Tale of a leaf

di Kurosmind
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I can't ask you to stay | by Thedosian-Cabbage ***
Capitolo 2: *** I'll be back | by Thedosian-Cabbage ***
Capitolo 3: *** King and Queen | by thereluctantinquisitor ***



Capitolo 1
*** I can't ask you to stay | by Thedosian-Cabbage ***


I can't ask you to stay

by Thedosian-Cabbage
traduzione di KuroCyou

Rating: Verde
Genere: Fluff e angst
Note: trespasser DLC spoiler

Storia originale qui

 

"Non posso chiederti di restare," Fael dice a  Dorian, le parole inebriate dal vino pronunciate nell'incavo del suo collo. Affondano come blocchi di acciaio nella mente annebbiata dall'alcool di Dorian e si posano sul fondo, agitando una vago e opprimente e spiacevole sensazione non dissimile dal dolore.

"Non devi chiedere, amatus," si sente dire, non sa quanta verità ci sia e odia il vino con quel poco di sobrietà che gli resta perché non ha fatto il suo dovere stavolta; dovrebbe rendere le cose più facili, non più pesanti. Ma Fael infila la testa sotto la mascella di Dorian e si raggomitola contro di lui e la sua calda solidità blocca qualsiasi altro rimpianto Dorian potrebbe avere.

Facendo attenzione, Dorian mette via il suo calice argentato e sposta il peso così da essere stesi, non più incastrati in una strana posizione mezza seduta. E con uno schiocco di dita avvolge le coperte attorno a loro.

"Sono qui," Dorian dice a Fael; forse banale, ma anche assolutamente necessario.

"Shh", mormora Fael di rimando, irritato, e si seppellisce più giù contro di lui.

Problema risolto.

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Anni dopo, sotto un cielo diverso, la pelle di Fael più grigia dei suoi capelli, cerchi scuri sotto i suoi occhi, la voce salda e piena di inevitabilità anche se Dorian lo stringe così forte, tanto quanto osa fare per non disturbare nessuna delle sue numerose ferite:

"Non posso chiederti di restare."

E questa volta Dorian non risponde. La crudeltà di tutto quanto dilania qualcosa nel suo petto ma a due rampe di scale e quindici minuti di camminata c'è una nave che lo aspetta, diretta nel Tevinter. Inala il pungente odore di erbe e antidolorifici che impregna ancora Fael come l'ombra della malattia che lo segue dall'infermeria, e… non sa cosa, esattamente, dire.

Dopo un momento il braccio rimanente di Fael si allenta dalla sua vita, e la sua mano si alza per avvolgere la nuca di Dorian.

"Ci vediamo presto," promette Fael, le parole più forti della voce roca.

Fa un passo indietro, fuori dall'abbraccio di Dorian, e fa cenno con la testa verso la porta, ma sorride. La luce morente fa scintillare d'argento i suoi capelli e d'oro i suoi vestiti e la sicurezza nei suoi occhi. "Vai. La tua nave aspetta."

E ora è affetto che toglie il fiato e la voce a Dorian, non dolore. E ora è lui che si fa avanti, stringe di nuovo Fael a sè, lo bacia, dice-

Beh, vorrebbe dire qualcosa di sdolcinato. Il gatto mi ha preso la lingua, qualcosa nel genere. E Fael certamente risponderebbe con qualcosa di impertinente tipo "E ora il gatto se la tiene."

Non lo fa. "Idiota cocciuto," Dorian dice a Fael, carico di emozioni, "Affascinante bastardo che non sa mai quando fermarsi se è in vantaggio. Farò preparare per noi un letto di viverna e le delizie più costose che il Tevinter può tirare fuori dal suo culo dorato, e tu le adorerai."

"Promesse, promesse," Fael risponde con scherno e dei colpetti sulla spalla, ma si abbandona all'abbraccio. "Stai solo cercando di superare l'ospitalità del sud."

"Considerando che comprende per lo più fango e pioggia ghiacciata e mai abbastanza coperte o sole, ci devo a stento provare," ribatte Dorian. Si tira indietro abbastanza per baciare Fael, deciso e impetuoso, e sussurra sulle sue labbra: "Ci rivedremo di nuovo."

"Lo faremo," concorda Fael.

Si lasciano andare.
 



Note della Traduttrice
Era un sacco che volevo tradurre un po' delle fanfiction su Fael e Dorian che mi sono state regalate, soprattutto quelle di questo autore, che oltre a essere un mio caro amico è riuscito a capire Fael e il suo rapporto con Dorian così profondamente che boh, non ce la posso fare. Un po' di contesto: la prima parte si riferisce a quando Dorian annuncia di voler rimanere a Skyhold invece di andare nel Tevinter a politicizzare, mentre la seconda è dopo la fine di Trespasser, quando nonostante tutto deve andare a prendere il seggio di Magister. Fael sarebbe voluto andare con lui, ma la situazione con Solas fa sì che decida di mantenere l'inquisizione attiva e avere un ruolo politico importante. Passeranno anni prima che si possano rivedere, ma continuano a supportarsi a vicenda anche da lontano. 
Spero vi sia piaciuta!
- Kuro 

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Capitolo 2
*** I'll be back | by Thedosian-Cabbage ***


I'll be back

by Thedosian-Cabbage

traduzione di KuroCyou

Rating: Verde
Genere: angst
Note: future!Fic, ambientata in un'ipotetica battaglia finale contro Solas

Storia originale qui

 

"Ti prometto che tornerò."

La mano di Fael tremava. O forse era solo l'immaginazione di Dorian; forse era la sua di mano, quella che Fael stringeva, a tremare, oppure il terreno sotto ai loro piedi - sotto le ginocchia di Dorian mentre il cielo sopra di loro si squarciava con lampi verdi e piangeva comete infuocate.

Fael fece per allontanarsi. Dorian afferrò la sua mano con più foga, e parlò con un ghigno che somigliava più ad un ringhio: "E mi lasci ad ammirare il paesaggio apocalittico da solo, eh? In due si gode meglio il cielo."

Gli occhi di Fael erano selvaggi, i suoi capelli selvaggi, la disperazione sul suo viso. "Devo fermarlo," raspò, ed entrambi guardarono la roccia nera che si stagliava contro l'orizzonte, dall'altra parte del campo di battaglia bruciato dove si raggrumavano nuvole di un verde nauseante. Dorian sentì la nausea anche nel suo stomaco; sapeva che se fosse andato lì-

"Devo fermarlo." Fael si tirò indietro di nuovo, si raddrizzò, barcollò, e si appoggiò al bastone scheggiato per riprendersi. C'era uno scintillio folle nei suoi occhi. Digrignò i denti. "Posso farlo. La ricerca-"

"Che abbiamo fatto insieme," ribattè Dorian cercando di alzarsi; fallì, quando la sua gamba rotta si infiammò d'agonia. Imprecò sonoramente, lo odiava lo odiava lo odiava- dov'erano tutti? Perché erano soli lì?

Morti, ovvio. O altrove. Non sapeva nemmeno per certo se questo fosse l'Oblio o il mondo reale. La magia ambientale fluiva e rifluiva come melassa sulla pelle di Dorian, rendeva difficile respirare.

Fael si inginocchiò e spezzò il bastone con un grugnito e un lampo di fulmine, poi tirò via le bende dal suo braccio per fare una stecca per la gamba di Dorian. Tenne gli occhi bassi mentre lavorava, rifiutandosi di guardarlo.

"Se lo affronti da solo, morirai," disse Dorian. Un lamento e una preghiera.

La mano di carne di Fael si fermò. Quella meccanica sferragliava con il suo tremore. Poi riprese a lavorare.

"Il mese prossimo è il compleanno di Yara..."

"Non usare mia figlia contro di me," scattò Fael, furia nella sua voce.

"Tua figlia!" rimbeccò Dorian, la disperazione trasformata in affronto. "Nostra figlia! Lei è nostra e ci avrà entrambi e tu avrai me, quindi sbrigati a finire e aiutami ad alzarmi. Schiacceremo quell'uovo insieme."

Una lunga, tesa pausa, agonizzante in quel soffocante silenzio di ceneri e rovina.

Poi Fael si avvicinò, baciò Dorian, e si tirò indietro. In piedi, da solo. "Può avere uno," la sua espressione si contorse, la maschera sgretolata dal dolore per un momento prima che lui riprese una qualche sembianza di furia mesta, "o nessuno. Mi dispiace, Dorian. Dei, ti amo."

"Allora dimostra un po' di amore," sbottò Dorian, falciando l'aria con la mano tentando di afferrare Fael. Provò ad alzarsi, ma Fael fece un passo indietro, e quello soltanto fece quasi più male della gamba rotta. "Amatus..!"

"Tornerò," promise Fael. Per quanto invano. Poi guardò verso la roccia frastagliata, prese un respiro profondo, e svanì nel nulla con un Passo dell'Oblio.

Lasciò dietro di sé solo un ciuffo di fredda, fredda nebbia, e anch'essa presto evaporò nel nulla di quell'inferno.
 
 



Note della Traduttrice
Eeee ho finito per tradurre anche questa, me tapina. Yara è un'elfa che Fael e Dorian adottano quando è piccola, dopo che sua madre muore in una missione aiutandoli a scoprire qualcosa su Solas.
- Kuro 

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Capitolo 3
*** King and Queen | by thereluctantinquisitor ***


King and Queen

by thereluctantinquisitor

traduzione di KuroCyou

Rating: Verde
Genere: angst
Note: niente ship qui, solo amicizia.

Storia originale qui

Note della Traduttrice
Questa fic è basata su questo mio fumetto e avrà molto più senso se lo leggete. Beware i feels. Spero che non sia un problema che è in inglese! Buona lettura, e alla prossima :)

"Quindi… devo chiamarti Vostra Maestà adesso?"

Fael sorrise e si voltò per vedere Linna che si avvicinava sul sentiero lastricato del giardino di Skyhold, la luce che filtrava dagli alberi che creava ombre come liquide sulla sua pelle. Rapida come il pensiero, afferrò il suo sorriso e ne fece splendere uno di rimando, i suoi capelli come fuoco, gli occhi più luminosi del sole. Aveva di nuovo tredici anni. Così come lui.

"Beh, dipende," rispose Fael con leggerezza, incrociando le mani dietro la testa. "Significa che dobbiamo inchinarci e fare tutte le cose di cortesia l'uno con l'altra? Non sono certo di averne il tempo."

Lei rise, ed era esattamente come lui se lo ricordava. Esattamente come doveva essere, cristallino come una campana, in alto nell'aria come un passero. 

"I re e regine devono davvero farlo?" chiese lei, chiudendo la distanza tra di loro per stare al suo fianco. Un arboscello, da poco piantato, era ai loro piedi, le foglie delicate tese verso il cielo. Fael guardò di lato e vide un lieve sorriso sulle labbra di Linna, come se un pensiero improvviso l'avesse divertita. "O potremmo semplicemente cambiare le regole," continuò lei, guardandolo con gli occhi scintillanti di ilarità. "Dopo tutto, l'abbiamo già fatto una volta."

"Hm, vero," concordò Fael con una risatina. "I primi Re e Regina amici. Così avevamo deciso."

Linna sbuffò. "Quello che tu hai deciso!" gli diede un colpetto sul braccio per puntualizzare, poi rise di nuovo, le spalle che tremavano. "Semplicemente io ero d'accordo."

Fael si strofinò il braccio teatralmente, nonostante la totale mancanza di dolore. Le foglie sugli alberi si mossero sopra di loro. Vedeva le loro ombre muoversi - vedeva i capelli di Linna muoversi - ma non c'era alcun vento.

Si infilò il crescente senso di disagio in tasca e riempì il vuoto rimasto con un ghigno. "Hei, andiamo, non fare così. Essere d'accordo conta comunque!"

Risero fino a che i loro sorrisi non li condussero ad un silenzio confortevole. Li avvolgeva come una coperta, fianco a fianco, i loro occhi posati sul germoglio con tutto l'affetto di una coppia di genitori  che guarda un figlio giocare. Cinque foglie delicate, bilanciate su uno stelo fragile, fluttuavano al vento assente. Quanto poco ci sarebbe voluto perché cadessero.

Lentamente, Fael si rese conto di una sensazione che premeva ai confini della sua coscienza. Fastidiosa. Distante, ma insistente, più forte con ogni spinta. Guardò la sua amica d'infanzia, le sue guance lentigginose rosee e soddisfatte, sollevate leggermente da quel familiare sorriso. Voleva toccarla, voleva prenderle la mano, ma una traditrice parte di lui sapeva la verità.

Non avrebbe sentito nulla.

"…Hei, Linna?"

"Si?"

Qualcosa nello stomaco di Fael - qualcosa di pesante - precipitò.

"Come siamo arrivati a questo punto?"

 



 

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