Le tre pietre ...

di CriminalFrancois
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'eletta ***
Capitolo 2: *** Spazio, tempo e vita ***
Capitolo 3: *** The black castle.. ***
Capitolo 4: *** Sasha ***



Capitolo 1
*** L'eletta ***


Tutto ebbe inizio la notte del 10 gennaio del 2000 con la nascita di Valery, prima e unica figlia della famiglia Gowf, l'Eletta. I genitori decisero di lasciarle vivere un'infanzia normale, ma più cresceva più loro diventavano protettivi perché sapevano cosa l'aspettava. Spesso andava a giocare fuori con le sue amiche, oppure adorava stare in biblioteca. Quasi tutti nell'Accademia letteraria dicevano che un libro regala delle emozioni incredibili, come mai avresti immaginato e che è fantastico sedersi a quei vecchi tavoli duri e sfogliare le pagine ingiallite sentendo quello strano odore, come di muffa. Ma cominciò a non fare più niente di tutto questo. Prima Valery praticava danza. Era una ballerina straordinaria, ballava tutti i generi e appena sentiva la musica qualcosa il lei scattava e cominciava a muoversi sfrenatamente. Inoltre tornava a casa da scuola a piedi. Ma ultimamente i suoi genitori arrivavano prima e l'aspettavano davanti al cancello. Aveva smesso di andare a danza. Non faceva più niente a Menkar Bridge... Tutti questi cambiamenti furono graduali e lei non immaginava affatto il motivo di tante attenzioni, finché al suo sedicesimo compleanno capì, e pensò che in realtà, avrebbe voluto non capire mai. Quando Valery si svegliò si rese conto che era molto tardi, sua madre l'aveva lasciata dormire. Era estremamente rilassata e riposata, poi guardò la sveglia e si alzò di scatto: era il suo compleanno! Valery era felice, non vedeva l'ora di scendere in cucina, abbracciare i suoi e fare una golosissima colazione. Quando scese l'atmosfera era felice e tutto quello che voleva si avverò. Poi la famiglia si mise sul divano a guardare la TV tutti accucciati. Però... I sorrisi dei genitori era falsi. Lei non capiva il perché, ma era preoccupata. Ormai non poteva più evitare la verità. Doveva sapere: -Che succede mamma? Perché siete così protettivi ultimamente?- Valery era calma, ma aveva molti dubbi. -Siediti tesoro. Vedi, oggi non è un giorno come tanti. Oltre che il tuo compleanno oggi è il giorno in cui io e tua madre abbiamo convenuto che tu debba sapere la verità. Anche se avremmo voluto aspettare un po'- -Che vuoi dire?- la interruppe Valery -Mi avete mentito su qualcosa? È successo qualcosa di grave? -Stai tranquilla e ascolta- disse il padre con tono premuroso -Ascolta attentamente, ora sei abbastanza grande per sapere tutto sulla tua storia e sul tuo destino. La madre continuò: -Valery, questo è un discorso delicato, per questo volevamo dirtelo più tardi, ma... tu non credi alla magia vero? -No di certo, non esiste! Ma che stupidaggine! -Invece esiste, esiste eccome! E tutta la tua storia, la nostra storia, gira intorno ad essa, ma non possiamo spiegarti tutto ora e qui, prima dobbiamo andare in un posto speciale. -Ma che dici mamma? Di che parli? Non capisco. -Capirai... La famiglia si recò in un padiglione nel centro storico di Menkar Bridge, dietro un castello abbandonato. Il viaggio in macchina era stato silenzioso, ma l'aria era estremamente tesa. Robert e Clarisse erano molto preoccupati. Valery era piena di dubbi e domande, ma si limitava a tenerli per se. Nessuno parlava, ma tutti sapevano che da quel momento avrebbero dovuto essere seri e comprensivi. E farsi forza l'uno con l'altro per poter arrivare alla fine. -Vedi Valery- cominciò il padre -la scienza non è tutto, non tutti gli studi hanno sempre ragione. La festeggiata aveva stranamente cominciato ad ascoltare senza obbiettare. Si limitò a farfugliare:-Beh... Qualcosa potrebbe essere errato. -Esatto! Tu sai qual è la teoria della creazione del mondo? -Mmm... Si. C'è stata un'esplosione detta "Big Bang" che ha creato delle... palle con varie condizioni ambientali. Poi queste ultime si sono evolute e ingrandite fino a diventare pianeti, stelle, il sole e la luna. -Brava, ma sai... Questa è proprio una di quelle teorie che sono completamente sbagliate- intervenne la madre dopo essersi seduta a gambe incrociate sul pavimento del padiglione -Siediti qui. Ti spiegheremo tutto quanto. -Il Big Bang non è mai esistito, il mondo si è formato solo con una grande energia positiva: la magia.- Valery era sbigottita, ma non rispose. Stranamente si sentiva sicura, sicura che la magia esistesse! Era una sensazione stranissima, come se una scia di luce le stesse percorrendo tutto il corpo. Era partita dal cuore e si era espansa fino alle punte delle dita e dei capelli. Ora era sicura, vera, la magia l'aveva scaldata. Ovviamente capì che non era un maga, ma qualcuno nel mondo lo era. Si sorprese felicemente tra se e se che era la prima volta che usava il termine "magia" in modo sicuro, ci credeva davvero. La madre le concesse qualche minuto per riprendersi e rendersi conto che era l'Eletta. Poi Valery riuscì a sussurrare: -Gra... Grazie. La madre annuì. -Continua. Voglio sapere tutto.

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Capitolo 2
*** Spazio, tempo e vita ***


-Allora... I maghi dell'inizio -Maghi? Dell'inizio? -Si, vedi all'inizio del mondo c'era un consiglio di maghi che hanno deciso di sigillare la loro anima in tre amuleti. Proprio in questi sono stati racchiusi i poteri in grado di ricreare il mondo, i poteri principali: lo Spazio, il Tempo e la Vita. -Wow!- affermò Valery... Era stupita e meravigliata allo stesso tempo. Non sapeva come reagire. Qualcosa in lei la faceva sentire sicura, ma contemporaneamente tutto questo le sembrava una grandissima buffonata. La madre continuò ed era sempre più seria. Il suo tono era diventato duro e cupo: -Lo Spazio è in un rubino rosso, è lucente e luminoso, ma anche bugiardo... non tutto ciò che luccica è oro e quindi è molto pericoloso per chi non lo sa dominare. Il Tempo in uno zaffiro blu, è opaco e variabile, ma basta toccarlo per cambiare era, perciò bisogna prima assumere il suo potere. Infine la Vita che è in uno smeraldo verde, è rassicurante per chi la prende in mano, ma il suo potere è estremamente contrastante. Stranamente ora cominciò a parlare suo padre, fin ora era stato in silenzio. Aveva una voce tremante e insicura: -Vedi, tu essendo l'Eletta devi salvare questi amuleti dal male... Cioè dalla magia oscura... La madre aveva intanto tirato fuori una scatolina e dentro c'era una collana, semplice, elegante. Era un filo nero e sottile con una piccola chiave che sembrava emanare luce, quella fu la prima volta che Valery vide la magia. -La magia però non è solo buona e positiva, in ogni pietra dell'inizio c'è una macchia nera, la magia oscura che solo l'Eletta può distruggere. - disse Clarisse. -Tutto questo non ha senso... Perché io? Ammettetelo è tutto uno scherzo!- Valery senza accorgersene era scoppiata in lacrime -No tesoro, l'Eletta sei tu!- il tono della madre affermava che il discorso era chiuso -Quella chiave ti servirà per trovare le pietre e poi le dovrai appendere alla catenina. Valery si sentiva vuota, non sapeva più chi era, tutto quello in cui credeva era stato distrutto. Una strana voce in lei le diceva che era tutto vero, anche se un'altra parte di lei pensava ancora che fosse tutto uno scherzo, ma la magia prese il sopravvento... Fecero in tempo ad abbracciarsi un'ultima volta. Valery capì che sarebbe dovuta andare avanti da sola. Piangevano tutti e Robert riuscì a sussurrare: -Devi essere forte, so che ce la farai! Valery rimase sola, poggiata solo sull'aria, il suo abbraccio si sciolse e cadde a terra. La sua famiglia era sparita. La ragazza aveva le idee annebbiate, ma sapeva cosa fare, almeno per ora. Si specchiò nel padiglione e si concesse due minuti per guardarsi. Pensò perché proprio lei: aveva dei normali capelli dorati che le si arricciavano morbidi sulle spalle. Dei normali occhi verdi e lucenti. Una normale bocca di un rosso acceso. Una normale corporatura alta, snella e agile. Cosa aveva di speciale? Tornò alla macchina per verificare se era sparita anche quella. Invece no. Si accorse che nel bagagliaio c'era una valigia, con cose essenziali e alcune provviste. La prese, ma si chiese come poteva... combattere con il bagaglio dietro poi sentì una voce: -Allora... Sali?! Valery fece un salto e prese paura, poi si accorse che c'era un uomo gigantesco alla guida. Aveva i capelli castani, con gli occhi di un nero così intenso che ispiravano fiducia e la corporatura possente e muscolosa. Valery pensò che era un fighissimo peso massimo di Wrestling. Poi salì in auto e questa sfrecciò veloce. L'uomo la portò molto lontano e per tutto il viaggio ci fu silenzio assoluto. Intanto l'Eletta pensava: -Perché sono salita?... Dove sono mamma e Papa?... Cosa sta succedendo?... Non vi capiva più niente. Ma ad un certo punto: vuoto totale. La sua mente era libera, non pensava più a niente, non era più preoccupata, era come se qualcuno... o qualcosa l'avesse rassicurata silenziosamente e non aveva più dubbi. Quella era la sua strada e doveva percorrerla fino in fondo senza guardarsi indietro!

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Capitolo 3
*** The black castle.. ***


I due entrarono in un castello. Nero, spaventoso, tetro... estremamente principesco. Valery aveva paura, si stava pentendo di essere salita in auto con quell'uomo. Ma appena fu entrata in quel posto si sentì nuovamente sicura. Il castello all'interno sembrava di cristallo. Era lucidissimo, talmente pulito che brillava, ci si poteva persino specchiare su ogni singolo oggetto. Appena si entrava a terra vi erano tante mattonelle di un bianco candido e il muro era di un colore tenue e tutto era meraviglioso. Colori chiari, soprammobili angelici e decorazioni spensierate. Alla fine della sala c'era una vetrata a specchio e dietro si intravedeva una bella e attrezzatissima cucina. A destra delle scale a chiocciola, che conducevano ai piani superiori. E accanto a queste una porticina in legno, sembrava vecchia e abbandonata, era l'unica cosa polverosa e non lucidata. -Ahiiii!- Valery era rimasta estasiata alla visione del castello e quell'urlo l'aveva fatta sobbalzare, il rigoroso silenzio si ruppe -Che dolore! Dalla cucina uscì una signora tracagnotta, poco più bassa di Valery e con una corporatura grassottella. Aveva un cucchiaio di legno in mano e l'indice sinistro gonfissimo e rosso. Parlava veloce, ma con tono premuroso e pieno di enfasi: -Daniel, le padelle erano pesanti e mi sono schiacciata il dito quando le ho posate sul davanzale, hai una benda?... E questa? Chi è? Che brutta cera, sembra stanca, come se le fosse caduto il mondo addosso! Non ti preoccupare tesoro, ora un bel piatto di stufato della nonna Bettina e ti passa tutto, se hai appetito ne faccio anche di più, anzi vado subito, il dito mi è passato, ne vuoi anche tu Daniel? -Daniel, si chiama così allora- pensò Valery. Era confusa. -Betta, fermati!- il tono di Daniel era deciso, caldo, rassicurante e calmo -Ora ti metto una benda, poi vai a preparare lo stufato. Questa é L'Eletta, si chiama Valery. Ha una brutta cera solo perché Robert e Clarisse gli hanno spiegato la storia ed è anche molto stanca e affamata. La donna era scossa: -Davvero è lei?- stavolta parlava lenta. Daniel annuì -Bene! Immagino che Robert e Clarisse...- Daniel annuì di nuovo -Ok... Ehm... Lascia stare per la benda, corro in cucina. A metà strada la donna si voltò, abbassò lo sguardo e disse: -Benvenuta cara! I due salirono le scale: conducevano ad un grande e lungo corridoio, con moltissime porte e Daniel camminava spedito indicando porta per porta: -Camera mia. Camera di Betta. Camera del Dottor Den. Camera di Sasha, che ora sarà anche tua. Studio del Dottor Den. Camera di allenamento per me e Sasha ed ora anche per te. Biblioteca. Salone del segreto. E i bagni sono tutti interni. Valery era un po' confusa, ci avrebbe messo un po' ad imparare tutto. Ma la cosa che più la turbava era sapere chi fossero il Dottor Den e Sasha. Entrarono in camera sua e lì c'erano 3 letti, 3 armadi, 3 comò... insomma 3 di tutto, ed ecco un'altra cosa strana. Comunque Daniel indicò un letto a la ragazza vi posò sopra la valigia ed iniziò a sistemare le sue cose. Appena finì si stese sul letto. L'omone capì che doveva ambientarsi qualche minuto, era successo tutto troppo in fretta, così uscì socchiudendo la porta in legno chiaro. Accanto alla porta c'era il primo letto, con coperte rosso fuoco, luccicanti come un rubino. Poi un comò dello stesso legno della porta e con maniglie rosse. Tutti e tre i letto poggiavano la testa nella parete a destra e avevano il comò a sinistra. Il secondo letto era però azzurro, di un azzurro opaco. Il terzo era invece quello di Valery. Verde, verde smeraldo, acceso e brillante. Poi sulla parete opposta alla porta una grande finestra che conduceva in un balcone fiorito, era strano vedere fiori a gennaio, ma la cosa non infastidiva l'Eletta. E accanto un piccolo armadio con maniglie rosse. Sull'ultima parete erano appoggiati altri due armadi e... provate a indovinare i colori delle maniglie? Azzurro l'uno e verde quello di Valery. Infine c'era una porta che conduceva al bagno. Piccolino, con una vasca sul fondo, WC e bidè a destra e lavandino, specchio e mensole a sinistra. Il bagno era sui toni del lilla/viola scuro, perfettamente abbinabili con i fiori del balcone e le tenui pareti della stanza. I lampadari erano semplici, ma luminosissimi, Valery si lasciò cadere a terra ammirata e il suo giro di pensieri ricominciò. -Perché io? Dove sono mamma e Papa? Dove sono io? Che devo fare? Posso fidarmi di queste persone? Come è possibile che Betta conosca i miei? Chi sono Sasha e il Dottor Den? Perché i letti sono 3? Perché sta succedendo tutto questo? Perché oggi? Perché a me? Perché?... Perché? I suoi pensieri furono interrotti da Daniel che apri la porta, era stranamente sorridente: -Forza! A pranzo, prima che io finisca tutto!

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Capitolo 4
*** Sasha ***


Valery si rese conto di essere molto affamata, prese la mano di Daniel e corsero entrambi al piano di sotto. Nel salone era apparecchiato un bellissimo tavolo di legno di quercia, con sopra una tovaglia arancione chiaro. Ma la cosa più sorprendente era l'enorme quantità di cibo. C'erano pasta in bianco, pasta al ragù e stufato della nonna Bettina. Poi pollo, cotoletta e coniglio. E anche 2 insalatone, pomodori freschi e arrosto, patatine fritte e salse varie alla carota, al ketchup e allo yogurt. Poi tiramisù, gelato e capcakes di tutti i tipi!!! Valery era piacevolmente sorpresa... non aveva mai visto tanto cibo tutto insieme. A tavola c'era una ragazza castana, era bellissima. Aveva i capelli di un castano scuro, liscissimi e pettinati perfettamente con una taglio particolare: aveva un frangia che le copriva per metà l'occhio destro, davanti i capelli arrivavano sino a sfiorare le spalle e dietro invece erano cortissimi. I suoi occhi erano di un blu intenso, simili a quelli di Valery e la bocca a cuore piccolina e chiara. La corporatura era asciutta e abbastanza alta, l'Eletta notò che se non fosse per i capelli sembravano proprio sorelle. -Forza, che aspetti! Siediti e mangia- esclamò Betta riempendosi il piatto di pasta al ragù. -Volentieri... Ma c'è un sacco di roba, è troppo.- dissi quasi ridendo mentre mi sedevo vicino alla ragazza castana. Durante il pranzo Sasha si presentò: -Ciao Valery- mi porse la mano -Io so chi sei tu, ma la cosa non è reciproca immagino. Daniel ti ha parlato di me? -Emh... No...- balbettai. Il suo tono di voce era calmo e premuroso. Lei gli lanciò un'occhiataccia e riprese: -Bene, sono Sasha. Una delle Elette. Un'ondata di domande travolse la mente di Valery... Le Elette! Perché parla al plurale? Probabilmente le Elette sono 3 proprio come le cose nella stanza, ma perché? Cosa devono fare? Chi è la terza? Perché le Elette sono proprio lei e Sasha? La seconda Eletta continuò: -So che sei molto confusa, è normale. Anch'io lo ero fino a pochi mesi fa, ma tutto a suo tempo... Capirai! Ora mangia, ti serviranno energie. Il pranzo fu estremamente abbondante e dopo tutti tornarono su per le scale a chiocciola, Betta entrò nella sua stanza, invece gli altri entrano nella stanza di allenamento. Era una stanza simile ad una palestra: grandissima, ma che? Gigantesca! I muri erano tutti bianchi e c'erano migliaia di attrezzature, canestri, tappetoni e tappetini, muri da scalare, strumenti per i imparare i salti, insomma di tutto e di più. In confronto, la palestra di Menkar Bridge sembrava una noce andata a male. Sasha e Daniel iniziarono a saltare qua e la, a "combattere" con gli attrezzi, a scalare i muri appositi ed a lanciare pugni e calci su, giù, a destra e sinistra. Era stupefacente! -Forza! Che aspetti?- La voce di Daniel si muoveva e Valery non capiva esattamente dov'era. -Ma... Io non so fare assolutamente niente di tutto questo! -Appunto si chiama stanza di a-l-l-e-n-a-m-e-n-t-o- Sasha la tirava per un braccio -su prova! Valery si convinse e cominciò con i salti. Pensò che, avendo fatto 10 anni di danza, forse avrebbe evitato una figuraccia colossale. All'inizio era facile, ma poi mano a mano che si andava avanti bisognava saltare piattaforme, palle, muri spinati... Insomma, Valery se la stava facendo sotto! I suoi amici le fecero coraggio e lei provó: scoprì che in realtà era tutto di gomma. Rimase sconcertata. -Qui bisogna allenarsi, non farsi male. Quando non cadrai più sarai pronta a "farti male"- Sasha le porse la mano e l'aiutò ad alzarsi -Su! Continua! Valery ora era più tranquilla e cominciò a balzare da ogni parte cercando di impegnarsi. Ed ogni volta che cadeva... rideva come una pazza. Il tempo passava velocissimo: Betta entrò ed annunciò che la cena era quasi pronta. Tutti si sorpresero, si erano allenati tutto il pomeriggio! Sasha e Valery andarono in camera e si diedero una sciacquata veloce. Poi di corsa a cena!

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