Veleno Vermut

di Ronnie92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Veleno Vermut ***
Capitolo 2: *** Nessuna pietà ***
Capitolo 3: *** Notte Mojito ***
Capitolo 4: *** L'inizio della fine ***



Capitolo 1
*** Veleno Vermut ***


<"Mmo t staj cacann sott è? Omm e mmerd.
Si t pij t'aggia rombr l'ossa, e ccarn e tutt chell ch t'è cchiu caro!">

Le ombre e le penombre della stanza bagnano il corpo sudato di Carmine Molisano, detto Vermut dai suoi "Amici".
Non è un'oscurità piacevole e rilassante, ma un bagno di sangue.
Trasuda morte e violenza.


Voglio portare solo la mesata a casa, per i miei figli...>

La voce trema, è mentitrice. 

< Si nu buciard... nun te crerere che è fernuta cca. 
  L'è a sapé ca ccu sti ccose a ggent comma a me cce campa>

Il cinquantenne genuflesso in uno scantinato buio, si orina addosso.
Perde l'ultimo briciolo di dignità.
Non ha nemmeno il tempo di urlare.
Il proiettile penetra nella carne e gli sfonda la testa.
Nessuno ha avuto pietà di lui.
Nessuno ha potuto soccorrerlo.
Ma non lo meritava.
Nessuno merita la pietà.
Nessuna pietà... è il codice.







 

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Capitolo 2
*** Nessuna pietà ***


Il rumore pesante dei passi sull'asfalto bagnato lo fa sorridere.
Ma lui prova a non farlo. La tentazione è troppa, sorride. Anche questa volta è andata a bene.
A lavoro, a casa, tutti felici. Lui di più.

Se avesse potuto scegliere qualcosa di diverso non lo avrebbe fatto.
Lo sa, la vita non è giusta. E' come un filo di seta, bellissima e terribilmente sottile, troppo facile da spezzare.

Fare quattro passi dopo averb buttato l'immondizia nel bidone lo rasserena.
Già pregusta il prossimo incontro.
Lui può farcela, ce l'ha sempre fatta.

Un rumore proveniente da dietro lo distoglie dai suoi pensieri appetitosi.
Un suono sordo è l'ultima cosa che  sente, poi  buio e oblio.

                                                   *** 

< Allora siamo qui, io e lei. Nessuna speranza di contrattare, nessuna speranza di uscirne vivi. >

L'uomo si risveglia lentamente, un dolore lancinante al cranio, la vista annebbiata.
Un rivolo di sangue che scorre sulla fronte, gli umetta l'occhio buono. L'altro sbatte per fatti suoi, sono così fastidiosi i tic.


< Non capisco, perché...?>

Ma la voce si perde nel vento.

< Lei non capisce... Molto bene, facciamo un po' di chiarezza. >

Un quarantenne smilzo si siede a terra.
Automaticamente mette una mano nella tasca, prende un pacchetto e ne tira fuori una sigaretta,
L'accende.

Una boccata e il fumo riempie tutta la stanza.
In poco tempo tutto l'ambiente si riempie di tabacco e mentolo.

< Alfredo Depretis! - silenzio tombale - E rispunnm cazzo!>

< Si, si sono io - risponde l'uomo con un'emicrania lancinante - . Chi sei, cosa vuoi?>

La voce trema.
Perché la voce trema sempre in queste situazioni?


< Non avere paura Alfré. Ora ti rivelo un segreto... - il fumo gli entra nel naso, l'uomo ha un attacco di tosse -. 
L'altra sera, giù al Motel, e sai a quale Motel mi riferisco, un uccellino mi ha detto che ti sei fottuto una mocciosa...>

Istintivamente Alfredo abbassa la testa, 
Ammissione di colpa.
Unica sentenza, la morte.


< Alfrè ste cose non si fanno, lo sai?>

< Lo s-> uno schiaffo muto colpisce il volto di Alfredo, che si ammutolisce subito.

< Bravo Alfredo, hai capito che non devi parlare. Non ne hai diritto. Hai perso il tuo diritto di uomo quando hai violentato quella ragazzina.
 Alfredo, quindici anni... >

L'uomo inizia a piangere.

< I-io, non v-vole> un altro schiaffo colpisce l'uomo, che si zittisce ancora.

< Alfrè tu non devi parlare, non devi fiatare, non devi piangere. Devi stare muto e immobile.>

L'uomo prova ad accettarlo, ma non ci riesce,
Sa che le ombre arriveranno presto.
Troppo presto.
Due mani, un sonoro "crack", un collo spezzato, due mani sul cadavere di Alfredo vengono bagnate dalle lacrime.
Anche stasera è andata bene.



 

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Capitolo 3
*** Notte Mojito ***


Nessuna bufera.
Vento 0.
Solo un alito di calore, proveniente dall'asfalto, risale nella notte.

Saranno 28 gradi.
Nessuna anima in giro.
La notte perfetta.
 
La tipica notte Mojito.
Una di quelle notti che si può restare a casa, col condizionatore acceso impostato a 20°C, e un bel mojito fra le mani.

Ama queste notti così.
Notti placide, dove tutte le anime sono pure e caste.
Dove chi commette peccati è lontano, e non sotto la sua giurisdizione.
Una notte così dovrebbe capitare a tutti quelli come lui, almeno una volta nella vita.


 

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Capitolo 4
*** L'inizio della fine ***


Non capisci che è finita finché non ti senti sconfitto.
Se perdi quella volontà ferrea sai che tutto non avrà più senso.
Allora ti abbandoni a te stesso.

Il ferro della pistola gli congela il coraggio.
Il sapore metallico è percepibile da tutti i suoi sensi, ed ha un gusto solo: sa di morte.
La sua morte.

Inconsapevolmente percepisce  che con la sua morte  tutto comincerà.
Sangue, omicidi plurimi, violenza senza fine.
Lei sarà l'inizio del macello, lei è solo il preambolo.

Le stracciano la maglietta, le comprimono il seno.
Abuseranno di lei, ripetutamente, prima di concederle la grazia di morire.
Quando Carmine lo saprà nulla avrà più senso, ormai sarà morta.

Nella sua mente non prega più per lei stessa.
Prega per le anime dei suoi assalitori.
Sa che la giustizia e il perdono appartengono solo a Dio.
E Vermut è quello che più si allontana da un Dio su tutto il pianeta.

Ride, prega, ride ancora.
Il dolore sarà il giusto prezzo da pagare affinché tutto finisca.
Il suo sacrificio, sarà l'inizio della fine.

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