ALL YOU NEED IS LOVE di Tugs (/viewuser.php?uid=68244)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DOPO GLI ESAMI ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni e saluti ***
Capitolo 3: *** VACANZE D'ESTATE parte 1 ***
Capitolo 4: *** VACANZE D'ESTATE parte 2 ***
Capitolo 5: *** ARRIVO TRAUMATICO ***
Capitolo 6: *** L'INIZIO DI QUALCOSA ***
Capitolo 7: *** HALLOWEEN ***
Capitolo 8: *** IL VERSO DI UNA CIVETTA ***
Capitolo 9: *** L'ESSER ADULTI NON ESCLUDE LE MALANDRINATE ***
Capitolo 10: *** FIOCCO SULLA PORTA ***
Capitolo 11: *** EPILOGO? SPERIAMO DI NO! ***
Capitolo 1 *** DOPO GLI ESAMI ***
NdA:
NOTA IMPORTANTE: so che l'episodio da cui comincio ("il
peggior ricordo di Piton", quinto libro della Rowling)
è ambientato al quinto anno, ma ho deciso di spostarlo nel
sesto, per non annoiare troppo i lettori (che spero ci saranno) con un
anno in più da scrivere.
ciao
popolo di fanfic!!! sono
nuova, e ho deciso di cominciare a scrivere questa fic un po' per
divertirmi, un po' per una sfida con me stessa... ho deciso di provare
a scrivere la storia di Lily e James perchè dal quinto libro
della Rowling (prima volta in cui sono apparsi come attori e non
presenze fumogene di cui tutti parlano e nessuno sa niente) mi
hanno affascinato terribilmente. come fanno due persone che si odiano a
innamorarsi? che unione di caratteri ha creato l'Harry che conosciamo
tanto bene? eccetera eccetera
Vabbé, vi sto rompendo troppo, vi lascio alla fic, spero che
vi piaccia...
CAPITOLO 1
DOPO
GLI ESAMI
Scritto
da Rowling:
"Bene" disse James che sembrava furibondo."Bene..." (...)
"Chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?"
Scritto
da me:
Le
lacrime rigavano il volto di Lily mentre la vista le si annebbiava
sempre più. Ormai riusciva solo a intravedere i contorni
confusi e sfocati di quel paesaggio che le era tanto familiare.
Centinaia di vesti da mago le sfilavano davanti, ma lei non riusciva a
distinguere i diversi visi degli studenti che si aprivano in due ali
mentre correva via; e sinceramente neanche le importava più
di tanto.
Tutto
aveva cominciato a girarle attorno e sentiva le gambe tremare sotto di
se.
Quello
che percepiva più di tutto e sempre con maggior chiarezza
era il dolore, si allargava come uno scroscio d’acqua
continuo e implacabile che sommergeva ogni altra emozione, senza
risparmiare nulla.
Lily
ormai non riusciva più a vedere niente, ma conosceva
così bene il parco di Hogwarts che le gambe la guidavano da
sole verso il suo rifugio preferito nei momenti di sconforto.
Presto
arrivò a una vecchia quercia ai cui piedi c’era
una conca che si adattava perfettamente alla sua schiena.
Si
affrettò a sedersi prima che le gambe la tradissero, si
abbracciò le ginocchia con le braccia, affondando il viso
tra le pieghe della veste e lasciò scorrere le lacrime.
Non
erano certo le parole di Potter ad aver turbato Lily. Non
l’avevano affatto stupita.
Idiota,
arrogante, presuntuoso che non era altro, capace solo di scherzare.
No,
era l’offesa, quell’orrenda offesa che le trillava
nelle orecchie a ogni respiro, a ogni lacrima.
Quell’offesa
terribile, odiosa per tutti i babbani.
E
da chi era stata pronunciata?
Da
quelle che una volta credeva le labbra di un amico, il miglior
confidente che avesse mai avuto.
Come,
come aveva potuto?
Schifosa
Mezzosangue.
Quell’offesa
era uscita dalle labbra di Severus Piton.
Doloroso
più che mai, odiosi come non le erano mai sembrati, i
ricordi felici cominciarono a invadere la mente di Lily.
Severus
ragazzino che le svelava l’esistenza di Hogwarts, i pomeriggi
passati insieme a discutere sulla magia; le passeggiate intorno al
lago; i dialoghi sui professori, e ancora , e ancora, e
ancora…
Schifosa
Mezzosangue.
Un
gemito.
Oddio,
come faceva male.
Le
ultime lacrime caddero. Poi, piano, piano, vennero rimpiazzate.
E
se il dolore era stato una cascata scrosciante, la rabbia divenne una
foresta in fiamme.
Come
aveva osato?
Odioso
Serpeverde. Offendere lei! Una Grifondoro!
Gliel’avrebbe
fatta vedere lei, a Piton!
E’
finita! Mai, mai più piangerò per lui!
E
mai più l’avrebbe fatto.
Lily
stava fissando il faggio di fronte a se meditando ancora vendetta,
quando sentì un suono leggero che si avvicinava.
Un
fruscio di foglie smosse, uno scalpiccio di passi, qualche rametto
spezzato e apparve Mary, con i lunghi capelli castani che si muovevano
al vento.
S’inginocchiò
davanti a Lily e vedendole gli occhi di un verde stupefacente gonfi e
rossi di pianto enunciò con la massima serietà:
“Piton è proprio un coglione”.
Lily
sorrise.
Mary
trovava sempre il modo di tirarla su di morale, con quella schiettezza
che aveva fatto di lei la sua migliore amica.
“Sprechi
il tuo tempo a piangere per lui, sai” continuò,
più seria.
“…quando
potresti benissimo festeggiare insieme a me la fine del penultimo
esame”.
“Lo
so,” replicò Lily con la voce ancora un
po’ spezzata, “ma non posso fingere che non mi
abbia ferito”.
“Nessuno
te lo chiede. Dai…” esclamò alzandosi
“andiamo a fare una passeggiata vicino al lago”.
Tirò
su Lily con la forza e cominciarono a incamminarsi.
Dopo
un attimo di silenzio, Mary aggiunse: “se ti fa sentire
meglio, Potter ha umiliato Piton davanti a tutti”.
“Secondo
te, avere conferma di quanto Potter sia detestabile, mi fa sentire
meglio?” chiese ironica Lily.
“No.
Era tanto per dire, e poi potresti anche lasciarti andare. Un
po’ di sana cattiveria non ha mai fatto male a
nessuno…”.
Lily
fece un sorrisino triste. Forse avrebbe davvero dovuto riderci sopra.
Ma
lei non era così cattiva.
Una
nuova fitta le trapassò il cuore.
No.
Era sicuramente troppo presto.
A
quel punto Mary si fermò di botto, guardò Lily
dritta negli occhi, sorrise e la abbracciò forte.
“Per
fortuna ci sei tu”.
Il
miglior giocatore di Quiddich di tutta Hogwarts se ne stava seduto
sulla sua poltrona preferita, davanti al fuoco debole della sala comune
di Grifondoro.
Ormai
dentro non c’era più nessuno.
Era
solo.
Per
chi lo conoscesse, questo era un fatto piuttosto insolito,
perché James Potter non stava mai solo.
Mai.
Era
sempre accompagnato dai suoi tre migliori amici, i Malandrini, o al
limite dal solo Sirius.
Ma
vista l’ora, non c’erano dubbi sul fatto che
fossero ormai tutti a letto, certo era tardi, ma James non aveva alcuna
intenzione di dormire.
Aspettava
Lily.
Le
sue parole continuavano a bruciargli dentro da quel pomeriggio.
Mi
dai la nausea.
Mai
era stata così esplicita. Fino a quel momento, Lily aveva
sempre risposto alle sue provocazioni con occhiate di fuoco o ironia
spinosa.
Mai
aveva reso così palese il suo disgusto per lui.
Perché era così.
Lei
lo odiava, le faceva schifo.
Forse il suo problema era l'impulsività ... anche quel
giorno, non avrebbe mai tolto le mutande a Mocciosus se non fosse stata
l'ira a dominarlo. Le parole di Lily che bruciavano come
acido sulla pelle.
Come avrebbe potuto dirle che lui provava ben altri sentimenti?
Dove
avrebbe trovato, ora, il coraggio di confessarle quanto era importante
per lui?
Ma
James era deciso a provarci, o almeno a chiederle il perché
di tutto quell’odio.
Mai
come allora gli era sembrata così lontana, e mai un loro
rapporto gli era sembrato più improbabile. Odio e amore,
così diversi.
James
si stropicciò stancamente gli occhi. Ma allora
perché era rimasto tutto il pomeriggio in sala comune? Se
lei lo odiava, cosa poteva guadagnarci a ricevere altri insulti?
Niente.
Proprio niente. L’unico motivo era che ormai la vita di James
era completamente e irrimediabilmente condizionata dalla presenza di
Lily.
Cosa
decideva se fermarsi in sala comune o salire in camera?
Se
Lily era lì, restava anche lui.
Perché
alcune volte il cacciatore si trovava a gironzolare in biblioteca?
Se
Lily era lì, era un buon motivo.
E
così via.
James
era uno dei più apprezzati fra le ragazze di Hogwarts, era
alto, popolare, carismatico, con i capelli neri perennemente in
disordine che gli davano quell’aria da adorabile ribelle a
cui nessuna sapeva resistere.
Molte
sembravano perdere l’uso della parola quando James era nelle
vicinanze, perché lei no? La risposta arrivò da
sola, con una tale naturalezza da sembrare molto più che
ovvia nella mente tormentata del ragazzo.
Perché
lei era ironica, pungente, fantastica, inimitabile e anche
perché se non fosse così, James non ne sarebbe
così irrimediabilmente attratto.
Era
per questo che lui non sarebbe mai stato capace di instaurare una
relazione seria con nessuna che non fosse lei.
Era
per questo che, insieme a Sirius, era il più famoso (e
ambito!) casanova di tutta Hogwarts, quello che tutte le ragazze
speravano di conquistare.
Eppure
per lui i loro baci appassionati erano un passatempo, non una passione,
e le notti infuocate passate in loro compagnia non avevano altro fine
che il successivo commento con Sirius.
Invece,
appena James vedeva Lily, il cuore ( lo stesso che ora gli pulsava
dolorosamente per le sue parole) cominciava a battergli forte e gli
saliva dalla parti del pomo d’Adamo se lei guardava dalla sua
parte.
Improvvisamente
James cominciò a chiedersi se quel cuore, che aveva subito
così tante pugnalate negli ultimi tre anni, avrebbe retto
un’altra occhiata sprezzante da parte di lei.
Decise
di no, così preferì andare a prendere il suo
mantello dell’invisibilità, per guardarla senza
essere visto.
Fece
le scale di volata, per paura che Lily arrivasse mentre lui era di
sopra, quando entrò, si fermò a guardare i suoi
amici che dormivano.
Codaliscia,
come suo solito, si era rannicchiato in un angolo del letto. Era steso
di fianco, con le gambe piegate sotto la pancia e la coperta sopra la
testa, benché fosse una calda notte di giugno.
Assomigliava
molto a quel topo in cui si trasformava tutti i mesi con la luna piena,
anche il suo respiro era irregolare e ansioso.
Accanto
al suo, c’era il letto di Remus, anche lui si era spinto in
un lato del letto ma a pancia sotto e teneva un braccio sotto la testa.
Il
cuscino era stato spinto da una parte, dimenticato.
Completamente
diverso era Sirius e, nel vederlo, James dovette soffocare una
risatina. Era steso senza coperte nel centro. Indosso aveva solo i
boxer, le braccia e le gambe larghe penzolavano fuori dal letto e dalla
bocca spalancata fuoriusciva un russare non propriamente silenzioso.
James
ne distolse lo sguardo e si diresse verso il suo letto accanto alla
finestra. Aprì il baule e lo colpì leggermente
con la bacchetta, sussurrando “Forium” e si
aprì un cassettino segreto, dentro vi era nascosto il
mantello, la cosa più preziosa che James possedeva. Nel
tirarlo fuori, però, cadde dal baule una piccola fotografia
animata. Si affrettò a raccoglierla ma si
soffermò a osservarla.
Risaliva
all’anno precedente mentre i ragazzi si stavano salutando
prima di salire sull’espresso di Hogwarts. James aveva
portato la macchina fotografica per scattare qualche foto ai suoi
amici, che non avrebbe rivisto per tutta l’estate.
Aveva
approfittato dell’occasione per scattarne una di nascosto a
Lily, che era proprio dietro di loro.
Non
guardava certo l’obbiettivo, ma rideva con le sue amiche e
scuoteva i capelli, che lanciavano riflessi al sole estivo.
Non
era una bella foto, ma era l’unica immagine di lei che aveva.
James
la richiuse dentro lo scomparto segreto. Non voleva che la
vedesse nessuno, perché non si era mai confessato con i suoi
amici, timoroso dei loro commenti. James uscì velocemente e
mentre scendeva le scale indossò il mantello.
Si
era appena seduto fissando i ceppi consumati del focolare, quando
sentì il quadro aprirsi e delle voci sussurrare.
James
balzò in piedi, come se al posto del cuscino morbido di
velluto rosso ci fosse un porcospino.
“…
io invece alla domanda quattordici ho risposto che la pietra
è il bezoar” stava dicendo Mary, preoccupata.
“Ma
no!” dissentì Lily “ è
l’Aretaria, non ricordi? Lumacorno l’ha nominata
almeno due volte quest’anno, dicendo che oltre ad avere
proprietà curative ne ha anche di terapeutiche se tritata
con agrifoglio”.
James
si avvicinò a loro respirando pesantemente, non parlavano di
lui ma dell’esame di Pozioni. Non avrebbe saputo dire se ne
fosse felice o meno.
“Guarda,
c’è un libro sul tavolo” disse Lily
indicandone uno a destra del camino.
“Di
chi è?”
“Sicuramente,
qualcuno che studiava stamattina l’ha lasciato qui”.
Mary
si avvicinò veloce al tavolo, prese il libro e, dopo un
attimo di esitazione, lesse:” Questo libro appartiene a Peter
Minus”.
“Peter
Minus?” ripeté Lily, il disprezzo nella voce.
“E’ amico di Potter, lascialo
lì”.
Mary
si piantò di fronte all’amica con
un’espressione combattuta fra l’esasperato e il
divertito. “Ma si può sapere che ti ha fatto quel
ragazzo?”
“Cosa
mi ha fatto? È un arrogante, vanesio,
egocentrico…”
Mary
sorrise furbamente: “Se, se, sarà che la nostra
Lily, sotto, sotto, parla male ma in realtà, forse, questo
Potter non lo odia poi così tanto…”
“Mary!
Ma che diavolo dici?” , Lily nel dirlo si
imporporò tutta.
Mary
sghignazzò soddisfatta. “Ah, ah! Ti ho
beccato!!”
James
era perfettamente immobilizzato, o per meglio dire, pietrificato nel
suo angolino. Che piega che aveva preso il discorso!
“Non
ci pensare neanche!” protestò Lily,
l’imbarazzo evidente nella voce.
“Uhm,
uhm… facendo un discorso puramente ipotetico”
cominciò Mary.
“puramente…”
sottolineò Lily, sospettosa.
“se
James perdesse tutti i suoi lati negativi…”
“Stai
andando in un’ipotesi decisamente irreale, Mar.”
“…
comunque sia, tu gli parleresti?” concluse la ragazza
candidamente.
“In
questo surreale universo parallelo, si, gli parlerei. Soddisfatta,
ora?”
“Certo,
certo…” affermò Mary con le mani dietro
la schiena e l’aria perfettamente angelica.
Le
due ragazze salirono la scala dei dormitori femminili, lasciando James
al buio e immerso nel silenzio totale.
Dopo
una manciata di secondi, gli ingranaggi del suo cervello ricominciarono
a ruotare e a formare pensieri di senso compiuto, mentre il cercatore
cercava di riprendersi dallo shock della conversazione appena udita.
Beh,
ora ne so molto più di prima.
E
con la netta impressione che la giornata non fosse andata proprio male,
James si diresse nel proprio dormitorio fischiettando.
°°°°°°
I
pochi giorni che rimanevano prima delle vacanze estive passarono in un
battibaleno sia per Lily che per James. Infatti, dopo l’esame
di Trasfigurazione, entrambi dedicarono tutte le energie
nell’oziare e cercando di divertirsi il più
possibile.
Lily,
da parte sua, si impegnò completamente nel cercare di
ignorare Piton ogni qualvolta lui le rivolgeva parola e, nel
caso non potesse evitarlo, gli rispondeva con la massima freddezza.
Inizialmente,
Lily credeva che sarebbe stato difficile, eppure fu sorpresa della
facilità con cui il pensiero di lui stesse lontano dalla sua
mente. Dopo quel primo (e unico) sfogo lacrimoso, il ricordo di Severus
non le provocò più rimpianto. Anzi, si
sentì incredibilmente leggera, perché sapeva che
finalmente aveva preso una decisione nei suoi riguardi, e sentiva con
chiarezza lampante che era quella giusta. Paradossalmente, lui
dimostrò di essere di ben altra opinione, cercando di farle
continuamente cambiar giudizio su di lui. (NdA come si
ricorderà chi ha letto l’ultimo libro della
Rowling)
Lily,
invece, era ben sicura e, quando continuò a vedere il suo
ex-amico in compagnia dei ben noti Mangiamorte, non ebbe più
alcun dubbio.
Aveva
finalmente capito qual era il posto di Severus Piton e qual era il
proprio.
Lei
aveva finalmente aperto gli occhi e dato ascolto alle tante voci che le
avevano detto chi fosse realmente Piton. Cosa di cui Mary non smetteva
di vantarsi, continuando a ripetere: “Comunque, io, te
l’avevo detto.”
Da
quel giorno, il pensiero di Severus Piton smise di tormentare Lily per
sempre.
Così,
Lily scoprì una voglia di vivere nuova e intensa, che
insieme al vecchio amico si era vista costretta a soffocare,
perché lui aveva sempre amato restare al chiuso e al buio e
Lily l’aveva sempre seguito. Una nuova e inaspettata gioia la
coglieva nel sentire il sole sulla pelle e l’acqua che le
accarezzava le gambe; anche le cose più semplici, come
correre a perdifiato sulla riva del lago e farsi schiaffeggiare dal
vento, le parevano sensazioni diverse e più intense di
quanto si fosse mai aspettata. Il petto era ormai privo di un peso che
l’ aveva oppressa ormai da troppi anni, così
abituato a sopportarlo che si era scordato della sua presenza.
Era
il peso del dover prendere una scelta, e ormai Lily l’aveva
fatta.
Ora
era felice, incredibilmente felice, e la ragazza decise di dar ascolta
a questa sua nuova vivacità stando con le sue amiche tutto
il tempo e ridendo a crepapelle per la minima cosa.
Mary,
naturalmente, e le altre sue migliori amiche: Alice e Amelia, si erano
accorte del nuovo stato d’animo di Lily e ne avevano
perfettamente compreso il motivo. Da vere amiche, non ne avevano fatto
parola, ma la assecondavano in ogni iniziativa e, diciamolo, la
preferivano decisamente così che quella Lily sempre un
po’ più cupa e imbronciata a cui erano abituate.
Spesso, come qualsiasi ragazze normali di sedici anni si trovavano a
fare dei dialoghi stupidi e a prendersi bonariamente in giro.
“Ragazze,
ho deciso, adesso vado da Frank e gli dico che mi piace!”
proferì Alice un bel pomeriggio mentre erano tutte e quattro
stese sull’erba.
All’istante
le tre ascoltatrici risposero con un:
“Ooooooooooooh!!!”
“Almeno
smetti di stressarci ogni santissimo giorno!”
proseguì Lily, provocando le risatine delle compagne.
“Ah,
tante grazie!” rispose un’Alice molto scocciata.
“Ma
dai, Lil, cerca di capirla, è innamorata!”
cercò di aiutarla Amelia, la più romantica.
“Si,
si, innamorata...” fece Mary, sadica, “vi dico io
di cos’è innamorata Ali! Di quel bel posteriore
che si ritrova Paciock!”.
Da
lì si scatenò il caos. Lily scoppiò in
una risata così fragorosa che presto le costole cominciarono
a dolerle in una maniera assurda. Amelia strillò un:
“Mar!” scandalizzato. Alice si imporporò
sia di rabbia sia di imbarazzo e minacciò:
“Comincia a correre!!”.
Ridendo
come una pazza, Mary si alzò di scatto e l’altra
prese a inseguirla per tutto il parco, facendo beare dello spettacolo
le due amiche.
Alla
fine, Alice ebbe la meglio e si lanciò sopra Mary, cercando
di strozzarla.
“Ahi!
Ah,ah,ah! Dai Ali scherzavo! Ih,ih,ih! Però devi ammettere
che …”
“Cosa?”
“Beh
… è ben dotato!”
“Ma
va*, Mar!”.
E
cose di questo genere …
Inoltre,
questa nuova vivacità aveva scatenato verso di lei molto
interesse da parte del popolo maschile di Hogwarts, che aveva
cominciato a considerare Lily Evans diversamente.
Si
sa, la felicità dona un nuovo splendore al viso delle
persone, e il suo era diventato di una bellezza considerevole per chi
lo guardava. Gli occhi verdi erano meravigliosi con quella
brillantezza, la risata era serena e contagiosa, il corpo agile e
adulto. Di tutto ciò si era reso conto in particolare Ernie
Smith, Tassorosso, classico tipo tutto muscoli niente cervello. Siccome
Smith era una persona che non si faceva molti scrupoli,
prestò dimostrò il suo interesse in modo palese
alla ragazza.
Ora,
potete trovare tutte le ragioni che vi aggradano: ormoni in circolo,
impetuosità adolescenziale, attrazione fisica …
fatto sta che nel giro di due giorni si erano ritrovati fidanzati.
Comunque,
bisogna sapere che questo era l’aspetto meno gradito, per le
tre amiche di Lily, della sua inusuale felicità. Ma di buon
grado, decisero di accettare Smith fra di loro, sperando che
quell’assurda cotta finisse presto.
Insomma,
Lily aveva cominciato a vivere di nuovo.
Che
altro poteva mancare nella vita di una sedicenne?
Solo
una stranezza le impediva di distrarsi come avrebbe voluto per il resto
del tempo che le rimaneva. Quella stranezza aveva un nome, e anche un
cognome!
James
Potter.
Lily
non riusciva a capacitarsi di come una persona potesse cambiare dal
giorno alla notte in quella maniera. Infatti, James Potter aveva preso
a ignorarla, e la cosa la lasciava non poco esterrefatta.
Nei
corridoi, prima non c’era occasione che lui non perdesse per
rivolgerle parola o farsi notare, ora, le passava accanto, silenzioso,
senza neanche farle un cenno con la mano o una strizzata
d’occhio.
All’inizio,
Lily si era a dir poco rallegrata della lieta novità, ma
piano, piano si era ritrovata a volgere sempre di più lo
sguardo verso lui e la sua piccola banda, i Malandrini. Ovviamente,
fino a quel giorno non si era mai disturbata a farlo perché
era sicurissima che James l’avrebbe degnata della sua
“regal” presenza.
Naturalmente,
non che ci fossero grandi differenze nel suo comportamento: scherzava,
rideva e faceva l’idiota con i suoi amici come al solito. A
tavola poi, si comportavano davvero come dei bambini, per , Lily ne era
certa, farsi notare. Si tiravano addosso pezzi di cibo in
continuazione, si rovesciavano addosso caraffe di succo di zucca, si
abbuffavano come animali e facevano un tale chiasso da coprire ogni
altro rumore in Sala Grande. L’unico tra quel branco di
idioti, degno di attenzione era Remus.
Remus
si poteva considerare l’unico e insostituibile amico maschio
di Lily. Si erano conosciuti al terzo anno e ormai passavano un sacco
di tempo insieme. Lui era gentile, dolce e premuroso, con un carattere
così amabile che Lily aveva presto cominciato a definirlo il
suo migliore amico. L’unica sua pecca era davvero quella di
frequentare gentaglia come il signor Potter.
Lily
gli aveva spesso domandato cosa ci trovasse in loro e l’unica
risposta soddisfacente che mai avesse ottenuto era stata:
“Sono diversi da come credi, Lily, sono dei veri amici.
Dovresti conoscerli meglio, ti piacerebbero sicuramente.”
Ma
lei non aveva mai sperimentato ciò che le consigliava Remus,
e non aveva più ripensato alla sua opinione sui malandrini.
Fino ad ora.
Forse
era davvero cambiato?
Ma
James si passava una mano sui capelli e giocherellava con un boccino
come al solito, eppure ignorava Lily.
Ma
che diavolo gli era preso? Troppo spesso si era posta questa domanda.
Troppo spesso secondo la sua personalissima regola del
“non-pensare-mai-a-Potter-se-non-per-mandarlo-al-diavolo”.
Certamente, Lily si sarebbe buttata in un pozzo, affogata nel lago,
uccisa con il gas, tagliata le vene e buttata sotto mille elefanti
piuttosto che ammetterlo, soprattutto a se stessa, ma quelle scaramucce
quotidiane cominciavano a mancarle.
Il
sorriso furbetto e il viso sottile facevano capolino troppo spesso nei
suoi pensieri, circondati da un alone di misero.
Naturalmente,
Lily non l’avrebbe mai potuto sapere, ma c’era una
precisa ragione per cui James Potter aveva iniziato la sua metamorfosi.
E
non avrebbe mai potuto sapere che era stata lei in persona, con quel:
“Si, gli parlerei”, ad averla messa in
atto.
FINE PRIMO CAPITOLO
Che dire, spero vi sia piaciuto!!!
mi raccomando, recensite numerosi sia per critiche che per complimenti
(spero ci saranno), spero che i vostri consigli mi aiuteranno.
spero di aggiungere presto il nuovo capitolo.
Questo capitolo è dedicato ad ARIADNA (no, non è
un errore è proprio scritto così) che mi ha
attribuito il nick name Tugs (che odio dalla bellezza di 4 anni, ma che
ho imparato ad apprezzare).
Sei sempre e comunque la mia best friend, anche se spesso, molto
spesso, spessissimo
mi rompi le palle in maniera indescrivibile...
Tugs**
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Capitolo 2 *** Rivelazioni e saluti ***
Ciauuuuuuuuuuuuuuuu!!!!
salutoni, gente!!!!
vi sono mancata??? no, certo che no...
vabbò, però io ho aggiunto un'altro capitolo,
devo dire che mi sto divertendo un casino a scrivere questa fic.
mi raccomando commentate numerosi!!!
ah, grazie soprattutto a chi mi ha commentato il primo cap. andate
giù se volete leggere le risposte.
CAPITOLO 2: RIVELAZIONI E SALUTI
Per far si che sappiate come e quando, effettivamente, si diede inizio
al brusco cambiamento di James Potter, occorre riportare la nostra
attenzione al giorno seguente il “piacevole”
incontro che avvenne tra i nostri personaggi.
La serata non poteva essere più tranquilla di
così per tutti gli studenti di Hogwarts: gli esami erano
finiti, le lezioni terminate ed entro breve sarebbero cominciate le
vacanze estive.
È facile, quindi, immaginare l’atmosfera che si
respirava nella sala Comune di Grifondoro. Ragazzi e ragazze
chiacchieravano tranquilli sulle poltrone di velluto rosso, il vento
entrava dalla finestra aperta soffiando delicatamente e i rumori che si
sentivano erano leggeri, quasi pigri; solo un cuore batteva
all’impazzata davanti all’entrata del quadro della
Signora Grassa.
Andiamo James, non fare
l’idiota. Cavolo, sei il più grande giocatore di
Quiddich della scuola! Non hai paura di buttarti in una picchiata di
trenta metri, e fai tutte queste scene per una chiacchierata con i tuoi
amici? Mammamia, ci parli tutti giorni!
Proprio così,
non è nient’altro, James: una normale,
normalissima chiacchierata con i tuoi amici. Felpato, Codaliscia e
Lunastorta. Te li ricordi, vero? Ti conoscono, sono tuoi amici, ti
capiranno.
…
Sì, e proprio
per questo mi prenderanno in giro fino alla nausea. Che palle! Ma chi
voglio prendere in giro? Farò una figura di merda! Basta, ci
ho già pensato, questa è l’unica
soluzione possibile.
Quindi smettila di fare
il bambino e vai!
Ora, bisogna sapere che ciò che metteva nella più
completa agitazione James Potter, non era una semplice chiacchierata,
si trattava, infatti, di una vera e propria confessione.
Effettivamente, dopo una lunga e estenuante lotta con se stesso a cui
non era affatto abituato, il cercatore aveva deciso di confessare ai
suoi amici la verità: James Potter, il grande casanova, il
don Giovanni della scuola, si era innamorato. E di chi, fra le tante
ragazze? Di Lily Evans. Ottima scelta, davvero.
A dir la verità, James avrebbe voluto dirlo solo a Remus,
che le era amico, ma tanto sapeva che in un gruppo unito come il loro
prima o poi la verità sarebbe uscita fuori, quindi sarebbe
stato sicuramente meglio dirlo a tutti subito, senza tanti problemi.
Anche se, bisogna ammetterlo, confessarlo a Remus non sarebbe stato per
niente facile, figurarsi con Sirius.
D’altra parte, James era stanco di nascondersi, di farsi
odiare da lei. Per farle cambiare idea, però, gli era
necessario un aiuto, e quale aiuto era migliore di Remus
Lupin?
Perciò maledicendo il suo cuore che aveva deciso di non
dargli tregua, James fece un respiro profondo, strinse convulsamente i
pugni ed entrò nel ritratto. La luce lo accecò
all’istante ed esitò un attimo sulla porta. Se
qualcuno si fosse degnato di fare più attenzione, sarebbe
rimasto senz’altro stupito: James Potter non esitava mai.
James cercò immediatamente con lo sguardo i suoi amici. Ed
eccoli là, i Malandrini stavano tranquillamente spaparanzati
in un angolo lontano dall’ingresso. Il ragazzo li
guardò come non avrebbe mai fatto in una giornata qualsiasi,
osservandoli attentamente.
Il più rumoroso di tutti, Sirius, era anche il
più affascinante dei tre: capelli elegantemente sciolti
sulle spalle, risata spontanea e occhi neri come la notte: pozzi
profondi in cui molti, plagiati dal suo ineguagliabile carisma,
annegavano. Evitando accuratamente di smentire il suo carattere aperto,
sedeva con una gamba sopra il bracciolo della poltrona e
l’altra distesa davanti a lui: l’immagine del relax.
Di fronte a Sirius c’era Remus, che sembrava ascoltare il suo
animato racconto solo in parte. Sembrava perso fra chissà
quali ragionamenti e si grattava il mento pensieroso. I suoi capelli
castano chiaro erano mossi, più corti di quelli di Sirius ed
erano portati disordinatamente, senza alcuna cura. Gli occhi, di un
celeste tenue, vagavano distratti fuori dalla finestra, fermi in un
punto imprecisato. Forse la luna?
Minus, senza dubbio il più anonimo del gruppo, invece
sembrava bersi ogni parola di Sirius, annuendo brevemente a ogni pausa.
La sua postura era tutto meno che rilassata, sedeva sul limite del
divano, le mani in grembo, e sembrava pronto a balzare in piedi in ogni
momento.
James fu improvvisamente distratto dalla sua analisi a causa di una
voce indistinta di fronte a lui. La causa era una ragazza sui quindici
anni, con addossata dietro il suo gruppetto di amiche, che stava
reclamando l’attenzione del ragazzo, chiamandolo, preoccupata.
“Emh…, James? James, mi senti?”
Lui scosse la testa, come a scacciare una mosca fastidiosa e rispose
distrattamente: “Eh? Sì, si… ti
dispiace se parliamo dopo? Devo fare una cosa…”, e
si allontanò scansandola.
Quella, ben lungi dall’esser offesa, fece un salterello di
gioia in direzione delle amiche e, se soltanto James le avesse prestato
attenzione, avrebbe udito certamente il suo: “ Avete sentito?
Ha detto che dopo parliamo! Iiiiiiiiih!!!”, e via ad altri
gridolini.
Ma di questo, il nostro cercatore non si preoccupò
minimamente, tutto preso com’era dall’ impresa
titanica che stava per compiere.
Nel vederlo, i tre Malandrini interruppero le loro discussioni per
salutarlo.
Codaliscia fece un salterello sul divano e si affrettò a
fargli posto accanto a lui.
Sirius invece esclamò: “Ramoso! Che diavolo hai
fatto fino ad adesso?”
Remus distolse lo sguardo dalla finestra e gli rivolse un sorriso
aperto e amichevole che rincuorò, almeno in parte, James.
Potete immaginarvi lo stupore generale che seguì quando,
invece di gettarsi sul divano a raccontare una storiella qualsiasi, il
ragazzo rimase fermo al suo posto, accarezzandosi i capelli ritti e
diventando immediatamente nervoso.
Sirius si sporse immediatamente per dargli energiche pacche alla
schiena.
“Ramoso, di un po’, ti è andato qualcosa
di traverso?”
Accorrendo in aiuto dell’amico che ora stava davvero
rischiando di soffocare, Remus fece: “Fallo respirare,
Felpato, credo voglia dirci qualcosa”.
Bingo!
James si sedette sul divano, perfettamente consapevole di avere tutti
gli sguardi su di se (e per una volta ne era dispiaciuto).
Concentrando il suo sguardo sulle assi del pavimento ed evitando
accuratamente di guardare in faccia i suoi amici, cominciò:
“Ehm…, allora…,
io…”
Vuoi smetterla, razza di
idiota? Dai, è come strapparsi un pelo. Doloroso ma rapido.
Dillo e basta. Senza tante cerimonie.
“Insomma, devo dirvi una cosa. Ecco…,
mpiaccelevans ”
“Come?”
James stava letteralmente impazzendo di vergogna, pensando di essere
un’idiota e sentendo molto caldo contemporaneamente.
Perciò, dimostrando un coraggio da vero Grifondoro,
alzò la testa e guardandoli dritti in faccia disse:
“Mi piace Evans, Lily Evans. Mi è sempre piaciuta
e non so come dirglielo. Mi potresti aiutare, Remus?”
Ecco l’ho
detto, fatto. Inspira James, inspira ed espira, pfiuuu..
“Di un po’, amico, ti è andato di volta
il cervello?”, dalla faccia corrucciata di Sirius, non
c’erano dubbi che credesse che James dovesse essere
urgentemente ricoverato al San Mungo.
“No, è vero.”
Silenzio.
Dopo un po’, James cominciò ad arrabbiarsi:
“Diamine ragazzi, è così
improbabile?”
Fu a quel punto che l’esplosione arrivò.
Sirius si buttò senza alcun ritegno sul pavimento, incurante
degli sguardi altrui, e cominciò a rotolarsi fra la sua
risata-ululato, decisamente inconfondibile.
Minus proruppe in risatine acquose, e James non poté fare a
meno di guardarli sconsolato.
Ecco lo sapevo, sono un
idiota.
Sospirò e lentamente si voltò a guardare Remus,
che non aveva aperto bocca.
A quanto pareva, Remus era troppo felice per parlare. Fissava James con
un sorriso trentadue denti sulle labbra e gli occhi luccicanti di
contentezza.
James restò un attimo a bocca spalancata a osservarlo. E
adesso che diavolo gli era preso?
Intanto, Sirius non aveva smesso un secondo di ridacchiare.
Quando finalmente riuscì a smettere, si sedette a gambe
incrociate sul pavimento, asciugandosi le lacrime con le dita.
“Oh, finalmente l’hai capito!”
esclamò Remus.
All’istante tutti gli sguardi furono su di lui.
“Eh?” fece James, seriamente confuso.
“Credevo non l’avresti mai ammesso. Eppure
è così ovvio! Sono secoli che le muori
dietro!”
James arrossì di botto. Era così evidente?
“Andiamo Lunastorta, che dici? L’ha sempre
provocata e basta! Evidentemente oggi ha sbattuto la testa da qualche
parte, deve avere come minimo un trauma cranico per dire certe
cacchiate.”, il solito Felpato.
“Questo, Felpato, perché tu hai la
capacità di capire i sentimenti delle persone pari a quella
di un copriteiera.” Ribatté Remus, “per
James, Lily è sempre stata diversa dalle altre.”
Minus continuava a far guizzare gli occhietti porcini da un malandrino
all’altro.
“Ma dai! Ramoso, innamorato della Evans!”
“Vuoi abbassare la voce?!” intervenne James,
guardandosi intorno.
“Senti, se ne accorgerebbe chiunque. Chi, a parte lei, James
saluta in continuazione?; Chi, a parte lei, James fissa sempre?; Chi, a
parte…”
“Volete smetterla? Non è questo il
punto!”, James ora stava proprio cominciando ad irritarsi.
Che ne sapevano loro di ciò che provava lui
(poiché neanche lui ne era certo)?
Lui si confidava e i suoi amici che facevano? Bisticciavano!
“Uno, è vero mi piace, ma Remus, giuro che se non
la smetti di fare quel sorriso idiota ti mollo un pugno.
Due, Sirius smettila di strillare e non guardarmi con quella faccia
schifata.
Tre, finitela di litigare e datemi qualche consiglio
intelligente…” a quel punto, James
squadrò Sirius e Codaliscia e si corresse,
“… anzi Remus, dammi tu qualche consiglio,
perché se sto a sentire questi due sono guai.”
“Ah, e così non ti fideresti dei miei
preziosissimi, nonché ricercatissimi, consigli?”
sputò lì Sirius.
Per tutta risposta, James scoppiò in una fragorosa risata.
“Chi tu? Mister
la-prendo-e-la-mollo-subito-se-non-ci-vado-a-letto?”
“Beh, non è questo il tuo intento?”
chiese Sirius come se fosse l’unica opzione possibile.
“Sei un porco, Felpato” intervenne Remus.
“E tu un idiota, Lunastorta. Però,”
aggiunse volgendo lo sguardo verso l’altro lato della sala
comune, “devo ammettere che è carina, se non
avesse quella fissa del comportarsi bene…”
In quel momento James smise di ascoltarlo per girarsi immediatamente
verso la direzione indicatagli. Preso com’era dalla sua
rivelazione, non aveva fatto caso alla presenza di Lily nella sala.
Lei era lì, meravigliosa e bellissima come gli era sempre
parsa. Rideva con le sue tre amiche: Mary McDonald, Alice Brown e
Amelia Bones (James era quasi del tutto certo che si chiamassero
così).
Mary era la più alta delle quattro, aveva un corpo slanciato
e atletico con dei fluenti capelli castani che le scendevano sul viso.
Il viso era di una forma particolare, ma interessante, dotato di una
mascella importante che mostrava tutta la determinazione della ragazza.
(NdA, io me l’immagino come Keira Knightely, se ce
l’avete presente.)
Amelia, invece, aveva i capelli ricci e nerissimi che le circondavano
il viso a forma di cuore. L’espressione sul suo volto era
dolce, come sua consuetudine, d’altronde. La statura era
piccola e le forme morbide.
Alice aveva un viso dall’espressione sempre aperta e
cordiale; tondo, con un sorriso a fior di labbra che rivolgeva
praticamente a chiunque. Tuttavia, sembrava anche capacissima di
difendersi, all’occorrenza.
La ragazza portava i capelli corti, sbarazzini e perennemente
disordinati, ma simpatici.
E poi c’era Lily. L’unica in quel gruppo ad avere
gli occhi chiari. E che occhi! Erano enormi, ben più grandi
della media, troneggiavano sul suo viso, espressivi e luminosi. Il loro
colore, poi, era capace di offuscare ogni pensiero coerente che James
era in grado di formulare: verdi. E quello, era un verde che
racchiudeva dentro tutta la profondità del mare mista alla
limpidezza del cielo: impossibile da descrivere, incantevole da vedere.
Attorno al viso dalla forma regolare le scendeva una folta chioma di
capelli mossi che le arrivavano un po’ sotto le spalle. Erano
rossi, ma non di quell’arancione color carota tipico degli
inglesi. Il suo, era un rosso scuro con alcune ciocche tendenti verso
il nero.
“Sì, è proprio carina”
confermò Remus.
James si voltò immediatamente per lanciare ai suoi amici
un’occhiata assassina.
Sirius cominciò a ridacchiare in un modo che lo
irritò particolarmente, “Ah, allora sei proprio
cotto, amico!”
James era già pronto a rispondergli per le rime, facendo
bene attenzione ad alzare la voce in modo che lei li sentisse quando
Remus lo interruppe: “Sbaglio, o volevi dei
consigli?”
“Quello che volevo chiederti, Lunastorta, è
perché lei si ostina a rispondermi per le rime mentre
è carina con tutti gli altri. Voglio dire, io sono James
Potter, cavolo, le ragazze mi adorano! Dico, avete visto quel gruppetto
quando sono entrato?”
“No, ci siamo abituati” intervenne timidamente
Minus, che aveva soltanto assistito al dibattito fino a quel momento.
“Stai zitto Codaliscia!”
“Uffa… ma non capite perché?”
“No” risposero all’unisono James, Sirius
e Codaliscia.
Remus sospirò e li guardò come una maestra
d’asilo avrebbe guardato tre bambinetti particolarmente
stupidi.
“Lei vi sembra uguale alle ragazze che James è
solito frequentare?”
“Pffff…” intervenne Sirius, “
frequentare, che parolone! Più che altro le…
AHIA!” (questa interruzione brusca fu causata da un calcio
particolarmente doloroso che James gli sferrò al calcagno).
“No, lei non è così”.
“No, infatti. James, Lily non è interessata dal
tipo di relazione che tu fai di solito. Lei è una persona
seria.”
“Io con lei non sarei così.”
borbottò James come se stesse cercando di giustificarsi.
“Senti, tu ci tieni a lei?”
“Si” fece James, piano, accarezzandosi la chioma
disordinata.
“Sicuro?”
“Ho detto di si!”
“Allora devi dimostrarle che tu non sei il tipo da
una-botta-e-via.”
“Non lo è?” chiesero Sirius e Minus.
“Non più!” affermò Remus,
sorridendo, “ Allora… Per prima cosa, devi
smetterla di cercare di farti notare da lei ogni secondo”,
ormai il suo tono assomigliava molto a quello di un cospiratore.
A sottolineare questa impressione, Remus si era avvicinato ai suoi
amici e parlava a sottovoce.
“Uhm… Sei sicuro che funzionerà,
Lunastorta?” disse James, dubbioso.
“Ti sembra che da cinque anni a questa parte il tuo metodo
abbia funzionato?” chiese Remus, ironicamente sadico.
°°°
Il sole brillava e picchiava forte sulle nuche di tutti gli studenti di
Hogwarts l’ultimo giorno di giugno.
Lily osservava di sottecchi James Potter.
Gli era passata proprio davanti, e lui? Neanche un battito di ciglio.
Maledizione, ma che ha?
Anche oggi mi ha
completamente ignorato, eppure sembra star bene.
Guardatelo, tranquillo
come se niente fosse successo, beh, forse dovrei…
…
Un attimo, un attimo,
cosa diavolo sto facendo? Sto guardando di nascosto Potter? Oh mio Dio,
lo sto spiando! Cioè, com’è possibile?
Per una volta, lui fa quello che vorrei, ed io? Faccio il suo gioco! O
almeno quello che era il suo gioco…
Andiamo, magari sta
crescendo
Ma che dico, Potter
cresce? Sì, certo, è come dire che
all’improvviso gli asini prendono a volare…
…
Beh, comunque
teoricamente è possibile, basta che faccio loro un
Wingardium Leviosa e…
Oh mio Dio, ma che sto
dicendo?
“Lily, Lily mi stai ascoltando?”
La ragazza scosse la testa, “Come Alice? Scusa, non ho
capito.”
“Infatti sembravi distratta, guardavi da quella
parte...”
“No, no…”
“Lil, non è che stavi guardando
qualcuno?” fece Mary, maliziosa, sporgendosi a controllare
chi ci fosse alla loro destra.
“Non dire assurdità, Mar. Non guardavo
nessuno.”
Lily provò a contenerle, ma ormai tutte e tre le sue amiche
sbirciavano i ragazzi vicini.
“Nooooo! Lil, tu stavi fissando Potter!”
Lily s’imporporò all’istante,
confondendo la sua carnagione chiara con quella dei capelli.
“Non è vero!”
“Ah, allora perché sei diventata tutta
rossa?”
Oh, no. Pensa, Lily,
pensa…
Perché sei
diventata rossa? …
Già
perché sono diventata rossa?
“Perché…
perché…”, improvvisamente, scorse tra
la folla Smith che si faceva largo a gomitate,
“perché sta arrivando Ernie. Ora zitte e non
fatemi fare brutte figure”
“Uffa…” sbuffarono tutte, e Lily ebbe
una fugace visione di Mary che muoveva le mani, come a dire: Che
palle!, prima di girarsi e rivolgere un sorriso radioso al suo ragazzo.
***
“ E adesso quello cosa vuole?”
James guardava Ernie Smith come se volesse lanciargli dei pugnali con
un’occhiata.
Poi, rimase letteralmente a bocca spalancata quando lo vide andare
incontro a Lily e stringerla fra le braccia, baciandola.
“Ma che cazzo fa?!?” esclamò irritato, e
estrasse la bacchetta, dirigendosi verso la coppietta.
“Evvai! Un bel combattimento!” fece Sirius, tutto
contento.
“Fermi, voi due!”
La voce della saggezza.
Remus era lì: mani sui fianchi, espressione corrucciata,
cipiglio severo. Una vera balia.
“Naaaaaaaa! Eddai, Lunastorta! Non togliermi quel
po’ di divertimento che mi rimane!”
Ma Remus non guardava Sirius, guardava James, dritto negli occhi.
Celeste e nocciola, l'uno dentro l'altro.
E James sapeva benissimo cosa significava quello sguardo.
Ramoso, sembrava volergli dire, sei sicuro che sia quello che vuoi?
Il cercatore guardò ansioso Remus, poi lanciò
un’occhiata ai due che si stringevano, poi di nuovo Remus.
Avrebbe volentieri rifilato un bel pugno sul naso a
quell’idiota di Smith, ma…
Lentamente, rimise la bacchetta nella tasca interna della veste.
“Bravo, James!”
“Cavolo, Lunastorta, questa storia sarà la mia
morte. E dire che…”
James fece appena in tempo a sentir Sirius borbottare qualcosa sul
fatto che uno scontro aiutava ad aumentare l’appetito prima
di pranzo, poi volse lo sguardo al sole accecante e respirò
l’aria pulita per cercare di calmarsi.
Per lei…
***
Lily, dopo aver salutato Ernie, si girò e si
preparò mentalmente per affrontare le sue amiche.
Alice e Mary la guardavano con un’espressione di disgusto;
Amelia solo di dolce sopportazione.
“Beh, che c’è?”
“Che schifo!”
“Senti, Lil, è già tanto che sopporto
la sua presenza nella tua vita. Non provare a portarlo anche nella
mia!” protestò Mary.
“Non è così male” lo difese
Lily.
“No, infatti.” fece Amelia, nel tentativo di
aiutare l’amica.
Inutile dire che nessuno le badò.
“Noooooo, scherzi? È la perfezione in persona!
Oddio, Lily, io… non volevo dirtelo”
cominciò Alice agitando le mani per enfatizzare
ciò che stava dicendo, ostentando un’espressione
estremamente drammatica, “ma, ebbene si, credo di amarlo!
Sai, mi ha colpito con la sua intelligenza, le sue numerosissime
qualità, il suo senso dell’umorismo..” e
avrebbe continuato se Lily non le avesse tappato la bocca con la mano.
“Sentite, lo so che non è il top della
genialità, ok?”
Alice e Mary la fissarono con espressione profondamente scettica.
“Va bene, non è proprio il mio ideale di ragazzo e
di certo non lo sposerei mai, ma… è carino, ok? E
per adesso mi sta bene. Quindi vedete di non farla tanto
lunga”.
Detto questo, prese per i gomiti le amiche e le strattonò
verso una carrozza libera.
°°°
Se coloro che leggono sono adolescenti (cosa assai probabile) non
sarà difficile per loro immaginare come i nostri personaggi
trascorsero il viaggio in treno. Basti dire che a un certo punto, Lily
s’irritò tanto per le prese in giro delle sue
amiche riguardo la presunta (ma vera) occhiata lanciata a Potter che,
senza la bacchetta, causò il completo black-out del treno.
Ciò provocò una certa dose di fastidio a tutti
gli studenti, che rimasero al buio mezz’ora prima di trovare
il modo di riaccendere e luci. In qualità di Prefetto e
miglior studente di Grifondoro, Lily Evans fu una delle prime ad
adoperarsi per cercare di aggiustare il guasto. Chiunque
l’abbia vista quel giorno, non può dire che non fu
una delle più efficienti del gruppo, eppure molti, ancora
oggi, si chiedono perché, ogni qualvolta le sia stato
chiesto chi mai potesse esserne stato la causa, abbia risposto
bruscamente e in modo evasivo.
Oppure, si potrebbe dire che quando mancava solo un’ora e
mezza al termine del viaggio, ci furono molti testimoni che affermarono
di aver visto James Potter sbatter fuori a calci dal suo scompartimento
Sirius Black (fatto alquanto insolito, perché era nota a
tutti la loro profonda amicizia), e altrettanti dicono che rimase fuori
per venti minuti prima che qualcuno si degnasse di riaprirgli la porta.
Ovviamente, nessuno di quei testimoni potrebbe sapere che Sirius era
stato scacciato dopo ben quarantacinque minuti e ventisette secondi di
pesanti insinuazioni su Lily Evans. E nessuno potrebbe sapere che per
ottenere di essere riammesso nella cabina, Sirius fu costretto al
compito alquanto sgradevole di inchinarsi davanti a James e baciargli
le punte delle scarpe cinque volte. Cosa che lo fece arrivare a un tale
punto d’isterismo da urlare contro i suoi amici di non
dimenticarsi la sua appartenenza alla “Nobile e Antichissima
Casata dei Black”. Naturalmente nessuno potrebbe sapere
neanche che, dopo un momento d’imbarazzatissimo silenzio,
James scoppiò a ridere dicendo che dalla puzza dei suoi
calzini, nessuno avrebbe potuto indovinare la sua nobile stirpe,
provocando la risata collettiva dei Malandrini.
Così, fu con il misto di contentezza e rammarico che
caratterizza la fine di ogni bel viaggio, che tutti gli studenti
sentirono il fischio del treno che annunciava l’arrivo
dell’Espresso di Hogwarts alla stazione di
King’s Cross.
Spero vi sia
piaciuto!!
e comunque, anche se vi ha fatto schifo, ditemelo e io
cercherò di migliorare.
GRazie mille a quelli che mi hanno commentato!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
mi si è allargato il cuore, davvero... (oddio, sto
diventando di un pesaaaaante)
continuate così numerosi:
LILLY 94: thanks,
thanks very much per il tuo commento XD.
come vedi, ho continuato a scrivere, e credo anche di aver aggiornato
abbastanza in fretta. spero che questo capitolo nuovo ti sia piaciuto
come l'altro. lo stile che ho usato è un po' diverso.
Vabbè, ti starò rompendo troppo con le mie
chiacchiere...
se commenti anche questo (ammesso che per il disgusto non sarai
scappata prima) ti stimerò per tutta la vita!
ROBERT90: anche a te, miliardi di grazie!! lo devo dire, non
mi aspettavo tutti questi commenti.
sono contentissima del fatto che la mia fic ti sia piaciuta, l'ho
continuata soprattutto per rispondervi...
se non ti rompe troppo, commenta anche questo cap. Grassie!!
LADY PATFOOD: oddio, devo dirtelo nel leggere il tuo commento sono
arrossita da sola davanti al comp. dovrò
ripetermi, avrò bel che rotto le palle, ma.... Grazie!!!
sono strafelice che il primo cap ti sia piaciuto!! è
strabella, addirittura....
voi mi viziate troppo....XD
continua a commentare!!
HERMY101: grazie, grazie, grazie, non smetterò mai di dirlo.
anche il tuo commento mi ha fatto troppo piacere!!! ho apprezzato
tantissimo tutti questi complimenti!!! non ci sono per niente abituata.
per quanto riguarda Lily e Piton già avevo una
mezza idea di farli incontrare. ora lo farò sicuramente,
basta che continui a seguirmi.
ti prego continua a commentare!!
ROSALIE HALE E BELLA SWAN: prima di tutto anche a te devo un
milione di grazie per il commento, mi ha fatto davvero un sacco di
piacere.
ma poi, come ti è saltato in mente che scrivi peggio di
me?!??!?!?! per poco non mi veniva un collasso!!
sarà il contrario!!! anzi, il mio scrivere non ha
niente di che te lo assicuro.... scrivo perchè mi piace
farlo, non perchè io sia brava...
Comunque, ancora grazie!! Continua a seguirmi!
ARIADNA93: Adna, anche su internet è impossibile non
riconoscerti... sempre le solite battute sceme!!
ti perdono solo perchè mi hai aggiunto sui preferiti
XDXDXDXDXDXDXDXDXDXDXD
Grassssssssssssie infinite! presto mi vendicherò scrivendo
commenti maligni su ciò che scriverai!!!
Buahahahahahaha!
ok, basta.
Tugs
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Capitolo 3 *** VACANZE D'ESTATE parte 1 ***
CAPITOLO
3: VACANZE D’ESTATE parte 1
Tutto era buio e di un caldo rassicurante. I contorni non
erano ancora definiti e ogni pensiero arrivava al rallentatore, come se
temesse di disturbare l’oscurità ovattata che
sembrava proteggere da ogni pericolo. In realtà non
c’era molto a cui pensare, ciò che importava era
godersi quel piacevolissimo calore che avvolgeva ogni cosa.
La prima sensazione fu fastidiosamente concreta.
Interruppe l’atmosfera surreale che predominava fino a quel
momento. Era di calore, troppo, colpiva i piedi e li stava infiammando,
sembrava di stare di fronte a un caminetto particolarmente vivace. In
un momento del genere, Lily si sarebbe alzata e allontanata, per
evitare che la sua carnagione chiara si arrossasse troppo,
confondendosi con i capelli. Avrebbe tanto voluto farlo anche ora, ma i
piedi si rifiutavano di muoversi e restavano ostinatamente immobili al
loro posto.
Così, Lily si convinse ad aprire le palpebre e, si
formò una sottile linea di luce, che la investì
con la sua violenza. Serrò immediatamente gli occhi, li
strinse e affondò la testa nel cuscino.
Lily desiderò ardentemente ritrovare la calma rassicurante
di prima, fatta di buio e calore, ma non le riuscì, anche
perché il calore ai piedi persisteva, con una ostinazione
davvero irritante.
Provò a incollare le ginocchia alla pancia. Niente da fare,
era troppo, troppo caldo.
Allora dalle sue labbra uscì un borbottio indistinto e Lily
si costrinse a aprire di nuovo gli occhi; stavolta l’impatto
fu meno aggressivo e la ragazza riuscì a spalancarli
completamente.
La causa di tanto fastidio era la finestra aperta, da cui entravano
allegramente i raggi solari estivi. Lily ebbe un moto di irritazione:
sembravano quasi divertirsi, loro, a invadere la sua
tranquillità con una tale disinvoltura, anche in vacanza!
“Maledizione, Lilian! Ti muovi ad alzarti?”
Carino come risveglio. Lei sbuffò ma si mise a sedere sul
letto.
Quanto odiava che la chiamassero con il suo nome intero!
“Buongiorno anche a te, sorellona.” disse ironica,
rivolgendosi a una ragazza un po’ più grande di
lei che era appoggiata allo stipite della porta e la fissava
imbronciata.
“Non azzardarti a chiamarmi più così.
Sono già le quattro del pomeriggio! Lui sarà qui
a momenti. Stai zitta e se osi parlargli della tua anomalia, giuro che
ti odierò per sempre”.
E detto questo se ne andò.
Lily balzò in piedi all’istante.
È vero,
quell’idiota di Vernon Dursley viene oggi. Mammamia, quanto
lo odio!
Non esiste persona
più insopportabile a questa terra. Ma guarda se, fra la
tanta gente che esiste a questo mondo, mia sorella doveva innamorarsi
di uno che più che a un uomo somiglia a un tricheco.
Quella sua risatina
languida quando gli parlo, poi… disgustoso! Come se volesse
costantemente accaparrarsi il favore di tutti. Uno la stima deve
guadagnarsela, non fare il leccapiedi per tutta la vita, no?
D’altra parte,
anche Petunia ha quell’insopportabile mania di voler sempre
sembrare perfetta a tutti, sempre a spettegolare sugli altri se non
sono come lei, sempre a criticare tutti, giudicando solo
all’apparenza…
A quel punto, i pensieri di Lily si fecero amari.
Ecco, era arrivata al punto in cui si rendeva conto che lei era proprio
il tipo di persona che non piaceva a Petunia.
Lily era diversa, era anormale,
secondo lei.
Petunia non aveva mai superato il fatto che Lily fosse una strega.
Era gelosa e, per difendersi da questa debolezza, aveva fatto finta di
odiare quel mondo a cui lei stessa avrebbe voluto appartenere. Quel
mondo a cui non avrebbe mai potuto appartenere, costruendosi
così una maschera di disprezzo e odio di cui si era nutrita
negli ultimi sette anni. Convincendosi che davvero disprezzasse quella
realtà, Petunia era finita coll’essere sicura di
odiarla.
Povera sorellona. A Lily dispiaceva per lei, ne aveva compassione.
Tuttavia, non sarebbe mai riuscita a perdonarle quelle parole che le
aveva rivolto il primo settembre di molti anni prima.
Sei un mostro.
Così aveva detto. Lily, poi, era una persona naturalmente
disposta al perdono, ma Petunia non le aveva mai fatto intendere di
essere ritornata sul suo giudizio. E da allora i loro rapporti si erano
raffreddati a tal punto che la ragazza continuava a chiamarla sorella
per abitudine.
Per quanto amasse i suoi genitori, Lily non poteva fare a meno di
pensare che alla fine di quell’anno, l’abbandonar
casa sarebbe stato un sollievo.
Si guardò velocemente allo specchio: enormi iridi color
verde intenso, folti capelli rosso scuro, fisico morbido e slanciato.
Vedendo quell’immagine familiare, si rasserenò.
No, Petunia ancora non
mi odia così tanto da tagliarmi i capelli di notte.
Non l’avrebbe
mai fatto oggi che arriva il caro
Vernon, l’ avrei fatta sfigurare.
…
E, anche in quel caso,
li farei ricrescere con un incantesimo.
Rassicurata da quel pensiero, e sorridendo fra sé, Lily
uscì dalla sua camera per dirigersi verso il salotto, dove
probabilmente avrebbe affrontato Vernon Dursley. Lui amava fare
frequentissime visite alla famiglia Evans, sperando sempre di trovarla
al completo. Inutile dire che purtroppo ogni volta rimaneva
irrimediabilmente deluso dalla mancanza della sorella minore. Nelle
ultime quattro settimane Lily aveva messo a soqquadro il suo cervello
nell’ estenuante ricerca di scuse per evitarlo. Ora era
consapevole di non poterlo più evitare.
Era ancora sulle scale quando si sentì un energico
scampanellio e la corsetta affrettata di sua sorella che si precipitava
alla porta.
Lily non fece nemmeno in tempo a scorgere la figura massiccia di
Vernon, perché Petunia gli saltò addosso e lo
abbracciò.
“Ciao, Petunia.” Salutò con la voce
tonante, “ è arrivata tua sorella?”
Lily fu letteralmente disgustata dalla nota impazientemente emozionata
che scorse nella voce del ragazzo. C’era decisamente troppo
entusiasmo per i suoi gusti.
Respirò profondamente in un angolo dove nessuno potesse
vederla e si preparò un bel sorriso finto stampato sul viso.
Si va in scena.
“Ciao, Vernon” esordì comparendo davanti
alla porta.
Loro erano lì, stretti l’uno all’altra e
Lily osservandoli pensò che erano proprio una bizzarra
coppia a vedersi. Petunia era alta, quasi del tutto priva di forme,
spigolosa e poco affascinante. Il viso era troppo lungo per esser
bello, e la mascella troppo sporgente per il tanto scrutar fuori dalla
finestra in cerca di succosi avvenimenti nel vicinato.
I capelli le scendevano flosci sulle spalle e gli occhi incavati
brillavano di un malcelato disprezzo, mentre guardava Lily. Vernon era
ben piazzato, con certi baffoni scuri per cui nutriva un orgoglio che
Lily non era mai riuscita a comprendere. Dotato di un volto porcino e
occhietti a stento riconoscibili tra le pieghe della carne: piccoli,
opachi e vacui di un banalissimo color fango, non si poteva affatto
definire un top model.
Lily stava per continuare il saluto, preparandosi la solita serie di
banali cortesie che si utilizzano sempre in presenza di persone poco
gradite, quando improvvisamente accadde la cosa più bizzarra
che era mai successa alla ragazza (il che era notevole, considerato il
fatto che era una strega; e di stranezze ne aveva viste tante).
Dapprima lentamente ma poi sempre con maggior velocità, si
fece largo nella sua mente un’immagine, che si imponeva su
tutti gli altri pensieri con forza e determinazione. Lily, da persona
razionale e responsabile quale era, ancor prima di capir cosa fosse
cercò di allontanarla per dedicare tutta la sua attenzione
al nuovo venuto, che era così importante per la sorella.
Ma quella parve non volerne sapere e le si impose, spazzando via gli
altri pensieri come farebbe uno tsunami di fronte a degli ombrelloni da
spiaggia.
Quell’immagine, del tutto priva di logica di fronte alla
situazione attuale, rappresentava, colmo dei colmi, James Potter.
Non che lui facesse alcunché di particolare. La guardava
soltanto.
Ma che cosa ci faceva Potter nel cervello di Lily? Come aveva fatto a
raggiungerla anche lì, nella sua testa, dove fino a pochi
secondi prima credeva di essere al sicuro?
Lily contemplò stupita il prodotto del suo cervello. E, cosa
ancora più incredibile, non si irritò per quella
strana visione anzi, le venne naturale rifletterci sopra.
Gli occhi, i suoi
occhi, erano davvero bellissimi.
Pensò che probabilmente non aveva mai prestato loro molta
attenzione. E allora come mai le si presentavano così chiari
nella mente? Gli occhi di James erano di un color ambrato di rara
bellezza. Un castano chiarissimo, quasi dorato, che sembrava avvolgerla
con la sua profondità e la sua sicurezza, luccicava di
vivacità e profonda intelligenza. Come aveva fatto a non
accorgersene prima? Le sembrava impossibile. Lily (dimentica
che Dursley era lì di fronte a lei, che i due la stavano
fissando, che quello non era proprio il momento per perdersi in quella
rivelazione) si perse nel guardarli, vedendoli chiari come se lui fosse
stato lì, di fronte a lei.
Naturalmente, la nostra mente in generale lavora più
velocemente della parole, in particolare quella di Lily Evans era
piuttosto attiva, perciò tutte queste riflessioni avvennero
nel giro di una manciata di secondi.
Certo, secondi importanti, decisivi; ma sempre secondi furono.
“Ciao, Lily!”
Per la ragazza quel saluto fu come una soffiata di aria gelida dentro
una sala piacevolmente riscaldata.
Orribile, fredda, terrificante, una pugnalata al petto.
Lily fissò gli occhi spenti di Vernon. La guardavano con una
sorta di velata brillantezza, aspettando una risposta che non
arrivò.
La sensazione che provò la ragazza in
quell’istante è difficile da descrivere; si
sentì stranamente svuotata, priva di qualsiasi gioia, di
qualsiasi emozione.
Quella bolla che l’aveva riempita fino a quel momento,
intensa e vibrante, dovuta al ricordo degli occhi di James, era
scoppiata; sottraendola a quel meraviglioso incantesimo che aveva
portato con sé.
Ora al posto della bolla c’era il vuoto.
Paragonò la sensazione che le aveva portato solo il ricordo
degli occhi di James con il disgusto che le provocava lo sguardo di
Dursley.
A Lily venne istantaneamente da piangere.
Sentì gli occhi pruderle, le gambe indebolirsi e la vista
annebbiarsi.
A quel punto Lily cominciò a cadere nel panico. E
la cosa la spaventò all’inverosimile
perché non aveva idea di come fosse potuto succedere.
Balbettò un “Scusatemi moltissimo” e
corse a cercar rifugio in camera, pienamente conscia di aver fatto una
pessima figura: con gli altri e con se stessa.
Sentiva i suoi passi tremolanti sulle scale come in un sogno, le porte
si confondevano tra loro e la mano che levò per aprire la
maniglia tremava tantissimo. Finalmente si gettò
nell’agognato letto.
Cos’è,
cos’è questo panico? Perché mi sento
così svuotata? Come… come se qualcosa di
indispensabile all’improvviso mancasse…
Si è
così, mi manca qualcosa. Ma cosa?
…
Gli… gli
occhi di…
No! No, no, no, no! NO!
Questo è impossibile! Cioè, l’ho odiato
fino ad ora e improvvisamente mi manca? Ma non ha senso, non ha
logica!! Deve, deve esserci una logica, una ragione. A tutto
c’è una ragione, niente succede per caso.
Coraggio, adesso mi
calmo e trovo un valido, razionale motivo per cui mi sento
così.
A quel punto la nostra Evans provò a tirarsi su dal letto, a
sedersi e a ragionare con calma. Tirò un paio di respiri
tremolanti e pensò.
Allora tutto
è cominciato quando ho pensato a lui.
Punto primo. Si, quello
era sicuramente Potter, su questo non si discute.
Punto secondo. Che cosa
è successo dopo? Mi sono sentita felice, tanto tanto felice.
Perché.. era quello sguardo, mi tranquillizzava, mi piaceva.
E poi, quando Vernon mi ha parlato, la felicità è
svanita. E mi sono sentita così triste che mi è
venuto da piangere.
… questo
sarebbe senza dubbio razionalissimo se io non l’avessi sempre
odiato. Cos’è che sento ora?
…
Mi manca.
Quel vuoto al petto
è perché mi manca.
Perché James
Potter mi manca?
Già, proprio così. Nessuna logica, nessun motivo,
nessuna ragione avrebbero potuto salvare Lily quel giorno. E la cosa la
spaventava. Oh, eccome se la spaventava.
La paura la spinse a cercare più a fondo, ancora, ancora
più a fondo.
E quegli occhi, quei meravigliosi occhi le comparivano davanti a ogni
pensiero, rassicurandola con la loro incommensurabile dolcezza in un
vortice indistinto di dolorose emozioni.
Si sa le lotte civili sono sempre controproducenti. E dentro Lily quel
giorno c’era una frontiera aperta.
James?
Giammai.
Si vuoi lui.
No, non è vero!
E invece, si, lo vuoi.
No, no, no!
Allora perché senti il bisogno di stare con lui?
NOOOOO!
Lily avrebbe voluto con tutte le sue forze credere alla seconda voce,
quella che lo rifiutava, quella che sembrava la più logica,
la più razionale, la più giusta.
Eppure quella seconda voce sembrava non essere capace di darle alcuna
motivazione intelligente del perché avrebbe dovuto
dimenticarlo. Quindi la voce razionale era anche quella più
irragionevole.
Paradossale, vero?
Questa guerra era nel pieno del suo svolgimento quando Lily
sentì bussare alla porta.
Inizialmente pensò che quello fosse uno fra i tanti tuoni di
cannone che scoppiavano dentro la sua testa, poi si rese conto che
invece veniva dal mondo reale.
“A-avanti”. Si irritò profondamente con
la sua voce spezzata.
La sua stizza raggiunse livelli mai visti quando vide la figura poco
esile di Vernon Dursley pararsi davanti alla porta.
E adesso questo cosa
vuole?
“Lily…”
Come era odiosa la sua voce! Tonante, poco adatta a quel momento di
confusione, in cui ognuno di noi desidererebbe sentire una voce
amica… o amata…
Ma cosa
c’entra?
“Ciao, Vernon.” disse piano, sforzandosi di essere
cortese.
Lily restò decisamente interdetta quando lui, dopo un attimo
di esitazione si avvicinò al suo letto.
“Lily…” sussurrò ancora.
Lei avrebbe tanto voluto dirgli di andarsene, anche perché
vicino com’era, riusciva a sentire il suo odore: aspro,
forte, del tutto privo di armonia, simile a quello di cane bagnato.
(NdA, Blah!!!)
“Lo sai che anche con gli occhi rossi sei
bellissima?”
Conato di vomito. Con orrore, Lily si rese conto che si era seduto sul
suo letto per stringerle le mani.
“Ho capito tutto sai? Non ti devi preoccupare, sto con
Petunia è vero, ma sei tu che ho sempre voluto”.
Ora la fissava con uno sguardo languido assai preoccupante.
Ma che cavolo ha capito
quest’idiota?...
Oh mio Dio! Non
sarà che ha pensato che mi sono messa a piangere
perché l’ho visto insieme a Petunia!!! Ma
è pazzo?!?! Blah!!! Io, insieme a Dursley!!!
“Ma ora che so quali sono i tuoi sentimenti, ti
giurò che la lascerò!” fece Vernon con
un gesto che voleva esprimere il grande sacrificio che era disposto a
fare per il suo amore, “poi staremo insieme per sempre, e non
appena mi assumeranno alla ditta di trapani…”
Tuttavia le meravigliose promesse di un roseo futuro da signora Dursley
furono interrotte in quel momento da Petunia che entrò di
gran carriera nella stanza. La ragazza osservò per un
nanosecondo i due seduti sul letto, l’una nelle mani
dell’altro, poi puntò il dito tremante contro la
sorella.
“Ah!!! Sei una lurida sgualdrina!!!!”
Lily balzò in piedi seguita a ruota da Vernon.
“Ho sempre creduto che quella scuola accogliesse solo i
mostri. Che cosa hai fatto al mio Vernonuccio, eh? Quale sporco
incantesimo gli hai fatto? Tu sei un’ odiosa,
lurida…. Volevi rubarmi l’unica cosa che non
avevi, eh? Confessa!”
Vernon osservava la scena in una sorta di trance, balbettando frasi
sconnesse come: “S-scuola?; Mostri?; Incantesimo?; la mia
Lily? Ma non era iscritta a un circolo per superdotati?”.
Infine si decise, esordendo con un intelligentissimo:
“Petunia sei sicura di stare bene? Vuoi un
tè?”
Ora le labbra di Petunia tremavano.
Lily pensò che senza dubbio sarebbe stata una scena davvero
divertente se gli eventi non avessero lasciato intendere che lei era
innamorata di un tricheco in pantaloni gessati.
Decise di risolvere la situazione immediatamente.
Si avvicinò alla sorella e la mise le mani sulle spalle.
Prima che potesse protestare disse, fregandosene della presenza del
ragazzo: “Tunia, ti giuro che preferirei crepare piuttosto
che tradirti con Vernon”.
La frase lasciava chiaramente intendere che ciò che
importava a Lily erano i sentimenti della sorella, trascurando
l’ insignificante fatto che l’idea la disgustava
nel più profondo del cuore. Mossa molto astuta.
“Cosa? Lily, cosa dici?” intervenne un Vernon
decisamente esterrefatto. Lily si girò come a rivolgergli un
sorrisetto di scuse. Ma si rivoltò immediatamente sentendo
una mano che dava uno schiaffo alla sua.
Ora, Petunia la fissava solo con disgusto.
“Vattene!”
Un paio di occhi verdi sfavillanti strabuzzarono.
“C-come?”
“Vattene, Lilian. Tu credi che io sia disposta a ascoltare le
tue sciocchezze? Sei solo gelosa! Mi fai schifo!”
Lei si ergeva davanti a Lily, in tutta la sua statura. Gli occhi
furiosi che non vedevano la realtà come davvero era,
accecati da un odio sordo che non aveva fondamento.
“Io e Vernon ci amiamo” continuò
stringendosi a lui, “e presto ci sposeremo. Rassegnati. Non
sei più niente, per me. Tu non vali niente.”
Silenzio.
Il sangue cominciò presto a bollire nelle vene di Lily come
non aveva mai fatto mentre si conficcava nella carne le unghie. Come
osava mettere in dubbio la sua parola? Come osava rivolgersi a lei in
quel modo?
Subito le arrivò alla testa, le parole le premevano sulla
bocca, ansiose di uscire per chiarirsi con la sorella, per dirle che
tutto quello non era vero. Che si sbagliava.
Lily fissò la sorella che la guardava con un atteggiamento
di fiera sicurezza, stringendosi a un Vernon che fissava entrambe
confuso, incapace di comprendere una minima parte di ciò che
si dicevano.
Allora capì che sarebbe stato inutile. Petunia non avrebbe
capito, si sarebbe rifiutata di capire.
Era finita.
“Allora? Sei rimasta senza parole?”
Ancora il sangue alla testa. Le ribolliva dentro, soffocando la
razionalità.
Improvvisamente tutte le lampadine del quartiere si fulminarono. Tra la
sorpresa generale e i commenti fuori dalla finestra, Lily si
calmò.
“Tu di me non sai niente.” Sputò con una
voce che stentò a riconoscere, era veleno, puro acido
nitrico.
Voltò le spalle alla sua ex-famiglia e se ne
andò, sperando che l’aria della sera fosse capace
di calmare la fiamma che le bruciava dentro.
°°°
Lily Evans camminava velocemente per le strade del suo quartiere, buie
dopo il “black-out” subito. Con sé aveva
solo la bacchetta che teneva sempre nella tasca posteriore dei jeans
(NdA, come farà molti anni dopo Harry). Avrebbe tanto voluto
stringere la sua dodici pollici con crine di unicorno, ma temeva di
procurare qualche altro danno, incapace com’era di dominare i
suoi istinti.
Quindi la ragazza cercava di decidere il da farsi camminando su e
giù per le viuzze.
Arrabbiata com’era, non si accorse della presenza di una
figura esile davanti a lei, perciò ci andò a
sbattere, cadendo rovinosamente a terra.
“Ehi, ma si può sapere…”
stava cominciando a irritarsi contro quello quando sollevò
la testa e scoprì l’identità del suo
interlocutore.
No! Dio, tutti ma lui no!
A terra insieme a lei c’era un ragazzo che la fissava
sorpreso, con lunghi capelli neri che gli cadevano unti sulle spalle.
Quel ragazzo rispondeva al nome di Severus Piton. Gli occhi la
fissavano grandi mentre la luna si rifletteva sulla sua pelle
malaticcia.
La ragazza balzò in piedi con una velocità da far
invidia ai migliori atleti e si allontanò velocemente.
Questa giornata sta
rasentando l’orlo della pazzia. Impossibile che succeda tutto
a me! Che diavolo di giorno è? Me lo devo appuntare sul
calendario. Stare lontana da tutto e da tutti. Il prossimo anno me ne
andrò in Antartide. Tsè! Con la fortuna che ho
incontrerò l’unico esemplare vivente di pinguino
imbizzarrito…
La sfilza di pensieri incoerenti si fermò bruscamente quando
sentì che qualcuno le stringeva il polso. Si
voltò aspettandosi il peggio.
“Lily fermati!”
“Cosa vuoi, Severus?”
“Dove stavi andando?”
“Non credo ti riguardi.”
“Invece si, è successo qualcosa? Giuro che se ti
hanno fatto del male, io….”
L’ espressione preoccupata intenerì per
un attimo Lily. Lui le voleva ancora bene, era quella minaccia finale
che non le piaceva affatto. Ma non aveva voglia di litigare ancora,
quindi si limitò a rispondergli, sperando di allontanarlo
presto.
“Non è stato niente, Severus. Solite liti
familiari.”
Lui sorrise amaro. In questo campo la capiva meglio di chiunque altro.
Per un momento a Lily parve di tornare indietro nel tempo, quando
ancora si dicevano tutto, quando ancora erano amici. Si lanciarono una
sguardo di comprensione reciproca. Lei stava per rivelargli tutto ma
l’espressione di Piton si indurì e
arginò il fiume di parole della ragazza.
“Chi è stato?”
“Lo sai.”
I pugni di Piton si strinsero convulsamente.
“Ancora quella sporca, lurida…”
Lily strappò immediatamente il braccio dal suo, che ancora
la stringeva.
“Non azzardarti mai più a insultarla in quel
modo!”
“Ma…”
“Mia sorella può avere tutti i difetti del
mondo,ma non puoi insultarla perché è una
babbana!”
Il cuore aveva ripreso a tamburellarle forte. Nessuno poteva dare della
babbana a sua sorella.
Lui abbassò lo sguardo, mortificato. Lei si
ricordò immediatamente della lite avuta con lui e dei motivi
per cui non si parlavano più.
Era sempre la stessa solfa. Lei: mentalità
Grifondoro. Lui: mentalità Serpeverde.
“Scusa…”
“No Severus! È il motivo per cui non siamo
più amici! Tu credi che le persone si giudichino per i loro
genitori, dividi il mondo in Mezzosangue, Babbani e Purosangue. Ma non
è così! Tu non tieni conto se qualcuno
è gentile o no. Coraggioso o meno. Simpatico o antipatico.
Tu giudichi solo in base alle apparenze. In realtà tu e mia
sorella siete uguali!”
Lily provò ad andarsene, ma fu fermata di nuovo.
“Lily, non è come credi. Io sono diverso.
È stato un errore.”
“Si, un errore! Su queste cose non sono possibili errori. O
la pensi così o no.”
Gli occhi verdi lo guardavano impietosi. Non ci sarebbero stati
ripensamenti.
“Lily, ti prego” continuò lui, con la
voce spezzata, “non te ne andare.”
Era a terra ora, come privo di forze.
Lei si inginocchiò accanto a lui, per un attimo impietosita.
“Cosa mi rende diversa dagli altri, Severus?
Perché non sono una Mezzosangue come tutti?”
Lui alzò gli occhi scurissimi su di lei. Erano lucidi, la
guardavano imploranti. Come poteva dirlo a lei? Come poteva non aver
ancora capito ciò che lui provava? Tentò di
trovar coraggio in quei bellissimi occhi verdi che tanto amava.
“Tu non sei mai stata come le altre, per me.”
Sperava che lei capisse, lei doveva capire.
Era troppo difficile per una persona debole come Piton confessare
quelle due parole, troppo. Purtroppo per lei quelle parole non
significarono niente di preciso.
“Eri mio amico, Severus, ma il tuo modo di vedere il mondo
è troppo diverso dal mio. Tu per punire qualcuno saresti
disposto ad ucciderlo. Come prima con mia sorella. Lo neghi? Nessuno
merita la morte, Severus. Nessuno.”
Non aveva capito.
Così Lily si alzò, ben consapevole che per lei i
conti erano chiusi. Il suo amico c’era ancora, lì
sotto. Ma lei non era affatto disposta ad accettare quel modo di
pensare intollerante e razzista. Andava contro tutti i suoi principi. E
Lily Evans era una persona coerente; non li avrebbe mai traditi. Ormai
dietro di lei non c’era più niente, davanti a
sé la strada, pronta per essere percorsa.
“Lily…” un lamento, quasi appartenesse a
un animale ferito.
Lei si girò un momento. Severus era lì, una mano
tesa verso di lei, implorante.
“… non lasciarmi.”
…
“Sei tu che hai lasciato me, Severus. Addio.”
Breve, lapidario, incontrovertibile.
Quasi fosse stata una doccia fresca che dissolve la nebbia nella mente,
la conversazione fornì a Lily il quadro completo della
situazione. E decidendo immediatamente cosa fare, si
smaterializzò, diretta alla casa di Mary a Godric Hallow,
lasciando dietro di sé una parte del suo passato.
Help, help, help!!!!!!!!!!!
sono in piena crisi
esistenziale!!! e NON scherzo!!!!
ho appena letto una
fic di James/Lily che mi ha sconvolto!!! per correttezza non dico il
titolo, ma vi assicuro che era bellissima!!
mi è
piaciuta tantissimo, a un certo punto ho cominciato a piangere come un
vitello (e vi giuro che non sono il tipo da commuoversi facilmente) da
quanto mi ha commmosso!!!! T_T
alchè ho
ripreso a leggere la mia, e ho detto "MA FA SCHIFO"!!!!!!!!!!!
la cosa mi ha
depresso tantissimo.
poi però
mi sono detta, macchecavolo!! riscuotiti, idiota!! così ho
ricominciato a scrivere, ma come avrete visto dal tono del capitolo, la
mia depressione si è rispecchiata su Lily che è
sempre triste.
a proposito
(lasciamo perdere st'argomento xkè sennò mi
deprimo di nuovo, era solo un modo per dirvi k se questo capitolo vi fa
schifo ci sono delle buone motivazioni, in effetti a me fa un po'
schifo) spero vi piaccia la Lily che sta venendo fuori!!
sto cercando di
farla assomigliare un po' a Harry (Silente aveva detto che il fisico
era del padre, il carattere della madre).
quindi forte senso
della giustizia, crisi di rabbia improvvise, e il vizio di tenere la
bacchetta nella tasca posteriore dei jeans XD
ditemi un po' se vi
convince!!! recensite!! un bacione a quelli che lo hanno fatto.
allora, vi invito
caldamente a seguire la parte 2 di questo cap. vi giuro che
sarà più allegra di questa!! anche
perchè Lily va a Godric Hallow, vi dice niente???
ihihihihihihhiih! ce ne saranno delle belle! vabbè la smetto
con questo delirio.
ringrazio
tantissimo:
AGNESE_SAN;
LILLY94; BELLA SWAN; HERMY 101; LADY PATFOOD ( davvero vuoi essere una
mia appassionata seguace??) E ALE03.
vorrei davvero
rispondervi uno uno come nell'altro capitolo ma mia madre mi sta
strillando che vuole riprendere possesso del computer!!! PERDONO!!
Tugs
|
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Capitolo 4 *** VACANZE D'ESTATE parte 2 ***
CAPITOLO 4: VACANZE D’ESTATE parte 2
È ovvio quanto a chiunque di noi, dopo aver
lasciato una parte di famiglia e un amico, farebbe piacere vedere la
faccia di una persona cara, questo è un dato di fatto.
Perciò si può immaginare come, quella calda sera
di fine luglio, fu felice Lily Evans nel vedere l’avverarsi
di questa speranza; anche se, bisogna dirlo, non con le
modalità consuete.
Sta di fatto che Alice Brown stava per caso passando nei dintorni di
Godric’s Hollow in dolce compagnia, quando sentì
un sonoro schiocco sopra di sé e fu scaraventata a terra dal
dolce peso di Lily.
“Aaaah!”
“Aaaah!”
“Lily?!”
“Alice?!”
“Che ci fai qui?”
“No, tu che ci fai qui?”
“Ehi, sono io che ho visto la mia migliore amica cascarmi
addosso! Ho la precedenza!”
“Ma sentitela! Io, invece, dovevo andare a casa di Mary e mi
sono trovata addosso te!”
“Vabbè, ammetterai che trovarsi
all’improvviso una persona sopra sia un po’
strano.”
“Non più d’ incontrare una persona in un
posto in cui non dovrebbe essere.”
“Non ha senso.”
“Tu, non hai senso!”
“Ehi, non vorrai dire che…”
Se qualcuno di voi conoscesse Alice e Lily, sarebbe certo che questo
amorevole scambio di opinioni avrebbe potuto andare avanti per millenni
senza raggiungere la minima conclusione, perché nessuna
delle due avrebbe accettato una “sconfitta”.
Così fu con molta intelligenza che una voce maschile decise
di intervenire:
“Ragazze, forse sarebbe meglio parlarne da un’altra
parte, no?”
“Si, infatti forse è…”
Voce maschile? Fermi
tutti. Chi è questo?
Lily si girò a esaminare l’atletico ragazzo che le
stava di fianco e, collegata l’immagine con il nome
corrispondente, strillò con una vocetta acuta che non le
apparteneva:
“Ih! Frank Paciock!”
Eh si, era proprio lui. In quel momento le stava fissando con
un’espressione bonaria sul volto, gli occhi erano di un
azzurro intenso e il fisico alto e scolpito.
“Già.” ringhiò Alice molto
eloquentemente, come a dirle: prova-a-dire-una-parola-e-sei-morta.
“Ah, capisco” fece Lily, poi, dimostrando
un’accortezza e una perspicacia non indifferenti,
esordì in un: “Puoi scusarci un attimo,
Frank?” accompagnato da uno dei suoi migliori sorrisi
persuasivi (di cui aveva spesso appurato l’efficacia con
Lumacorno).
Così, trascinò Alice in un angolino nascosto
della strada dove lui non le potesse vedere e prima che
l’amica potesse dire nulla le saltò addosso,
strofinando energicamente le nocche sul suo capo (chi legge e sa di
cosa parlo non potrà fare a meno di compatirla), abitudine
fastidiosissima presa da Mary.
“Ah, brutta ingrata! Esci con Paciock e non mi dici
niente!”
“Ahia! Lil, la vuoi smettere?!”
“Neanche per idea!”
“Eddai!”
“Tse, e io che ti chiamavo amica…” la
ignorò afflitta Lily, fingendo di asciugarsi una
lacrimuccia, “io, che mi dicevo sempre – che
fortuna ad avere una amica come Alice, che non mi nasconderebbe MAI una
cosa di così VITALE importanza- qual mondo crudele
è questo, che…!”
Lily avrebbe sicuramente continuato la sua orazione su quanto Alice
fosse crudele ancora a lungo, ma quella ebbe la prontezza di spirito di
interromperla.
“Dico, la vuoi piantare!” la interruppe tappandole
la bocca e guardandosi nervosamente intorno, “se ci
sentisse..”
Lily la guardò malissimo.
“Eddai, Lil! Te l’avrei detto! Il fatto
è che ancora non ci credo nemmeno io! Volevo solo accertarmi
che non fosse tutto un sogno e..” a quel punto
arrossì talmente tanto che Lily le sorrise dolcemente e la
scapecciò con affetto, dicendo: “Lasciamo stare,
và. Dimmi dov’è Mary, invece,
così vi racconto cosa mi è
successo…”
Quindi, la prese per il braccio ed entrambe si diressero dove avevano
lasciato Frank.
Quelle due erano così prese dalla loro conversazione da non
accorgersi, purtroppo, dell’enorme presenza di un cane nero.
Un cane che aveva ben poco di animale, un cane i cui occhi brillavano
di curiosità e che sembrava essersi bevuto ogni singola
sillaba di quel discorso.
°°°
“Cioè, vediamo se ho capito”
interloquì strabuzzando gli occhi una Mary alquanto scossa,
“ hai scoperto che il futuro marito di tua sorella in
realtà ha sempre amato te; piantato in asso entrambi dopo
una sfuriata di Petunia; mandato in black-out un intero quartiere;
incontrato Piton; piantato in asso pure lui e per concludere sei
scappata di casa senza lasciare spiegazioni a nessuno, fregandone di
tutto e di tutti!”
Erano tutte e tre accasciate sull’enorme letto a baldacchino
di Mary, odiato da lei cordialmente da quando era nata per il suo stile
troppo merlettato e barocco che non si accordava affatto con i suoi
gusti, più semplici ed essenziali, ma che sia sua madre sia
Alice amavano alla pazzia e che risultava particolarmente utile in una
riunione di gruppo.
Lily aveva raccontato loro tutto quello che le era successo
precedentemente (tralasciando accuratamente il motivo per cui era
scoppiata a piangere), mentre le due la ascoltavano rapite e
ora osservava le loro reazioni, sperando in un consenso.
A Mary brillavano gli occhi di una luce orgogliosa che aveva visto
decisamente poche volte sul suo viso, invece Alice pareva parecchio
più ansiosa e immersa nei suoi pensieri.
“Beh, nel complesso si, credo sia così”
confermò Lily portandosi una ciocca di capelli dietro la
testa, fissando la sua migliore amica.
“Wow!” esclamò compiaciuta,
“sei stata fortissima! Niente bagagli, niente lettere, sei
presa e sei andata via. Così ti voglio! Mi fai onore,
sorella!”, era talmente eccitata che era balzata in piedi sul
letto, saltellando in preda all’entusiasmo.
La sua espressione era così buffa che a Lily
scappò un sorrisino, che tipa!
“No, wow un accidente!” fece Alice sbattendo con
forza un pugno sul materasso, “ma ti rendi conto di cosa hai
fatto? Scappare di casa così! Cosa penseranno tua madre e
tuo padre, Lil? Puoi avercela con tua sorella”
commentò guardandola con gravità, “ma
non devi penalizzare loro per questo. Non è
giusto.”
La prima reazione di Lily fu di sorpresa. Di solito era Amelia quella
più ansiosa; di solito Mary e Alice stavano sempre dalla
stessa parte, quella più irresponsabile, che amava le
avventure e le scappatelle notturne di gruppo fuori Hogwarts (neanche
fossero anche loro delle Malandrine); ma è anche vero che di
solito era Lily quella più responsabile.
Quasi a dar voce alle sue preoccupazioni, lei aggiunse:
“questo non è uno stupido scherzo a scuola, Lil,
si tratta di te e della tua famiglia.”
Era come sentirsi schiaffare addosso tutto ciò che le
strillava la sua coscienza da quando era partita, e lei lo sapeva. No,
che non era giusto. Anzi, era piuttosto da codarda scappare.
Lily pensò ai suoi due altri amici: Remus e Amelia. Era
perfettamente certa di quello che le avrebbero consigliato entrambi,
neanche a chiederlo, le sembrava già di sentirli.
“Ma, Lily” avrebbe detto Amelia, “sei
certa di quello che fai? Anche senza considerare i tuoi genitori,
voglio dire, è sempre tua sorella, no? Alla fine, vi volete
bene, le eri tanto affezionata, ti ricordi? No, no, non credo sia una
buona idea. Dovresti tornare a casa e spiegarle tutto. Chiederle scusa.
Si, sarebbe la cosa migliore” e le avrebbe sorriso dolcemente
per incoraggiarla.
Invece, probabilmente Remus l’avrebbe osservata attentamente
distogliendo lo sguardo da un libro e le avrebbe detto: “ Non
avresti dovuto abbandonare i tuoi così, Lil. È da
ingrati. Ora loro saranno preoccupati da morire per una cosa che ti ha
fatto tua sorella. Tranquilla, mica dico di andar lì e fare
come se non fosse successo niente, ma per lo meno avvisarli. Comunque,
non devi ascoltarmi per forza, sono sicuro che alla fine farai la cosa
giusta, come sempre”.
Lily sorrise tra sé. Si, Remus aveva tanta di quella fiducia
in lei da farla imbarazzare. Credeva sempre in lei, sempre, quasi
pensasse di esser indegno di darle consigli. Così era fatto
Remus, si sentiva indegno di tutti. Peggiore di chiunque.
Ad esempio non era degno di Potter, lui si che era un vero amico; e non
era degno dell’innocenza di Peter, non prendeva mai in giro
nessuno; e neppure di lei, era degno, perché Lily era
davvero ineguagliabile: testarda come poche, ironica e romantica allo
stesso tempo.
Non sapeva che non era affatto indegno; e non sapeva che alla fine la
decisione di Lily pendeva sempre verso quello che era il suo consiglio.
Fu così anche quella volta.
D’altra parte erano in netto vantaggio: Alice, Remus, Amelia
e Coscienza contro Mary.
Si, né Amelia, né Remus l’avrebbero
rimproverata aspramente come Alice, non era nella natura di entrambi,
troppo tranquilli e pacifisti, ma sarebbero stati del suo stesso parere.
Quando Lily riemerse dalle sue riflessioni vide che le due amiche si
stavano squadrando in cagnesco, capì che non si urlavano
addosso solo perché non avevano voluto disturbarla.
Lily ebbe un moto di affetto.
Sbatté le mani e annunciò: “Ok,
è deciso. Mando una lettera ai miei, ma non ci penso proprio
a scusarmi con Petunia. Non guardarmi così, Ali, mi trattava
come una menomata mentale da troppo tempo. E neanche voglio vedermela
tra i piedi per un pezzo, perciò resto qui… se i
tuoi sono d’accordo, ovvio…” si corresse
rivolgendosi a Mary.
Le brillavano di nuovo gli occhi.
“Ovvissimo, Liluccia! Che spasso un mese tutte e tre
insieme!” e, dimenticata ogni ostilità,
abbracciò con forza le due amiche, soffocandole.
Fra le risate Lily chiese: “Ali, ora mi dici che ci fai
qui?”
“Ma non te l’ho detto?” disse battendosi
una mano in fronte, “mi sono trasferita qui giusto una
settimana fa.”
“Ah, si?”
“Si, e il giorno del trasloco ho incontrato anche Frank che
si offerto di darmi una mano.”
Lily si illuminò come se avesse appena trovato una bottiglia
d’acqua nel deserto a mezzogiorno e strillò mentre
Mary sghignazzava: “è veeeeeeeeero,
perché non ci parli di Frankuccio, Ali?”
“Ehmm..”
“Ancora non mi ha detto niente di niente”
Affermò Mary allo sguardo interrogativo di Lily.
“Direi che allora è il momento di farlo!”
“Non c’è proprio niente da
dire!”
“Dettagli!” strillarono entrambe.
“No!”
“Dettagli!”
Alice stava proprio per passarsela brutta quando il suo viso tondo si
illuminò improvvisamente di qualcosa che la fece
sghignazzare a sua volta.
“Ehi, Mar, di un po’ hai detto alla nostra Liluccia
chi abita vicino a casa tua?”
“Ma no! Non si risponde a una domanda con una domanda! Vero,
Mar? Mar..?”
Quella sembrava piuttosto pensierosa, poi si illuminò anche
lei e rivolse a Alice uno sguardo complice molto poco rassicurante.
“No, in effetti no”.
“Ragazze..? ma cosa? Ali, stai forse ignorando la nostra
richiesta di dettagli..?”
Inutile, ormai non la ascoltavano, piuttosto sembravano tutte prese
dalla loro rivelazione.
Allora Lily si arrese, erano troppo testarde quelle due.
“Ok, chi c’è di così
importante?”
Continuavano a ghignare.
“Allora?”
Lily stava per irritarsi seriamente quando le venne in mente un dubbio
mostruoso e la sua pelle, già lattea di per sé,
perse ogni traccia di colore.
No! Non può
essere lui!
***
Stesso discorso, pochi metri di distanza.
Un Sirius Black anche troppo baldanzoso entrò salterellando
moda-Heidi in casa, per poi accasciarsi rumorosamente in una poltrona
poco distante da quella dove un ragazzo con i capelli neri molto
spettinati stava pulendo accuratamente la sua scopa con un kit apposito.
Quello non diede alcun segno di averlo visto se non un arricciamento
repentino delle sopracciglia; infatti era impegnato in una fase
particolarmente delicata: doveva stare attento a non rovinare il manico
nel raschiare via una macchia con un taglierino. Il compito era
tecnicamente rischioso perché se la scopa viene compromessa
in qualche maniera non esiste rimedio per farla tornare allo stato
originario.
Forse sarebbe stato meglio affidare il compito a uno specialista, ma
James Potter era alquanto geloso della sua scopa e non permetteva a
nessuno che non fosse lui in persona di praticare la pulizia; dobbiamo
immaginarci quindi l’irritazione del ragazzo nel sentire il
pavimento tremare sotto il peso dell’amico.
“Ciao Ramoso!!”
“Uhmm…”
“Ma sei stato qui tutto il pomeriggio?”
”Uhmm..”
“Guarda che le vacanze servono anche per divertirsi, andare
in giro, conoscere gente..”
…
“Tutto bene?”
“Uhmm..”
Sirius alzò un sopracciglio.
No, così non andava.
“Beh, potresti mostrare un po’ più
d’entusiasmo in presenza del tuo migliore amico. Riproviamo:
tutto bene?”
James alzò impercettibilmente gli occhi al cielo: gli era
presa la vena chiacchierina.
“A meraviglia…”
“Fantastico!”
…
La sua enfasi era talmente evidente che l’avrebbe notata
anche un bradipo ceco, ma non James mentre era alle prese con la
pulizia della sua scopa.
Data la mancanza di partecipazione sperata, Sirius, che evidentemente
moriva dalla voglia di dire qualcosa, decise di non sperare
più che James gli chiedesse cosa aveva fatto durante la
giornata, perciò cambio tattica.
“Sai oggi sono andato a farmi un giretto, visto che tu eri
impegnato in un compito di tale importanza…”
James non colse affatto la pesante allusione.
“Uhmm..”
“Vabbè, comunque sono venuto a sapere che
è arrivata una ragazza nuova”.
Pausa ad effetto.
Niente. Forse Sirius doveva dargli qualche notizia in più.
“E’ entrata a casa di Mary McDonald insieme ad
Alice Brown... Mi è sembrata piuttosto carina.”
Trattenne il respiro, forse ora avrebbe capito. Infatti, un minimo
cambiamento d’interesse ci fu, ma non quello sperato.
“Felpato, non ti sembra di esagerare un po’? Mi
stai distruggendo tutto il vicinato femminile con le tue
cavolate… babbano e non…” lo
rimproverò lievemente James, “non ho voglia di
sentire altri parenti che si vengono a lamentare perché una
ragazza non parla più, non mangia più ecc
ecc… dopo la seconda famiglia sono diventati particolarmente
noiosi da intrattenere”.
Non si era neanche degnato di alzare lo sguardo. Gesù, ma
guardate un po’ se doveva beccarlo durante il suo passatempo
preferito.
“Uff… non assomigliare a Remus,
ora…”
Gli stava distruggendo l’eccitazione in questa maniera,
doveva essere più esplicito ancora.
“Non è questo il punto. Pare che questa ragazza
sia molto amica di Mary e Alice..”
“… Ma chi è stato che ha volato con la
mia scopa dentro un cespuglio?!?! Guarda qui! E’ pieno di
foglie tra i rami!”
Forse aveva ragione Evans, il troppo volare gli aveva danneggiato
irreparabilmente il cervello; era davvero un idiota; ormai ci sarebbe
arrivato anche Codaliscia.
“Sono stato io, va bene? Ma mi stai ascoltando?”
“Uhmm…”
Ora, James era troppo impegnato a raschiare via delicatamente
un’altra macchia.
Santi Numi. Doveva essere molto molto più esplicito.
D’accordo. Se non voleva arrivarci da solo,
l’avrebbe aiutato lui.
“Sembra che… questa ragazza abbia capelli rosso
scuro e occhi verdi, ti dice niente?” chiese Sirius con
falsissima indifferenza, in realtà l’emozione era
salita alle stelle. Sarebbe stato davvero interessante vedere la sua
reazione ora.
PANF!!!
James era saltato su dalla sedia con la velocità di uno
spara-missili lasciando cadere la scopa, fino a tre secondi prima degna
di tutta la sua attenzione, rovinosamente a terra con uno schianto. I
capelli, naturalmente ritti come spaghetti, sembravano elettrizzati e
gli occhi sparavano scintille.
Ora si che si ragionava.
Sirius si lasciò andare allo sghignazzamento tanto agognato.
“Evans è qui?!?!?!?!?!?! E tu, con una notizia del
genere, sei stato a cincischiare tre ore su delle cazzate?! Ma io ti
uccido!” Sirius non ebbe il tempo di aprir bocca che
già James gli era saltato addosso, tempestandolo di pugni.
Classico divertimento preferito del gene Y. Patetico.
“Questo è il Rammy!”
James si fermò un attimo a riflettere.
“Ma perché è qui, a Godric’s
Hollow?”
“Boh, che ne so! Sarà andata a trovare Mary e
Alice, no?”
“Si forse si”.
“Ma che ti importa? Allora? Cosa intendi fare,
ora???”
James guardò il suo amico: sembrava un bambino in attesa di
ricevere le caramelle, tanto era emozionato.
Già, e ora
cosa faccio?
…
Cavolo, mi serve Remus!
°°°
Ma Remus non arrivò.
Prolungandosi in lunghissime scuse, disse che proprio non poteva
allontanarsi da casa ora che era il periodo della luna piena,
c’era troppa gente a Godric’s Hollow che rischiava
di essere morsa. A nulla valsero le rassicurazioni di James e Sirius,
non avrebbe messo in pericolo nessuno, era troppo pericoloso. Aggiunse
che però avrebbe voluto raggiungerli davvero, anche
perché temeva che James avrebbe fatto qualche altra cavolata
in sua assenza. Lui, a un certo punto, si fece talmente prendere
dall’ansia da scoppiare in una risata isterica e giurare che
non sarebbe più uscito di casa per tutto il periodo in cui
lei era lì.
Ora, non dovete pensare che James sia un codardo o che non volesse
vederla, era solo molto in ansia: come comportarsi con lei dopo averla
torturata per cinque anni e poi bruscamente ignorata? Come
avrebbe reagito lei a vederlo? Avrebbe urlato? L’avrebbe
ignorato? Oppure, (James non osava neppure sperare una cosa simile)
avrebbe provato a intavolare una conversazione? E
nell’assurda eventualità che ciò fosse
successo, lui come avrebbe dovuto rispondere?
Remus, a questo interrogativo, seppe solo dirgli di essere se stesso,
per poi aggiungere che sarebbe andata a meraviglia, aggiungendo le sue
speranze su un felice proseguimento di vacanze.
Come post scriptum, in un’insolita botta di umorismo, gli
raccomandò di fare esattamente il contrario di quello che
gli suggeriva Felpato; provocando, in tal maniera, le risate di James e
le imprecazioni di Sirius.
Quella notte nessuno dei nostri due protagonisti riuscì a
chiudere occhio, girandosi e rigirandosi nel letto si ponevano gli
stessi interrogativi, neanche fossero stati due fidanzati che avevano
litigato, alternando preoccupazione a irritazione nei confronti dei
reciproci amici che, ignari dei loro travagli dormivano della grossa. E
la cosa davvero divertente era che nessuno dei due avrebbe potuto
immaginare, neppure nei suoi più lontani pensieri, che
l’altro si poneva le stesse domande a pochi metri di distanza.
James perché era sicuro che a lei non importasse proprio un
fico secco di lui; a Lily perché pensava che lui era sia
beatamente inconsapevole della sua presenza sia disinteressato a lei
davvero (era convinta di rappresentare l’ennesima sfida).
E anche lei, ovviamente, si chiedeva come lui avrebbe reagito nel
vederla: gli stessi interrogativi, ignorerà?
Parlerà? Deriderà?
Tutto dipendeva per entrambi dalla reazione che avrebbe avuto
l’altro. Probabilmente, ma questo non ci è dato
sapere, sarebbero rimasti impalati come stoccafissi a fissarsi a
vicenda.
Stiamo usando il condizionale perché gli eventi, purtroppo,
non aspettano i comodi di due ragazzi che stanno per amarsi;
perché, ripetiamo, purtroppo, la guerra non sa quanto per il
mondo sia diecimila volte meglio l’amore dell’odio,
i baci dei pugni, le carezze del sangue; e anche se lo sapesse, non
gliene fregherebbe niente.
Così, entrambi stavano torcendosi le mani e camminando
nervosamente per la stanza quando accadde.
All’improvviso, senza ragioni, né preavviso.
Tutto ebbe inizio quando si sentì improvvisamente un urlo
isolato tra la sonnacchiosa atmosfera di una tranquilla domenica
mattina. Una crepa in un muro che separava la gente comune dalla
guerra. Basta un mattone fuori posto per far crollare tutto.
E poi arrivò il finimondo.
Un corri corri per le strade, botti nelle vie, strilli, urla, curiosi
alle finestre, schiocchi di chi si smaterializzava, canti stonati,
gente ubriaca a braccetto e ancora: strilli, urla. E poi,
l’inevitabile, maghi mascherati che torturavano babbani,
entravano nelle case, gridavano: per la gloria del Signore Oscuro!
“James, Sirius, restate in casa!”
“No, mamma!”
“NON MUOVERTI DI QUI!”
SBAM!
Per un secondo i due rimasero fermi, a guardare la porta che continuava
a sbattere, sentendo le grida che venivano da fuori, stringendo i pugni
e la bacchetta, rosi dalla voglia di uscire.
Ma come sappiamo bene, James Potter è famoso per fregarsene
delle regole.
“Ma col cavolo!”
E entrambi corsero fuori senza pensarci due volte.
“Ragazze, nascondetevi!”
SBAM!
Si, forse non erano altro: tre ragazze, bacchette alla mano, immobili
davanti a quella porta, impotenti…
Ma forse no…
“Vaffanculo! Io vado fuori!”
Dentro la testa di Lily scattò il consueto allarme: -Ordine,
ordine! Obbedire!-
“Ma, Mar, tuo padre…”
“Lily! Io non guardo i miei morire senza fare
niente!” strillò quella, quasi con le lacrime agli
occhi, la guardava come per pregarla, come per chiederle un permesso.
Alice faceva scattare lo sguardo dall’una all’altra.
Lily fissò l’amica. Capì.
Andò e per prima si precipitò fuori, seguita a
ruota dalle altre.
E fuori era l’inferno.
I tetti bruciavano, le urla spadroneggiavano ovunque, e un enorme
Marchio Nero stanziava in mezzo alla strada. Qualcuno era stato ucciso.
A quella vista Lily sentì il sangue bollirle nelle vene, di
nuovo.
Chiunque fosse stato non meritava di morire.
Poi, come attirata da una forza intangibile, sentì di dover
volgere lo sguardo a destra, e lo vide. Vide James. Come lei, stringeva
convulsamente la bacchetta guardandosi intorno. Sembrava arrabbiato.
No, era proprio incazzato nero. E non aveva paura. Come lei, ora
sentiva solo rabbia.
Rabbia per quegli stronzi che stavano distruggendo il loro futuro.
Rabbia per le persone uccise.
Rabbia perché nessuno meritava di morire. Nessuno.
Rabbia perché persone che amavano erano lì e
rischiavano la vita.
Rabbia perché quel bastardo che chiamavano Voldemort non
combatteva di persona le sue battaglie.
Rabbia perché entrambi erano lì, a assistere a
quello scempio, e perché nessuno dei due avrebbe voluto che
l’altro si trovasse lì.
Anche lui la guardò.
E per la prima volta, i loro sguardi erano sinceri.
Niente maschere, niente finzioni o immagini da difendere.
Solo James e Lily di fronte a quella crudeltà.
E si capirono. Videro nello sguardo dell’altro la stessa
rabbia, la stessa voglia d’intervenire.
Lily vide James andarle incontro con decisione. Lo osservò
senza sorprendersi; ormai non c’erano più dilemmi
adolescenziali, la guerra non lasciava posto per quelli.
Vide quello sguardo ambrato posarsi su di lei, a pochi metri di
distanza.
Lily pensò che era ancora più bello di come se lo
ricordava. Non l’avrebbe creduto possibile.
E esisteva solo quello. Lui, lei e la battaglia.
E sentiva solo quello: un boato confuso di sottofondo, la stretta
spasmodica alla bacchetta e lo sguardo di lui sulla pelle; e non
serviva altro.
James sembrava deciso come non lo era mai stato, perché
quella non era la sicurezza strafottente di un ragazzino borioso.
Quella era la convinzione di un uomo che sa di esser pronto a morire
per fare del mondo un posto migliore.
E Lily era certa che la stessa luce che vedeva brillargli negli occhi,
l’avrebbe vista specchiata nei suoi.
Vide James alzare la mano, deciso, davanti a sé, spezzando
il suo profilo, e sentì che diceva:
“Pronta a combattere con me, Evans?”
Lily lo guardò: nessuno scherzo, solo un’offerta
sincera. E quasi sorprese sé stessa
nell’avvicinarsi a lui senza timore, annullando la distanza
minima che c’era.
Di slancio gli strinse la mano con forza avvicinandola al petto,
talmente vicina che le loro fronti si sfioravano, e, sentendo il suo
fiato caldo sul viso, avvertì che l’eccitazione le
saliva alle stelle.
Incatenarono i loro sguardi e si sentirono sicuri.
E mentre i loro pollici si incrociavano in una morsa indissolubile
disse:
“Sempre, Potter.”
Istantaneamente James e Lily sollevarono gli angoli della bocca; Si
sorrisero per la prima volta.
Non si sarebbero fidati così di nessun altro:
un’intesa perfetta, una voglia di combattere identica.
Contemporaneamente si voltarono e si appoggiarono alle reciproche
spalle, alzando le bacchette in posizione difensiva nello stesso
istante.
E cominciarono a combattere.
Anche all’inferno si
può essere felici
°°°
Quando gli uomini del Ministero arrivarono James era sporco, lacero,
insanguinato e stanco da morire. Era indubbio che aveva combattuto con
forza e determinazione, ma dobbiamo sempre ricordarci che lui era solo
un diciassettenne; un diciassettenne contro un Mangiamorte armato e
poco incline al perdono.
Sembrava che non finissero mai, ogni volta ce n’era sempre un
altro che sbucava fuori a sostituire quello che era caduto.
Si, era vero che le loro conoscenze magiche quasi si uguagliavano; ma
lui combatteva per immobilizzare, loro per uccidere.
Le maledizione volavano ovunque e già dopo soli cinque
minuti James cominciò a sbirciare a destra e a sinistra ogni
volta che gli era possibile, preoccupatissimo, per controllare i suoi
amici. Sirius era sempre più in difficoltà di
lui: stava affrontando i fantasmi del suo passato combattendo contro la
cugina e il fratello, e per lui era tremendamente difficile battersi
contro di loro. James avrebbe tanto voluto aiutarlo ma non riusciva mai
a raggiungerlo. Lily se la cavava alla grande, non era affatto una
femminuccia nonostante il suo aspetto innocuo, e soprattutto grazie a
questo aveva molto spesso l’effetto sorpresa dalla sua; quasi
nessuno si aspettava la sua abilità magica.
James si preoccupava anche delle altre Grifondoro accanto a lui: Mary e
Alice; a un certo punto una di loro fu disarmata e crollò a
terra, James sentì il cuore balzargli in petto per
l’ansia, si liberò immediatamente di un tipo
grosso ma un po’ lento che gli stava di fronte e
colpì alle spalle quello sopra la ragazza. La vide
rivolgergli uno sguardo carico di gratitudine mentre il Mangiamorte
crollava a terra, poi James gli porse la mano e la fece alzare.
A un certo punto anche Frank Paciock si unì a loro; James si
sorprese nell’osservarlo: aveva sempre creduto che fosse solo
un’idiota con un bel faccino, invece era piuttosto abile.
I ragazzi ebbero di che esser fieri di loro stessi, riuscivano ad
atterrare più Mangiamorte da soli che insieme a tutti gli
altri maghi rimasti, ma nessuno di loro aveva un serbatoio infinito di
energie e dopo un po’ James sentì che un polso gli
si era rotto e che le gambe gli tremavano.
Perciò fu con un bel sospirone di sollievo che
sentì numerosi schiocchi rompere l’aria densa di
fumo e una mano posarsi sulla sua spalla, guidandolo a un ciglio della
strada.
I Mangiamorte non erano organizzati; quasi tutti si spaventarono e
riuscirono a fuggire, altri furono fermati e catturati.
Reggendosi il polso rotto con la mano, James si diresse verso il
marciapiede dove stavano accasciati tutti quelli che avevano
combattuto, Lily compresa. Aveva tante cose da dirle, tante altre che
dovevano essere spiegate, ancora di più che sarebbero state
dette.
Purtroppo non fece in tempo a realizzare nessuno di questi desideri
perché all’improvviso si trovò a
fissare una folta chioma nera e sentì due mani tremanti che
lo stringevano. Dopo neanche un secondo Susan Potter si
staccò dal figlio e lo schiaffeggiò.
“Ti avevo detto di restare in casa! Hai idea di cosa ho
provato nel vedere che ti battevi contro quegli uomini? Io..
io..” quella donna che gli era sempre sembrata tanto forte
aveva le labbra che tremavano e gli occhi pieni di lacrime.
Senza dire una parola, James la abbracciò.
“Va tutto bene, mamma. Sono qui…”
Il polso gli faceva un male tremendo, ma cercò di ignorarlo.
La sentì singhiozzargli sulla camicia, inzuppandola tutta di
acqua sale. A quel punto arrivò un uomo che gli assomigliava
molto, con gli occhiali rotti, un taglio sul viso e un sorriso a
trentadue denti fra le labbra.
“Sei stato grande, James!”
“J-jhon!”
“Ma Susan, è vero!”
James scosse la testa. Che tipi i suoi genitori!
°°°
Nessun adolescente senza danni permanenti celebrali può
combattere insieme a un altro adolescente un gruppo di Mangiamorte
assetati di sangue senza farci amicizia dopo. E visto che nel nostro
caso non c’erano problemi di questo tipo accadde proprio
così. James, Sirius, Lily, Mary, Alice e Frank divennero,
durante il resto della vacanze estive, inseparabili. Non si poteva
girare per le viuzze di Godric’s Hollow senza vedere quei sei
tutti insieme; e se non erano lì, sicuramente potevano
essere trovati a casa di James, o di Mary, o di Alice. Comunque, non si
lasciavano mai.
Potevano essere colti in un qualsiasi cambiamento d’umore:
dal serio, al divertito; ma sempre insieme. A una settimana dal primo
settembre, decisero di raggiungerli anche Peter, Remus e Amelia, per
passare insieme quel po’ di tempo che era loro rimasto.
E da sei divennero nove. Così i due gruppetti più
famosi di Hogwarts si unirono in un tutt’uno. I Malandrini
erano famosi per i motivi che tutti noi sappiamo: scalmanati,
affascinanti, attaccabrighe ma veri amici; erano inconfondibili.
Lily, Mary, Alice e Amelia (affettuosamente soprannominate dagli
studenti la MALA band) avevano dei caratteri tali da essersi acquistate
una certa fama in tutta la scuola. Lily, Prefetto responsabile,
Studente migliore di Grifondoro, Eccellente pozionista, si era lasciata
troppo spesso andare alle scaramucce con Potter per non essere notata.
Mary, fiera Grifondoro, amava attaccar briga con tutti quelli che
offendevano lei o le sue amiche, con una lingua talmente tagliente da
far paura alle peggiori pettegole. Alice e Amelia, indispensabili
seguaci, erano un po’ i pezzi che completavano il puzzle.
Una volta uniti, I Malandrini, la Mala band e Frank sembravano esser
nati per stare insieme: formavano un crogiolo incredibile di caratteri
completamente diversi ma risultavano essere in assoluta sintonia fra
loro. E non sapevano che una volta incontratisi, non si sarebbero
lasciati mai più.
ma ciaaaaaaaaaao!!! eccomi qua con un nuovo capitolo!!!
(visto mi è passata la depressione! sarà che sono
cominciate le vacanze di pasqua :)
visto, che roba?!?! le cose cominciano a farsi serie: arrivano i
Mangiamorte e James e Lily cominciano a frequentarsi...
yuppie!!! tranquilli, all'inizio le cose non andranno proprio proprio
benissimo, ma poi cominceranno a fidarsi l'uno dell'altra sempre
più.
comunque, vi è piaciuto il momento in cui hanno cominciato a
capirsi??? quello prima della battaglia???
ecco, lì vorrei fare una precisazione: la stretta di mano
non è come quelle banali che si dicono in "piacere Marti";
ma è una stretta diversa, ho chiesto in giro se ha un nome
parrticolare, ma l'unica risposta che ho ottenuto (da mio padre)
è stata: è una presa da rapper!!
ma non pensate che i protagonisti si sono messi a darsi le spallate in
mezzo alla guerra, eh!!
vabbè forse non è così importante, ma
a me piaceva quest'immagine.
passiamo ai ringraziamenti:
ALEO3: ti giuro che verrei lì a baciarti se potessi (non
prenderla come una minaccia ma come un complimento); grazie per aver
riposto in me la tua fiducia!!! è strano pensare che fra le
tante, sicuramente più meravigliiose, fic che ci sono di
Lily/James tu abbia deciso di leggere la mia. ma grazie, comunque!!
spero di non deluderti in seguito!!!
LILLY94: ciao!! ah, tu sei una delle poche che ha continuato a
recensire la mia fic!!! un milione di baci!! gli altri non ho idea di
dove siano andati a finire... forse la mia pazzia li ha sconvolti
troppo e hanno deciso di andare alla ricerca di fic più
intelligenti, e come dargli torto...
HERMY101: grazie anche a te per esser rimasta a sorbirti i
miei deliri! ti è piaciuto il fatto che a Vernon piaceva
Lily?? ehehehehe!! blah, non vorrei essere al suo posto! yesssss! come
hai visto a Godric's Hollow abita anche James!!!
e con questo termino... recensite numerosi e non deludetemi!!!
boh, spero vi piaccia questo capitolo...
Tugs**
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Capitolo 5 *** ARRIVO TRAUMATICO ***
CAPITOLO 5:
ARRIVO TRAUMATICO
James stava camminando mano nella mano con la ragazza più
fantastica della terra. Erano in una meravigliosa spiaggia tropicale,
il vento soffiava leggero, scostando lievemente la camicia a fiori e la
gonna Hawaiana. La luna splendeva e James sapeva che Lily era felice.
Tutto era perfetto.
Improvvisamente, la luna assunse le sembianze di un profilo noto. Ora,
al suo posto c’era la McGranitt che lo fissava con
severità. La professoressa rimproverò
James, dicendogli che non aveva fatto i compiti di Trasfigurazione.
James disse che questo non era possibile perché ancora erano
in vacanza e poi lui i compiti li aveva finiti, ma la McGranitt diceva
di no e inoltre sosteneva che lui non si era presentato alla punizione.
Lily si scostò da lui e, scuotendo la testa, disse che era
stato un immaturo a non essersi presentato alla punizione. James
protestava che lui non lo sapeva, altrimenti sarebbe venuto, ma lei non
ci credeva e lo guardava con delusione, mentre la testa della prof
affermava che non sarebbe mai diventato un buon Auror se non studiava
Trasfigurazione. James disse che era impossibile, perché
quella era la materia in cui andava meglio, ma Lily non ci credeva e si
allontanava sempre più. Lui non voleva che lei se ne
andasse, doveva dirle che ancora erano in vacanza e che avrebbe sempre
fatto i compiti di Trasfigurazione se questo le faceva piacere. James
cercava di correre, ma lei si allontanava sempre più, sempre
più…
DRIIIIIIN!
No, no, devo
raggiungerla…
DRIIIIIN!
Fermati, Lily…
DRIIIIN! DRIIIIIN!
Non andartene…
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!!
“Ma chi è?” sbottò la voce
impastata di Sirius.
James sentì il cigolio del materasso mentre
l’amico si alzava e i suoi passi pesanti sulle scale. Un
rovistare con le chiavi e il suono della porta che si apriva. Con una
potenza tale da far concorrenza alla madre di Sirius quando si
arrabbiava, una voce, la sua voce gridò: “Black!
Ma che diavolo state facendo? Tra mezz’ora il treno
parte!!”.
James era confuso, Lily non era alle Hawaii? Comunque, non
c’erano dubbi che fosse lei, aveva anche usato il cognome,
ritornando alle vecchie abitudini, come sempre quando si arrabbiava.
“Cazzo!”
Altri passi, stavolta più affrettati e più
numerosi, salirono le scale.
“Ramoso, alzati!! Cazzo, cazzo, cazzo... questa è
la volta buona che lo perdiamo!”
James non capiva, perdere cosa?
“Uhmm?”
Si sentì un sonoro schiocco e all’improvviso il
mondo si capovolse. James si ritrovò con la maglietta
davanti alla faccia che gli andava in bocca mentre numerose risatine di
sottofondo sghignazzavano.
“Ehi!”
“Guarda e impara, Blackkino. Così si convincono
gli amici ad alzarsi...” disse una voce femminile.
Un altro schiocco e sentì di nuovo il materasso sotto di
sé. James lottò con le coperte un secondo, poi
riuscì a riacquistare la vista e vide una Mary notevolmente
soddisfatta sullo stipite della porta, con dietro delle forme confuse.
“Mary, un giorno o l’altro io e te dovremo fare una
chiacchierata!”
“Se, se, muoviti, và!”
James sbottò e guardò l’ora: le sette e
trentadue.
“Oh, merda!”
James balzò in piedi alla velocità della luce e
cominciò a buttare a caso i vestiti sul baule. (il mio James
non ha ancora gli occhiali, NdA)
“Non ci credo, NON CI CREDO!!!” strillò
Lily, “dovete ANCHE finire di fare i bagagli!”.
Sirius smise di buttare vari tipi di boxer nel baule e si
girò a fissarla: “Lil, sei simpatica e tutto
quanto; ma giuro che quando fai così non ti sopporto!
Potreste aiutarci, invece!”
“Ah, certo. Sirius, già dovresti ringraziarci che
ti abbiamo svegliato!”
“Vero”, riconobbe James a malincuore, chiudendo il
baule di scatto e afferrando la bacchetta.
C’era un problema: doveva cambiarsi. Si guardò
intorno: le ragazze erano tutte lì che lo fissavano. Decise
che non gliene importava più di tanto, non c’era
tempo di mandarle via. Così si afferrò un lembo
della maglietta e si spogliò, seguito a ruota da Sirius.
“Aaaaaaah!”
“Questo, potevate evitarlo”, sibilò
irritata Alice.
James si girò: la pelle di Lily aveva assunto una
tonalità tale da confondersi con i suoi capelli; Amelia si
era girata e si copriva il volto con le mani; Alice li fissava
scocciata; Mary, invece, li squadrava con interesse, come a valutarli.
“Eddai, dovreste ringraziarci!”
ridacchiò James.
“E di cosa, di grazia?” chiese Lily, ancora rossa.
“Di avervi dato questa possibilità! Non capita
mica a tutte le ragazze…” rispose Sirius
sghignazzando.
“Ah, ah, ah” fece Alice, ironica “forse
dovremmo escludere tutte quelle che hanno visto anche di
più” disse, sottolineando le ultime parole facendo
le virgolette con le dita.
“Ali!!” strillò Amelia.
“Sentite, quando ci siamo offerte di aspettarvi per andare
tutti insieme alla stazione, non pensavamo che questo avrebbe implicato
il fatto di doverlo anche perdere, il treno”
sbottò Lily.
“Questo, effettivamente, non era in programma” le
rispose James mentre scendeva le scale due alla volta, trascinandosi
dietro il dolce peso del baule, con tutti gli altri al suo seguito.
“Hanno fatto bene Remus e Peter, ad andarsene
ieri!” esclamò Alice.
“Ma dai, e il gusto per il rischio dove lo
mettete?” chiese Sirius dalla cima delle scale.
“Il gusto per il rischio non è necessariamente
quello di far perdere punti a Grifondoro appena arriviamo!”
“Tanto ci sei sempre tu, Lil, a farceli guadagnare”
“E poi lo facciamo sempre!” esclamò
James, aprendo la porta.
Maledizione a me che ho
detto a mamma e babbo di andarsene tranquillamente in vacanza. Cavolo!
Non mi sono neanche guardato allo specchio! Avrò dei capelli
orrendi! Ma perché lei mi deve sempre beccare nelle
situazioni più imbarazzanti?!?!
“Ora”
“Sette e trentanove”
“Però, niente male, vi siete cambiati in neanche
dieci minuti” osservò Mary con ammirazione.
“Eh, grazie, grazie” s’inchinò
Sirius.
“Questo non è il momento di fare i
cretini” s’intromise Lily.
“Allora: siamo in sei, non possiamo materializzarci entro i
confini della stazione (infatti le linee di materializzazione erano
controllate dai Mangiamorte) e dobbiamo arrivare entro venti minuti a
King’s Cross. Qualche idea?” chiese James.
Per una volta, tutti rimasero in silenzio.
“Ce ne freghiamo e ci materializziamo lo stesso”
risposero insieme Mary e Sirius.
“E’ escluso!” fece Amelia, guardandoli
male.
“Usiamo i mezzi babbani?” chiese Lily.
“Troppo tempo” la bocciò Sirius.
“Mandiamo una lettera a Hogwarts?” chiese Alice.
“E questo cosa risolve?” chiese Lily.
“Ci sono!” esclamò James, con il
più malandrinesco dei sorrisi.
“Cosa?” chiesero tutti.
°°°
“Io ti odio, Potter, ti o-di-o, te l’ho mai
detto?”
“Sì, mi pare di averla già
sentita...” disse, un sorriso nella voce.
James si girò a guardarla, era dietro di lui, decisamente obtorto collo (di
malavoglia, NdA) con le braccia incrociate sul petto con
un’aria molto infreddolita e scocciata.
La faccia imbronciata le faceva sporgere un po’ il labbro
inferiore, più rosso del normale per il freddo, gli occhi
smeraldini brillavano e i capelli rossi le incorniciavano il viso,
disordinati dalla brezza; James ebbe un moto d’affetto:
com’era tenera!
“Se tu non fossi così incredibilmente ostinata,
Evans, avresti accettato il mio mantello e ora non saresti ridotta a un
cubetto di ghiaccio!”
Quando non udì nessuna risposta, James non
poté impedirsi di sorridere ancora.
Erano tutti a cavallo delle scope di James a coppie: Sirius con Alice e
Mary con Amelia (quest’ultima decisamente terrorizzata che si
stringeva convulsamente alla vita della sua accompagnatrice) e stavano
volando alla volta della stazione. I bagagli erano appesi alle code
delle scope e tutti si erano gettati degli incantesimi di disillusione
addosso.
“Comunque, siamo quasi arrivati” la
rassicurò James, osservando attentamente il paesaggio sotto
di loro.
Lily assunse un’aria curiosa “Ma come fai a
orientarti in cielo?”
James sbuffò: “E tu come fai ad amare
Pozioni?”
Una risatina. “E questo cosa c’entra?”
“Tutto. Sono doni. Punto. Mi sembra molto più
semplice riconoscere le cose dall’alto che da terra;
esattamente come per te è piacevole aspirare fumi tossici
per due ore di fila”
Stavolta Lily proruppe in una risata aperta a causa del tono disgustato
di James. Com’era bello sentire quel suono!
“Non sono tossici! E tu, come fai a trasfigurare ogni cosa
alla prima prova?”
“Le cose sono talmente affascinante dal mio tocco che mi
obbediscono all’istante.” James aspettò
in ansia la risposta alla sua battuta. Forse aveva osato troppo.
… silenzio. L’aveva presa male?
All’improvviso, James sentì una fitta al fianco.
“Ma stai zitto, scemo!”
James sobbalzò sulla scopa, facendoli sbandare
pericolosamente. Lei sembrò ignorarlo, continuando a fargli
il solletico.
“Ah, Evans! Ahahahah! Smettila, dai! Che se caschiamo ci
uccidiamo!”
“Ne sarà valsa la pena!” fu
l’unica risposta; ma smise di dargli fastidio.
“Scusate piccioncini,” arrivò la voce
strafottente di Sirius, “Siamo arrivati!”
°°°
“Ora”
“Sette e cinquantasette”
“Dai che ce la facciamo!”
I sei stavano correndo come dannati, alla stazione, per arrivare in
tempo.
Appena James vide il cartello giusto, si fiondò sul muro
senza preoccuparsi degli sguardi altrui e, felice, inspirò
l’aria satura di fumo della stazione nove e tre quarti mentre
gli ultimi ritardatari gli correvano intorno.
°°°
“Dove cavolo eravate finiti?” chiese Remus,
scocciato, vedendoli entrare scarmigliati e senza fiato nello
scompartimento dove c’erano lui, Frank e Codaliscia.
“James e Sirius hanno avuto la bella pensata di farsi cinque
minuti in più di dormita” sbottò Lily
lasciandosi cadere accanto a lui, vicino al finestrino. James ebbe un
moto di fastidio e si mise di fronte a lei.
“Ancora!”
“Lo sai che noi, senza un po’ di moto, non
riusciamo a iniziare la giornata” disse Sirius e si mise
accanto a James.
“La verità è che ronfavano ancora della
grossa!” li smontò Mary, lasciandosi sedere
pesantemente accanto a Sirius. Amelia entrò e disse:
“E’ stato orrendo, e se qualcuno ci avesse
visti?”, chiese sedendosi dall’altro lato di Remus.
“Naaaah” rispose Sirius, sventolando una mano.
Alice entrò e si fece immediatamente rossa, mentre Frank
scattava in piedi.
“Ciao!”
“C-ciao”
“Ehmm, tutto ok il viaggio?”
Gli altri, tutti seduti, fissavano i due in piedi con facce
estremamente divertite. Per un attimo fu il silenzio.
“Ma che cariiiiiini!” squittì James con
aria zuccherosa.
“Potter!” ringhiò Lily con aria omicida.
Poi tutti scoppiarono a ridere e Alice si sedette accanto a Frank rossa
come un peperone, inciampando una quarantina di volte, lui le sorrise e
le prese la mano.
Nessuno fu così idiota da farlo notare agli altri.
°°°
“Non ci credo che tu dica questo!”
“E invece si!”
“Come puoi sostenere una cosa simile?”
“Come puoi tu sostenere il contrario!”
Tutti fissavano allibiti la coppia meno logorroica di Hogwarts: Remus
Lupin e Amelia Brown; erano esattamente sessantadue minuti e diciannove
secondi (ve lo possiamo dire con certezza perché Sirius,
divertito dalla sfida, li stava cronometrando) che discutevano
animatamente su un argomento che tutti avevano sempre ritenuto
estremamente noioso: l’iter legis della Gran Bretagna dal 14
a.C. a oggi; perché a quanto pare, si era scoperto, entrambi
nutrivano per essa accesi interressi.
“La legge del 1432 non può essere considerata
tecnicamente coerente con il governo che…” stava
dicendo Remus con enfasi.
“Dipende da che punto la prendi” ribatteva
un’altrettanto animata Amelia.
Sirius e James si stavano divertendo un mondo: Remus, il caro vecchio
Lunastorta, innamorato?
Stavano letteralmente sguazzando in questa nuova succosa
novità quando si sentì il rumore della porta che
si apriva. Tutti volsero lo sguardo verso il nuovo venuto, che si
rivelò essere Ernie Smith, in tutta la sua
muscolosità. L’irritazione generale fu subito
evidente: Mary, Alice e Amelia si lanciarono uno sguardo di triste
comprensione; Remus, Peter e Sirius uno di allarme.
All’istante gli occhi di tutti furono addosso a Lily, che era
arrossita leggermente e sembrava voler scomparire all’istante.
James, da parte sua, sembrava voler spaccare la macchina fotografica
con cui stava immortalando Remus e Amelia. Guardava Smith con
ostilità evidente e stringeva i pugni con violenza.
“Non si usa più bussare?” chiese
scontroso.
Lui, altrettanto gentile, lo ignorò completamente e si
rivolse alla ragazza: “Lily, Lumacorno vuole vederti, vieni
con me”.
Lei annuì brevemente e poi si alzò.
Smith le mise subito un braccio sulle spalle con fare quasi possessivo,
e appena fuori la appoggiò a una parete e si
chinò su di lei. Quando si udì uno schianto,
tutti capirono che le foto erano andate perdute.
***
Lily pensava.
E bisogna ammettere che la cosa è un po’
strana, perché di solito, quando qualcuno viene
baciato, cerca soltanto di godersi quel momento. Ma questo
non è il caso della nostra rossa.
Uffa, ma
perché è entrato così, senza dire
neanche una parola di saluto? Che grezzo! Forse Alice e Mary hanno
ragione. Dovrei lasciarlo.
Blah!
Com’è viscido quando bacia! Perché non
me ne sono mai accorta prima? Che scortese! E la mano? Ma che sta
facendo?dove la vuole mettere?
Con un brivido, Lily si staccò all’istante.
Sentiva un’improvvisa necessità di dirne quattro a
quell’idiota, ma si trattenne; non tanto perché
gli importava di lui, quanto perché non aveva voglia di
litigare.
“Andiamo?”
Lui sembrò un po’ scocciato, ma poi le prese la
mano e la guidò verso lo scompartimento di Lumacorno.
La sua mano è
troppo grande. E appiccicosa. Sì, è appiccicosa.
Ma perché suda così? Mica fa tanto caldo, cavolo!
Che assurdità. La sua mano è sempre stata
così. Resta il fatto che è disgustoso.
Allora perché Lily si sentiva a disagio a tenergliela?
Perché le sembrava così sbagliato? Ernie sembrava
perfettamente normale, a proprio agio. Come d’altronde era
sempre.
Lo sguardo che le rivolse le sembrò vuoto e insignificante.
“Fatto buone vacanze?”
“Mi hanno attaccato i Mangiamorte”
“Ah. A me no”.
Cavolo, ci potrei
scrivere un tema su una risposta simile. A me no. Uhmm, forse dovrei
proporlo alla professoressa McGranitt, sono certa che anche lei lo
troverebbe illuminante. A me no. Anche il mio criceto riuscirebbe a
elaborare una frase più sensata, dopo avergli detto che mi
hanno attaccato, o no?
La sfilza di vaneggiamenti terminarono quando arrivarono allo
scompartimento.
“Ci vediamo dopo, ok?” le disse facendole
l’occhiolino.
Lily si prese la libertà di rabbrividire, poi si promise di
risolvere la faccenda al più presto.
“Lily, mia cara! Entra, entra, mancavi solo tu! Che gioia
vederti!”
“Professore” salutò lei, prima di
entrare e di sorridere radiosa a Lumacorno, che sembrava felice come un
bambino solo alla sua vista.
°°°
“Ehmm, scusate. Lily, dovremmo andare a
pattugliare i corridoi.”
Lei guardò con gratitudine Remus, il suo salvatore.
“Oh, oh si, certo. Andate. Mia cara, noi ci vediamo a
lezione” rispose un Lumacorno un po’ triste,
facendole l’occhiolino.
Lei si alzò senza indugio, chiudendo delicatamente lo
scompartimento dietro di sé.
“Remus, ma io ti amo! Ti scolpirei una statua, ti coronerei
di alloro, ti bacerei!”
“Muoviti, va là!” le disse lui, dandole
uno scappellotto e sorridendo.
Dopo aver pattugliato i corridoi e dopo che Lily si disperse in
ringraziamenti, a volte anche molto imbarazzanti, i due tornarono verso
il loro scompartimento.
“Remmy, tu sei la persona più fantastica di questa
terra. Il mio Dio, la mia unica ragione di vita,
il…”, come avete potuto constatare da soli, Lily
doveva proprio averci preso gusto col lodare Remus e, vedendo che
arrossiva a ogni complimento, aveva deciso di esagerare un
po’.
“Beh, cos’è tutto questo
chiasso?” chiese Sirius, curioso.
“Ho portato via Lily dal Lumaclub e mi sta rompendo da
allora”
“Io? Io sto solo rendendo note a tutto il mondo le tue
meravigliose qualità” spiegò Lily con
un sorriso talmente aperto che tutti scoppiarono a ridere.
“Tu sei fuori!”
“Chi l’avrebbe detto, la nostra Lil, una vera
Malandrina!”
“Tse” sbottò Mary, “voi non
avete idea di cosa è capace questa qua!”
A quelle parole, Amelia, Alice e Lily risero, memori di antiche pazzie.
“Noooooo, cosa hai fatto, Lil?” chiese curioso
James, sorridendo malizioso, “ora vogliamo saperlo!”
“Niente!”, diamine perché era arrossita
come un idiota quando James le aveva sorriso?
“Li-ly, Li-ly, Li-ly” cominciarono a gridare tutti
quanti.
A quel punto Mary si alzò in piedi, al centro dello
scompartimento e disse: “Tutti quelli che desiderano sapere
di cosa è capace questa ragazza, alzino la mano”.
Inutile dire che otto mani scattarono in su, mentre tutti ignoravano la
povera rossa che strillava il suo dissenso.
“Perfetto” sghignazzò quella che credeva
essere la sua migliore amica, “allora appuntamento stasera in
camera nostra!”
“Mar, io ti odio!”
°°°
Tre colpi alla porta.
“Eccoli sono loro!”
“Ali, io lo faccio solo per te e per Frank!”
Alice abbracciò l’amica, felice come non era mai
stata.
“Grazie, Liletta!”
“Però voglio fare da testimone!”
“Per cosa?” chiese curioso James, che fece il suo
ingresso trionfale con addosso solo i pantaloni da ginnastica, seguito
da Remus, Sirius che aveva la stessa “divisa”,
Peter e Frank.
“Niente!” trillò Alice, con un sorrisone
trentadue denti.
“James, dimmi, ti riesce così difficile
vestirti?” chiese Lily mentre lo squadrava da capo a piedi.
Quello, ben lungi dall’essere in imbarazzo,
sghignazzò tutto contento e rispose.
“Perché, t’imbarazzo forse?”
Dio,
com’è malizioso! Pensa sempre che gli vada dietro.
Certo che… cavolo! Mammamia, è proprio bello! E
ti credo che ha mezza Hogwarts dietro…
“Ti piacerebbe!”
Lui si mise una mano nei capelli e sorrise. Lily ebbe un moto
d’affetto per quel belloccio che una volta non sopportava.
Com’erano arrivati a questo punto? Da quando le sue vanterie
non la facevano diventare nera di rabbia ma sorridere, scuotendo la
testa? Da quando quel suo gesto abituale di scapecciarsi i capelli la
faceva intenerire? Forse da quando aveva capito che lo faceva
abitualmente e non per attirare l’attenzione?
Lily guardò quel branco di adolescenti che si era appostato
in camera sua. Alice e Frank sembravano già presi dal loro
mondo, parlandosi dolcemente all’orecchio, seduti sul letto
di lei. Amelia e Remus erano seduti vicini e guardavano sorridenti
Sirius e Mary che avevano trasformato il pavimento in un campo da
wrestling, ingaggiando un combattimento. La sua amica le stava suonando
a Sirius. Peter fissava Sirius in estasi, seduto da solo. E James? Lily
lo cercò con lo sguardo. Si era seduto proprio sul suo
letto, quello accanto alla finestra, e guardava lei. Quando si accorse
di essere ricambiato, le sorrise e batté la mano sul letto
vicino a lui, invitandola a sedersi.
Lily pensò che una simile proposta, l’avrebbe
orripilata solo pochi mesi prima. Come d’altra parte
l’avrebbe orripilata anche l’idea di trovarsi
cinque maschi in camera senza permesso. Eh,sì, da quando
Piton era uscito dalla sua vita, Lily era più leggera, meno
fissata con le regole, e prendeva la vita con più allegria.
Quindi, guardando quel bellissimo sorriso, del tutto privo di malizia
questa volta, sentì un altro pezzo di ghiaccio sciogliersi
dentro di sé e si avvicinò a lui.
Lily non fece in tempo a sedergli accanto che Mary balzò in
piedi ed esordì: “Attenzione, attenzione! Allora
ci siamo tutti? Per favore staccate quei due, altrimenti continueranno
a ignorarci tutto il tempo” esclamò indicando
Alice e Frank che, effettivamente, non stavano ascoltando una parola di
quello che Mary diceva. Sirius non si fece pregare e con la grazia di
un elefante si sedette a forza in mezzo ai due, facendo ruzzolare
pesantemente Alice a terra.
Molti ridacchiarono e Lily sentì accanto a sé
James che si batteva una mano in fronte borbottando: il solito Felpato!
Frank corse a soccorrere Alice, mentre Sirius saltellava come un idiota
sul letto.
“Fantastico, dite grazie a Sirius per questo intervento del
tutto opportuno...”
“Ehi, me l’hai chiesto tu!”
“Sì, ma io intendevo senza rompere una costola ad
Alice, possibilmente” spiegò Mary gentilmente,
come se dovesse insegnare le buone maniere a un bambino molto
disobbediente.
“Si sa che Felpato non è capace di essere
gentile” li interruppe Remus.
“Ma grazie, ragazzi! Per vostra informazione Katie Jhonson
stasera mi aveva chiesto se passavo a farle visita, ma l’ho
rifiutata per voi, è così che mi
ripagate?” disse fingendosi ferito.
“Eddai, Felpato. E non fare sempre
l’offeso!”gli strillò James.
Nella stanza stava di nuovo trionfando il caos quando,
all’improvviso, si sentì un allarme che
risuonò per tutta la scuola e la voce della McGranitt che
diceva: “Tutti gli studenti si raccolgano in Sala Grande,
veloci, è un’emergenza!”
I nostri nove si alzarono di scatto e si precipitarono fuori, dove
c’era davvero il caos. Gli studenti correvano da tutte le
parti, molti terrorizzati, alcuni gridavano, altri si affacciavano
dalle camere, credendo che fosse uno scherzo, quelli del primo anno
erano confusi oltre ogni dire, ed erano i maggiori responsabili delle
grida. Lily, in qualità di Caposcuola, scattò in
avanti, cercando di ripristinare l’ordine assieme a Remus e,
in un modo o nell’altro, riuscì a trasportare
tutti in Sala Grande. Intanto cercava di calmare i battiti del suo
cuore, che sembrava esser intenzionato a sfondarle la gabbia toracica.
Lì, più o meno, si era radunata tutta Hogwarts in
un’abbondare di schiamazzi e gridolini. Lily vide anche che
molti non erano proprio nelle condizioni più opportune:
alcuni avevano addosso solo degli accappatoi e la stessa McGranitt
indossava una vecchia e stinta vestaglia scozzese; tutti erano riuniti
intorno al preside.
In poche parole, Silente disse loro che erano stati avvistati alcuni
Mangiamorte che girovagavano nelle vicinanze; in pratica si riteneva
più sicuro che tutti gli studenti passassero la notte in
Sala Grande, dove potevano essere meglio sorvegliati, soprattutto
quelli nati babbani. A queste parole, Lily (era certa che Silente
avesse lanciato proprio a lei uno sguardo d’intesa) diede un
cenno sicuro col capo, era ovvio che Silente volesse tenere sotto
controllo i non purosangue. Fu con sorpresa che sentì
qualcuno dietro di lei, avvicinarla di più. Si
girò: era James, fissava il preside con rabbia e stringeva i
pugni, evidentemente non si era neanche reso conto di quel gesto. Un
altro moto d’affetto.
Senza dire altro, il preside si allontanò, dopo aver fatto
comparire centinaia di coperte e cuscini, in modo che tutti si
coprissero.
°°°
Lily stava morendo di freddo.
Si stava maledicendo per la sua freddolosità; abituata
com’era a coprirsi con due piumoni d’inverno al
posto di uno, ora quella semplice copertina le sembrava decisamente
insufficiente. Si guardò intorno, a quanto pareva nessuno
aveva problemi del genere, anzi, una buona metà dei ragazzi
era già crollata nel mondo dei sogni.
Come se non bastasse, non poteva neanche andare a rannicchiarsi vicino
a qualche amica, perché le aveva perse di vista mentre
scendevano in Sala Grande, vicino a lei c’era solo James.
“Sei ridicola, Lily” le bisbigliò lui in
quell’istante.
“E’ inutile che tu me lo dica, non verrò
vicino a te” gli rispose lei, testarda.
“Morirai di freddo così!” la voce a
metà tra il divertito e il preoccupato.
“No!”
Affanculo a Potter! Come
fa a spandere un tale calore? (effettivamente, da dove si
trovava lui, veniva un tepore maledettamente invitante) No, no e no. Non voglio andare
vicino a lui. La realtà è che ho una fifa della
miseria. Però sto davvero gelando…
Quasi a conferma di ciò, Lily cominciò a battere
i denti.
“Al diavolo, Lily, non starò qui a guardarti
gelare”
E con una botta decisa di reni, James si portò vicino a lei,
la coprì anche con la sua coperta e la abbracciò
per scaldarla meglio, contornandole le braccia gelate.
“Avevo ragione, sei gelata” disse con un tono di
rimprovero.
Inutile dire che a Lily era preso un mezzo colpo. Non si era neanche
resa conto di cosa aveva detto che si ritrovava tra le braccia di
James. E perché ora il suo cuore aveva deciso di fare il
matto? Lily avrebbe voluto allontanarsi, ma quel calduccio era troppo
piacevole, così si limitò a rannicchiarsi ben
bene intorno a lui, premendogli la testa contro il petto.
“Ah, è meraviglioso...”
“Tse, sei tu che sei una testarda”
borbottò lui, ma lo fece con troppo affetto nella voce.
Lily tirò su la testa a guardarlo: i capelli erano
più disordinati del solito, gli occhi brillavano al buio e
sorrideva dolcemente, come se abbracciarla fosse la cosa più
bella del mondo.
“Va meglio eh?”
Lily sentiva le braccia calde e muscolose di lui che le coprivano le
sue infreddolite. Andava meglio sì. Se non fosse per quel
maledettissimo cuore che continuava a batterle forte nel petto. Ma cosa
aveva?
Ora era quasi del tutto calda, solo le mani continuavano a essere
fredde. Che cosa poteva fare? A Lily venne un’idea per
riscaldarle, ma arrossì solo a pensarci.
“James”
“Uhmm?”
“Se faccio una cosa, giuri di non montarti la
testa?”
Lui la guardò con curiosità evidente.
“Si”
Lily arrossì un po’, poi decise di non pensarci e
si buttò. Con un gesto secco mise le mani sotto la sua
maglietta, a contatto diretto con il petto, per scaldarle meglio.
Sembrava di stare vicino a una stufa. Era magnifico.
James sussultò.
“Ti da fastidio?” perché ora stava
sperando con ogni cellula del suo corpo che dicesse di no?
“No” disse lui ridendo, come se gli avesse chiesto
una cosa estremamente buffa, “ma sei freddissima”.
Lily sorrise fra se. Sotto il suo tocco, riusciva a sentire ogni
muscolo del suo torace, ben fatto e muscoloso a forza di allenamenti di
Quidditch. E poi? Un rumore. Ma cos’era? Un battito, ma non
era il suo. Avvicinò di più la testa al petto di
James. Era il suo cuore. Batteva a una velocità incredibile,
come quello di Lily. Sorridendo ancora, si lasciò avvolgere
da quel calore e sprofondò anche lei nel mondo dei sogni,
accompagnata dai battiti del suo cuore e di quello di James che
pulsavano all’unisono, in un’armonia vecchia come
il mondo.
dunque, dunque...
che ne pensate di sta' roba?
devo dirlo, sinceramente non è che mi convinca tanto...
allora una precisazione sul capitolo precedente che mi sono scordata di
scrivere. MALA band, spero l'abbiate capito, viene dalle iniziali:
Mary, Alice, Lily e Amelia; lo so che non è un
granchè come soprannome ma LAMA band era ancora peggio, e
poi volevo sottolineare la similitudine fra MALA band e MALANDRINI...
bò!
il capitolo seguente l'ho già scritto quindi credo di
pubblicarlo presto. Che altro dire... passiamo ai ringraziamenti
HERMY
101: giuro solennemente che anche io mi sarei vergognata
come un cane al posto di Alice. però ho deciso di graziarla
e di non farle fare una figuraccia totale. ci saranno occasioni simili
in futuro XD. yess, è nata un'amicizia!! sono anch'io
felicissima per loro... pensa un po' te...
BELLA
SWAN: grasssie per i complimenti! quando li ho letti ho
gongolato davanti al computer come un'idiota. spero di non aver osato
troppo con Vernon, a me sapeva originale come idea... naturalmente
cambierà idea quando saprà che Lily è
una strega... a chi lo dici! io adoro Mary!!! è un po'
maschiaccio ma è tenera! ho un'amica che è
uguale... (we love Sirius 4e!!!!) don't worry per le recensioni,
più sono lunghe meglio è XD
LILLY
94: grazissime!! sono contenta di sapere che riesco a
farti immedesimare nei personaggi, lo speravo proprio!! ti prego
continua a recensirmi, aumenti il mio ego in modo spropositato *ih,
sono felice come un re!*...
ARIADNA
93: come al solito ti sprechi in complimenti!! ma grazie
comunque cacchetta!!! apprezzo il pensiero...
Signori, ho appena scoperto come vedere le visite (lo so sono un genio
XD) e volevo ringraziare le 19 persone che mi hanno messo fra i
preferiti GRAZIE MILLE!!!! e quelli che hanno letto soltanto.
sorbole mi sa che
ho scritto troppo.. che dire ancora... spero vi sia piaciuto il
capitolo... auguri di pasqua a tutte, che possiate ricevere tutto il
cioccolato che desiderate XD
forse questa non è la maniera giusta per farlo, ma credo che
fanfic sia un luogo nato per creare emozioni e io, nel mio piccolo,
desidero far sapere a tutto l'Abruzzo che gli siamo vicini...
coraggio...
Tugs**
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Capitolo 6 *** L'INIZIO DI QUALCOSA ***
Ma saaaaalve carissimi
lettori!!! come vedete mantengo la parola data e aggiorno
prima...
Siete pochi ma ben scelti e fedeli a questa fic... GRAZIE!!
E questo capitolo ho deciso di dedicarlo proprio a voi, che avete
continuato a seguirmi: HERMY 101; BELLA SWAN, LILLY 94 E ARIADNA 93
(anche se non te lo meriteresti). e voi direte: che cavolo ce ne frega,
avreste anche ragione, ma io ve lo dedico lo stesso.
CAPITOLO
6: L'INIZIO DI QUALCOSA
“Oh, ma che dolci!”
“Tse! Tanto lo sapevo io, lo odio, lo odio.. e
poi…”
“Svegliamoli, dai!”
“Su, ragazzi, lasciateli dormire!”
“Remus, non guastarmi sempre il divertimento!”
“Guardate, guardate, credo si stia svegliando!”
James sentiva solo delle voci confuse, tra le quali non avrebbe esitato
a riconoscere quelle di Felpato e di Lunastorta, insieme ad altre
femminili. Ma non capiva di che diavolo stessero parlando,
così si decise ad aprire un occhio.
Per poco non gli venne un infarto quando si trovò la faccia
di Sirius a un centimetro dal viso.
“E bravo il nostro Ramoso!” esclamò con
un sorriso stampato sul volto.
“Sirius, togli quella faccia idiota da cane rognoso e
lascialo in pace” sbottò Remus. Un attimo. Remus
che insulta? Non è normale.
Improvvisamente, James sentì qualcuno accanto a lui che si
muoveva, e la situazione gli fu subito chiarissima. Infatti, si
ricordò immediatamente gli avvenimenti della sera precedente
e la sensazione che l’aveva colto nel sentire
l’odore di Lily per la prima volta. Forte come poche ore
prima, lo sconvolse nella sua anormalità: non poteva dirsi
disgustosamente dolce (come se stesse vicino a una torta e non a una
ragazza) né amaro, era… frizzante e allo stesso
tempo genuino, senza esser modificato da profumi artificiali.
Semplicemente, era cento per cento Lily. Sotto il mento di James
sgorgavano una cascata di capelli rossi che si stavano scuotendo; e
(lì il cuore di James perse un battito) si rese conto che le
sue braccia stavano ancora stringendo un corpo piccolo ma agile mentre
due manine gli stringevano i lembi della maglietta. A quel punto, dopo
aver riconosciuto che accanto a lui c’era nientepopodimeno
che Lily Evans, James ebbe l’istantaneo impulso di uccidere
Sirius, che li aveva svegliati. In quell’istante, una Lily
alquanto scossa si affrettò a scostarsi da lui,
immediatamente rossa come un peperone, mentre James non poteva fare
altro che mettersi una mano fra i capelli, schiarendosi la voce. Tutti
i loro amici li fissavano.
Sirius non riusciva a smettere di sorridere, con un’aria
talmente soddisfatta che sembrava avesse appena celebrato un matrimonio
fra i due; Remus alternava occhiate assassine a Sirius con sguardi di
scusa a James; Mary aveva in viso un sorrisetto malizioso poco
rassicurante; Amelia era come al solito intenerita; Alice ostentava
un’ espressione da
se-non-mi-racconti-tutto-ti-odierò-a-vita; Peter aveva la
solita aria spaurita e eccitata.
Benché fosse uno dei momenti più felici della sua
vita e avesse una sacrosantissima voglia di mettersi a ballare in mezzo
alla Sala Grande, James, osservando il volto paonazzo di Lily che ora
stava guardando unicamente le sue scarpe, si sentì in dovere
di salvarla da quella situazione senza dubbio imbarazzante.
“Ragazzi, avete finito di fare quelle facce? Dai, che
dobbiamo prepararci per la colazione!” disse indicando il
resto degli studenti che, in effetti, si stava alzando e dirigendo
verso i dormitori per cambiarsi prima della colazione.
“E’ vero, dai andiamo” fece Remus,
trascinando verso le scale Peter e Sirius, che non smetteva di guardare
James con l’aria orgogliosa di una madre che vede la prima
pagina del giornale e strilla: Quello
è mio figlio!
James ringraziò Remus in tutte le lingue che
conosceva.
Poi si accarezzò di nuovo i capelli, si schiarì
di nuovo la voce e disse: “Ehmm.. ci vediamo dopo,
ok?”
Lily era talmente rossa da sembrare sulla buona strada per prender
fuoco.
“Sì, certo. Vedremo di organizzare un incontro”
assicurò Mary sottolineando l’ultima parola.
James avrebbe tanto voluto dirle di lasciare in pace Lily, ma era
sicuro che se l’avesse fatto sarebbe stato peggio, quindi si
limitò a fare un gesto con la mano e a rincorrere i suoi
amici con il cuore che batteva ancora una volta a mille. James si
chiese se non dovesse cominciare a farci l’abitudine.
Oddio.
Oddio. Oddio. Calma. Respira ed espira. Pfiuuuu… adesso lo
dico con calma, molta moltissima calma: ho passato la notte con Lily.
Ho
passato TUTTA la notte con Lily Evans. Ho passato TUTTA la notte
ABBRACCIATO a Lily Evans. E anche senza uscirne con una
frattura al gomito o un trauma cranico! Ho passato tutta la notte con
Lily. HO ABBARACCIATO LILY PER UNA INTERA NOTTATA!!! Yaaaaaaaaaaaa!!!!!
Mentre James era alle prese con queste considerazioni, non
poté fare a meno di lanciarsi in una specie di balletto alla
Elvis Presley con tanto di scivolata finale, mentre tutti quelli
intorno a lui lo fissavano come se avesse assunto qualche whisky di
troppo. Lui salutò quelle facce perplesse con un sorriso
talmente esultante che due o tre ragazze andarono in iperventilazione e
dovettero restare cinque minuti buoni ferme sulle scale. Ma questo non
interessava affatto al nostro James che arrivò alla porta
del dormitorio e si buttò sul letto, chiudendo gli occhi e
sospirando.
“D’accordo, ora posso morire felice”.
Quel momento di tranquillità durò ben poco
perché il leggiadro peso di Sirius gli crollò
addosso e gli strillò: “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!!
Cosa hai fatto???? Parla!!!!!!!!!!!!!”
“Felpato! Lascialo in pace!”, il saggio Remus.
“No, no, vogliamo sapere” disse Codaliscia.
“Eh, guarda come ci hai ridotti, Jimbo*! Anche il caro Peter
vuole sapere cosa hai combinato!” fece Sirius mentre si
picchiava con James.
“Guardate che non è successo niente...”
Silenzio.
“Seeeeeeeeeeee! Come no! Mia sorella!”
strillò Sirius.
James sospirò. Sarebbe stata una giornata mooolto lunga.
°°°
James era seduto con la testa fra le mani osservando una
selva di capelli rossi mossi davanti a sé, fissando
trasognato una manina che li carezzava assorta mentre l’altra
prendeva appunti. In quel momento Mary si avvicinò a Lily e
le sussurrò qualcosa con uno sguardo furbo. Evidentemente
quel qualcosa non fece tanto piacere a Lily, perché
cominciò a picchiare la testa sul banco mentre il professor
Ruf era tutto preso dalla sua spiegazione sulla rivoluzione dei Goblin
del 1672.
Allora la ragazza afferrò un pezzo di carta e
cominciò a scribacchiarci sopra. James era curioso: cosa
era? E a quanto pareva anche Mary lo era, perché si sporse a
guardare. Poi ridacchiò più forte come mai. Lily
finì di scrivere, poi sussurrò qualcosa e
colpì con la bacchetta il foglio, che scomparve. Con sua
grande sorpresa, James se lo vide comparire davanti. Alzò la
testa: Mary ridacchiava, Lily lo fissava con un’espressione
esageratamente disperata. Lo aprì e sorrise nel vedere
quella calligrafia sottile e obliqua.
James, ti
scongiuro dì a Mary che non abbiamo fatto NIENTE!!! A quanto
pare la cosa sembra incredibilmente assurda da credere…
James rise, ora aveva capito. Sirius si sporse a guardare e
ridacchiò anche lui. James afferrò la penna e
scrisse:
Ma come! Lilina,
mi stai dicendo di negare quello che è successo! Sai, non so
se sia corretto… no, no, no... e io che credevo volessi
rivedermi per confermarmi i tuoi sentimenti... SNIFF!!
Lily e Mary si sporsero per leggere. Presto Mary si sforzò
per tenersi la pancia mentre cercava di non ridere. Lily si
voltò e mimò con le labbra “Ah, Ah,
Ah”. Poi si chinò a rispondere, fino a che Mary
non le strappò di mano il biglietto per scrivere anche lei.
L: Divertente,
Potter, davvero! Sei l’anima dell’umorismo e della
simpatia. Infame traditore! Io…
M: AHAHAHAHAHAH!
Mi sto strozzando! Sei un genio! No però sul serio! Cosa
è successo?!?!? Dillo alla zia Mary!!! Questa qua si ostina
a dire che devo starmene zitta.
Sirius,
divertito dal giochino, prese anche lui il biglietto.
S: Non sei
l’unica! Neanche quello che credevo mio amico, mi ha detto
niente!
J:
Perché non è successo NIENTE!!
S:
Sì, e io sono un alcolista con problemi sentimentali.
L: Davveeero?
Sir, queste cose si devono esternare, non tenerti tutto dentro, sfogati.
M:
AHAHAHAHHAHAHAHA!
S: Ok, se vuoi
possiamo vederci qualche volta, per PARLARE meglio, in
privato…
L: A quanto pare
il senso dell’umorismo è una dote comune a tutti i
Malandrini…
J: Sir, toccami
Lily e sei morto!
L: Ehi, cosa
sono queste prese di possesso?!?!
M:
L’avevo detto, io, che era successo qualcosa!
J e L:
NIENTE!!!!!!!!!!!!!!!!
S: Fingiamo di
crederci???
M:
Vabbè. Tanto è solo questione di tempo…
L: Mar!
J:
Sentite…
In quel momento la campanella suonò e James si
cacciò il biglietto nella borsa.
Avvicinò le ragazze e disse “Allora, per coronare
il nostro sogno dorato” e qui abbracciò Lily per
la vita,” volete pranzare con noi?”
Lei si liberò e rispose: “Se smetti di fare
l’idiota…”
James le rivolse un sorriso talmente grande che Lily non
poté fare a meno di ridere.
“Ma al matrimonio niente confetti. Li
odio…”
Tutti risero. “Alice?” chiese Lily.
“Con Frank” rispose Mary indicandoli. Camminavano
l’uno nella mano dell’altra e ridevano piano.
“Meglio non disturbarli, va” consigliò
Lily.
Il sorrisetto maligno di Sirius si sgonfiò e
sbuffò contrariato.
“Remus?” chiese James.
“Con Amelia” ridacchiò Codaliscia
indicando anche loro: erano ancora una volta immersi nelle loro
conversazioni. “Mary, non ci pensare neanche!” la
avvisò James guardando il ghigno poco rassicurante della
ragazza. “E va bè! Certo che sia tu che Lil state
diventando di un noioso…”; disse mentre i cinque
si sedevano vicini. “Ah sì, eh?” fece
James, sorridendo. A sorpresa, tirò addosso a Mary una
foglia d’insalata ben unta. Lily assunse un’aria
molto preoccupata e disse: “James, io comincerei a farmi
scudo col piatto”.
“Perché?”, Mary aveva assunto
un’aria comicamente seria e potenzialmente pericolosissima
mentre si toglieva la foglia dai capelli. “Perché
Mary adora i suoi capelli!”. Infatti quella, terminata
l’operazione, sollevò il viso con
un’espressione che si può riassumere in una
parola: Guerra!
Quello fu il segnale e tutti cominciarono a lanciarsi pezzi di cibo,
con enorme scontento dei vicini che decisero di rifugiarsi sotto il
tavolo o di tornare saggiamente in Sala Comune.
Erano nel vivo del combattimento quando James sentì
chiaramente qualcuno chiamare Lily. Lei, che fino a quel momento si era
rifugiata dietro il suo piatto ed era rimasta incredibilmente incolume,
guardò Ernie Smith e -con grande soddisfazione di James-
fece una smorfia e disse: “Torno subito”.
Seguirono momenti pieni di tensione, poi James vide Smith ricomparire e
lanciargli un’occhiata assassina, poco dopo comparve anche
Lily con un’espressione soddisfatta.
Si sedette, si rassettò la gonna, alzò lo sguardo
e disse: “Fatto”.
“Cosa?” chiesero Mary, Sirius, James e Codaliscia.
“L’ho lasciato” questa frase
provocò un’improvvisa sensazione di calore dalle
parti del cuore di James mentre Sirius lo fissava sogghignando. James
sperò con tutto il suo cuore di riuscire a impedirsi di
lanciare un urlo di gioia. “Evvai!!!”
strillò Mary saltando sulla sedia, “Finalmente,
non dovrò più vedere il suo brutto
muso!” disse mentre abbracciava Lily che, stranamente, non
volle incrociare lo sguardo di James per nulla al mondo. Ma cosa
diavolo si erano detti?
***
Campanella!
“Evvai, Pozioni!” fece Lily alzando entrambi i
pollici.
Un mugugno collettivo accompagnò le sue parole.
“Suvvia, ragazzi… E’ la prima lezione
dell’anno!”
“Già, la prima di una lunghissima
serie…” sbottò Sirius.
“Parli bene tu che hai Eccezionale” fece Alice, che
nel frattempo si era degnata di raggiungerli.
“Yessss!” fece Lily, sorridendo mentre tutti
entravano nei sotterranei.
Prese posto nel solito banco, accanto a Mary, Alice e Amelia,
aspettando che Lumacorno entrasse.
E lui entrò, preceduto come al solito dalla pancia enorme.
Lily si girò, fissando il banco.
Oh,
no. Ecco che arriva il momento dei complimenti. Ti prego, fa che mi
ignori… solo oggi, solo per questa volta. Cosa ho fatto di
male in una vita precedente per meritarmi ogni volta la stessa solfa?
Lily avvertì chiaramente la voce entusiasta di Lumacorno
dietro di sé, che si fermava in un banco poco distante:
“Signor Piton! Che bell’esame che ha sostenuto lo
scorso Giugno. Una pozione fantastica! Mi complimento”.
“Grazie, signore” rispose la ben nota voce di
Severus.
Passi che continuavano a procedere.
Ignorami.
Ignorami. Ignorami. Ignorami. Ignorami. Ignorami.
“E… Lily!”
Cazzo!
Lily alzò la testa, pronta a sostenere un’altra
interminabile lode da parte di un Lumacorno talmente eccitato da avere
i baffi che gli fremevano. Lily sorrise stancamente.
“… che meravigliosa prova! Sono rimasto commosso,
devo dirlo, commosso! È stata una gioia vedere quanto lei
abbia potuto apprendere da me, in questi anni! Meravigliosa! E quel
tocco finale, noce moscata, dico bene? Senz’altro
straordinario! Ah, se tutti gli studenti fossero così. Le
giuro, vorrei tanto che lei fosse fra i Serpeverde”
Eh,
no. Questo no!
“Con tutto il rispetto, signore, ma preferirei
esser morta sul rogo insieme alle streghe del 600, piuttosto”
rispose Lily con voce candida. Tutta la classe rossa-oro
scoppiò a ridere con qualche applauso. Mentre quella
verde-argento ringhiava.
Lily si girò a fare un piccolo inchino e
sghignazzò nel vedere l’occhiata di ammirazione
che I Malandrini le lanciarono. Mary le sussurrò:
“Bella lì, ragazza!” e anche Lumacorno
si lasciò andare a una risata tonante.
“Che caratterino, miss Evans! Ma è anche questo
che mi piace di lei!” dopodichè le
strizzò l’occhio e proseguì fino ad
arrivare alla cattedra.
“Dunque, quest’anno ho deciso di lavorare in modo
un po’ diverso. Sarete divisi a coppie da tre per cercare di
migliorare il livello generale della classe. Ricordatevi che
quest’anno ci sono i M.A.G.O. e in particolare chi ha scelto
di diventare Auror deve essere preparatissimo. Perciò ho
cercato di mettere coloro che hanno scelto questa carriera insieme.
Beh, ora vi leggo i gruppi”.
Lily sorrise. Non c’era problema. Tutti quelli che volevano
diventare Auror erano di Grifondoro e precisamente: Sirius, James,
Remus, Peter, Mary, Alice e Frank.
“…Paciock con Brown (Alice fece un saltello
accanto a Lily) e Piton. Minus con Lupin e Bones (Amelia
seguì l’esempio di Alice e Lily si ripromise di
fare una chiacchierata con la sua amica). Potter con Black e Evans.
Lily cerca di tenere a bada questi due, ti ho messa in questo gruppo
apposta. Robinson con…”
Lily si girò: i due avevano stampati in faccia dei sorrisoni
identici al suo.
Trascinò al loro tavolo tutta la sua roba e le
arrivò istantaneamente una pacca sulla schiena da parte di
Sirius, “Forte la battuta! Avresti dovuto vedere la faccia di
Piton!”. Nella testa di Lily suonò un campanello
d’allarme; si voltò a cercare il suo vecchio
amico. Vagò un po’ con lo sguardo tra gli
studenti, poi lo trovò: la fissava anche lui, accanto a
Alice e Frank, nel viso due pozzi neri intrisi di rabbia al posto degli
occhi.
Lily si sentì male nel vederlo così:
perché era arrabbiato? Come potevano quegli occhi gentili
esser diventati così arrabbiati? Una mano gentile si
posò sulla sua spalla. “Tutto a posto,
Lil?” chiese piano James.
Si girò a incrociare il suo sguardo intenso sinceramente
preoccupato. Trovò come al solito rifugio nei suoi
meravigliosi occhi nocciola, e sorrise, grata solo del fatto che lui
esistesse. “Sì, è tutto ok”.
“Allora, gli ingredienti sono sulla lavagna, se fate tutto
come dovuto, la pozione diventerà rossa scura; avete
un’ora e mezza, buon lavoro”.
Lily si accomodò in mezzo ai due Malandrini, aprì
il libro alla pagina giusta e lesse con attenzione la prima riga delle
istruzioni, preparandosi a fare la pozione.
Come al solito, sentì quello stato di eccitazione mista a
concentrazione pervaderla mentre cominciava a spezzettare velocemente
il crine d’unicorno, guardando le mani muoversi da sole. I
suoi due compagni fecero lo stesso, anche se non con la stessa perizia.
Lily buttò il crine nel calderone e la pozione divenne
all’istante perlacea, esattamente come diceva il libro. Dopo
c’era scritto di tagliuzzare le radici di rododendro. Lily
stava per eseguire, poi si immobilizzò. C’era
qualcosa che non andava.
“Dice di tagliuzzare le radici perché serve il
succo” sussurrò quasi a se stessa, inconscia che
gli altri due la stessero ascoltando, “ma allora sarebbe
meglio pestarlo con il pugnale. Uscirebbe di sicuro meglio”.
Annuì. Decise di provarci. Fino a quel momento il suo
istinto non l’aveva mai tradita.
Schiacciò la radice col pugnale: la quantità di
succo che ne uscì era incredibile. Buttò tutto
dentro il calderone; la reazione fu istantanea: il colore si
trasformò in marrone. Perfetto.
“Wow!” esclamò Sirius, guardandola
stupito.
Lei sorrise, poi continuò a leggere. Le istruzioni dicevano
di mescolare sette volte in senso orario e sette in senso antiorario.
Lily si ritrovò a scuotere la testa ancora una volta.
“E’ sbagliato, vedete. Dice di girare
così per mescolare gli ingredienti, ma non
riuscirà mai bene. Bisogna girare tre volte in senso orario
e tre in senso antiorario, poi rifarlo”, era sicurissima di
ciò che stava dicendo.
Sirius la fissava ancora stupito. James, invece, non esitò e
fece come lei aveva detto; la pozione divenne aranciata. Ancora
perfetto. Tutti eseguirono. Per il resto del tempo, seguirono le
istruzioni come c’era scritto nel libro. Alla fine della
lezione, tutti e tre avevano ottenuto una perfetta pozione rossa scura.
Lily si chinò ad annusarla: fragole e mirtilli.
Sentì con certezza che l’odore e il colore erano
quelli giusti. James si guardò intorno e disse:
“Nessuno è riuscito bene come noi!”.
Lily guardò e, effettivamente, i colori delle pozioni
variavano dal verde acido al mattone, solo quella di Piton era
perfettamente rossa scura. Lily capì per la prima volta cosa
intendevano gli altri quando parlavano di fumi nauseabondi: molti
emettevano una puzza incredibile. La ragazza rise di se stessa quando
si accorse che per sei anni aveva sempre annusato soltanto la sua.
DRIIIN!
Si sentirono molti borbottii, e tutti cominciarono a riempire le loro
boccette. James e Sirius sembravano molto soddisfatti. Quando uscirono
Mary le saltò incontro: “Lily! Mi manchi! Torna da
me! Non sono riuscita a combinare un accidente senza di te!”.
“Eh, no! Ormai ce la teniamo noi!” disse James,
abbracciandola come una camicia di forza. Sirius si mise davanti a loro
simile a un body-guard. Lily rise, ma sentendo che stava per arrossire
disse: “Lasciatemi, dai”.
“Davvero, sei incredibile!” fece Sirius, ancora
ammirato.
“Ne avevi mai dubitato?” chiese Mary, con aria
saputa, neanche avesse fatto lei la pozione.
“Beh, pensavo che studiassi fino alla nausea per sapere a
memoria gli ingredienti, scusa…” . Lily rise
ancora nel vedere l’espressione mortificata di Sirius.
“Fa niente, molti la pensano così”.
“Sei stata meravigliosa!” assicurò James.
°°°
A notte fonda Lily scese le scale con indosso solo la vestaglia; stava
per oltrepassare il buco del ritratto quando vide una sagoma scura che
attizzava il fuoco. Si avvicinò e quando capì chi
fosse sentì un sorriso allargarsi nel volto.
“Ciao”.
La sagoma sussultò, poi, dopo averla riconosciuta, anche nel
suo viso stanco si aprì un sorriso sincero.
“Lily, è tardi”.
“Non sarà solo tuo il primato dei giri
notturni”.
Remus ridacchiò. “Credimi, rispetto a Sirius e
James sono un dormiglione. Come mai qui?”
“Non avevo sonno, tu?”
“Neanch’io”.
Lily e Remus si accomodarono nelle poltroncine.
“E’ da un po’ che non parliamo”
osservò Remus.
“Sì, è vero”.
Per un po’ ascoltarono solo lo scoppiettio del fuoco nella
penombra della Sala Comune.
“Allora… hai cambiato idea”.
“Riguardo a cosa?”.
Il celestino chiaro di Remus scrutava Lily in ogni sua reazione.
“Il tuo giudizio su James e Sirius”.
Lily rimase un attimo interdetta. Sì, sicuramente il suo
giudizio era cambiato.
“Non è stata proprio una decisione, sai.
È stato più un… susseguirsi di eventi,
credo”.
Era strano come fosse difficile, ora, districare il filo di
ciò che era successo. Era stato tutto così
improvviso,così naturale, così... giusto
diventare loro amica, che ancora Lily faceva fatica a rendersene conto.
Semplicemente, avevano cominciato a diventare una parte della sua vita.
“Tutto è iniziato quando improvvisamente James
ha… cominciato a ignorarmi. Sì, poi
c’è stata la battaglia e… fine. Siamo
diventati amici.”
Remus sorrise, “sono davvero dei buoni amici. Non dovrai
pentirti mai più di averli scelti”.
Lily sorrise, “Non ho intenzione di pentirmi”
Ancora silenzio. Il bello di parlare con Remus era proprio questo: non
si era costretti a dire qualcosa e lasciarsi avvolgere da un
silenzio amichevole era perfettamente naturale. D’altra
parte, Lily e Remus avevano passato ore insieme in completo silenzio,
godendo entrambi della reciproca compagnia.
“Loro non sono cambiati, dall’anno scorso intendo.
Forse sono cambiata io”, impossibile non notare il tono
preoccupato della sua voce.
Remus le prese una mano. “Lily, se sei cambiata è
stato solo in meglio; vuoi sentire il mio parere?”
Lei annuì. “Secondo me, semplicemente con la
battaglia hai capito che James e Sirius non sono solo due cretini che
scherzano e basta, ma sono anche persone serie”.
“Certo. Non proprio l’apogeo della
serietà” specificò poco dopo.
Lily ridacchiò. “Almeno non ti annoi
mai”.
“Poco ma sicuro”.
Remus le lasciò la mano.
“Credo che tu abbia ragione, ho capito perché in
questi anni sei riuscito a sopportarli”.
Un nuovo sorriso sul suo volto stanco.
“Avevo dimenticato com’è bello parlare
con te” fece Remus.
“Come fai a sopportarmi ancora, Remus? Con te mi viene
naturale sfogarmi”
“Naaaah. Mi fa piacere ascoltarti”.
“Ma se mi lamento sempre! D’ora in poi
ascolterò te. A proposito, mi sembri un po’
strano, sei sicuro di stare bene?”
Remus si fece attento (l’avvicinarsi della luna
piena lo faceva sempre apparire un po’ malaticcio,
ma non voleva che Lily sospettasse qualcosa).
“No, è tutto ok, solo un po’
d’insonnia”.
“Sicuro?”
“Sicuro”.
Uno sbadiglio.
“Lil, ora dovresti andare a letto”.
“E tu?”
“Adesso salgo”.
Ormai Lily era sulle scale.
“Remus?”
“Si?”
“Se ci fosse qualche problema, me lo diresti, vero?”
“Certo”.
…
“Lily?”
“Cosa?”
“James è fortunato”
Ma per quanto Lily provò a fargli spiegare
quell’affermazione, non riuscì a cavargli una
parola di più.
°°°
I giorni che seguirono furono piuttosto complicati per Lily. Primo
motivo delle sue angosce, era Remus. Sembrava sempre più
fuori forma, ma per quanto Lily e Amelia, e certe volte anche Alice e
Mary, provassero a convincerlo ad andare in Infermeria, lui continuava
a rassicurarle che stava bene. Cosa che la faceva decisamente uscire
dai gangheri era l’ indifferenza che ostentavano Sirius,
James e Peter, i quali stavano sempre dalla parte di Remus. Osarono
giustificarlo anche quando Remus si presentò, una sera,
pieno di tagli e lesioni, ridotto peggio di uno straccio; Lily a quel
punto si irritò talmente tanto da fare una sfuriata in piena
regola a tutti e quattro i Malandrini. Ciò che
però la spinse più che altro a riflettere fu che
nessuno osò replicare. Rimasero zitti per tutto il tempo,
l’unica reazione che Lily intravide fu una sottospecie di
sguardo dispiaciuto che le lanciò James.
Dopo essersi sfogata ben bene, Lily salì in camera e si
buttò sul letto a riflettere, troppo agitata per studiare;
ed è lì che noi la ritroviamo, alle prese con i
suoi ragionamenti.
Nessuno
è così cieco. Tutti avrebbero notato quei tagli.
E poi si può dire tutto di James e Sirius, ma non che siano
stupidi. Diavolo! Si concedono al massimo un paio d’ore di
studio e riescono in tutte le materie. Mi sembrano strani. Orgogliosi
come sono, avrebbero senza dubbio risposto quando ho urlato contro di
loro. Invece niente. Uhmm, come… come se cercassero di
nascondere qualcosa. Ma perché questo qualcosa implica che
Remus abbia quelle ferite e gli altri no? Remus non è
stupido. Non si farebbe usare in questo modo, né Sirius e
James sarebbero capaci di fargli una cosa simile. Però hanno
certe occhiaie… cosa diavolo hanno combinato per star svegli
tutta la notte? Dev’essere qualcosa di grave se non me lo
vogliono dire…
Lily si alzò per andare alla finestra a prendere un
po’ d’aria, e la vide. Enorme, bianca, quasi piena.
La luna. E all’improvviso capì. Capì
tutto. Le rivenne in mente quello che le aveva detto Piton al terzo
anno e capì perché all’improvviso aveva
smesso di parlarne. Capì che quella storiella sul fatto che
James aveva salvato Piton era vera. E capì che Piton aveva
rischiato di morire morso da un lupo mannaro. E capì anche
chi era quel lupo mannaro. Era Remus. Capì perché
i suoi amici affettuosamente lo soprannominavano Lunastorta. Ma
qualcosa non quadrava. Perché gli altri si chiamavano
Codaliscia, Felpato e Ramoso? Perché avevano le occhiaie?
Era pericoloso anche per loro stare vicini a un lupo mannaro, o no?
Sì, certo, un lupo avrebbe ucciso il suo migliore amico nel
suo stato selvaggio. Sicuramente lo sapevano. Lily voleva vederci
chiaro in quella storia. E senza pensarci ancora si diresse verso la
Sala Comune, sperando che fossero ancora lì.
E c’erano. Tutti e quattro erano seduti in disparte, in un
angolo della Sala Comune; sicuramente inconsapevoli che un gruppo di
ragazzine vicino a loro li stava osservando, emettendo talvolta dei
gridolini.
Lily, per ragioni ignote, mentre scendeva le scale avrebbe desiderato
moltissimo incrociare lo sguardo di James, ma si costrinse a fissare
solo Remus. Così andò dritta verso di lui, si
inginocchiò, gli prese la mano, lo guardò dritto
nelle iridi celesti e disse: “Perché non me
l’hai detto?”
Stupore. Preoccupazione. Queste emozioni passarono una per una nel
volto di Remus. Poi il suo sguardo si ammorbidì e sorrise:
“Scusami. Sono stato uno stupido. Tanto sapevo che
l’avresti scoperto, non sei mai stata una stupida”.
Lily sorrise tristemente. “Forse non sono così
sveglia. Avrei dovuto accorgermene prima”.
“Non hai mai passato così tanto tempo con
me… con noi” si corresse Remus fissando i suoi
amici.
Per la prima volta Lily si girò a guardarli. Avevano tutti
addosso espressioni di puro stupore, tutti, tranne James.
“Ero sicuro che avresti capito” disse.
“Non ho capito proprio tutto. Ad esempio, voi, cosa
c’entrate con questa storia?”
James guardò Remus, sembrava quasi… supplicarlo.
Lui annuì.
Tutti si sedettero, James costrinse a forza Lily in una poltroncina.
Le raccontarono tutto. La scoperta, la successiva trovata per
aiutare l’amico e i mezzi con cui avevano potuto aiutarlo,
cioè la Mappa del Malandrino e il Mantello
dell’Invisibilità.
Lily era senza parole. Mai. Mai aveva visto una prova così
grande di amicizia. Non solo non si erano sottratti al contatto con
Remus, ma avevano anche deciso di trasformare le sue serate di terrore
in puro divertimento.
“Cioè, fatemi capire” fece Lily alla
fine della spiegazione di James, “avete passato tutti i
pomeriggi di due anni, a cercare di diventare animagus?”
“Yessss” affermò Sirius, soddisfatto,
“e ci siamo riusciti”.
“E che animali siete?”
“Dai, ci devi arrivare” la incitò James.
“Beh, Ramoso… dovrebbe essere un... cervo,
giusto?”, lui che si era illuminato tutto, annuì,
“poi, vediamo, Felpato, un... puma? “
“Fuochino”
“Un... leone?”
“Fuochino”
“Un cane!”
“Centro!”
“E Codaliscia, un… topo?”
Tutti annuirono.
“Wow” disse Lily, lasciandosi andare sullo
schienale della poltrona. Presto si fece meditabonda.
“Lily? Liiiily, ci sei?” la chiamò James.
Lei saltò su. “Mi fate vedere come vi
trasformate?”
Sirius e Codaliscia scattarono in piedi.
“Io devo finire il compito di Lumacorno”.
“Io il tema della McGranitt”.
“E io…” fece Remus, alzandosi anche lui,
“uhmm, credo che li seguirò”
ammiccò e se ne andò fischiettando, con le mani
in tasca.
“Jaaaames?” fece Lily, la voce puro zucchero.
“No”.
“Eddai!”
“Non ci pensare minimamente”.
“Ti prego!”
“Ma- ma è notte! Lily, ti ricordi, non si
può uscire di notte!”
Lei sbuffò. “Perché da quello che mi
hai raccontato, ti fai di questi problemi!”
“Ma io lo dico per te!”
“Per una volta! E poi hai il Mantello!”
“Maledizione a me che ti ho raccontato tutto!”
“James, Jamie...?”
“Non. Osare. Chiamarmi. Jamie. Sai che lo odio!”
“James, Jamino, Jamuccio, Jametto, Jimmy, Jimbo?”
“No!”
“Ti prego, Jay!”
“Jay?”, ora sembrava meditabondo.
“E’ brutto?”
“No. No, mi piace!”
“Ok, d’ora in poi sarai Jay, per me. Mi fai vedere
come diventi un cervo?”
“Uhmm...”
“Ti prego! Te lo chiedo come migliore amico”.
Ora, James sembrava davvero sorpreso.
“Migliore amico?”
“Si”
“Sono il tuo migliore amico?”
Lily sbuffò. “Certo, credevi mi sarei tenuta
Piton?”
“No”, fece James mentre gli si allargava in volto
un’espressione di pura gioia.
“E allora, mi fai questo favore?” chiese Lily
ridacchiando.
“E va bene!”
“Grasssssie!”
“Jamie, ti da fastidio questa qua?”
A parlare era stata una ragazza con gli occhi molto truccati e il corpo
perfetto, a capo del gruppetto che aveva notato prima Lily,
squadrandola con un’aria assolutamente disgustata. Lily, ben
lontana dall’esser intimidita, ricambiò lo
sguardo. James, dopo un attimo d’esitazione, rivolse alle
ragazze uno dei suoi famosi sorrisi sciogli-ginocchia e le
rassicurò con voce suadente: “E’ tutto
ok, ragazze, non preoccupatevi”. Molte di loro sembrarono a
rischio svenimento e quella che aveva parlato fino a quel momento
raddolcì notevolmente lo sguardo. La stessa Lily
sentì che le gote le si arrossavano lievemente e
all’improvviso capì perché James Potter
era uno dei ragazzi più ambiti della scuola: ora, le
sembrava tecnicamente impossibile rifiutare qualcosa a qualcuno che ti
rivolgeva quello sguardo.
“Ah, va bene, senti che ne dici di farci compagnia un
po’?” chiese la ragazza, chiaramente elettrizzata
dall’idea. Lily sentì un’improvvisa
voglia di torcere i capelli perfettamente biondi e boccolosi della
ragazza, in netto contrasto con i suoi rossi, perennemente in disordine.
James sorrise ancora: “No grazie, devo far vedere una cosa a
questa mia amica”, disse accennando a Lily. Quelle sembrarono
molto scoraggiate, lo salutarono e rivolsero ancora a Lily occhiate di
fuoco. Lei, mentre James non la guardava, non poté impedirsi
di fare ciao ciao con la manina alla bionda, giusto per prenderla in
giro. Mentre si rivolgeva di nuovo a James, lo trovò che la
fissava con un sorrisino malizioso.
“Beh? Che guardi?”
“Io? Proprio niente. Andiamo?” disse lui,
fingendosi indifferente. Ma mentre camminavano non smise di sorridere.
Lily dopo un po’ sbuffò: “Vuoi
smetterla?”.
“Di fare cosa?” chiese lui innocentemente.
“Ti odio quando fai così” disse lei,
incrociando le braccia.
Lui la guardò con affetto evidente, e le
scapecciò i capelli, sussurrando:
“Stupida!”.
Lily avrebbe voluto replicare, ma ormai erano arrivati in giardino; si
diressero verso un angolo buio, poi lei si sedette sull’erba,
abbracciandosi le ginocchia in attesa. James le sorrise ancora, poi
strizzò gli occhi e strinse i pugni.
Subito cominciò a crescergli una morbida pelliccia castana
sulla pelle; i capelli si divisero in due parti nette, si allungarono e
si indurirono; le orecchie si assottigliarono; il viso si
allungò e infine James si chinò a quattro zampe.
Lily lo guardò con la bocca aperta: ora davanti a lei non
c’era più James, c’era Ramoso. Il cervo
la fissò con un’espressione che
sembrava… divertita? Ed emise un buffo verso che indusse
Lily a chiudere la bocca. Il cervo si avvicinò: aveva
esattamente gli stessi occhi di sempre. Lei si inginocchiò e
sporse una mano per accarezzarlo; Ramoso alzò il muso
così da porgerle il collo, dove la pelliccia era bianca. Il
cervo chiuse gli occhi, evidentemente per godersi quella sensazione.
Lily passò una mano sulle corna, sulla testa, sul dorso e
sulla gola dell’animale; tanto che a un certo punto le parve
che lui rabbrividisse.
“Sai” disse dopo un po’, “forse
sei meglio da cervo…”. Quello assunse
un’espressione che Lily interpretò come offesa.
“Nel senso che non dici cavolate”
precisò. Ramoso assunse di nuovo l’aria divertita.
Poi cominciò a spingerla non troppo delicatamente con le
corna; Lily fu costretta ad arretrare. “Ehi, che
fai?”. Andando indietro, non vide una pietra e ci
inciampò in pieno, ruzzolando lungo una discesa. Il cervo la
rincorse, poi, quando fu sicuro che lei lo vedesse, si buttò
per terra, rotolandosi ed emettendo ancora il verso di prima che
–ormai Lily l’aveva capito- era una risata.
“Ah, ah, ah. No, non sei per niente diverso da
cervo” disse un po’ amareggiata, dopo essersi
seduta. Il cervo saltellò accanto a lei agitando la coda,
ancora estremamente divertito, e le girò attorno. A Lily
venne improvvisamente un’idea. Si stese per terra e chiuse
gli occhi bene attenta a cogliere ogni rumore. Sentì Ramoso
girarle intorno ancora per un po’, poi, proprio come lei
sperava, avvicinò il muso per annusarla. A sorpresa, Lily
gridò: “Aha!” e gli saltò in
groppa con un po’ troppa enfasi, facendo ruzzolare entrambi
sull’erba. Si rotolarono per un po’, ridendo come
matti, poi Lily si stese ancora sull’erba mentre sentiva che,
vicino a lei, James si stava di nuovo trasformando. Aveva visto bene,
perché presto sentì accanto a lei delle risatine
decisamente umane.
Per qualche minuto padroneggiò solo il silenzio.
“Il cielo è molto limpido stasera”,
affermò dopo un po’ James.
“Già” confermò Lily.
Restarono per un bel po’ così, stesi
l’uno accanto all’altra, a osservare le stelle,
sentendosi incredibilmente a proprio agio, prima di decidersi a tornare
nel castello.
Ecco qua...
Ora, chi si azzarda a dire che non sono bellissimi insieme, lo uccido!!!
* Jimbo, è il soprannome che Sirius da a James.
l'ho inventato io perchè Jamie mi sa troppo sdolcinato...
per chi lo volesse sapere, l'ho copiato da Il Pianeta del Tesoro.
HERMY, BELLA e LILLY lo so che Ernie Smith è proprio un
idiota, figuratevi... (certo che non mi offendo), infatti come vedete
li ho fatti lasciare, Lily ha capito che è un gran testa di
cavolo, ma (forse l'avete notato dall'occhiata che ha lanciato a James)
tornerà a rompere le scatole presto. l'ho inventato pensando
a una presona reale che detesto, perciò non preoccupatevi,
lo odio anch'io con tutte le mie forze... grassiie per i complimenti**
ADNA, 1 lo so che Lunastorta non è un escluso, non rompermi
le palle... l'ho fatto perchè sennò c'era lui che
li svegliava gli altri Malandrini, no? quindi dopo non potevo fare la
scenetta. e poi ci saranno altre occasioni per farlo dannare, non
temere... 2 sti particolari cretini sull'orario del treno importano
solo a te... comunque CHIEDO UMILMENTE PERDONO A TUTTI QUELLI CHE HANNO
NOTATO L'ORARIO SBAGLIATO DEL TRENO. 3 tu non sei la signora e padrona
di un fico secco, figurati di me... e non fare così che
sembri la mamma di Sirius 4 smettila di fare commenti cretini su
Codaliscia, lo so che è un idiota, ma te che ne sai se ce
l'aveva piccolino?!?!?! la prossima volta che scrivi cavolate
pubblico la tua foto delle elementari col succo alla pesca, almeno
t'impari!
Bò, penso sia tutto... ovviamente, se il cap vi fa schifo,
fatemelo sapere, se vi piace, tanto meglio. comunque, recensite,
recensite, recensite.... ciao ciao, alla prossima XD
Tugs**
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Capitolo 7 *** HALLOWEEN ***
Qualsiasi lettore dovrebbe sapere che, per ognuno di noi,
è sempre difficile confessare un qualsivoglia sentimento nei
confronti di qualcuno; in particolar modo se quel sentimento
è l’amore.
Ora, non so se voi lo sappiate, ma nel caso in cui questi sentimenti
sono provati nei confronti di un amico, è spesso e
volentieri molto più difficoltoso confessarli,
perché nessuno vorrebbe rischiare di rovinare quel
meraviglioso rapporto che si è creato, no?
Esattamente questo pensava anche il nostro James. Infatti, ora che
sapeva di essere il miglior amico di Lily, non aveva certo il coraggio
di dirle ciò che provava. Così viveva in eterno
conflitto con se stesso, sentendo il suo cuore battere a mille ogni
volta che lei gli sorrideva, e al tempo stesso sforzandosi di ignorarlo.
Naturalmente, era del tutto inconsapevole che lei aveva lo
stesso identico dilemma.
Mentre i nostri personaggi erano alle prese con i loro sacrosantissimi
problemi personali, fuori infuriava la guerra. Barty Crouch divenne
presto Auror Capo, imponendo a quelli del suo seguito di utilizzare
anche le Maledizioni Senza Perdono pur di catturare i Mangiamorte
–che stavano spuntando come funghi-, ottenendo grande
successo fra la popolazione. Le morti si succedevano alle morti e i
più non avevano idea di cosa fare; il paese era nel caos.
Il tempo comunque passava, e presto l’aria tiepida
di settembre fece spazio a quella più fredda di ottobre: gli
alberi si spogliarono velocemente e gli studenti furono costretti a
mettersi addosso delle sciarpe pesanti per seguire le lezioni di
Creature Magiche ed Erbologia. Fu una sera degli ultimi di ottobre che
ritroviamo i nostri protagonisti. Mentre fuori infuriava una tempesta
in piena regola, quelle che spingono ogni persona normale a rintanarsi
in casa e a non muoversi per nessuna ragione al mondo, dentro una
camera del dormitorio femminile di Grifondoro Mary, Alice, Amelia e
Lily si godevano una sana serata insieme in pigiama, ridendo e
imbarazzandosi a vicenda, naturalmente.
Ora, se qualcuno si fosse avvicinato a sbirciare dentro la loro
finestra (trascurando il fatto che si trovavano in cima a una delle
torri di Hogwarts), si sarebbe sicuramente chiesto cosa diavolo
stessero combinando quelle quattro, perché Mary, con indosso
solo una maglietta XL viola, stava saltando sul letto (NdA, questa
scena ormai non ci stupisce più, vero?) mentre Amelia si
copriva la testa con un cuscino, e Alice e Lily assistevano
ridacchiando. Naturalmente, con tutto il chiasso che il vento faceva
fuori, questo qualcuno non avrebbe capito un accidente; ma si sa, noi
siamo i narratori di questa storia, e come tali godiamo del privilegio
di sapere ogni parola che si disse in quella stanzetta.
“Mary, forza, accetta una causa persa, non lo dirà
mai!” esclamò Lily.
Amelia, rossa oltre ogni dire, sbucò fuori dal cuscino e
disse: “Ecco, grazie, Lil!”
“Dai, Amy, Mar stava facendo l’idiota come al
solito…”
“Tante grazie, Ali, io stavo solo chiedendo a Amelia come va
con Remussino”.
“Non chiamarlo così” protestò
Amelia.
“Ah, no? E sennò che fai?” la prese in
giro Mary con le mani sui fianchi e una smorfia strafottente sul viso.
“Smettila, hai stufato!” gridò Lily,
lanciandole un cuscino e facendola ruzzolare pesantemente a terra.
Amelia le lanciò uno sguardo pieno di gratitudine. Mary
riemerse dopo poco, massaggiandosi il didietro e lanciando uno sguardo
cattivo a Lily, la quale capì immediatamente di aver
commesso un grande errore.
“Ah, Lil, e tu, che mi dici di Jay?”
disse storpiando l’ultima parola.
Lily, neanche a dirlo, arrossì immediatamente.
“Aha!” strillarono Mary e Alice. Lily le
lanciò uno sguardo che significava: Traditrice!
Alice alzò le spalle come a dirle: Tanto lo
sapevi che prima o poi mi dovevi raccontare tutto!
Mary, diretta la sua attenzione su Alice, disse: “E
Frank?”. Stava diventando un circolo vizioso.
Ma fortunatamente Alice non è una che si tiene tutto dentro,
e con la faccia accesa di chi evidentemente non vedeva l’ora
che glielo chiedessero, cominciò a raccontare:
“Oh, lui è meraviglioso! La persona più
fenomenale che esista! Non solo è carino da morire, ma
è anche intelligente, simpatico, premuroso…
l’uomo della mia vita!”, concluse in un sospiro.
Tutte ridacchiarono ricordando che quella frase era stata pronunciata
da Alice per lo meno una dozzina di volte negli ultimi sei anni. Lily
disse: “Sì, come no, fosse la prima
volta!”.
Brutto errore far concentrare di nuovo l’attenzione su di
sé. In quel momento qualcuno bussò alla porta,
interrompendo Mary e Alice, che sicuramente avrebbero fatto passare le
pene dell’inferno alla povera Lil.
“Avanti” strillò Alice.
Lily, che nella sua mente stava ringraziando lo sconosciuto in
aramaico, si rammaricò enormemente per la prima volta
dall’inizio dell’anno quando si scoprì
che questi non era nessun’altro che James Potter. Infatti,
appena Mary lo vide balzò giù dal letto,
correndogli incontro, per niente imbarazzata dal fatto che indossava
solo la maglia viola prima citata. Dettagli.
“Jaaaaaaaaaaames, si stava proprio
parlando di te!”
Se le occhiate potessero uccidere, vi giuro che a quell’ora
Mary sarebbe caduta sanguinante sulla moquette lucida.
“Davvero?” chiese James con aria stupita. Alice,
Mary e Amelia scoppiarono a ridere. Lily, prevedendo il peggio, fu
dell’avviso di interrompere quella chiacchierata
controproducente. Balzò in piedi, ringraziando il cielo di
essere almeno in tuta e spinse a forza James fuori dalla stanza.
“Andiamo a fare un giro, dai!” ringhiò.
“Ehmm.. ok, ma…”.
Lily chiuse con un sospiro la porta dietro di sé, riuscendo
anche ad attenuare il suono delle varie risatine. James la guardava
curioso. “Cosa c’era di così
divertente?”
“Niente. Domani chiedo alla McGranitt di cambiare
stanza”.
“Come si fa presto a dimenticare le amiche!”
esclamò, alzando le braccia in un gesto evidentemente
ironico. Lily sbuffò, sollevando in tal maniera un ricciolo
dispettoso che aveva davanti agli occhi e gli intimò:
“Ma cammina!”
Sorrise innocentemente.
“Cosa eri venuto a fare?”
Lui rimase per un attimo meditabondo. Poi disse: “Ah
sì, Remus ha detto che ti voleva parlare, così mi
sono offerto di andarti a cercare, visto che mi annoiavo un
po’…”
“Ma grazie! Mi annoiavo
un po’…”. Lui le
scoccò uno sguardo divertito.
“Si, hai capito… ma cosa credi, che il mio tempo
sia sempre disponibile per tutti? Non so se lo sai, ma io, sono uno dei
ragazzi più famosi di Hogwarts”
proseguì beffardo.
Lily decise di stare al gioco: “Ah, ok, allora penso che non
ti impegnerò un solo minuto di
più…” e mimò il gesto di
voltarsi e tornare in camera. Lo sentì
ridacchiare:”Scherzavo, dai!”
Poi abbassò la voce: “Ehmm... come sai, due giorni
fa c’è stata tu-sai-cosa quindi lui è
un po’ deboluccio, perciò si sta riposando in
camera. Vieni?” sembrava speranzoso.
“Ok” rispose Lily, e insieme si diressero verso il
dormitorio maschile. Quando arrivarono vicini alle scale che spartivano
i due dormitori però, Lily finse di fermarsi un attimo, come
folgorata da un problema enorme.
Allargò gli occhi, che sapeva di avere naturalmente
più grandi della media e fissò James con
un’espressione da cerbiatta impaurita, approfittando
dell’influenza che era certa di avere su di lui, e sentendosi
anche un po’ cattiva ad approfittarsene; proprio come lei
sperava, James si preoccupò all’istante.
“Lily, cosa c’è?” chiese
ansioso.
“Oh, Jay, n-non so se sia il caso c-che la gente ci veda
insieme salire le s-scale per il dormitorio maschile!”
James alzò all’istante gli occhi al cielo.
“Finiscila!” disse mentre Lily ridacchiava,
“Non ti avrei mai creduta così ironica,
Evans!” e mise su un broncio adorabile.
“Non ti avrei mai creduto così musone,
Potter!” le ingiunse lei, sorpassandolo con fare canzonatorio.
James ebbe la netta sensazione che non avrebbe potuto trovare ragazza
più perfetta di lei al mondo.
***
Quando Lily sembrò incerta su quale fosse la loro
porta, James realizzò che non era mai entrata nella stanza
dei Malandrini; così la precedette col solito fare ironico
che lo distingueva e, indicando la porta giusta, disse: “Dopo
di lei, Miss Evans…”, lei sbuffò ed
entrò.
Ma Lily non fece in tempo a fare un passo, che si bloccò di
botto e, arrossendo violentemente, strillò:
“Sirius!”
“Lil, ma che bella sorpresa!”
James, prevedendo il peggio, la spinse da una parte, osservando la
scena. Sirius era al centro della stanza, proprio davanti alla porta,
ed era in mutande. James gli scoccò un’occhiata di
fuoco. Remus lo osservava divertito dal letto e Peter non
c’era, perché doveva scontare una punizione
insieme alla McGranitt.
“Ehi, Rammy, ci sei anche tu!” trillò
allegro Sirius. James camminò con decisione verso di lui e
lo spinse verso il bagno, sibilandogli irritato:
“E’ la prima volta che Lei viene qui, e fai il
cretino come al solito!”
Sirius cercò di ostacolare il tragitto, sussurrando:
“Eddai, non è la prima volta che mi vede in
mutande, ti ricordi, prima dell’inizio della
scuola?”
“Questo è diverso!” ingiunse James
sbattendogli la porta del bagno in faccia e sigillando la porta con la
magia.
“Ora non esci di qui, finché non sei
vestito!” gli strillò, stavolta in modo che tutti
sentissero.
“Ma James… qui non ho vestiti!”
arrivò contrariata la voce di Sirius.
Provando una sorta di gioia vendicativa, James gli urlò:
“Vorrà dire che rimani lì
finché Lily non se ne va”.
Poi si girò, ignorando le sue urla di protesta. Lily si era
già seduta sull’orlo del letto dove era steso
Remus e gli stava chiedendo se era tutto ok. James provò
ancora quella sensazione sgradevole di fastidio, vedendoli insieme, ma
cercò di ignorarla e si sedette di fronte a loro.
“Allora, cosa volevi chiedermi?” fece Lily,
gentile, accucciandosi in attesa.
Remus divenne immediatamente rosso.
“Ehmm… riguarda…. Sai, Hogsmeade, il
giorno di Halloween”.
James si irrigidì: questa non se l’aspettava
proprio!
Lily invece allargò il viso in un sorriso e lo
incitò: “Si?”; sembrava che stesse per
avere la conferma di tutti i suoi sospetti. James si chiese come Lily
facesse a sapere sempre tutto.
Remus arrossì ulteriormente: “Si, insomma,
credi… credi che Amelia vorrebbe venirci con me?”
A James si accese la lampadina: ah, ecco. Lily si sporse immediatamente
per abbracciare Remus e disse: “Oh, ne ero
sicura!”; James gli lanciò un pugno sul braccio e
gli strizzò l’occhio; la voce di Sirius
strillò: “Cretino, lo sapevo che c’era
qualcosa tra di voi, perché non me l’hai
detto?”
“Perché mi avresti preso in giro fino alla
morte” gli strillò di rimando Remus, ricambiando
l’abbracciò di Lily, cosa su cui James
preferì non soffermarsi.
“E’ meraviglioso! Ovviamente lei sarà
felicissima! Proprio oggi stavamo…” ma Lily si
interruppe, arrossendo per ignoti motivi. Remus non parve notarlo e si
illuminò tutto: “Allora credi che
accetterà?”
“Sicuro!”
Tutti sorrisero mentre arrivava un canto stonato dal bagno:
“Il lu-pacchiooo-tto è innaaa-moraaa-to!”
“Stai zitto, Sirius!”
“Uffa… ma perché se la prendono tutti
con me?”
Nessuno si degnò di rispondergli; Lily si staccò
e balzò in piedi, dicendo tutta emozionata: “Vado
subito a chiederglielo!”
E senza aggiungere altro corse fuori; Remus, ben lungi
dall’essere felice le urlò dietro:
“Lily? LILY!
DANNAZIONE!”
***
Lily correva a più non posso lungo i dormitori dei
Grifondoro, emozionatissima.
Finalmente
quei due hanno smesso di fare gli idioti; quando tutti avevano capito
che erano fatti l’uno per l’altra! A momenti anche
Codaliscia ci sarebbe arrivato. Oh, è meraviglioso,
fantastico, incredibile! Sono così dolci, tutti e due, si
troveranno benissimo! Purché io e Jay riusciamo a impedire a
Mary e a Sirius di rovinare loro la giornata… Quei
due non hanno proprio freni inibitori… Non posso controllare
Mary da sola (tanto Alice starà sicuramente con Frank).
Diavolo! È troppo brava a boxe, mi atterrerebbe in due
secondi. Cavolo, mi toccherà passare tutta la giornata con
James, Sirius e Peter!
Lily non si sorprese affatto a pensare che l’idea non le
dispiaceva per niente.
Arrivata di fronte alla sua camera, aprì la porta,
schivò Mary che le tendeva un agguato,
immobilizzò Alice con un Levicorpus
e si buttò sul letto di Amelia, perfettamente consapevole di
avere un sorriso ebete sulla faccia.
“Lil, ehmm… sei sicura di stare bene?”
“Mai stata meglio! Indovina cosa voleva James?”;
Amelia sembrò quanto mai confusa.
“Ehmm… non lo so”.
Lily mise su una faccia impaziente che la fece ridacchiare.
“Dirti che ti ama e che vuole passare il resto della vita con
te?” chiese Alice con i capelli che le soffocavano la voce.
In effetti, ancora era appesa al soffitto.
Lily sbuffò. “Non fare
l’idiota”.
Mary, decisamente più pratica: “Avete finalmente
combinato qualcosa? Sono secoli che vi piacete!”
“Non centra proprio niente. E va bene, visto che non ci
arrivate… mi ha detto che Remus voleva chiedermi una cosa.
Indovinate cosa!”
Mary sbuffò, irritata dai giri di parole: “Arriva
al sodo, Lil. Mi sto addormentando”.
Visto che Amelia scuoteva la testa dolcemente, Lily si decise a dar
sfogo a tutta la sua gioia, abbracciando Amy con impeto. Mary, credendo
che fosse una gara, si buttò immediatamente sopra di loro.
“Aaah! Siete impazzite?”
“Amy, Remus ti chiede se vuoi andare a Hogsmeade con
lui!”
“Cosa?” esclamarono tre voci.
Lily annuì, tutta felice. Amelia divenne immediatamente
rossa per la gioia e sorrise più apertamente di quanto fosse
solita fare.
“Allora, cosa gli devo dire?” chiese Lily,
maliziosa.
“Ma sei impazzita?” strillò Alice, ormai
decisamente rossa in faccia per tutto il sangue che era salito,
“certo che sì”.
“Voglio sentirlo da Amy”.
Troppo felice per parlare, Amelia annuì. Al colmo
dell’esaltazione, Lily corse fuori dalla porta a riferire il
messaggio.
“Congratulazioni, Ameliuccia!” esclamò
Mary grattandole le nocche sulla nuca.
“Lasciami!”
“No!”
“Si!”
“No!”
“Si!”
“Scusate” le interruppe una voce,
“qualcuno si degnerebbe di farmi scendere? Comincio a
sentirmi male…”
°°°
“Ramoso, Lunastorta, smettetela di preoccuparvi. Alle ragazze
il nervosismo non piace. Disinvolto e audace, questo è il
mio segreto”.
Il giorno tanto atteso finalmente era arrivato. Remus e James, svegli
da almeno due ore, si fissavano nervosamente allo specchio. Il primo
piegandosi il colletto della camicia fino allo sfinimento, il secondo
ingaggiando una fiera lotta con i suoi capelli, cercando di farli star
giù ma, inutile dirlo, senza successo. Tutti e due
fulminarono Felpato con lo sguardo, il quale, beatamente privo di tutte
quelle preoccupazioni, si era gettato addosso il primo paio di jeans
che aveva trovato e ora stava steso sul letto accanto a Codaliscia con
le braccia dietro la testa, aspettando che i due amici fossero pronti.
“Ma tu cosa ne vuoi sapere delle ragazze?”
sbottò Remus.
“Vuoi insultarmi, Lunastorta? Io sono il miglior casanova di
tutta Hogwarts! Vorrei ricordarvi che è una settimana che
ricevo continui inviti per oggi; una si è anche messa a
piangere quando le ho detto di no!”
“Quelle non sono ragazze, Felpy, sono
oche…” precisò James, alle prese con la
frangetta.
“Ehi!”
“Ma cosa ti frega...” rispose Remus.
Sirius rimase un attimo meditabondo, poi alzò le spalle e
riprese a cincischiare su qualsiasi cosa gli passasse per la testa.
Altri cinque minuti trascorsero in quel modo, e James
cominciò a chiedersi quando Felpato avrebbe finito di
raccontare barzellette porno, perché la cosa non lo
tranquillizzava affatto; scambiò con Remus uno sguardo
esasperato, poi sollevò gli occhi al cielo mentre Remus
ridacchiava.
“Ragazzi, quando avete intenzione di scendere?”
chiese a un certo punto Peter, “siamo già in
ritardo di dieci minuti”.
“EEEEEEEEEEEH?” esclamarono Remus e James.
“Già!” esclamò Sirius
guardando l’orologio di Codaliscia.
“Ma cazzo!” strillò James precipitandosi
sulle scale.
Remus, che lo seguì a ruota, non fu preso dalla furia a tal
punto da imprecare ma rimproverò gli altri:
“Potevate dircelo, però!”
Tutti e quattro cominciarono a scendere le scale tre a tre (James e
Sirius con estrema difficoltà perché erano
costretti a fare slalom tra varie ragazze che cercavano di
acchiapparli). Nonostante ciò, quando arrivarono in Sala
Grande avevano accumulato un quarto d’ora di ritardo. Si
fermarono tutti all’ingresso con il fiatone; James
occhieggiò l’orologio di Peter e
imprecò in modo colorito. Dove erano andate? Erano partite
senza di loro?
La cosa era quasi comica. Aveva passato sei, dico sei, anni a ottenere
di uscire con lei e ora aveva perso
quell’opportunità? Impossibile!
“Remus!” fece una voce.
James si girò verso la voce: Amelia veniva loro incontro con
un sorriso enorme sul viso. Era molto carina: i capelli scuri erano
raccolti in una coda alta, qualcuno l’aveva truccata
leggermente, probabilmente Alice, e indossava una gonna a fiori che si
adattava al tempo stranamente mite di quel giorno. Ma lo sguardo di
James non si soffermò a lungo su di lei, ma su Lily, che la
seguiva insieme a Mary. Ovviamente, secondo James era sempre stata
bellissima, anche con la divisa della scuola, ma doveva ammettere che
ora superava ogni limite. Era favolosa. I capelli rossi le
incorniciavano il viso, sciolti e mossi come sempre, ma sembravano
molto più luminosi alla luce solare. Indossava una maglia
azzurro cielo (colore che James non le aveva mai visto addosso, ma che
le stava benissimo) che le evidenziava le curve delicate e pantaloni
bianchi abbinati. Il cuore di James cominciò il solito
concertino (tanto ormai c’era abituato) e la mano
scattò ai capelli.
“Alla buon ora” sbottò Mary.
“Alice e Frank se ne sono andati da un pezzo”.
“Allora, andiamo?” chiese Remus, tutto rosso.
“Sì, certo” rispose Amelia. Remus stava
per avviarsi con lei quando Sirius si avvicinò e
sussurrò qualcosa che a James parve terribilmente come
“disinvolto e audace”. Remus intimò a
Sirius di stare zitto, poi si incamminò con Amelia,
imbarazzato ma felice come una pasqua.
Lily, James, Mary, Sirius e Peter li guardarono allontanarsi per un
po’.
“Ah, la nostra Amy sta crescendo!” disse Mary
battendo le mani, con un tono da donna vissuta.
“Comincia ad innamorarsi” fece Sirius nello stesso
tono.
“Diventa più grande…”
continuò Mary mentre tutti si incamminavano.
“E lascia soli questi poveri vecchi…”
concluse Sirius in tono drammatico.
Alché tutti e due si presero a braccetto e cominciarono a
cantare una sorta di marcia funebre molto lenta e rumorosa, che si
curarono di arricchire con singhiozzi teatrali, barcollando come
ubriachi.
Quando la gente cominciò ad additarli, Codaliscia non si
occupò di ripetere alle persone che glielo chiedevano cosa
stessero facendo, mentre James e Lily si scambiarono un lungo sguardo
rassegnato.
“Ma chi diavolo mi ha convinto a diventare sua
amica…” gli disse Lily.
“Non me ne parlare… io me lo ritrovo a casa anche
durante le vacanze”.
Lily gli lanciò uno sguardo esageratamente inorridito.
“Oh mio Dio, come fai a essere sopravvissuto fino ad
oggi?!?!”
“Beh, tu annuisci, annuisci sempre…”
Entrambi ridacchiarono, mentre quei due scapestrati che si ritrovavano
per migliori amici cominciarono ad improvvisare un valzer funebre
davanti all’entrata dei Tre Manici di Scopa. Quando qualche
studente provvisto di uno spiccato senso dell’umorismo
cominciò a gettare loro monetine, James e Lily ritennero
fosse ora di far terminare quella sceneggiata.
°°°
“Ragazzi, mi aspettate un attimo? Devo scegliere una nuova
piuma”.
“Aspettami, entro con te”.
Mary, Sirius e Peter rimase soli, fuori da Mondomago, sapendo che
sarebbe stata un’attesa molto lunga. Nessuno era capace come
Lily di impiegare mezz’ora per comprare una piuma, figurarsi
insieme a James che la distraeva a ogni scaffale. Stavano intavolando
una conversazione sulla possibilità di abbandonare Hogwarts
per fondare una compagnia teatrale dove mostrare il loro talento nel
valzer (non come James lo aveva amorevolmente descritto “uno
sgraziato spulciarsi da babbuino”), quando videro passare
Amelia e Remus che, incredibile ma vero, si tenevano per mano.
Un istantaneo ghigno si formò nel viso di entrambi.
“Ma guardali, tutti e due!”
“Infami, non hanno neanche salutato!”
“Dobbiamo fargliela pagare!” dissero a una voce e,
assicurandosi che James e Lily fossero ben occupati, sgusciarono via,
tirandosi dietro Peter.
°°°
Lily e James correvano come dei fulmini in giro per Hogsmeade.
“Giuro che quando li trovo li uccido!”
ansimò James.
“Se provano, provano
a rovinare la giornata di Lunastorta e Amy non vedranno il
domani!” rincarò Lily.
Arrivati davanti alla Testa di Porco, James capì che
così non sarebbero arrivati da nessuna parte, allora
acchiappò Lily per un gomito e disse: “Ok,
ragioniamo, siamo due giovani timidi e innamorati. Dove
andiamo?”
Un attimo di silenzio. Poi entrambi sollevarono il viso e esclamarono:
“Ma certo! Alla margherita viola!”
Ripresero a correre.
Era noto a tutte le coppiette che se volevano starsene un po’
in santa pace, niente era meglio del giardinetto fiorito che si trovava
nella periferia del villaggio. Visto che il luogo era ben noto
soprattutto per un’enorme fiore violetto che nessuno era mai
riuscito a strappare, tutti l’avevano soprannominato la
“margherita viola”.
Quando arrivarono, scovarono Mary e Sirius che parlottavano tra loro
dietro un albero, chiaramente nell’intento di escogitare
qualcosa a loro detta “davvero divertente” ai due
innamoratini, che si trovavano seduti sul praticello, tutti presi dai
fatti loro; mentre Codaliscia seguiva ogni movimento.
James si avvicinò con passo spedito e prese subito Sirius
per un orecchio, tirandoselo dietro senza tanti complimenti. Lily,
ritenendo che fare lo stesso sarebbe stato problematico con
un’amica campionessa di boxe, la immobilizzò con
un incantesimo e se gli ordinò di muoversi, Codaliscia li
seguì mansueto.
“Brutto idiota, cosa credevi di fare?”
“Ahia, James!”
“Te lo meriti” sbottò Lily.
“Non possiamo andare in giro, potrebbero scappare”.
“E se scappano, Amy non mi perdonerà
mai”.
“Cosa facciamo?”
Lily volse il viso al cielo, che nel frattempo si era oscurato, e come
in risposta una goccia le cadde sul viso.
“E se andassimo ai Tre Manici?”
°°°
Lily era dentro il bagno. Si stava lavando accuratamente le mani,
scuotendo i capelli rossi e sbuffando per impedire che dei ciuffi le
cadessero sopra gli occhi. Dopo aver sventato il tentato assassinio
della “giornata perfetta” di Remus e Amelia, Lily e
James si erano visti costretti a trascinarsi dietro Mary e Sirius,
stando ben attenti che non scappassero. Presto però era
cominciato a piovere tanto furiosamente, che ogni volontà di
rovinare il pomeriggio degli amici scompariva, di fronte alla
prospettiva di bagnarsi come dei pulcini.
Perciò erano rimasti tutti e cinque dentro il locale per
gran parte del pomeriggio, attirando verso di loro le attenzioni di
molti degli studenti. Infatti, come aveva presto capito Lily, uscire
con i Malandrini era tutt’altro che rilassante. James e
Sirius erano peggio di Stanlio e Oglio (NdA, ma si scrive
così?); tiravano su certe discussioni assurde che
coinvolgevano tutto il locale, scatenando le risate incontrollate degli
studenti. Si capì all’istante che i Malandrini non
erano leggenda solo a Hogwarts, ma anche a Hogsmeade. Ad esempio,
sembravano vecchi amici di Madama Rosmerta, la nipote della
proprietaria del locale, che li aveva salutati con calore nel vederli
entrare. Per farvela breve, i nostri erano stati la bellezza di quattro
ore in un tavolo a discutere su chi avesse umiliato maggiormente i
Serpeverde, raccontando diversi episodi avvenuti durante i sei anni
scolastici. Dalle prime scaramucce per accaparrarsi le caramelle, ai
duelli di mezzanotte nei corridoi. Avevano cominciato a parlare da
soli, ma presto si erano ritrovati una folla intorno che applaudiva a
ogni battuta, con un Hagrid sbronzo che ridacchiava forte sopra la
folla, incitandoli a continuare. Visto che, per quanto riguarda le
scorribande contro i Serpeverde, la Mala Band non aveva proprio niente
da invidiare ai Malandrini, subito Mary e Lily si fecero onore nel
raccontare le proprie avventure. Quei quattro erano tutti dotati di un
umorismo spiccato, anche se in diverse modalità (quello
ironico di Lily, quello spiritoso di James, quello pesante di Sirius e
quello sadico di Mary), e avevano finito per dare spettacolo.
Quando gli studenti avevano cominciato a dissiparsi, i nostri avevano
capito che era tempo di tornare a scuola e, mentre Sirius pagava il
conto, Lily ne aveva approfittato per fare una puntatina in bagno.
Si lanciò un’occhiata allo specchio, si
asciugò le mani e si affrettò a uscire.
Non fece in tempo ad aprire la porta che uno spettacolo orribile le si
parò davanti: i clienti erano scomparsi completamente; una
schiera di ragazzi, che Lily non fece difficoltà a
riconoscere come i Serpeverde del settimo anno, stava di fronte ai suoi
amici. Mary e Sirius li fissavano in cagnesco e Minus sembrava essere
sul punto di svenire, ma teneva saldamente la bacchetta nel pugno
grassoccio.
Ora, sicuramente questo sarebbe bastato a inorridire chiunque, ma
bisogna dire che la cosa che orripilò Lily più di
ogni altra fu la scena centrale. Infatti, Serpeverde da una parte,
Grifondoro dall’altra, si stringevano quasi in un cerchio,
tutti attenti a guardare i due duellanti al centro, che, con orrore di
Lily, erano Piton e James.
Fu come una pugnalata al cuore.
Una lama fredda che sgretolava ogni certezza data fino a quel momento
per certa. La certezza che di James si poteva fidare.
Ora, ancora una volta, Lily vedeva il suo migliore amico tradirla.
Prima Severus che se la spassava con i Mangiamorte e la chiamava
Mezzosangue, adesso James che lottava con Piton.
Era come ritornare indietro nel tempo: rivedere quello sbruffone di
Potter che se la prendeva con il suo migliore amico. Ma non era
così. Non c’era più quello sbruffone di
Potter, c’era James; e non c’era più il
suo migliore amico, c’era un Mangiamorte.
Eppure la scena era proprio quella: James aveva lo sguardo indurito
dalla rabbia e teneva sollevato Piton, facendolo roteare per aria
mentre questo vomitava, probabilmente a causa della nausea.
Quello fu troppo anche per Lily.
Sentì le gambe vacillare. James sapeva, sapeva
benissimo quanto per lei fosse importante che lui avesse smesso di fare
lo sbruffone! E ora continuava a infierire sugli altri, su Piton poi! E
lei che si era fidata di lui! Aveva sbagliato tutto, tutto…
Senza fermarsi a pensare, senza chiedersi cosa sarebbe
successo poi, corse, corse fuori.
E neanche sentì la pioggia che le sferzava i vestiti; e
neanche sentì le grida che urlavano il suo nome
nella notte…
***
James la vide che correva via, un fruscio di capelli rossi
tra quel fiume nero di ghigni che lo circondava. Improvvisamente smise
di sentire tutto.
Importava solo quello, quella scia che si stava allontanando,
allontanando da lui…
La bacchetta gli cadde di mano. Per la prima volta, qualcuno era
riuscito a disarmare James Potter. E non era stato un avversario, no,
era stato l’Amore. Quello disarma tutti prima o poi.
Sentì una voce gridare il nome di lei. Era stato Piton, che
ora fissava sconvolto la scena. E neanche si soffermò a
riflettere sul significato di quel che aveva visto, perchè
ormai contava solo lei, lei che scappava da lui…. E anche
James urlò il suo nome.
Lily.
Sentì le gambe che la rincorrevano fuori dal locale.
Lily.
Sentì l’improvviso cambio di temperatura e la
pioggia che gli colava dentro la maglietta, sopra capelli.
Lily.
Sentì grida dietro di lui.
Lily.
Ma tutto questo non contava, contava solo quella figura sottile davanti
a sé.
Lily.
Doveva, doveva raggiungerla.
E cominciò a correre più forte. No, non
l’avrebbe lasciata andar via. Non ora che andava tutto
così bene. La raggiunse, la chiamò ancora, la
afferrò per un braccio.
Lei si voltò. James si stupì di quanto fosse
bella anche ora, con i capelli incollati al viso, più scuri
per la pioggia, gli enormi occhi verdi bagnati e furiosi, le spalle che
tremavano per il freddo o per il dolore.
“Lily, fermati!”
“No! Perché dovrei ascoltarti?!?! Non hai fatto
che mentirmi!” la voce le tremava di rabbia.
“Perché non capisci!”
“Cosa dovrei capire?! Basta quello che ho visto!”
“Non è così!”
“E lasciami!”, cercò di strattonare il
braccio, ma lui stringeva forte.
“Devi credermi! Non è stata colpa mia, hanno
cominciato loro!”
“Già, perché tu sai dire solo questo,
vero? È stata colpa degli altri, hanno cominciato loro, non
è colpa mia… Tu non mi hai mai detto la
verità! Tutte menzogne! Io mi fidavo di te, James! Credevo
fossi cambiato…”
Lei cominciò a singhiozzare e lui si
sentì morire.
“No, maledizione, no! Io sono cambiato!”
“E perché avresti dovuto farlo?!”
“Perché…”, cosa dirle?
Perché ti amo? Perché non mi è mai
importato nient’altro che te?
“Vedi, non sai neanche cosa dire!”
La rabbia cominciò a montare. No, non sarebbe finita
così.
“Maledizione, per te! Sono cambiato per te! Tu non mi hai mai
capito, Lily! Non hai mai cercato di capirmi. Non hai mai capito che
quello che facevo lo facevo per te! Non hai mai capito che se volevo
farmi notare, lo facevo perché TU mi guardassi, non le
altre! E invece niente, solo disprezzo, solo rabbia… La
realtà è che tu non mi hai mai guardato per
quello che sono, ma solo per quello che apparivo! E non hai mai capito
cosa mi importasse realmente! La realtà è che io
oggi non vedevo l’ora di vederti, perché per la
prima volta saremmo usciti insieme! Ed è stato meraviglioso.
È stato il giorno più bello della mia
dannatissima vita! Poi è arrivato Piton, e io non volevo
combattere con lui. Perché pensavo a te. Lui però
continuava a insultarmi. Non mi importava. Ha insultato Remus. Potevo
sopportarlo. Ha insultato Sirius. Potevo sopportarlo. Ha insultato te.
E mi dispiace! Mi dispiace perché non sono riuscito a
fermarmi! Ma quello che ho fatto, l’ho fatto
perché… perché ti amo.
Sì, è così, ti amo. Ti amo dal giorno
in cui ti ho vista per la prima volta, nel treno di Hogwarts. Ti amo
disperatamente da sei anni. Sei anni. Sei anni in cui non ti sei mai
accorta di me! Sei anni in cui non ti sei mai accorta che ogni cosa che
faccio, la faccio perché io ti amo. Ti amo, Lily Evans! E
questa cosa non cambierà”.
James finì di parlare con il cuore che gli tamburellava
forte, il petto che si alzava e si abbassava furiosamente; aveva urlato.
Lei era rimasta lì. Esterrefatta.
Si sentiva solo la pioggia.
Ora James tremava, e la fissava sperando in una risposta. Ma lei non si
muoveva, con le gocce che continuavano a tamburellare sul terreno
intorno a loro, lasciando che continuassero a bagnarle i capelli e i
vestiti, ormai fradici, scivolando sulle labbra rosse e umide.
James la guardava dritto negli occhi, sperando in una sua reazione: uno
strillo, una parola, qualcosa. E invece niente. Gli enormi occhi verdi
lo fissavano senza emozione. Prima c’era stupore. Ora niente.
Dopo un tempo che parve infinito, senza dire una parola, Lily si
girò e si incamminò verso il castello.
James rimase a guardarla finché non sparì tra
l’oscurità; poi cadde.
Cadde in ginocchio sul terreno bagnato.
James Potter si coprì il viso con le mani; e per la prima
volta dopo molto tempo pianse, pianse lasciando che le sue lacrime
salate si mischiassero all’acqua fredda che cadeva dal cielo.
***
Mary entrò e la vide lì. Bagnata come
un pulcino, con lo sguardo smarrito puntato sul pavimento, mentre
attorno a lei si affaccendavano Amelia e Alice, chiedendole cosa avesse.
Lei non rispondeva.
Mary chiuse la porta e tutti gli sguardi si alzarono su di lei, anche
quello di Lily.
Alice e Amelia si fiondarono immediatamente a chiederle cosa mai avesse
la loro amica, ma Mary le zittì con un semplice gesto. Si
inginocchiò davanti a Lily, che la fissava con uno sguardo
vacuo, non da lei.
“Lily, ora alzati”, le disse.
Per la prima volta, lei emise un suono:
“James…” sussurrò.
“Sì, lo so, vi ho sentiti”.
Alice aprì la bocca per parlare, Amelia la zittì.
Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime.
Amelia fece per abbracciarla, Mary la fermò.
“Lily, alzati”.
Lei cominciò a tremare, e con lo sguardo sembrò
esprimere un immediato bisogno di essere consolata.
Anche Alice cercò di abbracciarla, Mary fermò
anche lei.
“Ma cosa fai...” tentò di protestare.
“Smettetela. Non ha bisogno di essere consolata”,
la sua voce era dura.
Gli occhi di Lily erano interrogativi, ma ancora piatti, vuoti.
“Alzati!”
Lei non si mosse.
Mary la schiaffeggiò.
Ci fu qualche esclamazione, Lily si portò una mano sulla
guancia arrossata.
“Reagisci, maledizione! Fai qualcosa! Tu stai scappando,
Lily. Stai scappando dalla felicità. Perché anche
tu lo ami. E lo sai. L’hai sempre saputo. Basta vedere come
hai reagito quando hai creduto che ti avesse tradita, no? Ti sei
sentita morire, non è così? E invece
l’ha fatto per te. E allora perché non reagisci?
Perché te ne stai qui, su questo letto? Perché
hai paura, hai una stramaledettissima paura di soffrire. Ma lui non ti
farà soffrire, Lily. E se tu ti degnassi di ascoltare il tuo
cuore, capiresti che anche lui ti sta dicendo la stessa cosa!
Perché voi siete nati per stare insieme! E lui ci ha messo
sei anni per dirtelo. E ci è rimasto talmente male che
adesso è ancora lì, nel punto dove
l’hai lasciato, a piangere! Quindi ora smettila di fare la
frignona, smettila di piangerti addosso, smettila di fare la passiva e
reagisci! Va da lui, digli che non te ne frega niente, digli che lo
ami, digli che non lo sopporti, ma fai qualcosa, dannazione!”
Piano, piano, mentre Mary le diceva tutto, ma proprio tutto quello che
pensava, vide gli occhi di Lily riempirsi di cose. Riempirsi di
sentimenti, di emozioni, di fatti.
Quando Mary ebbe finito, davanti a lei aveva di nuovo la sua migliore
amica. Non un automa.
Nella stanzetta piombò il silenzio.
Poi Lily balzò in piedi, con gli occhi che scintillavano e
corse fuori.
“E ora dove vai?” le gridò Mary.
La sua voce, un po’ scorbutica, le rispose: “Da
lui, no?”
Mary si lasciò andare a un sorrisetto soddisfatto. E ora,
bastava sperare che avesse fatto la cosa giusta.
***
Ancora una volta in quell’Halloween movimentato,
Lily si ritrovò a correre. Le pareva di non aver fatto altro
per tutto il giorno, ma non le importava più di tanto.
Un paio di minuti e fu di nuovo fuori, la pioggia che scrosciava
più forte che mai.
Aveva capito cosa diceva Mary: la ragione di quello strano vuoto al
petto, quella ferita all’altezza del cuore.
E corse.
Corse per raggiungerlo.
Lo trovò ancora lì: inginocchiato, rannicchiato,
abbandonato per terra, le spalle forti che tremavano scosse dai
singhiozzi. Le si spezzò il cuore nel vederlo
così: piegato dal dolore. Ed era tutta colpa sua. Ma avrebbe
rimediato. Si avvicinò piano, incerta su cosa dirgli, e si
chinò di fronte a lui.
Gli scostò delicatamente una ciocca bagnata dalla fronte;
quei capelli così belli, così originali, che le
piacevano tanto, sembravano afflosciati da qualcosa che non era solo la
pioggia, privi della consueta vivacità.
Lui non si mosse.
Allora gli sollevò con un dito il mento. James
alzò il viso sottile su di lei, e i suoi occhi si riempirono
di stupore. Quel bellissimo sguardo nocciola appariva distrutto,
straziato, svuotato da un insaziabile dolore che gli stava divorando
ogni energia vitale.
Lily gli rivolse un timido sorriso e pensò che avrebbe
voluto dirgli tante e tante cose: che aveva capito, che ora sapeva qual
era il suo posto, che ormai si era irrimediabilmente innamorata di
lui…
Ma non era quello il momento.
E per dirgli più di tutto quello che le parole avrebbero
detto, si avvicinò lentamente alla sua bocca. Lo vide
chiudere gli occhi.
Sorrise e unì le sue labbra con quelle di lui.
La pioggia sembrava una sinfonia in quel momento irripetibile.
Appena si sfiorarono, Lily sentì una scossa elettrica
correrle lungo la spina dorsale, come non le era mai successo con
nessun altro.
Lily sentiva intensamente il suo sapore sulle labbra, e
pensò che non aveva mai provato niente di così
buono. Meglio delle fragole, meglio della cioccolata fumante, meglio
della granita nel caldo torrido dell’estate, era
semplicemente il paradiso…
Fu tenero e tanto, tanto dolce*.
Fu solo uno sfiorarsi, ma alla fine sentì che le
mordicchiava leggermente il labbro inferiore, Lily
ridacchiò, James rimaneva sempre e comunque un Malandrino
D.O.C.
Indietreggiò un po’ per fissarlo in viso. Aveva un
sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Ridacchiò ancora e stavolta fu lui ad avvicinarsi. Dopo fu
più spontaneo, incredibile come le loro labbra sembravano
esser state create per fondersi insieme. Lily sentì di nuovo
quella scossa nella schiena e rabbrividì di piacere.
Si sentì un tuono sopra di loro.
Sì, era il paradiso, il paradiso in mezzo
all’inferno.
Salve gente! come vi è sembrato questo cap???
*fu tenero e tanto, tanto dolce... lo so frase quasi copiata da quella
di Eclipse, ma ci stava troppo....
Beh, finalmente il momento che noi tutti aspettavamo è
arrivato, spero di non avervelo banalizzato troppo, è una
cosa che cerco di evitare sempre.
ah, Mary è proprio un'amica vero??
passiamo ai ringraziamenti:
BELLA
SWAN: eh,
te lo devo dire, sai che non lo so proprio se far nascere qualcosa fra
Mary e Sirius?? beh, sicuramente starebbero benissimo insieme ma dopo
mi fa brutto che sono tutti fidanzati tranne Codaliscia. lo so,
è un bastardo ecc ecc ma cavolo è una persona
anche lui, no? e poi prima di lasciare la scuola era buono... hai
ragione Rem e Amy sono troppo pucci!! chi non li ama??? hai visto, te
l'ho messa qui la scena del bacio XDXDXDXD je t'ame (si scrive
così?? sapete ho fatto spagnolo) Lil/ Jay, quanto vorrei
essere in loro!!!!!!! grazie ancora per i complimens.... ;) anche io
amo le tue recensioni.
CULLEN
ISABELLA: ciaoooooooooooooo, ih ih,
che bello una nuova recensitrice (si scrive così? oggi il
mio vocabolario è andato a prendersi un caffè,
sorry) thanks per esserti aggiunta a noi!! visto, ho aggiornato presto!
HERMY
101: carissima, ci si rivede!!! e chi non ama
Sirius??? is the best!! ma anche gli altri li amo!!! mi diverto sempre
un casino a scrivere questa fic! piaciuto questo cap? fammi sapere...
ADNA:
ammetto di aver fatto un errore, fucilatemi, impiccatemi, frustatemi e
uccidetemi mi inchino a chiedere perdono.... BUAHAHAHA! adna,
conoscendoti, che rileggi diecimila volte la stessa fic e piangi
sempre, ora starai leggendo sto commento più simile a una
fontana che a una ragazza... LUNASTORTA 4ever !!! WE LOVE YOU. se non vuoi
vedermi moribonda, lasciamelo un commentino... giuro che se non te la
smetti di scrivere ste cose di poco gusto sui pitoni e i fagioli la
metto davvero la foto... *________________________* cià
Tugs**
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Capitolo 8 *** IL VERSO DI UNA CIVETTA ***
scusate, scusate,
scusate, scusate moltissimo per il ritardo. vi giuro che un motivo
c'è!!!!!!!! ma ve lo dico dopo...
CAPITOLO 8: IL VERSO DI UNA CIVETTA
Febbraio, 1979
Quando Lily ricevette la lettera, quella che avrebbe determinato lo
svolgersi degli eventi una volta per tutte, stava nel bagno invaso dal
vapore della sua nuova casa di Londra. Aveva appena finito di lavarsi e
analizzava criticamente il suo volto allo specchio, con un asciugamano
bianco che le avvolgeva i capelli. Aveva appena compiuto il suo
diciannovesimo compleanno e, grazie al pronto intervento di Alice (la
quale le aveva detto che quella era l’età in cui
comparivano le prime rughe) stava scandagliando la superficie dello
specchio alla ricerca delle suddette. Quindi non biasimatela, occupata
com’era dall’ansia di un invecchiamento precoce, se
non si
accorse del puntolino nero fuori dalla finestra appannata che si faceva
largo tra la nebbiolina umida di Febbraio.
Lily trasalì davanti allo specchio quando udì il
picchiettare del gufo sul vetro; girò la testa di scatto
verso
l’origine del suono e poi corse ad aprire al gufo, che
planò sull’orlo della vasca da bagno.
Lily girò la lettera: era indirizzata a James e Lily Potter,
ma
con una calligrafia stretta e obliqua che non riconobbe. Con un gesto
secco aprì la lettera e, dopo un breve messaggio scorse una
firma articolata che recitava il nome di Albus Silente.
Carissimi Lily e James,
prima di tutto,
permettetemi di farvi
le più vive congratulazioni per il matrimonio, lo scorso
agosto,
è stato con enorme dispiacere che ho dovuto rinunciarci.
Sono venuto a sapere con
grande
piacere che siete diventati personaggi importanti tra gli Auror del
Ministero e, proprio per questo motivo, desidererei risolvere con voi
un certo affare che non specifico nel caso la lettera venga
intercettata. Se per voi va bene, potremmo incontrarci fra due giorni
ai Tre Manici di Scopa per l’ora di pranzo. Naturalmente,
sarei
lieto se il Signor Black, il signor Lupin, il Signor Minus, i signori
Paciock e la Signorina McDonald volessero farci compagnia.
Spero, a presto
Albus Silente
Un certo affare? Cosa voleva dire Silente? perché era stato
così misterioso e soprattutto, cosa voleva da loro? Lily si
sedette pensierosa sull’orlo della vasca assieme al gufo,
tutto
occupato a pulirsi le penne. Non aveva notizie di Silente da quando
aveva finito la scuola, ovvero lo scorso Giugno, e, per quanto ne
sapeva, neanche James, Sirius, Mary o Remus le avevano detto niente.
Cosa c’entrava poi la carriera di Auror?
Sarebbero andati all’appuntamento? Si certo, ma cosa avrebbe
comportato questo, poi? Via, si stava parlando di Silente, non era mica
uno sciocco, sapeva certamente di cosa stava parlando, o no?
Lily era persa in pensieri di questo tipo quando sentì
qualcuno
che armeggiava con le chiavi nell’atrio e che sbatteva la
porta.
“Lil, ci sei? Ah, grazie al cielo non sei venuta a trovare
Sirius
nella sua nuova casa! Ti saresti spaventata moltissimo, e forse gli
avresti dato un bella lavata di capo, quello è pazzo! Pensa
un
po’, ha deciso di comprarsi un moto babbana (babbana dico!),
e
voleva modificarla con la magia. Ho temuto che Remus volesse davvero
ucciderlo, credimi faceva un tale chiasso che non so come i babbani non
siano riusciti a sentirlo! Forse dovresti parlarci tu, certe volte
sembra che dia più ascolto a te che a chiunque
altro…
Lil, ma dove sei?”
Dopo un secondo, la testa di James Potter fece capolino nella stanza.
“Ah, eccoti, ma… Lil! È successo
qualcosa?”
James entrò immediatamente nel bagno, si
inginocchiò di
fronte a lei e le strinse le mani, guardandola con ansietà.
Lily
pensò di avere proprio una faccia sconvolta per farlo
preoccupare in quel modo.
Senza una parola, gli porse la lettera e lui cominciò a
scorrerla febbrilmente, con uno sguardo che diventava via via
più cupo.
“Che cosa vuole Silente?”
Proprio come lei, doveva aver pensato che fosse successo qualcosa di
grave per scomodare il preside.
“Non lo so. Tu sai qualcosa?”
“Anche se fosse successo qualcosa, perché dovrebbe
venire a dirlo a noi?”
Lily rilesse la lettera.
“Deve aver a che fare con Voldemort. Si parla di
Auror”.
“Probabile”.
“Jay… e se fosse una trappola dei
Mangiamorte?”
“Anche se fosse, se ci andiamo tutti insieme riusciremo a
uscirne vivi”.
“Si, e poi non ha senso dare appuntamento ai Tre Manici.
C’è troppa gente”.
“A loro non è mai importato di uccidere”.
“Lo so, ma ci sarebbero dei testimoni, e questo non
è un bene per Voldemort”.
Lily lo fissò negli occhi, e attinse forza dal suo sguardo,
come al solito.
“Dove sono Remus e Peter?”
“Ancora a casa di Sirius, credo. Perché?”
“Andiamo a avvisarli”.
Lily si alzò di scatto e si diresse verso il salotto.
“Ok. Ehmmm… Lily?”
“Si?” disse lei, già per le scale.
“Forse faresti meglio a vestirti, prima”.
Lily abbassò lo sguardo sull’accappatoio morbido
che ancora indossava.
“Oh, già!”
James scosse la testa e alzò gli occhi al cielo.
“Ma dove hai messo la polvere Volante?”
“E’ sul camino, come al solito!”
“Ma non c’è!”
Passi affrettati.
“Eccola”.
“Ah”.
“Potter, vivere con te è impossibile. Come hanno
fatto
Sirius, Remus e Peter a sopportarti? Ricordami di chiederglielo prima o
poi”.
“Taci, Evans. Non credo che tu sia molto
migliore…”
Una fiamma verde apparve nel camino di Casa Potter, James
urlò
l’indirizzo di Sirius, ed entrambi scomparvero tra le fiamme.
°°°
L’aria era fredda quel giorno, mentre Sirius, Peter, Remus,
Mary,
i Potter e i Paciock attraversavano il vialetto di Diagon Alley, vicini
l’uno all’altro, tutti avvolti in spessi mantelli
neri;
come qualsiasi mago di quei tempi d’altronde. Lily si
avvicinò silenziosa a Remus, e gli sussurrò
all’orecchio: “Hai detto qualcosa di tutto questo
ad
Amelia?”
Lui continuò a guardare davanti, ma rispose con
un’espressione seria: “Non volevo metterla in
pensiero”.
“Neanche io”.
…
“Sai che se la cosa va avanti dovremo farlo, vero?”
Remus si girò, e osservò Lily con quello sguardo
penetrante che solo lui aveva.
“Lo so”.
Amelia non aveva preso la strada dell’Auror come tutti loro.
Sebbene fosse naturalmente dotata di un grande senso di giustizia, e
fosse anche un’ottima strega; il suo carattere mansueto e
gentile
le impediva di fare del male agli altri e combattere contro di loro,
quindi aveva scelto la strada della burocrazia, ben più
adatta a
lei, e nutriva una grande fiducia nel Ministero della Magia.
Lily si passò in ansia una mano fra i capelli; avvertiva un
non
so che di profondamente controproducente in tutta quella faccenda. Si
sentiva addosso una sensazione stranissima, da una parte era ansiosa di
andare, ma dall’altra qualcosa la respingeva. Per tutto il
giorno
non aveva fatto altro che sentire crampi al ventre.
James, forse intuendo il suo stato d’animo inquieto, le si
avvicino e le strinse la mano; Lily gliela strinse di rimando e insieme
varcarono la porta dei Tre Manici di Scopa.
Per Lily fu una sensazione quasi dolorosa trovarsi di nuovo in quel
locale. Per tutti i sette anni scolastici l’aveva sempre
visto
come un luogo caldo e accogliente, che tagliava fuori il male
dell’esterno; anche se sapeva che le cose erano molto
peggiorate
dalla fine della scuola, una parte di sé ancora sperava di
trovare lì il calore di un tempo. Invece no, anche i Tre
Manici
di Scopa sembrava avvolto da quell’ atmosfera grigia che
circondava tutto: i palazzi, le strade, i negozi, tutto era diventato
scuro e freddo. Il locale non trasmetteva più la sensazione
di
pulito e calore che aveva sempre dato, ma appariva un luogo vuoto e
tetro, con appena due o tre clienti che occupavano i tavoli.
Lily sentì allargarsi il vuoto nel ventre e strinse di
più la mano di James.
In un tavolo un po’ lontano dal bancone sedeva Albus Silente,
irriconoscibile per via della lunga chioma argentea; quello fece loro
un cenno amichevole con la mano e tutti si sedettero. Subito, Remus gli
chiese seccamente, secondo la procedura ministeriale: “ Come
si
rende innocuo il Platano Picchiatore?”
“Premendo il nodo alla base della corteccia”
rispose
allegramente Silente “però, ovviamente, lo direi
anche se
fossi un Mangiamorte, Remus”.
“Ordini del Ministero” spiegò Minus.
“Eppure, non credevo che voi foste sempre attenti alle
regole” ribatté Silente.
Un sorriso divertito comparì nel volto di tutti i presenti,
in risposta a quello di Silente.
“Perché ci ha mandato quella lettera, preside?
Cosa
intendeva dirci?” chiese Lily, incapace di trattenersi ancora.
Tutti i presenti si incupirono un poco e si strinsero attorno al
tavolo, come per chiudere il mondo esterno fuori dalla loro
conversazione.
“Ve lo spiegherò subito, Lily, ma ti prego,
diamoci del tu
e chiamiamoci per nome. Ormai, non c’è
più posto
per le formalità”.
Lily annuì, fissando gli occhi cristallini di Silente, colmi
di una tristezza antica.
“Nel Ministero ci sono delle spie”
cominciò Silente,
“gente che rende facile il lavoro a Voldemort”. A
quel
nome, Minus fu il solo a rabbrividire visibilmente.
“Gli Auror arrivano sempre tardi, e non riescono mai a sapere
le
cose in tempo, per questo. Per quanto possiate essere preparati, non
riuscirete mai a combinare niente se ci sono quelli che vi passano le
informazioni sbagliate. In pratica, il vostro lavoro diventa
pressoché inutile”.
“Ma dovremo pur fare qualcosa, no?” disse Sirius,
“dobbiamo almeno cercare di aiutare la gente; stare fermi, a
guardare, serve ancora meno”.
“Io non ho mai detto di stare fermi a guardare”
fece Silente con gli occhi che brillavano.
Tutti si scrutarono a vicenda. Lily sentì la mano di James
stringerla ulteriormente.
“Cosa volevi proporci, Albus?” chiese James con lo
sguardo duro.
“Un’alleanza. Un gruppo scelto di maghi che
combattono
davvero contro Voldemort, si informano da soli, agiscono da soli, non
praticano quelle regole assurde del Ministero. A me piace
chiamarlo… l’Ordine della Fenice”.
“Ci sono già altri maghi che ci
lavorano?” chiese Mary.
“Si, ma non vi dirò i loro nomi, se non accettate
di
entrare. Abbiamo stretto un Patto Infrangibile, per proteggere
l’Ordine. Io sono il Custode Segreto”.
“Come funzionano le cose?” chiese Alice.
“Si agisce in assoluta segretezza, il lavoro al Ministero
deve
servire come copertura. È ovvio, si rischia in continuazione
la
vita, e non è un lavoro facile. Ma voi siete i migliori,
è per questo che vi ho contattato. È rischioso,
ma non
impossibile”.
“E il M-Ministero?” chiese Minus.
“Il Ministero non funziona, Peter, con l’andare
avanti del
tempo le cose peggioreranno e basta. No, Albus ha ragione,
così
non andremo da nessuna parte. Io ci sto” affermò
Sirius,
sbattendo una mano sul tavolo. Qualche stilla di burro birra cadde,
macchiando la tovaglia pulita, ma nessuno parve farci caso,
l’atmosfera era densa come crema pasticcera. Silente sorrise
soddisfatto; perché ovviamente sapeva, come
d’altronde
tutti loro, che una volta che un solo membro del gruppo si fosse unito
all’Ordine, tutti gli altri lo avrebbero seguito.
“Anch’io” disse infatti Mary, mettendo la
sua mano sopra quella di Sirius.
E uno a uno, accettarono di far parte dell’Ordine della
Fenice.
E quando anche Lily disse di sì, seppe che aveva appena
firmato
un contratto dal quale non sarebbe tornata indietro. Ma per quanto quel
vuoto al ventre si allargasse sempre più, Lily continuava a
sentire il calore dei suoi amici e di James vicino, e capì
che
non se ne sarebbe mai pentita.
***
Quando James e Lily tornarono al loro appartamento di Londra, lei si
buttò sfinita sul divano, e restò lì a
fissare il
soffitto. Intanto, intorno a lei, sentiva i rumori distratti che faceva
James mentre chiudeva la porta, metteva a posto le chiavi, prendeva un
bicchiere d’acqua in cucina…
Dall’atmosfera pesante, capì che James si stava
preparando
ad affrontare una conversazione molto antipatica che preparava da
tempo, e di cui Lily già sapeva il contenuto.
Lui si sedette silenzioso nella poltrona accanto alla sua,
osservandola; lei lo lasciò fare.
“Lo sai cosa abbiamo fatto oggi, vero?”
“Cosa?”
“Abbiamo appena deciso di consacrarci completamente a questa
guerra, nonostante non ci riguardi del tutto, nonostante potremmo
fregarcene completamente e occuparci solo di noi, della nostra vita
insieme”.
“Lo sai che ci riguarda, James, riguarda tutti noi. Se
Voldemort
vince, non ci sarà angolo sicuro in tutto il pianeta. Che
futuro
pensi potremmo avere, anche decidendo di sfuggire alla
guerra?”
“Nessuno. È per questo che ho accettato”.
“Perfetto, anch’io. Quindi non
c’è nient’altro da dire”.
“Lily…”
James la guardava con occhi lucidi, sembrava quasi supplicarla.
“Lily, io ti amo. Non posso vederti morire,
capisci?”
Lei si avvicinò a lui e l’abbracciò
forte.
“Anch’io ti amo, ma so che per questo non vorresti
mai abbandonare la guerra”.
“Ma tu potresti farti un’altra vita. Potresti
scappare, andartene…”
“James” ripeté Lily con un tono sicuro,
“fermati. Che vita credi potrei avere lontano da qui? Non
capisci? Senza di te… senza Remus, Mary e tutti gli
altri… non sarei capace di vivere. Io combatto anche per
questo,
James, combatto perché ci sia un futuro migliore per tutti
noi”.
“Ma così rischiamo di non averlo un
futuro!”
Lily si distaccò un attimo per guardarlo bene negli occhi,
gli prese il viso tra le mani.
“In quel caso, non mi pentirei mai, mai di quello che ho
fatto”.
“Promettimi che non ti azzarderai a morire prima di me, Lily,
promettimelo!”
“Te lo prometto, James”.
Lily si avvicinò alle sue labbra, e lo baciò
lentamente.
Le sensazioni che provò, furono esattamente le stesse della
prima volta in cui James l’aveva baciata: sentì di
nuovo
la scossa lungo la spina dorsale e quel sapore meraviglioso che sapeva
di lui al cento per cento. Lily sentiva le sue mani accarezzarle la
schiena, e il suo fiato caldo sul viso. Si stesero sul divano, e il
bacio, dapprima dolce, diventò sempre più
appassionato.
Mentre Lily sentiva il corpo di James premere sopra il suo, e i suoi
baci sfiorarle il collo, pensò come potesse essere possibile
amare alla follia qualcuno come lei amava lui. E pensò che
non
era giusto trascurare un amore così bello per occuparsi di
una
stupida guerra. Guardò James sopra di lei, ora con
l’
espressione tranquilla, e gli accarezzò dolcemente i capelli.
Sì, Lily aveva promesso, ma nel profondo sapeva, che se
fosse
servito a salvarlo, non avrebbe esitato a dare la vita per lui.
°°°
Il giorno dopo, andarono tutti insieme a visitare il quartier generale
dell’Ordine della Fenice. Era all’incirca un
catapecchia, e
i componenti del gruppo erano pochi, ma molto preparati. Ci
mancò poco che tutti svenissero all’istante,
quando videro
addirittura otto maghi che si aggiungevano al gruppo. Silente
spiegò loro quale era la situazione attualmente, disse anche
che
la velocità era essenziale, e che avrebbero dovuto lavorare
molto e duramente. Lily non avrebbe saputo dire che effetto le avesse
fatto entrare a far parte dell’Ordine. Certo, erano pochi,
ancora
da organizzare efficientemente e spaventati (per esempio Minus non
smise di tremare un solo istante, e Lily si chiese se fosse stata una
buona idea lasciare che venisse anche lui); ma si sentivano
appartenenti a un gruppo unito dagli stessi pensieri, dalla stessa
voglia di combattere e di reagire a ciò che stava
succedendo.
Complessivamente, sembravano quasi una famiglia. Ebbero anche
l’opportunità di conoscere personalmente Malocchio
Moody,
il quale fece la sua comparsa avvisandoli che avrebbe loro cavato gli
occhi, se avessero provato a venderli a Voldemort; Lily fu certa fin da
subito che a Mary piacesse un sacco (visto che ostentò
un’espressione soddisfattissima durante tutto il loro
colloquio),
invece, dall’espressione di puro terrore di Minus, Lily si
chiese
quando sarebbe svenuto: questione di minuti, a giudicare dal tremito
delle gambe. L’unico che sembrava un po’ distante
da tutto
quel caos fu Remus (non proferì parola per tutto il giorno),
e
Lily capì che sicuramente stava immaginando il discorso che
avrebbe fatto a Amelia.
Ora, intendiamoci, il problema non era che Amelia fosse contraria alla
battaglia contro Voldemort, figuriamoci, ma il fatto che loro avessero
deciso di non fidarsi più del Ministero della Magia;
infatti,
come gran parte del mondo magico in quel periodo, Amelia riteneva che
organizzazioni di questo genere non avrebbero provocato altro che la
creazione di ulteriori divisioni tra gli oppositori di Voldemort. E, a
pensarci bene, era un ragionamento abbastanza sensato e comprensibile.
Quando furono in macchina (che allargata grazie alla magia riusciva a
contenere tutti loro), Lily decise che fosse il momento di prender
parola riguardo l’argomento.
“Remus, credi che dovremmo dirglielo oggi?”
Immediatamente dentro lo spazio ristretto della macchina cadde il
silenzio. Per un po’ non si sentì altro che il
ronzio
monotono del motore sulla strada.
“Io… non lo so”.
“Credo che più aspetterai più
sarà peggio,
Remus” disse Alice, mettendogli una mano sulla spalla.
“Dovresti dirlo e basta” consigliò
James, “un
colpo secco. Senza girarci tanto intorno. Io ho fatto così
quando ho confessato che mi piaceva Lily”, James le
lanciò
un sorriso un po’ imbarazzato.
Sirius, che stava guidando, scoppiò in un latrato divertito:
“Cavolo, è impossibile scordarselo! Credevo che
scherzassi, pensavo fosse la cosa più impossibile del
mondo!”
“E guardateli ora! Non riescono a staccarsi gli occhi di
dosso!” fece Mary.
Lily arrossì un po’.
“Naaaah, io l’ho sempre saputo che erano fatti
l’uno per l’altra” disse Alice.
“Si, si, certo, chi è che diceva che Lily doveva
fidanzarsi con Amos Diggory perché stavano benissimo?
Invece,
sono stati insieme tre settimane e poi si sono lasciati”
ribatté Mary.
“Quando sei stata insieme a Amos Diggory?” chiese
James, decisamente infastidito.
“Ehmmm…. Ma questo cosa c’entra? Stavamo
parlando di
Amy, ricordate?” fece Lily, tentando di cambiare argomento,
senza
riuscirci, perché James le lanciò
un’occhiata che
significava non-credere-che-il-discorso-sia-finito-qui-sai.
“D’accordo, le parlerò oggi”
sospirò Remus.
“Comunque sia, noi saremo con te” disse Lily.
°°°
Quella sera, si riunirono tutti a casa di Sirius, in attesa che
arrivasse Amelia.
L’atmosfera era un po’ tesa: Lily stava accanto a
Remus
come fosse una guardia del corpo, mentre lui girava per la stanza;
James, Sirius e Peter cercavano di ingannare l’attesa
giocando
una partita a spara schiocco.
A un certo punto, Peter disse: “Comunque, non dovremmo
rivelarle
troppo, prima di sapere la sua reazione. Potrebbe usare le informazioni
contro l’Ordine”. Alice lo fulminò con
lo sguardo:
“Amy non lo farebbe mai!”
“Già, rimane comunque una persona
onesta”
rincarò Mary. Remus parve non averlo neanche sentito,
continuava
a vagare per la stanza come un’anima in pena.
Nel momento in cui Remus cominciò a guardare con apprensione
fuori dalla finestra, Lily iniziò seriamente a preoccuparsi;
stava giusto considerando se fosse il caso di fargli bere di nascosto
un calmante babbano, quando si sentirono dei passi veloci che salivano
le scale e, in men che non si dica, apparve Amelia sulla porta, con
un’espressione alquanto stravolta e i capelli scuri in
disordine.
La reazione generale fu immediata: James e Sirius smisero
all’istante di giocare; Peter la fissò con
apprensione;
Mary e Alice si lanciarono uno sguardo preoccupato; Lily strinse forte
il braccio di Remus; James si alzò in piedi e Frank
strillò che andava a fare un tè per tutti.
Peccato che
Amelia non fosse affatto una persona sprovveduta e, sicuramente, se
fosse stata Alice non avrebbe esitato a lanciarsi in un dettagliato
racconto riguardo il tipo che aveva incantato delle tazzine di
porcellana per farle esplodere nel caso fossero finite in mano a un
babbano; ma Amelia non era Alice, era Amelia, e notò
all’istante quanto tutti ostentassero un’aria
innocente e
normale, mentre era evidente che fosse successo qualcosa.
Perciò guardò negli occhi Remus e Lily, che erano
quelli
a cui era più affezionata, e disse con calma:
“Dovete per
caso dirmi qualcosa?”
In lontananza si sentirono delle campane scoccare le nove di sera.
“Cosa te lo fa pensare?” chiese Mary, con
un’aria da non-vedi-che-ho-l’aureola-in-testa?
“Ragazzi, mi volete prendere in giro?”
continuò
sedendosi in una poltrona davanti al fuoco, “Remus ha gli
occhi
fuori dalle orbite, Lily gli sta stritolando il braccio e Frank
è andato a preparare il tè, quando in tre anni
che vi
conosco nessuno lo ha mai fatto”.
Detto questo, alzò un sopracciglio in attesa di una
risposta;
Lily si sentì un’emerita idiota, mollò
il
bracciò di Remus ( che sembrava essersi atrofizzato),
sospirò e si mise a sedere di fronte a lei.
Alla fine, Remus sembrò sbloccarsi e si sedette di fronte a
Amelia, stringendole le mani. Lui e Lily si lanciarono
un’occhiata, poi Lily prese parola.
“Amy, ieri ci è successa una cosa”.
“Una cosa un po’ strana” disse Remus.
“In pratica, abbiamo scambiato due parole con
Silente”
“Silente?” chiese Amy con stupore.
“Si, e… si, insomma, ci ha fatto una proposta, e
abbiamo accettato”.
“Che… genere di proposta?” fece Amelia
molto
lentamente, quasi analizzando quali fossero le parole giuste da usare.
Di nuovo, Lily e Remus si lanciarono uno sguardo preoccupato. Lily vide
chiaramente il suo amico deglutire e un po’ di sudore gli
imperlò la fronte.
“Ehmmm… un gruppo… contro
Voldemort” la voce di Remus era un bisbiglio.
La sala piombò nel silenzio. Lily cominciò a
ripetere fra
sé: fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male,
fai-che-non-la-prenda-male.
Ancora silenzio.
fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male,
fai-che-non-la-prenda-male.
Il bollitore dell’acqua cominciò a fischiare.
fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male,
fai-che-non-la-prenda-male.
Una civetta solitaria cantò in un punto indistinto nella
notte.
fai-che-non-la-prenda-male, fai-che-non-la-prenda-male,
fai-che-non-la-prenda-male.
Gli occhi di Amelia si riempirono di lacrime, e Lily capì
che
l’aveva presa male. La sentì bisbigliare:
“Perché?”
Remus si avvicinò e tentò di abbracciarla.
Lei si alzò di scatto e si allontanò verso la
porta.
“Perché?” bisbigliò di nuovo.
“Amy…”
“Non capite che così vi farete solo
uccidere?”
“Ti prego, fermati…”, Remus tentava di
avvicinarsi, ma lei si allontanava sempre di più.
“E per cosa, eh? Per cosa?”
“Amy…”
“La vostra lealtà dovrebbe andare al Ministero,
non a un
gruppo sparuto di maghi! Solo il Ministero potrà fare
qualcosa
contro Voi-Sapete-Chi! Ma io non starò qui a vedervi
morire!”
Remus le afferrò un braccio, ma lei lo scrollò
via.
Amelia rimase un attimo lì, a fissarli uno per uno con
un’espressione spaventata.
“N-non starò qui a vedervi morire!”
ripeté di nuovo.
Poi indietreggiò un po’ e corse via, sbattendosi
la porta alle spalle.
Si sentì di nuovo la civetta di prima cantare.
E Lily sentì con una chiarezza allarmante che quella era
stata
l’ultima sera della sua vita in cui si era seduta insieme a
tutti
i suoi amici.
Perché Amelia, anche se nessuno di loro poteva saperlo, era
stata soltanto la prima a lasciare il gruppo dei Malandrini per sempre.
Allora, il verso di una civetta.
so
che in questo momento
mi starete odiando con tutte le vostre forze perchè ho fatto
lasciare Amelia e Remus, ma che altro potevo fare???
Dunque, come avete visto, totale cambiamento di programma! vi spiego
com'è andata, ho scritto tutto il capitolo 8, le reazioni
della
scuola, dei prof dopo il bacio, Lily e James, la loro storia all'inizio
ecc ecc ero pronta per pubblicarla ma quando l'ho riletta tutta ho
capito che mi faceva schifo. quindi l'ho rifatta con un'idea nuova,
e sono saltata a un anno e mezzo dopo. che ne dite?
allora, vi illustro i miei programmi per i prossimi capitoli, anche se,
come avete visto, non dovete prendere per oro colato quello che vi
anticipo perchè se non mi piace sono capace di cambiare
tutto.
pensate che mi ero già immaginata diverse scene con Piton e
Smith, ma.. niente! ho deciso di cambiare tutto, non odiatemi...
dunque, non seguirò un preciso percorso logico da adesso in
poi,
come ho fatto prima, ma mi limiterò a trascrivere gli eventi
che
ritengo siano più importanti. avete visto che all'inizio del
capitolo ho scritto Febbraio, 1979; il prossimo potrebbe essere per
esempio Luglio, 1980 o Aprile, 1979... ancora non lo so.... capito?
ditemi un po' se vi ispira...
altra cosa, prima, andavo a pezzi, scrivendo ora dal punto di
vista di Lily, ora da quello di James ecc. adesso andrò a
capitoli. come avete visto, questo era tutto su di Lily. probabilmente
il prossimo lo dedicherò a James...
NB questa fanfic è tutta dal punto di vista di Lily o James,
quindi non scriverò da vicino il cambiamento di Minus,
magari lo
farò capire parlando in generale... anche perchè
non so
se ci ruscirei, Codaliscia è un personaggio troppo viscido
per i
miei gusti e non so se potrei immedesimarmi nei suoi panni...
so anche che siete delusi un sacco perchè non vi ho fatto
sapere niente sui matrimoni e sulle proposte di James e Frank, anche se
con tutti quelli che l'hanno fatto forse non vi cambia niente. pensavo,
riguardo questo, di mettere dei flash back ogni tanto, che ne dite?
uhmmm... per adesso credo che i miei programmi siano questi, se ci sono
cambiamenti, ve lo comunico. ditemi se questa idea vi fa schifo o no...
ah, una cosa vi piacerebbero più momenti romanticosi?
passiamo ai ringraziamenti
DAFNY:
ma ti pare che finisco qui di scrivere la fic? no, no mi sto divertendo
troppo per smettere adesso!! anche se, devo ammetterlo, questa nuova
idea accorcia molto i tempi... comunque, per adesso non preoccuparti...
grazie tantissimissimo per i complimenti**
HERMY
101:
anche io amo James con tutto il cuore... ce ne fossero come lui...
pensa che il massimo del romanticismo che mi hanno rivolto è
stato: "Ti stimerò per sempre se mi fai copiare la
versione!" fa
un po' te...
BELLA
SWAN:
ti dirò, mi piace un casino stupire le persone!! *____*
credo
che se Lily avesse baciato James subito dopo la rivelazione sarebbe
stato troppo ovvio, invece così la storia assume un po'
più di brio... però mi dispiace averti
spaventata... per
la lunghezza non preoccuparti, hai visto cosa ho fatto io? è
più l'azzurro del nero... U_U
CULLEN
ISABELLA:
anche a me non piacciono quei James che sanno fare solo gli
sbruffoni... se James ha conquistato Lily avrà dovuto essere
un
po' sensibile, no? grazie per i complimenti**
ADNA:
in questo preciso istante mi starai bestemmiando addosso in turco, ci
scommetto tutta la mia eredità... cioè, dirai,
non solo
hai aspettato tremila anni per aggiornare, ma quando l'hai fatto, hai
fatto lasciare AMy e Luna!!! lo so, mi odio un po' anch'io...
A
TUTTI:
SOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOORRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY,
scusate se ho aspettato un'era biologica per postare (lo ammetto la
colpa è anche della scuola.... infami succhiaenergie che non
siete altro!!!!!! grrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.......). probabilemente il mio
cambiamento vi fa schifo, ho fatto un sacco di eerori grammaticali
perchè non sono riuscita a riguardare e il capitolo
è
triste e corto!!!! non merito pietà..... ma anche in tal
caso,
fatemelo sapere... ah, e scusate anche per la chilometrica dedica...
P.S. per motivi ignoti il mio computer ha deciso di cambiare carattere
dopo aver scritto: passiamo ai ringraziamenti. ci tenevo a specificare
che questo fatto è puramente casuale, e non avendo io voglia
di
indagare sul motivo di tale sorprendente cambiamento, me ne frego e lo
lascio così, spero non vi offendiate...
Tugs**
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Capitolo 9 *** L'ESSER ADULTI NON ESCLUDE LE MALANDRINATE ***
ma ciao, gente!
pensavate fossi morta, eh? invece no!
CAPITOLO 9: L’ESSER ADULTI NON ESCLUDE LE MALANDRINATE
Aprile, 1979
L’essere umano è una creatura fatta di desideri,
sogni, carne e voglie come qualsiasi altro animale. Appartenente a
questa categoria era anche James Potter, che quella sera, senza ragioni
logiche di qualunque tipo, aveva una sfrenata, ma proprio sfrenata
voglia di fare l’amore.
Così, conoscendo il carattere un tantino suscettibile di sua
moglie, si avvicinò al letto e
l’abbracciò con tutta la dolcezza di cui era
capace. E quando vide con enorme soddisfazione che Lily ricambiava
piuttosto attivamente le sue carezze, non si fece pregare
più di tanto e andò dritto ai preliminari.
Come sempre, assaporò il suo odore con tutto sé
stesso e si sentì incredibilmente fortunato ad avere una
compagna come lei, e capì con certezza che il suo amore non
era diminuito di una virgola da quando vivevano insieme, anzi pulsava
dentro di lui più vivace che mai.
Scivolò con le labbra dalla bocca di Lily alla mascella e
poi al collo, baciando teneramente il tragitto che tracciava; tuttavia,
James non era disposto a lasciarsi ingannare: Lily era in vena soltanto
di tenerezze, o voleva andare fino in fondo?
Si ricordò con precisione che una volta lui era arrivato ad
essere eccitatissimo, però lei a un certo punto si era
fermata e gli aveva detto che, tutto sommato, quella sera non ne aveva
voglia. La delusione era stata così grande che ora James non
era più disposto a cadere nello stesso sbaglio, e
perciò cercava ogni volta di capire quale fosse lo stato
d’animo della moglie senza offenderla, compito che a volte si
rivelava difficilissimo.
Comunque, quella sera Lily sembrava proprio intenzionata a farlo, e
James decise di fare il passo decisivo, accarezzandole la coscia, e poi
più su, indugiando sull’elastico degli
slip.
Nessuna reazione.
Esultando silenziosamente, James si mise più comodo sopra di
lei e cominciò a togliersi la maglietta, mentre la guardava
intensamente in quegli occhi verdi che lo facevano letteralmente
impazzire.
Allora, Lily si sfilò lentamente la camicia da notte e James
si tuffò di nuovo su di lei, sussurrando:
“Lily… sei davvero stupenda…”
All’inizio gli sembrò la cosa più
giusta e più appropriata da dire, e neanche lei
sembrò voler obbiettare niente, ma dopo un po’
James sentì che si irrigidiva tra le sue braccia e la
sentì dire: “James, ma per te il miglior aspetto
di me è la bellezza?”
La domanda lasciava chiaramente intendere che la risposta doveva essere
negativa, qualsiasi ragazza l’avrebbe capito, ma non
biasimate troppo il povero James che, eccitato, spaesato e un
po’ confuso dalla domanda, non trovò subito le
parole ed esitò un istante. Pessimo sbaglio.
“Uhmm…”
“Allora?” (con la voce un po’ irritata)
“Tesoro, ma dobbiamo parlarne adesso?”
“Bè, ma quando vorresti farlo?” (con la
voce sull’incazzato andante)
“Che ne so, dopo! Non ora, ti prego!”
“Ah, certo! Prima ti do quello che vuoi e poi parliamo!
James, il dialogo è importante in una coppia!”
(con la voce molto incazzata e una nota di isterismo)
“Lo so, Lily, è solo che non mi sembrava il
momento. Tutto qui. Ora, ti prego, calmati!”
Ormai Lily si era appoggiata allo schienale del letto, aveva incrociato
le braccia sul petto e lo guardava con un cipiglio molto poco
rassicurante. James, che proprio non si capacitava di come diavolo
avesse fatto a farla incavolare quando stava andando tutto
così bene, era in ginocchio sul materasso e la fissava con
un’espressione tra il preoccupato e l’incredulo.
Però, fortunatamente, riuscì a ritrovare quel
po’ di lucidità che gli era rimasta e rispose:
“Lil, tu sei la donna della mia vita! Sei la persona
più meravigliosa, intelligente e simpatica che io avessi
potuto trovare. E ti amo più di qualsiasi altra donna non
solo perché sei la ragazza più stupenda del mondo
(in quel caso avrei sposato una cubista, non credi?) ma anche
perché hai tantissime stupende qualità che fanno
di te la persona con cui voglio passare il resto della mia vita! Cosa
credi, che ti sia andato dietro per sette anni solo per la
bellezza!?!?”
Lo sguardo di Lily, che si era a mano a mano addolcito, riprese la
consueta allegria e disse: “Ah, ok”.
“D’accordo, adesso che è tutto chiarito
possiamo….” Ma James non fece in tempo a
risdraiarsi che lei si era già rinfilata la camicia da notte
e si era alzata da letto.
“E ora che fai?” chiese lui, completamente
incredulo.
“Scusami, Jay, ma mi sono appena ricordata che
c’era un bel programma in T.V. e…”
sorrise maliziosa, e poi aggiunse “e poi, dai, è
anche periodo di Pasqua, possiamo aspettare qualche giorno, no? Sai che
vengo da una famiglia molto cattolica, no? Non sta bene”.
Lily gli scoccò un bacio sulla guancia e
sgattaiolò via, lasciandolo lì come un fesso con
la bocca aperta.
James si scosse e le strillò: “Lily! Ma i tuoi non
si erano convertiti al buddismo?! Lily!”
Non ricevendo risposta, si sdraiò ancora incredulo e
pensò che sua moglie era proprio una sadica. Punto primo:
era quasi certo che lei avesse voglia di fare l’amore; punto
secondo: le aveva fatto un complimento e lei era riuscita a farlo
passare come un’offesa; e punto terzo: dopo averle sviolinato
una frase più dolce dell’altra, si era inventata
questa cosa della Pasqua giusto per lasciarlo a bocca asciutta e per
fargli venire ancora più voglia di fare l’amore.
Sospirando sconsolato, James si chiese se, in fondo, non avrebbe fatto
meglio a sposare la prima deficiente oca che si toglieva la maglietta
appena lui la guardava; per poi pentirsi immediatamente di quello che
aveva appena pensato.
Spegnendo la luce, rifletté ancora sull’occasione
perduta e rinunciò una volta per tutte a capire la logica
assurda delle donne.
°°°
“E dopo?”
“Se n’è andata!”
“Così, senza dir niente?!”
“No, mi ha detto che, in poche parole, preferiva guardare la
T.V. piuttosto che fare sesso” disse James con amarezza.
Sirius lo guardò a bocca spalancata per un po’.
James sbottò e disse: “Sir, ci entreranno le
mosche se non la chiudi”
Sirius chiuse la bocca.
Poi scoppiò a ridere.
“Ahahahaha! ma sei sicuro di non aver avuto l’alito
puzzolente? Cavolo, devi averle fatto proprio schifo per preferire la
T.V.!”
James gli rifilò uno scappellotto sulla nuca.
“Cretino, era solo un modo per punirmi per aver detto quella
cosa…”
“Ma perché diavolo si è
offesa?”
“Ma che vuoi che ne sappia, io?”
“E poi cosa ha detto?”
“Che siccome è Pasqua è meglio stare in
astinenza!” sbottò James, ancora molto incazzato.
“Ihihihihihihih! E così, il nostro Ramoso ieri
è rimasto all’asciutto!”
“Che assurdo modo per farmi un dispetto! e poi per cosa,
scusa?”
Sirius si fece meditabondo: “Comunque, dovresti
vendicarti!”
“Siamo un po’ cresciuti per queste cose,
no?” fece James, fissando Sirius da sopra le lenti degli
occhiali.
Lui si voltò e alzò le spalle: “Fa un
po’ come ti pare, io avrei già
un’idea….”
James cominciò a sentirsi le mani prudere come non mai. Poi
pensò che, alla fine, era proprio un sacco di tempo che non
facevano un’altra delle loro Malandrinate… gli
mancavano così tanto… e poi Lily se la meritava
proprio stavolta…
E poi si sa, il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
“E va bene, ci sto!”
Sirius si voltò con gli occhi che brillavano.
“Ne ero sicuro, amico mio!”
°°°
“POOOOOOOOOOOOOOOOOOOOTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTEEEEEEEEEEEEEEEEERRRRRRRR!!!!!!!!!!!!!”
James se la stava spassando, oh, se se la spassava! Era proprio un
sacco di tempo che non se la spassava così tanto.
Sghignazzando il più silenziosamente possibile vicino a
Sirius, e vedendo Remus che scuoteva sorridente la testa,
capì che era mancato anche a loro spassarsela
così tanto.
“Felpy”
“Eh?”
“Forse dovremmo filarcela…”
“CRISTO!SE VI BECCO NON SARETE PIU’ QUELLI DI
PRIMA! CRISTO!”
“James… è anche
Pasqua…” provò a dire Remus.
“Dimmi che non è stato
divertente….” lo provocò James prima di
scappare.
Si sentì una furia che scendeva le scale, e James
riuscì quasi a immaginarsi Remus che scuoteva di nuovo la
testa.
“Dove sono?” ringhiò
nell’altra stanza un vero e proprio diavolo, con tanto di
capelli rossi. Sirius indicò a gesti uno sgabuzzino e tutti
e due si infilarono lì dentro, cercando di barricare il
più possibile la porta con la magia.
James rischiò quasi di soffocare Sirius per cercare di farlo
star zitto.
“Remus… ti avverto!”, riusciva quasi a
vedere la faccia impotente di Lunastorta.
“Lily, lo sai, io ne resto fuori”.
James sentì dei passi pesanti avanzare verso lo sgabuzzino;
gli sembrò di ritornare ai tempi delle Malandrinate a
Hogwarts, solo che, in questo caso, non ci sarebbe stata nessuna
professoressa McGranitt ad impedire a Lily di ucciderli entrambi.
Fu allora che James Potter cominciò a sudare
freddo.
I passi avanzavano; ecco, erano proprio davanti allo sgabuzzino, no, si
fermavano un attimo, e poi li sorpassavano. James udì
perfettamente il sospiro di Sirius vicino a lui.
Stava per rilassare anche lui le spalle contratte, quando si
sentì un sonoro schianto e la porta fu, letteralmente,
bombardata e schizzò via, frantumandosi in mille pezzi.
Ora davanti alla soglia c’era una Lily Evans furente, diciamo
pure incazzata, ma proprio incazzata nera; mani sui fianchi e capelli
rossi leggermente elettrizzati. James si fece scudo con le mani, si
inginocchiò e sperò che
quell’attrazione che Lily provava per lui non si fosse
completamente estinta quel giorno e che gli salvasse la pelle.
“Pietà!”
“Ti prego, a Pasqua siamo tutti più
buoni!”
Lily fulminò Sirius con lo sguardo.
“Quello è Natale. Cretino!”
“Fa lo stesso!”
Entrambi si ritrovarono appesi per il soffitto. Lily
cominciò a camminare intorno a loro con le braccia dietro la
schiena: peggio di una tortura cinese, romana e barbara messe insieme.
“Rispondete! Appendere uno stendardo enorme in giardino con
su scritto: “ In questo periodo, nemmeno con la bacchetta di
sambuco, si riesce ad allargarle il buco”. Vi sembra
divertente?”
“Si, molto” rispose James sforzandosi
all’inverosimile di non riderle in faccia.
Occhiata di fuoco.
“E quando la signora Parker qua vicino vi ha chiesto cosa
significava e voi avete risposto: Buona Pasqua anche a lei signora. Per
informazioni chieda a mia moglie. Anche questo vi sembra
divertente?”
L’unica risposta fu la risatina soffocata di Sirius.
“POTTER, BLACK!!!!!! RITENETEVI FORTUNATI CHE E’
PASQUA! ALTRIMENTI VI AVREI SCACCIATO IMMEDIATAMENTE DA QUESTA CASA! E
NON STO SCHERZANDO! PENSATE DI FARE COME VI PARE SOLO PERCHE’
QUI VICINO CI ABITANO DEI BABBANI CHE NON CAPISCONO LE VOSTRE BATTUTE
IDIOTE?!?! E’ STATO SCONSIDERATO, DI CATTIVO GUSTO E PER
NIENTE DIVERTENTE!!!!!!! POTTER, COSA DIAVOLO HAI DA
SGHIGNAZZARE?”
“Anch’io ti amo, tesoro” rispose James, e
ignorando beatamente qualsiasi umano istinto di sopravvivenza, si
avvicinò a Lily e la baciò.
Da come rispose, James immaginò che probabilmente anche a
lei era sembrato abbastanza divertente, peccato che non
l’avrebbe mai ammesso. Restarono per un po’
così, poi arrivò la voce scocciata di Sirius che
disse: “Ehi belli innamorati! Adesso si può
scendere?”
Lily si staccò ridacchiando, e James pensò che
fosse ora di far ripassare a Sirius la lista dei momenti in cui doveva
soltanto starsene zitto. In un lampo di bacchetta, si ritrovarono tutti
e due a terra.
James stava per chiedere a Lily cosa aveva risposto alla signora
Parker, quando Sirius disse: “Scusate, e a me niente
bacino?”; aveva una faccia molto, molto, mooolto
provocatoria, e un sorrisetto molto poco rassicurante. James avrebbe
voluto scrocchiarsi le nocche per rendere esplicito il messaggio, ma
non fece in tempo a fare niente che Lily si era avvicinata al suo amico
e l’aveva (oh, Cristo! lo dico io sta’ volta)
baciato di un bacio non meno casto di quello precedente.
Quando lei si staccò, James aveva stampata in faccia
un’espressione probabilmente a metà fra
l’esterrefatto e il disgustato; Sirius, invece, sembrava
semplicemente estasiato.
“Questo è per te, così impari a
appendere certi cartelli!” disse rivolta a James. Poi
schiaffeggiò Sirius (il quale era ancora talmente sorpreso
che neanche reagì) e disse: “ e questo
è per te, così non ti fai strane idee!”
detto questo si allontanò con fare molto, molto, mooolto
più provocatorio di quello di Sirius. Per tre minuti buoni
tutti e due rimasero fermi e immobili.
“Porca boia…. Hai capito, la
ragazza…”
…
“Sirius…”
“Eh”
“Prova a fare sogni erotici su mia moglie e ti spezzo le
gambe!”
°°°
“Dillo che è stato divertente!”
“E’ stato pessimo e nient’affatto
maturo”.
“Nahhh!”
“Eppure credevo che foste un po’ cresciuti per
queste cose!”
“Bè, diventare vecchi impedisce
l’attuazione di eventuali scherzi?”
“No, impedisce l’attuazione di scherzi idioti e
immaturi!”
James guardò il suo piatto di tacchino arrosto ridacchiando
sotto baffi; da circa mezz’ora Sirius, che quel
giorno sembrava aver assunto un atteggiamento molto rispettoso nei
confronti di Lily, stava cercando di convincerla che alla fine lo
scherzo era stato divertente. James pensò che era proprio un
illuso. Sirius non conosceva Lily bene quanto lui, non sapeva che
avrebbe preferito schiacciarsi le dita con il macinapepe piuttosto che
confessare di avere torto.
Anche Remus, che saggiamente non si era intromesso nella conversazione,
ogni tanto ridacchiava; James era felice di vederlo così
sereno almeno a Pasqua, evidentemente il piano di cercare di fargli
dimenticare Amelia almeno per un giorno era riuscito. Povero Remus.
Timido di natura, quel colpo era stato proprio tremendo per lui, e dire
che erano una così bella coppia…
James strinse i pugni sotto il tavolo per la rabbia; la colpa era solo
di quella stupida guerra, quella guerra che rischiava di fargli perdere
tutte le persone che amava.
James alzò lo sguardo quasi con dolore. Remus si teneva una
mano sulla faccia ed era diventato tutto rosso, Sirius rideva
sguaiatamente e Lily si teneva la pancia. Cosa avrebbe fatto senza ogni
singola persona presente a quel tavolo? E anche quelli che non
c’erano: Frank, Alice, Mary, Peter….
Amelia…
E Lily? Lily la dolce, Lily la coraggiosa, Lily che aveva rifiutato di
andarsene solo per non abbandonarlo…. Gli occhi gli
bruciarono solo al pensiero di perderla… che vita avrebbe
avuto?
No. James scosse la testa. No, quello era un giorno di festa. Non
avrebbe permesso a Voldemort di rovinarglielo.
James guardò sua moglie, e l’amore lo avvolse:
aveva le gote leggermente arrossate e i grandi occhi verdi le
brillavano di felicità, i capelli ramati le accarezzavano il
viso dolcemente.
Indossava la maglietta blu che gli aveva regalato lui un Natale di
qualche anno prima, lo faceva sempre nelle occasioni speciali, quando
sapeva che James l’avrebbe notato e che gli avrebbe fatto
piacere.
L’indossava anche il giorno in cui James aveva deciso di
chiederle di sposarlo. James sorrise al ricordo, era stato proprio un
giorno memorabile…
Era l’estate
successiva al diploma, Lily, James, Sirius, Mary, Remus, Codaliscia,
Frank e Alice avevano appena ricevuta la notizia di esser stati
accettati al Ministero per cominciare la loro carriera come Auror. Era
un giorno felice e James e Lily avevano deciso di festeggiarlo da soli,
al mare.
Ora, l’idea di
chiederla in moglie stava già girando da un pezzo in testa a
James: aveva già comprato l’anello e aspettava
solo l’occasione giusta per fare la mossa finale. Quel
pomeriggio gli era sembrato perfetto.
L’aria di fine
Giugno non era troppo afosa e c’era un venticello piacevole.
Nonostante tutti i
timori, alla fine James aveva deciso che un’altra occasione
del genere non gli sarebbe capitata più. Ma non doveva
essere una cosa banale. No, non le avrebbe detto che era
l’amore della sua vita, si sarebbe inginocchiato e le avrebbe
dato l’anello.
Gli ci era voluto un
po’ per ideare il piano, ma alla fine ci era riuscito! E
aveva creduto fosse perfetto. Allora, mentre Lily stava dormendo
avrebbe infilato l’anello in una conchiglia e avrebbe
preparato un tavolo nascosto da uno scoglio apparecchiato con delle
candele sulla spiaggia, con l’oceano al tramonto come sfondo;
quindi, avrebbe pagato un ristorante per far venire dei camerieri e del
cibo. Poi, mentre passeggiavano, le avrebbe detto di guardare le
sfumature madreperlacee e così Lily avrebbe visto
l’anello, l’avrebbe accompagnata al tavolo e
lì alla luce del tramonto le avrebbe chiesto di diventare
sua moglie.
Era perfetto! Originale
e romantico.
James era andato a letto
col sorriso sulle labbra, sicuro che tutto sarebbe andato a meraviglia.
Il mattino dopo era
sereno e James fece tutto come programma.
Verso le sei di sera,
James aveva innocentemente chiesto a Lily di fare due passi in
spiaggia, e lei aveva accettato entusiasta. Chi avrebbe immaginato che
nel giro di mezz’ora si sarebbe scatenato il diluvio
universale? Il cielo era cominciato ad oscurarsi e l’aria a
farsi più fredda. Dopo dieci minuti Lily aveva insistito per
tornare in albergo, ma James non avrebbe potuto abbandonare tutto il
piano in quel momento, era così perfetto!
Così, era
stato costretto a trascinarsi Lily dietro quasi con la forza, mentre
gli alberi si piegavano per il gran vento. Però per quanto
avesse provato ad aguzzare i suoi occhi da Cercatore, James non era
riuscito proprio a trovare la conchiglia con l’anello. Poco
ci mancò che non avesse imprecato davanti a Lily: dove
diavolo era andata a finire quella dannata conchiglia? Probabilmente
era volata via col vento. Maledicendo il cattivo tempo mentre Lily si
lamentava del freddo, James aveva deciso che l’anello
gliel’avrebbe comprato in seguito, forse era meglio cenare
direttamente e così aveva cominciato a dirigersi verso il
tavolo, trascinando Lily per un gomito.
Ma quando erano
arrivati, che desolazione! Chi avrebbe immaginato che proprio quel
giorno era uscita una riforma contro i camerieri e quelli avevano
deciso di scioperare?
Il tavolo non era
apparecchiato, le candele erano spente e la tovaglia si era strappata.
Proprio in quel momento,
Lily aveva cominciato a gridare (al colmo dell’irritazione)
che era proprio stufa di quella marcia forzata e che se James non fosse
tornato subito indietro, l’avrebbe schiantato
all’istante.
Deluso da tutto quel
casino, James si era seduto sulla spiaggia con le braccia intorno alle
gambe e aveva maledetto quella schifosa giornata. Non solo non era
riuscito a chiedere a Lily di sposarlo, ma aveva anche perso
l’anello e tutto il suo piano era andato in fumo.
A quel punto, Lily si
era chinata davanti a lui e trafiggendolo con i suoi grandi occhi verdi
gli aveva chiesto rabbiosamente cosa diavolo aveva avuto intenzione di
fare con quel tempaccio. Allora James si era alzato con rabbia e con
rabbia le aveva raccontato tutto quello che aveva preparato con cura e
con rabbia le aveva detto come tutto era sfumato.
Allora Lily
l’aveva guardato con stupore e gli aveva chiesto con quelle
esatte parole: “Ma, James, l’anello… la
cena… il tramonto…. era tutto perfetto e
romanticissimo, ma… perché l’avresti
fatto? È successo qualcosa che non mi hai detto?”
James l’aveva
guardata come se fosse una aliena e si era chiesto se avesse sposato
una cretina.
“Ma, Lily, non
hai capito? Era una proposta di matrimonio! E ha fatto tutto
schifo!”
Arrossendo, James aveva
abbassato lo sguardo. Poi all’improvviso Lily aveva gridato e
aveva strillato per farsi sentire tra gli urli del vento.
“Ma…
oggi mi avresti chiesto di sposarti?!?!?!”
James era diventato
rosso come un peperone e aveva sussurrato: “Bè,
sì”.
Lily aveva strillato di
nuovo e l’aveva stritolato in un abbraccio.
“Ma, allora
avresti risposto sì?” aveva chiesto James con
stupore.
Con gli occhi brillanti
di gioia, Lily gli aveva gridato in un orecchio: “James
Potter, io non avrei risposto sì, IO RISPONDO
SI’!!!”
“Davvero?”
aveva chiesto James, al colmo della felicità.
“SSIIIIIIIII”
gli aveva urlato lei.
“Oh,
Lil!”
Ed erano rimasti a
dondolarsi abbracciati fra gli urli vento finché era
diventato davvero troppo freddo per rimanere.
Alors, che ne
dite? ho pensato di alleggerire un po' l'atmosfera, no? un capitolo un
po' così...
so che non è un granchè, so che sono in
ritardissimo e so che è un po' corto e poco soddisfacente e
so che voleva far ridere ma non ha fatto ridere per niente.
un grazie ad Ariadna perchè la battuta dello striscione di
Sirius e James l'ha ideata lei! (lo so che fa pena -_-) però
è sempre meglio di niente!!!!!!!! *______* *________*
vi prego non pensate che sono una pervertita e commentate
numerosi!!!!!!!!!
ecco i ringraziamenti:
HERMY101: grazie per aver resistito tutto questo tempo a
leggere e commentare la mia fic* sono commossa.
comunque, certo che è Amelia Bones! se vai indietro di
qualche capitolo il cognome avrei dovuto scriverlo da qualche parte.....
CULLEN ISABELLA: allora, per la durata della fic non saprei
dirti con precisione, ma ormai non penso che la lascerò
andare molto oltre. ho visto che la mia fantasia e la mia costanza si
stanno esaurendo e non vorrei peggiorare il tutto con molti altri
pessimi capitoli ma ne scriverò solo con alcuni,
però buoni.
JAMES_LILY-LOVE: mi fa piacere che la tua Lily sia simile a quella che
mi immagino io! grazie per la correzione :) :)
BELLA SWAN: grazie come al solito per i tanti complimenti. arrossisco.
per Remus e Amelia dispiace anche a me, ma mi ero resa conto che se
volevo arrivare al punto dove volevo arrivare, cioè alla
loro morte (lo dico come anteprima), non sarei mai riuscita a
finire con questo ritmo, quindo ho accellerato un po'. so che sono
troppo in ritardo, perdono. ti piace questo cap? ormai ci tengo troppo
al tuo giudizio.
come va il piede?
ADNA: ancora grazie per la dritta della bacchetta di sambuco. visto che
alla fine ho aggiornato, eh?
viva l'operazione SCOTLAND 65!!!!!!!!! l'acquila volerà,
l'acquila volerà. passo e chiudo.
(so che quest'ultima riga risulterà proprio priva di senso a
chiunque non sia io o Ariadna, quindi ignoratela, è per il
vostro bene)
DAFNY: brava brava!!!
clapclapclapclapclapclapclapclapclapclapclap!!!!!!! sei un genio, hai
capito tutto!!! ti amo perchè questo mi dimostra che almeno
qualcuno ci ragiona sulle cose che scrivo!!! come ti è
sembrato il cap?
grazie anche a tutti quelli che hanno solo letto e che mi hanno
aggiunto tra i preferiti, in particolare a Queen_M che ha
commentato il mio quinto capitolo. non so da quanto l'hai fatto, ma io
mi sono accorta poco fa, grazie! è stato molto gratificante!
Tugs**
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Capitolo 10 *** FIOCCO SULLA PORTA ***
Ottobre, 1979
Fuori
il vento soffiava forte, facendo sollevare le foglie dai caldi colori
autunnali, che vorticavano in un turbine indistinto sopra i tetti di
una Londra che stava per addormentarsi. L’aria era fredda,
forse troppo
per quell’inizio di autunno che sembrava parecchio
intenzionato a
dimostrare che poteva esser violento quanto l’inverno. Era
così
sgradevole che i pochi avventuratisi fuori al riparo dalle loro giacche
a vento e dai loro ombrelli si stavano di nuovo rifugiando dentro casa,
promettendosi di prepararsi una bella cioccolata calda da consumare
bollente davanti al fuoco, con un bel libro in mano. Cosa
c’era di
meglio con un tempaccio simile?
Eppure, a quanto pareva, la nostra
Lily aveva trovato un’alternativa più che
onorevole per trascorrere la
serata. Infatti, se ne stava al calduccio sotto un vaporoso piumone
invernale a godersi le carezze di James (Invidiatela pure, io lo sto
facendo. NdA).
In quel momento, tutta presa a cercare di respingerlo
mentre le faceva il solletico senza pietà nel suo tallone
d’Achille: la
pancia.
“Uhuhuhuhuhuh, dai, ihihihihihihih, Jay! Ti prego
smettila!”
“Non
ci penso neanche!” sbottò lui, stringendola a
sé e baciandole
dolcemente il collo, per poi continuare la sua opera. Ma Lily, scaltra
femmina, aveva ben altri metodi per mettere a tacere la vena scherzosa
di suo marito, e si buttò a pesce sopra di lui, togliendogli
per un
attimo il respiro. Proprio quello che desiderava.
Approfittando
della momentanea immobilità di James, cominciò a
riempirlo di baci: sui
capelli in disordine, sulla fronte, sul naso, sulla bocca, sulla
mascella, sul collo, sulle spalle, sull’incavo del gomito,
sul petto
nudo… e a ogni respiro sentiva la sua volontà
farsi sempre più debole e
l’aria impregnarsi di dolcezza.
Presto, sentì le sue braccia forti
avvolgerla nei fianchi e lo guardò negli occhi nocciola che
la
fissavano con espressione adorante. Lily ridacchiò fra
sé e sé,
pensando che fuori dal contesto sarebbe stata una faccia
sorprendentemente buffa.
Lentamente, dolcemente, assaporando ogni
singolo gesto, si svestirono, godendo del respiro caldo
dell’altro
sulla pelle e del contatto intimo che c’era fra loro,
sospirando spesso
di piacere.
Niente aveva più senso. L’universo cominciava e
finiva
sotto quel piumone e nessun altro luogo al mondo avrebbe potuto dar
loro la stessa gioia e lo stesso ottimismo di quello. Per Lily, il
cielo erano i capelli arruffati e neri di lui, le stelle erano i suoi
occhi dolci e luminosi, il calore del sole erano le sue braccia strette
intorno a lei, la sua terra –senza la quale sarebbe
precipitata in un
baratro di oscurità- era il suo corpo, e la gioia di James
era la sua,
i desideri di James erano i suoi; di cosa fossero fatte le anime Lily
non avrebbe preteso di saperlo, ma avrebbe potuto dire con certezza che
le loro erano uguali, compatibili, create per essere incastrate
insieme, con la perfezione che neanche un divino puzzle avrebbe mai
raggiunto, un’unica identità, due metà
di un cerchio. E Dio solo sa se
quella sera quelle due metà non raggiunsero il cielo e
andarono anche
oltre, volando insieme, allacciate dal loro amore.
E la loro gioia
diede luogo a qualcosa di nuovo, qualcosa che sarebbe diventato unico e
insostituibile per il resto dell’umanità.
Novembre, 1979
Lily
passeggiava assieme a Remus per Regent’s Park. Era parecchio
piacevole
girare per i viali alberati con quel sole tiepido, e quel giorno molte
coppie che si erano portate dietro i bambini che si rincorrevano lungo
le rive del lago o si imbrattavano con il fango per poi essere sgridati
dai genitori, che si arrabbiavano oppure scuotevano la testa con fare
impotente e sorridevano alle faccette innocenti della loro progenie.
Lily
quel giorno sentiva un non so che di insolito, aveva lo stomaco in
subbuglio dalla mattina, doveva andare a fare il turno di guardia per
l’Ordine, ma James, sebbene lei non gli avesse detto niente,
aveva
intuito che non si sentiva troppo in forma e le aveva espressamente
vietato di andarci, confinandola in casa assieme a Remus, che aveva il
giorno libero. Quindi, si era alzata, aveva preparato la colazione, poi
si era rimessa a letto, poi aveva preso un libro, poi aveva guardato la
TV, senza riuscire a trovare qualcosa che avesse voglia di fare.
Infine, si era fatta una doccia nella speranza di sciacquar via quel
senso di disagio, senza risultato; solo a quel punto Remus aveva
suonato il campanello e, vedendola così agitata, le aveva
proposto di
fare una passeggiata.
Lily, all’aria aperta, seduta su una
panchina a guardare i bambini che sbriciolavano il pane per darlo da
mangiare ai piccioni, fu costretta ad ammettere che le stava facendo
bene; si sentiva parecchio meglio lì fuori a fare qualcosa
che non a
casa. Tuttavia, avrebbe preferito andare al lavoro; maledizione a
James! Lily detestava non sapere cosa stava succedendo.
Ma d’altra
parte la compagnia di Remus aveva un non so che di tranquillizzante,
nei suoi occhi celeste chiaro, nello sguardo tranquillo, nel silenzio
socievole che li avvolgeva…
Proprio in quell’istante, un
bambinetto con i riccioli biondo e gli occhioni grigi fu
preso da uno
slancio eccessivo nel fare una capriola e perse l’equilibrio,
ruzzolando rovinosamente vicino a Lily e Remus. Lily fu colta da un
insolito stato d’ansia e corse a controllare che il bimbo
stesse bene,
con Remus alle calcagna. Quando arrivò sul posto,
capì immediatamente
che non si era fatto niente; ma dato che una folla di bimbi lo
circondava, si stava giustamente prendendo la sua parte di attenzioni,
frignando chiassosamente.
Lily si fece largo tra i ragazzini e si
inginocchiò accanto a lui. Aveva il viso rigato di lacrime,
e un
ginocchio sbucciato. Quando il bambino si accorse di lei la
guardò con
espressione spaurita, che scomparve immediatamente appena Lily gli
rivolse un largo sorriso.
“Ohi, ciao, piccolo. Ma perché fai quella
faccia triste?” gli chiese premurosamente, mentre Remus
osservava la
scena in disparte, sorridendo.
Il bimbo tirò un paio di volte su per
il naso e arrivò un gran vociare dai bimbi intorno che
tentarono di
spiegare confusamente l’accaduto tragico. Lily
annuì seriamente agli
altri e poi gli disse: “Ah, è così? Sei
caduto?”
Lui annuì con vigore.
“Guardiamo un po’. Oh, è
questo?” chiese indicando lo sbuccio.
“Sì” rispose il bambino con voce un
po’ spezzata.
“E fa tanto male?”
Annuì di nuovo, con molta sicurezza.
“Ah,
ma a me dicono che con un bacino il dolore va via subito.
Ecco” disse
sfiorando con le labbra il ginocchio. Il bimbo strinse le labbra,
evidentemente preso da un dolore immane, ma subito il suo sguardo si
fece più allegro e sorrise.
“Va meglio?” chiese dolcemente Lily.
Lui annuì e si alzò. “ Ma bisogna
disinfettarlo. Ora mi dici dove sono la mamma e il
papà?”
Lily
si alzò e prese il bimbo per mano, tutti gli altri,
entusiasti per la
missione, corsero intono a loro come uno sciame, e chi tirava il
vestito, chi il cappotto di Lily, chi gridava, per dirle di far presto
e indicandole la strada.
Lily rise, perfettamente a proprio agio, e
sorrise anche al bambino che rispose a sua volta e cominciò
a parlare a
raffica, con l’entusiasmo di quando si è piccoli.
“…. Sì, e dopo io
ho detto che così mi faceva male, ma lei non mi ha
ascoltato” borbottò
indicando una bambinetta più piccola con i capelli identici
ai suoi e
l’espressione corrucciata.
“Non è vero, Tom, io ti avevo detto che
mamma non voleva e…” ma il resto del discorso fu
interrotto da una
miriade di voci che sostenevano o l’una o l’altra
parte.
Poi un improvviso grido: “Tom! Ma che hai fatto!”
Il
bambino riconoscendo una donna che gli assomigliava molto, corse da lei
e l’abbracciò: “Mamma! È
stata Anne, mi ha fatto cadere!”
“Non è vero!” strillò la
bambina mentre si tirava le treccine bionde per la frustrazione.
“Sì, è vero, mamma, e poi mi ha aiutato
quella signora là con i capelli rossi e gli occhi
belli”.
“Quale signora?” chiese in ansia la mamma, mentre i
ricci biondi le scoprivano gli occhi quando sollevò la testa.
“Quella” disse Tom indicando Lily, che sorrise alla
mamma e al figlio.
La
mamma di Tom si avvicinò e ringraziò Lily, poi si
portò dietro i due
bambini che ancora strillavano perché entrambi volevano
avere ragione.
Lily
sentì uno strano senso di tristezza nel vedere Tom ed Anne
andarsene
mano nella mano con la mamma e un ancor più acuto senso di
nostalgia la
colse, anche se non riuscì a capire per cosa.
Remus si avvicinò a lei, e le mise un braccio intorno alle
spalle mentre si allontanavano.
“Però… ci sai fare coi bambini!
L’hai visto, un attimo prima piangeva e un attimo
dopo…”
“Remus” lo interruppe Lily con la mano sulla bocca
e gli occhi spalancati, “credo di dover vomitare”.
“Come?” chiese lui sorpreso.
Ma lei era già corsa dietro un cespuglio.
Remus sorresse Lily mentre svuotava tutta la colazione
sull’erba.
“Lil, ma cosa hai mangiato? Eppure non stai male
spesso…”
E
in quel momento Lily fu presa da un’ansia ancora
più grossa. Lottando
per reggere allo stupore, cominciò a contare le settimane
dall’ultima
volta in cui aveva avuto il ciclo mentre Remus continuava a parlare.
Allarmata si toccò la pancia e deglutì
faticosamente.
“Lily, ma che hai?”
“Rem, mi sa che mi devi accompagnare in farmacia”
°°°
Lily
si torceva le mani, camminando avanti e indietro sul tappeto e
scoccando delle occhiate nervose all’orologio, mentre Remus
aveva un
enorme sorriso stampato in faccia e sedeva tranquillamente sul divano.
“Eddai, Lil, sarà felice, vedrai!”
“Sta zitto, Remus, zitto! Oddio cosa faremo, ora?”
“Bé, di solito si aspettano nove mesi e
poi…”
Lily lo guardò inorridita, “Ma che stai
dicendo?”
Remus scosse la testa e la abbracciò, “Questa
è una splendida notizia, Lily”.
Lily
lo guardò ancora più inorridita: “Cosa?
Questo” sbottò indicandosi il
ventre, “è un disastro! E cosa dirà
James quando arriverà!”
Remus
non fece in tempo a replicare che si sentì uno schiocco sul
vialetto
davanti a casa. Lily gemette riconoscendo il passo di James.
Ora
immaginatevi la scena che trovò James quando
entrò in casa e vide Remus
con l’espressione che scoppiava di felicità e
pareva che morisse dalla
voglia di dire qualcosa, Lily con le mani che ancora si torcevano e
l’espressione terrorizzata.
James rimase un attimo sul ciglio della
porta con espressione stupita, poi accennò un sorriso e
chiese: “Ehmm…
ciao, ragazzi, mi sono perso qualcosa?”
Remus si sedette di nuovo con la faccia soddisfatta e disse:
“Diglielo”.
“Dirmi cosa? Lily? È successo qualcosa?”
Lily
capì che James si stava inquietando, poi riprese a girare
per la stanza
con un groppo in gola e continuò a stritolarsi le mani.
Oddio, cosa
sarebbe successo? Erano in guerra, James non avrebbe sicuramente voluto
un figlio, o no?
“Ehmm…” cominciò, ma la voce
le si spezzò.
“Lily?” James si avvicinò e le prese le
mani.
“Che c’è? Dai dillo, qualsiasi cosa sia
successa possiamo affrontarla insieme”.
Lily
chiuse gli occhi un secondo, respirò ed espirò un
paio di volte, tentò
di allentare il nodo allo stomaco, poi aprì di nuovo gli
occhi e,
raccogliendo il coraggio disse: “Sono incinta”.
Silenzio.
L’espressione di James, dapprima dolce e tranquillizzante, si
riempì di stupore.
Silenzio.
“James, hai capito? Avremo un bambino”, Lily
provò a sventolargli una mano davanti.
“Forse sta ancora assimilando la notizia”
azzardò Remus.
Poi,
piano piano sul volto di James si allargò un sorriso che era
molto più
che da trentadue denti, sprizzava gioia da tutti i pori.
James gridò, poi sollevò Lily per la vita e le
fece fare una giravolta attorno a lui.
“Aspettiamo un bambino! Oh, Lily…” e la
tenne stretta per un po’.
“James…” cominciò lei.
Lui si allarmò subito. “Oddio, scusa, ti ho fatto
male? Mammamia è tutto così… allora ti
ho fatto male, eh?”
Lily sorrise per l’entusiasmo infantile di suo marito,
“Ma, allora, sei contento?”
James
la guardò come se fosse pazza; “Stai scherzando?
Io sono molto più che
felice! Avremo un bambino!” ripeté come se in
quella stanza non
avessero afferrato bene il concetto.
Poi afferrò Lily per il braccio e la trascinò
fuori. “E ora dove vai?” chiesero Lily e Remus
all’unisono.
Lui si voltò e rivolse loro l’ennesimo sorriso
raggiante.
“Come dove andiamo? A dirlo a tutti, no?”
E appena uscito fuori strillò: “SAREMO
GENITOOOOOOOOOOOOOOOORIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Molti si affacciarono alla finestre e Lily si coprì il volto
paonazzo per la vergogna.
“BRAVO!” gridò un tipo dalla finestra,
“MA IO VORREI SENTIRE IL TELEGIORNALE!”
Poi la signora Parker si affacciò dal davanzale e chiese:
“Ms Potter, ma è vero?”
Lily si tolse le mani dalla faccia e sorridendo, annuì.
La signora Parker unì le mani e disse deliziata: Oh, ma che
splendida notizia!”
Remus
ridacchiò e James abbracciò di nuovo Lily e Lily
pensò, sorridendo fra
sé e sé, che, tutto sommato, sarebbe diventato un
bravo papà.
°°°
“Diventerà un cercatore abilissimo!”
“Niente affatto, sarà un playboy nato!”
“Meglio ancora, scoprirà altri dieci usi per il
sangue di drago!”
“Naaaaaaaaaaaahhhhhh!”
dissero James e Sirius, disgustati dall’ultima affermazione
di Remus,
che si era inaspettatamente unito alla ricerca della miglior
qualità
che avrebbe avuto il nascituro.
Lily sorrise teneramente alla scena
mentre si riscaldava davanti al fuoco e alla coperta che James aveva
insistito nel metterle sulle ginocchia.
“E se fosse una femmina?” chiese.
James si avvicinò e la baciò teneramente sulla
fronte: “Diventerà bellissima!”
“No, sarà una rubacuori!”
“Sì, ma anche la migliore della classe!”
E via, di nuovo.
Lily
sorrise, mentre intorno a lei si alternavano Peter, Mary, Frank,
Sirius, Remus che si congratulavano e le offrivano ogni aiuto
possibile, ma soprattutto James, che era diventato più
appiccicoso
della colla.
Alla settima volta in cui le chiese se aveva bisogno di un altro
cuscino, Lily sbuffò: “Ma la vuoi piantare?
Mica…”
Ma
fu interrotta da qualcuno che sbatteva la porta: era Alice, che dalla
cima delle scale era appena uscita dal bagno, tutti si girarono verso
di lei che, sventolando un test di gravidanza in mano
strillò: “Oh,
ragazzi! Sono incinta anch’io!”
Si udì all’istante un botto, Frank
era svenuto, e tutti risero e si complimentarono con Alice, che divenne
presto rossa di gioia.
Nell’esultanza generale, notò Lily, solo
Minus sembrava impallidito ulteriormente e la sua pelle sembrava ancora
più giallina e appiccicata alle ossa. Strano che avesse
perso così
tanto peso in così poco tempo, pensò.
Dicembre 1979
“Lily, ragiona!”
“James, se ho detto di no è no!”
sbottò Lily mentre appendeva l’ultima campanella
all’albero di Natale.
“Ma…”
Lily,
furibonda, si voltò verso di lui: “James, negli
ultimi due mesi mi hai
impedito di andare a combattere contro gli attacchi dei Mangiamorte,
mettendomi in ansia oltre ogni dire mentre voi rischiavate la vita; ho
dovuto lottare per essere ammessa alle riunioni, poi mi hai
espressamente vietato di correre, di prender freddo, di mangiare il
sushi, e tu sai che adoro il sushi!”
“Ma, amore, il pesce crudo…”
“Zitto,
non ho finito. Di riparare il tubo del lavandino, di RACCOGLIERE il
cuscino che mi era caduto, di maneggiare oggetti taglienti, neanche le
forbicine arrotondate, James (vorrei che ti rendessi conto) e ORA mi
vorresti dire che NON POSSO andare a fare la spesa?” con le
mani dietro
ai fianchi, Lily sperò di essere abbastanza minacciosa.
James sembrava un po’ in pensiero.
“Tesoro, non dovresti arrabbiarti tanto, il
bambino…” rispose dolcemente.
“Jay,
il massimo che potrebbe succedere al bambino al supermercato
è
accorgersi che non gli piacciono le uova dal loro odore. E ora, saresti
tanto gentile da non sbarrare l’uscita?”
“Lily, devo insistere…”
“SANTO
DIO, POTTER! NON STO MICA PARTENDO PER IL VIETNAM!” e gli
rifilò un bel
calcio nelle parti intime, poi prese il cappotto e uscì.
Da quel momento James imparò a essere meno apprensivo.
Maggio, 1980
Lily
cominciava a essere belle che stufa della gravidanza. Certo, molte
mamme la definivano l’avventura più bella della
vita ed erano
soddisfatte che quel segreto appartenesse solo a loro e non ai maschi,
ma Lily nutriva seri dubbi sulla veridicità di quanto si
raccontava in
giro. Il bambino scalciava come un matto cosicché Lily
continuava ad
avere spesso dei dolori insopportabili alle costole, e poi
c’erano i
cambi di umore. Ogni volta cambiava voglie, era nervosa, rispondeva
male o era dolcissima; e anche la sottigliezza di andare continuamente
in giro come una balena piaggiata non era da sottovalutare. Lily
cominciò a reputare James un santo per tutto quello che gli
faceva
subire.
Poi, si era alla fine scoperto che il bambino era davvero un
bambino, cioè un maschio! E si era anche deciso di chiamarlo
Harry; il
nome l’aveva scelto Sirius, e James e Lily avevano pensato
che si
sposava perfettamente con il cognome Potter.
Nonostante tutti i casini, quello rimaneva un periodo felicissimo per
Lily.
L’unico
rimpianto che aveva era Amelia. Lily e Alice le avevano mandato delle
lettere dove le avevano scritto la bella notizia, anzi le belle
notizie, e lei aveva risposto con entusiasmo, ma non si era fatta viva.
Lily
sospettava che temesse di trovare la casa invasa di maghi
dell’Ordine (
e in un certo senso aveva ragione) e soprattutto di vedere Remus,
probabilmente sentiva ancora troppo la sua mancanza per avvicinarsi a
lui.
Da parte sua, Remus si era dimostrato il più affettuoso
degli
amici, aveva comprato tutine, sonaglietti, campanelli e ogni sorta di
aggeggi che sarebbero potuti servire a Harry. Il rapporto con Alice si
era molto approfondito in quei mesi, si mandavano in continuazione
lettere e si vedevano spesso per scambiarsi le opinioni più
disparate
sui nascituri; anche Alice avrebbe avuto un maschietto, che sarebbe
nato più o meno a Luglio, come Harry, e si sarebbe chiamato
Neville.
Alice e Lily speravano tanto che sarebbero diventati amici un giorno e
si erano promesse di farli incontrare già da subito. James,
a mano a
mano che la fine dei nove mesi arrivava, si sentiva sempre
più ansioso
e Lily l’aveva beccato un paio di volte in piena notte a
sussurrare
qualcosa al bambino, ma aveva fatto finta di niente.
Anche Sirius
sembrava un po’ in ansia per la nascita: girovagava sempre
più spesso
nei dintorni di casa loro. Lily era stata presa da una grande dolcezza
nel vedere che anche lui era emozionato e aveva proposto a James di
farlo padrino del bambino. James l’aveva guardata, stupito, e
subito
dopo era corso a dargli la bella notizia. Il giorno dopo, Sirius aveva
regalato loro una culla per Harry con un grande fiocco azzurro che i
genitori avevano appeso alla porta.
Da allora, c’era stato un giro
interminabile di visite tra cui anche Silente, che era venuto a venire
a fare le congratulazioni; e poi le file dei vicini babbani per cui
ogni volta bisognava nascondere una miriade di oggetti magici sparsi
per casa.
Mary approfittava più di chiunque di quella situazione.
Ogni volta che poteva, si fiondava dai Potter portando ogni sorta di
dolcetti e schifezze, approfittando delle voglie più
disparate di Lily
per mangiare come una ciambotta; poi passavano tutte e due pomeriggi
interi stese sul letto, a chiacchierare, scherzare e mangiare.
Intanto continuava la ricerca delle qualità più
improbabili che avrebbe avuto Harry.
A un certo punto si era attivati al limite del normale.
“Diventerà Capo del dipartimento degli
Auror!”
“No, preside di Hogwarts!”
“Macché, Ministro della Magia!”
“No, no” disse all’improvviso Sirius con
gli occhi che brillavano, “salverà il
mondo!”
“Esagerato!” strillarono tutti.
Non avevano idea di quanto sarebbe stato vero.
Luglio, 1980
I
piccioni davanti al The Royal London Hospital Whitechapel abbondavano,
anche perché gli occupanti, molte volte presi da grosse
magagne
perdevano l’appetito e facevano la fortuna degli uccelli.
Tuttavia,
ce n’era un gruppo molto più sfortunato, ed era
quello di fronte al
reparto maternità che spesso riceveva parecchi traumi dovuti
agli
strilli frequenti ed improvvisi.
Proprio in quell’istante si udì uno strillo bello
grosso e tutti i piccioni volarono via per lo spavento.
Quell’urlo
apparteneva proprio alla nostra Lily, che stava vivendo un momento
tutt’altro che felice, stesa su un piccolo letto
d’ospedale, con tutti
i dottori che le scrutavano la femminilità mentre quel
povero
disgraziato di suo figlio tentava di uscirne.
E poi quei poveri dei
suoi amici, soprattutto James, che camminavano avanti e indietro,
ansiosi di entrare e vedere il bimbo e, naturalmente, Lily. Tra di loro
c’era anche Alice con il piccolo Neville, nato da neanche tre
settimane, un po’ in anticipo rispetto al programma.
I capelli erano
tutti bagnati di sudore, e il dolore la stava davvero ammazzando, ma
poi arrivò improvvisamente un urlo infantile e Lily si
sentì felice
come non le era mai successo prima.
La voce dell’infermiera arrivò
come in un sogno e le sussurrò all’orecchio:
“E’ finita, signora. Suo
figlio è bellissimo. Fra poco faremo entrare suo
marito”.
Lily si
risvegliò come da un sogno e chiamò il nome di
suo figlio, alzando le
braccia, nonostante fosse esausta, per abbracciarlo. E dopo neanche un
minuto, vide un bel dottore con in mano un fagottino bianco.
Lily abbracciò subito Harry tra le braccia amorose di una
madre e, guardandolo, l’unica cosa che riuscì a
dire fu: “Oh“.
Perché
ciò che vide tra le sue braccia fu un’emozione
indescrivibile.
Quell’affarino che teneva in mano non c’era certo
bello: era un po’
pallidino, sporco, con due sparuti ciuffetti neri in testa e la pelle
raggrinzita tipica dei bambini. Ma poi aprì gli occhi, che
la fissavano
curiosi, ed erano verdi e grandi, proprio come i suoi; quindi, Harry
sollevò un pugnetto verso Lily, che lo strinse e
sentì che avrebbe
potuto morire dalla gioia. Era madre, era madre, davvero! E quel
piccoletto che aveva in braccio era suo figlio, il piccolo Harry! E
anche se ogni ragione umana non le avrebbe dato ragione, Lily gli
sussurrò: “Come sei bello,
Harry…” con tutto l’amore che sarebbe
stata
in grado di racchiudere in quelle quattro parole.
E quando madre e
figlio si fissarono nelle stesse due paia di occhi verdi, si sorrisero
a vicenda e Lily pianse; ora mancava solo una cosa per essere davvero
felice, e quel qualcosa arrivò quando l’infermiera
chiamò fuori dalla
porta: “Il signor Potter?”
“Sì!” risposero sei voci
all’unisono, tra cui quella emozionata di James.
“Può
entrare” rispose l’infermiera, e dalla voce Lily
capì che stava
sorridendo per la risposta multipla, “ma non la agiti,
è molto stanca”.
Lily
era stanca da morire, ma sapeva che né Remus, né
Mary, né Alice, né
Sirius, né Frank avrebbero mai avuto pace finché
non avessero visto lei
e Harry.
Così, sforzandosi per parlare abbastanza forte
perché la sentissero tutti: “Lasci stare, li
faccia entrare tutti”.
“Lily!”
esclamarono le stesse sei voci. E James si fece spazio verso la stanza,
mentre l’infermiera tentava di trattenere tutti gli altri,
che
sbirciavano curiosi sul ciglio della porta.
James si fermò un attimo
davanti al letto, forse sopraffatto dall’emozione
perché Lily vide i
suoi occhi diventare lucidi. Gli sorrise per incoraggiarlo.
L’infermiera continuava a guardarla dubbiosa, ma lei le fece
un cenno d’assenso.
Intanto,
James si era avvicinato e, con mano tremante aveva spostato le coperte.
Immediatamente Harry si rivolse a lui e lo fissò con i suoi
stupefacenti occhi verdi.
James strabuzzò gli occhi, mentre sussurri stupiti correvano
tra gli altri “.…gli stessi di
Lily…”
Vedendolo
in pericolo di svenimento, Lily si affrettò a fargli spazio
sul letto a
una piazza e mezzo; lui si sedette senza indugio e accarezzò
la guancia
di Harry e sussurrò: “Mio figlio”.
“Nostro figlio” lo corresse Lily, guardandolo male.
James la guardò e disse “Ti amo, Lily”.
Lei sorrise, “Ti amo anch’io, James”.
“E’
proprio un Potter” si lamentò Sirius,
“hai visto quei cavolo di
capelli? Rovineranno tutta la sua carriera di playboy!” e
indicò i
ciuffi striminziti di Harry, che già sembravano neri e
ribelli.
“No, hanno il loro fascino!” rise Lily mentre
scapecciava quelli di James.
James
e Lily si sorrisero, e rimasero lì, a guardare quel
bambinetto dagli
occhi verdi che ormai faceva parte della loro famiglia.
Bonjour, lettori!
eccomi qua, con un'altro capitolo, che spero vi sia piaciuto.
DAFNY:
ti ringrazio per i complimenti, come sempre, mille mille grazie!
commentami anche stavolta!
ADNA:
iahiahiahiahiahiahiah, lo scotland si avvicina! si, si, gasati pure,
basta che smetti di pensare al falco altrimenti mi inca...
cià
BELLA
SWAN: ciao, beh, mi dispisce per l'ultima volta ma almeno
adesso hanno consumato, no? ho pensato di dover rispettare i tempi, se
volevo far nascere Harry in tempo... bellini!
credimi anche a me dispiace per Remus, ma almeno dopo ha trovato TOnks,
no? spero di non aver deluso le aspettative...XDXD
PRINCESS
MARAUDERS: ehi, grazie! sono onorata dei
complimenti!! ih, che soddisfazioni che mi date.... *arrossisco*
credimi anche io ho invidiato Lily, ma tanto? almeno lei è
contenta! piaciuto il cap?
HERMY101:
eh, ma cosa ci dovremo fare con quei due? ora che James è
padre, sarà ora che si responsabilizza, vero? vero?....
boh, sarà ma io lo preferisco così! lui
è Sirius sono troppo forti!
non ho molto da aggiungere su questo capitolo, spero solo che vi sia
piaciuto! commentate!
Tugs**
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Capitolo 11 *** EPILOGO? SPERIAMO DI NO! ***
mmmm... eh.... si, insomma... non so quanti di voi effettivamente si
ricordano di me vist al'infinità di tempo che non aggiorno,
comunque... mi vergogno orrendamente, drammaticamente, pateticamente.
mi prostro ai vostri piedi e frusto :(
ho fatto esattamente quello che avevo giurato di non fare mai e poi
mai, e cioè interrompere una fanfic senza uno straccio di
spiegazione o di motivazione. mi dispiace di aver lasciato
così i miei pochi ma spero affezionati lettori.
Come avrete visto dallo stacco drastico e improvviso che ho fatto dopo
la dichiarazione di James, la fic aveva già cominciato a
stufarmi e a non appassionarmi più come un tempo, per questo
ho smesso di scrivere, non sono più riuscita a tirar
giù una riga dannatamente decente.
Ma non ho scuse per non avervi detto niente, neanche due parole sulla
storia che comunque mi ha appassionato e rapito per così
tanto tempo. Ringrazio di tutto cuore HappyShaLaLa__ che mi
ha fatto rinsavire con il suo commento, oggi non so neanche
perché mi è venuto da guardare i commenti della
mia vecchia fic e ho trovato il tuo. Beh, puoi immaginarti la sorpresa!
Per quanto riguarda la continuazione della storia, purtroppo ho seri
dubbi sul fatto di riuscire a finirla, ci vorrebbe la scintilla che ho
perso, per ora vi pregherei di considerarla finita in questo modo,
forse il più felice…. Anche se teoricamente
dovrebbe mancare l’ultimo capitolo, il più
importante, e quello che se scrivessi, ci terrei davvero che fosse
bello (anche per questo non mi sento di scriverlo ora). ma
ciò non esclude che in un futuro non troppo lontano voglia
portare a termine quello che ho cominciato. in effetti non mi piace
lasciare le faccende in sospeso, anche se l'ho fatto e per questo vi
chiedo di nuovo scusa...
Ma ci sono le buone notizie! Per ora posso dirvi che dopo quasi un anno
di pausa ho in cantiere una nuova storia sulla new generation che mi
sta prendendo molto e che a giorni dovrei pubblicare =)
Grazie comunque a tutti quelli che hanno seguito questa fic e che mi
hanno commentato/ messo fra i preferiti/ eccetera…
Lilly 94
robert90
Lady Patfood
hermy101
Rosalie Hale e Bella Swan
ariadna93 purtroppo…
kikidabologna
ale03
Agnese_san
Queen_M
cullen isabella
Dafny
James_Lily_Love
PrincessMarauders
IOesty
HappyShaLaLa__
Grazie a tutti voi infinitamente per aver commentato spero che ci
risentiremo in future fanfic ;)
Baci, Tugs**
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