Dammi la tua mano

di giugiu9605
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 "Il colore giusto nel giorno speciale" ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 “Come si fa per far nuotare” ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 "Il colore giusto nel giorno speciale" ***


Capitolo 1 “Il colore giusto nel giorno speciale”


Era luglio. Non era un giorno qualunque ma precisamente il 14 luglio in cui tutti i parigini festeggiavano la festa nazionale francese.


Il giorno prima Marinette Dupain-Cheng, figlia di Tom e Sabine, i genitori pasticceri, aveva chiamato la sua migliore amica Alya per decidere su cosa avrebbero potuto fare in quel giorno speciale.
Avevano stabilito che si sarebbero incontrate al solito parco; da casa sua distava solo cinque passi, come del resto Marinette ci impegnava altri cinque o più per essere spesso in ritardo nella scuola più rinomata di Parigi, il Collège Françoise Dupont.
Fortunatamente era da un settimana che non aveva lezioni e nessun professore o il preside la sgridava del suo perenne ritardo.
Insieme alla signorina Césaire, la ragazza avrebbe preso il bus numero 72 per andare direttamente ai Champs-Élysées dove, come di tradizione, veniva celebrata la parata militare.


Purtroppo quell'incontro tanto atteso con la sua migliore amica andò in fumo perché aveva promesso ai suoi genitori che avrebbe lavorato nella pasticceria al loro posto.


Marinette, dopo essersi alzata dal letto, scese le scale per andare a fare colazione. In cucina trovò i suoi genitori che si stavano sistemando.
«Buongiorno Madre.», disse mentre si stava stropicciando l'occhio destro.
«Tesoro mio buongiorno! Ricordati cosa devi fare oggi.», rispose mentre stava prendendo il pentolino pieno di latte.
«Oggi? Che giorno è?», domandò sbadigliando mentre si stava sedendo sopra alla sedia marrone dietro il tavolo di legno.
«Ma come non ti ricordi? Devi servire in pasticceria. Io e mamma andiamo a fare un giro in città, è parecchio tempo che non lo facciamo!»
«Cosa? Avevo promesso alla mia migliore amica che ci saremo viste!», esclamò facendo quasi cascare la tazza.
«La vedrai domani a scuola.», rispose Tom mentre stava ridando la tazza a Marinette.
«Grazie papà. A scuola ci ritorno il primo settembre.»
Tom e Sabine la salutarono, le augurarono un buon lavoro e infine uscirono dal negozio.
Marinette dopo aver fatto colazione, salì le scale e andò in camera.
«Tikki! Non posso credere che ho promesso due cose per lo stesso giorno! Sono proprio un disastro! Alya mi odierà!»
«Calmati Marinette! Sono certa che Alya capirà. Perché non la chiami?»
«Hai ragione Tikki.»
Prese il cellulare, cercò il numero di cellulare di Alya e la chiamò, dall'altra parte del telefono ci stava la ragazza dai capelli colorati seduta sul letto della sua stanza e sembrava molto allegra come se stesse aspettando un evento sensazionale.
«Tranquilla. Troverò una soluzione che ti aiuterà con la pasticceria. Ciao!»


«Quale soluzione?»
Marinette andò in cucina a prendere dentro a un cassetto il suo grembiule personalizzato. Lo aveva modificato per un'eventuale occasione, era di colore rosa con pois bianchi e sopra alle tasche c'erano due fiocchi grigi.
Se lo mise sopra alla maglietta bianca, prese i due nastri grigi del grembiule, fece un fiocco dietro alla schiena e poi si guardò allo specchio.
«Sono pronta! Oggi farò felice i cittadini parigini!»
Scese le prime scale, uscì dalla cucina e andò direttamente nella pasticceria.
«Spero che arriveranno tante persone a comprare le nostre specialità, non è vero Tikki?» chiese la ragazza dai capelli neri al suo tenero kwami che si era nascosto dentro a una tasca del suo grembiule.
«Stai tranquilla Marinette, sono certa che ci saranno di sicuro!»


Dopo alcuni minuti la pasticceria si affolló di tante persone e quest'ultime si stupirono che ci fosse solo Marinette a servirli. La ragazza cercò di essere gentile con tutta la clientela mentre li serviva e provò a non combinare danni.
Però, mentre stava tenendo in mano una scatola rettangolare, decorata con la bandiera francese e la scritta “14 luglio” stampata ai lati della confezione, che era piena di macarons colorati appena fatti, cascó in terra.
Nello stesso momento un ragazzo le tese la mano e l'aiutó ad alzarsi.
«Tutto bene, Marinette?»
Non si era resa conto che davanti a lei si trovava la persona la quale era follemente innamorata da più di un anno.
Prese la mano del ragazzo e alzò lo sguardo verso lui.
«Ehm...sì.», rispose un po' nervosamente.
Marinette lo guardò meglio e in quell'istante capì che stava tenendo la mano di Adrien.
Da quanto era scossa per questa cosa, rimase a bocca aperta e arrossì.
«Oh! Adrien ma-ma che ci fai qui nella mia… pazzia?»
«Cosa?» la guardò di sbieco.
«Scusami intendevo qui cioè nel locale mio ciò mio nel locale…»
«Mi ha scritto Alya e mi ha detto che ti serve qualcuno per aiutarti a gestire la pasticceria. E quindi eccomi qua!»
«Oddio sto sognando… cioè volevo dire accomodati pure! Vado a un grembiule prendere cioè un grembiule vado cioè torno subito!»
Mentre Marinette era indaffarata a cercare in un cassetto di cucina l’indumento giusto per il biondino, il signorino Agreste osservava ogni singolo particolare del locale e sorrideva pensando che quasi tutti i dolci o altre pietanze esposte sopra le mesole li aveva preparate la ragazza dai capelli neri.
«Non vedo nessun dolce fatto con il camembert.», disse il piccolo kwami mentre svolazzava tra le mensole del locale.
«Plagg che ti avevo detto? Non devi uscire senza permesso dalla borsa, se ci scoprono sarà la fine.»
«Hai una gatta da pelare allora.»
«Plagg! Stai zitto e buono per una volta!»
Il kwami nero ritornò dentro la borsa di Adrien un po' dispiaciuto.
Minuti dopo ritornò Marinette dentro il locale, in mano aveva un grembiule di colore verde. Dette l'indumento ad Adrien arrossendo un poco e non lo guardò negli occhi. Lui le sorrise, posò la borsa in una delle tante sedie, si tolse la camicia bianca, la appese all'attaccapanni che si trovava vicino alla porta secondaria e si mise addosso il grembiule.
«Mi puoi fare una foto? Vorrei vedermi. Come sto secondo te?»
«Oh tu sei sempre magnifico… cioè volevo dire ci stai bene!»
«Grazie mille Marinette dei complimenti!»
La ragazza prese un po' tremando il cellulare che si trovava in una delle due fasce del suo grembiule e fece alcune foto al biondino, infine gliele fece vedere.
«Davvero, come dici te. Ci sto proprio bene! Facciamo una foto ricordo, ti va?»
Marinette iniziò a farsi film mentali, stava immaginando che se quella foto che stava per fare con Adrien per sbaglio l'avesse vista Chloé o un altro componente della classe avrebbero pensato che loro due uscissero insieme o che erano fidanzati.
«Ehm credo che non vengo bene in foto rispetto a te che sei fantastico ehm volevo dire bello e quindi forse sciuperò solo la foto.»
«Okay… quindi mi stai dicendo che non vuoi fare una foto con me.»
«NO cioè sì volevo dire…»
Adrien si avvicinò a lei, le afferrò una mano e la guardò negli occhi.
«Dimmi tutto quello che vuoi Marinette, ti ascolto.»
La ragazza divenne rossa per la seconda volta e non riusciva a guardarlo in faccia.
«Ecco io, noi-noi dobbiamo lavorare, giusto? Non è il momento adatto per fare le foto.»
«Va bene, facciamole dopo aver lavorato allora.», disse sottovoce Adrien all'orecchio sinistro di Marinette.
Le sorrise, lasciò la mano della ragazza e si mise dietro il bancone a sistemare le scatole per i dolciumi, Marinette invece andò vicino al forno a infornare alcuni i macarons di vario colore o i croissant.
Quindici minuti dopo i macarons erano cotti, nel frattempo la ragazza stava preparando alcune farciture per metterle dentro i macarons, aveva deciso di fare due ganache diverse, una era con la crema a base di mascarpone e fragola e l'altra era fatta con il cioccolato fondente e panna.
Adrien, appena sentì il profumo dei macarons appena sfornati, si girò verso Marinette la quale stava mettendo una delle due farciture dentro i piccoli dolcetti. Senza chiedere permesso, il biondino ne prese uno e lo assaggiò.
«Ti piacciono i milioni? No volevo dire quei bottoni no volevo dire maledizioni, oddio che distrazioni!»
«Sono deliziosi i dolci che prepari! Sei molto brava a cucinare!»
Marinette si fermò di colpo e diventò per la terza volta tutta rossa in viso.


Intanto in un negozio di fiori c'era una ragazza apprendista, il suo nome era Ambre Fleury e stava aprendo l'attività.
Aveva diciassette anni, aveva i capelli marroni legati con un fiocco blu, nel suo viso aveva le lentiggini e gli occhi erano di colore blu come il mare.
Il suo insegnante di fiori Alexander, il giorno della festa nazionale francese, a causa dell'influenza non potette uscire da casa e quindi aveva incaricato alla ragazza di gestirlo al posto suo.
La ragazza per la sua agitazione e anche perché era la prima volta che lavorava da sola senza l'aiuto di qualcuno, si agitò e creò una composizione di fiori sbagliata per una cliente, quest'ultima era la signorina Chloé Bourgeois.
Il giorno prima la figlia del sindaco di Parigi aveva fatto ordinare, da Jean dai mille nomi, un mazzo di rose gialle insieme a gigli, gerbere e crisantemi gialli.
Ambre al telefono aveva capito che il cliente volesse delle rose rosse e non gialle e non aveva pensato minimamente a questa cosa.


Minuti dopo arrivò Chloé dentro il negozio di fiori e quando vide nel mazzo di fiori preparato da Ambre, le rose di un colore diverso, andò su tutte le furie.
«Guarda che avevo ordinato un mazzo di fiori gialli e quando intendo un mazzo di fiori gialli intendo un mazzo di fiori gialli! Se non sei brava a fare queste cose, figuriamoci in un altro lavoro! Sei un incompetente! È totalmente ridicolo! Ridicolo!»
Chloé scaraventò i fiori a terra, li calpestò e andò via senza salutare la ragazza.
Ambre si mise in ginocchio a piangere guardando i fiori tutti sciupati e che stavano perdendo i petali.
Papillon dal suo covo captò delle emozioni negative e quindi preparò una sua akuma per farle incontrare la nuova vittima.
Due minuti dopo la piccola farfalla nera si fermò sul bracciale di Ambre che si trovava sul polso destro, nel bracciale c'erano disegnati dei fiori rossi.
«Fleuriste, io sono Papillon. Ti darò il potere di far spuntare la tua cliente nel negozio.
Ma prima dovrai raccogliere i gioielli di Ladybug e Chat Noir!»
«Non mi farò sradicare da nessuno, Papillon!»
Ambre si trasformò in Fleuriste, aveva due poteri da akumatizzata, il primo consisteva di lanciare con il bracciale fiorito dei petali di vetro. I petali erano neri e quando colpivano le persone le trasformavano in fiori finti che, a seconda dell'umore della persona colpita, cambiavano colore. Il secondo e ultimo era quello delle liane pungenti e velenose, quest'ultime uscivano dalla parte centrale del vestito e potevano distruggere ogni cosa o imprigionare persone. Se il primo potere non era ancora attivo quest'ultimo non si attivava.


Chloé venne catturata da Fleuriste e urlò per la paura, Marinette e Adrien sentirono le urla della loro amica che provenivano da fuori del negozio.
Marinette andò nella pasticceria per vedere chi fosse quel nuovo akumatizzato, invece Adrien si diresse verso il pianterreno dell'abitazione di Marinette e si trasformò in Chat Noir. Uscì dalla porta d'ingresso del palazzo e andò subito dopo davanti all'entrata della pasticceria.
Preso in braccio Marinette e la portò sul balcone dell'abitazione per metterla al sicuro, la salutò e se andò perché aveva il compito di salvare la ragazza dai capelli biondi.
La signorina Dupain-Cheng alcuni minuti dopo si trasformò in Ladybug, tirò lo yoyo e infine si diresse verso Fleuriste.


Chat Noir si era fermato sopra a un tetto di un palazzo e stava guardando con il suo bastone nero Fleuriste, quest’ultima si stava dirigendo verso il Pont Neuf con in braccio Chloé che stava gridando per la paura.
Due minuti dopo arrivò Ladybug, mise le mani sui suoi fianchi e guardò l'orizzonte.
«Oh, sei arrivata. Credevo che non saresti venuta.», chiese Chat Noir mentre la ammirava.
«Ti sono mancata micetto?»
«Un po’ Milady.»
«Comunque Chat Noir, ho visto che stai controllando Fleuriste e penso che sta andando all’Hotel de Ville.»
«Ma come è attenta ai particolari insettina. Sei davvero sicura?», chiese mentre chiudeva l'arma.
«Sono alquanto sicura, fidati di me. Su muoviamoci e seguiamola!»
Chat Noir le fece un inchino. «Prima le signore.»
Lanciò di nuovo il suo yoyo verso un palazzo e Chat Noir allungò il bastone verso la stessa direzione di Ladybug.


Nel frattempo Fleuriste aveva imprigionato con il primo potere diversi civili tra cui alcuni genitori dei compagni di classe di Marinette e Adrien e inoltre aveva abbattuto alcuni palazzi con le liane pungenti che fuoriuscivano dalla parte centrale del vestito. Aveva già superato il ponte, quando arrivò davanti all'ingresso dell’Hotel de Ville trovò due persone che le stavano ostruendo volontariamente il passaggio. Erano Ladybug e Chat Noir.
«Sei sorpresa di vederci, eh Fleuriste?», chiese Chat Noir mentre le puntava contro il bastone.
«No!» lo guardava con occhi pieni di sfida. «Se non mi date i vostri Miraculous, farò diventare tutti delle rose finte!» esclamò mentre gli toglieva dalle mani il bastone facendolo cadere in terra.
Chat Noir lo stava per raccogliere ma venne imprigionato dalle liane dell’akumatizzata.
«Fleuriste! Prendi ora il Miraculous di Chat Noir, l'anello!», disse Papillon alla sua akumatizzata.
«Certamente Papillon!», rispose a tono Fleuriste.
Chloé, che stava sentendo tutto, allungò le mani e afferrò da terra l'oggetto e con quest'ultimo colpì Fleuriste sulla schiena facendole ritirare le piante.
«Grazie mille Chloé! Ora ti libero da questa pianta assassina!»
Contemporaneamente Ladybug stava schivando i petali di vetro neri che uscivano dal bracciale fiorito dell’akumatizzata e stava osservando i suoi movimenti.
«Chat! Metti al sicuro la ragazza!», urlò Ladybug.


Chat Noir usò il Cataclisma, distrusse un lampione che cascó in testa a Fleuriste, prese in braccio la biondina e la portò all’interno dell’Hotel de Ville, precisamente dentro a uno sgabuzzino.
«Chat Noir! Perché mi lasci qui dentro? Ti ho appena aiutata e mi ricambi così il favore?», chiese Chloé arrabbiata.
«Devi restare sicura Chloé! È l'unico posto che mi è saltato in mente! Non ti muovere!»
Chiuse la porta e andò via velocemente dal palazzo, davanti a sé vide Ladybug che si stava scontando contro Fleuriste nella piazza, Chat Noir andò davanti al nemico per fermarlo.
«Ladybug, muoviti a fare qualcosa! Tra poco mi ritrasformo!»
Ladybug attivò il suo potere «Lady Charm!» e le uscì un nastro adesivo per fiori rosso con pois neri «Un nastro adesivo per fiori? Cosa devo farci?»
Si guardò attorno e vide con il suo potere, che le permetteva di focalizzare solo gli oggetti che aveva bisogno e quando li guardava diventavano dello stesso colore della sua tuta, delle bandiere francesi nella facciata dell’Hotel de Ville e dei lampioni che si trovavano davanti all'edificio.
Prese il nastro e iniziò ad avvolgerlo nei lampioni, poi lo mise nelle bandiere che erano in alto e infine avvolse Fleuriste partendo dai fianchi.
«Sarà una bella pianta avvitata!», disse Chat Noir mentre si batteva contro Fleuriste.
Infine Ladybug prese il bracciale fiorito che indossava la vittima nel polso destro, lo buttò in terra e da essa apparve l’akuma.
«Niente più malefatti piccola akuma. Ladybug sconfigge il male!» tirò lo yoyo verso la farfalla nera «Presa! Ciao ciao farfallina!» uscì una farfalla bianca dallo yoyo di Ladybug perché era stata appena purificata dalle azione negative.
«Miraculous Ladybug!», disse concludendo la supereroina a pois lanciando in aria il suo Lady Charm, così facendo tutta Parigi ritornava alla normalità.
L’akumatizzata scomparve anch'essa dopo la purificazione e davanti agli occhi di Ladybug e Chat Noir apparve Ambre che si sentiva spaesata e non si ricordava nulla.


«Ben fatto!», dissero in coro Ladybug e Chat Noir.
«Milady devo andare» disse Chat Noir guardando l'anello che lampeggiava «perché non accompagni questa ragazza e anche Chloé?»
«Si si micetto, stai tranquillo.», rispose Ladybug sorridendo.
«Mi prometti una cosa?», chiese Chat Noir guardandola negli occhi «Verresti con me a vedere i fuochi d'artificio questa sera sopra il Trocadero?»
«Se proprio insisti… va bene!» rispose mentre sorreggeva Ambre impedendole di cadere «A più tardi!»
E Chat Noir, da quanto era preso da quella supereroina, arrossì e sparì dalla sua vista.


«Ladybug, Chat Noir questa volta avete vinto» annunciò Papillon incavolato dal suo nascondiglio segreto «ma un giorno vi estirperò dalla faccia della terra MUAHAHAHAH» concluse mentre stava scomparendo la luce dal covo.


Venti minuti dopo Adrien era uscito dal sottopassaggio della Métro e stava andando verso la pasticceria dei Dupain Cheng facendo finta che non fosse successo nulla.
Mentre stava entrando dentro il negozio vide arrivare Marinette affaticata.
«Marinette!» esclamò preoccupato Adrien guardandola in viso «Ti ho cercato dappertutto...dove eri finita?»
«Ehm io… ero stata presa di mira da quella akumatizzata che mi aveva trasformato in un fiore finto» rispose cercando di non balbettare «e tu tesoro… cioè volevo dire Adrien?» lo guardò un po arrossendo.
«Pure io, non riuscivo a muovermi!» rise «Dopo è arrivata Ladybug e ci ha liberato tutti!»
Alla fine i due entrarono dentro al negozio e insieme finirono di preparare i croissant, decisero di farli in tre gusti diversi, alcuni li fecero con la crema gianduia e nocciole, altri al lampone e more e gli ultimi tipi al limone e arancio.
«Mi sto divertendo tantissimo con te, Marinette.» disse Adrien mentre guardava Marinette mettere alcuni croissant sopra la teglia «Spero di venire più spesso al tuo negozio per darti una mano!»
«Dammi la tua mano, Adrien!», disse Marinette arrossendo.
Il ragazzo si avvicinò alla ragazza dai capelli neri, mise le mani sopra le sue, che stavano tenendo la placca da forno, e infornarono le ultime brioche.
Qualche secondo dopo Marinette cascò in terra e urtò Adrien per sbaglio che scivolò pure lui, la ragazza se lo ritrovò sotto di sé e quando se ne rese conto divenne rossa per la vergogna.
«Che cosa c’é Marinette?», chiese Adrien mentre le accarezzava il volto con la mano destra.
Marinette non le rispose, era intenta a guardarlo con gli occhi che le brillavano e il cuore le batteva a mille mentre sfiorava il suo delicato viso.
«Cosa? Ah, scusami sono maldestra… non volevo.», rispose Marinette dopo alcuni minuti.
Gli prese la mano sinistra e lo tirò su, Adrien le sorrise, si avvicinò a lei ma improvvisamente i due sentirono due voci familiari e quindi secondi dopo fecero finta di non aver fatto nulla.


«Ciao tesoro! Ah chi si vede! Adrien! Come stai?», chiese Sabine al ragazzo mentre chiudeva la porta del negozio «Avete lavorato sodo no?»
«Buongiorno signora, si si sto bene grazie mille.», rispose Adrien sorridendole «Si abbiamo lavorato fino ad ora, vuole assaggiare i nostri croissant appena fatti?»
«Ehm madre, che piacere vederti!», disse con un sorriso Marinette mentre si avvicinò a Sabine «È venuto ad aiutarmi…non l'ho chiamato io no no.»
«Posso insegnarvi io a fare i croissant perché io sono l’inimitabile super fornaio alla riscossa!», disse Tom con un tono molto allegro.
«Sono capaci anche da soli Tom», disse Sabine scuotendo la testa «credo che non saranno d'aiuto i tuoi consigli da esperto!»
«Bene ragazzi, dato che avete lavorato tanto vi lasciamo andare.», disse Sabine sia a Adrien e a Marinette «Vi consiglio di andare a vedere i fuochi questa sera!»
«I fuochi! Si non ci avevamo pensato! Che ne dici Marinette?», chiese Adrien alla ragazza dai capelli neri sorridendo.
«Ecco io… ehm… io...non posso. Devo finire un progetto con Alya e le altre ragazze e me ne stavo dimenticando! Scusami tanto…», disse Marinette arrossendo un po’ mentre lo guardava negli occhi.
Adrien si imbarazzò e si mise una mano sulla testa «Ah capisco, si pure io ho da fare questa sera… si farà un'altra volta.»
Adrien salutò Sabine, Tom e per ultimo la sua ‘amica’, il ragazzo li ringraziò per aver avuto l'occasione di aiutare Marinette nella pasticceria e infine si avviò verso casa.


«È la prima volta che noto un tuo rifiuto ad un invito da parte di quella tua amica.
Hai davvero degli impegni da sbrigare a casa o in realtà hai intenzione di incontrarti segretamente con...»
«Zitto Plagg! Menomale che quando sono trasformato non sento la tua fastidiosa voce! E comunque si… Ladybug mi aspetta in quel posto questa sera.»
«Ohh credo che il ragazzo si stia innamorando…»
«Non è vero! LADYBUG È SOLO LA MIA MIGLIORE AMICA!»



***


Quella sera, dopo la missione, Chat Noir andò sopra all'edificio sinistro del Trocadero e aspettò la sua Lady.
Minuti dopo la supereroina a pois apparì e le stava sorridendo.
«Buona sera micetto», lo salutò educatamente.
«Buonasera a lei mia dolce Lady.», gli sorrise «È pronta per vedere questi fuochi?», chiese Chat Noir guardandola.
«Ma certamente!», rispose sorridendo.
Dopo alcuni minuti comparvero alcuni fuochi d'artificio che venivano sparati dalla Torre Eiffel e dai Bassins du Trocadero.
I due supereroi erano seduti sopra al Trocadero, Chat Noir era a destra di Ladybug e stavano ammirando quel bellissimo spettacolo.
A un certo punto lui si avvicinò pian piano a Ladybug e la baciò delicatamente sul collo, «Sono molto felice di condividere questo spettacolo con te, Milady.» lei lo guardò sorpresa non capendo il motivo di quel gesto.
«Oh micetto… ehm anch'io ne sono felice.»
Chat Noir la guardò intensamente e le sorrise.
«Sai, era da tanto che volevo fare una serata diversa con te insettina.»
«Ah non me lo aspettavo proprio da te…» Ladybug si mise a braccia conserte.
«Davvero?», chiese sorpreso e divertito.
«Guarda che un po sì…», lo guardò sorridendo.
Chat Noir l’abbracciò sorridendo pure lui, la supereroina comprese di quella sua improvvisa azione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 “Come si fa per far nuotare” ***


Capitolo 2 “Come si fa per far nuotare”

Kim Chiên Lê, amico di Marinette, aveva invitato tutti i suoi compagni di classe, comprendo anche la ragazza dai capelli neri in un luogo.
Quel posto era il nuovo centro acquatico.
Lo avevano appena aperto nella zona periferica di Parigi, il suo nome era Centre aquatique de Neuilly-sur-Seine e distava poco dalla scuola.
In quella calda giornata di metà agosto, Marinette andò a trovare Master Fu nella sua casa prima di prendere il bus con Alya.
Aveva promesso, nei giorni passati, che sarebbe tornata presto a trovarlo.

Quando entrò dentro alla piccola sala lo vide seduto con le gambe incrociate sul tappeto grigio chiaro, l'uomo anziano era intento a sorseggiare il tè caldo vicino al piccolo tavolino di legno.
Il suo kwami del Miraculous della tartaruga, Wayzz, era seduto invece sopra il grammofono a bere pure lui il tè. Dentro alla stanza Marinette vide un oggetto che prima non aveva mai visto: un ventilatore.
«Buongiorno Marinette, entra pure!», disse Fu guardando la ragazza chiudere la porta.
«Salve Master. Sono venuta a farle visita anche se ho poco tempo, nel mio appartamento mi aspetta la mia migliore amica», disse mentre si stava inginocchiando davanti a lui.
Master Fu annuì e mise la tazza sul tavolino. «Devi andare da qualche parte?»
«Sì. Un mio compagno di classe ha invitato in piscina tutta la classe…»
«Ecco Marinette Dupain Cheng, è arrivato il momento dei nuovi poteri.»
Si alzò, andò davanti al grammofono, spostò i piccoli oggetti del kwami e li mise sopra la cassettiera. Azionò un meccanismo premendo dei piccoli bottoni color nocciola che erano in mezzo a due draghi incisi sul legno.
Alcuni secondi dopo apparve davanti a lui una scatola antica che proveniva dal Tibet, era la scatola che aveva quasi tutti i Miraculous.
«Hai per caso con te un kwagatama?», chiese mentre metteva la scatola sopra il tappeto.
«Come fa a saperlo? Ehm, sì.», rispose Marinette meravigliata e un po’ confusa.

Fu spiegò a Marinette che il suo kwagatama, un gioiello fatto appositamente da Tikki per le
portatrici del Miraculous della coccinella in occasioni particolari e che rappresentava il simbolo di amicizia, poteva ampliare i suoi poteri da supereroina a pois però solo se univa il Miraculous in questione con quell'oggetto.
Però questa cosa comportava che Marinette avrebbe dovuto togliersi gli orecchini e quindi poteva essere presa di mira da Papillon.
«Non è rischioso farlo Master?», chiese Marinette mentre si toccava l'orecchino destro.
«Lo so Marinette ma è l'unica soluzione per sconfiggere i prossimi alleati di Papillon che potrebbero essere più forti e con gli attuali poteri non ce la farai mai a sconfiggerli insieme a Chat Noir.», rispose rammaricato.
La ragazza sospirò, si tolse il primo, poi il secondo orecchino e nello stesso tempo Tikki scomparve.
«Rivedrò Tikki?», chiese Marinette preoccupata mentre le dava i gioielli e la collana con kwagatama.
«Sì, stai tranquilla. Non avrà problemi durante il potenziamento dei poteri.», rassicurò Fu mettendo gli orecchini e il piccolo oggetto rosso nella scatola.
«E Chat Noir?», chiese guardandolo in viso.
«Lo contatterai dopo che ti avrò mostrato i nuovi poteri», rispose sorridendole.

Master Fu disse una frase antica e misteriosa, proveniva da una pagina dell'antico libro che era stata fotografata e messa nel suo piccolo tablet.
MIRACULOUS COCCINUS SACRIS QUINQUE HIATUS.
Dopo un po il Miraculous della coccinella si scompose in cinque parti, ognuno di essi avevano un proprio colore e delle proprie caratteristiche.
Marinette, sul consiglio di Fu, prese la Perla del Mare anche se ancora non capiva il motivo di quella scelta.
«Con questo nuovo potere puoi respirare e nuotare come un pesce sott'acqua.», spiegò dopo aver sfogliato una pagina dal tablet dove c'erano raffigurati degli orecchini della coccinella di vario colore «Non ti meravigliare se il tuo costume sarà diverso, sono i poteri che lo cambiano.», disse mentre le mostrava i disegni.
Marinette si stupì di quelle rappresentazioni, quest'ultime erano identiche ai cinque Miraculous della coccinella che si erano materializzati nella scatola davanti ai loro occhi.
«Posso sapere a cosa servono gli altri?», chiese curiosamente mettendosi il primo orecchino blu nel lobo destro.
«Non posso dirti nulla a riguardo. Quando arriverà il momento te lo dirò.», gli rispose mentre stava chiudendo il tablet.
Marinette sospirò e accettò, con un po di delusione, le decisioni prese dal Guardiano dei Miraculous.
Non voleva infrangere le regole che le aveva detto, come ad esempio rivelare la sua vera identità al suo compagno di squadra. Anche se voleva farlo sapere, e voleva sapere chi si celava sotto alla maschera di quel ragazzo, non poteva proprio dirlo. Se le trasgrediva poteva perdere la fiducia di Master Fu, quindi doveva ridare quei preziosi gioielli al Guardiano e probabilmente poteva diventare una preda facile di Papillon.

La ragazza mise l'altro orecchino, i diversi orecchini che erano prima apparsi scomparvero dopo l'azione di Marinette ed era rimasto solo il kwagatama nella scatola.
Senza saperlo, apparve d'improvviso una luce bianca con sfumature rosse.
Era uscita da entrambi i gioielli ed era una luce calda e avvolgente, da essa comparve un esserino minuscolo con gli occhi chiusi. Era Tikki.
«Tikki! Oh finalmente! Pensavo che non saresti riapparsa di nuovo!», esclamò prendendola in mano.
«Marinette! Non scomparirò, stai tranquilla perchè starò sempre con te.», disse la piccola kwami sorridendole.
Master Fu sorrise alla giovane mentre si alzava dal tappeto e le ridiede il kwagatama.
«Stai attenta Marinette, capito?»
«Ve lo prometto Master.», rispose decisa Marinette mentre il kwami andava dentro alla borsa da piscina.

Dopo aver salutato il Guardiano dei Miraculous e il suo kwami Wayzz, la fanciulla dai capelli neri si trasformò in Ladybug in posto nascosto dove non c'erano le persone.
Subito dopo prese lo yo-yo e provò a chiamare Chat Noir ma il suo compagno di squadra non rispose e quindi gli lasciò un messaggio vocale.
Chat Noir, devi andare in un determinato posto.
È importante. Ti invio la posizione esatta. Passo e topo.

Dopodiché si ritrasformò e Marinette ritornò in vesti civili. La ragazza poi corse verso la fermata dell'autobus dove, ad aspettarla, c'era Alya.
Se ne stava in piedi vicino al cartello dove c'era scritto il numero del bus e aveva con sé una borsa. Addosso portava una camicetta corta rossa, dei jeans corti e dei sandali neri.
«Marinette sei sempre la solita!» esclamò scuotendo il capo «Dammi un buon motivo perché sei in ritardo.», disse mentre si sistemava gli occhiali.
«Ehm io, avevo…» la signorina Dupain Cheng iniziò a muovere le mani «Avevo dimenticato di comprare una cosa e quindi sono corsa a prenderla...», concluse sorridendole.
«Bene Marinette! Oggi dovrai fare la brava, ci sarà anche Adrien in piscina.», stuzzicò l'amica facendo un sorrisetto.
«Cosa? Davvero? Perché non me l'hai detto prima Alya!», esclamò stupita spalancano gli occhi blu.
«Guarda che l'ho saputo solo due minuti fa da Nino tramite messaggio.» guardò il cellulare per vedere se c'erano nuove cose «Da quello che ho capito verrà accompagnato da Nathalie con la macchina.»
«Perché non poteva prendere l'autobus con noi!?», chiese disperata mettendosi le mani fra i capelli.
Alya alzò le braccia come se volesse dire “non lo so”, Marinette sospirò e si buttò sul petto dell'amica.

Intanto nella villa del signore Agreste, Adrien Agreste, l'unico figlio di Gabriel Agreste, famoso stilista francese, era intento a preparare la borsa per la piscina nella sua stanza. All'interno aveva messo, oltre al telo e allo shampoo, il camembert solo per far felice Plagg, il suo kwami amante di quel tipo di formaggio.
Era consapevole che quando sarebbe arrivato in piscina le persone avrebbero sentito un odore nauseante, però non ci poteva far nulla, doveva per forza portarlo per una ragione: grazie a quel tipo di cibo il kwami poteva trasformare Adrien nel supereroe della sfortuna.
«Hai messo abbastanza camembert?», chiese il piccolo esserino svolazzando nella stanza.
«Plagg, ringraziami che ho pensato di portarlo. Se non ci fossi mai stato, non avrei mai avuto bisogno di portare quel puzzolente cibo fuori dalla stanza, non sarei mai diventato Chat Noir e non avrei mai incontrato quella bellissima ragazza.» andò davanti alle tre schermate del computer dove c’era una foto di Ladybug «Ah… dove sarà ora?», chiese ammirando la fotografia.
«Sempre a pensare a lei… e basta! Dai crea un gruppo e chiamalo “Team Camembert”!», esclamò Plagg mettendosi seduto sulla scrivania vicino al mappamondo «Dovresti farne parte anche te come me sai?»
«Non dire fesserie Plagg!», si voltò verso di lui
«Sì penso sempre a lei e non ci posso fare nulla…» disse con gli occhi luminosi «Peccato che non sa chi sono in realtà… ma non posso dirglielo.»
«Allora stai zitto e gustato insieme a me questo formaggio! Non voglio mangiare da solo...», disse mentre stava andando nel mobiletto dove si trovavano i pezzi di camembert.
«Basta Plagg! Per farti zittire dirò due belle parole che ti piaceranno molto. Sei pronto?», chiese Adrien mettendosi le mani sui fianchi.
«NO NON QUELLE!»

Adrien, dopo aver detto quelle parole, si trasformò in Chat Noir. Prese la sua borsa e se la mise addosso, aprì con il telecomando, che si trovava sopra al pianoforte, una finestra e andò via dalla sua stanza.
«Spero che Nathalie non si accorga che non sono in casa.» guardò attorno per essere sicuro di aver preso tutto «Menomale che mio padre è fuori sennò l'avrebbe già saputo.»
Allungò il bastone nero in orizzontale e dopo un po l'oggetto si fermò perché era arrivato a una finestra di un palazzo, quindi Chat Noir iniziò a fare i primi passi sopra portando appresso la borsa che prima aveva preparato.
Dato che aveva addosso quell’oggetto un po’ ingombrante, gli era molto difficile stare in equilibrio sul bastone e per quel motivo camminava piano.

Mentre Chat Noir stava scappando dall’immensa villa, Marinette insieme a Alya e a Nino Lahiffe, il migliore amico di Adrien, che si era unito infine a loro due, salirono nel bus.
L’automezzo era già arrivato da qualche minuto e loro tre si misero seduti nei primi posti.
Alcuni posti avanti, invece, sulla destra, ci stavano seduti Kim Chiên Lê, un compagno di classe che amava gli sport ma in particolare modo l’atletica, e Chloé. Alla loro sinistra ci stavano seduti Sabrina Raincomprix, migliore amica di Chloé la quale obbediva sempre agli ordini della biondina, e Max Kanté, migliore amico di Kim che amava l'informatica e aveva sempre appresso un tablet bianco.
Quest'ultimi frequentavano la stessa classe di Marinette e Adrien ed erano saliti a due fermate prima precisamente nella fermata del bus davanti al Collège François Dupont.
Quando Marinette si sedette, riconobbe una voce familiare, era quella di Chloé.
Stava parlando con Sabrina lamentandosi del posto scelto anche se erano a due metri di distanza.
«...la prossima volta Sabrina! Sai cosa detesto di te, Kim? Che sei sempre appiccicato a me!»
«Cosa ho fatto di male, Chloé? Perché ti lamenti sempre?», chiese il ragazzo guardandola.
«Io lamentarmi? Pensi che mi sto lamentando?! Eh?! Eh?!», urlò la ragazza alzandosi in piedi.
«No no… stavo solo scherzando. Non direi mai che ti lamenti!», esclamò Kim muovendo le mani a destra e a sinistra.
«Meglio così! Perché sennò chiamo mio padre che è il sindaco di Parigi e...», stava per prendere il cellulare dalla borsa.
«Si si ho capito Chloé! Va bene non dirò mai più queste cose!», la implorò a mani giunte.
«Se il problema è quello dei posti», intervenne Max prendendo in mano il tablet bianco «basta che ti sposti di due o tre dato che ci potrebbero essere altri sedili disponibili. Se per caso non fossero più liberi l'unica soluzione è quella di rimanere nel proprio che avevi scelto prima della partenza.»
«Bene! Se la pensi così, perché non scambi il tuo posto con il mio e stai accanto a questo ragazzo noioso?», chiese mettendo le mani unite.
«Chloé! Perché non ascolti per bene gli altri?», domandò Marinette, girandosi verso loro, dopo aver sentito tutta la conversazione dei tre «Guardati attorno! Non ci sono altri sedili liberi per ora!»

La donzella bionda provò a proferire parola ma si fermò di colpo, aveva solo aperto la sua piccola bocca ed era rimasta immobile.
Marinette aveva ragione, la giovane dai capelli biondi non ascoltava mai le persone e nemmeno i consigli ma solo le parole del suo piccolo orsetto Mr. Cuddly.
Se le stesse parole che aveva detto Marinette le avesse dette quel piccolo pupazzo animato da Jean dai mille nomi, Chloé non avrebbe mai reagito in quel modo.
«Chloé? Stai bene?», chiese Kim vedendola ancora immobile «Cosa stai pensando?»
La ragazza quando sentì che qualcuno la stava nominando, si girò di scatto verso quella voce e per sbaglio sbatté la faccia.
«Ahia che botta… oh!», disse toccandosi il naso «Ehm, si si sto bene… dicevo… STO BENE!», esclamò dopo che si rese conto di aver colpito la sua faccia contro quella di Kim «E se vuoi sapere a cosa sto pensando non lo dirò di certo a te!»
Marinette dal suo posto iniziò a ridere sottovoce insieme ad Alya e dopo aver fatto ciò l'autobus si fermò.
Era arrivato davanti al Centro Acquatico e il conducente riferì ai passeggeri che dovevano scendere dall’automezzo, quest'ultimi presero i loro beni e si diressero verso l'entrata dell'edificio che si trovava a due passi da dove si era fermato.

Nello stesso tempo Chat Noir arrivò, si fermò, si nascose dietro una colonna e si ritrasformò nel ragazzo modello.
Dopodiché corse verso l'entrata dove c'erano ancora delle persone intente ad entrare nel centro acquatico, voleva far credere che anche lui era venuto con l'autobus. Adrien, dopo aver pagato il suo ingresso, si diresse verso lo spogliatoio e quando arrivò dentro vide tutti i suoi compagni di classe: Kim, Max, Nathaniel Kurtzberg, un ragazzo che gli piace disegnare, Ivan Bruel, il fidanzato di Mylène Haprèle e il suo migliore amico Nino.
«Oh bro!», disse Nino vedendo l’amico che stava appoggiando la borsa su una panchina di metallo colore blu «Dove eri? Ti stavo aspettando alla fermata dell'autobus prima con Alya e… Marinette!»
«Ciao Nino», disse Adrien girandosi verso lui «Mi trovavo in fondo all’autobus e…ascoltavo la musica con le cuffie. Sono salito in un'altra fermata… e ho avuto il permesso di uscire senza che Nathalie mi portasse con la macchina.»
«Davvero?», rispose meravigliato «Dovevi dirmelo che ti trovavi lì, così potevo ascoltare insieme a te la tua musica preferita e non rimanevo da solo!»
«Sì hai ragione», sospirò «La prossima volta ti chiamerò», disse Adrien all'amico mentre si stava mettendo le ciabatte.
I ragazzi uscirono dallo stanzino e andarono alle vasche, solo Adrien era ancora rimasto dentro e Nino lo stava aspettando.
«Ehm amico muoviti! Sennò ci rubano la vasca con l’idromassaggio!», esclamò Nino muovendo le mani.
«Si si arrivo, non ti preoccupare per me. Intanto vai, ti raggiungo dopo.», disse Adrien sorridendo.
Nino sbuffò «Non ti lamentare amico se dopo l'acqua sarà troppo calda!», disse alzando le mani in alto «Uomo avvisato mezzo salvato!», disse il ragazzo chiudendo piano la porta dello spogliatoio.

«Bene Plagg, ti lascio dentro l’armadietto con la borsa», disse appoggiando l'oggetto puzzolente. «Non posso portarti in piscina, mi dispiace.»
«Tanto a me non piace l'acqua, amo solo il camembert!», esclamò Plagg buttandosi immediatamente dentro la borsa.
«Ti lascio anche il cellulare spento.»
Plagg non rispose perché era molto occupato a gustarsi il suo formaggio preferito e perciò il ragazzo biondo chiuse l’armadietto e andò nell'altra stanza dove c'erano le vasche.
La prima cosa che vide era l'enorme spazio che c'era, c'erano varie vasche di diverse forme e dimensioni, due erano state progettate per le gare di nuoto, quest'ultime erano lunghe e larghe ed erano molto profonde.
Esisteva una ideale per tutti perché la profondità variava a seconda da dove ti spostavi, delle piccole vaschette per i bambini con una fontana all'interno e per ultimo c'era una vasca con l’idromassaggio.
Adrien si mise seduto ai bordi di una delle tante vasche e guardava i suoi amici che giocavano in acqua con una palla.

Marinette invece, assieme ad Alya, Rose Lavillant compagna di classe che amava il rosa, Juleka Couffaine una ragazza molto timida che amava vestirsi di nero, Mylène Haprèle la fidanzata di Ivan Bruel e Alix Kubdel una giovane anch'essa sportiva, stavano seduti su dei lettini.
«Dai Marinette vai da lui! Questa è un'occasione per farsi notare!», disse Alya alzandosi.
La fanciulla andò da Marinette, l’afferrò per un gomito e la spintonò verso la piscina.
Però da quanto era sbadata invece di andare a sbattere contro il biondino, Marinette cascò in terra. Adrien, sentendo il tonfo si girò verso lei e vide il suo viso. I due si fissarono a lungo senza battere ciglio. In seguito Marinette si rese conto che non era in una posizione adeguata e quindi per l'imbarazzo si coprì la faccia con le mani.
Il biondino rise, si alzò in piedi e l'aiuto ad alzarsi.
«Caschi sempre non trovi, Marinette?», disse porgendo la mano alla fanciulla.
«Sì ma io lo faccio apposta… ehm non apposta volevo dire.», rispose sorridendogli.
«Va bene va bene non ti devi scusare.», rispose Adrien stringendo ancora la mano di Marinette «Vuoi che ti accompagno in infermeria?», chiese.
«No va tutto bene, almeno spero. Grazie dell'interessamento.», rispose senza balbettare.
È strano” - pensò Adrien - “questa volta non ha balbettato. Cosa le è successo? Forse sono anche stupido ma sono certo che Marinette mi ha detto qualcosa senza incepparsi.
Il ragazzo si sedette di nuovi ai bordi della piscina e la ragazza dai capelli neri lo seguì.
«Hai voglia di nuotare?», chiese subito dopo Marinette.
«Uhm, non credo. Non ho mai nuotato fino ad ora. Mi sento come un pesce fuor d'acqua.», disse Adrien girandosi verso lei.
«Capisco… se vuoi ti posso insegnare a nuotare.», chiese arrossendo un po’.
«Ma certo! Perché no Marinette?», domandò «Dove possiamo iniziare?», disse Adrien fissandola.
La giovane annuì. «Beh, per prima cosa dobbiamo andare nella vasca corta, è poco profonda e adatta per imparare le prime basi.»
Si alzò, si diresse verso la piscina piccola con Adrien, entrò dentro la vasca passando da una delle due scalette che si trovavano in laterale e invitò il ragazzo di fare altrettanto.
Marinette poi prese entrambe le mani di Adrien e provò a farlo abituare all'acqua, il ragazzo le sorrise mentre sentì l'acqua che gli arrivava fino al petto.
«Bene, ora prova a stare a galla.», esordì la ragazza lasciando pian piano le sue mani.
«Okay, di preciso cosa devo fare?», chiese.
«Ehm… prima muovi le braccia e le gambe e tieni la testa sopra l'acqua regolando il tuo respiro.», spiegò Marinette ad Adrien facendo vedere come doveva fare.

Alya, Nino e le altre ragazze osservavano i due, come se fosse dei falchi, dall'altra parte della piscina.
Invece Chloé e la sua amica Sabrina erano sedute su delle seggiole e stavano bevendo dei succhi di frutta.
«Oh! Ma guarda quella sciocca di Marinette che è sempre vicina al mio Adrienuccio!», si lamentò alzandosi di scatto e porgendo la bibita alla fanciulla dai capelli arancioni «Ora gliene dico quattro.»
La biondina si diresse verso Adrien e Marinette, questi ultimi erano ancora nella vasca che stavano ancora provando a galleggiare. Adrien, quando vide arrivare Chloé, fece una faccia meravigliata.
«Adrienuccio caro! Oh bravo che stai imparando a nuotare! Però, cosa ci fa questa?», disse Chloé guardando in modo schifato Marinette «Se ti insegna lei non imparerai nulla! Vado a chiamare subito la bagnina!»
«Stai tranquilla Chloé, non c’è bisogno che fai questo. Preferisco imparare da Marinette, è brava a insegnare!», affermò Adrien muovendo le mani sotto l'acqua.
La ragazza dai capelli neri, quando sentì che era stata nominata dal ragazzo della quale era cotta, il suo viso si era tinto di rosso. Chloé, indignata, andò via facendo delle smorfie.
E Marinette insieme al ragazzo rise.

«È sempre la solita… », disse Adrien guardando la donzella «Ora posso imparare qualcos'altro?», chiese a Marinette.
«Certo, ti faccio vedere come si va sott'acqua. Prima di tutto devi metterti in orizzontale, allunghi le braccia e unisci le mani. Poi fai un piccolo tuffo e devi sfiorare il bordo piscina, fai una piccola nuotata immerso nell'acqua e alla fine ritorni in superficie per prendere un po’ d'aria.», spiegò nei minimi dettagli la giovane.
Ancora una volta ha detto qualcosa senza fermarsi” - pensò Adrien - “però quanto è brava a spiegare.
La signorina Dupain Cheng, dal momento che aveva finito la spiegazione, fece una dimostrazione per Adrien. Il ragazzo la osservava molto attentamente per apprendere subito qualcosa.
Dopo aver fatto vedere come fare, Marinette ritornò in superficie e cambiò lo sguardo con il biondino. Quest'ultimo era rimasto così meravigliato dalla sua bravura che per istinto aveva aperto la bocca per lo stupore.
«Marinette, sei fantastica!», esclamò «Ti muovi come se fossi un vero pesce… io purtroppo sono una frana in queste cose.», dichiarò con uno sguardo un po’ dispiaciuto.
«Ma non dire così. Mi riesce solo perché ho sempre con me il mio Adrien lucky charm.», affermò mostrando il polso sinistro con il braccialetto.
Il ragazzo si avvicinò pian piano a lei, gli toccò l'oggetto per essere certo che Marinette lo indossasse, poi le prese la mano e gliela strinse forte. I loro sguardi si incrociarono di nuovo, gli occhi celesti della fanciulla stavano fissando quelli verdi di Adrien per più di dieci secondi. Marinette dopo un po’ distolse lo sguardo e il suo volto divenne rosso.
«Oh… ehm, scusami Marinette non volevo metterti in imbarazzo.», disse toccandosi la nuca «Meglio che ci riposiamo un po’, più che altro sono un tantino stanco.»
«Già… hai ragione proprio cioè ehm… sì!», rispose Marinette un po’ distrattamente.
Adrien uscì dalla vasca passando dalla scaletta, invece Marinette passò direttamente dal bordo della piscina.
«Non è che ti fai male così?», chiese guardandola.
«No non c’è nessun proble... »
Marinette non finì la frase perché cascó accidentalmente in acqua.
Il ragazzo biondo non si fece prendere dal panico, con le vesti civili intraprese la stessa cosa come se fosse stato il supereroe felino.
Si tuffò in acqua e, come se sapesse nuotare da tanto tempo, prese la donzella in braccio e la mise distesa in terra.
La gente presente al centro acquatico, compresi i compagni di classe, accorsero per vedere Marinette, la fanciulla aveva gli occhi chiusi come se stesse dormendo ma era  semplicemente svenuta.
Arrivò anche una donna con i capelli neri, aveva addosso una maglietta rossa, dei pantaloni neri e un fischietto rosso.
Era la bagnina della piscina, si chiamava Doris Millet e aveva trent'anni.
Quando vide la ragazza svenuta, provò a rianimarla ma senza risultati.
Adrien rimase sconcertato e voleva far qualcosa per la sua amica, mentre stava per toccare il suo braccio sinistro, Doris la fermò.
«Stai fermo! Io sono una bagnina e devo fare il mio lavoro! Quindi non la devi toccare minimamente! Siamo stati chiari?», disse quasi urlando.
Il ragazzo non rispose, quello che aveva detto la donna gli ricordava un po’ suo padre quando lo rimproverava a casa.
Devo fare qualcosa per Marinette” - pensò Adrien velocemente - “Andrò nello spogliatoio e lì mi trasformerò
Il signorino Agreste corse verso lo stanzino, aprì l’armadietto dove ci stava la sua borsa e prima che Plagg proferisse parola, si trasformò in Chat Noir.
Dopo aver fatto ciò, prese il borsone, uscì dalla porta dello spogliatoio, saltò sopra a dei ombrelloni per mostrarsi alla gente della quale, al momento in cui lo vide, urlò il suo nome.
Di conseguenza prese delicatamente il corpo di Marinette e andò fuori dall'edificio.
Doris, la donna dei soccorsi, ci rimase male del gesto del supereroe e quindi, con il fischietto rosso, chiamò l'attenzione di tutti.
«Andate via! Fra dieci minuti l'edificio chiuderà!», urlò a squarciagola.

Intanto dal covo di Papillon, il cattivo numero uno di Ladybug e Chat Noir, a metri di distanza sentì la disperazione di quella donna.
«Una donna delusa dal suo lavoro, è adatta per i miei piani», trasformò una farfalla bianca in una nera nelle sue mani.
«Vola da lei, mia piccola akuma e inonda il suo cuore!», disse mentre la farfalla svolazzava fuori dal covo e si diresse verso il centro acquatico.
L’akuma volò per vari minuti rispetto al solito perché il posto dove si trovava la vittima era lontano. Infine si posò sul fischietto di Doris.
«Sirèonde, io sono Papillon. Ti darò il potere delle onde elevate. Ma prima dovrai catturare due perle di mare, i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.»
«Certamente Papillon, avrete ben presto i vostri doni.»
Doris si trasformò in Sirèonde, una mostruosa sirena. I suoi capelli erano di color acqua marino, divennero lunghi, molto mossi e ricordavano i tentacoli di un polpo, il viso era viola porpora e aveva una maschera a forma di onde.
Al posto delle gambe presentava una coda tipico dei pesci però era di colore viola e aveva delle spine nere, le sue mani divennero delle pinne colore nero pece e in tutto il corpo aveva le squame di verde scuro. Il fischietto che aveva nel collo si trasformò invece in una conchiglia nera.
Come poteri aveva quello di distruggere tutto attraverso le onde giganti grazie alla sua coda ricoperta di aculei e poteva imprigionare le persone dentro a delle grandi bolle velenose create grazie alle sue mani spinose.

Per prima cosa Sirèonde distrusse tutte le vasche che erano presenti nel centro acquatico attraverso la sua coda violacea e aculea, l'acqua che prima si trovava nelle piscine, si disperse all'interno dell'edificio e poi si spostò, utilizzando degli acquedotti e delle strade sotterranee, andando verso il centro di Parigi. Facendo ciò le case, che si trovavano attorno al centro acquatico, iniziarono pian piano a immergersi, alcune persone si rifugiarono sopra i tetti e altre invece furono prese da Sirèonde attraverso le bolle velenose.
Però erano ancora rimasti degli edifici intatti perché ancora l'acqua non era entrata, e fra quelli c'era la casa di Marinette e la cattedrale di Notre Dame.

Nel frattempo Chat Noir arrivò in un'abitazione, apparteneva alla giovane dai capelli neri che portava in braccio.
Entrò senza far rumore dalla piccola finestra che si affacciava sul balcone, si introdusse dentro la camera di Marinette e adagiò delicatamente il corpo della fanciulla sopra il letto.
Il supereroe, da quanto era preoccupato per la donzella, non fece caso alle foto che erano appese sia nella parete accanto al piccolo letto e sia nella stanza sotto dove c'era la scrivania con sopra il computer.
Si mise seduto sul chaise longue perché aveva intenzione di chiamare immediatamente la sua Lady. Ma mentre stava aprendo il suo bastone nero, trovò registrato un messaggio vocale inviato proprio dalla sua adorata.
«Oh, immagino che lascerò riposare per un po’ Marinette.», disse non appena chiuse il bastone.
Guardò per l'ultima volta il volto della ragazza con aria preoccupata.
«Non ti preoccupare. Ritornerò il prima possibile.», le accarezzò il viso «Spero che questo posto sia sicuro per lei», disse mentre usciva dalla finestrina.
Dopodiché salì sul balcone, sparì dalla casa della fanciulla e alcuni minuti dopo il supereroe felino arrivò davanti alla porta di un condominio. Era quello il posto acclamato da Ladybug?

Sirèonde si era intrufolata in un canale, che era pieno d'acqua, lo aveva trovato dopo aver distrutto le vasche, quest'ultime erano presenti al centro acquatico. L’akumatizzata stava nuotando velocemente come se fosse stata una vera sirena.
Papillon la chiamò a sé «Sirèonde, vai subito a cercare Ladybug e Chat Noir sennò ti tolgo i poteri e affogherai nell'acqua!», esclamò l'uomo vestito di viola.
«Si si ci sto andando!», disse subito dopo.
La mostruosa sirena si mosse il più veloce possibile e alla fine dell’acquedotto si ritrovò in un altro ma che era molto più grande rispetto al precedente.
Questo mi porterà nel fiume,” - pensò la donna trasformata - “me lo sento!

Nel mentre Marinette aprì gli occhi, se ne stropicciò uno e infine si mise a sedere. Dopo aver chiamato Adrien per varie volte e non sentendo risposta, capì subito dopo che non si trovava in piscina ma nella sua camera, precisamente seduta sul suo letto.
Chi mi ha portato qui?” - pensò mentre scendeva le scale - “Non c’è nemmeno Tikki con me… devo chiamare Chat Noir che è l'unico che mi può aiutare!” - pensò Marinette camminando avanti e indietro nel piano di sotto. Prese nell'armadio una giacca dato che era solo in costume e anche perché le faceva freddo e andò nel balcone a chiamare il supereroe. Attimi dopo gli apparve davanti ai suoi occhi.
«Chat Noir! Presto, devo tornare al centro acquatico perché ho dimenticato una cosa!», disse Marinette avvicinandosi al ragazzo mascherato che si trovava seduto sopra alla ringhiera del balcone.
Il supereroe felino si alzò e andò davanti alla giovane. «Dammi la tua mano, ti porterò senz'altro là.», rispose sorridendole porgendo la mano.
Marinette non indugiò, venne presa e fu sollevata in aria, insieme a Chat Noir si spostò dalla sua casa al centro acquatico.
«Hai visto in giro il mio amico Adrien?», chiese con aria allarmata.«Sarà in pericolo!»
«Ehm… tranquilla. Non temere, Adrien sta bene», cercò di rassicurarla tenendola stretta tra le forti braccia.
In seguito i due arrivarono all'interno della piscina, la trovarono allagata in quasi tutte le parti, l'unico posto intatto era lo spogliatoio femminile.
«Grazie Chat Noir di avermi accompagnato fino a qui.», disse Marinette togliendosi dalle braccia del supereroe.
«Non c’è di che, Mila… Marinette.», rispose facendo un inchino. «Chat Noir sarà sempre disposto ad aiutarti, puoi contare su di me!», affermò e dopo sparì dalla circolazione.
La fanciulla allora aprì la porta del piccolo stanzino e andò davanti al suo armadietto, all'interno trovò Tikki che stava ancora dentro la borsa da piscina.
«Tikki! Ero in pensiero per te! Chat Noir mi ha riportato qua.», disse la corvina prendendola in mano.
«Marinette! Stai tranquilla, io sto bene.», rispose la piccola kwami mentre guardava la ragazza.
«Ora è il momento di trasformarsi e ritrovare Chat Noir!», affermò Marinette decisa.
La ragazza si trasformò in Ladybug, aveva ancora addosso la vecchia tuta, l'unica cosa nuova era la cintura, aveva una fibbia a forma di coccinella nel davanti che le permetteva di scegliere gli altri nuovi poteri.

Venne fuori dallo stanzino e vide tutte le persone che erano al centro acquatico dentro a delle bolle trasparenti marroni tra cui Alya e Nino. Andò a cercare Chat Noir spostandosi in varie abitazioni, si posò sopra un tetto come se fosse un uccellino uscito dal suo nido e che per la prima volta guardava il paesaggio in lontananza.
Parigi dall'alto era molto bella anche perché c'erano alcuni posti romantici che la rendevano ancora più bella e misteriosa.
Attimi dopo il suo compagno di squadra comparve davanti ai suoi occhi, quest'ultimo non era meravigliato che Ladybug si trovava sopra a un tetto. Di solito quando andavano in missione si fermavano nei tetti, lo facevano per due ragioni, uno per discutere fra loro su cosa fare e l'ultima ragione solo per vedersi da soli.
«Eccomi Milady. Mi stavi aspettando, non è vero?», chiese il supereroe felino avvicinandosi a lei.
«Ah, cosa credi?», rispose facendo un sorrisetto «Dobbiamo trovare la nuova vittima di Papillon prima che l’ultimo edificio crolli per colpa della marea!», disse allarmata alzando le mani in alto.
«Tranquilla ce la facciamo sempre, no?», si girò verso Ladybug e mise le mani sopra le sue spalle «Beh, di solito vinciamo noi e quindi cosa stiamo aspettando? Andiamo!», esordì Chat Noir facendo un grande sorriso.

Ladybug annuì ripensando alle parole appena dette dal suo collega, dopodiché la ragazza mascherata lanciò il suo yo-yo verso una casa che si trovava vicino al fiume Senna.
Accanto c'era una scala che conduceva alla banchina dove, a destra e a sinistra del fiume c'erano due ingressi sbarrati.
Quest'ultimi portavano a delle gallerie sotterranee che si estendevano per vari chilometri sotto Parigi, insieme ad esse c'erano delle fogne che conducevano alle delle stanze segrete, alcune di queste erano delle catacombe molto antiche e anche recenti.
La supereroina a pois neri, insieme al suo alleato felino, si fermò sopra la banchina di sinistra.

Dopo aver fatto ciò, attivarono la spilla che si trovava sopra il loro addome, la fibbia di Chat Noir era differente da quella della sua lady perché aveva la forma di una zampa da gatto di colore verde.
Le tute dei due supereroi si trasformarono in tutte subacquee, entrambe avevano delle squame e delle pinne trasparenti come quelle dei pesci al posto dei piedi.
I capelli di Ladybug apparivano più lunghi e le punte erano rosa chiaro, i fiocchi delle due codine divennero color rosa caldo, apparivano più lunghe rispetto al solito e assomigliavano a dei piccoli tentacoli, il colletto divenne trasparente, arrotondato e anch'esso era di colore rosa.
Sopra la tuta di Chat Noir apparve uno strato sottile di color acqua marino, aveva due piccole pinne vicino ai gomiti, la coda-cintura era avvolta da una cosa trasparente e assomigliava a una specie di tentacolo.
Grazie al nuovo potere, la Perla del Mare, i due potevano respirare sott'acqua con tutta facilità come se fossero dei veri pesci.

Si tuffarono nella Senna in contemporanea, i due supereroi iniziarono a esplorare il fondo del fiume andando alla ricerca della nuova vittima di Papillon.
Da una parte Ladybug era alquanto entusiasta del nuovo potere perché oltre a respirare e a nuotare bene, poteva vedere tutto quello che le circondava senza utilizzare gli occhialini subacquei.
Dall’altra invece Chat Noir era stupito di muoversi sott'acqua grazie a quel nuovo potere perché poteva capire, attraverso i suoi occhi verdi, se ci fossero intorno degli esseri viventi o no.
«Ora sono un Poisson Chat!», esclamò esaltato.
Ladybug, dopo aver sentito l'affermazione del suo collega, scosse la testa, mise una mano nel viso e rise.
«Milady, non prendermi a pesci in faccia!», affermò.
Quest'ultimo captò una forza oscura che proveniva da dietro e di colpo smise di nuotare, si girò verso quella sensazione e vide in lontananza una cosa nera che si stava avvicinando velocemente, la supereroina con le squame a pois si fermò subito dopo perché non aveva capito che il suo compagno di squadra non si trovava accanto a lei.
Quando sentì un turbine d'acqua, che proveniva da dove si era tuffata minuti prima, capì che si trattava di qualcosa di vivo e la prima cosa che le venne in mente fu un nuovo akumatizzato.
«Chat! Stai attento! È la nuova vittima di Papillon!», disse attimi dopo Ladybug in preda alla disperazione.
«Chi dorme non piglia pesci, giusto insettina? E questo è un grosso e bellissimo squalo!», rispose in modo scherzoso il supereroe felino guardandola con la coda dell'occhio.
La ragazza con la tuta subacquea annuì.
Tirò lo yo-yo che si era trasformato pure lui, il filo di quest’ultimo divenne una corda intrecciata di due colori, rosso e nero e assomigliava a quella dei marinai. Era più resistente e Ladybug la poteva stringere di più rispetto al solito.
Lo yo-yo afferrò qualcosa e quello che videro era un’orrenda sirena.
I suoi occhi ardevano di vendetta, stava cercando Ladybug e Chat Noir perché voleva consegnare i loro gioielli alla persona vestita di viola.
Con le mani spinose creò tante bolle velenose e le lanciò con tutta forza contro i due dei quali li schivarono senza problemi.
«Tu... Chat Noir...», disse a fatica Sirèonde allungando la mano destra spinosa contro di lui «hai preso e hai portato via quella ragazza indifesa! Ora pagherai le conseguenze!», esclamò togliendo la corda dello yo-yo dal suo corpo.

Il supereroe felino, per istinto, azionò il cataclisma, questa volta era subacqueo e ricordava l'inchiostro di polpo. Era molto più potente perché oltre ad avere la funzione di distruggere si poteva spargere per tutto il fiume e colpire le parti non vitali dell’akumatizzata. Quest'ultima dal dolore, urlò così forte da dar fastidio alle orecchie dei suoi avversari.
«È proprio una sirena!», annunciò Chat Noir subito dopo spostandosi indietro mettendo le entrambe mani sopra le orecchie da gatto «Come facevano i marinai ad essere attratti da una di queste?», si domandò mettendo la mano destra sotto il mento «Mi dispiace, ma sono solo attratto dalla My Lady.», rispose scuotendo la testa.
«Basta a parlare a vanvera, Chat!», urlò Ladybug guardandosi attorno «Cerca l'oggetto colpito dall’akuma!»
«Subito Milady! Mica devo stare fermo a non fare nulla!», annunciò il collega di nero avvicinandosi pian piano alla sirena «Siamo venuti qua per muoversi un po e fa bene farlo in estate… anche se di solito non lo faccio mai a casa.»
Sirèonde guardava Chat Noir fisso negli occhi e seguiva ogni singolo movimento perché stava aspettando l'occasione per fermarlo attraverso i suoi capelli trasformati in tentacoli.
Dopodiché quest'ultima si era stufata del giochetto dell'avversario e quindi afferrò la coda-cintura di Chat Noir con un tentacolo acqua marino.
«Milady non pensare a me! Nuoterò un altro giorno con te, te lo prometto. Sconfiggi Sirèonde che solo tu possiedi quel potere!»

Ladybug, vedendo che il suo collega era stato in parte catturato e preoccupata per quest'ultimo, invocò il Lucky Charm.
Le apparve un remo di pattini da salvataggio.
Si guardò intorno per trovare qualche oggetto che le poteva servire per liberare quella donna dall’akuma e per caso trovò un catena, una canna da pesca e una rete insieme ai resti della vecchia Parigi. Per prima conficcò il remo sul fondale del fiume vicino a due rocce, legò la catena ad esso e alla coda della sirena.
Prese la canna da pesca, unì l'amo con la rete e tirò quest'ultima verso i capelli-tentacoli della mostruosa sirena dei quali furono catturati in un batter d'occhio, quindi il supereroe felino si liberò cascando nella sabbia con la faccia conficcata in alcune alghe.
Ladybug poi prese il suo yo-yo, lo tirò e rilegò la corda intorno al corpo della donna trasformata. Infine nuoto velocemente verso di lei e le strappò con forza dal collo il fischietto contaminato dall’akuma che era diventato una conchiglia nera, lo purificò catturando la farfalla nera con lo yo-yo a pois.

«Ben fatto!», urlarono infine in contemporanea Ladybug e Chat Noir ancora immersi nell'acqua del fiume.
Tutti e due, contemporaneamente, premerono i pulsanti che si trovavano nelle loro cinture ed ebbero indietro le vecchie tute.
«Oh mi mancava un po la mia vecchia tuta, dopotutto è da un anno che la utilizzo e mi ci sono affezionato.», ammise Chat Noir un po arrossendo.
La supereroina a pois ristabilì l'ordine attraverso la frase “Miraculous Ladybug” e quindi sia lei, sia il suo collega e la donna appena tolta dai voleri di Papillon, si trovarono sopra alla banchina sinistra del fiume vicino a una barca che era tutta colorata e ornata da festa.

Ladybug prese la mano di Doris e la aiutò ad alzarla «Micetto, per favore, puoi riportare questa donna al centro acquatico?», chiese mentre la stava aiutando a salire le scale «Io non posso, ho una cosa urgente da sbrigare.», affermò infine sorridendo e guardando il viso del suo collega mascherato.
«Ma certo! Dimmi quello che devo fare e io lo faccio!», rispose deciso mettendo la mano destra sulla fronte.
Ladybug rise di gusto dopo aver sentito l'affermazione del ragazzo mascherato, raramente riusciva a fare ciò e non sapeva il motivo.
Forse si stava avvicinando un po di più a Chat? Questo non lo sapeva.

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Ciao a tutti, è la prima volta che scrivo una nota d'autrice.
Prima cosa, faccio un piccolo ringraziamento a delle persone stupende: a Francesce Abeni che mi ha dato spunto in una parte di questo capitolo (grazie Fra ti sono immensamente grata).
Ringrazio anche Irene, Dalila, Emma, Froncy, Isabella, Laura (troppe laure), Alis e tutte le persone che sono molto vicine a me, per la pazienza e per alcuni dubbi in alcune parti di questo lungo capitolo.
Sì questa volta avevo molto ispirazione e posso affermare che ho messo l'anima per scriverlo fino a qui.
Io amo infinitamente l'acqua, adoro la piscina e poi ho come segno zoodiacale, guardate caso, l'acquario.
Strano no, vi state domandando?
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e spero che il prossimo episodio, che uscirà a breve della seconda stagione di Miraculous, non sarà identico a questo che ho già scritto.
Credo che tante cose saranno diverse ma non sono del tutto sicura dato che ancora non è uscito.
E va bene, finisco qui perché sennò non finisco più di parlare, o meglio scrivere.
Con questo vi saluto e ci vediamo
per un prossimo aggiornamento di questa fanfiction (spero molto presto).
Ciao!

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