveva attaccato nel sonno, ormai sapeva la strada a memoria.

Giunto davanti alla porta esitò un attimo e poi bussò, Barbabianca lo fece entrare:

-Devo dedurre, che hai preso una decisione visto che non mi hai attaccato.-

Ace abbassò la testa, ora che si trovava davanti a lui incominciava a temere che avesse preso la decisione sbagliata:

-Coraggio ragazzo. Resti con noi o riprendi la tua strada?-

il ragazzo alzò la testa e fissò l’imperatore, lui sarebbe stato il primo a cui avrebbe detto ciò che non aveva avuto il coraggio di dire a Momo e ai suoi amici, gli unici a cui lo aveva detto erano stati solo i suoi fratelli:

-Prima di farti sapere la mia decisione, ho una cosa importante da dirti.-

Barbabianca lo fissò curioso:

-Sei davvero sicuro di volermi nella tua ciurma? Non sai nulla di me.-

il vecchio sorrise:

-Se tu e i tuoi amici volete unirvi alla mia famiglia, siete i benvenuti. Non ho bisogno di sapere chi sei, so che sei forte e so che di te posso fidarmi e questo mi basta.-

aveva capito che di lui poteva fidarsi non solo per via del suo intuito, che mai fino ad oggi si era sbagliato ma soprattutto, perché aveva notato come la ciurma del giovane si fidava cecamente di lui.

Ace si fece serio, era giunto il momento di rivelare ciò che per lui non era facile accettare:

-Mi diresti così, anche se io ti dico che sono il figlio del tuo vecchio rivale?-

Barbabianca si stupì, non avrebbe mai immaginato che il ragazzo davanti a se fosse suo figlio, anche se aveva notato che in certe cose gli assomigliava:

-E così saresti il figlio di Roger? Ammetto che sono sorpreso, la tua personalità non ha nulla a che vedere con la sua.-

scoppiò a ridere divertito, aveva notato che Ace assomigliava a qualcuno che conosceva molto bene ma non avrebbe mai pensato che fosse il figlio dell’unico uomo che lo aveva sempre messo in difficoltà nei loro scontri; Pugno di Fuoco rimase senza parole, non pensava che il vecchio avrebbe reagito in quel modo:

-Non è un problema che sono suo figlio? Voi eravate nemici?-

Barbabianca sorrise:

-Roger, era un rivale degno di rispetto ma era anche un buon amico.-

bevve un lungo sorso di sakè e aggiunse:

-Non importa chi ti ha fatto nascere, siamo tutti figli del mare.-

Ace sorrise, non l’aveva mai vista in quel modo e non sperava che oltre alla sua strana famiglia con cui era cresciuto, qualcun altro lo accettava dopo aver saputo di chi fosse figlio:

-Allora ragazzo, vuoi diventare uno dei miei figli?-

Pugno di Fuoco sorrise, ora la parola “padre” non lo turbava più così tanto come prima:

-Certo, accetto la tua proposta.-

Barbabianca scoppiò a ridere, era felice che avesse accettato di unirsi alla sua famiglia.
 

 
*


Dopo aver parlato con Barbabianca, Ace si diresse nella sala grande certo di trovare tutti i suoi amici.

Come aveva previsto tutta la sua ciurma era riunita nella sala grande e oltre a loro non c’era nessun altro, appena videro entrare il loro capitano, capirono subito che aveva preso una decisione dato che era tornato quello di sempre:

-Ragazzi, vi chiedo scusa per avervi fatto preoccupare.-

tutti sorrisero eccetto Momo, che aveva intuito ciò che Ace stava per dire:

-Alla fine ho preso la mia decisione. Da oggi i pirati di “Picche” cessano di esistere.-

tutti lo fissarono ma sapevano che lui aveva altro da dire, mentre la rossa iniziava ad arrabbiarsi:

-Ho deciso di unirmi a Barbabianca, voi siete liberi di decidere se seguirmi o se andare per la vostra strada. Io accetterò la vostra decisione ma prima vi voglio ringraziare per avermi seguito fino a qui. C’è un’isola allargo da qui e chi non vuole far parte della ciurma del vecchio è libero di scendere.-

da una parte sperava che loro restassero, non voleva dire addio ai suoi amici ma non voleva nemmeno obbligarli a restare.

Calò il silenzio, tutti sapevano già che fare, era ciò che ritenevano più giusto ma Momo non la pensava così; la rossa spezzò il silenzio e si alzò in piedi fissando dritto negli occhi Ace:

-Mi hai deluso. Credevo che il tuo sogno fosse quello di diventare un grande pirata e di sconfiggere Barbabianca e pensavo che fossi una persona disposta a tutto per realizzare il tuo sogno, invece hai deciso di mollare.-

lei era troppo arrabbiata per cercare di capire le sue motivazioni, Pugno di Fuoco cercò di spiegargli il motivo per cui aveva preso quella decisione ma la ragazza lo zittì urlando:

-Non mi fido più di te! Rinunci ai tuoi sogni e io non voglio più vederti!-

uscì dalla stanza sbattendo la porta, Ace fece per seguirla ma Sakura lo fermò:

-Io so che non hai rinunciato ai tuoi sogni, hai capito ciò che veramente vuoi e io rispetto la tua decisione ma Momo è troppo arrabbiata per capirlo e quindi lasciala andare. Come ti ho detto, noi ti seguiremo sempre ma per il momento le nostre strade si divideranno. Andrò con mia sorella e un giorno ci rivedremo.-

era più che certa, che anche se passavano anni, un giorno lei e la sorella sarebbero tornate a navigare con tutti loro; Ace sorrise:

-Vai pure, sono certo che ci vedremo ancora.-

più che certo, ci sperava; Sakura ricambiò il sorriso e salutò tutti, quando anche lei uscì, Kanjiro si avvicinò all’amico, mentre Ace parlava con Sakura, lui e gli altri avevano deciso il da farsi:

-Noi restiamo. Quando abbiamo accettato di unirci alla tua ciurma, lo abbiamo fatto con l’intenzione di seguirti ovunque.-

era questo che tutti pensavano, avevano scelto di seguirlo e lo avrebbero fatto per sempre, Ace fu felice che tutti loro restassero anche se le due gemelle avevano deciso di andarsene.

 
*


Ace era sul ponte appoggiato al parapetto e osservò la piccola scialuppa diretta verso l’isola, anche se la notte gli impediva di vedere bene, riusciva a distinguere le figure delle due gemelle:

-C’è qualcosa che non va?-

era contento che Kanjiro fosse restato, perché lui era in grado di capirlo anche se non gli parlava:

-Fate bene a darmi delle stupido.-

l’ex vice capitano dei pirati di “Picche” sorrise:

-E perché?-

Ace fissò il punto in cui era sparita la scialuppa:

-Perché ho capito solo adesso, che se ne è andata, di amare Momo. A dire il vero lo avevo intuito da un pezzo ma ho sempre fatto finta di nulla non sicuro di ciò che provavo ma ora sono convito dei miei sentimenti.-

Kanjiro si accese una sigaretta:

-Quando un giorno la rivedrai, digli ciò che provi. Sinceramente tu e lei siete gli unici a non averci fatto caso, perché tutta la ciurma sa cosa provate l’uno per l’altra.-

Ace si stupì delle parole dette dall’amico:

-Ora andrò avanti per questa nuova strada, fino a quando non verrà il giorno in cui la rincontrerò.-

il cecchino rise, passarono il resto della notte a parlare fino a quando il sole non sorse portando con se un nuovo giorno.
 

 
*


Da quella notte, Ace e gli altri non incontrarono più le due gemelle, ogni tanto leggevano su i giornali ciò che Momo combinava e anche loro si tenevano sempre informate su ciò che facevano i loro vecchi amici.
 

 
***
 

Era passato qualche anno, le due gemelle dopo aver lasciato i loro amici avevano fatto ritorno nel Grande Blu, per due persone il Nuovo Mondo era troppo pericoloso e anche se erano rimaste solo loro due, avevano continuato ad inseguire il loro sogno.
 

 
*


Momo ormai aveva capito il motivo per cui Ace aveva deciso di seguire Barbabianca e si sentiva una stupida per ciò che gli aveva detto ed era pronta a mettere da parte l’orgoglio e scusarsi con lui appena le loro rotte si sarebbero di nuovo incrociate, perché lei era certa che lo avrebbe rivisto, c’era la promessa che si erano scambiati tempo fa sull’isola di Yuki.

 
*


Quella mattina, Momo si diresse in cucina per fare colazione, il giorno dopo avrebbero raggiunto un’isola e lei non vedeva l’ora di scendere a terra, alla fine avevano deciso di far ritorno nel Nuovo Mondo per ritrovare Ace.

Appena entrò in cucina capì subito che era capitato qualcosa, seduta al tavolo in lacrime Sakura fissava il giornale che era appena arrivato:

-Perché piangi? E’ successo qualcosa?-

la gemella senza dire nulla, troppo scossa per parlare, gli porse il giornale; quando finì di leggere l’articolo, Momo rimase senza parole, non poteva credere che Ace fosse morto, scappò fuori dalla cucina e si rifugiò nella stiva, era troppo scossa per consolare la sorella.

Momo passò tutta la giornata chiusa nella stiva, con solo una candela ad illuminare la stanza, non riusciva a capire il perché stava soffrendo così tanto:

-“Quando mamma e papà sono morti, io non ho sofferto così tanto e avevo trovato la forza per consolare Sakura, mentre ora non riesco a fermare le lacrime, mi sento come se il mio cuore fosse andato in frantumi.”-

lo aveva capito da tempo di amare Ace, se ne era accorta pochi giorni dopo essersene andata via da lui ma non credeva che per lui avrebbe pianto senza riuscire a fermarsi; se ne stava accovacciata contro la parete, con lo sguardo fisso sulla piccola fiamma che illuminava il suo viso:

-“Sei un maledetto bugiardo. Mi avevi promesso, che mi saresti venuto a cercare se le nostre strade si fossero divise e io stavo venendo da te per scusarmi.”-

si sentiva arrabbiata con lui e con se stessa:

-“Io mi sento così a pezzi per la tua morte e di sicuro gli altri staranno peggio, dato che erano lì con te nel momento in cui sei morto.”-

un piccolo sorriso tra le lacrime apparve sul suo volto:

-“Ora ho capito perché non volevi parlarmi di tuo padre, sei il figlio del Re dei pirati ma per me tu sei il mio Baka Hono-chan, con cui mi sono divertita molto e che avrei voluto tanto rivedere.”-

la rabbia tornò a farsi sentire, non voleva accettare che ora non poteva più rivederlo, tirò un calcio contro la cassa dove stava la candela che cadde spegnendosi:

-“Te ne sei andato in un luogo dove non posso raggiungerti.”-

non aveva più lacrime da versare ma il suo cuore continuava a piangere:

-Ti odio!-

gli tornò alla mente il giorno che lo aveva conosciuto e tutti i momenti passati insieme, le litigate e le risate che avevano condiviso, come le loro fughe dalle locande e dai guai in cui si cacciavano; dal giorno in cui lo aveva incontrato era sempre stata con lui, fino al giorno, in cui lei se ne era andata:

-Ma nonostante tutto, non posso fare a meno di amarti.-

si alzò, riaccese la candela e sorrise:

-Ace, io ti amerò per sempre e andrò avanti anche per te.-

uscì dalla stiva, si sentiva meglio ed era pronta per consolare la gemella; Ace continuava a vivere nei ricordi suoi e delle persone che gli avevano voluto bene.
 

 
*


Da quel triste giorno passarono due anni, Momo e Sakura avevano ripreso a sorridere nonostante il fatto di non poter più vedere Ace, le faceva ancora soffrire.
 

 
*


Quel giorno, erano attraccate lungo la spiaggia di una piccola isola disabitata, Sakura voleva studiare le piante e i fiori dell’isola e stava allestendo un piccolo accampamento sulla spiaggia mentre Momo era nella sua cabina a far ordine nel suo baule.

Mentre ordinava, Momo trovò una vecchia fotografia e sorrise, un sorriso molto nostalgico, quella foto raffigura tutta l’ex ciurma dei pirati di “Picche” e fu scatta poco prima di giungere all’arcipelago Sabaody, prima che tutto cambiasse:

-Quanti anni saranno passati da qual giorno? Mi sembra ieri, quando abbiamo deciso di unirci alla ciurma e invece è passato tanto tempo.-

osservò i volti dei suoi amici, tutti sorridenti, gli mancavano molto:

-Chissà come saranno cambiati e chissà se stanno tutti bene.-

il suo sguardo cadde sul volto sorridente di Ace e una lacrima si infranse sulla foto:

-Mi manchi così tanto. Mi manca la tua stupidità e il tuo sorriso ma soprattutto mi manca il tuo coraggio di affrontare ogni difficoltà. Io mi mostro forte ma in realtà non ho mai smesso di soffrire per la tua morte.-

altre lacrime caddero sulla foto dalla quale si staccò un pezzo di carta, Momo lo raccolse e lo fissò:

-Questa è una vivre card. Ma di chi è?-

c’era solo una persona che aveva dato la sua vivre card a lei ma ormai non c’era più:

-Non ho più dubbi, questa era di Ace ma non capisco come faccia ad essere integra.-

sapeva che quando il proprietario della vivre card moriva il foglio diventava cenere, quindi quel pezzo di carta non poteva essere li, poi la speranza la convinse che poteva esserci la possibilità che poteva essere ancora vivo, senza pensarci un attimo si alzò e raggiunse di corsa la sorella.

Sakura vedendo Momo arrivare di corsa si preoccupò:

-Cosa è successo?-

la rossa gli diete la vivre card:

-Lui, è ancora vivo.-

la gemella sentì le lacrime rigarle il volto ma erano lacrime di gioia, dovuta ad una speranza che non credeva di poter provare:

-Ace, è vivo? Ma come è possibile? Tutti sanno che è morto.-

Momo riprese la vivre card e sorrise:

-E’ quello che voglio scoprire. Vado a Marineford e cercherò di capire cosa è successo dopo la guerra e con l’aiuto della vivre card, ritroverò Ace.-

Sakura era un po’ preoccupata e Momo se ne accorse:

-Stai tranquilla. Tu resta qui e studia i fiori, mentre io andrò a cercalo e ti prometto che tornerò con lui.-

la sorella annuì, aveva molta fiducia nella gemella.

Qualche ora dopo, Momo salpò certa che avrebbe ritrovato Ace.

 
*
 

Mancava poco per raggiungere Marineford, Momo faceva fatica a credere che Ace fosse ancora vivo.

Quando giorni fa, aveva trovato la vivre card abbandonata da anni in fondo al baule, gli sembrava di sognare.

Per un attimo, aveva creduto che il mercante avesse venduto ad Ace un semplice pezzo di carta, facendolo passare per una vivre card.

Era impossibile che Ace si fosse salvato da quella guerra ma poi, si era ricordata di quante volte in passato quel semplice pezzo di carta l’aveva aiutata a ritrovare Ace ogni volta che spariva e la speranza che lui fosse ancora vivo, si era accesa nel suo cuore.

Davanti alle mura che circondavano Marineford, Momo si ripromise che lo avrebbe ritrovato e che non si sarebbe mai più allontanata da lui.


 
***
 

Quando Sakura finì di raccontare calò il silenzio, durante il racconto era intervenuta anche Momo a dire ciò che sapeva.

Ace fissò il fuoco, si sentiva ancora un po’ confuso ma ora aveva capito chi era anche se i ricordi non erano ancora tornati.
 
  
Continua…
 
 

 
Ciao,

con questo sono finiti i capitoli sul passato, dal prossimo la storia riprende da dove si era fermata.

Come avevo scritto nel capitolo 5, le due gemelle hanno raccontato ad Ace i momenti in cui c’erano anche loro.

Ho aggiunto due pezzi che erano capitoli della raccolta legata alla storia e ho modificato alcune cose, spero che vi sia piaciuto.

Mi prendo una pausa ora che i capitoli sul passato sono finiti dato che ad agosto non avrò il tempo per aggiornare, riprenderò l’aggiornamento alla fine di agosto o inizio settembre.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti e le ricordate, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 13
*** I Primi Ricordi Ritornano ***


13° CAPITOLO:
I PRIMI RICORDI RITORNANO



 
Quando Sakura finì di raccontare, calò il silenzio; durante il racconto era intervenuta anche Momo raccontando eventi dove c’erano solo lei ed Ace, tralasciando cose, che secondo lei erano troppo personali da raccontare.

Ace fissò il fuoco, si sentiva ancora un po’ confuso ma ora aveva capito chi era anche se i ricordi non erano ancora tornati:

-Allora, ti ricordi qualcosa?-

il ragazzo fissò Sakura e sorrise:

-Quello che avete raccontato mi è famigliare ma non ricordo ancora niente, mi dispiace.-

era come se le due gemelle gli avevano raccontato una storia che aveva già sentito ma ovviamente, era come se fosse una storia di qualcun altro nonostante gli era famigliare; Momo si alzò sbadigliando:

-Il fatto che ti è famigliare ciò che ti abbiamo raccontato, è un buon segno. Comunque ora è meglio dormire.-

la gemella ritornò dai due, era andata nella tenda a prendere una cosa che sperava poteva aiutare Ace:

-Io ho l’abitudine di tenere nel baule tutti i giornali che parlano di te e degli altri, forse questo ti può essere utile.-

Pugno di Fuoco prese il quotidiano e notò che risaliva a due anni fa:

-E’ uscito il giorno dopo la guerra a Marineford, forse leggendolo ti ritornerà in mente cosa ti è successo quando sei stato colpito e potrebbe aiutarti a ricordare il resto.-

Ace fissò la ragazza e si alzò:

-Vado a fare due passi.-

le due gemelle lo osservavano mentre si allontanava:

-Meglio lasciarlo solo.-

Sakura fissò la sorella e annui:

-Andiamo a dormire.-

entrarono nella tenda ma ci volle un po’ prima che riuscissero a prendere sonno, entrambe temevano che Ace non recuperasse più la memoria, era un timore molto grande ma dovevano sperare, che prima o poi, l’amico avrebbe ritrovato la memoria ritornando quello di un tempo.
 

 
*


Intanto, Ace si era seduto su uno scoglio e lesse il giornale, mentre leggeva notò una foto:

-“Quest’uomo è Barbabianca, allora quella volta il volto che per un attimo mi è parso di vedere, era il suo.”-

ad un tratto, quella foto, gli fece ricordare il giorno in cui Satch fu ucciso, non sapeva perché quella foto gli aveva restituito quel ricordo ma era la prima volta che riusciva a ricordare qualcosa senza poi dimenticarlo di nuovo; si portò una mano alla testa e chiuse gli occhi aspettando che il dolore passasse, quando passò li riaprì:

-“Di solito dopo il dolore dimentico tutto ma sta volta non è successo. Ricordo perfettamente il giorno in cui Satch è morto; Momo e Sakura non sanno della sua morte, dato che mi hanno raccontato di essersene andate dopo che ho deciso di seguire Barbabianca e quindi forse è la volta buona che il mio passato sta tornando.”-

incominciava ad avere un po’ di speranza di ritrovare il suo passato.

Riprese a sfogliare il giornale e notò la foto di un’altra persona:

-“Quest’uomo, c’è scritto che si chiama Monkey D. Garp e da ciò che mi hanno detto, lui è mio nonno adottivo ma non riesco a ricordarmi di lui.”-

provò a sforzarsi di ricordare ma ottenne solo un gran mal di testa:

-“E’ meglio se ora vado a dormire, è già tanto che mi sono ricordato di Satch.”-

chiuse il giornale e si alzò, mentre tornava all’accampamento ripensò a quell’unico ricordo che aveva ritrovato e a ciò che le due gemelle gli avevano raccontato; per la prima volta in due anni si sentiva ottimista, era certo che sta volta sarebbe riuscito a ritrovare il suo passato, soprattutto grazie all’aiuto delle due sorelle.
 

 
*


All’alba, Momo e Sakura uscirono dalla tenda e videro Ace seduto sul tronco che fissava il cielo:

-Non hai dormito?-

il ragazzo si voltò verso la ragazza dagli occhi blu:

-Non avevo sonno.-

Sakura si mise a preparare la colazione, mentre la gemella si mise seduta accanto a lui:

-Ti è servito a qualcosa il giornale?-

Ace annuì:

-Mi sono ricordato del giorno in cui Satch è morto. Non è un ricordo felice ma è sempre meglio di non ricordare nulla.-

Momo lo fissò sorpresa:

-Sul serio? Questa è una bella notizia, ti sei ricordato di una cosa che noi non ti abbiamo raccontato.-

lui sorrise:

-Già, ma avrei preferito non ricordare quel giorno.-

Sakura li raggiunse e diete a loro un piatto di carne:

-Tranquillo, vedrai che non ricorderai solo cose brutte.-

Momo mangiò velocemente e si alzò:

-Basta chiacchiere! Finite di mangiare e salpiamo!-

i due la fissarono un po’ confusi, in fondo non sapevano nemmeno dove andare e forse era meglio restare su quell’isola ancora un po’ ma la rossa aveva altro in mente:

-Penso che dovremmo andare nel Nuovo Mondo.-

Sakura fissò la gemella:

-E perché? Non è meglio restare qui, almeno fino a quando Ace non inizia a ricordare di più.-

la sorella sbuffò, non gli piaceva dare spiegazioni e poi credeva che anche lei, aveva intenzione di partire:

-Perché potremmo incontrare qualcuno che conosce molto bene Ace e che lo può aiutare.-

il ragazzo si alzò:

-Ma non mi avevi detto che fino a quando non avrò recuperato la memoria, nessuno deve sapere che sono ancora vivo?-

Momo annuì:

-Certo, ma intendevo dire, che il mondo per il momento non deve sapere che tu sei vivo ma se incontriamo qualcuno che ti conosce, non vedo il motivo per cui non parlagli.-

senza aggiungere altro, iniziò a raccogliere le cose e salì sulla nave; Ace e Sakura decisero di assecondarla per non perdere tempo in chiacchiere, anche perché la rossa non aveva tutti i torti.

Un’ora dopo, i tre ragazzi ripresero il viaggio, alla fine avevano deciso di fare come aveva detto Momo e si diressero verso l’arcipelago Sabaody.
 

 
***
 

Lontano dalla rotta che stavano seguendo i tre ragazzi, Akainu giunse sull’isola dove qualche giorno prima si trovavano Ace e Momo, l’ammiraglio ordinò ai suoi uomini di far provviste e poi scese a terra in cerca di una locanda dove chiedere informazioni.

Dopo qualche minuto trovò una locanda ed entrò, i clienti vedendolo entrare si chiesero se fosse successo qualcosa, dato che era raro vedere un ammiraglio su un’isola dove all’apparenza, non c’era nessuna minaccia.

Akainu raggiunse il bancone e si sedette, il locandiere si voltò verso di lui:

-Cosa le porto?-

l’ammiraglio appoggiò il suo cappello e fissò l’uomo:

-Del sakè e poi vorrei sapere se è stata qui una persona.-

l’oste portò subito da bere:

-Chi sta cercando?-

Akainu bevve un sorso e poi descrisse la persona che stava cercando, evitò di scendere troppo nei particolari, per evitare che l’uomo, con cui stava parlando, capisse che Ace era ancora vivo:

-Allora è stato qui?-

il locandiere annuì:

-Certo, giorni fa è stato qui con una ragazza dai capelli rossi e non hanno nemmeno pagato il conto.-

come poteva scordare quei due ragazzi che avevano mangiato per un esercito e poi erano fuggiti senza pagare; l’ammiraglio non si sorprese nel sapere che non avevano pagato, per lui un pirata rimaneva sempre un pirata anche se era senza memoria:

-“Quindi quella ragazza ha davvero aiutato Ace a fuggire, ma non capisco come abbia fatto a sapere che era ancora vivo.”-

si alzò e pagò l’uomo:

-Non dire a nessuno che sono stato qui.-

il locandiere annuì, non voleva di certo far arrabbiare un ammiraglio.

Akainu uscì dalla locanda, non gli importava di come Momo aveva scoperto che Ace era ancora vivo, ora era più importate trovarlo e toglierlo di mezzo.

Tornò alla nave e ordinò di salpare, era certo che Ace non era più su quell’isola ma sentiva che era vicino e presto lo avrebbe trovato.
 
 
***
 

In mezzo all’oceano, a bordo della sua nave, Garp scrutava l’orizzonte:

-Vice ammiraglio, mi scusi.-

l’uomo si voltò verso Kobi:

-Che c’è?-

il ragazzo esitò un attimo:

-C’è una piccola falla e se non la ripariamo subito rischiamo di affondare.-

Garp si rese conto che non era stata una buona idea quella di partire senza aver fatto riparare la nave che era danneggiata da tempo:

-E va bene, tra un po’ arriveremo su un’isola ma sbrigatevi a riparare la falla, rischiamo di perdere le tracce di Akainu.-

Kobi annuì e se ne andò, il vice ammiraglio tornò a fissare l’oceano:

-“Akainu è fortunato, ci sono solo tre ore di distanza tra me e lui ma fermandoci per riparare la falla, perderemo qualche giorno.”-

non gli importava di perdere tempo, ciò che più gli importava era non perdere le tracce del collega.
 
 
***
 

A Marineford, Sengoku andava avanti e indietro nel suo ufficio parecchio nervoso, con lui seduta sul divano a sorseggiare del tè c’era la vecchia Tsuru:

-Dovresti stare calmo.-

l’uomo si sedette alla scrivania più nervoso di prima:

-Come posso stare calmo!? Se si viene a sapere che quell’idiota di Garp sta seguendo un suo collega, il mondo potrebbe perdere fiducia nella marina!-

la donna appoggiò la tazzina e sospirò:

-Però ha ragione nel dire che Akainu nasconde qualcosa.-

Sengoku annuì:

-Lo so, ma bisogna risolvere la cosa senza dare troppo nell’occhio e invece quel mangia biscotti agisce senza pensare.-

Tsuru su questo si trovò d’accordo, Garp non usava mai la testa:

-Perché non mandi Kizaru o Aokiji a richiamare entrambi?-

il Grand Ammiraglio si era un po’ calmato, anche se era ancora molto nervoso:

-Così peggioriamo la situazione e poi entrambi sono nel Nuovo Mondo a tenere sotto controllo la situazione. Barbabianca avrà perso la guerra due anni fa ma questo è servito solo ad aumentare il numero dei pirati.-

dopo la sconfitta del vecchio imperatore, la marina credeva che la pirateria diminuisse dato che uno dei pirati più forte e conosciuto, era stato sconfitto ma si era sbagliata, anzi quella sconfitta aveva spronato ancora di più i pirati, soprattutto quelli che volevano sconfiggere Barbabianca e che credevano che ormai avesse perso la sua forza.

Tsuru, pensò un attimo ad una soluzione:

-Allora mandaci Smoker, ora lui è vice ammiraglio ed è un tipo che sa non dare nell’occhio.-

Sengoku trovava che questa poteva essere un’ottima soluzione ma c’era un problema, anche lui era come Garp, faceva ciò che riteneva giusto anche se questo lo portava a scontrarsi con gli ordini ricevuti dai superiori:

-Smoker sarebbe adatto a richiamare quei due ma si trova anche lui nel Nuovo Mondo e poi lo sai benissimo che il suo unico scopo è quello di catturare Cappello di Paglia.-

sembrava che non ci fosse soluzione, poi si ricordò di una cosa importante:

-Se riusciamo a scoprire dove si trova Barbabianca, tutto si risolverebbe. Akainu lo vuole togliere di mezzo e se sapesse dove si trova, sospenderà per un po’ ciò che sta facendo.-

Tsuru concordò con lui:

-E mentre lui va da quel pirata, noi potremmo scoprire che sta combinando.-

si alzò e dopo aver salutato il superiore uscì dalla stanza.

Sengoku si alzò e aprì la finestra, forse era riuscito a trovare il modo per risolvere il problema, doveva solo capire dove si trovava Barbabianca cosa non facile dato che sembrava sparito nel nulla.

 
***
 

Su una piccola isola del Nuovo Mondo, Barbabianca stava parlano con Whitey Bay:

-Allora, a cosa devo la tua visita? Recentemente ti avevo contattato per dirti che non sapevo ancora nulla su quel lardoso di un traditore!-

il vecchio imperatore rise, pure i suoi alleati odiavano Teach:

-Passavo solo da queste parti e ho pensato di salutarti.-

la donna sorrise:

-Hai fatto bene, non ci si vede da due anni. Comunque ho scoperto una cosa interessante.-

l’uomo svuotò il suo bicchiere e aspettò che l’alleata andasse avanti:

-Pare che ci siano dei problemi al Quartier Generale della marina. Stanno facendo di tutto per non farlo sapere ma come tu sai, io ho una spia molto affidabile tra le loro fila.-

Barbabianca rise divertito, se la marina voleva nascondere qualcosa, prima doveva assicurarsi che non ci fossero spie:

-E che stanno combinando quei marines?-

Whitey sorrise:

-Pare che il vice ammiraglio Garp, stia inseguendo l’ammiraglio Akainu e che lui stia nascondendo qualcosa.-

il vecchio imperatore si irritò a sentire il nome dell’uomo che aveva ucciso uno dei suoi figli:

-Scusami, non dovevo pronunciare quel nome.-

anche per lei non era facile dimenticare ciò che era accaduto due anni fa, considerava Barbabianca come un padre e i suoi uomini erano come dei fratelli per lei, aveva passato molte serate in allegria con loro:

-Non riesco ancora a crederci che Ace non ci sia più, lui era l’unico che non si faceva problemi a farmi infuriare.-

il vecchio pirata sorrise:

-Lui diceva sempre ciò che pensava e senza volerlo ti faceva arrabbiare.-

Whitey sorrise, ricordando divertita, tutte le discussioni che aveva avuto con Ace in passato, lui senza farlo apposta la faceva arrabbiare e lei cercava in tutti i modi di prenderlo a pugni senza riuscirci, infondo non si poteva prendere a pugni il fuoco:

-Ammetto di essere molto suscettibile e che basta poco per farmi arrabbiare, infatti tutti fanno attenzione a ciò che mi dicono ma quel fiammifero era troppo sincero e come hai detto tu, diceva sempre ciò che pensava e io anche se mi infuriavo alla fine ridevo insieme a lui.-

Barbabianca si alzò:

-Ace continuerà a vivere nei nostri ricordi.-

la donna annuì:

-Ora devo andare. Se scopri qualcosa su Teach o su ciò che combina la marina, fammelo sapere.-

la salutò e tornò dai suoi figli.

Whitey Bay l’osservò mentre se ne andava e sorrise, era felice di quell’improvvisa visita.
 
 
***

 
Era ormai calata la notte e la piccola imbarcazione continuava a navigare tranquilla, Momo uscì dalla sua cabina con addosso solo un asciugamano e assorta nei suoi pensieri, dopo pochi passi andò a sbattere contro Ace, che non avendo sonno stava salendo sul ponte:

-Scusa, non ti avevo vista.-

la rossa fece per rispondere ma si accorse di essere coperta solo da un misero asciugamano e si voltò dandogli le spalle:

-No, scusami tu. Ero assorta nei miei pensieri e non ti avevo visto.-

si sentiva in tremendo imbarazzo, Ace abbassò la testa e si voltò:

-Notte.-

a quella parola, si girò e lo vide sparire dietro la porta in cima alle scale, poi corse nella sua stanza e si buttò sul letto:

-“Ma che mi è preso? Uscire con solo l’asciugamano addosso sapendo che c’è anche Ace a bordo.”-

avrebbe voluto tornare indietro nel tempo ed evitare di uscire dalla cabina ma se era possibile tornare indietro nel tempo, avrebbe evitato di separarsi da lui e gli avrebbe impedito di mettersi in pericolo:

-“Sakura me lo dice sempre che non devo perdermi nei miei pensieri perché potrei fare qualche sciocchezza.”-

si mise seduta e sospirò:

-“Comunque se fosse successo in passato, Ace mi avrebbe presa in giro e avremmo litigato, invece ha fatto finta di nulla e se ne è andato via.”-

la porta si aprì e vide entrare Sakura:

-Ho sentito sbattere la porta e sono venuta a vedere se è tutto a posto. Comunque ti conviene vestirti, se ti vedesse Ace, cosa faresti?-

Momo conficcò la faccia nel cuscino:

-Troppo tardi, senza rendermene conto sono uscita solo con l’asciugamano e mi sono scontrata con lui.-

la gemella sorrise:

-Strano, non vi ho sentito litigare.-

la rossa si mise di nuovo seduta:

-Ace non è più il ragazzo che conoscevamo, ha perso la memoria ed è diventato qualcun altro e io ho il terrore che non torni più quello che era.-

anche Sakura aveva paura ma non aveva paura che lui non tornasse come una volta ma che non avrebbe più recuperato la memoria; perché era certa, che con il tempo e tornando a vivere come faceva una volta, sarebbe tornato quello di sempre ma se i ricordi non sarebbero tornati, un parte di lui sarebbe mancata per sempre:

-Tranquilla, ha passato due anni in marina, lascia che si riabitui alla vita da pirata e vedrai che tornerà ad essere l’Ace che tu ami.-

Momo divenne rossa come i suoi capelli:

-E’ vero che sono innamorata di lui ma temo che non tornerà più quello che conoscevo.-

la gemella si voltò:

-Ace rimane sempre Ace, è solo confuso.-

poi uscì lasciandola da sola.

Momo si sdraio e fissò il soffitto:

-“Ha ragione, basta aspettare che recuperi la memoria. Comunque mi sorprende che i miei sentimenti non siano cambiati nemmeno quando ho letto che era morto, ora che ci penso l’ho sempre amato ma l’ho capito solo dopo che me ne sono andata.”-

decise che avrebbe detto ad Ace ciò che provava per lui appena avrebbe recuperato la memoria, perché ora era certa che in un modo o nell’altro, avrebbe recuperato il suo passato, ci avrebbe pensato lei ad aiutarlo.

 
*


Intanto, sul ponte Ace osservava l’oceano, ripensava a ciò che le due gemelle gli avevano raccontato e ripensò al piccolo scontro avvenuto poco prima con Momo:

-“Dal momento in cui l’ho vista sulla finestra ho avuto una strana sensazione, è come se lei fosse importante.”-

dal momento in cui era partito con lei, si era ritrovato spesso a pensarla:

-“Forse ero innamorato di lei o lo sono ancora e non me lo ricordo, so solo che tengo molto a Momo anche se non capisco il perché.”-

in quel momento, desiderava solo ricordare come era il suo rapporto con la rossa, da quello che gli avevano raccontato le due ragazze, aveva capito che c’era una bell’amicizia con lei ma non aveva capito se era di più di una semplice amicizia.

Decise che per quella notte non ci avrebbe più pensato e tornò nella sua cabina con la speranza di riuscire a prendere sonno.
 

 
*


Il mattino seguente, c’era molta tranquillità in cucina e a rompere il silenzio fu Sakura:

-Nel pomeriggio dovremmo arrivare all’arcipelago Sabaody.-

 
sembrava che nessuno dei due l’avevano sentita, entrambi continuarono a mangiare:

-Mi avete sentito?-

Ace si girò verso di lei e annuì:

-Baka Hono-chan, tutto a posto?-

il ragazzo sorrise:

-Certo, mi sono ricordato di qualcosa.-

era capitato all’improvviso, stava mangiando quando senza preavviso, qualcosa aveva fatto ritorno nella sua memoria, senza più andar via; le due gemelle lo fissarono, sperando che almeno sta volta si fosse ricordato qualcosa di bello:

-Mi sono ricordato della donna che mi ha cresciuto. Non ricordo il suo nome ma ricordo che era una persona gentile anche se si arrabbiava sempre e mi sono anche ricordato di Sabo, solo che di lui ricordo che era mio fratello ma non ricordo come l’ho conosciuto o i momenti passati insieme.-

erano felici le due ragazze nel sapere che oltre alla morte di Satch si era ricordato di altro, Sakura sorrise:

-Visto, anche i ricordi belli stanno tornando e vedrai che ricorderai anche come hai conosciuto tuo fratello.-

Ace sorrise, sapeva che Sabo era morto ma ricordare suo fratello, lo rendeva felice.

Passarono la mattinata in tranquillità e nel pomeriggio giunsero finalmente all’arcipelago Sabaody.
 
  
Continua…
 
 

 

Ciao, sono tornata.

Questo è un capitolo di passaggio che serve per ricollegare la storia al 5° capitolo, spero che vi sia piaciuto.

Ace inizia a ricordare qualcosa e intanto, Akainu sembra sempre più vicino.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti e le ricordate, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 14
*** Di Nuovo nel Nuovo Mondo ***


14° CAPITOLO:
DI NUOVO NEL NUOVO MONDO



 
Nel villaggio di Foosha, Dadan era alla locanda seduta al bancone mentre Makino, dopo vari tentativi di attirare l’attenzione della donna che era persa nei suoi pensieri, rinunciò e riprese a pulire i bicchieri:

-I giornali dicono un mucchio di sciocchezze.-

la locandiera si girò verso di lei:

-Perché? Cosa c’è scritto?-

in realtà era sorpresa che Dadan stava leggendo un giornale, da quando Ace era morto aveva deciso di non leggerli più, infatti era sempre Makino che gli riferiva cosa stava facendo Rufy:

-Stando ai giornali, pare che quell’idiota di Garp stia inseguendo Akainu. E’ assurdo che un marines dia la caccia ad un collega, però trattandosi di quel vecchio babbeo tutto è possibile.-

la giovane donna sorrise, trovava divertente come Dadan criticava Garp, quando era palese che lei lo considerava un caro amico:

-Se non sbaglio, Akainu è il marines che ha ucciso Ace.-

subito dopo aver parlato, si era pentita di ciò che aveva detto, in quei due anni aveva fatto di tutto per non nominare Ace davanti a Dadan o a Garp, anche se a volte era inevitabile parlare di lui:

-Si è proprio lui e spero che faccia una brutta fine.-

anche Makino soffriva molto per ciò che era successo due anni fa ma non pensava di certo che quell’uomo meritasse di morire, era contraria alla violenza e non augurava la morte a nessuno, nemmeno all’uomo che aveva ucciso una persona a cui lei teneva:

-Dadan, ha fatto solo il suo dovere.-

era difficile dire quelle parole, era giusto che un marines svolgesse il suo compito e che fermava i pirati ma quando i pirati in questione erano delle persone a lei care, non sapeva mai come comportarsi; la donna sbatté un pugno irritata:

-Non me ne frega niente! Ace non doveva morire!-

si calmò e bevve un sorso di sakè, a volte pensava che sarebbe stato meglio che ne Ace ne suo fratello prendevano la strada della pirateria ma sapeva anche che non sarebbe stato da loro rinunciare a quella strada, almeno si consolava al pensiero che Ace era morto senza rimpianti, perché lo conosceva e sapeva che era così:

-Chissà se Rufy si è ripreso, i giornali hanno detto che ora è nel Nuovo Mondo.-

Makino sorrise, un po’ preoccupata anche lei per il giovane:

-Sono certa che è riuscito ad andare avanti, di sicuro sentirà molto la mancanza di suo fratello ma non è solo.-

Dadan annuì:

-Già, ma conoscendolo si sentirà in colpa per la sua morte. Ace è morto per proteggere suo fratello.-

la locandiera si rigirò verso il lavandino e continuò a lavare i piatti:

-Ace non è morto, continua a vivere nei nostri ricordi.-

di questo, ne era più che sicura.

Dadan senza dire nulla si alzò e uscì, era la prima volta che parlava di Ace e della sua morte, dopo quel giorno di due anni fa aveva fatto di tutto per non pensare che ormai lui non c’era più.
 

 
***
 

Nel Nuovo Mondo, a bordo della “Thousand Sunny”, c’era il solito caos, era ora di colazione e tutta la ciurma era in cucina ma qualcuno era assente:

-Scusate, dove è Rufy?-

alla domanda di Robin anche gli altri si accorsero che il capitano non era presente e la cosa era strana, dato che lui era sempre il primo a piombarsi in cucina:

-Io non l’ho visto nella nostra cabina.-

non solo Usopp ma anche gli altri ragazzi non lo avevano visto, era da quando si erano svegliati che nessuno vedeva il capitano:

-Ora che ci penso, quando ieri sera ho finito di disegnare una cartina ho visto Rufy sulla polena.-

Sanji spense i fornelli e si accese una sigaretta:

-Strano che fosse ancora sveglio.-

Zoro, senza dire nulla uscì dalla cucina e salì sul ponte, lui sapeva dove era il capitano.

Lo spadaccino salì fino alla palestra e vide Rufy seduto davanti alla vetrata; poco dopo l’alba, Zoro aveva finito di allenarsi quando aveva visto entrare il capitano, il fatto che era entrato in silenzio, gli aveva fatto capire che voleva stare da solo e lui aveva fatto finta di non vederlo, era per questo che non aveva detto nulla agli altri:

-Ehi, gli altri sono preoccupati.-

il capitano si girò verso l’amico:

-E tu, perché non gli hai detto dove ero?-

lo spadaccino si appoggiò al muro e incrociò le braccia:

-Perché ho capito che avevi bisogno di stare solo.-

Rufy sorrise, con lui non poteva fingere, non gli sfuggiva mai nulla:

-Già, stavo pensando ad una cosa. Secondo te, una persona morta può essere ancora viva?-

Zoro lo fissò come se fosse impazzito del tutto:

-Ma che razza di domande fai? Se uno è morto rimane morto, anche se questo non vale per Brook.-

Rufy rise:

-Hai ragione, è solo che ho la sensazione che Ace sia ancora vivo.-

lo spadaccino si sorprese, era la prima volta, da quando si erano riuniti, che l’amico nominava il fratello; Zoro, come gli altri, si era preoccupato molto per il suo capitano quando aveva letto della morte di Ace e poco importava che era saltato fuori che in realtà non erano fratelli, perché lo aveva visto con i suoi occhi ad Alabasta, quanto fosse forte il legame che li univa e poteva solo immaginare quanto Rufy avesse sofferto e quindi avevano sempre evitato di tirare fuori l’argomento ma ora, era proprio Rufy a tirarlo fuori:

-E cosa te lo fa pensare?-

Cappello di Paglia non avrebbe mai detto a nessuno il perché aveva quella sensazione, per non essere preso in giro ma sapeva molto bene che i suoi amici non avrebbero mai riso di lui:

-Ieri sera mentre cercavo da mangiare, la luce della cucina si era spenta da sola e una candela si era accesa per conto suo.-

Zoro ci capiva sempre di meno:

-Lo stupido cuoco ha detto che ieri la corrente è saltata, mentre per la candela è assurdo che si sia accesa da sola.-

Rufy annuì:

-Hai ragione e infatti ho pensato che fosse stato il fantasma di Ace ad accendere la candela ma poi ho riflettuto e mi sono detto: “chi dice che Ace è veramente morto?”- 

lo spadaccino sbuffò, non voleva farglielo ricordare ma non poteva fare diversamente:

-Tu stesso lo hai visto morire.-

il capitano si fece serio:

-Io ho visto che veniva colpito e l’ho visto cadere ma non ho controllato se fosse ancora vivo.-

su questo Zoro era d’accordo con lui:

-Ammesso che non fosse morto, come si è salvato?-

Rufy si alzò e sorrise:

-Non lo so, forse è stato il nonno o qualcun altro. Ma ora cambiamo discorso e andiamo a mangiare.-

Zoro sorrise, non sapeva se Rufy aveva ragione o no ma se la convinzione che il fratello poteva essere ancora vivo, lo aiutava andare avanti, lui non lo avrebbe contrariato:

-Se Ace è ancora vivo, allora basta aspettare che lo rincontri.-

il capitano annuì:

-Giusto e fino a quando non arriverà quel giorno, io continuerò ad inseguire il mio sogno.-

si precipitò fuori dalla palestra, osservato dall’amico:

-“Quel giorno potrebbe anche non arrivare, sono pochissime le probabilità che Ace sia ancora vivo.”-

si sentì chiamare dal capitano e dopo avergli urlato che arrivava, uscì anche lui e fece ritorno dagli altri.

 
***
 

Le due gemelle ed Ace, dopo giorni di navigazione giunsero finalmente all’arcipelago Sabaody, una volta ormeggiata la nave, i tre ragazzi si incamminarono verso il bar di Shakky.

La donna quando li vide entrare nel suo bar, riconobbe subito le due gemelle, aveva una bella memoria e ricordava tutte le persone che erano passate da lì:

-Guarda chi si rivede.-

Sakura e Momo la salutarono mentre Ace rimase in disparte, aveva la sensazione di conoscerla ma non riusciva a ricordare chi fosse, ormai si era abituato ad incontrare persone o a vedere foto e di avere la sensazione di conoscerle senza ricordarsi chi erano, che si era rassegnato ad andare avanti così fino a quando non avesse ritrovato il suo passato, sempre se lo avesse ritrovato:

-Lui è un vostro amico?-

Momo decise di dirgli chi era, si fidava di lei ed era certa che non avrebbe detto nulla a nessuno:

-Lo conosci anche tu ma non devi dire che è ancora vivo o almeno, per il momento è meglio non farlo sapere.-

Shakky non fece in tempo a chiedere spiegazioni che dalla porta entrò Rayleigh:

-Ma tu guarda, sei ancora vivo.-

l’uomo aveva subito riconosciuto Ace e non si sorprese nel rivederlo; nella sua vita, aveva visto di tutto e vedere che il figlio del suo vecchio amico era ancora vivo, non lo stupiva affatto:

-Se siete qui, è per il rivestimento della nave, giusto?-

Sakura annuì:

-L’abbiamo ormeggiata nello stesso posto in cui avevamo ormeggiato la “Kaen”.-

Ray sorrise:

-Bene, vado subito.-

il vecchio pirata uscì senza dire altro, non voleva commettere lo stesso errore che aveva commesso anni addietro, sapeva che era meglio lasciare che fosse Ace a volergli parlare.

Una volta che Rayleigh uscì, le due gemelle spiegarono tutto a Shakky e non si accorsero che Ace era uscito.


 
*


Ray raggiunse la piccola nave dei ragazzi e si mise al lavoro, dopo qualche minuto si accorse di una presenza alle sue spalle e sorrise:

-Mi sorprende che tu sia venuto da me di tua iniziativa.-

Ace lo raggiunse, quell’uomo lo aveva incuriosito e non sapeva il perché ma era certo che lui in un modo o nell’altro poteva aiutarlo:

-Ho come la sensazione di conoscerti.-

a quelle parole, l’uomo capì tutto, in effetti aveva intuito che c’era qualcosa che non andava, dato che Ace gli era sembrato troppo calmo rispetto al passato:

-Hai perso la memoria, vero? Ti va di raccontarmi cosa ti è successo dopo che tutti ti hanno creduto morto?-

Pugno di Fuoco annuì:

-Mi ha salvato Akainu, credevo che di lui potevo fidarmi dato che non ricordo nulla del mio passato e per due anni sono rimasto con lui.-

Ray si chiese cosa aveva in mente l’ammiraglio di lava ma non disse nulla e lasciò che Ace continuasse:

-Un giorno è apparsa dal nulla Momo e mi ha convinto a seguirla. Una volta lontano da Marineford, mi ha raccontato tutto e ora insieme a lei e a sua sorella sto cercando di ritrovare il mio passato.-

Rayleigh sorrise:

-Ora capisco tutto, hai ricordato qualcosa?-

notò che il giovane pirata non stava molto bene, mentre Ace parlava, si era rafforzata la sensazione di conoscere quel vecchio pirata:

-E’ tutto a posto?-

lui annuì:

-La solita fitta. Comunque ho capito chi sei e mi piacerebbe sapere qualcosa su i miei genitori dato che dal poco che ho ricordato, tu li conoscevi, anche se ho la sensazione di odiare il mio vero padre.-

Ray rise:

-Quando ci siamo conosciuti anni fa, ti eri molto arrabbiato con me proprio perché avevo nominato tuo padre, molto probabilmente lo odi perché sei cresciuto in un ambiente dove la gente parlava male di lui e tu ti sei fatto un’idea sbagliata sul suo conto.-

Ace rifletté su quelle parole e dato che non ricordava dove fosse cresciuto, pensò che forse aveva ragione:

-Perché non mi dici tu che persona era?-

Rayleigh si sedette e sorrise:

-La prima cosa che mi viene in mente è che Roger era un pazzo, nel senso positivo. Devi sapere che era una persona capace di ficcarsi in un mare di guai, anche se restava tranquillo e ti assicuro che lui non era capace di stare tranquillo.-

osservò Ace che sembrava molto attento a ciò che diceva e proseguì:

-Roger amava la libertà e l’avventura ma soprattutto era un uomo disposto a tutto pur di proteggere le persone a cui teneva e i suoi sogni. Ho perso il conto di tutte le volte in cui per poco non si faceva ammazzare per proteggere la ciurma o qualche sconosciuto in difficoltà.-

quelle parole fecero ricordare qualcosa ad Ace:

-Mi sono appena ricordato il giorno in cui abbiamo parlato e tu mi hai detto che mio padre si consegnò di sua iniziativa alla marina.-

Ray fu felice nel sentire che si era ricordato qualcosa:

-Esatto ma prima di questo volevo dirti un’altra cosa.-

Ace si incuriosì e rimase in silenzio:

-Roger, poco prima di entrare nel Grande Blu, quando eravamo solo all’inizio del nostro viaggio, perse la testa per una donna e quella donna era tua madre Rouge. Siamo rimasti a Baterilla per quasi un mese e Roger prima di ripartire, promise a Rouge che sarebbe tornato da lei, anni dopo alla fine del viaggio, ha mantenuto la promessa.-

Pugno di Fuoco sorrise, ora gli era chiaro che si era sempre sbagliato su suo padre, qualunque fosse stato il luogo in cui era cresciuto, aveva fatto nascere in lui un’idea sbagliata su Roger:

-Che persona era mia madre?-

Ray sorrise, parlare del passato gli faceva sentire la mancanza dei momenti trascorsi con i suoi compagni:

 
-Tua madre era l’unica persona che era capace di tenere testa a Roger, lui era molto testardo ma tua madre non era da meno. Comunque cambiando discorso, devi sapere che tre anni prima che il nostro viaggio finisse, Crocus disse a Roger che era gravemente malato e che gli rimaneva poco da vivere.-

Ace si sorprese:

-Quindi era malato? E Crocus chi era?-

il vecchio pirata rise:

-Molto probabilmente lo hai conosciuto, Crocus è il guardiano del faro che si trova all’ingresso del Grande Blu ed è un medico.-

Pugno di Fuoco cercò di ricordare se lo aveva davvero conosciuto ma non riusciva nemmeno a ricordare come aveva fatto ad entrare nel Grande Blu, che rinunciò a ricordarsi di quell’uomo:

-Beh a Roger non importava nulla della malattia, aveva realizzato il suo sogno e aveva rivisto Rouge e questo per lui era molto più importante della sua salute.-

fece una pausa e poi vedendo che Ace non diceva nulla proseguì:

-Era veramente felice quando Rouge gli disse che aspettava un bambino, loro ti hanno voluto bene fin da quel momento. Come di dissi l’altra volta, Roger per proteggere la sua ciurma ma soprattutto Rouge e te si consegnò alla marina, era l’unico modo per proteggere tutte le persone che amava e nel momento prima di venire giustiziato, con le sue ultime parole, ribaltò il mondo.-

Ace sorrise, suo padre era stato davvero una persona straordinaria ma per qualche motivo, sentiva che non avrebbe mai considerato Roger suo padre, perché aveva la sensazione che c’era una persona che considerava suo padre:

-Ti ringrazio, mi ha fatto piacere sapere qualcosa su i miei genitori.-

il vecchio pirata sorrise e riprese il lavoro, Ace lo lasciò solo e ritornò al bar.
 
 
*


Dopo tre giorni, la nave era pronta e dopo aver salutato Ray e Shakky, i tre ragazzi levarono l’ancora e si diressero verso l’isola degli uomini pesce.

La discesa verso il fondale marino dove si trovava l’isola era esattamente come Momo e Sakura se la ricordavano, mentre Ace non ci faceva molto caso al paesaggio che li circondava.  

Ace se ne stava seduto sulla polena assorto nei suoi pensieri, dopo che le due gemelle gli avevano raccontato dei momenti passati insieme, aveva ricordato qualcosa ma dopo quel giorno non era più riuscito a ricordarsi altro, era anche vero che mentre parlava con Rayleigh, aveva ricordato la prima volta che avevano parlato ma questo lo rendeva solo più pensieroso, temeva che non sarebbe più riuscito a ricordare altro.

Momo urlando che erano arrivati distrasse Ace dai suoi pensieri, scesero a terra e si misero a girare per l’isola.

I tre ragazzi non rimasero molto sull’isola e non incontrarono Jimbei o qualche pirata che conoscevano e per loro era meglio così, nel pomeriggio ripresero il viaggio e nella notte giunsero finalmente nel Nuovo Mondo.

Il cielo era stellato ed illuminava la montagna che avevano alle spalle, la prima volta che erano giunti nel Nuovo Mondo, non avevano avuto tempo per ammirare la Reverse Mountain ma ora tutti e tre fissarono la grande montagna, erano di nuovo nel Nuovo Mondo e le due gemelle erano certe che lì, Ace avrebbe ritrovato il suo passato.
 

 
Continua…

 

 
 
Ciao,

è un capitolo di passaggio, che serve a entrare nella parte principale della storia, spero che vi sia piaciuto.

Nel prossimo capitolo, farà la sua comparsa un personaggio legato ad Ace e forse, riuscirà in qualche modo ad aiutarlo.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 15
*** Una Conoscenza dal Passato ***


15° CAPITOLO:
UNA CONOSCENZA DAL PASSATO



 
A bordo della propria nave, Akainu uscì di corsa dalla cabina e ordinò ai suoi uomini di partire subito verso il Nuovo Mondo.

Era riuscito a scoprire che una nave di pattuglia nel Nuovo Mondo, aveva avvistato una piccola imbarcazione con a bordo tre persone e una di loro era una ragazza dai capelli rossi, l’ammiraglio capì subito chi era la ragazza e dalle informazioni raccolte era chiaro che Ace era con lei; dopo aver dato l’ordine, ritornò nella sua cabina e si sedette alla scrivania:

-“Ora che Ace è nel Nuovo Mondo la cosa si fa più rischiosa, potrebbe imbattersi in Barbabianca o in Cappello di Paglia e se ciò dovesse capitare, c’è il rischio che tutto il mondo venga a sapere che è ancora vivo e Sengoku sospetterà subito di me.”-

era certo che fin che Ace era da solo con quella ragazza si sarebbe tenuto nascosto per non correre rischi ma sapeva anche, che se il ragazzo incontrava  Barbabianca non avrebbe più avuto motivo di nascondersi dato che insieme alla sua ciurma, sarebbe stato al sicuro:

-“Ora che ci penso, chi è la terza persona che è con loro? Tutti gli ex pirati di “Picche” sono nella ciurma di quel vecchio pirata eccetto quella ragazza e quindi non può essere uno di loro. E’ un bel problema ma magari è solo una persona che non ha nulla a che vedere con la pirateria e che li sta aiutando ignaro dell’identità dei due.”-

i suoi pensieri furono interrotti da un giovane marines che tremava come una foglia, tutti gli uomini dell’ammiraglio erano terrorizzati da lui e questo li rendeva uomini fidati dato che a nessuno di loro passava per la testa di discutere gli ordini anche se li trovavano sbagliati:

-Mi scusi signore, per entrare nel Nuovo Mondo bisogna ottenere il permesso dal Grand Ammiraglio.-

Akainu sbuffò, a volte si scordava che bisognava chiedere il permesso, perché i marines avevano un ruolo ben preciso e dovevano seguire gli ordini senza fare di testa propria:

-Be, contattatelo e ditegli che abbiamo scoperto dove si trova Barbabianca.-

il giovane esitò un attimo prima di parlare:

-Ma signore, questa è una bugia.-

l’ammiraglio sbatté un pugno sulla scrivania spaventando ancora di più il sottoposto:

-Non ha importanza, basta essere convincenti!-

il marines annuì e uscì di corsa, Akainu sospirò:

-“Sono circondato da babbei.”-

la porta si aprì ed entrò di nuovo il giovane che rimase sulla porta titubante:

-Mi sono dimenticato di avvertirla che il vice ammiraglio Garp ci sta seguendo, è a tre giorni di distanza da noi.-

l’ammiraglio si irritò:

-Non mi importa nulla! Quello fa sempre ciò che vuole! E ora sparisci!-

il marines scappò via di corsa, mentre l’ammiraglio si alzò e aprì la finestra:

-“Ci mancava solo quel vecchio idiota di Garp ma tanto non è un problema.”-

non gli importava che un collega lo seguisse, perché se lo avesse trovato sulla sua strada lo avrebbe eliminato anche se sapeva che non era facile eliminare un uomo come Garp.

Akainu era disposto a tutto pur di ritrovare Ace, non poteva correre il rischio che qualcuno lo scopriva, non solo c’era in gioco i suoi piani ma anche il suo ruolo di marines e per proteggere ciò in cui credeva, era pronto ad eliminare un collega.
 
 
***
 

La nave del vice ammiraglio Garp, era appena salpata e aveva ripreso l’inseguimento di Akainu, il vecchio marines era sul ponte insieme a Kobi:

-Sai ragazzo, sospetto che mio nipote sia ancora vivo.-

il ragazzo lo fissò confuso, non capendo il perché di quella frase:

-Ovvio che Rufy sia ancora vivo, ne hanno anche parlato i giornali.-

 Garp scoppiò a ridere:

-Hai ragione.-

si avviò verso la sua cabina e prima di entrare si voltò di nuovo verso Kobi:

-Io vado a dormire, svegliatemi se trovate Akainu.-

il ragazzo annuì:

-Signore, mi stavo dimenticando di dirle che l’ammiraglio Akainu si è diretto verso il Nuovo Mondo.-

il vecchio marines sorrise:

-Bene, allora seguiamolo.-

senza aspettare una risposta, sparì oltre la porta.

Garp una volta entrato, si sedette sulla sua poltrona e sospirò:

-“Non dovevo dire nulla a Kobi, per fortuna che non ha capito di chi parlavo.”-

osservò fuori dall’oblò molto pensieroso:

-“E’ da un po’ che penso che Ace sia ancora vivo per via dello strano comportamento di Akainu, è stato lui ad occuparsi di far sparire il suo corpo ma lui poteva essere ancora vivo e per qualche motivo quel dannato ammiraglio lo ha salvato.”-

scosse la testa e chiuse gli occhi per poi riaprirli:

-“Devo finirla di pensare a queste cose, Ace non può essere sopravvissuto a quell’attacco e se fosse sopravvissuto, Akainu gli avrebbe dato il colpo di grazia.”-

ormai aveva perso il conto, di tutte le volte in cui credeva che il nipote fosse ancora vivo per poi negare tutto; tirò fuori dalla tasca una vecchia fotografia dalla quale non si separava mai, era la foto della sua famiglia, raffigurava lui con i tre nipoti, perché anche Sabo, per quel poco di tempo che era stato con loro, lo considerava suo nipote:

-“Quanto mi mancano quei giorni. Ogni volta che andavo da loro, quelle tre pesti mi facevano impazzire ma gli ho sempre voluto bene. Ora Ace e Sabo non ci sono più, anche se ho una piccola speranza che Ace sia ancora vivo.”-

rimise in tasca la foto e si alzò dirigendosi verso il letto, era da giorni che non dormiva e ora iniziava a sentire la stanchezza accumulata.
 
 
***
 

Ormai era da qualche settimana che Ace e le due gemelle si trovavano nel Nuovo Mondo, in quei giorni, Pugno di fuoco non aveva più ricordato nulla e iniziava a pensare che non avrebbe più recuperato il suo passato.


Quel giorno, i tre ragazzi erano su una piccola isola dal clima estivo, Momo ed Ace erano in giro in cerca di Sakura, che come al solito si era persa in mezzo alla folla:

-Tu avrai il peggior senso dell’orientamento ma mia sorella è davvero un genio nel perdersi in mezzo alle folle.-

il ragazzo sorrise ma preferì evitare di dirgli che era normale perdersi di vista in mezzo a tanta gente, per non rischiare di farla arrabbiare e poi non era d’accordo sul fatto che non sapeva orientarsi, era solo, che non ricordava mai che strada doveva seguire:

-Vedrai che la ritroveremo e poi Sakura mi sembra molto più responsabile di noi due.-

la rossa annuì:

-Sarà responsabile ma riesce ad attirare uomini molto pericolosi.-

aveva perso il conto di tutte le volte che aveva dovuto salvarla da qualche malintenzionato, Ace non disse nulla e riprese a camminare fino a quando non sentì Momo lamentarsi, si girò verso di lei e la vide seduta per terra:

-Che ti è successo?-

la rossa era molto arrabbiata:

-Io odio la folla! Un tizio mi ha fatto cadere e non ha chiesto scusa!-

Pugno di Fuoco cercò di non ridere e gli porse una mano per aiutarla ad alzarsi ma appena Momo si alzò, perse l’equilibrio e fu afferrata in tempo dall’amico:

-Credo di essermi slogata una caviglia.-

Ace senza pensarci un attimo, la prese in braccio e si diresse verso la nave:

-Mettimi giù! Posso farcela da sola!-

lui non l’ascoltò e proseguì, salito a bordo portò l’amica in cucina e la face sedere:

-Ora resta qui, vado a cercare Sakura.-

Momo sbuffò:

-Ti ringrazio. Vedi, di non perderti anche tu.-

Ace sorrise e uscì in cerca dell’amica.


 
*


Intanto, Sakura era in una locanda insieme ad un ragazzo della sua età, la ragazza aveva capito chi era da ciò che aveva detto e lo aveva raggiunto; dopo avergli chiesto di parlare, i due ragazzi si erano recati nella locanda vicino al porto:

-E questo è tutto.-

il ragazzo rimase senza parole:

-E io che credevo di aver visto un fantasma.-

Sakura gli sorrise dolcemente, poteva capire come si sentiva, anche lei si era sentita così:

-Lo avevo pensato anch’io quando l’ho rivisto.-

Sabo ricambiò il sorriso; si trovava su quell’isola per svolgere un compito che gli era stato assegnato e mentre tornava alla nave, aveva visto passare un ragazzo identico ad Ace e senza rendersene conto aveva fatto il suo nome ma subito dopo aveva pensato che era uno che gli assomigliava, dato che il fratello era morto da due anni; Sakura lo aveva sentito e lo aveva raggiunto prima che spariva nella folla e gli aveva chiesto se conosceva Ace dato che era un volto sconosciuto tra i pirati e quindi non poteva essere uno della ciurma di Barbabianca o dei suoi alleati e quindi poteva essere chiunque, pensava che forse il giovane poteva essere il fratello scomparso di Ace, infondo tutto era possibile, il ragazzo a quella domanda, capì che la sconosciuta poteva conoscere il fratello e accettò di seguirla.

Era rimasto in silenzio mentre la ragazza gli raccontava ciò che era capitato al fratello, era assurdo che anche Ace, si trovava nella stessa situazione in cui si era ritrovato lui fino a due anni fa:

-Così, ora anche Ace non ricorda nulla?-

la ragazza annuì, decidendo di non chiedergli spiegazioni:

-A dire il vero, prima di entrare nel Nuovo Mondo, si è ricordato del giorno in cui è morto Satch e si è ricordato della donna che lo ha cresciuto, anche se non ricorda il nome e si è ricordato di te, però non ricorda come vi siete conosciuti.-

Sabo si sorprese, non credeva che Ace si fosse ricordato di lui:

-E così si è ricordato di Dadan e di me e chi era Satch?.-

Sakura sorrise, il modo in cui gli chiedeva le cose, era molto simile a quello dell’amico:

-Satch era il comandante della quarta flotta. Comunque, visto che sei qui, perché non gli parli? Potresti aiutarlo a ricordare, anche se non lo dice, sta iniziando a perdere le speranze di recuperare la memoria.-

Sabo si fece serio, poteva benissimo capire il fratello, lui per dieci anni aveva vissuto senza un passato e spesso si convinceva che non sarebbe riuscito a ricordare nulla e il modo in cui aveva ricuperato la memoria, era stato un trauma, dato che era stato l’articolo sulla morte di Ace ad aiutarlo:

-Non è da lui perdere la speranza o arrendersi.-

anche la ragazza si fece seria:

-Ace non è più il ragazzo che conoscevamo ma sono certa che tornerà quello di una volta appena ritroverà il suo passato, anzi in questi giorni, lui si sta comportando come una volta con Momo.-

il giovane si incuriosì a quel nome:

-E lei chi è?-

Sakura rise:

-E’ mia sorella gemella, facevamo entrambe parte della ciurma dei pirati di “Picche”. Lei ed Ace erano sempre dietro a litigare ma tanto io e la ciurma abbiamo sempre saputo ciò che provano l’uno per l’altra e i loro sentimenti non sono cambiati anche se Ace non ricorda più nulla.-

Sabo sorrise:

-Comunque, non serviva che me lo chiedi. Parlerò con Ace e se serve, rimarrò qui per tutto il tempo necessario.-

sapeva che questa sua scelta lo avrebbe portato a fare una brutta fine, a Koala non piaceva che lui faceva di testa sua senza consultala ma era certo che dopo avergli spiegato tutto, lo avrebbe capito; comunque, per sicurezza, aveva preso la decisione di alloggiare nella locanda dove si trovava in quel momento, almeno avrebbe rimandato la furia dell’amica:

-Ti ringrazio molto per l’aiuto.-

Sakura era certa che sarebbe restato ma sentirselo dire gli aveva fatto piacere:

-Non serve ringraziarmi, Ace è mio fratello. Non ero con lui due anni fa ma ora sono qui e cercherò di aiutarlo.-

la ragazza sorrise, poteva immaginare come si sentiva in colpa per non esserci stato durante quella guerra, anche per lei e la gemella era stato così.


 
*


Ace, dopo vari tentativi, trovò finalmente Sakura, sapeva che l’avrebbe trovata in una locanda dato che era il primo posto dove lei andava a cercare la sorella quando spariva.

Raggiunse il tavolo notando la presenza di Sabo, aveva la sensazione di conoscerlo ma ora non aveva tempo per chiedersi chi fosse, Momo era di sicuro in pensiero per la sorella, Sakura vedendolo si preoccupò dato che con lui non c’era Momo e temeva che si era cacciata nei guai:

-Dove è mia sorella?-

Sabo non si era accorto che Ace era entrato nella locanda e rimase ad osservarlo mentre parlava con la ragazza; erano dodici anni che non lo vedeva, era cresciuto parecchio e aveva notato il suo sguardo, non c’era nemmeno l’ombra del vecchio Ace, la mancanza di ricordi lo avevano spinto a chiudersi in se stesso:

-Momo è alla nave, si è slogata una caviglia.-

Sakura sospirò:

-E’ mai possibile che mi deve sempre far preoccupare.-

si alzò e dopo aver pagato uscì dicendo a Sabo di venire con loro.

 
*


Per tutto il tragitto c’era silenzio, Sabo non sapeva cosa dire ed Ace si stava sforzando di ricordare chi fosse dato che aveva la sensazione di conoscerlo, non solo era certo di conoscerlo ma qualcosa gli diceva che quel ragazzo era una persona importante per lui; Sakura vedendo la nave, accelerò il passo e i due fratelli la seguirono.

Una volta saliti a bordo andarono subito in cucina, Momo vedendo Sabo si chiese chi fosse ma non ebbe il tempo di chiedere chi era, che la gemella la rimproverò:

-E’ mai possibile che ogni volta che ti perdo di vista, ti fai sempre male.-

la rossa sbuffò ed incrociò le braccia al petto:

-E’ tutta colpa di Baka Hono-chan.-

Ace sentendosi tirato in mezzo intervenì:

-E io che centro? Sei caduta dopo che sei andata addosso a quel tizio.-

Momo fissò l’amico:

-Anche se le cose stanno così, è comunque colpa tua.-

come ragionamento non aveva alcun senso e i due iniziarono a litigare, mentre Sakura stava fasciando la caviglia della gemella ignorando il loro litigio, ormai abituata ai loro bisticci che gli facevano ricordare i tempi in cui erano una ciurma; Sabo li fissava e in quel momento gli sembrava di rivedere l’Ace che conosceva, quel fratello con cui bisticciava su cose inutili o che aveva da discutere con Rufy ma che era sempre pronto ad aiutarli.

Una volta che i due ragazzi si erano calmati e la caviglia di Momo era stata fasciata, si erano tutti seduti al tavolo e Sakura disse ai due chi fosse quel ragazzo:

-Ace, lui è tuo fratello Sabo.-

Pugno di Fuoco lo fissò come se avesse visto un fantasma anche se era certo che pure l’altro ragazzo, credeva di aver visto uno spirito:

-Ma non era morto?-

il fratello rise, sapeva che avrebbe reagito così, anche senza memoria era rimasto un ragazzo spontaneo che diceva ciò che gli passava per la mente:

-Se per questo, eri morto anche tu.-

era buffo pensare che entrambi si erano trovati nella stessa situazione, tutti e due erano creduti morti e tutti e due si erano ritrovati senza passato, anche se lui ora aveva ritrovato i suoi ricordi; Momo buttò per terra la bottiglia vuota:

-Nella vostra famiglia, i morti non rimangono morti.-

Sakura rise, in effetti la gemella non aveva tutti i torti.

Ace lasciando perdere ciò che aveva detto l’amica, si rivolse al fratello:

-Come hai fatto a salvarti?-

Sabo osservò il fratello e sorrise, fino a ieri non credeva che un giorno avrebbe di nuovo parlato con lui e ora era felice di essere lì insieme:

-Devo dire che sono stato molto fortunato, poco prima che la mia barca venisse colpita sono riuscito a buttarmi in mare e la corrente mi ha strascinato via. Quando mi sono svegliato ero a bordo di una nave e lì conobbi Dragon.-

Ace ricordava di aver letto quel nome su quel vecchio giornale che gli aveva dato Sakura qualche settimana prima:

-Se non sbaglio, Dragon è il padre di Rufy e lui è l’altro nostro fratello.-

Sabo annuì:

-Esatto, è suo padre. Comunque, avrei voluto dirvelo che ero ancora vivo ma non ho potuto.-

in quei due anni si era chiesto spesso se sarebbe cambiato qualcosa se si fosse impegnato di più a recuperare la memoria, forse poteva essere anche lui a Marineford e le cose potevano andare diversamente ma ormai non serviva a nulla pensarci, ciò che importava era che Ace fosse ancora vivo:

-In che senso non hai potuto?-

non capiva cosa poteva impedire ad un fratello, di rifarsi vivo; lui non poteva dato che non ricordava nulla ma Sabo, non sembrava impossibilitato da qualcosa:

-Mi sono ritrovato nella tua stessa situazione, Ace.-

Momo aveva capito cosa intendeva e la cosa era ancora più assurda, le coincidenze a volte erano incredibili, due fratelli, con una storia uguale sulle spalle:

-Anche tu, avevi dimenticato il passato?-

Sabo annuì:

-E come hai fatto a recuperare la memoria?-

Ace era rimasto stupito ma sapere che anche il fratello aveva passato quella stessa situazione, riuscendo a ritrovare il passato, gli dava una piccola possibilità di riuscirci anche lui:

-Semplice, grazie a te.-

quelle parole lo avevano demoralizzato, non capiva come lo aveva aiutato ma se era così, allora non poteva ritrovare il passato allo stesso modo, dato che lui era il primo che non credeva di riuscirci:

-Non abbatterti. Tra i due, sei sempre stato tu quello che non si arrendeva mai. Sono certo, che ci riuscirai a ritrovare la memoria, so che non è facile ma io credo in te.-

Pugno di Fuoco si era sentito un po’ più sicuro, grazie a quelle parole:

-Scusa, ma come ha fatto Ace ad aiutarti? Non vi siete più rivisti.-

Sabo sorrise a Sakura, la sua domanda era più che giusta:

-Quando due anni fa ho letto l’articolo che parlava della tua morte, ho subito un forte shock. Sono stato per giorni a letto con la febbre alta e quando mi sono svegliato, ricordavo tutto.-

era stato terribile risvegliarsi e ricordarsi di aver due fratelli, dopo averne perso uno:

-Quindi, per dieci anni non ti sei ricordato nulla?-

Sabo non voleva che Ace perdeva le speranze, le persone erano diverse e diversamente reagivano davanti agli stessi problemi, quindi era più che certo, che il fratello non ci avrebbe impiegato così tanto:

-Già, ho passato dieci anni senza un passato. Nessuno conosceva il mio passato e quindi non potevano aiutarmi ma tu hai delle amiche che ti conoscono e ora ci sono qui anch’io e ti possiamo aiutare.-

fece una pausa e vedendo che Ace non diceva più nulla proseguì, decidendo che era meglio per il momento di cambiare discorso:

-Devo molto a Dragon, è come un padre per me e mi ha insegnato tutto ciò che so. Mi sono unito ai rivoluzionari per aiutarlo.-

Ace aveva apprezzato il suo gesto di cambiare argomento, non se la sentiva di continuare quel discorso; Momo intervenì, aveva sentito parlare dell’armata rivoluzionaria e la cosa l’aveva molto incuriosita, loro stavano affrontando il Governo Mondiale, cosa che ne i pirati, ne nessun altro, faceva:

-E così, sei un rivoluzionario e devo dedurre che sai tutto ciò che è successo ad Ace, visto che eri con mia sorella?-

era una cosa scontata pensarla così, dato che Sabo si comportava come se già sapeva tutto; il giovane rivoluzionario annuì:

-Mi ha anche detto che tu, non sei molto sicuro di riuscire a recuperare la memoria.-

Pugno di Fuoco fissò il fratello:

-Qualcosa mi sono ricordato, però non ricordo molto. E’ per questo che sto pensando che i miei ricordi non torneranno più.-

Sakura si era alzata a fare il tè e una volta tornata al tavolo si rivolse a Sabo:

-Perché non gli racconti ciò che sai? Ace ha ricordato qualcosa dopo che noi due gli abbiamo raccontato i momenti passati insieme e ciò che ci aveva detto lui.-

il rivoluzionario sorrise, era lì per aiutarlo e raccontargli il loro passato, era un modo per aiutarlo:

-Se Ace ha voglia di sentire, a me sta bene raccontargli ciò che so.-

il fratello annuì, quando le due gemelle gli avevano raccontato i momenti passati insieme, aveva ricordato qualcosa e sperava che Sabo potesse aiutarlo a ricordare altro:

-Ti ascolto.-

il rivoluzionario prese a parlare:

-Ci siamo conosciuti quando avevamo più o meno sette anni, io ero scappato da casa e mi ero rifugiato al Grey Terminal, l’unico posto dove ero certo che non mi avrebbero trovato.-

Ace non capiva il motivo per cui era fuggito:

-E perché sei scappato di casa?-

Sabo si fece serio, non gli piaceva parlare di loro ma se serviva ad aiutare il fratello, allora ne avrebbe parlato:

-La mia famiglia è molto ricca ma io mi sentivo soffocare in quella casa e poi odiavo i miei genitori, volevo essere libero e me ne sono andato.-

bevve un sorso di tè e proseguì, cambiando argomento, anche perché parlare di quella famiglia che aveva avuto la sfortuna di avere, non aiutava di certo Ace:

-Tornando al giorno in cui ci siamo conosciuti, era il terzo giorno che ero scappato da casa e decisi di fare un giro per la foresta, quando dal nulla sei apparso tu. Ti stavi dirigendo al Grey Terminal e ci siamo praticamente scontrati. All’inizio abbiamo litigato, perché ci siamo incolpati a vicenda su chi era tra i piedi ma poi con il passare dei giorni siamo diventati ottimi amici. Entrambi volevamo essere liberi.-

il loro incontro era stato una delle prime cose che aveva ricordato e forse, poteva essere utile, anche ad Ace.

Sabo continuò a raccontare, raccontò dell’arrivo di Rufy, del giorno in cui loro tre erano diventati fratelli e di tutti i momenti passati insieme, fino al giorno in cui le loro strade non si erano separate:

-E questo è quanto, ti sei ricordato qualcosa?-

Ace scosse la testa:

-Nulla, però ciò che mi hai raccontato mi sembra famigliare.-

Momo sbuffò:

-Non è che non vuoi recuperare la memoria?-

Sakura intervenì, per evitare un possibile litigio:

-E’ meglio riparlarne domani, è molto tardi ed è meglio dormire.-

la rossa senza dire nulla si alzò e zoppicando uscì dalla cucina seguita dalla gemella:

-Forse ha ragione.-

Sabo fissò il fratello:

-Non dire così, ne hai passate tante e quindi è normale se fai fatica a ricordare. Ci sono passato anch’io e ti posso assicurare, che prima o poi, il tuo passato ritornerà.-

il fratello lo fissò dubbioso:

-E come hai fatto, a tirare avanti senza memoria?-

Sabo sorrise:

-Perché ho un’amica che mi rimproverava ogni volta che perdevo le speranze, ripetendomi ciò che ti ho già detto.-

a volte si chiedeva come avrebbe fatto senza il supporto di Koala, lei gli era rimasta vicina durante gli anni in cui cercava di ricordare, come gli era rimasta vicina, negli ultimi due anni.

Si alzò e si avviò alla porta:

-Io torno domani, rimarrò qui per qualche giorno.-

Ace lo fissò, sollevato di sapere che si sarebbero rivisti il giorno dopo:

-Allora a domani.-

il rivoluzionario lo salutò e se ne andò.

Ace andò nella sua cabina e si sdraiò nel suo letto e ripensò a tutto ciò che Sabo aveva detto, fino a quando non si addormentò
 
 
***
 

A bordo della “Moby Dick”, chiuso nella sua cabina, Barbabianca se ne stava seduto sulla sua poltrona a bere sakè e mentre beveva fissava il cappello di Ace, che da ormai due anni era rimasto sullo scaffale, era così assorto nei suoi pensieri che non si accorse che uno dei suoi figli era entrato nella cabina:

-Babbo, volevo dirti che stiamo per salpare.-

il vecchio si girò verso di lui e sorrise:

-Marco, secondo te ci sono delle possibilità che Ace sia sopravvissuto?-

la fenice lo fissò, non capiva il motivo di quella domanda:

-Non saprei e comunque se fosse stato ancora vivo, la marina lo avrebbe ucciso approfittando delle sue condizioni.-

Barbabianca sorrise:

-Ti ricordo che tra i marines, c’è Garp e se Ace fosse sopravvissuto, ci avrebbe pensato lui.-

a questo Marco non ci aveva pensato:

-Hai ragione, comunque perché dopo due anni pensi che sia ancora vivo? Se non è morto sarebbe tornato da noi.-

il vecchio imperatore appoggiò la bottiglia ormai vuota sullo scaffale e sorrise:

-Ho fatto un sogno e sembrava molto reale.-

la fenice non capiva che centrasse un sogno, in quei due anni era capitato a molti della ciurma di sognare momenti passati con Ace o con Satch e questo era normale, visto che a tutti mancavano; Barbabianca riprese a fissare il cappello:

-Nel sogno, c’era buio ovunque, fino a quando non è apparsa una fiamma che ingrandendosi ha fatto sparire l’oscurità. Dimmi Marco, cosa ti fanno venire in mente queste cose?-

il comandante della prima flotta non aveva bisogno di pensare, dato che la risposta era ovvia:

-Ace e quel traditore di Teach.-

Barbabianca annuì:

-Nel loro combattimento, l’oscurità ha sconfitto il fuoco e nel mio sogno, è successo il contrario e questo mi fa pensare che forse Ace è ancora vivo. Il motivo per cui non è tornato, sarà dovuto al fatto che non sa dove siamo.-

Marco non sapeva cosa dire, anche lui più volte si era chiesto se il fratello fosse ancora vivo ma non ne aveva mai parlato con nessuno:

 
-Tu, non credi che possa essere ancora vivo?-

la fenice annuì:

-Più che altro spero che possa essere sopravvissuto.-

Barbabianca rise:

-E fai bene, la speranza è sempre l’ultima a morire.-

si fece serio e aggiunse:

-Per ora continuiamo per la nostra rotta e non dire nulla agli altri, non voglio farli sperare senza avere la certezza che sia ancora vivo.-

Marco sorrise poi lo salutò e uscì.

Edward Newgate, dopo quel sogno era certo che le possibilità che uno dei suoi figli, creduto morto fino a quel momento, potesse ritornare a casa e quando ne sarebbe stato sicuro, ne avrebbe parlato anche al resto della famiglia.  
 
  
Continua…
 
 

 
Ciao,

questo capitolo è un po’ lungo dato che ho dovuto modificarlo parecchio, spero che vi sia piaciuto.

Quando avevo pubblicato la versione precedente, ancora non si sapeva nulla su Sabo e quindi mi sono dovuta inventare tutto, dando per scontato che Sabo fosse stato salvato da Dragon per poi rimanere con lui dato che nel manga si erano incontrati; ora nel manga, è stata svelata la storia di Sabo ed è per questo che ho modificato il capitolo.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 16
*** Pericolo in Agguato ***


16° CAPITOLO:
PERICOLO IN AGGUATO



 
A Marineford, Sengoku era nel suo ufficio e stava tentando per l’ennesima volta di contattare Garp tramite il lumacofano:

-Ci stai ancora provando?-

il Grand Ammiraglio si girò verso la vecchia Tsuru che se ne stava seduta sul divano a bere una tazza di tè:

-“Lei e Garp hanno scambiato il mio ufficio per una bar. Ogni volta sono sempre qui a bere tè e mangiare biscotti ma almeno Tsuru non rompe come quell’idiota.”-

ricompose il numero e aspettò che qualcuno rispondesse, tutte le volte un marines aveva risposto riferendogli che Garp dormiva ma Sengoku sapeva che non era vero dato che non poteva dormire per tre giorni di fila:

-Tsuru, ci proverò fino a quando non risponderà. Ormai girano voci su questa storia e voglio risolvere la faccenda al più presto.-

la vecchia donna riempì di nuovo la tazzina e fissò il superiore:

-Lo sai vero che non tornerà indietro nemmeno se lo minacci?-

Sengoku annuì, ad un tratto qualcuno rispose al lumacofano:

-Che c’è?-

il Grand Ammiraglio urlò, finalmente aveva risposto:

-Era ora che rispondessi!-

dall’altra parte si sentì una risata:

-Ho dimenticato di far rispondere a Kobi o a qualcun altro.-

Sengoku cercò di mantenere la calma, come aveva intuito, Garp lo faceva apposta a non rispondere e come sempre grazie alla sua sbadataggine aveva risposto dimenticandosi chi lo cercava:

-Ascoltami, torna subito indietro.-

il vice ammiraglio rise e per poco non si soffocava con un biscotto:

-Scusa ma non ho capito che hai detto. Ora ti devo salutare un mostro marino è venuto a farci visita.-

senza lasciargli il tempo di rispondere riattaccò interrompendo la chiamata, Sengoku sbatté la cornetta del lumacofano e sbuffò:

-Almeno una scusa migliore poteva inventarsela.-

Tsuru sorrise divertita, gli anni passavano ma Garp non cambiava mai:

-Forse è meglio lasciarlo fare.-

il superiore la fissò:

-Anche tu sai che Akainu in questi ultimi due anni si è comportato in modo strano e lasciare che Garp vada avanti con il suo inseguimento, potrebbe essere un buona soluzione perché così facendo potremo fare luce su questa storia.-

Sengoku rifletté sulle sue parole:

-Si hai ragione, spero solo che quell’idiota non faccia danni.-

Tsuru si alzò e prima di uscire disse una cosa che lasciò perplesso il suo superiore:

-Penso che il sangue del Re viva ancora.-

ne era certa, anche se non sapeva come mai aveva questa sensazione; la anziana donna uscì dall’ufficio senza dargli il tempo di chiedergli spiegazioni.

Sengoku fissò fuori dalla finestra:

-“Che cosa avrà voluto dire Tsuru? Non è possibile che Ace sia ancora vivo, se fosse stato Garp ad occuparsi del suo corpo allora non mi stupirei se fosse ancora vivo ma è stato Akainu a far sparire il suo corpo.”-

cercò di capire quelle enigmatiche parole ma alla fine ebbe l’ennesima conferma che Tsuru come Garp si divertiva a farlo impazzire.
 
 
***
 

Nel Nuovo Mondo, in una grande città, Rufy e compagni stavano correndo inseguiti dal vice ammiraglio Smoker:

-Cappello di Paglia! Questa volta non mi sfuggirai!-

il ragazzo di gomma rise:

-Questa frase l’ho già sentita!-

poi rallentò la corsa:

-Ragazzi, tornate alla nave. Io vi raggiungo subito.-

i suoi compagni non se lo fecero ripetere due volte e continuarono a correre, mentre il loro capitano si era fermato, avevano molta fiducia in lui e sapevano quanto era diventato forte nei due anni in cui erano separati.

Smoker vedendo che Rufy si era fermato, si fermò anche lui, prese il jitte e lo puntò contro di lui, Cappello di Paglia lo colse di sorpresa, come gli era stato insegnato, concentrò il suo Haki unendolo al pugno che scaraventò contro al vice ammiraglio facendolo volare per qualche metro, dopo averlo colpito riprese a correre per raggiungere i suoi compagni.

Rufy sapeva molto bene che non era così facile sconfiggere Smoker, l’unico motivo per cui era riuscito a colpirlo, senza difficoltà, era dovuto al fatto che il marines non sapeva che era in grado di usare l’Haki.

Il giovane pirata voleva combattere di più contro Smoker ma si era fermato solo per rallentarlo e ora doveva sbrigarsi a raggiungere i suoi amici, Nami aveva previsto l’arrivo di una tempesta e dovevano salpare subito o rischiavano di rimanere bloccati sull’isola.

Appena il capitano salì a bordo, la “Thousand Sunny” salpò lasciandosi alle spalle Smoker e l’isola, mentre la tempesta si stava avvicinando.

Nuove avventure li aspettavano ma Rufy aveva la sensazione che qualcosa stava per succedere e sperava che non capitasse nulla, a lui e ai suoi compagni.
 
 
***
 

Erano passati due giorni da quando Sabo aveva incontrato Ace e le due gemelle, in quei giorni aveva passato il tempo con il fratello parlando di ogni cosa.

Ace non aveva ancora ricordato nulla di ciò che il fratello gli aveva raccontato e non aveva nemmeno ricordato altro ma passare il tempo con Sabo gli faceva molto piacere, perché parlare con lui, lo aiutava a distrarsi dai brutti pensieri che lo accompagnavano da quando si era ritrovato senza un passato.

Quel giorno i due fratelli erano in una locanda a pranzare, Sabo aveva già finito di mangiare mentre Ace non era nemmeno a metà del pasto:

-Vedo che anche senza memoria l’appetito non ti manca.-

il fratello sorrise e continuò a mangiare, notando comunque che anche lui mangiava parecchio:

-Tra te e Momo c’è qualcosa?-

a quella domanda Ace per poco non si soffocava con un boccone di carne, Sabo rise divertito, se ne era uscito con quella domanda solo per curiosità ma anche perché forse poteva essere da aiuto per fargli ricordare qualcosa:

-Sakura mi ha detto qualcosa a riguardo ma vorrei sapere ciò che pensi tu.-

Pugno di Fuoco era seriamente intenzionato a strozzare il fratello ma preferì lasciar perdere, infondo tutto ciò che gli chiedeva poteva aiutarlo a sforzarsi di ricordare qualcosa:

-Non ti so rispondere. Non mi ricordo come erano le cose tra me e lei, so solo che per me Momo è molto importante e ho la sensazione che lo è sempre stata.-

poi decise di vendicarsi, sfruttando una cosa che gli aveva detto:

-E tra te e la tua amica, cosa c’è?-

il rivoluzionario divenne rosso, si era pentito di avergli parlato di Koala:

-E’ solo un’amica.-

Ace non ci credeva per niente ma preferì lasciar perdere; Sabo vedendo che il fratello non diceva nulla, sorrise e cambiò argomento tornando a ciò che Ace gli aveva detto prima di fargli quella domanda:

-Vedrai che presto ricorderai anche cosa c’era tra voi.-

Ace non disse nulla, non era solo il rapporto con Momo che voleva ricordare ma anche tutto il resto:

-Ma dimmi di Rufy, ti sei ricordato qualcosa?-

il fratello scosse la testa, era assurdo che si era ricordato del fratello che credeva morto e non si era ricordato del fratello che aveva salvato a costo della propria vita:

-Tempo fa vidi la sua taglia, il suo volto mi era molto famigliare ma non riesco a ricordarmi di lui.-

Sabo era un po’ preoccupato per lui, sembrava sul punto di arrendersi:

-Forse non riesci a ricordare di lui perché potresti ricordare il momento in cui hai rischiato di morire e forse questo ti spaventa.-

calò il silenzio tra i due, che fu rotto da Ace che aveva deciso di cambiare argomento:

-Rimarrai qui ancora per molto?-

il rivoluzionario appoggiò il boccale ormai vuoto:

-Domani pomeriggio devo partire, anche perché Koala potrebbe farmi fuori sta volta. Comunque, domani mattina ci possiamo vedere, così continuiamo a parlare.-

Sabo avrebbe voluto restare di più con il fratello ma aveva fatto aspettare troppo i suoi compagni che non aveva nemmeno avvisato e incontrato in quei giorni; Pugno di Fuoco finì di mangiare e si alzò seguito dal fratello che dovette pagare anche per lui, per fortuna aveva ancora dei soldi, dato che non poteva attirare l’attenzione.

Mentre camminavano, Sabo notò che il fratello era troppo silenzioso:

-Qualcosa non va?-

Ace scosse la testa:

-E’ tutto a posto.-

il rivoluzionario sospirò:

-Ti conosco molto bene e capisco quando menti.-

il fratello sorrise, non ricordava ancora nulla dei momenti passati insieme ma aveva la sensazione che il loro rapporto era esattamente come era ora:

-E’ solo che sono stanco.-

Sabo sapeva che stava di nuovo mentendo ma preferì cambiare discorso, sapeva che era impossibile farlo parlare se non voleva:

-Comunque spiegami una cosa, come cavolo hai fatto a fidarti delle parole di Akainu?-

Ace rise, a ripensarci adesso anche lui pensò che fidarsi di quell’uomo era stata una assurdità:

-Era l’unica persona che sembrava conoscermi e quindi non avevo molta scelta che fidarmi di lui.-

il fratello rise:

-Sei sempre il solito.-

il sole stava tramontando:

-Ci vediamo domani, Ace.-

i due fratelli si salutarono e ognuno tornò alla sua nave.

 
*


Ace una volta salito a bordo si sedette sulla polena e rimase a fissare il cielo stellato, passare il tempo con Sabo gli piaceva, solo che non riusciva a ricordare nulla e nonostante aveva ricordato tempo addietro che lui era suo fratello, non ricordava i momenti passati insieme e questo gli dispiaceva come gli dispiaceva non ricordare tutto il resto:

-Baka Hono-chan, non dovresti andare a dormire?-

Ace sorrise, Momo era una delle persone a cui teneva di più e voleva ricordare come era in passato il loro rapporto ma di una cosa era certo, gli voleva molto bene anche se non riusciva a capire se era innamorato di lei:

-Si ora vado ma anche tu dovresti andare a dormire.-

la rossa sorrise:

-Io ci stavo andando ma poi ti ho visto qui e sono venuta a vedere se era tutto a posto.-

Ace gli sorrise e si alzò:

-Sono solo confuso ma sto bene.-

la ragazza lo osservò mentre scendeva sottocoperta:

-“Quello stupido, perché non capisce che se non pensa a ciò che sta passando, sarà tutto più facile.”-

decise di lasciar perdere e se ne andò a dormire.

 
*


Il mattino seguente, Sabo si recò alla nave delle due gemelle, quando arrivò vide le due sorelle scendere e le salutò, Momo lo fissò con uno sguardo molto serio, sembrava irritata da qualcosa:

-Pensaci tu a quell’idiota.-

se ne andò parecchio arrabbiata senza dargli spiegazioni, ci pensò Sakura a fargli capire la situazione:

-Pare che Ace, abbia avuto un brutto incubo ed è parecchio giù di morale.-

Sabo sorrise:

-Ho capito, proverò a parlagli.-

la ragazza sorrise e corse a raggiungere la sorella che la stava aspettando, Sabo osservò le due gemelle mentre si allontanavano, poi salì a bordo.

Salito sulla nave, vide Ace seduto sul ponte con la schiena appoggiata al parapetto, aveva le braccia sopra le ginocchia e la fronte appoggiata ad esse:

-Ti senti bene?-

il ragazzo di fuoco scosse il capo:

-Mi scoppia la testa e sono stufo di questa situazione.-

tirò su il volto e fissò il fratello:

-Sono stufo di non riconoscere le persone che conosco e sono stufo di sentir parlare del mio passato, senza sapere di cosa stanno parlando.- 

Sabo sapeva molto bene come si sentiva Ace, ci era passato anche lui e l’unica differenza tra i due, era il fatto che Sabo aveva avuta la fortuna di essere circondato da persone che col tempo erano diventati suoi amici mentre Ace, per due anni era stato circondati da nemici senza nemmeno saperlo, però la fortuna per il giovane rivoluzionario si era rivelata anche sfortuna dato che nessuno dei suoi compagni lo avevano conosciuto prima dell’incidente e quindi non potevano aiutarlo a ritrovare la memoria mentre Ace, ora era con delle persone che lo avevano conosciuto prima di dimenticare tutto e potevano aiutarlo a ritrovare il suo passato:

-Ace, so come ti senti ma prima o poi ritroverai la memoria.-

il fratello non ne era per niente sicuro di riuscirci:

-Tu, ci hai messo dieci anni prima di recuperare la memoria e io, dubito di avere la pazienza di aspettare così tanto.-

Sabo gli sorrise:

-Io sono sempre stato circondato da amici ma nessuno di loro poteva aiutarmi dato che non conoscevano il mio passato mentre tu, hai la fortuna di avere due amiche che conoscono il tuo passato e che ti possono aiutare, questo te lo aveva già detto l’altra volta.-

si accovacciò davanti a lui e gli appoggiò una mano sulla spalla:

-Devi avere pazienza, prima o poi ricorderai tutto.-

Ace scattò in piedi e urlò:

-Sono stanco di aver pazienza! Non ne posso più, dubito che ricorderò qualcosa!-

il rivoluzionario si alzò in piedi:

-Calmati, mi hanno detto che hai avuto un incubo e forse, è a causa di questo che sei così agitato.-

il fratello strinse i pugni e si morse il labbro inferiore, per poi riprendere ad urlare:

-Di incubi ne faccio ogni notte! Sono due anni che non ricordo nulla e non ricorderò mai più niente!-

aveva il fiatone e senza accorgersene stava piangendo dalla rabbia, Sabo abbracciò il fratello e cercò di calmarlo:

-L’Ace che conoscevo io, non si sarebbe arreso così facilmente. Hai perso la memoria ma non devi perdere la speranza, da quando sei con quelle due gemelle hai iniziato a ricordare qualcosa e quindi abbi un po’ di pazienza. So che non è facile ma prima o poi, il passato tornerà.-

sorrise e appoggiò le mani sulle sue spalle, allontanandolo quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi:

-La speranza è l’ultima a morire.-

il ragazzo di fuoco lo fissò:

-E comunque, ti consiglio di trovare prima te stesso. Fino a quando non sai chi sei, non riuscirai a ritrovare il tuo passato.-

Ace non sapeva che dire:

-Trovare me stesso?-

il fratello annuì:

-Te lo hanno detto anche le tue amiche, da quando hai perso la memoria, non sei più tu. Torna ad essere l’Ace che tutti conoscono e vedrai che sarà più facile ritrovare il tuo passato.-

sorrise e aggiunse:

-Koala, mi ha detto che i ricordi si trovano nel nostro cuore e che quando si perde la memoria basta ascoltarlo che i ricordi tornano. Io l’ho ascoltata e mi è stato d’aiuto.-

Ace si era calmato mentre il fratello parlava:

-D’accordo, proverò a non arrendermi.-

ad un tratto la solita fitta alla testa gli fece chiudere gli occhi, il fratello si preoccupò:

-Ehi, tutto bene?-

Pugno di Fuoco sorrise, finalmente, qualcosa aveva fatto ritorno nella sua memoria e ora qualcos’altro si era ricordato:

-Mi sono ricordato, che da piccoli eri sempre tu a farmi calmare quando andavo su tutte le furie.-

il rivoluzionario sorrise:

-Visto, basta avere fiducia e le cose andranno bene.-

il fratello annuì:

-Hai ragione. Non dirò più che sarà impossibile recuperare la memoria.-

Sabo rise:

-Ora ti riconosco. Comunque io ora devo andare, quando ci rivedremo sono certo che avrai recuperato la memoria.-

Ace sorrise:

-Allora non ci vedremo più.-

Sabo si voltò:

-No, ci vedremo molto presto.-

il fratello sorrise:

-Allora a presto.-

il rivoluzionario rise e lo salutò, scese dalla nave e si voltò vedendo Ace appoggiato al parapetto, non sapeva quando si sarebbero rivisti ma sapeva che quel giorno il fratello avrebbe recuperato la memoria, si rimise in cammino verso la sua nave dove i suoi compagni lo stavano aspettando.

Quando le due gemelle tornarono alla nave, erano contente di vedere che Ace era di nuovo di buon umore ed erano molto contente di sapere che si era ricordato qualcosa.

 
*
 
 
Sabo, dopo giorni che non si faceva vivo, fece ritorno alla sua nave dove Koala e Hank lo stavano aspettando; la ragazza vedendolo arrivare, lo raggiunse di corsa:

-Dove sei stato in questi giorni?-

Sabo sorrise:

-Avevo bisogno di stare da solo.-

Koala lo fissò dubbiosa, aveva notato che c’era qualcosa che non andava, Sabo gli sembrava troppo tranquillo e sereno, cosa che negli ultimi due anni non capitava:

-Che ti è successo?-

il ragazzo non capiva il senso di quella domanda:

-Nulla, mi sono ormai rassegnato al fatto che le cose non possono cambiare.-

Hank, che li aveva appena raggiunti, faceva fatica a credergli:

-Lo trovo strano.-

Sabo si fece serio:

-Non cambierà mai il fatto che se avessi recuperato la memoria prima, avrei potuto aiutare i miei fratelli quando ne avevano bisogno e non cambierà mai, il fatto che mi sento in colpa per non aver impedito la morte di Ace. Non c’è nemmeno una tomba a cui far visita e chiedergli scusa.-

non voleva nascondere le cose hai suoi amici, ma aveva promesso al fratello che non avrebbe detto nulla a nessuno, si fidava dei suoi amici ma per il bene di suo fratello, doveva tenere segreto che lui era ancora vivo, almeno fino a quando lui non avrebbe ritrovato la memoria:

-E’ meglio andare ora, se facciamo di nuovo tardi, saranno guai.-

l’ultima volta che avevano tardato, Dragon li aveva rimproverati; Sabo si avviò alla nave sotto lo sguardo preoccupato dei suoi amici.

Quando due anni fa, Sabo aveva recuperato la memoria e aveva raccontato a Dragon e ai suoi compagni il passato che aveva ritrovato, tutti erano rimasti stupiti; già scoprire che Rufy era il figlio del loro capo li aveva sconvolti ma scoprire che Sabo era cresciuto come fratello adottivo del figlio di Dragon e del figlio del re dei pirati, proprio non se lo aspettavano.

Dopo che Sabo aveva recuperato la memoria, erano subentrati i suoi sensi di colpa, per dieci anni aveva solo la sensazione di non voler tornare dai suoi genitori e che c’era qualcuno che lo stava aspettando ma non aveva fatto nulla per ritrovare la memoria, certo che prima o poi i suoi ricordi sarebbero tornati e anche perché non sapeva come fare per ritrovare il suo passato.

Era però servito l’articolo sulla morte di Ace a far tornare la sua memoria, era come se lo shock subito alla notizia, avesse rotto una diga liberando i suoi ricordi.

Koala ricordava ancora quei giorni, ricordava come la gioia di Sabo per aver ritrovato la memoria si fosse trasformata, non c’era stato nulla da fare per fargli capire che non era colpa sua e quando il ragazzo aveva scoperto che era stato lo stesso uomo che aveva ucciso Ace ad occuparsi del corpo, era pronto a partire per Marineford ad eliminare l’ammiraglio; solo grazie a Dragon, le cose si erano calmate e aveva deciso di affidare a Sabo solo missioni nel Nuovo Mondo, nella speranza che un giorno avrebbe incontrato Rufy, così poteva chiedergli scusa allentando i suoi sensi di colpa:

-Sono preoccupato per Sabo.-

Koala sorrise:

-Anch’io, non deve essere facile per lui, recuperare la memoria e sapere di avere due fratelli, dopo averne perso uno, è di certo difficile d’accettare.-

Koala, come Hank e gli altri loro compagni, speravano che quando un giorno, Sabo avesse ritrovato Rufy, gli sarebbe stato più facile andare avanti; da ciò che Ivankov aveva raccontato a Sabo e da ciò che lui si era ricordato, la ragazza aveva la speranza che la semplicità di Rufy poteva aiutare Sabo ad andare avanti, ignara che l’amico aveva ritrovato un fratello.

Finalmente, dopo giorni, la nave dei rivoluzionari levò l’ancora per far ritorno a Baltigo.
 
 
*


Qualche giorno dopo la partenza di Sabo, anche le due gemelle ed Ace salparono diretti alla prossima isola.

 
***
 

L’ammiraglio Akainu, era appena giunto su un’isola estiva del Nuovo Mondo e aveva mandato i suoi uomini ad indagare se Momo fosse stata lì, sapeva che se fosse riuscito a trovare lei avrebbe trovato Ace.

Dopo qualche ora, uno dei suoi uomini tornò alla nave:

-Signore, abbiamo scoperto che la ragazza soprannominata “La Furia Scarlatta”, è salpata da quest’isola sta mattina e con lei c’erano due persone.-

Akainu sorrise:

-Bene, salpiamo subito. Da quest’isola c’è una sola rotta da seguire e in un giorno di viaggio si raggiunge un’altra isola, ormai l’abbiamo presa.-

il marines annuì e corse ad avvertire gli altri che bisognava partire subito.

Akainu rimasto solo, tornò nella sua cabina ed osservò i due avvisi di taglia che teneva sulla scrivania:

-“Ormai non mi scappi più Ace e dopo averti sistemato, eliminerò anche la tua amica per avermi ostacolato.”-

odiava i pirati ma odiava ancora di più quelli che lo ostacolavano e non si sarebbe fatto sfuggire quei due ragazzi.
 
 
***
 

Dopo un giorno di navigazione, Ace e le due gemelle avevano raggiunto l’isola di Umi, una piccola isola primaverile.

Il log pose avrebbe impiegato una settimana a registrare il magnetismo dell’isola e i tre ragazzi decisero di alloggiare in una locanda.

Quella mattina, Ace era ancora nel mondo dei sogni e non c’era verso di svegliarlo, le due gemelle decisero di lasciarlo dormire e scesero di sotto per fare colazione.

Si sedettero ad un tavolo vicino al bancone e Momo iniziò a mangiare, mentre Sakura si era messa a leggere il giornale uscito quella mattina:

-Mo-chan, credo che siamo in grossi guai.-

la rossa puntò i suoi occhi rossi sulla gemella:

-Che vuoi dire?-

la sorella richiuse il giornale e bevve un sorso di tè:

-Pare che l’ammiraglio Akainu, sia nel Nuovo Mondo senza aver ricevuto l’autorizzazione dal Grand Ammiraglio.-

Momo ingoiò un pezzo di carne e afferrò il giornale leggendo velocemente l’articolo:

-Credi che stia seguendo noi?-

Sakura annuì:

-Conoscendoti, non avrai fatto nulla per non farti notare quando sei andata a prendere Ace a Marineford e quindi non mi stupisco se quell’uomo lo abbia scoperto e ci stia inseguendo.-

la rossa accartocciò il giornale, si sentiva una stupida per non essere stata prudente:

-D’accordo, non sono stata attenta ma perché ci insegue? Vuole riprendersi Baka Hono-chan?-

la gemella scosse la testa:

 
-Credo che ci stia inseguendo per uccidere Ace. Non si sa il perché lo abbia salvato e gli abbia fatto credere di essere un marines, però è certo che quell’ammiraglio non abbia detto nulla a nessuno e se si scopre che Ace è ancora vivo, finirà nei guai e quindi lo vorrà eliminare.-

Momo non si stupì delle sue parole, sapeva che la gemella era in grado di capire le cose solamente osservandole oppure leggendole su i giornali e poi era chiaro che Akainu stesse tramando qualcosa:

-Sarà meglio non dire nulla per il momento a Baka Hono-chan, ha già abbastanza pensieri per la testa.-

Sakura sorrise:

-Concordo, è meglio tacere per il momento e fare attenzione di non incontrare nessun marines.-

finirò di fare colazione e poi si alzarono tornando in camera.

In tarda mattinata, i tre ragazzi uscirono a fare due passi, Momo si era stufata di rimanere nella locanda e aveva strascinato Sakura ed Ace fuori a fare due passi.

Mentre passeggiavano per una stradina che conduceva alla spiaggia, Ace avvertì una fitta alla cicatrice che aveva al petto, quella cicatrice che lo aveva quasi ucciso.

Giunti sulla spiaggia, Ace si bloccò di colpo costringendo le due gemelle a fermarsi, davanti a loro c’era una foresta e da lì, uscì l’unica persona che avevano sperato di non incontrare.

Akainu uscì dalla foresta e fissò Ace, dopo settimane di inseguimento era riuscito a trovarlo e non se lo sarebbe fatto sfuggire. 
 
 
Continua…

 



Ciao,

anche questo capitolo è un po’ lungo per lo stesso motivo dell’altro, spero che vi sia piaciuto.

Sabo è dovuto ripartire ma almeno Ace è più tranquillo.

Alla fine, Akainu ce l’ha fatta a trovare Ace; nel prossimo capitolo, ci sarà lo scontro tra i due.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 17
*** Ace e Akainu ***


17° CAPITOLO:
ACE E AKAINU



 
Akainu uscì dalla foresta e fissò Ace, dopo settimane di inseguimento era riuscito a trovarlo e non se lo sarebbe fatto sfuggire. 

Ace si fece serio ed osservò quell’uomo di cui si era fidato, quell’uomo che gli aveva raccontato solo menzogne approfittando della perdita del suo passato; Momo e Sakura erano molto preoccupate, sapevano che quell’uomo era lì per eliminare il loro amico.

Dopo un lungo silenzio che sembrava infinito, Ace si decise a chiedergli ciò che voleva sapere da quando grazie a Momo, aveva saputo la verità:

-Akainu, perché mi hai raccontato di essere un marines? Che cosa avevi in mente?-

l’ammiraglio sorrise, un sorriso che non prometteva nulla di buono:

-Dato che presto morirete tutti e tre, non vedo il motivo per cui dirtelo.-

Ace fissò il marines, era raro vederlo con quello sguardo così serio:

-Appunto, dato che hai intenzione di eliminarci, potresti anche rispondermi.-

Akainu decise che infondo poteva anche rivelargli le sue intenzioni, da morto non avrebbe potuto rivelare niente a nessuno:

-E va bene, ti dirò tutto. Quando ho visto che eri ancora vivo ho deciso di salvarti, non mi aveva soddisfatto  il modo in cui ti avevo sconfitto, ti volevo eliminare in un vero combattimento è per questo che ti avevo salvato.-

Momo fece per dire qualcosa ma Ace la precedette:

-Ma allora perché mi hai raccontato quelle cose?-

non riusciva a capirlo, l’ammiraglio sorrise al solo pensiero di come avrebbe reagito appena saputa la risposta:

-Al tuo risveglio, non ti ricordavi più nulla e io decisi di approfittarne. Volevo usarti per eliminare una volta per tutte Barbabianca, tu non ti ricordi di lui ma quel vecchio si ricorda molto bene del figlio che tutti credono morto e non attaccherebbe mai uno dei suoi figli, nemmeno se quello tenta di ucciderlo.-

a quelle parole Ace si stupì, voleva usarlo per uccidere quell’uomo, che stando a ciò che gli avevano raccontato le due gemelle, era come un padre; non ricordava ancora nulla di Barbabianca ma era certo, che se lo considerava come un padre, voleva dire che era una persona molto importante per lui:

-Dopo averti usato per eliminare quel pirata, avrei eliminato anche te per poi convincere quei cinque idioti, che stanno a capo del Governo, che Sengoku non era più adatto ad essere il Grand Ammiraglio e li avrei convinti a darmi il suo posto.-

si fece serio e aggiunse:

-Ma per colpa della tua amica, che ha scoperto non so come, che tu sei ancora vivo, il mio piano è andato in frantumi e ti devo eliminare prima che qualcuno scopra che sei ancora vivo e capisca ciò che avevo intenzione di fare. Già Garp sospetta di me ma quello è solo un vecchio pazzo e non è difficile convincere gli altri che sospetta di me solo perché ho ucciso suo nipote.-

Momo esplose a quelle parole, non poteva perdonare quell’uomo che prima aveva quasi ucciso Ace e poi lo aveva usato per i suoi scopi:

-Ma non ti vergogni!? Hai usato Ace approfittando della sua perdita di memoria. Così facendo, lo hai fatto soffrire, come hai fatto soffrire tutte quelle persone che gli vogliono bene e che lo credono morto! Altro che salire di grado, tu ti meriti di finire a marcire in prigione! Sei peggio dei peggiori pirati che solcano i mari!-

Sakura cercò di calmare sua sorella ma non era facile calmarla quando era su tutte le furie, Ace decise di intervenire prima che l’ammiraglio facesse del male alle due ragazze:

-Ho capito. Se vuoi eliminarmi va bene ma combatteremo lontano da qui. La spiaggia è troppo vicina alla città e non voglio coinvolgere nessuno.-

Akainu sapeva che oltre ai civili non voleva coinvolgere le due ragazze e decise di accettare la sua proposta, infondo una volta eliminato Ace, poteva con tutta calma cercare anche le due sorelle.

L’ammiraglio si incamminò verso la foresta, il luogo dove si sarebbe conclusa una volta per tutte questa storia.

Ace fece per seguirlo ma Momo lo fermò, era terrorizzata all’idea di perderlo ancora una volta e per sempre:

-Non andare, non voglio perderti di nuovo.-

il ragazzo sorrise:

-Tranquilla, tornerò da te. Voglio continuare a viaggiare insieme a voi e ritrovare il mio passato e una volta recuperata la memoria, ho una cosa importante da dirti.-

la rossa a quelle parole sorrise, si fidava di Ace e se gli aveva detto che sarebbe tornato, lei era certa che avrebbe mantenuto la parola data, come sempre aveva fatto.

Le due gemelle osservarono Ace, fino a quando non sparì nella foresta e rimasero lì ad attendere la fine dello scontro.
 
 
***

 
Nel Nuovo Mondo, a bordo della sua nave, Garp era più tosto nervoso, non ne capiva il motivo ma era tutto il giorno che aveva un brutto presentimento:

-Signore, abbiamo trovato l’ammiraglio Akainu.-

il vice ammiraglio si voltò verso Kobi:

-E dove si trova?-

il ragazzo lo aveva visto così serio solo una volta, il giorno in cui Ace era morto:

-Non lontano da qui. Se il vento tiene, entro domani all’alba lo avremo raggiunto.-

Garp fissò il cielo, era ormai pomeriggio e non era certo che il collega sarebbe rimasto su quell’isola a lungo:

-Sai se Akainu ha trovato ciò che cercava?-

Kobi annuì:

-Stando alla comunicazione che abbiamo intercettato tra Akainu e la sua nave, sembra che sull’isola dove si trova, abbia trovato la persona che cercava.-

il vecchio marines tirò un sospiro di sollievo, se Akainu aveva intenzione di combattere, era certo che poi sarebbe ripartito solo dopo aver recuperato le forze e lui, era certo che qualunque cosa cercava, lo avrebbe portato ad uno scontro, quindi sarebbe riuscito a raggiungerlo:

-Bene, ormai non ci scappa più.-

si mise a ridere, nonostante il brutto presentimento, gli era tornato il buon umore; Kobi non riusciva a capirlo:

-Mi scusi, ma l’ammiraglio Akainu è un marines e non capisco il motivo per cui lo stia inseguendo come se fosse un criminale.-

Garp sorrise:

-Perché si sta comportando peggio dei pirati. Nasconde qual cosa e io voglio sapere che cosa.-

scoppiò di nuovo a ridere e aggiunse:

-E poi ho un motivo per riempirlo di pugni e finalmente si è presentata l’occasione per fargli pagare ciò che ha fatto a mio nipote.-

il giovane marines, preferì evitare di dirgli che anche se aveva ucciso suo nipote, aveva solo fatto il suo dovere.

Se ne andò lasciandolo da solo in compagnia dei suoi biscotti che aveva tirato fuori da chissà dove, più volte Kobi si era chiesto da dove tirava fuori tutti quei biscotti ma aveva capito che tutto era possibile in quella strana famiglia.

Garp, rimasto solo, tornò ad osservare l’oceano continuando a mangiare i suoi biscotti:

-“Ormai non mi sfuggi più e a costo di usare la forza, ti costringerò a dirmi che stai tramando.”-

non era mai andato d’accordo con Akainu, per via del suo modo di vedere la giustizia e dopo che lui aveva ucciso Ace, per l’ammiraglio provava solo odio ma non era per vendicare il nipote che si era messo sulle sue tracce, lo aveva notato fin da subito, dopo la guerra, lo strano comportamento di Akainu e dopo che lui era partito di tutta fretta, non aveva più alcun dubbio e a costo di farsi nemica tutta la marina, avrebbe scoperto cosa nascondeva, perché era consapevole che se avessero combattuto avrebbe passato dei grossi guai.

La nave proseguì a tutta velocità, verso l’isola dove ogni cosa sarebbe stata chiarita.
 
 
***
 

Nella foresta, lo scontro era già iniziato e sembrava che doveva finire come durante la guerra, Ace era in grossa difficoltà ed era ferito, mentre Akainu non aveva nemmeno un graffio, il magma inghiottiva il fuoco senza difficoltà e il ragazzo non sapeva più cosa fare.

Riprese ad attaccarlo con uno degli attacchi più potenti che aveva ma anche questo finì per essere inghiottito dalla lava, Akainu si limitava solo a bloccare gli attacchi di Ace, aveva intenzione di spingerlo ad usare tutta la sua forza, perché ora il combattimento lo stava solo annoiando:

-E’ tutta qua la tua forza? Ti ricordo che una volta ucciso te, ucciderò anche le tue amiche.-

a quelle parole, Ace provò emozioni contrastanti, paura per ciò che sarebbe successo a Momo e Sakura se avesse perso e rabbia, per non avere la forza sufficiente per sconfiggere quell’uomo che gli aveva mentito e che lo voleva usare per far fuori Barbabianca.

Durante lo scontro, si era ricordato di quell’uomo che per lui era l’unico padre che aveva e si era ricordato anche  di Rufy e Garp e voleva ad ogni costo tornare da loro, mantenere la promessa fatta a Momo prima dello scontro e ritrovare il resto del suo passato, non poteva assolutamente perdere.

 
*


Intanto alla spiaggia, si erano radunate alcune persona che si erano incuriosite dopo aver sentito dell’esplosioni.

Momo e Sakura fissavano in silenzio quelle fiamme e quella lava che stavano distruggendo la foresta e sperarono che Ace si salvasse in qualche modo.

 
*


Ace a fatica si alzò, sentiva dentro di se la rabbia che aumentava come un fiume in piena, aveva già provato una rabbia così grande, quel giorno lontano in cui era morto Satch:

-Non mi arrenderò mai, Akainu!-

l’ammiraglio sorrise:

-E come pensi di battermi? A malapena ti reggi in piedi.-

Pugno di Fuoco sorrise, avrebbe giocato il tutto per tutto pur di batterlo e impedirgli di fare ancora del male:

-Kyokaen!-

scaraventò contro all’ammiraglio un muro di fiamme, Akainu cercò di fermarlo ma con sua sorpresa le fiamme lo travolsero in pieno ferendolo ad un braccio, Ace rimase senza parole non pensava che quell’attacco potesse funzionare:

-Ma come cavolo ho fatto?-

era più tosto confuso a differenza di Akainu, che aveva capito tutto:

-Ma bene, sai usare anche l’Haki.-

a quelle parole Pugno di Fuoco si ricordò che le due gemelle gli avevano raccontato che durante lo scontro con Jimbei aveva usato l’Haki senza accorgersene, cercò di concentrarsi e poi lanciò un altro attacco, riuscendo ad usare l’ambizione unendola al suo fuoco ma questa volta Akainu non si fece trovare impreparato e a sua volta usò anche lui l’Haki, i due attacchi si scontrarono generando un’immensa esplosione che colpì entrambi ferendoli gravemente.
 
 
***
 

A bordo della “Moby Dick”, c’era un insolito silenzio, tutti erano stranamente tranquilli e per un motivo ben preciso, era il giorno in cui tre anni fa tutto aveva avuto inizio.

Tre anni fa, Teach li aveva traditi uccidendo Satch e a causa di questo, anche Ace aveva perso la vita e ora i compagni dei due pirati scomparsi, non avevano molta voglia di divertirsi.

Barbabianca se ne stava seduto sulla poltrona assordo nei suoi pensieri:

-Babbo, è tutto a posto?-

il vecchio si voltò verso Marco e sorrise:

-Non noti anche tu, che c’è aria di cambiamenti?-

la fenice lo fissò confuso, certe volte faceva fatica a capire quell’uomo:

-Io non noto nulla di diverso, tranne che gli altri sono tranquilli ma questo è normale dato che oggi è l’anniversario della morte di Satch.-

Barbabianca tornò a fissare il cielo:

-Oggi non è solo quel giorno, sta succedendo qualcosa ma non so dirti se è una cosa positiva o negativa.-

Marco si girò:

-Be, spero che non succeda nulla di negativo.-

detto ciò, scese sotto coperta lasciando il babbo da solo sul ponte.

Edward Newgate, non sapeva cosa stesse succedendo ma sperava che non fosse coinvolto Teach, perché quell’uomo aveva già fatto abbastanza danni.
 
 
***
 

Sulla spiaggia c’era molta tensione, gli abitanti della città che erano giunti davanti alla foresta, erano preoccupati che quelle fiamme distruggessero anche le loro case, mentre le due gemelle erano in ansia per il loro amico.

Momo fissò quelle fiamme così famigliari e non ce la fece più, si incamminò verso la foresta ma fu fermata dalla sorella che l’afferrò per un polso:

-Sakura, lasciami andare immediatamente!-

la gemella scosse la testa:

-Se ti lascio andare ti farai ammazzare, Mo-chan.-

la rossa si arrabbiò con lei, cosa che non era mai successo:

-Io devo andare da Ace e tu non puoi impedirmelo!-

Sakura si fece seria:

-E cosa pensi di fare una volta che lo avrai raggiunto? Tu non sei immune al fuoco e se entri in quella foresta rischi di bruciarti e poi Ace ha voluto allontanarsi proprio per non coinvolgere nessuno nello scontro.-

Momo si liberò bruscamente dalla presa della sorella:

-Io posso usare l’Haki!-

la gemella sospirò ormai rassegnata alla sua testardaggine:

-Lui ti ha dato la sua parola che sarebbe tornato e tu ti devi fidare di lui.-

quelle parole fecero riflettere Momo ma non era per la mancanza fiducia che voleva andare, ci voleva andare, perché aveva troppa paura di perderlo di nuovo e questa volta per sempre.

 
*


La foresta ormai era quasi completamente distrutta, al posto degli alberi ormai c’era solo fiamme e lava.

Ace e Akainu erano entrambi esausti e feriti ma quello ferito più gravemente era il giovane pirata:

-“Ho imparato a usare l’Haki ma ormai sono giunto al limite. Questo sarà il mio ultimo attacco.”-

l’ammiraglio fissò il suo avversario:

-“E chi lo avrebbe mai detto che questo moccioso fosse così forte, sarebbe stato meglio non averlo salvato ma rimedierò a quell’errore con questo mio ultimo attacco.”-

entrambi non avevano più le forze per continuare a combattere, avrebbe vinto solo chi era più determinato a continuare a vivere e a seguire la sua strada.

Ace creò un’enorme sfera di fuoco unendola al suo Haki e la scagliò contro l’avversario, si era ricordato dello scontro con Teach e sapeva che quella tecnica non aveva funzionato con lui ma sperava che questa volta avrebbe funzionato:

-Daienkai Entei!-

Akainu sferrò un colpo di lava molto più calda del solito:

-Meigō!-

i due attacchi si scontrarono ed era impossibile capire quali dei due aveva la meglio, a causa della potenza usata nel loro ultimo attacco, ci fu una tremenda esplosione.
 

 
*


Un boato fece smettere di discutere le due gemelle, che si voltarono verso la foresta, non vi erano più fiamme e lava ma solo fumo, il combattimento era giunto al termine.
 

 
Continua…
 
 


Ciao,

ho preferito non concentrarmi troppo sullo scontro, spero che vi sia piaciuto lo stesso.

Ace e Akainu si sono scontrati e nel prossimo capitolo si saprà chi ha vinto e si saprà anche se Garp arriverà sull’isola, i nomi dei loro attacchi li ho trovati su wikipedia.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 18
*** Le Voci Girano ***


18° CAPITOLO:
LE VOCI GIRANO



 
Era appena sorto il sole ma a Marineford i marines erano già al lavoro da un pezzo, Sengoku si stava recando nel suo ufficio quando un giovane ufficiale lo raggiunse:

-Signore, c’è una chiamata per lei.-

il superiore lo fissò chiedendosi chi poteva cercarlo, poi lo seguì nell’ufficio dove venivano prese le chiamate che arrivavano al quartier generale.

In quel ufficio c’era il solito caos, tra documenti sparsi per tutta la stanza e lumacofani che continuavano a suonare; Sengoku notò la presenza di Tsuru:

-E tu che fai qui? Odi questa stanza per via del caos.-

la vecchia donna sorrise:

-Ho saputo che c’era una chiamata per te ed ero curiosa di sapere chi fosse.-

il Grand Ammiraglio preferì non dire nulla, ormai era abituato alle stranezze di Tsuru come era abituato a quelle di Garp:

-Allora volete passarmi il lumacofano o volete farmi aspettare ancora?-

il giovane ufficiale prese velocemente il lumacofano e lo diete al superiore, Sengoku una volta preso il lumacofano alzò la cornetta sperando che dall’altra parte ci fosse Garp che si era finalmente deciso a tornare indietro ma sapeva che non era lui:

-Sono Sengoku, dimmi pure.-

dall’altra parte si sentì la voce di un uomo molto agitato:

-Sono il sergente maggiore Rokudo e faccio parte della divisione sotto il comando dell’ammiraglio Akainu.-

il Grand Ammiraglio si stupì nel sentire chi era la persona che lo aveva chiamato, non capiva il motivo per cui un sottoposto di Akainu lo avesse cercato:

-Cosa è successo? E dove è il tuo superiore?-

Rokudo a quella domanda si agitò ancora di più:

-Ecco vede… ieri siamo giunti sull’isola di Umi e l’ammiraglio è sceso a terra dicendoci di non scendere dalla nave…-

Sengoku lo interruppe:

-E questo che me ne importa! Dimmi dove è ora Akainu!?-

ormai aveva perso la pazienza, l’ammiraglio e Garp erano la causa principale dei problemi che negli ultimi due anni si erano verificati a Marineford e lui era da allora che cercava una soluzione ma era certo che c’era solo un modo per porre fine a questa storia, ovvero capire cosa stava succedendo, cosa non facile; il marines terrorizzato rispose subito alla domanda:

-E’ morto, signore.-

Sengoku stava seriamente pensando che quel marines fosse impazzito del tutto, come poteva morire un ammiraglio così all’improvviso e poi era certo che solo uno dei quattro imperatori poteva sconfiggere gli ammiragli e se Akainu si fosse scontrato con uno di loro, la cosa non sarebbe passata inosservata:

-Spiegati meglio.-

Rokudo esitò un attimo indeciso sul da farsi, poi raccontò tutto anche perché con Akainu morto non aveva più senso rispettare i suoi ordini e rimanere in silenzio su tutta questa faccenda di cui per altro, ne Rokudo ne gli altri, ne sapevano molto:

-Come stavo dicendo, l’ammiraglio Akainu è sceso a terra e dopo un po’, verso il pomeriggio, abbiamo sentito dell’esplosioni e abbiamo visto del fumo provenire dalla foresta. All’inizio non abbiamo fatto nulla, per via dell’ordine che avevamo ricevuto ma poi l’esplosioni sono cessate e l’ammiraglio non tornava più e così siamo andati a cercarlo.-

Sengoku non riusciva a capire cosa era accaduto e lasciò che il marines dall’altra parte continuasse:

-Quando siamo giunti nel luogo da dove proveniva il fumo, c’era un gruppo di persone davanti alla foresta e ci hanno riferito che avevano visto fiamme e lava tra gli alberi e questo ci ha fatto capire che l’ammiraglio stava combattendo…-

il Grand Ammiraglio lo interruppe, c’era qualcosa che non quadrava nel racconto:

-Hai detto fiamme? Lo sai che Akainu è in grado di creare fiumi di lava ma non di creare fiamme e quindi come è possibile che la gente abbia visto delle fiamme!? La lava distrugge tutto senza incendiare nulla! Mi stai forse dicendo che un fantasma è tornato dall’oltre tomba per vendicarsi!?-

per lui le fiamme avevano un solo significato ed erano collegate al figlio del re dei pirati dato che era l’unico in grado di crearle ma lui era morto da ormai due anni:

-Non saprei signore, questo è quello che mi hanno riferito.-

Sengoku sospirò e cercò di calmarsi:

-Vai avanti, che altro ti hanno detto?-

Rokudo proseguì:

-Hanno detto che quando tutto è finito, hanno visto entrare nella foresta due ragazze, una non so chi sia ma l’altra a giudicare dalla descrizione che ci hanno fatto la gente della città, pare che fosse Momo “La Furia Scarlatta”.-

Sengoku rimase sorpreso nel sentire il nome di un ex membro della ciurma di cui era capitano Ace, se c’era di mezzo lei, forse era coinvolto qualche suo ex compagno e dato che tutti quelli che facevano parte della ciurma insieme a lei, ora erano pirati di Barbabianca, c’era la possibilità che fosse coinvolto il vecchio pirata però se lui era coinvolto non capiva come fosse possibile che la cosa non fosse saltata fuori prima dato che tenevano d’occhio i movimenti degli imperatori:

-Dopo aver parlato con quelle persone siamo entrati nella foresta… delle due ragazze e della misteriosa persona che ha combattuto contro l’ammiraglio non c’era traccia ma… abbiamo trova il nostro superiore senza vita.-

calò il silenzio dopo che Rokudo finì di parlare, il Grand Ammiraglio rifletté sul da farsi:

-“Akainu è morto e stando a ciò che la gente ha riferito, il responsabile è qualcuno che ha dei poteri simili a quelli di Ace. Devo evitare che questa storia si diffonde e scoprire chi è stato a sconfiggere Akainu, di sicuro la sua morte è legata al suo strano comportamento.”-

sospirò pensando che ultimamente i problemi invece che diminuire aumentavano:

-Ascoltami, prendete il corpo di Akainu e tornate a Marineford ma prima di ripartire fate in modo che la gente dell’isola non dica nulla. Garp vi stava seguendo e dovrebbe arrivare su quell’isola da un momento all’altro, lo contatterò e ci penserà lui ad indagare su questa faccenda.-

Rokudo esitò un attimo prima di rispondere:

-Per quanto riguarda al recupero del corpo dell’ammiraglio, ci abbiamo già pensato ma ormai è troppo tardi per evitare che le voci si divulgano.-

Sengoku sbuffò rassegnato dal fatto che le cose, invece che migliorare, peggioravano:

-Che vuoi dire?-

il sergente maggiore, sempre più agitato, rispose:

-E’ che tra i curiosi c’erano alcuni mercanti che sono partiti poco prima dell’alba e di sicuro riferiranno tutto a chi incontreranno durante il viaggio.-

il Grand Ammiraglio sospirò:

-Ho capito, tornate a Marineford e lasciamo pure che la gente sappia cosa è successo.-

Rokudo dopo aver detto tutto ciò che doveva dire, riattaccò il lumacofano per poi riferire ai compagni di salpare per far ritorno al quartier generale.

Sengoku ridiede al giovane ufficiale il lumacofano e uscì, seguito da Tsuru che aveva ascoltata tutta la conversazione in silenzio:

-Cosa hai in mente di fare ora? Garp non ha più risposto alle tue chiamate e quindi non puoi contattarlo.-

Sengoku entrò nel suo ufficio e si sedette alla sua poltrona:

-Lo so ma non c’è bisogno di contattarlo. Appena arriverà all’isola di Umi, capirà subito ciò che è successo e si metterà ad indagare. Il problema è che appena questa storia avrà fatto il giro del mondo ci ritroveremo i giornalisti tra i piedi e non posso certo dirgli che è stato un fantasma a far fuori Akainu dato che tutti penseranno che sia opera di Ace appena sapranno che l’avversario dell’ammiraglio usava le fiamme.-

Tsuru si era seduta sul divano e sorrise:

-E se Pugno di Fuoco fosse ancora vivo?-

il superiore sospirò, per lui Ace doveva restare morto, era certo che se così non fosse, la notizia che il figlio del re dei pirati era ancora vivo, avrebbe motivato ancora di più i pirati ed era una cosa che voleva assolutamente evitare:

-Non dire sciocchezze, tutti hanno visto il momento in cui è morto.-

la donna annuì:

-Può darsi ma ti ricordi cosa di dissi l’altra volta?-

Sengoku annuì, come poteva dimenticare quella frase enigmatica:

-Mi dissi, che pensavi che il sangue del re vive ancora.-

Tsuru, sorridendo, annuì:

-Tutto è possibile a questo mondo e comunque ai giornalisti puoi dire che farai sapere ogni cosa appena si sarà fatta luce su questa faccenda.-

il Grand Ammiraglio pensò che fosse un’ottima idea, facendo così avrebbe tenuto a bada la curiosità dei reporter:

-Stavo pensando che Garp sarà felice appena saprà che Akainu è morto.-

Sengoku sbuffò, per un attimo si era scordato di lui:

-E non solo lui ma anche Barbabianca e tutti quelli che erano legati ad Ace.-

Tsuru si alzò:

-Tienimi informata.-

uscì dall’ufficio lasciandolo solo.

Sengoku osservò il cielo, ormai il sole era sorto da un pezzo:

-“Per il momento, devo solo aspettare che Garp si faccia vivo.”-

sperava che qualunque cosa scoprisse l’amico, non peggiorasse la situazione.      
 
 
***
 

In pochi giorni, la notizia della morte dell’ammiraglio Akainu fece il giro del mondo.

I mercanti raccontavano ciò che era accaduto sull’isola di Umi alla gente che incontravano sulle isole dove andavano a vendere la merce, quelle persone parlavano di ciò che avevano saputo venendo ascoltati da pirati e cacciatori di taglie e così facendo da persona a persona, da isola a isola, la notizia fece il giro di tutto il mondo e la gente incominciò a dire che il figlio del re dei pirati era ancora vivo.
 
 
***
 

Nel Nuovo Mondo, su una piccola isola, i “Mugiwara” erano pronti a salpare, erano su quell’isola da diversi giorni ed era giunto il momento di partire.

Quando tutti furono a bordo, Robin decise di dire ciò che aveva sentito prima di salire sulla nave:

-Rufy, ho sentito delle voci che potrebbero farti piacere.-

il capitano si girò verso di lei molto curioso e non disse nulla in attesa che l’archeologa parlasse, anche gli altri smisero di fare ciò che stavano facendo e si avvicinarono alla compagna pronti ad ascoltare:

-Ho sentito che qualche giorno fa, sull’isola di Umi, l’ammiraglio Akainu ha perso la vita in un combattimento.-

tutti rimasero sorpresi, Nami si girò verso Rufy che teneva lo sguardo nascosto sotto al cappello:

-Quell’uomo, è lo stesso che ha ucciso tuo fratello, giusto?-

il capitano annuì:

-Hai sentito anche chi lo ha sconfitto?-

provava un grande odio per quell’ammiraglio che gli aveva portato via suo fratello, anche se nelle ultime settimane aveva la sensazione che fosse ancora vivo; Robin alla domanda di Rufy sorrise:

-Ho sentito dire, che il figlio di Gol D. Roger è ancora vivo.-

tutti rimasero a bocca aperta; dopo la guerra, anche loro avevano saputo di chi era figlio Ace e si erano stupiti nel sentire che era ancora vivo; Sanji si accese una sigaretta:

-Scusa Robin, ma come fanno a dire che Ace è ancora vivo?-

l’archeologa rise:

-Pare che chi ha assistito allo scontro, abbia visto delle fiamme ma non si sa con certezza come si è scatenato l’incendio e quindi per via delle fiamme, hanno incominciato a dire che Ace è ancora vivo.-

Rufy sorrise, lui era certo che era stato suo fratello a sconfiggere l’ammiraglio, ora non aveva più dubbi:

-Visto Zoro, la mia sensazione si è rivelata esatta.-

lo spadaccino sorrise:

-Ha quanto pare, avevi ragione ma comunque non è detto che sia stato veramente tuo fratello ha sconfiggere Akainu.-

il capitano rise, mentre gli altri compagni non capivano di cosa stessero parlando:

-Per il momento salpiamo, se mio fratello è ancora vivo presto lo sapremo, perché i giornalisti faranno di tutto per far luce su questa storia.-

tutti erano d’accordo con il loro capitano, bastava aspettare per avere delle risposte.

La “Thousand Sunny”, levò l’ancora e partì verso nuove avventure.
 
 
***
 

Da qualche parte, sempre nel Nuovo Mondo, su un’isola sperduta in mezzo al nulla, Dragon era nel suo ufficio a sistemare qualche documento, con l’aiuto di Koala e Hank mentre Sabo se ne stava sdraiato sul divano assorto nei suoi pensieri, era preoccupato per Ace e non poteva fare a meno di chiedersi se aveva recuperato o meno la memoria, sapeva come ci si sentiva a non sapere chi era e per questo, sperava che il fratello recuperasse in fretta la memoria:

-Uffa! Sabo, potresti aiutarci?-

vedendo che l’amico la stava ignorando, Koala sbuffò; in quel momento, Ivankov piombò come una furia nell’ufficio, era più tosto agitato; appena entrò, Dragon si voltò verso di lui mentre gli altri lo ignorarono ormai abituati alle sue improvvise entrate; il capo sospirò rassegnato al fatto che l’amico fosse un casinista:

-Ivan, quella porta serve ancora.-

l’uomo rise e raccolse da terra la porta che aveva buttato giù e la rimise a posto:

-Scusami tanto, capo. E’ che ho sentito una cosa davvero molto curiosa.-

Sabo, a quelle parole, si girò verso di lui ma non poteva fare a meno di  pensare che l’unica cosa curiosa era il suo testone ma comunque, non si mosse da dove era; Dragon sbuffò:

-Spero che sia importante.-

Ivan annuì:

-Certo che è importante! Akainu è morto.-

il giovane rivoluzionario a quelle parole scattò in piedi sospettando che ci fosse di mezzo Ace:

-E come è morto?-

l’amico rise:

-Sabo-boy, qualcosa mi dice che tu sai qualcosa di questa storia.-

il ragazzo scosse la testa:

-Ma che dici? Se sapessi qualcosa lo avrei detto.-

Koala lo fissò, non gli credeva per niente:

-E’ da giorni che sei strano, cosa stai nascondendo?-

l’amico incominciò a preoccuparsi, se Koala si metteva in testa una cosa, non c’era verso di fargli cambiare idea e lui era certo che non lo avrebbe lasciato in pace fino a quando non avrebbe ottenuto una risposta:

-Niente. Voglio solo capire chi si è vendicato al posto mio.-

da una parte era vero che voleva sapere chi aveva ucciso Akainu ma dall’altra parte, era preoccupato per il fratello, lo aveva ritrovato e non aveva intenzione di perderlo di nuovo.

Dragon si intromise, più che altro, per evitare l’ennesimo bisticcio tra i due:

-Ivan, rispondi alla domanda che ti ha fatto.-

l’amico sorrise, curioso di vedere come avrebbe reagito Sabo, ancora faceva fatica a credere che il giovane fosse il fratello di Ace e Rufy ma infondo erano tutti e tre dei tipi fuori dal comune e quindi non era poi così strano che erano fratelli:

-E’ morto in un combattimento contro a qualcuno legato al fuoco e questo fa credere alla gente che il figlio del re dei pirati è ancora vivo.-

a quelle parole, Koala e Hank si girarono verso Sabo, temendo che la prendesse male e invece videro che stava sorridendo divertito; il capo dei rivoluzionari sbuffò, in parte era anche lui preoccupato per Sabo, non voleva che si faceva false speranze:

-La gente non sa che dice, come fa un defunto a sconfiggere l’uomo che lo ha ucciso?-

Sabo, sorprese i suoi compagni con la sua risposta, ora non aveva motivo per tenerlo ancora nascosto:

-Ma, Ace non è morto.-

Ivan gli puntò contro il dito:

-Vedi che avevo ragione. Avanti sputa il rospo, che cosa sai?-

il ragazzo sbuffò:

-Non vi avevo detto nulla perché gli avevo promesso di tenere il segreto ma ora che girano queste voci non ho più motivo di tacere.-
Koala aveva capito quando Sabo aveva incontrato Ace:

-Lo hai incontrato su quell’isola dove sei sparito per giorni, vero?-

l’amico annuì, Dragon lo fissò:

-Quindi è ancora vivo e come ha fatto a salvarsi?-

Sabo annuì di nuovo e raccontò ciò che gli aveva raccontato Sakura:

-E questo è quanto l’amica di Ace mi ha raccontato.-

Ivan si sorprese:

-Che bello, Ace-boy è vivo, che meraviglia.-

scoppiò a piangere felice, soprattutto per Sabo e Rufy; Koala sorrise, anche lei felice:

-Certo, che è una coincidenza assurda. Sia tu, che Ace, siete quasi morti e vi siete salvati ritrovandovi senza memoria.-

Sabo non poteva che dargli ragione, anche lui aveva trovato che era assurdo, che due fratelli si erano trovati nella stessa situazione; Dragon ignorò il casino che stava facendo Ivankov:

-Se è vivo, può essere benissimo stato lui a sconfiggerlo. Comunque ora fammi un favore, prendi questo idiota e portalo via dato che eri qui a far nulla.-

Sabo rise e afferrò Ivan per un braccio e lo strascinò fuori dall’ufficio.

Dragon, una volta che i due erano usciti, osservò fuori dalla finestra e sorrise, era contento di sapere che Ace era ancora vivo, perché aveva visto quanto Sabo aveva sofferto quando aveva saputo come si era conclusa la guerra ed era certo, che anche Rufy aveva sofferto così tanto ma ora che lui era ancora vivo, i tre ragazzi potevano rivedersi di nuovo; Koala e Hank, non dissero nulla e continuarono a fare il loro lavoro.
 
 
***
 

Nel mare orientale, nel villaggio di Foosha, Makino stava pulendo alcuni piatti:

-“Chissà se anche Dadan ha sentito le voci che stanno girando? Ne dubito dato che vive fuori dal mondo.”-

non sapeva a cosa pensare su quella notizia che aveva sentito durante la mattinata da alcuni mercanti, era una notizia che l’aveva stupita molto.

Nella locanda entrò Dadan, che si mise seduta al bancone:

-Portami del sakè, per favore.-

Makino notò che non era di buon’umore, sorrise e gli diede ciò che aveva chiesto:

-Hai sentito le voci che girano?-

la vecchia donna sbuffò:

-No, ho altro a cui pensare che stare lì ad ascoltare le chiacchiere della gente. Quei babbei hanno demolito mezza casa!-

la giovane locandiera rise, un tempo erano i tre fratelli a farla impazzire e ora erano i suoi uomini:

-Tanto conoscendoti li hai messi subito a riparare il danno.-

Dadan annuì:

-Mi pare ovvio, loro hanno demolito la casa e loro la ricostruiscono.-

bevve un lungo sorso di sakè:

-Comunque, che hanno da chiacchierare?-

Makino sorrise, gli piaceva parlare con lei, perché anche se aveva dei modi bruschi, era una donna molto gentile:

-Sta mattina, c’erano dei mercanti qui alla locanda e hanno detto che su un’isola del Nuovo Mondo, l’ammiraglio Akainu ha perso la vita in un combattimento.-

Dadan sentendo quel nome, sbatté con forza il bicchiere sul bancone rompendolo, non poteva perdonare l’uomo che aveva ucciso uno dei suoi figli, perché per lei Ace era suo figlio:

-Quel verme, ha fatto la fine che si meritava! Non si doveva azzardare ad uccidere Ace!.-

Makino raccolse i pezzi di vetro e li buttò via, per poi dare un altro bicchiere di sakè all’amica:

-Nessuno merita di morire, però ammetto che mi sento sollevata nel sapere che quell’uomo sia morto, perché avevo paura che facesse del male anche a Rufy.-

calò il silenzio tra le due, nonostante erano passati due anni, il dolore per la perdita di Ace era ancora molto forte, infondo, se in dodici anni non avevano ancora accettato la morte di Sabo, come potevano in soli due anni, accettare la morte di Ace, era una cosa impossibile per le due donne, potevano passare gli anni ma il dolore non sarebbe mai cambiato:

-Chi ha sconfitto quel verme di un ammiraglio?-

Makino sorrise, curiosa di sapere come avrebbe reagito:

-Quei mercanti, hanno detto una cosa che mi ha stupito molto, hanno detto che il figlio del re dei pirati è ancora vivo.-

Dadan sbuffò:

-Idiozie, Ace è morto.-

la giovane locandiera annuì:

-Hai ragione, pare che girano queste voci perché chi ha sconfitto l’ammiraglio, è legato alle fiamme o così si dice in giro.-

la vecchia donna si alzò:

-Ci sono mille modi per creare le fiamme, Ace è morto e sono contenta che il verme che lo ha ucciso abbia fatto quella fine.-

senza aggiungere altro se ne andò, Makino la osservò mentre spariva oltre la porta:

-“Dadan ha ragione, però sarebbe bello se in qualche modo Ace sia sopravvissuto ma so che non è possibile.”-

riprese a pulire, cercando di non pensare alle voci che aveva sentito.
 
 
***
 

Nel Nuovo Mondo, la “Moby Dick” era appena salpata, Barbabianca era sulla sua poltrona a bere sakè nonostante il medico gli aveva detto di non bere e dato che non lo ascoltava gli aveva nascosto il liquore ma il vecchio pirata era riuscito a recuperare una botte intera di sakè, Marco e Vista lo raggiunsero insieme a Jaws:

-Che succede ragazzi?-

Vista sorrise:

-Sull’isola che abbia appena lasciato, giravano delle voci.-

Barbabianca si incuriosì:

-Che tipo di voci?-

fu Jaws a rispondergli:

-Pare che Akainu, sia morto in combattimento.-

il babbo scoppiò a ridere:

-E così il mucchio di lava ha fatto la fine che si meritava! E chi lo ha sconfitto?-

i suoi figli non sapevano se fosse il caso di dirgli chi era stato, però Marco alla fine decise di rispondergli:

-Dicono che il figlio di Roger, è ancora vivo. Chi ha sconfitto Akainu ha usato dei poteri simili a quelli di Ace, è per questo che pensano che sia ancora vivo.-

Barbabianca rise di nuovo, era una bella notizia, la prima dopo due anni:

-Io, lo sospettavo che fosse ancora vivo.-

Vista lo fissò confuso:

-Ma se tutti noi lo abbiamo visto morire.-

il vecchio imperatore sorrise:

-Noi abbiamo visto cadere a terra Ace ma nessuno ha avuto il tempo per accettarsi che fosse morto. Comunque, ora raggiungiamo l’isola di ghiaccio e aspettiamo che queste voci siano più chiare.-

poi ridendo aggiunse:

-Ace o chiunque sia stato a sconfiggere quel mucchio di lava, deve essere molto forte.-

i tre comandanti decisero di lasciarlo solo, dato che non c’era più nulla da aggiungere.

Edward Newgate osservò l’oceano:

-“Non ho più dubbi sul fatto che Ace sia ancora vivo, anche se non capisco dove è stato per tutto questo tempo.”-

 
finì il sakè e scese sottocoperta, ora doveva solo aspettare che le cose si facessero più chiare.
 
 
***
 

Sull’isola di Umi, il giorno dopo la morte di Akainu era giunto Garp, appena aveva saputo che il collega era morto, si era messo a fare domande alla gente che incontrava e tutti gli dicevano le stesse cose.

In quei giorni, aveva girato mezza città e non aveva ancora capito cosa fosse successo, aveva capito che l’avversario di Akainu aveva usato dei poteri legati alle fiamme e questo aveva spinto la gente a credere che Ace fosse ancora vivo, aveva anche saputo che due ragazze erano entrate nella foresta subito dopo il combattimento ed erano sparite, dopo aver saputo di loro, Garp aveva iniziato a cercarle, certo che loro sapevano qualcosa.

Il vice ammiraglio Garp stava girando per le strade assorto nei suoi pensieri:

-“Stando alla descrizione che mi hanno fatto sulle due ragazze, ho capito che una delle due è Momo “La Furia Scarlatta”. Mi chiedo cosa a che fare con tutto ciò, un ex componente della ciurma che aveva formato Ace.”-

 aveva deciso di trovare Momo e di chiedere a lei ciò che era successo ma sembrava che si fosse volatilizzata nel nulla, aveva chiesto a molte persone ma tutte avevano detto di averla vista entrare nella foresta e di non averla più vista.

Garp continuò a girare per la città, chiedendo ai passanti se avevano visto la ragazza, entrò anche nelle locande per sapere se si trovava lì ma tutti non sapevano dove era, non aveva intenzione di arrendersi, perché Momo era l’unica che lo poteva aiutare a far luce su tutta quella storia.
 
  
Continua…
 
 



Ciao,

anche in questo capitolo, dove appare Sabo, ho fatto molte modifiche, spero che vi sia piaciuto.

Akainu, è stato sconfitto e si è sparsa la voce mentre Garp finalmente è giunto sull’isola; nel prossimo capitolo si saprà che fine ha fatto Ace.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

Venerdì non ci sarà il capitolo, il prossimo lo metterò venerdì 19.

A presto.
 
 

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Capitolo 19
*** Risveglio ***


19° CAPITOLO:
RISVEGLIO

 


In una piccola locanda in periferia della città, Ace nonostante erano passati diversi giorni, non accennava a svegliarsi, le due gemelle erano con lui ed erano molto preoccupate.

Non avevano potuto chiedere aiuto ad un medico perché avrebbe scoperto chi era Ace, Sakura sfruttando ciò che aveva imparato da Matabei quando faceva ancora parte della ciurma dei pirati di “Picche”, riuscì a curare le ferite dell’amico ma le sue condizioni erano molto gravi e c’era il rischio che avesse dimenticato il poco che aveva ricordato.

Momo andava avanti e indietro per la stanza, in quei giorni non era stata capace di stare tranquilla, alla mente tornò il ricordo del momento in cui avevano trovato Ace dopo lo scontro…
 

 
*


…qualche giorno prima, dopo il combattimento, le due gemelle si misero a correre per raggiungere Ace.

Una volta raggiunto il centro della foresta videro cenere e distruzione, si misero alla ricerca dell’amico quando Momo da sotto un albero notò l’ammiraglio Akainu, per un attimo aveva temuto che poteva rialzarsi e attaccarle ma poi si era accorta che non respirava più e si era tranquillizzata, si sentì chiamare da Sakura e la raggiunse.

Una volta raggiunta la sorella vide Ace steso a terra, era in pessime condizioni ma per fortuna era ancora vivo, insieme lo sorressero e decisero di uscire dalla foresta prendendo un’altra strada per evitare la folla di curiosi, uscite dalla foresta ritornarono alla locanda dove alloggiavano…
 

 
*


…Sakura osservò la sorella:

-Mo-chan, agitarsi non serve a niente.-

la gemella smise di camminare e si buttò sulla poltrona sbuffando:

-Baka Hono-chan, sarà fuori pericolo ma potrebbe aver perso i pochi ricordi che aveva recuperato e ci toccherebbe raccontargli tutto, di nuovo.-

era questo che più la preoccupava, l’amico ne aveva passate tante e ci era voluto tempo prima che si convinceva che sarebbe riuscito a recuperare il suo passato e ora, c’era il rischio che aveva di nuovo dimenticato tutto; la sorella fissò l’amico che dormiva profondamente, anche lei preoccupata:

-E’ ancora vivo e dovresti essere felice per questo.-

Momo si girò verso Ace e sorrise:

-Sono felice che non sia morto ma ho troppa paura che si sia di nuovo dimenticato di me e delle poche cose che aveva ricordato.-

fece una pausa e aggiunse:

-Non pensi ai nostri vecchi compagni o a Barbabianca e ai suoi uomini o al fratello di Ace? Loro non sanno che è ancora vivo e di sicuro soffrono ancora per la sua scomparsa, è per questo che volevo che Ace recuperasse la memoria il prima possibile, per poter tornare da loro e poi c’è anche Sabo, che sta aspettando come noi due il giorno in cui lui ritrova il suo passato.-

Sakura fissò la gemella, aveva ragione, c’erano troppe persone che avevano sofferto e solo il ritorno di Ace poteva farle smettere di soffrire ma se lui aveva di nuovo perso la memoria, da loro non poteva ancora tornare:

-Mo-chan, da quando è con noi ha ricordato qualcosa e noi dobbiamo essere pronte ad aiutarlo nel caso se si fosse dimenticato il poco che ha ricordato.-

sorrise e aggiunse:

-C’è anche da tenere da conto, che invece di perdere il poco che ha ricordato, potrebbe aver recuperato tutti i suoi ricordi.-

Momo sorrise, l’ottimismo di sua sorella era contagioso e lei aveva capito che non serviva a nulla preoccuparsi di queste cose prima che Ace si fosse svegliato.

Sakura si alzò dalla sedia e si avviò alla porta:

-Vado a comprare altre bende e altre medicine. Ti serve qualcosa?-

Momo si girò verso di lei e annuì:

-Portami del rum e portane tanto.-

la gemella sospirò rassegnata, sapeva già cosa gli avrebbe chiesto di comprare ma gli aveva comunque posto la domanda, con la speranza che non gli chiedeva del rum:

-Va bene ma ti porto solo una bottiglia.-

uscì senza aspettare la replica della sorella.
 

 
*


Momo, rimasta sola, si mise più comoda sulla poltrona e puntò i suoi occhi rossi su Ace:

-Baka Hono-chan, giuro che prima o poi ti ammazzo. Se non ci fai preoccupare non sei contento.-

in passato, quando viaggiavano insieme, aveva perso il conto di tutte le volte in cui l’amico aveva rischiato di rompersi l’osso del collo ed era certa che Ace aveva continuato a ficcarsi nei guai anche dopo essersi unito alla ciurma di Barbabianca e ne aveva la conferma dato il guaio in cui si era cacciato due anni fa dove aveva quasi rischiato la vita, era certa, che l’amico si divertiva a mettersi in guai più grandi di lui senza pensare alle conseguenze:

-Uno di questi giorni, mi dovrai spiegare come riesci a cacciarti in tutti questi casini, pure io che mi caccio spesso nei guai, non mi sono mai trovata in situazioni così assurde come capita a te. Mi chiedo se per caso sei una calamita attira guai.-

sapeva che Ace non poteva sentirla ma a lei non importava, voleva parlargli nella speranza che in qualche modo si sarebbe svegliato:

-Chissà in quanti guai ti sei cacciato da quando le nostre strade si sono divise ma so che i tuoi compagni ti voglio bene o non avrebbero scatenato una guerra per cercare di salvarti. Infondo tutti i pirati che facevano parte della ciurma di “Picche” tengono molto a te e non mi stupisco se questo vale anche per Barbabianca e gli altri tuoi compagni.-

per un attimo pensò che Ace si fosse svegliato dato che si era mosso ma non era così:

-Chissà cosa hai di così speciale. Sei uno stupido, irresponsabile e un gran testone che non fa altro che finire nei guai, eppure ci sono molte persone che ti vogliono bene.-

aveva sempre pensato che l’amico fosse una persona fuori dal comune, fin dal primo momento in cui si erano conosciuti aveva subito capito che di lui poteva fidarsi e lei era una che faceva fatica a fidarsi della gente ma con Ace era diverso.

Nemmeno lei riusciva a spiegarsi come aveva fatto a conquistare la sua fiducia, forse era il fatto che aveva salvato sua sorella o il fatto che dal suo sorriso si capiva che era una persona sincera, lei questo non lo sapeva ma sapeva che era un tipo fuori di testa che era disposto a tutto pur di proteggere le persone care e a lei, quel tipo di persone, piacevano molto e forse era questo che l’aveva spinta a fidarsi fin da subito di Ace anche perché lui aveva qualcosa di speciale, che spingeva le persone a diventare sue amiche.

 
*


Era passata un’ora e Sakura non era ancora tornata ma Momo non era preoccupata, conosceva la sorella e sapeva che il motivo del ritardo era dovuto al fatto che si era fermata in un negozio di fiori o peggio in un negozio di vestiti, ogni volta che andava in un negozio di abiti, Sakura comprava sempre dei vestiti molto femminili per Momo e ogni volta tentava di convincerla ad indossarli ma la rossa non ne voleva sapere come la gemella non ne voleva sapere di arrendersi, fin da piccole Sakura aveva tentato di rendere la gemella più femminile e anche se sapeva che Momo sarebbe rimasta un maschiaccio per sempre, lei non si arrendeva.

Cercando di non pensare a quali assurdi vestiti Sakura avrebbe comprato, tornò a perdersi nei suoi pensieri, ricordò il giorno in cui aveva litigato con Ace:

-Sono stata una stupida, se non mi fossi arrabbiata avrei capito subito il motivo per cui avevi deciso di seguire Barbabianca e invece ho litigato con te e me ne sono andata.-

aveva capito ciò che aveva spinto l’amico ad unirsi a quell’uomo e si sentiva in colpa per ciò che gli aveva detto.

Momo si alzò dalla poltrona e si avvicinò al letto, i suoi sentimenti per lui erano molto forti ma aveva paura di rovinare l’amicizia che li legava; si sporse verso il viso di Ace e gli diede un leggero bacio sulla fronte, poi uscì sulla terrazza.

 
*


Non sapeva da quanto tempo era sulla terrazza a fissare il cielo, sapeva solo che non aveva voglia di rientrare nella stanza e vedere Ace in quelle condizioni, aveva troppa pura di ciò che sarebbe successo una volta sveglio, non avrebbe sopportato l’idea che l’amico si fosse di nuovo dimenticato di lei e del poco che aveva ricordato, se ciò doveva succedere, Momo era certa che non avrebbe retto e che se ne sarebbe di nuovo andata, lasciandolo da solo.

La ragazza dai capelli rossi scacciò dalla testa quei pensieri:

-“Non posso abbandonare di nuovo Ace, soprattutto ora che ha bisogno di aiuto. Se ha di nuovo dimenticato tutto, mi farò forza e lo aiuterò ha ricordare e continuerò ad aiutarlo fino a quando lui avrà bisogno di me.”-

gli mancava l’amico di cui era innamorata ma sapeva che bastava solo aver pazienza e aspettare che Ace recuperasse la memoria, per ritrovare il ragazzo che era sempre stato:

-“Baka Hono-chan, avrà molti difetti ma sono anche dei pregi, perché è ciò che lo rendono speciale.”-

vide un gabbiano atterrare sul tetto di una casa vicina e sorrise:

-“Ormai sono passati tre mesi da quando ho ritrovato Ace, avevo perso la speranza di rivederlo e di rivedere il suo sorriso ma alla fine l’ho rivisto e non ho intenzione di allontanarmi di nuovo da lui.”-

era così assorta nei suoi pensieri, che non si accorse che Sakura stava correndo da lei:

-Mo-chan! Presto vieni!-

la rossa sentendosi chiamare si voltò verso di lei e notò che era agitata e temette che fosse capita qualcosa ad Ace mentre era lì fuori e non al suo fianco:

-E’ successo qualcosa a Baka Hono-chan?-

la gemella sorrise:

-Si è finalmente svegliato.-

rientrò dentro senza aspettare che la sorella dicesse qualcosa.

Momo fissò Sakura rientrare nella stanza:

-“Ace, si è svegliato?”-

non riusciva a crederci che finalmente si fosse svegliato e facendosi coraggio e scacciando dalla testa la paura che lui non si ricordava di nuovo più nulla entrò nella stanza.
 

 
*


Ace a fatica si era messo seduto e si era appoggiato ai cuscini, si sentiva confuso e non capiva che fosse successo:

-Ben svegliato. Come stai?-

si girò verso la proprietaria della voce e sorrise:

-Stanco e non capisco cosa sia successo, Sakura.-

la ragazza sorrise, era felice che l’aveva riconosciuta, perché significava che non aveva di nuovo perso la memoria:

-Ti sei scontrato con Akainu e lo hai sconfitto.-

a quelle parole Ace ricordò lo scontro, non riusciva a credere di aver sconfitto l’uomo che due anni fa lo aveva quasi ucciso:

-Ora ricordo. Non credevo di riuscire a batterlo.-

percepì una presenza alla sua sinistra e si girò incrociando lo sguardo di Momo:

-Scusa se ti ho fatto preoccupare.-

la rossa sorrise:

-E chi si è preoccupato. Non di certo io, potevi anche morire che non me ne sarebbe importato nulla.-

incrociò le braccia al petto e voltò la testa dall’altra parte, Ace rise divertito, sapeva che l’amica stava mentendo:

-Non sei mai stata brava nel dire le bugie, Momo.-

le due ragazze lo fissarono, Sakura aveva intuito ciò che era successo ma volle chiedergli una conferma:

-Hai recuperato il tuo passato, vero?-

il ragazzo di fuoco annuì, finalmente felice di aver ritrovato se stesso e il suo passato:

-Durante il combattimento mi sono ricordato alcune cose e dopo essermi risvegliato, mi sono accorto di ricordare tutto. Ora mi sento decisamente a mio agio.-

in quei due anni in cui non ricordava nulla del suo passato, Ace non si sentiva a suo agio, gli sembrava di non aver mai vissuto prima di quei due anni e la cosa lo aveva spaventato molto ma dopo aver ritrovato le due gemelle aveva iniziato a ricordare qualcosa e si era reso conto di aver vissuto la sua vita e che doveva solo ritrovare i suoi ricordi e ora che li aveva ritrovati tutti, si sentiva di nuovo se stesso.

Momo appoggiò le mani sul materasso e si sporse verso Ace fissandolo negli occhi:

-Dici sul serio o ci stai prendendo in giro?-

Pugno di Fuoco sorrise:

-Se vuoi ti dico di quella sera che ci siamo fatti quella promessa. Quando mi avete raccontato i momenti passati insieme, questo non me lo avete raccontato.-

la ragazza al ricordo di quel giorno, in cui lui l’aveva abbracciata, arrossì e si allontanò da lui, nemmeno alla sorella aveva detto cosa era successo quel giorno:

-Ok, ho capito. Sono contenta che sei tornato lo stupido di sempre.-

Sakura era felice che Ace aveva trovato il suo passato ma ora era curiosa di sapere che era successo quel giorno:

-Che è capitato il giorno in cui vi siete fatti quella promessa?-

il ragazzo fece per rispondergli ma si beccò un cuscino in faccia:

-Non ti azzardare ad aprire quella boccaccia, Baka Hono-chan! O ti affogo!-

Sakura rise, gli sembrava di essere tornata indietro nel tempo e come era prevedibile, Ace non tardò a ribattere ciò che aveva detto Momo:

-Ho perso il conto di tutte le volte in cui in passato mi hai minacciato di affogarmi, eppure non lo hai mai fatto.-

la rossa lo fissò con uno sguardo di sfida:

-Vuoi  mettermi alla prova? Guarda che non ci metto molto a prenderti e affogarti nella vasca del bagno.-

Ace rise e ricambiò lo sguardo dell’amica:

-Provaci allora.-

i due si fissarono fino a quando Sakura non decise di intervenire, anche perché quei due si erano dimenticati che Ace doveva stare a riposo:

-Ora basta per favore e poi tu Ace, ti devi riposare.-

i due ragazzi per un attimo si erano dimenticati di tutto ciò che avevano passato in quegli ultimi mesi:

-Baka Hono-chan, come vanno le tue ferite?-

l’amico dopo aver recuperato il cuscino, che gli aveva lanciato la ragazza, si riappoggiò e fissò il soffitto:

-Mi fanno male ma di certo sto molto meglio rispetto a quando mi sono risvegliato due anni fa.-

 
le due gemelle erano sollevate nel sapere che stava abbastanza bene, Sakura gli si avvicinò:

-Ti devo cambiare le bende.-

Ace la lasciò fare e mentre la ragazza si occupava delle sue ferite, Momo si era seduta di nuovo sulla poltrona, si era ripromessa che appena l’amico avesse recuperato tutti i ricordi gli avrebbe detto i suoi sentimenti e ora che quel momento era giunto si trovava in panico, l’idea di dichiarare i suoi sentimenti e di non essere ricambiata la terrorizzava, teneva molto alla loro amicizia e non voleva spezzare quel legame che li univa da tanto tempo ma doveva assolutamente dirgli ciò che provava o si sarebbe pentita per sempre.

A distrarla dai suoi pensieri fu la gemella:

-Bene, le ferite stanno guarendo. Ancora qualche giorno di riposo e sarai completamente guarito.-

Ace gli sorrise:

-Non so se riuscirò a restarmene tranquillo a letto.-

le due gemelle risero, in quei giorni non dovevano assolutamente perderlo di vista o le sue condizioni sarebbero peggiorate.

Sakura e Momo decisero di uscire e lasciare che Ace riposasse ma appena si alzarono per uscire sentirono qualcuno bussare alla porta.
 
 
Continua…
 
 

 

Ciao,
è un capitolo di passaggio, spero che vi sia piaciuto.

Ace si è svegliato e finalmente ha recuperato la memoria, come al solito non ho modificato molto, mi sono limitata a correggere e ad aggiungere alcune cose.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 20
*** Nonno e Nipote ***


20° CAPITOLO:
NONNO E NIPOTE



 
Sakura e Momo decisero di uscire e lasciare che Ace riposasse ma appena si alzarono per uscire sentirono qualcuno bussare alla porta, i tre ragazzi si chiesero chi fosse, poteva essere il proprietario della locanda, che in quei giorni era stato così gentile da portare il pasto alle due gemelle mentre vegliavano sull’amico privo di sensi, oppure poteva essere la marina che era riuscita a trovarli.

Le due gemelle si avvicinarono alla porta sparendo dalla vista di Ace, la porta si trovava in un punto nascosto della stanza tra la camera e il bagno, Momo si mise davanti alla sorella e aprì la porta.

Una volta aperta la porta, le due gemelle rimasero senza parole nel vedere proprio quella persona davanti a loro:

-Finalmente ti ho trovato, Momo “La Furia Scarlatta” e tu, a giudicare da come gli assomigli, devi essere sua sorella.-

Sakura annuì, aveva capito che non aveva cattive intenzioni ma sua sorella come sempre era impulsiva e lo riempì di domande:

-Cosa ci fa qui un vice ammiraglio della marina? Come hai fatto a trovarci? Hai forse intenzione di arrestarci?-

l’uomo rise divertito, trovava la ragazza molto divertente.

Intanto Ace si stava chiedendo chi fosse, non sentiva le loro voci a causa del caos che c’era al piano di sotto dato che la porta era aperta ma aveva intuito che non ci fosse nessun pericolo dato che le due gemelle non erano rientrate di corsa per fuggire dalla finestra.

Sakura afferrò la sorella per un polso impedendogli di prendere a pugni il marines che stava ancora ridendo per la raffica di domande che gli aveva fatto:

-Calmati, Mo-chan. Quest’uomo è il nonno adottivo di Ace e lui si è sempre fidato di suo nonno.-

la rossa sbuffò e fissò Garp senza dire nulla, il vecchio marines smise di ridere e tirò fuori i suoi biscotti:

-Ne volete uno?-

le due gemelle ebbero la conferma che quell’uomo era davvero il nonno adottivo di Ace, perché era un tipo strambo e imprevedibile proprio come il loro amico; Momo sorrise, ora gli era simpatico:

-Grazie.-

la rossa e Garp si misero a mangiare biscotti sotto lo sguardo perplesso di Sakura:

-“Questa è bella, una pirata e un marines che mangiano biscotti insieme.”-

dato che i due sembravano più interessati ai biscotti che ad altro, ci pensò Sakura a farli tornare al punto della situazione:

-Scusate, ma potrebbe essere così gentile da rispondere alle domande che vi ha posto mia sorella?-

Garp rise:

-Hai ragione, scusate. Sono qui perché stavo inseguendo Akainu e quando ho saputo dalla gente della città che voi due eravate sparite nella foresta, ho capito che sapevate qualcosa e mi sono messo a cercarvi. Dalla descrizione che mi hanno fatto, ho capito chi era una delle due ragazze.-

tirò fuori un’altra scatola di biscotti che divise nuovamente con Momo e poi aggiunse:

-State tranquille, sono qui di mia iniziativa e non ho intenzione di arrestarvi.-

calò di nuovo il silenzio, interrotto solo dallo sgranocchiare di Garp e Momo, Sakura sorrise:

-“Quest’uomo deve avere una scorta di biscotti in tasca. Comunque è davvero simpatico.-“

finita l’ennesima scatola di biscotti, Garp si decise a comportarsi da persona matura:

-Ora potete dirmi chi ha sconfitto Akainu?-

le due gemelle si fissarono e fu Sakura a rispondergli:

-Forse è meglio se a questa domanda le rispondesse il diretto interessato.-

Momo si girò di scatto verso la sorella e gli bisbigliò in un orecchio, in modo che il marines non la sentisse:

-Ma sei matta? Ace non è in buone condizioni e tu vuoi farlo parlare con lui.-

Sakura, facendo anche lei attenzione a non farsi sentire, sorrise:

-Non preoccuparti, andrà tutto bene.-

Garp richiamò la loro attenzione:

-Allora cosa volte fare?-

Sakura si rivolse a lui:

-Entri pure e parla con il nostro amico.-

afferrò la sorella e la strascinò giù dalle scale.

Garp le osservò fino a quando non sparirono di sotto poi decise di entrare nella stanza e svelare il mistero di quella storia.
 

 
*


Ace sentì la porta chiudersi e intuì subito che non si trattava delle due gemelle ma era tranquillo, chiunque fosse entrato non era una minaccia o le due sorelle lo avrebbero fermato.

Il vice ammiraglio Garp, appena raggiunse la camera e vide chi c’era rimase senza parole, nonno e nipote rimasero ad osservarsi in silenzio, entrambi stupidi di vedere l’altro.

Garp non capiva se stava avendo una allucinazione o se davvero Ace era vivo, fu il nipote a rompere il silenzio che sembrava durare da ore:

-Nonno, cosa fai qui?-

il vecchio marines si sentiva felice nel constare che era veramente lui e che a parte le bende che gli fasciavano il corpo stava bene, si sedette sul letto accanto al nipote e sorrise:

-Stavo inseguendo Akainu. Tu, più tosto come fai ad essere ancora vivo?-

Ace sorrise e gli raccontò tutto, gli raccontò come si era salvato dalla guerra a Marineford, di aver perso la memoria e di aver passato due anni in marina fidandosi di Akainu, dell’arrivo di Momo e di tutto ciò che avevano passato in quelle settimane prima di scontrarsi con l’ammiraglio e raccontò cosa Akainu gli aveva detto e di come era andato lo scontro:

-Questo è tutto.-

Garp non sapeva se arrabbiarsi o se essere grato al collega di aver salvato Ace:

-Devo ammettere che una cosa giusta Akainu l’ha fatta e cioè salvarti la vita, anche se aveva un motivo ben preciso.-

rimase in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto, Ace notò che il nonno sembrava essere sollevato:

-Mi dispiace tanto di averti fatto preoccupare.-

da quando aveva ritrovato tutti i suoi ricordi, si sentiva in colpa per aver fatto preoccupare tutti con il casino di due anni fa e non solo, suo fratello, suo padre e i suoi compagni, lo credevano morto e lui non vedeva l’ora di tornare da loro e scusarsi;  Garp si voltò verso di lui:

-Non ti devi scusare, sono io quello che deve scusarsi.-

il nipote lo fissò confuso, non capiva il perché si doveva scusare, suo nonno lo aveva protetto fin da quando era nato e c’era sempre stato, quando da piccolo, aveva bisogno di lui:

-E di cosa? Non hai fatto nulla per cui ti devi scusare.-

il vecchio marines per una volta mise da parte l’orgoglio e abbracciò il nipote, che rimase sorpreso da quel gesto:

-Appunto, non ho fatto nulla. Durante la guerra mi sono limitato a far passare Rufy e nulla di più.-

si sentiva davvero in colpa per non aver fatto nulla, era un vice ammiraglio ma si sentiva in dovere di proteggere la sua famiglia anche a costo di diventare un criminale ma due anni fa, non aveva fatto nulla per salvare il nipote; Ace appoggiò la testa contro la spalla del nonno e sorrise:

-Tu mi hai già salvato, nonno. E’ grazie a te, se ho potuto crescere al sicuro ed inseguire il mio sogno.-

non avrebbe mai smesso di essere grato al nonno per tutto quello che aveva fatto per lui, sua madre aveva dato la vita per permettergli di nascere e grazie a Garp, quel sacrificio non era stato inutile:

-Io non volevo che scoppiasse quella guerra, avrei preferito morire più tosto che vedere i miei compagni e mio fratello, rischiare le loro vite per me.-

il vecchio sorrise, Ace era identico a Roger, entrambi erano dispostiti a morire per le persone care e il re dei pirati, alla fine era morto proprio per proteggere la sua famiglia e i suoi amici:

-Ti vogliono bene, è per questo che hanno messo in gioco le loro vite. Mentre io, non ho fatto niente.-

Ace sapeva che durante la guerra suo nonno era combattuto tra il dovere e la famiglia e sapeva, che alla fine, lui aveva scelto la famiglia:

-Mi sei stato vicino e hai permesso a Rufy di liberarmi, questo per me significa molto.-

Garp si sentì meno in colpa a quelle parole, sciolse l’abbraccio e si alzò:

-Lasciamo perdere, sono contento di vederti ancora tutto intero.-

il nipote sorrise:

-Devo far ritorno a Marineford, dirò tutto ciò che mi hai detto a Sengoku ma non dirò nulla sul fatto che siete ancora qui e che con voi c’è anche l’altra ragazza, si vede che non è una pirata.-

Ace rise, solo suo nonno poteva decidere di omettere dei particolari:

-Sakura è con noi perché segue sua sorella.-

Garp sorrise:

-Certo che dovevi rischiare la vita una seconda volta per ritrovare i tuoi ricordi.-

il nipote sorrise, poi si ricordò di una cosa davvero importante:

-Nonno, anche Sabo è ancora vivo.-

era giusto che lo sapeva, infondo anche Sabo era suo nipote;  il vecchio si sorprese:

-Mi prendi in giro?-

Ace scosse la testa:

-L’ho incontrato prima di imbattermi in Akainu. E’ stato Dragon ha salvarlo. Anche lui, come me, aveva perso la memoria e l’ha recuperata leggendo della mia morte.-

il vice ammiraglio sorrise, era veramente felice di sapere che anche Sabo era vivo:

-Bene, due nipoti creduti morti sono di nuovo vivi, anche se è assurdo che entrambi vi siete trovati nella stessa situazione.-

guardò fuori dalla finestra, era ora di andare ma c’erano ancora delle cosa da dire:

-Ace so che ti caccerai di nuovo nei guai, sei fatto così e non ci si può fare nulla ma promettimi di fare attenzione e di non rischiare più la tua vita.-

il nipote sorrise, era una promessa difficile da mantenere ed entrambi lo sapevano ma Ace era pronto a tutto pur di mantenerla:

-Te lo prometto.-

Garp rise, poi gli venne in mente una cosa importante da fargli sapere:

-Appena salperete, andate verso est.-

Pugno di Fuoco lo fissò confuso, il nonno rise:

-Barbabianca per due anni non si è fatto vivo, poi all’improvviso, insieme alla ciurma di Rufy, è tornato nel Nuovo Mondo e stando alla nave di pattuglia, si è diretto verso est.-

Ace sorrise, sapere dove iniziare a trovare suo padre lo rendeva contento:

-Grazie, ora so dove cercare il babbo.-

Garp sorrise, poi lo salutò e uscì dalla stanza.

 
*


Le due gemelle erano al piano di sotto sedute al bancone a bere una tazza di tè, quando videro Garp scendere le scale e uscire dalla locanda, si alzarono e tornarono da Ace.

Ace vedendole entrare rimase seduto dato che stava tentando di alzarsi ma ora che loro erano rientrate, soprattutto Momo, non voleva correre il rischio di essere rimproverato:

-Baka Hono-chan, è tutto a posto?-

il ragazzo annuì:

-Voleva solo sapere come stavano le cose, tutto qui. Non dirà al suo superiore che ci troviamo ancora su quest’isola e non dirà nulla su Sakura.-

la ragazza dagli occhi blu sorrise:

-Mi sento sollevata, temevo di diventare una ricercata.-

la gemella rise:

-Non sopravvivresti nemmeno un giorno, se ti mettessero una taglia sulla testa.-

Sakura sorrise:

-Hai ragione. Comunque Ace, ti ha detto altro?-

l’amico annuì:

-Mi ha detto di andare verso est, pare che il babbo stia seguendo quella rotta.-

 
la rossa si sedette sulla poltrona:

-Bene, ora sappiamo dove si è cacciato quel vecchio pirata.-

la gemella la fissò, poi si rivolse di nuovo ad Ace:

-Allora è deciso, appena ti sarai ripreso andremo a cercare Barbabianca.-

l’amico si fece serio, ci aveva pensato molto bene dopo che il nonno era uscito ed era convinto che fosse la cosa giusta da fare:

-Prima vorrei fare una deviazione. Non vedo l’ora di tornare dal babbo e dagli altri ma è importante per me fare questa deviazione.-

Sakura sorrise:

-E dove vorresti andare?-

il ragazzo osservò l’amica:

-Sull’isola di Mizuumi, è sotto la protezione del babbo.-

la ragazza fissò la sorella:

-Si trova dalla parte opposta di dove dovrebbe trovarsi Barbabianca.-

Momo si accorse che per Ace era davvero importante andare su quell’isola, anche se non capiva il motivo:

-E va bene, Baka Hono-chan. Una deviazione la si può fare.-

anche Sakura era d’accordo, dato che si era fatto molto tardi decisero di rimandare al giorno seguente l’organizzazione per la partenza e dopo aver spento le luci si misero a dormire, in quella stanza c’erano solo due letti ma per le gemelle non era un problema dormire insieme.  
 
 
***
 

La nave del vice ammiraglio Garp era appena salpata, il sole era ormai tramontato.

Garp era sul ponte e fissava l’isola che pian piano spariva, non riusciva ancora a crederci che Ace fosse ancora vivo ed era sorpreso nel sapere che anche Sabo lo fosse ma era molto felice di questa notizia, ora doveva solo pensare a tornare a Marineford e riferire a Sengoku tutto ciò che riguardava Akainu.

Osservò la luna e sorrise:

-“Mi raccomando Ace, fai attenzione.”-

scese sottocoperta e andò a dormire.
 
 
Continua…
 
 

 

Ciao,

in questo capitolo, non ho aggiunto nulla di nuovo, ho solo sistemato alcune parti e i dialoghi, spero che vi sia piaciuto.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

Venerdì il capitolo non ci sarà, il prossimo lo metterò venerdì 9 novembre.

A presto.

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Capitolo 21
*** Sentimenti Chiariti ***


21° CAPITOLO:
SENTIMENTI CHIARITI



 
Garp fece ritorno a Marineford e appena entrò nell’ufficio del Grand Ammiraglio si beccò una bella lavata di testa dal superiore, il vecchio marines mentre l’amico gli faceva la ramanzina si era seduto sul divano e aveva iniziato a mangiare biscotti parlando con Tsuru che era lì a bere una tazza di tè, solo dopo qualche minuto Sengoku si rese conto che Garp non lo stava ascoltando:

-Ma insomma! Questo non è un bar! Smettetela di bere il tè! E tu, razza di idiota ascoltami!-

i due anziani marines fissarono il superiore e lo ignorarono di nuovo.

Mentre Sengoku era sul punto di esplodere, Garp stava raccontato ciò che era accaduto sull’isola di Umi a Tsuru, la vecchia donna non si sorprese più di tanto dopo aver sentito l’amico:

-Quindi stavano così le cose.-

il vecchio marines annuì, il Grand Ammiraglio sbatté un pugno sulla scrivania attirando l’attenzione dei due:

-Mi volete ascoltare!?-

Tsuru si alzò:

-Dovresti ascoltare ciò che ha da dirti Garp.-

uscì dall’ufficio lasciandoli da soli e sperando che Sengoku non strozzasse il collega.

Rimasti soli, Garp si decise a comportarsi da adulto:

-So cosa è accaduto sull’isola di Umi.-

Sengoku si sedette alla scrivania e lasciò che l’amico proseguisse:

-Ace è ancora vivo e ha sconfitto lui quell’odioso.-

per un attimo il Grand Ammiraglio pensò che lo stesse prendendo in giro ma poi notò l’espressione dell’amico e capì che non mentiva, aveva notato come era felice e quindi non poteva essere che stava mentendo, soprattutto se riguardava la sua famiglia:

-Come ha fatto a sopravvivere alla guerra? E dove è stato in questi due anni?-

Garp si fece serio, cosa rara per uno come lui:

-E’ stato un miracolo che Ace si sia salvato e ad aiutarlo è stato Akainu.-

Sengoku si stupì a quelle parole, era assurdo che proprio l’uomo che voleva morto il figlio di Roger lo avesse salvato:

-Ma che diavolo dici!?-

l’amico gli riferì ciò che il nipote gli aveva raccontato limitandosi a dire solo ciò che riguardava Akainu e tralasciando ciò che riguardava Ace e soprattutto tralasciò il fatto che il nipote e le due ragazze erano ancora sull’isola:

-E questo è quanto.-

Sengoku rimase in silenzio sorpreso da ciò che l’ammiraglio aveva fatto, era preoccupato e molto, se anche i marines iniziavano a comportarsi come dei pirati, il mondo avrebbe perso l’equilibrio che lo teneva in piedi grazie alle leggi che la marina faceva rispettare:

-E dimmi, come hai scoperto tutto ciò?-

Garp rise:

-Ho le mie fonti e di certo non rivelo chi sono.-

il superiore sapeva che le fonti dell’amico erano quasi sempre dei criminali e si chiedeva sempre come faceva a riuscire ad ottenere qualcosa da quella gentaglia ma infondo, Garp era sempre riuscito a guadagnare la fiducia di chiunque, per altro si era sempre comportato d’amico anche con Roger con tutte le volte che se lo era fatto scappare di proposito e si ricordava ancora molto bene, come aveva insistito per parlare con lui prima che veniva giustiziato accentando di proteggere suo figlio, ecco perché i criminali decidevano di collaborare con lui, sapevano di potersi fidare ma ovviamente, Garp si rivolgeva solo ai criminali che non erano poi così cattivi:

-Non importa come hai fatto a scoprire tutto questo. Ora ciò che importa è come liberarci dei giornalisti.-

Garp rise divertito:

-Ho notato giù nella piazza quei ficcanaso.-

Sengoku sbuffò:

-Non c’è nulla da ridere. Non bisogna far sapere a nessuno ciò che Akainu stava combinando o rischiamo di avere più problemi.-

ciò che Akainu aveva fatto e che aveva intenzione di fare, doveva rimanere segreto; l’amico lo fissò:

-E allora cosa farai?-

il Grand Ammiraglio ci pensò su e prese l’unica decisione che poteva prendere:

-Dirò solo che per qualche motivo ancora sconosciuto, Ace si è salvato dalla guerra e che si è ritrovato davanti Akainu e lo ha battuto.-

Garp si alzò, a lui non importava molto se il superiore diceva tutto oppure no, infondo era certo che al mondo avrebbe fatto bene crollare per poi essere ricostruito nel modo giusto ma era meglio evitare l’argomento o avrebbero finito col litigare:

-Fa come vuoi, a me basta sapere che mio nipote sia ancora vivo.-

salutò l’amico e uscì dalla stanza.

Sengoku passò circa un’ora nel suo ufficio per riflettere attentamente sulle parole da dire ai giornalisti, poi uscì e si recò in piazza per rispondere alle domande dei giornalisti.  
 
 
***
 

Erano passati diversi giorni dalla visita di Garp, ormai Ace stava bene, le ferite si erano rimarginate e aveva recuperato le forze ma soprattutto grazie al recupero della memoria era tornato il ragazzo di sempre.

Quella mattina i tre ragazzi avevano deciso di riprendere il mare il giorno seguente, Sakura si era procurata un eternal pose per l’isola di Mizuumi, così avrebbero fatto prima a raggiungere l’isola.

Poco prima di mezzogiorno Sakura uscì dalla locanda per andare alla nave, doveva assicurarsi che a bordo non mancasse nulla soprattutto si doveva assicurare che ci fosse abbastanza cibo e medicinali, con Momo ed Ace era meglio essere pronti a tutto.
 

 
*


Era passata circa mezz’ora da quando Sakura era uscita e stranamente ne Ace ne Momo non avevano ancora detto nulla, a rompere quel silenzio fu la ragazza:

-C’è una cosa molto importante che ti devo dire, mi ero ripromessa che appena avresti recuperato la memoria te l’avrei detta.-

il ragazzo la fissò curioso:

-Potevi dirmela lo stesso.-

la rossa sbuffò:

-E come facevo a dirtelo se non sapevi nemmeno ciò che era successo?-

Ace preferì non rispondere perché sapeva che se avesse aperto bocca avrebbe scatenato le ire dell’amica, dal canto suo Momo vedendolo zitto decise di proseguire:

-Volevo solo scusarmi con te. Tutti gli altri avevano capito il motivo per cui avevi deciso di unirti alla ciurma di Barbabianca e ti hanno seguito anche Sakura lo aveva capito ma io invece non lo avevo capito e mi sono arrabbiata con te dicendoti cose che non pensavo veramente.-

fece una breve pausa e proseguì:

-Avevo deciso di andare nel Nuovo Mondo a cercarti per scusarmi ma poi è saltato fuori che eri morto e quando ho saputo che non lo eri avevi dimenticato tutto e così ho aspettato pazientemente che recuperassi la memoria per poterti chiedere scusa.-

Ace sorrise:

-Non ti devi scusare, eri libera di fare quello che volevi e poi io non ho dato nessuna spiegazione.-

si ricordò di una cosa che riteneva giusto dirgli:

-Il bracciale che mi avevi regalato tempo fa, l’ho perso. Forse l’ho perso nello scontro con Teach, mi dispiace.-

era un semplice bracciale ma per Ace era importante come lo era il suo vecchio cappello, entrambi erano oggetti che gli avevano regalato persone a lui importanti e ora li aveva persi:

-Tranquillo, era solo uno stupido bracciale che ti avevo dato per ringraziarti. L’importante è che tu sia qui con me e mia sorella.-

e aveva tutta l’intenzione di non separasi più da lui; calò il silenzio poi Momo sorrise, ricordandosi di una cosa:

-Cambiando discorso, prima che iniziasse il combattimento tra te e quell’essere, mi avevi detto che appena avresti recuperato la memoria mi avresti detto una cosa importante.-

il ragazzo abbassò la testa parecchio a disagio, sperava che non ci aveva fatto caso oppure che tutto ciò che era successo dopo gli e lo avesse fatto dimenticare:

-Te lo ricordi? E io che speravo che te ne fossi dimenticata.-

la rossa rise e incrociò le braccia al petto:

-Avanti, sputa fuori il rospo.-

Ace non aveva più vie di fuga, doveva dirglielo e a ripensarci era da troppo tempo che doveva farglielo sapere:

-Non so come dirtelo… a dire il vero è una cosa che ho sempre saputo ma che ho capito solo una volta che eri partita…-

fece un respiro profondo e alla fine disse ciò che da tempo voleva dirgli:

-Io ti amo, Momo.-

la ragazza si stupì a sentire quelle parole, era da quando aveva capito i suoi sentimenti che desiderava sentirsi dire quelle parole, si alzò dalla poltrona e si avvicinò a lui e lo baciò.

Ace si stupì di quel gesto, Momo si staccò da lui e rise:

-Sta volta non sono ubriaca…-

un sorriso dolce si dipinse sul suo viso, quanto aveva aspettato quel giorno e quanto aveva temuto che non sarebbe mai arrivato:

-Ti amo anch’io, Baka Hono-chan.-

il ragazzo sorrise e l’abbracciò stringendola a se, dopo anni che si conoscevano e che negavano a se stessi e agli altri i propri sentimenti, erano riusciti a dirsi ciò che provavano e ora erano finalmente insieme, non avrebbe mai permesso a niente e nessuno di separarli.

 
*
  

Rimasero abbracciati fino a quando Momo si alzò dal letto e si mise a buttar fuori i vestiti dalla sacca della sorella in cerca di qualcosa, mentre Ace era perso nei suoi pensieri:

-“In questi due anni non riuscivo a capire come ho fatto a sopravvivere alla guerra e ora che ho ritrovato il mio passato ho capito il motivo per cui sono sopravvissuto.”-

osservò la ragazza che aveva messo a soqquadro la stanza e sorrise:

-“Ho commesso un grande errore nel seguire Teach, il babbo e gli altri avevano cercato di fermarmi ma io non li ho ascoltati e a causa mia è scoppiata quella dannata guerra. Ora ho l’opportunità di chiedere scusa al babbo e ai miei compagni per averli messi nei guai, a causa mia molti hanno perso la vita.”-

da quando aveva recuperato la memoria aveva pensato fin da subito di scusarsi con tutti quelli che erano stati coinvolti nella guerra, sapeva che era stata una loro scelta quella di andare a Marineford per liberarlo ma lui non poteva fare a meno che pensare di scusarsi perché se lui non avesse fatto di testa sua, quella guerra non avrebbe avuto inizio.

Era così perso nei suoi pensieri che non si accorse che Momo si era seduta sul letto davanti a lui:

-Ehi, Baka Hono-chan è tutto ok?-

non gli piaceva vederlo assorto nei suoi pensieri, gli ricordava i giorni in cui non ricordava nemmeno chi era;  il ragazzo alzò la testa e incrociò il suo sguardo:

-Certo, stavo solo pensando se ora resti oppure te ne vai di nuovo.-

all’inizio la rossa non capiva di cosa parlava ma poi lo capì e sorrise:

-Se il vecchio vuole avere nella sua stramba famiglia due figlie non vedo il motivo per cui debba andarmene di nuovo.-

Ace sorrise, era felice nel sapere che le due gemelle sarebbero restate perché era certo che Barbabianca le avrebbe accolte molto volentieri nella sua famiglia, il vecchio pirata accoglieva chiunque degno di fiducia e già in passato aveva detto ad Ace, che tutta la sua ciurma era la benvenuta e questo includeva anche le due ragazze.


 
*


Intanto Sakura era appena scesa dalla nave e stava facendo ritorno alla locanda:

-“Bene, è tutto pronto per la partenza.”-

 
in realtà era uscita per un motivo ben preciso:

-“Spero che due ore siano bastate per quei due, se non si sono ancora parlati giuro che mi arrabbio.”-

non era una ragazza che si arrabbiava facilmente anzi non si arrabbiava praticamente mai ma sta volta se Ace e Momo non si fossero messi a chiarire i loro sentimenti si sarebbe davvero arrabbiata perché era stufa di vederli fingere a causa del loro stupido orgoglio, prima andava bene che tacevano dato che il ragazzo non ricordava più nulla ma ora non c’erano scuse.
 

 
*


Quando Sakura entrò nella stanza sorrise nel vedere la sorella e l’amico litigare come loro solito, non sapeva cosa avesse dato il via alla loro discussione ma era felice di vederli comportarsi come sempre e poi notò il loro sguardo e capì tutto:

-Come sono felice, finalmente vi siete messi insieme.-

i due si accorsero solo in quel momento della sua presenza, Momo divenne rossa come i suoi capelli appena sentì ciò che aveva detto sua sorella mentre Ace fece finta di nulla, Sakura sorridendo cambiò discorso:

-Mi stavo dimenticando di una cosa importante.-

i due ragazzi non capivano di che stesse parlando, la videro aprire l’armadio e tirare fuori un sacchetto dalla quale tirò fuori un vestito bianco senza maniche:

-Questo è per te, Mo-chan. Il bianco è un colore che ti sta bene con quei tuoi capelli rossi.-

la sorella appena vide il vestito si nascose dietro Ace, Sakura non si era ancora arresa nel tentare di far vestire la gemella con vestiti femminili e lei ogni volta desiderava affrontare mille nemici che le insistenze della sorella:

-Avanti non nasconderti e indossalo. Non ti mangia mica.-

Momo rimanendo sempre nascosta dietro al ragazzo scosse la testa:

-Più tosto che infilarmi quell’affare mi vado a consegnare alla marina.-

mentre le due gemelle discutevano Ace rimaneva in silenzio, anche in passato a bordo della “Kaen”, Sakura tentava di convincere Momo ad indossare dei vestiti e tutte le volte lui veniva tirato in mezzo e ormai ci era abituato a quella situazione; Sakura non riuscendo a convincere la gemella si rivolse all’amico:

-Diglielo anche tu, che starebbe benissimo con questo vestito.-

come Ace aveva previsto era stato di nuovo coinvolto, osservò l’abito e sorrise:

-A dire il vero, se Momo indossasse quel coso, non sarebbe più lei.-

la rossa sorrise e approfittando della distrazione della sorella si chiuse in bagno, Sakura si mise a bussare alla porta cercando di convincerla ad uscire, Ace ne approfittò per uscire dalla stanza.

 
*


Il ragazzo scese di sotto e si sedette al bancone ordinando da mangiare, dopo un po’ fu raggiunto da Momo:

-Sei riuscita a scamparla anche sta volta?-

la rossa annuì:

-Sakura, vedendo che non uscivo ha indossato il vestito e vedendo allo specchio che gli stava bene ha deciso che per questa volta mi avrebbe lasciata in pace.-

Ace sorrise, come sempre era andata a finire in quel modo.

I due ragazzi passarono il resto della serata a parlare, quando tornarono in camera Sakura stava già dormendo; Momo facendo attenzione a non svegliarla si mise a letto, in quella stanza c’erano due grandi letti e le due gemelle dormivano insieme, Ace si sedette al davanzale della finestra e rimase ad osservare il cielo stellato, presto sarebbe tornato dai suoi compagni e non vedeva l’ora di rivederli.

Il mattino seguente i tre ragazzi tornarono alla nave e salparono diretti all’isola di Mizuumi.
 

 
Continua…
 

 
Ciao,

ci stiamo avvicinando alla fine della storia, ancora 6 capitoli e sarà finita, intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 22
*** Il Figlio del Re dei Pirati, è ancora Vivo ***


22° CAPITOLO:
IL FIGLIO DEL RE DEI PIRATI, E’ ANCORA VIVO




 
Appena Sengoku rivelò ai giornalisti che Ace era ancora vivo e che era stato lui a sconfiggere Akainu, la notizia fu subito riportata su i giornali che vennero distribuiti in ogni angolo del mondo e in pochi giorni tutti vennero a sapere che il figlio del Re dei pirati era sopravvissuto alla grande guerra di due anni fa.
 
 
***
 

Nel mare orientale, nel villaggio di Foosha, il vecchio sindaco entrò di corsa nella locanda tenendo in mano il giornale appena arrivato:

-Makino, hai letto il giornale di oggi?-

la giovane donna scosse la testa:

-Non ho ancora avuto tempo. E’ successo qualcosa?-

era preoccupata per Rufy, temeva che le voci che giravano in quei giorni potevano dargli una falsa speranza, non voleva che il giovane ragazzo di gomma si illudeva di rivedere il fratello ormai scomparso, per quanto lei desiderava che quelle voci fossero vere, non voleva illudersi; l’anziano annuì:

-Le voci che girano ultimamente sono vere, lo ha confermato il Grand Ammiraglio in persona.-

Makino per la sorpresa lasciò cadere il bicchiere che cadendo andò in frantumi, aveva cercato di non sperare che fossero vere per non illudersi e ora, quelle voci erano state confermate da un pezzo grosso della marina e lei faceva fatica crederci:

-Quindi Ace è ancora vivo?-

dopo aver passato due anni a convincersi che il ragazzo non c’era più faceva fatica a credere che era ancora vivo, il sindaco annuì:

-Sul giornale c’è scritto solo che in qualche modo è sopravvissuto alla guerra e che non si sa dove sia stato in questi due anni. Comunque è chiaro che hanno tralasciato alcune cose di proposito, anche perché c’è scritto che Ace e Akainu hanno combattuto e che quest’ultimo è morto senza aggiungere altro.-

Makino non lo stava più ascoltando, calde lacrime rigarono il suo viso, era molto felice di sapere che Ace era vivo.
 

 
*


Sul monte Corvo, Dadan aveva fatto fuori tre bottiglie di sakè e due pacchetti di sigarette, era nervosa a causa delle assurde voci che giravano ultimamente:

-“Come si fa ad essere così idioti da credere che un morto sia ancora vivo?”-

per lei non era stato facile accettare la morte di Ace, era come un figlio e lo aveva cresciuto volendogli bene e sentire dire che era ancora vivo quando invece non lo era, la mandava su tutte le furie.

Dogura arrivò di corsa sventolando il giornale urlando come un matto:

-Capo! Ace è ancora vivo! Lo ha confermato Sengoku!-

la vecchia donna si alzò e gli strappò di mano il giornale e lesse l’articolo:

-Quindi è tutto vero!-

senza accorgersene iniziò a piangere, se il Grand Ammiraglio diceva che Ace era ancora vivo era scontato che lo fosse veramente perché la marina non ci avrebbe guadagnato nulla nel mentire:

-Quello scemo è ancora vivo! Perché non lo ha fatto sapere prima!?-

Dogura aspettò che Dadan si calmasse un attimo per poi parlare:

-Forse Garp lo sa. Se hai letto tutto l’articolo, saprai che è stato lui a riferire tutto a Sengoku.-

la vecchia donna strappò in mille pezzi il giornale:

-Appena Garp verrà qui, lo costringerò a dirmi come stanno veramente le cose!-

in realtà non gli importava nulla di sapere tutta la verità, gli bastava solo che Ace fosse ancora vivo.

Aveva passato due anni a convincersi che Ace era morto, ora che aveva avuto la certezza che era ancora vivo non gli importava di altro ma avrebbe comunque parlato con Garp, voleva capire il perché Ace aveva lasciato credere a tutti di essere morto.

Lo aveva cresciuto lei e sapeva che se era rimasto nascosto per tutto quel tempo, aveva i suoi motivi.
 
 
***
 

Nel Nuovo Mondo, a bordo della “Thousand Sunny”, quella mattina c’era un’insolita calma, Zoro come sempre si stava allenando nella palestra, Usopp e Chopper in compagnia di Brook stavano pescando e Franky era impegnato a costruire una delle sue strambe invenzioni, Nami era nella sua cabina a disegnare la mappa dell’ultima isola dove erano appena stati e Sanji stava preparando il pranzo, Rufy stava dormendo sulla polena ed era per quel motivo che non aveva ancora disturbato il cuoco perché era affamato e Robin stava leggendo il giornale, quando l’archeologa finì di leggere l’articolo sorrise e raggiunse il capitano:

-Rufy, tieni leggi l’articolo in prima pagina.-

Cappello di Paglia si mise seduto e di malavoglia lesse l’articolo in questione, man mano che leggeva il sorriso si allargava sul suo volto e si mise ad urlare di gioia attirando l’attenzione di tutta la ciurma che si era radunata sul ponte.

Nami era infuriata perché a causa di Rufy aveva sbagliato a tracciare una riga e la mappa che stava disegnando si era rovinata e aveva dovuto buttarla, si avvicinò al capitano e gli mollò un pugno in testa facendogli spuntare un bernoccolo:

-Spero che hai un motivo per aver urlato come un matto! A causa tua la mappa che stava facendo si è tutta rovinata!-

Chopper e Usopp spaventati si nascosero dietro a Franky mentre Brook evitò di chiedere alla navigatrice la solita domanda e si allontanò da lei, Sanji si era messo a fare mille complimenti alla ragazza per poi mettersi a litigare con Zoro che non si era lasciato sfuggire l’occasione di prenderlo in giro, la calma che regnava sulla nave era sparita e il solito caos di sempre era tornato, Nami si arrabbiò ancora di più:

-Fate silenzio branco d’idioti! E tu Rufy, dicci che avevi da urlare!-

si erano tutti dimenticati il motivo per cui si erano radunati sul ponte e persino il capitano si era scordato di aver urlato, si alzò e si sistemò il cappello e poi sorrise:

-Ace è vivo!-

tutti lo fissarono senza capirci niente, fu Robin a dare loro una spiegazione:

-Il Grand Ammiraglio Sengoku ha confermato che Ace è vivo e che è stato lui ha battere Akainu.-

erano tutti sorpresi e soprattutto erano tutti felici per il loro capitano, a nessuno di loro importava sapere come si era salvato perché a loro bastava sapere che era ancora vivo, Cappello di Paglia rise:

-Dobbiamo festeggiare!-

a quella frase la ciurma sorrise e scesero in cucina, Rufy prima di raggiungerli osservò il cielo, ora che aveva la conferma che suo fratello era vivo era davvero felice e non vedeva l’ora d’incontrarlo.

I “Mugiwara” passarono tutto il giorno a festeggiare e smisero di far festa solo quando tutti erano crollati addormentati sul ponte.

La mattina seguente la ciurma riprese il viaggio e a bordo come sempre c’era il solito caos, Rufy non vedeva l’ora di riabbracciare suo fratello ed era certo che presto si sarebbero rivisti.
 
 
***
 

Ormeggiata lungo la costa dell’isola di ghiaccio, conosciuta solo dalla ciurma del vecchio imperatore, la “Moby Dick” era avvolta da un clima di festa, la ciurma era felice e c’era chi piangeva e urlava dalla gioia, il motivo di tanta felicità era dovuto dall’articolo appena letto.

Quando i pirati avevano letto che Sengoku aveva confermato che Ace era davvero ancora vivo, all’inizio non riuscivano a crederci ma poi si convinsero che era tutto vero ciò che c’era scritto e in un attimo si misero a festeggiare la bella notizia.

In disparte in un angolo del ponte, Kevin si stava fumando una sigaretta, era felice nel sapere che Ace era ancora vivo, lui lo conosceva da più tempo rispetto agli altri dato che era stato il primo a seguirlo e si era sentito molto in colpa per come erano andate le cose durante la guerra, dal momento in cui aveva deciso di seguirlo si era ripromesso che lo avrebbe seguito ovunque e che lo avrebbe sempre aiutato ma non era riuscito ad impedirgli di inseguire il traditore ed non era riuscito a portarlo via da Marineford:

-Secondo te c’è di mezzo la rossa?-

l’ex vice capitano dei pirati di “Picche” si voltò verso Matabei che era spuntato dal nulla:

-E’ molto probabile.-

erano anni che non vedevano le due gemelle ma era certo che qualunque cosa che era capitata ad Ace in quei due anni, era stato aiutato dalle due ragazze; il medico sorrise, gli mancavano Momo e Sakura e sperava che quando Ace sarebbe tornato a casa, con lui ci sarebbero state le due sorelle e che avrebbero ripreso a navigare insieme come un tempo:

-Chissà perché in questi due anni Ace non si è fatto vivo?-

era una domanda che tutti si erano posti dopo aver letto l’articolo ma erano tutti certi che aveva avuto un motivo ben preciso per non essersi fatto vivo prima:

-Non lo so ma basta aspettare che torni.-

calò il silenzio tra i due, erano certi che Ace presto sarebbe stato di nuovo con loro, poi si unirono agli altri per festeggiare.

Barbabianca seduto sulla sua poltrona osservava i suoi figli far festa, era felice nel vederli così allegri e non vedeva l’ora di ritrovare Ace:

-Babbo, ora che facciamo?-

il vecchio pirata si voltò verso Marco:

-Salpiamo per l’isola di Mizuumi.-

la fenice non riusciva a capire il motivo per cui avesse deciso di andare proprio su quell’isola:

-E come mai ci vuoi andare? Sono tre anni che non ci mettiamo più piede.-

Barbabianca rise:

-Appunto e mi sembra giusto tornarci, comunque qualcosa mi dice che Ace stia andato su quell’isola. Non so dove sia stato per tutto questo tempo, ne so come si sia salvato ma sono certo che presto tornerà a casa.-

Marco sorrise, faceva ancora fatica a credere che il fratello che credeva morto da due anni fosse ancora vivo:

-D’accordo, domani dirò agli altri di salpare perché ora dubito che qualcuno sia in grado di reggersi in piedi con tutto quello che stanno bevendo.-

si allontanò andando ad unirsi ai festeggiamenti.

Barbabianca sorrise, presto la sua famiglia sarebbe stata di nuovo unita.   
 
 
***
 

Da qualche parte in mezzo all’oceano del Nuovo Mondo, a bordo di una piccola nave senza bandiera, Sabo se ne stava straiato sul ponte con le braccia dietro la testa e il cappello che gli copriva il volto, sembrava che stesse dormendo mentre Koala era appoggiata al parapetto a leggere il giornale.

A bordo c’erano solo loro due, questa volta Hank non era con loro; Dragon aveva affidato ai tre una missione e per far prima, avevano deciso di separarsi e ora i due ragazzi erano diretti verso l’isola dove l’uomo pesce li stava aspettando anche se avevano ancora diversi giorni di navigazione per raggiungerlo.

Koala nel leggere il giornale sorrise, quando aveva saputo delle voci che giravano era preoccupata di come Sabo avrebbe reagito e invece lui era già a conoscenza di tutto, era stata felice per l’amico nel sapere che davvero Ace era ancora vivo e ora anche il Grand Ammiraglio confermava la cosa, raggiunse l’amico e gli sollevo dalla testa il cappello incrociando il suo sguardo:

-E’ arrivato il giornale, dovresti leggerlo.-

Sabo sbuffò, non gli era mai piaciuto leggere i giornali soprattutto dopo aver letto della presunta morte del fratello anche se poi, quell’articolo gli era stato utile per ritrovare il suo passato:

-E’ proprio necessario?-

l’amaca lasciò cadere il giornale sulla faccia del ragazzo poi si allontanò raggiungendo il timone per assicurasi che stessero ancora seguendo la stessa rotta.

Sabo si mise seduto e lesse il giornale, man mano che leggeva il suo sorriso si allargava, era felice non perché aveva la conferma che Ace era ancora vivo dato che già lo sapeva ma era felice, perché ora anche Rufy ne era venuto a conoscenza.

Il giovane si alzò e si avvicinò al parapetto osservando l’oceano:

-“Ace, chi sa se ora avrai recuperato la memoria, spero di si.”-

sperava che almeno il fratello non impiegasse anni a ritrovare il suo passato perché non era per niente bello vivere senza sapere chi si era:

-Koala, secondo te, ora Ace sta tornando da Barbabianca?-

ormai tutti sapevano che era ancora vivo e quindi non vedeva il motivo per cui non tornare dai suoi compagni:

-Forse. Mi hai detto che le due ragazze che erano con lui volevano tener nascosto che era ancora vivo per non avere problemi, quindi ora credo che stia tornando da Barbabianca.-

Sabo sorrise pienamente d’accordo con lei: 

 -Mi stavo chiedendo se per caso Dragon sarebbe andato a Marineford, se al posto di Ace ci sarebbe stato Rufy.-

in quei due anni se lo era chiesto spesso, per il suo capo la loro missione era importante e quindi forse non sarebbe andato a salvare Rufy però era pur sempre suo figlio e Sabo era certo che Dragon qualcosa l’avrebbe fatta:

-Non saprei.-

Sabo si fece pensieroso, era preoccupato di una cosa, se Ace aveva recuperato la memoria forse avrebbe di nuovo fatto la sciocchezza di affrontare ancora una volta Barbanera, quell’uomo lo spaventava:

-Secondo te, Barbanera è davvero così pericoloso? Anche Dragon mi sembra preoccupato.-

Koala si fece seria, quel pirata gli metteva i brividi:

-Certo. Barbanera ha avuto il coraggio di tradire Barbabianca e di uccidere un compagno e come se non bastasse, ha consegnato Ace alla marina per poi tradire anche loro. Uno che non si fa scrupoli a tradire Barbabianca, è molto pericoloso.-

Sabo non capiva il perché quel pirata aveva tradito il vecchio imperatore, da ciò che sapeva, tutti gli uomini di Barbabianca lo consideravano un padre e quindi non riusciva ad immaginare come una persona poteva decidere di tradirlo:

-Comunque non ci pensare. Noi rivoluzionari non dobbiamo immischiarci in faccende che riguardano i pirati e la marina.-

il giovane si voltò verso l’amica poi si girò di nuovo:

-“Koala ha ragione ma se Ace o Rufy hanno bisogno di aiuto, io li aiuterò perché loro non sono solo dei pirati ma sono i mie fratelli.”-

Sabo osservò l’oceano, lì da qualche parte in quella vastità d’acqua c’erano i suoi fratelli e forse, un giorno, si sarebbero ritrovati tutti e tre sulla stessa isola.

Voleva ritrovare Rufy per fargli sapere che era ancora vivo e voleva incontrare di nuovo Ace per vedere come stava, sperava davvero di ritrovarsi insieme come una volta.
 

 
***
 

A bordo della piccola nave c’era uno strano silenzio, Sakura era impegnata a preparare la colazione con la sola compagnia del silenzio dovuto al fatto che i due casinisti stavano ancora dormendo, purtroppo come sempre il silenzio durò poco a causa delle urla di Momo:

-Baka Hono-chan! Giuro che sta volta di affogo!-

la ragazza dagli occhi blu sorrise, non sapeva cosa aveva combinato Ace ma gli piaceva quel casino perché ora tutto era tornato come prima.

Intanto sul ponte i due ragazzi stavano litigando e il motivo della lite era una sciocchezza come sempre, Momo stava cercando di recuperare il suo nastro che gli era volato via ma nel cercare di prenderlo era andata sbattere contro Ace e il nastro era volato in mare, la rossa ovviamente accusò il ragazzo nonostante la colpa era tutta sua:

-Ma io che centro!? Sei stata tu a venirmi addosso!-

Momo sbuffò:

-La colpa è tua che sei sempre tra i piedi! Ora mi dici come faccio senza il mio nastro!?-

Ace fece per rispondere ma l’arrivo di Sakura lo fece azzittire:

-Ora basta, c’è pronta la colazione e poi Momo te ne do uno io di nastro, quindi fammi il favore di non affogare nessuno.-

come sempre la calma della ragazza fece tranquillizzare i due che erano pronti ad ammazzarsi a vicenda e in un attimo entrambi sparirono sottocoperta, Sakura li fissò e sorrise:

-“Finalmente hanno chiarito i loro sentimenti eppure non perdono l’occasione di litigare. Sono fatti apposta per stare insieme.”-

prese il giornale che il gabbiano aveva lasciato cadere e raggiunse i due prima che finivano la colazione.

Quando Sakura finì di mangiare lesse il giornale e sorrise quando lesse l’articolo in prima pagina:

 
-Come mai sorridi?-

la ragazza alzò lo sguardo su Ace che la stava fissando incuriosito:

-Il Grand Ammiraglio a confermato che sei ancora vivo.-

Momo ingoiò un pezzo di carne e sbuffò:

-Bene, è finita la tranquillità.-

il ragazzo rise:

-Meglio, mi stavo annoiando.-

la rossa gli urlò dietro e i due iniziarono a litigare mentre Sakura si mise a pulire la cucina.

Nel pomeriggio avvistarono l’isola di Mizuumi, Ace nel rivedere quell’isola sentì dentro di se rabbia e tristezza per ciò che era accaduto su quell’isola mentre le due gemelle erano curiose di sapere il perché lui aveva voluto a tutti i costi raggiungere quell’isola.
 
 
Continua…
 
 
 

Ciao,

spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

E’ un capitolo di passaggio servito per confermare che Ace è ancora vivo; il pezzo dove ci sono Sabo e Koala nella versione precedente non c’era.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 23
*** Ritorno a Casa ***


23° CAPITOLO:
RITORNO A CASA




 
Erano finalmente giunti sull’isola di Mizuumi, era una piccola isola primaverile con una piccola città di pescatori e dietro alla città, in mezzo al bosco c’era un immenso lago, al porto c’era una piccola torre dalla quale sventolava la bandiera di Barbabianca.

I tre ragazzi ormeggiarono la nave al porto poi scesero e seguendo Ace si diressero verso il bosco, all’inizio Momo non voleva seguire il ragazzo per non rischiare di girovagare per ore ma la gemella la fece smettere di lamentarsi dicendogli che era stato Ace a voler andare sull’isola e che quindi sapeva dove andava, anche se pure lei temeva di impiegarci ore per raggiungere la meta, infondo era risaputo che il ragazzo di fuoco non sapeva orientarsi, il motivo poteva essere che era sempre distratto oppure proprio non era capace di distinguere le strade e quindi si perdeva con facilità.

Mentre camminavano lungo la strada principale che conduceva al bosco la gente li osservava, molti di loro avevano riconosciuto Ace e si chiedevano come mai fosse lì mentre gli altri non erano certi che fosse lui perché facevano ancora fatica a credere ciò che Sengoku aveva rivelato; le persone che vivevano sotto la protezione di Barbabianca erano molto affezionate al vecchio pirata e alla sua ciurma e quando due anni fa avevano saputo della morte di Ace, erano rimasti addolorati dalla notizia e quindi per loro non era facile credere che in realtà era ancora vivo però, nonostante ciò, erano contenti di sapere che in qualche modo Ace era sopravvissuto.

Giunti davanti al bosco continuarono a camminare fino a raggiungere il lago, le due gemelle finalmente capirono il motivo per cui Ace aveva voluto fare quella deviazione, sulla riva c’era una lapide bianca e accanto ad essa era conficcata una spada, grazie agli isolani che se ne prendevano cura sia la tomba che la spada erano in buono stato.

Ace si sedette davanti alla lapide mentre le due gemelle rimasero in disparte, avevano intuito subito chi era sepolto e avevano avuto la conferma leggendo quelle poche parole, c’era semplicemente scritto “Satch, comandante della quarta flotta di Barbabianca”, si ricordavano molto bene di lui ci avevano anche parlato mentre Ace tentava di uccidere il vecchio imperatore e Momo si era anche scusata per il calcio.

Mentre fissava la lapide dell’amico nella sua mente riaffiorò il ricordo di quel giorno in cui tutto aveva avuto inizio…
 

 
*


...tre anni fa sull’isola di Mizuumi, i pirati di Barbabianca si erano tutti riuniti sulla riva del lago a far festa, stavano festeggiando la vittoria della quarta flotta che aveva sconfitto con facilità una nave della marina, ad un certo punto Satch scattò in piedi e attirò l’attenzione di tutti:

-Ehi, ragazzi! Zitti un attimo, vi devo mostrare una cosa molto interessante!-

tutti si voltarono verso di lui e aspettarono che continuasse, Satch ridendo tirò fuori da un sacco un grosso frutto nero e lo mostrò a tutti:

-Sulla nave della marina ho trovato questo frutto del diavolo!-

tutti lo fissarono incuriositi ma nessuno si accorse che quel frutto aveva attirato l’attenzione di uno di loro in modo particolare.

A notte fonda mentre tutti dormivano, Satch era sul ponte della “Moby Dick” a fissare l’oceano, teneva accanto a se il frutto indeciso su cosa farne, ad un tratto alle sue spalle si avvicinò un’ombra minacciosa che lo pugnalò alla schiena, Satch si accasciò a terra e cercò di girarsi verso il suo aggressore per difendersi ma l’ombra infierì su di lui continuando a colpirlo fino ad ucciderlo, una volta commesso il delitto l’ombra scomparve insieme al frutto.

Quando la mattina successiva ritrovarono il corpo di Satch capirono subito chi era il colpevole dato che l’unico che mancava e che sembrava sparito era Teach.

Ace si infuriò e non c’era stato nessun modo per fermarlo, il comandante della seconda flotta partì all’inseguimento del traditore mentre gli altri, una volta seppellito sulla riva del lago il compagno, partirono all’inseguimento di Ace con la speranza di riuscire a farlo ragionare…
 

 
*


…era stato proprio su quell’isola che tre anni fa Satch era morto e con la sua morte tutto era iniziato, la sconfitta di Ace, la guerra e il modo in cui si era conclusa; in tre anni nessun pirata di Barbabianca si era dato pace e c’era solo un modo per concludere quella tragica storia iniziata tempo addietro ed era trovare il traditore e avere la propria vendetta e questa volta, Ace aveva tutta l’intenzione di non agire da solo, non voleva commettere gli stessi errori del passato.

Ace ripensò ai momenti passati insieme, come quella volta che per una stupidata lui e Satch avevano litigato e senza farlo apposta aveva incendiato i capelli dell’amico, a quel ricordo Ace sorrise:

-“Ci hai messo giorni prima di rivolgermi la parola dopo che io ti avevo bruciato i capelli, non ricordo nemmeno perché stavamo litigando.”-

loro due spesso bisticciavano peggio di due bambini ma erano molto amici ed erano sempre pronti a rischiare la vita per proteggere l’altro perché nonostante erano diversi erano entrambi figli di Barbabianca:

-“Mi dispiace per ciò che è successo, so che nessuno poteva prevedere ciò che avrebbe fatto Teach però io mi sento in colpa.”-

si sentiva in colpa per molte cose anche se sapeva che non era del tutto colpa sua, era vero che non aveva ascoltato i compagni e che era partito per dare la caccia al traditore però non era colpa sua se Satch era morto, come non era colpa sua se suo padre e i suoi compagni avevano deciso di andare a salvarlo anche perché, lui avrebbe fatto la stessa cosa se uno dei suoi amici fosse stato catturato:

-“Non solo mi sono fatto battere da Teach ma a causa mia il babbo e gli altri hanno rischiato le loro vite per cercare di salvarmi.”-

gli sembrò di sentire la voce di Satch e si ricordò di quel giorno che l’amico gli aveva detto quelle parole…
 

 
*


…”-Ace noi siamo una famiglia ed è normale rischiare la nostra vita per proteggere i propri compagni.”-…


…il motivo di quelle parole era che quel giorno Satch aveva rischiato di farsi ammazzare per aiutare Ace che si era trovato davanti ad un avversario che grazie all’algamatolite era riuscito a metterlo in difficoltà e lui si era sentito in colpa per la ferita che si era procurato l’amico.

 
*


Ace si alzò e sorrise:

-“Satch, anche se sarà difficile ti do la mia parola che cercherò di non fare di testa mia e non andrò a cercare Teach. Ritroverò il babbo e gli altri e chiederò loro scusa per la mia stupidità.”-

si alzò un forte vento che fece volare le foglie, il ragazzo ritornò su i suoi passi ed insieme alle due gemelle uscì dal bosco.
 
 
***
 

Nel mare orientale, al villaggio di Foosha c’era la solita calma, Dadan si trovava alla locanda e stava parlando con Makino:

-Anch’io vorrei sapere come Ace si sia salvato e dove sia stato per tutto questo tempo ma è inutile parlarne dato che non è possibile saperlo.-

la vecchia donna sbuffò:

-Hai ragione e non capisco il perché i giornali non dicono altro.-

la giovane locandiera sospirò, era da mezz’ora che andava avanti la conversazione e non sapeva più cosa dire a Dadan per fargli cambiare argomento:

-Stando ai giornali, il signor Garp ha rivelato tutto al suo superiore e lui ha detto solo ciò che voleva dire e quindi i giornalisti non possono scrivere di più dato che non sanno altro.-

Dadan si scolò un’intera bottiglia di sakè e fece per dire qualcosa quando dalla porta entrò Garp:

-Ehilà, come ve la passate?-

Makino lo salutò e gli offrì una tazza di tè mentre la vecchia donna non lo salutò nemmeno e gli pose subito la domanda:

-Avanti sputa fuori il rospo! Tu sai cosa è successo ad Ace, vero?-

l’amico rise, era tornato a Foosha proprio per dire alle due donne tutto ciò che riguardava Ace e che non era stato riferito ai giornalisti:

-Non è colpa mia se Sengoku ha rivelato solo che è ancora vivo.-

bevve un sorso di tè e proseguì:

-Comunque quello che so, è solo ciò che mi ha detto Ace.-

le due donne lo fissarono stupite:

-Hai incontrato Ace?-

Garp annuì alla domanda di Makino:

-L’ho incontrato poco dopo lo scontro con Akainu. Ero alla ricerca di Momo “La Furia Scarlatta” e quando l’ho trovata con lei c’era anche Ace.-

Dadan si ricordò di aver già sentito quel nome:

-Se non sbaglio quella ragazza faceva parte della ciurma di Ace prima che lui si unisse alla ciurma di Barbabianca.-

l’amico annuì e poi raccontò ciò che gli aveva detto il nipote, quando finì di parlare calò il silenzio  che fu interrotto da Makino:

-Aveva perso la memoria? E ora come sta?-

Garp sorrise:

-Sta bene e ricorda tutto, mi ha anche detto che Sabo è vivo.-

le due donne rimasero senza parole, era incredibile che Ace fosse ancora vivo ma che lo fosse anche Sabo le aveva sorprese:

-Anche Sabo è vivo?-

Makino faceva fatica a crederci, era troppo bello sapere che quei due ragazzi erano entrambi ancora vivi:

-Già, è stato Dragon a salvarlo e anche Sabo aveva perso la memoria. L’ha recuperata quando aveva letto sui giornali della morte di Ace.-

la giovane locandiera sorrise:

-Che assurda coincidenza.-

Garp rise:

-Hai ragione. Comunque è ciò che Ace mi ha detto, mi ha raccontato di aver incontrato Sabo mentre ancora non ricordava nulla e che lui gli ha dato una mano.-

Dadan si alzò, era felice anche se non voleva ammetterlo per via del suo orgoglio, anche se chi la conosceva bene sapeva cosa in realtà stava provando :

-Mi fa piacere di sapere che entrambi sono vivi.-

si incamminò verso l’uscita e prima di andarsene aggiunse:

-Se quei due mi capiteranno tra le mani, li strozzo!-

poi li salutò.

Garp rimase alla locanda a parlare con Makino per diverse ore poi anche lui, dopo aver salutato la locandiera, se ne andò.

 
***
 

Quando i tre ragazzi tornarono al porto rimasero senza parole, ormeggiata accanto alla loro piccola neve, c’era in tutta la sua grandezza la “Moby Dick”.

Ace rimase a fissare la nave senza dire nulla, non riusciva ancora a credere che dopo tutto quel tempo si ritrovava di nuovo a casa e i sensi di colpa per non aver dato retta ai compagni si fecero sentire:

-Questa si che è fortuna!-

non sentì ciò che Momo stava dicendo troppo preso a fissare la “Moby Dick”:

-Non dobbiamo più cercare il vecchio!-

Sakura sorrise, era solo un po’ preoccupata per Ace dato che da quando erano giunti sull’isola non aveva ancora detto nulla.

Dalla nave qualcuno si accorse di loro e dopo aver riconosciuto Ace, scese a terra seguito da tutti gli altri, Pugno di Fuoco non fece in tempo a capire cosa fosse successo che si ritrovò circondato dai compagni che lo salutavano, c’era chi piangeva di gioia e c’era chi gli diceva di non farli più preoccupare.

Le due gemelle rimasero in disparte ad osservare la scena contente per l’amico che era di nuovo a casa:

-Ci avete riportato Ace, grazie.-

 
le due ragazze si voltarono e si ritrovarono davanti Kanjiro, in tutto quel tempo il loro ex vice capitano non era molto cambiato:

-Ciao, è da molto che non ci vediamo.-

l’amico sorrise a Sakura:

-Già ma ora restate o ve ne andate?-

Momo sorrise:

-Ci hai fatto una domanda molto simile a quella che mi fece Ace qualche giorno fa.-

mentre parlavano, Ace fu raggiunto anche da Marco, Vista e Jaws che come tutti gli altri erano molto felici di rivedere il loro fratellino.

Ace era veramente felice di essere di nuovo con tutti i suoi compagni, ad un certo punto davanti a lui apparve Barbabianca che lo abbracciò:

-Bentornato a casa.-

si sorprese del suo arrivo e sorrise.

Dopo che tutti avevano salutato Ace, lo strascinarono a bordo della nave per festeggiare il suo ritorno, Barbabianca prima di raggiungerli si voltò verso le due gemelle:

-Vi sono molto grato per aver riportato Ace a casa, se volete restare siete le benvenute.-

Momo sorrise:

-Allora restiamo.-

il vecchio rise e seguito dalle due sorelle salì a bordo della “Moby Dick”.

 
*


Ormai era scesa la sera e nonostante era solo da poche ore che stavano festeggiando, alcuni di loro erano già ubriachi; Momo insieme a Matabei e Vista aveva iniziato una gara di bevute per vedere chi tra i tre reggeva meglio l’alcool e per il momento sembrava che solo la ragazza non fosse ubriaca rispetto agli altri due, Sakura stava parlando con Kanjiro e con Marco, la ragazza aveva notato che anche la fenice era un tipo tranquillo con cui si poteva parlare proprio come l’ex vice capitano dei pirati di “Picche”; tutti si stavano divertendo, dopo due anni avevano un motivo per festeggiare, in quei due anni facevano festa solo per non pensare alla scomparsa di Ace e di come si era conclusa la guerra ma ora potevano festeggiare per divertirsi e soprattutto per dare il bentornato ad Ace.

Barbabianca osservò i suoi figli, era veramente felice di vederli divertirsi e soprattutto era molto contento di rivedere la sua famiglia di nuovo unita; era certo di aver perso tre figli, Satch, Teach ed Ace ma uno di loro era tornato, i primi due non sarebbero più tornati perché il primo era morto e il secondo li aveva traditi e non faceva più parte della famiglia ma al posto loro erano entrate a far parte della sua famiglia le due gemelle ed Ace era ritornato a casa.

Guardandosi intorno il vecchio notò che Ace era sparito e capì subito dove fosse finito.
 
  
Continua…
 

 
Ciao,

spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

A presto.

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Capitolo 24
*** Famiglia ***


24° CAPITOLO:
FAMIGLIA



 
Era notte fonda e tutti i pirati erano crollati addormentati sul ponte della “Moby Dick” anche Sakura aveva rinunciato a cercare un letto e si era addormenta su i gradini mentre Momo stava dormendo in mezzo al ponte dopo aver vinto la gara di bevute contro Matabei e Vista, i due pirati non riuscivano a credere che una ragazza li aveva battuti ma erano troppo ubriachi per chiedere la rivincita ed erano crollati anche loro.

Seduto sulla sua poltrona, Barbabianca si godeva quell’insolito silenzio che persino di notte era raro, si alzò e si incamminò verso la polena facendo attenzione a non svegliare nessuno, come aveva intuito Ace si era rifugiato proprio lì.

Il ragazzo era assorto nei suoi pensieri e non fece caso alla presenza del vecchio pirata, si accorse di lui solo quando Barbabianca gli mise in testa il suo cappello, Ace si stupì, non pensava che lo avessero recuperato ed era veramente felice di riaverlo, per lui era molto prezioso, era un ricordo dei suoi fratelli; il vecchio capiva il suo stupore e sorrise:

-Dopo la guerra, ho mandato Marco a Banaro per cercare di capire cosa fosse successo tra te e Teach ma tutto ciò che ha trovato è quel cappello.-

Ace nascose lo sguardo sotto il cappello, non avrebbe mai smesso di sentirsi in colpa per ciò che era capitato:

-Mi dispiace per ciò che è successo…-

si sentiva troppo in colpa per non aver dato retta a nessuno, se non si fosse messo a dare la caccia al traditore, la guerra di due anni fa non sarebbe scoppiata e tutti quelli morti in combattimento ora sarebbero ancora vivi:

-Avrei dovuto ascoltarti e non inseguire Teach.-

Barbabianca osservò il ragazzo, durante la festa Sakura gli aveva raccontato ogni cosa che era accaduta dopo la guerra e quindi sapeva cosa il giovane aveva dovuto passare in quei due lunghi anni; Ace ne aveva passate tante e aveva sofferto e ora che era di nuovo a casa, voleva aiutarlo a superare ciò che gli era capitato:

-Non è colpa di nessuno, dovevo fermarti con la forza e non l’ho fatto per un semplice motivo.-

Ace lo fissò confuso e lo lasciò continuare:

-Non ti ho fermato perché ho grande fiducia nelle tue capacità ma ho commesso l’errore di sottovalutare Teach, errore che tutti abbiamo commesso.-

Ace continuò a rimanere in silenzio, non sapeva cosa dire:

-Ciò che ora importa, è che tu stia bene e che sei tornato a casa.-

Barbabianca sorrise:

-E comunque nessuno ci ha obbligati a scatenare quella guerra. Io ho detto che sarei andato a prenderti e che loro erano liberi di fare ciò che ritenevano giusto e hanno scelto di seguirmi. Siamo una famiglia e ci siamo se uno di noi ha bisogno di aiuto, tu avresti fatto lo stesso.-

il giovane pirata finalmente sorrise, erano le parole che voleva sentirsi dire da quando aveva recuperato la memoria:

-Immagino che sai ciò che mi è capitato in questi due anni, vero?-

il vecchio pirata annuì:

-Mi ha raccontato tutto la tua amica Sakura. Deve essere stata dura non ricordare nulla.-

Ace sorrise:

-Si, è stata dura però grazie alla perdita di memoria ho ascoltato il vecchio Ray mentre mi parlava dei miei genitori e mi sono reso conto che non ha senso odiare Roger.-

si fece serio e aggiunse:

-Comunque anche se ho capito che persona era, non riesco a considerarlo mio padre.-

 Barbabianca rise divertito:

-L’importante è che hai smesso di odiarlo, non aveva senso odiare qualcuno che non hai avuto la possibilità di conoscere.-

Ace fissò l’uomo, che avrebbe sempre considerato suo padre, mentre si allontanava:

-Ora vai a dormire che appena si farà giorno andiamo a cercare Cappello di Paglia.-

Barbabianca anche senza voltarsi sapeva che il ragazzo era sorpreso dalle sue ultime parole:

-Mi sembra giusto che anche lui ti riveda.-

sparì nel buio della notte lasciandolo da solo con i suoi pensieri.

 
*


Rimasto solo, Ace decise di farsi un giro per la nave dato che stranamente non aveva sonno.

Scese sotto coperta e mentre camminava lungo il corridoio qualcuno gli apparve alle spalle:

-Strano che tu sia ancora sveglio.-

Ace si voltò e sorrise:

-Vedo che non hai perso l’abitudine di apparire dal nulla, Marco.-

la fenice sorrise, gli era davvero mancato, infondo lo considerava un fratello minore e si sentiva in colpa per non essere riuscito ad aiutarlo quando ne aveva bisogno:

-Non è colpa mia se non ti accorgi della mia presenza. Comunque, avrei dovuto impedirti di partire, io ero l’unico che non correvo rischi nel fermarti.-

quel lontano giorno, Ace era così infuriato che delle fiamme uscivano dal suo corpo e Marco era l’unico che poteva avvicinarsi grazie ai suoi poteri ma non lo aveva fatto, voleva credere che l’amico non partisse; Ace sorrise:

-Anche se avessi provato a fermarmi, io sarei comunque partito. Quel giorno ero troppo arrabbiato per capire la situazione.-

tra loro calò il silenzio che fu rotto dopo un po’ da Marco:

-Hai ragione, già di solito non rifletti, figuriamoci se sei arrabbiato.-

Ace rise, negli anni Marco era diventato un fratello maggiore per lui e la fenice aveva imparato a conoscerlo così bene da capirlo senza aver bisogno di parlare:

-Ci siete voi che riflettete al posto mio.-

Marco sorrise, era bello vedere che nonostante quello che aveva passato fosse rimasto lo stesso di sempre:

-Comunque, sono contento di rivederti. Sei mancato a tutti e non ti azzardare a chiedere scusa, perché non è colpa tua.-

voleva mettere in chiaro che le scuse non servivano, perché l’amico non aveva colpe.

Il ragazzo di fuoco era stato l’unico che voleva fare qualcosa mentre tutti gli altri, anche se volevano vendetta nei confronti di Teach, non si erano opposti agli ordini di Barbabianca; Ace sorrise, si era sempre chiesto se la fenice fosse capace di leggergli nel pensiero perché sapeva sempre cosa pensava.

Marco aprì la porta che si trovava alla sua destra:

-Ti lascio la mia cabina, hai bisogno di riposare.-

Ace non fece in tempo a dirgli nulla che come era arrivato, se ne era andato scomparendo nell’oscurità che regnava nel corridoio.

Ace lasciò perdere il tentativo di capire Marco, non era mai riuscito a capirlo ma si fidava cecamente di lui; entrò nella cabina e appena si sdraiò, sprofondò in un sonno profondo.
 
 
***
 

Garp dopo essere stato a Foosha, fece ritorno nel Grande Blu ma prima di tornare a Marineford si fermò su una piccola isola a far visita al suo vecchio amico Eiichiro.

I due vecchi amici si sedettero al tavolo a mangiare biscotti e bere il tè:

-Hai letto i giornali?-

Eiichiro annuì:

-Si e sono contento per te. Sapere che tuo nipote è ancora vivo, immagino che  ti abbia reso felice.-

Garp rise:

-Mi pare ovvio.-

l’amico sorrise:

-Mi puoi raccontare come sono andate le cose? Purtroppo non sono riuscito a scoprire nulla.-

il vice ammiraglio svuotò l’ennesima scatola di biscotti e gli raccontò tutto quanto senza tralasciare nulla:

-Questo è quanto. Sapevo che Akainu tramava qualcosa ma non mi aspettavo che aveva intenzione di fare una cosa del genere.-

Eiichiro si fece serio:

-Molti per raggiungere lo scopo non si fanno problemi a sfruttare la gente, per i pirati è normale e non ci si stupisce ma per i marines questo non è normale e chi si comporta così è strano ma…-

si interruppe indeciso se continuare oppure no ma ci pensò Garp a concludere la frase:

-Ma siamo tutti umani.-

poi sorrise e aggiunse:

-Io penso che i pirati siano più onesti di molti marines.-

Eiichiro rise, questa era una cosa su cui erano sempre stati d’accordo ma era anche uno dei tanti motivi per cui venivano rimproverati da Sengoku, ritenere che chi non rispettava le leggi del mondo era più onesto di chi doveva farle rispettare, era una cosa sbagliata se era un marines ma ne a lui ne all’amico era mai importato, loro avevano scelto di entrare in marina per fermare chi commetteva atti davvero crudeli del resto, a loro poco importava:

-Già, i pirati non si fanno problemi a fare ciò che vogliono mentre i marines preferiscono agire nell’ombra.-

era anche vero che non tutti i pirati erano così ed un esempio era Barbanera che ingannando tutti, aveva commesso molti crimini:

-Ora l’importante è che Ace sia vivo e che Akainu sia fuori dai piedi.-

Eiichiro sorrise:

-Cosa pensi che succederà ora?-

Garp si fece serio:

-Bella domanda, di certo Sengoku cercherà qualcuno che rimpiazzi Akainu ma il vero problema è Barbabianca.-

l’amico era d’accordo con lui:

-Di sicuro Pugno di Fuoco sarà tornato da lui e non mi stupirei se il vecchio imperatore dichiari guerra a Barbanera appena lo avrà scovato.-

Garp annuì:

-In questi due anni è stato tranquillo e molto probabilmente è dovuto al fatto che non si erano ancora ripresi dalla guerra ma ora non ha più motivo di rimanere in disparte mentre un suo vecchio compagno fa quello che gli pare.-

Eiichiro sorrise:

-Ho fatto bene ad andare in pensione, i problemi si stanno facendo troppo complicati.-

Garp scoppiò a ridere:

-Ci andrei anch’io ma devo tenere d’occhio quei due idioti dei miei nipoti.-

l’amico sorrise, forse non aver voluto mettere su famiglia era stata una mossa intelligente dato che l’amico era sempre in pensiero per i suoi famigliari, però a volte si chiedeva come ci si sentiva ad avere dei figli:

-Va be, ora vado.-

si alzò e prima di uscire si voltò verso Eiichiro:

-Tornerò presto a farti visita.-

i due amici si salutarono poi Garp salpò per far ritorno a Marineford.
 
 
***
 

Il mattino seguente, la maggior parte dei pirati si era svegliata mentre gli altri dormivano ancora sparsi per il ponte; Momo si alzò e sbadigliando si mise a cercare la sorella, non ci impiegò molto a trovarla dato che Sakura era vicino alla polena a parlare con Marco, decise di lasciarla in pace e andò a cercare Ace.

Scesa sottocoperta e andò a sbattere contro qualcuno e solo grazie a lui che l’aveva afferrata per un braccio non era caduta:

-Tutto a posto?-

Momo osservò l’immensa figura:

-“Ma perché con tutte le persone che ci sono a bordo, proprio con lui dovevo scontrarmi!?”-

la nave era grande e l’equipaggio era davvero numeroso e lei, si era scontrata proprio con il capitano, fece finta di nulla e sorrise:

-Si è tutto a posto, vecchio! Non è che per caso hai visto Baka Hono-chan?-

Barbabianca scoppiò a ridere, era un nomignolo perfetto per il ragazzo:

-Ace è nella sala grande.-

la rossa lo ringraziò e corse via, nonostante erano state accettate nella ciurma del vecchio imperatore lei non riusciva a sentirsi a suo agio davanti a quell’uomo che tutti chiamavano “padre” ma era certa che con il passare dei giorni sarebbe riuscita a sentirsi a casa e a fidarsi di lui.

 
*


Ace seduto a tavola stava parlando con Vista e Jaws quando Momo gli piombò addosso facendolo cadere dalla panca, i due pirati risero mentre Ace si rialzò:

-Che cavolo vuoi!?-

la rossa lo fissò:

-Manco saluti adesso!-

Pugno di Fuoco a volte non la capiva, Vista e Jaws decisero di lasciarli da soli per non essere coinvolti nella loro discussione.

Rimasti soli i due ragazzi si misero seduti e presero a mangiare in silenzio fino a quando non fu Momo a riprendere la parola:

-Sei sicuro che ti va bene se io e mia sorella restiamo?-

Ace la fissò confuso:

-Non capisco la tua domanda, per il babbo va bene che restate.-

la rossa sbuffò, a volte proprio non lo sopportava, non riusciva a capire le cose senza le dovute spiegazioni:

-Questo lo so, ciò che non so è se tu vuoi veramente che restiamo.-

il ragazzo sorrise:

-Volevo che restavate anni fa e non ho cambiato idea ma come ti avevo detto in passato, sei libera di decidere.-

Momo ricambiò il sorriso, si sentiva tranquilla ora che aveva la certezza che Ace voleva che restassero:

-Ok ma poi non lamentarti se siamo restate.-

 
Ace scoppiò a ridere:

-Tranquilla. A proposito dove è Sakura? Di solito siete sempre insieme.-

la rossa trangugiò l’ennesimo boccale di rum, come se non ne avesse bevuto abbastanza la sera prima:

-Stava parlando con quel pennuto.-

il ragazzo rise, Marco si era ormai rassegnato a quel nomignolo con tutte le volte che Ace lo aveva chiamato così e ora ci si metteva anche Momo.

 
*


La giornata passò tranquillamente, nel pomeriggio Ace era tornato alla tomba di Satch insieme a Marco e Vista mentre le due gemelle avevano fatto amicizia con il resto della ciurma dato che in passato stavano sempre con i loro compagni ignorando gli uomini di Barbabianca, Momo si era messa a bere e a parlare con il vecchio imperatore ormai a suo agio in sua presenza, si era sbagliata sul fatto che ci avrebbe impiegato giorni dato che grazie alla passione di entrambi per gli alcolici si sentiva tranquilla in presenza del vecchio pirata.

Come sempre la cena era un gran caos e tra risate e canti, la ciurma si divertiva a vedere Momo ed Ace alle prese con i loro soli litigi senza senso.

Il giorno seguente sarebbero partiti per trovare Rufy, avevano deciso di rimandare la partenza per avere il tempo di far provviste e anche perché la maggior parte di loro aveva bevuto troppo la sera prima.
 
Ormai i due anni passati e la guerra erano un lontano ricordo, ora erano di nuovo tutti insieme e non avrebbero più permesso a niente e nessuno di portar via qualcuno della famiglia.
 
 
Continua…
 
 


Ciao,

manca poco alla fine di questa storia, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate21 e Dhialya che hanno commentato il primo capitolo.

Il prossimo capitolo non so quando riuscirò a pubblicarlo.

A presto.

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Capitolo 25
*** Partenza ***


25° CAPITOLO:
PARTENZA



 
Era scesa la notte sull’isola di Mizuumi e tutti i pirati dormivano profondamente ognuno nella propria cabina ma non tutti dormivano quella notte, Ace e Momo si stavano incamminando verso la loro piccola nave a recuperare le proprie cose dato che la partenza era fissata per l’alba.

Per tutto il giorno, Sakura aveva ripetuto ai due di andare a prendere le loro cose ma i due ragazzi continuavano a dirgli che sarebbero andati dopo e alla fine, all’orario in cui tutti dormivano, Momo ed Ace dovettero andare alla piccola nave, se fossero andati al mattino Sakura li avrebbe rimproverati e dato che erano loro nel torto avevano deciso di andare subito.

Per tutto il tragitto i due ragazzi non avevano fatto altro che litigare incolpandosi a vicenda, arrivati alla nave presero direzioni opposte e ognuno andò nella propria cabina.

Momo ci impiegò poco a prendere tutto e buttarlo nel baule, dopo averlo riempito andò da Ace per vedere se aveva finito e anche per dirgli di prendere il suo baule perché non aveva voglia di portarselo.

Quando entrò nella cabina del ragazzo lo vide addormentato sul letto, la rossa sbuffò e gli saltò addosso svegliandolo:

-Baka Hono-chan!!! Svegliati, razza di stupido!!!-

Ace si svegliò e fissò la ragazza:

-Puoi toglierti di dosso? Pesi.-

Momo per tutta risposta continuò a rimanere seduta sopra di lui, il ragazzo rise e la baciò, lei ricambiò subito il bacio lasciandosi trasportare dall’emozioni, i due ragazzi dimenticarono completamente il motivo per cui erano tornati alla piccola nave e rimasero lì per tutta la notte liberi di amarsi con la sola compagnia della luce lunare che filtrava dall’oblo.
 
 
***
 

In una grande città che si trovava su un’isola del Nuovo Mondo, i “Mugiwara” avevano appena fatto porto e per ordine di Nami erano scesi tutti insieme, la navigatrice voleva evitare guai e aveva proibito a tutti, soprattutto a Rufy e a Zoro, di andarsene in giro da soli.

Dato che il capitano si lamentava che aveva fame si erano messi a cercare una locanda, era però difficile trovarla con tutta la gente che c’era in giro ma grazie alla loro fortuna, che spesso li aveva aiutati a uscire dai guai, riuscirono a trovarla e a non perdersi di vista.

Una volta entrati Rufy si fiondò verso l’unico tavolo libero e si mise ad urlare:

-Fameeeeeeee!!!-

Nami lo raggiunse e gli mollò un pugno in testa facendogli sbattere la faccia sul tavolo:

-Non urlare, razza di idiota!!!-

Usopp nascosto dietro a Franky fece notare alla navigatrice che anche lei stava urlando ma dopo lo sguardo minaccioso che gli aveva rivolto decise di sedersi e di non aggiungere altro.

Dopo un’ora l’oste stava ancora portando cibo e rum ai pirati mentre Nami era ormai rassegnata a rinunciare al poco denaro che aveva portato con se perché sarebbe tutto finito per pagare la cena.

Mentre Rufy si stava ingozzando come suo solito notò qualcosa che catturò la sua attenzione, dalla porta entrò una ragazza in compagnia di un ragazzo che Cappello di Paglia riconobbe quasi subito, lo aveva creduto morto e non era facile credere che fosse veramente lui ma Rufy avrebbe sempre riconosciuto suo fratello:

-Saboooooooo!!!-

il giovane rivoluzionario non fece in tempo a capire chi lo aveva chiamo che fu travolto in pieno dal fratellino che lo abbracciò:

-Che bello, sei vivo!!!-

Sabo riconoscendolo rise divertito mentre Koala rimase stupita, dai racconti dell’amico aveva intuito come era fatto il ragazzo di gomma ma era rimasta comunque di stucco davanti a tutta quella vivacità:

-Non lo sarò per molto se non mi lascia andare.-

intanto tutti i clienti fissavano la scena mentre i compagni di Rufy avrebbero voluto essere da un’altra parte talmente si sentivano in imbarazzo.

Sabo riuscì a liberarsi dall’abbraccio soffocante del fratello e sorrise:

-Vedo che non sei cambiato per nulla, Rufy.-

Cappello di Paglia rise:

-Già, sono così contento di rivederti. Entrambi i miei fratelloni sono vivi.-

era davvero felice tanto quanto lo era stato quando dopo due anni aveva rivisto i suoi amici anzi lo era ancora di più, perché nonostante voleva molto bene ai suoi compagni Sabo era sempre suo fratello e l’affetto che provava per lui era molto più forte come lo era anche per Ace; il rivoluzionario si accorse dei clienti che li fissavano:

-Che ne dici se andiamo a sederci. Stiamo attirando l’attenzione.-

il fratellino rise e lo strascinò al tavolo dove c’erano i suoi amici:

-Ragazzi questo è Sabo.-

Nami che era sul punto di esplodere gli rispose con tutta la calma possibile:

-Lo abbiamo capito dato che hai urlato il suo nome, ciò che non abbiamo capito è… chi è!?-

il rivoluzionario intuì che se Rufy avesse aperto bocca la ragazza sarebbe esplosa e quindi ci pensò lui ha presentarsi raccontando chi era e come era sopravvissuto rispondendo alla domanda che era certo il fratello gli avrebbe posto.

Tutti i “Mugiwara” erano sorpresi nel sapere che oltre ad Ace il loro capitano aveva un altro fratello e la cosa che più li stupì era il fatto che entrambi erano ancora vivi, Brook rise:

-Entrambi i tuoi fratelli che credevi morti sono ancora vivi, Yo-oh-oh.-

Sabo sorrise, solo il suo fratellino poteva avere una ciurma così singolare e bizzarra.

Rufy si accorse in quel momento della ragazza che li aveva seguiti al tavolo:

-Tu chi sei?-

la ragazza sorrise:

-Mi chiamo Koala e sono un’amica di Sabo.-

Cappello di Paglia ricambiò il sorriso:

-Ciao, Koala.-

Sabo osservò i due e mentalmente ringraziò Rufy per averla notata, conosceva l’amica e sapeva che se avesse continuato ad ignorarla lei si sarebbe arrabbiata:

-A proposito di Ace, l’ho incontrato qualche tempo fa.-

Rufy si voltò verso il fratello:

-Davvero!? E sai il perché non si è fatto vivo prima!?-

il rivoluzionario annuì:

-Aveva perso completamente la memoria, esattamente come era capitato a me.-

tutti rimasero senza parole, Sabo raccontò ciò che gli aveva detto Sakura senza tralasciare nulla:

-Questo è ciò che ho saputo dall’amica di Ace.-

Rufy non disse nulla, fu Sanji a porre la domanda che più o meno tutti si stavano chiedendo:

-Ma qualcosa ricorda?-

il rivoluzionario non sapeva cosa rispondere, erano passate settimane da quell’incontro e sperava che la memoria gli era tornata:

-Qualcosa aveva ricordato però quando sono partito sembrava molto confuso. Io ho impiegato dieci anni a ritrovare il mio passato, mi è servito leggere della morte di Ace per ricordarmi tutto, quindi non so quanto tempo gli ci vorrà per ricordarsi il passato.-

 Rufy sorrise:

-E’ vivo e questo è ciò che più conta, prima o poi ricorderà tutto.-

Usopp si fece serio:

-Certo che quell’Akainu era davvero un tipo losco, altro che noi pirati.-

tutti erano d’accordo con lui, fu Rufy a cambiare discorso:

-Ora basta con questi discorsi, facciamo festa.-

i suoi compagni lo aveva già capito che avrebbe detto così ma infondo un motivo per festeggiare c’era, il loro capitano aveva ritrovato un fratello e speravano che presto incontrasse anche l’altro.
 
 
***
 

Poco prima del sorge del sole, Momo si svegliò e facendo attenzione a non svegliare Ace si mise seduta, osservò fuori dall’oblò e notò che il cielo si stava schiarendo:

-Oh, cavoli!-

scattò in piedi e si vestì alla svelta poi prese un cuscino e colpì in pieno Ace che si svegliò:

-Ma che razza di modi!-

la rossa si avviò verso la porta:

-E’ quasi l’alba.-

poi uscì, a quelle parole il ragazzo capì e si alzò vestendosi per poi raggiungere la ragazza che lo stava aspettando sul ponte.

Per loro fortuna la “Moby Dick” era vicina e riuscirono a salire a bordo proprio mentre alcuni compagni stavano uscendo sul ponte:

-Meno male, ce l’abbiamo fatta.-

Ace rise:

-Tanto anche se non ce l’avessimo fatta cosa cambiava?-

Momo gli mollò un pugno:

-Ci saremmo beccati una bella ramanzina da parte di mia sorella!-

il ragazzo si alzò e sbuffò:

-E allora!?-

la rossa stava per esplodere:

-Litigate già a quest’ora?-

i due si voltarono e videro Matabei:

-Fatti gli affari tuoi!-

il medico decise di non provocare l’amica e se ne andò, i due andarono avanti a litigare fino a quando Barbabianca non ordinò di salpare.

 
*


Era da qualche ora che erano partiti, Ace se ne stava per conto suo seduto sulla polena:

-Come mai sei qui tutto solo?-

il ragazzo non rispose, Marco gli si avvicinò e si sedette accanto a lui:

-E’ tutto a posto?-

Ace annuì:

-E’ solo che non sono sicuro di voler rivedere mio fratello.-

la fenice sorrise:

-Hai paura che sia arrabbiato con te per ciò che è successo a Marineford, vero?-

Ace lo fissò stupito:

-Ma come cavolo fai tutte le volte a capire quello che penso?-

Marco rise:

-Per me sei come un libro aperto, è facile capire cosa ti passa per la testa.-

il fratello sorrise:

-Comunque non c’è bisogno ti aver paura che tuo fratello sia arrabbiato.-

Ace lo fissò:

-Tu dici? Rufy ha tutte le ragioni per essere arrabbiato con me, l’ho difeso a costo della mia vita e per poco non infrangevo una promessa che gli avevo fatto e come se non bastasse per due anni non mi sono fatto vivo.-

Marco sorrise, solo lui poteva farsi problemi quando non ce ne era motivo:

-Se per questo allora anche noi dovremmo essere arrabbiati con te e invece appena ti abbiamo rivisto eravamo molto felici. Sono certo che anche tuo fratello sarà felice di rivederti e appena gli spiegherai cosa ti è successo in questi due anni capirà il perché non ti sei fatto vivo prima.-

si alzò e se ne andò lasciandolo da solo.

Ace ripensò alle parole di Marco e si sentiva più sicuro, era sempre stato così tra loro, la fenice capiva sempre cosa aveva e riusciva sempre ad aiutarlo a risolvere il problema.

Rimase seduto sulla polena fino all’ora di pranzo poi raggiunse gli altri.

Presto avrebbe rivisto suo fratello e ora che aveva parlato con Marco non aveva più il timore che Rufy fosse arrabbiato con lui e non vedeva l’ora di rivederlo.
 
 
Continua…
 
 
 

Ciao,

spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate2, Dhialya e Kira0705 che hanno commentato la storia.

Se riesco, pubblicherò il prossimo capitolo venerdì e l’ultimo domenica.

A presto.

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Capitolo 26
*** Di Nuovo Insieme ***


26° CAPITOLO:
DI NUOVO INSIEME



 
A Marineford, nel suo ufficio, Sengoku era impegnato a firmare alcuni documenti quando la porta si spalancò di colpo:

-Ehilà! Come va!?-

il Grand Ammiraglio si irritò e spezzò la penna con la quale stava firmando:

-Dove sei stato fino adesso?-

nonostante il tono era calmo si capiva benissimo che era arrabbiato:

-Ero in giro.-

rise e iniziò a mangiare biscotti come sempre, Sengoku sbatté un pugno sulla scrivania facendo volare tutti i fogli:

-Garp! Falla finita!-

si calmò e proseguì, con l’amico doveva cercare di essere calmo dato che più si irritava e più lui si divertiva:

-Hai inseguito Akainu e ora questa storia è chiusa, quindi fammi il favore di non andartene in giro.-

Garp continuò a mangiare:

-Ero solo andato a trovare Eiichiro.-

il superiore sbuffò, ricordava bene quell’uomo, era stato un ottimo ammiraglio peccato solo che la pensava esattamente come Garp e i due insieme lo facevano impazzire:

-E scommetto che Eiichiro continua ad intercettare le nostre comunicazioni nonostante è in pensione, vero?-

l’amico scoppiò a ridere:

-E chi lo sa!-

il Grand Ammiraglio preferì cambiare discorso, sapeva che Garp era a conoscenza del fatto che Eiichiro intercettava le loro comunicazioni e faceva finta di nulla:

-Ora che hai intenzione di combinare?-

il vice ammiraglio si sedette sul divano e continuò a mangiare biscotti:

-Mi pare ovvio ciò che faccio ora.-

aprì un’altra scatola di biscotti e aggiunse:

-Sto qui a mangiare biscotti!-

si mise a ridere ignorando lo sguardo di Sengoku.

Il Grand Ammiraglio sapeva che era meglio trovare un modo per liberarsi di Garp perché era certo che avrebbe passato il resto della giornata ad infastidirlo:

-Ascolta, su un’isola non lontano da qui ci sono alcuni pirati che creano problemi, vai e arrestali.-

il vice ammiraglio non ne aveva voglia:

-Subito e non farmelo ripetere.-

gli diete un foglio dove erano scritte le coordinate dell’isola, Garp di malavoglia prese il foglio e sbuffando uscì dall’ufficio.

Ora che Garp era andato via, Sengoku recuperò tutti i fogli sparsi per la scrivania e riprese a firmarli sperando che l’amico non tornasse presto anche se a ripensarci si rese conto che forse era meglio che restava a Marineford perché lo conosceva molto bene e sapeva che non avrebbe eseguito l’incarico che gli aveva appena affidato ma almeno era riuscito a farlo uscire dal suo ufficio.
 
 
***
 

A bordo della “Moby Dick”, seduta sul parapetto Momo era persa nei suoi pensieri:

-“Forse è meglio se Sakura torna sulla nostra isola.”-

era da quando avevano deciso di unirsi alla ciurma del vecchio imperatore che la ragazza pensava che era meglio se la sorella smetteva di viaggiare, i pericoli erano molti e far parte di una ciurma così famosa come quella di Barbabianca non era sicuro per qualcuno che non sapeva ne combattere ne difendersi come Sakura anche se l’idea di separarsi da lei non gli faceva piacere, fin da quando erano nate erano sempre state insieme non si erano mai separate tranne quella volta dove era andata a cercare Ace dopo aver saputo che era ancora vivo:

-Ehi, Momo! Mi ascolti!?-

i pensieri della rossa furono interrotti da Ace, sentendosi chiamare alzò la testa incrociando lo sguardo con quello del ragazzo:

-E’ tutto a posto? E’ strano vederti così tranquilla.-

Momo sorrise, gli faceva piacere vederlo preoccuparsi per lei:

-Si è tutto a posto, stavo solo pensando.-

Ace ricambiò il sorriso:

-E a cosa pensavi?-

la ragazza sbuffò:

-Che razza di ficcanaso!-

rise davanti all’espressione imbronciata del ragazzo e aggiunse:

-Però mi fa piacere che ti preoccupi per me.-

Pugno di Fuoco sorrise:

-Comunque stavo solo pensando che è meglio se Sakura torna sulla nostra isola.-

Ace la fissò confuso, sapeva che una volta partite le due gemelle avevano deciso di non far più ritorno alla loro isola e quindi non capiva la decisione che sembrava aver preso la ragazza:

-E perché?-

Momo fissò il cielo:

-Perché lei non sa combattere e stando in questa ciurma i pericoli sono dietro l’angolo.-

il ragazzo continuava a non capire:

-Sempre meglio che viaggiare da sole.-

la ragazza gli mollò un pugno in testa e sbuffò:

-Ma mi ascolti o pure parlo da sola!?-

si calmò e proseguì:

-In due non correvamo molti pericoli ma ora è diverso. Barbabianca è un pirata molto conosciuto e ci sono molti che lo vogliono morto e quindi ci sono molte più possibilità di scontrarci con pirati molto forti, Sakura sarebbe sempre in pericolo.-

Ace sorrise:

-E’ tutti qui il problema? E io che pensavo chissà cosa.-

Momo gli mollò un altro pugno ma questa volta lo schivò:

-Ascolta, il babbo non permetterà mai a nessuno di far del male a qualcuno della ciurma e poi Sakura sa cavarsela meglio di noi due che non facciamo altro che finire nei guai e quindi stai tranquilla che non gli succederà nulla.-

Momo rimase senza parole, era raro sentirgli dire certe cose e gli fu grata perché quelle parole l’avevano tranquillizzata:

-Ora si metterà a nevicare.-

Ace la fissò offeso:

-E perché?-

la ragazza rise:

-Perché è strano che tu dica queste cose però ti ringrazio, ora sto meglio.-

Pugno di Fuoco rise, era contento di averla aiutata perché lei era una delle persone a cui voleva bene e non gli piaceva vederla preoccupata:

-Ah! Mi stavo per dimenticare una cosa molto importante.-

Momo si chiese cosa avesse dimenticato:

-Ero venuto a cercarti perché è pronto il pranzo.-

la rossa scattò in piedi:

-E come diavolo hai fatto a dimenticarti di una cosa così importante!?-

senza aggiungere altro si incamminò verso le scale che portavano di sotto.

Ace la osservò e sorrise, ancora non riusciva a crederci di essere riuscito a dirgli ciò che provava ma era felice che ora tra loro tutto si era sistemato.

Gli tornò alla mente ciò che era capitato quella stessa mattina, Sakura aveva detto agli ex componenti della ciurma dei pirati di “Picche” che finalmente sua sorella ed Ace stavano insieme, inutile dire che loro in un attimo avevano diffuso la notizia per tutta la nave facendo andare su tutte le furie Momo che prese a calci chiunque gli chiedeva chi era stato il primo a dichiararsi facendo ridere Barbabianca che li osservava divertito, anche Ace si era ritrovato circondato dagli amici che lo stavano riempiendo di domande ma lui non aveva avuto bisogno di liberasi dei ficcanaso perché ci aveva pensato Marco a salvarlo facendo ricordare agli altri che c’era un mucchio di cose da fare.

Ripensando a ciò che era capitato quella mattina gli venne da ridere, Momo aveva giurato che avrebbe strozzato sua sorella:

-Ehi! Baka Hono-chan, ci sei!?-

Ace si voltò verso la ragazza che lo stava aspettando, la raggiunse e insieme andarono a mangiare.
 
 
***
 

In una grande città che si trovava su una piccola isola del Nuovo Mondo, i “Mugiwara” si stavano dirigendo al porto con l’intenzione di salpare, con loro c’erano anche Sabo e Koala che avevano accettato la proposta di Rufy di viaggiare con loro per un po’, i due rivoluzionari dovevano raggiungere Hank che li stava aspettando sull’isola di Taiyoo, dato che la loro imbarcazione era affondata a causa di un mostro marino che li aveva attaccati e Sabo per fermarlo aveva accidentalmente distrutto la nave e non avendo soldi per prenderne un’altra, stavano viaggiando da un’isola all’altra chiedendo passaggi ai mercantili.

Per loro fortuna, Rufy e i suoi compagni stavano seguendo la stessa rotta che serviva a loro per raggiungere l’isola e avevano accettato molto volentieri di viaggiare insieme a loro.


 
*


Mentre si stavano avvicinando alla “Thousand Sunny”, Rufy si fermò di colpo:

-Razza di idiota! Perché ti sei fermato all’improvviso!?-

Nami era parecchio nervosa dato che il capitano in quei giorni che erano stati sull’isola aveva fatto parecchi danni rischiando di attirare l’attenzione di un vice ammiraglio che si era fermato sull’isola per fare rifornimento, per loro fortuna il marines se ne era andato dopo qualche ora senza accorgesi di loro.

Rufy non aveva sentito nessuna parola che aveva pronunciato Nami troppo preso a fissare davanti a se, dopo essere rimasto impalato per qualche secondo sorrise e si mise ad urlare con tutto il fiato che aveva:

-Aceeeee!!!-

i suoi compagni, Sabo e Koala si accorsero solo in quel momento che Pugno di Fuoco e le due gemelle si stavano avvicinando.

 
*


La “Moby Dick” aveva ormeggiato al largo dell’isola per non attirare l’attenzione ed Ace insieme alle due gemelle si era recato sull’isola per cercare il fratello dato che non sapevano se era in quella città.

 
*


Ace sentendosi chiamare non fece in tempo a capire chi era stato a chiamarlo che fu travolto in pieno da Rufy che lo abbracciò con le lacrime che gli rigavano il volto, era stato molto felice nel rivedere Sabo ma con Ace era diverso dato che lo aveva visto con i suoi occhi venir colpito e cadere a terra e si era sentito molto in colpa in quei due anni:

-Che bello rivederti!-

in quel momento a Rufy non passò per la mente che molto probabilmente il fratello non si ricordava di lui perché ora gli importava solo di averlo rivisto:

-Anch’io sono felice di rivederti però così mi soffochi.-

il fratellino non gli importava di soffocarlo o di mettere in imbarazzo la sua ciurma come aveva fatto quando aveva rivisto l’altro fratello:

-Oi, Rufy! Lasciami o ti do fuoco!-

a quelle parole Cappello di Paglia si decise a lasciarlo andare dato che sapeva che Ace era capace di mettere in pratica la minaccia, continuava a sorridere mentre le lacrime cessavano di cadere.

Sabo li raggiunse, era davvero felice di poter stare di nuovo tutti e tre insieme:

-Vedo che hai recuperato la memoria.-

Ace si girò verso di lui e gli sorrise, dopo dodici anni erano di nuovo insieme anche se poi ognuno sarebbe tornato a percorre la propria strada ma a loro non importava se era solo per poco che sarebbero stati insieme perché ora era diverso dato che tutti e tre erano vivi e potevano ricontrarsi di nuovo.

I tre fratelli sentendo Sanji si voltarono verso di lui, il cuoco era partito a fare mille complimenti alle gemelle senza accorgesi che Momo stava per esplodere, quando Sanji si mise a fare complimenti a Sakura la rossa si infuriò e il cuoco fu messo al tappeto da un pugno in testa da parte di Nami e un calcio nello stomaco da parte di Momo, la navigatrice era già nervosa e le smancerie del cuoco l’avevano fatta infuriare.

Usopp e Chopper si spaventarono:

-Quella è un demone quanto Nami!!!-

le due ragazze si fissarono negli occhi e poi si presentarono stringendosi la mano, il cecchino cercando di non farsi sentire disse al medico che era nata un’alleanza tra demoni.

Sakura sospirò rassegnata e preferì non rimproverare la sorella, Momo dopo essersi presentata a Nami si rivolse ad Ace:

-Baka Hono-chan, il vecchio ci ha detto di tornare per il tramonto.-

il ragazzo capì cosa voleva dirgli:

-Sabo, Rufy, andiamo a farci un giro.-

i due fratelli senza capire molto lo seguirono mentre le due gemelle rimasero con i “Mugiwara” e Koala che era felice per l’amico.

 
*


I tre fratelli raggiunsero la spiaggia e si sedettero sulla riva:

-Come mai siete insieme?-

Sabo non si sorprese del fatto che solo in quel momento Ace si era accorto che lui stava viaggiando con Rufy:

-La mia imbarcazione è affondata e Rufy mi sta dando un passaggio.-

il fratellino rise, ricordava come Koala aveva reagito quando Sabo gli aveva spiegato come mai erano senza nave e gli dispiaceva che lei non era lì, aveva voglia di assistere di nuovo a quella scena:

-Comunque Ace sei diventato ancora più forte.-

i due fratelli lo fissarono senza capire il perché di quella frase:

-Sei riuscito a sconfiggere Akainu.-

sentendo quel nome Pugno di Fuoco abbassò la testa nascondendo lo sguardo sotto il cappello, Sabo si accorse della sua reazione e mollò un pugno in testa a Rufy:

-Ahio, mi hai fatto male!-

il rivoluzionario sbuffò:

-E tu impara a riflettere prima di dire certe cose!-

il fratellino fece per ribattere poi si accorse di ciò che era successo, per Ace era stato molto difficile vivere per due anni senza nessun ricordo e soprattutto era stato difficile stare con l’uomo che lo aveva quasi ucciso e ingannato e i suoi fratelli lo sapevano:

-Scusami, fratellone. Non era mia intenzione tirare fuori questa storia.-

anche lui nascose lo sguardo sotto il cappello e il senso di colpa che lo aveva perseguitato per due anni si fece sentire; Sabo sbuffò, a causa di un nome l’atmosfera tra loro si era fatta pesante e decise di cambiare argomento:

-Da quello che ho capito sei ritornato da Barbabianca, vero?-

Ace alzò la testa e annuì:

-Ero andato sull’isola di Mizuumi a far visita alla tomba di Satch e li ho ritrovato il babbo e gli altri.-

i due fratelli non sapevano chi fosse Satch ma avevano capito che era meglio non chiederglielo perché avevano intuito che chiunque fosse parlare di lui non era facile per Ace:

-Però prima di giungere su quell’isola ho incontrato il vecchio.-

Rufy e Sabo risero, era da tanto tempo che non rivedevano ne Garp ne Dadan e si chiesero come stavano.

Passarono l’intera mattinata a parlare di ogni cosa felici di poter passare del tempo insieme, era come se quei dodici anni non fossero mai esistiti, il loro legame era molto forte e con tutto ciò che avevano passato il legame che li univa come fratelli si era rafforzato.

Decisero di andare a mangiare in una locanda, durante il tragitto Rufy stava camminando velocemente fermandosi ogni tanto per dire a fratelli di sbrigarsi, loro camminavano con più tranquillità continuando a parlare:

-Dimmi un po’ Ace, tu e la tua amica state finalmente insieme?-

ricordava molto bene che Sakura gli aveva detto cosa c’era tra sua sorella e il fratello e quindi gli era venuto spontaneo fargli quella domanda a cui Ace aveva reagito arrossendo:

-Ma che diavolo dici!?-

il rivoluzionario rise divertito, sapeva che lui non era mai stato capace di nascondere i suoi sentimenti:

-Da come hai reagito devo dedurre che la risposta è si.-

si stava divertendo a vedere come Ace cercava in tutti i modi di negare tutto quando invece da come reagiva era chiaro che lui e Momo stavano insieme:

-Piantala di sparare cavolate!-

Sabo sorrise:

-Non vedo il perché neghi tutto.-

Rufy si accorse che i due fratelli si erano fermati in mezzo alla strada e che Ace sembrava parecchio arrabbiato:

-Ehi, che succede!?-

Sabo si girò verso di lui:

-Nulla, è solo che Ace non vuole ammettere che…-

non fece in tempo a concludere la frase che dovette schivare una palla di fuoco:

-Ma sei matto!? Per poco non mi colpivi!-

il fratello era ancora arrabbiato:

-E tu vedi di non insistere su questa storia!-

il problema era che si sentiva troppo in imbarazzo nell’ammettere che lui e Momo stavano insieme:

-Ok, va bene ma ora raggiungiamo Rufy.-

Ace si accorse solo in quel momento che il fratellino si era rimesso in cammino. 

Giunti in una locanda i tre fratelli si sedettero ad un tavolo ed iniziarono a mangiare attirando l’attenzione dei clienti, le altre persone aveva riconosciuto Ace e Rufy ed erano sorpresi nel vederli insieme e soprattutto erano sorpresi della quantità di cibo che riuscivano a mangiare, Sabo si era accorto dello sguardo degli altri clienti:

-“Come era prevedibile questi due hanno attirato l’attenzione e non mi stupisco se li hanno riconosciuti.”-

era davvero da tanto tempo che non mangiavano insieme e gli faceva piacere stare con loro anche se poi ci sarebbe stato da correre; durante il pranzo nessuno dei tre parlò poi quando finirò corsero fuori inseguiti dal locandiere che arrabbiato gridava di pagare il conto ai tre fratelli.

Nel correre riuscirono a seminare l’oste ma si resero conto di essersi completamente persi, Sabo a differenza dei fratelli aveva un ottimo senso dell’orientamento ma era difficile orientarsi in una città così grande che sembrava un labirinto e piena di gente:

-Bene, ci siamo persi.-

Rufy rise:

-Non importa!-

Ace si mise incammino prendendo una strada a caso ma fu fermato da Sabo:

-Fermati, così ci perdiamo del tutto!-

Pugno di Fuoco sbuffò e tirò fuori dalla tasca una vivre card:

-Con questa ritrovo Momo e lei è con gli amici di Rufy.-

il rivoluzionario rimase senza parole:

-Non è da te trovare soluzioni ai pasticci in cui ti cacci.-

Ace si arrabbiò:

-Guarda che io so quello che faccio e non mi caccio nei guai!-

Sabo rise:

-Si certo, certo. Quindi mi stai dicendo che ti è venuta in mente la vivre card solo perché non vedi l’ora di rivedere la tua ragazza.-

Rufy si intromise nel discorso:

-Davvero fratellone hai anche tu una ragazza? E chi è?-

Ace era seriamente intenzionato a dar fuoco ad entrambi:

-Fatela finita!-

i due scoppiarono a ridere, li aveva sempre divertiti mettere in imbarazzo il fratello perché lui non era capace di ammettere ciò che provava per le persone:

-Dai Rufy, non insistiamo o ci da fuoco.-

scoppiarono di nuovo a ridere mentre Ace sbuffò e li lasciò perdere mettendosi in cammino seguendo la vivre card:

-Ehi, fratellone! Aspettaci!-

i due fratelli lo raggiunsero e camminarono in silenzio senza dire altro fino a quando Ace non si accorse di ciò che aveva detto Rufy prima:

-Cosa intendevi dire con anche tu?-

Cappello di Paglia rise:

-Anche Sabo ha la ragazza, si chiama Koala. E’ la ragazza con i capelli castani che è insieme ai miei amici.-

Ace si ricordava che Sabo l’aveva nominata quella volta che si erano ritrovati:

-Quindi avevo ragione.-

il rivoluzionario sbuffò, si era pentito di aver fatto sapere a Rufy di Momo, parlando aveva fatto uscire questa assurdità:

-Koala è solo un’amica e niente di più.-

senza aggiungere altro, ignorò le risate dei fratelli e proseguì.

I tre fratelli continuarono a camminare, Rufy era perso nei suoi pensieri, per tutto il tempo passato insieme aveva fatto di tutto per non guardare la cicatrice che Ace aveva sul petto ma al solo pensiero di come se l’era procurata gli veniva una gran rabbia, era arrabbiato con se stesso perché due anni fa non era stato abbastanza forte e suo fratello aveva messo a repentaglio la sua vita per proteggerlo, era stato un vero miracolo che fosse sopravissuto e nonostante era felice di averlo potuto rivedere ciò non toglieva che si sentiva in colpa per ciò che era accaduto:

-Ehi Rufy, che hai?-

alla domanda di Sabo si accorse di avere gli occhi dei suoi fratelli puntati addosso:

-Nulla.-

Ace sbuffò:

-Non sei mai stato capace di mentire.-

il fratellino sorrise, con loro non poteva mentire erano i suoi fratelloni dopo tutto:

-E’ solo che sono arrabbiato.-

i due fratelli non capivano il perché, anche se erano abituati agli sbalzi d’umore del fratellino:

-Scusa ma fino a poco fa eri felice.-

Rufy annuì:

-Hai ragione Sabo ma io sono arrabbiato con me stesso per ciò che è successo due anni fa.-

abbassò la testa nascondendo lo sguardo sotto il cappello:

-E’ solo colpa mia se tu hai rischiato la vita, Ace.-

Pugno di Fuoco gli mollò un pugno in testa:

-Razza di idiota! Se qualcuno ha colpa per qualcosa sono io e non tu!-

si calmò e aggiunse:

-Se avessi dato retta al babbo e agli altri quella guerra non sarebbe mai scoppiata.-

Rufy fissò il fratello:

-Però se io non fossi stato debole non mi avresti difeso!-

Ace sbuffò:

-Tu non sei debole! Sei riuscito a liberarmi ed è stata una mia decisione difenderti!-

Sabo intervenì:

-Ascolta Rufy, noi tre siamo fratelli ed è normale volerci aiutare e difenderci. Tu, due anni fa hai voluto salvare Ace e lui ti ha voluto proteggere e stai certo che se io non fossi stato lontano sarei arrivato anch’io a darvi una mano.-

Rufy sapeva che le parole di Sabo erano vere e un po’ il senso di colpa diminuì:

-Ciò che più conta è che siamo di nuovo tutti insieme.-

il fratellino annuì pienamente d’accordo con il fratello:

-Accidenti! Quella mi ammazza!-

i due si voltarono verso Ace senza capire:

-Ma si può sapere che ti è preso all’improvviso?-

Pugno di Fuoco si voltò verso Sabo:

-Sta tramontando il sole.-

i due fratelli capirono e insieme si misero a correre seguendo la direzione della vivre card.

 
*


Intanto al porto i “Mugiwara”, Koala e le due gemelle avevano fatto amicizia, Sanji dopo essere stato stesso altre due volte da Nami e Momo se ne stava accucciato con il morale a terra perché si era auto convinto che le due lo odiassero, Sakura si era trovata subito bene con Robin e Koala, parlare con loro era piacevole; mentre tutti gli altri stavano continuando a parlare, Momo aveva preso a borbottare e l’unica cosa che si era capito era che ce l’aveva con Ace perché era in ritardo.


Quando i tre fratelli giunsero al porto, Ace si beccò una bella lavata di testa da Momo che fu fermata da Sakura mentre gli altri due fratelli se la ridevano, Koala capiva benissimo la rossa anche Sabo la faceva esasperare.

Era giunto il momento dei saluti, i tre fratelli non sapevano quando si sarebbero di nuovo visti ma sapevano che anche se passavano anni loro si sarebbero rivisti e sarebbero rimasti per sempre fratelli.

Sabo e Rufy salutarono Ace e poi salirono a bordo della “Thousand Sunny” e salparono, dovevano accompagnare i due  rivoluzionari sull’isola di Taiyoo e poi riprendere le loro avventure verso la realizzazione dei loro sogni.

 
*


Ace e le gemelle fecero ritorno alla “Moby Dick” e l’enorme nave riprese il suo viaggio alla ricerca del traditore che aveva voltato le spalle alla sua famiglia.
 
 
Continua…
 

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Ciao,
 
questo è il penultimo capitolo, spero che vi sia piaciuto.

Ho aggiornato oggi invece che domani e se riesco l’ultimo capitolo lo metterò sabato.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate2, Dhialya e Kira0705 che hanno commentato la storia.

A presto.

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


27° CAPITOLO:
EPILOGO



 
Diversi mesi erano passati da quando il mondo aveva saputo che Ace era ancora vivo, ognuno continuava a vivere la sua vita come sempre l’aveva vissuta, i pirati continuavano a solcare i mari e la marina continuava a dare loro la caccia, la gente comune viveva in tranquillità e a volte con la paura di qualche attacco da parte dei pirati; la notizia che mesi fa aveva sorpreso il mondo ormai non era più così interessante.
 

 
***


Garp ora che non doveva più preoccuparsi di Akainu aveva ripreso a fare ciò che faceva prima, passava le giornate a mangiare biscotti e a infastidire Sengoku tenendosi informato su ciò che i nipoti combinavano, ogni tanto andava a trovare Eiichiro e ogni volta che prendeva il mare arrestava molti pirati o affondava le loro navi.

 
***


Sabo e Koala dopo aver raggiunto Hank sull’isola di Taiyoo e aver salutato Rufy e compagni, avevano ripreso la loro vita da rivoluzionario e la missione che era stata loro affidata.

Sabo quando veniva a sapere che combinavano i fratelli era contento per loro ma anche molto preoccupato dato che conosceva molto bene la loro capacità di ficcarsi nei guai ma aveva grande fiducia in loro e un giorno era certo che si sarebbero rivisti.
 

 
***


Rufy e compagni salutato Sabo e Koala avevano ripreso il loro viaggio, spesso finivano nei guai e quando non finivano nei casini era la marina a trovarli senza che loro avessero fatto qualcosa.

Tante avventure avevano vissuto e ancora tante dovevano viverle per poter raggiungere il loro scopo e veder realizzati i propri sogni.
 

 
***


Ace aveva ripreso il comando della seconda flotta e le due gemelle si erano unite a quella flotta.

I pirati di Barbabianca continuavano il loro viaggio alla ricerca dell’uomo che li aveva traditi.
 

 
***


Presto l’era creata da Gol D. Roger sarebbe finita e una nuova era sarebbe iniziata quando un nuovo Re supererà quello precedente.
 
 
Fine
 

 
Ciao,

ecco l’ultimo capitolo, è molto breve ma spero che vi sia piaciuto.

Questo https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2039538&i=1 è il link della raccolta “Moments”, i vari capitoli raccontano momenti che sono capitati durante il corso della storia e che non ho inserito anche se in questa rivisitazione alcuni li ho messi, se avete voglia di leggerli fate pure.

Mi farebbe piacere avere una vostra opinione, se avete tempo e voglia, fatemi sapere con una recensione il vostro parere, grazie.

Ringrazio chi ha visto gli scorsi capitoli e chi ha inserito la storia tra i preferiti, le ricordate e le seguite, soprattutto ringrazio CreepyPirate2 e Dhialya per aver commentato il primo capitolo e Kira0705 che ha commentato gli ultimi capitoli.

A gennaio, pubblicherò una ONE-SHOT su Rufy tratta da un capitolo di una mia vecchia storia che ho modificato.

BUON 2019!!!

A presto.

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