Le campagne di Messina

di mystery_koopa
(/viewuser.php?uid=1031588)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chryssa - Le campagne di Messina ***
Capitolo 2: *** Chryssa - L'ultima libertà ***
Capitolo 3: *** Leonora - La conoscenza ***
Capitolo 4: *** Leonora - I limiti e l'addio ***
Capitolo 5: *** Chryssa - Come tutto accadde ***



Capitolo 1
*** Chryssa - Le campagne di Messina ***


 
Dintorni di Messina, Impero Romano d’Oriente, febbraio del 697 d.C.

Il freddo tagliente del mattino fendeva l’aria come la lama di una spada, cosa piuttosto insolita per l’isola del Sole posta al centro del Mediterraneo. Le campagne parevano deserte, ma un’esile figura era seduta solitaria tra l’erba alta, coperta solamente da una semplice coperta in lana; osservava distrattamente il pallido Sole, nascosto dietro a un indefinito insieme di nubi, chiedendosi se tutto ciò che la circondava fosse reale o solamente frutto di un sogno. Era una ragazza non molto alta, con la carnagione chiara, gli occhi di ghiaccio e i capelli castani che le ricadevano morbidi sulle spalle: era Chryssa Maria Aristis, la prima figlia del reggente della vicina città di Naxos. Come ogni mattina era uscita dalla villa rurale all’alba senza curarsi della temperatura, per ritirarsi nei propri pensieri.

La ragazza sentì dei leggeri passi alle sue spalle e, voltandosi, si trovò davanti Leonora, sua sorella; aveva un anno in meno di lei, ma era decisamente più bella: nessun uomo o ragazzo, vedendola per strada durante le sue frequenti uscite, non si sarebbe girato a guardarla. Chryssa, invece, prediligeva una vita più solitaria e poco appariscente, come i momenti che trascorreva in quel campo; tuttavia, nonostante le grandi differenze, amava la sua unica sorella come nessun altro, considerandola alla stregua di una parte di sé: avevano condiviso ogni cosa fino a quel momento e avrebbe voluto che ciò durasse per sempre. Leonora le disse di tornare verso la villa, dove il padre aveva indetto una festa per la nobiltà del paese. Chryssa, malvolentieri, si alzò dal terreno, seguendo la sorella.
 
***
 
La villa degli Aristis era solo una delle quattro che si affacciavano su un cortile centrale, dove le famiglie nobili dei paesi della Sicilia orientale risiedevano lontane dagli insalubri villaggi e dalle affollate città. Chryssa odiava quel posto fin da quando era una bambina; le piaceva la sì la solitudine, ma si separava dalla città con enorme fatica. Amava Messina, con il suo porto vivo e colorato e le storie dei marinai di ritorno dai loro viaggi, amava sedersi sugli scalini della cattedrale ad osservare il mare in lontananza, amava vedere la persone passare attraverso le strade dei mercati. Tutto ciò mancava in quella villa isolata, un concentrato inutile di nobiltà fine a se stessa.
Arrivata nello spiazzo centrale si ridestò dai propri pensieri, salutando con garbo le famiglie ospiti dell’evento e i loro figli. Aveva diciassette anni, ed entro qualche tempo si sarebbe sposata; sperava di trovare un marito proveniente dalla città, per evitare di passare la propria vita in un quel posto e avere qualcuno con cui condividere le proprie idee e il proprio tempo.

Lo sperava, ma ancora non sapeva che il proprio futuro le avrebbe riservato qualcos’altro.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Chryssa - L'ultima libertà ***


“Chryssa, vedi quel giovane uomo laggiù? Si chiama Loukianos Pares, e tra non molto sarà tuo marito; andiamo da lui, così te lo presento”.

In quel momento, tutti i sogni della giovane si erano infranti come uno specchio gettato violentemente al suolo. L’uomo che avrebbe dovuto sposare non assomigliava assolutamente a quello che aveva sempre sognato: era il figlio di una delle famiglie nobili dell’odioso cortile di campagna, ed era esattamente identico a tutte le altre persone che, immerse in quel monotono squallore, sin trovavano fin troppo a loro agio. Era indubbiamente una persona pigra, noiosa, qualcuno che certamente non era intenzionato a mettere il naso fuori dal luogo in cui trascorreva identici tutti i suoi giorni. “Stai esagerando Chryssa”, si disse la ragazza, incamminandosi verso il futuro compagno e la sua famiglia, i cui membri la scrutavano inquisitori, “non puoi davvero credere che una persona di quell’età sia uguale a tuo padre e a tuo nonno…”
E invece lo era, con l’unica differenza di avere vent’anni. 

“Non avrei dovuto illudermi di poter vivere viaggiando, di poter avere davvero la possibilità di immergermi in una realtà diversa da quella in cui sono cresciuta… ci rimarrò per sempre, come per sempre sarò sola e infelice tra quattro mura domestiche…”
 
***
 
“Eppure, alla fine, mio padre qualcosa di me l’ha capito…” disse la diciottenne, sporgendosi dalla balaustra della nave che attraversava impavida le onde del Mediterraneo. Kleitos Aristis aveva finalmente capito che la figlia non sarebbe riuscita a vivere veramente la propria vita senza aver visto nulla del mondo e così, unendosi con lei e la sorella alla compagnia mercantile di cui era proprietario, aveva deciso di farle vedere uno scorcio di mondo prima di darla in sposa all’asfissiante frequentatore delle quattro ville di campagna.

L’imbarcazione era diretta verso l’isola di Djerba, il celebre avamposto ibadita antistante le coste della Tunisia e della Tripolitania noto per la sua fiorente attività commerciale; avrebbe dovuto concludervi un affare importante per la sua attività, e non avrebbe potuto trovare occasione migliore di quella per far respirare alle proprie amate figlie un’aria di libertà che non avrebbero più percepito per il resto delle loro vite. Anche per Leonora, infatti, si prospettava un matrimonio importante, ma nella capitale dell’Impero, l’eterna Costantinopoli.

Chryssa aveva pregato di poter essere al posto della sorella, per poter almeno condurre la propria vita lontana da ciò che era stato il suo passato; ma Leonora era più bella, e per la moglie di un futuro politico avrebbe dovuto far notare la propria presenza nella società. Non sapeva, però, che nel cuore della Tracia il promettente consigliere era in realtà un ingenuo: Vassilis Cazaretian.




Note:
Ebbene sì, "Le campagne di Messina" è diventata una raccolta di flash sul passato di Chryssa e Leonora... ebbene, spero che vi piaccia quest'idea^^

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Leonora - La conoscenza ***


La nave giunse nel porto nordafricano all’alba, lentamente, immersa nei primi bagliori rosati del giorno. Le due sorelle scesero lungo la breve passerella di legno seguendo il padre, che strinse la mano ad un imponente uomo vestito con un ampio abito di color bianco sporco; le due giovani si guardarono sorridendo, incuriosite dallo strano abbigliamento dell’uomo. “Sempre meglio dei damerini del cortile…”, sussurrò la sorella maggiore, mentre la minore rideva di gusto; entrambe, però, erano velate di una leggera malinconia.

Un passo indietro rispetto all’uomo, un giovane ragazzo osservava i nuovi arrivati: era il figlio del ricco mercante, Mohammed Ibn-Maghrib: in particolare, la sua attenzione si concentrò su una delle due ragazze che erano scese dalla piccola barque: aveva la pelle leggermente più scura rispetto a quella dell’altra ragazza, che molto probabilmente era sua sorella. I suoi capelli castani e leggermente ramati erano sospinti dal vento a coprirle la faccia, caratterizzata da un genuino sorriso; Ibn abbassò poi lo sguardo: le forme del suo corpo erano perfette e armoniose, come quelle di una dea dei racconti classici che saltuariamente gli era permesso leggere; anche i suoi occhi emanavano una dolce luce azzurra, apparendo liquidi come gocce in un mare di nuvole.
 
***
 
Leonora intravide il giovane ragazzo arabo situato dietro all’uomo dall’abbigliamento inconsueto; doveva essere suo figlio, ma i suoi vestiti erano molto più simili a quelli di un capitano navale veneziano piuttosto che a quelli di uno straniero. La sua carnagione olivastra faceva risaltare i suoi capelli leggermente ricci e i suoi occhi, neri come braci ardenti, che rendevano unico il suo volto.

L’uomo più anziano parlò, in un latino dal suono molto duro, dicendo al suo interlocutore di far presentare le sue figlie al proprio; il padre delle ragazze le fece andare avanti volentieri, dopo essersi raccomandato decine di volte, più che altro per togliersele dai piedi durante la trattativa. Chryssa sbuffò: non aveva alcuna intenzione di parlare con il marinaretto tripolitano, come lo aveva già rinominato; il sorriso di Leonora, invece, aumentò a dismisura, e la diciassettenne si precipitò a presentarsi in latino al giovane sconosciuto, che tuttavia le rispose in uno stentato greco: “Io sono Mohammed Ibn-Maghrib, vengo da Occidente. Se volete, potete chiamarmi solamente Ibn”.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Leonora - I limiti e l'addio ***


Le due giovani, l’una entusiasta e l’altra riluttante, seguirono il figlio del commerciante islamico all’interno del mercato. L’odore forte del pesce e gli aromi delle spezie provenienti dalle terre australi toccate dai navigatori arabi invadevano l’aria della ristretta stradina trafficata, nella quale Ibn pareva sentirsi completamente a proprio agio.

Chryssa adorava osservare i luoghi pieni di vita, distanti dall’opprimente quotidianità, ma nonostante ciò vedere la sorella avvicinarsi sempre più a quell’affascinante – dovette ammetterlo – ragazzo arabo le rovinò solamente quell’ultimo viaggio prima della sua noiosa vita coniugale: possibile che, nonostante fosse sempre stata una ragazza intelligente, Leonora non riuscisse a capire da sola quanto dolore le avrebbe procurato ciò che stava facendo? Il tempo di girarsi e la vide abbracciata a Ibn, sorridente e spensierata come non era da molto tempo.

***

Due settimane dopo
 
Un bacio, solamente per un secondo, ma in quell’istante la porta si mosse; se solo fosse accaduto in un altro istante, in un altro giorno, mentre all’interno di quella stanza stava accadendo molto di più…
Un urlo spaventato e lacrime, lacrime di supplica e di pentimento, lacrime inutili e amare. Amare, è ciò che conta nella sua mente: qualcosa che per Kleitos Aristis era assolutamente irrazionale, oltre che fonte di scandali e rovine… un arabo, possibile! Per lui un’onta aveva colpito per sempre la propria famiglia, e restava solamente un modo per cancellarla.

Il giorno stesso la piccola nave degli Aristis ripartì, ma non era diretta verso la Sicilia: i giorni trascorsi per mare fino a Costantinopoli trascorsero lenti e sofferti per Leonora, che rimase chiusa per tutto il tragitto all’interno della propria stanza senza voler nutrirsi o vedere nessuno, nemmeno la sorella che, fuori da quella porta di legno, provò almeno a parlarle, ma invano. L’ultima volta che la vide fu quando la nave attraccò al porto della capitale dell’Impero: Chryssa sognava fin dall’infanzia di poter vedere quella città, ma in quel momento le parve solo un’opulenta prigione ancor più rigida del cortile di campagna.

Leonora uscì dalla propria cabina ancora in lacrime, e prima di andarsene per sempre abbracciò un’ultima volta la sorella: Chryssa sentì il suo respiro affannato sulla spalla e avvicinò la bocca al suo orecchio, sussurrandole con dolcezza solamente poche parole, che tuttavia servirono a molto, in quell’istante.
“Almeno tu ce l’hai fatta, ad andartene…”

Leonora sorrise debolmente e scese velocemente sul molo, dove una carrozza la stava già aspettando, come trasportata dal vento.
Il vento dell’est.




SPAZIO AUTORE:
Carissimi lettori,
vi aggiorno brevemente sulla situazione: per risolvere i problemi che ho avuto con questo spin-off ho deciso di tagliare un paio di scene, per cui il prossimo capitolo sarà l'ultimo, oltre che il più importante dell'intera raccolta in quanto svelerà il motivo per cui Chryssa, come chi segue "Cronache Bizantine" sa, non si è sposata. A proposito di quest'ultima storia, il prossimo capitolo sarà fondamentale anche lì e ho bisogno di tempo per scriverlo al meglio (anche perché il mio PC funziona solo quando vuole), per cui mi scuso per l'ennesimo ritardo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chryssa - Come tutto accadde ***


La piccola nave degli Aristis arrancava tra le onde agitate del Mediterraneo Orientale, diretta a Messina. Sul ponte, il forte odore della salsedine impregnava il legno e gli abiti ma, insieme ad esso, anche quello dell’alcool riempiva l’angusto spazio della prua. Kleitos Aristis era seduto sulle assi ormai marcescenti dopo quei mesi per mare, circondato da una miriade di vetri rotti e con in mano l’ennesima bottiglia; l’uomo, completamente ubriaco, rideva rumorosamente con la schiena appoggiata all’indietro e lo sguardo perso nell’opprimente buio della notte.

Chryssa procedeva lentamente verso di lui, reggendosi faticosamente in piedi a causa della lunga gonna che le copriva le gambe fino alle caviglie. Tenendosi alla balaustra interna raggiunse infine la prua con un’espressione schifata in volto; la giovane si rivolse con disprezzo verso il proprio genitore prendendo poi la parola, evidentemente sdegnata:

“Come puoi ridere e divertirti dopo quello che hai fatto a Leonora! Ha sbagliato, ma non dubito che tu, a sedici anni, hai fatto cose molto peggiori… ma tu sei un uomo, e non te ne può importare nulla nemmeno di tua figlia!”

Kleitos girò la testa, mentre sul suo volto comparve una smorfia più che altro seccata; lo sguardo, spento fino a un secondo prima, si accese improvvisamente come a voler sfidare la sua interlocutrice, già sicuro del proprio successo.
“Stai tranquilla Chryssa, che anche il tuo contratto è già firmato. Purtroppo dovrò vederti ancora, ma non potevo lasciare tutta la mia eredità a un armeno come quello a cui ho dato in sposa quell’altra… “

Chryssa distolse lo sguardo da lui e poi, alla cieca, mise le mani sulle sue spalle e spinse in avanti; l’uomo, che si stava sollevando in piedi, barcollò pericolosamente in avanti giungendo a meno di un passo dalla balaustra.
“Non sarà la prima volta in cui un ubriaco precipita in mare…”

Chryssa spinse ancora più forte vincendo la debole resistenza del padre, che scavalcò il basso parapetto in legno e sprofondò tra le onde, finendo schiacciato dalla carena dell’imbarcazione. Chryssa ritornò nella sua cabina sottocoperta, stando attenta a non lasciare tracce calpestando i cocci di vetro.
 
***
 
“In assenza di eredi maschi del defunto Kleitos Aristis, Reggente di Naxos per conto dello Strategòs di Sicilia, la carica e tutti i suoi possedimenti passano alla di lui figlia primogenita, la qui presente Chryssa Maria Aristis”.

“Ho un contratto da annullare e poi sì, viaggerò, lontana dalla vita che non ho mai voluto. Questa volta dirò per sempre addio alla mia prigione, le campagne di Messina, ma lo farò da sola”.






SPAZIO AUTORE:
E così eccomi giunto alla fine di questo spin-off, che spero vi sia stata gradita e vi abbia fatto comprendere qualcosa in più su questi due personaggi molto importanti sia per la long principale che per me.
RIngrazio di cuore tutti coloro che mi hanno seguito e in particolare coloro che mi hanno lasciato un parere, ovvero Nina Ninetta, Old Fashioned, Semperinfelix, queenjane, alessandroago_94, KarenHumbert, Saelde_und_Ehre e Star_Rover.
Per ora non ho in cantiere altri approfondimenti sui miei personaggi, ma se ci dovessero essere novità vi aggiornerò con la long (il rpossimo capitolo dovrebbe arrivare nel fine settimana, scusatemi ancora per il ritardo); voi fatemi sapere se vi farebbe piacere e, nel caso, su chi (sappiate però che per la storia di Konstantoinos e Theodora ho pensato a un vero e proprio prequel da scrivere dopo la fine delle Cronache...)
Alla prossima e grazie a tutti, ancora una volta!
mystery_koopa
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3767664