Lily Anderson e il Bosco degli Inferi di GattyP (/viewuser.php?uid=1044091)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno ad Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Convocati da Silente ***
Capitolo 3: *** Nuovi insegnanti ***
Capitolo 4: *** Due giorni fuori Hogwarts ***
Capitolo 5: *** Colloquio con Severus Piton ***
Capitolo 6: *** Preparativi per la partenza ***
Capitolo 7: *** A Durmstrang ***
Capitolo 8: *** Pericolo mortale ***
Capitolo 9: *** S. Valentino ***
Capitolo 10: *** Nel Bosco degli Inferi ***
Capitolo 11: *** Il Cappello Parlante ***
Capitolo 12: *** Contro la Squadra d'Inquisizione ***
Capitolo 13: *** Missione di salvataggio ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Ritorno ad Hogwarts ***
Premessa:
La vicenda (sono ormai arrivato
alla quarta fanfic) si intreccia con i libri della Rowling riguardanti Harry
Potter. Protagonisti della storia sono:
1)
Lily Anderson, Corvonero, figlia di Severus Piton (!) e di Milly Anderson (vds.
Ritorno a Spinner’s End); la madre è una “respingente”, cioè una
“babbana” impermeabile alla magia). Lily ha capacità magiche, come il padre (è
molto abile in vari incantesimi, è una ottima legilimens) e ha anche
caratteristiche materne (riesce a opporsi a vari incantesimi, tra cui le
Maledizioni senza perdono). E’ convinta che parli di lei un’antica profezia (che
la menziona come aiutante “nascosta” del Prescelto, che, di lì a qualche anno,
ucciderà l’Oscuro Signore) ed è in possesso, insieme a Peter O’Neil, di due
importanti anelli magici (appartenuti un tempo a Priscilla Corvonero) che
amplificano i loro poteri e hanno altre potenzialità (se messi tra le labbra, ad
esempio, permettono loro di essere invisibili);
2)
Peter O’Neil, fidanzato di Lily (dagli ultimi capitoli della fanfic precedente,
prima era solo un amico), irlandese, un po’ impacciato all’inizio, è migliorato
nel corso della fanfic diventando di fatto il coprotagonista delle varie
vicende. Anche lui è un Corvonero e ha naturalmente l’altro anello magico di
Priscilla Corvonero. E’ il narratore della vicenda.
Abbiamo naturalmente altri personaggi le cui vicende si intrecciano con quelle
di Peter e Lily. Oltre a quelli della Rowling, abbiamo, tra gli “aiutanti”
Elizabeta (sorella di Peter, di un anno più piccola, Serpeverde) e Cain
MacDonald (Serpeverde, nipote di Mary MacDonald, “zia” di Lily), tra gli
“avversari” gli odiosi Eva Blockade e Adrian Whyte (entrambi naturalmente
Serpeverde).
Il
preside Silente ignora quali siano le principali caratteristiche di Lily e chi
sia suo padre, ma conosce la profezia, sa che hanno i due anelli e ha chiesto il
loro aiuto nella fanfic precedente.
La
presente storia è parallela alle vicende narrate dalla Rowling nel quinto libro
della serie: “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, le cui vicende sono
integralmente rispettate.
Grazie a tutti quelli che mi seguono in questa mia avventura. Un abbraccio a
tutti e… buona lettura!
GattyP:)
Capitolo I
Ritorno ad Hogwarts
Era il 1 settembre 1995 ed eravamo appena tornati ad Hogwarts. I
recenti avvenimenti, conclusisi, alla fine del passato anno scolastico, con la
morte del gentile e generoso Cedric Diggory, ci avevano profondamente colpiti,
ma io e Lily speravamo che, malgrado le difficoltà e le sofferenze, alla fine il
Signore Oscuro, quello di cui gli inglesi non osavano mai pronunciare il nome,
Lord Voldemort (io sono irlandese e non ho questi problemi), sarebbe stato
sconfitto (almeno così diceva la profezia di cui tanto Lily, la mia ragazza, si
fidava).
Finalmente, dopo due mesi di separazione, avrei rivisto Lily, ad
Hogsmeade, dove mi recai, con una passaporta, insieme a mia sorella Eliza
(secondo anno, Serpeverde). Qui abbiamo aspettato qualche minuto fino a quando,
poco dopo, sono giunti la mia ragazza ed il suo amico Cain MacDonald. Inutile
dire gli abbracci e i saluti tra noi: anche per farle dimenticare la brutta
esperienza passata, Lily era stata per tutta l’estate fuori dal Regno Unito
(prima in Transilvania con la zia e la madre, poi in vacanza in Italia con
Judith MacDonald e la sua famiglia). Erano due mesi che non la vedevo, da quando
l’avevo lasciata alla fine dell’anno scolastico precedente!
Ci eravamo scritti naturalmente diverse lettere, consegnate dal
mio solerte gufo, Occhialuto: Lily mi aveva raccontato tutto ciò che aveva visto
e fatto e anch’io l’avevo aggiornata (anche se la vita nel Connemara è molto
tranquilla e il massimo dell’avventura è incontrare qualche innocuo turista che
ha perso la strada…).
- Mi sei mancata! - le confessai, stringendola forte, mentre mia
sorella cominciava a tossicchiare.
- Che ne dite, ragazzi, andiamo a scegliere un posto? - disse
Eliza - Laggiù, ci sono le mie amiche...
- Andate pure con le Serpi - dissi a lei e a Cain - Noi cerchiamo
intanto qualche Corvo… - aggiunsi
Ci separammo e ci dirigemmo verso i carri che ci aspettavano
fuori dalla Stazione.
- Ciao, Lily! Ciao, Peter! - Sentimmo dire alla nostra destra. Ci
voltammo: era Hermione che cercava di controllare il flusso dei ragazzi. Aveva
nella giacca la spilla di Prefetto.
Lily la abbracciò subito e anch’io la salutai calorosamente.
- Ciao, Hermione - le dissi. - Ma sei un prefetto! Complimenti
per la nomina! Che bello! Tutto bene?
- Abbastanza… Un po’ di preoccupazione per Harry, ma ve ne parlo
in separata sede. - disse rispondendo alla mia domanda. Harry Potter
probabilmente era ancora sconvolto per quello che era successo qualche mese
prima, immaginavo: la morte di Cedric, l’attacco di Voldemort…
- Sì, - continuò Hermione - sono stata nominata prefetto di
Grinfondoro, insieme a Ron Weasley, e dobbiamo controllare che tutti i ragazzi
salgano sui carri…
Poco lontano infatti si trovava Ron, che ci salutò anche lui e
poi, rivolgendosi ad Hermione: - Dovrebbe essere tutto a posto… a parte Malfoy
che si diverte a tiranneggiare i piccoli… ne ha fatti scendere alcuni del
secondo anno da un carro per far salire i suoi idioti compagni…
Tra gli idioti compagni potevo immaginare che ci fossero Tiger,
Goyle, Adrian Whyte, Pansy Parkinson, Eva Blockade… Whyte e la Blockade, in
particolare, erano nostre vecchie conoscenze: ci avevano rotto le scatole da
quando avevamo messo piede ad Hogwarts, due anni prima.
- Dai, andiamo. Prendete posizione su un carro. Parleremo
un’altra volta - ci disse Hermione.
Ci salutammo e salimmo su uno dei carri che si dirigevano vergo
Hogwarts. Mi era mancato il castello… un po’ meno lo studio e qualche
insegnante, specialmente due: la terribile McGranitt e il padre di Lily, Severus
Piton che, malgrado la mia ragazza parlasse sempre bene di lui (gentile,
premuroso, sensibile erano gli aggettivi che usava), a me faceva francamente
paura… non so come mai non mi avesse ancora lanciato qualche atroce maledizione
solo per il fatto che uscivo con sua figlia!
Sul carro in cui eravamo saliti incontrammo poi Giorgia e alcuni
simpatici Tassorosso; poi, al castello, ci ritrovammo, nella Sala Grande, con i
nostri amici Corvonero: Jerry Jordan (che si era messo con Betty Miller: non
saremmo stati gli unici al centro dell’attenzione generale in quell’anno!), Luke
Bell, Jonathan Osborne e, naturalmente, le ragazze: oltre a Betty, rivedemmo
Camilla Colin e Floriana Des Esseintes e anche i ragazzi e le ragazze più
grandi, tra cui Marietta, Cho e Luna (sempre un po’ svampita, a dire il vero).
Mia sorella, al tavolo delle Serpi, mi fece il solito saluto con la mano. Nel
tavolo dei Grifondoro si erano posizionai Harry, Hermione e Ron, oltre
naturalmente ad altri ragazzi della Casa che conoscevamo.
- Non c’è il prof. Hagrid - dissi a Lily.
In effetti non era difficile notare la sua mancanza, dato che la
sua stazza lo rendeva facilmente riconoscibile.
- Sì, lo sapevo. Me l’ha detto mio padre. Abbiamo una supplente,
la prof.ssa Caporal, quella vicino a Vitious. E’ assente per qualche settimana…
- disse Lily - E c’è un’altra insegnante nuova: quella vicino al Preside. Si
tratta di Dolores Umbridge, e insegnerà Difesa.
Guardai nella direzione indicatami e vidi una strega bassa, con
capelli grigi, in cui era infilato un cerchietto rosa… come il vestito che
indossava, da adolescente! Sembrava effettivamente un po’ strana
nell’abbigliamento, anche se ho notato che i maghi inglesi amano gli
accostamenti di colori bizzarri e i capi di vestiario stravaganti…
- E chi è? - chiesi a Lily.
- Lavora per il Ministero. Non piace a mio padre. - disse Lily.
Pensai che, se non piaceva al prof. Piton doveva essere una brava persona… ma
naturalmente questa riflessione la tenni per me e non la comunicai a Lily… anzi,
per non rischiare di farmela leggere (dato che Lily era un’abile legilimens), la
ficcai in fondo alla mia psiche con il solito metodo dei numeri ed evitai per
qualche minuto di guardare negli occhi la mia ragazza…
In realtà poco dopo prese la parola il Preside e, successivamente
anche la nuova insegnante: il suo discorso era di una noia totale e, dopo un
mezzo minuto, non stavo già più a sentirla… sperai che non avesse insegnato in
modo così piatto Difesa che, l’anno precedente, era stata la mia materia
preferita… Sì, è vero che l’insegnante era un Mangiamorte pazzo, ma ci sapeva
fare! Tra lui e Lily (con cui mi ero allenato per tutto l’anno), avevo fatto
progressi sbalorditivi… beh, in parte il merito era anche dell’anello… ma questo
non lo sapeva nessuno.
Prima dei discorsi, tuttavia, ci fu la solita cerimonia dello
smistamento e, prima ancora, il Cappello Parlante intonò la sua abituale canzone
che, mi sembrò, molto più lunga, e anche più inquietante, di quella degli anni
precedenti: spiegava che “un grande pericolo”, “un cupo nemico” cercava di
entrare ad Hogwarts e ci esortava a restare uniti…
Poi i bimbi del primo anno furono smistati nelle varie case… e
noi naturalmente applaudimmo tutti quelli che erano stati destinati a Corvonero.
Poi ci fu il meraviglioso banchetto e, come già detto, il saluto del Preside e
della professoressa Umbridge.
- Andiamo nella nostra Casa? - proposi a Lily appena finito.
L’intenzione, in realtà, era quella di fermarci in qualche nicchia dei corridoi,
un po’ appartata, e limonare… magari solo un pochino… erano due mesi che non la
vedevo!
- Vada… per il posticino appartato… ma solo pochi minuti… - mi
disse con un sorrisetto malizioso Lily. Stava spudoratamente leggendo nella mia
mente… oppure ero prevedibile?
Beh, una ventina di minuti dopo eravamo nella Sala Comune,
accolti dai saluti e dalle battute dei nostri compagni… Ero sereno: avrei
passato un magnifico e tranquillo anno scolastico… insieme a Lily. Mi illudevo
che fosse tranquillo…
Capitolo iniziale, di introduzione. A sabato con il
prossimo (Convocati da Silente). Un abbraccio. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Convocati da Silente ***
Capitolo 2.
Convocati da Silente
Negli ultimi giorni del passato anno scolastico non eravamo
riusciti a parlare con il preside Silente, a cui avevamo comunque inviato una
dettagliata relazione su ciò che era successo grazie ad un fortunato gufo (aveva
volato pochissimo: dalla gufiera all’ufficio del Preside!). Nella lettera
avevamo spiegato quello che era successo ad Hogwarts nella fatidica giornata del
24 giugno, quando Harry Potter era stato quasi ucciso da Voldemort, che aveva
invece eliminato il povero Cedric Diggory. Noi avevamo il compito di vigilare su
Hermione ed eravamo riusciti a sventare un attentato ai suoi danni che, senza il
nostro intervento, avrebbe potuto anche avere una conclusione drammatica.
Avevamo ricevuto solo un piccolo biglietto di risposta dal Preside (Grazie
ragazzi. Ho fatto bene ad affidarvi l’incarico. Purtroppo sono molto impegnato.
Ci vedremo appena possibile) né ci eravamo troppo preoccupati: Silente, lo
sapevamo, si stava esponendo molto per sensibilizzare il mondo magico intorno
alla ricomparsa di Voldemort… purtroppo con esiti limitati, dato che né il
Ministero, né la maggior parte della gente voleva crederci. “Tu-sai-chi” (come
lo chiamavano nel Regno Unito, dove sembravano temere anche il nome… mentre io,
che sono Irlandese e forse più incosciente dei miei amici inglesi, non avevo
preoccupazioni ad utilizzare il nome) era associato alla “prima guerra magica” e
veniva dato per morto da molti anni…
Comunque, tornando ai primi di settembre di quel 1995, avevamo
appena fatto colazione e ci preparavamo a seguire le lezioni, quando la prof.ssa
McGranitt mi si avvicinò e mi disse in modo molto sbrigativo che dovevo recarmi
immediatamente nell’ufficio del Preside perché doveva comunicarmi qualcosa di
importante.
La guardai perplesso, chiedendole quale fosse il motivo (perché
voleva vedermi? e perché senza Lily?), ma quella terribile professoressa (una
delle più severe che avevamo ad Hogwarts) mi ripeté semplicemente, un po’
seccata, quello che mi aveva detto. Aggiunse che ero dispensato, per quella
mattina, dal seguire le lezioni.
Prima di andare in Presidenza, provai a fermarmi un attimo in una
nicchia, tra le tende, con Lily. Avevamo appena cominciato a scambiarci due
bacetti (veramente due!), quando sentii tossire dietro di me: - Ehm, scusate,
ragazzi! Non è possibile scambiarsi effusioni in pubblico… è proibito dal
regolamento…- diceva Ron Weasley, con il colore del viso simile a quello dei
suoi capelli.
- Ok, scusaci - dissi - Staremo più attenti, la prossima volta. E
complimenti per la nomina a prefetto!
- Grazie… è proprio una rottura di scatole - disse Ron,
sorridendo (si vedeva lontano un miglio che era contento di portare quella
spilla).
Salutai Lily, che mi rispose con un bel sorriso, e mi diressi
verso la Presidenza. Non ero l’unico: stavano aspettando davanti ai Gargoyle
(che proteggevano l’ufficio del professor Silente) un ragazzo e due ragazze. Si
trattava di Giorgia Wallestain, di Tassorosso (un’amica, pensai), Astoria
Greengras di Serpeverde (poteva andare peggio) e Godric Smith di Grifondoro (che
conoscevo di vista): erano tutti e tre del terzo anno, come me.
Salutai calorosamente Giorgia, feci un cenno di saluto alla
Greengras (altezzosa, ma corretta: tra le Serpi del mio anno era quella più
innocua) e a Smith. Poi arrivò la McGranitt e, dopo aver detto la parola
d’ordine ai Gargoyle, ci fece accomodare nell’ufficio di Silente.
Ero già entrato nell’ufficio altre volte, negli anni precedenti e
rividi con piacere il punto in cui era di solito appollaiata Fanny, la fenice
del Preside (il magico uccello stranamente non c’era) e, poco lontano, il famoso
Cappello Parlante. Alle pareti, tutti i maghi e le streghe ex presidi di
Hogwarts ci guardavano incuriositi. Il Preside, che stava seduto dietro la sua
scrivania, si alzò e ci venne incontro gentilmente, tendendoci la mano: - Cari
ragazzi, venite avanti… Che piacere rivedervi…
Ascoltavamo attenti quello che il Preside ci stava per dire.
- Vi chiederete perché vi ho convocato… - disse - Ho una bella
notizia per voi: quest’anno sarà organizzato il gemellaggio con la scuola di
Durmstrang, a cui vorrei che voi prendeste parte, se siete d’accordo. Fa parte
del programma di collaborazione proposto dal Ministero per quest’anno scolastico
per cementare i rapporti istituzionali e personali tra le diverse Scuole
europee: una settimana di permanenza a Durmstrang, in cui, se siete d’accordo,
andrete, accompagnati dalla professoressa di Astronomia, Aurora Sinistra. Voi
rappresenterete Hogwarts e, a parte qualche noiosa cerimonia di benvenuto,
frequenterete semplicemente, per una settimana, le lezioni di quella scuola.
Dato che mi han chiesto esplicitamente quattro ragazzi del terzo anno, vi ho
scelto personalmente, uno per ogni Casa, guardando anche le vostre attitudini e
i giudizi degli insegnanti dell’anno passato. Vi faccio presente che non ci sono
controindicazioni di nessun tipo, né ci sarà alcun pericolo: sarete sempre
seguiti da un insegnante e, addirittura, ognuno di voi beneficerà di una borsa
di studio di 120 galeoni offerta dal Ministero… che vi consiglio di utilizzare,
almeno in parte, per procurarvi un abbigliamento consono… a Durmstrang è
notoriamente più freddo che ad Hogwarts…
Una vacanza pagata in una famosa scuola magica… Non era brutta
l’idea!
- Grazie, Preside - disse Godric Smith - Quando dovremo partire?
- Subito dopo Capodanno… e tornerete una settimana dopo, qualche
giorno dopo la riapertura delle lezioni di Hogwarts. Naturalmente, se qualcuno
avesse qualche obiezione o qualche problema, vi posso sostituire … Devo anche
avere l’autorizzazione dei vostri genitori, a cui invierò personalmente una
lettera, via gufo, oggi stesso. Nel caso assentissero, voi siete favorevoli?
Beh, sembrava una gita interessante… Sarei stato lontano da
Hogwarts solo per una settimana, quando la nostra scuola era ancora chiusa per
le vacanze di Natale… No, non avevo niente da obiettare.
- Bene, potete andare, allora. E buon anno scolastico!. - Poi,
rivolgendosi a me - O’Neil, scusa, ti devo fare alcune domande sul Connemara: mi
hanno invitato al Convegno Internazionale sul Quadrifoglio Magico… potresti
fermarti un attimo?
____________________________________
Avevo capito che era una scusa. Voleva dirmi qualcosa. Andati via
tutti, mi fece sedere in una poltroncina.
- Mi dispiace tanto per Cedric Diggory, e per Harry Potter -
dissi.
- Purtroppo sono stato ingannato da Crouch, ragazzo mio, sto
decisamente invecchiando. Ho sbagliato tutto: Voldemort è riuscito a infiltrarsi
dentro Hogwarts e, con l’aiuto del suo complice (sul quale non ho avuto il
minimo sospetto, e lo dico con grande rammarico), ha ucciso il povero Cedric e
quasi raggiunto Harry. E stava anche per colpire Hermione Granger, se tu e Lily
non l’aveste fermato. Vi chiedo scusa se ancora non vi ho ringraziato come si
deve, ma si sono accavallati tanti e tali impegni… - mi disse - Quest’anno
spero di ottenere risultati migliori, ma la situazione si è fatta molto
difficile, anche perché qualcuno, nel Ministero, mi vuole fare passare per
psicologicamente instabile… il che magari è anche vero… e cerca di denigrare
Harry… Ho dovuto già muovermi… Ma questo a te non interessa, scusami. Ti ho
chiesto di fermarti perché voglio presentarti alcune mie riflessioni… Ma
dovrebbe arrivare anche Lily, ora.
In effetti, in quel momento sentii dei rumori dietro una delle
porte che si affacciavano sull’ufficio del Preside. Qualcuno bussò leggermente
e, dopo che il preside Silente, invitò ad entrare, la porta si aprì ed entrarono
Fanny, la fenice del Preside, e, dietro di lei, Lily, che subito mi guardò e,
tranquillizzatasi, si rivolse a Silente.
- Ho subito seguito Fanny, Preside. Mi fa piacere rivederla… -
disse
- Il piacere è tutto mio, cara Lily - disse gentilmente il
Preside - Ho già ringraziato Peter per il vostro intervento, nel passato anno
scolastico, che ha permesso di salvare la vita ad Hermione Granger. Ora
ringrazio anche te, che hai collaborato validamente a stendere la rete di
protezione intorno a quella ragazza…
- E’ stato un piacere, per me e Peter, contribuire, un poco, alla
sicurezza del Castello… - rispose semplicemente Lily.
- Ora vi ho convocato per un altro motivo. Finora ho parlato a
Peter di un progetto di gemellaggio a Durmstrang, da attuarsi a gennaio: dopo ti
informerà su ciò che ho detto… Ma ora vi devo dire una cosa decisamente più
importante.
Lo guardammo curiosi: - Certo, Preside, dica pure.
- Ho pensato, questa estate, alla profezia che ho sentito, anni
fa, da Lily Evans, la madre di Harry Potter…
Sì, la solita profezia: annunciava che Lily avrebbe aiutato il
Prescelto contro l’Oscuro Signore, di lì a qualche anno, in segreto e in
connessione con un luogo chiamato Inferia, o qualcosa del genere
- … e sono sempre più convinto che riguardi te… so che tu sei
figlia di Milly Anderson, la ragazza di cui parlava Lily Evans … e che la
profezia parla dell’aiuto che dovresti offrire al figlio di Lily Evans, cioè ad
Harry Potter, e so che sei in qualche modo collegata ad un posto chiamato
Inferia….
Sì, effettivamente la profezia parlava di quel luogo. Silente era
perfettamente informato.
- … e volevo dirti che forse ho capito cosa indica quella parola…
Fece una pausa.
- Dica pure, professore - disse Lily, attentissima.
Il preside Silente cominciò a raccontare: - Come sapete, una
delle pagine più vergognose del mondo magico… ma ce ne sono tante, ad essere
sincero, e mi vergogno qualche volta di appartenere a questo mondo… è la pratica
conosciuta come “Caccia al babbano”. Degli spregevoli maghi, dal Medioevo in
poi, hanno teorizzato, e talvolta praticato, questa barbara attività… Come se
non fossimo tutti esseri umani, maghi e babbani!
- Sì, lo so, è orribile, professore - dissi, e anche Lily era
inorridita al solo pensiero. Come si faceva ad uccidere esseri umani per
“sport”? Per fortuna queste aberrazioni non avevano mai avuto diffusione in
Irlanda… ma sapevo che, anche in tempi recenti (al tempo di Voldemort, per
essere precisi), c’era ancora chi in Britannia la praticava… certi maghi
Inglesi, per certi aspetti, erano proprio barbari…
- Sì, è orribile. Ed è stata posta fuori legge già nel 1227, dal
Congresso magico di Whiterock. Tuttavia anche in tempi recenti c’è chi ha
chiesto di riattivarla… Ad esempio mi ricordo che, quando ero giovane, una certa
Araminta Melliflua, una lontana parente dei Black, cercò di far passare al
Ministero una legge che la legalizzasse. E ho la certezza che alcuni Mangiamorte
vi si siano dedicati, al tempo in cui Voldemort era all’apice del suo potere…
Come vi stavo dicendo, circa due secoli dopo l’abolizione di quella barbara
pratica, un certo Abraxas Onellius, pensò di praticarla in assoluta sicurezza e
riservatezza, insieme ad un gruppo di altri spregevoli maghi. Non potendo
organizzarla però nel mondo magico (molti maghi erano contrari e manifestavano
la loro avversione cercando di eliminare i “cacciatori” prima che questi
eliminassero le “prede”), con l’aiuto della Magia Nera creò, in un’altra
dimensione, un luogo dove praticarla senza problemi, appunto Inferorum Silva,
cioè “Bosco degli Inferi”… nome veramente inquietante…
- Un’altra dimensione? - chiese Lily perplessa
- Sì, con la magia, bianca o nera, possiamo entrare in contatto
con vari mondi, collegati da magici portali. Sì, lo so, le leggende dei portali
si sprecano e molti dei famosi portali leggendari non sono mai esistiti. Ma
questi sì, ed erano collegati a quel luogo. Dove si trova questa “Selva degli
Inferi”? Non è possibile saperlo. Neanche Coppius Pittus, un importante autore
di libri magici scozzesi, conosce il luogo. Ne parla ampiamente nel De
obscuris portalibus, ma anche lui ignora dove sia, fisicamente, quel luogo.
Forse proprio nei pressi di un passaggio che conduce agli Inferi, forse in un
altro pianeta, forse nel nostro in un luogo irraggiungibile… non saprei, ma
esiste. E per entrare in questo luogo creò, con straordinari sortilegi di Magia
Nera, diversi portali, diffusi in tutta Europa. La sua intenzione era quella di
permettere ai “cacciatori”, da qualsiasi nazione provenissero, di trovarsi in
quel luogo per la partita di caccia… ma in realtà, involontariamente, creò la
possibilità di spostarsi da una parte all’altra d’Europa utilizzando appunti i
portali magici. Qualsiasi mago poteva entrare, ad esempio in Inghilterra,
giungere al Bosco degli Inferi e, tramite un altro portale, uscire ad esempio a
Firenze… Ma all’inizio la possibilità non fu considerata e la funzione di quei
portali era solo quella di trasportare prede e cacciatori…
- Ma la pratica è orribile! Fu almeno punito quel tipo, quel…
mostro? - disse Lily inorridita. Speravo tanto di sì: quell’Onellius era un
precursore di Voldemort, un genio del male, un maledettissimo mago oscuro…
- Sì, fu eliminato qualche decennio dopo, durante una guerra tra
maghi e folletti… ma la Selva degli Inferi rimase e fu saltuariamente utilizzato
fino all’arrivo di Voldemort, che intuì le potenzialità dei portali e li fece
utilizzare dai suoi Mangiamorte per spostarsi in Europa senza essere
intercettati. Cercava infatti alleati dovunque e dovunque seminava morte…
La storia si faceva sempre più inquietante. Eravamo attentissimi.
- Durante la prima guerra magica, pertanto, tutti i governi
europei, per paura di un’invasione, dall’interno, dei mangiamorte, distrussero,
uno dopo l’altro, i portali di cui erano a conoscenza (ce ne erano alcune
decine, sparsi per l’Europa). Il Regno Unito e l’Irlanda però decisero
semplicemente di bloccarli dall’esterno con importanti incantesimi, per
preservare il valore storico dei manufatti… Io stesso parlai a favore della
preservazione di quegli antichi manufatti magici, ma ho fatto forse male…
Insomma, esistono ancora diversi portali, bloccati ma teoricamente funzionanti,
tra Irlanda e Regno Unito, uno dei quali a Hogwarts…
- C’è un portale? - dissi sbalordito - E dov’è?
- Questo non lo sa nessuno. Fu individuato e neutralizzato dal
preside Armando Dippet, il mio predecessore… che però non ha mai detto a nessuno
dove si trovasse… forse per paura che qualcuno potesse nuovamente riattivarlo.
Ma non l’ha distrutto, ed è potenzialmente pericoloso…
- Quindi, nella profezia, Lily è collegata ad un luogo
raggiungibile con la magia nera, un portale del quale si trova qui ad Hogwarts?
- chiesi al Preside.
- Temo di sì. E ora ti spiego cosa dovresti fare, Peter.
- Mi dica, Preside… - aggiunsi subito.
- A Durmstrang lavora una mia alunna, Katiusha Poliakova, una dei
massimi esperti mondiali sull’argomento. Io non posso recarmi personalmente in
quel luogo, per ovvi motivi, e non posso permettere che le sue informazioni
siano intercettate… Il Ministero mi sta controllando, e vedermi collegato a
Magia Nera, Portali Oscuri o Caccia al Babbano è il massimo a cui aspira per
eliminarmi dalla circolazione e prendere il controllo di Hogwarts, cosa che non
voglio concedere. Ho così pensato a te, Peter, e per questo ti ho inserito nel
gruppetto che dopo Natale andrà a Durmstrang. Qui potrai contattare la
Poliakova, che intanto io avvertirò, e ricevere le informazioni in suo possesso.
E’ opportuno che tu e Lily sappiate come utilizzare quel luogo, se necessario…
Uti Inferiis vuole dire “Usa quel luogo”, che, per altro, ve lo ricordo,
anche se inattivo da secoli, è stato creato con la Magia Nera ed è
potenzialmente pericoloso… Io però vorrei anche disattivare tutti i portali,
dall’interno e, questa volta, definitivamente per impedire che Voldemort possa
utilizzarli, prima o poi. Naturalmente lascerò un’eccezione per noi tre. Ma,
esclusi noi, nessun altro potrà mai più utilizzarli….
Stavo rielaborando quella massa di informazioni. Immaginavo che
il cervello di Lily fosse confuso come il mio. Magia nera, altra dimensione,
Voldemort… era quello che ci aspettava?
- Sì, immagino quello che stai pensando, Lily - continuò il
Preside -. Perché inviare a Durmstrang Peter e non te? Per diversi motivi, sui
quali converrai. Il primo è che la sua tutrice, Mary MacDonald, avrebbe
perplessità a mandarti fuori Hogwarts, e sicuramente anche tua madre. So quanto
si preoccupa per te e, per andare a Durmstrang, serve in ogni caso
l’autorizzazione dei tuoi genitori o tutori…
Beh, potevo intuirlo. Dietro alla MacDonald c’erano i genitori di
Lily, che preferivano non mostrarsi direttamente, ed erano anche troppo
apprensivi: spedirla in Russia, in un luogo famoso per la Magia Nera, non doveva
essere il massimo…
-… Inoltre, anche Peter, anche se non lo sa ancora, e legato alla
Selva degli Inferi forse anche più di te… infatti Abraxas Onellius, il creatore
di quel luogo infernale… è stato un tuo antenato, Peter O’Neil…
- Oh, mio Dio! - esclamai - Non lo sapevo!
- Beh, tu non sei responsabile per quello che hanno fatto i tuoi
antenati, ricordati. Se sapessi cosa hanno combinato i miei! Ma il fatto che hai
lo stesso sangue del fondatore potrebbe in qualche modo agevolarci nella
ricerca. In ogni caso, ora pensiamo una cosa alla volta: la prima mossa è quella
di approfittare del gemellaggio per contattare la prof.ssa Poliakova e prendere
nota di quello che ti dirà con la massima attenzione. Come ti dicevo, è la
massima esperta mondiale su questi portali e sa sicuramente più cose di me.
Penso che sia straordinariamente utile sentirla. Cosa ne dici? Potrebbe avere
informazioni di cui io non sono in possesso…
- Certo, Preside - dissi.
Si trattava solo di una settimana, avrei dovuto fare solo una
chiacchierata con una professoressa russa, ero il discendente di un criminale,
la mia vita si incrociava con un luogo maledetto creato dalla magia nera… Io
volevo un anno tranquillo… da passare con Lily… Cos’altro doveva succedere?
La “gita” a Durmstrang è prevista dopo Natale… Chi e
cosa dovranno affrontare intanto Lily e Peter? Un grande ringraziamento ad ace95
e a Barbie_Ettelanie_91 che mi continuano a sostenere con le loro impressioni e
opinioni anche in questa fanfic! Grazie naturalmente anche a tutti quelli che la
preferiscono, seguono, ricordano o semplicemente leggono! Appuntamento a
mercoledì prossimo con il nuovo capitolo (Nuovi insegnanti)! Un abbraccio
a tutti. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Nuovi insegnanti ***
Capitolo 3
Nuovi insegnanti
Una volta lasciata la Presidenza, ci spostammo, velocemente, nel
nostro posticino. Accertato che non ci fosse nessuno nei paraggi e lanciato il
tradizionale Muffliato, potevamo liberamente parlare.
- Tutto bene, Lily? - le chiesi.
- Uaoh! Che sia il filo importante che stiamo cercando? - mi
disse tutta eccitata. Avevo paura quando mi guardava così… perché sapevo che
stava pensando a qualcosa che ci avrebbe portato via un sacco di tempo… per non
parlare dei rischi…. - Hai sentito cosa ha detto il Preside?
- Certo. L’altra dimensione, la magia nera, che io sono il
discendente di uno psicopatico mago oscuro che uccideva le persone per
divertimento… - dissi
- No, mi riferivo a Coppius Pittus…
- A chi? - chiesi
- Ha menzionato il libro sui portali di Coppius Pittus, quel
De obscuris portalibus…
- Sì, va bene, è importante? - Non riuscivo a seguirla. Mille
altre informazioni occupavano la mia mente.
- Il libro… io ho già visto quel libro nella biblioteca di
MacDonald Castle! Ne sono sicura. Potremmo trovare molte informazioni
interessanti su quel libro… senza contare che, se non sbaglio, c’è anche una
traduzione, fatta dal nonno di zia Mary… Coppius Pittus è un antenato dei
MacDonald e la ricerca dei portali è un po’ la fissa della famiglia…
- Ma sei sicura? - le chiesi. Mi ero tranquillizzato. Avevo avuto
paura che mi volesse proporre di fare corsi di Magia Oscura per entrare nei
Portali…
- Beh, mi sembra di sì… - disse Lily.
- Sì, ma non possiamo andare a casa di tua zia… Siamo ad
Hogwarts, ed è appena cominciato l’anno scolastico. Non possiamo andarcene…
Magari la prossima estate…
- Sì, ma possiamo spostarci durante i fine-settimana… Quest’anno
possiamo andare ad Hogsmeade e da lì, con una passaporta, possiamo raggiungere
Milton, da miss Scott. Lì ci può venire a prendere Sskarr … - disse Lily.
Sskarr era uno degli elfi domestici di Mary MacDonald. Stava già
organizzando tutto… Mi dispiaceva rovinarle il progetto…
- C’è un piccolo problema: noi non siamo autorizzati ad
allontanarci da Hogsmeade… e ci possiamo andare solo per alcune ore. Non
riusciremo mai a spostarci, per giunta di nascosto, fino a MacDonald Castle e
ritornare in tempo… - le dissi.
- Non preoccupati, Peter… Ho un’idea anche per quello… - mi
disse sorridendo.
Sentii un brivido nella schiena… Cosa aveva intenzione di fare?
______________________________________
Nella prima settimana di scuola cominciammo a frequentare anche
le due materie facoltative che avevano scelto nel passato anno scolastico:
Divinazione (prof.ssa Sibilla Cooman) e Cura delle Creature Magiche (professor
Hagrid, ma, come detto, c’era in quel momento, come supplente, la prof.ssa
Caporal). Continuammo a seguire, naturalmente, le altre discipline: Astronomia
(l’insegnante era Aurora Sinistra, quella che mi avrebbe accompagnato in
Russia), Erbologia (Pomona Sprite), Incantesimi (Vitious), Storia della Magia
(Ruf, l’unico insegnante fantasma), Trasfigurazione (materia difficilissima, con
la insopportabile prof.ssa McGranitt) e Pozioni (in cui l’insegnante era,
naturalmente, il padre di Lily). Nuova insegnante era anche quella bizzarra
prof.ssa Umbridge che avevamo già visto durante il banchetto iniziale, e che ci
aveva anche annoiato con il suo fumoso discorso: avrebbe insegnato Difesa contro
le Arti Oscure, la mia materia preferita del passato anno scolastico; magari non
era noiosa come era sembrata e ci avrebbe proposto qualche nuovo incantesimo di
Difesa che potevamo utilizzare …
Le mie speranze subito scomparvero. Sebbene non fosse
particolarmente apprezzabile dal punto di vista estetico, soprattutto per i
vestiti (orrendi, da uovo di Pasqua) e la corporatura tozza, completata da una
voce sgraziata, questo passava in secondo piano di fronte all’odio mortale che
suscitò per il metodo “di insegnamento” proposto: dal primo giorno di lezione
ci fece mettere via le bacchette e cominciare a leggere, ognuno per suo conto,
il manuale. Dopo i primi dieci minuti di lettura silenziosa, cominciò a
manifestarsi una certa insofferenza.
- Professoressa, scusi, posso farle una domanda? - disse una
Tassorosso, Janet Cardigham.
- Dimmi, cara - fu la gentile risposta dell’insegnante, che
sorrideva come un grosso gatto quando vede un topolino.
- Quando faremo pratica? Non dico oggi… in generale… - continuò
Janet.
- Il prossimo anno, mia cara. Per quest’anno il nuovo programma
ministeriale prevede solo teoria. Ma è difficilissimo…. Dovrete imparare molte
nozioni…. - disse sorridendo l’insegnante.
Che noia! In effetti, anche nelle successive lezioni, la Umbridge
non si allontanò dal noiosissimo metodo proposto: leggere in silenzio il libro!
Non potevamo farlo da soli? Riceveva uno stipendio per la sola sua presenza
fisica alle lezioni?
Già dalle prime lezioni avemmo notizie, poi, che si era scontrata
con Harry Potter: raccontò tutto quello che era successo nella classe quinta
Padma Patil, che era, in quell’anno, prefetto della nostra Casa, insieme a
Anthony Goldstein, e aveva la sorella gemella in Grifondoro. Ci raccontò che
diversi ragazzi avevano criticato il metodo di lavoro della Umbridge, compresa
Hermione, e che la professoressa si era arrabbiata quando aveva sentito Harry
parlare della morte di Cedric attribuendola a Voldemort (in realtà lei disse
“Voi-sapete-chi”, ma Potter aveva pronunciato il nome), mentre quella specie di
insegnante aveva parlato di incidente. Insomma, Harry Potter era in punizione e
le lezioni in quarta erano di una noia mortale (cosa di cui non potevo dubitare,
dato che le nostre erano altrettanto noiose… stavo rivalutando le lezioni di
Storia della Magia, che, paragonate a quelle di Difesa, erano coinvolgenti e
brillanti…)
- Beh, Potter ha esagerato… e ha forse dei problemi, come dice la
Gazzetta - concluse Padma - … ma quella donna è un’arpia… è cattiva…
___________________________
Per fortuna a ravvivare un po’ le lezioni ci pensò la prof.ssa
Cooman che si presentò, il primo giorno in cui frequentavamo la sua disciplina,
in maniera alquanto bizzarra.
Ci recammo nella Torre Nord ed arrivammo con qualche minuto di
ritardo (si, confesso, c’eravamo fermati “a parlare” un pochino). Di corsa
salimmo la scala d’argento che introduceva, tramite una botola, alla stanza di
Divinazione e finalmente entrammo in una stranissima stanza circolare: già i
nostri compagni (una ventina di alunni, di tutte le Case) erano seduti su
poltroncine e sgabelli intorno a tavolini circolari ed erano… intenti a bere del
the, a quanto sembrava! Molto ospitale la professoressa!
Diedi un’occhiata all’arredamento: una strana luce rossastra
illuminava l’ambiente (dei veli rossi ricoprivano le lampade); una copiosa
quantità di legna bruciava sul camino; dovunque, sugli scaffali e negli armadi
aperti, si vedevano, sfere di cristallo ed altri oggetti magici…
- Oh, ecco i ritardatari di cui vi ho parlato - disse
l’insegnante. Non l’avevo mai vista in Sala Grande: alta e magra, aveva due
grossi e spessi occhiali che in quel momento ci stavano puntando e, sul suo
corpo, muovendosi, tintinnavano catene, collane e braccialetti. Si era anche
messa uno scialle di seta azzurro intorno al capo.
- Come vi dicevo - disse al resto della classe - il mio Occhio
interiore mi aveva avvertito che due ragazzi sarebbero arrivati in ritardo…
Oddio, ci sarei arrivato anch’io: bastava sapere il numero degli
alunni della classe e contare quanti erano arrivati….
- … e che avrei rispiegato tutto un’altra volta. Su, ragazzi,
andate a sedervi nel posto libero…
Ci sedemmo in un tavolino in cui c’erano solo Astoria Greengrass
(Serpeverde) e Frank Adam (Grifondoro), che salutammo con un cenno del capo.
Sorbimmo quindi la spiegazione di quello che dovevamo fare con le
foglie di the, o meglio con i fondi, che avremmo dovuto versare nel piattino e
interpretare. Ognuno naturalmente doveva analizzare quella del vicino e a me
toccò quella di Astoria… a me sembrava un mucchietto di fogliette bagnate… non
riuscivo a capire cosa volessero dire.
- Oh, interessante! - disse la prof.ssa Cooman, apparsa dietro di
me. In effetti aveva un po’ l’aria di un grosso pipistrello che si muoveva,
svolazzando le ali, per la stanza… ora stava guardando i fondi delle quattro
tazze, contemporaneamente - Farete un bel viaggio insieme... vi vedo vicini,
insieme … ecco, lei è sdraiata nel suo letto al buio e ha paura… e tu ti
avvicini… sarà molto contenta del tuo arrivo…
Beh, anche io avrei capito che tra me e Lily c’era del tenero… se
non altro perché erano due anni che tutti ne parlavano… e poi eravamo arrivati
(in ritardo) insieme. Ma alludere al letto era molto indelicato! Certo, prima o
poi ci sarebbe stato, ma neanche ci pensavamo! (Oddio, io forse qualche volta).
Ma quello che disse dopo mi spiazzò: - Voi due - e prese la mano mia e di
Astoria (!) - passerete una magnifica avventura insieme, che ricorderete per
tutta la vita! - e ci unì le mani.
Ci guardammo sconcertati e subito le separammo, come se avessimo
toccato il fuoco, guardandoci sconvolti. Ma che cosa stava dicendo? Ma come si
permetteva? Il letto? Ma era pazza!
________________________
- Allora preferisci la Greengrass a me! - disse con la faccia
apparentemente seria Lily, una volta usciti da quella bizzarra lezione. - Vuoi
andare a letto con lei!
- Non lo so… non l’ho mai baciata… - dissi scherzando, chinandomi
su di lei e strappandole un bacio.
- Porco! Tutti uguali i ragazzi! - disse, anche lei ridendo. Ci
baciammo ancora.
- A me sembra un’impostora, quella tipa - le dissi, poi, serio.
- Sembrerebbe - mi disse Lily, anche lei diventata seria. - Ma,
ad essere sincero, le profezie possono essere interpretate in vario modo: magari
vuol dire qualcos’altro, anche se non so cosa. Magari lei sarà bloccata sul
letto da qualche maledizione oscura e tu le salverai la vita… lo so, che mi vuoi
bene…
Beh, uno dei pochi vantaggi ad avere una morosa legilimens era
che poteva accorgersi che non mentivo… Il limite è che non potevo nasconderle
niente
- Certo, io salvo la vita tutti i giorni a tante persone… - le
dissi, scherzando.
- Beh, tua sorella l’hai salvata, l’anno scorso… - continuò Lily.
Poi smettemmo di parlare e non pensammo più a quella buffa profezia.
Ci vediamo sabato con il nuovo capitolo (Due
giorni fuori Hogwarts). Il solito ringraziamento a Barbie_Ettelanie_91 e ad
ace95 per la gentile recensione. Un abbraccio a tutti. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Due giorni fuori Hogwarts ***
Capitolo 4
Due giorni fuori Hogwarts
Gli alunni Lily Anderson e Peter O’Neil, terzo anno, Corvonero,
sono autorizzati ad allontanarsi da Hogwarts dal giorno 4 ottobre al giorno 5
ottobre per motivi familiari. Firmato: Severus Piton
Ero esterrefatto. Come era riuscita Lily ad ottenere
l’autorizzazione da suo padre per permetterci di lasciare Hogwarts?
- Mi devi spiegare come hai fatto, Lily - le dissi - Come sei
riuscita ad ottenere il permesso da tuo padre?
Che il professor Piton ci autorizzasse a lasciare la scuola e a
pernottare addirittura fuori, mi sembrava più che irreale. Non mi sarei mai
aspettato un colpo di scena del genere! Come era riuscita Lily ad ottenerlo?
Aveva forse falsificato la firma?
- Beh, mi ha aiutato Cain - mi spiegò Lily - che ha inviato un
gufo ai suoi genitori. Da tempo mio padre cerca di entrare in possesso di un
importante libro di pozioni, sulle virtù curative della Pietra di Luna, scritto
da un astruso mago del Seicento, di cui esiste una copia nella Biblioteca di
MacDonald Castle… Tu sai che lui non può andare lì di persona per via di un
potentissimo incantesimo escludente che il padre di zia Mary ha fatto contro di
lui… Mia zia glielo avrebbe duplicato, ma la biblioteca è proprietà di tutti i
MacDonald, e quindi zia Mary non può, senza l’accordo di tutti, fare quella
operazione… Cain però ha insistito con suo padre, alludendo alla possibilità che
ciò abbia un benefico influsso sulla sua media in Pozioni (cosa di cui dubito,
dato che non è la sua materia preferita). Quindi ora tutti sono d’accordo e zia
Mary, prima di partire per la Transilvania (ha dei problemi con i possedimenti
di famiglia in quella regione… la solita rivolta dei vampiri, se non ho capito
male) ha preparato la copia… e io mi sono offerta di andare a prenderla,
piuttosto che farla portare da uno degli elfi (naturalmente trasfigurato)… sai,
fanno una grande confusione quando devono vagare nel mondo babbano… infatti il
libro non può essere trasfigurato, smaterializzato o teletrasportato per un
potente incantesimo di limitazione fatto secoli fa sull’intera biblioteca… si
può solo spostare fisicamente la copia senza passaporte o altri orpelli magici,
pena la distruzione della copia stessa… Al ritorno quindi dobbiamo prendere i
normali mezzi di locomozione babbani. A mio padre poi ho detto che sarei
andata volentieri per vedere Aileen e i vari animaletti… ma anche che non me la
sentivo di andare da sola… Non so se mio padre abbia creduto a tutto… secondo
me, pensa che sia una scusa per passare un po’ di tempo con te… ma di te, in
fondo si fida e, in fondo gli sei simpatico, e sa che non attenterai “alla mia
virtù” - e qui sorrise maliziosa- … e sicuramente teme di più farmi andare da
sola… inoltre desidera troppo quel libro… che completerebbe un suo saggio sulla
Pietra di Luna che vuole pubblicare… Così ha acconsentito!
Non avrei mai immaginato il padre di Lily che mi considerasse “in
fondo” simpatico. Ma mi stupiva soprattutto che mi avesse concesso di rimanere
fuori per due giorni con la sua adorata figlioletta. Che mi avesse fatto qualche
fattura oscura per impedirmi di avvicinarmi a lei?
- Sei geniale, Lily - le dissi - Questo non me lo sarei mai
aspettato!
Il sabato dopo quindi, fatto vedere il permesso ad un
sospettosissimo Gazza, uscimmo, nella prima mattinata, dopo colazione, per
andare nel castello dei MacDonald. Non ci fu nessun problema nel viaggio di
andata: giungemmo tranquillamente all’ufficio postale, dove, con una passaporta,
passammo velocemente a casa della signora Scott, a Milton. Qui ci aspettava
Sskarr che, efficiente come sempre, ci portò subito al Castello. Qui trovammo,
gentilissime e pronte ad accoglierci, la cugina di Mary, Judith MacDonald, con
la figlia, Aileen Montague, di dieci anni, che subito si buttò tra le braccia di
Lily. Le due si volevano molto bene, si vedeva benissimo. Poi Judith MacDonald
mi salutò cordialmente (mi aveva visto l’anno precedente) e mi chiese se andava
tutto bene ad Hogwarts.
- Sì, certo - dissi - Siamo venuti a prendere un libro per il
prof. Piton e a consultare la biblioteca…
- Sì, Judith - disse Lily - Zia Mary mi ha dato il permesso, se
tu sei d’accordo… dovremmo controllare alcuni testi per una ricerca che
dobbiamo fare…
- Certo, Lily. Puoi consultare tutte le opere che vuoi, lo sai -
disse Judith MacDonald.
La piccola Aileen aveva fatto la faccia contrariata.
- Ma questo più tardi! - disse Lily - Ora devo fare una bella
chiacchierata con Aileen. Mi fai vedere i tuoi ragnetti?
Oh, mio Dio. Il cugino raccoglieva serpenti (chiusi
opportunamente, per fortuna, in gabbie magiche)… decisamente inquietanti. La
piccola “collezionava” ragni… C’era da preoccuparsi?
Passammo il resto della giornata con Aileen che il sabato non
aveva scuola e stava tutta sola nel castello, in compagnia degli adulti o degli
elfi che, per quanto fossero gentili, non erano proprio una grande compagnia
(desideravano solo lavorare). Passammo pertanto la mattinata girando con Aileen
nelle sale del Castello e visitando tutti gli animali (effettivamente aveva una
bella “collezione” di ragni e scorpioni, di tutte le dimensioni e
pericolosità…), compresi i Thestrall, che naturalmente (per fortuna) non
riuscivamo a vedere.
A pranzo mangiammo con Aileen e i suoi genitori. Poi, nel
pomeriggio, quando non c’era più la piccola (che era uscita con i genitori), ci
recammo finalmente in biblioteca, dove potemmo finalmente studiare il
De obscuris portalibus.
Come avevo già visto l’anno precedente, la biblioteca era
organizzata intorno ad un pozzo centrale ottogonale, che si alzava, dal piano
terra, fino al sesto piano; varie stanze, ognuna delle quali piena di libri
(magici o babbani), si affacciavano sul cortiletto centrale. Il libro si trovava
al quarto piano, nella sezione contenente i “lavori di famiglia” dei MacDonald:
vi si accedeva attraversano un grande quadro, che rappresentava la biblioteca
stessa, pronunciando la formula Aperio. Scavalcata la cornice, ci
dirigemmo verso una scaffalatura in basso.
- Qui ho visto la traduzione del libro di Pittus, ma non l’ho
ancora letto - mi disse Lily.
Subito lo prendemmo. Il De obscuris portalibus, tradotto
in inglese da Lucius MacDonald, nonno di Mary, era una vera miniera di
informazioni: spiegava che esisteva una rete di portali, che conducono ad un
luogo misterioso, appunto Inferorum Silva. I portali erano stati
costruiti per permettere, come aveva detto Silente, l’arrivo di maghi britannici
ed europei in un’ampia vallata coperta di foreste, circondata da montagne
inaccessibili, al cui centro si trovava una collina, che aveva, sulla sommità,
“il palazzo”, una piccola costruzione circondata da decine di portali, grazie al
quale i vari maghi giungevano. Il tutto era stato costruito dal mio antenato
psicopatico, Abraxas Onellius, per la “caccia al babbano”, attività “esecrabile
ma molto diffusa nei secoli passati”, come diceva Pittus.
Il libro quindi confermava completamente il discorso del Preside.
Presentava inoltre un lungo elenco delle località in cui si trovavano i portali,
con parecchi nomi inglesi, tra cui c’era anche Hogwarts, e parecchie località
europee, dalla Spagna alla Russia. Naturalmente mancavano del tutto le
informazioni più recenti (distruzione dei portali, chiusura degli altri), né
venivano date informazioni, se non generiche (ogni portale viene oltrepassato
da un mago con una formula magica oppure per diritto di sanguine, cioè,
avevamo capito, perché discendente del creatore del portale) su come
attraversare i singoli portali, né veniva spiegato come individuare quello
nascosto ad Hogwarts, che il preside Dippet aveva ben dissimulato. Conveniva
aspettare gennaio e ragionare sulle informazioni che mi avrebbe fornito
quell’insegnate a Durmstrang? Ce ne andammo, pertanto, nelle nostre camere: io
ero sollevato (nessuna avventura rischiosa per l’immediato!), Lily un po’
delusa… dovevo rilassarla! Ci rifugiammo nella camera di Lily… Era sempre piena
di foto e pupazzetti, ma questa volta, sul comodino, c’era una nostra foto
insieme, che avevamo fatto l’anno precedente ad Hogwarts. Cominciammo a limonare
(solo un pochino)… finalmente un po’ di “relax”. Ma, poco dopo, sentimmo bussare
alla porta. Era Aileen con grandi novità: - Lily! Peter! Ho un nuovo scorpione!
Andiamo a cercargli una bella gabbia?
Così abbandonammo la piacevole occupazione e ci dedicammo ad
un’altra, completamente diversa. Appena sistemato lo scorpione, era ora di cena,
che facemmo insieme ai familiari di Aileen e agli altri membri del “clan” che,
nel frattempo, ci avevano raggiunti: Katye MacDonald (la sorella di Mary), Grog
(il marito) e Sybille (la bimbetta, che, dall’anno precedente era cresciuta e si
divertiva a rincorrere gli elfi). Infine, dopo aver giocato un po’ con la
piccola Sybille, andammo a dormire nelle nostre camere (ognuno nella sua,
naturalmente!). Il giorno dopo saremmo dovuti tornare ad Hogwarts con il libro,
che aveva già preparato Judith, … e con i normali mezzi babbani (autobus di
linea e, nell’ultimo tratto, a piedi). Non era infatti possibile utilizzare
passaporte per non danneggiare l’integrità della copia… e se avessimo portato al
prof. Piton una copia danneggiata, non so cosa mi avrebbe fatto…
_________________________________________
Per Ordine dell’Inquisitore Supremo di Hogwarts
Tutte le organizzazioni, società, squadre, gruppi e circoli di
studenti sono sciolti a partire da questo momento. Per organizzazione, società,
squadra, gruppo o circolo si intendo l’incontro regolare di tre o più studenti.
L’autorizzazione alla ricostituzione può essere richiesta all’Inquisitore
Supremo (professoressa Umbridge). Nessuna organizzazione, società, squadra,
gruppo o circolo può esistere senza previa conoscenza e approvazione
dell’Inquisitore Supremo. Qualsiasi studente che costituisca, o appartenga, a
un’organizzazione, società, squadra, gruppo o circolo che non siano stati
approvati dall’Inquisitore Supremo sarà espulso.
Quanto sopra ai sensi del Decreto Didattico Numero Ventiquattro.
Hogwarts, 7 ottobre 1995
Dolores Jane Umbridge, Inquisitore Supremo
Leggendo il Decreto Didattico n. 24, affisso in tutte le case, mi
accorsi che avevo perso qualcosa: fosse stata per la “gita” a MacDonald Castle o
per l’ “attività” che io e Lily facevamo, quando possibile, avevo dimenticato
quanto cominciasse a diventare preoccupante l’attività ad Hogwarts della noiosa
prof.ssa Umbridge, che era stata nominata “Inquisitore Supremo” qualche
settimana prima, poco dopo l’inizio delle lezioni. La persona era francamente
ridicola (abbigliamento soprattutto), ma il modo in cui insegnava Difesa era
addirittura scandaloso; ora mi accorgevo che poteva essere anche pericolosa,
molto pericolosa…
- Preoccupante, cosa dici, Lily? - le chiesi, mentre, insieme ad
altri ragazzi, leggevamo il Decreto.
- Sì, lo immaginavo. Il Ministero vuole controllarci e ha mandato
qui quella specie di insegnante - convenne Lily -. Penso che voglia contribuire
a screditare Harry Potter e il prof. Silente.
- Screditare? - dissi, frastornato. Sì, è vero, ero rimasto un
po’ fuori dagli ultimi avvenimenti, ma bisogna considerare che non avevo mai
letto nei mesi precedenti la Gazzetta del Profeta (che, seppi da Lily, da un
pezzo conduceva una campagna diffamatoria contro Harry e il nostro Preside) ed
ero stato occupato ad analizzare i miei sentimenti, oltre naturalmente,
impegnato a seguire Lily in tutti i suoi progetti di salvare il Mondo Magico. La
politica inglese, da bravo irlandese, francamente non mi interessava troppo. Ma,
per fortuna, avevo Lily che mi aggiornò su tutto, compresi gli ultimi sviluppi
avvenuti nell’ultima uscita ad Hogsmeade.
- Ho saputo che Hermione e Hanry stanno organizzando
un’associazione per allenarsi, provare gli incantesimi, per essere pronti
all’azione, dato che Difesa viene portata avanti da quella specie di insegnante
in modo scandaloso, quest’anno. Si sono visti, domenica scorsa, quando noi
eravamo in viaggio, in un pub di Hogsmeade per accordarsi. C’erano diversi
ragazzi di tutte le case… tranne le Serpi, naturalmente, che sembra parteggino
apertamente per l’Inquisitore Supremo - mi disse.
- E tu come l’hai saputo? - le chiesi. In effetti nel mondo
magico si sa sempre tutto di tutti, ma la notizia sarebbe dovuta rimanere
segreta, pensavo, per non allarmare la Umbridge…anche se con scarsi risultati, a
quanto vedevo.
- Ne parlavano, sottovoce, Marietta e Cho… e non mi sono
trattenuta dal leggere la mente delle due… però non si sono accorte di niente,
ho intavolato un discorso innocuo e dato un’occhiata ai loro ricordi - confessò
Lily con una buffa faccia che faceva quando aveva fatto qualche marachella…
- Delle volte mi spaventi…. Fai lo stesso con me, vero? - chiesi,
un po’ preoccupato, ma anche divertito (sapevo che lo faceva abitualmente):
aveva una faccia fintamente contrita, particolarmente buffa.
- Sempre, ma poi vedo che cosa vorresti fare con me… e mi
allontano inorridita - mi disse, spalancando gli occhi. Oddio, stava scherzando?
- Ok, vorrà dire che d’ora in poi entro in convento e non ti do
più neanche un bacetto… - continuai
- Non provarci neanche, O’Neil. Sai che conosco un sacco di
fatture che mi ha insegnato mio padre e devo sperimentarle su qualcuno…
Dopo una pausa, occupata nel fare quello che avevo minacciato di
non fare più, riprendemmo il discorso.
- Allora la Umbridge l’ha scoperto e ha preso le contromisure.
Converrà dare una mano ai nostri amici? - dissi sottovoce a Lily.
- La stanza delle necessità? - propose.
- Beh, per noi è stata essenziale, l’anno scorso. Potrebbe esser
utile anche ad Harry - concordai.
- Ma glielo diciamo direttamente? - chiesi - Si chiederebbero
come facciamo a sapere che hanno intenzione di fondare un’associazione illegale
e clandestina…
- Magari tramite qualcuno…- poi illuminandosi - Quell’elfo buffo,
quell’elfo con tutti i cappelli in testa e i calzini ai piedi…
- Chi, Dobby? - chiesi. Era uno dei gentilissimi elfi che ci
rifornivano di panini e polpette quando andavamo al Lago Nero dalla Piovra
Gigante. Ci aveva colpito per il bizzarro abbigliamento e, chiestogli il motivo,
aveva risposto che raccoglieva tutti i vestiti che Hermione Granger lasciava
nella Casa di Grifondoro pensando di far cosa gradita agli elfi (che però
trovavano sconveniente accettarli, dato che la loro più grande felicità era
servire i maghi e, con i vestiti, sarebbero stati liberi). Aveva poi parlato di
Harry e di come lo conoscesse bene.
- Sì. Nel caso in cui Harry gli chiedesse se conosce un posto…
sicuramente ci penserebbe da solo, ma è opportuno forse metterglielo in mente…
Così, in cucina, il giorno successivo, visto Dobby, lo fermammo,
gli chiedemmo i soliti cibi (che lui subito, gentilmente, ci fornì) e
intavolammo il discorsetto.
- Ci hai portato tantissimo cibo, Dobby - disse Lily - e ti
ringrazio. Dovremmo chiederti anche un altro piacere: domani è il compleanno di
una nostra cara amica, ma non posso scendere nelle cucine. Non è che potresti
darmi una torta oggi? Magari la potrei mettere nel frigorifero della Stanza
delle Necessità…
- La signorina Lily conosce la Stanza delle Necessità? - chiese
incuriosito l’elfo.
- Certo! - rispose Lily - Ci ha spiegato come raggiungerla,
l’anno scorso, Gyngyl. Ci è stata utilissima per allenarci al combattimento. Ci
serviva proprio una stanza dove provare i vari incantesimi difensivi e di
attacco, senza che qualche insegnante se ne accorgesse…
- Certo, - disse il gentile elfo - porto subito una buonissima
torta…
Un paio di settimane più tardi vedemmo confabulare tra loro Cho e
Marietta, che si allontanarono, subito dopo cena, dalla Sala Comune di
Grifondoro. Vedemmo poi allontanarsi Padma e Anthony Goldstein (i prefetti),
Michael Corner e Terry Steevel e, per ultima, Luna Lovegood. Troppe assenze. Ci
guardammo, avevamo avuto la stessa impressione. Ci spostammo fuori dalla Sala
Comune e poi ci materializzammo nel solito stanzino delle scope contiguo alla
Camera delle Necessità…. Vedemmo, da una fessura della porta, un nutrito gruppo
di Grifondoro, Corvonero e Tassorosso, guidati da Harry, Hermione e Ron, entrare
nella Stanza… Beh, avevano trovato finalmente il locale di cui avevano bisogno.
- Missione compiuta! - dissi - Ora però ne ho un’altra…
- Quale? - chiese Lily
- Non ho mai baciato nessuna ragazza in uno stanzino delle scope…
___________________________________
Alla lezione di Pozioni successiva al nostro rientro, mentre
stavo uscendo, mi sentii chiamare. Era il professor Piton.
- O’Neil. Puoi fermarsi un attimo?
Trasalii. Cosa voleva? Non avevo più visto il padre di Lily dopo
la nostra uscita a MacDonald Castle… che mi volesse ringraziare per aver
accompagnato la figlia a prendere il libro, pensai (illudendomi per un secondo).
- Certo, professore. Arrivo - dissi subito, staccandomi da Lily.
- Questa sera, vorrei vederti alle 6.00 nel mio studio, da solo -
mi disse, gelido, solamente, sottolineando le parole “da solo”.
- Va bene, professore. Ci vediamo questa sera - dissi.
Cosa voleva? Anche Lily era perplessa.
- Quando gli ho portato il libro, mio padre mi sembrava molto
strano - mi disse - Ha intavolato discorsi strani sulla necessità di tutelare
la mia sicurezza… non l’ho capito, veramente… Mi raccomando, Peter, lui non sa
niente, né di anelli, né di Inferorum silva, né sa che conosco la
profezia che mi riguarda… e neanche tu la sai, naturalmente… non tradirti, mi
raccomando!
- Non preoccuparti, Lily - confermai - negherò tutto. Purché non
usi il Veritaserum…
- No, non lo farebbe mai… - ma poi aggiunse - …almeno per ora…
E con quest’ultima affermazione non fece altro che mettermi in
corpo una grande agitazione…
Ci vediamo mercoledì con il quinto capitolo (Colloquio
con Severus Piton). Il solito ringraziamento a Barbie_Ettelanie_91 e ad ace
95, a cui faccio anche i miei complimenti per l’attenzione nella lettura (hanno
entrambi individuato una mia inesattezza nel precedente capitolo)!!!
Un abbraccio a tutti. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Colloquio con Severus Piton ***
Capitolo 5
Colloquio con Severus Piton
Insomma, come Dio volle, alla fine arrivarono le 6.00 del
pomeriggio e mi recai, non senza una certa apprensione, nello studio del
professor Piton, da solo. Ero “un po’” agitato…
- Entra pure, O’Neil - sentii dire, dopo che avevo bussato.
Entrai e chiusi la porta. Il padre di Lily stava armeggiando con
non so quale vasetto contenente, sotto spirito, non so quale orrenda creatura.
Rabbrividii, non so se per il ribrezzo provocato dal mostriciattolo o per la
paura di doverlo affrontare.
- Scusami un attimo - disse, allontanandosi dal suo lavoro e
prendendo la bacchetta - lancio un incantesimo di protezione, per non far
sentire quello che ci diciamo agli altri… e soprattutto a mia figlia, se è nelle
vicinanze… anche se poi lo verrà a sapere da te, immagino. Conosci l’incantesimo
Muffliato, no?
In una frazione di secondo pensai alla risposta… Cos’era, un
tranello? Cosa dovevo rispondere? “Sì, lo conosco, lo usiamo qualche volta” o
era meglio negare tutto? Lily l’aveva imparato dal padre… o l’aveva letto in
qualche suo libro (il professor Piton, a quanto mi aveva detto Lily, aveva
l’abitudine di scribacchiare incantesimi nei bordi dei libri che leggeva…): non
mi ricordavo cosa mi aveva detto. Poi pensai che probabilmente sapeva che
l’usavamo… e che potevo giustificarne la conoscenza con il desiderio di privacy
(che fossimo fidanzati lui e gli altri lo immaginavano ben prima che lo fossimo
veramente) e pertanto affermai semplicemente (naturalmente feci tutto il
ragionamento in una frazione di secondo): - Sì, lo conosco.
Poco dopo, fatto l’incantesimo, mi fece sedere su una delle sedie
davanti alla sua scrivania e, postosi anche lui seduto, cominciò: - O’Neil, ti
chiederai perché ti ho chiamato, da solo… Beh, per rispondere ad una sola,
semplice domanda. Guradami negli occhi…Cosa sta macchinando mia figlia?
Oddio, ero finito. Sospettava qualcosa. Avevo i suoi occhi
puntati addosso. Per fortuna non poteva leggere i miei pensieri. Era un
legilimens potentissimo, lo sapevo, e mi avrebbe potuto rivoltare come un
calzino, ma tutti i ricordi riguardanti Lily, che era una mezza “respingente”
erano diversamente codificati, mi aveva spiegato la mia ragazza, e quindi
irraggiungibili da parte di chiunque, anche del padre. Ero al sicuro… ma cosa
dovevo rispondere?
- Non so a cosa si riferisce, professore…. Stiamo insieme…siamo
fidanzati… ci vogliamo bene… come lei sa… ma Lily non macchina niente… che io
sappia… - dissi, mentendo spudoratamente. Se avesse saputo tutto quello che
avevamo fatto negli ultimi due anni, sono sicuro che mi avrebbe messo sotto
spirito in uno di quei vasetti insieme ai suoi mostriciattoli…
- O’Neil, non sono stupido. Vi muovete un po’ troppo
furtivamente, da un po’ di tempo. Per quanto ne so, mia figlia si aggira un po’
troppo per Hogwarts in tua compagnia, e la vostra uscita a MacDonald Caste, “per
farmi un piacere”, per prendere un libro per me, non mi ha proprio convinto,
anche se l’ho assecondata… - continuò, guardandomi fisso.
- Beh - aggiunsi, cercando di coprire la volontà di Lily di
salvare il Prescelto e il Mondo magico con la nostra storia sentimentale -
stiamo molto bene insieme.. e parliamo molto… ma non parliamo sempre… delle
volte ci ba…
Ma qui mi fermai e diventai, penso, tutto rosso, dato che mi
accorsi che la frase poteva risultare ambigua… e potevo far arrabbiare il
professor Piton: sapere che sua figlia limona in luoghi appartati con un ragazzo
poteva anche non essergli completamente gradito… e questo forse mi salvò, perché
il mio comportamento impacciato fu interpretato da Piton come la mia volontà di
nascondere i miei sentimenti di innamorato… non la prova che ero il complice di
una figlia incosciente e scapestrata…
- Quindi siete andati a MacDonald insieme solo per parlare … - mi
disse, fissandomi negli occhi, e sottolineò l’ultima parola.
Beh, a quel punto dovevo fargli credere che le nostre uscite
fossero solo legate all’innamoramento, e così improvvisai: - No, siamo andati a
prendere il suo libro… ma, in realtà, volevamo stare insieme… non è che parliamo
sempre… delle volte, cioè, abbiamo altre… attività… però senza esagerare troppo,
glielo assicuro… e ci piace stare insieme anche a parlare… perché io voglio bene
a sua figlia e lei vuole bene a me… Ma non farei niente… di eccessivo…. cioè…
non so se mi capisce… io però non l’ho mai pensato… Oddio, l’ho pensato… ma non
l’ho fatto…
Ero così patetico che dovevo suscitare anche una certa
comprensione umana (speravo); cosa che non avrei ottenuto se fossi passato per
il complice che collabora con la figlia nel rischiare anche la vita per chissà
quali presuntuosi obiettivi, tra anelli magici, libri proibiti e profezie
oscure…
Davanti al mio evidente imbarazzo e al mio ridicolo discorso, il
professor Piton ebbe (evidentemente) un attimo di pietà e: - Va bene, O’Neil, ti
credo. - disse. Poi cambiò discorso: - Lo sai perché Lily non ha il mio cognome?
Effettivamente non sapevo il motivo preciso. Lily mi aveva solo
parlato di alcuni seri motivi, che forse neanche lei conosceva interamente. Del
resto neanche zia Mary e sorella erano sposate, ma convivevano con i rispettivi
compagni: era forse un’abitudine scozzese? In Irlanda tutti rigorosamente si
sposano. Dissi che lo ignoravo.
- Per proteggere lei e sua madre da persone che mi vorrebbero
fare del male… e non esiterebbero a farlo alle persone a cui voglio bene se
sapessero chi sono. Potrebbero catturarle, violentarle, ucciderle: sono persone
spregevoli con cui in passato mi sono scontrato e che hanno promesso di farmela
pagare. E’ indispensabile pertanto che nessuna conosca il nostro rapporto di
parentela, questo l’hai già capito e so che posso contare sulla tua discrezione.
Mi darai una mano a proteggerla, O’Neil?
Beh, anche io volevo bene a Lily e desideravo proteggerla.
- Certo, professore. La sicurezza di Lily sta a cuore anche a me,
veramente - gli dissi, con franchezza.
- Va bene, ora va’ - mi disse - e racconta pure tutto a mia
figlia… Tanto leggerebbe subito i tuoi pensieri... Non t’invidio, O’Neil: dovrei
darti qualche lezione di occlumanzia per proteggerti dalla sua curiosità… ma non
so come la prenderebbe Lily se le impedissi di curiosare nella tua mente… -
disse con una specie di ghigno.
Lo salutai e me ne andai. Mi tremavano ancora le gambe. Era stato
più difficile affrontare il Troll o il professor Piton?
- Conviene stare tranquilli per un po’ di tempo - convenne Lily,
quando le raccontai tutto - Tanto siamo ad un punto morto… almeno finché tu non
vai a Durmstrang a sentire quella professoressa. Così anche mio padre cesserà di
insospettirsi sul mio comportamento…
- Dobbiamo trovare un’occupazione che ci riempi il tempo libero,
però - dissi, alludendo…
E Lily, sorridendomi: - Non mi dispiace quello a cui stai
pensando… Come occlumante non vali molto… ma hai altre qualità…
________________________________
Un paio di settimane dopo andammo ad una partita di Quidditch.
Non è che ci interessasse troppo (in effetti io ero una schiappa nel volo e non
avevo mai giocato a quello sport: sì, lo so, l’Irlanda è una delle squadre più
forti alla Coppa del Mondo, ma io facevo evidentemente eccezione) e, negli anni
precedenti, impiegavamo generalmente le ore in cui tutti andavano a vedere le
varie partite a cercare qualcosa di proibito nei sotterranei del castello. Ma
non potevamo mancare, quell’anno a quella partita, dato che Aileen, l’amichetta
di Lily, ci aveva parlato, nel nostro ultimo incontro, di suo cugino, Kain
Montague, che era capitano della squadra scolastica di Serpeverde. Ci aveva
fatto praticamente promettere che saremmo andati a vederlo e avremmo tifato per
lui; inoltre avremmo dovuto avvisarla, via gufo, di quello che sarebbe successo!
La prima promessa non era difficile da mantenere; più difficile la seconda,
anche perché le Serpi, in generale, sono piuttosto scostanti e antipatiche.
Tuttavia un sobrio appoggio, senza clamori e senza effervescenze, poteva essere
anche accettato. Poi Lily avrebbe inviato una bella letterina, via Occhialuto,
ad Aileen Montague.
Non so cos’abbia scritto poi Lily in quella lettera. Se doveva
trovare qualcosa di simpatico da raccontare ad Aileen, forse se lo sarà
inventato: i componenti delle due squadre (cugino compreso) si odiavano e furono
tantissimi i colpi scorretti dall’una e dall’altra parte. Alla fine vinsero i
Grifondoro (malgrado la pessima prestazione di Ron Weasley, l’amico di Harry,
che ricopriva il ruolo di portiere, ma che sembrava negato più di me per il
Quidditch), ma la rissa successiva alla fine della partita fece scattare un
provvedimento francamente eccessivo della Umbridge: sia Harry, sia i gemelli
Weasley furono squalificati “a vita” dai campionati studenteschi di Quidditch.
Qualche giorno dopo, incontrai Hermione, Harry e Ron, che si
stavano spostando in biblioteca e gli attestammo tutta la nostra solidarietà.
Ron diventò rosso, pensando alla sua penosa prestazione.
- Grazie, ragazzi - disse Harry, fermandosi un attimo a parlare -
siete sempre gentili. Peccato che non tutti siano come voi.
- Non devi piacere a tutti, Harry - disse Lily, molto saggiamente
- ma a te stesso. Solo così potrai essere un modello per gli altri, come del
resto sei. Per molti, credimi.
- Ehi, che belle parole! - Intervenne Hermione - Sei fortunato,
Peter, ad avere una ragazza così carina e così intelligente.
- Sì, è vero… - concordai. In quel momento passarono Cho e
Marietta. La prima volse lo sguardo sul nostro gruppo. Mi girai verso Harry: la
stava fissando, e un grande sorriso era stampato sul suo volto. Se non mi
sbagliavo, c’era qualcosa tra quei due…
_______________________________________
Novembre e dicembre passarono in un lampo, tra lezioni, compiti e
altre sane occupazioni (quest’ultime naturalmente più piacevoli). A Novembre
riuscimmo anche ad andare ad Hogsmeade: gironzolammo un po’ per il paese
guardando i negozi, poi ci infilammo in un piccolo delizioso pub dove
generalmente si recavano le coppiette…. Peccato che a Lily venissero in mente in
continuazione balzane idee su come raggiungere quel “Bosco degli Inferi”. I
propositi di stare tranquilla per un paio di mesi, fino al mio ritorno da
Durmstrang, per non far insospettire suo padre, erano durati un paio di
settimane. Poi aveva cominciato ad elaborare nuovi piani per esplorare non so
quale parte dei sotterranei che, secondo lei, contenevano il portale… Io facevo
fatica a contenere la sua esuberanza.
E dovetti anche controllare la mia, ma in un altro campo. Lily,
ormai lo sapevo, non aveva paura di niente… tranne dei temporali e dei fulmini.
Mi aveva raccontata che una volta, da piccola, si era persa in non so quale
posto ed era uscita fuori all’aria aperta cercando disperatamente la madre.
Proprio in quel momento era scoppiato un fortissimo temporale e quell’esperienza
l’aveva traumatizzata. Un paio di volte, tra novembre e dicembre, me la
ritrovai, pertanto, letteralmente, nel mio letto. Per fortuna il dormitorio di
Corvonero prevede una forte privacy e, tra un letto e l’altro, c’erano armadi e
librerie che toglievano la visuale. Senza contare che ogni letto era su un
baldacchino che poteva essere isolato con tende e cortine. Anche l’anno
precedente, quando eravamo solo amici, si infilava nel mio letto, dove poteva
dormire tranquilla, vicino a me. Sì, non sarebbe dovuta venire… e alcuni
incantesimi impedivano teoricamente alle ragazze di entrare nel dormitorio dei
ragazzi (e viceversa), ma Lily non era legata agli incantesimi magici sia perché
mezza respingente, sia soprattutto perché si materializzava nel mio letto grazie
alla magia dell’anello (che, essendo impregnato di magia “antica”, non era
condizionabile da quella “tradizionale”)…
- Posso dormire con te, Peter? Lo sai, ho paura… - mi diceva.
Le avrei detto di no? Il buio assoluto garantiva una grande
privacy. Ma io non ero di ferro e faticavo a dormire mentre lei si trovava,
vicino a me, sotto le coperte, e mi abbracciava… In effetti Lily subito si
tranquillizzava. Non io che sentivo il suo corpo non lontano dal mio, il suo
respiro, il suo profumo… Insomma, in quelle occasioni dormivo poco e male e,
alla mattina, mi svegliavo stanchissimo, dopo aver riposato forse un paio d’ore…
_________________________________
In effetti mi
sembra un po’ pericoloso… Dovrebbero stare un po’ più attenti! Appuntamento a
sabato con il prossimo capitolo (Preparativi per la partenza). Il solito
ringraziamento a
Barbie_Ettelanie_91 e ad ace 95 per la graditissima recensione. Un abbraccio a
tutti. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Preparativi per la partenza ***
Capitolo 6
Preparativi per la partenza
A metà dicembre, prima delle Vacanze, ci preparammo per la
partenza per Durmstrang (i miei avevano naturalmente autorizzato il viaggio,
come i genitori degli altri tre ragazzi). Saremmo partiti durante le vacanze
di Natale e avremmo pertanto perso soltanto due/tre giorni di scuola.
Pensavo che Lily avrebbe avuto qualche problema per la mia partenza… magari
le sarei mancato… tutt’altro, era elettrizzata per le possibilità che si
aprivano alle sue convinzioni di salvare il Mondo magico!
- Mi spiace solo di non poter andare personalmente a
Durmstrang - diceva - In effetti ci sarebbe stato il rischio che mia madre e
zia Mary… per non parlare di mio padre, che l’avrebbe subito saputo… mi
bloccassero prima di partire… Sono capaci di tutto! Pensano di chiudermi in
un’urna, in una stanza protetta da tutti gli incantesimi magici che sono
capaci di preparare… beh, non mia madre, lei non ha poteri magici… ma gli
altri due sì!
In effetti potevo anche capirli: Lily era dolcissima,
gentile, generosa… anche io, da genitore, avrei voluta proteggerla, anche da
quella maledetta profezia che prevedeva una impresa rischiosa per lei…
- Non preoccuparti… Ti racconterò tutto, quando ritornerò, e,
se ci sarà qualcosa da fare, la faremo insieme - dicevo per
tranquillizzarla.
I giorni successivi pasarono velocemente. Un giovedì di
dicembre, uno degli ultimi giorni di scuola di quell’anno, fummo dispensati
dal seguire le lezioni ed accompagnati, nel pomeriggio, a Hogsmeade per
acquistare il necessario per il viaggio. Ci accompagnava la prof.ssa
Sinistra, con cui saremmo dovuti andare a Durmstrang.
Ritrovai pertanto Giorgia, Godric e l’elegante Astoria
Greengras, che mi aspettavano fuori del portone di Hogwart insieme con la
prof.ssa di Astronomia. Andammo quindi, con uno dei carri che si muovevano
autonomamente (guidati dai Thestrall, come sapevamo) a Hogsmeade.
Mentre stavamo andando, Astoria, vicino alla quale ero
seduto, mi rivolse qualche parola di cortesia. Poi parlammo degli animali
che trainavano la nostra: - Scusa, O’Neil, tu vedi i Thestrall?
Erano esseri magici invisibili che avevo già incontrato
(almeno un puledro) a MacDonald Castle l’anno prima. Non l’avevo
effettivamente “visto”, dato che solo coloro che assistono alla morte di una
persona possono vederli…
- No, per fortuna no. Ma ne ho accarezzato uno, con Lily,
addomesticato… - dissi.
- Lily ha un Thestrall? - chiese stupita Astoria.
- Beh, non è suo, è di sua zia, che ne ha diversi. Ma in
realtà nessuno di noi due lo vede…
- Io purtroppo sì, non da molto: li vedo anche adesso,
trainare la nostra carrozza… - mi disse, seria.
- Oh, mi dispiace per te. Hai avuto un lutto recentemente…
- Sì, purtroppo. Questa estate è morta Nikly… la mia elfa
domestica… come una sorella maggiore per me… - disse.
Rimasi sbalordito. Sapevo che i maghi avevano al loro
servizio elfi domestici (come ce ne erano tanti nel castello di Hogwarts),
ma pensavo li trattassero come gli antichi Romani trattavano gli schiavi,
che li angariassero e li disprezzassero. E non pensavo che i Serpeverde
avessero sentimenti positivi verso qualcuno. Ma poi subito pensai che ero
veramente stupido: anche mia sorella era in quella Casa e, malgrado fosse
una noiosa rompiscatole, era una brava ragazza e le volevo bene. E anche
Cain MacDonald, avevo scoperto, malgrado il nome inquietante e
l’appartenenza a quella Casa (e una eccessiva attrazione per i serpenti) era
un bravo ragazzo. E Lily non faceva altro che dire quanto fosse sensibile e
gentile suo padre (cosa di cui però, ad essere sincero, dubitavo
fortemente). Beh, ero prevenuto e mi vergognai di esserlo.
- Mi dispiace, Astoria - dissi.
- Fa parte della vita che tutti, prima o poi, ci lascino…
però fa male quando non puoi più veder qualcuno a cui vuoi bene … - disse
semplicemente.
No, non era affatto superba come alcuni pensavano, non era
altezzosa né superba. Era una ragazza gentile e sensibile.
Nel frattempo Gotric e Giorgia parlavano fittamente… non
volevo sbagliarmi, ma i due provavano interesse l’uno per l’altro. Sorrisi e
pensai a Lily e a tutto quello che le avrei raccontato dopo il breve
viaggio…
---------------------------------------------
Il giorno dopo, nella Sala di Corvonero, Cho Chang e Marietta
Edgecombe non facevano altro che parlare di Harry…
- Lily, cosa pensi? - disse una volta Cho alla mia ragazza
mentre stavamo tranquillamente davanti al focolare tutti e quattro - Non è
adorabile Harry Potter? E’ anche tanto tanto carino…
- Attenta a quello che dici… - disse scherzosamente Marietta
- Peter ti sta ascoltando!
- Sì, è un bel ragazzo… non bello come Peter, naturalmente -
aggiunse diplomaticamente - ed è anche molto buono e coraggioso. E penso che
tu gli piaccia, da come ti guarda… per me è molto timido e inesperto in
questo campo, e non riesce a trovare le parole per parlarti…
Cho sorrise. In effetti, dopo la morte di Cedric, Cho aveva
passato un brutto momento (piangeva spesso), ma ora sembrava molto più
serena. E ci eravamo accorti che lei (insieme a Marietta e ad altri
Corvonero) si recava abitualmente nella Camera delle Necessità insieme ad
altri ragazzi e ad Harry Potter… Da cosa può nascere cosa, pensai.
- A me sembra un po’ svampito - intervenne Marietta che, come
migliore amica di Cho (stavano sempre insieme), si sentiva in diritto di
dire sempre la sua - Mia madre dice che la maledizione di Voi-sapete-chi
potrebbe avergli danneggiato il cervello e che i disturbi potrebbero essere
più consistenti nel periodo della crescita… E poi è troppo magro. Io
preferisco, ad essere sincero, Michael Corner, che tra l’altro è un
Corvonero, ed ha un bel fisico…
- Ma, Marietta, esce con la Weasley! - disse Cho, fingendosi
scandalizzata.
- Secondo me… non dura! I due sono troppo diversi… - aggiunse
Marietta, sorridendo apertamente - … e, quando la rossa lo lascerà, ci
penserò io a consolarlo! Voi non sapete quello che ho saputo su Ginny
Weasley…
Preferii allontanarmi: quei pettegolezzi da ragazze non mi
coinvolgevano troppo. Uscii dalla Sala di Corvonero, dicendo che andavo al
Circolo di Scacchi Magici (era un club che l’Inquisitore Supremo aveva
autorizzato… in realtà giocavamo poco a scacchi e, se non c’erano Serpeverde
ad ascoltarci, approfittavamo per leggere riviste “proibite” (quelle che
parlavano male del Ministero, come il Cavillo) e scambiarci opinioni sulla
Umbridge (generalmente insultandola ampiamente, dato che aveva messo
d’accordo tutte le case, a parte le Serpi, su una cosa: era la peggiore
insegnante che mai avessimo avuto, noiosa e/o odiosa). ma, passando in un
corridoio, sentii un flebile singhiozzo dietro una tenda… mi fermai e mi
avvicinai. C’era Astoria che, quando mi vide, si asciugò furtivamente un
lacrima e mi fece un timido sorriso.
- Scusa, non è niente… ero un attimo giù - mi disse.
- Posso fare qualcosa? - le chiesi.
Dovevo averle ispirato fiducia, dato che si aprì un po’ con
me.
- Posso farti una domanda? - mi disse.
- Certo, Astoria.
- Come ha fatto Lily a farsi notare da te? - mi chiese
sottovoce.
Problemi di cuore? Io avrei dovuto confortarla? Oddio, qui ci
voleva Lily! Io ero il meno indicato!
- Beh, apparteniamo alla stessa Casa. Ci piacevamo, ma come
persone... Siamo diventati prima amici e poi… piano piano… ci siamo
innamorati. Ora ci vogliamo bene… ma prima, quando tutti dicevano che
andavamo insieme, in realtà stavamo solo bene l’uno con l’altro, non
facevamo niente. Non è stato programmato, è venuto spontaneo…
Sorrise: - A me piace un ragazzo più grande della mia Casa…
Ma lui non mi vede… E quella…rompiscatole della Parkison l’ha capito e mi
prende continuamente in giro… So che tu sei un ragazzo molto corretto e non
lo dirai in giro…
- Non curarti di quello che pensano gli altri - le dissi - La
Parkison, poi, mi sembra l’ultima da prendere in considerazione… Tu
comportati normalmente e cerca la sua amicizia, se posso darti un consiglio…
e non pensare ad altro. Vedrai che le cose si aggiustano da sole…
Mi sorrise. Era un sorriso mite, buono.
- Grazie, Peter. Sei gentilissimo, come sempre. Ora vado.
Salutami Lily e dille che è fortunata. E anche tua sorella è in gamba, lo
sai?
- Oddio, è un po’ rompiscatole, di solito - dissi scherzando.
Astoria sorrise e si allontanò verso i corridoi che portavano alla Casa dei
Serpeverde.
________________________________________
Arrivarono infine le vacanze di Natale, che passammo ognuno
nella propria famiglia. Io sarei dovuto poi tornare ad Hogwarts qualche
giorno prima dell’inizio delle lezioni per recarmi, insieme agli altri tre
ragazzi e alla professoressa Sinistra, a Durmstrang. Silente mi aveva anche
informato, tramite un gufo, che aveva già contattato con una lettera la
prof.ssa Poliakova, a cui aveva fatto il mio nome: lei mi avrebbe dato le
informazioni che cercavamo sui portali che conducevano al Bosco degli
Inferi, la misteriosa dimensione creata dal mio psicopatico antenato.
Salutata Lily poco prima di Natale (e scambiatoci i regali e
“qualche” bacetto), tornai, come detto, con mia sorella a casa, e passai le
feste, come al solito, con i miei. I giorni di vacanza volarono e, il 7 di
gennaio, ero di nuovo ad Hogsmeade per la partenza per Durmstrang: erano con
me, naturalmente, anche Astoria, Georgia e Godrig, nonché la prof.ssa
Sinsitra.
Dall’Ufficio Postale di Hogsmeade avremmo dovuto raggiungere,
con una serie di passaporte, la scuola russa, passando per Uffici e Scali
intermedi (le passaporte hanno un collegamento, come tutti sanno, di
duecento chilometri al massimo).
- Mi raccomando, ragazzi - disse la prof.ssa Sinistra -,
rappresentate Hogwarts. Comportamento corretto ed educato e fate fare bella
figura alla nostra scuola! Arriveremo questa sera, dato che, tra una
passaporta e l’altra, dobbiamo aspettare, secondo le leggi magiche sui
viaggi internazionali, almeno un’ora… se va bene, dato che gli Uffici locali
ci dovranno controllare e vistare i documenti. Forza, andiamo!
Ci collocammo tutti e cinque in delle sedie intorno ad un
orribile tavolino di velluto e, un attimo dopo, eravamo già alla prima
stazione, quella delle isole Faer Oer… Da lì ci spostammo in Norvegia,
quindi in Estonia, dove ci fermammo un po’ di più per i controlli e per il
pranzo. La due tappe successive furono in Russia e, finalmente, giungemmo
nel tardo pomeriggio di quel primo giorno nei pressi di Durmstrang. Non era
possibile infatti materializzarsi in quel Castello, che era anche
indisegnabile e inindividuabile, come ci spiegò la prof.ssa Sinistra.
Uno sgangherato pulmino era pronto per accoglierci e portarci
al Castello: due giganteschi autisti, senza dirci una parola, ci prelevarono
e ci fecero accomodare, a gesti, nel veicolo. Poi partimmo, diretti dentro
una sterminata foresta di conifere. Poco dopo entrammo nella bolla magica
che circondava Dumstrang… mi ero immaginato una cosa del genere, avendo
avuto un’esperienza analoga a MacDonald Castle l’anno precedente… ma mai mi
sarei aspettato di vedere, alla guida del pulmino, due orribili esseri, più
simili ai troll che agli elfi domestici! Dovevano essere però ben
addestrati, anche se non particolarmente socievoli, dato che non ci
rivolsero mai la parola!
Davanti a noi si stagliava Durmstrang: era un bel castello,
meno imponente di Hogwarts, tra ampie foreste, sulla riva di un grande lago…
un po’ come il nostro Lago Nero, forse un po’ più piccolo. Eravamo
elettrizzati, ma anche sereni: il luogo, coperto di neve, ci dava
l’impressione di grande pace e grande serenità… Già immaginavo una settimana
di tutto riposo…
Secondo me, la “gita” a Durmstrang sarà molto
meno riposante di quello che Peter pensa… Un grande abbraccio e un
ringraziamento a tutti quelli che preferiscono, seguono, ricordano o
semplicemente leggono la fanfic e soprattutto a
Barbie_Ettelanie_91 e ad ace 95 che ogni
volta mi aiutano con le loro recensioni. Appuntamento a mercoledì con il
settimo capitolo (A Durmstrang). GattyP :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** A Durmstrang ***
Capitolo 7
A Durmstrang
Appena arrivati fummo subito accolti dalla Preside, Iriza
Sushitienka. Era straordinariamente simile alla McGranitt, ma, al contrario
della nostra professoressa, estremamente gentile: parlando in un inglese
elementare, ci diede il benvenuto e ci fece conoscere subito alcuni insegnanti
(c’era anche Katiusha Poliakova: era giovane, forse aveva trent’anni, ma già
insegnava Magia Oscura… doveva essere maledettamente in gamba) e un gruppo di
alunni del nostro anno. A Durmstrang non c’erano case, ma gli allievi erano
divisi per anno: il capoclasse del terzo anno, un certo Ivan Sahilovic, un
ragazzo alto e muscoloso (tutti sembravano ben piantati e più in forma di noi… o
forse era solo l’impressione perché erano infagottati da grosse pellicce… anche
perché nel castello era abbastanza freddo!), ci condusse nelle nostre camere: ci
avevano assegnato due camere vicine: le ragazze scelsero quella più accogliente,
mentre noi ci sistemammo nell’altra, che aveva due letti (spartani), due
tavolini (piccoli e malandati), due armadi (essenziali) e, naturalmente, un
bagno (non troppo ben messo, almeno a paragone dei bagni di Hogwarts).
Ivan, che parlava un buon inglese, ci informò che la cena sarebbe
stata servita alle otto e che, dal giorno successivo, avremmo partecipato alle
lezioni… E che, nel pomeriggio, avremmo incontrato non so quali autorità (sai
che divertimento!). Lo ringraziammo e ci demmo una sistemata per la cena… o
quasi, dato che il nostro bagno aveva solo acqua appena tiepida…
La sera andammo, accompagnati da Ivan, in sala da pranzo, o
meglio nelle sale, dato che erano più stanze, una vicino all’altra, piene di
piccoli tavoli. Alcuni insegnanti si aggiravano controllando che tutto fosse
regolare, gli altri si trovavano in una stanza attigua, intorno ad una grande
tavolata. Ivan ci accompagnò nel tavolo in cui erano già seduti gli alunni del
terzo anno: c’erano tre ragazze, Elena (alta, più di me, bionda, occhi chiari,
sguardo deciso), Goluba (mora, piccola, minuta, gentile) e Katerina (mora,
grassottella) e due altri ragazzi: Antonin e Gavrilo (entrambi alti, biondi e
robusti, come Ivan, che aveva i capelli più scuri). Rinunciai subito a ricordare
i cognomi, che pure mi furono detti. Per fortuna Ivan parlava bene inglese. Gli
altri spiaccicavano qualche parola e così, un po’ a gesti, un po’ con quelle
poche parola, molto grazie alla traduzione di Ivan, facemmo un po’ di
conversazione. Guardai in giro se c’erano Krum, Sergej o qualche altro ragazzo
che era stato ad Hogwarts nell’anno precedente… no, evidentemente avevano
frequentato l’ultimo anno e dovevano essere usciti. Non conoscevo nessuno.
Improvvisamente apparvero i cibi nei piatti: un brodo e della
carne con patate. Avevo fame e, effettivamente, erano ben cucinati. Il vino e
altri liquori (preferii non indagare) riscaldavano l’ambiente: io e i miei amici
bevevamo anche acqua… che molto raramente, notai, compariva nei bicchieri dei
ragazzi al nostro fianco.
Tutto sommato stava andando tutto bene, quando, verso la fine
della cena, un ragazzo del quinto/sesto anno, uno specie di armadio, con uno
sguardo duro e cattivo ed un ampia cicatrice sulla guancia destra, venne verso
il nostro tavolo e, chiaramente alticcio, cominciò ad inveire contro di noi… in
russo. Non capivamo le parole, ma il tono e lo sguardo minaccioso sì. Sembrava
in particolare avercela, non capivo perché, con Astoria.
Ivan e Antonin si alzarono subito e cercarono, prima con le buone
maniere, poi più energicamente, di mandarlo via, mettendosi in mezzo tra lui e
noi e riportandolo al suo tavolo. Ma, prima di andarsene, lui si voltò e,
puntando Astoria, pronunciò ancora non so quali minacce.
Giorgia, alla mia destra, guardava con occhi sgranati la scena,
Astoria era impallidita. Godric aveva messo mano alla bacchetta. Arrivò anche
un insegnante che, con parole decise, apostrofò il tipo, chiamandolo Sasha
(evidentemente il suo nome) e rimproverandolo aspramente.
- Cos’è successo? - disse Giorgia ad Ivan, quando questo ritornò
al tavolo - Perché ce l’aveva con Astoria?
- Non ho capito bene - rispose Ivan - … era ubriaco, avrà
scambiato Astoria con qualcun’altra…
La Greengrass rimase in silenzio. Tornammo a mangiare e alla
conversazione precedente, anche se ormai la tensione era palpabile nella stanza.
Non era stata una bella accoglienza! Quel bestione di Sasha continuava a inviare
sguardi omicidi verso il nostro tavolo, presso cui stazionava un insegnante
della scuola, evidentemente per proteggerci ed incutere timore con la sua
presenza a quell’energumeno. Il clima non era proprio dei migliori per un
gemellaggio!
Più tardi, in camera, Astoria ci chiamò: - Io conosco il russo,
dato che mia nonna è russa - disse - Quel ragazzo ha avuto i suoi genitori
uccisi durante la prima guerra magica, dice per colpa di un Greengrass. Lui
pensa che sia un mio parente… e io non so cosa dire… Purtroppo i miei si erano
allora schierati con Voi-sapete-chi e so che mio padre e mio zio sono stati
all’estero a cercare alleati per il Signore Oscuro… Ma non ho idea di cosa stia
parlando…
- Beh, in ogni caso tu non c’entri niente - dissi, risoluto -
Come si permette di trattarti in quel modo?
- Ti staremo sempre vicini, - disse Giorgia, abbracciando Astoria
- non preoccuparti. E gli insegnanti ora lo sanno e terranno lontano quel Sasha,
o come diavolo si chiama.
Beh, se pensavo ad un tranquillo soggiorno a Durmstrang…
____________________________________
I giorni successivi non accadde però niente di allarmante e tutto
filò liscio come l’olio: ci furono alcune cerimonie (alcuni maghi della Scuola,
o del Ministero Russo fecero noiosi discorsi, generalmente in russo,
sull’importanza della cooperazione internazionale e delle politiche di
gemellaggio, necessarie a favorire l’integrazione europea); assistemmo a
svariate lezioni (Trasfigurazione, Storia magica russa, Arti Oscure, Volo,
Creature magiche, ecc.) in mezzo ad insegnanti pieni di premure e preoccupati
che il piccolo incidente del primo giorno venisse subito dimenticato;
partecipammo a banchetti sempre più ricchi di cibi russi e di piatti inglesi.
La prof.ssa Sinistra sembrava molto a suo agio, socializzava alla
grande con i colleghi russi, ed i miei compagni avevano dimenticato l’incidente
del giorno iniziale; io però non ero tranquillo ed intravvedevo, negli occhi di
Sasha, che continuava a guardarci di nascosto ogni tanto durante i banchetti,
puro odio nei confronti di Astoria Greengrass, anche se, per paura della
reazione degli insegnanti, o di Ivan e compagni, cercava di stare alla larga da
noi.
Particolarmente interessanti le lezioni di Arti Oscure. In quella
settimana i Russi studiavano l’Incantesimo Imperius e si esercitavano a far
compiere svariate azioni ad animali, sempre più complessi (vermi, uccelli,
volatili da cortile, cani e gatti e, infine, maiali e cavalli). La professoressa
Poliakova (che intervallava spiegazioni in russo e in inglese) era piuttosto
brava e fece esercitare anche noi (malgrado nel Regno Unito l’incantesimo
Imperius sia una delle “maledizioni senza perdono” per cui si va ad Azkaban):
devo dire che, a differenza dei miei compagni, io avevo una vera e propria
abilità nell’imporre la mia volontà a quegli animaletti (riuscii a far fare un
balletto ad un maialetto… mentre al massimo i miei compagni riuscivano
condizionare dei piccoli vermi)… Dovevo preoccuparmi? Erano i geni del mio
antenato psicopatico, quell’Onellius che aveva creato il passaggio per il Bosco
degli Inferi? Sarei dovuto andare a Serpeverde, come mia sorella, se Lily non
avesse chiesto al Cappello Parlante “il favore” di avermi con lei? Il pensiero
che non sarei stato con Lily, che non sarebbe stata la mia ragazza, che forse in
quel momento mi sarei comportato come quell’idiota di Whyte (e magari
quell’idiota sarebbe stato al mio posto!), mi diede molto da pensare… Poi, per
fortuna, preso dalle altre occupazioni, smisi di fare quelle inquietanti
riflessioni…
Naturalmente non avevo dimenticato di avere una missione da
compiere per il prof. Silente. Già il secondo giorno, quando vidi la
professoressa Katiusha Poliakova, mi presentai ufficialmente e le chiesi di
parlarle,
- Puoi fermarti dopo la lezione? - mi disse semplicemente
Andati via tutti, mi fece sedere e, offertomi del the (forse
pensava che noi inglesi lo bevessimo ad ogni ora… ma non è vero… e poi io sono
irlandese!), che rifiutai, mi spiegò quello che voleva dicessi a Silente (certi
argomenti era meglio non scriverli, mi disse, dato che gli Inglesi hanno un
nervo scoperto quando si parla di Voldemort e ogni informazione, anche la più
innocua, se cadeva nelle mani di quei paranoici del Ministero inglese, poteva
essere fraintesa).
- La rete dei portali per il Bosco degli Inferi, che noi qui
chiamiamo подземном мире, è una grande rete transeuropea, in gran parte
smantellata durante l’ultima guerra magica inglese. La utilizzò infatti il
vostro Voldemort, e non solo per la “caccia al babbano”… Tu sai in cosa
consisteva questa pratica?
- Purtroppo sì - dissi - E’ proprio una barbarie… è orribile.
- Sì, è vero…. In effetto voi Inglesi, avete comportamenti
francamente discutibili, a volte! - disse la Poliakova (non me la presi per il
giudizio…del resto non sono inglese, come ho già detto, ma irlandese!) -
Voldemort, come ti ho detto, la utilizzava anche per spostare i suoi Mangiamorte
da una parte all’altra del Regno Unito, e per cercare alleati in altri Stati,
che cercava di destabilizzare…
Sì, quella storia l’avevo sentita. Ce l’aveva già raccontata il
preside Silente.
-… finché i governi europei decisero di distruggere i portali nel
loro territorio, per impedire pericolose intromissioni da parte di voi Inglesi.
Io ho intervistato un paio di vecchi maghi che hanno compiuto l’operazione… e ho
anche letto tutta la bibliografia sulla materia. Ma parto dall’inizio. Il
creatore di Inferorum silva, è un bizzarro mago vissuto nel XV secolo, un
certo Abraxas Onellius, che ha individuato, o creato, il “territorio di caccia”:
si tratta di un’ampia zona circolare, circondata da montagne inaccessibili, con
al centro un Palazzo e, intorno a questa struttura, tutti i portali. Il Palazzo
è sigillato da tempo… forse dai tempi di Onellius stesso, dato che tutti i maghi
che vi sono entrati non sono più usciti… Sembrò quindi opportuno impedire che
qualsiasi cosa ci fosse dentro uscisse e, viceversa, che nessuno più vi
entrasse: pertanto Leonius Bembus, un mago fiorentino molto abile, all’inizio
del XVI secolo sigillò con un incantesimo permanente non aggirabile porte e
finestre dell’edificio. Vetri e finestre sono stati anche oscurati e resi
infrangibili e indistruttibili… Intorno al Palazzo, disposti tutto intorno al
colle, ci sono poi i portali: sono semplici colonne di pietra infisse per terra
con sopra un elemento orizzontale Su ogni portale, al centro, c’è lo stemma
degli Onellius, costituito da un quadrifoglio rovesciato. Se uno guarda
attraverso essi, vede sempre un punto di Inferorum Silva. Se però li
attraversa, subito esce dove si trova il portale gemello, anche a migliaia di
chilometri di distanza. Nei tempi d’oro c’erano quasi cinquanta portali, ma
poi, essendo stati distrutti quelli situati nel Continente Europeo
(distruggendone uno in Europa, si distrugge anche il suo gemello situato nel
Bosco degli Inferi), sono rimasti, teoricamente funzionanti, solo quelli delle
Isole Britanniche… Inglesi e Scozzesi, ma anche Gallesi e Irlandesi, infatti,
scioccamente, non hanno mai preso in considerazione l’idea di eliminarli perché
“importanti manufatti magici di enorme valore storico”. Così si sono espressi i
folli maghi dell’AMAC e dell’AMAB, cioè dell’Associazione Maghi dell’antica
Caledonia e Britannia). Hanno pertanto deciso di bloccarli “dall’esterno” con
un incantesimo… Come se Voldemort non potesse farne uno altrettanto potente per
sbloccarli! Non so, sono stata finora chiara?
- Sì, professoressa - dissi.
- Dunque - continuò Katiusha Poliakova - per entrare o uscire da
un portale è necessario avere al collo una particolare pietra, che voi inglesi
chiamate “Pietra di Luna”, e pronunciare la formula Pilum mutare, non mores,
che è poi un proverbio latino. Non è troppo difficile utilizzarli, come puoi
vedere.
- Quindi teoricamente qualcuno potrebbe di nuovo utilizzare i
passaggi? - chiesi.
- In teoria sì…So che Silente ha cercato inutilmente il portale
ad Hogwarts, che è stato bloccato dal preside precedente e che evidentemente è
stato ben dissimulato in qualche parte remota del castello…. Il preside Armando
Dippet era molto abile ed evidentemente l’ha nascosto molto bene, probabilmente
per paura che qualcuno potesse, prima o poi, utilizzarlo… Gedeon Robeloff, un
vecchio mago che ho intervistato, mi ha anche detto che il preside alludeva al
portale chiamandolo semplicemente decem et novem… che è forse
un’indicazione criptica per localizzarlo … E queste sono tutte le informazioni
che ho. Non so cosa sappia il professor Silente: in ogni caso tu riferiscigli
tutto e così vedrà come utilizzare tutte queste informazioni.
- La ringrazio, professoressa. Dirò tutto quello che mi ha detto
al Preside… - dissi, accomiatandomi.
------------------------------------------
Tutto sommato era stata un bella settimana: l’inizio era stato
burrascoso, ma poi tutto era trascorso serenamente, tutto era andato “liscio
come l’olio”. Avevo le informazioni che servivano a Silente… e che avrei
naturalmente riferito anche a Lily. Riflettevo su quella strana dimensione
legata alla mia ragazza… Beh, ne avrei parlato con lei il giorno successivo, al
mio rientro ad Hogwarts. Sicuramente Lily era già ad Hogwarts e, per fortuna, il
giorno dopo, l’avrei rivista…
Andammo a cena: era un vero e proprio banchetto con decine di
portate. Di fianco a noi i nostri amici russi, tra cui Ivan, cercavano di
metterci a nostro agio. Notai che Sasha era assente: gli insegnanti avevano
prudentemente pensato di allontanarlo. Per questo l’atmosfera era anche più
serena, rilassata e amichevole.
Una volta finita la cena cominciarono i brindisi… e non con
acqua, ad essere sincero! Insomma, mi accorsi di essere un po’ alterato e, dato
che i russi si sarebbero offesi se non avessimo brindato a non so chi o a non so
cosa, pensai di far evaporare il liquido nel mio bicchiere (per il quale non
provavo una particolare attrazione, a dire il vero: troppo forte per i miei
gusti) grazie all’anello: mentalmente ripetei più volte un Evanesco (ero
diventato bravo negli incantesimi non verbali) e, per fortuna, potevo far finta
di bere solo accostando le labbra al boccale. Non così fortunati i miei
compagni, soprattutto le ragazze, che cominciarono ad essere eccessivamente
euforiche. La prof.ssa Sinistra pensò quindi bene di mandarci tutti in camera,
anzi ci accompagnò lei stessa, insieme ad una paio di professori russi che le
stavano sempre intorno: le ragazze erano completamente partite e dovettero
trasportarle di peso. Io e Godrig, invece, camminavamo con le nostre gambe.
Giungemmo in camera. Gli insegnanti misero le ragazze sul loro letto, ci
spedirono nella nostra camera e ci augurarono la buona notte. Poi, insieme alla
prof.ssa Sinistra, chiusero la porta con un incantesimo che impediva l’accesso
dall’esterno e se ne andarono.
Nella nostra stanza Godric subito si buttò sul letto e si
addormentò. Anche le ragazze, nella stanza vicina, avevano fatto lo stesso. Beh,
anch’io mi sarei di lì a poco addormentato. Cosa stava facendo Lily in quel
momento? Non riuscivo a dormire… Rimasi ancora sveglio, anche se stanco, per non
so quanto tempo…. Poi mi addormentai, o meglio, iniziò quello che sembrava un
dormiveglia, intervallato da una serie di strani sogni…
All’improvviso sentii un rumore nella camera delle ragazze. Avevo
sognato? No, lo sentivo ancora. Forse una delle due si era alzata… Ma… sembrava
una voce maschile, che sussurrava… e il tono non mi piaceva…
Mi alzai subito, presi la bacchetta, misi l’anello tra le labbra,
diventando completamente invisibile e, con un incantesimo non verbale di
spostamento, mi materializzai nella stanza vicina.
Grazie a voi tutti che leggete e a
Barbie_Ettelanie_91 e ad ace 95 che
gentilmente recensiscono. Appuntamento a sabato con il successivo capitolo,
l’ottavo (Pericolo mortale). L’intera fanfic ha 14 capitoli (compreso
l’epilogo): siamo quindi a metà della storia.
Un abbraccio a tutti. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Pericolo mortale ***
Capitolo 8
Pericolo mortale
Nella stanza, in penombra si muovevano quattro figure, debolmente
illuminate da due o tre bacchette. O meglio, una sembrava confusa e stava
appoggiato, barcollante, ad una parete, vicino alla porta: era Sasha, il tipo
che ce l’aveva con Astoria… Tuttavia non sembrava in sé e, anche se stringeva
nella mano una bacchetta, non mostrava di partecipare a quello che avveniva
nella stanza. Mi girai verso l’altro lato della stanza: le altre tre figure
erano ferme vicino al letto di Astoria, con le bacchette sguainate e rivolte
verso Astoria. Una la scuoteva violentemente. Alla debole luce mi accorsi che
erano due ragazzi e una ragazza: Ivan, Antonin e Goluba… Cosa diavolo facevano
in camera di Giorgia e Astoria?
Scossa da Ivan, Astoria aprì con occhi stupiti ed il Russo,
freddamente, le disse, in inglese: - Ora sei sveglia, p…. inglese! Non puoi
scappare, non puoi parlare. Abbiamo provveduto a mettere una pozione nel tuo
bicchiere, prima. Sei immobilizzata. Voglio che tu mi stia a sentire…
Astoria aveva gli occhi sgranati, per la paura. Era terrorizzata.
Guardò la sua compagna, che dormiva tranquillamente. Il gesto non sfuggì a Ivan:
- Non pensare che si possa svegliare: abbiamo messo una pozione sonnifero a
tempo nel bicchiere della ragazza e dei tuoi amici, che dormono di là…
Strinsi la bacchetta, pronto a schiantarli tutti e tre. Volevo
però sentire cosa stavano per dirle. Mi avvicinai, mettendomi in una posizione
in cui avrei potuto tenerli tutti e tre sotto tiro.
- …Ora ti uccideremo - disse Ivan, freddamente - e così
vendicheremo i nostri genitori e i nostri parenti, che quel porco di tuo zio e i
suoi amici hanno assassinato. Ma prima di ucciderti ti farò tutto quello che i
miei genitori hanno subito… vedrai, non ti piacerà… e non potrai neppure urlare…
e, dopo, sul tuo cadavere schianteremo quel bestione di Sasha e ci prenderemo il
merito di averlo bloccato… Non preoccuparti, nessuno piangerà, qui in Russia,
per la morte di una Greengrass…
La povera Astoria cercava disperatamente di divincolarsi, ma non
riusciva a muovere il corpo e gli arti; avrebbe voluto urlare, ma la bocca
rimaneva ostinatamente chiusa. Dovevo intervenire.
Mentre Ivan aveva puntato la bacchetta su di lei, lo schiantai,
colpendolo freddamente nella schiena: il suo corpo inerte scivolò sul letto
accanto a quello di Astoria, poi cadde a terra con un tonfo (spero si sia rotto
la testa), mentre i due suoi amici si giravano a vedere cosa fosse successo.
Lanciai un altro schiantesimo verso di loro, colpendo in pieno petto l’altro
ragazzo, che si accasciò al suolo… ma avevo rivelato la mia posizione, pur
essendo invisibile. La ragazza, Goluba, lanciò una maledizione contro il punto
in cui si trovava la bacchetta, colpendomi la mano… sentii un dolore fortissimo
investire tutto l’arto e la mia bacchetta cadere a terra, lontano da me. Avevo
bisogno dell’anello, i cui poteri erano analoghi a quelli della bacchetta e,
velocemente lo sfilai dalla bocca e lo missi nel dito, spingendolo con le labbra
(la destra era inutilizzabile e un dolore quasi insopportabile si stava
diffondendo nel braccio). Ora però ero perfettamente visibile. Aveva fatto
appena in tempo a fare quel movimento che una maledizione fu lanciata verso di
me, colpendomi di striscio sulla tempia. Riuscii poi a creare uno scudo… e
intravvidi, nella penombra, la russa guardare con cattiveria Astoria. Intuii che
voleva ucciderla… Lanciando un’ultima maledizione su di me, che fu respinta dal
mio scudo, si girò velocemente e puntò la bacchetta contro la povera Astoria, ma
io, d’istinto, fui più veloce e le lanciai, con un incantesimo non verbale,
utilizzando l’anello, un Expelliarmus e, subito dopo uno schiantesimo….
La russa scivolò a terra. Non capivo quasi più niente, ero
distrutto, il dolore al braccio era insopportabile: che maledizione aveva
utilizzato? Stavo per svenire. Mi girai e vidi, tornato in sé, Sasha con gli
occhi sgranati. Aveva la bacchetta in mano e ci guardava… il dolore al braccio
destro era quasi insopportabile… avrebbe potuto ucciderci… Io non sarei riuscito
ad oppormi… Per fortuna quel Sasha non era cattivo, come avevo pensato… Si
avvicinò a me, mi disse qualcosa in russo e uscì di corsa dalla stanza, urlando
come un ossesso. Capii che stava dando l’allarme... Caddi a terra svenuto.
Quando rinvenni, ero circondato dagli insegnanti russi. C’era
anche la professoressa Sinistra, in piedi, che mi guardava: sul letto altri
insegnanti stavano intorno ad Astoria, che sembrava sotto choc, ma stava
parlano… Grazie a Dio era ancora viva … Oddio, non sentivo più la mano destra,
quella colpita da Goluba, avevo una cicatrice sulla tempia, dove era stato
portato via una parte del cuoio capelluto… ma l’avevo salvata! Come aveva
predetto la Cooman, pensai…
Nel frattempo altri insegnanti, che evidentemente erano giunti in
camera insieme a Sasha, portarono via i tre disgraziati. C’era anche la Preside.
Astoria ora piangeva quieta quieta, mentre Giorgia ancora dormiva, non essendosi
accorta di nulla.
Mi portarono in un’altra stanza, dove mi fu medicata la ferita
alla tempia e sistemata la mano (per fortuna niente di grave, dicevano) e dove
dovetti spiegare tutto quello che era successo. Naturalmente non raccontai tutta
la verità… dissi che non avevo bevuto ciò che offrivano, che avevo sentito dei
rumori e che avevo aperto piano la porta, che avevo avuto fortuna nel
combattimento (mi avranno creduto? Sconfiggere tre ragazzi versati nella magia
nera…). Giunse poi anche Astoria, che aveva di nuovo ripreso un passabile
controllo di se stessa, accompagnata dalla prof.ssa Sinistra e da una prof.
russa. Ci spiegarono che i tre ragazzi che l’avevano assalita attribuivano ai
parenti di lei la morte dei loro genitori e, come avevo sentito, avevano confuso
Sasha per attribuire a lui l’omicidio. La prof.ssa Sinistra era arrabbiatissima
e chiedeva una punizione esemplare per i tre giovani criminali.
- Non si preoccupi, lo faremo sen’altro: in Russia siamo
particolarmente severi con questo genere di crimini - disse la Preside, che
aveva inviato un gufo urgente alla Polizia russa, incaricata di gestire le
indagini.
Circa un’ora dopo giunse un ispettore, che, per fortuna, fu molto
pratico: - Penso che vogliate tornare in patria, domani, come programmato.
Lasciatemi una testimonianza scritta di quello che è avvenuto e poi, con la
testimonianza di Sasha e con le confessioni che i tre faranno (da noi bere il
Veritaserum prima di ogni testimonianza è obbligatorio), li condanneremo a
diversi anni nel Carcere criminale di Kamchatka Uru. Voi potrete così tornare
domani sera ad Hogwarts…
La preside si sentì in dovere di intervenire - E, se possibile,
non date troppa pubblicità all’aggressione, che potrebbe minare i buoni rapporti
tra i nostri due Stati. Naturalmente pagheremo tutti i danni morali e materiali
ai due nostri ospiti…
Beh, l’importante era che fossimo salvi. La mano era di nuovo
tornata normale e avevo salvato la vita ad Astoria Greengrass… E così la mia
media era di due fanciulle salvate negli ultimi due anni scolastici…. non male!
______________________________
Saremmo partiti di lì ad un paio d’ore. Avevamo passato la
mattinata tra funzionari russi, peraltro abbastanza gentili, che registravano le
nostre deposizioni, e insegnanti e preside, che cercavano di scusarsi per quello
che era successo. Avevamo anche aggiornato Giorgia e Godric: i due avevano
dormito beatamente tutta la notte e non si erano accorti di nulla.
Infine ci avevano dato il permesso di prepararci per la partenza.
Rimasti un attimo soli (Giorgia e Godric erano usciti a fare due passi), Astoria
mi ringraziò di nuovo.
- Non devi ringraziarmi. Chiunque avrebbe fatto la stessa cosa.
Mi dispiace che ti abbiano aggredito - le dissi - Qualunque cosa abbiano fatto i
tuoi parenti, non giustifica quello che cercavano di fare.
- Sì, è vero. Non li giustifico, ma li posso anche capire. - mi
disse- Mio zio, come ti ho detto, era alleato di Tu-sai-chi ed è finito ad
Azkaban per alcuni anni, mentre mio padre è stato allontanato dal Ministero.
Sapevo che erano stati all’estero, ma ignoravo l’odio che avevano suscitato… -
disse. Poi, come per chiarirsi le idee, ancora confuse: - Scusami, Peter, posso
farti una domanda?
- Certo, dimmi pure - le dissi.
- Posso sapere come hai fatto durante il combattimento? Ci sono
cose che non mi tornano. Come hai fatto ad entrare nella mia stanza senza che
quei tre se ne accorgessero? Non sei entrato dalla porta… e non ci si può
materializzare a Durmstrang, sapevo, come non possiamo farlo ad Hogwarts… né hai
le conoscenze per materializzarti… E come hai fatto senza bacchetta a colpire
quella Doluba, alla fine… ti è caduta a terra quando ti ha colpito il braccio,
se non sbaglio… eppure ti sei difeso e alla fine l’hai schiantata…
La guardai diritto negli occhi.
- Non posso dirtelo. Fidati di me, è per una buona causa. E non
pensare più a quello che è successo… - le dissi. - Mi posso fidare di te?
- Certo, Peter, puoi fidarti sicuramente. Non dirò niente a
nessuno. Spero solo di poter contraccambiare, un giorno. Anche se non so come
potrò sdebitarmi… Posso aiutarti in qualche modo? La mia è una famiglia ricca,
lo sai… avrai tutta la riconoscenza dei miei per avermi salvato… - mi disse.
- Grazie, Astoria. Ma non mi dovete niente. - Poi, alleggerendo
il discorso: - Come va con il ragazzo di Serpeverde che ti piaceva?
- Male, ma hai ragione tu. Gli starò vicino e cercherò solo di
essergli amica… Anche se vorrei strozzare quella smorfiosa della Parkison… - mi
disse, con un sorriso amaro.
Salutati alunni, insegnanti e preside (ci toccò sorbirci un
altro lungo discorso, metà in inglese, metà in russo), finalmente prendemmo la
passaporta che ci avrebbe portato alla tappa successiva. Il viaggio di ritorno
fu lungo come quello di andata (in particolare fummo perquisiti un paio di
volte… pensavano che esportassimo qualche oggetto magico proibito?), e,
finalmente, nella tarda serata del 15 eravamo di nuovo ad Hogsmeade, dove ci
aspettava un carro coperto che ci avrebbe portato ad Hogwarts.
Lily e qualche altro ragazzo delle varie case stavano ad
aspettarci. Notai, in mezzo agli altri, anche il Serpeverde che, pensavo,
piacesse a Astoria: era il biondo che spesso si scontrava con Harry Potter
(Draco Malfoy, che apparteneva ad una famiglia importante di nobili purosangue
inglesi) e aspettava Astoria insieme alla sorella Daphne Greengrass.
Lily mi si gettò subito al collo, noncurante della presenza degli
insegnanti e dei prefetti.
- Signorina Anderson, - sentii dire subito dietro le mie spalle:
era la voce della solita severissima McGranitt - tenga un comportamento consono,
o dovrò togliere punti a Corvonero! Niente effusioni in pubblico!
Lily si staccò di malavoglia. Poi subito mi disse: - Che bello
rivederti! Tutto bene a Durmstrang?
- E’ bello anche per me - sussurrai - Poi ti racconto i
particolari… Non puoi immaginare cosa mi sia successo…
- Spero che non abbia fatto la corte ad Astoria… o abbia
conquistato qualche russa - disse lei, fingendosi gelosa.
Poi vide la striscia di cuoio capelluto che mi mancava, sopra
l’orecchio destro: - E questo? Cosa ti è successo?
Le strinsi forte la mano: - Ti racconto tutto dopo
Avrei voluto stringerla. Possibile che non ci si potesse
abbracciare in pubblico? Quanto sono bigotti, qualche volta, gli inglesi e le
loro stupide regole!
Appena possibile, tuttavia, ci appartammo e le raccontai tutto
quello che era avvenuto: sia le informazioni sulla Selva degli Inferi, sia la
faccenda di Astoria.
- Beh, sei stato un eroe! - mi disse - E, del resto, non potevi
comportarti diversamente.… Ma hai rischiato la vita… non farai il salvatore di
fanciulle di professione?
Poi Lily mi aggiornò anche su ciò che era successo in Inghilterra
in quei giorni: alcuni pericolosi Mangiamorte, tra cui la perfida Bellatrix
Lestrange, erano fuggiti, un paio di giorni prima, da Azkaban e gli Auror
inglesi non sapevano che pesci pigliare. Insomma, il Ministero dava prova della
più completa inettitudine e incompetenza. E la nostra inquisitrice, la Umbridge,
aveva proibito agli insegnanti di fornire agli alunni informazioni non
pertinente alle materie che insegnavano… forse per impedire che criticassero il
Ministero!
- Mi sembra un situazione kafkiana! - mi disse.
- Kafché? Cosa vuol dire? - le chiesi.
- Surreale, paradossale. E’ un’espressione babbana che usiamo
qualche volta in famiglia…- aggiunse Lily - Kafka è stato…
Ma non seppi mai chi era stato quel Kafka perché vedemmo Fanny,
la fenice del Preside, che sembrava farci cenno di seguirla. Cosa che facemmo e,
giunti al solito passaggio, entrammo e giungemmo all’Ufficio del professor
Silente. Ci accolse molto gentilmente e volle sapere tutto quello che era
successo a Durmstrang e quello che mi aveva detto la professoressa Poliakova sul
Bosco degli Inferi.
- Mi dispiace per la Greengrass. Non pensavo che qualcuno volesse
vendicarsi su di lei per ciò che è successo tanti anni fa… - disse il Preside.
- Cosa è successo? - azzardai a chiedere.
- I fratelli Greengrass, più lo zio di Astoria che il padre, a
dire il vero, erano seguaci di Voldemort e furono mandati in Russia per trattare
un’alleanza con un clan di vampiri. Ci fu in quei giorni il massacro degli
abitanti di Varázslatos falu, un grosso villaggio magico della zona,
attribuito ai vampiri… ma forse con l’appoggio dei due Greengrass. La loro
partecipazione non fu mai provata, ma evidentemente a Durmstrang la pensano
diversamente…
Poi continuò: - Il portale che si dovrebbe trovare a Hogwarts non
è mai stato rintracciato, malgrado i miei sforzi. L’indizio “decem et novem” di
cui parlava la Poliakova è effettivamente interessante… che sia la
diciannovesima stanza di qualche piano… da contare… da dove? Dalle scale? Da una
stanza particolare? Da un punto cardinale? Da una statua, un arazzo, un quadro
particolare? Voi avete il fiuto per la caccia al tesoro, non è vero? Che ne dite
di girovagare per Hogwarts alla ricerca del portale?… Tanto so che lo fareste in
ogni caso! Vorrei solo chiedervi una cosa: avvisatemi appena troverete qualcosa:
vorrei impedire che Voldemort utilizzasse quel luogo per spostare i mangiamorte
da un luogo all’altro del Regno Unito. Mi raccomando, sono luoghi pericolosi,
creati con la Magia Nera… Non fate niente di testa vostra…
- Non si preoccupi, Preside, la terremo informata - disse Lily -
Questa volta non le nasconderemo niente…
Effettivamente la mia ragazza era bravissima a mentire… o stava
dicendo la verità? Potevo stare tranquillo o dovevo cominciare a preoccuparmi?
Il giorno dopo, mentre andavamo a lezione, incrociammo Daphne
Greengrass (la sorella di Astoria) e Draco Malfoy, che ci cercavano.
- Ti ringrazio anche a nome dei miei genitori, che sono stati
subito informati su quello che hai fatto per mia sorella - disse Daphne.
- Scherzi? Chiunque avrebbe fatto la stessa cosa… - dissi - Non
dovete ringraziarmi…
- Vorrei mostrarti la riconoscenza della nostra famiglia in
qualche modo. I Greengrass sono ricchi… - aggiunse Daphne.
Ancora questa storia della ricchezza…
- Mi offenderesti. Vogliamo solo la vostra amicizia. - aggiunsi
io.
- Contateci. E se possiamo fare qualcosa, fatecelo sapere… -
aggiunse Draco - Anche tu, Anderson, se qualcuno dei miei ti dà fastidio,
dimmelo, che me ne occupo io…
Beh, l’anno prima non avrei mai pensato a una tale intimità con
le Serpi, pensai.
Ok, rientro finalmente ad Hogwarts, ricomposizione
della nostra coppia e nuova "caccia al tesoro" (questa però sarà più breve di
quella della seconda fanfic). Un abbraccio a tutti e un ringraziamento
particolare ad ace 95 e Barbie_Ettelanie_91! Prossimo appuntamento mercoledì per
un tranquillo S. Valentino (almeno speriamo che lo sia per Lily e Peter)!
GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** S. Valentino ***
Capitolo 9
San Valentino
- Dove avrà nascosto il preside Dippet quel maledetto portale? -
pensavo, dopo l’ennesimo buco nell’acqua fatto insieme a Lily.
Non eravamo riusciti a capire cosa volesse indicare il numero 19
(decem et novem), che Dippet usava per indicare il portale.
Avevamo allora deciso di controllare sistematicamente tutte le stanza di
Hogwarts alla ricerca di qualche indizio (all’inizio la diciannovesima partendo
da ogni possibile punto di riferimento: scale, arazzi, statue, finestre…., poi
anche tutte le altre di ogni piano). Erano giorni che controllavamo, settore per
settore, tutto il castello. Avevamo perlustrato buona parte dei sotterranei,
anche l’area occupata dai fantasmi (che, tra l’altro, si erano anche irritati
vedendo due viventi nella loro zona), l’intero primo piano, il secondo, ed ora
stavano perlustrando il terzo. Certo, il castello era gigantesco, ma l’avremmo
controllato tutto, una stanza dopo l’altra… (almeno questo era il piano di
Lily). A cercare cosa, poi? Un passaggio, un’apertura, un portale? E se fosse
stato camuffato o trasfigurato? Era molto difficile che, in tanti anni, nessuno
si fosse accorto della sua presenza… evidentemente era stato modificato ed era
irriconoscibile…
Per fortuna, a cancellare i nostri malsani propositi di ficcarci
in tutti gli angoli bui del Castello, era arrivato il 14 febbraio, San
Valentino, e finalmente avevamo accantonato per un giorno la ricerca. Potevamo
andare ad Hogsmeade! Era una delle poche volte che noi studenti eravamo liberi
di andarcene tranquillamente dove volevamo, senza insegnanti che ci guidassero o
controllassero (Oddio, Hogsmeade ne are generalmente piena, ma almeno nessuno
era responsabile di te), a fare quello che volevamo! Pertanto, dopo aver fatto
colazione ed esserci scambiati, nella prima mattinata, i regali (io feci a Lily
uno zainetto opportunamente trattato con un incantesimo di estensione
irriconoscibile per poter aumentare lo spazio al suo interno, lasciando
inalterato l’aspetto esterno; Lily mi regalò un bel libro sull’Irlanda magica),
partimmo subito per Hogsmeade.
Erano con noi anche Giorgia e Godric, che si erano messi insieme
durante la permanenza a Durmstrang e incrociammo, lungo la strada, anche Harry e
Cho Chang, che, avevamo saputo (nel mondo magico si sa tutto di tutti in tempo
reale), provavano una forte simpatia l’uno per l’altro (anche se, da come
camminavano separati, senza neanche darsi la mano, dovevano essere ancora
all’inizio del loro rapporto).
Passeggiammo un pochino per Hogsmeade, guardando i negozi e
fermandoci all’ufficio postale ad ammirare i gufi, poi ci recammo in un
simpatico localino (di Madame Piediburro), in cui si trovavano quasi tutte le
coppiette… Trovammo un tavolo un po’ appartato (avevamo lasciato Giorgia e
Godric) e cominciammo a parlare. Poi, un po’ per l’atmosfera (tutti si tenevano
stretti e/o si baciavano, senza problemi di esser scoperti da prefetti o
insegnanti), cominciammo a scioglierci anche noi e partimmo con la nostra
attività preferita. Che però ad un certo punto fu interrotta da Harry e Cho….
erano arrivati anche loro e si erano posizionati in un tavolo non troppo lontano
da noi. Ma avevano dei problemi, evidentemente, e la loro permanenza fu molto
breve: i due litigarono davanti a tutti e Cho, dopo aver fatto una scenata, se
ne andò via, seguito da Harry. E quella fu l’ultima volta che li vidi insieme…
Ci spostammo quindi da Mielandia, e poi in Libreria… Qui Lily
cominciò a controllare tutte le nuove uscite “babbane” (Lily leggeva anche
letteratura non magica), mentre io vagavo tra gli scaffali guardano qua e là…
Leggevo i titoli dei libri sul dorso della copertina…C’era un interessantissimo
In viaggio con i vampiri, di un certo Gilderoy Allock (era un nome che
avevo sentito… penso sia stato un ex insegnante di Hogwarts), un inquietante
Il meglio del settimanale delle streghe di Camilla McAllister e un invitante
Armando Dippet: maestro o impostore? della famosa Rita Skeeter, che
subito controllai… magari offriva informazioni sul portale! In realtà rimasi
deluso: purtroppo presentava pettegolezzi a non finire, soprattutto sui parenti
magici o babbani dell’ex preside e su sue presunte relazioni ad un’associazione
terroristica filobabbana, e, almeno dalla scorsa veloce che diedi, non dava
nessuna informazione su portali magici presenti ad Hogwarts o altrove…
Ad un tratto fui colpito dall’Enciclopedia magica del mondo
magico, di Lotarius Caramell, in molti volumi, che riportava, sempre sul
dorso i numeri romani, da I a XXIV (cioè da 1 a 24). Scorsi con gli occhi i
volumi fino ad arrivare al XIX, cioè al 19… Decem et novem era latino e i
latini scrivevano in quel modo i numeri… XIX aveva una particolarità: le due X
si presentavano simmetriche rispetto al piano in cui si trovava la I, come se
una si specchiasse nell’altra…. Ebbi un’intuizione: uno specchio! Il portale era
stato trasformato in uno specchio! L’indizio per individuarlo non era contenuto
nel significato della parola, ma da come era scritta!
- Lily, ho avuto un’illuminazione sul portale - le dissi.
- Quale ? - mi chiese subito, interessata.
- Penso di aver capito… Dobbiamo cercare uno specchio…
Non è possibile immaginarsi il numero di specchi che esiste ad
Hogwarts, dalle camere, ai bagni, a qualsiasi altro luogo del castello.
Centinaia di specchi erano presenti dappertutto, schiacciandoci con il loro
numero. Alcuni erano piccoli, altri giganteschi, alcuni magici (tra cui uno di
cui parlerò tra poco), altri perfettamente normali, alcuni in vetro, altri in
ottone o altro metallo… Come individuare quello giusto? (naturalmente se il mio
ragionamento era quello esatto, il che non era sicuro… e se decem et novem
avesse voluto significare qualcos’altro?).
- Beh, noi siamo avvantaggiati - ragionava Lily - Abbiamo te,
che sei il discendente dello psicopatico creatore del Bosco degli Inferi e hai
il suo sangue. Devi solo munirti di una Pietra di Luna, recitare la formula che
ti ha detto la Poliakova davanti ad ogni specchio e provare ad appoggiare una
mano: se è quello il portale, te ne accorgerai subito … Non dico di entrare
completamente: quello lo faremo dopo aver parlato con Silente…
Considerando tutto quello che avevamo combinato in passato, mi
sembrava un piano estremamente prudente…
- E la Pietra di Luna? - le chiesi.
- Quella me la procuro io, non preoccuparti.
Infatti, qualche giorno dopo, aveva in mano due ciondoli, legati
da una leggera cordicella, che contenevano la Pietra di Luna. Uno lo fece
indossare a me, un altro lo mise lei al collo.
- Dove li hai trovati, Lily? - le chiesi.
- Da mio padre… Non glieli ho presi, questa volta… me li ha dati
lui… - mi disse - Sai che sta scrivendo un saggio sulle proprietà curative di
quella Pietra e ne ha un campionario piuttosto ampio… Gli ho detto che volevo
farti un regalino per il nostro anniversario… e la pietra di luna va di moda,
non lo sai?… Lui è sempre gentile e farebbe qualsiasi cosa gli chiedessi… Poi,
aveva molta fretta e voleva allontanarmi dal suo studio… Doveva arrivare Harry
Potter, mi ha detto, per le ripetizioni…
- Harry va a ripetizione di pozioni? E da quando? - chiesi
stupito.
- Non lo so, ma non penso sia vero. Per me non stava dicendo la
verità… Sta facendo qualcosa, d’accordo con Silente, e naturalmente non mi dice
niente… Tipico suo… Magari mio padre gli dà lezioni di occlumanzia e non vuole
che si sappia. Sai, Hanry è un grande mago, ma come occlumante non è proprio il
massimo…
Il nostro comportamento nelle settimane successive fu, in
apparenza, abbastanza strano: ce ne andavamo in giro dovunque, nel castello,
cercando specchi e ripetendo, davanti ad essi, la formula latina… Il guaio era
che dovevamo sondare tutti gli specchi… compresi quelli presenti nei bagni
femminili, o in quelli dei prefetti, o in quelli degli insegnanti… La cosa non
era effettivamente molto semplice. Una volta, ricordo, fummo sorpresi dalla
terribile professoressa McGranitt nel bellissimo bagno dei prefetti, al quinto
piano: avevamo avuto la parola d’ordine per accedervi da Kain Montague (il
cugino di Aileen) che, come capitano della squadra di Serpeverde, poteva
utilizzarlo (il bagno era aperto anche ai capitani delle quattro squadre di
Quidditch). Ci aveva guardato un po’ perplessi (evidentemente pensando che
volevano utilizzarlo per qualcosa di intimo e “particolare”, dato che c’era una
grande piscina), ma ci aveva subito detto la parola necessaria per accedervi.
Era effettivamente molto bello, completamente di marmo, con una grande piscina
al centro del pavimento, rubinetti d’oro e candidi asciugamani…. Peccato che,
dopo che avevamo controllato inutilmente gli specchi, mentre ci attardavamo ad
ammirare il dipinto di una bella sirena, venimmo sorpresi dalla McGranitt, che
entrò improvvisamente, dato che aveva sentito le nostre voci. Facemmo perdere
non so quanti punti a Corvonero e poi messi in punizione per tutta la settimana!
La prof.ssa McGranitt mi dedicò degli sguardi assassini e schifiti ogni volta
che incrociava il mio sguardo a lezione e non smetteva mai di rimproverarmi, per
qualsiasi cosa; aveva invece un mieloso atteggiamento di pietà per Lily, come se
io la stessi traviando (!). E il professor Piton, nei giorni successivi,
sembrava volesse incenerirmi… chissà cosa pensava che volessimo fare, insieme,
chiusi nel bagno dei prefetti…
In una dei solai del castello (ci infilammo anche lì), trovammo
poi uno specchio magico… Faceva vedere quello che ognuno desiderava, come poi
capimmo. Entrato infatti, io e Lily vedevamo una cosa diversa: lei si vedeva con
me, attorniata da tre o quattro bambinetti…
- Predirrà il futuro?... sono ancora giovane nello specchio… Ci
sposeremo presto? - disse Lily.
In realtà, chiedendo poi agli elfi, scoprimmo che era lo Specchio
delle Brame: non era il futuro, ma solo ciò che Lily desiderava…sognava di
formare una famiglia con me… era dolcissima!
Anche io vedevo Lily… ma in modo diverso… e non dico cosa
facevamo nello specchio, avvinghiati l’uno all’altra! E dovetti anche ricevere
la solita sgridata da parte di Lily che non si stancava mai, malgrado le mie
proteste, di dare un’occhiata dentro la mia mente… Pensavo ancora a quello che
avevo visto nello specchio…
- Te lo sogni! - disse subito; poi, per fortuna, aggiunse: -…
almeno per adesso…
Mi ripromisi di prendere lezioni di occlumanzia, appena
possibile: ero evidentemente un libro aperto per Lily…
Riusciranno i nostri amici a trovare il portale? Vi
do l’appuntamento a sabato per il nuovo capitolo (Nel bosco degli Inferi)
(eh, sì, mi sa che ci riusciranno…). Un abbraccio a tutti e il solito
ringraziamento a Barbie_Ettelanie_91 ed ace 95 che, sempre gentilissimi, mi
inviano ogni volta le loro impressioni! Alla prossima. GattyP:)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Nel Bosco degli Inferi ***
Capitolo 10
Nel Bosco degli Inferi
Naturalmente non sempre esploravamo il castello: dovevamo anche
studiare (non ne ho parlato troppo, finora, ma buona parte del tempo della
giornata lo trascorrevamo tra studio e lezioni), assistere alle partite di
Quidditch (Aileen Montague, l’amichetta di Lily, era un’appassionata tifosa e
stravedeva per il cugino, che era il capitano di Serpeverde: dopo ogni partita
Lily doveva scrivere una lettera dettagliata alla piccola, raccontando le
prodezze di Kain Montague). Ogni tanto poi uscivamo insieme, o in compagnia di
qualche amico, magari semplicemente a passeggiare lungo il Lago (anche a trovare
la Piovra Gigante, che ci riconosceva e alzava sempre uno dei suoi tentacoli per
salutarci).
Altra simpatica attività era quella di sparlare dell’Inquisitrice
Suprema, la noiosa prof.ssa Umbridge, verso la quale provavamo una grande
antipatia (e non eravamo i soli). Quell’insegnante incompetente (ci faceva
ancora leggere il manuale di Difesa ogni volta che c’era lezione!) si era
particolarmente arrabbiata quando aveva saputo che Harry aveva rilasciato
un’intervista a Rita Skeeter, che era stata pubblicata in un numero del Cavillo:
subito aveva promesso l’espulsione a chiunque avesse una copia della rivista…
con il risultato che l’articolo era andato a ruba!
- Sei stato grande, Harry - gli dissi, incrociandolo in un
corridoio, insieme a Ron e ad Hermione - Spero solo che nessuno legga più
quell’accozzaglia di bugie che è diventata la Gazzetta
del Profeta!
- Tutti ti credono, nella nostra Casa… o almeno quasi tutti! -
aggiunse Lily.
- Hai visto, Harry? - intervenne Hermione, contenta - Ho avuto
una buona idea? Hai offerto finalmente una visione alternativa a quella offerta
dal Ministero!
In effetti, a valutare dal numero di gufi che planavano, ogni
mattina, al tavolo di Harry con i commenti dei lettori del giornale, l’articolo
aveva fatto colpo. Ad Hogwarts, in ogni caso, tutti l’avevano letto, malgrado i
patetici tentativi della Umbridge di far tacere la sua voce. Solo Marietta,
l’amica di Cho, aveva mostrato qualche riserva, sostenendo che il ragazzo non
fosse completamente affidabile: quasi tutti gli altri Corvonero avevano
accettato la versione di Harry e tutti erano ormai convinti dell’imminente
pericolo che ci sovrastava.
Sempre a marzo, poi, fu cacciata la povera prof.ssa Cooman. Era
un tipo molto eccentrico ed originale… ma il fatto stesso che fosse stata
cacciata da quell’odiosa Inquisitrice, me la faceva apprezzare… poi aveva fatto
una strana profezia all’inizio dell’anno che si era avverata… era stata un caso,
forse, ma ci aveva completamente preso.
Mi fece, poco prima di essere allontanata, un’altra profezia,
ugualmente bizzarra. Questa volta riguardava me e Lily. Eravamo intenti a
studiare la sfera di cristallo, quando, avvicinatasi a noi, con un voce strana
ci chiese cosa vedevamo.
- Uccelli che si muovono nella neve? - provò Lily
- A me sembrano i coriandoli che lanciano i non magici, cioè i
babbani, a Carnevale… - provai a buttare.
- No, no, ragazzi! Dovete guardare con l’occhio interiore -
interenne la prof.ssa Cooman con la voce sempre più strana - No, sono quadrupedi intelligenti…
e quello al centro è un gigantesco mostro che vuole mangiarli…
Però, pensai, che fantasia! Come facevano a venirle in mente
certe interpretazioni? Era proprio inaffidabile…
Poi, ad aprile, trovammo il portale: era dissimulato in un grande
specchio presente in uno dei bagni del sesto piano, uguale a tanti altri, ma
incassato in un profondo architrave. Era, naturalmente, un bagno femminile e,
entrati, vi trovammo un paio di Tassorosso di prima che mi guardarono
scandalizzate… poi fortunatamente si allontanarono ridacchiando e guardandoci di
sottecchi… Il nostro comportamento in effetti era abbastanza equivoco… tanto per
cambiare…
Ci dirigemmo verso tutti gli specchi (saranno stati almeno una
ventina), ripetendo, davanti a tutti, per l’ennesima volta, la formula dovuta (Pilum
mutare, non mores). Ci accostavano quindi agli specchi, cercando di far la
mano, o almeno un dito… naturalmente senza successo. Finché, passati allo
specchio più grande, che occupava l’intera parete della stanza delle docce, mi
avvicinai e, dopo aver detto la solita formula, mi accorsi che la mia mano
entrava tranquillamente al di là del vetro!
- Aspetta, provo anch’io! - disse Lily, tutta eccitata.
Effettivamente anche lei poteva immergere mano e braccio dentro: avevamo trovato
il passaggio!
- Non vorrai entrare senza avvisare il Preside? - dissi a Lily.
- No, non preoccuparti, Peter. Abbiamo dato la nostra parola… e
poi potrebbe essere molto pericoloso! - rispose Lily, che, stranamente, in
quell’occasione, era diventata molto prudente.
Uscimmo dal bagno e ci dirigemmo in Presidenza, dove,
naturalmente, il Gargoyle di guardia non ci fece passare:
- Nessuno può continuare, senza parola d’ordine! - ci disse con
malagrazia quella orribile statua.
- Ma è un’emergenza - dissi al mostro di pietra - Il Preside ci
aspetta!
Poi, per fortuna, le nostre voci furono sentite da Fanny, che
velocemente scese… Becchettò in un punto della statua e, subito, il Gargoyle si
spostò e scese la scala che ci avrebbe portato in Presidenza.
Bussammo e, una volta ottenuto il permesso di entrare, trovammo
il Preside alla scrivania.
- Oh, che bello, ragazzi! - ci disse - Avete notizie?
Gli raccontammo tutto quello che avevamo scoperto.
- Bravissimi, ragazzi, ci siamo! - disse il prof. Silente, tutto
eccitato. - Brillante intuizione, O’Neil… neanche io ci sarei arrivato…
l’indizio decem et novem riguardava la forma del numero romano, non il
significato… Complimenti: siete veramente uno più in gamba dell’altro! Ora
possiamo disattivare, per sempre, tutti i passaggi tra i portali inglesi e
daremo un colpo mortale al loro eventuale utilizzo da parte di Voldemort.
Naturalmente lascerò un’eccezione per noi tre… ho idea che potrebbero servirvi
in futuro… Mi servirebbe una ciocca dei vostri capelli… Devo anche provvedere a
chiudere i bagni… magari con la scusa di un intervento di manutenzione…
Due giorni dopo, mentre stavamo tranquillamente limonando, nel
primo pomeriggio, notammo un grosso gufo che si appollaiò su una poltrona vicina
al divano in cui eravamo distesi; poi, siccome non ci eravamo accorti di lui
(eravamo effettivamente molto occupati), scese sulle nostre schiene e cominciò a
becchettarci. Subito interrompemmo ciò che stavamo facendo (peccato!) e notammo
che aveva un messaggio: Cari ragazzi, oggi nel bagno
alle 16.00. Siete dispensati dal seguire le lezioni. Ho parlato con la McGranitt.
Silente.
Evviva! Avremmo saltato Trasfigurazione! Inutile dire che, dieci
minuti prima delle 16.00 eravamo già in bagno, davanti allo specchio…
- Che ne dici se uno di questi giorni facciamo una doccia
insieme? - provai a buttare. Ma stavo scherzando (Oddio, come dice un proverbio
“babbano”, la verità si dice scherzando…)
- Non pensarci neanche, Peter O’Neil! - mi disse Lily, divertita
- Prima di fare una doccia insieme…
Tuttavia non finì la frase perché arrivò il prof. Silente con un
grosso zaino babbano sulle spalle, che aveva riempito (lo avremmo visto in
seguito) di fialette di una pozione da lui preparata in quei giorni. Avremmo
dovuto rompere su ogni portale, una volta giunti nel Bosco degli Inferi, una
fialetta, dopo aver pronunciato non so quali formule magiche. Secondo il Preside
l’incantesimo li avrebbe disattivati per sempre irreversibilmente… a parte per
noi tre, naturalmente.
- Vi fidate di me, ragazzi? - ci disse il Preside.
- Certo, professore - rispose Lily.
- Io allora entro. Voi aspettate qualche secondo e poi seguitemi.
E, se ci fosse qualche pericolo, ma non penso, dovete obbedire in tutto e per
tutto a quello che vi dico. Me lo promettete?
Naturalmente promettemmo.
- Qualsiasi cosa… Anche se vi dicessi di abbandonarmi… Va bene? -
aggiunse.
- Sì, Preside - dissi.
Qualche secondo dopo che il prof. Silente era entrato,
oltrepassammo il portale, entrando (letteralmente) nello specchio. Ci ritrovammo
all’aperto, su un colle, davanti ad un inquietante palazzo. Intorno al Palazzo,
ad alcuni metri di distanza, tutt’intorno alle mura, erano collocati i portali,
costruzioni di pietra poco più alte di un uomo, formate da due massi verticali
sormontati da uno orizzontale… una specie di dolmen preistorici, ma più regolari
e con incisi iscrizioni e simboli. Alcuni erano a pezzi, crollati; altri, qua e
là, ancora in piedi e, presumibilmente, perfettamente funzionanti. Più lontano,
poi, ai piedi del colle e fino a delle grigie montagne in lontananza, potevamo
vedere una vasta conca coperta di foreste … Rabbrividii: era il luogo in cui
magni oscuri e crudeli, tra i quali il mio psicopatico antenato Abraxas Onellius,
avevano praticato la “caccia al babbano”. Quante persone innocenti erano morte
in quel luogo per la follia di quei pazzi?
Mi girai verso il palazzo: la porta d’accesso era ermeticamente
chiusa e tutte le finestre erano sbarrate… e posso assicurare l’ultima cosa che
avevo in mente fosse quella di entrare… era decisamente inquietante. Di fianco
alla porta c’era una lapide, in latino, che riportava semplicemente la scritta :
Abraxas Onellius haec fecit.
- Consiglierei di non entrare - ci disse il Preside - E’ un luogo
oscuro: per quanto ne so, chi è entrato non è più uscito… Meglio non fare i
turisti qui dentro… E poi abbiamo un compito: occupiamoci dei portali.
Da quel momento, per un paio di ore, girammo intorno al Palazzo
andando sistematicamente verso tutti i portali rimasti. Davanti ad ognuno di
essi Silente recitava formule magiche e lanciava una delle boccette che aveva
portato, che infrangeva sul portale stesso. Il lavoro fu lungo e noioso (c’erano
almeno una trentina di manufatti magici), ma alla fine terminò.
- Bene, ragazzi. Come vedete, nessuno, d’ora in poi, potrà più
utilizzarli, per andare a “caccia” o per spostarsi da un luogo all’altro… a
parte il sottoscritto e voi due. Che ne dite di fare una prova. Dove volete
andare?
- Dove si può andare, Preside? - chiesi.
- Dove sono i portali gemelli di questi, nelle Isole Britanniche…
Questo per esempio, dovrebbe condurre a Kylemore, che dovrebbe essere in
Irlanda… dalle tue parti, se non spaglio, Peter…
Su un lato del portone, infatti, sulla sinistra, c’era incisa una
piccola scritta. Evidentemente chi l’aveva creato aveva voluto lasciare
un’indicazione per non sbagliare portale… Sì, in effetti Kylemore era ad alcune
decine di chilometri da casa mia: c’era una bella Abbazia, che un paio di volte
avevo visitato, con i miei amici, negli anni precedenti.
- Provo ad entrare io. Voi aspettate qui - ci disse.
Entrò velocemente (appena oltrepassato, sparì) e, un paio di
minuti dopo, tornò indietro.
- Tutto tranquillo, potete seguirmi - ci disse.
Entrammo anche noi nel portale e, un attimo dopo, eravamo in una
piccola caverna, situata sul fianco di una collina boscosa. Si affacciava su una
valle in cui si vedeva, in lontananza, la celebre Abbazia. Alle mie spalle, al
posto del portale, il punto in cui era uscito si presentava come una parete di
roccia… ma sapevo che era in realtà il passaggio, ben dissimulato.
Ci fermammo un secondo a guardare il panorama. In lontananza si
vedevano le colline del Connemara National Park… oltre le quali c’era casa mia!
- E’ fantastico, Preside - dissi. Lily mi stringeva la mano,
anche lei stupita.
- Ora però torniamo indietro… E’ venuto il Primo Ministro a
trovarmi: immagino il motivo e non devo farlo aspettare troppo. Se non sarò
presente nei prossimi giorni, non preoccupatevi. E cercate di proteggere Harry e
la sua combriccola… se potete… e senza rischiare… - disse il Preside.
Velocemente tornammo indietro, oltrepassammo la parete rocciosa,
tornammo al Bosco degli Inferi e, fatti pochi passi, ci infilammo nel portale
che conduceva ad Hogwarts. In pochi secondi eravamo passati da un posto
all’altro delle Isole Britanniche!
Ok, ora solo i nostri amici possono utilizzare il
Portale e spostarsi da un luogo all’altro (il che sarà importante nell’ultima
fanfic). Ma questa storia non è finita! A questo punto, per i successivi tre
capitoli, le vicende di Lily e Peter si incastrano con quelle di Harry, Hermione
e Ron… Appuntamento a mercoledì per l’undicesimo capitolo (Il Cappello
Parlante) - 4 alla conclusione. Un ringraziamento speciale ad ace 95 e a
Barbie_Ettelanie_91. Un saluto a tutti. GattyP :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Il Cappello Parlante ***
Capitolo 11
Il Cappello Parlante
Salutammo il prof. Silente, che andò velocemente in presidenza,
ed uscimmo dal bagno. La giornata era stata molto movimentata e ricca di
emozioni. Dovevamo concludere in bellezza! Ci fermammo pertanto alcune decine di
minuti, in uno dei nostri posticini (ormai eravamo diventati espertissimi su
dove intrufolarci per poter limonare in pace…) Era effettivamente molto
piacevole passare un po’ di tempo insieme, senza preoccupazioni, in quella sana
attività. Poi, mentre stavamo tornando verso la nostra Casa, intravvedemmo un
gruppo di ragazzi (Padma Patil, Cho Chang, Anthony Goldstein) correre
velocemente, particolarmente agitati.
- Vieni, andiamo a vedere cosa sta succedendo - dissi.
- L’anello, Peter - suggerì Lily.
Ci mettemmo gli anelli tra le labbra: eravamo invisibili. Tirammo
fuori le bacchette. Ci spostammo appena in tempo, dato che stavano correndo
verso di noi anche Michael Corner e Terry Steeval. Dietro a loro intravvedemmo
un paio di Serpi, con lo stemma appeso della squadra di inquisizione (un gruppo
di Serpeverde che sostenevano l’Inquisitore Supremo nel suo tentativo di
controllare Hogwarts). Uno dei due era Whyte!!!
- Fermatevi o vi schiantiamo! - disse l’altro. Era un certo
Adrian Pucey, del settimo anno, che conoscevo di vista.
Per tutta risposta Michael Corner lanciò un blando incantesimo di
disarmo… Io mandai uno schiantesimo sulle gambe di Whyte, mentre mi passava
avanti, che rovinò fragorosamente a terra.
- Ah, mi sono rotto qualcosa… - diceva, urlando - Devo andare in
infermeria…
Posso dire che non mi dispiaceva troppo? Rimasi in silenzio
lungo la parete, mentre Pucey malediceva i ragazzi che erano scappati (non aveva
visto chi fossero). Aiutò poi Whyte a muoversi e i due andarono verso
l’infermeria… Whyte si lamentava, ma aveva probabilmente fatto solo una storta,
anche se dolorosa.
- Andiamo a vedere cos’è successo. Andiamo verso la Presidenza…
- mi propose Lily.
Sempre invisibili ci appostammo vicino ai Gorgoyle. C’era gente
che stava scendendo le scale: erano il ministro inglese Cornelius Caramell, con
due Auror, ancora frastornati, e quello strano tipo di Percy Weasley (nostra
vecchia conoscenza da un paio d’anni).
- Maledetto Silente - diceva Caramell - ce l’ha fatta! Ma ho la
sua confessione e voglio che sia ricercato da tutti gli Auror del Paese!
Intanto, Percy, fa pubblicare l’articolo nella Gazzetta!
- Certo, Ministro - disse servilmente Weasley - Non mi aspettavo
che osasse manifestare la sua ostilità alla sua persona in modo così plateale.
Quel Preside non mi è mai piaciuto: era un personaggio ambiguo anche quando
frequentavo Hogwarts, da studente. Mi sono anche scontrato con lui in una
occasione e alla fine ha dovuto darmi ragione… Vedrà che un lungo soggiorno ad
Azkaban non glielo toglie nessuno, questa volta… E quel Potter…
- Che vada al diavolo! - disse il Ministro - E’ solo un ragazzino
viziato, instabile mentalmente!
- E’ vero. L’ho anche scritto a mio fratello... Mi dispiace solo
di non essermi accorto prima della sua pericolosità… avrei agito immediatamente
per allontanare mio fratello da quella pericolosa compagnia…
- Ora va’, Percy, e fa’ pubblicare l’articolo… Io vado a parlare
con Dolores, così potrà prendere subito possesso dell’Ufficio di Presidenza. Non
vorrei che Silente facesse qualche incantesimo per impedirglielo. Hai fatto
comunque bene a disattivare i Gargoyle…
Dunque Silente si era allontanato. E il suo posto sarebbe stato
ricoperto da quella odiosa Umbridge, d’accordo con il Ministero… Un’usurpatrice,
oltre che un’odiosa insegnante...
- Dobbiamo fare qualcosa per impedirgli di prendere la Presidenza
Peter! - mi disse Lily, al mio fianco - Proviamo a passare: non è rimasto
nessuno in Presidenza, penso.
Infatti, sempre invisibili, ci materializzammo in presidenza. Non
c’era in effetti anima viva. Ci togliemmo gli anelli tornando visibili.
- Toh, due ragazzi nell’ufficio del professore Silente, senza
autorizzazione - disse un mago da un quadro.
- Come hanno fatto ad entrare? Forse dovremmo dare l’allarme… -
diceva un altro.
- Scusateci - disse Lily, gentilmente - siamo dalla parte del
preside Silente e vorremmo bloccare la presidenza, per non farla utilizzare
dalla professoressa Umbridge, che il Ministero vuole insediare come preside…
- Scandaloso! - disse un terzo mago - Il Preside è Silente e
nessuno può prendere il suo posto, soprattutto se inviato dal Ministero! Ma come
si permettono?
Anche gli altri maghi e streghe, nella cornice, assentirono, per
fortuna. Erano tutti dalla nostra parte.
- Abbiamo bisogno del vostro aiuto. Come facciamo a bloccare la
Presidenza? - chiesi fiducioso.
- Beh, non ne abbiamo idea - disse un mago grassoccio - Noi siamo
solo immagine dipinte, non siamo vive, non possiamo fare niente, non possiamo
muoverci…
- Perché non parlate con il Cappello Parlante? - suggerì una
vecchia strega.
- Buona idea! - disse Lily. Poi, rivolgendosi a me, che ero
vicino al Cappello: - Vuoi parlarci tu, Peter, per favore?
Andai dal Cappello Parlante e, preso il vecchio cappello
rattoppato in mano, me lo misi in testa. Subito sentii, dentro il mio cervello,
una voce:
- Oh, Peter O’Neil. E’ un po’ che non ci sentiamo! Da quando ti
ho smistato a Corvonero su suggerimento di Lily Anderson… Ti è dispiaciuto?
Mentalmente pensai la risposta: - No, assolutamente, anzi… mi
sono trovato benissimo, a parte per lo studio… Ma ora sono qui per un altro
motivo…
Brevemente gli spiegai la situazione.
- Ho capito - sentii di nuovo nella mia testa - Mi sembra
opportuno ostacolare l’usurpatrice. Ti spiego come bloccare tutto… E’ un
incantesimo molto efficace, che solo Silente potrà eliminare. Nessun altro potrà
nel frattempo entrare in Presidenza e tutto quello che c’è qui dentro non potrà
essere preso dalla professoressa Umbridge…
Mi spiegò quindi una astrusa formula, quindi disse che saremmo
dovuti uscire dal solito corridoio, quello che avevamo percorso la prima volta
che il preside Silente ci aveva chiamato. Anche quello sarebbe stato sigillato
trenta secondi dopo la nostra uscita.
Ringraziai il Cappello, ma prima di lasciarlo, dato che era
qualche tempo che avevo un dubbio, potrai a chiedergli di risolverlo: . - Grazie
mille, Cappello Parlante! Ma… prima di lasciarti, posso farti una domanda
personale?
- Certo. Se posso, ti risponderò. Dimmi pure, Peter O’Neil.
- Mi sono sempre chiesto in quale Casa mi avresti messo, se Lily
non ti avesse chiesto di collocarmi a Corvonero… - gli chiesi.
- Beh, Serpeverde, naturalmente, come tua sorella! Penso che
saresti stata un’ottima Serpe… Ora va’, prima che arrivi la Umbridge!
Tolsi subito il cappello e spiegai a Lily come bloccare la
Presidenza. Poi insieme facemmo l’incantesimo (in due forse avrebbe funzionato
meglio e lei era sicuramente più brava di me). Poi, salutati velocemente i
Presidi nei quadri (che ci guardavano divertiti e mossero le mani gentilmente),
uscimmo dal corridoio, lo percorremmo, aprimmo la porta in fondo e subito ci
catapultammo fuori…
Ero un po’ sconvolto da quello che il cappello mi aveva detto. Io
a Serpeverde? Insieme alla Blockade e a Whyte? Senza Lily, che era la mia vita?
Guardai Lily.
- Grazie per l’ultima considerazione. Ma non ti ci vedo come
Serpeverde - mi sussurrò Lily.
Pensai che avrei dovuto sculacciarla, e forte, perché dovevo
avere un po’ di privacy, almeno nei pensieri!!!
- Non provarci neanche! - E fuggì via, divertita.
_____________________________________
Il giorno dopo era affisso, in tutto Hogwarts, il Decreto
Didattico n. 28, con il quale si affidava l’incarico di Preside all’Inquisitore
Supremo. La Umbridge però non poté godere del titolo, dato che l’ufficio era
sigillato e non riusciva, in nessun modo, per quanti tentativi facesse, a
penetrarvi (Yeeeh! Aveva funzionato!).
Inoltre quel giorno la Squadra d’Inquisizione (un gruppo di
Serpi, tra cui Malfoy, che obbediva direttamente alla professoressa Umbridge,
sostenendo le posizioni del Ministero della Magia) si accaniva contro chiunque
osasse criticare il nuovo ordine.
- Non è giusto, Draco Malfoy - disse tranquilla Lily, quando la
squadra stava minacciando di orribili punizione due Tassorosso di seconda che
semplicemente sostenevano, a parole, il prof. Silente, dicendo che a loro
sembrava simpatico, e non un vecchio pazzo, come volevano che lo chiamassero i
“seguaci” della Umbridge. - Ognuno può avere l’opinione che vuole. Purché non
infranga la legge…
- Talvolta neanch’io sono d’accordo con i Serpeverde - intervenni
-, ma non mi sognerei mai di non aiutare un mio compagno, di qualsiasi casa sia.
Malfoy non poteva continuare con il suo atteggiamento da bullo,
rinnegando tutti i buoni propositi di aiutarci che aveva fatto. Disse pertanto
di lasciar perdere le due ragazzine e di cercare qualche Grifone da punire.
- Grazie, Draco - disse Lily, mentre se ne andava, facendoci un
cenno amichevole.
- Vedi, Peter, con la gentilezza si ottiene tutto - disse
sorridendo. Ci credeva veramente? - Ora però andiamo da Kain…
Il povero Kain Montague, infatti, era ricoverato in infermeria da
diversi giorni: era letteralmente scomparso da Hogwarts alcuni giorni prima… Si
seppe poi che quegli idioti di Fred e George Weasley (i fratelli gemelli di Ron)
lo avevano infilato in un armadio svanitore, dove era rimasto alcuni giorni
senza mangiare e senza bere, finché era riuscito a materializzarsi all’esterno,
in uno dei bagni delle ragazze. Aveva rischiato la pelle e solo l’intervento di
Leanne Kaplett, una Grifondoro del sesto anno, l’aveva salvato. Purtroppo
nessun altro, a parte Leanne (che forse aveva una simpatia per lui… talvolta
capita anche tra Serpeverde e Grifondoro) andava a trovarlo… i Serpeverde sono
molto individualisti e poco espansivi… ma Lily non poteva mancare, se c’era da
aiutare qualcuno! Così andavano ogni tanto da lui e gli raccontavamo cosa nel
frattempo era successo nel castello. Inutile dire che l’unica volta che vidi
Lily veramente arrabbiata con qualcuno fu con i due gemelli, George e Fred
Weasley, i responsabili di quello che loro credevano un divertente scherzo, ma
che per poco non provocava la morte del povero Kain: gliene disse di tutti i
colori, chiamandoli incoscienti e criminali, davanti a tutti i loro compagni. I
due rimasero allibiti, non sapendo (per una volta) come reagire a ciò che non si
aspettavano sicuramente: Lily era di solito così mite e gentile! Il che spiega
perché i due, da quel momento, giravano al largo quando ci vedevano…
Comunque, riprendendo il discorso, in infermeria, trovammo, il
giorno successivo alla partenza di Silente, anche Marietta che aveva avuto una
strana irritazione, assistita dalla sua amica Cho Chang. Giunti lì, però, la
trovammo in lacrime: era molto confusa e si lamentava di una forte irritazione
cutanea che le disegnava sul volto la parola “spy”.
- Cosa è successo, Marietta? - si interessò Lily.
Rispose Cho, irritatissima (per fortuna non con noi): - E’ la
conseguenza di un incantesimo fatto da quella… squilibrata di Hermione Granger.
Abbiamo firmato una pergamena, ma era un contratto magico mascherato… Non lo
sapevamo e, quando Marietta l’ha infranto, le è venuta quella maledetta scritta
sulla fronte… Per me è magia oscura… quella perfettina del c… (e qui continuò
con una serie di insulti…) ci ha ingannato…
- Sono pentita! - piagnucolava nel frattempo Marietta disperata.
- Mi ha rovinato! Non posso andare in giro con questa scritta tutta la vita…
-- Madama Chips ci ha detto che sarà dura cancellarla
completamente non conoscendo i precisi ingredienti della composizione. Forse
dovrà andare in un clinica medimagica… - continuò Cho Chang.
- Ma non potete chiedere ad Hermione il tipo di magia utilizzata?
Il professor Piton potrebbe fare un antidoto… - suggerì Lily.
- Io… non voglio più vedere nessuno… sono un… mostro! -
piagnucolò la povera Marietta.
- E’ stata veramente spregevole la Granger ad ingannarci in
questo modo. Noi ci fidavamo di lei, brutta strega del c…. - aggiunse Cho Chang,
che continuò con la serie di insulti (era veramente arrabbiata!)
Beh, bisognava vedere cosa aveva combinato Marietta… Hermione mi
sembrava una brava ragazza, gentile, sensibile, forse un po’ troppo studiosa.
Forse aveva avuto le sue buone ragioni… (ma questo lo pensai soltanto e non lo
dissi). Però trovai subito la scusa per allontanarmi da quella ragazza
piagnucolosa (già immaginavo di passare il pomeriggio in infermeria insieme a
Cho e a Liy a confortarla) e dissi: - Provo ad informarmi da Hermione stessa.
Magari mi dirà quale incantesimo ha utilizzato…
- Sì, bravo Peter - mi disse Lily - Io rimango qui con Marietta…
Così riuscii subito a fuggire da quello che si prospettava come
un noioso pomeriggio. Me ne andai in giro cercando Hermione. Nel frattempo nel
castello era scoppiato il finimondo, dato che qualcuno (seppi poi che erano
stati i gemelli Weasley) avevano fatto scoppiare alcune decine di fuochi
artificiali magici, che scorazzavano per tutta Hogwarts, malgrado la Umbridge
cercasse (inutilmente) di bloccarli. I professori guardavano il tutto senza
intervenire (sembravano addirittura divertiti), mentre gli studenti non stavano
più nella pelle ammirando la confusione che si era creata…
Comunque alla fine trovai Hermione: stava esortando i primini a
cambiare itinerario per la presenza, in un corridoio, di non so quale pericolo…
- Ciao, Hermione. Posso disturbarti? - le dissi.
- Certo, Peter. Dimmi pure. Hai visto lo spettacolo?
- Sì… notevole! Vengo da te per un piacere… C’è Marietta in
lacrime in infermeria… non so cosa ha combinato, ma ha la parola “spy”
formatasi, sembra permanentemente, sul volto… è pentita per quello che ha fatto…
Potresti dirmi l’incantesimo utilizzato? Altrimenti sarà difficile trovare
l’antidoto…
- Ad essere sincera, volevo farla soffrire un altro pochino, dato
che ha infranto un segreto custodito religiosamente e, in definitiva, è colpa
sua se Silente è in fuga e ricercato… e quella vipera ora dirige Hogwarts.
Inoltre per poco non faceva espellere anche Harry… - continuò Hermione.
- Sicuramente hai ragione, ma non l’hai vista piangente: è
distrutta. Tutti possono sbagliare… almeno una volta. Dalle una seconda
possibilità. Io e Lily te ne saremmo riconoscenti… io specialmente, perché
altrimenti dovrò accompagnare ancora la mia ragazza da Marietta e sentirla
piagnucolare in eterno…
Hermione sorrise divertita davanti alla mia ultima motivazione,
poi disse: - L’antidoto deve essere a base di radice di pervuncolo e asfodelo,
che hanno i principi opposti agli ingredienti utilizzati per creare il
sortilegio alla pergamena, cioè flos mytica e estratto di ippoglasso. Se ne beve
ogni giorno per una settimana, vedrai che l’acne prima diminuirà, poi
scomparirà… al massimo in un mese…anche se poi potrebbe riapparire qualcosa al
cambio di stagione… Ma ti do queste informazioni non per Marietta, ma solo per
te, Peter, in nome del comune interesse per la storia di Hogwarts…
- Grazie, Hermione. - le dissi - Sei fantastica!
Per fortuna non era una legilimens, altrimenti avrebbe capito
che il mio interesse per la storia della nostra scuola era molto molto limitato…
Tornai in ambulatorio con le importanti informazioni. Lily subito
si offrì di contattare il professor Piton.
- Non riuscirai mai a convincerlo ad aiutarmi - disse Marietta,
piangendo (tanto per cambiare) - Quel professore mi odia: mi ha sempre torturato
da quando sono qui ad Hogwarts…
- Beh, farò un tentativo. A me sembra un ottimo insegnate, serio
e disponibile… Vieni con me, Peter?
Beh, rimanere a sentire le ragazze piagnucolare non era la mia
massima aspirazione… Salutai Cho e Marietta e mi accodai a Lily. Passammo
attraverso Hogwarts ancora sconvolta dai fuochi dei Weasley (“Belli, però” -
convenne Lily) e giungemmo nel laboratorio del prof. Piton. Bussammo e, avuto il
permesso di entrare, aprimmo la porta. Severus Piton non si aspettava di
vederci, alzò il volto da un calderone, dove stava preparando non so quale
pozione, e sorrise a sua figlia (avevo visto il professor Piton sorridere! Era
un avvenimento più unico che raro!)…
- Ciao, piccola. Che bella sorpresa. Vieni per qualche motivo? -
poi mi notò e cambiò subito tono - Oh, O’Neil, ci sei anche tu?
Un’ora dopo eravamo di ritorno in Infermeria con la pozione…
Marietta non smetteva di ringraziarci.
- Scherzi, Marietta - disse Lily - Anche tu avresti fatto la
stessa cosa per noi. Dobbiamo sempre aiutarci l’un l’altro.
Ho i miei dubbi che Marietta, o Cho, se avessimo avuto bisogno,
ci avrebbero dato qualcosa se non una generica solidarietà. Ma Lily era una
ragazza veramente buona e generosa.
Per Kain Montague e Leanne Kaplett (che faranno un
paio di apparizione in seguito nelle altre storie della saga) ho preso spunto da
una bella fanfiction di AdhoMu (Le prodigiose sorprese di un armadio
svanitore), ancora in corso di pubblicazione, che vi invito a leggere: vale
veramente la pena! Noi ci vediamo invece sabato con il terzultimo capitolo (Contro
la squadra d’Inquisizione). Grazie a tutti vuoi che seguite e leggete. Un
ringraziamento particolare naturalmente a ace 95 e a Barbie_Ettelanie_91, che
mia aiutano con i commenti e mi segnalano imprecisioni e refusi. Un saluto anche
a MorganaWilloWolf che ha scoperto la saga e ha finito la seconda fanfic…
Un abbraccio a tutti. Alla prossima. GattyP :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Contro la Squadra d'Inquisizione ***
Capitolo 12
Contro la Squadra d’Inquisizione
Il periodo successivo, dal tardo aprile ai primi di giungo
1996 fu un periodo di completo caos all’interno della scuola, che iniziò da
quando Fred e George Weasley trasformarono uno dei corridoi in una palude,
fuggendo dal castello dopo essersi riprese le scope. Da quel giorno,
malgrado la sorveglianza della Preside, di Gazza e della Squadra
d’Inquisizione (formata dalle solite Serpi), accadde di tutto: snaso
nell’ufficio della Preside; scherzi, fuochi e altri nei corridoi, Pix che
rovesciava mobili e armature dappertutto, sotto lo sguardo divertito degli
studenti e, ad essere sincero, anche degli insegnanti che, avevo capito da
un pezzo, non sopportavano quella usurpatrice della Umbridge.
Io e Lily guardavano divertiti quel lungo Carnevale,
parteggiando per coloro che mettevano i bastoni tra le ruote di
quell’impossibile Preside e per i sostenitori di Silente. Ci attivammo
anche, in quel maggio 1996, per il salvataggio… di Mrs. Purr, l’odiosa gatta
di Gazza: Lily aveva paura che qualcuno se la prendesse con “un innocente
micino” (in realtà era un malefico gatto-spia, che tutti odiavano e che
anch’io non sopportavo) e in effetti non aveva tutti i torti: un paio di
volte la ficcarono dentro un’armatura, una volta su un lampadario, un’altra
in mezzo ai gufi della guferia… Gazza era inferocino e, secondo Lily, c’era
il rischio che “il micetto” si facesse male.
Pertanto ci attivammo… Il nostro compito non era più, quindi,
quello di salvare il mondo magico da Voldemort aiutando il Prescelto… ma più
prosaicamente quello di salvare il gattino dai dispetti dei nostri compagni
di corso! In effetti riuscimmo in questa difficile impresa (anche se dovetti
litigare con Luke Bell e Euan Abercrombie, che avevano preso di mira il
terribile felino) e ottenemmo anche la riconoscenza di Gazza, che odiava
tutti gli studenti, ma fece, da quel momento in poi, eccezione per Lily (e
quindi anche per me, che, malvolentieri, seguivo questa sua crociata).
Poi la rivolta, poco a poco, si spense nel corso di giugno,
quando iniziarono gli esami dei M.A.G.O. e dei G.U.F.O. I ragazzi del quinto
e del settimo anno erano impegnati in svariate prove, dovevano ripassare gli
argomenti, e avevano meno tempo per fare scherzi alle autorità. E quella
caricatura di Preside rialzò la testa, cercando di catturare il professor
Hagrid (cosa che, tra l’altro non riuscì a fare, perché il professore di
Cura della Creature Magiche riuscì a fuggire anche se diversi maghi del
ministero cercavano di schiantarlo (penso che non ci siano riusciti perché è
una specie di gigante, o meglio un mezzo gigante, se non ricordo male). In
quell’occasione fu anche spedita al San Mungo la professoressa McGranitt,
che aveva cercato di ostacolare gli Auror nell’arresto di Hagrid. Non è che
fosse una professoressa particolarmente simpatica ed amabile (anzi
tutt’altro: mi rimproverava sempre, specialmente quando mi vedeva
appiccicato a Lily, non so per quale motivo… forse pensava che fossi un
pessimo soggetto e portassi su una cattiva strada una povera ragazza…), ma
il fatto che fosse stata colpita per ordine di quell’arpia, me la rese
sicuramente più simpatica e le augurai mentalmente di tornare presto tra
noi. Cosa che poi avvenne, per fortuna: ritornò di lì a poco… più combattiva
e polemica (con me) che mai!
Mi ricordo anche che, in uno dei momenti di tranquillità,
provammo anche a tornare, da soli… in Irlanda, utilizzando il bagno del
sesto piano e il portale che conduceva al Bosco degli Inferi! Passammo cioè
dallo specchio e, dopo alcuni secondi, spostatici in quel Bosco, eravamo
nella mia isola! Non mi sembrava vero poter far vedere a Lily i paesaggi che
ero abituato a vedere ogni giorno… O meglio, i luoghi vicini a quei
paesaggi, perché io abitavo un po’ più a sud… però vedevo, da casa mia, da
una diversa angolazione, le stesse colline e mi sembrava di essere a casa…
Cominciammo anche a fantasticare…. Se avessimo trovato un portale vicino a
Prisley (dove abitava la madre), a Spinner’s End (residenza del padre) o a
MacDonald Castle (dove spesso si recava, d’estate), avremmo potuto vederci,
utilizzando i vari portali, anche d’estate… In realtà non era facile
orizzontarsi, come ci accorgemmo, con i vari portali, che provammo anche ad
esplorare: avevano incise alcune indicazioni (spesso un nome, probabilmente
del mago che li aveva costruiti o alla cui abitazione erano collegati),
spesso non utilizzabili per orizzontarsi. Poi, il paio che esplorammo,
conducevano in posti abbandonati da secoli e non particolarmente
raccomandabili (uno sembrava un quartiere malfamato di Londra)… Naturalmente
noi eravamo invisibili e nessuno ci vedeva, ma un minimo di rischio c’era
sempre. Pertanto, dopo i primi due o tre tentativi, decidemmo di aspettare
il ritorno del professor Silente per aver consiglio da lui… magari esisteva
una mappa dei portali… Silente sarebbe poi tornato, prima o poi, non poteva
rimanere quella megera a dirigere Hogwarts!
Per fortuna avevamo anche altre attività… Erano arrivate le
belle giornate e, una volta finite le lezioni, passeggiavamo fuori Hogwarts…
e ci nascondevamo in qualche posticino appartato per avere un po’ di
intimità… Che bello non pensare a salvare il mondo magico e dedicarci solo a
noi due!
il 18 giugno, mentre appunto eravamo nascosti nei pressi
della foresta proibita (in un bel posticino che avevamo scoperto da poco,
dove poter limonare in santa pace) sentimmo dei rumori. Subito ci
appiattimmo e, da dietro un cespuglio, vedemmo avanzare… l’usurpatrice
(prof.sa Umbridge), che spingeva avanti a sé Harry ed Hermione… Dove diavolo
stavano andando? Ci guardammo un attimo e, ormai interrotto quello che
stavamo facendo, decidemmo con uno sguardo di seguirli, naturalmente dopo
aver messo tra le labbra gli anelli e diventando così invisibli. La Umbridge
aveva collocato avanti a sé, come detto, i due ragazzi e sembrava tenerli
sotto il tiro della sua bacchetta.
- L’arma è qui vicino? - diceva quella odiosa insegnante.
- No, ancora no. Qui è troppo vicino al Castello. L’abbiamo
nascosta più lontano - diceva Hermione piagnucolando… - Il prof. Silente
aveva paura che qualcuno la trovasse…
Di che arma stava parlando? E cosa stava facendo ad Harry e
ad Hermione? Eravamo molto incuriositi. Intanto la Umbridge continuava a
blaterare.
- Ormai siete finiti! E ringraziatemi se non vi farò
espellere… cosa che farò se scoprirò che mi ingannate… Dopo avervi fatto
soffrire un pochino…. Ricordi, Potter, la tua punizione? Spera che non debba
assegnarvene un’altra… E ricordatevi anche che Paciock, i due Weasley e la
Lovegood sono sotto il controllo dei miei ragazzi, nel mio ufficio. Anche se
voi riusciste a fuggire, mi vendicherei su di loro. E sapete quanto sono
cattiva… E non parlo solo di espulsione… tu lo sai, Potter…
Lily allora mi sussurrò: - Peter, io li seguo e vedo cosa
posso fare. Tu vai al castello e libera, se possibile, gli amici di Harry…
Non so cosa abbia intenzione di fare quella pazza…
- Va bene, Lily - dissi - ma tu non rischiare. Vado veloce e
torno subito.
Mi staccai da lei (ci stavamo dando la mano) e mi diressi,
velocemente, nel Castello, ancora invisibile, materializzandomi prima
all’ingresso, poi in prossimità dell’ufficio della Umbridge. Sentii subito
rumori e varie voci dietro la porta: si sentiva la voce di Malfoy che
parlava con altri ragazzi. Mi stavo materializzando dentro, quando sentii
dei passi dietro di me… vidi arrivare Goyle, un membro della squadra
d’inquisizione. Bussò alla porta e, quando da dentro gli aprirono, entrò. Io
lo seguii. Dentro la stanza, che era arredata in modo bizzarro con tende di
pizzo alle finestre, centrini e tovagliette sui tavolini, gattini sulle
pareti (sarebbero piaciuti a Lily!)… e la moquette rosa, erano seduti,
addossati alla parete, malconci e sanguinanti Ron Weasley (che aveva
ricevuto un pugno del naso, dato che colava ancora sangue sul pavimento),
sua sorella Ginny (aveva due o tre profondi graffi sul viso), Luna Lovegood
e un altro Grifondoro che conoscevo di vista, Neville Paciock (con un occhio
nero e un grosso livido sul collo, come se qualcuno avesse cercato di
strangolarlo). Intorno a loro, puntavano le bacchette sui quattro Malfoy,
Nott e Tiger e un paio di ragazze di Serpeverde che non conoscevo, del sesto
o settimo anno. Verso di loro si diresse Goyle.
- Tutto tranquillo, Draco - disse il nuovo arrivato - Nessun
movimento nel dormitorio dei Grifoni.
- Bene - disse Malfoy, poi rivolgendosi ai prigionieri -
nessuno s’è accorto di voi… Sarete espulsi presto…
- Perché non ci divertiamo un po’ con loro, giusto per
ingannare il tempo? - propose una delle ragazze - Io darei una bella lezione
alla Rossa, che mi guarda con uno sguardo incazzato…
- No, non è possibile - disse subito Malfoy - La Preside ha
detto solo di sorvegliarli… dopo ci sarà tempo, vedrete, prima che siano
espulsi… Certo, se si ribellassero, potremo divertirci un po’…
- Sì, dai, qui è noioso… - aggiunse Nott - ci vorrebbe un
diversivo. Io potrei tagliuzzare la biondina…
- Perché non li provochiamo un pochino? Potremmo per esempio
spaccare le loro bacchette davanti ai loro occhi - propose l’altra ragazza -
Sarà divertente… e se si ribellano potremo colpirli…
Subito i Grifondoro e Luna cominciarono a urlare e
protestare, anche se la loro situazione era disperata e non potevano
opporsi, senza bacchette e sotto tiro.
Un ghigno malvagio comparve nel volto di Malfoy.
Evidentemente la proposta gli piaceva… Provocarli per avere una scusa per
malmenarli… Le serpi delle volte erano veramente delle carogne!
- Sì, penso che sia un’ottima idea - disse, e tirò fuori le
bacchette. Agii d’istinto. Dovevo approfittare della situazione. Avevo
fatto esercizio con la maledizione Imperius a Durmstrang… non sulle persone,
ma avevo condizionato un maialetto… sarebbe stato diverso con Goyle? Quella
specie di gorilla era vicinissimo a Malfoy e, se avesse fatto un gesto
scomposto, poteva fargli cadere le bacchette…
Mi concentrai e ripetei mentalmente la maledizione,
obbligando Goyle ad alzare scompostamente la mano, in modo tale che colpisse
quella di Malfoy. Mi concentrai su quest’ultimo e gli ordinai di aprire il
palmo della mano…. e ci riuscii senza particolari problemi! Uao, avevo
grandi poteri oscuri! Il sangue del mio antenato psicopatico serviva a
qualcosa!
In un attimo le bacchette volarono in mezzo ai ragazzi
prigionieri. Le serpi rimasero sbalordite vedendo le bacchette nelle mani
dei loro prigionieri e gli stessi Goyle e Malfoy non capivano cosa e come
avessero fatto… E, in un attimo, i quattro scagliarono tutte gli incantesimi
che conoscevano sui loro carcerieri: incantesimi di disarmo, ostacolo,
schiantesimi e anche una Fattura Orcovolante su Malfoy. Anche io, nel
frattempo, da dietro, provvedevo a schiantarne un paio. In pochi secondi,
insomma, la situazione si era rovesciata e i quattro si precipitarono subito
fuori, mentre la rossa diceva: - Andiamo ad aiutare Harry ed Hermione!
Io rimasi un attimo in disparte, osservando il macello che
avevo contribuito a fare… le Serpi giacevano schiantate o doloranti ai miei
piedi, a parte Malfoy, che si aggirava impazzito per la stanza circondato da
invisibili mostruosi esseri alati, che cercava vanamente di scacciare.
Sorrisi (Ginny Weasley era stata brava con quella fattura!) e mi
materializzai fuori della stanza. Dovevo subito raggiungere Lily nella
foresta. Cos’era nel frattempo successo? Speravo tanto che non si fosse
messa nei guai…
Ci avviamo verso la conclusione: appuntamento a
mercoledì con il penultimo capitolo (Missione di salvataggio). Un
abbraccio a tutti e un ringraziamento particolare naturalmente a ace 95 e a
Barbie_Ettelanie_91. Alla prossima. GattyP :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Missione di salvataggio ***
Capitolo 13
Missione di salvataggio
Mi materializzai ai margini della foresta, grosso modo nel punto
in cui avevo visto prima la Umbridge, Hermione e Ron. Non c’era naturalmente
traccia di loro. Sarei dovuto entrare… non è che la cosa mi facesse
particolarmente piacere… l’ultimo volta che ero entrato nella Foresta Proibita,
mi ero scontrato con un troll e avevo passato diversi giorni al San Mungo per
avvelenamento. Sentivo dei forti rumori in lontananza, poi un urlo disumano e
rumori di cavalli in fuga…Erano lì Harry, Hermione, la Umbridge e, naturalmente,
Lily? Avanzai velocemente verso il luogo da cui sentivo provenire i rumori,
smaterializzandomi e materializzandomi in continuazione… Ad un certo punto vidi
Harry ed Hermione, coperti di sangue, che si allontanavano in direzione opposta
alla mia… Per fortuna non sembravano feriti: evidentemente il sangue non era il
loro… Cosa stava succedendo? Dov’era la Umbridge? E Lily? Andai verso il luogo
da cui provenivano e, non troppo lontano, vidi dei Centauri (già li conoscevo,
dato che il sostituto della Cooman era uno di loro: ci aveva fatto tanti
discorsi fumosi sul futuro, ma io non avevo capito nulla, ad essere sincero) in
fuga inseguiti da un gigante alto cinque-sei metri. Naturalmente non ero più
invisibile … e vicino a me si materializzò, subito, Lily.
- Tutto bene per Harry e Hermione… anche se si sono trovati in
mezzo allo scontro tra Centauri e quell’essere… Io non ho fatto niente, se non
proteggerli, con uno scudo, da qualche freccia; non penso che si siano accorti
di me… - mi disse.
- Bravissima. Sei stata prudente… E la Umbridge? - chiesi
- Beh… Ha avuto la bella idea di insultare i centauri… li ha
prima chiamati esseri “di intelligenza quasi umana” e si sono un po’ risentiti…
poi li ha chiamati “sudici ibridi” e “bestie”…
Oddio, l’avevano fatto secca? Sapevo che i Centauri erano poco
socievoli, molto orgogliosi e particolarmente violenti… Cosa le era venuto in
mente?
- Poi ha avvolto con delle funi magiche uno dei centauri…. In
men che non si dica gli altri l’hanno caricata ed uno l’ha presa e trascinata
via, dopo averle rotto la bacchetta… - continuò Lily.
Oh, no! Immaginavo la proposta di Lily: saremmo dovuto andare a
salvare quell’odiosa professoressa, rischiando la pelle, contro orde di Centauri
arrabbiati… Mi avevano detto che le loro frecce magiche provocano ferite
tremende, difficilmente rimarginabili…
- E tu… - provai a dirle.
- Avrei voluto seguirli per darle una mano… Sì, lo so, è odiosa,
ma non potevo lasciarla… le faranno la pelle…
Oddio, pensai, non è che mi dispiacesse molto.
- No, Peter, non pensarlo neanche! Ma non ho potuto seguirla,
perché gli altri centauri volevano punire anche Harry e Hermione perché li hanno
offesi… Per fortuna è arrivato il gigante… e ha iniziato un combattimento con i
centauri, che gli hanno lanciato le loro frecce… Il suo sangue ha bagnato Harry
e Hermione. Il gigante poi ha cominciato a colpire i Centauri e ad inseguirli.
Io non ho fatto niente, se non proteggere Harry ed Hermione, che si erano
gettati a terra, con uno scudo, dalle frecce che scendevano da ogni parte; non
penso che si siano accorti di me, come ti ho già detto… - concluse Lily.
- Bravissima. Sei stata prudente… Ora possiamo tornare al
Castello! - provai.
- No, Peter - disse Lily - dobbiamo andare a salvare la Umbridge…
Non possiamo farla uccidere da quegli esseri…
Ma le sue intenzioni furono subito frustrate dall’apparizione,
poco lontano, del gigante (che nel frattempo era tornato indietro, seguito a
distanza dagli esseri semiequini) e di un piccolo centauro, un bambino… (o si
chiamerà “puledro”?). Era evidentemente fuggito dal gruppo e, spinto dalla
curiosità, aveva seguito gli adulti… Il brutto gigante se ne accorse e, dopo
aver lanciato un enorme masso ai centauri adulti, masso che fece franare parte
della montagna, bloccando loro la strada per un possibile avvicinamento, si
diresse verso il piccolo con parole poco amichevoli: - Cavalli fare male a Grop;
ora Grop mangiare cavallino…
Il povero centaurino, impaurito, fuggì subito via velocemente,
inseguito però dal gigantesco mostro.
- Presto, Peter, seguiamolo, dobbiamo salvarlo! - disse Lily,
gettandosi all’inseguimento.
Bene: doppia missione di salvataggio!, pensai. E subito, mi
materializzai dietro di lei. Cercavamo di stare al passo con i due, che erano
velocissimi e ci sfuggivano continuamente. Dietro di noi i centauri adulti erano
rimasti bloccati dalla frana… Dovevano aggirare la collina, ma così avrebbero
perso tempo prezioso… Il centaurino, intanto, disperato, aveva raggiunto e si
era unito ad un gruppo di centauri femmine e piccoli… che spaventati dall’essere
che arrivava urlando, cercavano di arrampicarsi su un ripido pendio… Non ce
l’avrebbero fatta a fuggire prima dell’arrivo del gigante, che nel frattempo
continuava a ripetere: - Cavalli fare male a Grop, Grop mangiare cavalli…
Quasi quasi rimpiangevo il troll, che almeno era alto solo tre
metri!
Lily, da incosciente che era, si materializzò davanti a Grop,
sopra una roccia:
- Ehi, Grop, non puoi fare questo! Sono donne e bambini! -
urlava, cercando di convincerlo. Ma, o non capisse l’inglese (forse perché
straniero, o forse perché non troppo intelligente, come sembrava), o non gli
importasse particolarmente quello che la povera Lily gli urlava, il gigante si
era avventato su una centaurina, una ragazzina con i lunghi capelli neri,
terrorizzata, afferrandola e dicendo: - Grop mangiare cavallo!
Non è che avesse un lessico particolarmente ricco! E poi era una
centaurina, una giovane femmina, insomma, si vedeva benissimo, non un cavallo!
Ma non c’era tempo di fare queste riflessioni. Dovevamo agire subito o l’avrebbe
uccisa per davvero.
- Lily, punta agli occhi, al sinistro, schiantiamolo - dissi.
Entrambi lanciammo uno schiantesimo unendo la potenza della
bacchetta e quello dell’anello. Entrambi gli schiantesimi colpirono Grop, che
urlò dal dolore, lasciò la centaurina (che subito scappò via) e si volse verso
di noi: - Grop mangiare maghi cattivi…
Questa l’avevo già sentita… E’ possibile che tutti gli esseri
oscuri alti più di tre metri che incontravo volessero mangiarmi? Non era
possibile fare una bella passeggiata nella Foresta Proibita senza rischiare la
vita ogni volta?
Il mostro si diresse verso di me (ero un po’ più vicino) e cercò
velocemente di afferrarmi. Io però mi materializzai poco lontano, su un piccolo
poggio; lo stesso fece Lily, che si pose al mio fianco. Il gigante, arrabbiato,
si diresse verso di noi e cominciò a scalare la collinetta. Qualche secondo e ci
avrebbe raggiunto… Certo, potevamo smaterializzarci di nuovo… ma mi venne
un’idea.
- Lily, facciamo un Diffindo… sotto di noi. - le proposi -
Facciamo franare la collina e ci smaterializziamo all’ultimo momento
- Sì, bene, Peter - mi disse Lily.
Lanciammo, con il massimo della potenza che potevamo
l’incantesimo sul poggio e, un attimo dopo, l’intero colle franò trascinando con
se anche Grop… che si trovò semisepolto dal terreno…
Grop urlava di rabbia muovendo a vuoto le mani…. - Grop mangiare
maghi cattivi!!!!.
Lily rimase un attimo a guardarlo, poi mi disse: - Riuscirà a
liberarsi? Conviene aiutarlo?
La guardai e pensai: - Lily, sei impazzita? Dobbiamo ancora
andare da quella strega della Umbridge!
- Sì, forse hai ragione tu, conviene allontanarsi… - mi disse
(Evidentemente aveva letto nella mia mente, come al solito!) - … tra poco in
effetti potrebbe essere libero… Possiamo andare a salvare la Umbridge, ora…
- Non devi leggermi nella mente! Te l’ho detto mille volte! - le
dissi. Delle volte era esasperante!
- Dai, che mi piace vedere quel che pensi… Per farmi perdonare ho
un’idea strepitosa… Dopo te la dico…
Ci spostammo, materializzandoci poco lontano, verso l’uscita
della foresta. Ma non eravamo soli. Intorno a noi c’era una quarantina di
centauri! Erano enormi esseri semiequini, a torso nudo, ricoperti solo da corti
mantelli, sotto i quali spuntavano le faretre piene di frecce. Ognuno di essi
aveva un grande arco sulle spalle. Si
avvicinarono a noi.
- Abbiamo visto quello che avete fatto - ci disse uno di loro,
probabilmente il capo - Avete salvato le nostre donne e i nostri puledri.
Abbiamo un debito eterno con voi..
L’avremmo fatto comunque, perché era giusto aiutare chi è più
debole…. Era tipico di Lily aiutare tutti, se possibile (e ora anch’io mi ero
allineato a questa politica)… Dissi pertanto che non dovevano ringraziarci, era
stato nostro dovere intervenire, non potevamo lasciare le donne e i “puledri” in
balia di quell’essere.
- Noi vi siamo debitori, comunque - ci disse ancora il centauro
che prima aveva parlato - Quando avrete bisogno dei centauri, tutti noi saremo
al vostro fianco. Come vi chiamate?
- Io sono Lily Anderson e questo è il mio ragazzo, Peter O’Neil -
disse Lily.
- Io sono Cassandro… Disprezzo gli esseri umani e soprattutto i
maghi, ma vi sono riconoscente per il vostro intervento: avete salvato anche mia
figlia, prima. Le stelle ci hanno predetto che ci sarà un grande scontro tra
Bene e Male… da qui a due anni… e che i destini dei centauri si incroceranno con
quelli di maghi… che faranno grandi cose. Ci rivedremo, penso… - disse
Cassandro, preparandosi ad andare via…
- Un momento… un favore potete farlo - intervenni. Mi ero
dimenticato fino a quel momento che dovevamo salvare la Umbridge… (Oddio, e se
non l’avessimo salvata? Non sarebbe stato meglio?).
- Sì, Peter O’Neil? - disse Cassandro
- Quella strega pazza che era prima con Harry e Hermione… Quella
che avete portato via… Lo so, è odiosa, ma non potete ucciderla, la
cercheranno, il Governo vorrà punirvi… sì, lo so, potete resistere, ma vale la
pena?… Vi chiedo di consegnarla, se non a noi, a qualcuno di cui vi fidate, che
garantirà che scomparirà per sempre da Hogwarts… che non si farà mai più vedere…
- provai. Avrebbe acconsentito?
- Va bene - disse Cassandro - Volevamo scuoiarla viva e poi
squartarla, ma se ce lo chiedete voi, la consegneremo… a qualcuno di cui ci
fidiamo… ad esempio al professor Silente. Anche se ha accolto ad Hogwarts
Fiorenzo, il rinnegato, ci ha sempre rispettato. E siamo ancora in debito con
voi…
E, silenziosamente, lui e i suoi compagni ne andarono,
dileguandosi in un istante tra le ombre della foresta. Lily mi si gettò al
collo, coprendomi di baci (effettivamente era una dolcissima ricompensa), mentre
le mie mani, “casualmente” scivolavano sul suo fondoschiena e la stringevo a me…
- Uau! Sei stato bravissimo, Peter. Hai salvato anche la Umbridge!
Oddio, tra tutte quelli che avevo salvato negli ultimi due anni
(la lista cominciava ad allungarsi!) era l’unica che avrei voluto abbandonare…
scuoiarla e squartarla… non era una cattiva idea… ma come facevo a deludere
Lily?
- Hai sentito? - continuò la mia ragazza - Fra due anni forse
saremo noi a fare grandi cose… Anche la profezia fatta ai miei genitori
prevedeva lo scontro a vent’anni di distanza… cioè sempre tra due anni -
rifletté Lily.
- Ok, va bene, salveremo il Prescelto e tutto il mondo magico,
lo so… - ormai ero entrato anch’io nell’ottica di salvatore dell’umanità… e
avevo solo quattordici anni! - , ma affrontiamo una cosa per volta. Ora sono
proprio stanco. Che ne dici di tornare finalmente al Castello, prima che
qualcuno si accorga della nostra assenza, mandare un gufo a Silente (prima o poi
lo troverà, speriamo) per dirgli dei Centauri e della Umbridge e, finalmente,
farci un bagno? A proposito, qual è la tua idea strepitosa per farti perdonare
il fatto che guardi sempre nella mia mente?
- Organizzo quest’estate un pranzo, a casa mia, con i miei
genitori… così ci fidanziamo ufficialmente e i miei ti conosceranno meglio!!! -
mi disse.
Sinceramente pensavo a tutt’altra cosa…
- A quello? Ma sei impossibile!!! - mi disse ridendo Lily.
A costa stava pensando Peter? Meglio non indagare…
Siamo arrivati praticamente alla fine della fanfic (io la Umbridge non l’avrei
salvata… è odiosa! Ma non si può cambiare il canon… allora tanto vale far
intervenire Peter e Lily).
Sabato prossimo posto l’epilogo e,
contemporaneamente, l’inizio della prossima fanfic, dal titolo La Valle delle
Acromantule. Spero naturalmente di avervi come compagni in questa mia nuova
avventura. Un ringraziamento particolare naturalmente a ace 95 e a
Barbie_Ettelanie_91 per le impressioni e l'aiuto.
A presto! GattyP :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Epilogo ***
Capitolo 14
Epilogo
Giugno passò velocemente e giunse il momento di lasciarci… Nel
frattempo era successo di tutto: quella stessa notte in cui li avevamo
liberati, Harry, Ginny, Ron, Luna e Neville avevano deciso (un po’ da
incoscienti) di recarsi al Ministero, per cercare, se non ho capito male, una
profezia che riguardava Harry (sembra che ci siano decine di profezie in giro…
forse un po’ troppe! E nessuna che riguarda me!). Qui, come leggemmo nei giorni
successivi nella Gazzetta del Profeta, si scontrarono con Voldemort e i
Mangiamorte… che avevano preparato un tranello per impossessarsi della profezia
e ucciderli… Per fortuna non riuscirono nel loro intento e Voldemort fu visto
da molti… Nessuno poteva ancora illudersi che non fosse tornato (come da mesi
cianciava la Gazzetta del Profeta), nessuno poteva più pensare che Harry
si fosse inventato tutto perché squilibrato mentalmente…
Le cose cambiarono quindi repentinamente. Il preside Silente fu
richiamato ad Hogwarts e tutte le accuse contro di lui caddero; la Umbridge
(rapita nel frattempo da alcuni centauri, che aveva pensato di insultare) fu
liberata dal Preside in persona e allontanata definitivamente dal Castello,
mentre veniva bersagliata da Pix (con grande gioia di tutti gli alunni, noi
compresi, che disprezzavamo quella caricatura di insegnante). Ora la Gazzetta
del Profeta, dopo aver denigrato per mesi Harry Potter, ne tesseva in
continuazione le lodi. Malgrado le giornate fossero particolarmente belle,
tuttavia aleggiava dovunque la paura per la ricomparsa del Signore Oscuro…
Arrivò anche la fine di Giugno. Salutammo tutti, da Harry (ancora
molto provato per la battaglia al Ministero e gli eventi successivi), Ron,
Hermione, Ginny e tutti i Grinfondoro, ai nostri “amici” Serpeverde, che
ignoravano il nostro ruolo nella caduta della Umbridge, e il mio in particolare
nella disfatta della Squadra d’Inquisizione (attribuivano tutta la colpa al
gesto scomposto di Goyle, verso cui ancora lanciavano rimproveri) ed erano
ancora gentili con noi, sorelle Greengrass soprattutto. Whyte e Blockade invece,
non ci degnarono d’uno sguardo.
Mentre i miei compagni prendevano l’espresso per Londra, io, Lily
e qualche altro ragazzo scozzese ci avviammo verso l’ufficio postale. Dietro a
noi ci seguivano Cain MacDonald, che chiacchierava allegramente con un amico, e
mia sorella, accompagnata da un piccoletto, un certo Alan, che le stava
ultimamente sempre incollato.
Era il momento di salutarsi.
- Ti amo tanto - dissi a Lily
- Anch’io - mi disse la mia ragazza.
Poi le dissi: - Ti vengo a trovare prestissimo…
- Beh, ci puoi contare, O’Neil. Hai un invito a pranzo, se non
sbaglio… E, per ingannare il tempo, nel frattempo potresti studiare un po’ di
più e ripassare le materie in cui sei traballante! Il prossimo anno sarà
particolarmente duro… - disse, avvicinatosi silenziosamente a noi, il prof.
Piton
Sorrisi. Avevo capito che l’atteggiamento burbero, cinico e
scontroso dietro il quale si mascherava era solo una finzione e che, in realtà,
voleva bene a sua figlia e… mi aveva accettato (o almeno speravo che fosse
così!)
- Ripasserò tutto, Professore… e ci vedremo presto - gli dissi. E
gli tesi la mano: - Grazie di tutto!
Il professor Piton mi guardò freddamente: - Attento a come ti
muovi, con Lily! Ci siamo intesi? - ma mi strinse la mano. Poi salutai Lily e mi
preparai a tornare in Irlanda.
E anche questa è finita! Posto subito l’inizio della
prossima fanfic (La valle delle Acromantule). Sperando di ritrovarvi, vi
ringrazio per avermi accompagnato in questa mia avventura. Un abbraccio a tutti.
Un
ringraziamento particolare naturalmente a ace 95 e a Barbie_Ettelanie_91. A
presto. GattyP :)
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=3762356
|