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di Seulmate
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Si parte ***
Capitolo 2: *** La nuova scuola ***



Capitolo 1
*** Si parte ***


​Capitolo 1

​Io: Hanbin, non ti dimenticherai di me vero?- dissi piangendo.
​Han: non lo farò, te lo prometto- si asciugò una lacrima- e tu non scordarti di me. Promesso?- mi porse un mignolo.
​Io: promesso- gli strinsi il mio mignolo con il suo e poi salii in macchina abbracciata all'orsacchiotto di pezza.


Mamma: hai finito di fare quello scatolone? Non abbiamo più molto tempo- disse mia madre facendomi tornare alla realtà.
​Io: sisi, metto solo questo via- dissi mettendo l'orsacchiotto nella scatola e la chiusi.- anche questo è fatto.

​Mi chiami Kim Sora e ho 18 anni. Sono nata e cresciuta, fino ai sei anni, in Corea del Sud, precisamente a Seoul. A causa del lavoro dei miei genitori però dovetti trasferirmi in Italia, ma dopo quindici anni dovetti ritrasferirmi in Corea perchè la nonna si era ammalata e volevamo stare il più vicino possibile, per aiutarla in qualsiasi modo.

​Scendemmo dall'aereo e mi staccai un po'. Mi ero addormentata per tutto il tragitto, veramente pensavo che il viaggio sarebbe andato peggio. "Meglio così" pensai. Avevo sempre parlato il coreano con i miei genitori ma l'avevo perso abbastanza, mi serviva rimasticarlo per bene. Camminammo fino a fuori dall'aereoporto e cercammo subito un taxi. 

​Arivammo davanti al cancello e suonammo. Il nonno tutto felice venne ad aprirci. 
​Non: ciao, venite!- disse abbracciandoci
​Mi fece uno strano effetto rivederlo. Erano dodici anni che non lo vedevamo e mi sembrava che fosse invecchiato troppo presto, che il tempo fosse passato troppo velocemente. Entrammo in casa e trovammo la nonna cucinare dei piatti tipici coreani, per darci il benvenuto. 
​Nonna: ciao!- disse salutandoci- è davvero passato troppo tempo dall'ultima volta che ci siamo visti. Sei cresciuta tantissimo.- disse venendo da me.- e sei diventata proprio una bella signorina.
​Io feci un piccolo inchino per ringraziarla.
Nonna: su, sedetevi a tavola, è pronto- disse la nonna mettendo il cibo in tavola. 
​Tutti ci sedemmo ed iniziammo a parlare del più e del meno.

​Erano le 16.00 e decisi di andarmi a fare una passeggiata. Stavo bene in Italia, però mi mancava davvero tanto la mia terra, la gente con gli occhi a mandorla, i profumi del cibo cucinato per strada e molte altre cose. Arrivai fino al centro e mi feci un giro per i negozi.

​Mam: dormi bene tesoro. So che sarà faticoso per te domani iniziare una nuova scuola, ma fa' uno sforzo, ti prego.- disse accarezzandomi i capelli.
​io: non ti preoccupare mamma.-le sorrisi.
​Si alzò da terra e andò verso la porta. Uscì e se la chiuse dietro le spalle.

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Capitolo 2
*** La nuova scuola ***


Capitolo 2

​Mi alzai prima del solito quella mattina, probabilmente ero troppo agitata. Andai in cucina per fare colazione e non c'era sveglio ancora nessuno. Mi lavai e poi tornai nella mia camera e mi misi l'uniforme color marroncino. Mi guardai allo specchio. Mi sentivo strana e allo stesso tempo felice, anche se sarebbe stato abbastanza difficile riuscire ad instaurare una nuova relazione con  i nuovi compagni. Ritornai in cucina e scrissi su un foglietto:"Io sono uscita, ci vediamo quando torno da scuola. Buona giornata a tutti" Uscii da casa e m'incamminai verso scuola.

​Era diversa dalla scuola che avevo in Italia. Era immersa nel verde: gli alberi fioriti di settembre gli davano proprio un bell'aspetto. C'erano tantissime persone che entravano nell'istituto, così li seguii cercando di capire dove fosse la mia classe. Dopo averla trovata, entrai. C'erano dei ragazzi e ragazze che ballavano, altri che giocavano o parlavano tra di loro.La professoressa non era ancora arrivata e io non sapevo dove dovevo sedermi, così iniziai a chiedere a tutti quale fosse il banco vuoto. C'era un banco vuoto, solitario, vicino alla cattedra. Quello doveva essere il mio posto? Ho sempre odiato sedermi vicino alla cattedra. Pensai, invece, che quella volta mi sarebbe servito per stare più attenta alle lezioni. Mi sedetti senza fare storie ed aspettai la professoressa. 
​Prof: sedetevi!- disse entrando in classe.
​Al suono della sua voce, tutti si sedettero e la salutarono in coro.
​Prof: c'è una ragazza nuova mi sembra..- disse guardandosi in giro.
​Timidamente alzai la mano.
​Prof: oh.. banco vicino alla cattedra.. povera, che brutto destino!- disse sorridendo lievemente- potresti parlare di te?
Mi alzai in piedi ed iniziai a parlare.
​Io: mi chiamo Kim Sora e ho 18 anni emh..- mi bloccai.
Prof: ho sentito che non sei di qua
​Io: veramente si.. sono nata a Seoul e sono stata qua fino ai miei sei anni.. poi sono andata in Italia e ieri sono tornata in Corea- dissi sorridendole.
​Prof: spero che ti troverai bene e che..- le sue parole vennero interrotte dal suono della porta che si aprì.
​X: professoressa mi scusi per il ritardo- disse con il fiatone. Le fece un piccolo inchino.
​Prof: ecco signorina Kim.. una cosa che non devi fare è arrivare in ritardo come il signorino HanBin. Vero signorino Kim? Come mai sei di nuovo in ritardo? Stamattina cosa ti è successo? Non ti è suonata di nuovo la sveglia?
Tutti risero.
​Ha: stamattina ho perso il pullman..- disse sistemandosi al banco.
Mi girai verso di lui e sorrisi un po'.

​La professoressa ci aveva assegnato dei compiti e dovevamo svolgerli in dei gruppi. Io e un'altra ragazza eravamo le uniche ragazze in un gruppo di sei maschi. La ragazzi si sedette vicino a me e mi salutò cortesemente.
​X: io sono Hyeri e tu sei Sora vero?
Io: si- le sorrisi.
​Mi girai verso i ragazzi che stavano parlando tra di loro. Questo era quello che odiavo quando mi mettevano in un gruppo con altri maschi. 
​Io: a quanto pare li dobbiamo fare noi..- dissi facendo una piccola smorfia.
​Hye: ragazzi- disse battendo un po' sul banco.- smettete di parlare tra di voi e iniziamo a fare i compiti.
​Han: sentite.. vi andrebbe di farli voi? Noi questo pomeriggio avevamo pensato di uscire un po'.- si alzò- scusate, non abbiamo tempo da perdere.
​Uscì dalla classe e a sua volta uscirono anche gli altri ragazzi. Io mi girai verso Hyeri e sbuffai.
Io: ma fanno sempre così?
​Hye: si purtroppo e pensano di approfittarsi di noi solo perchè siamo donne.- disse sorridendo.
Io: e se ci rivoltassimo?
​Hye: i compiti non li farebbero comunque.. e poi magari ci prendiamo anche noi la nota e non è una buona idea. 
Io: mhh.. hai ragione- dissi iniziando a leggere la consegna degli esercizi.
​Hye: vedila in modo positivo. Così possiamo conoscerci di più.- mi sorrise.
​Io: esatto!

​Hye: allora a domani!- mi salutò scuotendo la mano da una parte all'altra.

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