Tutto in una notte

di LatazzadiTea
(/viewuser.php?uid=839055)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap 1 - Mille dubbi e mille domande, arrivo a Izu ***
Capitolo 3: *** Cap 2 - Oltre le maschere che indossiamo ***
Capitolo 4: *** Cap 3 - Profumi nell'aria ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


                                                                                                                       

                                                                                                                       

                                                

"Tutto in una notte"


                                                                       Prologo.




Era stato un inizio di primavera freddo e piovoso; le tenui giornate di fine aprile che puntualmente accompagnavano il risveglio della natura e la fioritura dei ciliegi, che solitamente incorniciavano i viali e gli scorci più caratteristici di Tokyo, sembravano ormai un ricordo lontano dell'anno precedente. Era come se quei giorni non volessero tornare, come se anche la sua vita, come la natura, avesse avuto un improvvisa battuta d'arresto.

E in effetti, la sua esistenza si era veramente fermata il giorno in cui aveva deciso di porre il suo dovere davanti a tutto. Sperò che il sole caldo e gentile che attendeva gli si posasse nuovamente addosso, dando nuova spinta alla sua esistenza triste e solitaria. Masumi Hayami si nascose nel soprabito, quel vento dispettoso lo aveva fatto rabbrividire. Tagliò l'angolo, ed entrò nella Hall del piccolo albergo a conduzione famigliare in cui risiedeva ormai da più di una settimana. Certo, era abituato a ben altro, ma incredibilmente, ora che in qualche modo aveva trovato una sua dimensione, tutto quello a cui aveva rinunciato non gli mancava più. Era finito in quel luogo perché aveva lasciato la sua casa, un posto in cui non ricordava di essere stato mai veramente felice.

Era lì perché era davanti a un bivio, e doveva riflettere bene prima di prendere la decisione più importante della sua vita. Non voleva e non poteva sbagliare ancora. Era davvero stanco, entrò e chiuse l'ombrello, riponendolo al suo posto. La vecchia signora Shimamory, la direttrice, come ogni sera, al suo rientro gli consegnò la posta. Scorse apatico le buste ringraziando l'anziana proprietaria per la sua gentilezza, e dopo un breve inchino si diresse verso la sua camera: un letto, un tavolo con due sedie e un bagno.

Aprì la finestra, la vista nonostante tutto era piacevole malgrado affacciasse su una strada alquanto rumorosa e trafficata. Si accese una sigaretta appoggiandosi al davanzale per pensare: quel pomeriggio era arrivata una telefonata nel suo ufficio, Hijiri aveva fissato l'incontro con Maya ad Izu per quel fine settimana. Era giovedì, la notte del venerdì successivo sarebbero dovuti già essere insieme. Sospirò pensando a quanto quell'incontro fosse folle, quanto necessario. Maya stava per affrontare la sfida più grande della sua vita, in un momento tanto delicato la sua piccola rosa scarlatta avrebbe dovuto essere serena e pensare solo a se stessa. Aveva lottato così tanto per realizzare il suo sogno e e invece di godere appieno dei risultati che aveva raggiunto, soffriva per colpa sua.

Maya aveva combattuto strenuamente in quegli anni per raggiungere il suo obbiettivo, e ora le mancava un piccolo passo per vedere ricompensati tutti i suoi sforzi. L'ammirava per questo, in effetti, la sua forza era stata la prima cosa cosa che aveva davvero amato di lei. Da quando era diventato il figlio del grande produttore Eisuke Hayami, per lui la strada era diventata una linea retta. Al contrario di quella di Maya la sua vita era stata semplice, e quello che gli era mancato in termini di affetto, dopo la tragica morte di sua madre, gli era stato compensato altrimenti. Aveva avuto tutto: le scuole migliori, abiti firmati, auto di lusso. Era cresciuto nella bambagia, e solo qualche anno prima non si sarebbe mai nemmeno sognato di mettere piede in posto simile.

Era stata quella ragazzina a cambiare tutto. Con la sua risolutezza Maya era riuscita a dargli la forza di cambiare la sua vita, a instillare in lui il desiderio di vivere una vita piena e felice malgrado le avversità, e di farlo fino in fondo. La sua piccola Maya poteva sembrare una ragazza come tante, ma non lo era, a dispetto di molte aveva coltivato il suo sogno andando dritta alla meta. E dal primo momento che lo aveva capito, lui aveva desiderato aiutarla più di ogni altra cosa. Il primo mazzo di rose scarlatte era stato in realtà un modo per ringraziarla. Dopo tanti anni passati in quel mondo patinato in cerca di un emozione, Maya era finalmente riuscita a trasmettergli qualcosa. Grazie al suo talento si era sentito investire da una tempesta di sensazioni mai provate prima.

Il Famoso Masumi Hayami della grande Daito Art prodaction, che fino a quel momento era stato un uomo cinico e disincantato dalla vita, grazie a quella ragazza si era finalmente sentito vivo per la prima volta. All'inizio, e in modo del tutto naturale si era sentito in debito verso di lei. In Maya aveva in qualche modo rivisto se stesso: figlio di una madre vedova e ancora giovane, con un bambino piccolo da crescere e mille problemi da affrontare. L'aveva conosciuta nella stessa situazione, solo che lei non aveva avuto la fortuna di essere adottata da un uomo ricco e facoltoso; si era dovuta dar da fare molto presto per aiutare la madre che già non godeva di buona salute. Ricordava ancora tutto con chiarezza, le soddisfazioni, i drammi, i successi e le sconfitte.

Malgrado tutto però, da quando era entrato nella sua vita Maya non aveva fatto altro che odiarlo. In lui non aveva visto altro che un avido affarista senza scrupoli, un veste scomoda dietro cui aveva comunque deciso di nascondersi per poterla aiutare. Pur di vederla felice, avrebbe accettato il suo odio per sempre. Quanto si era sentito amareggiato invece, quando aveva scoperto che Maya si era invaghita di un ombra. Di un uomo che in realtà non esisteva, se non dietro una maschera.

Quegli anni infine erano volati via in un lampo, e lei era diventata una donna. Una bella donna. Non se ne era reso conto prima, ma quella sera sull'Astoria lo aveva visto coi suoi occhi. La vista di quell'esile corpo avvolto in un morbido abito da sera, lo aveva scosso. Quella dolce ed innocente creatura fra le sue braccia era cresciuta, meravigliosa, unica e pura come una rosa scarlatta in mare di erbacce. Mentre ballavano nella grande sala dei ricevimenti della nave poi, i loro cuori avevano finalmente iniziato a battere allo stesso ritmo di quella musica.

Si passò nervosamente una mano fra i capelli chiari, maledicendo se stesso, e quella proverbiale razionalità che l'avevano spinto a non ascoltare i propri sentimenti. Aveva scelto un altra, come compagna della sua vita. Shiori era la donna perfetta come moglie dell'uomo che sarebbe diventato presidente della grande azienda che aveva promesso di condurre. Quegli ultimi avvenimenti però, gli aveva fatto capire quanto l'impegno preso con Shiori Takamiya fosse stato un errore. Aveva provato ad affezionarsi a lei, che pur essendo una donna bellissima ed affettuosa, non era riuscita a prendere il posto di Maya nel suo cuore.

Così, ora che aveva la speranza di essere ricambiato, doveva rivedere le sue scelte sbagliate e porvi rimedio.

Anche se con colma cautela, vista la situazione. La gelosia di Shiori l'aveva spinta a fare cose terribili ai danni di Maya, riuscendo perfino a compromettere ai suoi occhi l'immagine del suo ammiratore segreto. Colui che l'aiutava e le donava rose scarlatte da ben sette anni, l'ombra di cui Maya si era innamorata, era stato trasformato dalla follia di quella donna in un essere abbietto. . Incapace di accettare la realtà, Shiori era arrivata addirittura a ferire se stessa. Anziché arrendersi, aveva voluto distruggere tutto. Non avrebbe mai potuto passare il resto della sua vita con una persona simile, né amarla in nessun modo. Non aveva potuto dirle che la sua fidanzata aveva cercato di togliersi la vita, gettando tutti nella più cupa disperazione. Tutto questo però, non era bastato a fermarlo. Non era stato sufficiente ad allontanare da lei ogni suo pensiero. Con che coraggio l'avrebbe affrontata? Con che faccia l'avrebbe guardata di nuovo negli occhi?

Avvolto nelle ombre della notte, Masumi portò la bottiglia di liquore alle labbra bevendone un lungo sorso. Presto a Izu si sarebbero rivisti, solo allora si sarebbe rivelato spiegandole ogni cosa: solo così avrebbe potuto guardare avanti.



 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap 1 - Mille dubbi e mille domande, arrivo a Izu ***


 
Si era svegliata presto, il signor Hijiri sarebbe passato a prenderla dopo pranzo, ma voleva preparare tutto per bene. Era rimasta ore a decidere cosa mettere nella piccola valigia, non aveva tanti abiti, e l'unica cosa veramente elegante del suo guardaroba era il vestito rosso che Masumi le aveva regalato la sera della crociera. Mise qualche maglietta e una gonna corta, un paio di shorts e un abito leggero. Un paio di scarpe comode, e uno vezzoso con un po' di tacco che non aveva mai indossato; infondo il loro era un incontro formale, non sapeva nemmeno se in effetti sarebbe potuta restare alla villa più di un giorno.

Si era domandata spesso come sarebbe potuto essere. In che modo l'avrebbe accolta? Se si sarebbe sentita a suo agio, o sarebbe morta dall'imbarazzo. Come avrebbe reagito? Avrebbe riso o pianto? E lui? Aveva deciso proprio in quel momento di incontrarla e di rivelarsi a lei, proprio alla vigilia delle sue nozze. Le suonava come un preludio all'addio definitivo, era questo che l'aspettava? Proprio nel mentre, qualcuno suonò al campanello. Non poteva essere Rey, il suo turno di lavoro non era ancora finito. Si precipitò alla porta e rimase sorpresa nel vedere le ragazze, Sayaka e anche Rey avevano fatto irruzione nel piccolo appartamento con decine di pacchi e pacchettini che si sparsero ben presto tutti per casa.

“Ma che avete fatto, avrete speso una fortuna...” esordì Maya quasi commossa.

“Non puoi presentarti al tuo ammiratore in quel modo, devi farti bella per lui Maya, non sei più una bambina!” La rimproverò Sayaka.

“Ma sono troppo per me... vi prego, sembrerò ridicola.” Protestò lei.

“Sarai bellissima invece. Non dimenticare i capelli e il trucco...” aggiunse Rey.

Guardarsi allo specchio così agghindata fu un vero shock, quasi come se la persona riflessa nello specchio non fosse lei. Maya non aveva mai curato troppo il suo aspetto, era una ragazza era vero, ma poco interessata a tutte quelle cose che di solito facevano la felicità delle altre sue coetanee. Gioielli e abiti alla moda, trucco perfetto e unghie curate non facevano per lei, si era imposta una certa austerità come attrice e come donna. Anche se non aveva ancora preso del tutto coscienza di sé stessa e della sua femminilità appena sbocciata.

“Arriverò nel pomeriggio, e certamente un abito da sera sarà inappropriato. Con questa scollatura poi...” si lamentò, ammirandosi ancora stupita.

“Già, forse è vero. A quel povero vecchietto potrebbe venire un infarto... In effetti, non ho tenuto conto dell'età.” Le rispose Sayaka ridendo.

“Nessuno sa quanti anni abbia, potrebbe anche essere relativamente giovane, magari anche un bel fusto. Prendili tutti, questo è un abito da pomeriggio: è semplice e informale, anche un po' sexy. Vedrai, farai un figurone Maya!”

Rey non era certo molto esperta in quelle cose, ma del suo giudizio ci si poteva fidare. E sebbene sapesse che forse tutte quelle cose non le sarebbero servite, le mise lo stesso in valigia. Quelle poche ore erano volate via. Si era costretta a mangiare qualcosa prima di partire, anche se la forte emozione in vista di quell'imminente incontro le aveva chiuso lo stomaco. Tremava di paura. Il campanello suonò di nuovo, e questa volta Maya riconobbe la voce del sig Hijiri al citofono.

                                                                                                              ###


Masumi era arrivato alla villa quella mattina, era tutto perfetto nella casa, pulito e lindo come aveva chiesto. Si sentiva il profumo delle tappezzerie lavate di fresco, e trovò gli immancabili fiori. I vasi di cristallo erano colmi di rose dai tenui colori pastello, altri contenevano meravigliose composizioni sugli stessi toni, tutto dava al grande salotto e all'entrata un tocco di elegante semplicità. Forse avevano pensato che avrebbe ospitato nella villa Shiori visto che i Takamiya avevano tenuto tutto nascosto. Avevano fatto credere che le condizioni di salute della futura sposa fossero peggiorate a causa delle solite crisi legate all'anemia di cui soffriva da sempre, per giustificare ai media il rinvio delle imminenti nozze. Aveva poi manifestato il desiderio di restare da solo per qualche tempo, sebbene la cosa non fosse piaciuta molto ai genitori della giovane. Stranamente, avevano dato a Masumi il tempo necessario per accettare la triste realtà che lo attendeva, nella speranza che anche Shiori in quei giorni si riprendesse completamente.

Gettarsi tutto alle spalle per ricercare la propria felicità era davvero giusto?

Sarebbe potuto essere facile, ma lui non era quel tipo di persona. Sapeva di essere l'unico responsabile di quella situazione, aveva causato lui la sofferenza di Shiori e quella di Maya. La necessità di proteggerla da ogni pericolo era sempre stata la sua priorità, ma adesso si sarebbe rivelato a lei come il suo ammiratore segreto. E le avrebbe anche mentito riguardo a quello che c'era davvero nel suo cuore. Le avrebbe fatto credere che il sentimento che lo aveva legato a lei non era mai stato amore, e che mai avrebbe potuto esserlo.

Ma si domandava dove avrebbe trovato la forza di mantenere quella distanza fra loro, il solo pensiero di averla lì vicino gli faceva ribollire il sangue nelle vene. Sulla nave aveva provato un desiderio immenso di baciarla, di scoprire la morbidezza delle sue labbra, di assaporarne la calda dolcezza. Ora che aveva la certezza che anche Maya lo ricambiava, come avrebbe potuto reprimersi ancora e rinunciare a lei? Il pensiero di poterla stringere fra le braccia libero da ogni menzogna gli dava una gioia immensa. Come ##essere giusto mentirle ancora? Maya non era più una bambina, avrebbe capito le sue ragioni? Lo avrebbe accettato? Era tormentato dai dubbi, non sapeva ancora con certezza cosa le avrebbe detto e come. Non sapeva come la ragazza avrebbe reagito alla notizia, ma oramai era tardi. Hijiri lo aveva messo davanti al fatto compiuto, Maya stava arrivando ad Izu. Poche ore li separavano l'una dall'altro, facendo crescere in entrambe l'ansia e il desiderio di vedersi.



                                                                                                              ###


Maya non riusciva ancora a crederci: era in viaggio verso Izu. Verso un sogno che si realizzava, ma di cui ancora non conosceva il finale. Era stato anche piuttosto imbarazzante, non sapeva di cosa parlare col sig. Hijiri, certo non poteva dirgli che in realtà lei sapeva benissimo chi si celasse dietro il suo donatore di rose. Sapeva che il suo ammiratore altri non era che Masumi Hayami. Già, Masumi. Finalmente lo avrebbe rivisto. Ma cosa doveva fare? Doveva dirgli che lei già conosceva la verità o doveva mostrarsi sorpresa? Doveva gridargli in faccia tutta la rabbia per averla trattata male, o fingere che nulla fosse successo e gettarsi fra le sue braccia come aveva fatto quel giorno dopo la crociera? Doveva mostrarsi distaccata e indifferente?

Non avrebbe mai potuto restare indifferente di fronte all'uomo che amava, le sue erano solo irrealizzabili congetture impossibili da attuare. Avrebbe tanto avuto bisogno di un consiglio, invece avevano parlato della dea scarlatta e delle sue paure, delle sue aspettative. Aveva spiegato al sig. Hijiri che aveva riservato per il suo ammiratore il posto migliore per assistere allo spettacolo di prova, e di quanto gli fosse grata per tutto l'aiuto ricevuto in quegli anni. Gli aveva domandato se secondo il suo parere avrebbe accettato di assistere in pubblico allo spettacolo, fingendo completamente di non essere a conoscenza della sua vera identità.

“Sono certo che quella persona sarà felicissima di sedersi nel posto a lui riservato... Ma visto che lo incontrerà fra poco, perché non glielo chiede personalmente?” Le aveva risposto lui.

Non si era resa conto del tempo che era passato presa da tutti quei pensieri e da quelle domande, l'auto percorse gli ultimi metri lungo un vialetto alberato fino a fermarsi in un grande piazzale difronte alla casa. Maya deglutì nervosamente tremante come una foglia, il cuore le era impazzito nel petto dalla forte emozione.

“Non c'è nulla da temere signorina, lui la sta aspettando. Lo incontri, e gli parli liberamente. Io sarò qui ad aspettarla, e sarò a sua disposizione in ogni momento, nel caso che desideri ritornare a casa.” La rassicurò karato, che aveva sicuramente messo in conto che per Maya scoprire la verità sul suo fan numero uno avrebbe potuto essere scioccante.

Non aveva lasciato nulla al caso, in fondo lavorava per uomo abituato a tenere tutto sotto controllo. Un uomo la cui vita, funzionava da sempre come un orologio svizzero. Ci vollero alcuni minuti per trovare il coraggio di scendere dall'auto, prima un piede, poi l'altro. Poi un passo e un altro ancora, uno scalino un e poi un altro. Si appoggiò al corrimano per sostenersi, e una volta saliti quei pochi gradini, si ritrovò difronte alla porta d'ingresso.

Si era soffermata appena sulla natura selvaggia che contrastava con la cura del giardino, notò la perfezione di ogni cosa su cui posava lo sguardo, sulla bellezza del panorama, sulla dolcezza del profumo dei fiori e del mare portati dal vento. Maya chiuse gli occhi e fece un lungo respiro, il loro ultimo incontro non era stato piacevole, e il ricordo di quegli occhi così freddi e inespressivi la spaventavano ancora. Tese la mano verso il campanello, ma non fece in tempo a suonarlo.

La figura alta e possente di un uomo dai capelli chiari e il dolcissimo sguardo color smeraldo gli si presentò davanti. Maya ebbe un sussulto e fece un passo indietro, appoggiandosi alla ringhiera appena dietro alle sua spalle.

“H-Hayami-san....” balbettò incapace di muovere un muscolo.

“Ciao Maya, ti stavo aspettando.”



 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap 2 - Oltre le maschere che indossiamo ***




“Hayani-san lei...lei è...” nonostante sapesse perfettamente che Masumi era il suo adorato ammiratore, vederlo finalmente rivelarsi le fece ugualmente effetto.

“Si Maya, sono io quella persona ...” rispose Masumi con evidente imbarazzo.

Il tempo sembrava essersi fermato per entrambi; lui col braccio teso verso di lei, e lei con le mani strette al freddo legno che ancora era le permetteva di stare in piedi. Si guardarono stupiti di trovarsi davvero una di fronte all'altro in quella situazione. Masumi doveva aver pensato che la sua reazione fosse dovuta alla sorpresa, in realtà non era così. Maya aveva così ardentemente desiderato rivederlo, che il suo cuore non aveva resistito a quell'emozione così forte. Ogni fibra del suo giovane corpo tremava, mentre le gambe stentavano a sorreggerla.

Non voglio più mentirti...

Devo dirti la verità! Devo farlo, pensava Maya, incapace di emettere un suono. Per quanto si fosse sforzata, di fronte al suo amato donatore di rose scarlatte non era riuscita a dire una parola. Era stato lui a prenderla gentilmente per un braccio, invitandola ad entrare. Maya lo aveva seguito tesa come una corda di violino, doveva calmarsi e ritrovare un po' di lucidità al più presto. Continuò a camminare come un'automa mentre entrava in quella casa sola e del tutto esposta, fino a che, sempre guidata da lui, non arrivarono alla grande terrazza affacciata sul mare. Masumi aveva avuto la bella idea di preparare un delizioso tavolo per il tè, e la fece accomodare.

“ Ne vuoi? Ĕ della qualità che ti piace di più!” Esordì lui versandone una tazza nella preziosa porcellana.

“Si grazie, volentieri..." rispose Maya, iniziando lentamente a rilassarsi.

Era tutto così surreale, strano e allo stesso tempo sorprendente, talmente meraviglioso da non saperlo spiegare.

“Il viaggio è stato piacevole?” Le domandò ancora Masumi.

Era stranamente calmo mentre dalla tazza beveva un altro sorso.

“S-Si, molto. la macchina è davvero comoda...” balbettò lei senza avere il coraggio di alzare lo sguardo.

“Immagino ti sentirai confusa... delusa, magari, anche arrabbiata. Ma se vorrai ascoltarmi, se mi farai l'immenso favore di farlo Maya, ti spiegherò ogni cosa... " aggiunse Masumi, scrutandone ogni impercettibile espressione.

Era logico che non capisse il suo comportamento: in passato l'avrebbe certamente aggredito e riempito d'insulti, mentre ora, l'unica cosa che le importava era gettarsi fra le sue braccia e dimenticare ogni cosa, perfino di chi fosse.

“Scusami ti prego, scusami per non avertelo detto prima. Per avertelo nascosto così a lungo, sapevo che non avresti mai accettato il mio aiuto visto quanto mi detestavi. Volevo che realizzassi il tuo sogno Maya, così ti ho mentito. E anche se ora mi odierai per questo, sono felice di averlo fatto! " Disse poi lui di getto, perdendo del tutto il suo proverbiale aplomb.

I giochi erano fatti, le carte scoperte. Masumi aveva gettato la maschera e ora toccava a lei rispondere. Quando finalmente alzò gli occhi pieni di lacrime su di lui, Masumi le prese la mano fra le sue, stringendola forte. Quelle mani così grandi e accoglienti, le sue mani. Era tutto scomparso in quel momento, come poteva fingersi sorpresa e delusa, scioccata o triste? Come poteva fargli credere di essere totalmente allo scuro e recitare quella parte? Quella che aveva di fronte era la vita reale, non una finzione. Ma cosa avrebbe pensato Masumi di lei se avesse saputo che era al corrente di tutto?

“No Hayami-san, io non la odio affatto, e lei questo dovrebbe saperlo molto bene... ” gli rispose Maya, baciando quella grande mano calda con dolcezza. Immediatamente lui si ritrasse, chiaramente stranito.

Quella reazione per Maya fu più dolorosa di un pugno allo stomaco.

“Mi aspettavo fuoco e fiamme da parte tua, una valanga d'insulti, non so'... anche meritati dopo il nostro ultimo incontro, e invece... Mi ero preparato un bel discorso, ma credo che a questo punto sia del tutto inutile...” reagì lui confuso.

“L'ho sperato con tutto il cuore che fosse lei quella persona, sul serio, l'ho desiderato con tutto il mio cuore, Hayami-san. È per questo che io non...”

Si era gettata disperata fra le sue braccia come aveva fatto al porto poco tempo prima, ma se quel giorno Masumi aveva ricambiato con slancio il suo gesto, ora semplicemente la sosteneva, cercando di tenerla lontana dal suo petto. Sebbene non comprendesse il motivo di un tale cambiamento, Maya non cercò di forzarlo. Riuscì a calmarsi solo dopo pochi minuti, senza sapere cosa sarebbe accaduto da quel momento in poi. Seguendo l'istinto si staccò da lui di scatto, urtando involontariamente il tavolo. Goffamente aveva fatto cadere a terra una tazza del prezioso servizio, rovesciandone tutto il contenuto sul pavimento. Quel tonfo sordo si perse nel vento, e lei rimase immobile per un istante mentre lui la guardava attonito. Dal mare spirò una folata di vento che le scompigliò i capelli, e si sentì il rumore della risacca che si infrangeva sulla spiaggia. Si sentì morire di vergogna e reagì con rabbia, malgrado non volesse farlo.

“È per questo che ha voluto incontrarmi proprio adesso?Per dirmi che quello che provo per lei è sbagliato? Lo sa', sono alquanto confusa... La persona che ho tanto ammirato in questi anni e alla quale devo tutto, è qui, difronte a me, eppure, non la riconosco affatto...” Maya s'interruppe per riprendere fiato.

Era davvero tutto un errore, tutto, non era così che aveva sognato quell'incontro. Si voltò, era meglio lasciar perdere. Non voleva più sapere e vedere nulla, il suo cuore non poteva accontentarsi delle briciole. Lei voleva tutto, e se non poteva averlo, allora non voleva niente.

“Aspetta, non è in due parole che ti posso spiegare. Dammi la possibilità di farlo Maya, ho bisogno che resti. Dimmi che rimarrai ad Izu con me ti supplico, non andartene, non in questo modo.” La pregò Masumi.

“Dovrei restare per essere trattata con sufficienza dalla persona che amo, è questo che vuole? Non le sembra di pretendere troppo da me?” gli chiese andando dritta al punto.

Ne era seguito un'imbarazzante silenzio, non era così che aveva sperato andassero le cose.

“Non pensare che non mi senta lusingato dal tuo affetto particolare, e credimi, anch'io ti voglio molto bene. Molto di più di quanto immagini ragazzina..” replicò lui turbato.

Il dolore nella voce di Masumi la riportò indietro da quel vortice di puro egoismo e rabbia da cui era stata sopraffatta, facendola ripensare alle parole della signora Tsukikage. Lui soffriva, forse ne era innamorato, forse non lo era, in ogni caso le voleva bene, era innegabile. Se lo amava davvero, doveva accettare la possibilità che Masumi non provasse i suoi stessi sentimenti. Doveva dimenticare l'amore di Musumi Hayami come uomo, e accettare solo quello profondo, sincero e disinteressato del suo adorato donatore di rose? Avrebbe indossato la sua maschera migliore per scoprire se era davvero tutto quello che le restava, anche se farlo l'avrebbe fatta soffrire moltissimo.

“Restare è il minimo che possa fare dopo il suo invito: accettarla come fan e ammiratore, è già più di quanto una persona come me potesse sperare..." gli rispose infine.

Masumi sorrise amaramente. Aveva ottenuto quello che voleva. Ma era davvero ciò che desiderava? Ovviamente no. Aveva promesso ad Hijiri di essere completamente sincero e di vivere seguendo solo il cuore, non la mente. Invece, aveva permesso di nuovo alla parte razionale del suo cervello di prendere nuovamente il sopravvento.

“E la prego, mi perdoni per la scenata di prima. Le prometto che non accadrà mai più.” Aggiunse Maya, asciugandosi le lacrime che a stento riusciva a trattenere.

“Vuoi vedere la casa?” Le chiese d'improvviso lui, quasi ignorando tutto.

“Si, volentieri!” Gli rispose Maya sforzandosi di accennare un sorriso.

Cambiando discorso Masumi aveva cercato di farsi forza e riordinare le idee, sapeva di star sbagliando con Maya, e doveva rimediare. Avrebbe cercato di trovare il coraggio di dirle la verità, glielo doveva. Come avrebbe potuto perdonarlo di aver gettato via quell'unica possibilità di salvezza e felicità che entrambi meritavano di avere? Voleva essere felice, e poteva esserlo solo a fianco della persona che amava davvero, la sua piccola Maya.

                                                                                                               
                                                                                                               

La villa di Izu era davvero splendida; arredata con eleganza e gusto, completamente all'occidentale, anche se era stata costruita sulle rovine di un antico tempio. Al piano superiore cerano due camere da letto uno studio e un bagno, Maya notò che solo quello, era grande come il soggiorno di casa sua. La tensione sembrava finalmente scemata, fra loro era tornato il sereno anche se era solo apparenza. Non voleva rovinare le cose, anche perché quel poco tempo concessole poteva essere l'ultimo, e non voleva sprecarlo. Maya si era offerta di ripulire il terrazzo dopo aver versato inavvertitamente il tè, ma essendo l'ospite d'onore Masumi non le permise di muovere un dito. Era quasi sera quando scesero alla spiaggia, l'aria si era ormai rinfrescata, e per un breve tratto camminarono in silenzio. Maya cercò di concentrarsi sulla piacevole sensazione che le dava camminare a piedi nudi sulla sabbia ruvida e bagnata; era esattamente come se l'era immaginato e sorrise felicemente, come un bambina. Purtroppo però, non pote ammirare i piccoli granchi di cui Masumi le aveva tanto parlato, a quell'ora erano già rientrati nelle loro tane, al sicuro fra gli anfratti degli scogli e delle rocce vicine al bagnasciuga. La costa in quel punto era suggestivamente selvaggia, e il tramonto fu' uno spettacolo indimenticabile.

“Penso a quanto sono stata sciocca in questi anni... Non riesco ancora a credere che dietro quelle meravigliose rose scarlatte e a tutti quei regali, ci fosse lei! ” Esordì all'improvviso lei.

Sebbene lo sapesse da tempo, quel momento era stato comunque immensamente emozionante. Infondo, quando l'aveva scoperto, aveva veramente stentato a crederci.

“Avrei voluto essere del tutto sincero con te, ma come sai bene, sono il presidente della Daito e tu la pupilla della signora Tsukikage. Non proprio un connubio ideale... Sapevo che avevi bisogno di una mano, e anche se ero interessato alla dea scarlatta, con te ho seguito solo il mio cuore Maya. Avevo già capito le tue potenzialità come attrice, modestamente, me ne intendo... ”rispose Masumi accennando a un piccolo sorriso.

Pensava a quegli anni con un pizzico di nostalgia, a come fosse tutto più semplice allora. Se solo avesse avuto la forza di aspettare. Se solo avesse avuto il coraggio di dirle tutto prima, forse...

“Non mi domandi nulla? Non c'è niente che vuoi sapere sugli ultimi avvenimenti?” Le chiese poi.

Parlava delle fotografie strappate e di quell'ultima rosa scarlatta nella lettera in cui le diceva addio, o dell'Astoria e del suo ripensamento sul suo matrimonio con Shiori?

La risposta non arrivò e Masumi si fermò, stupito da tanto buon senso. Già, Maya era davvero cresciuta, e non solo fisicamente. Doveva dirle di Shiori ? La conversazione era tornata inevitabilmente sul personale, e questo lo mise di nuovo in agitazione.

“Maya, è perché ti ho protetta quella sera che dici di amarmi?” Le domandò all'improvviso.

“Le sembrerà strano, ma provo qualcosa per lei da molto tempo. Essermi resa conto che la maggior parte delle cose di cui la incolpavo erano sciocchezze, e che in realtà lei non avesse fatto altro che fare il suo lavoro, mi ha aiutata ad aprire gli occhi. È così ho capito, che ho potuto vedere la meravigliosa persona che era veramente Hayami-san...”

In parte ciò che gli stava dicendo era vero. Si sentì una sciocca a vederlo così cupo e pensieroso, forse si chiedeva cosa in effetti avesse visto in lui dato che in passato lo aveva odiato così tanto da definirlo addirittura il suo nemico numero uno.

"Non sono affatto la persona meravigliosa che credi..." ammise lui, rifugiandosi nuovamente nel suo silenzio.

"Quello che ha fatto per me dice il contrario, anche adesso, mentre la guardo, riesco a vedere oltre la maschera che ancora indossa!" replicò Maya arrossendo.

Masumi non si rendeva conto dell'effetto che un uomo come lui poteva avere su una donna, non capiva quanto fosse attraente e incredibilmente bello. Anche in quel momento, con i piedi scalzi e l'orlo dei pantaloni fatti su alla bene meglio e i bottoni della candida camicia slacciati, che rivelavano un petto liscio ampio e muscoloso. Per non parlare di quel viso scolpito, reso ancor più sexy dall'ombra accennata della barba che stava ricrescendo, o di quegli occhi, verdi e lucenti come smeraldi incastonati.

Distolse lo sguardo per nascondere il rossore e il turbinio di sensazioni che la sua vicinanza le provocava, si sarebbe aspettata una risposta, ma lui restò nel suo mutismo. Si chinò a raccogliere una conchiglia semi nascosta dalla sabbia mentre ritornavano verso la villa, stava facendo buio, ormai si era fatto tardi.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap 3 - Profumi nell'aria ***



Una volta rientrati Maya era salita al piano di sopra per rinfrescarsi in attesa della cena, benché dubitasse della sua completa sincerità i paletti messi da Masumi erano chiari: il loro rapporto sentimentale non poteva andare oltre a quello. Avrebbe voluto rispettare quella decisione, ma come? Si sedette sul letto sospirando, non era certa di reggere alla tensione. Lo avrebbe messo alla prova invece, doveva farlo uscire allo scoperto, non le restava altro che fingere ancora un altro po. Avrebbe goduto di quel tempo così come lui aveva deciso e scelto, senza minimamente preoccuparsi di quello che sarebbe potuto succedere.

Aveva comunque pensato di cambiarsi, il vestito scelto da Rey e Sayaka per quella serata tanto speciale era davvero bello e le stava alla perfezione. Quando scese un profumino invitante arrivò dalla cucina, solleticandole il naso e l'appetito. Rimase del tutto spiazzata quando vide Masumi ai fornelli col grembiule e il mestolo in mano, aveva cucinato lui? Pensò che il suo abito fosse del tutto inappropriato ed eccessivo per quell'occasione così informale, sentendosi nuovamente a disagio e fuori posto.

“Sei bellissima... Aspettami in terrazza, è quasi pronto.” Riuscì a dire a stento lui.

Completamente in imbarazzo Msumi si tolse tutto e si diresse di sopra, con l'intenzione forse di non essere da meno. Era frustrante doversi reprimere in quel modo, si sentiva consumato dal desiderio a dal bisogno di stringerla a se. Voleva baciarla, stringerla, farla sua, ecco cosa voleva. Maya si diresse sulla terrazza; lo spettacolo del cielo notturno e del mare illuminato dalla luna lo rendeva davvero un posto magico. Capì solo in quel momento perché Masumi amasse tanto quel luogo, come riuscisse a donargli un po' di pace lontano dalla vita dura e spietata che un uomo nella sua posizione affrontava ogni giorno.

“Ti avevo promesso un cielo stellato, ma non è limpido... ” si scusò lui porgendole un bicchiere di vino.

"Non fa niente, è ugualmente bellissimo... Non è succo di frutta, vero?” gli chiese titubante Maya.

“No, non lo è. Avevo promesso di trattarti come una donna, lo ricordi vero? ” replicò lui.

“Già è vero! Brindiamo Hayami-san, a noi, all'attrice in erba e al suo più grande fan! ” Esclamò con entusiasmo lei: era felice che lui iniziasse a prenderla sul serio finalmente.

“Mi spiace Maya, ma non sei più un attrice in erba ormai. A noi: alla futura dea scarlatta e al suo più grande, fedele e devoto ammiratore! ” Puntualizzò Masumi.

Maya gli sorrise, pensando amaramente che non era a quello che avrebbe voluto brindare. Erano soli, ma era come se ci fosse una folla a dividerli. Per non parlare di Shiori, la donna che nonostante tutto aveva deciso di sposare. Lui era la sua anima gemella, lo sentiva nel profondo del cuore, e anche se per se Masumi aveva deciso diversamente, per lei quella verità non sarebbe cambiata. Continuava a leggere nel suo sguardo un trasporto e un calore che andavano in netto contrasto col suo apparente distacco, e non aveva smesso di sperare che lui le spiegasse finalmente il perché. Come c'era da aspettarsi il cibo era buonissimo, lei avrebbe sicuramente combinato un disastro se avesse dovuto mettersi ai fornelli.

“Le prove sono andate meglio?” le domandò dopo aver sparecchiato.

“Si, talmente bene che sono sicura di poter vincere questa sfida. Per di più, grazie a questo potremo riposarci: è stata davvero dura...” ammise Maya stiracchiandosi.

“Lo immagino, Kuronuma è un vero schiavista! Sarà felice di questo risultato, sono molto fiero di te Maya!” sì complimentò lui.

Masumi aveva istintivamente appoggiato la mano sulla sua, quel contatto le fece un effetto terribile. Sentì un intenso calore dilagare dal basso ventre fino ad incendiarle il viso, cosa che la obbligo a rinchiudersi in un imbarazzato silenzio che ruppe solo quando lui le chiese di nuovo se tutto era di suo gradimento e lei rispose di si. Anche Masumi pareva turbato, ma riuscirono lo stesso a godere della reciproca compagnia e a ridere e a scherzare come avevano fatto sulla nave la notte della crociera prima che le cose fra loro cambiassero. Erano stati talmente bene insieme che non si accorsero del fatto che fosse decisamente notte fonda. Erano finiti di nuovo sul terrazzo a godersi la brezza, il cielo sembrava essersi coperto del tutto e la luna fece capolino da dietro una fitta coltre di nubi.

“Dobbiamo proprio andare?” protestò lei quando vide Masumi alzarsi.

Stagliato nella penombra pareva ancora più alto ed imponente, lui le tese la mano e quando lei si fece aiutare ad alzarsi dal tavolo come se fosse una principessa delle favole, sentì il cuore fare una piccola capriola nel petto.

“Ĕ davvero tardi, non voglio passare l'intera mattinata di domani a dormire. Voglio portarti di nuovo alla spiaggia, sempre che non piova... " le rispose lui guardandola con dolcezza.

Masumi si era offerto di accompagnarla, le aveva messo a disposizione l'intero piano superiore. Le loro stanze erano troppo vicine e avrebbero dovuto condividere il bagno, e per evitare ulteriori imbarazzi lui aveva deciso di dormire sul divano del salotto.

“Grazie, è stata una splendida serata! Ĕ stato tutto perfetto. Non avrei potuto chiedere di più, presto sarà deciso il mio futuro e anche se non verrò scelta come nuova dea scarlatta dedicherò lo stesso tutta la mia vita alla recitazione! Oltre al fatto che ora so' con certezza che non la perderò, Hayami -san." Disse poco prima di salutarlo.

“Sarò il tuo più accanito fan per sempre Maya, nel mio cuore le rose scarlatte non appassiranno mai!” Le rispose colmo di emozione.

" Nemmeno nel mio, glielo assicuro! " Gli confermò lei.

Masumi focalizzò la propria attenzione sulla sua bocca, una bocca piena e sensuale fatta per essere baciata. Vacillò, attratto da lei come da una forza superiore. Riuscì a trattenersi a stento, rendendosi conto che anche lei era arrossita.

“Maya...” la chiamò lui.

Lei si girò, e per un secondo smise di respirare. Gli occhi verdi di Masumi scintillavano come pietre preziose nel buio. Quanto aveva desiderato quegli occhi. Pensava a quanto si fosse sottratta a quello sguardo di smeraldo, a come gli fosse sfuggita così tante volte come una codarda.

Non poterono non concludere quella incredibile giornata con un abbraccio. Masumi si arrese a quel calore per qualche istante, poi realizzò, staccandosi da lei di getto.

Cosa stava facendo?

Dopo un teso saluto di convenienza Maya si precipitò in fretta nella sua stanza, gettandosi in lcrime fra le lenzuola. Dando finalmente libero sfogo a tutte le sue lacrime capì che non c'è l'avrebbe fatta. Era tutto perduto? Era stato davvero tutto inutile? Si addormentò esausta solo dopo un ora, svegliandosi poco tempo dopo. Il suo sonno inquieto fu disturbato da un frastuono e dal vento che urlava attraverso la finestra.

Si era alzata di corsa per chiuderla, l'aria era fredda: fuori infuriava una tempesta. Il suo meraviglioso abito da principessa era finito a terra, e ora giaceva informe sul pavimento. Non lo raccolse. Si guardò un attimo attorno per riordinare le idee, e quando si voltò verso il piccolo balcone che dava sul mare, vide una luce provenire dal basso. Si precipitò di sotto allarmata, attraversando il salotto a piedi nudi. Masumi non era sul divano,la porta finestra del terrazzo era aperta e il vento le fece venire un brivido. La luce che aveva visto proveniva dal bagno, la porta era socchiusa e sbirciò all'interno preoccupata, avvertì subito un forte odore di profumo. In quello stesso momento lui emerse da dietro il mobiletto del pronto soccorso, e la vista del suo petto coperto di sangue le strappo un grido.

“Santo cielo! Maya, che ci fai in giro per casa silenziosa come un gatto?” Le chiese sorpreso.

“Ho sentito un forte rumore e mi sono spaventata!Hayami-san, ma cosa le è successo?” Reagì lei preoccupatissima.

Non riusciva a distogliere lo sguardo da quello che in realtà era un asciugamano avvolto intorno ad una mano che Masumi teneva stretta al petto.

“Non è così grave, tranquilla. Mi è caduta l'acqua di colonia nel lavabo, e per completare l'opera ho cercato di raccogliere i pezzi di vetro. Questo dannato dito non vuole smettere di sanguinare...” rispose lui cercando di tranquillizzarla.

“L'aiuto a medicarsi! Si sieda, le metto un cerotto. Prima però devo vedere il taglio, speriamo non sia profondo...” disse lei come se ne intendesse.

“Non ti impressiona il sangue, vero?” Le domandò scrutandola allibito mentre trafficava fra bende e disinfettanti come una perfetta infermierina.

“No no...” tagliò corto Maya, impallidendo.

Non sapeva se era più quello o il suo petto nudo a impressionarla, per non parlare del fatto che l'unica cosa che indossava erano un paio di boxer di seta nera. I muscoli addominali erano talmente ben delineati e scolpiti, da farla indugiare con lo sguardo sulla leggera peluria che dall'ombelico scompariva sotto la cintura dell'indumento intimo. Sentendo di essere arrossita ancora, Maya si concentrò sul suo compito.

“Ecco, ho fatto: pulito e disinfettato! Hayami -san, c'è un pezzettino di vetro, devo toglierlo con una pinzetta..." lo avvertì lei.

"Fa' pure, è nella specchiera. " l'informò Masumi.

Maya si alzò per tornare in bagno, quel profumo di acqua di colonia era talmente intenso da stordirla.

"Lo sa', sembra quasi di trovarsi nell'harem di un sultano qui dentro... " si lasciò scappar detto mentre tornava col necessario.

“Sono certo che tu saresti la sua favorita, con quegli occhi neri e la pelle candida...” le rispose assorto.

Pensava davvero che l'amante dei suoi sogni non potesse avere un volto diverso da quello della giovane donna difronte a lui.

Il tono caldo e sensuale nella sua voce la fece trasalire, lei era scesa senza pensare di mettersi qualcosa addosso e quando si rese conto di essere praticamente in mutande, si sentì mancare per la vergogna. Indossava una culottes di seta bianca e una canottiera di pizzo semi trasparente. Non si poteva non notare i capezzoli inturgiditi prima dal vento freddo della notte, e poi dal fuoco ardente nei suoi occhi. Sospirò, ormai era tardi per sottrarsi al suo sguardo. Masumi aveva visto più di quanto avesse voluto, e cercò di far ricorso a tutto la sua bravura di attrice per fingere la più totale noncuranza.

“Scusa, ma non riuscivo a dormire... Mi dispiace averti svegliata.” Si scusò lui.

“Non importa, ho preso sonno solo per via della stanchezza, altrimenti non credo sarei riuscita a chiudere occhio questa notte...”- gli confessò.

Maya era di una sincerità quasi spiazzante.

Quando ebbe finito di bendare il dito ferito però, la giovane si rese conto di aver esagerato con la fasciatura. Masumi la guardò stupito, e lei, incontrando il suo sguardo divertito si morse un labbro scoppiando a ridere. Una risata che presto però, si tramutò in qualcos'altro.

“Ho fatto un pasticcio..." balbettò poi, cercando di trattenere le lacrime.

“Ma no, è perfetta! Crederanno che mi sono rotto tutte le ossa della mano, così potrò prendermi un altro paio di giorni di riposo in più! ” Cercò di sdrammatizzare lui.

Erano seduti sul divano del salotto, e ora che il dolore era scomparso e avevano ritrovato un po' di calma, anche lui si rese conto del fatto che erano quasi nudi. Realizzando la perfezione di quel giovane corpo vellutato e femminile accanto al suo, Masumi si sentì sempre più un lupo affamato. Mentre lo medicava aveva notato la pelle candida delle sue dita in contrasto con quella dorata della sua mano, era così che se l'era immaginata fra le braccia, con le gambe bianche avvinghiate sulle sue cosce scure. Deglutì nervosamente, come poteva indugiare in simili fantasie mentre lei era così esposta e vulnerabile?



Erano quasi le tre di notte quando Masumi gettò un occhiata fuori dalla porta finestra, il vento si era quasi calmato e il cielo sembrava essersi aperto perché vide uno scintillio fra le vetrate ancora bagnate dalla pioggia. Si alzò e si mise una maglietta pulita, facendo attenzione alla mano. Maya corse in camera a prendere qualcosa da mettere, raggiungendolo in pochi istanti.

Ciò che le aveva promesso era là fuori ad aspettarli, non se lo sarebbe perso per niente al mondo.

“Vieni...” la invitò lui.

Lo spettacolare cielo stellato rischiarato da una pazzesca luna piena, fu' esattamente quello che ci volle per far tornare il sereno nei loro cuori. Era un azzardo, l'umidità della notte e quell'aria frizzante di inizio primavera avrebbero potuto farli ammalare,ma in quella circostanza tanto particolare sembrò non importare a nessuno dei due.

“Non è come al planetario, ma è lo stesso molto suggestivo!” disse poi Masumi.

“In città sarebbe impossibile vedere tutte queste stelle, e come brillano...” sospirò maya reggendosi al suo braccio.

Era come lo aveva descritto, un posto incantato e favorito dalla natura.

Tutto era perfetto pacifico e tranquillo in quel momento.



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3772724