L'amicizia tra un fantasma ed un essere umano

di CriminalFrancois
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** The guilt - La colpa ***
Capitolo 3: *** L'universo stellato e il mondo dei sogni ***
Capitolo 4: *** Una festa di Halloween e un incontro importante ***
Capitolo 5: *** The Enchanted Valley ***
Capitolo 6: *** Il passato ***
Capitolo 7: *** He will forever remain a dreamer ***
Capitolo 8: *** Una verità difficile da accettare ***
Capitolo 9: *** L'infinito ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mondragone era una cittadina che si trovava nella provincia di Caserta, un paese tranquillo come tanti altri, c’era il mare, la montagna ma a livelli di mentalità era un totale disastro. In questa cittadina, viveva Salvatore Vinaccia. Un ragazzino pieno di speranza perché il suo sogno era diventare uno scrittore: tutto questo però svanì per via di un incidente, fu un duro colpo per la famiglia e per il suo “migliore amico”, nonché suo fratello, Pasquale Pacifico. La loro amicizia iniziò durante il terzo anno di superiore, ma non subito, perché entrambi all'inizio non si erano nemmeno presentati. Infatti, a Salvatore non gli stava molto simpatico; anche perché essendo il solito ragazzo carino dagli occhi celesti, credeva che fosse uno che si credeva chissà chi. Tutto in realtà, iniziò il sette gennaio duemilatredici. Quando Pasquale iniziò ad inviargli messaggi sul cellulare con scritto “Totò, ma cosa abbiamo da fare domani?”. A Salvatore piaceva essere chiamato in quel modo, anche perché l’unico che lo chiamava così era Paride: un suo amico del passato che poi morì durante un incidente. Egli quando lesse quel messaggio, gli fece molto piacere anche perché nessuno lo chiamava più in quel modo. Gli scese una lacrima sul viso, perché si ricordò del passato e delle sue vecchie avventure e rimase davvero felice ricordarsi di cose che oramai aveva dimenticato; si sentì rinato nel passato, in effetti, parlare con lui tramite messaggio gli fece davvero piacere e sembrava una persona apposto e non quello che credeva lui. La mattina seguente a scuola, quando Salvatore entrò in classe: Pasquale fece un gesto che mai nessuno amico fece per lui, un abbraccio. Un qualche cosa di sincero stava per sbocciare, un’amicizia particolare ed era contento di questo gesto d’affetto che poi continuò a farlo per tutto l’anno. La loro amicizia cresceva giorno per giorno, fino a quando non arrivò l’estate. Pasquale iniziò a lavorare in una pizzeria, mentre Salvatore trovò lavoro come baby-sitter; egli rimase un po’ triste per il lavoro, ma nonostante ciò amava i bambini e quindi accettò l’incarico. Durante l’estate entrambi non si sentirono per niente. Salvatore lo pensava sempre ed ogni volta che usciva con i suoi amici, lo andava sempre a salutare ma il suo saluto era al quanto freddo e distaccato. Il ragazzo ci pianse molto sul fatto, mentre Pasquale non se ne importava niente e continuava per la sua strada; Salvatore non sapeva come doveva fare perché se lo chiamava per sapere come stava. Egli gli rifiutava sempre la chiamata e lo cercava in continuazione fino a quando non si arrese. Quando arrivò l’otto agosto, nonché compleanno di un’amica di classe, Salvatore pensò che forse lui non veniva essendo che stava lavorando molto in quel periodo; ma invece, lui venne. Ma chissà come mai, Pasquale non lo salutò e non lo degnò nemmeno di uno sguardo, come se non si conoscessero più. Il ragazzo se ne andò subito dopo dalla festa, perché non poteva più sopportare i comportamenti dell’amico dopo aver passato un intero inverno a studiare insieme: Salvatore lo aiutò in tutte le materie, lo fece recuperare e gli fece passare l’anno senza debiti. Pasquale lo ringraziò per averlo aiutato, ma il ragazzo gli rispose semplicemente: -Guarda, non ringraziarmi! A me basta la tua amicizia e per me è sufficiente..-. Aver detto quelle parole, Salvatore pensò che lui lo avesse capito ed invece, fu un’estate davvero silenziosa nei sui confronti. Era vero, Pasquale aveva la ragazza ma non era una giustificazione e Salvatore ci rimaneva sempre male ogni volta che gliela nominava: perché non sapeva mai cosa dire e lo bloccava sempre per lo stesso motivo. Ma Salvatore in poche parole, voleva rispondergli: -Sono fidanzato anch’io, ma questo non vuol dire che io non debba pensarti. Dopo tutto quello che abbiamo passato assieme, perché io devo dimenticarti?! Tu fai sempre finta di niente! E’ questo non è giusto nei miei confronti, ogni volta che parli non fai altro che lanciarmi frecciatine contro. Ma cosa ho fatto per meritarmi tutto questo da te? Dopo la scuola vengo dimenticato, non è così?-. Voleva risponderlo in quel modo, ma sapeva che a Pasquale non importava lo stesso un fico secco; era stato capace di ridurlo a piangere senza che lui se ne accorgesse. Quando Salvatore andò in ospedale, aveva provato a chiamarlo per avvisarlo ma non gli rispose al cellulare; quindi Salvatore fece bene ad arrendersi perché aveva capito che “era stato un amico” ma ormai, non lo era più. Si era dimenticato di tutto, del suo bene, dei suoi piaceri e il ragazzo non faceva altro che piangere su questa cosa. La sua ragazza lo appoggiava sempre, perché sapeva che Salvatore fosse una persona sensibile e dell’animo nobile. Aveva un cuore e una sensibilità che nessun ragazzo aveva sulla faccia della Terra, veniva ferito facilmente e gli altri nemmeno notavano il suo dolore; ma solo la sua ragazza lo poteva percepire. Quando seppe che doveva andare a farsi dei lavaggi all’ospedale, ci rimase male e non faceva altro che mettersi in un angolo, piangendo come un bambino. Il quale pianse, perché la madre non gli comprò il suo giocattolo preferito; quindi era ferito gravemente al cuore, una freccia di fuoco che gli aveva oltrepassato il petto: un dolore indescrivibile perché l’altro problema era anche la madre, la quale non faceva altro che lamentarsi con suo figlio ogni giorno e caricarlo di problemi di cui non voleva sentirne parlare. Nessuno riusciva a capire quello che stava passando Salvatore, non riusciva a riprendersi in nessun modo; tra un’amicizia distrutta, genitori assenti, problemi su problemi, ma la sua uni strada era: diventare uno scrittore. L’unica cosa positiva della sua vita erano il suo sogno e il suo amore, ma non erano sufficienti per renderlo felice; lui aveva bisogno anche di Pasquale, perché per lui era stato un amico davvero “speciale” ma lo aveva fatto del male, anche senza picchiarlo perché tra i due fu costruito un muro. Un muro che non aveva senso, perché il silenzio non risolveva i loro problemi; a Salvatore mancava tantissimo ma a lui non importava nulla, perché non si sentiva in colpa e ci era riuscito benissimo a farirlo costantemente. Salvatore cominciò a pensare che lui fosse una persona davvero egoista e senza cuore, ma non era giusto perché non aveva motivo di comportarsi in quel modo; non gli aveva fatto nulla Salvatore, ma si sentiva lo stesso in colpa perché era un silenzio senza motivo. Dopo l’estate, venne quel dannato giorno di settembre. Iniziò la scuola e tutto ritornò alla normalità, ma Salvatore era ansioso perché non voleva vedere nessuno e non se la sentiva soprattutto di rivedere Pasquale. No, non aveva il coraggio. Quando arrivò a scuola, voleva scappare via come un lottatore, il quale scappava dal suo nemico perché non voleva affrontarlo; egli quando li vide salutò tutti quanti, ma quando arrivò Pasquale lo abbracciò e lo salutò. Ma a Salvatore non faceva né caldo e né freddo, sentiva dentro solo un leggero fastidio; forse troppo dolore accumulato si era trasformato in freddezza. Non era da lui. All’uscita da scuola successe qualcosa, ma un qualcosa di brutto; ci fu una rissa tra due ragazzi molto violenta, Pasquale venne colpito con un pugno nello stomaco. Il ragazzo ad un certo punto, prese una pistola e voleva sparargli senza un motivo preciso. Salvatore fece un gesto eroico, si buttò verso il suo amico e venne sparato dritto al petto; egli guardò l’amico dicendogli: -Forse ci tengo ancora troppo a te, mi dispiace ma non volevo che morissi sotto ai miei occhi.-. Dopo quelle parole, Salvatore chiuse gli occhi e svenne sorridendo tra le braccia del suo amico. Pasquale lo guardò perplesso dicendo: -No, amico mio! Perdonami, ho sbagliato e pagherò per questo ma non lasciarmi ti prego!-. Urlò dispiaciuto. Il ragazzo cominciò a piangere mettendo la sua testa di fronte a quella dell’amico; era pentito, ma fu troppo tardi per pagare gli errori commessi. Dopo un po’, venne l’ambulanza e presero Salvatore tra le braccia del suo amico Pasquale, così, lo portarono in ospedale ed egli lo seguì perché non voleva abbandonarlo come aveva sempre fatto. Tutti i suoi familiari erano all’ospedale, compresi gli amici di classe e c’era anche Pasquale tra loro; Salvatore stava in sala operatoria ed era molto grave. Il dottore uscì con un’aria decisamente triste e fece un cenno con la testa, tutti capirono che: Salvatore non ce l’aveva fatta. Il ragazzo pieno di felicità non c’era più, colui che aveva aiutato tutta la classe a superare un anno; nessuno poteva crederci e rimasero tutti a bocca aperta. C’era chi piangeva, chi fissava il vuoto per non pensarci, perché era stato davvero un brutto colpo: Salvatore non c’era più e dovevano farsene una ragione. Pasquale si arrabbiò tantissimo e spaccò tutto quello che ostacolava i suoi passi; prese il suo I-phone e lo gettò dalla finestra perché non poteva credere a ciò che stava succedendo. Quando andò a casa, se ne andò direttamente nella sua stanza e non cenò nemmeno perché aveva appena perso il suo più caro amico. Si sdraiò sul letto e gli scese una lacrima sul suo dolce viso, il ragazzo stava pensando a tutti i momenti passati con Salvatore; perché gli dava sicurezza, felicità e lo caricava proprio come faceva un fratello. Durante la notte successe qualcosa, la lacrima di Pasquale si stava trasformando in un fantasma: era Salvatore. Egli lo vide e non poteva crederci nemmeno lui a ciò che stava succedendo, ma poi sentì una voce proferire: -Hai una missione da compiere ed è stargli accanto, sii suo fratello e solo tu potrai consolarlo. Dopo averlo reso una persona felice, volerai via verso il Paradiso Terrestre dove la tua anima riposerà in pace assieme alle altre. Io sono Dio e ti concedo questa missione, accetti?-. Salvatore rimase felice dopo quelle parole perché poteva stare un altro po’ di tempo con Pasquale. Egli gli rispose: -Si, accetto! Ti ringrazio di questa opportunità!-. Dopo quelle parole, la voce di Dio sparì. Salvatore fissò Pasquale mentre stava dormendo e pensò: -Anche se non ci sono più, la nostra amicizia perdurerà ancora un altro po’.-. Ad un certo punto, il ragazzo si svegliò e vide Salvatore dicendo: -Sto sognando?-. -No, sono qui per davvero!-. -No, ma tu sei morto! Come puoi essere qui?-. -Ho una missione che mi ha affidato Dio ed è renderti una persona speciale, solo tu potrai vedermi ma non sarà per sempre..- Pasquale lo guardò perplesso, perché non sapeva cosa dire e cominciò a guardarsi attorno come un pazzo; ma cosa stava succedendo? Sembrava tutto così surreale e finto: il suo amico era lì. Egli provò a toccarlo ma la sua mano non riusciva a toccare il suo corpo, ma Salvatore gli disse: -Non puoi toccarmi, sono un fantasma.-. -Mio Dio, non ci credo! S-sono felicissimo che tu sia qui e mi dispiace davvero tanto ma non ho parole..-. -Sta tranquillo, dopo averti reso una persona felice, io me ne andrò via.-. Pasquale lo guardò perplesso, perché non voleva che se ne andasse via e i due cominciarono a chiacchierare come fecero sempre; erano entrambi felici ed anche se Salvatore non c’era più fisicamente, Pasquale capì che egli non lo aveva mai abbandonato, nonostante il male che gli aveva creato dentro, lo voleva pur sempre bene. Quest’amicizia era talmente forte che nemmeno la morte poteva ostacolarla e così, cominciò l’avventura tra un fantasma ed un essere umano.

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Capitolo 2
*** The guilt - La colpa ***


Era un giorno di pioggia davvero spaventoso, Pasquale era andato a scuola e tornò tutto bagnato fradicio. Salvatore stava vicino al piano, suonava la sua melodia preferita: Per Elisa di Beethoven, perché gli regalava tanti ricordi di quando era in vita. L’amico lo osservò con attenzione, con quelle mani ondeggiava la note come se fossero di sua proprietà; essi erano soli in casa, perché la sorella di Pasquale era dal ragazzo, la mamma stava al lavoro e il padre sbrigava alcune faccende all’Estero. Le mani di Salvatore potevano a malapena toccare un oggetto, ma non poteva fare altro. -Totò, ma come fai a suonare così bene? Incanti qualsiasi persona con il tuo modo di suonare, mi stupisci!-. Disse il ragazzo bagnato fradicio dall’acqua che gli scorreva dal suo viso. -Beh, la musica era tutto per me! Ora invece, posso solo considerarmi un’anima che parla.-. Rispose triste Salvatore. -Oggi c’è il tuo funerale, non vorrei andarci perché tu sei qui!-. Aggiunse Pasquale con un sorriso, ma allo stesso tempo era triste. Il ragazzo non riusciva ad accettare la morte dell’amico, era un dolore troppo forte che gli rompeva il petto. Salvatore lo aveva salvato, perché non voleva che morisse e questo fu un gesto che Pasquale rimase come un sasso; non sapendo cosa fare, né come ringraziarlo perché non c’erano parole. Si passò un mano fra i suoi capelli bagnati, non sapendo come reagire e come parlare col suo amico. -So a cosa stai pensando, ma non farti una colpa. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre!-. Gli sorrise Salvatore. -Non dirmi questo, per favore! E’ tutta colpa mia, non dovevi salvarmi ed ora mi sento un perfetto idiota!-. Si urlò contro. -Ma non dire questo, non sei affatto idiota. Anzi, tu sei forte in queste circostanze e lo devi essere anche per me e poi, non mi hai perso per sempre e lo hai detto anche tu. Io sono qui!-. Gli disse per consolarlo. Pasquale si mise a piangere di nuovo, perché doveva stare lui al posto di suo e non accettava questa situazione. -Bravo, sfoga tutti i tuoi dolori e vedrai che dopo starai meglio.-. Gli propose. Dopo che smise di piangere. Salvatore cercò di tranquillizzarlo, perché non doveva fare questo e la sua missione era di renderlo una persona felice, e non triste come già stava facendo. Pasquale gli fece un sorriso, cominciando a capire un po’ la situazione; non aveva motivo di essere triste, perché Salvatore l’ha voluto salvare per sua volontà ed era anche contento di aver perso la vita per lui: gli voleva bene ed anche molto. In passato, Salvatore gli promise che lo proteggeva anche a costo della sua stessa vita; Pasquale non credeva a quelle parole, perché era impossibile ed invece era successo. Il ragazzo era davvero stupito a quelle parole, perché Salvatore lo aveva dimostrato per davvero: mentre lui non aveva fatto altro che fargli del male ed abbandonarlo come fanno i padroni cattivi con i loro cani. Si rese conto di aver sbagliato, capì che la loro amicizia era importante e non bisognava farla finita, anche perché Salvatore non voleva mettere la parola “FINE”. Pasquale era felice che lui era lì a consolarlo, lui voleva abbracciarlo ma non poteva, essendo un fantasma. Entrambi guardarono fuori la finestra, pioveva a dirotto; era una tempesta senza fine e tra acqua e vento: sembrava la bufera descritta nella Divina Commedia di Dante. Tra Paolo e Francesca, due anime innamorate; ma il loro amore finì presto per via del marito Gianciotto, che li uccise entrambi. L’amore era un sentimento molto importante per Pasquale, aveva un ragazza ma non c’era mai perché in inverno, la scuola li teneva separati, mentre in estate, era il suo lavoro. In casa, non era arrivato ancora nessuno; così, Pasquale decise di fare una doccia e mangiare qualcosa prima di iniziare a studiare. Salvatore decise di ammazzare il tempo volando in continuazione di stanza in stanza; Pasquale guardava divertito per come volava il suo amico, ma tutto d’un tratto, ci fu un grande fascio di luce: era Dio. -Ciao Pasquale, a quanto vedo ha funzionato. Riesci a vedere il tuo caro amico Salvatore..-. Accennò con una voce solida e seria. -T-tu sei Dio?-. Gridò Pasquale terrorizzato. -Stai calmo, non voglio farti del male. Anzi, sono qui per dirti che Salvatore ha un compito importante nei tuoi confronti: deve renderti felice al cento per cento, per toglierti definitivamente il peso dal cuore. Lui ti vuole un mondo di bene, e ho deciso di farvi godere un altro po’ quest’amicizia che è un legame che mi sta molto a cuore.-. Disse serio il nostro Dio. -Ah, ora capisco! Vuol dire che prima o poi Salvatore dovrà andarsene?-. Chiese il ragazzo rattristito. -Eh si Pasquale, dovrò andarmene perché in realtà, il mio posto non è questo ma nell’aldilà. Andare oltre ai confini delle stelle, per vivere sereno e felice, purché tu stia meglio. Ma non possiamo stare per sempre così, primo o poi dovrò andare via e tu dovrai accettarlo..-. Intervenne Salvatore abbassando lo sguardo. Pasquale sapeva benissimo che prima o poi doveva accettarlo; non doveva essere triste, anzi, egli doveva essere contento per quella opportunità perché capì che Salvatore non lo abbandonava anche se nonostante ciò, non ci fosse più stato e doveva farsi una ragione. -Pasquale, io ti voglio bene. Ma non puoi combattere su ciò che non potrai mai avere, non puoi farmi tornare in vita perché è scientificamente dimostrato: che un uomo non può tornare in vita dopo la morte!-. Continuò Salvatore. -Totò, non parlare difficile! Lo so, ho capito ma io voglio pensare ad adesso e non a quel giorno: sennò mi verrà già da soffrire!-. Rise divertito l’amico. -Va bene, penso che sia arrivato il momento che io me ne vada. Salvatore, mi raccomando: LA TUA MISSIONE E’ RENDERLO FELICE!-. Disse Dio prima di andarsene. Dopo di che, la luce scomparì subito. Pasquale rimase perplesso, perché non ci credeva che avesse parlato con Dio in persona: era una luce, una forte luce che illuminava tutta la stanza del ragazzo. -Certo che Dio che viene in certi momenti!-. Rise divertito Salvatore. -Eh già!-. Aggiunse Pasquale. Il ragazzo stava in accappatoio, perché si era appena fatto una doccia e invece Salvatore gironzolava per la casa come se niente fosse; era davvero una situazione bizzarra ed entrambi si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. Subito dopo, Pasquale attaccò con la matematica: materia tanto detestata dal ragazzo, perché non riusciva mai a combinare nulla di buono. -La professoressa di matematica non fa altro che assegnare, ma io non ho capito nulla! Secondo me queste dannate funzioni, mi manderanno dritto al debito!-. Si lamentò Pasquale come sempre. -Al terzo giorno di scuola, già ha spiegato una cosa nuova?-. Domandò Salvatore al quanto sorpreso. -Eh si.-. Concluse Pasquale. -Va bene, fammi vedere ciò che hai copiato durante la lezione. Vediamo se riesco a capire qualcosa..-. Disse Salvatore con la speranza di aiutarlo. A Salvatore piaceva aiutare Pasquale, perché quando stava in difficoltà; non faceva altro che spiegargli le cose che non riuscivano ad entrare nella testa del suo amico: soprattutto la matematica che non ne voleva sapere niente, era una battaglia senza fine. Invece per Salvatore, la matematica era un gioco da ragazzi; infatti, capì subito come risolvere gli esercizi assegnati dalla loro professoressa. Così, stettero per ben due ore perché Pasquale per farlo capire, ci volevano ore ed ore di ripetizione. -Totò, possiamo fare una pausa? Sono stufo di capire!-. Gli chiese perché non ce la faceva più. -E va bene, su questo punto di vista. Tu non cambierai mai! Sempre sfaticato sei!-. Gli urlò divertito Salvatore. -Mi conosci fin troppo bene, anzi, forse anche troppo! Sei il fratellino che volevo tanto!-. Concluse Pasquale. -E tu il fratellone che avevo sempre desiderato da tempo!-. Ripetè Salvatore. Salvatore e Pasquale non avevano la stessa età, perché il primo aveva sedici anni, mentre il secondo quasi diciotto; il quale è stato bocciato una sola volta, mentre Salvatore fece la primina a soli cinque anni. Quando fu il suo compleanno: Pasquale gli disse che non veniva, ma in realtà, gli fece uno scherzo e gli fece la sorpresa più bella della sua vita, un semplice abbraccio e un normalissimo regalo. A Salvatore piacevano le cose semplici e Pasquale lo sapeva benissimo, quindi se fosse stato per lui; poteva anche esagerare ma molto meglio così. Dopo aver finito di studiare, decisero di stendersi un po’ sul letto per riposare: perché il troppo studio stancava, era bello il sapere, ma fino a un certo punto perché la mente non riusciva a lavorare sempre. In effetti dopo quella stressante giornata di studio, spuntò un arcobaleno pieno di colori che si vedeva benissimo dalla finestra di Pasquale; dopo di che, si godettero un bel tramonto. La mattina seguente, Pasquale ringraziò felice l’amico perché andò a scuola fiero di se stesso una volta tanto. Infatti quando tornò, portò a casa un bel sette in matematica, anche la madre rimase fiera di suo figlio e ringraziò subito Salvatore: che nella stanza non c’era e Pasquale credeva che già se ne fosse andato, ma spuntò nel nulla. -Ciao Pasquale, com’è andata stamattina?-. Disse spaventando l’amico. -Totò, ma dove eri finito? Credevo già te ne fossi andato via!-. Gli strillò Pasquale a bassa voce per non farsi sentire dalla madre. -Ah no, ma non ti preoccupare! Ci vorrà tempo..-. Gli sorrise. -Lo spero, comunque è andata bene. Ho preso sette a matematica!-. Gli urlò di gioia il ragazzo. Entrambi rimasero felici della notizia, ma quando si trattava di dirsi addio: non ne avevano voglia di parlare. Salvatore era un fantasma al momento, poteva vederlo e parlargli solo Pasquale, ma entrambi erano consapevoli che primo o poi, tutto era destinato a finire…

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Capitolo 3
*** L'universo stellato e il mondo dei sogni ***


Pasquale mentre era a scuola, Salvatore andava in giro per il mondo perché voleva vedere altre meraviglie della Terra che lui non poté vedere mentre era in vita: al ragazzo piaceva molto esplorare nuovi luoghi, ma per via delle difficoltà economiche della famiglia, il ragazzo non riuscì a fare nessun viaggio oltre l’Italia. Infatti in passato, Salvatore si sfogava sempre per Pasquale per via di questo problema, ed anche perché le difficoltà economiche della sua famiglia aumentavano sempre di più; il padre di Salvatore non lavorava perché perse il lavoro tempo fa, essendo che l’Italia stava in crisi, nessuno lo accettava anche perché era troppo anziano. Salvatore era un ragazzo con molti problemi e nessuno lo riusciva a capire, a parte Pasquale, che era l’unico che gli dava la forza di andare avanti. Anche se dopo l’estate, non riuscì più a sopportare tutti i problemi. Salvatore, quello che guadagnava al lavoro lo dava alla mamma, ma lui lo faceva per renderla felice e per non farla piangere in continuazione come faceva sempre; il ragazzo era consapevole di ciò che stava passando la famiglia e l’unica soluzione era contribuire alle spese. In quel momento, si trovava in Cina, il paese che voleva visitare da tempo; era il suo sogno visitarlo, anche se voleva farlo da vivo. Stava passeggiando lungo la muraglia cinese, pensando a tutto ciò che scrisse in passato e poco dopo, il ragazzo si guardò attorno perché gli sembrava molto strano che nessuno lo potesse vedere. Si sentiva escluso dal mondo e pianse, anche perché Salvatore voleva realizzare il suo sogno; ma allo stesso tempo sorrise, perché aveva salvato la persona più cara pur dovendo abbandonare la sua vita: essa non era nulla di speciale, a parte per l’amore. Gilda Lavino, la sua ragazza, faceva di tutto per farlo ridere, scherzare ed andare avanti con la vita; ma senza alcun successo, perché quell’amicizia lo aveva davvero distrutto del tutto. I came in like a wrecking ball I never hit so hard in love All I wanted was to break your walls All you ever did was wreck me Yeah, you wreck me. Salvatore sapeva benissimo quelle parole della canzone di Miley Cyrus che gli rimbombavano per la testa, egli voleva solo rompere i muri del suo amico: Pasquale non gli diede questa possibilità, perché lo aveva distrutto come se fosse vetro soffiato. Si, lo aveva distrutto per davvero. Pensando a quei momenti, Salvatore non riusciva a non starci male; sono stati dolori veramente molto forti, che ormai erano difficili da cancellare dalla memoria. Poco dopo, il ragazzo tornò a casa un po’ triste e aspettò Pasquale, il quale rientrò subito dopo il suo arrivo. -Totò, che posto hai visitato oggi?-. Gli domandò Pasquale sorridente. -Ah, niente di che! Ho visitato la Cina, tanto per fare qualcosa.-. Gli rispose semplicemente irritato. In quel momento, Salvatore non aveva molta voglia di parlare con l’amico; anche perché si era ricordato del passato e tutti i suoi dolori si erano mutati in odio profondo. Ma il ragazzo non odiava Pasquale, ma odiava i suoi ricordi: essi gli trasmettevano tristezza e rabbia che non avevano limiti, nessuno era capace di fargli dimenticare tutti quei momenti. Forse una soluzione c’era, quindi Salvatore decise di fargli un regalo per fargli capire alcune cose che lui aveva provato durante la sua assenza. Aveva deciso di fargli vedere una cosa molto importante. -Pasquale, mi fai un favore?-. Gli chiese Salvatore all’amico. -Tutto quello che vuoi!-. Urlò felice il ragazzo. -Chiudi gli occhi e fa finta di prendermi le mani! E vedrai che sarà un qualcosa di meraviglioso!-. Gli propose l’amico fantasma. Essi volarono oltre la Terra, ma fu un qualcosa che nessuno essere umano era riuscito a provare. Fu un viaggio, ma non uno qualsiasi, era un esperimento che nessuno aveva mai provato; Salvatore con la sua magia che gli donò Dio, era capace di farla sentire anche a Pasquale: l’amico fantasma lo fece per renderlo felice e per fargli capire quanto teneva alla sua felicità. -Amico mio, adesso puoi aprire gli occhi e guarda dove ci troviamo!-. Gli disse al termine del breve viaggio. -Wow, ma dove siamo?-. Domandò curioso Pasquale. -Volevi vedere l’universo stellato? Beh, ti ci ho portato con la mia magia!-. Aggiunse felice Salvatore. -Ti sei ricordato di ciò che volevo vedere? Come hai fatto? Mi stupisci ogni giorno sempre di più! Mi dispiace molto, che io non possa fare mai niente per te e ti ho regalato soltanto dolore. I-io non merito tutto questo bene che mi dai, non posso davvero accettarlo perché non sono mai stato in grado di fare nulla per te. S-sono stato davvero uno stupido!-. Balbettò il ragazzo. -No, tu non sei stato affatto uno stupido. E lo sai perché? Certo, molte volte mi sentivo invisibile nei tuoi confronti, anche perché non mi consideravi mai. A malapena ti rendevi conto della mia esistenza, ho sofferto tanto per questo tuo comportamento e non sono riuscito ad accettarlo. Ho rischiato la vita, ma penso che ti sei chiesto il perché? Io l’ho fatto perché tu hai ancora tanto da dare, tu devi essere felice mentre io non lo sono mai stato. Non mi piaceva il mio modo di vivere e così, ho preferito mandare la mia vita a farsi fottere. Ma tu mi avevi ignorato completamente, ti eri dimenticato di me! Ho passato un’estate grigia invece che colorata, mi sono sentito un essere inutile senza speranza; in effetti, non avevo più una ragione per vivere e per andare avanti. Odio la mia sensibilità, perché ogni cosa bella nella mia vita era destinata a finire. La felicità non esisteva più per me, ma l’amore non era sufficiente per andare avanti ed ho preferito morire io al tuo posto, invece che tu! Pasquale, tu hai ancora molta strada da fare, mentre io ho fatto abbastanza e potevo davvero mettere la parola “FINE” perché continuare sarebbe stato davvero un grande errore per me. Ora, il mio obbiettivo è questo: RENDERTI FELICE!-. Disse il ragazzo tutto d’un fiato. Salvatore era addolorato per aver ricordato del passato, non riusciva a trovarsi pace, ma quello sfogo era ciò che ci voleva. Il ragazzo aveva portato Pasquale nell’universo stellato, anche perché un giorno i ragazzi parlarono di astronomia e l’amico del fantasma gli chiese cosa c’era oltre l’universo del Sistema Solare; Salvatore non ne aveva idea, ma ora che l’aveva saputo, decise di portare l’amico per fargli vedere l’universo che era circondato da stelle, comete e pianeti sconosciuti. -Non so cosa dire, per colpa mia hai dovuto perdere la vita e non dovevi farlo!-. Gli rispose Pasquale. -Ora è troppo tardi, mi dispiace. Ma sono felice di averlo fatto, perché mi sento di aver fatto la cosa giusta. Io ci posso anche soffrire, ma non fa niente. Dopo quest’avventura, che non so per quanto ancora durerà quindi cerchiamo di godercela finché possiamo: quando sarà il momento, io ti aspetterò ricordatelo!-. Aggiunse Salvatore subito dopo. -Non so cosa dire, ti voglio troppo bene amico!-. Disse con un sorriso Pasquale. -Anch’io, ma ora godiamoci questo momento! Ed esploriamo questo universo stellato di cui parlammo tempo fa!-. Propose felice il fantasma. I loro corpi volavano in quell’universo tutto da esplorare. Era davvero divertente nuotare nello spazio, entrambi decisero di ammazzare il tempo vedendo le stelle; il Sole era lontano anni luce dalla loro vista, ma c’erano altre stelle molto più belle della nostro Sole. C’erano stelle che splendevano molto più della nostra stella; ma durante il viaggio, i ragazzi trovarono una porta: essa era la porta dei sogni. Pasquale aprì quella porta, perché era troppo curioso di vedere cosa c’era dietro. -No Pasquale, aspettami! Non essere ingenuo!-. Gli urlò Salvatore preoccupato. Salvatore non sapeva cosa ci fosse dietro quella porta, ma fu troppo tardi. Quando Pasquale aprì del tutto la porta, entrambi videro un mondo meraviglioso in cui quello della Terra non era niente a confronto: esso era il mondo dei sogni. Nessuno mai era riuscito ad entrarci, ma grazie ai poteri che Dio aveva dato a Salvatore; essa in realtà, si era formata per via del potere dell’amicizia tra Salvatore e Pasquale. -Wow, che meraviglia di mondo!-. Disse al quanto sorpreso Pasquale. Gli occhi azzurri del ragazzo si illuminarono, perché davanti avevano un mondo estremamente fantastico; era impossibile, Pasquale non riusciva a crederci a ciò che aveva davanti a suoi occhi: mai nessuno era riuscito a capire come fosse fatto il mondo dei sogni, ma era un qualche cosa di veramente bello. Da lontano si vedeva un cavallo bianco sdraiato a Terra che fissava un castello, ma era davvero spettacolare ciò che vedevano i loro occhi; era un qualche cosa di indescrivibile, ma tutto d’un tratto, il cavallo si avvicinò a loro. -Cosa ci fate qui? E come avete fatto ad arrivarci? In questo mondo, mai nessuno ci era arrivato, questa è la prima volta che qualcuno ci mette piede!-. Disse sorpreso il cavallo. -C-cosa, t-tu parli?-. Domandò sbalordito Pasquale. -Questo è il mondo dei sogni, qui tutti gli animali parlano e in questo posto troverete le meraviglie delle meraviglie!-. Rispose il cavallo bianco. -Wow, davvero impressionante! Avevo sempre desiderato vedere il mondo dei sogni!-. Aggiunse poco dopo Salvatore. -Se volete, vi farò vedere tutte le meraviglie di questo mondo. Saltate su dai!-. Propose l’animale offrendosi come loro accompagnatore. I ragazzi accettarono e videro cose che mai nessuno poteva vedere, cose che mai nessuno poteva immaginare, o addirittura sognare. Dopo aver passato un po’ di tempo in quel posto, Pasquale e Salvatore decisero di tornare a casa, anche perché erano molto stanchi; ma anche perché Pasquale doveva studiare e passarono un momento indimenticabile: ma quando arrivarono a casa, si accorsero che passarono soltanto dieci minuti. -Ma come? Siamo stati soltanto dieci minuti?-. Rimase sorpreso Pasquale guardando l’orologio. -Si vede che quando siamo in viaggio con la magia, il tempo passa lentamente sulla Terra ma comunque mi toglie un sacco di energie! Meglio che riposi un po’!-. Rispose Salvatore. -Perché i fantasmi riposano?-. Chiese l’amico del fantasma. -Beh, anch’io ho diritto di riposare. Cosa credi? Ho esaurito tutte le mie energie!-. Gli disse il fantasma. -Va bene, allora mentre tu riposi. Io studierò inglese, comunque volevo ringraziarti del momento passato insieme a te! Sei un vero amico e non ti dimenticherò mai per ciò che hai fatto e che fai per me anche dopo essere passato a miglior vita. Non posso fare altro che dirti GRAZIE!-. Gli strillò Pasquale dalla felicità. Salvatore sorrise alle sue parole, anzi, ne rimase davvero fiero perché capì che l’amico stava cominciando ad essere felice per davvero; ma forse il momento della separazione sarà davvero un colpo per entrambi, anche se poi saranno costretti ad accettarlo. Dio vide tutti i momenti che stavano passando i due amici e ne rimase davvero fiero del gesto che aveva fatto Salvatore per Pasquale. -Questa si che si chiama amicizia! Anche se il mondo peggiora di giorno in giorno, questi due mi riempiono le giornate di gioia. Ho fatto bene a dare questa possibilità ad entrambi e spero che se la godano al massimo!-. Disse il Signore del Paradiso Terrestre. Quel giorno prima o poi arriverà, ma era meglio non pensarci; anche se questa sarà la loro ultima chance: Pasquale e Salvatore se la dovevano prendere alla leggera e godersi ogni singolo momento assieme, senza troppa sofferenza perché già ce ne fu abbastanza.

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Capitolo 4
*** Una festa di Halloween e un incontro importante ***


Era il trentuno di ottobre ed era Halloween. Pasquale aspettava quel giorno da quando iniziò la scuola, perché doveva uscire Debora, la sua ragazza, la quale poi si tirò indietro perché decise di passare una giornata con le amiche al posto del suo ragazzo: Pasquale rimase talmente male dal comportamento della ragazza, il quale si rattristò e si chiuse in camera. Salvatore lo vide e non gli piaceva quando l’amico stava giù di morale, il fantasma voleva fare qualcosa; ma decise di lasciarlo da solo a riflettere, anche perché non voleva intromettersi tra loro due e mentre se ne stava andando, Pasquale lo fermò. -No, non te ne andare! Non abbandonarmi anche tu, già lo sta facendo la persona che amo, non lo fare anche tu, per favore…-. Gli supplicò l’amico al fantasma. -Ehm non ti sto abbandonando, ma ti volevo lasciare da solo a riflettere, tutto qua.-. Rispose Salvatore. -No, non andare. Voglio che resti qui!-. Concluse Pasquale. Salvatore, invece, non voleva restare per niente perché lo voleva far riflettere da solo: in passato, Pasquale evitava sempre l’argomento della sua ragazza con lui ed ora perché doveva restare? Per lui non aveva davvero senso, quindi preferiva andarsene e poi per ogni cosa che dovevano fare assieme, non la potevano fare per via di Debora: era una ragazza dal carattere freddo e distaccato, non era per niente allegra e solare, Salvatore non capiva che tipo di ragazza aveva scelto l’amico e come poteva essere felice con lei? Mentre Gilda, la ragazza del fantasma, era allegra e solare e trasmetteva tanta felicità; a Salvatore gli venne in mente la sua ragazza, che in quel momento sicuramente starà soffrendo per via della sua morte e si sentì un po’ in colpa per questo. Ma poi, guardò l’amico che stava piangendo come una fontana vicino alla finestra, a Salvatore non piaceva vederlo in quelle condizioni e così, decise di portarlo in un mondo completamente diverso. -Pasquale, ora basta piangere! Il pianto non risolve mica le cose? Sai quante volte ho pianto per la nostra amicizia? Ma è servito a qualcosa? No, non è servito a nulla! Perché tu non c’eri mai e non facevi altro che mentirmi per le tue banali scuse, ed ora se non ti decidi ad alzarti e venire con me, giuro che me ne vado e non ritornerò mai più!-. Gli strillò serio il fantasma. -Va bene, hai ragione e ti chiedo scusa. Ora, posso chiederti un favore grande grande?-. Domandò Pasquale al suo amico fantasma. -Certo, tutto quello che vuoi, l’importante è che non ti veda più piangere perché resto male anch’io!-. Rispose il fantasma. -Vogliamo fare un’altra avventura con la tua magia? Voglio distrarmi un po’ e vorrei tanto visitare un altro mondo. Puoi farlo?-. Gli chiese con imbarazzo. -Certo che posso! Ma che domande!-. Rise Salvatore. Essendo Halloween, il fantasma decise di portare l’amico in un mondo oscuro, dove non regnava la luce; Salvatore era già stato in quel posto e conobbe nuovi amici, anche se erano al quanto brutti, ma molto simpatici: era un mondo popolato da zombie, fantasmi, vampiri, streghe e tanti altri mostri. Pasquale, quando aprì gli occhi, rimase spaventato nel vedere tutti quegli esseri e non la prese di certo bene; l’amico fantasma si divertì nel vedere l’amico così spaventato. -C-cosa sono quei mostri? Per favore, ho paura! Potami via di qui!!-. Supplicò disperato Pasquale. -Eh no, nella vita reale sei sempre così coraggioso e cerca di esserlo anche qui, per lo più è Halloween. Potevo mica portarti in un posto incantato, non ti pare? E poi non ti faranno nulla, perché sono tutti miei amici ed hanno un animo buono!-. Concluse serio Salvatore. -Ciao Salvatore, questo è quel tuo amico di cui ci avevi tanto parlato?-. Chiese uno zombie. -Si, è proprio lui e si chiama Pasquale!-. Disse Salvatore, presentandolo a tutto il branco. -Piacere di conoscerti, Pasquale…-. Dissero tutti in coro. -Aiuto! Vi prego, non mi mangiate, vi supplico!-. Balbettò l’amico del fantasma. -Scusatelo, è ancora un po’ sotto shock!-. Rise Salvatore a quelle battute. Tutti capirono che Pasquale aveva paura dei mostri ed averli sotto ai suoi occhi, gli faceva uno strano effetto, ma Salvatore lo fece di proposito: perché doveva imparare la lezione di tutte le sue sofferenze, pagandole spaventandolo, ma non in senso cattivo; al contrario, il fantasma voleva divertirsi un po’, ma tutto il branco dei mostri formati da streghe, fantasmi, eccetera… Cercarono di tranquillizzare Pasquale, il quale poi capì che Salvatore aveva ragione, essi avevano un animo buono e poco dopo, gli fecero vedere la città oscura che non era affatto male. Anzi, era davvero molto buffa e sotto sotto, era anche carina; in men che non si dica, Pasquale fece amicizia con tutti, Salvatore fu molto contento di averlo distratto un po’. In poche parole, il fantasma voleva fargli capire che se l’amore ti abbandonava, c’era l’amicizia a farti distrarre da tutta la sofferenza. Egli vide un Pasquale felice ed allegro e non poteva fare altro che fargli piacere vedere l’amico che si divertiva così tanto, anche i mostri lo trovavano simpatico; infatti, stavano passando la festa di Halloween più bella della loro vita. -Pasquale, penso sia arrivata l’ora di andare a casa, perché le energie non penso che perdureranno per molto! Ma ti prometto che ritorneremo dai nostri amici, va bene?-. Disse Salvatore. -Già è ora di partire?-. Annuì triste Pasquale. -Eh già, ma non ti preoccupare che li rivedrai presto, promesso!-. Lo incoraggiò il fantasma. Essi dovevano andare via, altrimenti rimarrebbero bloccati in quel mondo per sempre e quindi non potevano rimanere a lungo; tutti i mostri tra cui uno zombie rimasero davvero soddisfatti di aver conosciuto l’amico di Salvatore, perché egli raccontò a loro la storia tra lui e Pasquale, e rimasero davvero tristi dall’accaduto: fu una storia toccante e triste, anche loro avevano dei sentimenti e capivano benissimo il dolore che si provava per una perdita, Salvatore non faceva altro che pensare a quando era in vita. Al ragazzo gli mancava molto la sua ragazza, ma cercò di non pensarci sennò si faceva soltanto del male. Quando arrivarono a casa, ci fu una grande sorpresa. -Ciao amore mio!-. Si sentì urlare con felicità. Era la ragazza di Pasquale, a quanto pare, gli aveva fatto soltanto uno scherzo; eravamo ad Halloween quindi quest’ultimo doveva essere consapevole che era tutto uno scherzo, anche se di cattivo gusto perché Pasquale aveva pianto molto. -Debora, credevo volesse lasciarmi!-. Le sgridò Pasquale. -Ma dai amore, ma chi ti dice queste sciocchezze?!-. Gli rispose la ragazza. Salvatore guardò la scena al quanto divertito, ma decise comunque di andarsene salutando l’amico. Il fantasma ad un certo punto, andò dalla sua ragazza, la quale stava sul letto e stringeva con sé un cuscino. -Dove sei, amore mio?-. Balbettò la ragazza dal pianto. Salvatore non voleva vedere quella scena, perché lo rendeva triste e non gli faceva piacere vedere la sua ragazza piangere in quel modo. Dio vide la scena del ragazzo e lo contattò. -Ciao Salvatore, sono rimasto molto ferito nel vedere la scena tra te e la tua amata Gilda, per cui vi regalerò dieci minuti di felicità!-. Disse il Signore, mentre procedeva con la sua luce abbagliante. -C-cos’è questa luce?!-. Urlò Gilda spaventata. -Amore, sono qui! Mi vedi?-. Strillò dalla felicità Salvatore. -Oh amore, ma sei proprio tu?-. Chiese Gilda stupita. La ragazza corse felice tra le braccia del suo ragazzo, ma non poteva toccarlo essendo un fantasma; entrambi si diedero un bacio, anche se le loro labbra si toccavano come se fosse un finto bacio e fu un momento romantico ed era ciò che voleva Salvatore: rivedere la sua ragazza, la quale fu la gioia più grande durante la sua breve vita; era quelle stella che gli illuminava il cuore di felicità e voglia di vivere, lei era la ragione per cui lui viveva per davvero. Ma tutto questo non poté continuare, per via di quell’incidente, ma Salvatore aveva un animo buono e nessuno era come lui in quel paese; egli aiutava tutti, faceva di tutto per rendere felice qualcuno e come infatti, fu capace anche di rischiare la vita, cosa che fece con il suo amico Pasquale. Adesso era diventato un fantasma, ma fu felice per questo ed ora lo era ancora di più perché aveva passato un po’ di tempo con la sua amata baciandola sempre più passionalmente; voleva toccarla, accarezzarla, abbracciarla come un vero uomo dovrebbe fare per la propria donna, cosa che non fu possibile perché Salvatore non era più in vita. -Amore, ti aspetterò quando sarà il momento e non dimenticare mai la nostra storia! Perché sarai sempre nei miei pensieri per l’eternità, ora cerca di andare avanti, trova qualcuno che ti meriti davvero e che ti renda felice. Forma una famiglia e pensa al nostro amore, sii forte perché so che ce la potrai fare e procedi con la tua vita! Ti amo amore mio, non dimenticherò mai ciò che hai fatto per me. Addio!-. Disse Salvatore prima di scomparire del tutto. -Oh amore, non ti dimenticherò, sei stato importante per me! Un giorno, ti raggiungerò e saremo felici per l’eternità!-. Balbettò la ragazza dal pianto. Tutto ad un tratto, Salvatore sparì nel nulla. Poco dopo, Gilda si affacciò alla finestra ed aveva una lacrima che le scendeva lungo il suo dolce viso; il fantasma decise di non voltarsi più durante il suo volo, sennò stava male al solo pensiero di doverla abbandonare così su due piedi, ma ciò che gli concesse Dio fu davvero prezioso. Salvatore guardò in alto, c’era un bel cielo stellato e ringraziò il Signore del Paradiso Terrestre. -Grazie per tutto quello che state facendo per me, mi rendete felice giorno per giorno, mi avete dato una possibilità che vale più dell’oro e siete una persona fantastica mio Signore. Ed io non posso fare altro che dirvi GRAZIE!-. Pensò Salvatore mentre volava alto nel cielo. Il ragazzo non andò a casa di Pasquale, perché stava con la sua ragazza, così, decise di andare a visitare la città di New York: quella città, voleva visitarla con Gilda dopo i diciotto anni, ma non ci fu la possibilità per via della morte di Salvatore. Ma prima o poi dovrà abbandonare anche Pasquale, che sarà sicuramente un dolore indescrivibile ed incancellabile!

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Capitolo 5
*** The Enchanted Valley ***


Le feste di Natale si stavano avvicinando, Salvatore girava in negozio in negozio per vedere i bei colori che trasmettevano in quel periodo. Era una bellissima giornata, il Sole brillava alto nel cielo e il fantasma volava in una velocità inaudita; era felice e spensierato come un bambino, mentre Pasquale era a scuola, Salvatore pensava a cosa potesse piacere all’amico in carne ed ossa perché voleva fargli un regalo per Natale. Faceva molto freddo quel giorno di dicembre. Era l’ultimo giorno di scuola per Pasquale e Salvatore era molto contento a questa notizia, perché decise di portarlo alla valle incantata, voleva fargli questo piccolo pensiero con la sua magia: perché il regalo era solo un oggetto, mentre il ricordo restava per sempre nel cuore, un ricordo incancellabile. La valle incantata era un posto incredibile, anzi, a dir poco meraviglioso. C’erano fate, folletti; era un mondo completamente diverso e pieno di magie e decise di fargli questo regalo, anche perché con la magia del fantasma; i due amici vivevano avventure a dir poco straordinarie. Dopo che Salvatore decise cosa fare, andò a casa di Pasquale per verificare se era arrivato da scuola. -Dov’eri? Ma stai sempre in giro dico io!-. Disse Pasquale, mentre l’amico fantasma apparì dal nulla. -Eh eh, posso mica rimanere bloccato qui?-. Rise mettendosi una mano dietro la testa. -Sono nervoso oggi, ho preso quattro in economia aziendale!-. Continuò il ragazzo rattristito. -Oddio, e tu ti abbatti per questo. Ma stai scherzando? Che sarà mai? Hai tutto il tempo per recuperare!-. Gli strillò divertito Salvatore. -Eh si, forse hai ragione! Da gennaio, mi impegnerò sul serio e passerò l’anno con un successo!-. Aggiunse con felicità Pasquale. -Bravo, così ti voglio!-. Disse con un sorriso l’amico fantasma. -Se c’eri tu qui, secondo me avrei preso qualche sufficienze e non un quattro!-. Ribatté di nuovo. -Basta con questi sbalzi d’umore, ma cosa ti succede oggi?-. Gli chiese. -Scusami, oggi ci sono i colloqui tra genitori e insegnati, e sento che non andranno bene!-. Rispose. Salvatore voleva poter fare qualcosa, ma cosa poteva mai fare? Era un fantasma e non poteva mica andare dai professori e dire: “Ehi, cercate di parlare bene di Pasquale!”. No, non poteva farlo e poi penseranno che a un fenomeno sovrannaturale; quindi di certo non era una buona idea, ma poteva almeno portarlo in un posto: alla valla incantata. All’improvviso, al fantasma gli venne in mente un ricordo del passato tra lui e Pasquale. Ricordava quando la professoressa d’inglese mise due a Pasquale, senza averlo ascoltato! E così, Salvatore accecato dalla rabbia, decise di parlare seriamente con la Prof; dicendole che lui aveva studiato e si era impegnato al massimo, quindi mettergli due era un qualche cosa di illegale. Poco dopo, la professoressa lo riascoltò con attenzione e si accorse che Salvatore aveva ragione e Pasquale quel giorno scoppiò di felicità, ringraziando di continuo il suo amico. Il fantasma gli prese le mani e lo trascinò in quel mondo incantato. -Dove mi stai portando?-. Gli domandò Pasquale. -Chiudi gli occhi, andiamo in un posto dove mai nessun essere umano ha messo piedi, tu sarai il primo a vederlo!-. Rispose Salvatore con un sorriso. Vennero trascinati dalla magia, sbucando in un mondo dove gli uccellini cinguettavano felici, fate che giravano in fiore in fiore; c’erano anche gli animali storici tra cui, i dinosauri. Pasquale rimase molto affascinato da quel mondo dai mille colori; era un Paradiso in cui nessuno poteva essere disturbato, la natura viveva tranquilla e nessun essere umano poteva disturbare quella quiete. Il ragazzo fu molto felice, perché da piccolo aveva sempre desiderato un mondo così verde: al ragazzo piaceva molto, anche perché i dinosauri li amava tanto da bambino; ma con tempo, quella bambina smise di crederci perché capì che furono estinti. -Ho sempre desiderato un mondo così verde e naturale, sulla Terra è tutto grigio e nero, mentre qui è tutto colorato e ti ringrazio di avermi portati qui. Anche perché da bambino, ho sempre voluto vedere i dinosauri da vicino e tu mi hai concesso quest’opportunità e devo essere sincero, ho quasi diciotto anni e sono felice come un bambino. Mi sorprendi ogni giorno di più, non ho parole. Grazie!-. Dissi tutto d’un fiato l’amico del fantasma. Salvatore fu molto felice da quelle parole, così, gli sorrise e gli mostrò quel mondo tutto da esplorare. -Benvenuto alla valle incantato, mio caro amico Pasquale. Spero che questa nuova avventura, te la ricorderai per sempre! Anche perché per me è molto importante che tu sia felice, ma penso che ci stia riuscendo, così quando me ne andrò sarò felice di avverti accontentato del tuo desiderio da bambino. E spero tanto, di poter fare altro durante il nostro lungo cammino!-. Gli rispose il fantasma, prima di proseguire per il viaggio. Pasquale volle abbracciarlo dalla felicità, ma ci provò comunque; anche perché se lo meritava, il ragazzo non pensava che Salvatore fosse così sensibile fino a questo punto, ma fu molto contento per le parole dette dell’amico e così proseguirono per il loro nuova avventura. Quel mondo brillava dalla felicità, la natura era un qualche cosa di spettacolare e viveva un'armonia dolce e spensierata. All’improvviso, si avvicinò un Brontosauro. -Chi siete? Non abbiamo mai visto esseri così strani in questo mondo!-. Disse a loro quella specie di Dinosauro. -Veniamo dalla Terra e siamo venuti in questo mondo per esplorarlo, perché emette dei colori davvero straordinari e sono molto affascinato e stupito da tutto ciò, e non posso fare altro che dire WOW!-. Rispose Salvatore. -Noi qui siamo felici, non abbiamo problemi perché mangiamo e viviamo ciò che ci dà la natura! Così come stiamo bene noi, lo sono anche i nostri piccoli figli!-. Continuò l’animale estinto sulla pianeta Terra. Pasquale guardò curioso i cuccioli di Brontosauro, i quali guardavano il ragazzo con aria al quanto divertita; volevano giocare con lui, così, Pasquale scese dalla roccia velocemente e si mise a giocare con loro: fu un momento davvero emozionante, Salvatore aveva realizzato il suo sogno di quando l’amico era bambino e rimase molto felice della sua felicità. Inoltre, era questo il suo obiettivo e stava giocando con loro proprio quando aveva la tenera età di sei anni. Ma da bambino, a chi non piacevano tra l’altro? Vedere quegli animali estinti, era il desiderio di qualsiasi bambino; nessun essere umano li aveva mai visti. -Ti stai divertendo, eh?-. Chiese curioso Salvatore. -Si si, sono davvero straordinari. Questo si, che è un mondo perfetto e allegro come ho sempre desiderato! Dicevano che in passato, erano animali molto violenti ma invece sono molto dolci e carini!-. Rispose felice Pasquale. La mamma dei piccoli, guardava quel ragazzo con tantissima stima e le faceva piacere che qualcuno giocasse con i suoi cuccioli; Salvatore guardava l’amico e gli mancava il suo sorriso, ma purtroppo, era ora di andare via. -Pasquale, penso che sia arrivata l’ora di andare!-. Disse l’amico fantasma. -Mi dispiace piccoli, ma ora devo andare via. Tornerò a trovarvi!-. Aggiunse Pasquale prima di andare via. -Tornate a trovarci!-. Urlò la madre dei piccoli. Entrambi si presero per mano e salutarono l’allegra famigliola, per poi volare via in un batter d’occhio: subito dopo, si ritrovarono nella stanza di Pasquale. Si guardarono entrambi negli occhi e scoppiarono a ridere. -Abbiamo passato davvero una bella giornata!-. Disse Pasquale. -Eh già!-. Rispose Salvatore. -Dobbiamo ritornarci, perché è stato un posto davvero spettacolare!-. Continuò poco dopo l’amico del fantasma. -Non ti preoccupare, ci ritorneremo!-. Rise felice il fantasma. Poco dopo, entrambi i ragazzi si sdraiarono sul letto e pensarono a tutta la giornata che passarono assieme, anche se Salvatore svolazzava per tutta la stanza!

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Capitolo 6
*** Il passato ***


Era il quattordici gennaio del 2014 ed era il compleanno di Pasquale. Salvatore era un po’ in crisi perché non sapeva cosa regalargli; anzi, più che altro voleva portarlo in posto tutto magico e colorato ma non sempre le solite cose perché aveva pensato una cosa ben diversa dai soliti mondi. Mentre Salvatore pensava, gli venne in mente che Pasquale al suo compleanno non venne e lui rimase ferito per questa frecciatina: aveva preferito andarsene a lavorare invece che passare il compleanno con lui, per Salvatore fu un duro colpo perché il ragazzo fantasma man mano a quei tempi, aveva capito che l’amico lo stava abbandonando. Infatti così fu, un’estate triste e dolorosa, nessuno riusciva a capire Salvatore e nemmeno la sua ragazza era tanto di aiuto per lui e quindi cadde in una profondissima depressione. Non faceva altro che piangere ogni giorno pensando al suo amico, ma niente riusciva a farlo stare bene e Salvatore non faceva altro che pensare a quei momenti tristi perché fu una parte buia della sua vita, una palla di vetro, la quale si era distrutta come vetro soffiato e non ne era rimasto più nulla; non si poteva sopportare tutto quel dolore. Forse quando si credeva troppo ad una persona, dopo un po’ quella persone scappava via da te come se fosse impaurita da te, cercando in tutti i modi di sbarazzarsi di te e dimenticando tutti i momenti belli passati insieme. Salvatore viveva nel punto interrogativo, perché era tutto troppo banale e strano, purtroppo, non si riusciva a spiegare il perché l’aveva fatto. L’estate del 2013, fu il periodo più brutta della vita del nostro povero fantasma. Egli usciva e si divertiva anche con gli amici, ma il pensiero delle volte ricadeva sempre su quel dannato amico che lo aveva ferito gravemente al petto e sarà per questo, che Dio gli avrà concesso una seconda possibilità a Pasquale: forse perché voleva fargli recuperare il tempo perduto tra due. -Auguriiii!-. Urlò pieno di gioia Salvatore. -Ah, come fai a sapere del mio compleanno?!-. Gli domandò curioso Pasquale. -Eh, lunga storia!-. Disse il fantasma. -Dai, voglio sapere! Racconta!-. Continuò curioso di sapere. -E va bene, me lo disse Concetta nel mese di marzo perché glielo avevo chiesto io.-. Disse Salvatore facendogli un sorriso. -Ah ecco, io e mia sorella abbiamo deciso di festeggiare solo in famiglia e verrà solo la mia ragazza. Se eri ancora in vita, almeno ti avrei invitato…-. Concluse triste il ragazzo. Salvatore abbassò la testa, perché dopotutto, non ce l’aveva con lui ma con se stesso perché si fece troppi problemi: perché Pasquale aveva bisogno di soldi e quindi doveva lavorare tanto, e non aveva tempo per stare con Salvatore; così, quest’ultimo si rese conto che non doveva starci male e che quando sarebbe tornato quel mese di settembre potevano continuare la loro amicizia liberamente. Questo non fu possibile, perché Salvatore perse la vita per salvare quella dell’amico; ma non era per niente pentito del suo gesto, perché lui meritava di vivere e di andare avanti mentre Salvatore ormai aveva fatto la sua, e non aveva più bisogno di continuare quella vita piena di depressione e di certo lui non la voleva, decidendo così, di morire tra le braccia dell’amico. Pasquale rimase molto scioccato dalla perdita dell’amico, ma purtroppo, quei pensieri portavano solo dolore e tristezza. Salvatore faceva sempre finta di niente, come per lui non fosse successo nulla di grave, anche se fu lui a perdere la vita. -Dai Pasquale, sono qui! La mia anima è viva, sono felice così e non sono affatto pentito di averti salvato, anzi, anche se è stato un errore. Per me è stato l’errore più bello della mia vita e lo avrei fatto per altre mille volte!-. Disse Salvatore tutto d’un fiato a Pasquale. L’amico gli sorrise, ma doveva essere forte perché Salvatore nonostante tutto ciò, era felice e stava bene. -Pasquale, tu non devi farti tutti questi problemi ma quante volte te lo devo dire?!-. Continuò arrabbiato Salvatore. -Cosa ci posso fare? Non posso sentirmi in colpa? Anche se mi piace sentirtelo dire, però non mi fa stare bene perché mi sento sempre in colpa!-. Disse l’amico del fantasma. Pasquale si sentiva in colpa, cioè non riusciva a sopportare quella situazione. All’improvviso Salvatore con la sua magia, gli fece notare di come stavano bene quando quest’ultimo stava in vita. -Guarda Pasquale! Guarda com’era la nostra amicizia, non ti voglio incolpare facendoti ricordare un po’ il passato ma ti voglio far capire di come stavamo bene e si viveva bene. Fino a quando non ti sei allontanato definitivamente da me, mettendomi sempre da parte e non hai nemmeno telefonato o mandato qualche messaggio. Io dopotutto, ti ho perdonato! Questo devi cercare di capire, perché se fosse stata un’altra persona, di certo non l’avrebbe fatto mentre io si, perché ti voglio ancora bene e non dimenticarlo mai questo e quando me ne andrò, non voglio che piangi per me ma voglio che mi fai solo un semplice sorriso. Capito?-. Gli urlò Salvatore. -Scusami, non credevo di averti creato tutti questi problemi. Ma io come ti dissi? Ti dissi che ti facevo del male e non pensavo che tu mi perdonassi, perché nessun amico mi ha mai perdonato dopo averlo ferito, mentre tu ce l’hai fatto e sono sbalordito per questo! Sei una persona d’oro e sono fiero che tu sia venuto da me, perché devo essere sincero: io avevo ancora bisogno della tua amicizia e mentre morivi tra le mie braccia. Sentivo un vuoto, come se avessi perso io la vita per te!-. Continuò Pasquale dopo le parole del suo amico fantasma. Entrambi erano molto dispiaciuti: forse perché avevano bisogno di parlare e di risolvere la loro questione, ma questo non fu possibile perché Salvatore perse la vita prima di risolvere la questione. La sua morte rimase un vuoto per tutti, perché la classe lo lodava sempre per la sua allegria, per i suoi consigli e soprattutto per il suo aiuto, perché Salvatore aiutava tutta la classe per distrarsi da suoi problemi; il ragazzo aveva molti casini in famiglia e faceva di tutto per distrarsi dai brutti pensieri, ma a Pasquale dava molto fastidio che lui aiutava anche gli altri perché lo sfruttavano solo per le sue capacità. Salvatore però, gli spiegò che non doveva arrabbiarsi perché lui era consapevole di ciò che stava facendo e poteva stare tranquillo, ma l’amico non era d’accordo lo stesso perché non gli andava di vedere che si impegnava per tutti; ma il ragazzo era buono come il pane e cercava sempre di fare il possibile per tutti e per accontentarli nel miglior modo possibile. -Adesso basta Pasquale, torniamo indietro perché ricordare il passato delle volte, non fa sempre bene. Anche se essi sono bei momenti, ma a me fanno stare male perché non è facile sopportare tutto questo!-. Disse triste il fantasma. Pasquale annuì alle sue parole, così, ritornarono a casa tristi e addolorati: ma all’improvviso, Salvatore accese lo stereo e cominciò a ballare iniziando a scaricare tutto quel dolore. Egli invitò anche Pasquale e cominciarono a scatenarsi come pazzi, perché non si poteva vivere sempre nel dolore e sentivano che forse si poteva ritornare ai vecchi tempi: anche se prima o poi, tutto era destinato a finire. Russia, U.K, Paris I’m Italian, Asian kompai Africa, India, I’m a gypsy, I’m a gypsy, I’m a gypsy I’m Latin-American I don’t speak German, but I try Someday in Jakarta I’m American, I’m gypsy I’m Bangkok, Australian, Malaysia Just Sweden, Finland, Norway Be my home just for the day Dankeschön I’m a gypsy, gypsy, gypsy Hey… Essi cominciarono a ballare “Gipsy” di Lady Gaga, perché dovevano scatenare un po’ di adrenalina e di dimenticare tutto ciò che li addolorava: Poi Salvatore, grazie alla sua magia, volarono lungo lo spazio dell’universo stellato cominciando di nuovo a ridere, a scherzare e a divertirsi, proprio come i vecchi tempi. -Questo è il compleanno più bella della mia vita!-. Strillò Pasquale dalla felicità. Salvatore gli sorrise e così, iniziarono di nuovo a farsi la gara di chi volava più veloce.

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Capitolo 7
*** He will forever remain a dreamer ***


Il giorno seguente al compleanno. Quando Pasquale andò a scuola, non fu affatto una bella giornata allegra come le precedenti: il ragazzo prese impreparato inglese e in più gli venne distribuito il compito, al quale prese quattro. Pasquale non poté crederci, perché fu un duro colpo incassare due insufficienze in una sola giornata: era un incubo. Forse perché non aveva studiato abbastanza, o meglio, tentato. Salvatore aveva fatto di tutto per fargli entrare quella materia in testa, ma nulla da fare, Pasquale non faceva altro che rifiutarsi e non aveva la minima intenzione di continuare a provarci; inoltre, lui odiava quella professoressa perché non lo lasciava mai pace, sembrava che lo odiasse. L’amico fantasma non sapeva ancora nulla dei voti negativi di Pasquale, e forse se lo venisse a sapere, non la prenderebbe molto bene perché lui gli aveva sempre assicurato che avesse studiato: quindi ovviamente, Salvatore non l’avrebbe presa affatto bene. Mentre stava tornando a casa, Pasquale decise di fermarsi per un po’ al cimitero, dove c’era la tomba del suo caro amico: Salvatore. -Ti ho deluso e ora cosa succederà?!-. Si ripeteva in continuazione, toccando la foto dell’amico. Il ragazzo iniziò a piangere come un bambino di appena tre anni, come se qualcuno gli avesse strappato dalle mani il pupazzo a cui lui teneva tanto; non era facile piangere per Pasquale, infatti, era raro quando il ragazzo si emozionava: questo stava a significare che non volesse deludere l’amico un’ennesima volta. Lui pensava che già l’avesse fatto in passato e non voleva che capitasse di nuovo. Pasquale si stava creando troppi problemi: quando all’improvviso, gli comparve un’immagine sotto ai suoi occhi; in realtà, erano dei ricordi. Era Dio, il quale gli mostrò una scena del passato di quando lui non voleva studiare e Salvatore, che non faceva altro che urlare per costringerlo fargli mettere la testa sui libri. Pasquale era dotato di una grande intelligenza, solo che non riusciva a sfruttarla abbastanza e non aveva voglia nemmeno di perdere mezz’ora vicino a libri. Salvatore non faceva altro che combattere, ma dopotutto, tutte quelle lamentele servirono a qualcosa: Pasquale ritornò a studiare, perché non gli andava di vedere l’amico arrabbiato e purtroppo quella era l’unica soluzione per farlo studiare. Poco dopo l’immagine sparì, il ragazzo guardò il cielo e ringraziò Dio per l’opportunità di aver visto ancora le vecchie immagini di quando Salvatore era ancora in vita. -Grazie mio Signore. Sono felice di aver visto un’altra immagine tra me e il mio amico, spero che mi perdonerà. Non volevo prendere brutti voti.-. Disse triste il ragazzo. -Non temere. Adesso va a casa!-. Gli consigliò il capo del Paradiso Terrestre. Salvatore stava aspettando l’amico, ma di lui non c’era ancora traccia e così il fantasma decise di andarlo a cercare: perché erano le tredici passate, e Pasquale già avrebbe dovuto rientrare. -Ma dove diamine si è cacciato?!-. Si domandò furioso il fantasma. Salvatore stava cominciando a preoccuparsi per l’amico. Così, decise di mettersi in volo per cercarlo. Quando Pasquale rientrò in casa, vide che non c’era nessuno; il ragazzo girò per tutta la casa per trovare il suo amico fantasma, ma di lui non c’era traccia: voleva dirgli che aveva preso un brutto voto inglese e voleva scusarsi. L’amico si rifiutò anche di andare a cercarlo, perché sicuramente non sarebbe stata un buona idea: anche perché Salvatore girava il mondo volando, e di certo Pasquale non poteva mettersi a girare in città in città nel mondo. -Accidenti! Ma dove si sarà cacciato!-. Si disse tra se e se, l’amico del fantasma stava cominciando a preoccuparsi. Salvatore, dopo un paio di tentativi, decise di tornare a casa. Una volta tornato, vide l’amico che stava studiando attentamente e il fantasma non era abituato a vederlo studiare in quel modo perché sembrava che stesse troppo attento; perché in passato, Pasquale non aveva mai studiato con tale attenzione: perché non faceva altro che lamentarsi. Salvatore rimase molto sbalordito a quella scena, quindi lo lasciò in pace e decise di andarsi a fare un altro giro. Tutto d’un tratto l’amico del fantasma si girò, ma non vide nulla. -Salvatore! Sei qui?-. Urlò Pasquale. Il ragazzo non fece in tempo ad accorgersene, che già se ne era andato via: esattamente andò a farsi un giro per il paese. “Sono seduto qui ad osservare il mare Esso è piatto come una tavola Sono solo, ma sento parlare Ascoltando parola per parola Ma sapete cosa sono le parole? Esse per me non valgono niente Perché bisogna colorarle con i fatti Però le persone di oggi hanno smesso Smesso di credere Smesso di sognare E soprattutto di amare Oggi ti regalano solo dolore Per farti soffrire e stare male Delle volte, vorrei prendere un cavallo alato. Per poter volare oltre il cielo stellato Per stare lontano da questo mondo Perché esso è pieno di malinconia Tutti hanno perso il vero senso della vita Ma io ho deciso di essere un sognatore E tale resterò” Salvatore pensò a quelle parole mentre osservava il mare, fu un momento magico per lui ricordare ancora a memoria quel componimento scritto anni fa: esattamente quando aveva quattordici anni. In passato, quel giovane ragazzino allegro e spensierato si era spento: per colpa di un amico. Ma, nonostante tutto, egli era felice e contento perché si sentiva bene; non aveva bisogno di una vita per essere felice, lui lo era anche così: essendo fantasma. Perché era questo un sognatore secondo Salvatore, essere liberi come farfalle e la felicità quando arrivava, così te la dovevi prendere: altrimenti essa volava via e tu rimanevi lì a soffrire. Non fu semplice pensare quelle parole, perché il ragazzo quando era in vita, aveva pianto tanto prima di pensare ad uno scritto di quel tipo. Non fu il suo unico componimento però, quello era il suo preferito: il suo sogno era diventare uno scrittore di fama, ma era solo un semplice sogno, nulla di più. Lui amava molto sognare e non smetteva mai di farlo, anche perché era l’unica cosa che riusciva a farlo stare bene e niente e nessuno gli poteva impedire di farlo. Tutti non facevano altro che pensare ad altro, mentre Salvatore cercava di concentrarsi solo sul suo obiettivo; tentava in tutti i modi, affinché non ce l’avrebbe fatta: perché il ragazzo amava molto la scrittura ed era tutta la sua vita. Gli amici rimanevano felici per i suoi scritti, amavano leggerli perché il suo era uno stile particolare, ma non tutti lo capivano perfettamente. Si fecero le sette di sera, così, Salvatore si decise di tornare dal suo amico Pasquale che lo stava aspettando già da molto tempo. -Che fine avevi fatto?-. Gli strillò l’amico preoccupato. -Niente, ero in giro a pensare.-. Rispose al quanto triste. -Che hai?-. Gli domandò Pasquale. -Niente, pensavo alla mia vita terrena, di quando scrivevo poesie, storie e tanto altro. Mi piacevano quei momenti spensierati, anche se ora non più.-. Disse Salvatore, sorridendo all’amico. All’improvviso, Pasquale abbassò lo sguardo perché cominciò a sentirsi in colpa: doveva stare lui al suo posto. -Però non devi preoccuparti. Io sono felice lo stesso, in vita o no, io sto bene!-. Continuò poco dopo il fantasma. Pasquale gli sorrise, ma non era affatto contento della situazione. -Hai sbagliato, non dovevi salvarmi la vita. Tu dovevi realizzare il tuo sogno e invece, ti ritrovi qui. Dove nessuno può vederti e sentirti, ad eccezione di me. Dovevo stare io al tuo posto e non tu!-. Cercò di nuovo di sentirsi in colpa. -Ma no, io non mi sento in colpa di aver buttato la vita così: nonostante tutto, sono ancora qui ed è come vivere una vita normale. Solo che nessuno può vedermi e sentirmi, ma pazienza. Basta che sono felice! Poi sei qui con me e questo mi completa, anche se un po’ mi dispiace per Gilda. Lei non lo meritava di soffrire, però le ho assicurato una vita migliore e di vivere felice. Stessa cosa che dovrai fare anche tu un giorno!-. Terminò Salvatore, cercando di piangere. I fantasmi, purtroppo, non potevano piangere: al massimo, potevano essere tristi e questo lo si notava in Salvatore: tristezza e malinconia, le quali portarono il ragazzo in una profonda depressione di quando era in vita. Tutto questo, glielo fece provare il suo amico Pasquale; il quale se ne era altamente fregato dell’amico a quei tempi, ma ora sentiva una colpa nei suoi confronti. -Scusami Salvatore, sono stato un idiota e non dovevo lasciarti morire così. Potevo aiutarti sacrificando la mia vita per te, darti il mio cuore, ma questo non mi è stato possibile. Mi dispiace, davvero!-. Supplicò l’amico in lacrime. -Non temere, va tutto bene!-. Cercò di rassicurarlo. -No, non puoi dire così. Sono una frana in tutto! Come oggi, ho preso due voti negativi nella stessa materia. Mentre se eri tu, avresti già preso il massimo. Io non merito la tua bontà!-. Continuò Pasquale. Salvatore gli sorrise. Gli fece un semplice sorriso, perché capì che non doveva essere triste: secondo il fantasma, il ragazzo doveca sorridere ed andare avanti e non ridursi in quello stato di tristezza. -No, non devi fare così. Prendilo come un regalo, ti ho donato la mia vita e sfruttala per il meglio! Io sono qui per farti felice. Per il voto, puoi stare tranquillo perché hai molte capacità per recuperarlo. Quindi non hai nulla da temere ma viviti!-. Gli consigliò l’amico, mettendogli una mano sulla spalla. Dopo quella lunga chiacchierata, Pasquale ritornò a studiare felice perché il suo amico credeva ancora nelle sue capacità e poco gli venne un idea. -Che ne dici di pubblicare i tuoi scritti tutti su un sito?-. Gli domandò Pasquale al fantasma. -Quale sito?-. Gli chiese Salvatore. -Si chiama EFP. Mi hanno detto che pubblicano una marea di giovani autori!-. Disse entusiasta l’essere umano. -Potrebbe andare!-. Sorrise. -Sarai ricordato, te lo premetto!-. Gli assicurò Pasquale. Pasquale, così, si decise di andare a casa di Salvatore per prendere tutti i suoi scritti e pubblicarli tutti sul quel sito accennato: EFP. Il ragazzo fece questo per il suo amico fantasma, perché voleva realizzargli il suo sogno più grande: quello di diventare uno scrittore. La mamma di quest’ultimo, diede a Pasquale l’opportunità di toccare le cose del suo migliore amico; la donna era ancora a pezzi per la perdita del figlio, ma l’amico del fantasma cercò di rassicurarlo e gli promise che la sarebbe andata a trovare ogni giorno per parlare un po’ di suo figlio: anche perché Pasquale voleva sapere cosa aveva fatto l’amico prima di morire. Dopo un po’, il ragazzo tornò a casa e si mise subito a lavoro per pubblicare quegli scritti del suo migliore amico. All’improvviso, Salvatore lo vide. -Grazie per tutto quello che stai facendo, amico mio.-. Disse, prima di andare via verso l’universo dei sogni. Esso era un luogo magico e speciale: dove ogni anima poteva vivere serena e spensierata, senza un minimo di sofferenza.

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Capitolo 8
*** Una verità difficile da accettare ***


Erano passati molti giorni dall’impreparato in inglese di Pasquale, il ragazzo stava studiando sodo giorno dopo giorno per recuperare tutte le materie: voleva ottenere buoni risultati per la fine dell’anno. Salvatore era molto felice, perché stava migliorando sempre di più; fu una grande sorpresa in ogni interrogazione, Pasquale riusciva ad ottenere anche otto: voto al quale il ragazzo non riusciva mai a raggiungere. Però, grazie al sostegno di Salvatore, l’amico riusciva a studiare con molta attenzione e rapidità. Non era il primo della classe, ma se la cavava in tutte le materie; insomma, era quello che voleva perché lo studio che dovevano affrontare ogni giorno non era molto semplice, soprattutto economia aziendale. Una materia molto difficile e confusa, perché si doveva ragionare con un minimo di cento cervelli messi assieme: quindi per Pasquale non era affatto semplice, per via della sua mente confusa come la descriveva l’amico fantasma. Purtroppo, Pasquale quando studiava, non faceva altro che pensare alla sua ragazza: Debora. Giustamente Salvatore gli aveva promesso che dopo aver studiato quella materia assurda, a causa dei troppi ragionamenti, gli avrebbe concesso un’uscita con la sua amorosa. E dopo due ore di studio, il ragazzo si preparò per l’uscita: esattamente si mise, un jeans bianco e un maglioncino blu abbinato alle sue blazer dello stesso colore, solo che avevano lo stemma della Nike di colore rosso fuoco. In realtà, quell’abbigliamento l’aveva scelto Salvatore. Voleva che facesse una bella figura con Debora, perché non la vedeva molto spesso e per quella volta che doveva vederla, doveva stupirla. -Pasquale, stai bene! Non farti troppi problemi!-. Si complimentò Salvatore. -Non è un po’ troppo esagerato, per un’uscita?-. Si domandò, mentre si guardava allo specchio. Salvatore lo guardo con più attenzione, per vedere qual era quel particolare di esagerazione, ma purtroppo, non lo trovò perché era un abbinamento fatto apposta per lui: visto che il blu e il bianco erano i suoi colori preferiti. Salvatore pensava che quell’abbigliamento fosse perfetto per lui, e invece, doveva sempre lamentarsi per qualcosa. -Ti fai troppi problemi, è un abbigliamento! Devi vedere la tua ragazza, non devi andare a un matrimonio: magari farai più bella figura, andando vestito in questo modo.-. Gli rispose poco dopo. -Si, ma io ho anche una cena con i suoi genitori.-. Continuò con quelle inutili lamentele. -Appunto, maggior ragione! Sta bene, il blu e il bianco ti donano e ora vai. Altrimenti farai tardi!-. Gli disse, con una certa fretta. -Mi stai cacciando da casa mia, per caso?-. Rise malizioso l’amico del fantasma. -No, è che devo sbrigare alcune faccende in sospeso!-. Cercò di giustificarsi. -Ah, del tipo?-. Gli chiese Pasquale. -Nulla, fatti miei!-. Disse, alzando le mani. -Va bene, ora vado. Quando torno, voglio sapere tutto!-. Gli minacciò divertito. In realtà, Salvatore aveva intenzione di andare nel mondo delle streghe: un mondo dove potevano leggere il futuro, perché il ragazzo voleva sapere quanto tempo gli era rimasto ancora per stare sulla Terra. Era molto preoccupato, sentiva un vuoto dentro e forse ciò che doveva sapere non era affatto positivo, ma negativo. Andò da una strega, la quale conosceva già da un po’ di tempo: si chiamava Raganella. Salvatore guardò l’insegna del negozio di quest’ultima. -Buonasera, c’è qualcuno?-. Disse Salvatore, mentre entrava dalla porta del negozio. -Ciao Salvatore! Alla fine, sei riuscito a venirmi a trovare. Da quanto tempo? Come va? Come te la passi col tuo amico?-. Urlò di felicità Raganella, facendo tutte quelle domande al povero Salvatore. -Abbastanza bene, sono un po’ triste di questi tempi. Purtroppo, sai le mie paure quali sono. Io non ho intenzione di abbandonare il mio amico! Sarebbe scorretto lasciarlo, sento che quel giorno sta per arrivare. Per Pasquale sembra che stia lontano, ma in realtà, è incredibilmente vicino! Lo sento! Raganella, ti prego. Dammi una conferma!-. Si inginocchiò il ragazzo in lacrime. -Sta tranquillo, adesso verificheremo gli eventi del futuro. L’unica cosa che posso dirti è di stare tranquillo, perché tu sai meglio di me che non puoi rimanere per sempre sulla Terra e dovrai aspettarlo affinché non sarà il suo momento. E da lì, potrete viaggiare assieme alla scoperta di universi sconosciuti. Non essere triste. Durante la sua assenza, potrai viaggiare in tanti universi e ci sono tanti amici che ti vogliono bene. Non ti preoccupare, ce la farai! Andrà tutto bene, io sarò la prima a sostenerti.-. Cercò di incoraggiarlo Raganella. -Grazie, cercherò di non pensarci quando sarà il momento. Sarà difficile, ma ce la potrò fare. E spero soltanto che lui si abituerà dopo la mia partenza.-. Disse Salvatore, abbassando la testa. -E’ un ragazzo molto vivace e sicuro di se, ce la farà. Vedrai!.-. Concluse la strega, prendendo una sfera. In quella sfera, in quella maledetta palla di vetro si nascondeva ciò che voleva sapere il fantasma: Raganella cominciò a pronunciare le parole magiche, le quali avrebbero svelato la soluzione a qualsiasi domanda fatta. Salvatore dovette aspettare un bel po’ per sapere tutto ciò che voleva, forse non sarebbe stata la cosa giusta; il ragazzo pensò che forse era meglio non sapere nulla, ma ormai era lì e non poteva lasciar perdere. Prima di sapere la verità, cercò di pensare a tutte le cose belle passate con Pasquale, pensò soprattutto anche alla sua vita terrena: il fantasma voleva passare un mille anni, un mille anni con il suo amico, per avere il coraggio di essere felice come non mai, alle promesse fatte, ai momenti felici e tristi ormai passati e soprattutto, al viaggio fatto alla valle incantata. Salvatore pensò che non bisognava avere paura di niente, perché tutto prima o poi era destinato a finire, magari un giorno i due amici si sarebbero incontrati per vivere la loro amicizia con tranquillità. Non fu facile quando il ragazzo era in vita, perché vivere per lui fu tutto molto più complicato: Salvatore era come il pane, nessuno poteva a farne a meno della sua bontà; lui non si sentiva migliore di nessuno, era solo un semplice ragazzo che voleva vivere la vita con serenità, ma il destino non gli diede la possibilità di proseguire per il suo cammino. In questo momento si trovava lì ad aspettare una risposta, la quale non voleva sapere perché, di solito, la verità faceva male: e il ragazzo non era nelle condizioni di soffrire per l’ennesima volta, proprio come gli era successo in passato. -Ecco.-. Accennò Raganella, aveva visto qualcosa. -Cosa hai visto?-. Disse Salvatore, era molto preoccupato. Raganella lo guardò, come se fosse un qualcosa di negativo e Salvatore la fissò: e pensò che forse sarebbe stato meglio rimanere a casa, perché delle volte, il sapere poteva trasformarsi in dolore e troppa curiosità poteva essere negativa per lui stesso. -Raganella, perché mi guardi così?-. Domandò il fantasma spaventato. -Be’ non è proprio una brutta notizia. Ti assicuro però, che il momento è ancora molto lontano... Non hai da preoccuparti!-. Sembrava più una scusa. -Lontano quanto? Mesi? Anni? Giorni?-. Gli chiese, non era affatto convinto della risposta dell’amica. -Anni no, ma mesi si!-. Disse Raganella, chiudendo gli occhi. -Quanti esattamente?-. Le domandò. -Purtroppo la precisione non è il mio forte, ma ti assicuro che non è per niente vicino. Ci vuole ancora un bel po’ e ho anche visto la vostra ultima conversazione e non devi temere. Andrà tutto bene!-. Cercò di rassicurare il fantasma. -Va bene, ti ringrazio molto. Mi sei stata davvero di grande aiuto!-. Le sorrise Salvatore. -Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi.-. Gli disse Raganella con un dolce sorriso. -Magari, quando sarà il momento mi trasferirò da te. Se per te non è un problema.-. Gli accennò il fantasma. -Certo, mi farebbe molto piacere riceverti come mio ospite!-. Urlò di gioia l’amica, cercando di abbracciarlo. Salvatore non poteva essere abbracciato, essendo un fantasma: quindi la piccola strega, anche se aveva ben mille anni, sembrava una piccola bambina dai capelli verdi, ma era anche molto simpatica e allegra ed era ciò di cui aveva bisogno Salvatore. La sua era stata davvero una bella idea di andare a vivere con Raganella, ma questa accadrà soltanto dopo l’abbandono provvisorio di Pasquale; perché quando sarà il momento di rincontrarsi di nuovo, i due potranno passera la loro amicizia più felici che mai, assieme alle loro ragazze. E non ci si poteva dimenticare di Raganella. Salvatore pensò che forse, non sarebbe stata una cattiva idea e cercò di restare con quel pensiero pieno di positività fino al suo arrivo a casa. Quando arrivò, vide Pasquale che stava russando come al solito; aveva passato una giornata fantastica con la ragazza. Il ragazzo prima di dormire, gli aveva lasciato un bigliettino sulla scrivania con scritto: “Ho sonno, quindi vado a dormire! Domani mi racconterai tutto, intesi?” Dopo aver letto il messaggio, il fantasma guardò l’amico fiero e pianse: non era un pianto qualsiasi, ma era felice, perché un giorno e chissà quale, avrebbe aperto l’inizio della loro eternità. -Non ti preoccupare, domani ti porterò nel mondo delle streghe. Perdonami, ma non ti dirò la verità. Ho deciso solo di mostrarti dove andrò a vivere la mia eternità e aspetterò il tuo arrivo con tanta felicità: sarò impaziente, ma resisterò! E cerca di goderti la tua vita terrena al massimo e dona tutto il tuo amore alla persona che ami. Quando sarà il momento, a partire da oggi, cercherò di renderti felice quanto posso per poi dirti addio…-. Disse, balbettando soprattutto l’ultima parola. Purtroppo, dirsi addio era una delle cose più difficili di questo mondo. Salvatore non voleva pensarci, ma doveva essere pronto in qualsiasi momento, perché quel momento, potrebbe arrivare da un momento all’altro…

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Capitolo 9
*** L'infinito ***


Negli ultimi tempi, non si faceva altro che parlare d’infinito. Pasquale aveva un dubbio, perché a scuola molte ragazze della sua classe, non facevano altro che tatuarsi qualche parte del corpo con il segno dell’infinito: sarebbe uno stupido otto all’orizzontale. Pasquale guardava quel segno con felicità, perché pensò che forse sarebbe stato bello se Salvatore rimanesse a tempo indeterminato sulla Terra: sarebbe stata una felicità infinita. Ma poco dopo, il ragazzo tornò triste, perché sapeva benissimo che tutto ciò era impossibile e più passava il tempo, e più si avvicinava la data di partenza di Salvatore: il fantasma gli aveva raccontato tutto, anche che sarebbe andato a vivere con la sua amica Raganella, la quale doveva conoscere quello stesso pomeriggio. Salvatore voleva dimostrargli che lo avrebbe atteso lì, in quel posto. Ma Pasquale sperava che il giorno di partenza non arrivasse mai. Purtroppo sapeva benissimo che non tutto durava per sempre, ormai, doveva rassegnarsi e aspettare il suo momento, doveva solo godersi la vita dopo la sua partenza. Salvatore cercò anche di rassicurarlo di fare nessuna pazzia dopo la sua partenza, altrimenti non si sarebbero più rivisti se avesse fatto una cosa del genere: perché il ragazzo accennò a Salvatore che avrebbe tentato il suicidio. Questa non era una cosa giusta secondo il fantasma, perché così non causerebbe dolore solo per lui, ma anche per la sua ragazza e sicuramente non avrebbe avuto l’accesso al Paradiso e non avrebbe nemmeno più rivisto il suo caro amico. E dopo aver pensato a quel flashback, Pasquale ritornò alla realtà riascoltando la professoressa d’italiano: la quale stava spiegando il Romanticismo. Quando la lezione di quell’ultima ora terminò, il ragazzo cominciò ad andare a casa a passo svelto; voleva parlare con Salvatore, ma il fantasma come al solito, non c’era mai. Ma gli lasciò un bigliettino con scritto: “Scusa, sono andato in India. Non avevo niente da fare, ci vediamo nel pomeriggio e andremo a conoscere Raganella. A più tardi!” -Quando devo parlargli, non fa altro che scomparire!-. Disse con un sorriso tra le labbra. Infine Pasquale si arrese, perché a Salvatore piaceva molto viaggiare e anche quando era in vita, non faceva altro che parlare dei viaggi che voleva fare: esattamente voleva visitare tutto il mondo, e secondo Pasquale questo sogno se lo stava realizzando giorno dopo giorno mentre lui era a scuola, l’altro se la spassava visitando tutti i posti della Terra. Aveva già visitato molte città americane. Quando tornava da un posto, non faceva altro che parlarne con Pasquale: il fantasma voleva portare anche lui in questi viaggi, ma ciò non era possibile perché Dio non gli concesse questa possibilità. Salvatore poteva soltanto portarlo in altri posti: i quali erano molto meglio di quelli della Terra. Infatti, nel pomeriggio il fantasma doveva portare l’amico nel mondo delle streghe. A Pasquale, in realtà, non se ne fregava molto dei posti della Terra, perché quelli potevano essere visti comunque, mentre in quelli dove lo portava Salvatore, non li avrebbe mai più rivisti dopo la partenza di Salvatore. Il ragazzo era comunque felice, perché l’amico non lo abbandonava mai nei momenti del bisogno fino a quando c’era, ma prima o poi doveva anche cavarsela da solo. Soprattutto dopo la partenza del suo amico fantasma. -Mentre lui è in viaggio, io che faccio? Ah, dimenticavo! Io gli avevo pubblicato delle storie su quel sito, chissà se le avranno lette e recensite!-. Accennò il ragazzo, prima che arrivasse Salvatore dal viaggio. Pasquale cominciò a navigare su internet con estrema velocità, perché era molto curioso di sapere cosa pensassero i lettori del sito di Efp. Ci furono molte recensioni, ma Pasquale se lo aspettava che avesse ricevuto qualche recensione: esse furono tutte positive, e il ragazzo in ognuno di essa, rispose che erano di un suo amico deceduto un paio di mesi fa. Insomma, l’amico non voleva di certo il merito del suo amico. Lo scrittore era lui e non Pasquale: il ragazzo gli aveva fatto solo il favore di pubblicare i suoi scritti, ma il resto era tutta fantasia del suo amico. In un batter d’occhio si fecero le sedici in punto e Salvatore si presentò con ampio sorriso a trentadue denti. Era felice e lo si notava, forse sarà perché non vedeva l’ora di far conoscere a Pasquale la sua amica Raganella. -Andiamo?-. Domandò Salvatore. -Certo, rispondo a quest’ultima recensione e andiamo via.-. Gli rispose l’amico in carne ed ossa. -A cosa stai rispondendo?-. Gli chiese con aria curiosa. -Alle recensioni che ti hanno lasciato sul sito. Sono delle lettrici molto gentili, le quali ti fanno i complimenti su ogni tuo scritto: sei davvero bravo, questo lo dobbiamo ammettere. Ma li dobbiamo correggere. Quando sarà il momento, farò in modo di perfezionarli con qualcuno in modo che, saranno pubblicati e così verrai riconosciuto. Non sei contento?-. Gli disse Pasquale con aria felice. -Wow, non ho parole. Davvero?-. Gli domandò il fantasma, era sorpreso. -Sì, per te questo ed altro. Amico mio, ma adesso andiamo: non dovevi farmi conoscere Raganella?-. Disse, concludendo con un sorriso. -Ehm … Pasquale!-.Salvatore lo squadrò, prima di partire per il mondo delle streghe. -C’è qualcosa che non va?-. Chiese, preoccupato. -No no, volevo solo dirti grazie!-. Gli balbettò, perché sarebbe stato bello essere riconosciuti dopo tanto lavoro. Salvatore mentre era in vita, non faceva altro che scrivere quando aveva tempo: e soprattutto dopo la scuola; il fantasma scriveva di tutto, amava scrivere ed era il suo sogno. Sperava che in futuro ci sarebbe riuscito a diventare scrittore, ma non fu possibile, i suoi sogni vennero chiusi in un baule, i quali non saranno mai più aperti. Ma scoprire che Pasquale gli avrebbe fatto questo favore, per lui fu un grande gesto e lui avrebbe fatto altrettanto per il suo caro amico: portandolo così, nel posto dove passerà il resto della sua eternità. Entrambi chiusero gli occhi e dopo averli riaperti si trovarono già nel mondo delle streghe. -Caspita, ma è bellissimo!-. Giudicò Pasquale. -Certo che lo è, che cosa ti aspettavi?-. Ridacchiò il fantasma. -Be’, lo sai bene. Avevo visto un film sulle streghe con la mia ragazza e diciamo che il loro mondo non era poi così bello e colorato, era cupo e nero. E soprattutto, erano legate a Satana, ma qui invece, è tutto molto più bello di quanto mi aspettassi. Non fai altro che … Stupirmi!-. Disse il ragazzo, era al quanto sorpreso. -Tutti nel nostro mondo, pensano che le streghe siano malvagie e invece non è vero nulla. Sono dotate di poteri magici, questo è vero, ma non sono cattive come tutti pensano. Hanno un animo buono e generoso, ad esempio: Raganella mi ha ospitato per aspettarti ed è stata veramente molto gentile. La sua allegria mi sarà utile durante l’arco del tempo, quindi durante la mia assenza cerca di non fare pazzie!-. Gli consigliò, perché il ragazzo aveva proposto il suicidio la sera precedente. -D’accordo. Io non farò pazzie, ma tu non essere triste! Intesi? E adesso andiamo a conoscere la tua amica Raganella, che dal nome ma già mi sta molto simpatica.-. Disse Pasquale a quelle parole, per poi mettersi in cammino. Arrivati a casa di Raganella, era tutto molto tranquillo. La casa era colorata e aveva davvero un’aria incantevole, perché sembrava dipinta in più di sette colori: rosa, blu, rosso, verde, giallo, bianco e arancione. Del nero non c’era traccia e Pasquale rimase sbalordito, perché le streghe amavano il nero, ma pensò che gli uomini della Terra erano solo un’ammassa di stupidi di pensare che le streghe fossero malvagie: non tutti lo pensavano, ma c’erano alcuni che immaginavano le streghe in modo positivo e non del tutto negativo. Però, c’era da dire che non tutti erano uguali. Tutti erano in grado di ragionare, ma non la pensavo mica tutti allo stesso modo e quindi Pasquale arrivò ad una conclusione: le streghe secondo il suo punto di vista, erano delle creature somiglianti agli esseri umani, avevano in più solo la magia e non erano affatto cattive come la pensava l’amico del fantasma. -Raganella, dove sei?-. Urlò Salvatore in modo che, l’amica lo potesse sentire. -Ah, Salvatore? Sei tu?-. Disse una vocina, la quale faceva più ridere, anziché paura. -Si, sono io. Possiamo entrare?-. Chiese il fantasma alla sua amica. -Ma certo, ci mancherebbe!-. Disse con aria entusiasta Raganella. -Ecco, ti presento il mio amico Pasquale direttamente dalla Terra.-. Sorrise Salvatore, mentre presentava l’amico a Raganella. -Piacere di conoscerti Pasquale. Io sono Raganella, appartengo a questo mondo da anni oramai e ho più di mille anni. Ma non avevo mai incontrato una persona così generosa come Salvatore, è l’unico che sa cosa significa la parola “amicizia” e sono fiera di averlo conosciuto. Il momento della separazione sarà cruciale, ma di questo non dovrete preoccuparvi. Gli anni passano in fretta e quando sarà il momento, potrete rivedervi e passerete una magnifica eternità tutti e quattro assieme, ci saranno anche le vostre ragazze. In modo che, potrete vivere tra amore e amicizia. Questi sono i valori della vita, e voi avete sorpreso tutti noi: tra cui Dio. Siamo stati noi a convincerlo, perché Salvatore aveva fatto un gesto che nessuno aveva mai fatto per un amico. E soprattutto aveva sofferto tantissimo, quindi meritava al cento per cento una seconda occasione: trasformandolo in un fantasma. In modo che, potevate chiarirvi e passare un po’ di tempo assieme.-. Raccontò Raganella ai suoi due amici. I ragazzi rimasero entrambi stupiti da ciò che aveva appena detto Raganella. -Wow, sono davvero stupito da ciò che mi ha appena detto e la ringrazio tantissimo. Se non fosse stato per lei, allora io non avrei mai più rivisto il mio amico e credo davvero che ne farò oro del nostro tempo a disposizione. Adesso però, posso stare tranquillo perché Salvatore mi ha sempre parlato positivo di lei e credo di aver avuto la conferma: è davvero molto gentile e simpatica. E complimenti anche per la casa!-. Disse Pasquale tutto d’un fiato. -Ti ringrazio moltissimo, devo complimentarmi anche per i tuoi occhi: sono di un azzurro molto particolare. E’ molto raro sulla Terra, perché al solo sguardo fai sprofondare una persona nei tuoi magnifici occhi. Davvero magnifico, sono felice che Salvatore abbia un amico come te e spero di rivederti presto. Ovviamente non ti sto augurando di morire in fretta, ma goditi i tuoi anni e sii felice.-. Gli propose Raganella con un sorriso. Pasquale fece altrettanto. Poco dopo la fissò mentre parlava con Salvatore: discutevano di dolci, mentre l’amico non faceva altro che sorridere. Pensò molto bene a ciò che aveva appena detto Raganella, cominciando così a rifletterci sopra: insomma, dopo una bella vita, l’eternità alla fine, era ancora meglio. -Raganella, dimmi che hai preparato i tanti attesi biscotti. Sai che mi piacciono tanto!-. Disse Salvatore, con una certa aria di serietà, ma allo stesso tempo divertente. -Certo che li ho preparati, sono sotto il forno e tra poco li dovrò sfornare!-. Urlò di gioia la strega. -Che bello! Te l’ho chiesto perché avevo sentito un odorino, e sembrava brutto non chiedertelo.-. Strillò di felicità il fantasma. -Salvatore, ma credevo che tu non potessi mangiare!-. Esclamò Pasquale. -Ehm sì … Ma in questo mondo, posso mangiare qualsiasi cosa! Solo sulla Terra non posso mangiare nulla.-. Gli precisò l’amico. -Ed io li posso mangiare?-. Domandò Pasquale all’improvviso. -Sì, certo che li puoi mangiare. Non preoccuparti!-. Lo rassicurò Raganella. Andarono entrambi in cucina: essa era tutta colorata come lo era tutta la casa, era un qualche cosa di magnifico perché quella strega aveva davvero una fantasia dai mille colori. -Questa cucina è davvero fantastica!-. Disse sorpreso Pasquale. -Ti ringrazio! Con l’aiuto della bacchetta riesco sempre ad avere le cose come voglio io, ovviamente, c’ho messo ben cento anni a imparare.-. Rispose la strega. -Cento anni? Wow.-. Concluse il ragazzo. Raganella gli fece un sorriso, e poco dopo, prese i suoi biscotti dal forno e cominciarono a masticarli. -Sono molto buoni, le faccio i miei complimenti!-. Disse Pasquale, dopo primo boccone. -Ti ringrazio, ma non preoccuparti. Puoi farmi anche del tu, mi sento vecchia se mi dai del lei!-. Lo avvisò, facendogli un sorriso. -Va bene!-. Terminò abbassando lo sguardo. Salvatore fu molto felice di aver presentato Raganella a Pasquale, in modo che, potesse stare tranquillo dopo la sua partenza. La vita non durava all’infinito, ma l’eternità sì. Un infinito, il quale andava nello spazio-tempo in cui nessuno lo avrebbe mai raggiunto, forse perché era un qualche cosa di irraggiungibile, chissà. Nessuno lo poteva mai sapere, perché l’essere umano guardava tutto con negatività, invece, Pasquale stava cominciando a vedere le cose con positività, rispetto a prima. Si sentiva sicuro, quindi l’obbiettivo di Salvatore stava per essere raggiunto: Pasquale stava cominciando ad essere felice come non mai…

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