Chi sono anche io

di Evola Who
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***
Capitolo 3: *** Parte III ***
Capitolo 4: *** Parte IV ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


Ci sono anche io
 
Parte prima
Missione completata

 
 

In un pianeta dell’oro esterno, in un locale malfamato.
 
Fuori dalla locanda si sentirono forti suoni di blaster e quando la porta si aprì ne uscì fuori una nebbia di un intenso colore bianco, mentre quattro individui correvano via più veloci che potevano.
 
Si trattava di Han Solo, la senatrice Leia Organa, Luke Skywalker e Amy Falconi. Stavano scapando, correvano verso al Falcon prima che i contrabbandieri di razza Duros scoprissero la loro fuga e cercassero di ucciderli.
 
“Chewbe! Prepara il Falcon adesso!” gridò Han verso il suo comlink.
 
I tre della squadra correvano più veloce possibile in direzione dell’astronave, mentre Amy cercava di tenere il loro passo, anche se con non poca fatica.
Quando i contrabbandieri li raggiunsero, loro erano già dentro alla nave pronti a partire verso l’iperspazio. 
 
Quando ne uscirono e si trovarono fuori dall’orlo esterno, presero un respiro di sollievo per quella fuga.
 
“Bene! E anche questa è fatta!” disse Han sodisfatto.
 
“Sì, ma non ci siamo riusciti grazie a te” Rispose Leia paziente.
 
“E di certo siamo finiti lì per causa tua.” aggiunse Luke.
 
“Sempre a lamentarvi, voi due!” Disse irritato Han. Ma Luke rise divertito della sua reazione.
 
“Comunque, se non fosse per Amy, saremmo ancora lì.” Disse Leia.
 
“Oppure avrei usato il mio blaster contro di loro.”
 
“In quattro contro una dozzina di criminali?”
 
“Ho affrontato situazioni ben peggiori di questa, usando solo il blaster e con molte più persone” ribatté Han.  
 
A quel punto, la senatrice alzò gli occhi al cielo con aria rassegnata, mentre il pilota sorrise sodisfatto di aver avuto l’ultima parola. 
 
Luke continuò a ridere divertito per i loro litigi, mentre il wookie ormai si era abituato ai loro litigi e faceva finta di non sentirli.
 
Il pilota ribelle voleva complimentarsi con Amy, ma si guardò intorno e vide che dentro alla cabina di pilotaggio non c’era.
 
“Ragazzi, ma voi avete visto Amy?”
 
Il gruppo cominciò a guardarsi intorno nella cabina di pilotaggio capendo che la ragazza non si trovava lì con loro.
 
“Non è che… forse non è entrata dentro alla nave?” chiese Han con tono teso, pensando alle conseguenze.
 
“No, è entrata per ultima. L’ho vista.” Disse Luke
 
Han fece un sospiro di sollievo nel sentire quelle parole.
 
“Probabilmente sarà seduta al tavolo da gioco.” Lo rassicurò Leia, alzandosi poco dopo seguita da Luke e Han, mentre Chewbe continuava a pilotare.
 
Quando arrivarono alla stiva principale, trovarono la ragazza appoggiata al tavolo da gioco con aria di sfida e la cintura allacciata. Ormai erano passati poco meno di due mesi da quando Amy aveva preso il cristallo e salvato tutti loro, entrando a fare parte dalla ribellione. Ma per lei sembrava già passato quasi un anno.
 
Tra allenamenti, arresti da soldati e missioni per la scoperta della forza e della storia del cristallo.
 
Per quanto Amy non forse ancora abituata a quella situazione e a quell’universo parallelo, si stava comunque adattando alle missioni, mangiando le stesse cose con loro, conoscendo varie razze e pianeti diversi; si era persino vestita come loro: indossava una maglia a maniche lunghe di colore grigio sporco, dei pantaloni neri con una cintura multi tasca e una fondina marrone, degli stivaletti marrone scuro, i capelli raccolti sulla testa, ma dei ciuffi che le ricadevano sul viso incorniciando il volto.
 
La sua situazione era conosciuta solo dalla sua squadra e dal consiglio dei ribelli, i vari piloti e soldati non sapevano nulla.
 
Amy era andata avanti, anche dopo vari momenti difficili. Come la sua decisione di essere una obiettrice di coscienza, per il fatto di non voler uccidere nessuno, accettando di essere giudicata come una codarda da tutti gli altri soldati, fatta eccezione per i suoi amici.
 
Per quella missione aveva deciso di portare con sé delle armi non letali: un blaster per stordire, varie bombe di fumo e quelle di vernice. Aveva deciso di non uccidere nessuno, ma si difendeva usando il combattimento a corpo a corpo e la sua astuzia, creando piani per distrarre i nemici e salvare la situazione.
 
Cercava di salvare tutti e sopravvivere, capendo come funzionava quella galassia e cercando informazioni sul cristallo prima dell’impero.
 
Ma aveva un grosso vantaggio contro di loro. Nessuno nella galassia sapeva chi fosse. L’impero non aveva né un suo ologramma né il suo nome. Avevano solo una vaga descrizione fisica molto generica. E questo giocava molto a loro favore.
 
Quando la squadra si avvicinò a lei, Han comico a dire divertito: “Cavolo. Dopo tutte le missioni che hai fatto non riesce ancora a tenere il fiato?” e rise con aria sarcastica, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di tutti.
 
Amy alzò lo sguardo con aria inespressiva e cominciò a dire: “Beh sai. Sei corri con una giacca pesante…”
 
Si slacciò la cintura, prese il suo gilet marrone scuro, attaccato alla parete vicino a lei, lo prese due mani e solo dalla sua faccia si poteva capire il suo sforzo.
 
Si alzò e si diresse verso al tavolo, quindi srotolò il gilet, facendo cadere un sacco di monete d’oro imperiali da tutte le tasche della giacca.
L’equipaggio rimase sbalordito dalla scena, tutti si avvicinarono al tavolo per guardare le monete.
 
Han era quello più sconvolto, con gli occhi spalancati e la bocca aperta senza staccare lo sguardo dai crediti.
 
Amy rise dopo aver visto la sua reazione e continuò con aria sodisfatta: “Sai, è un po’ difficile correre veloce, mentre hai tutte le tasche piene di monete d’oro. Visto che sono un po’ pesanti. E ora mi sento anche un po’ dolorante…” si mise una mano sulla spalla, massaggiandola per il dolore del peso.
 
“Non ci posso credere” Disse Luke sbalordito, ma sorridendo.
 
“Ma dove li hai presi?” chiese Leia confusa.
 
“Quando la bomba ha cominciato a fumare, e i contrabbandieri hanno iniziato a sparare, qualcuno ha ribaltato i tavoli da gioco. Così quando ho iniziato ad uscire gattonando verso la porta, ho visto un sacco di crediti per terra e li ho presi. Ma non prima di prendere questo.” E dalla tascata dei pantaloni tirò fuori un dischetto argentato con aria sodisfatta.
 
Tutti alzarono lo sguardo verso di lei, notarono il dischetto, rimanendo soddisfatti.
 
“I progetti delle nuove armi e le basi del sistema attorno dell’impero” disse Leia sorpresa avvicinandosi a lei.
 
“Allora tu sei riuscita a prenderlo!” aggiunse Luke con lo stesso tono.
 
“Non era questo il piano?” disse Amy guardandoli sodisfatta.
 
Erano in quel locale, dove un contrabbandiere Duros aveva rubato il disco delle informazioni da Luke. Dopo aver ricevuto da una spia ribelle lo seguirono, fino quando non entrarono nel casinò e il dischetto si trovava nelle mani di un gangster Weequay, che non voleva restituirlo loro.
 
Così Han decise di giocarsi quelle informazioni a Sabacc, sicuro di vincere ma non con lo sguardo convinto del resto della squadra.
 
Il pilota fu in grado di vincere le informazioni, ma quando il gangster cominciò a sospettare che avessero barato, l’atmosfera si fece tesa. E quando presero i blaster, Amy dalle tasche della cintura prese una piccola bomba di fumo, la fece cadere da dietro la schiena, allontanandosi verso i tavoli.
 
Quando iniziò a fare fumo, la ragazza urlò al fuoco, si sentì qualche colpo e in meno di un minuto tutto il locale fu riempito dal fumo bianco e denso e quando sentirono gli spari cominciò il caos.
 
La squadra ribelle si abbassò a terra e iniziò a correre via. Luke, Leia e Han corsero alla porta, mentre Amy gattonava.
 
“Così, quando ho iniziato a camminare verso alla porta, ho preso il dischetto e qualche credito” Finì Amy, mettendo le mani sui i fianchi con aria sodisfatta.
I ragazzi erano stupiti, ma fieri di lei per aver recuperato il dischetto.
 
“Amy, sei stata fantastica!” commentò Luke con entusiasmo, andando vicino a lei e sorridendo.
 
“Già. Sei stata davvero fantastica!” aggiunse Han e fece per prendere i crediti.
 
“Non ci provare, Solo!” disse Amy con tono deciso, mettendo la mano su tavolo con aria decisa per fermarlo.
 
 “Questi crediti non sono per tutti per te. Ma per tutti noi. Per acquistare le provviste, i pezzi di ricambio e tutto quello che ci serve per sopravvivere.”
 
Con entrambe le braccia, Amy strascinò tutte le monete verso di lei.
“Amy ha ragione.” Rispose Leia.
 
Il sorriso di Han sparì, mentre guardava la principessa con aria irritata.
 
“La ribellione ha già le risorse limitate per mandare avanti centinaia di basi e soldati. Ora ci metti tu a prendere i crediti e a perderli al gioco!” incrociò le braccia al petto con aria inespressiva.   
 
Han si mise davanti a lei, con aria di sfida, dicendo: “Beh, scusatemi vostra grazia, se voglio aumentare i nostri guadagni fino al doppio e avere più risorse per noi”.
“Lo fai far il bene della ribellione, oppure vuoi solo prenderti una piccola parte generosa solo per te?” ribatté Leia e gli lanciò una occhiata di sfida.
 
Il pilota ricambiò: “E anche se fosse? Ti ricordo, mia cara principessa, ho una taglia sulla testa, e un Hutt che mi vuole morto! Quindi, non è per avidità!”
 
“Ti ricordo, mio fidato pilota che non sei né il primo né l’unico con una taglia sulla testa! Visto che l’abbiamo sia io, che Luke che tutta la ribellione!” e continuarono a discutere.
 
Amy e Luke si guardarono con aria perplessa.
 
“Ma… fanno sempre così?” chiese la ragazza a bassa voce.
 
“Ormai ci ho fatto l’abitudine. Anche se spesso sembra che debbano stare lontani l’uno dall’altra!”
 
I due ragazzi rimasero distanti e entrambi si aiutarono a vicenda per mettere tutte le monete sulle tasche del gilet.
 
“In questo caso…” disse Leia, mettendo la mano sul tavolo “Nasconderò questi crediti da te. Prima che tu li ‘spendi’ come meglio credi.”
 
Han fece una risata divertita, dicendo: “E dove pensi di nasconderli? Qui?”
 
Mise la mano anche lui del tavolo da gioco, davanti a lei, guadandola negli occhi con aria cinica: “Sorella, io sono il capitano di questa nave. Ovvero, l’unico di tutta la galassia che conosca questa nave da cima a fondo” alzò il dito in aria indicando la nave. “Quindi, anche se nascondessi questi crediti nel posto più insolito e improbabile qui dentro, stai certa che riuscirei a trovarli!” finì con un sorriso, sicuro di aver vinto la discussione.
 
“Hai ragione.” aggiunse Leia.
 
 “Tu conosci tutti i segreti della tua nave. Ma forse Chewbe conosce un nascondiglio in più di te.”
 
Il sorriso di Han si spense subito, trasformandosi nella sua solita aria inespressiva senza rispondere.
“Quindi chiederò a lui di nascondere questi crediti e non di non dirti dove li ha messi nemmeno sotto tortura.” concluse Leia sicura e dirigendosi verso alla cabina di pilotaggio.
 
Il contrabbandiere sembrava paralizzato dalle sue parole. Luke e Amy si lanciarono uno sguardo perplesso, aspettandosi una reazione da parte sua.
Dopo un minuto, camminò a passo svelto verso la cabina, esclamando: “Aspetta un attimo!” e se andò.
 
I due ragazzi risero divertiti.
 
“Principessa generale uno. Pilota contrabbandiere zero!” disse Amy ironica.
 
“Come sempre, del resto.” aggiunse Luke e i due tornarono a ridere divertiti.

Una cosa che Amy non si aspettava durante le sue prime missioni era ridere spensierata e scherzare su quello che le stava scucendo.

Ed era una cosa che apprezzava moltissimo in quei momenti.



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Note:
E ecco! :D
La nuova storia su Amy e il misterioso cristallo! :D
Questa, è una storia un pò corta del solito, ma spero che
vi piaccia!
Grazie mille per la vostra lettura!
Evola

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Capitolo 2
*** Parte II ***


Parte II
“Che cosa vorresti vedere?”
 
 
Dopo che il Wookie nascose il gilet pieno di crediti da Han e lui discuteva di nuovo con Leia, erano tutti e cinque nella cabina di pilotaggio ed erano in mezzo allo spazio.
 
Per Amy era una cosa da togliere il fiato. Se c’era una cosa a cui non si sarebbe mai abituata, era di vedere e essere in mezzo allo spazio profondo.
 
Per una ragazza che aveva vissuto per 17 anni e aveva visto le stelle solo dal basso verso l’alto e ora poteva stare in mezzo a loro, oltretutto all’interno di una nave spaziale, era la cosa più straordinaria che potesse capitarle.
 
Aveva incontrato persone che potevano vivere in mezzo alle stelle. Ogni volta che stava in mezzo allo spazio e vedeva il salto nell’iperspazio rimaneva sconvolta come la prima volta.
 
Forse quello era uno dei motivi per cui andava a combattere, per vedere quel maestoso panorama.
 
“Ora che facciamo?” chiese Luke.
 
“Dobbiamo tonare alla base, controllare queste informazioni e vedere che cosa possiamo fare e a che servono quelle basi e armi” rispose Leia.
 
“A parte ottenere missioni suicide e andare contro morte certa?” disse Han ironico per alleggerire la tensione. 
 
La senatrice alzò gli occhi, facendo finta di non ascoltarlo. Chewbe gli rispose con tono paziente.
 
“Si chiama ‘sdrammatizzare la situazione’. E poi, ci siamo riusciti anche questa volta.”
 
“Un po’ di merito va anche a questo pezzo di ferraglia.” Disse Luke con sorriso ironico.
 
“Ehi!” esclamò Han guardando verso di lui con aria severa e il dito alzato in sua direzione “Se provi di nuovo a chiamare la mia nave ‘pezzo di ferraglia’, giuro che la prossima volta ti abbandono su un pianeta deserto e pieno dei peggiori imperiali e cacciatori di taglie della galassia!”
 
“Ma poi cosa farai senza di me?” chiese Luke con un finto tono drammatico.
 
“Se posso fare a meno dell’aiuto pilota arrogante Twi'lek, posso fare meno anche di te, ragazzo!”
 
Luke rise divertito e anche Han rise, tornando a pilotare. Anche Leia nascondeva un sorriso per quella piccola scena ironica.
 
Amy non rise. Anzi, neppure stava ascoltando. Stava solo fissando il panorama davanti a lei, perdendo la concezione del tempo, era isolata da tutto il resto, con gli occhi spalancati come se non volesse perdersi nemmeno un piccolo istante, pesando a quante cose ci fossero ancora da vedere.
 
Luke notò il suo silenzio e la sua espressione meravigliata, gli occhi persi nel vuoto. E capì a che cosa stesse pesando in quel momento. Ma soprattutto quello che voleva.
 
“Ragazzi, sentite…” cominciò a dire “Visto che abbiamo completato la missione un po’ in anticipo… perché non andiamo da qualche parte prima di tornare alla base?”
 
I tre rimasero perplessi dalla idea di Luke.
 
“Insomma giusto per prendere un po’ di fiato e rilassarci un po’” aggiunse, indicando Amy con gli occhi.
 
Da quando la ragazza aveva iniziato ad andare in combattimento con la ribellione aveva sempre impiegato tutta se stessa per impegnarsi e risolvere la situazione, soprattutto per salvare tutti senza per forza uccidere.
 
Lasciava quasi sempre tutti sconvolti dal suo ingegno e capacità di ragionamento –aveva convinto persino vari soldati imperiali facendoli disertare, al posto di ucciderli sul colpo.
 
Ma quando Amy cominciava a sentirsi sotto pressione o stanca, inizia ad avere forti attacchi d’ansia e sbalzi d’umore. All’inizio cercava di nasconderlo, dicendosi che non fossero importanti in quel momento e sperando di non dimostrarsi come un peso per tutti.
Durante una crisi emotiva molto forte davanti a Luke si decise a confessare le sue paure e i sensi di colpa che la tormentavano. Il ragazzo fu molto comprensivo, così come il resto del gruppo.
 
Prima decisero di concederle un aiuto psicologico per parlare. Così Amy aveva capito che, quando iniziava ad avere i suoi momenti depressivi, doveva fermarsi almeno un attimo per dedicarsi a se stessa prima di iniziare qualcosa di nuovo.
 
Amy non era né depressa e né essere emotivamente instabile in quel momento. Ma nei suoi occhi si poteva vedere la voglia di scoprire qualcosa di nuovo. E voleva assecondare quella voglia.
 
Leia, Han e Chewbe capirono che cosa intendesse Luke.
 
“In fondo, penso che si possa fare” Rispose la senatrice sincera “Invierò un messaggio al consiglio, dicendo che la missione è completata e che faremo una piccola sosta di rifornimento” e fece un sorriso dolce verso a Luke.
 
Lui ricambiò, si girò verso di Amy, dicendo: “Hai sentito?” le disse, mettendole una mano sulla spalla.
 
Quando Amy sentì quel tocco ritornò alla realtà, dicendo: “Cosa?”
 
Lo Jedi spiegò quello che volevano fare, ma lei non era convinta: “Non lo so, insomma. Questa missione era abbastanza importante e abbiamo delle informazioni che potrebbero risolvere molte cose” disse e li guardò con aria perplessa “Insomma… secondo me non c’è bisogno di fermarsi. In fondo, stiamo bene” e guardò in basso con aria un po’ malinconica.
 
Sapeva che quando era molto triste tutti cercavano di aiutarla a sentirsi meglio, anche mettendo da parte cose molte più importanti.
 
Allo stesso tempo, era sollevata dall’idea che ci fosse sempre qualcuno pronto a starle vicino in quei momenti di crisi.
 
“Non preoccuparti, Amy.” Disse Leia “La ribellione può ancora aspettare.
 
Sembra che l’impero ci stia dando una specie di tregua. E forse è meglio approfittarne prima che finisca” e fece un sorriso rassicurante.
“E poi, lo hai sempre detto tu che nella vita, anche in periodo di guerra, si può prendere un attimo per noi stessi.” aggiunse Luke.
 
“Ed è l’unica cosa su cui siamo d’accordo.” Finì Han con tono ironico, facendo scatenare una risata generale.
 
Amy si convinse e disse sorridendo: “D’accordo. Ma dove andiamo?”
 
“Veramente, pensavo che tu avessi qualche richiesta particolare.” Rispose Luke.
 
La ragazza era sbalordita da quella frase: “Cosa?” disse.
 
“Insomma, se hai qualche posto che vorresti vedere, basta chiederlo.”
 
Continuò Luke “Visto che provieni da un mondo completamente diverso, e hai già visto molti pianteti e conosciuto un po’ della nostra galassia, forse hai in mente un posto che vorresti vedere.”
 
Amy ci pensò e rispose sarcastica: “Perché? Pensate che se dicessi la cosa più assurda che mi viene in mente, allora quella può essere reale qui?”.
 
“Dopo tutto quello che hai fatto, visto, e soprattutto del come sei arrivata fin qui, non può essere?” controbatté Han.
 
La giovane capì che aveva ragione: in quei mesi aveva conosciuto varie razze aliene diverse, pianeti con atmosfere e tecnologie sempre diverse, al di fuori della fantascienza. Quindi capì che, se avesse descritto un posto nel modo più assurdo per lei, magari lì sarebbe davvero esistito.
 
“Okay, fatemi pensare.”
 
Che cosa poteva vedere in quel momento in un modo parallelo? Per lei era come se avesse già visto tutto quello che non era mai riuscita ad immaginare in una vita intera, che altro c’era da vedere? Una città sott’acqua? Una antica civiltà costruita in una stella? Una base segreta con il teletrasporto?
 
Ma le venne in mente una cosa completamente diversa, ma che aveva sempre voluto vedere dal vivo.
 
“Mi piacerebbe vedere un tramonto blu” disse Amy.
Tutto si girarono verso di lei con aria stupita.
 
“Da dove vengo io, il mio pianeta fa parte di un sistema solare. E il mio pianeta è l’unico con forme di vita” spiegò. “Ma uno dei pianetti più famosi del nostro sistema, è Marte. Ovvero, il pianeta rosso.”
 
“Il pianeta rosso?” chiese Luke perplesso.
 
Amy sorrise un po’ divertita. Era sempre sodisfatta di raccontare qualcosa del suo mondo. Soprattutto all’idea di vedere come rimanevano sbalorditi da quello che raccontava. Era come se i ruoli si invertissero tra di loro. E lo trovava molto divertente.
 
“Sì. Perché è noto per essere un pianeta completamente deserto color rosso. L’essere umano non ci ha mai messo piede, ma lo studiamo in lontananza grazie ai nostri satelliti sopra al pianeta e i robot che mandiamo su Marte. E anche se sembra che non abbia nessun forma di vita – anche se abbiamo scoperto l’acqua recentemente – il suo tramonto è completamente blu”.
 
Gli altri rimasero affascinati e increduli da quelle parole.
 
“Il suo tramonto è blu?” chiese Han
 
“Sì. Un blu freddo, scuro e glaciale. Che si scontra molto con la sua fama di essere il pianeta rosso. Un pianeta arido, caldo e desertico” disse Amy e rise, ma continuò a parlare con un tono più appassionante.
 
 “Ma è stupendo. Con un sole blu chiaro mentre il cielo diventa scuro, penso che sia uno degli spettacoli più belli del mondo. E mi chiedo se… ci fosse qualcosa di simile anche qui.” E guardò in basso.
 
I suoi amici si guardarono con aria perplessa, pensandoci su.
 
“Ora che ci penso, non c’era un pianeta simile in un altro sistema? Mi pare di ricordare che il suo tramonto sia completamente blu” disse Han.
 
Amy alzò lo sguardo di scatto, dicendo speranzosa: “Davvero?”
 
“Sì. E credo proprio che non siamo molto lontani da lì…” Han cominciò a controllare le mappe, ma fu il wookie a confermare la sua teoria.
“E riusciremo a essere lì in tempo per il tramonto?” chiese subito Amy speranzosa.
 
Non riusciva a crederci. Non pensava che fosse una cosa realmente possibile, ma ormai aveva capito che lì li possibile e l’impossibile erano separati da una linea di confine molto sottile.
 
“Beh… con il salto nell’iper spazio potremmo anche farcela” rispose il pilota, preparandosi per il salto.
 
La ragazza sorrise emozionata. Non vedeva l’ora di essere lì, per ammirare quello spettacolo, ed era impaziente di partire.
 
Gli altri membri della squadra erano felici e impazienti quanto lei di partire.

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Note:
Ecco! Finalmete il nuovo capitolo! :D
Mi dispiace tanto di avervi fatto 
aspettare. Ma spero che il capitolo vi 
sia piaciuto e spero di pubblicare
preso il nuovo capitolo!
Buona domenica
Evola 

 

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Capitolo 3
*** Parte III ***


Parte 3
Il tramonto Blu
 

Erano su Aquarium, un pianeta desertico uguale a Marte, se non per il fatto che era presente una piccola città simile a Tatooine.
 
Il Falcon era atterrato in mezzo al deserto, dove si poteva vedere la città in lontananza.
 
Tutti erano ancora di sopra, seduti all’interno della nave, sotto richiesta di Amy – credeva che guardare il tramonto sopra alla nave sarebbe stato più emozionate. E poi, era una scusa per salire finalmente sul tetto.
 
Erano seduti in fila, vicini e in silenzio, aspettando lo spettacolo della natura.
Il cielo iniziò a cambiare colore pian piano. Da arancione assunse varie sfumature di blu scuro.
 
Amy cominciò a emozionarsi, tenendo gli occhi fissi sull’orizzonte e la bocca semi aperta per lo stupore. Pian piano il cielo diventò di un color bluastro molto scuro, quasi nero, mentre il sole si tramutò in una luna di colore celeste luminoso.
 
Era il blu più luminoso che Amy avesse mai visto. Non era un azzurro color cielo e nemmeno un blu notte.
 
Era una tonalità molto diversa ma luminoso, con una sfumatura di bianco, sembrava una bella vista sull’oceano in una notte stellata.
 
 E quel sole era in mezzo a un cielo bluastro che illuminava ancora la città sotto di essa.
 
Il cuore di Amy batteva forte per l’emozione, sorrideva per la felicità, mentre continuava a tenere gli occhi spalancati. Cercando di non perdere nemmeno un istante di quello spettacolo unico.
 
Era il panorama più bello che avesse mai visto in vita sua. Non era nemmeno paragonabile a tutti i tramonti più belli che avesse mai assistito.  Era lo spettacolo più bello si sempre, era sicura che potesse essere persino più bello di quello di Marte.
“È… indescrivibile” Disse Amy rompendo il silenzio intorno a loro, con una voce tremante per l’emozione e una piccola lacrima che le scendeva dall’occhio, mentre faceva una piccola risata di gioia.
 
I quattro amici si scambiarono un sorriso tra di loro con aria soddisfatta, ritornando in silenzio per ammirare insieme la fine del tramando.
 
Pochi minuti dopo, che ad Amy erano sembrati solo istanti, il sole calò, lasciando spazio alla notte con un cielo stellato mai visto prima d’ora.
 
Amy era in posizione rannicchiata, con le gambe strette al petto, il mento sopra alle ginocchia e le braccia intorno ad esse, con gli occhi alzati verso il cielo.  Ringraziò con sincerità i suoi amici per averla fatta assistere a quella meraviglia, e lanciò loro uno sguardo appannato dalle lacrime di gioia.
 
Leia rispose che non c’era bisogno di farlo, perché anche per loro era stata una grande emozione, soprattutto poter assistere a quello spettacolo tutti insieme.
 
Amy si sentì felice di udire quelle parole. L’abbracciò come se volesse sentire l’affetto che lei la dimostrava con le parole. La principesse lo ricambiò sotto gli sguardi felici dei suoi amici e del fidato Wookie.
 
Dopo l’abbraccio, la principessa chiese se Amy fosse pronta per patire. La ragazza ci pensò, rispondendo: “Ancora no. Vorrei stare un po’ da sola qui. Se è possibile.”
 
Il gruppo acconsentì, lasciandola sopra al Falcon.
 
Quando fu sola, la ragazza ripensò a tutte le cose straordinarie che aveva visto negli ultimi mesi: foreste da mozzare il fiato, pianeti che erano civilizzati, alcuni con razze selvagge. Alieni umanoidi, robot e androidi con intelligenza e conoscenza tutta loro (o ansia, come nel caso di C3PO).
 
E dio solo avrebbe potuto sapere quante altre cose doveva ancora scoprire.
Era bello provare queste emozioni di gioia e di meraviglia, nonostante la realtà che era costretta a ritrovare in mezzo ad un contesto che pensava di non dover vivere mai, come la guerra.
 
Con l’universo intero che le dava la caccia per il suo cristallo, del quale sapeva ancora molto poco, seguiva un cammino ripido e scosceso per cercare le risposte e per tornare a casa.
 
Aveva disobbedito agli ordini per seguire i messaggi che le trasmetteva il cristallo e aveva persino ascoltato una voce fantasma. Aveva deciso di essere una obiettrice di coscienza in mezzo ad una delle più grandi e mostruose guerre che avesse mai visto.
 
 L’unico modo per adattarsi era prendere tutto come se fosse una sfida. Un po’ come se fosse solo un gioco. Un gioco contro il tempo e se stessa, usando solo la sua testa e il lavoro di squadra.
 
Giorno dopo giorno, stava dimostrando che non era una sciocca ragazzina venuta da chi sa dove, ma una persona sicura delle sue scelte e che sapeva bene quello che stava facendo, talvolta anche ammettendo di essersi sbagliata o di avere torto.
 
Si divertiva, perdendola come se fosse una gara, e si sentiva sodisfatta dopo ogni missione riuscita. Anche se la realtà le dava uno schiaffo violento sulla situazione drammatica che stava vedendo, mentre assisteva a orribili tragedie.
 
“Beh… almeno non sono a scuola.” Pensò guardando in basso, cercando di sollevarsi il morale da sola.

 

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Note:
Ecco il nuovo capitolo! :D 
Spero che vi sia piacuto! 
Perchè mi sono un pò emozionata 
a scrivere questa scena..
Il prossimo vi piaccia! 
Buona lettura! 

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Capitolo 4
*** Parte IV ***


Parte 4
Ci sono anche io
 

Amy era corsa seduta rannicchiata su se stessa, finché non sentì il suo nome pronunciato da qualcuno che si trovava dietro di lei.

Si girò e vide che si trattava di Luke, che aveva lo sguardo basso e l’aria un po’ incerta.
 
“Luke” Rispose “Sei venuto a dirmi che dobbiamo andare?”
 
“Beh… sì. Ma prima volevo chiederti se ti sentivi bene.”
 
Il ragazzo si sedette accanto a lei a gambe incrociate, guardandola.
 
“Mi chiedo se sto bene. Perché mi sono emozionata per una cosa che non ho mai visto come un tramonto blu? Sì, sto bene” Rispose ironicamente senza staccare gli occhi dal cielo.
 
Luke rise, dicendo: “Capisco che per te è ancora tutto nuovo e ti emozioni facilmente. Anche se a volte è bello vederti emozionata per cose che per noi sono la banalità.”
 
“Oh, sono felice che una piccola nativa come me vi faccia ridere quando chiede, ad esempio, ‘come funzione un robot?’.” E risero divertiti insieme.
 
“Ma, comunque, come stai?” chiese lo Jedi smettendo di ridere e guardandola con aria seria.
 
Amy girò la testa verso di lui per guardarlo negli occhi.
 
“Insomma… ormai sei qui da un po’, stai affrontando la situazione in un modo davvero coraggioso, risolvendo molte missioni, allenandoti duramente e…”
 
“Mi stai chiedendo se mi sento a mio agio in questo momento?” concluse Amy, sapendo che cosa stava per dire Luke.
 
“Beh… Sì.” ammise Luke con tono impacciato, passandosi la mano dietro la testa. “In fondo, so che tutto questo è molto complesso, ben più di quanto noi possiamo immaginare.”
La ragazza non rispose, ritornando a guardare in basso.
 
“Ma… se ti consola, è complicato anche per me.”
 
A quel punto Amy lo guardò con aria perplessa.
 
“Io sono crestuto in un deserto quasi desolato per 19 anni, e ormai sto in mezzo in prima linea in una battaglia, scoprendo un mondo sconosciuto anche per me. E forse è così anche per Han e Leia, in un certo senso.”
 
Spiegò Luke. “Quindi, è vero che non possiamo capirti fino in fondo, ma fino ad un certo punto possiamo eccome” E fece un piccolo sorriso dolce e rassicurante.
 
Amy lo ricambiò, dicendo: “Che possiamo dire? ‘Siamo stranieri in terra straniera*. Ma nel nostro caso, siamo esseri viventi, in una guerra più grande di noi” disse e poi ritornò a guardare le stelle.
 
 “Però, voi siete abituati a certe cose. Come le navi volanti e i robot. Io no. Voi siete abituati alla guerra. E io no. E forse, a questo non mi abituerò mai. Mi sto solo adattando. Ma non è la stessa cosa.”
 
Rimasero in silenzio per qualche secondo, finché Luke iniziò a guardare in alto anche lui verso le stelle. Non sapeva se le parole di Amy fossero una cosa buona o meno. Ma voleva stare accanto a lei, facendole capire che le era vicino, sapendo che poteva fare la differenza la sua compagnia.
 
Quando Luke sentì Amy ridere, si girò con la testa per guardarla con aria incuriosito, dicendo: “A che cosa stai pesando?”
 
“Niente.” Rispose l’amica ridacchiando. “Solo che… mi è venuta in mente una strofa di una vecchia canzone che ascoltavo da bambina.” E sorrise con aria nostalgica.
 
“E come faceva?” chiese lui incuriosito.
 
Amy rise un po’ divertita, dicendo: “Allora, diceva…Seconda stella a destra, questo è il cammino…” Amy iniziò a cantare, alzando il braccio per indicare le stelle. E Luke seguì il suo dito con aria stupita.
 
E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te. Porta all'isola che non c'è*” Continuò a cantare, finché non iniziò a ridere, trovava buffo e strano di aver cantato proprio quella vecchia canzone, a voce altra e davanti a qualcuno.
 
Ma Luke era sbalordito da quella parole e chiese: “Che cosa è un’isola che non c’è?”
 
“È un’isola immaginaria, tratta da un libro per ragazzi. Ma a volte la usiamo come metafora per raggiungere luoghi o sogni impossibili.”
 
“E, adesso, dove è la tua isola che non c’è?”
 
Amy era stupita da quella domanda, il suo sguardo diventò malinconico e, guardando in basso, rispose senza pensarci: “Casa.”  
 
Il giovane pilota rimase sorpreso ma, ben presto, cominciò a sentirsi in colpa per quella domanda.
 
“Mi manca. Mi manca tutto…” Amy iniziò ad elencare: le mancavano la sua città, le sue strade, i negozi, la scuola, la sua routine, le giornate di pioggia. Ma la cosa che le mancava più di tutte era sua madre. Le mancavano il suo volto, i suoi consigli, i loro litigi, i pettegolezzi inutili del vicinato, i suoi abbracci e il suo affetto.
 
“E… ogni tanto credo che non ritornerò mai più a casa.” Confessò con amarezza.
 
 “In fondo, come faccio a ritornarci se sono bloccata qui? Che cosa ci faccio qui? Perché il cristallo mi ha scelto? Perché devo combattere per una guerra non mia? Che senso ha tutto questo, se non c’entro niente? Non sarò mai in grado di abituarmi a questa cosa.”
 
Guardò in basso, con aria triste, stringendo le gambe verso di sé e pensando a quello che aveva detto. Era vero che, certe volte, pensava di non risonare più a casa.
 
Luke le mise una mano sulla spalla in segno di conforto dicendo: “Questo non è vero”.
 
Amy alzò lo sguardo verso di lui, perplessa per le sue parole.
“Certo, non appartieni al nostro mondo, ma se il cristallo ti ha scelta, allora vuol dire che sei destinata dalla forza a essere qui. E io penso che sia stata la forza a farci incontrare… anche se tu non credi nel destino.”
 
Luke sorrise in un modo dolce e gentile, ricambiato da lei.
 
“Non sarà la tua guerra, ma lai stai combattendo nel modo più coraggioso che io abbia mai visto. E ci hai dimostrato più di una volta – anche oggi – che tu meriti molto più rispetto alla Ribellione.”
 
“Quindi… pensi che io sia una di voi? Una Ribelle?” chiese Amy.
 
“Lo sei sempre stata, fin da quando ti ho vista.” Rispose lui sincero, e i due si scambiarono un sorriso sincero. “E ora, tu fai parte di questa galassia più che mai. Insieme combatteremo fianco a fianco io e te. Per ripotarti a casa. Perché noi abbiamo la speranza di riuscire.”
 
Amy abbracciò Luke con gioia e lui ricambiò il gesto. Quelle parole le davano la speranza di farcela e di non essere da sola. Aveva ormai capito che anche lei era lì, in quella galassia. Era pronta a combattere e a dimostrare che ne faceva parte e che valeva molto più. Voleva farlo insieme al più grande gruppo di amici che aveva sempre voluto avere.
 
“Grazie, Luke.”
 
“Di niente. Del resto, ormai ci sei anche tu qui. Accanto a noi.”
 
I due amici sciolsero l’abbraccio guardandosi felici negli occhi.
“Allora? Iniziamo a partire?” chiese Amy.
 
“Sì, dovremmo. Ma prima restiamo ancora un po’ qui.” Rispose Luke, sorridendo luminoso e guardando il cielo.
 
Amy si mise a gambe incrociate e posò la testa sopra alla spalla del suo amico. 
 
Rimasero a guardare entrambi le stelle insieme, vicini. Prima di combattere in un'altra avventura insieme alla ribellione.
 
E per la prima volta da quando Amy si trovava lì, si convinse del tutto di far parte anche di quella galassia. E nessuno poteva convincerla del contrario.


 


 


"...E so che non è una fantasia
non è stata una follia
quella stella la vedi anche tu

perciò io la seguo ed adesso so
che io la raggiungerò
perché al mondo ci sono anch'io"

883- "Ci sono anche io"




 

 


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Note:
E finalmente! Ho completato questa storia!
Vi chiedo scusa e mi dispiace davvero tanto
per avervi aspettato così tanto per questa storia.
Ma, l'amica che mi aiuta a coreggere i capitoli,
ma doveva fare cose inportante e chi ha messo tanto. 
Qundi, mi scuso tanto per l'atessa. 
Ma, spero vivamente che questo capitolo e questa 
storia vi piaccia. A me mi è emozionta a scriverla. 
E sopratutto, mi sono ispiritata alla canzone
"Chi sono anche io" degli 883. Tratto dalla canzone
del film diseny "Il pianeta del tesoro" (Che vi
consiglio di vederle!). 
E ci vediamo alla prossima storia!
Che: Uno non so quando la pubblicerò.
e due: sarà una storia ambietata dei mitici anni 80 ;)
Grazie mille per le recesioni e le letture recesioni!
A presto
Evola. 

P.s
* è una citazione che ho sentita dal film "Un'avvettura nello spazio e del tempo"
**  è la canzone "L'isola che non c'è" di Edoardo Bennato :) 

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