attitude

di SMSL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Nuovi gruppi ***
Capitolo 4: *** Nic ***
Capitolo 6: *** Passi avanti ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Quando una ragazza decide di cambiare inizia dai capelli..Giusto? Bene, oltre ai capelli ho cambiato anche città. Che dire, la cosa non mi dispiace affatto. Mi dispiace solo per quelle poche amiche strette che avevo, ma ci terremo in contatto, penso. Dopo tutto quello che ho passato qua a Los Angeles, sono felice di potermene andare e ricominciare da zero a Miami, che poi via, Miami mica Kangbashi! 
Dopo i miei lunghi 18 anni sono felicissima di poter cambiare vita, città, capelli e soprattutto casa. Ho sempre odiato casa mia, non mi ero mai abituata all'idea dell'appartamento piazzato in un posto sperduto in periferia, con un piazzale mostruoso. Oppure camera mia, non sono stata io a sceglierla quindi potete immaginare i gusti di mia madre..ok, meglio non prolungarsi su questo fatto.
Adesso grazie al licenziamento di mio padre la fortuna l'abbiamo trovata qua: già il fatto che dovrò abitare in una villetta lussuosa tutta mia non mi dispiace affatto. Sono contenta che abbiano licenziato papà. 
Ho sempre avuto una vita abbastanza difficile, sono sempre stata giudicata. Poi però qualcosa è cambiato: dentro di me, ma soprattutto fuori. Sono cambiata e ringrazio davvero anche la pubertà, mi posso quindi permettere di definirmi "bella", cosa che tempo fa non sarei mai stata in grado di dire. Non mi lamento per la scuola, studio il minimo e sono bocciata solamente un anno, ma solo perché a scuola non ci andavo mai. Periodo delle "brutte compagnie" ama puntualizzare mia madre. Spero di trovarmi bene qui, tanto me ne sto nel mio senza disturbare nessuno e sicuramente non mi comporterò come quando ero a Los Angeles. Sono sempre stata una ragazza con un carattere forte: per prima cosa metto il rispetto! Mi piace fare amicizia con chiunque, anche con i muri, devono solo starmi simpatici a pelle. Odio chi mi squadra da capo a piedi con una superiorità senza confini. Odio chi è falso e chi fa il doppio gioco. Amo invece, chi è sincero. Vivo bene con me stessa così e ciò mi porta a convivere bene anche con gli altri. Sono molto stimata per questo e spero che anche nella mia nuova vita sia così. Preferisco però passare dal centro del mondo alla "nuova ragazza" che non sarà cagata più di tanto, mi sentirei meglio, seriamente. A volte essere una delle tante è meglio che essere "la Brinley". Sentire il mio cognome in ogni angolo della scuola o del centro era qualcosa di assillante.

Questo è il primo capitolo! Spero vi piaccia! Ho deciso di iniziare così, per far capire a voi lettrici che tipo di protagonista avrete! Spero vi piaccia, continuerò il prima possibile! 
Accetto consigli❤️
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


"Ti vuoi svegliare? Sarebbe l'ora che tu visitassi un po' Miami e che ti ambientassi un po'. Non pensi?" "Mamma la vuoi smettere? Siamo arrivati solo ieri sera ed io sono veramente distrutta. Sai quanto mi stanco durante i viaggi!" Borbottai. Ma tanto quella non si smuoveva da camera mia, anzi iniziò a passare l'aspirapolvere apposta. E che dire? Mi sono alzata. "Abbiamo deciso di cambiare un po' tutti mamma. E perché tu non cambi mai?" Sorride. E basta ciò a farmi sciogliere. Ho sempre avuto un punto debole: lei. La mia unica migliore amica, colei che sa "tutto" di me e che mi aiuta sempre. Ma resta sempre una mamma, ovvero una rompiscatole. Mi alzai malvolentieri dal letto comodissimo e mi diressi verso l'armadio. Presi qualche indumento a caso e mi fiondai in bagno. Avrei proprio avuto bisogno di un bagno caldo per riposarmi di nuovo ed organizzarmi mentalmente un po' la giornata. Sarei uscita di casa e me sarei andata prima di tutto in spiaggia, dato che per mia fortuna non distava più di tanto da casa mia. Poi mi sarei arrangiata e avrei chiesto indicazioni per cercare qualche negozio carino dove avrei comprato qualcosa per l'indomani ovvero il mio primo giorno di scuola..che orrore. Scendendo le scale già sentivo il profumino di caffè, che buon odore! In cucina trovai i miei a fare colazione e a parlare di affari, quindi diedi loro il buongiorno e mi concentrai sulla mia colazione. Strano ma vero, colazione. Io che non la faccio mai. Ma vabe, ero di buon umore, che dire. Finita la colazione mi diressi nuovamente in bagno ma andai a sbattere contro la porta, chiusa a chiave. "Dovresti bussare invece di andare spedita, cretina. Mi fai morire di prima mattina, sai?" disse ridacchiando quella stupida di mia sorella. "Sai com'è, siccome si trova in camera mia ed è il MIO bagno, se non ci sono io, non penso ci sia qualcun altro." risposi dolorante. La sentivo balbettare qualcosa ma non ci feci più di tanto caso, non avevo intenzione di litigarci di prima mattina. Aspettai invece la sua uscita per entrare e truccarmi un po' per poi uscire di casa. Che dire, non mi sbagliavo su questo posto. È davvero magnifico! Poi avere la spiaggia a 5 minuti da casa non ha prezzo. Continuavo a cercare un posto isolato ma niente. Era piena di gente! Poi è domenica, non posso aspettarmi una spiaggia spopolata. Stavo quasi per perdere la speranza e finalmente trovai un posticino perfetto per me! Mi accomodai dolcemente sulla spiaggia e chi mi avrebbe più mossa da lì?! Sapete cosa? La sabbia in bocca, ecco cosa. "Ma che cavolo fai?" mai disturbarmi in un momento di pace e tranquillità, soprattutto se esso è appena iniziato! "Oddio mi dispiace scusami! Sono così sbadata! Ti giuro non volevo, ma la sabbia inizia a scottare!" Alzai lo sguardo e mi misi a ridere vedendo una ragazza così buffa davanti a me. "Stai tranquilla, vieni accomodati." Imbarazzata si china e con difficoltà riesce a sedersi con me. "Sei nuova, ci scommetto." mi guardava diffidente. "Si nota così tanto?" domandai in modo sarcastico. "Beh, conosco tutti qui, e la tua faccia non mi dice niente!" "Hai proprio indovinato allora! Sì sono nuova!" Risposi facendo la finta simpaticona. "Ti sei già ambientata?" chiese tirando fuori un panino più grande della sua faccia. "Beh, sono arrivata solamente ieri sera, sono uscita oggi per la prima volta quindi non saprei che dirti, il primo posto che ho visitato è questo e la prima persona che ho conosciuto sei tu. Anzi, non so ancora il tuo nome." la guardai. "Te l'ho già detto che sono sbadata? Scusami-mi allungò la mano tutta unta-il mio nome è Sally!" la guardai un po' storta ma poi sorrisi. Mi piace questa ragazza, mi sembra davvero sfacciata e sincera a primo impatto. "Sally ti devi muovere, ho la partita di beach tra poco!" una voce lontana ci interruppe. Proveniva da lontano ma non riuscivo ad intravedere la sagoma di quel ragazzo, notai solamente il colore dei suoi capelli, biondo cenere se non sbaglio. "Scusami ma devo scappare! Ci vediamo a scuola domani!" disse agitata e scappò via. Basita, decisi di andarmene anche io dato che si stava avvicinando ora di pranzo e ancora non avevo trovato nessun negozio. Ne trovai uno carino vicino alla spiaggia dove comprai una bella camicietta e dei pantaloni a sigaretta. Sembravo una scema, mi stavo divertendo da morire a provare mille look diversi. "Spero di fare bella figura domani, almeno con i professori." pensai. Tornata a casa decisi che nel pomeriggio me ne sarei rimasta a casa ed avrei mandato mia mamma a cercare una biblioteca lì vicino. Avevo una voglia matta di leggere qualcosa di vecchio, come "promessi vampiri" uno dei libri che preferisco. Odiavo il fantasy, eppure.. Rieeeccomi qui! Che ve ne pare? Un' amica particolare ci voleva! Oppure no?

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Capitolo 3
*** Nuovi gruppi ***


Il suono della sveglia continuava a rimbombarmi in testa. "Mio dio, non posso permettermi di ritardare il primo giorno." Mia madre dov'era? Quando serve non c'è mai. Corro giù dal letto, mi dirigo in bagno e mi preparo. Scendo di corsa in cucina e non trovo nessuno ma solo un bigliettino del cavolo: "ho avuto un imprevisto a lavoro. Ti ho comprato un biglietto per l'autobus, il quale passa davanti casa. Buona giornata". -Sì certo, sarà proprio una buona giornata-pensai ironicamente. Presi il biglietto e andai alla fermata, per un pelo stavo per perdere il buss. Il problema è un altro. Dove cavolo scendo? L'unica fortuna è che ci sono altri studenti, seguirò loro. Mi feci spazio ed incrociai gli occhi di una ragazza, aveva un viso familiare. "Hei tu, vieni qui!" mi invitò. "Hei, Sally..?" domandai confusa. Che dire..era proprio lei! "L'altro giorno mi sono dimenticata di chiederti come ti chiami!" "Madison, mi chiamo Madison." cercai di essere il più tranquilla possibile, ma ciò risultava difficile dato che ero davvero scomoda ed ero spiaccicata da tutta quella gente. "E lei chi è?" domanda un ragazzo vicino a lei. Pensai che fosse lo stesso ragazzo che vidi in spiaggia ma non ne sono sicura. "È una ragazza che ho conosciuto in spiaggia ieri, è nuova di qui si chiama Madison, presentati, no?" bisbiglia nel suo orecchio, ma io come sempre esperta me ne intendo e capisco qualsiasi tattica di comunicazione. "Ma non mi interessa, era per chiedere."rispose sbuffando quello. Ma chi si crede di essere? Ci segno una x sopra, e ciao. Sally abbozza un sorriso e mi avverte che siamo quasi arrivate. "Ti piacerà sicuramente questa scuola!"mi avvertii. Scesi tutti dal bus, Sally mi invitò a stare con il suo gruppo. Mi presentò qualcuno tra cui: Blake, Taylor, Aaron, Chris e Matt. Ragazzi simpatici. Poi conobbi Alissa. La ragazza più bella che io abbia mai visto, seriamente. Ed è davvero cortese e rispettosa, un tesoro! "Ma io ti ho già vista! Sei la ragazza che ieri era in spiaggia, giusto?" domandò Matt. Mi aveva già riconosciuta? "Penso di si, ma non sono stata in grado di riconoscerti.." dissi ridendo. "Tranquilla, so di essere più bello dal vivo." rispose con tale convinzione che sembrava serio. Scoppiammo tutti a ridere. "Lei adesso deve andare in presidenza perché le devono mostrare la scuola. Mi sa che dovrà seguirla Cam.."iniziò Sally. "Ah, sarà sicuramente lì ad aspettarti Mad, ti accompagno io prima che Cameron inizi ad innervosirsi. Lo conosciamo tutti ormai." disse sorridendo Aaron. Che dolce. Ma ero comunque confusa quindi risposi con un semplice: "Va bene, andiamo." Io e Aaron ci incamminiamo verso un corridoio immenso e dopo 2 minuti circa ci troviamo davanti ad un portone enorme. "Entra, ci vediamo a ricreazione se ti va" "Okay, a dopo Aaron, e grazie mille!" Aprii la porta e mi ritrovai la preside seduta tranquilla a sorseggiare un caffe chiacchierando amichevolmente con la persona che proprio non volevo vedere. Colui a cui avevo già messo la mia prima x: Cameron. Mi guardava praticamente disgustato, nemmeno fossi ricoperta di sostanze velenose o altro. "Buongiorno mia cara, tu dovresti essere la signorina Brinley!" la preside era davvero allegra e sembrava felice di vedermi lì, a differenza di Cameron. "Spero tu possa trovarti bene in questa scuola, per qualsiasi cosa puoi contare su di me. Ti affido a Cameron adesso che ti mostrerà la scuola e ti aiuterà a capire il funzionamento dei corsi." Il ragazzo cambiò espressione in due secondi. "Certo signora preside, aiuterò io la signorina, si fidi di me. Non la deluderò. Già alla fine della giornata conoscerà alla perfezione ogni angolo della scuola!" "Sapevo di potermi fidare di uno studente come te. Non mi deluderai mai! E adesso sbrigatevi, sta per suonare la campanella." Ci alziamo ed usciamo dalla stanza. "Sei davvero falso, un discorso così costruito ed un'espressione così falsa non so se chiunque riuscirebbe a fare. Ma per caso fai l'attore?" Scherzai, ovviamente con un po' di acidità. "Ma non rompermi, devo farlo e basta. Adesso segui attentamente la cartina e te la spiego, così me ne vado in classe e non dovrò continuare a vederti." Cominciava a stancarmi. "Ascolta, non so quali siano i tuoi problemi, ma se accogli le ragazze così, va bene, ma me proprio no. E da adesso evitami, seriamente. Mi stai già antipatico da morire e non voglio avere niente a che fare con te. Dimmi solamente dove si trova la classe di storia, ho quella alla prima ora." ero davvero arrabbiata, di lunedì mattina. "Tranquilla, la cosa è reciproca. Adesso seguimi. Poi non parlarmi più." Io mi domando i suoi problemi, incontrai tutta gente simpatica e disponibile, poi arriva lui, che fa l'antipatico, mah. Seguendolo mi accorsi che avremmo svolto la stessa lezione. Entrammo in classe in ritardo, ma eravamo giustificati, per il semplice fatto del mio nuovo arrivo. "Buongiorno, lei dovrebbe essere la signorina Brinley! Benvenuta, si accomodi pure vicino a Taylor." Sorrise. Mi accomodai vicino al ragazzo e continuai la lezione tranquillamente. Suonata la campanella Taylor mi domanda di Cameron. "Come si è comportato con te?" "Beh, è stato davvero scortese, ma no problem, abbiamo già deciso di evitarci, e penso sia la cosa migliore! Quello ha problemi seri, mi sembra una ragazza mestruata." dissi veramente arrabbiata, perché si, lo ero. "Hei, tranquilla. È fatto così, poi Helen lo ha lasciato da poco, quindi figurati di come sta..sono stati insieme 2 anni. Ne è veramente innamorato. E lei lo ha lasciato, per un altro..suo amico." Rimasi perplessa. Mi sembrava di rivivere ciò che avevo passato io, o almeno una cosa simile con un ragazzo a Los Angeles. "Ah, mi dispiace, ma non se la dovrebbe rifare con me. È da stamattina che mi insulta." feci il broncio. "Dai andiamo. Alla prossima ora non abbiamo niente, manca il professore, avviciniamoci a Matt e gli altri." Mi convinsi e mi aggregai a loro. Mentre Cameron faceva lo stronzo patentato con me , io non lo consideravo minimamente e continuavo a fare una sana chiacchierata con Sally. Mi stava raccontando del suo gruppo e di quanto bene si vogliono. Si conoscono da quando erano piccoli, ma il gruppo si era come dire, "sciolto" a causa di Helen e Cameron. Ero davvero curiosa su questa storia. Avrei pagato per vedere un Cameron "innamorato". Sto stronzo. Heilàà! Secondo voi cosa sarà successo ad Helen e Cameron? Avete idee? Scrivetemi tutto ciò che vi passa per la mente! ❤️

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Capitolo 4
*** Nic ***


Il primo giorno passò tranquillamente. "Mamma sono a casa!" esclamai. Mia madre uscì felice dalla cucina: "Com'è andato il primo giorno di scuola?" domandò incuriosita. "Bene, ho conosciuto qualche amica e qualche amico, niente di che." "Va bene tesoro, spero tu ti possa trovare bene qui." Lo speravo anche io. Mangiai ed andai in camera mia, volevo sdraiarmi e sentire qualche amica di Los Angeles. "Lele come stai?" "Hei Mad, tutto bene! Li come sta andando? Ti piace Miami? La scuola? Ragazzi?" Troppe domande. Appoggiai il telefono sul comodino, avrei risposto più tardi. Volevo godermi un po' di "promessi vampiri" in quel momento. Ecco che la porta si spalanca. "Ale, la devi smettere di fiondare così in camera mia!" Urlai. Mia sorella a volte era davvero rompiscatole. "Scusa Mad, ma stavo cercando il mascara, devo uscire." Mi rispose. "E dove vai scusa? Già fatto amicizie?" domandai curiosa. "Non sono stinfia come te, e si ho già fatto amicizia e mi hanno invitata a fare un giro sulla spiaggia!" Lei ha 13 anni e gia fa amicizia il primo giorno? Io ne ho 17 ed è già tanto se ho parlato con qualcuno. Fin da piccole lei è sempre stata la bimba particolare, quella dal viso simpaticone e dolce. "Buon per te, divertiti Alexis." "Lo farò." rispose uscendo dalla stanza. Ripresi il telefono e continuai a messaggiare con Lele per tutto il pomeriggio e tutta la sera. Aveva tante cose da raccontarmi. La cosa migliore? Che Daniel e Federica non stanno più insieme. Ma proprio ora si sono lasciati? Che io mi sono trasferita? Fosse successo prima sarei tornata da lui per fare un dispetto a quella "Federica", ma vabe, pazienza. Il giorno dopo mi svegliai e per mia fortuna mia mamma c'era, così da non dover andare a scuola di nuovo in bus. Mi vestii leggera, con una tshirt davvero carina e dei semplici jeans strappati. Una bella coda e per oggi niente trucco, non c'è tempo! Arrivai a scuola in orario, avevo abbastanza tempo per fumarmi una sigaretta in santa pace. Ma che dire, io e la pace siamo cose completamente diverse! Ero quasi a fine sigaretta quando una voce familiare attirò la mia attenzione. Mi affacciai verso il corridoio e vidi Cameron che maltrattava un povero ragazzo. "Hei guardate qui chi abbiamo? Galitzine lo sfigato!" urlò Cameron spingendolo a terra. Ma che razza di problemi aveva? In quel momento capii subito che la mia missione "Mad non farti notare" sarebbe fallita. "Cameron ma pensa per te e smettila di rifartela con gli altri, ma chi ti credi di essere facendo il bulletto con le persone? Sei abbastanza grande da evitare questi giochetti, oppure no?" corsi in difesa di quel povero ragazzo. "Galitzine si fa difendere da una femminuccia, idiota. Hei bello, lei ha più palle di te-si avvicinò a me e mi sfiorò il mento con la mano- mi piace." "Toglimi le mani di dosso, e la femminuccia qui sei solo tu, vattene adesso." ero alquanto irritata. Cameron si mise a ridere e se ne andò insieme ad altri amici. "Hei tutto bene?" Domandai al ragazzo a terra. "Si grazie mille, ma non dovevi. È da tanto che mi prendono in giro e non la smetteranno mai, ci ho fatto l'abitudine. Comunque piacere, Nicholas." Mi faceva davvero pena, ma le parole che pronunciò mi fecero venire un nervoso assurdo. "Abitudine cosa?! Dovresti reagire, ecco cosa dovresti fare!" Sorrise. Mamma mia che bel sorriso. "Se io dovessi reagire veramente, quel tipo lo farei a pezzi, ma preferisco passare da sfigato a scuola, non mi interessa." sembrava proprio convinto. Poi continuò: "Cos'hai alla prima ora Madison?" "Come sai il mio nome?" chiesi stupita. "Sei quella nuova, tutti sanno il tuo nome." "Ah. Comunque matematica, tu?" "Idem, andiamo." Quel tipo era strano, ma questo mi piaceva. Mi sorrise di nuovo e mi guidò verso la classe. Saalve! Un ragazzo come Nicholas vi piace? O preferite uno come Cameron? Un abbraccio!

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Capitolo 6
*** Passi avanti ***


Io di matematica non ci ho mai capito niente, ed è sempre stata una materia odiosa. "Ma a te riesce questo esercizio?" domandai a Nicholas. "Mad sei troppo buffa! Guarda devi semplicemente trasportare le x dall'altra parte dell'uguale e cambiarle di segno, è semplice." Mi illustrò sul quaderno. "Detta così sembra facile." Dissi io appoggiando la testa sul banco, ero esausta. Grazie al cielo suonò la campanella, finalmente avrei avuto spagnolo, amo quella lingua. "Grazie mille Nicholas. Mi hai aiutata parecchio, io adesso ho spagnolo!" feci per salutarlo ma mi bloccò immediatamente : "Che coincidenza. Anch'io. Andiamo!" Ero contenta di ciò, Sally ancora non l'avevo vista. Entrati in classe ecco che intravidi quell'idiota di Cameron: "Oh, ecco i piccioncini, mi sto sciogliendo! Ma chi è che fa la parte del maschio?" L'avrei fatta io mettendogli le mani addosso. Da un momento all'altro. Matt mi fece cenno di lasciarlo perdere, così lo ascoltai. "Lascia stare Cameron, non ne vale la pena Mad. Sto bene con me stesso e vado avanti. Mi importa poco di lui." Se lo dici tu. "Io mi faccio gli affari miei allora." Gli risposi sorridendo. Lui ricambiò. Sarà stato uno sfigato per Cameron, ma con me era stato davvero dolce, e a dirla tutta era anche un bel ragazzo. Era alto, aveva un corpo asciutto. Era moro, aveva gli occhi marroni ed aveva una bocca meravigliosa. Sembrava l'avessero dipinta sul suo viso apposta. Aveva delle labbra davvero carnose, da perderci la testa. Un particolare bellissimo era proprio il neo che aveva sopra la bocca. Fantastico. Poi il suo sguardo era così...non ci sono parole per descrivere ciò. Era comunque davvero un ragazzo sensuale. Rimasi a guardarlo per qualche secondo fino a quando non iniziò a chiamarmi : "Mad ho qualcosa in faccia?" Diventai tutta rossa, cavolo che figura. "Scusami, stavo pensando..davvero scusami." Non sapevo nemmeno cosa potessi inventarmi, che figuraccia! Chissà cosa avrà creduto. "E va bene..pensiamo insieme allora. Che fai oggi? Hai già visitato Miami?" domandò. "Sinceramente? Non ancora! C'è tempo via." sorrisi. "Allora oggi faremo una bella gita, te la mostrerò io, la conosco bene. Fidati della tua guida." mi rassicurò facendo una voce ridicolissima. "Tu sei davvero matto!" scoppiammo a ridere entrambi. "Brinley, Galitzine, por favor." "Disculpe profesor." Ci scusammo noi. Intanto Cameron mi lanciava occhiatacce. Io mi domando cosa avrebbe mai voluto da me quel ragazzo. Finita la lezione, iniziò la ricreazione, che bello. Mi diressi in cortile: avevo proprio bisogno di una sigaretta. "Che fai, fumi?" mi domandò Nic. "No, sono astemia." Scoppiò a ridere. "Sei davvero simpatica mia cara!" esclamò. "Mad!" Qualcuno mi stava chiamando. Mi voltai e vidi Sally. "Hei Sally, come stai?" "Tutto bene, tu? Oggi non ti abbiamo vista e ci siamo preoccupati, pensavamo che per colpa di Cam avessi cambiato scuola. Sai, le sue presentazioni-iniziò a ridere-non sono delle migliori!" "Mai, anzi, resto qui proprio per fargli un dispetto!" Borbottai. Sally si bloccò ed iniziò a guardare attentamente Nic. "Scusate, che scema che sono. Sally lui è Nic, Nic-Sally." Si strinsero la mano senza mai togliersi gli occhi di dosso. "Io ti conosco, una volta mi hai difeso, quando Cameron mi insultava." Chissà da quanto tempo Cameron lo trattava così male. Sally annuì. "Venite con me, andiamo dagli altri!" Propose. Mi girai verso Nicholas e lo vidi un po' perplesso. Gli strinsi la mano ed iniziai a seguire Sally. Nicholas doveva svegliarsi e soprattutto farsi conoscere. Cosa meglio del gruppo più popolare della scuola? Cosa che lessi dal giornalino della scuola. E Cameron sarebbe stato il più "fico",così definito dalle ragazze. Wow. Sally presentò Nic agli altri, i quali sembravano felici di conoscerlo. La ricreazione stava passando in fretta, tra risate e battute! Menomale che Cameron non venne, anzi nessuno sapeva dove fosse, pareva essersi disintegrato. Meglio così. La giornata scolastica finì presto grazie al cielo. "Ti riporto a casa io Mad, così almeno so dove passarti a prendere oggi pomeriggio." mi invitò ad entrare in macchina. "Se non fossi così distrutta rifiuterei, ma credimi..muoio di fame!" Mi lamentai. "Forza, sali." Sorrise entrando in macchina. La sua era una Range rover nera. "Amo questa macchina Nic, te lo giuro. Ne sono innamorata persa!" "Ne sono contento, anche io ne sono innamorato. È sempre stata una fissazione per me, questa. Poi era di mio padre, quindi ha un valore inestimabile per me. Sai, non c'è più . E so che qualsiasi viaggio io faccia, lui è seduto con me e mi accompagnerà sempre." Forse era per questo che era così chiuso. "Mi dispiace tanto Nic, non volevo toccare questo argomento." abbassai lo sguardo ed iniziai a giocare con le mani. Ero agitata. "Figurati, ti piace questa?" Ed alzò il volume della radio a tutto fuoco: Summer paradise. "Amo questa canzone!" Arrivati davanti casa mia, Nic mi salutò con un dolcissimo bacio sulla guancia e con un "a dopo, pazzoide." Questo Nic, mi piaceva..eccome se mi piaceva. Salve passerine di wattpad! Vi piace il nuovo capitolo? Scusate ma continuo a fare piccole modifiche! Spero di migliorare sempre più! Se qualcosa non vi piace criticatemi pure!

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Ciao ragazze! Come state? Nic mi sembra molto furbetto! E a voi? Fatemi sapere, io vi mando un bacione! Appena entrai in casa trovai mia madre sulla porta della cucina con le braccia incrociate ed un sorrisetto malizioso dipinto sul viso. Sapevo già a cosa stava pensando . "Mamma dovresti smetterla di spiarmi." "Mi assomigli molto Mad, sul serio. Hai preso da tua madre." La guardai confusa, non capivo a cosa si riferisse. "Mamma non capisco." Si mise a ridere e mi disse: "Nel senso che hai buon gusto per i ragazzi, è davvero bello. Come si chiama?" Quella è matta. "Si chiama Nicholas ed è solo un amico, poi l'ho appena conosciuto." Scosse la testa. "Sisi, e ti porta già a casa in macchina e ti guarda con quello sguardo? Tesoro sono nata prima di te, me ne intendo." Con quello sguardo? "Come mi stava guardando scusa?" Non me ne ero resa conto. "Apri gli occhi, e capirai. Ti ho preparato dell'insalata, ti va?" Lei era così brava a cambiare discorso. Annuii. Erano gia le 3:30 ed ancora non ero pronta. Non pensavo si trattasse di un proprio e vero appuntamento. Giusto? Mi doveva semplicemente presentare la città. In mezz'ora mi preparai: indossai una semplice canottiera nera e degli shorts. Mi raccolsi i capelli in due chignon, una cosa strana ma a me piaceva. Ed un filo di mascara, per non sembrare una morta. Nicholas puntualissimo arrivò alle 4. Mia madre giustamente lo invitò a prendere qualcosa da bere e a farmi fare una delle tante figuracce. "Dove la porti come primo appuntamento?" Domandò a Nic. Volevo morire o sparire, una delle due. "Volevo.." Iniziò a dire Nicholas ma lo interruppi: "mamma non è un appuntamento, smettila. Nic, andiamo." Lo guardai con una faccia disperata. "Dai Mad, ero semplicemente curiosa e ci stavo sperando. Sembra un ragazzo in gamba, peccato." Si rattristò. Appena entrati in macchina mi scusai con Nic per il comportamento di mia madre. "Non scusarti è stata davvero gentile. Ma comunque come mai non definisci il nostro un appuntamento?" Mi stuzzicò. Arrossii. "Beh, non pensavo fosse un appuntamento..Lo è?" Domandai curiosa. "Potrebbe diventarlo." Mi rispose stringendomi la mano e dandomi un bacio sulla guancia. Quel ragazzo sapeva davvero prendermi, era dolcissimo. Si preoccupava di ogni particolare e si vedeva che era un ragazzo in gamba. Mi piaceva da morire. Accese la macchina e partì. "Da dove cominciamo? Ti avevo promesso di visitare Miami. È abbastanza grande quindi penso di poterti mostrare i posti più conosciuti e popolati. Almeno avremo tempo per goderci un po' di pace." "E dove?" domandai curiosa. "Lo vedrai, un posticino che ti piacerà, me lo chiederai tu stessa in modo inconscio, fidati. Per ora andiamo al Cocowalk, Calle Ocho. Poi ti porto a vedere Collins Avenue, Ocean Drive ed andiamo a mangiarci un gelato a Dadeland Mall." Rispose lui, accendendo la radio. "Mi piace questo programma!" Dopo due orette di giri ero già esausta ed affamata. "Nic finiremo un altro giorno il giro, ascoltami..sto morendo di fame io!" rivelai io. "Non vedevo l'ora che tu lo dicessi! Anche io sto morendo, vieni andiamo. Conosco un posto dove fanno dei gelati da urlo." Proferì lui. Quella gelateria era davvero carina. Presi un classico: cioccolato e fragola. Nic invece prese panna e nocciola. "Vieni, sediamoci fuori." mi invitò Nic-poi continuò-come mai vi siete trasferiti qui?" "Mio padre è stato licenziato, quindi gli hanno proposto di venire qui. Gli hanno fatto una proposta lavorativa molto interessante e lui ha accettato." risposi. "In un certo senso mi dispiace, però sono felice, almeno ti ho conosciuta.-sorrise-ti mancano i tuoi amici la?" Dovevo essere sincera : "Ovviamente, ma sono felice di essere venuta qua e di aver cambiato vita. Gli amici se sono veri, lo resteranno anche a distanza." Nicholas scoppiò a ridere. "Cosa ti fa tanto ridere?" Risposi arrabbiata. "Ferma.." disse allungandosi verso di me. Prese un fazzolettino e mi pulì il naso, il gelato lo mangiai pure col naso insomma. Restò a guardarmi ancora ed iniziò ad avvicinarsi piano piano ma lo fermai. "Grazie, che sbadata che sono!" Guardai l'ora. "È tardi, torniamo a casa? Devo ripassare fisica, domani abbiamo il compito, ricordi?" Ero agitata, davvero. Ma ci eravamo conosciuti la stessa mattina e di baciarlo subito così, assolutamente no! Da come mi guardava sapevo che avesse capito, e tranquillo si alzò porgendomi la mano: "Hai ragione, non ho studiato niente! Povero me!" mi prese in giro. "E smettila di sfottermi, piuttosto andiamo, scemo!" Ridendo ci avviammo verso la macchina. Una volta arrivati a casa lo salutai ma lui mi bloccò: "mi dispiace per prima, mi sono fatto prendere dal momento, non volevo." Così però mi faceva sentire in colpa, che cavolo. "Figurati, non è successo niente. Mi sono divertita parecchio oggi. Ci vediamo domani Nic, grazie." E scesi dalla macchina. "Ti passo a prendere domani mattina per andare a scuola, mi raccomando sii puntuale!" E se ne andò senza lasciarmi il tempo di rispondere. Che cretina che sono. Non cambierò mai. Stavo per entrare in casa quando vidi Colin che mi stava guardando dall'altra parte della strada. "E tu che ti guardi?" domandai irritata. "Hei biondina, placati. Ti dei divertita con il tuo ragazzone?" iniziò a ridere sguaiatamente. "Ma non è che sei geloso? Continui a seguirci e sei ovunque." "Non è colpa mia se abiti di fronte casa mia. Se sapevo di incontrarti mi sarei rinchiuso in camera, seriamente! Poi geloso di te? Sei una sfigata come lui, ed a me non piacciono le sfigate." e se ne andò. Quel Colin era davvero strano.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Ciao ragazze! I primi capitoli non sono molto ricchi, ma più andiamo avanti e più sono convinta che vi piacerà tutto! Almeno a me piace, e spero possa arrivare anche a voi! Ho in mente talmente tante idee che spero di poterle mettere tutte!! Vi adoro comunque, siete davvero dolcissime Un bacio 💋 Ripensai per tutta la notte a Colin. Era il ragazzo più lunatico che avessi mai conosciuto. E continuavo a domandarmi se il suo carattere da stronzo potesse provenire dalla sua rottura con Helen. Avrei tanto voluto conoscere la loro storia, magari un Colin diverso, più socievole, più dolce.. ** La sveglia suonò. Mi alzai controvoglia dal letto e mi diressi in bagno a prepararmi. Oggi avrei preferito una maglietta a mezze maniche, fuori c'era più freschino. Jeans strappati, ed un cappello con visiera, mi piaceva un casino quello da baseball che regalarono a mio padre. Mi diressi a fare colazione ma era tardi, Nicholas sicuramente si trovava fuori casa ad aspettarmi. Come non detto, quello è troppo puntuale. "Buongiorno Mad." disse stampandomi un bacio sulla guancia. "Buongiorno a te!" ricambiai il saluto. "Dormito bene?" "Si, ho avuto solo dei pensieri, ma vabe..tu?" "Che tipo di pensieri? Io bene." mi domandò curioso. Mica potevo dirgli che ho pensato tutta la notte a Colin. "Niente di particolare, pensieri generali." Risposi io cambiando argomento e domandandogli cosa avrebbe avuto alla prima ora. Arrivati a scuola mi avviai insieme a Nic verso il gruppo di Sally e gli altri. "Mad, Nic! Come state?" urlò Steve. "Bene ragazzi, voi?" domandammo insieme io e Nic. Stavamo parlando allegramente tutti insieme fino a quando una voce ci interruppe. "Che ci fate voi qui?" era lui: Colin. "E tu cosa vuoi?" chiesi ironicamente. "Sparite da qui, questo è il mio gruppo. Razza di sfigati." Si vedeva che era arrabbiato, aveva una faccia. "Hei Col, smettila. Madison e Nicholas sono nostri amici, trattali bene!" Intervennero Sally e Dylan in nostra difesa. "Ma andate a farvi fottere. Io la reputazione non me la voglio rovinare e voi nemmeno. Spero." disse stringendo i pugni. "Hei Col, non ti rovini la reputazione, sono brave persone, dovresti conoscerli per giudicare." rispose Steve. Colin si avvicinò a Nic e gli tirò una spallata, poi se ne andò. Presi Nic e ce ne andammo da li. "Ragazzi non andatevene!" Urlò Sally. Ero arrabbiatissima. "Forse è meglio se smettiamo di parlare con loro, che ne dici Mad?" Mi domandò Nic. "Ma tu sei pazzo. Io smettere di parlare con i miei amici perché a quello stupido di Colin non sta bene? Ma che si fotta, glielo farò apposta." Risposi andandomene in classe senza salutarlo. Che rabbia.

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Ciao ragazze! Ho deciso di mettere i miei commenti anche alla fine del capitolo e non sempre all'inizio. Così magari posso porvi delle domande senza anticiparvi niente, così possiamo conversare un po'! La mia domanda in questo capitolo è "che intenzioni ha Colin?" Leggete e rispondetemi! Un bacio 💋 Passai le prime tre ore da sola, senza parlare con nessuno. Avevo evitato Nic, Sally e tutto il gruppo. Non avevo veramente nessuna voglia di parlare con loro. L'unico con cui mi sarei scontrata sarebbe stata solamente uno: Colin. Suonò la ricreazione e mi fiondai fuori ad accendermi una sigaretta e dopo averla finita sarei andata a cercare quell'idiota. Mi ero organizzata così, ma poi lo incontrai che flertava con una ragazza poco distanti da me. Ma non mi importava, io dovevo parlarci e chiarire la situazione. Mi avvicinai e con "delicatezza" staccai la rossa da lui. "Ma che fai?" Si arrabbiò lei. Stavo per risponderle per bene ma Colin mi fermò in tempo. "Vattene Chri." disse a lei, la quale se ne andò senza fiatare. "Finalmente sei arrivata-sussurrò-comunque sei un osso duro, devo ammetterlo." Sorrise. "Sono così prevedibile Col?-urlai-e sai anche che potrei spaccarti la faccia da un momento all'altro?" "Non credo proprio, non lo faresti mai" ridacchiò, facendo sorridere anche me. Cosa stavo facendo? "E perché?" domandai incuriosita. "Perché no, il motivo non te lo dico." rispose avvicinandosi pericolosamente a me. "Non mi piacciono i giochi di parole, poi sono venuta per altro. Gli sbruffoni come te non mi piacciono, li odio. Sappi che mi sono stancata di questo odio nei i miei confronti e quelli di Nic, quindi vedi di farla finita. Hai capito?" Strinsi i pugni. Lui sembrava non aver ascoltato un bel niente, anzi iniziò a prendere una ciocca dei miei capelli e a giocarci. "Anche io vorrei una ragazza come te, così protettiva e forte, forse con più palle di me. Nicholas è davvero fortunato." Ma che problemi ha? Si avvicinò senza staccare i suoi occhi dai miei, nemmeno per un istante. Non ci pensai due volte a tirargli un pugno sullo stomaco. "Io e Nic non stiamo insieme e non riprovare ad avvicinarti così tanto a me, hai capito? Sei solo un presuntuoso, lasciaci vivere la nostra vita in santa pace, ciao." Feci per andarmene ma lui mi tirò il polso per poi sussurrarmi nell'orecchio: "tanto lo so che ti piaccio, e presto tornerai da me." Sbruffone, lo odiavo sempre più.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Quando tornai a casa ero fuori di me. Ma Colin che voleva? Non riuscivo a capirlo, probabilmente aveva solo voglia di giocare. Mi fiondai sul letto ed il mio telefono squillò, facendomi sobbalzare. Samantha. Era una mia vecchia amica di Los Angeles, ma avevamo perso i rapporti. Ciò mi dispiaceva, ma perché mi chiamava? "Pronto?" "Hei Mad, sono io, Samantha. Ti ricordi di me?" Era così timida. "Certo che mi ricordo di te-sentì sospirare dall'altra parte del telefono-come mai questa chiamata?" Chiesi curiosa. "Beh, ecco..mi mancavi, ma poi ho scoperto che ti sei trasferita a Los Angeles, sono così distrutta. Però sono felice per te." Disse tutto d'un fiato. Ci rimasi di stucco. "Ci sarà modo di vederci, tornerò durante qualche vacanza per salutare tutti. Ci stai?" Risposi sorridendo. "Va bene, mi fa piacere. Volevo anche dirti che Cody è di nuovo single!" Mi rattristai molto. Siamo stati una cosa bellissima, solo lui ed io. Mi mancava da morire stare con lui, parlarci, baciarlo ed il suo profumo..si, il suo profumo. Sarà pure scontanto ma a me tutto quel One Million che emanava fiero, mi ha fatto perdere la testa. Mi ricordo che quando ero un po' giù di morale, lui non diceva niente e si avvicinava a me con quella boccetta, spruzzandomene un po'. Sapevo che avrei avuto il suo profumo addosso, e mi bastava ciò per farmi tornare il sorriso. "Si, lo so ma non posso fare niente ormai, che palle." Sbuffai. "Senti Mad, devo scappare, ci sentiamo." Attaccò. Suonarono alla porta e mi diressi ad aprire. Nic. Sorrise appena mi vide e ciò mi portò davvero a farmi sciogliere completamente. Nicholas Galitzine a casa mia, ero sorpresa. "E tu che ci fai qui?" domandai facendo la finta arrabbiata. Non feci neanche in tempo di finire che si avvicinò a me e mi abbracciò. "Mi sono cagato addosso all'idea di perderti Mad. Quando te ne sei andata via e mi hai evitato tutto il giorno avevo paura tu ce l'avessi a morte con me. Sono venuto da te per chiarire. Io voglio stare con te." Che tenero. Ma non era presto? O forse son io troppo lenta? A volte sembrava esagerato. "Vieni, entra-ci spostammo sul divano-non mi perderai per queste cavolate. E poi, non mi allontano dalle persone per queste cose, solo che beh, preferirei mi mostrassi la tua parte più sicura, sono sincera." "Dai, usciamo. Ti porto a mangiare un gelato!" Disse euforico. "Aspetta che vado a prepararmi allora!" Ci sarei uscita volentieri e spero che prima o poi cambiasse atteggiamento. Indossai una felpa nera con delle scritte bianche, dei jeans ed il mio bellissimo cappello con la visiera. Scesi di corsa giù e trovai Nicholas già pronto vicino alla porta. "Andiamo?" "Andiamo." Forse era l'ora che io dimenticassi Cody una volta per tutte, ed un ragazzo come Nicholas mi avrebbe aiutato sicuramente. Il pomeriggio stava andando alla grande, mi stavo divertendo davvero molto. "Riecco i piccioncini." Colin. Ciao ragazze! Come state? Dimenticare Cody, stare con Nicholas, mantenere la calma con Colin...Mad riuscirà a gestire tutto questo secondo voi? Chissà che decisioni prenderà. Avete idee? Un bacio

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


"Adesso puoi dirlo forte Colin, sta iniziando a piacermi davvero Nicholas." mi sforzai a sorridergli. Lui indietreggiò, sembrava stupito. "Ah wow, Nicholas, non pensavo che anche a te piacessero le ragazze-guardò i suoi amici-e noi che pensavamo fosse una copertura." Risero tutti. Nicholas strinse i pugni: "Mi sono davvero stufato di te. Ma chi ti credi di essere? Pensi davvero che tutto ciò che mi dici possa toccarmi? Beh non mi tocchi minimamente! Io non ti do importanza perché ho di meglio a cui pensare, ma presto te la farò pagare così vediamo chi sembra più checca tra me e te." Wooooooo che è successo a Nic? Colin si scaraventò su Nic, ma li staccarono quasi immediatamente. "Hei Colin, brutta scossa? Buona giornata." lo salutai, prima di prendere Nic a braccetto ed allontanarmi. "Nic ma che ti è preso? Mi hai fatto morire!" Scoppiai in una fragorosa risata. "Madison non voglio che tocchi me e te. Ti deve stare lontano e basta." Arrossii. Quanto era dolce quel ragazzo, mi piaceva davvero. Con lui stavo bene e mi sentivo tranquilla. Non era come Cody. Cody assomigliava più a Colin: cazzone, strafottente. Nicholas era dolce, calmo, cauto. Un ragazzo maturo. E a me questo faceva impazzire. Mi abbracciò dolcemente. "Ti riaccompagno a casa?" domandò sorridendo. "Va bene." risposi avviandomi. Lui mi bloccò e mi abbracciò, accarezzandomi la testa. Nel frattempo mi stringeva forte a sé, davvero forte, come se avesse paura potessi scappare da un momento all'altro. Mi prese il volto tra le mani e mi sorrise. "Sei bellissima Madison, te lo giuro." "Nic dovresti smetterla di farmi tutti questi complimenti, mi metti a disagio.." sorrisi. "Mi fai stare bene." diventò più serio. "Anche tu." ero sincera. Ci avviammo verso casa, ormai si era fatto buio. Ciao ragazze! Tutto bene? Vi è piaciuto? Nic è davvero dolcissimo, io lo adoro! Secondo voi potrebbe funzionare tra Mad e Nic? Vedremo, magari si, oppure no! Un bacio 💋

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Ciao ragazze! Vi penso sempre, sapete? Vedere che c'è qualcuna che ti segue, a cui piace leggere le cose che scrivo mi fa stare bene, vi giuro. Comunque qualcuno si intrufolerà da qualche parte. Guarda un po'! Un bacio 💋 La mattina seguente era domenica, quindi avrei dormito all'infinito. O almeno così credevo, prima di ricordarmi dell'esistenza di mia madre. "Madison, svegliati! Sono le 10 passate!" Infatti. È presto. Lasciami in pace. Scesi a fare colazione. "Mad, Alexis, io e mamma non ci siamo a pranzo, quindi ordinate qualcosa da qualche parte. Va bene?" sorrise papà. Avevo un rapporto un po' strano con lui. Inconsciamente ha sempre preferito mia sorella a me. Nonostante fosse più piccola di me, ha sempre avuto molta più libertà. Io prima di dirgli che andavo a ballare in qualche discoteca ho dovuto aspettare 15 anni. Lei invece a 13 andava in certe festicciole da sballo senza problemi. Però so che voleva bene anche a me. "Io sono con Sarah, tra poco passa a prendermi e facciamo i compiti insieme. Resterò da lei tutto il giorno." Annunciò mia sorella. Perfetto. Casa libera. "Mi lasciate da sola soletta?" domandai facendo la finta dispiaciuta. "Se vuoi puoi venire con noi, però durante il pranzo con i signori Linkol parleremo solo di affari. Ti va?" domandò mia madre con tono di sfida. "Nono tranquilla mamma, starò a casa anche io." Erano le due del pomeriggio e mi stavo annoiando da morire. Pensai di chiamare Nic e di chiedergli se volesse venire a passare il pomeriggio da me, ma aveva la segreteria quindi gli lasciai un messaggio. Quando avrebbe ascoltato, sarebbe venuto. Accesi la tv ma non trovando niente, iniziai a studiare un po' di filosofia dato che ero rimasta abbastanza indietro. Sentii suonare alla porta, così corsi ad aprire. Nicholas era davanti a me, con un sorriso stampato in faccia. "Scusa se ho fatto tardi." "Tranquillo, tanto mi ero addormentata!" ridacchiai. "Ho avuto un imprevisto alla macchina" mi spiegò. Chiuse la porta alle sue spalle e avanzò verso di me. "Sei sola in casa?" "Si" risposi, sorridendo timidamente. "Meglio così." ridacchiò lui. Passammo la giornata a parlare del più e del meno, da come lui praticasse segretamente pugilato, alle mie passioni nascoste per la scrittura ed il giornalismo. La giornata non poteva continuare meglio di così. ** Sentii bussare alla finestra. Stavo letteralmente morendo di paura. Non avevo nemmeno il coraggio di accendere la lucina dell'orologio e di guardare che ore fossero. "Mad, apri cazzo!" A quella voce mi irrigidii. Corsi ad aprire la finestra e feci entrare quel ragazzo che tanto odiavo. "E tu che cavolo ci fai qui?"

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


Ciao ragazze! Ora che proprio lui si intrufoli nel bel mezzo della notte a casa di Madison, mi sembra strano, ci sarà una spiegazione abbastanza particolare, o no? Un bacio 💋 "E tu che cavolo ci fai qui?" Era notte fonda e Colin si era intrufolato dentro casa mia. "Lo so che ci odiamo, ma fai finta di non avermi visto, per favore. Ospitami solo per questa notte e non ti disturberò più. Non chiedermi di darti spiegazioni, perché non te ne darò-sospirò per poi continuare-non dire niente a nessuno, soprattutto ai ragazzi." Non capivo niente. Ma mi dispiaceva veramente vedere Colin in quelle condizioni. Annuii e gli feci spazio tra le coperte. "Vieni, io ormai non riuscirò più a dormire e per tua sfortuna non ho altri letti liberi. Fa come se non ci fossi, io intanto leggerò un libro." sforzai un sorriso. Lui si avvicinò al letto, ma non si sedette : "Il tuo ragazzo si ingelosirà, non credi? Oppure se vuoi-sorrise maliziosamente-non dirò niente di ciò che succederà." "Ti piacerebbe, vieni qui e chetati entro quindici secondi, altrimenti per me puoi dormire fuori, e comunque Nic non è ancora il mio ragazzo." La pena che stavo provando fino a quel momento si tramutò in rabbia, stranamente. Restammo in silenzio tutto il tempo, poi ci addormentammo. La mattina seguente mi svegliai, ma di Colin non c'era traccia. Non aveva nemmeno lasciato qualche biglietto né niente. Nicholas mi passò a prendere come sempre per portarmi a scuola: "Buongiorno Mad, come stai?" Avrei dovuto dirgli di Colin? "Tutto bene, sono solo un po' stanca. Ho dormito poco. Tu?" "Come mai?-domandò distogliendo lo sguardo dalla strada-io bene." "Non lo so, a volte mi capita." peggior scusa non potevo inventarmi. Arrivati a scuola di Colin non c'era traccia. In compenso vidi Sally ed Steve. "Hei Mad, Nic! Come state?" domandò Sally. "Bene ragazzi, voi?" Domandammo io e Nic all'unisono. "Bene..Sara stupido chiederlo proprio a voi, ma non troviamo Colin. L'avete visto per caso? Di solito quando è assente ci avvisa." Disse Sally. Stamattina se ne era andato senza lasciare traccia. Chissà cosa gli fosse successo e perché fosse venuto a chiedere aiuto proprio a me in piena notte. Chissà dove era andato questa mattina. Avrei tanto voluto spifferare tutto, ma avevo promesso a Col di non dire niente. "No ragazzi. Non l'abbiamo visto. Ci dispiace." rispose subito Nicholas. Era così felice di non averlo visto, glielo leggevo negli occhi. Sally ed Steve si guardarono con aria preoccupata. "Cazzo, non di nuovo." disse a denti stretti Steve. Sally si irrigidì. "Avete in mente dove possa essere?" domandai curiosa. Perché avevano reagito così? "Colin ci ammazzerà quando saprà che ve l'abbiamo detto, ma abbiamo bisogno di una mano. È in pericolo e dobbiamo aiutarlo, prima che sia troppo tardi."

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***


Ciao ragazze! Credete che Colin sia in pericolo? Cosa vi aspettate? State continuando a crescere e anche se i numeri sono pochissimi ancora, io sono felicissima! Felice di scrivere per qualcuno Vi amo Un bacio 💋 "Colin ci ammazzerà quando saprà che ve l'abbiamo detto, ma abbiamo bisogno di una mano. È in pericolo e dobbiamo aiutarlo, prima che sia troppo tardi." Mi spaventai. "Ma cosa dite? Cosa ha fatto di così grave?" domandai. "Ripeto, che resti tra noi. Col non dovrà mai sapere che ve l'abbiamo detto." preannunciò Sally. "Va bene." Ripetemmo in coro io e Nic. "Colin è sempre stato un ragazzo particolare. All'età di dodici anni ha perso suo padre a causa di un incidente. Faceva il camionista. Avevano appena riattaccato al telefono quando il camion prese fuoco. Oscar provò a salvarsi, a lottare, ma ormai il camion era uscito dalla strada, potete immaginare come finì. Sua madre andò avanti da sola per un po', ma non riusciva a portare avanti una famiglia da sola. Sierra non trovava lavoro, Colin era piccolo. Quindi cosa fece? Iniziò a spacciare all'età di quindici anni. Si era inventato di aver trovato un piccolo lavoretto al bar di mio fratello Adam, ma è stato rintracciato parecchie volte dalla polizia. Questa cosa non piace per niente a Felipe, il nuovo compagno di sua madre. È uno stronzo di prima categoria, ovviamente in questo caso non ha tutti i torti, il suo figlioccio frequenta spesso brutte compagnie e spaccia pure, ma invece di prenderlo a manate e buttarlo fuori casa, dovrebbe parlarci e chiarire la situazione. Ma sono entrambi testardi quindi niente, non ne vogliono sapere l'uno dell'altro. Sappiamo anche che Colin ce l'ha a morte con Felipe per una cosa che non ci ha mai detto, ma secondo i suoi discorsi è davvero grave. Un giorno voleva pure ucciderlo, ma lo abbiamo fermato in tempo. Comunque sicuramente sarà nel Bronx a fumarsi qualche spinello, ma noi dobbiamo tirarlo fuori da quel mondo. Continuano a rintracciarlo e alla prossima hanno detto che lo sbattono dentro e conoscendo Felipe non lo tirerà mai fuori di lì." Mi bloccai. Ma che storia era? Che vita? Non riuscivo a parlare, ero paralizzata. "E sua madre?" Domandò Nic. "Beh, sua madre li ama entrambi, ma Felipe è violento, quindi le conviene starlo a sentire, altrimenti quello è capace di fare cose peggiori sia a Col che a Sierra, non le resta che ubbidire al capo come un cagnolino-Steve continuò-sicuramente ieri sera è andato da qualche suo amico, anche perché di mattina non c'è mai nessuno, sarebbe pericoloso farsi vedere là, ci sono molti sbirri, anche in borghese. Lui questo lo sa. Tornerà questo pomeriggio." No, lui ieri sera era a casa mia. Se stamattina non poteva andare dalla sua compagnia del cavolo, dove era finito? "No, ieri sera non era al Bronx. Ieri sera è venuto da me, ha passato la notte a casa mia." "Cosa?!" Ops.

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


Col's Pov È così bella quando dorme. Mi dispiace tantissimo alzarmi da qui. Vorrei accarezzarle il viso con delicatezza ed abbracciarla. Sembra così innocente. Mi alzai con fatica da quel letto così comodo e senza lasciare nemmeno un bigliettino di ringraziamento, me ne andai. Dovevo passare da menefreghista. Mi aveva aiutato tantissimo, se non mi avesse ospitato a casa sua gli scagnozzi di Felipe mi avrebbero trovato immediatamente. Guardai l'ora. Erano le sei del mattino e stavo morendo di sonno. Ma dove potevo andare? Sicuramente non nel Bronx, era mattina e quel posto era circondato di poliziotti in borghese. A casa no, sicuramente avrei trovato Felipe ad aspettarmi, e di litigare di prima mattina non ne avevo voglia. Avrei tanto voluto riempirlo di calci , ma avrebbe fatto del male a mia madre. Continuavo a promettermi che avrei ucciso quel bastardo, anche solo per ciò che ha fatto a Sierra. È un animale, non merita di vivere. "Hei ragazzino!" vidi un anziano a terra. Corsi ad aiutarlo, ma qualcosa mi colpì alla testa. Buio. "Ancora non si sveglia?" Aprii gli occhi. Pareti bianche, tavolino, poliziotto. Non ci posso credere. "Bene bene, finalmente! Sei un dormiglione signor Blake!" "Cosa volete da me?" domandai irritato. Sapevo benissimo cosa volevano. "Lo sai. Ti avevamo avvertito! Vieni, ti mostro la tua nuova cameretta. Ti piacerà!" Non riuscivo a sopportare l'idea che pure sti stronzi dovevano prendermi per il culo. "Quanto mi terrete qui? La cauzione quanto costa?" non riuscivo a realizzare. "Quanto basta perché tu la smetta di lavorare per lo spacciatore più furbo della città. Finché non lo troveremo, tu resterai qua. Non controbattere che peggiori solo le cose-sorrise-tre mila dollari. Non penso tu possa possedere del denaro." "È stato Felipe a colpirmi in testa vero?" Quel pezzente. Dovevo uscire di lì al più presto. "No, ti abbiamo trovato privo di sensi sulla trentaduesima street." Aveva architettato tutto, Dio solo sa quanto male gli avrei voluto fare una volta uscito di lì. Ovviamente se ciò sarebbe accaduto. La mia famiglia non avrebbe mai pagato la cauzione. I miei amici, beh...giusto. "Posso fare una telefonata?" "E va bene, ma sbrigati." 0765321983 Steve. "Pronto?" "Steve, sono io." quanta vergogna. "Colin, ancora? Ti hanno beccato sta volta? Lo sai che quando Felipe ti sgama, manda pattuglie a controllarti. Quanto ci starai amico?" era agitato. "Tranquillo, mi raccomando non spargere la voce. Se chiedono di me, sono in Canada. Ma ho bisogno che tu mi tiri fuori da qui. Trova i soldi da qualche parte ed io te li restituirò. Sai che devo uscire per forza." ero distrutto. Come facevo a restare tranquillo sapendo che mia madre e Sierra sarebbero rimaste sole con quel maniaco di Felipe? Perché era questo quello che voleva, quel figlio di puttana. "Hai ragione. Io non ho i soldi, ma li troverò e ti tirerò fuori da lì, promesso." era sincero. "Basta. Riattacca, è finito il tempo." Guardia guastafeste. "Grazie" riattaccai e tornai nella mia bella cameretta. Ciao ragazze! Secondo voi riusciranno a tirare fuori da qui Colin? E cosa avrà mai fatto Felipe di così brutto a Sierra, sorella di Col, per portarlo ad odiarlo così tanto? Cosa farà Colin appena uscito? Smetterà di fare questo lavoretto? Voglio le vostre opinioni, eh! Un bacio 💋

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Ciao ragazze! Sono tornata dopo un po' perché comunque sono stata abbastanza indaffarata! Questo capitolo non è un granché ma spero che vi accontentiate lo stesso! Sono contenta che le visualizzazioni siano salite parecchio dall'ultima volta. Spero di poter continuare così! Ditemi comunque che ne pensate, mi farebbe piacere! Un abbraccio alla mia amichetta Viola che legge i miei capitoli e mi prende in giro, ciao passerina🎈 Un bacio 💋 "Cosa?!" ops. Non ebbi nemmeno il tempo di continuare che il cellulare di Steve iniziò a squillare. "Pronto?" "Colin, ancora? Ti hanno beccato sta volta? Lo sai che quando Felipe ti sgama, manda pattuglie a controllarti. Quanto ci starai amico?" Si stava allontanando, ma continuavo lo stesso ad ascoltare ciò che diceva. "Hai ragione. Io non ho i soldi, ma li troverò e ti tirerò fuori da lì, promesso." aveva un viso così distrutto. Sono convinta che si tratti di un bel guaio. Riattaccò. "Soldi per cosa? A cosa ti servono? Quanti?" domandai. "Lo hanno preso, vero?" domandò Sally. "spiegateci, noi non capiamo se no." Nic, finalmente si decise a parlare, mi ero completamente dimenticata della sua esistenza. "Felipe ce l'ha fatta. È dentro." No, no, no. "E come facciamo? Quanto costa la cauzione?" domandai curiosa. "Parecchio-rispose Sally-ma non preoccuparti, un modo lo troviamo. Sentiremo gli altri ragazzi e metteremo insieme un po' di soldi. Siamo in tanti, in una settimana forse ce la facciamo." Steve la guardò. "Sai benissimo che una settimana è troppo tardi. Felipe." Continuavo a non capire di questo Felipe. Come mai era così cattivo? E che cosa aveva fatto di così grave purché Col ce l'avesse a morte con lui? Dovevo tirare fuori di lì Colin, entro quella giornata. Suonò la prima campanella. "Troveremo un modo, adesso devo scappare-mentii-ho un compito alla prima e non posso fare tardi." salutai i ragazzi e detti un bacio sulla guancia a Nic, prima di sparire in tutta quella massa di studenti. Dovevo andare a casa e riguardare i miei risparmi di una vita, ne avevo molti e non so perché, ma dovevo salvare Colin a tutti i costi, e sarei stata io a farlo uscire fuori di lì. Corsi a casa e mi diressi in camera mia. Fortuna che i miei genitori erano a lavorare. Non avrei mai sopportato di incontrarli e di subire le ramanzine assurde per aver saltato un giorno di scuola. Trovai la mia scatolina piena di soldi per emergenze e iniziai a contare. Erano parecchi, mi sarebbero sicuramente bastati. Fortuna che non sono una spendacciona e riesco a risparmiare. Mi diressi immediatamente al carcere di Rocksville,sicuramente si trovava lì. "Salve." Che brutto posto, faceva un freddo assurdo. "Salve signorina. Cosa posso fare per lei?" una donna di mezza età cosa ci faceva li? "Ecco, sono venuta qua per pagare la cauzione di una persona, ma non so quanto le devo." Mi squadrò da capo a piedi. Non domandarmi niente, per favore. "E lei chi sarebbe? Un parente? Mi dica il nome." "Mi chiamo Sierra Blake e sono qui per mio fratello Colin." "Ah, si. Quel giovincello. Bene, aspetti un momento e vado a controllare quanto deve pagare." Oh cielo, menomale. Adesso spero solamente che mi bastino i soldi. La signora tornò dieci minuti dopo, massì, prenditela con comodo. "Sono tremila dollari signorina. Li ha con se?" Mi mancavano dieci dollari. Porca miseria. "Mi mancano dieci dollari..."-abbassai lo sguardo. "Tranquilla, chiudo un occhio. Mi dia i soldi, intanto lo faccio chiamare." Che fortuna, esiste ancora un po' di gente per bene! "Grazie mille signora, le devo un favore! Grazie, grazie!" Mi sedetti su uno sgabello ad aspettare Colin. Chissà come avrebbe reagito?

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Col's pov "Ragazzino, hanno pagato la cauzione. Sei libero." E chi l'aveva pagata? Sicuramente dovevano essere stati i ragazzi. Steve doveva aver chiesto aiuto a suo fratello. Uscii dalla stanza, e mi diressi all'entrata dell'edificio per prendere le mie cose dalla dolce vecchina. Ciò, o per meglio dire CHI trovai, fu una sorpresa. Una bionda girata di spalle, era seduta su uno sgabello. Ma quelle gambe lunghissime e perfette le avrei riconosciute ovunque. "Tu che ci fai qui?" che ci faceva lei qui? "Oh grazie infinite Madison, sei stata gentilissima a farmi uscire di qui usando i tuoi risparmi di una vita." ochetta. "Senti, nessuno ti ha chiesto di farlo, chi ti ha detto che mi trovavo qui?" Se Steve avesse aperto bocca, l'avrei ammazzato. Anche se comunque questa ragazza mi aveva aiutato, per la seconda volta. "Non importa, andiamo?" era così tranquilla. Come faceva ad essere così gentile poi? L'avevo trattata di merda da quando l'ho conosciuta, lei e quel Nicholas o come si chiamava. La seguii all'uscita. "Vieni, ti porto a casa io." disse dirigendosi verso la sua auto. Annuii ed entrai in macchina, sedendomi sul sedile del passeggero. "Perché fai tutto questo?" non riuscivo a capire del perché di questa illimitata gentilezza nei miei confronti, quando fino a ieri l'altro, non poteva vedermi. "Tutto questo? Ti ho semplicemente pagato la cauzione, i soldi? Beh, me li renderai." ero sbalordito. Io per lei non l'avrei mai pagata la cauzione, almeno penso. "E ti sembra cosa da poco? Non ti capisco. Ieri mi odi, oggi mi aiuti. Tu sei tutta matta." Mi lanciò un'occhiataccia. "Hei, non vuol dire che oggi non ti odi. Semplicemente, mi sarebbe dispiaciuto non avere rotture in questi giorni, quindi ho pensato di salvarti dal carcere. Che bella avversaria dai." annunciò fiera. Che tipa strana, ciò mi fece sorridere. "Dimmi la via." tornò seria. "Non voglio tornare a casa, andiamo a mangiare un panino, ed offro io, mi hanno reso il portafoglio." dissi continuando a guardare la strada, e mi accorsi con la coda dell'occhio che stava sorridendo. "Mm, si può fare. Reload?" "Che Reaload sia." Ciao ragazze! Mi dispiace per il capitolo davvero corto, ma devo scappare! Stasera ho serata e tra due ore e mezza devo farmi trovare pronta..sono ancora in pigiama e non mi sono ancora lavata, in più devo trovare cosa mettermi! Secondo voi durerà questa sintonia? Un bacio 💋

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


Ciao ragazze! Scusate ma sono stata indaffarata! Avevo questo capitolo nelle note e non lo aggiornavo mai! Spero di pubblicare almeno un altro capitolo oggi. Voi state bene? Spero di si! Un bacio 💋 "Mm, si può fare. Reload?" domandai. "Che reload sia." Parcheggiai davanti al fast-food. "Dimmi cosa vuoi, intanto prendi pure posto." Sorrise Col. La strana pace. "Prendimi pure un panino al formaggio e delle patatine allora." intanto mi diressi al tavolino affacciato alla finestra. "Eccomi qui." Annunciò trionfante lui. Si mise a sedere di fronte a me ed iniziò a mangiare mostrando poca cura. "Avevi per caso fame, Col?" "Non rompere-sbuffò-vorrei proprio vedere te fare colazione in un carcere." "Stavo scherzando." Sorrisi prima di iniziare a mangiare. "Nic sa che adesso sei con me?" "Perché ti interessa?" lo squadrai. "E sa che la cauzione l'hai pagata tu?" mi stuzzicò. Sapeva benissimo che Nic era all'oscuro di tutto ciò. "Ma che ti interessa, comunque certo che lo sa!" Mentii. "Si, certo." disse. Continuò a fissarmi per altri due minuti, ma qualcos altro attirò la sua attenzione. O per meglio dire, qualcun altro: Amanda Dickens. "Hei Col." lo salutò con un bacio piegandosi parecchio. Che schifo. "Amanda, piccola. Con chi sei?" domandò curioso lui. "Sono sola, mi aggrego se vuoi." disse lei con voce persuasiva. O mio dio dovevo scappare, al più presto. "Mmm bene, allora io vado, beh ciao divertitevi." E scappai prima che potessero controbattere. Appena entrata in macchina, scoppiai a ridere. Dalla finestra del fast food intravedevo Col disperato. Sapevo che voleva divertirsi con lei, ma sapevo anche che lei era una vera citrulla. Sally mi aveva raccontato le peggio cose su di lei, ma in un certo senso mi dispiaceva, non è bello avere una reputazione del genere. Serviva ai ragazzi solamente come sfogo, con la testa però non ci stava. Chissà come pativa! Mi mostrò il dito medio. Perfetto, tutto alla normalità. Una volta tornata a casa mi misi direttamente a studiare. Il giorno dopo avrei avuto un test, e dovevo superarlo a tutti i costi. Fortuna che per studiare mi ci vuole poco, sono una di quelle rare persone che ha la memoria fotografica, un regalo della natura! Il telefono iniziò a squillare. "Mad, ma dove sei sparita?" Nicholas sembrava molto preoccupato. "Avevo da fare, sono a casa." cercai di tranquillizzarlo. "Che avevi da fare?" Pensa Mad, pensa. Prima di dirgli di Colin avrei dovuto inventarmi qualcosa, magari quando ci saremmo visti gli avrei spiegato per bene. Aspetta. Ma cosa gli avrei spiegato? "Beh, ecco...insomma" "Perché sei andata a prendere Colin al carcere?" "E tu come lo sai?"

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


Ciao ragazze! Chissà chi è stato ad avvertire Nic..sono sicura che siete troppo furbe e lo capirete subito, ma vabe, un pizzico tra i due ci vuole ogni tanto! Chissà quanto sarà sincera Mad però. Un bacio 💋 "E tu come lo sai?" "Prima rispondi." Non avevo scampo, ma non sapevo cosa inventarmi. "Me lo ha chiesto Sally." Oh, merda. "Davvero?" "Beh si, perché? Pensavi che lo avessi fatto di mia spontanea volontà?" Domandai seria. "Beh, no ecco...scusami, non volevo dubitare di te! Ma appena Colin me lo ha detto, non ci ho più visto dalla rabbia." COLIN?! "Aspetta, cosa? Te lo ha detto lui?" Io lo avrei ammazzato. "Beh si, ma se te lo ha chiesto Sally chissene frega, non mi interessa affatto! Pensavo che tu fossi andata per i fatti tuoi, e il fatto che non me lo abbia detto mi ha infastidito. Ci deve essere sincerità tra noi due. Capisci?" Cavolo se aveva ragione. "Hai tutta la ragione del mondo! Ma stai tranquillo Nic." Lo sentii sospirare dal telefono. "Che fai oggi?" domandò. Prima ammazzo Colin, poi avverto Sally di starmi al gioco e poi, boh, forse posso stare con te! "Mah niente, vuoi fare qualcosa tu?" "Certo, ti passo a prendere alle cinque. Un bacio." E riattaccò. Io sta cosa del riattaccare in faccia non la capirò mai, cioè se a me alle cinque non va bene? Ora dovevo avvertire Sally. Ma come? Non avevo il numero di telefono e non sapevo dove abitasse. C'era solo una cosa da fare, povera me. Toc toc. "Arrivo!" Urlò una voce femminile dall'altra parte della porta. La porta si aprì. Una donna sulle quaranta mi aprì. Era davvero una bella donna. E sicuramente doveva essere sua madre. "Chi cerchi cara?" "Beh salve, sto cerando Colin. È in casa?" La donna sbarrò gli occhi: "Beh, ecco, sinceramente non lo so, era uscito insieme a mio marito ed io sono appena tornata a casa." "Ah, mi spiace, allora beh, io..meglio che io vada." feci per andarmene quando sentì la voce di Colin urlare al piano di sopra. Il mio sguardo si posò sulla donna, la quale stava guardando in terra, stringendo i pugni.

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