Dal dolore, può nascere l'amore

di sara2000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda ***
Capitolo 3: *** Parte Terza ***
Capitolo 4: *** Parte Quarta ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***


Parte Prima


L'attacco di Saint Antoine era stato brutale e feroce.
Il cocchiere ucciso, la carrozza data alle fiamme e noi salvi per miracolo.
Salvi grazie al Conte di Fersen, che, prima aveva tratto in salvo Oscar nascondendola in una via laterale, fatiscente, e poi me, salvandomi dalla folla inferocita che mi voleva impiccare.
Non dimenticherò mai quelli sguardi. Gli sguardi della povera gente che non ha più nulla da perdere.
Non me la sento di condannarli per quello che ci hanno fatto. Ormai il popolo è agli sgoccioli, e l'indifferenza della nobiltà li ha portati al delirio.
Solo una cosa non posso perdonargli. L'aver tentato di uccidere la mia Oscar.
E non posso perdonare nemmeno me stesso.
Purtroppo non ho potuto far nulla per lei. Incapace, mi sono lasciato catturare come un idiota, mettendo lei in serio pericolo.
Cosa sarebbe potuto succedere se si fossero accorti che sotto quell’uniforme si nascondeva una donna? Non ci voglio nemmeno pensare.
Per fortuna il destino ha messo Fersen sulla nostra strada. Stavolta posso solo ringraziare il cielo che sia arrivato.
Non mi sarebbe interessato morire, ma lei doveva essere salvata.
Non avrei mai pensato di dirlo, ma ti ringrazio Fersen. Ti devo la vita della donna che amo.
E che però, ho capito, non sono più un grado di difendere.
Sono ammaccato un po' ovunque, ho dei lividi sul viso, una ferita alla testa e a un braccio.
Le gambe non sono messe meglio, ma conto di tornare tra i soldati della guardia tra 3 giorni...anche se, sinceramente, non servo a granché…ho deciso che chiederò il congedo definitivo.
Ti raggiungo nei tuoi appartamenti. Ti osservo da distante, stai osservando la pioggia che cade inesorabile da ore. Per fortuna le tue ferite non sono gravi.
Il tuo sguardo è perso, assente. Stai pensando a lui vero Oscar?
Il tuo unico e solo amore è riuscito a trarti in salvo e ora i tuoi sentimenti si sono riaccesi più forti di prima?
Lo posso immaginare...sarai preoccupata per le sue sorti. Devo tranquillizzati.
- Ho appena saputo che il conte di Fersen è tornato nei suoi appartamenti sano e salvo Oscar-
Ti giri nella mia direzione e con un lieve sorriso accenni.
-Bene...ne sono felice...vuoi un po' di cioccolato André?-
-No ti ringrazio...col tuo permesso mi ritiro...-
Non posso restare qui è vederti in ansia per lui Oscar è più forte di me. Anche se gli sono debitore, ma proprio non posso. Soprattutto ora che ho veramente capito che io non posso far più nulla per te. Sono un incapace buono a nulla, un peso. Senza contare che la mia vista peggiora sempre di più. Non hai bisogno di uno come me.
Ora lo capisco, e io non voglio più esserti d'intralcio. Vai a prenderti Fersen Oscar...vai e sii felice....amore mio....

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Oh André...quanto mi fa male vederti così fasciato e dolorante. È stata tutta colpa mia, non avrei dovuto portarti con me a Parigi. Ho messo in serio pericolo la tua vita
Se Fersen non fosse arrivato in tempo non so cosa avrei fatto.
E soprattutto cosa avrebbe fatto quella folla inferocita.
Invece lo so...l'ho visto quel cappio...volevano impiccarti. Proprio tu che sei uno di loro.
Com'è possibile che la nostra Francia si sia ridotta così?
Perché i tuoi occhi sono così tristi...a cosa stai pensando André? Pensi che siamo vivi per miracolo?
Tu sei vivo per miracolo. Non potrò mai ringraziare così tanto Fersen per averti salvato la vita.
Per aver salvato il mio André. Si, perché se le forze non me lo avessero impedito avrei fatto di tutto per salvarti io.
Mi hai raggiunto nei miei appartamenti per dirmi che Fersen è tornato a corte sano e salvo. Mi fa piacere. Gli devo molto, ma al momento non era questa la mia priorità…Aspetta, dove vai, non andartene ti prego....resta con me
-André aspetta, fermati-
-Si Oscar? Hai bisogno di qualcosa?-
-Perché non resti qui un po'...fammi un po' di compagnia...-
-Scusami Oscar, ma le ferite mi fanno veramente male...ho bisogno di riposare ora...magari passerò più tardi...-
-Va bene...capisco, buon riposo-
Ti lascio andare anche se di malavoglia.
Per tutto il resto della giornata non fa altro che piovere. E tu non ti sei più e fatto vedere. Non sei sceso nemmeno per cena. Hai preferito consumarla nella tua stanza.
Ne ho chiesto il motivo a tua nonna e mi ha detto che accusavi un forte mal di testa.
Mi sento terribilmente in colpa, così, quando tutto il palazzo sta dormendo decido di raggiungere la tua stanza.
Ho bisogno di vederti, e di parlarti.
Indosso una veste da camera sopra la camicia da notte e illuminando il mio cammino con una candela arrivo di fronte la porta della tua stanza, busso lievemente e attendo.
Poco dopo la porta si apre, e, sporge soltanto la tua testa, il tuo sguardo è confuso e mi sussurri appena
-Oscar? Che succede? Che ci fai qui a quest’ora? Hai bisogno di qualcosa?-
-Posso?-
-Ecco…veramente non è il caso. È notte fonda, se ti vedesse qualcuno? Su, torna in camera tua-
-Diamo più nell’occhio se mi fai restare qui fuori. Avanti soldato, non vuoi rispettare un ordine del tuo comandante?-
Cerco di sdrammatizzare un po’ l’atmosfera, ma tu continui a non volermi aprire la porta, così cerco di sforzarla, ma è in quel momento che sento una voce dall’interno.
Una voce da donna.
-André? Ma dove sei finito? Dai torna a letto che è tardi-
Il mio cuore riceve un colpo, che se mi avessero sparato forse avrei sentito meno dolore.
Ci guardiamo, i miei occhi si riempiono di lacrime, mentre i tuoi volgono lo sguardo altrove.
Ti ho perso per sempre André?

 

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Capitolo 2
*** Parte Seconda ***


PARTE SECONDA

Quando dopo cena, Julie è venuta a portarmi delle camicie pulite, non avrei mai pensato che sarei finito per andare a letto con lei.
Invece è successo.
Sono un uomo, e anche se sono un uomo innamorato, sono frustrato.
Il mio amore è inutile, come ad essere inutile lo sono diventato io stesso.
Cosa se ne può fare Oscar di un mezzo cieco, e molto probabilmente a breve anche totalmente, come me.
Cosa se ne fa di me se potrebbe avere Fersen? L’amore della sua vita?
L’eroe giunto sul suo cavallo bianco per salvarla da quella folla inferocita, quando io sono soltanto riuscito a farmi pestare a sangue e quasi impiccare.
Complimenti Soldato semplice Grandier. Una vera mossa da eroe.
Sapevo che Julie è sempre stata attratta da me…come la maggior parte delle servette di palazzo.
Ma non ho mai dato loro adito di poter ricambiare qualcosa, invece stasera è stato diverso.
Ferito, deluso e umiliato, ho ceduto alle sue avances, e così ci siamo ritrovati sul mio letto a consumare un amplesso che d’amore non aveva nulla.
Almeno da parte mia.
Per me è stato solo sesso. Un sfogare le mie necessità di uomo. 
Sono stanco Oscar. Stanco di questa vita, stanco di dover rinnegare continuamente il mio amore per te, stanco di dovermi arrangiare sempre da solo, quando vorrei poter fare l’amore con te ogni istante della mia vita.
Perché solo con te sarebbe amore.
Il resto, come con Julie, è solo sesso.
La guardo addormentata al mio fianco e non sento nulla, anzi, forse sto peggio di prima.
Sei la mia condanna Oscar, nemmeno con le altre donne posso avere la consolazione di dimenticarti, almeno per un po’.
Dovrei svegliarla, e dirle di andarsene, ma proprio in questo momento sento bussare la porta.
Spero non sia la nonna perché sennò sono nei guai.
Infilo alla bene meglio i pantaloni e apro la porta, uscendo soltanto con la testa, e giuro su Dio che mai e poi mai mi sarei aspettato di trovare qui proprio te.
-Oscar? Che succede? Che ci fai qui a quest’ora? Hai bisogno di qualcosa?-
-Posso?-
-Ecco…veramente non è il caso. È notte fonda, se ti vedesse qualcuno? Su, torna in camera tua-
-Diamo più nell’occhio se mi fai restare qui fuori. Avanti soldato, non vuoi rispettare un ordine del tuo comandante?-
Sorridi, io invece non sorrido proprio, va bene che di me non t’importa nulla, ma non voglio farmi trovare nella mia stanza con una donna proprio da te.
Ma le mie preghiere vengono annullate da Julie che si risveglia proprio al momento sbagliato
-André? Ma dove sei finito? Dai torna a letto che è tardi-
Vedo il tuo sguardo sgranarsi.
Ormai mi hai scoperto. Non posso più negare. Abbasso lo sguardo e senza guardarti in viso ti rispondo freddamente
-Mi sembra evidente che non puoi entrare ora Oscar. Se non hai nulla di urgente da dirmi ti prego, ne riparliamo domani-
Ma non riesco a terminare la frase che uno schiaffo mi colpisce velocemente in pieno volto.
-Non tollero queste bassezze in casa mia!! Se non sai tenere a bada i tuoi istinti da uomo, ti trovi una prostituta, ma lo fai fuori da casa mia!! Sono stata abbastanza chiara Soldato Grandier?-
Eh no Oscar!! Non puoi decidere anche di comandare quel che resta della via fottuta vita!
Vorrei allontanarti ma sei più svelta di me…

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Sono completamente fuori di me! È tutto qui il tuo amore per me André? Vale talmente poco che ti sei portato a letto la prima che capitava?
Vorrei piangere, e invece ti sputo in faccia tutto il veleno che ho in corpo
-Non tollero queste bassezze in casa mia!! Se non sai tenere a bada i tuoi istinti da uomo, ti trovi una prostituta, ma lo fai fuori da casa mia!! Sono stata abbastanza chiara Soldato Grandier?-
Non mi guardi nemmeno, cos’è? Non hai nemmeno il coraggio di farlo?
Anzi, stai per chiudermi la porta in faccia, ma sono più svelta, e non mi faccio cogliere impreparata, e dopo averti spinto via entro come una furia, illuminando la stanza con la candela e mi accorgo della figura di Julie, una delle cameriere, stesa completamente nuda sul tuo letto.
Appena mi vede sussulta, e coprendosi con il lenzuolo mi supplica perdono
-Oh mio Dio…padrona, vi prego…perdonatemi-
Rimango impassibile. Non mi muovo nemmeno, mentre lei è intenta a rivestirsi alla bene meglio.
-Ti do 5 minuti per fare su tutte le tue cose e sparire. Esci immediatamente da questa casa e non farci più ritorno, sono stata chiara? Non tollero certi comportamenti in casa mia!!-
Quella sgualdrina che ha osato gettarsi tra le braccia del mio André ora piange come una fontana, e mi supplica clemenza, nascondendosi dietro la sua schiena.
-La prego padrona, non mi cacci, la supplico…non ho nulla al dì fuori di qui-
-Oscar, per favore, non vorrai buttarla in mezzo a una strada…-
Non dico altro, li guardo con uno sguardo glaciale, e la congedo con un semplice
-Fuori!-
Lei esce dalla stanza continuando a piangere disperata, André fa per seguirla, ma lo fermo.
-No, tu no! Che diavolo è questa storia André?? Ma cosa ti è passato per la testa dico io?? Complimenti, bella la scusa del mal di testa…e rivestiti per favore!!-
Continua ad ignorarmi, gira per la stanza come un leone in gabbia, ma non mi degna né di una parola né di uno sguardo. Indossa la camicia e fa per uscire
-Dove vai!?-
-Da Julie, non posso certo lasciare che se ne vada da sola nel cuore della notte! L’accompagnerò io a Parigi-
-Stai scherzando spero? Non puoi cavalcare con le ferite che ti ritrovi-
-Ma a te che t’importa Oscar? Cosa vuoi da me?? Sarai anche il mio comandante, ma non puoi decidere della mia vita!!-
La tue parole mi feriscono come la lama di una spada. E il tuo sguardo fa altrettanto. È uno sguardo freddo e duro.
Mi odi così tanto André? Proprio ora che io invece ho scoperto di amarti con tutto il mio cuore?
-Perché dici così André? Io…-
-Io cosa Oscar?? Mi hai gettato come spazzatura, te ne sei fregata della nostra amicizia, hai calpestato il mio amore per te e ora hai anche il coraggio di giudicarmi perché mi hai trovato a letto con una donna??
Sei solo una bambina viziata!! Cos’è? Ti dispiace non essere al centro dell’attenzione? Beh, vai a Versailles. Lì sicuramente Fersen sarà felice di intrattenersi con te!-
Resto basita. Fersen?? Che diavolo centra Fersen in questo momento?? Che m’importa di lui……oh mio Dio…
Fersen…Fersen ci ha salvati. Ma per te, Fersen mi ha salvata. E ora tu credi…credi che io sia ancora innamorata di lui??
No…no amore mio no…si, sono grata a Fersen per averci salvati, perché se non fosse stato per lui forse tu ora non saresti qui con me, ma…gli sono grata, ma non lo amo…sei tu quello che amo André.
Devo dirtelo…devo riuscirci…
Ma, distratta dai miei pensieri non mi accorgo che sei già sulla porta pronto ad uscire.
-Appena ritornerai al comando del Soldati della Guardia troverai  sulla tua scrivania le mie dimissioni Oscar.
Non te ne fai nulla di uno come me. Sono solo un peso. Un mezzo cieco incapace.
Vai a Versailles, Oscar. Vai a prenderti il tuo amore.
Addio Oscar-
Non riesco a reagire, le lacrime velano i miei occhi impedendomi di vedere nitidamente, e le gambe restano incollate al suolo.
-No…non andartene André…non mi lasciare ti prego…-

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Capitolo 3
*** Parte Terza ***


PARTE TERZA

Mi hai supplicato di non andarmene, di non lasciarti solo, ma non ti ho ascoltata. Ho chiuso orecchi, occhi e soprattutto cervello, e sono uscito con Julie.
L'ho fatta montare sul mio cavallo e ci siamo recati a Parigi nella prima locanda che abbiamo trovato disponibile.
Le ferite mi dolevano intensamente, ma mai come quelle del cuore.  Una volta giunti un quella stanza la piccola Julie mi ha aiutato a medicare le ferite e mi ha sistemato le fasciature.
Le ho detto che mi dispiace, e che proverò a parlare con la nonna per farti ragionare, ma che, ora come ora non posso prometterle nulla.
-Non preoccuparti André...la colpa è mia...non avrei dovuto sedurti...ma...non sapevo che la padrona fosse innamorata di te-
La brocca con l’acqua che tengo in mano mi cade frantumandosi al suolo.
-Ma cosa dici Julie?-
-André...sono una donna anche io. Quello era lo sguardo di una donna estremamente gelosa e furiosa-
Sorrido sarcastico. Come ti sbagli piccola Julie
-Oh beh, furiosa direi si. Ma gelosa...cosa vai a pensare Julie. Dai, ora cerca di riposare, domani parlerò con la nonna. E se non dovesse bastare conosco una persona che forse potrebbe aiutarti...un certo Bernard Chatelet-
Si siede sul letto portando le ginocchia al seno e mi guarda sorridendo.
-Se la ami veramente vai da lei e chiaritevi...- Mi sedetti accanto a lei e le sorrisi sarcastico
-Non servirebbe a nulla Julie. Ti sbagli. Non mi ama. Ama un altro uomo. Io per lei non conto più nulla. Mi dispiace solo che ad andarci di mezzo sia stata tu-
Le accarezzo la guancia e istintivamente bacio le sue labbra. Ho bisogno ancora di sentirmi amato, come tu non potrà mai fare.
E così, riscopriamo nuovamente la passione e finiamo per avere un altro rapporto.
La prendo tra le braccia e poso il suo piccolo e fremente corpo a ridosso del muro, ancora per metà vestiti, e ci prendiamo così, in piedi. Mi perdo nel suo corpo caldo e avvolgente.
Ma nonostante tutto la tua immagine non mi abbandona. Sto facendo sesso con Julie ma al suo posto vedo te. Il mio unico amore.
E alla fine del mio amplesso è il tuo il nome che invoco.
-Non è con le altre donne che la dimenticherai André. Non ti buttare via così. Non è giusto per te, ma nemmeno per lei. Sei un ragazzo d'oro...e se non fossi così innamorato della padrona ti vorrei veramente per me. So che per te è stato solo sesso...ma per me è stata la notte più bella della mia vita. Ascoltami. Vai a parlarle...-
Ma non ho ascoltato il suo consiglio. Troppo accecato dalla rabbia e dalla gelosia
Il giorno dopo mi sono recato dal Generale Bouillet per chiedere il congedo definitivo per imminente cecità.
 E ora, a tre giorni da quella notte sono qui, davanti la porta del tuo ufficio indossando per l'ultima volta questa divisa, pronto a consegnarti le mie dimissioni e a dirti addio.
Pronto a rinunciare a te e a lasciarti a Fersen.
Prendo un sospiro. Busso e attendo la tua voce che non tarda a darmi il permesso di entrare.
Apro la porta ed entro
-Soldato Grandier a rapporto Signore!-
-André! Sei tornato finalmente. Non sai quanto sono stata in ansia...dove sei stato? Come stai?-
Ma non le rispondo. Mi avvicino alla sua scrivania e le lascio tra le mani la lettera.
-Il mio congedo definitivo comandante. Già firmato dal Generale Bouillet. Manca solo la vostra firma e poi potrò andarmene-
La vedo osservare la carta, poi quando legge la motivazione del mio congedo sbianca di colpo.
-Imminente cecità? Che significa André?-

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Sono tre giorni che non so più nulla di te.
L'unica cosa che so è che sei tornato a palazzo per parlare con tua nonna, perché intercedesse con me per riassumere Julie.
Le hai detto tutta la verità e lei è venuta da me.
-Ma bambina cosa c'è poi di male...Andre è un uomo. È normale che voglia stare con una donna...tesoro, ha dedicato tutta la sua vita a te...mi sembra giusto che ora si prenda del tempo per se.
Va bene, ha sbaglio a farlo qui in casa tua...ma tesoro...non puoi fare questo. Ti prego riassumi la povera Julie.
Poi se tra di loro nascerà qualcosa di serio ti prometto che si troveranno una casa altrove...ma non buttarli in mezzo a una strada. Non puoi fare questo al mio André...-
No Nanny. Non è certo André che voglio mandare via. Ma voglio allontanare da lui quella sgualdrina che me lo vuole portare via.
Ma tutto questo non posso dirglielo. Il suo cuore non reggerebbe. E così acconsento nel ritorno di Julie, sperando anche nel tuo.
Ma di te nemmeno l'ombra.
Oggi sono tornata in servizio. Avresti dovuto farlo anche tu, ma stamattina non eri presente all’adunata.
Dove sei amore mio?
Sento bussare alla porta, distrattamente do il permesso di entrare e appena la porta si apre ti vedo di fronte a me.
-Soldato Grandier a rapporto Signore!-
-André! Sei tornato finalmente. Non sai quanto sono stata in ansia...dove sei stato? Come stai?-
Ma non mi rispondi. Ti avvicini e mi lasci tra le mani una lettera.
-Il mio congedo definitivo comandante. Già firmato dal Generale Bouillet. Manca solo la vostra firma e poi potrò andarmene-
Leggo velocemente la lettera, e non è tanto questa a distruggere il mio cuore. Quanto il contenuto
-Imminente cecità? Che significa André?-
Mi guardi con freddezza.
-Niente di più di quello che c'è scritto. Sto diventando cieco Oscar. Non posso continuare a fare il soldato.
 E se posso darti un consiglio da amico...finché puoi, rinuncia all'uniforme e vattene da Parigi. Ormai sta diventando una polveriera. Presto ci sarà una guerra Oscar...e i nobili non ne usciranno vincitori...
Buona fortuna Oscar. Addio...-
Mi vuoi lasciare così? No. Non te lo permetterò André.
-E sentiamo che dovrei fare?-
-Te l'ho detto. Vattene. Il più lontano possibile da qui. Prendi in mano la tua vita Oscar! Tuo padre voleva vederti sposata...sposati e vattene. Convinci Fersen a tornare in Svezia, e va con lui-
Ancora con questo dannato Fersen!! Ma chi ti dice che io lo voglia? Cosa ti balena in quella testa marcia eh Grandier?
-Così tu sarai libero di sposarti con la bella Julie...complimenti André...dovevi amarmi proprio intensamente se c’hai messo così poco per finire a letto con quella sgualdrina!!-
Ma non riesco a dire altro che mi ritrovo le tue mani a stringere i miei polsi e la mia schiena inchiodata al muro e tu che mi guardi proprio come quella notte.
Baciami André. Questa volta non ti fermerò. Fammi tua. È quello che voglio. È quello che vuole il mio corpo.
-Attenta Oscar. Non giocare troppo con il fuoco. Non tirare in ballo il mio amore per te. Ti ho amato per tutta la vita, anche quando non vedevo la luce in fondo al tunnel e tu hai calpestato tutto. Anche la nostra amicizia, quindi non venirmi a dire che il mio amore non era poi così grande.
Il mio amore per te è immenso. Talmente immenso che anche quando provo a distrarmi con altre donne sei tu quella che vedo e che sogno di toccare.
Ma non posso continuare così. Mi sto distruggendo un po’ alla volta.
Vedi cosa mi fai?!
Avevo promesso che non ti avrei più toccata e ora invece ti sto sbattendo addosso a questo muro, e non sai quanto mi è difficile resistere dal baciarti di nuovo-
Ti guardo e vedo nei tuoi occhi tutta la tua sofferenza. Il tuo dolore. E so di esserne io la sola e unica causa.
-Allora fallo. Baciami André...baciami!-

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Capitolo 4
*** Parte Quarta ***


PARTE QUARTA

Ci risiamo di nuovo! Avevo promesso…ma mi fai perdere la testa con questi discorsi…e sto venendo a meno della mia parola…ma Dio se mi fai incazzare!!
-Attenta Oscar. Non giocare troppo con il fuoco. Non tirare in ballo il mio amore per te. Ti ho amato per tutta la vita, anche quando non vedevo la luce in fondo al tunnel e tu hai calpestato tutto. Anche la nostra amicizia, quindi non venirmi a dire che il mio amore non era poi così grande.
Il mio amore per te è immenso. Talmente immenso che anche quando provo a distrarmi con altre donne sei tu quella che vedo e che sogno di toccare.
Ma non posso continuare così. Mi sto distruggendo un po’ alla volta.
Vedi cosa mi fai?!
Avevo promesso che non ti avrei più toccata e ora invece ti sto sbattendo addosso a questo muro, e non sai quanto mi è difficile resistere dal baciarti di nuovo-
Devo andarmene. Devo lasciarti, prima che sia troppo tardi, non voglio dovermene pentire poi.
Sto per lasciare la presa dai tuoi polsi quando sento la tua voce, chiara e concisa, dirmi le parole che sogno da una vita.
-Allora fallo. Baciami André...baciami!-
Resto basito, scioccato. Ti guardo e…sinceramente vorrei prenderti a pugni!!
Ma stai sfidando per caso mio comandante? Perché ti avverto, non è il caso! Sono stufo di essere così malleabile con te.
È finito il tempo dei giochi Oscar. Ti amo, ti desidero, ma non voglio più essere il tuo burattino.
-Non trattarmi così Oscar. Non lo merito. Già mi è difficile accettare che non mi ami…ma essere pure preso in giro no!-
-Non ti sto prendendo in giro André!-
No…non mi stai prendendo in giro…ora ho capito, e la cosa mi fa imbestialire ancora di più
-Ah…ora ho capito…la tua cos’è? Pena? Compassione? Vuoi fare di me un uomo felice prima che diventi totalmente cieco?! Oh, non preoccuparti per me Oscar. Me ne sono fatto una ragione ormai.
Tra poco i miei occhi saranno nel buio più totale, e potrò anche accettarlo, ma la tua compassione, quella no. Quella non la posso accettare! Avanti, firmami quella cazzo di lettera e lasciami andare!-
Prendi la lettera e la getti a terra, poi ti fai vicina e stavolta sei tu a prendermi per il bavero della giacca dell’uniforme ed ad attaccarmi al muro.
-Hai tanta fretta di tornare dalla tua Julie?? E dimmi, ti è piaciuto andarci a letto insieme eh Grandier??-
Vuoi la guerra Comandante Jarjayes?? Bene. Guerra avrai!
-Oh beh, sicuramente è stato alquanto piacevole, ho avuto più calore e affetto da lei quella notte che da te in vent’anni. Tanto la storia dell’amico, ma di me non ti è mai fregato nulla! È bastato che il tuo bel svedese ti salvasse da quella folla inferocita per ricadere ai suoi piedi, no?-
Non termino la frase che un pugno furioso colpisce violentemente il mio stomaco. Seguito subito dopo da un altro!
-Questo è per esserci andato a letto insieme! E questo è per credere che io ami ancora Fersen! Brutto idiota che non sei altro!-
È una furia…mi sembra di ritornare a quella mattina di vent’anni fa in riva al fiume, quando doveva scegliere se indossare o meno la divisa, in cui ci picchiammo di santa ragione!!
Nei suoi occhi brilla una fiamma, era da tempo che non vedevo quello sguardo…poi però, mentre continua ad accanirsi su di me, comincia a piangere, e posando la testa sul mio petto continua a tirarmi dei pugni, che si fanno via via più deboli.
-Sei un idiota André! Sei un perfetto idiota…io non amo Fersen…l’uomo che amo sei tu.
Ero preoccupata per te, per quello che ti era successo! Il cappio…volevano impiccarti, tu che sei uno di loro. E io non sono riuscita a far nulla…se non fosse stato per Fersen saresti morto…io ti amo André…non Fersen…tu. Sei tu quello che amo-
Non posso crederci. Oscar mi ama? Ama me?? E io…io come un’idiota non me ne sono reso conto e sono finito a letto per due volte con Julie…Dio vorrei morire…Oscar ti prego, perdonami. Perdonami amore mio…

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Mi accanisco su di te come una furia, ormai ho totalmente perso il senso della ragione.
Ti assesto due pugni degni delle più grandi scazzottate che ci davamo da ragazzi.
-Questo è per esserci andato a letto insieme! E questo è per credere che io ami ancora Fersen! Brutto idiota che non sei altro!-
Poi però il dolore diventa sempre più acuto, e le lacrime cominciano a scendere dai miei occhi. Mi accascio al tuo petto e piango
-Sei un idiota André! Sei un perfetto idiota…io non amo Fersen…l’uomo che amo sei tu.
Ero preoccupata per te, per quello che ti era successo! Il cappio…volevano impiccarti, tu che sei uno di loro. E io non sono riuscita a far nulla…se non fosse stato per Fersen saresti morto…io ti amo André…non Fersen…tu. Sei tu quello che amo-
Mi allontani da te e mi guardi. Anche nei tuoi occhi ci sono le lacrime. Posi una carezza sul mio viso.
-Perdonami Oscar…sono uno stupido…io…ti prego perdonami…la gelosia mi ha accecato completamente.
Io credevo che tu…Fersen…-
Non voglio sentire altro, ti poso un dito sulle labbra per zittirti e mi metto in punta di piedi per raggiungere la tua altezza.
-Shh…zitto e baciami soldato. Devi obbedire all’ultimo ordine del tuo comandante…-
Non te lo fai ripetere, e prendendomi per i fianchi mi fai sedere sulla mia scrivania, apro le gambe per permetterti di avvicinarti il più possibile e poi le circondo ai tuoi fianchi.
Stringo le mie braccia al tuo collo e mi avvicino a te.
Le nostre labbra si catturano. Si cercano. Si vogliono.
È un bacio intenso, furioso e passionale. Come noi.
I nostri corpi vogliono di più. Noi vogliamo di più.
-André…io…-
Ti stacchi da me. Mi dai un ultimo bacio e fai per allontanarti.
-Dove vai?-
-Ti chiedo ancora perdono Oscar…se mi firmi il congedo, vado a consegnare la lettera al Colonnello D’Agout…-
Mi stai spiazzando. Io credevo mi volessi.
-Torni da lei? Baci me e poi torni da lei?-
Ti avvicini di nuovo. Mi lasci un bacio sul naso e una carezza.
-No Oscar…Non è stata nulla lei. Solo sesso…ma…se ora resto qui non sarò in grado di fermarmi…e non voglio approfittare di te…cerca di capirmi-
Torni a raccogliere la lettera e me la porgi. Io per la seconda volta la getto a terra, e sempre per la seconda volta in questa giornata, ti prendo per il collo della giacca e ti attiro a me.
-Non andartene amore…non farlo. Resta qui con me…fai di me la tua donna…fai l’amore con me-
Non mi dici nulla, soltanto mi prendi tra le tue braccia e mi porti nella mia stanza adiacente all’ufficio per quando sono di turno e non torno a Palazzo.
Ci stendiamo sul letto, e in un attimo ci ritroviamo nudi, con il tuo corpo caldo e possente sopra il mio.
-Non pensare a lei ora Oscar…non farlo ti prego. Solo con te. Solo con te è amore…-
-Lo so…lo so André…siamo stati due sciocchi…ora amami. Amami come meriti amore mio-
E così, entri dolcemente in me, e finalmente i nostri corpi dopo tanto tempo si trovano, si cercano e si completano l’uno con l’altro.
Mi stai amando dolcemente, senza fretta, con spinte dolci e tenere.
E quando sei al limite e stai per uscire da me, ti fermo.
-No…non farlo amore…resta. Resta ti prego…-
E così termini la tua corsa in me. Riempiendo il mio ventre di te. Ed è la sensazione più bella della mia vita.
Siamo stesi in questo piccolo e modesto letto. Il mio corpo sopra al tuo, mentre mi accarezzi i capelli dolcemente.
-Oscar…perché hai voluto che?-
-Andiamo via André. Hai ragione. Questa Francia tra poco non esisterà più…e io non voglio rischiare di perderti. Andiamo in Inghilterra, o in Belgio…o da qualsiasi altra parte del mondo in cui vorrai…troveremo qualcuno che possa curare il tuo occhio.
Tu continuerai a vedere amore…
Devi farlo. Devi farlo per me-
Prendo la tua mano e la poso dolcemente sul mio ventre, coprendola con la mia.
-Tu dovrai vedere nostro figlio. Con i tuoi occhi. Perché lo so, me lo sento…con questo atto d’amore abbiamo generato una vita…-
Mi prendi dolcemente tra le tue braccia, e mi stringi forte, baciandomi i capelli.
-Sarei l’uomo più felice del mondo. Si. Andiamo via Oscar. Andiamo dove possiamo vivere sereni il nostro amore…-
E così crollammo nel sonno. Felici ed innamorati.

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


Ciao a tutti. Eccoci giunti alla fine di questa breve storia.
Prima di lasciarvi alla lettura dell’ultimo capitolo volevo spendere due parole, e ringraziare tutte le persone che hanno letto la storia, e una grazie particolare va alle mie lettrici assidue, che con molta gentilezza mi hanno supportata in questa avventura lasciandomi sempre una recensione.
Vi ringrazio per tutto, e spero di migliorare sempre di più, perché so di essere alle prime armi.
Un caloroso abbraccio e a presto con nuove storie. =)
E ora buona lettura.
Sara.

EPILOGO
Normandia, Estate 1791

Il suono delle onde che si infrangono sulle scogliere, lo stridere dei gabbiani, il vento che mi smuove i capelli. Sono sensazioni bellissime.
Il sole che tramonta sul mare.
Si. Lo posso ancora vedere. Posso ancora vedere tutto ciò che mi circonda.
Non lo avrei mai creduto, quando tre anni fa, lasciammo Parigi, scappando insieme, dopo che tuo padre non aveva approvato la nostra relazione.
Un servo non poteva sposare una nobile. Piuttosto ci avrebbe uccisi. E così ce ne andammo.
Dopo aver dato entrambi le dimissioni dall’esercito scappammo insieme per raggiungere Stoccolma.
Si, proprio in Svezia. Fu lì che ci mandò Fersen. Ci disse che un suo amico medico forse poteva aiutarmi. E che nessuno lì ci avrebbe mai trovati.
E così fu.
Quel medico preparò un unguento miracoloso a base di erbe, che fermò l’avanzare della mia cecità. Aiutato comunque anche dal mio nuovo stile di vita tranquillo.
Fu un ulteriore motivo per cui sarò sempre in debito con Fersen. Dopo averlo tanto odiato, ora non c’è giorno che non lo ringrazi per tutto quello che ha fatto per noi.
Ti ha salvata a Saint Antoine, anzi, ci ha salvati. Mi ha reso geloso, ma in questo modo ci siamo dichiarati l’un l’atro, non senza ferirci prima…ma soprattutto mi ha dato la possibilità di continuare a vedere.
Di continuare a vedere la “mia luce”. La mia vita.
Poi un anno fa siamo tornati in Francia. Volevamo tornare a casa nostra, e abbiamo raggiunto la Normandia.
Qui nessuno sa chi siamo in realtà, per tutto il paese siamo solo una giovane coppia di sposi innamorati, forse solo un po’ strani perché entrambi portiamo i pantaloni, ma dopo i primi momenti di sgomento ora nessuno ci fa più caso.
Abitiamo in una piccola casetta vicino al mare, modesta, ma accogliente, e riusciamo a vivere dignitosamente grazie al mio lavoro, scrivo degli articoli per il giornale locale. Mi sento felice e soddisfatto.
Felice per come la mia vita ha preso una svolta.
Il sole sta ormai tramontando. È ora di tornare a casa. Mi alzo, e mi incammino verso la mia dimora, quando due figure si avvicinano a me, una lentamente e l’altra correndo. Le riconoscerei tra mille. Sorrido.
-Papà!!! Papà!!!-
Il mio frugoletto di due anni corre verso di me, per poi gettarsi a tutta velocità tra le mie braccia. La prendo e la faccio volare in aria come piace a lei.
-Antoinette…amore!-
Si. La nostra bambina porta il nome della Regina di Francia. La donna che per vent’anni il mio amore ha protetto e che ci ha permesso di scappare senza essere inseguiti, lasciandoci un dispaccio del Re con il permesso di sposarci.
Non potevamo non renderle questo onore.
Antoinette è bella. Bionda come la sua mamma, ma con i miei occhi.
Dolce come me, ma furba come la mia Oscar.
Continuando a stringere la nostra bimba tra le braccia mi avvicino a te. Ti prendo un fianco per attirarti a me e ti bacio.
Quanto sei bella con un abito da donna amore mio…infondo non potevi continuare a portare i pantaloni ancora a lungo.
Poso una mano sul tuo bel ventre rigonfio, ormai al settimo mese.
-Papà lo ciai che il fateino ci è moccio nela pancia dela mamma?-
Sorrido, le mie due ragioni di vita. E qui nel tuo ventre, la terza. Ora si che sono un uomo felice.

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Da quella famosa notte sono passati ormai due anni e mezzo, eppure ricordo tutto come fosse ieri.
Se non fosse stato per Fersen e Julie forse non saremmo riusciti a dichiararci i nostri sentimenti, e chissà cosa sarebbe successo se fossimo rimasti a Parigi.
Con molta probabilità saremmo morti.
Perché lo scoppio della rivoluzione ci avrebbe portato al combattimento. E ora, a distanza di anni posso dire con certezza, che mi sarei schierata dalla parte del popolo. Dalla parte del mio uomo.
Invece il destino per noi è stato diverso.
Abbiamo scelto l’amore. Abbiamo scelto la vita.
La vita che stava crescendo nel mio ventre.
Appena ho scoperto di essere incinta ho parlato con mio padre. Ma per tutta risposta voleva uccidermi, perché una nobile non può fare un figlio con un servo.
Così ce ne andammo.
Posso ringraziare ancora una volta la mia Regina che ci aiutò fino alla fine, dandomi il congedo definitivo, e un dispaccio firmato da Re che mi permetteva di sposare André Grandier. Figlio del Popolo.
E Fersen. Che ci consigliò di andare a Stoccolma. Dove un suo amico medico avrebbe fato qualcosa il mio amore.
Il tuo occhio sta bene, e puoi ancora vedermi nitidamente. Puoi vedere tua figlia.
Una piccola me stessa, ma con i tuoi occhi.
La nostra Antoinette. In onore alla mia Regina.
Se fosse stata così buona e disponibile con la sua Nazione, come lo è stata con me, non sarebbe scoppiata nessuna rivoluzione.
Ma ormai il dado è tratto e non si può tornare indietro.
Il sole sta tramontando, è quasi ora di cena e di te nemmeno l’ombra. Così veniamo a cercarti.
E come immaginavo, ti troviamo che ritorni dalla spiaggia, è li che ti ritiri quando devi scrivere qualcosa e cerchi l’ispirazione, mio bel giornalista.
-Mamma guada, papà!-
-Si amore, è papà, vai da lui, su!-
-Papà!!! Papà!!!-
La nostra piccolina ti adora, corre verso di te, ti raggiunge e tu la prendi in braccio facendola volare.
Le vostre risate sono gioia per me.
-Antoinette…amore!-
Vi raggiungo lentamente, camminare con questo vestito addosso non è il massimo, senza contare che la pancia non mi è d’aiuto.
Mi baci, e posi la tua mano sul mio ventre pieno e sorridi.
-Papà lo ciai che il fateino ci è moccio nela pancia dela mamma?-
-Ah si Antoinette? E dimmi, sei riuscita a sentirlo?-
-Ci papà!-
-Oh ma che fortunata la mia principessina!!-
La baci con una dolcezza che mi riempie il cuore. Sei un padre tenero e affettuoso, il migliore che potessi desiderare per i nostri figli.
Prendiamo ognuno una manina di Antoinette, e ritorniamo verso casa, felici e sereni.
-Amore…avrei pensato al nome del bambino…-
-Dimmi André…-
-Se sarà maschio vorrei chiamarlo Joseph…-
-Joseph…-
Come il povero Delfino morto prima che tutto questo scoppiasse.
Si. Credo che sarebbe perfetto…
-Si…mi piace…e a te amore di mamma? Ti piace il nome Joseph?-
-Ci mamma…ma...mamma? Papà? Mi voete ancoa bene dopo che aiva il fateino?-
La prendi in braccio, e la stringi forte a te. mi unisco al tuo abbraccio.
-Sempre Antoinette. Io e la mamma ti ameremo sempre. Te, e il tuo fratellino siete la nostra vita piccolina. Non scordarlo mai-
Torniamo a casa, dove consumiamo la cena, poi ci ritroviamo tutti e tre nel lettone. Antoinette dorme serena con la testa appoggiata al tuo petto, e io la stringo a me, mentre tu mi accarezzi la pancia.
-Non vedo l’ora che nasca…così potrò tenervi tutti e tre stretti a me…ci credi che siamo qui Oscar? Io, te e i nostri figli…se penso a quello che è successo in passato…-
-Non rivangare il passato André. Ormai è successo. E se devo essere sincera…forse è stato un bene.
Tutta quella rabbia, quella frustrazione, Fersen, Julie…infondo, hanno portato a questo-
Prendi dolcemente Antoinette tra le tue braccia, e senza svegliarla la posi nel suo lettino, poi torni da noi e ti stendi accanto a me, cominciando a baciarmi e a sfilarmi la veste da camera, spogliandomi così dolcemente.
Mi porti sopra di te, e facciamo l’amore, così, in silenzio, senza parlare, senza dirci nulla.
Sono ancora sopra di te, cullata nel tuo abbraccio, mentre tu mi accarezzi la schiena.
-Hai ragione Oscar. Non dobbiamo dimenticare il passato. Dal dolore, può nascere l’amore.
E per noi è successo-
Ti bacio. Mi baci. La nostra vita insieme è iniziata dal momento che i nostri occhi si incontrarono da bambini. Solo che ci abbiamo messo più di vent’anni per aprire gli occhi.
Ma ora siamo qui.
Liberi di goderci il nostro amore, la nostra vita.
La nostra famiglia.
Si, infondo, sono veramente grata a Fersen e a Julie.

 

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