Il folletto del pozzo

di Anima1992
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tronco scolastico ***
Capitolo 2: *** Troppi imprevisti ***
Capitolo 3: *** La gemma ***
Capitolo 4: *** La trappola ***
Capitolo 5: *** Il Prato di Anime ***



Capitolo 1
*** Il tronco scolastico ***


Or dunque, come iniziare...Mhm...uh, meglio che mi siedo, questa storia sarà molto lunga e piena di emozioni, serviranno delle pause per comprendere appieno quello che state per leggere!

Ma intanto sarà meglio che mi presenti.

Il mio nome è Gandolino Persival Mangust! Sono il mago della torre che veglia su tutta Incantolandia! E oggi voglio raccontarvi la storia di Lephrum, il folletto scorbutico, per farlo dovrò partire dal principio e accennarvi la storia di suo padre.

L'eroe di Incantolandia! Murgos!

Ah, quanti secoli sono passati e che brutta fine ha fatto quel folletto, Incantolandia stava affrontando davvero una brutta crisi, il fiume era totalmente prosciugato, ciò avveniva per colpa dei goblin, creature viscide, piccole, verdi e avide.

Costoro avevano eretto una diga che impediva all'acqua di fluire, lasciando i poveri folletti in piena estate a morire di sete.

Dovete sapere che i folletti non sono dei gran combattenti sono dei pigroni, bevitori e pervertiti!

So che sembra assurdo ma fidatevi del vecchio Gandolino!

Ma lo vedrete da voi durante la storia, comunque Murgos sentì parlare di un giovane mago, affascinante, carismatico, potentissimo e infinitamente saggio che viveva in una torre, ovviamente ero io.

Eh si, anch'io partecipai a quella piccola avventura ed è proprio grazie Murgos che conobbi i folletti!

Con la mia magia distrussi la diga ma ahimè...i goblin sono anche vendicativi, non ci misero molto a tirare su un esercito diretto verso Incantolandia, dal canto mio, la mia magia non era abbastanza potente all'epoca, non sarei mai riuscito a contrastare tutti quei dannati piccoletti!

Murgos allora mi chiese una cosa orribile, di trasformare lui stesso in una bomba, sarebbe andato incontro a quell'esercito e appena l'avrebbero toccato sarebbe esploso, fermando così l'attacco.

All'inizio mi rifiutai categoricamente, ma poi mi mostrò il piccolo e adorabile figlio, ricordo ancora le sue parole...

<< Gand, lo vedi questo? È mio figlio, il mio unico erede, voglio che cresca, che impari cos'è la forza, cos'è l'amicizia, voglio che beva senza sosta con tutto il villaggio il giorno del suo matrimonio, e sopratutto voglio essere il suo eroe, se non lo faccio...niente di tutto ciò avverrà. >>

Non riuscii a contrastare la sua supplica, feci come disse ma di nascosto feci anche un'altra magia.

Mi lasciò il piccolo e si allontanò andando incontro alla sua morte.

L'esplosione si sentì per tutta la foresta, la terra tremò leggermente, anche il villaggio dei goblin fu distrutto.

Incantolandia soffrì per la grave perdita, io riportai a casa il piccolo e attesi.

Ovviamente non potevo lasciare il mio amico morire, così legai l'anima di Murgos alla copertina di suo figlio!

Era diventato un Jinn! Un'entità che sta tra la vita e la morte! L'unica cosa che tiene Murgos in questa terra è la copertina di Lephrum, così permisi al piccolo di crescere con un padre... ma non servì a nulla.

Eh no, Murgos poteva aiutare il suo piccolo solo parlandogli, e non poteva farsi vedere da nessuno, altrimenti chissà la fila fuori dalla mia torre per farsi legare l'anima e rimanere con i propri cari!
Tutti avevano grandi aspettative su Lephrum, quante richieste e quanti paragoni con suo padre, se faceva qualche marachella gli piazzavano Murgos davanti sopprimendo qualsiasi suo desiderio di ribellarsi.

Con il tempo Lephrum si distanziò dal villaggio, divenne scorbutico e irascibile, era diverso da tutti gli altri.

A lui non interessava partecipare alle feste, divertirsi o quant'altro, a lui piaceva leggere, stare da solo e farsi lunghe passeggiate nei boschi magari insieme a Murgos!

Ogni tanto venivano a trovarmi, ma Lephrum era comunque taciturno.

Però anche i Folletti vanno a scuola e raggiunta l'età adolescenziale, beh devono imparare a prendersi cura della propria terra altrimenti sarebbe tutto morto!

Ed è proprio a questo punto che la nostra storia parte...

<< Lephrum! Scommetto che sei eccitato vero figliolo?! >> Margus svolazzava in giro per la casa attraversando muri, il figlio l'osservava un po' interdetto, nonostante fosse da sempre così non si era ancora abituato al corpo violaceo trasparente del padre e i suoi occhi rossi fluo, sembrava un'entità malvagia e ogni volta rabbrividiva inquietato quando si comportava in quel modo.

<< Papà calmati è solo una dannatissima scuola, non c'è nulla di speciale... >>

Lephrum sospirò e andò davanti allo specchio a sistemarsi la sua giacca blu, i capelli biondi e ricci e pulì anche una macchietta di latte sul grosso naso a patata, quando fu soddisfatto prese lo zaino, salutò il padre e uscì dalla sua piccola casa a forma di albero. Attraversò Incantolandia senza mai guardarsi attorno.

E pensare che era tutto così allegro, i mercati che aprivano, gente che cantava felice della bellissima giornata solata, piccoli folletti che si rincorrevano felici per le strade.

Ma tutto ciò non tangeva minimamente Lephrum, passò vicino alla statua fatta in onore di Margus, la guardò per pochi secondi, senza soffermarsi sui particolari e continuò per la sua strada.

Arrivò al Tronco Scolastico Dei Folletti! “ Nasci, cresci e muori insieme alla natura!” Era il detto della scuola.

Personalmente lo trovavo fuori luogo, ma un mago tanto saggio come me non può certamente giudicare!

Ma tornando alla storia...

Lephrum aspettò, insieme a tutti quelli che sarebbero diventati i suoi compagni, di essere smistato nella classe che gli apparteneva, guardava gli altri con fare altezzoso, finché non inciampò su di lui un altro folletto, insieme caddero a terra.

<< Oh cavolo scusa amico sono un vero sbadato! Ti prego accetta il mio aiuto. >> Lephrum afferrò la mano allungata dal folletto e si tirò su, scacciò tutta la terra dai pantaloni con pochi colpetti e sussurrò un flebile grazie.

<< Di niente! Ehi ma io ti conosco! Sei il celebre figlio di Margus! >>

Alzò gli occhi al cielo, intuendo già tutti gli elogi, ma quel giorno era troppo stanco per arrabbiarsi, quindi rispose semplicemente “sì” sperando di levarselo dai piedi il più velocemente possibile.

<< Il mio nome è Dally, per gli amici Dal! >> Gli prese la mano stringendola tutto eccitato.

<< Lephrum, per gli amici Lephrum. >> Rispose senza degnarlo di uno sguardo e continuando ad ascoltare la Professoressa paffutella che smistava gli alunni.

<< Non sei di tante parole eh amico! >>

<< Mi piace la mia intimità.>>

<< Oh, si, certo intimità eh...>> Dally lo guardò maliziosamente colpendolo appena con il gomito.

<< Ma che hai capito! >>

Lo spinse quel tanto che bastava ad allontanarlo, non amava granché la perversione dei folletti, certo anche a lui piaceva guardare le femmine, ma trovava volgare il modo così esplicito di esprimersi.

Finalmente furono smistati e purtroppo per il nostro protagonista, Dally era in classe con lui.

<< Oh cavolo Leppy! Siamo in classe insieme ti rendi conto?! Non vedo l'ora di presentarti il mio migliore amico Arman. Sai lui è della famiglia Yrman, quelli con i capelli rosso fuoco, assurdo eh?! Cavolo, non hai idea di quanto lo invidio le femmine lo adorano! Lo sai che ha ricevuto già quattro richieste di matrimonio?! E tu Leppy? Hai successo? >>

E continuò a parlare per ore e ore, per tutta la durata della giornata. Lephrum non fu mai così sfinito in vita sua, la testa gli scoppiava, ma una parte di lui però apprezzo quel pazzo folletto chiacchierone.

Solitamente veniva subito etichettato come “associale” e si allontanavano andando a divertirsi con folletti più interessanti, ma lui no, Dally gli rimase accanto apprezzando ogni risposta, anche un semplice annuire.

Per Lephrum, era l'inizio della sua prima e lunga amicizia...


angolo autrice:
Salve a tutti! presento la mia storia nella speranza che vi piaccia, la mia pubblicazione sarà di una o due volte alla settimana circa! Avviso che il rainting potrebbe cambiare durante il corso della storia, non credo, ma tutta via è meglio avvisare

 

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Capitolo 2
*** Troppi imprevisti ***


 

Le giornate di Lephrum divennero piene di imprevisti! E per uno regolare come lui vi assicuro che era molto traumatizzante!

Dally inoltre aveva scoperto di Murgos, ma vi prego fatevi raccontare bene tutto l'episodio, sarà un'occasione d'oro per farci una risata!

Dally aveva deciso di accompagnare Lephrum a casa, quest'ultimo non era affatto d'accordo, c'era il rischio che vedesse il padre e che la promessa venisse infranta, ma purtroppo non riuscì a dissuaderlo.

Il risultato fu, innanzitutto una strada lunga e dolorosa per le orecchie di Lephrum!

<< Ma Leppy, ascolta me, ma se mettessimo su un gruppo musicale?! Tipo io sono il flauto e tu il triangolo! >>

Lephrum ormai, si stava abituando a queste uscite da parte dell'amico.

<< Ma che gruppo musicale è? Ma cosa dovremo suonare? La ninna nanna della saggia Meizula? >>

<< Meizula è brava per avere trecento anni! >>

La dolce signora di cui parlano i nostri folletti non è altro che la moglie del capo villaggio, di sera faceva riunire i bambini cantando la ninna nanna che raccontava la storia di Incantolandia.

<< Meglio che rientro. Ciao Dally >> Lephrum prima di entrare aspettò che l'amico se ne andasse, ma Dally non ne volle sapere.

Erano lì uno di fronte all'altro. In silenzio. Dentro casa però, si sentì qualcuno cantare a squarciagola.

<< Mh? Ehi Leppy ma...chi c'è dentro? >>

Lephrum ovviamente si agitò! Frettoloso di entrare aprì la porta, ma ahimè...Dally dalla curiosità entrò trovandosi davanti il Jinn con un paio di mutandoni addosso a pua viola!

Il silenzio divenne padrone, gli sguardi si alternarono dall'uno all'altra cercando un qualsiasi tipo di reazione.

E fu Murgos a spezzare la tensione!

<< Ehila! Che bello un amico di Lephrum! Benvenuto! >>

Si avvicinò a braccia aperte, ma Dally urlò e cadde a terra svenuto per l'emozione! Lephrum lo raccolse sbuffando. << Ma sei pazzo? Ora dovrò tenerlo qui finché non sarò sicuro che taccia! >>

No, vi prego, non immaginate chissà quali torture d'altronde sono folletti mica goblin!

I giorni a seguire legarono Dally a una sedia, pensate, lo obbligarono anche a chiamare i suoi genitori per avvertirli che sarebbe rimasto via un paio di giorni!

Gli spiegarono che Margus era innocuo, di com'era diventato Jinn e perché nessuno doveva saperlo.

Dally ne era entusiasta!

Infatti fece subito amicizia con il papà di Lephrum, pensate che bevvero pure della buonissima Folbirra! La bevanda preferita dei folletti!

Peccato il liquido passò attraverso Margus finendo tutto ai suoi piedi, ma loro niente ridevano e ballavano festeggiando la nuova amicizia.

Lephrum era davvero scocciato da tutta quella situazione, oltre ad aver ridotto la casa un totale disastro, le sue povere orecchie non avevano pace.

Passava la maggior parte del tempo fuori sdraiato in giardino a masticare un filo d'erba, spesso lo invitarono ad entrare ma rifiutava.

Forse era geloso del rapporto tra Dally e il padre? E chi lo sa! Nessuno può sapere cosa passa nella testa di un folletto, sopratutto di Lephrum.

Ma state tranquilli, c'era qualcuno che capiva il nostro protagonista.

Un piccolo folletto femmina dai lunghi capelli platinati si avvicinava alla casa di Lephrum, Laila era il suo nome.

Il folletto si rizzò in piedi guardando Laila arrivarle incontro.

<< Ciao! >> Disse lei con un dolce e gentile sorriso.

<< C-ciao... ehm... >> Per la prima volta era rimasto senza parole, pensò che era una fortuna che nessuno potesse vederlo!

<< C'è mio fratello qui? >> Lephrum la guardò sconcertato. << Si, Dally! Mami mi ha incaricato di portargli dei dolcetti! >>

<< Sei la sorella di Dally...? >>

Per fortuna a salvarlo da quella situazione davvero imbarazzante fu proprio Dally che si affacciò alla finestra. << Laila! >> Urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni.

Infatti fece prendere un colpo a entrambi!

Ma non ebbero tempo di mandarlo a Follelandia!

Dally si precipitò all'esterno abbracciando subito la sorella e riempendola di parole.

<< Cavolo quanto tempo è passato un mese?! Sei cresciuta tantissimo sorellina! >>

<< Un anno... >> Sussurrò Lephrum con aria scontrosa e incrociando le braccia.

<< Ma no Dally! È passata solo una settimana, la mami ti manda dei dolcetti! >>

<< Aaaa! I dolcetti della mami! Leppy assaggiane uno ti assicuro che sono buonissimi, ah a proposito, Laila questo è Lephrum il mio migliore amico! Leppy questa è Laila la mia sorellina! >>

<< So bene chi è. Suo padre ha fatto molto per noi, la sua storia è risaputa in tutta Incantolandia, peccato che il figlio invece è un altezzoso. >>

Lephrum rimase a bocca spalancata.

<< Laila smettila di fare l'antipatica dai! >>

La sorellina lasciò il cestello con i dolci e salutò Dally per poi andarsene.

<< Non te la prendere amico, mami dice che nessuno se la sposerà mai con quel carattere. >>

Eh si, Laila aveva un bel carattere e ne avrete molte prove durante questa storia!

Ciò non fermò comunque i sentimenti di Lephrum, ma in quel momento c'erano altri problemi, tipo come liberarsi di Dally e rimettere la casa apposto!

Il fatto è che proprio quando si decise a buttare fuori di casa l'amico, il cielo si oscurò totalmente e il vento si alzò.

Lephrum che era sulla porta, si fermò guardandosi attorno e anche Dally tornò fuori percependo un'aria strana.

Tutti i folletti si affacciarono inquietanti.

Tutta Incantolandia rimase in silenzio, si sentiva solo il fruscio delle foglie spostate dal vento che si faceva sempre più forte.

Poi una risata malefica, che fece gelare il sangue a tutti i folletti.

Si guardarono attorno spaesati, Lephrum capì che sarebbe successo qualcosa di spaventoso.

<< Dal, prendi tutto il necessario e andiamocene. >>

Prese subito la copertina mettendosela nello zainetto.

<< Ma dove andiamo Leppy? La mia famiglia, le mie cose... >>

L'ansia che arieggiava nella casa si poteva tagliare con un coltello, Lephrum non era bravo nei rapporti e in quel momento l'amico aveva bisogno di lui.

<< Ragazzi calmatevi, sicuramente è solo un temporale... >> Ma neanche Margus ne era troppo convinto, e quando si affacciò alla finestra morì una seconda volta, a vedere quello che presto avrebbe mandato Incantolandia in rovina...

Vedendo il Jinn davanti alla finestra in silenzio anche gli altri due folletti si affacciarono, e anche loro impallidirono a quello spettacolo.

Un tornando grandissimo si stava avvicinando velocemente al villaggio, i folletti scapparono tutti dalle proprie case correndo il più lontano possibile.

Ma quel turbine di vento era strano, passando non distruggeva quello che incontrava, lo faceva sparire.

<< Cosa sta succedendo... >>

<< Non lo sa ma dobbiamo correre, Lephrum svegliati e usciamo! >> Gli urlò il padre cercando di farlo riprendere, il folletto prese lo zainetto, afferrò la mano dell'amico e insieme corsero fuori di casa.

Fuggirono verso il bosco a perdi fiato senza avere una meta ,l'importante era andare lontano da quel posto.

Ma i nostri protagonisti non furono affatto fortunati, il tornando fu dietro di loro in pochissimo tempo, Lephrum girandosi per guardare addietro cadde a terra inciampando, convinto di essere spacciato chiuse gli occhi aspettando la sua fine.

Ma Dally non lo lasciò indietro, non ci penso neanche un secondo, l'aiutò ad alzarsi e tenendolo per mano ricominciarono la loro corsa.

Il tornando però...li raggiunse avvolgendoli nella sua oscurità.

 

 

 

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Capitolo 3
*** La gemma ***


Che brutta avventura per i nostri amici, e non era finita, anzi di guai ne dovevano ancora passarne prima di rivedere casa, quello strano tornado era stato solo l'inizio...

Ma come sempre è meglio che mi fermo prima di perdermi in chiacchiere!

Dunque Lephrum si risvegliò con un atroce mal di testa, suo padre uscì subito dalla tracolla.

– Figliolo stai bene? –

– Si...Ma dov'è Dally? –

Erano avvolti nell'oscurità e solo la luminescenza che emetteva Margus rendeva l'ambiente meno buio.

Allora aguzzarono le orecchie e non troppo lontano da loro, si sentirono dei passi, pesanti e decisi.

Margus si parò subito davanti al figlio, gonfiando i pettorali.

– Chi va là?! Sappi che dovrai affrontare l'ira del jinn se osi avvicinarti ancora! –

Lephrum alzò gli occhi al cielo, sapeva che suo padre non poteva fare nulla, quel suo modo di fare serviva solo a spaventare, chissà chi lo sapeva solo lui.

Quando il misterioso personaggio si rivelò, entrambi spalancarono gli occhi.

– Dally! –

Il povero Dally era svenuto, ed era stato trovato da un folletto alto e muscoloso dai capelli rosso fuoco!

– Cavolo, non ho mai visto un folletto così alto. – Fece notare Margus.

Lephrum intanto si era già avvicinato, e il folletto senza nome posò Dally a terra ancora privo di sensi.

– Sta bene. È solo svenuto. –

– Menomale...Tu sei Arman giusto? – Chiese Lephrum, in risposta ebbe solo un cenno con la testa.

– Come fai a saperlo?! Sei diventato un veggente figlio mio? –

– Ma non dire follettagini! Dally mi ha parlato così tanto di lui in queste ultime settimane che mi sembra di conoscerlo dalla nascita! –

Lephrum sospirò guardandosi attorno. – Comunque...Dove siamo finiti? –

– Da dove sono venuto, c'era una luce in alto e un piede di acqua, suppongo siamo dentro un pozzo, ma non si può risalire, la parete è totalmente liscia, si può solo proseguire. –

– Ci dev'essere un altro modo, è tutto buio! E ok faccio un po' di luce ma non basta! –

I due folletti e il jinn pensarono, cercarono una soluzione più piacevole, ma non esisteva...

Più fissavano la via buia, più la paura prendeva possesso dei loro animi.

– Non c'è papà, dobbiamo proseguire, aspettiamo che Dally... –

Non finì la frase che Dally tossì riprendendo i sensi. – Ohi, ohi... cavolo che botta...mi fa male anche il sedere, ma cos'è... – Da sotto il suo culo follettoso tirò fuori una gemma tonda e rossa scintillante.

– Un rubino? – Notò Arman chinandosi.

– No, guarda ha delle venature nere, come se fosse corrosa. – Aggiunse Lephrum prendendo la gemma.

– No, ma io sto bene eh! Grazie per averlo chiesto! – Il povero folletto mise il broncio, ma non servì a distogliere l'attenzione dalla strana gemma.

– Io...credo di conoscerla, Lephrum avvicinamela. – Il figlio fece come ordinato e mentre Margus studiò la pietra, Arman perse un po' del sangue freddo fin'ora aveva dimostrato.

– Ma...quello... – Indicò il jinn con la bocca leggermente spalancata.

– Io l'ho sempre detto che sei distratto! Come fai a renderti conto solo ora di lui?! È Margus! Ma non è un fantasma! La sua anima è collegata alla copertina di Lephrum! È stato un grandissimo, bellissimo, intelligentissimo e saggiatissimo mago a fare l'incantesimo! – O almeno credo che le parole fossero quelle, forse qualche “issimo” di meno.

– Il grande Margus... – Arman era sbalordito, sapete, lui era un grande fan del nostro jinn! Era la sua ispirazione e un giorno anche lui desiderava compiere grande imprese.

– Questa gemma è chiamata Mastis... ci sono molte serie di queste pietre, si distinguono tra loro per le venature, questa per esempio ha il colore nero. –

– Cosa serve una serie di pietre? –

– Purtroppo non ricordo precisamente tutto, quel che so l'ho imparato al tronco scolastico dei folletti, comunque dovrebbe trasmettere delle immagini che raccontano una determinata storia. –

Tutti e tre folletti intonarono un “oooh” guardando affascinati la pietra.

– E come si fa a vedere le immagini? – Chiese entusiasta Dally.

– Ecco...io non ricordo ehehe. – Murgon si grattò la nuca distogliendo lo sguardo dai giovani curiosi.

– Allora dobbiamo capire come fare... –

– Prova a strofinarla! – Propose Dally, ma non ci fu alcun risultato, allora Arman pensò di fissarla intensamente.

Provarono di tutto, si procurarono un piccolo taglio pensando si attivasse con il sangue!

Quanto sono macabri questi folletti.

Dally poi mostrò una foto di un folletto femmina nuda. – Secondo me se si eccita attiva non solo le immagini. – Arman ridacchiò insieme a Murgon, Lephrum invece lo spinse a terra.

– Sei un folletto cretino. – Scosse la testa continuando a pensare.

Lephrum era convinto che quella gemma nascondeva qualcosa di importante, qualcosa che avrebbe cambiato il loro destino.

Cominciò a camminare in tondo seguito a ruota da Murgon che ormai era diventato una lampadina ambulante!

Ma non gli scocciava affatto, finalmente poteva essere di qualche aiuto al figlio, dopo tanti anni passati solo a fare il fantasma e cercare di fare il padre con poco successo.

Purtroppo nel realizzare quest'ultimo pensiero, si era fermato con gli occhi che gli brillavano, mentre fantasticava su quanto il figlio potesse diventare devoto a lui, procurando così una caduta a Lephrum che inciampò su un sasso bello grande.

– Aaaah! Leppy scusami! – Si precipitò verso il figlio che si alzò gemendo appena. – Anche tu con questo stupido sopranome? –

Sbuffò guardandosi le mani. – Per tutti i folletti! La pietra mi è scivolata dalle mani! –

– Guarda è lì! – Disse Arman indicando una piccola luce che si stava espandendo sempre di più.

Si avvicinarono subito, e passarono delle immagini silenziose.

Quella che sembrava essere un'umana correva a perdifiato, come se fosse spaventata, in mano aveva un sacchetto, successivamente la ragazza inciampò e cadde nel pozzo morendo, l'ultima immagine che si vide fu una presenza non ben definita che guardò cadere ghignando la donna.

– Co...cosa significa? – Dally era terrorizzato ma non solo lui.

Quelle immagini avevano procurato un senso di inquietudine a tutta la squadra.

Lephrum fu il primo a riprendere la situazione in mano, raccolse la gemma dalla pozza di acqua.

– Si attiva semplicemente con l'acqua e a giudicare dalle immagini, credo che le altre...siano qua. –

– Di-dici...che è questo il pozzo? – Dally deglutì.

– Si, secondo me si e quindi... –

– Qui intorno dovremo trovare anche lo scheletro o dei resti. – Aggiunse Arman.

– Com'è macabra questa cosa! –

Dally era sicuramente il più spaventato, tremava come una foglia continuando a deglutire a vuoto.

Quando a un certo punto si sentì lo stomaco di Lephrum brontolare.

– Oh no... –

– Te l'avevo detto di fare colazione figliolo. –

– Stai zitto papà! –

Arman si guardò subito attorno.

– Non ci resta che proseguire e sperare di trovare del cibo. –

– Qui? Sotto terra? Senza luce? Ne dubito. –

– Dally non c'è soluzione alternativa, risalire non si può e se rimaniamo qua moriremo di fame o sete, magari è caduto qualcosa nel pozzo che ha portato via l'acqua. –

– Ha ragione Lephrum folletti miei! Non scoraggiamoci, proseguiamo. –

Con forza e coraggio il quartetto cominciò a camminare, la loro avventura era iniziata.

Avevano le carte giuste per poter affrontare ogni cosa! O almeno così speravano...

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Capitolo 4
*** La trappola ***


Arman e Lephrum procedevano a passo svelto, chiacchierando di tanto in tanto, giusto per mettersi d'accordo da che parte andare.

Dietro di loro Margus e Dally erano certamente più casinisti.

– Quei due...siamo in una situazione orrida, e hanno ancora le forze per fare casino. – Si lamentò Lephrum.

– Io devo dire che li invidio, sanno essere sciolti... – Arman sorrise appena voltando lo sguardo verso Dally. – Sai è per questo che siamo amici, lui è sempre solare, positivo ma è anche un gran pauroso, è come se sentisse il bisogno di avere tipi rabbiosi vicino a lui. –

In cuor suo Lephrum pensava le stesse identiche cose, ma non l'avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura!

– Sì beh anche mio padre è un po' come lui, so che il mio caratteraccio l'ho preso da mia madre. –

– Ho sentito tanto parlare di Margus...ma mai di tua mamma. –

– Dovresti parlare con lui, purtroppo non so nulla a parte che è morta poco dopo la mia nascita, ho provato a chiedergli ma niente. Non c'è verso di convincerlo a parlarmi di lei. –

– Deve aver sofferto molto, sai io sono un romanticone, adoro le storie d'amore! Sopratutto quelle che finiscono bene! –

– Uno grande e grosso come te? Non l'avrei mai detto... –

– Ehi! Non avere questi pregiudizi! Adoro le femmine e le amerei tutte se fosse per me. E tu hai qualche cottarella? –

Leprhum pensò subito alla sua adorata Laila, il suo cuore si riempì di preoccupazione.

Stava bene?

Era riuscita a salvarsi?

Dove si trovava?

– Ehi...Lephrum? –

Arman gli toccò la spalla e inaspettatamente Lephrum inciampò un'altra volta, ma non toccò subito terra.

– Lephrum! – Gridò Margus buttandosi nella buca nella quale il nostro amato folletto era caduto.

Si sentirono le urla di Leprhum ogni secondo sempre più lontane, e alla fine un piccolo tonfo.

Arman e Dally si guardarono.

– E adesso? – Si domandarono insieme.

Fortunatamente la caduta non era stata fatale, ma non c'era possibilità di risalire, la voce di Dally che chiamava a squarciagola l'amico era l'unica cosa che si sentiva.

– Leppy stai qui, io vado su ad avvisare che stiamo bene. –

Margus salì facendo cessare le urla del disperato Dally, Lephrum si guardò attorno alzandosi e massaggiandosi il didietro un po' dolorante per la botta.

Spalancò gli occhi quando vide Laila svenuta a terra priva di sensi, corse verso di lei, si chinò e la prese dolcemente tra le braccia, cercò di svegliarla chiamando il suo nome.

Lei aprì gli occhi e il suo eroe sospirò sollevato, il problema è che come vi ho detto, Laila ha un brutto carattere!

Tirò un urlo spingendolo via. – Mi stavi molestando maledetto porco?! –

Lephrum mise subito le mani in avanti. – No, no! Laila io volevo aiutarti, te lo giuro! –

Entrambi si rialzarono in piedi studiando l'ambiente intorno a loro. – Quel maledetto uragano è riuscito a prendermi...Aspetta! Sai dov'è Dally?! –

– Sì tranquilla, è al piano superiore, io sono caduto in una buca, una trappola per essere precisi. –

Laila sospirò sollevata e in quel momento tornò Margus in picchiata.

– Li ho avvertiti! Ora stanno proseguendo da soli a tentoni. Oh! Ma... è un folletto! –

– Il grande Margus... – Laila sorrise, ma non sembrava troppo stupita di vedere il jinn, infatti Lephrum si stranì, ma decise di non darci peso.

– Laila stiamo cercando gemme di questo tipo... – Tirò fuori la pietra mostrandola. – L'hai vista per caso? –

– Sono delle Mastis! –

– Sì, lo so cosa sono. E no, non le ho viste. –

– Come fai a sapere cosa sono? Sei più piccola di me, queste cose si imparano al tronco scolastico. –

– Ehi insomma cos'è? Un interrogatorio? Ora abbiamo ben altri problemi, Incantolandia è stata risucchiata totalmente, tutti gli abitanti sono sparsi per questo luogo oscuro. Dobbiamo trovare il modo di ritornare a casa. –

– Il modo sono tramite queste Mastis, Laila...non sembri minimamente sconvolta, tu sai qualcosa di tutto ciò? –

– Ma figuriamoci! E che ho il sangue freddo! –

– Troppo freddo... –

– Effettivamente anch'io che sono già morto non ho tutto questo sangue freddo! Non hai fatto mezza piega vedendomi! –

Laila fu messa alle strette e dovette raccontare tutta la verità sulla sua identità!

– Va bene, ma per favore non interrompetemi con domande idiote, fatemi iniziare e finire. –

Si schiarì la voce e si avvicinò ai due per non farsi sentire da nessun altro.

– In realtà io sono la sorella minore di Gandolino il mago della torre. – Rimasero sorpresi e vollero subito fare una domanda, ma la mia cara sorellina sapeva bene come far tacere i due folletti.

– Tempo addietro, parlo ancora prima di Margus, esisteva un terzo mago, nostro fratello maggiore, Orgon, lui era l'essenza della bontà, non ho mai conosciuto una persona più buona di lui ve l'assicuro, ma un giorno...cadde in questo pozzo e quando lo tirammo fuori era cambiato. – Laila sentì il bisogno di fare una pausa, anche per me il solo ricordare faceva male.

– Prima di cadere, lui costruiva villaggi, aiutava le persone era sempre fuori a fare del bene, pensate che fu lui a dare vita a Incantolandia. Quando però uscì da questo posto dannato, voleva solo distruggere. Iniziò una guerra contro il mondo, io e Gandolino fummo in prima fila, combattemmo contro di lui con tutte le nostre forze. Ma purtroppo io non riuscii ad arrivare alla fine della battaglia, Orgon mi trafisse con una spada e Gandolino pur di non perdermi chiuse la mia anima in una piccola scatolina magica. Mi tenne con sé alla torre, finché non conobbe Margus, approfittò per farmi reincarnare dentro un folletto femmina, così rinacqui, come una fenice. –

– Quindi...sei una strega in realtà. – Laila scosse la testa.

– Sono un folletto, ho perso i miei poteri, ho solo i ricordi di una vita passata. –

– Orgon ha distrutto Incantolandia? –

– Si, lui ha il potere di questo posto, ma né io né Gandolino siamo mai riusciti a capire cos'era. Ora però mostratemi quella Mastis. –

Lephrum non se lo fece ripetere due volte e le diede la gemma. Laila osservò attentamente ogni immagine e sorrise malinconica.

– Lei invece era la moglie di Orgon, credo che fosse l'unica a sapere il suo punto debole... –

Margus poggiò una mano sulla spalla di Laila cercando di darle conforto. – Non ti preoccupare, sono certo che presto arriverà anche tuo fratello e ci aiuterà, salveremo anche Orgon in qualche modo. –

Lephrum non fu d'accordo con quelle parole, che scopo aveva fare promesse che non si era certi di poter mantenere? Ma Laila sorrise, e ciò bastò per tranquillizzare il folletto.

– Allora mettiamoci in viaggio, dobbiamo trovare le altre Mastis. –

Padre e figlio annuirono e ricominciarono a camminare.

– Speriamo che Arman e Dally se la cavino, non vedranno nulla con questo buio. –

– Questo posto sembra diventare sempre più oscuro se è possibile. – Osservò Laila per poi fermarsi. – Aspettate, avete sentito? –

Entrambi si zittirono concentrandosi sui suoni circostanti, sembravano parole sussurrate, erano tutte intorno a loro.

– Un rituale? – Ipotizzò Lephrum.

– No, no sembrano... non lo so, forse folletti? –

– Dei folletti sono stati chiusi dentro le mura?! No! Poveri folletti! – Gridò disperato Margus.

– Margus Tranquillo! Probabilmente è il posto, forse sono poteri illusori. –

– Ma che ha sto pozzo? Perché c'è tutta questa oscurità? –

– Nessuno lo sa, non si capisce da dove proviene questo male. Io, Gandolino e la moglie di Orgon abbiamo fatto di tutto per scoprire cosa si nascondeva qui sotto. –

– Bene. Allora vorrà dire che oltre al salvataggio di Orgon distruggeremo questo pozzo. –

Margus e Laila furono sorpresi a sentirlo così determinato, ma entrambi sorrisero fieri di lui.

 

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Capitolo 5
*** Il Prato di Anime ***


 

 

E così fieri e spavaldi i nostri piccoli eroi proseguirono il loro cammino.

Tuttavia ci sarebbe da dire che Lephrum non era troppo tranquillo, no signori miei non aveva paura, e no, non doveva neanche andare in bagno!

Era la vicinanza con Laila a fargli ribollire il sangue.

Eeeeh l'amour... peccato che quest'ultima non lo sopportasse assai.

Mia sorella era molto critica nei riguardi di Lephrum, non accettava che lui fosse così scorbutico e isolato dal resto del villaggio.

Diceva che era solo un folletto viziato, lei d'altronde da quand'è morta non aveva avuto più possibilità di stare con me, Lephrum anche se inconsapevole aveva avuto una grande fortuna.

Il folletto cercava qualcosa da poter dire per rompere un po' il silenzio, impacciato le chiese ogni tanto come si sentiva e lei rispondeva sempre freddamente e distaccata: bene.

– Leppy credo che tu non gli piaccia tanto... – Sussurrò Margus all'orecchio del figlio, Lephrum in risposta storse il naso guardandolo male.

– Guardate, una porta... –

Davanti a loro si presentò un'enorme porta contornata da simboli antichi, Laila li accarezzò senza ricordare dove li aveva già visti.

– Una volta lessi un libro che apparteneva a Gandolino con questi simboli! –

– Ti ricordi che libro era? – Chiese Laila con voce speranzosa.

Lephrum nel frattempo si guardò attorno, sentiva uno strano odore di erba accompagnato da un leggero fruscio di acqua, toccò il muro umidiccio.

– Cosa c'è dietro questa porta... – Sussurrò a se stesso.

All'improvviso la terra cominciò a tremare, Lephrum si precipitò all'istante da Laila reggendola, ella lo guardò intensamente per un istante.

Venne distratta però dalla porta che si spalancò lentamente, l'aria fresca e pulita arrivò d'impatto sui loro visi sorpresi.

La luce colpì i loro occhi lasciandoli per un attimo a vagare nel buio.

Una volta abituati, entrarono guardandosi attorno sgomenti.

Erano totalmente circondati dal verde, davanti a loro vi era addirittura un cascata.

– Siamo... ancora sottoterra vero? – Chiese Margus con aria spaesata.

– Sicuramente siamo sotto effetto di un'illusione. –

– Ma è impossibile Laila, sento gli odori e i suoni dei passerotti anche! – Lephrum si chinò strappando un filo d'erba. – Tocca è reale. –

Laila non era affatto convinta, conosceva bene il potere di Orgon, andava oltre ogni immaginazione.

– Statemi vicino, ho un brutto presentimento. –

Tutto ero troppo tranquillo, finché da lontano non si sentirono chiamati da una voce fin troppo famigliare.

Lephrum non fece in tempo neanche a girarsi, fu letteralmente assalito da un Dally in lacrime, Arman era poco più indietro che se la prendeva con molta calma.

– Oh Leppy ero così preoccupato per te! Finalmente ti ho trovato e stai bene! –

Laila incrociò le braccia fissandoli attentamente, appena Lephrum notò quello sguardo subito si staccò di dosso Dally. Non che gli dispiacesse più di tanto.

– Laila! Ma ci sei anche tu! – Il fratello si rialzò abbracciandola e stringendola come un pupazzo, ma non c'era tempo per quel genere di coccole.

– Ragazzi...non sento più i cinguettii... – Fece notare Arman. Tutti a quel punto si zittirono guardandosi attorno, la cascata che prima scorreva velocemente era ferma, il vento che accarezzava la loro pelle non c'era più, tutto era immobile.

Nessuno emise più alcun suono, perfino il loro respiro si era fermato, e quando il cielo si oscurò totalmente e intorno a loro la vita si spense, indietreggiarono spaventati, cercarono la porta dalla quale erano venuti, ma non vi era più.

Davanti a loro apparve una figura, essa era imponente, l'oscurità l'avvolgeva totalmente creando il buio totale ovunque passasse.

– E...e...quello cos'è?! – Chiese Dally deglutendo.

– Orgon... – Laila l'avrebbe riconosciuto in mezzo a mille oscurità, quello davanti a sè era lo stesso fratello che l'aveva uccisa. – Dobbiamo trovare un modo di scappare! –

Tutti continuavano a far balzare gli occhi da una parte all'altra, ma più i secondi passavano più il buio sembrava avvolgerli.

Sul volta di Orgon si disegnò un ghigno, allungo l'enorme mano verso Laila, ma Lephrum coraggioso la spinse via, sacrificando se stesso.

Orgon l'avvicinò a sé, strinse il pugno attorno al corpo di Lephrum.

Vi posso dire con certezza che quella fu una brutta avventura, il folletto sopportò un dolore lancinante, sentiva l'oscurità entrargli dentro e trafiggerlo con mille e più lame.

Le sue urla furono talmente forti da paralizzare gli altri, Laila strinse i pugni mentre una singola lacrima scorreva lentamente lungo il viso.

Margus però, non poteva permettere che suo figlio finisse i suoi giorni in quel modo, coraggioso come un leone si piazzò davanti a Orgon.

– Lascia subito andare mio figlio! Mi hai capito?! – Urlò a pochi millimetri dal suo viso, poi inizio a girargli attorno sempre più veloce, Orgon provò a colpirlo ma tutto fu inutile.

– Ah! Mi spiace bello mio io sono già morto! Dai inseguimi! –

Furioso, urlò facendo tremare la terra, lanciò Lephrum a terra e fu preso al volo da Arman, sia Laila che Dally si precipitarono al suo fianco.

– Non preoccupatevi, è solo svenuto. –

– Guardate il suo corpo, ha tantissimi buchi neri...–

– Sì, ma non sanguinano, non riesco a capire. – Laila provò a toccarli ma all'istante si bruciò le dita.

– Dannazione dobbiamo trovare un modo e andarcene! –

Coprirono Lephrum con la sua copertina e Arman se lo caricò in spalla. – E Margus? –

– Se la caverà, è un Jinn! –

Iniziarono a correre a perdifiato, Ma Orgon tutto vede, e solo schioccando le dita, radunò delle fiamme nere intorno a loro bloccando ogni vita di uscita.

I tre si posizionarono al centro del cerchio stando più stretti possibili.

– Queste fiamme non si spengono se non con la luce del sole o magica. – Nonostante Arman e Dally erano già pronti a dire addio a questo mondo, Laila non era dello stesso parere.

Lei non si arrendeva.

Il suo animo era forte e la sua luce infinita.

– Orgon! – Urlò con tutta la voce che aveva in corpo attirando così la sua attenzione. – Io ti giuro, nel nome della nostra famiglia. Nel nome della donna che tu amavi e che hai ammazzato. Che me la pagherai. Io Laila Marine Mangust ti ucciderò! – Intorno a mia sorella si sprigionò una folata di vento fortissima accompagnata dalla luce che emanava la sua anima. E quella luce spense le fiamme nere intorno a loro, Laila riprese l'aspetto di quando la morte l'aveva presa, trasformandola nella giovane maga che era. Ma....

– NO! – Gridò Dally terrorizzato e indicando la copertina che era stata presa dalla fiamma nera, ma non ebbe il tempo di dire nient'altro.

Laila si concentrò e nonostante fosse nel tempo arrugginita riuscì a portare tutti in salvo, in una parte più lontana del pozzo.

Affannata e affaticata si accasciò a terra sorridente e fiera di se stessa per aver salvato tutti.

– Margus... –

Dally guardava la copertina che non smetteva di bruciare davanti a loro.

– Oh no... no, no! – Gridò Laila avvicinandosi con gli occhi lucidi e provò inutilmente a spegnere quelle fiamme oscure.

– Laila...non importa. – Sussurrò Margus sorridendole. – La mia ora è giunta molto tempo fa, hai fatto il possibile per salvare tutti e ci sei riuscita. –

– Margus no ti prego, come farà Lephrum senza di te?! Non puoi lasciarlo io troverò un modo! –

Ma non c'era modo, le fiamme oscure non si spengono finché non divorano del tutto la loro preda.

– Cosa diremo a Lephrum...? – Dally era in lacrime, tra loro era nata una grande amicizia e intesa.

– Che gli voglio bene... e che se anche non può più parlarmi, io sono con lui. –

Margus andò vicino al proprio figlio che fu appoggiato a terra da Arman.

– Forse è meglio che ora stai dormendo... – Guardò i buchi neri del figlio. – Non ho mai fatto nulla per te, ma ora posso salvarti la vita. Laila. –

La ragazza scattò subito vicino a lui ancora in lacrime.

– Calmati ora, ho bisogno che ti concentri, devi trasferire la mia energia all'interno di Lephrum, so che lo puoi fare, ho visto tuo fratello curare feriti con anime di chi stava per morire... –

– Margus io non so se... –

– Ti prego Laila. –

Fu allora che mia sorella concentrò tutto il suo potere chiudendo gli occhi. Arman e Dally videro Margus scomparire lentamente sotto i loro occhi, mentre i buchi sul corpo di Lephrum si chiudevano.

– Addio, per favore non abbandonatelo... – Sussurrò prima di scomparire per sempre...

 

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