dying stars

di PontifexWarg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** confronto impari ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Eccola, nel suo splendore decadente, dove una volta vivevano più di dieci bilioni di creature senzienti, dove una volta combattevano titaniche battaglie imperi stellari, federazioni interplanetarie e enormi flotte pianeta, ora non c'è altro che morte e devastazione, la Via Lattea.
Miliardi di pellegrini si affrettano a raggiungere le estremità della galassia, sperando di sfuggire alla lenta ma inesorabile morte della loro vecchia dimora.
E mentre queste arche della speranza solcano i cieli cercando salvezza, pirati, predoni e tutte le mostruosità che lo spazio ha da offrire si contendono i resti della più grande civiltà che abbia mai popolato il Gruppo Locale, quella della razza Umana.





Il ponte della Solcastelle era vuoto, quasi tutti i passeggeri erano rintanati nei loro alloggi, aspettando che la grande nave compiesse il salto, solo un piccolo gruppo di figure rimaneva ad osservare le stelle.
< Capitano, i motori saranno pronti fra dieci minuti >, un giovane ragazzo, sull'attenti e con uno sguardo che trasudava ammirazione, aveva appena rivolto queste parole ad una figura slanciata, coperta da un mantello e che volgeva uno sguardo  pensieroso ma deciso, verso gli innumerevoli puntini luminosi sopra il ponte.
< Ottimo, torna dentro e aspetta il mio ordine, voglio dare un'ultima occhiata a questa vecchia galassia > il capitano rivolse una faccia rugosa e barbuta alla figura che aveva alla sua destra, un soldato, con l'armatura delle truppe d'assalto dell'Impero Centrale, composta da fasci di fibre di biometallo con placche di adamantio, in un perfetto rapporto leggerezza-resistenza, che rendeva gli assaltatori il perfetto incrocio tra un carroarmato e una zanzara, in grado di muoversi sotto un bombardamento orbitale e in grado di sfondare le linee nemiche grazie ad un equipaggiamento terrificante, composto dal fucile d'assalto Raptor, leggero e preciso, due pesanti pistole semiautomatiche Sorrow al plasma, e per finire la lama energetica modello Dyrnwyn  lama lunga un metro divisibile in due spade da cinquanta centimetri, in grado di tagliare le armature migliori come burro.

< Allora, cosa ne pensi? Facciamo un primo salto e ci portiamo a qualche anno luce da Andromeda, poi mettiamo tutti sotto ghiaccio e ci risvegliamo quando saremo fuori da questo inferno. Mi pare un buon piano! >, il capitano cercò di sorridere, ma era inquieto, il soldato si tolse l’elmo, rivelando la faccia di una donna di mezz’età, con la pelle inscurita e screpolata dai soli, i capelli ingrigiti e dei profondi occhi neri preoccupati: < Ho un brutto presentimento, Capitano, la Solcastelle era una nave da crociera, non abbiamo nemmeno una scorta e il confine con la galassia di Andromeda sarà pieno di pirati >, < Oh ma per quello ci sei tu >, la risposta del Capitano fece comparire un lieve sorriso sulla faccia della donna, < Per una volta da un sacco di tempo, sento di star facendo qualcosa di buono, aiutando queste persone a raggiungere un posto vivibile, è una sensazione strana, non dover combattere per la gloria dell’Impero Centrale o per denaro… >, < Se le cose stanno così, mi tengo i compenso! >, i due risero, < Bene >, disse il Capitano < Ora di andare, a breve faremo il salto >, i due si incamminarono lungo il ponte, quando all’improvviso gli mancò il ponte sotto i piedi, cadendo notarono subito una cosa, gli scudi della nave si erano attivati per respingere un attacco.

Nonostante la pronta risposta pronta dei sistemi di il colpo ricevuto era stato tale da scuotere l’intera nave, un secondo colpo abbatté gli scudi mentre il debole contrattacco dei cannoni leggeri si infrangeva contro gli scudi energetici di una nave da guerra.

< MERDA! Non è una nave pirata, COME MAI UN INCROCIATORE DA GUERRA DELLA FEDERAZIONE GALATTICA CI STA SPARANDO CONTRO?!? > il Capitano si mise le mani fra i capelli, mentre l’incrociatore che aveva smesso di sparare si posizionava sopra la Solcastelle, preparandosi all’arrembaggio.

I sistemi dell’armatura d’assalto si attivarono al massimo, il capitano attivò il campo di forza personale ed estrasse un fucile a colpo singolo dal mantello.

Piovendo letteralmente dall’incrociatore, decine di nemici si riversarono sul ponte della Solcastelle estraendo un rozzo armamento composto da pistole, lame corte, e mitragliatrici leggere, erano goblin, come veniva soprannominata una variante della razza umana, piccola di statura e dalla pelle griogioverdastra, con arti allungati e tratti somatici pronunciati e grotteschi che si era sviluppata nel braccio del cigno per poi espandersi per tutta la galassia, erano estremamente prolifici e aggressivi, e anche prima dell’attuale situazione erano in gran parte pirati e mercenari, individualisti e poco propensi alla diplomazia i goblin non riuscivano a vedere più in là del proprio naso quando si parlava di guadagni e si buttavano a capofitto su qualsiasi cosa potesse garantire loro un guadagno facile, o come in questo caso, un bottino.

 

I proiettili iniziarono a volare sul ponte della nave, i goblin sprezzanti del pericolo, si buttavano in avanti senza curarsi di quanti ne morissero, mentre il capitano cercava una copertura visto che il suo scudo stava soffrendo i colpi subii, l’assaltatrice volteggiava tra i nemici facendone scempio con le pistole, in pochi minuti era diventata l’obbiettivo dei pirati che cercavano di metterla fuorigioco per poter procedere nel saccheggio della nave.

Sapendo di non poter perforare l’armatura d’assalto con le loro armi leggere, i goblin dotati di lame energetiche tentavano di avvicinarsi a lei per averla a portata dei loro fendenti sgraziati, per fare questo usavano come scudi umani altri goblin, che non erano dotati dell’equipaggiamento adatto per affrontare la guerriera.

D’altro canto lei sembrava avere vita facile, i sensori dell’armatura le permettevano di conoscere la posizione di ogni avversario e di anticiparne i movimenti, la sua agilità le permetteva di evitare molti proiettili mentre gli altri venivano fermati dallo scudo, ogni volta che i goblin cercavano di mettere in atto una qualsiasi strategia per colpirla, piombava in mezzo a loro, eliminando gli elementi chiave e sparando senza sprecare un singolo proiettile, eliminando un goblin ogni volta che premeva il grilletto.

La sua superiorità era palese, da sola teneva in scacco decine di goblin, e proprio in quel momento giunsero i rinforzi, un drappello di guardie armate di fucili d’assalto semplici, ma sufficienti a respingere gli assalitori giunse sul ponte ricacciando indietro l’orda senza difficoltà.

I goblin sopravvissuti si lanciarono dal ponte sfruttando dei rozzi sistemi di volo per raggiungere la loro nave.

< Non devono scapparci o l’incrociatore farà fuoco sulla Solcastelle! > urlò il Capitano.

La donna si lanciò anch’essa dal ponte, il suo sistema di propulsione era migliore di quello dei nemici e le permise di superarli raggiungendo il ponte dell’incrociatore nemico in un batter d’occhio.

Nel momento stesso in cui mise piede sulla nave pirata comprese il suo errore, decine di pirati le si lanciarono contro da ogni direzione, uscendo dalle varie botole presenti sulla nave, era un’imboscata grossolana, che contava più sui numeri che ne sulla strategia, la donna estrasse la lama energetica e falciò senza nessun problema decine di goblin che attaccavano da ogni direzione. Quando riuscì a mettere le spalle al muro passò al fucile d’assalto, liberando il ponte da ogni nemico.

Corse, sapeva che i goblin avrebbero presto fatto fuoco e doveva raggiungere la sala comandi.

Con la lama energetica in mano si fece strada lungo i larghi corridoi dell’incrociatore incontrando ben poca resistenza da parte dei goblin, conosceva bene la struttura di quelle navi, che aveva attraversato così tante volte in altre occasioni, ma temeva comunque di non fare in tempo, già il suono dei cannoni che si caricavano scuoteva l’intera nave.

La lama energetica con uno stridore assordante si fece strada nella spessa porta metallica che proteggeva la sala comandi, aperta una fenditura l’assaltatrice dovette sfruttare al massimo i sistemi di potenziamento muscolare dell’armatura per piegare le lastre di metallo che formavano la porta, arrivando ad abbassare gli scudi, ma il gioco valeva la candela, i proiettili dei nemici dall’altro lato della porta rimbalzarono contro le lastre di adamantio mentre il biometallo si contraeva e si allungava per creare un buco sufficiente al passaggio di una persona.

Come fosse la morte stessa, l’assaltatrice entrò nella stanza, sparando a raffica con il fucile d’assalto e costringendo tutti i goblin a nascondersi o a cercare copertura.

Gli schermi della nave da guerra, rincuorarono la donna, nessun colpo era partito contro la Solcastelle, ma i cannoni erano carichi, aveva fatto appena in tempo. Tirò un sospiro di sollievo, ma questo la distrasse per un attimo.

La lama in Acciaio di Orione aveva trovato un punto nella schiena non protetto dalle piastre di adamantio e si era conficcata nelle fibre arrivando a perforare la pelle della guerriera, gli occhi colmi di risentimento di un goblin la fissavano da sotto le sue spalle.

La donna si girò colpendo con un calcio il goblin che l’aveva colpita alle spalle e poi lo finì con un colpo del fucile, ma si stupì notando un sorriso beffardo sul volto del goblin morente.

In preda all’ansia si girò e notò con sgomento che un pirata ferito si era trascinato fino ai comandi dei cannoni e aveva fatto fuoco.

La donna come una furia sparò sul goblin e si gettò sui comandi per annulare il colpo, ma era tardi, una tempesta di fiamme si abbatté, sulla Solcastelle.

La donna urlò con tutta la sua forza, ma prima che potesse fare altro, notò lo scintillio degli scudi della nave, si erano riformati in tempo per proteggerla dal colpo dell’incrociatore. L’assaltatrice si buttò sui comandi, disattivando le armi dell’incrociatore e abbassandone gli scudi, i primi colpi dei cannoni leggeri della nave da crociera iniziavano a fare danni alla corazza dell’incrociatore stando a quanto riportato dagli schermi, ora però doveva uscire prima che la perforassero facendo esplodere la nave da guerra.

Mentre faceva il percorso inverso a quello fatto per arrivare alla sala comandi, la guerriera percepì chiaramente il rombo dei motori dell’incrociatore che si attivavano, che qualche goblin sopravvissuto tentasse la fuga? Doveva affrettarsi allora, la donna raggiunse finalmente il ponte, vide i colpi dei cannoni della Solcastelle che si schiantavano contro l’incrociatore e vide che questo era in movimento, precisamente in rotta di collisione con la nave da crociera, il sopravvissuto aveva deciso di suicidarsi e portare con sé gli avversari.

Era troppo tardi per fare qualsiasi cosa, la donna riuscì a vedere gli occhi terrorizzati del capitano sul ponte della sua nave mentre l’incrociatore vi si schiantava contro,

poi le fiamme.

 

Oh, è tipo un bel po’ che non scrivo più niente, quindi non mi ricordo bene come funziona, spero che EFP non faccia casini quando carico il testo.

BTW recensite e arrivederci.

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Capitolo 2
*** confronto impari ***


La colonna di navi era ferma, milioni di esseri umani che aspettavano con trepidazione di oltrepassare l’ultimo pianeta del sistema planetario per compiere il salto in sicurezza, erano ora in preda all’ansia, non sapendo se sarebbero mai riusciti anche solo a iniziare il loro viaggio.

Il motivo era semplice, uno stormo di wyrm stava ingaggiando la scorta di incrociatori e corazzate, creature serpentiformi, la cui circonferenza poteva variare da quella di un piccolo mercantile a quella di una titanica nave per il trasporto dei minerali e lunghi decine di volte tanto, i wyrm erano fra le creature più temibili in grado di spostarsi nello spazio aperto, protetti da una pelle minerale in grado di sopportare i colpi di una nave da guerra e in grado di mettere un raggio dalla potenza sufficiente a perforare lo scudo di una corazzata, erano sempre più spesso visti attaccare le navi di profughi che tentavano la traversata della galassia.

Il centro dello stormo si avvicinava pericolosamente alla colonna delle navi mentre la scorta faticava a respingere i wyrm che si erano distaccati.

Poi come una pioggia dorata, centinaia di colpi si abbatterono sui mostri, tutti i wyrm che si erano allontanati dal gruppo caddero come foglie, una titanica nave da guerra si avvicinava alla colonna.

La neve era titanica, le sue dimensioni erano equiparabili a quelle della Luna se non superiori e la sua sola presenza metteva in ombra sia la colonna di arche che lo stormo di wyrm, aveva un colore dorato ed era decorata con incisioni rappresentati battaglie, guerrieri, gloriosi edifici e navi imponenti, tutto dominato dal titanico sole sulla prua, incisioni che rappresentavano la storia del più antico e potente ordine militare della galassia, i Cavalieri del Sole, sulla fiancata, enormi lettere latine formavano una scritta: Helios Hyperion

Da essa si erano distaccate due navi più piccole, comunque enormi rispetto alle corazzate già presenti, che avevano aperto il fuoco sui mostri, dopodiché la nave principale stessa aprì il fuoco, un singolo colpo, dalla potenza devastante arrivò ad abbattersi contro il centro dello stormo, l’esplosione provocò una luce accecante talmente potente da abbagliare persino attraverso gli schermi delle corazzate.

Quando si riuscì nuovamente a vedere, essi mostravano solo lo spazio vuoto, niente era rimasto a testimoniare il passaggio di un terribile stormo di wyrm.

Le navi spararono colpi a vuoto per salutare la grande nave, mentre essa si allontanava dalla colonna.

 

 

 

 

 

 

Dopo il giorno dei Mille Titani, o Giorno delle Supernove, dove a cause degli automi di origine sconosciuta noti come Titani, dieci miliardi di stelle erano scomparse dalla galassia contemporaneamente, in seguito all’attacco dei suddetti, la gente era stata colta da un’isteria di massa, che la aveva portata ad abbandonare i pianeti, ritenendoli poco sicuri, per trasferirsi nelle stazioni spaziali.

Questo portò sia alla creazione di vere e proprie stazioni mondo, grandi quanto un pianeta nano all’unione di tante piccole stazioni pre esistenti in un cosiddetto Arcipelago, formate oltre che da più stazioni spaziali anche da asteroidi abitati e grosse navi spaziali ferme.

 

Questi arcipelaghi, difficili da controllare, divennero ben presto basi per pirati, contrabbandieri e furfanti di ogni tipo.

 

La stazione mondo Nido del Drago veniva considerata uno dei porti migliori per i mercenari di tutta la galassia, che si volesse trovare rifugio dalle forze dell’ordine di una delle nazioni stellari, o che si volesse cercare un nuovo impiego, la stazione garantiva discrezione, sicurezza e, soprattutto, profitto.

Antidias era un imprenditore, aveva guadagnato miliardi dalla guerra senza mai prendere in mano una pistola, ma le migrazioni e lo spopolamento della galassia avevano colpito anche le sue finanze, in maniera brutale. Eppure Antidias non aveva lasciato la Via Lattea, come la maggior parte di quelli come lui, certo, non c’era più la possibilità di arruolare milioni di mercenari, erano pochi quelli rimasti a potersi permettere una guerra, però razziatori e predoni erano un problema, certo Antidias si era ridotto ad arruolare poche migliaia di mercenari per volta, ma i suoi clienti erano disposti a pagare molto più profumatamente, visto che spesso e volentieri c’era solo lui a cui rivolgersi.

Inoltre la mancanza di concorrenza aveva portato nelle tasche del furbo imprenditore un altro grosso vantaggio, avere il meglio. La garanzia di potersi permettere i mercenari migliori aveva ridotto a praticamente zero gli investimenti sbagliati, ora non perdeva più milioni di crediti ogni volta che le sue truppe venivano sconfitte, era vero, i suoi introiti erano stati decimati, ma l’uomo era sicuro che quando questa isteria di massa si sarebbe placata, e la galassia sarebbe ritornata popolata, il suo capitale avrebbe oscurato quello di una nazione.

In ogni caso per adesso si limitava a lavorare con quello che aveva, e quello che aveva in quel momento era una bionda.

Vestita con una tenuta da pilota decisamente minimalista che lasciava scoperte le gambe le braccia e l’ombelico, senza parlare della scollatura, decisamente troppa pelle scoperta per qualcuno che avrebbe dovuto attraversare campi di battaglia percorsi da proiettili un giorno si e l’altro pure.

Oltretutto la donna portava altri pezzi d’abbigliamento anacronistici, come degli occhiali da sole ed un cappello che Antidias ricordava di aver visto in un museo come: cappello da cowboy, insomma, la ragazza doveva aver svaligiato, appunto, un museo. L’imprenditore aveva da tempo smesso di ascoltare quello che diceva, un po’ per la scollatura e un po’ perché aveva già deciso cosa farne di lei.

< … e questo completa la lista delle imprese che abbiamo compiuto, allora che ne pensa? >,

< Sarò franco con te, fossi stata da sola, ti avrei già cacciata a calci, non mi hai portato prove tangibili di quello che dici, e il tuo abbigliamento è adatto ad un campo di battaglia quanto quello di un turista della federazione. Inoltre ho notato che la nave con cui tu ed il tuo socio siete arrivati non ha un graffio, cosa che rende il tuo racconto ancora meno probabile >,

la donna assunse un’espressione di sufficienza, come se avesse già sentito altre volte questo discorso:

 < però ha visto il mio socio e lo trova interessante, vuole metterlo alla prova e poi deciderà se assumerci giusto? >,

 Antidias non riuscì a contenere la sorpresa, l’arroganza fra i mercenari era ampiamente diffusa, ma quella donna non era solo stata audace ma aveva perfettamente anticipato le sue parole:

< si, in effetti, diciamo che il bar dove si è fermato è frequentato da gente poco raccomandabile, se lui esce tutto intero dal locale, il posto è vostro >

Una delle quattro pareti rivelò un megaschermo che trasmetteva le immagini di alcune telecamere di sicurezza in un bar. La donna fece una smorfia di stupore, tecnologie del genere erano quasi scomparse in tutta la galassia, a causa delle migrazioni.

< Godiamoci lo spettacolo, ah e oltretutto in caso lui vinca, sto già pensando con chi dovrò mettervi in squadra >

 

 

Il locale era pieno, quasi interamente occupato da goblin, hobgoblin e orchi, queste due ultime specie erano delle varianti della prima, condividevano con essa la ferocia, l’aspetto bestiale, e il colore della pelle, ma se gli orchi erano alti più di due metri e mezzo ed erano amanti della violenza gratuita e del caos, praticamente incapaci di rispettare una gerarchia non basata sulla forza e con l’acume tattico di un lombrico, gli hobgblin alti all’incirca due metri spiccavano per strategia e disciplina, tanto che spesso e volentieri venivano assoldati come mercenari dimostrandosi spaventosamente efficenti.

I goblin erano una decina mentre gli hobgblin erano cinque e due gli orchi, ma c’erano anche altri due avventori.

Unoera solo vagamente umanoide, se era vero che la razza umana aveva colonizzato la galassia era anche vero che non tutte le altre specie si erano estinte, le creature xenomorfe che popolavano la Via Lattea erano poche e quindi la presenza di uno di loro era sconvolgente.

In comune con un essere umano sembrava avere solo due gambe e due braccia, la testa era allungata da rettile, somigliante ad una lucertola, e di forma rettiliana era anche il resto del corpo era ricoperto di scaglie verde smeraldo, era a torso nudo, con solo dei pantaloni corti e il corpo era ricoperto di tatuaggi rosso sangue, era poco più piccolo di un orco, ma sembrava pericoloso il doppio.

L’altra persona seduta nel bar era una figura immensa, alta ben più di tre metri, era completamente ricoperta da un mantello da viaggio ed incappucciata.

La creatura rettiloide stava bevendo un alcolico marroncino e vischioso in un bicchiere enorme guardando di tanto in tanto l’orologio alla parete.

< Hai fretta mostro? >

uno degli orchi era dietro di lui accompagnato da tre hobgoblin, immediatamente la scena catturò l’attenzione di tutti gli avventori.

< senti chi parla… Dio, da quanto è che non ti lavi bestione? Puzzi come un cadavere rimasto una settimana nel deserto >

< non nominare il nome del Signore creatura, tu non sei un suo figlio, bastardo xenoschifo di merda >

< se non te ne vai e ti fai una doccia, acida possibilmente, ti spedisco direttamente dall’Altissimo, chissà magari almeno Lui riuscirà a pulirti >

L’atmosfera si era scaldata, i goblin si fregavano le mani sperando in una rissa e anche l’altro orco si era alzato.

L’orco e il rettiloide rimasero a fissarsi per un altro po’, la tensione si era alzata, l’orco sembrava insicuro aveva tre scagnozzi ma l’avversario non sembrava affatto intimidito.

Grugnì e fece per andarsene, poi, all’improvviso si girò sferrando un pugno contro l’avversario.

Il rettiloide era stato più rapido, come l’orco ebbe alzato la mano venne colpito da un pugno in pieno volto, sputò sangue e barcollò inciampando su una sedia e finendo con il culo a terra.

Gli hobglin furono rapidi e precisi, uno colpì la lucertola a sua volta e gli altri gli bloccarono braccia e gambe.

L’orco si rialzò con calma, fissò con odio l’avversario e rise, l’altro lo fissò con rabbia di rimando tentando di divincolarsi dalla presa dei due hobgoblin.

L’orco iniziò a pestare l’avversario immobilizzato tempestandolo di pugni e calci.

Fino a che non si accorse di una cosa strana, i tatuaggi del lucertoloide brillavano di una luce fioca e minacciosa.

E soprattutto la stazza dell’avversario, ora, lo superava di una ventina di centimetri.

Il lucertoloide rise a sua volta, i due hobgoblin avevano perso la presa a causa della sua crescita improvvisa, se ne libero con uno strattone e colpì di nuovo l’orco in testa con un pugno violentissimo, questì fece un giro su se stesso, sollevò gli occhi vero l’alto e stramazzò a terra.

Gli hobgoblin tentarono di allontanarsi ma con una rapidità impressionante il mostro ne afferrò due per la gola sbattendo forte le loro teste l’una contro l’altra.

I due caddero a peso morto, ma l’altro orco aveva approfittato della distrazione del lucertoloide per caricarlo alle spalle, placcandolo e sbattendolo contro un tavolo, un goblin che aveva sollevato una sedia la sfasciò sulla testa del mostro che in tutta risposta lo afferrò con un mostro per la gamba.

Rialzatosi scagliò il goblin contro il tavolo attorno al quale sedevano i suoi compari mandando tutti a gambe all’aria, la sua stazza nel frattempo era ancora cresciuta, afferrò la testa dell’orco che lo aveva colpito alle spalle e lo colpì ripetutamente alle costole fino a che questi non smise di muoversi per poi lanciarlo contro la finestra del locale che si infranse facendo precipitare l’orco per cinque piani.

i goblin si erano quasi tutti rialzati e in barba alle leggi della stazione che vietavano il trasporto di armi, estrassero dei coltelli a scatto.

Il lucertoloide ringhiò, ma fece un passo indietro, subendo lo sgambetto di uno degli hobgoblin che poi assieme ali altri riuscì a sollevarlo, per poi lanciarlo diversi metri più in là, proprio contro la figura gigantesca incappucciata.

I due finirono a terra, ed un ruggito terrificante riecheggiò per il locale, la figura misteriosa si liberò del mantello e si rivelò come un ogre, una creatura mostruosa, un orco mutato e potenziato dalle energie misteriose presenti nelle tempeste che straziavano la galassia.

Gli ogre erano concentrati di odio, taciturni e solitari finché qualcosa non avesse scatenato la loro furia, in quel caso diventavano l’incarnazione dell’ira, talmente temibili da mettere in soggezione le truppe d’élite di tutta la Via Lattea.

L’ogre afferrò la lucertola per il collo colpendola talmente forte da farle quasi perdere i sensi, poi la trascinò al banco del locale e ce la schiantò sopra con tale potenza da infrangere la superficie di lega ultraliscia che lo componeva per poi iniziare a massacrare di colpi il rettiloide incapace di reagire, quando questi aveva attraversato tutti gli scompartimenti metallici sotto il banco arrivando a toccare il pavimento e una larga pozza di sangue si era allargata sotto l’avversario, l’ogre si volse verso i terrorizzati hobgblin, ma prima che potesse muovere un solo passo, una voce roca e minacciosa si levò dalle macerie del banco:

< servimi la roba più forte che hai >

Il rettiloide si stava rivolgendo alla barista rannicchiata dietro a quello che rimaneva del banco, tremante ed in lacrime, cosa abbastanza ridicola considerando che si trattava di un donnone abbastanza grossa e cattiva da intimorire la maggior parte dei mercenari che venivano in quel locale.

Con un ringhio il mostro si rialzò sanguinante, i suoi tatuaggi che brillavano di una luce molto più intensa e che prometteva una cosa: botte.

L’ogre ignorando il fatto che ora il suo avversario fosse ben più alto di lui gli sferrò un pugno diretto alla mascella, ma l’altro lo bloccò.

Un’espressione di sorpresa prima e di dolore poi comparvero sul viso deforme dell’ogre mentre un forte rumore di ossa spezzate e di legamenti strappati arrivavano dal suo braccio.

L’ogre cadde in ginocchio ma l’avversario impietoso lo colpì in testa facendolo crollare steso poi sollevò entrambe le braccia abbattendo sul avversario esanime un colpo talmente potente da sfondare il pavimento del locale facendolo cadere al piano di sotto.

Poi si girò con calma verso gli altri avversari.

Goblin e hobglin rimasero fermi per un solo secondo, sconcertati e terrorizzati, indecisi se credere a ciò che avevano visto, ma quando il mostro, ora di almeno quattro metri, fece un passo verso di loro decisero che anche se quello che era accaduto fosse stato un sogno, probabilmente un pugno della creatura gli avrebbe comunque ridotti a mal partito, per cui, si girarono e corsero verso la porta, ma nel momento preciso nel quale erano ammassati davanti ad essa vennero contrati da un tavolo, lanciato con la potenza di un missile di una cannoniera.

Dopo aver sistemato anche gli ultimi avversari il mostro si girò verso la barista, rannicchiata in posizione fetale.

La porta del bar si spalancò, la bionda di prima entrò:

<  Siegfryd, ragazzone riprenditi! >

La ragazza si precipitò a calmare il mostro che gradualmente tornò alla sua forma normale, per poi rivolgersi alle telecamere:

<  Allora che ne dici, Antidias ? >  

Tornato normale Siegfryd si diresse al bancone con un grugnito prese dalle mani della barista tremante una bottiglia di liquido trasparente e iniziò a bere.

 

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