L'immortale versione 2

di Fanta Gaia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il professor Blake ***
Capitolo 2: *** Bar ***
Capitolo 3: *** Ritorno ***
Capitolo 4: *** Guerra ***



Capitolo 1
*** Il professor Blake ***


La vita sembra scorrerci davanti, il tempo vola e con se porta alcuni dei nostri affetti più cari, ma come posso io parlare di tempo l'uomo adatto a fare ciò sarebbe il professor Blake. La prima volta che l'ho incontrato insegnava nella mia università aveva scelto un suo corso perché me ne avevano parlato molto bene sembravo che fosse uno di quegli insegnati che amano molto la propria materia, io non ho mai amato la storia, un insieme di guerre ed avvenimenti da imparare a che scopo mi sono sempre chiesta ma quando vidi il professor Blake pensai che forse questa volta la storia non sarebbe stata così noiosa. il professor Blake era un bell'uomo all'incirca sulla trentina, con uno stupendo sorriso e due occhi azzurri nei quali chiunque si sarebbe perso per ore per non parlare dei suoi stupendi capelli, ora inziava a capire perché in quella classe la maggioranza era costituita da ragazze, il professore aveva un portamento elegante, quel giorno portava un completo grigio nulla di speciale ma gli dava l'aria di una persona distinta, la vera sorpresa per me fu quando comincio a parlare aveva una vice morbida e profonda che incantava ma anche se non l'avesse avuta era un pozzo senza fine di conscenza parlava di storia ma anche del mondo dei vari paesi ed era come se lui ci fosse stato, parlava della storia come se fosse la propria storia quella che stava raccontando, concluse la lezione con una frase ad effetto dopo due ore passare con lui una chiusura del genere un po' me la aspettavo << ragazzi spero di non avervi annoiati se così fosse vi prego di tornare così che io possa cambiare le vostre idee sulla storia perché è il nostro passato che cambia il nostro futuro >> io ero più il tipo che vive alla giornata che cosa mi poteva interessare di cosa era successo prima di me e se non lo conoscevo di certo non avrebbe influito su di me, comunque decisi di tornare quello era uno dei miei corsi obbligatori quindi anche volendo io non avevo scelta. Il mio programma prevedeva che io lo rivedersi tra due giorni bene così avrei avuto un po' di tempo per capire quello che aveva detto, il pomeriggio andai in caffetteria era un posticino carino, anche se forse un po' troppo affollato mentre aspettavo il mio turno per prendere il caffè che mi avrebbe salvato riportandomi un po' alla vita, senti le ragazze davanti a me che discutevano del professor Blake << hai visto che occhi >> disse la prima alla seconda << perché i suoi capelli >> certo era un bell'uomo ma sinceramente non mi ci vedevo a fare dei commenti del genere, per un attimo nella mi testa passo il pensiero che quelle cose le avevo pensate anch'io giusto qualche ora prima, e sorrisi al pensiero di quanto fossi stata sciocca. Presi il mio caffè e lo bevi in tranquillità sfogliando alcuni libri per adesso mi limitavo a guardare le figure forse più tardi con calma a casa avrei letto alcuni dei passi che più mi interessavano, mentre sfogliavo le pagine mi capitò sotto mano il libro di storia in pratica un mattone, lo apri e non vi erano altre che scritte già lo sapevo che per convincermi a studiare quelle pagine ci sarebbero voluta una grande forza di volontà. La caffetteria si era svuotata quando senti la porta aprirsi per distogliere i miei pensieri dal fatto che io già odiassi la storia ed avevo fatto appena una lezione, guardai chi stava entrando, era il professor Blake si aprì la giacca ed ordino un caffè il ragazzo dietro il bancone glielo preparo immediatamente. Io lo guardai ma distolsi immediatamente lo sguardo non volevo che si accorgesse che lo stavo spiando. Ma a quanto pare l'ho fatto troppo tardi lui venne verso di me << tu sei nel mio corso di storia >> come diavolo h fatto a riconoscermi, io non sono il tipo che si riconosce tra tanti capelli castani occhi marroni la carnagione solo leggermente abbronzata nulla di speciale come mai mi aveva notato << si >> << ti starai chiedendo come ti abbia riconosciuta >> io annui, ora sa anche leggere nel pensiero pensai, << eri l'unica che non mi guardava come se fosse un pesce lesso >> io rossi forse lo avevo giudicato male, forse era davvero in gamba, << hai altre lezioni? >> << No stavo sfogliando i libri e non mi sono resa conto del tempo che passava >> diedi un rapido sguardo all'orologio e vide che erano passate già un ora è mezza dalla.fine della sua lezione, << posso vedere >> prese i libri che c'erano sul tavolo e li esamino << penso che amerà particolarmente il libro che ho scelto, per il mio corso >> io lo guardai scettica << dai libri che ha vedo che si vuole laureare in lettere >> io annui mi sembrava di essere in un libro di Sherlock Holmes nel quale lui è Sherlock e mi sta osservando per capire chi sono, << e tardi devo andare ci vediamo alla sua prossima lezione >> lui mi saluta e torna a bere il suo caffè mentre io prendo i libri ed esco senza correre ma il più velocemente possibile da lì, sarà anche un bravo insegnante ma in caffetteria stava oltrepassando il limiti probabilmente se fossi stata una Delle due ragazze che stavano davanti a me in fila sarei rimasta lì a scherzare ma mi sembrava come se quell'uomo mi stesse leggendo dentro e ciò non volevo che accadesse. I due giorni passarono forse un po' troppo in fretta per me la vita universitaria mi stava completamente assorbendo, e mi ritrovai di nuovo nell'aula del professor Blake, cercai di nascondermi o almeno di confindermi con la folla. Quel giorno il professor Blake portava una semplice camicia bianca a cui aveva arrotolato le maniche ed un pantalone nero con scarpe abbinate dovevo ammetterlo aveva guasto in fatto di moda, quel giorno leggemo alcune pagine del libro e mi resi conto che anche se non aveva nessuna immagine alla fine non era così male, cercava di far vedere la storia come qualcosa di vivo è bello in cui immergersi per rendersi conto di quanto allora quelle scelte sembravano le uniche possibili.

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Capitolo 2
*** Bar ***


Entro al solito bar dietro casa è penso no anche qui no, io andavo in quel bar da un po' da quando mi ero trasferita e non lo avevo mai visto prima, non mi andava di tornare a casa entrai e mi missi in un tavolinetto in disparte volevo solo bere qualcosa tranquilla e poi tornare a casa feci segno al barista che però era occupato a parlare proprio con il mio professore, non riuscivo a capire che cosa si stessero dicendo probabilmente il professore aveva bevuto un po' troppo pensai mi avvicinai al bancone con la coda dell'occhio il professore mi vide e mi salutò, sbiascicando disse << ciao >> il barista mi chiese immediatamente << lo consci >> io annui << ha bevuto troppo gli ho preso le chiavi dell'auto lo riaccompagni tu >> stavo per dire di no ma il barista si era già allontanato, e va bene pensai lo riporto a casa, gli presi un braccio e lo portai verso la porta inzialmente non trovava il suo equilibrio ma almeno stava ancora in piedi da solo, chiamai un taxi salimo, il professore diede il suo indirizzo, ed io mi ritenni fortunata non avevo idea di dove abitasse e non lo avrei mai lasciato in mezzo alla strada, a quel punto l'unica alternativa che mi sarebbe rimasta era quella di portarlo da me ma almeno questo pericolo era stato sventato, arriviamo davanti una casa stupenda una piccola villetta poco fuori New York, lui pago è scese, io rimasi nel taxi e tornai a casa il giorno dopo avevo lezione con lui gli avrei detto se non si sarebbe ricordato che le sue chiavi erano ancora al bar anche se con tutta me stessa speravo di non doverlo fare. Il giorno dopo si presentò a scuola con una polo ed un paio di Jeans aveva anche gli occhiali da sole con i quali voleva nascondere le occhiaie anche se appena arrivato in classe li tolse, << bene ragazzi >> e comincio la lezione non sapevo se ricordasse dell'altra sera ma visto che durante la lezione non fece nulla di particolare, diedi per scontato che non ricordasse, ma alla fine della lezione capi che mi sbagliavo mentre i ragazzi uscivano si avvicina al mio banco ero seduta in fondo, << puoi restare cinque minuti >> io snnui, aspetto che tutti uscissero e poi disse << grazie per ieri sera non avresti dovuto, mi dispiace tanto >> << non si preoccupi le sue chiavi sono ancora al bar ricorda dov'è? >> << Si passerò a prenderle alla fine Delle lezioni mi dispiace che lei mi abbia visto in quelle condizioni, ma ieri è stata una brutta giornata >> avrei voluto dirgli che i suoi problemi non mi interessavano ma mi limitai ad annuire ed uscire. Soltanto quando rientri a casa mi resi conto che ci aveva assegnato da leggere un intero libro è scrivere una recensione cercate di essere il più originali possibili la migliore riceverà un buon punteggio di base per l'esame. Andai in libreria e presi il libro per fortuna non era un mattone come il testo di studio, anzi era piuttosto breve lo lessi in tre giorni, più che un libro era un saggio nel quale si cercava di capire se essere immortale era un bene ed un male il tutto si apriva con una domanda "ti piacerebbe vivere in eterno? " Io decisi di far partire la mia recensione da quella domanda, la riscrissi e cominciai: se potesse scegliere probabilmente dire di sì come tutte le persone la vita è così breve ci sono un sacco di cose che non si riesce a fare in una sola vita mentre se si vivesse per sempre ciò sarebbe possibile ma io non voglio vivere per sempre probabilmente vivendo per sempre ci si renderebbe conto di come è fatto il mondo, si inizierebbe a non far più peso al tempo o alla morte due fattori molto importante nella nostra vita se sapessi che non morirei farei le cose più folli e probabilmente metterei in pericolo altre persone, il tempo ci spinge a capire chi sono le persone importanti per noi e ci fa capire cosa vogliamo e guarisce le nostre ferite se non si dà più valore al tempo allora come faremo a capire queste cose cosa guarita le nostre ferite? ... Scrissi e riscrissi quella recensioni almeno cinque volte ogni volta il risultato mi sembrava deludente doveva essere perfetta se fossi partita da un buon punteggio appilicandomi un po' sarei riuscita a cavarmela senza problemi e mi sarei tolta il problema di storia in più non avrei dovuto vedere il professor Blake almeno fino al prossimo esame. Diedi la recensione ed aspettai con ansia che ci desse i nostri risultati, si era chiuso nel suo ufficio ed aveva chiamato senza un ordine preciso tutti gli studenti uno alla volta alla fine ero rimasta soltanto io, entrai l'ufficio era leggermente diverso da come me lo immaginavo aveva una bella scrivania ed una bella libreria piena di volumi che sembravano essere lì da una vita per lo meno non erano impolverati, in un angolo c'era una specie di mini bar per il resto era uguale agli altri uffici, << è rimasta solo lei >> io non rispondo << la sua recensione mi ha colpito pensa davvero quello che ha scritto >> << si >> << quindi lei cosa sceglierebbe? >> << Ha letto >> << si ma vorrei sapere da lei cosa sceglierebbe? >> << Io non voglio vivere per sempre, mi basterebbe vivere fino a 100 anni, già mi sembrano troppi >> << farebbe la scelta meno ovvia perché? >> << Scommetto che tutti i miei compagni hanno risposto che volevano vivere per sempre >> << si, come la maggior parte Delle persone che si incontra probabilmente ti direbbe la stessa cosa >> << io conosco la vita so quanto sia dura e penso che una sia più che sufficiente, la gente si limita a vedere gli aspetti positivi nessuno pensa mai a quelli negativi per esempio vivendo per sempre vedrei le persone alle qui tengo di più morire davanti ai miei occhi sapendo che non le potrò mai raggiungere, certo se faccesi un incidente soppravvierei ma mi perderei troppe cose >> << lei ha scritto che il tempo guarisce le ferite >> << non le guarisce ma ti permette di organizzare la tua vita intorno ad esse >> << ci sono ferite alle quali non si può resistere >> << molti dicono che le ferite si rimarginano e che un giorno vedrai solo la cicatrice sbiadita e ti ricorderai di quanto ha fatto male ma a quel punto sarà solo un ricordo, io credo che ci siano ferire che non si possono rimarginare semplicemente perché il dolore è ancora forte, senta come siamo finiti a parlare di ciò >> << mi interessava sapere come finiva il suo ragionamento >> << non  mi sembra il caso >> << come preferisce, comunque avra il suo premio ed io capirò se non frequenterà più ma mi lasci dire solo una cosa prima che se ne vada, io credo che io e lei abbiamo molto di cui parlare >> << io non credo >> << aspetta non mi fraintenda, lei conosce la vita non come quelle ragazze che entrano da quella porta tutti i giorni lei la conosce davvero e come se avesss vissuto già centinaia di anni >> << non ho visutto centinai di anni sono solo dovuta diventare grande presto >> << potrebbe piacerle la storia se solo lasciasse il suo odio fuori dalla porta la prego continui a frequentare penso che lei abbia grande potenzialità >> <<  vedremo >>

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Capitolo 3
*** Ritorno ***


Cosa mi aveva spinto a tornare all'aula di storia ancora non lo so ma l'unica cosa che so è che mi ritrovai davanti quell' aula, visto che stavo li tanto valeva entrare nottai che il professor Blake mi aveva notato e pensai che era stata una cattiva idea avrei dovuto lasciare l'aula ma ora mia il guaio era fatto tanto valeva restare, ascoltai la lezione e mi persi per le strade di quella che doveva essere nella mia immaginazione la Londra della prima rivoluzione industriale, in questo era davvero in gamba il professor Blake riusciva a farti immergere completamente nella storia che ti stava spiegando era come se tu fossi lì è vedessi tutte quelle cose era come vedere un film storico ma tu eri lì e vivevi in quei tempi, quella fu la prima volta che mi piacque una lezione di storia. La lezione fini e come se mi risvegliarsi da un lungo sogno presi i libri che avevo sul banco e stavo per uscire ero già uscita dal aula quando me lo ritrovai poggiato vicino la porta dell'aula, << vedo che ha deciso di tornare >> per un attimo mi spavento ed io rimasi senza parole << era passata di qui e sono entrata >> << la lezione di oggi le è piaciuta? >> << È stata interessante >> << per la prima volta hai lasciato il tuo odio fuori da questa stanza >> io non risposi, << noto che lei è curiosa >> tra me pensai che quest' uomo sa leggere nel pensiero << si abbastanza ma ... >> Lasciai la frase in sospeso tanto sapevo che lui avrebbe capito << io penso di aver trovato la persona giusta >> << per cosa ? >> << Questo è un segreto >> << bene allora a me non interessa >> << io non credo che  le interessi >> mi stavo iniziando ad irritare ma lui continuava a non demordere, non sembrava avere cattive intenzioni e quindi segui il suo gioco << bene allora quale sarebbe questo segreto? >> << Se mi segue nel mio ufficio lo saprà >> io esitai un po' e lui immediatamente aggiunse << può stare tranquilla >> non mi aveva rassicurato ma io ero comunque pronta ad andare. Entrai nel suo ufficio, lui si mise dietro la scrivania e mi fece cenno di sedermi, << io ho un segreto >> disse poggiandosi sulla scrivania << inizia ad essere un po' ripetitivo >> prese una collanina che aveva al colla come ciondolo c'era un anello, sembrava una fede, poi prese il tagliacarte che stava sulla scrivania e si fece davanti ad i miei occhi un profondo taglio sul braccio io ebbi il tempo solo di dire << noo >> in pochi istanti il taglio si rimangono sotto i miei occhi, la mia voce era completamente andata, rimasi immobile a guardare senza capire, in realtà avevo capito ma non poteva essere vero, quello era solo frutto della mia immaginazione, lui attese che io metabolizzasi la cosa prima di parlare, << io sono immortale, non posso morire le mie ferite si rimarginano costringendomi a vivere per l'eternità sono circa trecento anni che sono al mondo e da parecchio tempo che non li conto più, ho vissuto tante vite e sono stato tante persone >> io mi stavo riprendendo dallo schok, << lei è immortale >> balbettai, lui aspetto un po' in silenzio, mentre io cercavo di dare un senso a tutti i miei pensieri << perché me lo sta dicendo? >> Chiesi per rompendo il silenzio << perché tu come me hai sofferto solo che io ho avuto più tempo di te e penso di poterti aiutare >> << che ne sa lei di me >> stavo per alzarmi ed andarmene ma lui mi fermo << ascoltami soltanto non devi fare nulla che non vuoi >> lo disse con tono dolce e non so perché ma mi convinse io mi rimissi a sedere lui andò verso il mini bar e prese un po' di tequila << vuoi qualcosa? >> << No >> << penserai probabilmente che sono un alcolista, lo sono stato quando è morta mia moglie ma l'ho superato ora bevo solo di tanto in tanto >> io rimasi in silenzio lui si sedette bevete un sorso di tequila e comincio a parlare << nella vita tutti cercano il vero amore, quell'unica persone che ti completi perfettamente io come ogni essere umano l'ho fatto, e l'ho trovato il mio vero amore, come ti ho già detto ho visutto tante vite e mi sono innamorato di tante donne, sono stato sposato ho avuto figli sono diventato nonno è così via ma quando ho incontrato la mia anima gemella è stato diverso me ne sono innamorato la prima volta che l'ho vista anche se ancora non sapevo chi fosse, ero a Parigi durante la seconda guerra mondiale noi l'avevamo già liberata lei era in una pasticceria e stava ordinando qualcosa, aveva un vestito giallo estivo, appena la viti pensai che era bellissima, sembrava un angelo si vedeva che non era come tutte le altre, dopo quel giorno nonostante passai davanti a quella Pasticeria per tutto il periodo che restai lì non la vidi più ogni volta era una delusione. Mentre combattevo cui ferito gravemente, io non me ne preoccupai sapevo che tanto non sarei morto mi portarono in infermieristica li, mi bendarono, era l'unica cosa che potevano fare, nonostante io non possa morire sento il dolore come voi, mentre ero agonizzante dal dolore la rividi di nuovo, all'inizio pensavo fosse un miraggio ma lei era lì era partita poco dopo che l'avevo vista in pasticceria era un infermiera volontaria, << bene signor Blake >> << tu puoi chiamarmi William >> questo è il mio vero nome, di tanto in tanto lo cambio ma volevo che lei mi chiamasse con il mio nome, << lei è ferito gravemente >> << pensavo di essere morte perché altrimenti come mi spiegherai la presenza di un angelo qui vicino a me >> lei arrosi lievemente, ero stato ferito a qualche centimetro dal mio cuore e facevo io cascamorto << lei rischia di morire e si mette a fare il cascamorto >> << vorrei vedere una volta il paradiso prima di finire all'inferno >>  << si rende conto della sua situazione >> << si mio angelo >> << ora la smetta o chiamerò un altra infermiera >> nei giorni che passai li strinsi sempre di più amicizia con lei, era più di una settimana che ero li, i dottori probabilmente si chiedevano perché non fossi ancora morto visto che quella era la mia fine, la mia ferita non si era ancora rimarginata dal tutto quando mentre parlavamo dissi << se guarisco mi sposo Amanda Stuart >> << smettila di fare lo stupido William >> << non sto scherzando se guarisco mi sposi? So che mi sarei dovuto mettere in ginocchio ma in questo momento diciamo che non posso >> << se guarisci e dopo la guerra ne sei ancora così convinto allora ti spossero ma dovrai chiedermelo di nuovo mettendoti in ginocchio e in maniera molto cerimoniosa >> poi mi diede un bacio fu il nostro primo bacio, io capi cosa voleva dire Shakespeare io in quel momento avevo visto davvero il paradiso, lei non era come le altre donne lei era diversa, di lì ad una settimana fui dimesso lasciando i medici senza parole prima di andarmene andai da Amanda << promettimi che mi scriverai >> mi disse appena mi vide << certo amore mio e tornerò per sposarti >>.

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Capitolo 4
*** Guerra ***


La guerra duro per ancora un anno ed io le scrissi una leggera ogni giorno, le scrissi che l'amavo e che mi mancava lei mi rispondeva anche se non tutti i giorni le piaceva che io mi torturarsi un po' aspettando una sua risposta. Durante la guerra vidi morire tanti miei amici e l'unica cosa che mi era di.cobforto era il fatto che lei fosse al sicuro. Alla fine dell' guerra andai da lei, quando la rividi non potevo crederci era persino più bella di come ricordassi, rimasi immobile incapace di muovermi, lei mi noto e venne verso di me mi abbraccio ed io senti il profumo dei suoi capelli, la baciai in quel momento mi innamorai di nuovo di lei, in quel momento promisi a me stesso che non l'avrei lasciata mai più quella era la donna con la quale volevo passare il resto della mia vita, lei era la mia anima gemella queste cose le si capisce dopo, quando le perdi, io mi sono innamorato tante volte e posso dire di aver persino amato più di una donna ma con lei era diverso. Passai un intero mese a corteggiarla le compravo fiori, i suoi preferiti erano i non ti scordar di me piccoli fiorellini, la portavo a cena in ristoranti sempre diversi ed ogni volta lei mi ripeteva che non le importava dove andassimo purché fossimo insieme, lei era così Giovane eppure sembrava che già conoscesse i segreti più profondi della vita, ogni attimo che passavo con lei mi sembrava di essere in paradiso, aveva un sorriso che mi toglieva il fiato ogni volta. Compari un bel anello e la portai a guardare le stelle mentre lei esprimeva un desiderio guardando una stella cadente io mi missi in ginocchio e quando lei torno a guardarmi.le chiese se mi voleva sposare, lei guardo le stelle e fece l'occhiolino, << ti ci è voluto molto tempo, inziava a pensare che avessi cambiato idea comunque si >> << avevo pista che dicessi di no >> cercai di giustufurcami, lei scoppiò a ridere, io la baciai d senza musica ballamo sotto il cielo stellato. Durante i preparativi per il matrimonio io annui ad ogni sua decisione per lei sarei andato anche sulla luna, ogni suo desiderio per me era un ordine. Probabilmente è soltanto perché sono immortale altrimenti quando l'ho vista percorrere la navata sarei sicuramente morto se non fossi stato immortale, era bellissima mi sembrava un angelo, iniziarono a fermarmi le gambe e non riuscivo a smettere di sorridere mi sembrava di essere diventato completamente cretino. Lei prese la mia mano ed io senti una scossa elettrica attraversami la guardai ed era bellissima, pensai che fossi l'uomo più fortunato del mondo in quel momento. Per il nostro viaggio di nozze la portai a Parigi, la città dell'amore e nonostante entrambi ci fossimo già stati tornare lì insieme era diverso. In tutte la mia vita non fui mai più contento di come ero allora. Probabilmente ti starai chiedendo se una storia del genere possa essere vera eppure lo era, persino quando tornarmo a casa il nostro amore non smisse di crescere ma anche nella più bella storia d'amore c'è del buio. Quando tornarmo a casa, aprimo un piccolo negozio di alimentari probabilmente oggi non sarebbe sopravvissuto allungo ma allora ancora non c'erano i centri commerciali, nel nostro negozio avevamo sempre un attenzione particolare ai clienti che conoscevamo vivendo in una piccola comunità. Un giorno una signora nostra cliente fedele da anni in tono scherzoso ci chiese quando avevamo intenzione di fare un piccolino, io e Amanda fummo presi di sorpresa ed arrossendo rispondemo alla domanda quando lei uscì io decisi di affrontare l'argomento è dissi facciamo un figlio lei resto a guardarmi per un po' prima di saltarmi addosso e dirmi di si

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