La Ballata del Tuono e dell'Inganno

di Iky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Kaleidoscope ***
Capitolo 2: *** Questioni di prospettiva ***
Capitolo 3: *** Un'altra Illusione nella Menzogna ***
Capitolo 4: *** Di baci e carezze celate ***
Capitolo 5: *** Fake ***
Capitolo 6: *** If I hadn't know you ***



Capitolo 1
*** Kaleidoscope ***


kaleidoscope Note:
Questa sarà una raccolta di storie (drabble, sentences, OS etc) su Thor e Loki nei vari contesti del MCU, sia legata al canonverse ma anche ad ambientazioni original, a molti Missing Moment o What if.
Sarà una raccolta aperta, che man a mano riempirò in base all'ispirazione del momento e anche in base ai diversi prompt suggeritimi.
Tratterò del loro rapporto sia come brotp ma anche come bromance o romance.
Lascerò ai lettori leggerne le sfumature (e se andrò oltre il rating arancione, la posterò altrove dal momento che qui su EFP è vietato).
Contando che è la primissima volta che scrivo di loro (anche se li amo profondamente), spero di aver mantenuto l'IC.
Vi lascio alla lettura,
Iky



*


 Prompt: Kaleidoscope di Chris Thalissa Hale
Ambientazione: Canonverse, Post Thor Ragnarok, Missing Moment
Rating: giallo
Personaggi: Thor; Loki
Genere: Introspettivo, Angst;



Kaleidoscope







“Midgard, davvero?” la voce di Loki risuonò pungente e divertita “ottima scelta, mio re.”

Thor nemmeno si voltò, continuando a fissare lo spazio attraverso i vetri dell'imponente navicella.

Si era ritrovato da solo nella sala grande, non appena tutti si erano ritirati, a osservare il cosmo sospeso nelle stelle, dove il tempo stesso cessava di essere scandito: erano in viaggio, persi nel vuoto, con Asgard distrutta; e Thor adesso si sentiva leggermente impaurito da quell'enorme responsabilità che gravava sulle sue spalle: non aveva potuto che scegliere il compimento di Ragnarok, ma non aveva mai desiderato essere davvero Re.

E questo Loki lo sapeva bene: solo che non smetteva mai di provocarlo.

“Potremmo colonizzare la Norvegia,” continuò, facendo qualche passo avanti e fermandosi al suo fianco, il sorriso sornione sul volto “Odino ne sembrava affascin-”

Thor sbatté un pugno sul vetro spesso, facendolo traballare.

Loki non sussultò nemmeno, solo le labbra si allungarono strette in una smorfia contratta, le iridi vacue ammantate di ombre scure.

“Non adesso.” mormorò il Dio del Tuono, pregandolo al silenzio.

Si sentiva sopraffatto improvvisamente da una stanchezza pesante: lo rendeva vulnerabile, e non gli piaceva; non era dell'umore adatto per sopportare l'ironia del fratello, figurarsi l'ascoltare quelle parole affilate.

Socchiuse l'unico occhio rimastogli, inclinando il volto e sfiorando, con la fronte, la mano ancora sul vetro.

Loki, con grande sorpresa, si acquietò: non disse una parola, continuando a respirare placido al suo fianco.

Thor ascoltò i suoi respiri, allineandoli con i propri, lenti e profondi, in qualche modo confortanti. E lo erano in effetti. Lo era Lui, la sua presenza vicina, reale.

Aprì la palpebra lentamente, mentre alcune ciocche dorate ricadevano scombinate; e lo fissò per un tempo che non esisteva, immerso nello spazio.

Loki non sorrideva nel suo solito modo arrogante o arcigno, non aveva un'espressione sorniona o colma di odio e ira: era calmo. Come Thor forse non lo vedeva da troppo.

Osservava l'Infinito davanti a sé con uno sguardo sicuro e profondo, curioso e in qualche modo solenne, denso dei saperi più arcaici: non traspariva paura o tentennamento dai muscoli rilassati, fasciati nelle vesti broccate di smeraldo e argento. Non c'era vergogna nel modo in cui inclinava il viso, le lunghe ciocche nere che ricadevano su di esso, per pensare a cose a cui Thor probabilmente nemmeno sapeva dare un nome: strategie, trucchi, molteplici idee che vagavano continuamente attraverso quegli occhi bagnati da un intelligenza sopraffina.

Era sempre stato più bravo di lui, in quello. Regale e maestoso, anche nella sopravvivenza. Persino nella menzogna.

Suo fratello. Il Dio dell'Inganno. Il Principe di Jotunheim.

L'unica famiglia che gli fosse rimasta.


“Perché sei rimasto?”

Quella domanda fu un soffio, sfuggito alle labbra.

Lo vide sgranare appena le ciglia corvine, stupito: fu un momento.

“Avresti preferito di no?” gli rispose con un nuovo quesito.

Thor quasi si lasciò andare ad un sorriso: così tipico, così prevedibile.

“Saresti potuto andare ovunque. Eri libero. Lo sei ancora.” continuò, distaccandosi e voltandosi verso di lui, le dita ancora sul freddo vetro.

Loki lo imitò, guardandolo negli occhi di sfuggita, il sopracciglio leggermente sollevato, l'aria beffarda.

“Mi piace stupirti.” asserì, per poi ritornare a osservare le stelle.

Thor ricambiò il sorriso: “Lo hai fatto, fratello. In molti modi.” ammise, ma non c'era accusa nella sua voce. Era solo stanco e rassegnato.

Loki rimase ancora in silenzio, ma qualcosa nel modo in cui increspò impercettibilmente gli occhi catturò l'attenzione del dio del tuono.

Un lampo sottile, un'ombra fugace: dispiacere forse, ineluttabilità probabilmente.

Fu questo che spinse Thor a parlare ancora, sommessamente:

“Siamo rimasti soli.”

Una confessione dolorosa, sincera, fatta anche per riempire quei muti respiri dell'altro a cui, onestamente, non era abituato: pensò che era da troppo tempo che non gli parlava così, col cuore in mano.

Loki socchiuse le lunghe ciglia nere, senza distogliere lo sguardo dall'Universo racchiuso tra le vetrate della navicella:

“Lo siamo sempre stati, fratello.” ammise, quell'ultima parola quasi sussurrata con note di disprezzo.

Ma quel Noi celava un messaggio ben più intimo, Thor lo percepì: - Io, lo sono sempre stato.

E senza pensare oltre gli si avvicinò, calamitato, in un gesto fisico che gli era sempre appartenuto: strinse le dita sulla sua spalla, l'altro si voltò.

Si osservarono in silenzio, mentre la mano di Thor risaliva su quel collo niveo tracciando scie elettriche: era fredda la pelle di Loki. Lo era sempre stata? Non se lo ricordava più.

“Non adesso” mormorò, mentre i polpastrelli pressavano e tra le dita si intrecciavano ciocche corvine. “Adesso siamo insieme.” continuò, parole incoerenti che tentavano di rassicurare; un pallido tentativo di autocommiserazione.

Loki inclinò leggermente il viso, mentre un nuovo sorriso tagliente increspava la bocca tesa:

Non fidarti mai di me,” rispose, senza discostarsi da quel tocco “mio re.”

Thor strinse la presa, avvicinandosi: nei suoi occhi non c'era ira, solo fulgida fermezza.

“So chi sei” sussurrò, le fronti che si sfioravano.

Loki aprì le labbra: erano secche, nonostante dissimulasse gelida compostezza e regale arroganza.

“Il Dio degli Inganni.” rispose per lui, parlando per se stesso.

Thor chiuse l'occhio, la benda di cuoio sul sinistro che si increspava.

“Figlio di Odino.” le parole di Loki risuonavano come lame: sussurri sempre più bassi, densi di schernevole amarezza.

“Il Principe di Jotunheim” continuò, alitando, intanto che un braccio vestito di verde e argento si sollevava leggermente, le mano che lambiva e si stringeva a sua volta sul polso dell'altro.

Thor trattenne un lieve respiro.

“Fratello del grande Thor di Asgard.” concluse, lontano dall'intento di voler schernire.

“Non esiste più Asgard.” Thor lasciò andare quell'ammissione pesante, che gravava nel cuore.

Si ritrovò più vicino a Loki, stretto in quell'abbraccio inusuale. “Non esiste più niente.”

“Allora forse è questo quello che siamo,” gli rispose l'altro, connesso al suo dolore “Niente.”

Thor aprì l'occhio, incontrando il verde dei suoi: “No. Io e tu siamo qui.” mormorò, deciso “Io voglio che tu sia qui.”

Loki tentò di sorridere beffardo, ma risultò solo un increspatura colma di mestizia: “Eppure dici di sapere chi sono.”

Le mano di Thor, rimasta sul suo collo, si chiuse più forte: “Loki.” pronunciò semplicemente il suo nome: ecco chi sei.

Il sorriso dell'altro si spense, mentre il verde si inumidiva, offuscato da scie di sale che non sarebbero mai scese: anche le sue dita si strinsero più forti.

“Sono qui.” rispose solo, chiudendo gli occhi.

“Lo so.” sussurrò Thor, abbandonandosi del tutto in quell'abbraccio.


*


Loki si congedò, lasciando Thor da solo nella sala grande.

Lo fissò ancora, da lontano, indugiando sulla sua ampia schiena.

Poi voltò l'angolo e poggiò la propria lungo la parete: sospirò, tremante, i capelli corvini che si amalgamavano al grigio, il viso sollevato verso l'altro.

Tra le dita, brillò una luce bluasta: il Tesseract, un apparizione fugace, come un lampo già svanito.

Così come quella lacrima impercettibile, incastrata tra le palpebre strette, ora sfuggita via.


Sorrise, Loki, amaro tra le labbra:

Non fidarti mai di me,” ripeté, un sussurro accennato al silenzio “mio re.”


Perché è questo, quello che sono.

Quello che sarò sempre.



Kaleidoscope



*

Note Autrice

Bene spero che questa prima piccola OS possa piacere.
E' davvero la prima volta che scrivo su questo fandom e su Thor e Loki: ammetto di essere parecchio nervosa ahaha Spero di aver fatto il mio ingresso in punta di piedi. E mi auguro che davvero possa esservi piaciuta.
Io dal canto mio ho bisogno di esorcizzare tutto ciò che provo dopo Infinity War, dal momento che Loki è in assoluto uno dei miei personaggi preferiti all'interno del mondo Marvel (al di là della ship o meno).
Ringrazio Chris per il prompt e spero presto di usarne altri.
Grazie per essere giunti fin qui.
Un bacione,
Iky


Caleidoscopio: Apparecchio fatto con due o più specchietti disposti ad angolo entro a un tubo, dove si trovano alla rinfusa piccoli oggetti colorati: le riflessioni multiple formano immagini spesso simmetriche che mutano in modo imprevedibile e variabilissimo a ogni movimento.


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Capitolo 2
*** Questioni di prospettiva ***


Questioni di prospettiva Prompt: Questioni di prospettiva, Drabble
Ambientazione: Canonverse, Generale
Rating: giallo
Personaggi: Thor; Loki
Genere: erotico, demenziale




Questioni di prospettiva




Loki lo sfiorò, sotto gli occhi febbricitanti di Thor: l'attesa lo stava divorando, insieme a quei movimenti decisi e sensuali.

"È veramente grosso, fratello" mormorò Loki, in un soffio.

Thor deglutì, la gola secca.

"Vuoi provare a prenderlo in mano?" chiese, titubante.

Loki allungò le labbra, seducente "Posso?"

Thor annuì, impaziente.


Ma il Dio dell'Inganno nemmeno quella volta riuscì ad andare fino in fondo:

il martello di Thor, Mjolnir, era davvero troppo possente.


°



Note Autrice

Non ho molto da aggiungere, se non che combatterò il rating rosso- thorki con la demenzialità ahaha
Grazie Mjolnir <3
E grazie a tutti coloro che hanno letto, recensito e non la prima storia della raccolta.
Un bacio a tutti
Iky

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Capitolo 3
*** Un'altra Illusione nella Menzogna ***


illusione Prompt: Nostra madre preferiva te – di Silvia
Ambientazione: Canonverse, Post Thor Dark World, Missing Moment
Rating: verde
Personaggi: Thor; Loki; Frigga
Genere: Introspettivo, Angst



Un'altra illusione nella menzogna






Asgard.
Il sole caldo, il verde florido, il cuore pulsante della terra di Odino, Dio tra gli dei.


Era bella, Asgard: era casa, nonostante non lo fosse mai davvero stata.

Loki ne era stato convinto un tempo, anche quando credeva di sentirsi fuori posto, sbagliato, diverso.

Lo era, rispetto a Thor: biondo, occhi azzurri, possente, sprezzante del pericolo e caparbio.

Attraverso la sua arroganza, si intravedeva il riflesso di Odino: così simili, così uniti... l'orgoglio di un padre verso il proprio figlio.

Loki, invece, non aveva mai conosciuto qualcosa come l'aspettativa: in disparte, isolato in quello stesso luogo che era casa, sole, foreste e rigoglio.

E così, pian piano, aveva iniziato a chiudersi in se stesso, a cercare un senso alla sua esistenza, mentre la schiena di Thor si faceva sempre più distante: tra gli amici, a caccia, entusiasta nel vivere in quel mondo che sembrava appartenergli naturalmente.

L'erede al trono di Asgard, il Figlio prediletto di Odino.

Mentre lui...cos'era lui, se non il piccolo fratello minuto e smarrito, senza un talento particolare?

E così, pian piano, Loki aveva iniziato a difendersi attraverso il silenzio: si era immerso nei libri, rifugiandosi nella penombra di un albero sotto il cielo soleggiato, nelle sue stanze dalle tende tirate anche nei giorni più luminosi.

Ma non era stato infelice, Loki: nonostante tutto, nonostante quei sentimenti che iniziavano a pesare gravosi, non lo era stato mai davvero. Non fin tanto che c'era una mano pronta a carezzargli la nuca, un sorriso gentile sul volto, parole di fulgido incoraggiamento sussurrate con estrema consapevolezza:

Sei intelligente. Impari in fretta. Il Seiɠr è un'arte molto potente. Sono sicura che lo riuscirai a padroneggiare con maestria”

Ma tra queste, Loki ne ricordava due molto più importanti: “Figlio mio.” - E i suoi occhi placidi che lo osservavano teneramente.



*


Loki carezzò il vetro dello specchio che aveva davanti: i contorni erano sfumati, tremolanti.

L'immagine di Frigga oscillò, seguendo i suoi stessi movimenti riflessi.

Ogni tanto sentiva il bisogno di perdersi in quell'illusione fugace, solo per rivederla ancora una volta, per un istante, anche se non era vero.

Allungò le labbra tese, lo sguardo che tradiva un dolore profondo e disilluso, i polpastrelli che scivolavano verso il basso, lacrime intrappolate tra le ciglia corvine.

Mi guarderesti così, adesso?” sussurrò a se stesso “Madre...” chiamò, la voce spezzata.


Nella mente, riecheggiò l'ira di Thor:

“Tu potevi anche avere il suo amore,” il tormento, la colpa “Ma io avevo la sua fiducia!”


Loki chiuse gli occhi, il viso inclinato, la fronte che poggiava adesso sul freddo vetro: l'illusione svanita. Mentre i ricordi tuonavano imponenti.


Non è mio padre!”

Ah” un sospiro feritoAllora io non sono tua madre...”


Un sorriso amaro tra le labbra:

No,” mormorò, stringendo i pugni; una lacrima ribelle tra le gote “non lo eri”


Figlio mio.


Solo un'altra illusione nella menzogna.



*



Note Autrice:

sbam.
Vi era piaciuta la demenziale, vero?
Bene, oggi vi beccate il dolore.
Avevo bisogno di scrivere di Frigga e Loki, e credo che lo rifarò ancora: li ho amati insieme. Ho amato il loro rapporto. E ho pianto come una dannata fontana nella scena della sua morte.
Necessito che questi due siano valorizzati: Frigga era più di una madre per Loki, era il suo sostegno, la sua colonna. Se ha conosciuto l'amore lo deve a lei. Perchè Frigga lo amava per quello che era, incondizionatamente.
E ora vado a piangere di nuovo. Il loro rapporto mi distrugge.

Grazie per aver recensito e letto fin qui.
Davvero, grazie infinitamente.
Un bacio e alla prossima
Iky


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Capitolo 4
*** Di baci e carezze celate ***


di baci e carezze Prompt: Temporale caldo - di alex
Contesto: Canonverse, generale, Pre Thor 1
Personaggi: Thor, Loki
Rating: Arancione
Genere: Angst, erotico, missing moment



Di baci e carezze celate


*




La prima volta che le loro labbra si sfiorarono, fu per tenerezza.


Thor aveva sgranato gli occhi, nel sentire la sua piccola manina attorno al dito, mentre tentava di sporgersi in avanti, sulla punta dei piedi, per sbirciare meglio.

Frigga aveva sorriso, “Vuoi tenerlo?”gli aveva chiesto, porgendo le braccia in avanti “Fa attenzione”

Thor lo aveva stretto con cura, accorto, come se potesse romperlo.

“Loki” aveva sussurrato: il piccolo fratellino sorrise al richiamo della sua voce.

Thor aveva sentito un calore esplodergli nel petto: così si era avvicinato, baciandolo con gioia e commozione.



*


Il secondo bacio fu per ripicca.


Crescendo, quelle effusioni tipiche dell'infanzia erano svanite come lieve brezza; Thor e Loki avevano smesso di sfiorarsi, ma non di toccarsi nei rudi giochi di bambini. Dispetti, pizzicotti, spintoni e tante risa, insieme a molte litigate e giocattoli rotti.

Finché una volta Thor non aveva trovato Loki addormentato sotto un albero dalle grandi fronde, il viso mimetizzato nella penombra creata dai rami: aveva ridacchiato, pensando ad una vendetta in ritorno agli scherzi malefici del fratello.

Così si era chinato su di lui, premurandosi di non svegliarlo ma tenendolo ancorato alla terra, per poi tappargli il naso con le dita.

Loki si era sollevato di soprassalto, boccheggiando in assenza di ossigeno: le fronti collimarono, le labbra si toccarono in un gesto secco.

Thor si discostò, ridendo: smise subito, nel vedere lo sguardo di Loki sconvolto.

Rimase immobile anche quando l'altro gli diede le spalle e si allontanò correndo.


*


Il terzo, fu per errore.


Nonostante fosse appena adolescente, Loki era già un portento nell'uso del Seiɗr e non faceva altro che migliorare ancora. Frigga ne era ammaliata e lui amava compiacerla: così volle farle una sorpresa.

Aveva provato per un mese quell'illusione, finché non vi riuscì.

Così una sera estiva di un temporale caldo, Loki zampettò fuori con un sorriso ampio nel volto, incurante di bagnare le vesti broccate di verde e argento, per raggiungere le stanze della madre.

Ma qualcuno lo bloccò: un braccio possente, capelli umidi e pesanti che ricadevano sulle grandi spalle, le gote arrossate di idromele.

“Chi sei?” una voce decisa, l'alito profondo delle più dolci ubriacature.

Loki sgranò le palpebre, gli occhi verdi stupiti ma mai intimoriti, le labbra secche che non trovavano parole.

Thor sorrise, offuscato, predatorio: “Beh, non m'importa se non vuoi dirmelo.” dichiarò, il viso sempre più vicino, accenni di barba sul mento “Tu sai chi sono io” continuò, arrogante, negando qualsiasi possibile rifiuto.

Loki si accigliò, un ringhio tra le labbra: “Non os-” provò a rispondere, ma il Principe del Tuono lo fece annegare nel suo sguardo: “Sei bella” - E nelle sue parole.

Loki si ammutolì, il rossore sulle gote, un nuovo sorriso sornione sul viso di Thor.

E quelle labbra sulle sue: decise, ma gentili; sapevano di idromele. Bruciavano.

Loki provò a divincolarsi: inutile.

Thor lo costrinse a fare qualche passo indietro, le mani attorno al suo polso sottile, la schiena ora lungo il ruvido tronco di un albero: la bocca divaricata con prepotenza, la sensazione languida della lingua umida che si insinuava senza domandare.

Loki tremò, in balia di quella forza dirompente: si lasciò guidare, soffocato dalla pioggia, incapace di controbattere, perso nel ritmo lento di quel primo, vero, bacio.

Thor si distaccò, arrossato in viso, gli occhi liquidi su quelli verdi: non parlò, osservandolo nel silenzio, mentre la mano saliva dal polso lungo l'addome, sfiorando il seno, fino alla clavicola, fino a raggiungere il collo.

Loki serrò le labbra, il fiato accelerato e corto, i capelli neri che si appiccicavano alla pelle umida.

Thor strinse più forte, le pupille che si dilatavano animalesche, una luce diversa nelle iridi: consapevolezza, ardore, eccitazione.

“Io...” disse, il tono improvvisamente sommesso; e Loki seppe che lui aveva capito.

“Vattene.” gli rispose solo, la sua prima e unica parola.


Thor si distaccò: non chiese nemmeno scusa; se ne andò lasciandolo in mezzo alla pioggia.

Loki gliene fu grato: chiedere perdono sarebbe stata un'ammissione troppo dura da sopportare.


Si portò tremante una mano alle labbra e senza dire una parola, si lasciò scivolare sulla terra fangosa.

Strizzò gli occhi, maledicendosi: il Seiɗr svanì, rivelando la sua vera forma.



*


Il quarto bacio fu per rabbia.


Thor lo aveva afferrato e Loki aveva tentato di pugnalarlo al fianco.

Non stavano giocando: quei tempi erano ormai lontani e freddi.

Era una lite furente, come ne avevano ultimamente per i motivi più futili.

Poi il pugnale era volato via lontano, tintinnando sul pavimento: insieme a Loki, a terra, sovrastato dalla forza di Thor.

“Lasciami” gli aveva ringhiato, minacciandolo.

Ma Thor aveva tuonato più forte, stringendogli le mani, il peso del proprio corpo sul suo “Mi hai provocato troppe volte, fratello!” urlò, fin troppo basso “Sai almeno con chi stai parlando?”

Loki aveva riso arcigno, le iridi veleno “L'arrogante principe di Asgard”

Thor strinse ancora “Sei cambiato” asserì.

L'altro si rabbuiò, affilato “Sono sempre stato io” mormorò; e Thor capì che quelle parole contenevano segreti più profondi, tacitamente condivisi.

- Sono sempre stato io. Anche allora, e tu lo sapevi.


Thor percepì la rabbia scivolare lenta, il cuore pulsare rovente, la gola secca, il suo odore umido attorno alle dita: proprio come quella sera d'estate, sotto il temporale caldo.

Si avvicinò, calamitato, i lunghi capelli che solleticavano sulla pelle dell'altro.


Lo baciò: piano, un tocco fugace.

Loki inclinò il viso, le palpebre appena socchiuse: non disse niente.

Thor lo baciò ancora: le mani che liberavano i polsi e risalivano sul collo, in quel gesto che era stato sempre loro.

Loki trattenne un respiro: lo liberò, costretto dalla lingua di Thor che premeva senza delicatezza.

Si baciarono ancora a lungo, i fiati spezzati, riversi sul freddo pavimento.


Quando Thor si distaccò, lo fissò negli occhi esattamente come aveva fatto quella notte: gli scostò una ciocca dalla fronte, continuando a perdersi nel verde.

“Loki” lo chiamò.

Ma l'altro deviò lo sguardo: “Lasciami” ripeté, debole.

“Io...”

“Vattene.”


Thor inclinò il viso, sollevandosi: “Mi dispiace.” disse, prima di andarsene.

Loki nascose una lacrima, rimanendo da solo, ancora sul pavimento.


Ora che aveva chiesto scusa, non poteva più essere un'illusione: e la realtà faceva troppo male.



*



Da quel momento Thor e Loki si evitarono abilmente, ignorandosi, distaccandosi sempre di più.


Finché un giorno, su Jotunheim, Loki non scoprì un'altra verità che non poteva più essere negata.





Adesso nemmeno il calore dei suoi baci avrebbe potuto scalfire il Ghiaccio.




*



Note Autrice

Questa è un po' la mia personale visione di come Thor e Loki in qualche modo si attraessero ben prima degli eventi del primo film: ho voluto ripercorrere quelli che sono stati i momenti tra loro di baci teneri, di sfida, di gioco, in un crescendo di attrazione. Fino alla struggente scoperta di Loki.
Probabilmente ne farò una seconda parte più in là con quelli che si son scambiati durante i vari film (missing moment a gogo).
Beh, io spero non mi segnalino la storia ahaha mi sono spinta un po' oltre forse (anche perché non si capisce molto bene il regolamento), ma nel caso sposterò tutto altrove. Incrociamo le dita!
Come sempre ringrazio tutti, specialmente chi ha deciso di spendere quei minuti in più per recensirmi: grazie davvero.
Ci si ribecca presto!
Un bacio,
Iky

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Capitolo 5
*** Fake ***


fake Prompt: social network di Alixia
Ambientazione: Canonverse, generale
Personaggi: Loki; Thor
Rating: Verde
Genere: Demenziale, comico





Fake





“LOKI!”


Il Dio del Tuono, in jeans e felpa grigia, i lunghi capelli biondi confusamente raccolti in una crocchia scompigliata, spalancò la porta di un austera casa di Londra e attraversò la stanza con ampie falcate.

Dai muscoli tesi frizzavano saette.


“Fratello.” Loki nemmeno si voltò, salutandolo atono, intento a pigiare robe strane su quella cosa. Tastiera – gli aveva spiegato infinite volte lui, senza che Thor riuscisse mai a capirne il funzionamento.


“Finalmente ti ho trovato!” ringhiò ancora, avvicinandosi iracondo alla scrivania dove era seduto l'altro.

Il Dio dell'Inganno sollevò un sopracciglio, dubbioso, senza distogliere lo sguardo da quel – come si chiamava? Schermo.


“Avrò lasciato la posizione su google maps visibile” mormorò, innocentemente. Fin troppo.

Thor sbatté la mano sul legno liscio: traballò tutto, tanto che l'altro fu costretto a tenere con una mano la tazza per non far trasbordare il caffè ormai freddo.

“Non mi interessano i tuoi trucchetti o le tue Mappe Igloo” – Loki non poté fare a meno di posare gli occhi sui suoi, in un misto tra divertimento e commiserazione “Ma questo?!” Thor continuò, agitando davanti alla sua faccia un cellulare di ultima generazione.


“Ti sei comprato uno smartphone? Benvenuto nel XXI secolo, fratello." constatò Loki, adagiando la schiena sulla poltrona e incrociando le mani con fare accomodante.

Thor di contro inclinò il viso, abbassandosi in avanti “Lingua d’argento,” lo chiamò, e Loki corrucciò la fronte irritato “non giocare con me. Banner mi ha detto…”

A quel nome Loki sussultò, ma non lo diede a vedere. “…che mi ha commentato delle storie. Ma io non gli ho proprio narrato alcunché.”

L'altro sbiancò.

“Magari hai capito male. Sicuro che si sia espresso bene? Stiamo pur sempre parlando di uno che si trasforma in un coso verde: enorme, schifoso, forte…dolorosamente forte.” rispose velocemente, fluido. Fin troppo.


Thor si fece più vicino: le dita di Loki si serrarono, il sudore nella fronte.

“E poi mi ha fatto vedere: gattini, robe strane, posti che non ho mai visitato…foto in cui ero presente. C'ero io. In tutte quante.” continuò l'altro, una vena pulsante sul collo.


Loki deglutì a vuoto: “Beh, magari ti sei dimenticato” provò a dire, ma Thor sbatté nuovamente il pugno sul tavolo.

“Ti sei trasformato in me e hai fatto delle storie?!” tuonò talmente basso, da far tremare le pareti. “Usi l'inganno anche in queste cose, fratello?!”

Loki indietreggiò lentamente con la sedia, sollevando le mani in alto: “Beh tecnicamente non è del tutto un profilo fake, dal momento che nel concreto la faccia era effettivamente la tua.” disse solo, allungando le labbra nervosamente.

“Ti ammazzo”

Thor afferrò la sedia, ma l'altro zompettò via prima che potesse acciuffarlo.

“Su, fratello! Hai idea di quanti followers ti ho procurato?!” continuò Loki, aggirando il tavolo aggraziatamente.

“In una foto sono vestito da donna!”

Thor lo intercettò, cercando di afferrarlo ancora.

Loki sfuggì di nuovo, il sorriso sulle labbra che non riusciva a trattenere.

“In effetti saresti stato un ottima Regina di Asgard” mormorò suadente, facendo una mezza giravolta “Almeno lo sei di Instagram.”


“LOKI!”



Nonostante il cielo fosse sereno quel giorno, dall’appartamento anonimo di Londra si librarono tuoni e fulmini.



*


Note Autrice

Beh, si ritorna sul demenziale. Così per smorzare il dolore delle storie precedenti (e di quelle successive ahaha). Non so ma sin da subito quando Alixia mi ha proposto questo prompt, mi sono immaginata una scena del genere: Loki che, un po' invidioso del successo di Thor (vedi la foto richiesta in Thor Ragnarok) ne combina una delle sue al fratello, aprendo un profilo fake su Instagram. Tanto figurati se Thor, negato con la tecnologia, se la filava...e invece ahaha Addio Loki, il tuo piano è decisamente fallito.
Mi sono divertita ad immaginarli così e spero di avervi strappato un altro sorriso.
Ringrazio tutti i lettori silenziosi, chi mi ha recensito e chi ha messo la raccolta tra le preferite/seguite.
Grazie davvero.
Ci si sente al prossimo aggiornamento
Un bacio
Iky

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Capitolo 6
*** If I hadn't know you ***



If I hadn’t know you

Se non ti avessi mai conosciuto, 
non sarei stato costretto a condividere i miei giochi con te.

Se non ti avessi mai conosciuto, 
avrei avuto solo per me gli occhi di nostra madre e gli insegnamenti di nostro padre.

Se non ti avessi mai conosciuto, 
non avrei desiderato la solitudine di chi è figlio unico, 
o imparato ad alimentare la mia natura competitiva.

Non avrei scoperto la preoccupazione, il fastidio per il tuo volermi seguire ovunque, o quello perché all’improvviso avevi smesso di farlo.

Non avrei imparato a fingere di ignorarti, quando invece i miei occhi cercavano ovunque i tuoi.

Dov'eri finito?
Perché eri sempre da solo?
Perché mi guardavi solo nei momenti in cui pensavi fossi distratto?

Se non ti avessi mai conosciuto, non avrei imparato a mentire. 
Non così bene come facevi tu, ma mai tanto bene come potevo farlo con me stesso.

Se non ti avessi mai conosciuto,
non avrei mai sperimentato il tradimento, l’autocommiserazione, l'incommensurabile impotenza che si prova quando si ci domanda fino allo sfinimento: dov’è che ho sbagliato?

Dove ho sbagliato?
Non ho ancora una risposta.

Ma so che se non ti avessi mai conosciuto,
non avrei mai capito il significato così spaventoso dell’odiare.
Ho odiato così tanto solo perché non riuscivo a disprezzarti.
Perché non riuscivo a non amarti.


E adesso sono solo, in questa mia guerra personale.
Tra le mani cenere  e nessuna lacrima da versare.

Questa volta non ci sarà nessuna illusione.
Nessuna possibilità di perdono.
Soltanto il vuoto dei rimorsi.

Se solo non ti avessi mai conosciuto…

Dove sei adesso, Loki?

Ti prego, solo per questa volta…
Mentimi ancora una volta.


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