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di Exkittykat
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Immaginatevi un ragazzo e una ragazza. Comune come cosa no? Bene. Iniziamo a mettere qualche dettaglio. Questi due ragazzi si trovano in un campo deserto e dimenticato: un campo di grano ormai inutilizzato. Ancora niente di strano? Aggiungo al fatto che il ragazzo ha una pistola. Puntata alla testa della ragazza. La ragazza trema, perché mai pensava che la persona che amava da oramai 9 mesi, si sarebbe comportata così. Dopotutto l'apparenza inganna, no? "Perché mi fai questo?" Chiese, senza esitare. "Perché l'hai voluto tu. Io non ho fatto niente". Il ragazzo lo disse con tono freddo e distaccato. Non gli interessava minimamente. "Ti prego Jacopo, non farlo, siamo ancora in tempo, non dirò niente a nessuno" lo chiese quasi implorando. Ma il ragazzo tenne ancora più stretta la pistola, segno che oramai non si poteva più tornare indietro. "Te lo meriti, mi hai abbandonato a me stesso. Mi hai fatto andare fuori di testa e non mi hai più cercato" La ragazza abbassò il capo, senza ribattere, infondo era vero, ma non per sua volontà. Il tempo aveva cambiato tutto. "Va bene, ma prima di sparare, dammi dieci minuti, per raccontarti almeno, come mi sono innamorata di te" Silenzio. "Allora? Ci stai?" Chiese insistente, scrutando Jacopo. "Muoviti Caterina, il tuo tempo è già iniziato."

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Okay..." fece un respiro profondo. "Inizio dal principio, da quando ho incontrato i tuoi occhi, nei miei. All'inizio mi eri indifferente, anzi mi davi fastidio, non mi interessavo minimamente a te, eri uno come tanti. Poi, il prof decise che Anna doveva staccarsi da me e tu dovevi andare al suo posto. All'inizio pensai "Patetico", da come ti atteggiavi in classe, mi sembravi un emerito coglione. Non mi ricordo del perché ci siamo rivolti la parola, per la prima volta, so solo che mi sono divertita tanto e adoravo quando ridevi. Mi piace ancora adesso-" si bloccò sperando che a quel ricordo, Jacopo accennasse un piccolo sorriso. Ma c'erano solo tenebre intorno a lui. Così continuò "Con il passare dei giorni, iniziammo a instaurare un rapporto: io aiutavo te e tu me, quando è ove possibile. Ti suggerivo le risposte se non le sapevi, ti incoraggiavo a dire quello che dicevi a bassa voce, quando il prof faceva una domanda, ti riempivo di regali, inventandomi scuse-" fu interrotta dalla sua voce. "Muoviti, ti rimangono 6 minuti" disse a denti stretti, mentre stringeva la pistola. "Okay ce la posso fare. Ancora sei minuti e potrai mettere fine a tutte le tue sofferenze"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


" Allora, facciamo qualche balzo più avanti. Iniziai a studiare ogni tua mossa, mi informai un po' sulla tua vita, sui tuoi modi di fare e le tue passioni. Scoprì che avevi un fratello e una sorella, entrambi più grandi di te, ami i videogiochi, le bici e la corsa, perché ti piace essere libero. Sei difficile da leggere: molto timido, riservato e a discapito di quello che ti dicono gli altri, a te non piace uscire, ami la tranquillità, come la amo io. Ti piace tanto ridere, scherzare e non vedi il lato negativo della vita. Non sei come gli altri maschi; a te non interessano le femmine, ami la musica EDM, altra cosa in comune con me e ti diverti con poco. Mi sei piaciuto fin da subito, perché eri diverso dal resto delle persone che conosco, tu ti distingui dalla massa, proprio come faccio io. Non ti interessano le discoteche, non ti interessa ubriacarti o limonare la prima che ti capita. A te piace vivere con spensieratezza ed è una cosa che ti invidio; io non ci riesco" sentì una risata da parte sua. Non una bella e divertente. Una malinconica, cattiva e spenta. "Tu non sai proprio un cazzo" sbraitò davanti alla mia faccia. "Pensi che non avessi anche io dei problemi? Sei davvero ridicola. Non farmi ridere. TU NON SAI NIENTE!" urlò facendo oscillare la pistola. Fece un respiro affannato continuando a tenere la pistola puntata sul mio corpo. "Ti rimangono quattro minuti"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La ragazza iniziò a vedere tutto sfocato, segno che stava per piangere e difatti, dai suoi occhi iniziarono a scendere tante piccole goccioline. Con la voce rotta dal pianto e tremante, andò avanti. "Con il passare del tempo, iniziai a stare male anche io: tutto quel dare e dare aveva iniziato a sfiancarmi. Tornavo a casa distrutta e rammaricata, perché non sapevo se quello che ti avevo dato, era abbastanza o sufficiente per una giornata, almeno. Iniziai ad avere incubi di te che stavi con altre, senza degnarmi di uno sguardo. Mi svegliavo piangendo e sperando che questa tortura finisse. Iniziai piano piano a non sentire più emozioni, se non solo vuoto e tanto dolore. Nessuno sa quello che provavo e sto provando. Apparire sempre solare e sorridente, aiuta. Le persone guardano troppo poco e non sanno quello che stai passando, perché non gli interessa. Ero diventata uno zombie e tu non lo notavi. Continuavo a darti tutto quello che potevo; se non di più, ma non bastava mai, eri un pozzo senza fondo." Si accasciò a terra e Jacopo continuava a tenerla d'occhio: puntando la pistola sempre verso di lei, ad ogni minimo movimento che faceva. "Poi ho iniziato a smettere poco a poco, perché ti vedevo cambiato, ti stavano cambiando. Il prof decise di metterti in ultima fila, insieme a due ragazze che non sopporto, come se fosse un dispetto. E piansi. Era un pianto di dolore, perché era come se il destino mi dicesse che io e te, non saremmo mai stati nulla. Avrei continuato a darti tutto e tu avresti continuato a volerne di più." "Due minuti" E nel mentre iniziò a piovere.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


La ragazza iniziò a bagnarsi. I suoi capelli marroni, iniziarono ad attaccarsi alla faccia e i suoi occhiali, si bagnarono completamente. Non sentiva la pioggia ne il bagnato. Solo il respiro di Jacopo: tranquillo e normale. Come se non stesse succedendo niente. "Ad un tratto, smettesti di parlarmi e io non capivo che cosa ti avevo mai fatto, per non rivolgermi più la parola. Poi capì che non ero io, eri tu. Iniziavi a prenderci gusto nel parlare con chi hai sempre sostenuto di non sopportare. Coerente, bella mossa" Sputò acida e sarcastica sull' ultima frase. "L'unica a stare male ero io, perché a te non interessava e non interessa ancora. Poi, un giorno mi dicesti che volevi ti aiutassi in storia. Non capivo all'inizio del perché di quella richiesta, dato che tu aiuto non ne chiedi mai, per orgoglio forse. Sta di fatto che accettai, anche se una vocina dentro di me, diceva di non dover andare. Con un po' di puzza sotto il naso, venni e ci incontrammo in stazione. Guarda caso proprio come oggi, mi dicesti che avevi un posto tutto tuo per studiare ed era lontano da tutto e da tutti: proprio come questo posto. Tu eri dietro di me e io davanti. Tirasti fuori una pistola, proprio come adesso e minacciasti di uccidermi. Proprio come ora." "Perché?" Chiese Caterina che oramai si era alzata. "Perché?!" Scoppiò in una risata. "Ah non lo sai quindi? Quella ad evitarmi eri tu. Tu e la tua cazzo di gelosia. Offuscata dall' invidia di quelle due oche, non hai fatto altro che scavarti la buca da sola. Sei e sarai sempre una stupida. Guardati. Potevamo essere qualcosa e invece non siamo un cazzo" "Ho ancora un'ultima richiesta" disse decisa. "Hai ancora venti secondi" disse deciso. "Baciami" Il ragazzo si avvicinò alla ragazza e gli diede un ultimo bacio: proprio come aveva chiesto lei. Un boato si sentì dopo. La pallottola schizzò via e fuoriuscì dalla testa della ragazza, caduta a terra, in una pozza di sangue. Il ragazzo gettò la pistola incredulo. Non poteva credere di averlo fatto. L'adrenalina si fece sentire per tutto il corpo. Si accasciò a terra e accarezzò la guancia della ragazza; ormai fredda. Poi le chiuse gli occhi, ormai spenti e senza anima. Infine si alzò e sussurò "Anche io ti amerò per sempre Cate" Se ne andò via, lasciando il suo passato alle spalle.

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