Hana Akane

di salamandergirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


CAPITOLO 1
 
una donna giaceva nel letto, i respiri affannati, gli occhi lucidi, i capelli dorati erano raccolti in una coda bassa ormai sciolta,  e un sorriso abbozzato sulle sue sottili labbra.
-sig. Saphira …
la domestica che affiancava la donna piangeva mentre le accarezzava la mano.
-come stà il bambino?
-la Bambina signorina …
sussurrò lanciando uno sguardo alla culla
- è una bellissima fanciulla degna del  casato.
-posso vederla …? Il mio cuore cederà tra poco …
la domestica si asciugò le lacrime e fece segno al maggiordomo di portare la neonata.
L’uomo prese in braccio la bambina disgustato; quegli occhi, quei capelli … non poteva essere sua figlia, se non avrebbe assistito la domestica mentre partoriva, avrebbe creduto che fosse stata adottata.
Quando la neo mamma la prese in braccio, senti subito il suo calore avvolgerla, e la bambina sentendo il contatto sorrise, aprendo gli occhi, erano grandi e bianchi, mentre qualche capello rosso occupava la testa della bambina.
-è splendida, è uguale al suo papà …
-Ma, gli occhi …
sussurrò la domestica per poi correggersi mettendo una mano sulla bocca.
-e a voi signorina.
la bionda osservava i suoi occhi credendo che fossero i più belli del mondo, peccato che non li avrebbe mai più rivisti.
-Spero che un giorno tu conoscerai il tuo papà … sai … gli ho scritto dei tuoi calci nella pancia … di come il pancione cresceva … e lui mi rispondeva con dolci lettere scrivendomi che saresti stata la più bella bambina del mondo … io non potrò più vederlo quindi … salutalo da parte mia ok? Akane.
La giovane si portò la mano al petto, la cameriera prese la bambina e la riportò nella sua culla mentre le urla strazianti della madre echeggiavano per i corridoi , all’improvviso tutto tacque e le mani che stringevano con forza il petto si lasciarono andare, e Saphira Ress morì.
la casata perse il suo più bel fiore che per colpa di un amore proibito li lasciò troppo presto.
ormai l’unica erede che era rimasta era la figlia di quell’amore.
Intanto dall’altra parte della casa, le urla di un uomo adirato, spaventavano i domestici.
-Quella bastardina …. d’ora in poi non la voglio vedere, soltanto sapere che in casa mia esista un essere del genere mi viene il volta stomaco.
un uomo sulla settantina osservava, attraverso la finestra del suo studio, il cielo.
-come desidera signore.
la cameriera uscì dalla porta indietreggiando, ma nei suoi passi insicuri si capiva benissimo che la voce cavernosa del suo padrone in quel momento la spaventava a dismisura, lasciando l’uomo solo.
lo studio era ampio, davanti alla porta in mogano nero, si estendeva un tappeto persiano che conduceva fino alla scrivania in noce, dove erano intagliati fiori e teschi.
si sedette sulla sedia ricoperta da un velluto color verde marcio, e accese un sigaro.
- quella stupida di Saphira …. Ora mi è rimasta solo quella figlia del demonio, come mia unica erede, cosa racconterò hai miei soci d’affari? “mia figlia si è innamorata di un pirata, e dando alla luce sua figlia il cuore ha ceduto, una cosa da andare fieri no?”
disse alzando la voce di due ottavi, e premendo il sigaro, non ancora finito, sul tavolo bruciacchiandolo leggermente, e ne prese un altro accendendolo.
-sono nei guai ….
disse gesticolando e lasciando una scia di fumo.
-L’unica è nasconderla. Tutti i miei piani sono saltati per allargare i territori della famiglia Ress …
l’uomo porto le dita alle tempie, e osservò la foto sulla scrivania, aspirando il fumo dolciastro di quei sigari pregiati regalati la settimana prima da un suo amico.
-non lascerò che un pirata e la sua schifosa prole rovinino i miei piani!
disse colorandosi di un rosso, dovuto alla rabbia che saliva, chiuse le grosse mani a pugno e colpi duramente il tavolo per poi gettare a terra la foto della bionda figlia.
-quella bambina … tsk!


 
 
 
 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


CAPITOLO 2
 
Gli anni passavano, e una dolce fiore sbocciava nella casata Ress, i capelli come lingue di fuoco sfioravano il pavimento, mentre gli occhi grandi e vispi trasmettevano voglia di vivere, anche se la maggior parte delle persone lo scambiavano per degli occhi assatanati.
-Ma balia … perché tutti mi considerano un demonio?-
-E questo dove l’hai sentito?-
Chiese scandalizzata la balia dai lunghi capelli bianchi, mentre distorceva il viso segnato dall’eta, una smorfia di disgusto.
Odiava chi si rivolgeva così alla sua padroncina.
La bambina di appena 6 anni,la osservava con i suoi occhietti vispi, da sotto le morbide coperte, e al petto stringeva forte a se una bambolina di pezza.
La donna sorrise intenerita, nel rivedere in lei la sua padroncina ormai morta.
-Sai vero su che isola viviamo noi Akane?-
Chiese con tono materno la balia mentre si sedeva in parte a lei, passandosi le mani rugose sul grembiule.
- i̱ aió̱nia omorfiá .?-
chiese la rossa sputacchiando un po’ di saliva nel pronunciare la loro lingua madre.
-Esatto piccola, ci sono molti segreti nella nostra popolazione, che tu nemmeno immagini … uno di questi stà nel nostro DNA .-
-DMA?-
Ripete la piccola ancora più curiosa sedendosi a gambe incrociate e osservando meravigliata l’albina che la osservava.
- DNA, è un 
acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA eproteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi.-
Disse composta la donna andando fiera della sua conoscenza
-acido che?-
Ripete la piccola meravigliata da quel miscuglio di parole che la sua mente non riusciva ancora a capire.
-Possiamo dire che sia come un documento che abbiamo dentro di noi.-
-ma Akane non ha ingoiato nessun documento-
rispose sconvolta la piccola tastandosi la pancia.
-ahahahahaha, no Akane … stai tranquilla … è una cosa che abbiamo da sempre …  vedi il DNA delle persone sull’isola possiamo dire che sia simile ad ognuno di noi, anche se è una cosa impossibile in teoria.-
-come mai abbiamo tutti lo stesso DMA?-
-DNA-
la corresse la donna.
- E poi non è uguale piccolina, ma simile … il perché è semplice. Perché dalla notte dei tempi non abbiamo mai mescolato la nostra razza con qualcun’altra, in parole povere, tutti si sposavano con qualcuno dell’isola e procreava con esso.-
Finì la donna.
-Anche se la cosa può sembrare sorprendente perché sposarsi tra parenti porta gravi problemi genetici, non succede a noi. E quindi come puoi notare nasciamo tutti con i capelli biondi e con gli occhi che possono essere o ambrati o azzurri.-
e si indicò l’occhio celeste.
-Quando invecchiamo i capelli diventano bianchi come la neve. Così sono nate molte dicerie per intimare le persone a non accoppiarsi con estranei … perché molte persone hanno semplicemente paura del diverso. Ricordati una cosa Akane.-
Le accarezzo con una mano i suoi capelli.
-Non ascoltare quello che dicono gli altri, tu non sei un demonio.-
-Ma se tutti lo dicono ci sarà un perché … -
disse la bambina non convinta dalla spiegazione dell’anziana.
-Allora hai mai desiderato la morte di qualcuno?-
-Mai?-
-Hai mai desiderato di fare dispetti che potessero nuocere in modo irreparabile alle persone?-
-Mai!-
Rispose decisa la bambina
-Visto? Tu non sei un demonio, tu sei forte perché anche se sai che tutti ti considerano tale tu non li odi, non desideri vendetta.-
La donna abbraccio la bambina e le donò un bacio sulla fronte.
-Notte Akane.-
-Aspetta … -
Sussurrò la bambina con gli occhietti assonnati.
-Perché io non ho una mamma e un papà?
Questa domanda la chiedeva tutte le sere prima di lasciarsi cullare tra le braccia di morfeo e fare sospirare la balia.
-Meglio che tu non lo sappia piccola.-
Con il passare degli anni la bambina smise di fare quella domanda capendo da se, che la sua nascita aveva ucciso suo madre, mentre il padre …
forse era sparito, e non voleva sapere niente di lei.
Crescendo la balia aveva riconosciuto in lei l’amore per la conoscenza, la bellezza e la semplicità della madre; mentre un carattere ereditato dal padre era la testardaggine, il sarcasmo e la positività, e forse la giocosità.
Naturalmente queste cose le aveva scoperte mentre la spiava a giocare con le sue bambole oppure mentre pensava ad alta voce durante i suoi pomeriggi di solitudine nella sua stanza, oppure la sera prima di andare a dormire mentre le raccontava con molta fantasia le avventure che avrebbe vissuto da grande.
Quella stanza era una gabbia d’orata per la bambina, un letto a baldacchino dominava la stanza mentre in un angolo a destra stava una casa delle bambole usata, probabilmente appartenuta a Saphira, con delle 4 bambole, tre di porcellana e una di pezza, sicuramente quella che adorava di più era quella di pezza.
I capelli boccolosi le incorniciavano il viso bianco decorato con due guance rosse, gli occhi due puntini azzurri, e indossava un vestitino rosa lei era per Akane “la perfezione” su ogni libro che aveva letto la principessa era sempre una bionda ragazza con occhi simili a due oceani, e lei che cose era?
Per molti domestici la figlia del diavolo.
Così cresce il piccolo demone,sperava che il principe azzurro un giorno la venisse a salvare.
Ma con gli anni la figura del principe divenne un vago ricordo mentre la speranza di essere salvata una sfumatura lasciata da una matita anni addietro.
Dalla sua nascita sono passati diciassette anni, e ormai la ragazza era una giovane donna, una giovane donna amante del pericolo.
La rossa sapeva bene che le era proibito uscire dalle proprie stanze, ma come faceva a non desiderare di varcare la soglia della sua stanza solo per arrivare al suo “paradiso” in fondo al corridoio?
come un ninja, o meglio un ladro, prese tra le mani la semplice gonna verde e si incamminò in punta di piedi verso la stanza a fine corridoio, doveva sbrigarsi, se qualcuno l’avrebbe vista nessuno gli avrebbe tolto quelle sberle che con molta fortuna nell’ultimo mese era riuscita a evitare; prese il pomello dorato tra le mani ed entrò velocemente chiudendo la porta alle sue spalle.
Entrò in una stanza circolare dal soffitto beige, mentre attaccate alle pareti si estendeva una libreria circolare anche essa circolare però color panna, l’unico contrasto di colori che c’era erano tutti quei libri dai svariati colori diversi tra di loro; che soltanto lei poteva averli letti tutti,alcuni libri erano scritti in “greco” la loro lingua madre che la Balia le aveva insegnato, insieme alle buone maniere, la matematica etc … ma da quando molti millenni addietro avevano deciso di appoggiare il giapponese “la lingua universale” il greco si usava solo per riti religiosi o tra le vecchie anziane del villaggio che ancora si ricordavano i tempi della approvazione alla lingua universale.
Quelle vecchiacce avevano vissuto per millenni e ora ne erano rimaste poche, beh come ogni persona della sua razza vivevano per secoli se non per millenni!
Si affretto a prendere un paio di volumi rilegati in copertine verdi e gialle, in pelle, e uscì di corsa dall’immensa sala.
Dei passi risuonarono dietro di ei, e l’istinto la fece scivolare sotto un tavolino li in parte e rannicchiarsi così da non essere scoperta, e così fu.
-Benedetto il mio istinto …
Sussurrò lei correndo verso le sue stanze senza inciamparsi nella gonna e con un’abile balzo sedersi sul letto aprendo un libro.
-Signorina Ress !
“Appena in tempo” penso la ragazza dando il permesso alla sua balia di entrare.
L’anziana  entrò con il suo solito passo pesante e si mise subito a tirare fuori dei vestiti osservandoli.
-Cosa succede ….
chiese con la voce flebile osservando la balia.
-Vestiti bene, tuo nonno ti vuole ricevere quest’oggi alle 14:00-
Quelle parole le rimbombavano ancora nella testa, ancora dopo 30 minuti che aveva ricevuto la notizia, mentre con entusiasmo si faceva stringere un corpetto da una cameriera.
Poi si guardò allo specchio, le calze, i pantaloncini  a palloncino e il sotto gonna erano stati messi, e il suo busto era fasciato in un corpetto color crema, e sul letto era steso un vestito giallo canarino,  rigorosamente ricco di dettagli in pizzo, e sul corpetto decorazioni in un giallo più chiaro che ricreavano piccole greche deliziose, e al centro della scollatura a cuore, un fiocco arancione vistoso faceva bella figura.
indossato il vestito la cameriera le lego alla vita un nastro arancione e sul retro fece un fiocco, subito dopo la rossa andò al suo portagioie e litigando un po’ con le sue maniche a “campane” riuscì a prendere un medaglione che posizionò al centro del fiocco.
Lo aprì, dentro il medaglione c’era una foto di sua madre e nell’altra parte non c’era niente, era ancora vuota ad aspettare una foto di suo padre.
La ragazza si sedette sulla sedia e chiuse il medaglione mentre una cameriera le acconciava i capelli in una crocchia alta.
Dopo una buona mezz’ora la cameriera dichiarò finito il proprio lavoro aggiungendo l’ultima forcina.
gli occhi bianchi della giovane balenarono sulla porta dove spuntò la sua balia con un sorriso raggiante.
-Signorina Akane siete semplicemente divina.
-Oh Sakura!-
 Disse prendendo le mani della donna e facendo una piroetta.
-Sto per conoscere il mio nonno, sono così emozionata!-
-sono felice per voi-
Sussurrò la donna con un sorriso tirato.
La rossa scese le lunghe scale in noce ricoperte da un tappeto persiano dove il rosso e il marrone giocavano tra di loro intrecciandosi.
Quando giunse in salone vide per la prima volta suo nonno.
Era un uomo alto e robusto, i capelli bianchi erano tagliati in modo impeccabile mentre i suoi baffi erano quadrati e sotto il mento c’era un pizzetto perfettamente rettangolare.
Indossava uno smoking grigio e al taschino un tovagliolino rosso che tirò fuori per pulirsi gli occhiali.
Subito i suoi occhi si imbatterono in un altro individuo, i capelli erano di un biondo platino quasi accecante, gli occhi azzurri erano racchiusi in due fessure ricche di lussuria quando i loro occhi si incrociarono, il naso all’insù e una bocca larga dove fuoriuscivano dei denti accavallati tra di loro, era basso con una pancia e indossava uno smoking attillato che lo rendevano ancora più grasso.
-Oh, mio caro amico!-
Suo nonno si avvicino mettendole una mano sulla spalla.
-Lei è mia nipote Akane-
-Akane lui è tuo cugino di terzo grado Ilay Bass.-
Subito la ragazza  fece un inchino sussurrando un “piacere”.
-Ah siediti vicino a me! Come è ben educata.-
La ragazza venne spinta lievemente dal nonno e accettò l’invito di quello sconosciuto che pareva che la conoscesse da anni, quando in realtà non si erano mai visti.
-Allora che tristezza, quando ho appreso la notizia di Saphira, volevo annullare tutto ma vedo che l’hai cresciuta bene questa ragazza.-
-Beh si,  per fortuna non ha preso niente da quel presuntuoso di suo padre.
disse secco il signor Ress.-
“Cosa sta dicendo nonno?” Si chiese mentalmente la ragazza mentre sentiva una mano dell’uomo posarsi sulla sua spalla e attirarla vicino a lui.
“Ma che vuole questo da me??”
Si divincolò con discrezione dalla presa del nobile.
-Per questi schifosi occhi bianchi, non ci posso fare niente, ma ha un bel visino e poi …-
Allungò l’occhio sulla scollatura e subito la ragazza mise una mano per coprirla.
-E’ molto bella con questa pelle da ninfa.-
Sogghignò l’uomo, mentre Akane dipingeva pian piano sul suo volto una faccia schifata.
-Quanti anni?-
-Oh ne ha solo 14 è solo una bambina.-
-Beh però sig. Ress fin dall’antichità le giovani ragazze come vostra nipote venivano date in sposa a uomini più grandi.
Disse sorridendo.
-Quindi le nozze a quando?-
-Mi scusi?-
Chiese Akane non poco contrariata.
-Cose c’è piccola non lo sapevi?-
Suo nonno le rivolse uno sguardo rabbioso,e la intimo di tenere la bocca chiusa e così fece, non voleva dargli una brutta impressione quindi si ricordo delle regole del galateo e sorrise gentile.
-Mi scusi me ne ero scordata-
“Magari dopo spiegherò ciò ch penso al nonno e lui non mi farà sposare” pensò ottimista la piccola Akane.
-Sa, mia nipote è un po’ smemorata, non ci deve far caso!-
-Allora, io crederei che questo fine settimana vada bene.-
-Domani, sig. Bass, potremmo vederci domani  per stabilire l contratto matrimoniale.-
I due si strinsero la mano e il conte se ne andò.
-Nonno perché … -
Iniziò la giovane interrogativa, ricevendo come risposta uno schiaffo.
-STUPIDA MOCCIOSA PER COLPA TUA STAVA SALTANDO TUTTO L’ACCORDO!-
Disse suo nonno sedendosi sulla poltrona esasperato.
-Ma nonno …-
-NON OSARMI CHIAMARMI COSI’! IO NON SONO TUO NONNO METTITELO BENE IN TESTA! TUA MADRE ERA SOLO UNA SCIOCCA TU SEI STATO UN ERRORE, SAPHIRA QUANDO GLI AVEVO DETTO DI ABORTIRTI DOVEVA FARLO, TI HA TENUTO SOLOPER IL RICORDO DI QUEL PIRATA!-
Disse alzandosi minaccioso.
-Figlia di un pirata …-
-Sei un demonio non solo per questo, non hai tratti i noi aió̱ni, e non la possederai mai. Guarda ti va bene che Bass, sia in cerca di una moglie e che per un nostro vecchio accordo abbia scelto te, altrimenti saresti già morta un’ora più tardi della tua nascita!-
Finì rifilandole altre due sberle lasciandole ben impresso  sulle guance due mani ben rosse.
Senza dire nessun’altra parola salì le scale e si chiuse nella sua stanza, facendosi scivolare conto la porta, portando le mani al cuore che aveva accelerato pericolosamente la sua corsa e iniziando a versare lacrime salate, per la decisione presa da un famigliare che per lei doveva rimanere per sempre un estraneo.
Si sentiva tradita dal sangue del suo sangue, da quella figura che per anni aveva fantasticato per anni immaginandosela con un bel sorriso stampato in faccia che l’accogliesse tra le braccia e sussurrandole un “ti voglio bene” paterno.
Ma non sarà mai così.
-La speranza è una troia-
 Farfugliò, vedendo che il cielo era scuro e su di esso nessuna stella luccicava in tutto il suo splendore. Sbuffo pensando a tutte quelle emozioni che gli si erano accavallate una sopra l’altra per poi annullarsi lasciando solo una fitta nebbia di delusione e confusione.
All’ennesimo sbuffo sentì un rumore sul vetro.
“TOC”
Sembrava qualche cosa che sbattesse su esso con forza.
“TOC”
Ancora, non capiva cosa era e così si alzò avvicinandosi alla finestra e aprendola.
Niente di niente, tutto vuoto.
Ma poi arrivò, veloce e silenzioso come un felino atterrò sulla ringhiera facendo forza solo nelle gambe e si accucciò li, la ragazza per lo spavento cadde all’indietro lanciando un debole urlò smorzato da il ragazzo che le tappo la bocca con una mano.
Il cuore galoppava veloce, velocissimo, il respiro affannato.
L’ansia e la paura presero posto nei suoi occhi mostrandosi piccoli e impauriti, il corpò iniziò a tremare fortemente mentre si portò una mano al petto.
-Oddio che hai?!
Sbraitò il ragazzo lasciandole la bocca e prendendola in braccio la appoggiò sul letto.
-N … n … n …non ti avvicinare-
Sibilò la ragazza riacquistando un poco di quiete alla vista del letto e capendo che forse non aveva cattive intenzioni.
Perse un cuscino e lo usò a mo di bastone mentre cercava di tenere il sangue freddo.
Lui la guardò stranita, e sorrise malandrino.
“Ma è tutto scemo questo qui!”
Pensò subito la ragazza guardandolo dubbiosa.
I suoi pensieri furono bloccati da un continuò bussare e la ragazza urlò con tutta la voce che poteva
-Cosa c’è?
-Un ragazzo si è intrufolato mi lady …
Sussurrò terrorizzato l’uomo.
-Chi è?
-Non lo sappiamo, sappiamo solo che è entrato in cucina è ha rubato 5 anatre a rosto, 3 scodelle di patate, 8 cosce di pollo!
-Qua non c’è nessuno, andatevene.
Sibilò la ragazza con la voce più spaventosa che potesse usare, e capì che il suo intento era andato a buon fine quando sentì dei passi, molto veloci, allontanarsi sempre di più.
La rossa si girò verso lo straniero, ma imprevedibilmente gli cadde sulle ginocchia a peso morto.
Si dovette tappare la bocca per non urlare.
-Mh? No ma mi prendi in giro?
Disse vedendo il corpo del ragazzo ormai in balia delle braccia di  Morfeo, mentre si rannicchiava abbracciando la vita della ragazza.
“Ma io non sono un cuscino”
Piagnucolò mentalmente.
Si riprese subito e iniziò a scrutarlo meglio vedendo che ha coprire il volto c’era un enorme cappello arancione, e che più torace era … nudo?
La ragazza arrossi di colpo coprendosi gli occhi color neve dalla vergogna.
L’oscurità della notte giocò a favore dello sconosciuto non facendo capire cosa ben indossasse, o se aveva segni particolari.
L’unico motivo per il quale aveva capito del torso nudo era perché aveva sfiorato la sua schiena.
-Akane, stà tranquilla e respira, respira hai solo un ragazzo mezzo nudo, e forse non solo, nel tuo letto che ti abbraccia. Grazie kami che mi hai ricordato prima di chiudere la porta.-
Sussurrò Akane che ormai poteva confondersi con i suoi capelli, m subito l’imbarazzo lascio il posto alla curiosità.
“Chissà chi è … è molto bello … magari è un pirata! Però sui miei libri non si parla di bei pirati, oppure di pirati simpatici e gentili … magari è un principe, però dal suo abbigliamento …”
Si addormentò con quegli interrogativi, povera ragazza.
Non sapeva che il mondo non era così.
Che molte volte dietro a un principe si nasconde un animo da pirata, e dietro a un pirata un animo da principe.


angolo autrice
aggiornato! non ci posso credere c'è l'ho fatta!
chi sarà mai questo bel pirata a torso nudo? ehehheeheh.
sarà il suo salvatore o la sua rovina?
un grazie speciale a colore che hanno recensito, e messo la storia nelle preferite/ricordate/da recensire.
grazie infinite!
quello che ho usato è veramente greco, preso da google traduttore quindi pietà se non è giusto.
  • i̱ aió̱nia omorfiá= La bellezza eterna
  • aió̱nia = eterni

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3

Il sole entrò prepotentemente illuminando la stanza.
La ragazza si rigirò nel letto e strinse a se il lenzuolo, mugugnando qualche cosa.
-Maledetto sole!-
Ululò la ragazza prendendo i cuscino sotto la sua testa e posizionandolo sopra i suoi occhi, e mentre tentava di spostarsi per mettersi di lato, qualcosa le blocco i fianchi lasciandola a pancia in su.
“Ma che cosa …?”
Alzò il braccio destro tastando il suo torace, fino a giungere alla vita, la quale era legata da un paio di braccia muscolose, stava per urlare ma nella sua mente si fecero largo gli avvenimenti della sera precedente e si trattene dal non urlare, ma nessuno le impediva alle sue povere vene di ingrossarsi e di far assumere alla sua pelle una colorazione molto simile a quella di un pomodoro.
Dalla posizione in cui si trovava poteva vedere bene il ragazzo e così iniziò a studiarlo:
i capelli erano corvini, il viso possedeva tratti ben decisi ma al tempo stesso dolci, e sulle guance aveva un miliardo di lentiggini che li donavano un’aria bambinesca.
E se il viso trasmetteva ingenuità il suo corpo trasmetteva proprio il contrario il torso nudo del giovane possedeva due bei pettorali ben definiti così come la tartaruga, e la pelle abbronzata lo rendeva irresistibile.
“Akane calma non avere un attacco di epistassi … oh Kami …”
uno sbadiglio le perforò le orecchie, e si accorse che il corvino si stava svegliando.
-Pensavo fossi crepato.
Sibilò la ragazza con tono minaccioso.
-NAH! Ho la pellaccia dura.
Disse tranquillo.
-Ma c’è un piccolissimo particolare …
Il ragazzo inarcò un sopracciglio.
-NON SONO UN CUSCINO!-
Urlò dandogli un calciò sull’addome e facendolo scendere dal letto stampando il suo bel visino alle assi del pavimento, e come per gravare di più la situazione la ragazza camminò sopra la sua sedia per poi andare alla sua scrivania.
-Oh, scusa.-
Disse sorridendo angelicamente.
-Non ti avevo visto.-
-Maledetta … -
ma non finì la frase che qualcuno busso prepotentemente alla porta;
-SIGNORINA APRA PER FAVORE!-
-Balia lasciatemi da sola!-
Continuò lei mentre l’uomo stava andando letteralmente nel pallone e tentava di entrare sotto al letto, ma inutilmente quindi cerco di fare qualche cosa mentre le due donne parlavano attraverso la porta.
-E la colazione?-
-Non ho fame-
Ma un ringhio si fece avanti nella stanza provocando le risate della cameriera.
-Te la lascio qui fuori-
-okay … -
la rossa si girò verso il corvino osservandolo in cagnesco.
-scarlatta io ho fame!-
Rispose aprendo la porta e prendendo il vassoio, che consisteva in una bacinella contenente tre me, una tazza di latte e dei cereali, lui la guardo implorante ricevendo un sbuffo, che diede il via all’abbuffata del ragazzo.
Akane prese una mela e iniziò a osservarlo meglio notando che sulla schiena si estendeva un tatuaggio violaceo e sulla spalla una scritta verticale “ASCE”, e sulla “S” c’è una X.
Si sedette a gambe incrociate sul tappeto in parte a quella “cosa che ingurgitava tutto”, mentre sosteneva la testa con il suo braccio sinistro, mentre continuavo a scrutarlo.
-Lo so che sono bello e che mi vorresti saltare addosso.-
Akane arrossi di botto, voltando lo sguardo.
-Non sei tutta questa bellezza!-
Rispose a tono facendo una linguaccia, e il ragazzo la squadrò un po’ irritato.
“A bene il ragazzo a la coda di paglia” pensò ghignando e una scintilla di furbizia passo nei suoi occhi veloce e saettante.
-Ma scome tec sciami tu?-
Chiesi il ragazzo finendo l’ultima mela.
-Akane, solo Akane.-
-Bene solo Akane, io mi chiamo Ace.-
-Adesso capisco il senso del tuo tatuaggio sulla spalla.-
disse lei indicando le parole incise sulla sua pelle.
-Hai indovinato scarlatta.-
-Mi chiamo AKANE!-
Sputò lei acida, provocando non poche risate dalla bocca di Ace.
-TSK!
-Come vuoi Akane.
disse lui facendo sparire il broncio che aveva disegnato sul suo volto la ragazza, e facendola imbarazzare dopo aver sentito l’uomo pronunciare il suo nome, sembrava che con la lingua lo accarezzasse … rendendolo irresistibile e mandando una scarica elettrica che seguì tutta la colonna vertebrale della giovane.
-Ace, giusto? Posso farti una domanda?-
-Dimmi.-
-Ma, non ti faccio paura?-
chiese lei, prendendosi una ciocca dei capelli e attorcigliarsela al dita preoccupata per la risposta.
-E perché dovrei?-
Chiese lui candido aggrottando le sopracciglia in modo confuso.
-Beh sai … -
Sussurrò lei indicandosi gli occhi.
-Ah … perché hanno qualcosa che non vanno gli occhi?-
Disse lui avvicinandosi pericolosamente fino a far sentire il suo respiro sulle labbra, come risultato un sonoro schiaffo da lei.
_ DOPO 10 MINUTI _
-Grazie mille Sakura -
disse la ragazza chiudendosi la porta alle spalle senza far entrare l’anziana donna, e si diresse verso il ragazzo seduto sul tappeto persiano, dove sulla guancia destra c’era l’impronta rossa di una cinquina data da cinque dita affusolate.
-Ti fa male?-
chiese con il tono preoccupato sfiorandogli con l’indice e il medio la guancia.
-no, ho avuto di peggio, però ti perdonerei in cambio di un bacio.-
Disse amicando alla giovane, la quale li lanciò sulla guancia ferità il sacchetto di ghiaccio provocandogli ancor più dolore.
-Ahia!
-Così impari a fare il maniaco … Hentai!
-HEY! Non sono un pervertito!
Rispose lui arrossendo le guance, e mettendo ancora più in evidenza le lentiggini marroni  sul viso.
-Comunque, non mi hai risposto prima e poi tu … non sei di questa isola …-
-Eh già, non sono di qui! Come hai fatto a capirlo?-
-Perché su questa isola … possiamo dire che sia strana … una di queste possiamo dire “stranezze” e che tutti nascono uguali.-
-Ovvero?-
-Non puoi non averlo notato … tutti le persone dell’isola nascono con capelli biondi e gli occhi azzurri o ambrati-
Spiegò lei, lui annui per poi scuotere la testa deciso.
-Oddio …
Sospirò lei rispiegandolo, con parole più semplici, e lui finalmente capì.
-Ma non capisco ancora il perché della tua domanda, beh perché dovrei avere paura di te?-
Akane raccolse le gambe e se le portò al petto appoggiando sopra il ginocchio la sua guancia.
-Semplice, le persone a volte hanno troppa paura i cambiare, del “diverso” e così mettono in girò dicerie su chi non sia simile a loro. Mia mamma si era innamorata di un pirata, e da quella more sono nata io; e per tutti sono un demonio per via dei miei occhi, e dei miei capelli.
Spiegò semplicemente la ragazza.
-Capisco, certo che sono tutti dementi.-
Decretò il corvino triste per lei, lei lo ringraziò.
-Beh io devo andare, altrimenti non riuscirò più a raggiungere la nave.-
La rossa lo guardo tristemente er poi sussurrare un “capisco”, era il primo contatto che aveva con qualcuno diverso dalla servitù, e si era trovata bene con lui, ma all’improvviso ecco un idea.
-Ace!
Lo fermò, mentre si trovava in equilibrio sul balcone con le mani appoggiate sul vetro che teneva spalancato.
-Mi devi un favore per l’ospitalità! E non parliamo del cibo!
Disse lei indicandolo con una faccia da demonio.
-COSA MI STAI RICCATANDO!?
-E CERTO!
-se ci tieni proprio …
sussurro sfoggiando un sorriso malandrino mentre le circondava la vita con un braccio e la attirava a se, piegò di più le ginocchia e si lanciò giù dal balcone intanto che una terrorizzata Akane urlava, appena atterrarono Ace gli mise una mano sulla sua bocca, il cuore iniziava a velocizzare il battito e l’aria iniziava a mancare.
-Shhh se urli poi …
-EHY E’ QUELLO DI IERI SERA!
-HA RAPITO LA LADY!
davanti a loro si fermarono due guardie, che brandendo le loro lancie minacciavano Aca il quale invece di essere intimorito mostrava un sorriso sul volto, quasi di sfida.
-Ace, cosa vuoi fare?-
Akane fissò Ace terrorizzata, sapeva che lui era il suo unico biglietto per uscire da li, e se sarebbero stati presi lei avrebbe dovuto sposare il conte Bass, mentre per Ace … molto probabilmente, essendo un pirata, l’avrebbero ucciso sul posto, senza avvertire la marina.
Scosse la testa strizzando gli occhi per scacciare via quei pensieri, quando senti di nuovo un braccio di Ace attirarla a se, e posizionare l’altra mano davanti a loro e da questa fuori escono piccole palline color lime che galleggiano tranquille intorno alle due guardie che si guardano confuse, la ragazza era terrorizzata da quelle piccole luci, anche se in un certo senso la riportarono alla tranquillità, anche sentendo quell’abbraccio che il ragazzo le donava.
- Hotarubi: Hidaruma!-
Urlò Ace, le palline esplodono tutte in una volta facendomi sussurrare un “oh” di stupore mentre sento Ace che inizia a correre trascinandomi dietro con lui.
La sua mano era così grande e protettiva verso la sua  piccola e minuta e Akane sorrise ingenuamente, sorrise sentendo tanto di quel calore da riempire quel vuoto che da anni la attanagliava.
Corsero fino a quando non arrivarono in paese e si nascosero dietro a un muro, Ace tirò fuori dal suo zaino una camica gialla e la indossò,per nascondere il tatuaggio sulla schiena e passo ad Akane il suo cappello arancione con il quale la ragazza nascose i suoi capelli.
-Scusami se te lo chiedo  Scarlatta ma come pensi di non dare nell’occhio conciata così?-
la ragazza si osservo e notò che il pirata non aveva tutti i torti, così tolse la sottogonna e le calza così che la gonna rimase morbida sulle sue gambe,si tolse le scarpe con il tacco rimanendo a piedi nudi, e si strappò le maniche rendendolo un po’ smanicato.
-Così è il massimo che posso fare.
Rispose dispiaciuta la ragazza, Ace fece spallucce e le prese la mano trascinandola dietro di lui nascosta il più possibile.
intanto che passavano la ragazza assaporava quel momento era la prima volta che andava in paese.
-E’ meraviglioso -
Sussurrò con gli occhi colmi di meraviglia, mentre mandava occhiate furtive senza incrociarlo sguardo i nessuno.
Le donne di ogni età, si ritrovavano davanti alle bancarelle con sacchetti di carta tra le braccia, mentre i bambini correva spensierati facendo un via e vai dalle caramelle dei dolci a quelle dei giocattoli.
i piedi nudi si appoggiavano alle pietre che come un mosaico formavano la strada, il profumo della salsedine era mischiato a quello del pesce e varie spezie che vecchi venditori cercavano di vendere al prezzo più alto.
-Dai muoviti, a questo passo la nave sarà già salpata.
La incoraggiò Ace aumentando il passo, e così arrivarono al porto ma come aveva supposto Ace non c’era nessuna nave a parte una.
Era una piccola imbarcazione monoposto, simile ad una tavola da surf, formata solo da un piccolo scafo e da un piccolo albero sormontato da una vela, ma una cosa penetrava la testa della ragazza “MONOPOSTO” e lei dove ci stava li??
-Ace … -
-mh?-
-è un’imbarcazione monoposto?-
-certo-
-e io dove stò?-
Invece di dare una risposta Ace sorrise,quel sorriso malandrino che Akane aveva incominciato a temere perché era il segno che avrebbe fatto qualche cosa di stupido, terribilmente stupido.
E così la premonizione si avverò, Ace la prese a mo’ di sacco di patate, e la appoggiò sulla spalla destra, salì sulle Striker, così aveva detto si chiamasse e emanando una fiammata il piccolo motore si accese e la nave parti a tutta velocità, seguita a ruota dal urlò della ragazza.
-MA TI SEMBRA IL MODO?!-
E Ace come risposta iniziò a ridere quella ragazzina incominciava a piacergli e non poco.
-E dai, un po’ di brivido non guasta mai.
-Questo è più che un brivido è un colpo al cuore!
Disse lei premendo una mano sul petto dal dolore che il cuore le procurava, doveva calmarsi così non avrebbe avuto un attacco.
Quindi iniziò a respirare affannosamente cercando inutilmente a recuperare il fiato ma ad ogni respiro che faceva sembrava che i polmoni si chiudessero sempre di più.
Anche se aveva ereditato la malattia della madre, nessuno si era mai preoccupato della sua salute e anche vivendo una vita tranquilla aveva riscontrato alcuni problemi, ma non aveva mai provato un dolore così forte.
In pochi attimi perse conoscenza e l’ultima cosa che sentì, fu Ace esultare per aver trovato qualche cosa.

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4
 
Sentì le morbide lenzuola sfiorarmi le gambe mentre mi muovevo per trovare una posizione più comoda, aprì lentamente gli occhi e la prima cosa che vidi fu il soffitto bianco, poi un odore acre e pungente mi  solleticò il naso facendomelo arricciare schifata.
Riguardai la stanza, vicino al mio letto si estendevano altri cinque o sei lettini tutti bianchi, all’angolo della stanza si ritrovano alcuni disegni che rappresentavano il corpo umano con la pelle, senza e con solo le ossa, e poi un ultimo poter che rappresentava l’interno del corpo umano, poi al centro della stanza c’era un carrello ricco di varie medicine, garze, cerotti, siringhe e fiale di vari colori.
-Che male la testa … -
Dissi passandomi una mano sulla fronte, ma qualcosa mi toccò il naso …
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-
Sentì entrare qualcuno nella stanza ma non me ne accorsi, sventolai la mano destra dove era attaccata la flebo.
-TOGLIETEMELA SUBITO! TOGLIETEMELA SUBITO!-
Continuai come se fosse un ritornello finche non sentì delle mani affusolate tenermi fermo il braccio e delicatamente togliermi  l’ago.
-Grazie … -
Sussurrai imbarazzata per la mai sceneggiata, alzai di sfuggita gli occhi per poi riabbassarli, la persona che mi stava togliendo l’ago era una ragazza.
I capelli biondi ricci e voluminosi le davano l’aria di una bambolina, gli occhi azzurri come il cielo in primavera e indossava un vestito da infermiera estremamente corto color rosa con un’abbondante scollatura a “V”.
-Stai tranquilla, Ace ti ha visto svenuta e ti ha portato in infermeria. Ti abbiamo attaccato delle flebo con una sostanza per fluidificarti il sangue e farlo scorrere meglio. Poi con il tuo problema cardiaco non dovresti trascurarti.
Mi rimproverò come se fossi una bambina piccola,continuando a tormentarmi di domande e io cercai di rispondere senza imbarazzarmi più di quanto non lo ero già.
Infine mi porse la sua mano e io la accettai, mi alzai dal letto e intanto la ragazza si presentò: si chiamava Penelope, ed era une delle infermiere di Barbabianca.
Ma adesso avevo un po’ di dubbi … chi era Barbabianca?
E dove ero??
Penelope mi porse una camicia gialla, che riconobbi come quella di Ace e ma la misi, profumava di fuoco e … di casa.
Lo so che è una cosa impossibile, il fuoco non ha un odore in se … ma sapeva di caldo d’amore e di casa.
Quella camicia era così grande, mi stava addosso come un vestito, ridacchiai vedendomi allo specchio, la bionda si scusò dicendo ch sulla nave non c’erano molte donne, e non avevano una divisa in più da imprestarmi.
Risolto prima enigma, siamo su una nave, forse l’avrei dovuto intuire dall’immensa costruzione in legno e dal leggero ondolio.
Iniziai a camminare dietro a Penelope, sentivo le assi del pavimento scricchiolare sotto i miei piedi nudi, cercai di farmi un po’ più presentabile ma non si ottiene tutto soprattutto se hai dei capelli rossi che non ti vogliono mai ascoltare e sono sempre selvaggi.
Sbuffai sonoramente mentre,  l’infermiera aprì la porta che ci divideva dall’esterno e quando fu spalancata i raggi del sole avvolsero il mio corpo latteo di un dolce tempore, mentre l’odore pungente della salsedine mi investì.
Corsi verso l’esterno attraversando metà ponte e mi affacciai attraverso la ringhiera alzandomi sulle punte.
Una distesa azzurra si manifestava sotto l’immensa imbarcazione sulla quale mi trovavo, scintillante grazie hai raggi dei sole che si specchiavano nell’immenso oceano, anche il cielo sembrava un lenzuolo azzurro, senza ne anche la minaccia di una nuvola.
-Fantastico!-
Urlai felice e estasiata, non avevo mai avuto la possibilità di vedere una cosa del genere, poco dopo Penelope mi richiamò e mi disse che dovevamo andare nella mensa.
-Mensa?
Lei mi indicò un’enorme portone.
-Ora è mezzogiorno staranno tutti mangiando!-
-Oh giusto, Io però mi sento a disagio-
Sbuffai sonoramente, mentre l’infermiera continuava a chiedermi se ero agitata o se avessi fame, ero felice perché questa ragazza si stava avvicinando a me e mi faceva complimenti anche se avevo questi occhi e questi capelli che tanto odio.
Ci avviammo verso la mensa,e l’infermiera spalancò la porta.
Ci sono enormi tavolate dove sono gremite di cibi differenti, pollo, anatra, pasta, cous cous … E uomini di vari lottavano per l’ultimo pezzo di pollo, oppure brindavano mentre ridevano fortemente, mentre più avanti c’è un posto centrale dove siede un uomo enorme dai lunghi baffi bianchi … okay da quello li stare lontani ….
- Ehy ma cosa???-
Penelope mi prende a braccetto e mi porta di fronte a lui, mi osserva sorridente anche se capisco che mi sta analizzando.
-Come ti chiami ragazza?-
Chiede con voce potente e cavernosa, mentre con una mano tiene un boccale di Sake che viene confiscato dall’infermiera.
-AKANE!-
Mi dico indicandomi con il pollice sorridendo, lo vedo sorpreso per un attimo per poi sorridere continuando a ridere.
-GURARARARARARARARAARARA!-
Faccio un salto all’indietro dallo spavento per quella risata; e il mio gesto fa ridere tutti.
-Hai salvato mio figlio,te ne sarò riconoscente per sempre!-
-Tuo figlio?-
Ace non mi aveva detto che era figlio di un energumero del genere, e non ci assomigliavano per niente; la mia domanda provocò non poche risate da parte della ciurma.
-TUTTI NOI SIAMO SUOI FIGLI!-
Urlò un’uomo seduto ad un tavolo, provocando così un’esultazione generale.
-GURARARARARARARA, ben detto figlioli! Devi sapere che io considero ogni membro della mia ciurma, o alleato come mio figlio cara.-
 -Hai qualche capacità speciale Akane?-
-No, nessuna.-
Rispondo automaticamente, io non ero mai stata niente, ed ora tutto d’un tratto mi stavo per fidare di tutti loro in uno schiocco di dita, loro mi volevano prendere con loro … e se mi avvessero preso solo perché pensavano che avessi qualcosa di speciale e adesso mi vorrebbero buttare in mare?
Non ci ho pensato due volte quando ho visto la mano di Ace tendersi ma se questa mano si trasformasse in quella del diavolo?
-GURARARARARARA! Cara non preoccuparti! Troverai sicuramente qualcosa in cui eccellere nella ciurma tutti ti aiuteranno. Ho deciso di “adottarti”.-
-Adottarmi?-
-Esattamente, Ace mi ha detto che non hai un posto dove andare, o dove tornare. Da oggi farai parte dei pirati di Barbabianca!-
-Ma io sarei solo un problema per voi …-
-come mai dici questo?-
-perché è la verità, non so come è il mondo … il mio passato non mi ha permesso di conoscerlo come si dovrebbe, mi sono solo affidata hai libri …-
-Libri … eh vediamo sui libri cosa hai letto dei pirati, che sono  uomini brutti cattivi che desiderano solo rubare e uccidere. Beh vedi, nel mondo esistono tante tipi di persone le persone che non la pensano come la marina o sono pirati o rivoluzionari e di conseguenza, un pericolo per l’equilibrio. Però sappi, che i veri pirati sono coloro che inseguono i propri sogni giungendo al proprio limite ed anche oltre! Farai conoscenza del vero mondo con noi, conoscerai la vera libertà che solo il mare può donarti! Potrai anche conoscere la fiducia, la lealtà, l’amore, l’avventura, il dolore, la gioia con i tuoi nakama, anzi con i tuoi fratelli! ASCOLTA ME, LA VITA VA VISSUTA AL MEGLIO E QUALE MODO MIGLIORE DI ESSERE  UN PIRATA CHE INSEGUE I PROPRI SOGNI E NON SI ARRENDE MAI?-
-Inseguire i propri sogni …?-
-Esatto, tu non hai un sogno?-
portai la mano sul petto prendendo il medaglione d’orato e sorrisi.
-Certo che ho un sogno-
-Allora unisciti a noi  e non te ne pentirai!-
Ci pensai per qualche istante sorridendo tra me e me, infondo cosa potevo perdere?
Al massimo mi avrebbero abbandonato all’isola più vicino, oppure mi avrebbero gettata in mare, ma non sarei morto per così poco!
Avrei combattuto per il mio sogno.
-Va bene vecchio!-
sorrisi facendo una linguaccia
-Accetto la proposta.!

“Αγαπητοί μαμά, αυτό είναι το πρώτο γράμμα που γράφω.
ακόμα δεν ξέρω γιατί το έγραψε, ίσως επειδή θέλετε να αισθανθείτε πιο κοντά;
Δεν έχω συναντήσει ποτέ, αλλά θέλω έναν κόσμο καλό και ελπίζω για σας είναι τεντωμένο.
Αποφάσισα να ενταχθούν στο πλήρωμα του Whitebeard έτσι μπορώ να esudire τελευταία επιθυμία σας, ότι και εγώ συμφωνώ με:
βρείτε τον μπαμπά ...
Ελπίζω να μην είσαι θυμωμένος με την επιλογή μου, γιατί ποτέ δεν θα είχα παντρευτεί αυτόν τον άνθρωπο.
Το όνειρό μου είναι να είναι δωρεάν, όπως το απέραντο ωκεανό και ζωντανή μίλια Aventure.
Ελπίζω να με καταλάβετε, ένα μεγάλο φιλί από την κόρη σας.”
 
Intinsi nuovamente la piuma nel inchiostro e scrissi l’ultima frase, per poi prendere la lettera e correre sul ponte, la sera si era fatta sentire, l’aria sfrecciava veloce accarezzando le vele della barca e trasportandoci verso est mentre l’odore della salsedine che oggi mi aveva investito, si era mischiato a quello più dolce delle birre che bevevano gli altri ragazzi, inutile dire che avevano festeggiato per ciò che era successo oggi, però in cuor mio ero un po’ triste anche se i ragazzi interragivano con me io mi sentivo sola.
Forse perché non c’era Ace, mentre il tavolo più vicino a quello di Barbabianca sedevano 15 uomini che mi lanciavano frecce infuocate, con i loro occhi, sula mia povera schiena.
Il cielo era tinto di un blu che sembrava possedere mille sfumature che variavano da quelle più chiare a quelle più scure, mentre le stelle brillavano sempre di più rubando la scena a quella fettina di luna che se stava in disparte.
Presi coraggio, piegai il pezzo di carta facendolo assomigliare vagamente a un areoplanino di carta, lo sfiorai con le labbra per poi spingerlo via, sempre più in alto finche pian piano non scendeva delicatamente fino a sfiorare l’acqua e riposarvi sopra.
-ma che cosa stai facendo?
Una voce maschile provenì dalle mie spalle, si avviinava sempre di più  finchè non lo riconossi.
-ACE!
Ululai felice mentre il corvino con il dito indice alzava leggermente il cappello facendo vedere i suoi occhi color onice.
-Allora che fai scricciolo?
richiese puntando gli occhi sul pezzo di carta che si scioglieva tra le onde lentamente.
-Barbabianca, aveva detto che … il mare esaudisce i propri desideri … e io ho desiderato che mia mamma legga la lettera che gli ho scritto; e spero che il mare gliela porti in qualche modo …
sussurrò puntando gli occhi al cielo e notando una stellina in dispate da tutto e da tutti, messa in un angolo sola, mi ricorda molto me.
Ma poi mi ricordo di tutte quelle cose che sono successe oggi, io fore d’ora in poi non sarò più sola?
-Ace … dove eri oggi?
-mi ero addormentato tra i barili in …
senza acogemene inizio a ridere interropendo il suo racconto, una mano sulla pancia e una sulla bocca.
-Non ci credo ahahahahhahah
-Ohi scarlatta! Non ci si prende di gioco dei problemi degli altri!
-Non ti stò … AHAHAHAHA … prendendo in giro ahahahhaha oddio già ti immagino li a ronfare!
-eh no adesso è troppo.
dice ridacchiando, e dopo un attimo mi ritrovo ancora sulle sue spalle stile sacco di patate, inizio a scalciare continuando a ridere, ripetendo di lasciarmi andare.
Poi sento che sposta la sua mano sul mio culo e me lo tocca..
-ACE!
dico arrossendo dandogli un pugno in testa.
-Hai un bel culo.
Si giustifica lui e iniziando a trasportarmi così sul ponte, tra le mie risate; ma tra tutti quei pirati che ci osservano con un sorriso sghembo sul volto oppure tra le risate più forti ci sono un paio di occhi che sembrano volermi perforare la schiena.
E finalmente li incontro, occhi sicuri, forti color pece adornati da pagliuzze azzurre mentre il suo volto leggermente abbronzato non fa trasparire nessuna emozione.
e ha la testa che somiglia vagamente … ha un anans, aggiungendo i suoi capelli biondi che prendono la forma delle sue tipiche foglie.
Ma dopo qualche istante spari subito dalla folla dei pirati.
*
*
*
Marco vagava tra gli alloggi della nave andando verso a uno specifico, con il suo solito sguardo di ghiaccio e le mani nelle tasche dei pantaloni arrivò davanti alla porta e busso con tenacia finchè una voce possente non lo invitò ad entrare.
-OH Marco figlio mio cosa ti porta nella mia cabina?
Barbabianca stava seduto sul divanetto con un libro in mano mentre rivolgeva al comandante della prma flotta un semplice sorriso.
-Padre perché l’avete presa sotto la vostra ala protettrice?
Chiese il biondo, ma intuendo già la risposta.
-Beh semplicemente perché non potevo lasciare una ragazza sola in balia del mondo. Dopo quello che ci ha raccontato Ace per giunta.
-Avete capito perfettamente chi è suo padre vero?
Il sorriso sparì sotto i baffi dell’uomo, e chiudendo il libro in un tonfo osservò dritto negli occhi la fenice.
-Quel marmocchio …
Marco sospirò pesantemente pensando che avrebbero avuto non pochi problemi con quello scricciolo a bordo, e aprì la porta per uscire, ma prima doveva aggiornare di un’ultima cosa suo padre.
-E c’è un’altra cosa Babbo.
-cosa c’è?
-i suoi occhi adesso sono diventati brillanti color verde acqua.
e sentendo il libro del babbo cadere, decise di lasciarlo solo con i suoi pensieri.
“cosa era veramente Akane?”




angolo autrice


“Cara mamma, questa  è la prima lettera che ti scrivo.
non so neanche io perché te la scrive, forse perché ti voglio sentire più vicina?
Non ti ho mai conosciuto, ma io ti voglio un mondo di bene e spero che per te sia lo steso.
Ho deciso di unirmi alla ciurma di Barbabianca così che io possa esaudire il tuo ultimo desiderio, che condivido anche io:
ritrovare papà ...
Spero che tu non sia arrabbiata della mia scelta, perché io non avrei mai potuto sposare quell'uomo.
Il mio sogno è quello di essere libera, come l'immenso oceano e vivere mille avventure.
Spero che tu mi capisca, un grosso bacio da tua figlia.”

Questo è quello Akane ha scritto nella sua lettera, questo è greco pero scritto mentre nell’altro capitolo avevo scritto solo la pronuncia.
Allora Akane è entrata a far parte dei pirati di barba bianca, e Marco e Barbabianca sanno qualcosa che persino la stessa Akane ne è all’oscuro.
Chissà cosa succederà … u.u
un ultima cosa, sono cosciente che bisognerebbe mettere il pezzo di carta nella bottiglia con il proprio desiderio, ma sono contro l'inquinamento nei mari, però ci tenevo a scrivere questa cosa così è uscito fuori l'areoplanino di carta. ringrazio tutti coloro che continuano a leggere la mia storia, coloro che recensiscono e le persone che hanno messo la mia storia tra le Preferite/ricordate/seguite, GRAZIE MILLE A TUTTI VOI!


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
 
Salì sul ponte della nave saltellando, era appena sorto il sole e l’acqua era ancora colorata  d’arancio e giallo rifletteva ancora quell’ultimo spicchio della luna che tra poco sarebbe stata coperta dalla luminosità del sole rendendola invisibile.
Mentre pesci dalle squame argentate saltavano fuori dall’acqua allargando le immense pinne sbattendole due o tre volte per arrivare sempre più in alto per poi, lasciarsi andare e ricadendo nell’acqua.
Inspirai quell’aria frizzantina che ormai mi aveva catturato in un solo giorno, e mi strinsi addosso ancora di più la camicia gialla facendomi sentire ancora più protetta come se mi tesse abbracciando Ace, per dirla tutta i suoi abbracci erano migliori ma per il momento mi accontentavo.
Azzardai un’occhiata all’orologio e notai che erano appena le 6:30, ma appena voltai il mio sguardo sentì la presenza di qualcuno dietro di me, così mi girai di scatto trovando la testa d’ananas di ieri sera.
-Giorno …-
Disse avvicinandosi a me e io con un sorriso gli augurai un buon giorno, mentre quest’ultimo si appoggiava con nonchalance alla ringhiera.
-Akane giusto? Da che isola provieni?-
Che bello incontrare uno che non fa giri di parole.
-Ho passato anche io la notte bene, ho dormito come un ghiro e tu?-
La faccia di gesso che aveva sul volto non si scompose e continuò a fissare il mare aspettando una mia risposa, che tipo affabile no?
-Scusami ma penso che tu lo sappia già visto che è l’isola dove siete approdati due giorni fa.-
-Intendevo la tua vera isola d’origine.-
Il mio sguardo scettico si trasformò in uno confuso, cosa voleva dire?
Da quello che Sakura mi aveva da sempre raccontato e che la nostra stirpe di sangue puri è la più antica dell’isola … non capisco …
-Beh da quello che ho sempre saputo la mia famiglia è sempre vissuta sull’isola fin dai tempi più remoti, il nostro capostipite è vissuto fino alla venerabile età di 789 anni. -
-Raccontami qualcosa di più sulla tua isola_
-Perché dovrei?-
L’ananas fece spallucce per poi incamminarsi verso la mensa.
-Ah, io sono Marco.-
Disse per poi sparire dietro la porta in noce.
-Quella testa d’ananas cosa avrà voluto dire?-
Mi chiesi ritornando ad osservare il mare.
Pian piano la Nave si stava popolando di gente, di ragazzi che andavano a destra e sinistra controllando chi le vele, chi le corde  e chi il timone.
Ognuno, come un grande puzzle aveva una piccola ma  grande parte in questa nave, e fremevo nell’idea che presto ne sarei diventata una parte funzionante e ben operativa.
Poco dopo entrò in scena, sbadigliando, il corvino dal cappello arancione che immancabilmente appena mi vide sulle sue sottili labbra si disegnò un sorriso.
-Hola scarlatta!
Mi salutò pattandomi la testa.
-Giorno mr. Lentiggine.
Lo salutai io, ma da dove la tiravo fuori tutta questa audacia? Forse perché mi stavo legando a lui?
Beh infondo sentivo di potermi fidare di lui, perché accanto a lui tutto diventava più splendente e migliore.
Dopo avermi salutato si accasciò sulla ringhiera sospirando un sto morendo di fame.
- Dai mancano appena cinque minuti scarsi …
Dissi io sorridendo, accarezzandogli i capelli, ma lui come un cucciolo alzò il viso puntando il naso in aria, prese la mia mano e iniziò a correre in mensa, mentre io con l’altra tenevo la camicia per paura che si alzasse, cosa molto probabile.
Entrammo in mensa e lui si sedette trascinandomi sul tavolo vicino a quello del Babbo che intanto se la rideva vedendo me che stavo per uccidere Ace solo con lo sguardo.
All’improvviso mi ritrovai gli occhi di tutto il tavolo puntati addosso, chi divertito e chi indifferente.
-Ehm .. Ciao.
Dissi sorridendo un po’ terrorizzata dallo sguardo di Marco, e in un attimo mi misi a sudare freddo, se quello li non mi terrorizza non è felice.
-oh madame io sono Vista!
Si presentò, un uomo dal cappello cilindrato e dai baffi neri arricciati all’estremità.
-Piacere, Akane.
-Quindi sei tu alla fine lo scricciolo di cui tutti parlano, piacere sono Satch.
Si presentò un ragazzo dai capelli marroni, e indossava una divisa azzurrina con un foulard giallo.
-Piacere.
Successivamente Ace mi presentò tutti fino ad arrivare a Marco che li mise un braccio intorno al suo collo ridendo sguaiatamente mentre l’alto infastidito mentre si ribellava alla sua stretta, e qui trattenei una risatina a vedere quei due bisticciare.
Mangiai una mela, finché non sentì un tonfò, mi girai verso Ace e lo vidi con la faccia nella  zuppa, presi un cucchiai e iniziai a punzecchiarlo e lo sentì mugugnare.
-ahahahahah a quanto pare è vivo.
Sentenziò un divertito vista, seguitò a ruota da Satch.
Ace alzò la testa mezzo intontito per poi ricominciare a mangiare e ricadere nuovamente  nel piatto.
-Ma ha un problema serio …
Dissi io sospirando.
-Ma Akane parlaci un po’ di te.
Disse Marco con quella faccia da schiaffi che si ritrova.
-beh, non c’è molto da dire su di me.
risposi imbarazzata.
-quanti anni hai?-
Chiese Satch per poi venire sgridato da Vista.
-Non si chiede l’età a una signorina!-
-Non fa niente ho 17 anni .-
risposi con un sorriso rassicurando i due.
-Giovane, sei la più piccola di tutta la nave. -
constatò Jaws.
-davvero?-
-si, anche se non si direbbe siamo tutti vecchi!-
-Con chi sei cresciuta?-
-Beh Marco, con mio nonno.-
-Ti trattava bene?-
-non credo che siano affari tuoi-
-beh ora siamo una famiglia e come tale dovresti raccontarci tutto-
-Adesso basta Marco.-
-No, sono curioso Jaws. -
rispose angelico il biondino.
Sentivo le lacrime premermi agli angoli degli occhi, pronti ad uscire non volevo ripensare a quegli anni di prigionia, di mancanza d’affetto …
-Adesso basta.-
Ace si alzò pulendosi la faccia con un tovagliolo per poi mettersi il cappello in testa e guardare in malo modo marco.-
-Marco se non ne vuole parlare non sforzarla, non so dove vuoi andare a parare ma stai sicuro che se la fai piangere ti sbatto fuori dalla nave .-
Sibilò minaccioso, e molti quando finì la frase finirono per terra tranne i comandanti, ma cosa stava succedendo?
Barbabianca li osservava e poi osservava me perché non li fermava??
Il biondo si alzò trasformando un arto in delle fiamme azzurre che prendevano la forma di una ala, quindi anche lui aveva mangiato un frutto del mare?
Anche Ace infiammò un braccio e incrociò lo sguardo di Marco più infuocato che mai.
-E’ pericolosa, voglio solo proteggervi.
io “pericolosa?”
Cosa intendeva Marco, perché ero pericolosa?
L’ansia mi attagliano l’anima, e mi impediva di fare qualsiasi movimento, il cuore doleva e non ne capivo il motivo.
Iniziai ad annaspare, vedere tutto sfuocato mentre il dolore diventava sempre più maggiore, mentre Ace e Marco continuavano a parlare, non c’è la facevo più senti le mie mani scaldarsi, le unì davanti al torace sentendo dentro di me qualche cosa crescere.
-BASTA!
Urlai in preda al dolore e dopo un attimo tutto t’acque, anche il dolore sentì i polpastrelli tornare freddi e riaprì gli occhi, mi ero appena accorta d’averli chiusi.
Li sbattei un paio di volte vedendo i tavoli della nave ormai diventati solo un cumolo di schegge, il cibo per terra mischiato a piatti rotti e l’equipaggio persino Barbabianca stesi per terra mezzi confusi.
Le gambe mi cedettero mentre il mio corpo si accasciava su se stesse, le braccia distese lungo i fianchi, il mio corpo non reagiva più.
Gli occhi si chiusero ero pronta per il contatto con il suolo, il quale non avvenne perché senti due forti braccia a sorreggermi e così mi abbandonai all’oblio.

*
*
*
Un branco di infermiere uscì dall’infermeria e salutando Barbabianca andarono infondo al corridoio aprendo le cartellette e iniziando a confabulare qualcosa, anche penelope insieme a Ran, un’altra infermiera un po’ più piccola dai capelli neri che porta sempre a caschetto, stavano discutendo fino a quando Barbabianca non fermò Penelope mentre Ran continuò andando dalle altre.
-Penelope come sta?-
La donna si tolse gli occhiali e li ripose in tasca, mentre con l’altro braccio guardava la cartella medica di Akane.
-E’ strano … abbiamo fatto delle analisi … ma da quello che mi risulta lei non ha nessun problema al cuore, Capitano.
Barbabianca la guardò stranito così come Ace e Marco.
-Ma sei stata tu ha dirlo, che gli vengono questi attacchi per colpa di una valvola … -
-Lo so cosa ho detto Ace, ma è strano perché in questo momento facendo le analisi mi è risultato che …
Lasciò in sospeso la frase oscurandosi non poco in volto.
-che??
-La valvola funziona perfettamente, il cuore pompa a meraviglia, il battito è perfetto ma per sicurezza le ho fatto lo stesso una flebo.
Detto questo Penelope se ne andò con le altre infermiere e i tre uomini entrarono nella stanza.
-E’ un pericolo, io la scaricherei alla prima isola.-
-Ma neanche per sogno!-
Ribatte Pugno di fuoco alla fenice,e l’aria ricominciò a tornare pesante.
-Nessuno butta in mare nessuno, capisco che tu sei preoccupato per i tuoi fratelli Marco, ma ormai anche lei è diventata tua sorella, nonché mia figlia e io non abbandono i miei figli!-
Disse Newget guardando Marco negli occhi per poi passare a Ace.
-Non ti ha detto niente se ha mangiato un frutto del mare, o qualcosa altro?-
-No babbo, anzi si era spaventata a morte quando mi aveva visto utilizzare le  mie fiamme.-
-Ma non avete visto? Quella luce che l’avvolgeva mentre sprigionava tutto quel haki?è superiore persino al tuo Babbo.-
-Superiore al mio haki "Haou-shoku".-
Ace si ricordò di un particolare: quando erano seduti nella sua stanza ed erano arrivati quei soldati, che aveva fatto scappare soltanto parlandogli, non erano spaventati da lei ma dalla sua ambizione, anche se li l’aveva evocata lievemente tanto da bastare per farli scappare con la coda tra le gambe.
Si girò verso di lei ghignando, quella piccolina gli piaceva sempre di più.
-Mh … Ace.-
Mugugnò la rossa nel sogno mettendosi di lato con le mani all’altezza del viso.
“Sta sognando me?”
Si chiese Ace avvicinandosi al letto della rossa, che con un sorriso abbozzato sul viso latteo lo stava sognando.
Barbabianca sorrise intenerito, vedere il figlio preoccuparsi così tanto per la piccolina e chiedendosi se i suoi sentimenti da fratello maggiore andassero più in la, magari sfioravano l’amore.
Marco sbuffò vedendo il fratellino mandare in pappa molla il poco di quel cervello che possedeva.
Così i due uscirono lasciando Ace solo aspettando il risveglio di Akane.


ANGOLO AUTRICE
Heila gente!
Si, ho cambiato l’età di Akane invece di 14 adesso ne ha 17, non volevo far passare il nostro Ace come un pedofilo, così lei ha 17 anni e lui 20.
Chiarito ciò ragazzi, beh cosa ne pensate?
Spero di avervi fatto incuriosire ancora di più, ringrazio tutti coloro che leggono, recensiscono e messo nelle seguite/ricordate/preferite.
un bacio by sala-chan.

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


capitolo 6

 
Durante il sogno, Akane fu perseguitata da suo nonno e dai suoi domestici, sentendo le loro voci lievi, come una nostalgica ninna nanna , chiamarla e schernirla  nel buio della sua mente.
Sentiva i propri passi rimbombare nel suolo invisibile, mentre cercava qualcosa o qualcuno;  un’aria gelida le si infiltrava nella carne quasi squarciandola dall’interno senza riportare ferite visibili.
Successivamente immagini di morte la tormentarono, vedeva delle navi schiantarsi sugli scogli, uomini che venivano impiccati, gente massacrata dalle lame di spade di mille pirati.
Ma quello che ne segui non era un sogno, sembrava più un ricordo.
Tutti la potevano vedere, ma lei non poteva fare niente.
Sentì i piedi muoversi velocemente, scattando verso la casa dietro di se, prese un fagottino da una culla e coprendola bene con altre coperte scappo via da quella casa che pochi attimi dopo fu abbracciata dalle fiamme.
I piedi nudi sfioravano il terreno quasi non toccandolo, mentre sentiva di nuovo un dolore forte al petto che le premeva sempre di più, come se una mano le stesse stritolando il cuore.
Le voci poco aggraziate dei pirati divennero sempre più forti finche delle figure oscure non la circondarono.
-Ecco questa deve essere l’ultima.-
Tuonò un uomo dietro di lei, mentre un’altro continuava a ripetere di volere il suo sangue.
-Taci Micciu, Il sangue sarà solo per il nostro capitano. Ed ora tu avvicinati così possiamo mettere fine al terrore nei tuoi occhi.-
Continuò l’imponente uomo avvicinandosi, i polpastrelli le bruciarono, così come la pianta del piede.
Facendo un movimento veloce con i piedi tracciò delle linee verticali che presero subito posto delle fiamme Azzurre/acqua, queste Lentamente presero la forma dei serpenti che si scagliarono subito contro gli uomini così da farle proseguire il cammino, Akane notò che il dolore al petto era scomparso.
Ora si sentiva molto più leggera.
Tutto d’un tratto il quadro cambiò, si vedeva un giovane uomo assieme ad una ragazza giovane dagli occhi bianchi così come i suoi capelli.
-Oscar, prenditene cura … ormai io mi riunirò alle mie sorelle e hai miei fratelli, crescila come se fosse frutto dell’amore  tuo e della tua consorte.-
La voce, che sembrava un suono di trilli, era incrinata dal pianto che le scorreva sulle guance mentre affidava un piccola bambina coperta da una copertina bianca all’uomo.
-Non puoi lasciarci soli … -
Disse lui puntando i suoi occhi azzurri in quelli di lei.
-Ormai tutto il mio popolo è stato ucciso da quei pirati, stanno cercando per tutta l’isola anche me. Non voglio che nostra figlia sia messa in pericolo. E poi … ormai io non sono più un essere puro, perché ho rubato il cuore che tu avevi donato alla tua amata. Almeno dille che hai trovato questa bambina e ora la vuoi tenere con te, te ne prego. E poi io non vi abbandonerò rimarrò sempre al vostro fianco.-
Finì la donna facendo comparire una luce bluastra tra le sue mani, e appoggiandola con estrema delicatezza sul torace della piccola.
-Così i ricordi della nostra specie non verranno perduti … Saphira.-
L’immagine si dissolse di colpo, riportando Akane tra le braccia dell’oscurità tutto tacque, non ci fu più nessuna voce nemmeno il ronzio di un moscerino.
Le lacrime iniziarono a rigarle le guance diafane mentre ululava al nulla che significato potessero avere quelle immagini e che cosa fosse veramente.
Quando al suo cospetto si presentò una lucciola.
-Perché piangi?
La voce era calda e giocosa.
-Non capisco più niente. Sono solo un pericolo.
Disse ricordandosi anche delle parole di Marco che come uno schiaffo l’avevano riportata alla realtà.
Era per questo che suo nonno la teneva segregata, lei era un pericolo.
Quando la ragazza riaprì gli occhi ancora lucidi la lucciola si mutò in un bambino dai  capelli neri e sulla fronte un grosso cerotto, mentre le guance ricoperte di lentiggini.
-Perché dici questo?-
-Me l’hanno sempre detto tutti … nelle mie vene scorre il sangue di un demone …
Il bambino le asciugò le lacrime, e all’improvviso Akane si ritrovo ad essere di nuovo una bambina.
-Akane ne ho visti molti di demoni, e te lo dico tu non hai niente a che fare con l’oro. Fregatene di quello che dicono tutti, tu sei speciale. -
Continuò con una faccia seria che fece ridacchiare un po’ Akane.
-Tu Non sei un pericolo. Adesso asciugati le lacrime ei più bella quando sorridi Akane.-
La ragazza annuì, e prese la mano del giovane e tutti e due si ritrovarono adulti.
-Grazie mille Ace … -
*
*
*
-Mh …
Sbattei le palpebre più volte cercando di focalizzare il bianco soffitto, mossi lentamente le mani aprendole e chiudendole.
Sentivo tutto il mio corpo intorpidito come se mi si fosse seduto addosso il  babbo.
-La mia testa … -
Sussurrai, massaggiandomi le tempie.
Scesi dal letto ancora un po’ rintronata, appoggiai i piedi  traballando un po’, ma mi feci forza e camminai a piedi nudi sentendo il freddo del legno   penetrarmi nelle ossa.
Ma quando fui sul punto di aprire la porta ed uscire vidi in un angolo della stanza Ace, mezzo addormentato seduto su una sedia, nella bianca infermeria non c’era nessuno a pare me.
Sorrisi intenerita e mi avvicinai, spostai con le mie dita affusolate un ciuffo di capelli dalla fronte osservando intenerita il suo viso disteso e tranquillo.
Appoggiai le mie labbra sulla sua fronte sussurrandogli un “grazie”, se lo meritava lui era stato il primo a fidarsi di me e a farmi fuggire da casa mia, anzi no da quella gabbia.
Perché la mia casa è dove c’è lui.
*
*
*
Il ponte era completamente deserto, tutti si erano rifugiati sotto coperta non che io fossi contrariata visto che come minimo all’ombra c’erano 40 gradi.
Ma Barbabianca e mi ha affidato sotto “l’ala protettrice” di quell’alato tutto spiumato!
Okay, spiumato non è visto che ha le piume fatte di fuoco, devo trovargli un soprannome più adeguato.
Per fortuna accanto a me c’era Ace che faceva la medesima cosa che facevo io.
Appoggiati con le braccia alla ringhiera della nave con il muso fuori da essa ad osservare il mare.
-Caldo … -
sussurrò Ace.
-Troppo!-
Finì io sedendomi sul ponte con la schiena premuta sul legno, Marco ci osserva seduto sotto l’ombra con un ghigno beffardo sul volto.
-Allora c’è qualcosa in vista?-
Chiese intuendo già la risposta.
-ACQUA SOLO LITRI E LITRI DÌ FOTTUTA ACQUA SALATA!
Risposi io provocando una risatina da parte del corvino, avevo arricchito il mio vocabolario da quando mi ritrovavo qui..
E’ passata una settimana dal mio presunto svenimento, e nessuno mi ha fatto più nessuna domanda sul mio passato.
Durante questi sette giorni sono stata sballottata tra Satch e vista.
Il primo era stato Vista che mi aveva insegnato come pulire per bene le pistole cambiando sempre la polvere da sparo, con la supervisione di Ace il quale ad un certo punto ha bruciacchiato i baffi a Vista.
Successivamente è stato il turno di Satch il quale mi ha portato sulle Travi superiori della nave, le quali tengono le vele.
 Seduti su questi mi ha insegnato a maneggiare con le corde con le quali mi sono legata il busto e le braccia e ho penzolato come un salame sopra il ponte finché Ace non aveva dato fuoco alle corde.
Bruciando una vela.
Così adesso siamo alla ricerca di una isola disperatamente per trovare una vela.
E Newget mi ha affidato a questo pollo finché non troviamo terraferma dove dovrà farmi da balia …
Non bastava Ace?
Sbuffai nuovamente mentre sentivo i raggi del sole che coloravano la mia pelle rendendola più rosea, mi girai a pancia in giù e arrampicandomi sulla ringhiera mi ritrovai nella posizione iniziale osservando l’immenso oceano che fungeva da specchio al sole, che vanitosamente si specchiava nell’acqua cristallina colorata d’arcobaleno quando i pesci “corallo” si lanciavano fuori dall’acqua e il sole baciava le loro squame colorate rispecchiandole nell’acqua.
"Mi immersi con il pensiero in quell’acqua e delle immagini prepotentemente si fecero largo nella mia mente:
una donna dai  lunghi capelli albini era appoggiata ad una palma mentre si massaggiava il ventre completamente arrotondato dalla piccola creatura che ci viveva.
-Amore mio torna presto-"

Sbattei un paio di volte le palpebre e tornai a rivedere l’oceano.
Ormai queste immagini mi perseguitavano tutti i giorni, per un pio di minuti andavo in trans e vedevo questa donna vivere pochi attimi di vita quotidiana, ma solo per pochi secondi.
Scossi la testa e mi concentrai sull’orizzonte ed eccola li, all’inizio pensai fosse solo un’illusione creata dal caldo spintonai Ace ma ormai era andato nel modo dei sogni così mi alzai e corsi verso Marco.
-Marco! Marco! Marco!-
-mh?-
-Isola! Isola! Isola!-
E il pennuto cadde dalla sedia guardandomi allibito.
-cosa??-
-Uffa! Ho detto ISOLA! Ti devo fare lo spelling??-
Ripetei gesticolando e saltellando come un’idiota, Il biondo si avvicinò a Ace e osservando l’orizzonte notò la piccola isola e diede l’annuncio a tutti Mi affacciai rubando a marco il cannocchiale e la vidi meglio.
Era piccolina tutta ricoperta d verde.
Così dopo un’ora sbarcammo, e io prendendo per mano Ace insistetti di andare fare un giro.
così io, Ace, Satch, Vista e Marco ci incamminammo verso la città.
*
*
*
Per arrivare al paese c’era un pezzo di strada da affrontare nella foresta.
Il paesino era tempestato da casette di vario colore abbellite dalla presenza dei molteplici fiori che ospitavano i loro balconi; donne dalla lunga chioma folta vestite  da lunghi abiti ricoperti da fiori di stoffa, ballavano danze sfrenate mentre giovani uomini le seguivano a tempo chi con una chitarra , o una fisarmonica.
Le bancarelle iniziavano appena attraversato l’ingresso della città, uomini e donne si facevano avanti dichiarando che la loro merce era la migliore in commercio.
La prima bancarella che attirò l’attenzione della rossa fu una bancarella dove dentro a vasi di vetro di ogni misura guizzavano piccoli pesci rossi, così mise le mani sul vetro e iniziò ad osservarli quei piccoli esserini attirando l’attenzione del comandante della seconda e quarta flotta che la imitarono ma successivamente ammoniti da Marco che gli chiedeva se fossero dei bambini.
La prossima bancarella fu un fruttivendolo dove Marco gentilmente le offrì una pesca mentre Ace provava a rubare della frutta, purtroppo fu scoperto e cacciato via.
Tutti lo rincorsero fino ha un’altra bancarella dove questa vendeva dei vestiti e ne approfittarono per comprare qualche cosa di decente alla rossa.
-Almeno così non andrai in giro con una camicia.
-Grazie mille Marco.
La gentilezza di Marco straniva la ragazza.
Fino l’altro giorno la voleva buttare in mare e adesso le offriva una pesca e dei vestiti,”cosa avrà in mente quel pennuto?” così mentre finivano il giro la ragazza prese fiato nei polmoni.
-Marco?
Come risposta ebbe un grugnito, “bene incominciamo bene”.
-Perché adesso sei così gentile con me?
Chiese titubante la ragazza ma l’unica risposta che ricevette fu un’alzata di spalle  e un sorriso sghembo.
Akane rimase un po’ confusa da quella risposta, però continuò ad osservare le bancarelle dove vide un paio di codini argentati che subito catturarono la sua attenzione.
-Mi scusi …
richiamo il commerciante che parlava con il vicino, che si rivolse a lei con un sorriso che subito si smorzò.
-C’è qualcosa che non va?
chiese tranquillamente abbassava il viso per paura di averlo spaventato con gli occhi, il commerciante allargò ancora di più il sorriso di prima.
-Non si preoccupi, allora cosa desidera
-quei codini li!
disse indicandoli l’uomo si passo una mano sulla guancia dove si estendeva fino alla fronte una bruciatura, li mise dentro un sacchetto giallo.
-Sai, questi codini vengono da un’isola leggendaria.
-Leggendaria?
-Certo
Ghignò l’uomo.
-Sai mi ricordi loro …
Continuò l’uomo anziano leccandosi l’indice e prendendo un fiocchetto da aggiungere alla  confezione,guizzò gli occhi Marroni.
-Come scusi?
L’anziano si portò una mano dietro la nuca pelata se la grattò in evidente disagio, subito Akane capì il perché.
Ace l’aveva raggiunta mettendole un braccio sopra le sue spalle e attirandola a se.
Akane sentì il sangue andarli al cervello per quella posizione e balbettando prese i soldi che Marco le aveva dato per comprarsi tutto quello di cui avesse bisogno, ma l’uomo sorrise e scosse il capo.
-te li regalo graziosa signorina. Sa giovanotto ha proprio una splendida ragazza …. La migliore.
Disse trasformando un ghigno in un sorriso facendo insospettire Ace, invece Akane sorrise felice di quell’atto di generosità.
-la ringrazio, addio!
Rispose felice la ragazza andandosene con Ace che guardava in cagnesco l’uomo.
-Oh mi creda mia cara questo non è un addio ma soltanto un arrivederci-
Sorrise maligno.
Intanto dei passi veloci si dirigevano verso la bancarella e un uomo dal viso con tratti decisi e affilati come delle lame si dirigeva verso l’anziano.
Hai piedi calzava dei anfibi in pelle, dei jeans in pelle e al torace una camicia bianca che faceva intravedere un tatuaggio sfuocato sotto essa.
- Micciu hai venduto qualche cosa?-
Chiese l’ uomo dalla pelle olivastra mentre a braccia conserte si avvicinava all’uomo.
-Meglio capitano meglio!-
Rispose lui inchinandosi hai suoi piedi e prendendoli un pezzo del mantello.
-Ho trovato una discendente signore!-
Il bruno spalanco gli occhi mentre i rasta volteggiavano nel vento.
-Ne sei sicuro?-
-Si signor quanto che questo occhio è finto!-
Rispose lui sorridendo implorante indicandosi l’occhio.
-Mh … dobbiamo seguirli.-
Sentenziò l’uomo per poi incamminarsi verso il porto mentre Micciu lo imitava.
- Micciu richiama i nostri uomini.-
Disse passando una bottiglia contenente un liquido denso color argento.
-Davvero è per noi???-
chiese l’anziano prendendo l’ampolla tra le mani rugose e scrutandola con occhi increduli.
-Spartiscila con i miei uomini e poi portali tutti qui. La nave ci aspetta. -
Rispose spavaldo l’uomo mentre alle sue orecchie continuavano a venire vari ringraziamenti da parte dell’uomo che lentamente sgattaiolò via tenendo l’ampolla stratta a se possessivamente, quando giunse ad un vicolo stappò il contenitore e contando 6 gocce le ingoiò.
Una forte emicrania prese il soppravvento e si inchinò le mani appoggiate al cranio e rannicchiato al suolo.
Lentamente dei capelli neri fecero capolino e si allungarono fino alle spalle, la pelle tornò morbida e liscia, lasciando delle rughe solo un vago ricordo, il corpo sembrò come allungarsi di nuovo e i muscoli pomparsi tornando quelli di un tempo.
Lentamente si alzò dalla posizione fetale, mostrando un  viso giovane con le labbra sporgenti e gli piccoli e castani, mentre sulla guancia si estendeva la bruciatura.
-Non sento più i miei venera veli 80 anni sulla pelle, sembro tornato del tutto a essere un quarantenne.
Uscì dal vicolo nascondendo l’ampolla sotto i vestiti e partì per cercare i propri compagni.
Mentre il suo capitano osservava un’immensa imbarcazione colo crema, sul davanti c’era la statua di una donna mezza pesce, e sul ponte pulito si estendeva un tappeto color sangue che ricopriva le botole adesso disabitate ma che una volta contenevano tutte le sue schiave rubate da un’isola all’altra ma solo una aveva faccio breccia nel suo cuore.
Quella donna Gli tornava prepotentemente in mente, i suoi occhi come fiocchi di neve galleggiavano sul suo viso del medesimo colore che possedeva alla luce della luna sfumature azzurre sulle guance e le braccia diafane.
-Oh quanto mi manca.-
Sussurrò, che sia quella ragazza vista da Micciu una sua discendente? Magari era quella bambina che teneva tra le braccia oppure sua  nipote.
La fantasia dell’uomo vagò in quei 300 anni e il suo corpo fremeva nel sapere che avrebbe ancora posseduto una schiava.
Una “figlia della luna”.
Intanto sulla strada del ritorno, Akane era in fondo al gruppo con le buste degli acquisti in mano mentre in parte a lei Ace si guardava intorno, meravigliato per tutta quella natura incontaminata.
Vista e Steach davanti a loro e intesta al gruppo Marco.
-Non dovresti parlare con gli sconosciuti.-
Sentenziò Ace
-Mi stava solo vendendo degli elastici, non voglio tagliarmi i capelli-
-Non mi piaceva come ti guardava.-
-Dai Ace non è successo niente.-
Sorrise ingenuamente Akane mente Ace sospirava esausto, era troppo ingenua per questo mondo,pensò  mentre i  due girarono a destra non accorgendosi del gruppo che invece aveva girato a sinistra, troppo presi a chiacchierare.
Dopo un quarto dora la scarlatta si guardò intorno interrogativa.
-Ma Ace … dove sono gli altri?-
Chiese la ragazza osservando dietro di se la strada fatta, un brivido le attraverso la schiena.
-Non saprei, forse abbiamo sbagliato strada.-
Sentenziò il bruno grattandosi la testa, La ragazza si sbatte una mano sul viso.
Adesso capiva perché Barbabianca aveva detto “meglio che con voi venga anche marco … così da non perdere la via di ritorno”
le impronte dei piedi venivo pressate nel terreno morbido , hai lati del pensiero la vegetazione si faceva più fitta e i raggi del sole colpiva duramente i corpi dei due.
Il ragazzo lentamente Diveniva color caramello, ormai il suo corpo abituato al sole scottante che la natura ti offriva, ma la ragazza al contrario si arrossò le guance e il naso, lo stesso le spalle.
In fondo non era mai uscita al di fuori delle sue stanze e non era abituata a stare sotto il sole così forte per lunghi periodi.
Ace alzò la testa osservando il sole e dichiarando che fossero l’ una e qualche minuto.
-Adesso capisco come mai il sole è così forte-
Il corvino osservò la ragazza e togliendosi il cappello glielo mise intesta bisticciando un “così non ti scotterai” e lei rispose con un timido grazie, e così appena l’ombra coprì il su viso si sentì già subito meglio, così continuarono il viaggio alla ricerca dei propri  nakama.
Il corvino decise di uscire dal sentiero entrando nella fitta vegetazione, cosa che Akane aveva tentato di fermare ma ahimè fu solo trascinata come un sacco di patate, a quanto pare Ace amava portarla in giro così.
Ace camminò per svariati minuti mentre spostava le vistose foglie di qualche pianta sconosciuta, quando inciampò nelle radici e insieme a Akane rotolò giù.
Si portò Akane stretta al petto con una mano che gli teneva premuta la testa e l’altra la schiena sul suo petto, cercando di non ferirla in alcun modo, proteggendo quella piccola bambola di porcellana che teneva stretta a se.
Quando finirono “la corsa”, si ritrovarono dentro a un piccolo laghetto, ormai il sole stava tramontando colorando il cielo azzurro lentamente d’arancione, I fiori che si trovavano sulla riva osservavano i due distesi uno sopra l’altra.
Lei si ritrovava la schiena premuta sui  piccoli sassolini che si trovavano sul fondo del laghetto, con una mano di Ace premuta sulla schiena sollevandola leggermente e l’altra appoggiata al suolo vicino alla sua testa, mentre Ace la sovrastava osservandola con gli  occhi  spalancate.
Un centimetro divideva le labbra dei due, che lentamente si avvicinavano.
Gli occhi persi tra di loro avvinghiati in una lenta danza dove si mescolavano.
Nero e bianco.
-Cosa mi stai facendo Akane …
Sussurrò caldo sulle sue labbra, mancava poco tutti e due sentivano il respiro dell’altro sulle proprie labbra, i petti premuti facendoli aderire tra di loro, mentre le gambe erano strette tra di loro.
Quel momento era così magico pieno di emozione e di romanticismo.
Piccole lucciole iniziarono a danzare sull’acqua illuminando i loro volti.
Quella attesa, eternamente lenta, era una tortura per i due che volevano le proprie labbra premute su quelle dell’altro, ma non tutto va come dovrebbe.
Sentirono una voce da lontano che li chiamava e Ace si sposto veloce alzandosi e urlando dove si trovavano.
Il cuore di Akane galoppo nella propria cassa toracica mentre quel dolore chele aveva provato lo svenimento in una morsa racchiudeva le sue viscere, ma non le diede importanza e osservò i lineamenti di Ace, come un castello di sabbia al sole la convinzione di Ace come “solo un fratello” si dissolse in una fitta nebbia di molte domande e perché.
Perché quel pirata l’attraeva così tanto, cosa c’era in lui di così speciale?
I  suoi muscoli?
I suoi occhi color onice?
Le sue lentiggini ribelli spruzzate sul suo viso?
I suoi capelli color pece ?
Oppure il sorriso che pareva ancor più bello delle stelle in celo?
Una cosa era certa: la domanda che si era fatto  Ace, anche Akane mentalmente la stava rivolgendo a lui, mentre Steach gli chiedeva cosa avesse fatto da solo con me imbarazzandolo e inevitabilmente provocando le risate generali, Marco aveva lanciato un’occhiata ad Akane e come se avesse scoperto il teorema di Pitagora allargò gli occhi e ghignò.
Ma Akane non se ne accorse troppo intenta a chiedersi cosa stava facendo Ace a lei.
Gli occhi di Akane Brillavano di una luce color verde acqua mentre era assopita nel guardare il bel pirata, li “La Fenice” capì tutto.
Gli occhi dopo un po’ persero il loro colore e si avvicinò al gruppo sorridente.
-Sto bene.
disse solo sorridendo e facendosi scompigliare i capelli da Steach mentre Marco lanciava, con voce annoiata, frecciatine a Ace che vennero accolte e rispedite indietro con più enfasi di quanta il biondo c’è ne metteva.
Dal basso della foreste un ringhio fece capolino, facendo zittire il gruppo, un piccolo cucciolo corse verso di loro nascondendosi tra le gambe di Akane intanto tra i cespugli di more, si mostrò una pantera.
Leggiadra e pericolosa, allungò le zampe lentamente ringhiando mentre si avvicinava al gruppo tenendosi a dovuta distanza, Ace stava per intervenire quando Akane fece due passi in avanti.
Gli occhi due fessure, qualche ciocca svolazzava lentamente.
La Pantera ruggì usando tutta la sua voce e si piegò portando tutto il peso sulle zampe posteriori pronta a scattare, e partì verso la sua nuova preda :
la ragazza.
-Stammi lontana.-
Sussurrò minacciosa mentre un’aurea azzurra raggiungeva l’animale in corsa, che si fermò a pochi centimetri dalla giovane.
Le due si fronteggiavano in uno scontro occhi a occhi, E quest’ultima abbassando gli occhi scappo via.
La scarlatta sospirò pesantemente sentendo il peso che si sentiva dentro svenire lentamente dopo quel rilascio di Haki dove i presenti rimasero stupiti ma no Marco.
Questa volta si era trattenuta rilasciandone di meno, molto di meno, pensò la fenice.
Akane riportando l’attenzione al gruppo vide, il cucciolo tremante che se ne stava li fermo.
Era un cane di sicuro, forse abbandonato.
Il pelo nero era macchiato di bianco sull’orecchia destra, Akane si abbassò e iniziò a coccolarlo e se lo portò al petto tenendolo abbracciato lasciando le zampe posteriori a penzoloni mentre la coda sbatteva contro il ventre della ragazza.
La rossa si avvicinò a marco, essendo lui quel giorno il suo tutore glielo mostro.
-MARCO POSSO TENERLO??
Chiese con gli occhi luccicanti mentre sul volto un sorriso luminoso si era fatto largo creando delle fossette.
-No, abbiamo già un branco di animali a bordo non c’è ne serve un altro.
Disse alludendo hai suoi compagni che di umano avevano ben poco.
-Ti PREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEGO!
Supplicò la bionda per poi continuare a chiederlo mentre si incamminarono facendo notare al biondo che era piccolo, forse nato prematuro visto che non apriva bene gli occhi, abbandonato e per di più lo vogliono mangiare gli animali selvatici.
E così dopo una buona ventina di minuti, Felpato fece parte ufficialmente della ciurma.
E Barbabianca sgridò i 4 comandanti perché si erano dimenticati della vela, così il giorno dopo Jaws andò in paese a comprarla e ripartirono nel pomeriggio insieme ad un nuovo compagno in più, però adesso Akane dovrà affrontare l’ultima prova per poi dire di far parte dell’equipaggio a tutti gli effetti.
Il tatuaggio.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Questo capitolo mi è venuto in mente mentre ero in spiaggia, dalla serie “datemi qualche cosa da scrivere l’ispirazione è giunta”.
Lo so sono matta.
Allora cosa ne  pensate?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ringrazio sempre Chi recensisce e chi legge questa storia e ci ha messo questa nelle preferite/ricordate/seguite.
GRAZIE MILLE A TUTTI! <3 <3 <3
 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Capitolo 7
 
Prima che Felpato ricevesse questo nome, tutti sulla Moby Dick avevano detto la loro.
Però il primo passo fu, capire di che sesso fosse, per stabilire un qualsiasi nome, e questo incarico lo accettarono Ace e Jaws.
Tutti trovavano strano che Jaws, infondo quella sottospecie di gigante non aveva mai mostrato un cuore tenero ma tutti credevano che avesse preso quella ragazzina molto a cuore, insomma lei era la più piccola e la più gracile della nave e lui forse il secondo dei più grandi e forti, e si era voluto addossare questa responsabilità da fratello maggiore più degli altri.
Il cucciolo si trovava sdraiato sotto il sole mentre Akane era andata a prenderli dell’acqua in mensa, intanto Ace e Jaws si avvicinavano lentamente al cucciolo per verificare se fosse maschio o femmina,il ponte era gremito di gente che aspettava solo che lo spettacolo avesse inizio, ma appena il cane senti prendersi le zampe posteriori si dimenò come un matto e saltando sulla testa di Jaws corse via con le lacrime agli occhi.
Allora i due incominciarono a rincorrerlo come forsennati mentre il cucciolino mugolava mezzi abbai terrorizzati.
-Dai piccolo non vogliamo farti niente.-
Sentenzio Ace prima di addormentarsi in piedi per svegliarsi poco dopo, forse grazie al sonoro pugno inferto dal gigante.
Quando Akane uscì con in mano una scodella di acqua, seguita da Barbabianca, vedendo quella scena un gocciolone si formò sulla sua testa e si avvicinò hai due prendendoli per le orecchie, cioè urlandoli contro e arrestando la loro corsa.
-Cosa stavate facendo al mio cucciolo??-
-Noi volevamo solo sapere se fosse maschio o femmina!-
Si giustifico Ace mentre Jaws annuiva.
La ragazza sospiro pesantemente mentre la risata del babbo fece capolino sopra tutte le altre, la rossa si avvicinò al cucciolo tremante in un angolo.
-Devi scusarli.-
Disse porgendo al cucciolo l’acqua fresca.
-Sono un po’ maneschi, ma sono simpatici dopotutto.-
Finì lei sorridendo, mentre il cucciolo si avvicinava a bere mentre la padrona gli accarezzava la testolina.
Quando il cane finì di bere scodinzolando si mise di lato ad Akane, mise tutto il peso sulle gambe anteriori piegandole.
-Ma che bravo cucciolo.-
Continuò a lodarlo Akane pattandogli la testa, mentre Ace, Satch e Marco si guardandolo tra di loro.
-Come lo chiamerai scricciolo?-
-Non ne ho idea Satch.-
Continuò lei per poi fare dei grattini alla pancia.
-Comunque credo che sia un maschio.-
Sentenzio con un sorriso mentre continuava a coccolare il cagnolino.
Jaws iniziò a dire che lo sospettava mentre Ace indiavolato contro quel povero cane, tirava certi commenti che uno scaricatore di porto non si sarebbe mai sognato di dire da quanto erano coloriti e bizzarri.
- Max?-
Provò Marco.
- Arun?-
- Taylor!-
- Catarifrangente??-
-Ma che nome è??-
-Ma che vuoi che ne sappia io?-
Ognuno sulla nave diceva la sua, chi diceva di chiamarlo Tony, Alex, Carl, Lenny, Gandolfo, Bachino, Aaron, Armi, Argo, Baffo, Bartolomeo, Byron, Clapton, Cognac, Etabeto, Freedom, Grifondoro …
La metà di questi nomi non esisteva neanche secondo il punto di vista di Marco.
Chi ne diceva di più chi di meno, in questa ricerca disperata tutti dicevano la loro ma ad Akane nessuno di questi la convinceva.
Finche non le venne in mente quel libro … quel testo che più di una volta la aveva fatta sognare con le sue mille avventure.
-Felpato.-
Sorrise intenerita quando il cane incominciò a sbattere la coda  ed ad abbaiare sereno, Akane chiamo a se il suo nuovo cucciolo e si avviò con i vestiti nuovi verso la sua stanza mentre Ace la fissava mentre spariva lentamente.
-Qualcuno è innamorato … -
Pigolò un uomo passando dietro ad Ace, facendolo colorare di rosso.
-Ma che cazzo dici Teach!?-
Urlò forte lui facendo ridacchiare l’uomo dai ispidi capelli, facendo notare la sua dentatura gialla con qualche dente di meno.
-Dai Ace siamo tutti fratelli qui, potresti anche dirlo-
-Ha ragione Satch, sei iperprotettivo con lei.-
Continuò Marco contagiato da quell’aria frizzantina che si respirava.
-Siete un branco i bastardi a volte-
Sibilò Ace ormai rosso come un peperone, mentre Barbabianca non smetteva di ridere.
-Gurarararararararararararara! Figlioli non prendete in giro vostro fratello. L’amore è la cosa più forte e …-
-Ace!-
La voce cristallina di Akane si fece largo e Ace la trovò splendida.
I capelli rossi erano tenuti in una treccia che probabilmente aveva fatto Penelope con gli elasticità argentati che si distinguevano in quelle lingue di fuoco, il busto era fasciato in un corpetto azzurro che si legava sul davanti sotto il seno con un nastro nero, questo le faceva risaltare il seno.
Le cosce erano fasciate in pantaloncini corti neri, con una cintura grossa marrone che si legava diagonalmente, partiva dalla coscia destra andava in pendenza per poi risalire alla coscia destra.
Infine calzava dei stivali alti fino al ginocchio in pelle nera.
Ace la osservava con la bocca spalancata che vene prontamente richiusa da Marco.
La ragazza saltellando si avvicinò al moro e facendo una giravolta su se stessa chiese:
-Come sto??-
-Sei bellissima-
Disse un Ace ormai bordeaux, provocando una rossastra colorazione sulle guance anche ad Akane.
“Tu non sai che tempesta mi provochi al cuore, ogni volta che mi guardi”
Penso Ace mentre si dirigeva in mensa chiamato dagli altri comandanti mentre Satch rimase li a guardare quello scricciolo divenuta una bambina alla sua prima cotta.
-Lo ami?-
Chiese alla piccola facendola diventare ancora più rossa.
-Cosa è l’amore?-
Chiese ingenuamente.
-Cioè, ho sempre letto storie dove l’amore veniva dipinto come il sentimento più puro e forte al mondo però, nella realtà cosa è?-
-Cosa provi tu quando Ace ti guarda?-
La ragazza si strinse nelle spalle scegliendo le parole che il suo cuore le sussurrava.
-Adoro i suoi occhi color onice …. Adoro quando mi guarda come …. Se ci fosse davvero qualcosa di bello da vedere in me. Quando lui compare davanti a me sembra che il mondo si illumini, diventa più bello che persino le spine delle rose che stringono il mio cuore non fanno più male. Ho sempre e solo quel sorriso nella mia mente da quando chiudo gli occhi a quando li riapro, ormai non è più la gravità a tenermi coi piedi per terra è lui. Non sono più i raggi del sole a scaldarmi, sono i suoi abbracci. Ormai la mia casa non è più quella dove vivevo una volta, ora la mia casa è dove è lui … -
Satch mise una mano sulla testa di Akane e leggermente gliela scompigliò.
-Penso che quello che provi tu si possa sintetizzare con la parola “amore”.-
Finì lui per poi ululale agli uomini di lavare il ponte che era lercio.
-sarà davvero ciò?-
Si chiese pensierosa guardando il cielo.
La sera giunse veloce e prima della cena barba bianca aveva chiamato sul ponte Akane e tutta la ciurma e sentenziando un “Non sarai un membro a tutti gli effetti, almeno non ancora. L’ultimo passo è il tatuaggio”.
A quelle parole Akane diventò bianca.
Farsi incidere per sempre sulla pelle qualcosa la inquietava, si perché se aveva capito una cosa e che  niente dura per sempre.
Ma la vera cosa che la spaventava era l’ago che sarebbe entrato in contatto con la sua pelle lasciando il colore.
-Tatuaggio??-
Chiese lei mentre Satch la prese a bracciato da una parte e Ace dall’altra.
-Andiamo in infermeria!-
-Ma anche no!I-
Urlò Akane dimenandosi mentre i due la trascinavano sottocoperta, dove aprirono la prima porta in legno e videro Marco che preparava i strumenti che venivano disinfettati da Penelope.
-Noooooooo!!!
Ululò mentre la stendevano sul lettino.
Akane tremava terrorizzata al ricordo di quello che aveva letto in un libro.
La tecnica più usata dai pirati era la tecnica detta tebori, si usano sottili aghi metallici e 
pigmenti di molti colori, ed introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica tebori prevede che gli aghi, fissati all'estremità di una bacchetta che viene fatta scorrere avanti e indietro, siano fatti entrare nella pelle obliquamente.
e aveva letto che faceva male.
Molto ma molto male!
Le membra le tremavano come una foglia vedendo marco sorridere in modo inquietante.
-ECCO PERCHE’ ERI COSì GENTILE CON ME STUPIDO PENNUTO!
Continuava ad urlare dimenandosi.
-Dai smettila di starnazzare come un’oca!
-Ma baciami il culo Marco!
-Akane!
Disse sconcertata penelope che già si immaginava che la ragazza sarebbe stata più fine, ma a quanto pare il sintomo “mandiamo a farsi benedire tutte le buone maniere” l’aveva contagiata.
Ace le prese il viso fissandola negli occhi.
-Non è così doloroso come si dice, anche io avevo paura. E certo fa un po’ male, ma alla fine ne sarai orgogliosa del tuo stemma!
Finì Ace con un sorriso sornione, tranquillizzando Akane tanto da decidere dove fare il tatuaggio.
Sulla scapola destra, non sarà stato gigantesco come quello di Ace però faceva la sua bella figura, e sarebbe spiccato sulla schiena diafana con i suoi colori scuri.
Sentì la mano di Marco sulla pelle mentre disegnava con una matita il tatuaggio.
La mina era fredda e pungeva la pelle tracciando così delle righe nere che alla fine unite formavano un teschio con dei baffoni,con le ossa messe una in orizzontale e l’altra verticale   che si incrociavano.
La mano di Marco si appoggiò con più forza sulla scapola tenendo in tensione la pelle e mettendo un pennello intriso di colore tra le dita.
Si fa passare da Penelope una specie di pennello con un’elaborata impugnatura di bambù ma alla fine invece del peletti del pennello c’erano molti aghi.
Akane deglutì forte e Ace per darle coraggio le prese dolcemente una mano.
Intanto Marco prese in mano il “pennello” e inizia a far passare gli aghi attraverso il pennello e servendosi della prima mano come sostegno puntella la pelle.
La rossa stringe forte gli occhi sentendo attraversare il corpo da un forte dolore che le fa inumidire gli occhi e stringere con più forza la mano di ace.
Si morde la lingua pur di non urlare e pian piano il sapore metallico del sangue vaga nella sua bocca.
Questa tortura dura all’incirca due ore, in cui Akane ne era certissima, Marco se la rideva.
“Quella testa d’ananas me la pagherà”
Continuava a pensare, cercando si distogliere l’attenzione sul tatuaggio.
Alla fine Marcò le mise una strana miscela sul punto tatuato, che la fece penare ancora di più per il dolore.
E senza far vedere il risultato a nessuno lo coprì con delle bende sentenziando che domani sera avrebbe potuto toglierlo mostrandolo al babbo.
*
*
*
Il giorno seguente approdammo su un’isola dove tutti scesero e il babbo ci disse di fare provviste e di esaudire qualche nostro desiderio.
Inutile dire che io senza aspettare nessuno scesi dalla barca e corsi veloce via.
Volevo godermi questa città senza quella testa d’ananas, avrei preferito portar via anche Ace ma va beh.
Percorsi il marciapiede rossastra fino a quando non iniziarono i negozi che si estendevano sui entrambi i lati della strada.
Ognuno di questi conteneva numerosi vestiti esposti dalle vetrine luccicanti e indossati da manichini color avorio con parrucche lisce e lunghe color corvino
Era stupendo!
Mi appiccicai ad ogni vetrina a scrutare ogni singolo capo d’abbigliamento trovando pomposi vestiti ricamati.
Un po’ troppo per me che desideravo un semplice vestito da poter mettere in qualche rara occasione.
Sbuffai un po’ scocciata ma la mia sete di avventura mi spinse a entrare in altri negozi, alcuni vendevano bigotteria spacciandola per veri gioielli d’orati, altri vendevano oggetti utili per le casalinghe.
L’ultimo era immenso.
Le pareti erano in color verde pastello con enormi vetrate scure, molto probabilmente potevi solo vedere all’interno, l’enorme portone in quercia era abbellito da incisioni di piccole figure alate e fiori, sopra di esso una scritta color cremisi.
-“ARMERIA DOUCH”-
Aprì il portone e un forte odore di polvere da sparo mi invase facendomi chiudere gli occhi.
Quando li riaprì vidi moltissimi tavoli lungi dove erano appoggiate in teche di vetro moltissime pistole, per poi passare alle spade, pugnali e altri tipi di armi.
il pavimento era fatto in cemento colorato di bianco e rendeva lo spazio circostante ampio.
Osservai il tutto abilita notando che c’erano pochi clienti all’interno.
Un ragazzo dai capelli verdi che osservava delle spade e un uomo dai rasta che invece si guardava intorno.
li ignorai entrambi e andai verso i pugnali, in una teca c’erano ben 8 pugnali dall’impugnatura d’avorio, dove un serpente color indaco scuro si attorcigliava e la testa di appoggiava sulla lama color carbone, osservandoti con i suoi occhi color cremisi.
-“Hebi no shi’”?-
-E’ il nome della famiglia che li ha creati.-
Una voce grossa mi giunse alle orecchie.
il ragazzo dalla capigliatura verde ora era vicino a me e osservava i pugnali.
indossa una maglietta bianca, dei pantaloni verdi e una fascia intorno alla vita. Legata al braccio sinistro porta una bandana nera All'orecchio sinistro porta anche tre pendagli. Fisicamente è molto muscoloso meno di Ace però.
-della famiglia che li ha creati?
Il ragazzo annuì.
-Si dice che questa famiglia voleva a tutti i costi l’immortalità. Però l’unico modo per averla era bere il sangue di una creatura mistica, però queste creature possedevano una pelle non comune, era molto resistente e così utilizzando il veleno di un particolare serpente, crearono queste lame.-
Finì il ragazzo lasciando la ragazza meravigliata.
-Piacere sono Akane, grazie mille per la spiegazione …
-Zoro.-
si affrettò il ragazzo tornando dalle sue spade.
-perché me l’hai spiegato??-
chiese lei avvicinandosi.
-Te ne stavi li come una svampita e mi facevi girare i nervi.-
-Come scusa??-
Risposi arrabbiata ma l’uomo era già uscito.
-che strano-
Grugnì io prendendo la teca per portarla la bancone, ma sbattei contro qualcuno, la teca si ruppe e i coltelli finirono sul freddo pavimento.
-Oh mi scusi.-
Disse l’uomo.
-Non si preoccupi
dissi raccogliendo i coltelli ma mi tagliai il dito.
-Aia!-
gemetti dal dolore mettendo subito il dito in bocca, ma l’uomo si abbassò e pulì con il dito il pavimento dove era caduta una goccia del sangue.
osservai il suo viso giovane ricoperto da una leggera barba.
le labbra fini si distesero in un ghigno quando leccò la goccia di sangue che ora era sul suo dito.
-Trovata.-
Disse freddo facendo.
Accadde tutto velocemente, il vetro si frantumò.
Urla sguainate, rumori di spade sfoderate, il bruno mi prese i capelli  e li tirò forte costringendomi a mettermi in ginocchio.
-Cazzo se è bella!-
-*fischio*-
-capitano ne è sicuro? I capelli non mi sembrano come quelli della sua progene.-
-beh, quello che ci aveva raccontato l’altra, era andata con un uomo salvando così sua figlia. Molto probabilmente è un mezzo sangue. Ma … ragazzi sapete bene che il loro sangue è molto più forte e quindi anche se fuori è un po’ diversa dentro è come le altre!
continuò l’uomo premendomi con una mano le mie guance.
-Lo si capisce dagli occhi.-
Continuò ghignando.
L’uomo prese il mio polso e un pugnale li per terra.
-La  terremo come schiava ragazzi i corsari della luna sono tornati!-
Lo avvicinò alla pelle ma prima che la lama fredda premesse sulla mia pelle, con l’altra mano presi un altro pugnale e lo conficcai nel piede  dell’uomo per poi alzarmi e prendendo altri due pugnali scappai via.
Sentì una voce femminile urlare “Quella li mi ha rubato due pugnali antichissimi! E mi ha distrutto il negozio!”, ma non li aveva visti quei altri?
Ora non avevo il tempo di parlare perché oltre ad avere quei pirati alle calcagna adesso avevo anche la marina.
Corsi velocemente tra le strade della piccola città portuale e entrando in un vicolo mi rannicchiai dietro un barile.
Ma il mio nascondiglio venne scoperto subito, l’uomo con i rasta spacco i barili e mi puntò il pugnale alla gola.
-Sei stata una ragazza davvero cattiva.-
Sussurrò premendolo di più, sentì il sangue scivolarmi lungo il collo per poi finire nell’incavo del seno.
-Ora vieni con me altrimenti …-
-Altrimenti?-
-Ace!-
Urlai felice vedendo Ace ricoprirsi di fiamme così come marco.
-Lasciala subito!-
Tuonò Marco.
-Altrimenti? Mi cucinate alla griglia?-
-No proprio diventerai cenere!-
 Rispose Ace assestandogli un bel pugno sulla guancia, lasciandoli anche una bruciatura.
-Mh. Per stavolta, Figlia della luna, finisce qui. Ma la prossima volt che ci incontreremo finirai sulla mia nave.-
Sibilò per poi correre via.
Misi una mano sul cuore il quale pompava alla grande, respiravo pesantemente e gli occhi erano spalancati e incominciavano ad inumidirsi.
Ace abbassò le fiamme fino a farle scomparire e si avvicinò a me che ormai ero diventata una foglia tremolante.
-Ehy non devi andartene in giro da sola, se ancora troppo ines …-
Ma non lo feci finire e mi fiondai tra le sue braccia piangendo come una fontana.
-Ho avuto paura di morire!-
ululai tenendomi stretta a lui.
La sua grande mano si mise dietro la mia schiena e una sul capo per tenermi più stretta possibile a lui.
-Shhh, sta tranquilla ci sarò sempre io a proteggerti.-
E così tra quelle braccia mi addormentai.
*
*
*
Mihawk scrutava l’isoletta davanti a lui.
Era venuto a cercare una vecchia conoscenza e le sue fonti lo avevano portato qui, la sua “Navetta bara” lo aspettava come un fedele cucciolo, e Drakul si butto nella foresta.
dopo qualche metro al suo naso arrivò l’odore di carne, doveva essere vicino al suo accampamento.
Infatti passato l’ultimo cespuglio lo trovò.
Era disteso su una Amaca, il cappotto nero lo fasciava mentre un piede penzolava fuori dal tessuto dell’amaca.
- Mihawk che sorpresa.-
Disse alzandosi e grattandosi i capelli rossi.
- Shanks il rosso, dove sono i tuoi cani da guardia?-
o alla città fuori dalla foresta gli ho detto di divertirsi per oggi.
rispose sorridendo.
-Non sono venuto per combattere ma per mostrarti una cosa.-
Disse avvicinandosi all’uomo che ormai stava seduto sull’amaca facendo spazio a occhi di falco.
Il corvino si sedette e li mostro un piccolo volantino.
la carta era ingiallita e in grandi lettere c’era scritto Wanted e sotto la foto di una ragazza che correva.
I capelli rossi raccolti in una treccia e gli occhi bianchi, sulla scapola destra il simbolo di Barbabianca.
Sotto c’era scritto dead or alive e la taglia era sui 20.000.
-E questo scricciolo chi sarebbe?-
Mihawk gli diede una sberla sul coppino.
-Guardala meglio.-
e li Shanks spalanco gli occhi, assomigliava tantissimo a
-Saphira …-
-Tombola-
sibilo Occhi di falco osservando il suo rivale.
-Dove si trova?-
chiese alzandosi di fretta e dirigendosi verso la spiaggia seguito da un tranquillo Mihawk.
-L’ha presa sotto la sua ala protettrice Barbabianca.-
Disse arrestando la corsa di Shanks.
-Capisco.-
-Cosa vuoi fare ora?-
-penso che sia naturale.-
Continuò sorridendo
-mi riprendo mia figlia.-
-E cosa pensi di fare quando l’avrai sotto i tuoi occhi?-
-Non lo so .-
Rispose semplicemente Shanks rivolto al rivale.
-da oggi è una ricercata e quando si verrà a sapere che è tua figlia, sarà ancora più in pericolo. Io non dirò il tempo, sarà il tempo a trasportare questa notizia alla marina.-
Ma il rosso ormai non lo ascoltava più, e Mihawk sorrise al ricordo di Saphira “l’unica che lo sopportasse abbastanza”.

*
*
*
Il sole che colorava il cielo con le sue mille sfumature pian piano lasciò spazio ad un cielo stellato.
La Moby Dick si muoveva placidamente sul calmo oceano Akane osservò il cielo stellato dimenticandosi il perché era uscita dalla mensa, ma poco dopo come un fulmine al ciel sereno le venne in mente.
stava cercando Ace.
Vagò per un po’ finche non lo trovò seduto sulla prua del galeone che leggeva dei fogli.
-Che leggi di bello Mr. Lentiggine?-
chiesi sedendomi sulla ringhiera.
-Ciao scarlatta.-
Rispose lui sorridendomi.
 -Vedo che ti sei ripresa.-
-Beh, non ho ancora capito cosa intendeva oggi quell’uomo.
Disse mettendosi una mano sotto il mento con aria perplessa.
- Glielo hai detto al Babbo?-
-non voglio preoccuparlo per sciocchezze del genere.-
Ace si alzò di scatto facendo cadere il giornale e prendendola per le spalle.
-Questa non è una sciocchezza! Qui c’è in gioco la tua vita e non prenderla alla leggera! Io non sopporterei di perderti!
Ace alzò la voce di due ottave spaventando non poco la ragazza, ma comprese che Ace era davvero preoccupato per lei.
Di slancio lo abbraccio premendo il viso sul suo petto e inspirando il suo odore.
-Scusa Ace …-
Lui la stacco leggermente da lui e notò i suoi occhi, avevano preso il colore del mare.
Un verde acqua inclinato all’azzurro molto luminoso.
-Akane, perché i tuoi occhi ora sono azzurri?-



 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


Capitolo 8
 
Akane si ritrovava seduta nella sua stanza, Precisamente sul letto a baldacchino arancione, il babbo l’aveva fatta arredare con i suoi due colori preferiti, viola e arancione.
Il suo sguardo continuava a vagare tra le tende in velluto viola e sul tappeto persiano invece di guardare gli occhi di Barbabianca.
Dopo che Akane aveva manifestato quei occhi color Turchese chiaro, Ace l’aveva portata nella sua stanza ed era andato a chiamare suo padre e Marco.
-Mh, non capisco proprio … -
Si lasciò sfuggire Barbabianca mentre posizionava una mano sotto il mento e osservava sua figlia.
-Cosa?-
Chiese lei ingenua finalmente alzando gli occhi e ritrovandoli Bianchi, ma appena incrociò lo sguardo con Ace il bianco assunse sfumature turchesi.
Marco fece un gesto veloce, quasi felino al vecchio Newget e uscirono dalla stanza della giovane.
Per i corridori non c’era anima viva, tutti i marinai si ritrovavano sbronzi a cantare a squarciagola canzoni ormai dimenticate oppure improvvisate.
Marco si appoggiò alla parete imitato dal padre.
-Cosa hai in mente figlio mio.-
-Niente di che papà, ma forse ho intuito qualcosa … e se fosse una discendente del popolo della luna?-
Barbabianca affilò il suo sguardo e rivolse tutta la sua attenzione al biondo che ghignava.
-Non si hanno prove della loro esistenza e … -
-Ma guarda caso l’isola che li ospitava si trovava più o meno tra il nostro mare e quello del rosso . Se ci fermiamo “all’isola dei soli” potrei fare qualche ricerca, visto che è famosa per la sua vastità di biblioteche ricolme di volumi antichi.-
Newget annuì e Si diresse con oche falcate nella sua stanza mentre Marco decise di andare a ritirare Ace dalla camera della sorellina prima che combinasse qualche guaio.
Quando aprì la porta se lo ritrovò lì, addormentato sul letto della ragazza con lei rannicchiata al suo petto mentre la stringeva forte a se.
Marco sorrise intenerito e svegliando l’amico con una gentilezza, che non sapeva di possedere, lo riportò nella sua stanza.
Nessuno seppe mai cosa sussurrò all’orecchio della giovane appena le braccia di Morfeo la avvolsero.
Ma nel suo inconscio Akane aveva sentito benissimo quella frase, quelle due lettere, quelle 5 parole.
Ma il suo subconscio lo mascherò bene come se fosse un sogno, e quella notte Akane sogno solo stelle luminose e ninna nanne dolci e melodiose.
Mentre Ace capì finalmente che cosa era l’amore.
*
*
*
-EEEEEH?-
Ace prese in mano i due pugnali di Akane, lanciandoli in aria e riprendendoli per poi tenerli in equilibrio sul dito.
-Dai forza.-
Marco le lanciò una spada dall’impugnatura in cuoio, Akane si sbilanciò in avanti riuscendo a prenderla, ma cadde picchiando il naso.
-Ahia … -
-Alzati, e mettiti in guardia.-
Akane fece forza sulle braccia e si alzò traballando, guardò la spada.
-Non sai come ci si mette in guardia?-
-Ehm … te l’ho già detto Marco che adoro la tua camicia?-
Rispose lei sorridendo e grattandosi la nuca con la mano libera.
Aveva letto innumerevoli libri sulla scherma, sapeva spiegare a parole ma non sapeva come metterle in atto, ma più che altro non voleva fare una figuraccia sbagliando ogni mossa facendo finta che le conosceva.
Quindi chiese a Marco di mostrargliele.
Marco si avvicinò a lei, le tocco la schiena spingendola a stare eretta.
-Tronco eretto.-
Poi abbasso le spalle.
-Spalle rilassate-
Sposto il braccio destro davanti e il sinistro dietro e fece la stessa cosa con le gambe.
-Peso al centro e gambe flesse per avere un buon equilibrio, appoggia il gomito destro appoggiato al tronco, così risparmi energie. Questa è la guardia ricordati sempre di stare in questa posizione quando tu e il tuo sfidante vi guardate, così sarai pronta ad attaccare in qualsiasi momento.-
Quando Marco si allontanò Akane ricadde come un castello di carte ma si rialzò subito impugnando la sua arma.
-In guardia-
Marco non si mise nella sua medesima posizione rimase dritto e soltanto un braccio verso di lei, dove impugnava la spada.
Lei gli mostrò la tipica posizione di guardia: ginocchio piegato, braccio arretrato inclinato verso il basso e mano armata rivolta verso l'avversario.
-Ok può andare bene.-
Con sguardo annoiato guardò le persone che si erano radunate sul ponte per osservarli.
-Inizia-
Impugnò al meglio l’arma e Akane inflisse il primo colpo ma andò a vuoto, quell’uccellaccio andava troppo veloce.
Riprovò con un taglio, non riuscendo a sfiorarlo.
Aumentò la potenza provando una mossa che aveva letto una volta in un libro: Mezzo dritto e rovescio.
La posizione è con la gamba opposta alla direzione da cui proviene il colpo avanzato, durante il colpo il busto ruota seguendo il movimento del braccio.
ma questo movimento portò solo a rompere un’asse della Moby Dick spezzandola a metà.
Akane la estrasse mentre Marco sopprimeva una risata.
Dal gruppo di curiosi c’era chi incitava la rossa e chi intimava a Marco di andarci piano con la sorellina.
Continuò a dare colpi a casaccio e alcuni troppo vicini al suo corpo ma all’ultimo  riusciva sempre a scamparsela.
Sembrava come se la volesse illudere che c’è l’avrebbe fatta anche solo a ferirlo poi lui si scansava con piccoli movimenti spezzando la fantasia della ragazza.
Marco fece un passo all’indietro e osservando la ragazza con il fiatone.
-Devo ammettere che sei forte, molto ma non hai mira vai troppo a casaccio dando colpi a vuoto e non proteggi il tuo corpo, sei troppo scoperta se fossi stato il nemico ti avrei già ucciso.-
-Ancora … -
Disse Akane con il fiatone mentre impugnava la spada con due mani e la portava davanti a se scrutando Marco sotto la sua frangia.
-Come vuoi.-
Fece spallucce lui e ricominciarono a combattere.
Ace la osservò, i capelli le fluttuavano ad ogni movimento sciolti in balia della brezza marina e dei movimenti veloci di lei, le gocce di sudore le scendevano dalla fronte leggere, lasciando scie invisibili sul suo viso latteo che per quanto sole prendesse rimaneva sempre così.
Sorrise mentre la osservava muovere i piedi velocemente scattando qua e la nel vano tentativo di colpire Marco, ma Ace sapeva che anche se Akane era consapevole che era quasi impossibile anche solo ferirlo continuava.
Non si sarebbe arresa.
Per questo motivo li tornò in mente Luffy.
Glielo ricordava tanto in questo aspetto, non si arrendevano mai.
Passarono delle ore e alla fine Marco chiuse l’ora di “lezione”.
Anche se Akane si ritrovava per terra stremata, controbatte l’idea di Marco, ma poi si misero d’accordo a continuare la mattina seguente, e così Ace e Akane andarono a pranzare anche se erano le 2:00, perché per tutta la mattinata si era allenata con Marco, e per la prima volta si può dire che la rossa mangiò hai livelli di Ace, ingurgitò tutto.
Si sentiva esausta e il suo stomaco reclamava cibo e così dopo 2/3 piatti di pasta, 2 di cosce di pollo e 3 budini si considerò sazia tanto da non prendere la sua solita mela e uscì dalla stanza portando un piatto pieno di carne sul ponte dove il suo fedele Felpato l’attendeva.
nella mensa rimbombò un sospirò di disapprovazione dalle infermiere e Barbabianca chiesero come mai mentre Maria, una ragazza alta e magra con tutte le curve al posto gusto e i capelli viola raccolti in uno chignon alto, controllava le condizioni del Babbo.
-Credevamo tutte che lei, sarebbe stata il buon esempio da dare a tutti sulla nave, ma a quanto pare sono stati gli atteggiamenti della nave a contagiare quella piccola.-
Finì con un sospiro.
-Gurararararararara-
Intanto sul ponte mentre il cucciolo mangiava Akane osservava la vastità dell’oceano, le onde quel giorno erano inesistenti e si poteva facilmente associare quella vastità d’acqua a una lastra uniforme azzurra.
- Hey. -
-Ace!_
Sorrise la ragazza e Ace notò i suo occhi farsi azzurri ma non li diede molto peso e continuò a parlare.
-Oggi il mare è calmo.-
-Già.-
-Ti voglio insegnare una cosa. -
Disse per poi avvicinarsi a una corda dell'albero di mezzana, Allungò la mano verso la scarlatta che senza esitazioni la accettò, lui la guidò fino ad una corda e le disse di aggrapparsi forte.
Lei ubbidì attorcigliando le piccole mani di porcellana alla corda ruvida.
Allora il corvino la imitò e tagliò sia la sua che quella di Akane contemporaneamente facendosi catapultare sopra le vele.
Naturalmente la ragazza si fece scappare un gridolino che si tramutò in una risata.
Era stupendo!
Il suo corp. Squarciava l’aria mentre si gettava sulle vele, un senso di libertà le circolava nel corpo ad abbracci etto con l’adrenalina che saliva.
Un brivido le scosse lungo tutta la schiena quando atterrò su un appoggiò di legno dove sovrastava il ponte.
-E’ stato stupendo Ace!-
Disse la ragazza per poi aggrapparsi a una corda per poi sporgersi, solo un piede era attaccato a quel fasullo “pavimento”.
-E’ meraviglioso, vedere tutti da qua su, guarda la c’è Satch! Li c’è Vista ah la c’è Mauro!-
La ragazza continuava a riconoscere ogni singolo ragazzo della ciurma mentre svolgevano le loro attività.
-sembri una bambina di 10 anni. -
Constatò Ace vedendo tutta la sua curiosità e sbalordimento per ogni singola cosa della nave.
-E tu di 5.-
Disse di rimando la giovane accompagnando l’affermazione con una linguaccia.
Quando si girò verso di lui vide il viso di Ace a pochi centimetri dal suo.
-Ace … -
Lui la prese per la vita con un braccio e la appiccicò al suo torace e con un balzo scesero a terra, questo gesto fece passare il colorito di Akane che divenne un bel bianco cadavere.
-ODDIO! Ma sei matto?!-
Li disse a terra dandoli una sberla sul coppino provocandogli non poco dolore.
*
*
*
Mi diressi verso le sartie per salire in cima alle vele, le osservai per poi guardare Ace che ancora si toccava la parte colpita.
Iniziai a salire sperando i non cadere per questa “piccola” arrampicata, Mi aggrappai e mettendo un piede dopo l’altro iniziai a salire, era divertente.
Quando fui in cima successe una cosa.
incredibilmente stupida, che mi poteva costare la vita.
Il piede mi si era incastrato.
Cercai di ragionare velocemente quando capì cosa fare, staccai le mani dalle corde e penzolai con solo il mio piede attaccato alla sartie, Guardai di sotto e vidi alcuni guardarmi ma non li riconobbi, continuai sulla mia idea e dimenai il piede facendolo scivolar fuori, appena successe iniziai a precipitare ma senza sapere il come o il perché, riuscì a fare uno scatto felino e a riaggrapparmi alla rete e scendere leggiadra.
-Scusate.-
Dissi io capendo che erano tutti preoccupati soprattutto dallo sguardo di Ace.
Risalì nuovamente, ma con Ace e ci sedemmo sulla coffa a osservare il tramonto.
-Sei una stupida Akane potevi rimanerci secca, come diavolo ti è capitato in mente?-
-Non so, ho agito d’istinto.-
Dissi sorridendo, lo so che era stata una cosa stupida, ma mi ero divertita come una matta.
-Bah. -
Commentò Ace mettendo una sua mano sui miei capelli arruffandomeli.
Io appoggiai la testa sulla sua spalla e mi lasciai cullare da quelle forti braccia mentre sudi noi le stelle del firmamento vegliavano su di noi.
*
*
*

Il giorno dopo sbarcammo u un’isola, anzi l’unico che sbarcò fu marco ma dopo un po’ riuscì a convincere Il babbo a farmi scendere, accompagnata da Ace e Satch con la promessa di tornare al tramonto.
Iniziai a camminare per le strade quando una voce leggera iniziò a galleggiare per le vie.
“I have always been certain 
Things are not always what they seem “

Iniziai a correre per le strade, composte da ciottoli di pietra argentati e le case dipinte di svariati colori pastello erano un susseguirsi infinito, almeno così sembrava per me, seguita dai due uomini tra le vie seguendo quella voce così melodiosa.
“Though the heavens stop turning 
I'll be holding on to our dream “

Entrammo in piazza,sovrastata da una chiesa abbellita da sculture gotiche e i vetri delle finestre erano colorate di mille vetri colorati, dove vi erano due donne che indossavano un vestito bianco e lungo dalle maniche lunghe e larghe che ricadevano morbidi sulle braccia per poi penzolare leggermente verso il fondo.
Ruotavano su se stesse mentre una suonava una chitarra e l’altra portava le mani al petto e cantando le note di quella canzone.
“We can fly away, fly away 
No more doubt, we'll have nothing left to say”

Le parole scorrevano sulla lingua della donna facendole galleggiare nell’aria portando un'atmosfera magica tra i presenti. 
- Balliamo ?-
“We can fly away, fly away 
From the darkness to the sun “

- cosa?-
Chiese Ace ad Akane
“Let our spirits be as one”
*
*
*
Ma lei non rispose e lo portò vicino alle due donne, lei li mise la mano sinistra sulla spalla e la destra prese la mano di lui mentre goffamente lui posizionava la mano sul fianco di lei.
-Adesso lasciati trasportare-
Iniziarono ad abbozzare qualche passo.
“You heard 
My Word 
My Hope “

Fecero qualche passo poi Ace fece fare una giravolta ad Akane.
“My Call 
We can fly away over 
You gave “

Ancora dei passi, anche se Ace era un po’ goffo non se la cavava male, Akane si ricordò quando ballava da sola nella sua stanza intonando qualche canzoncina.
“Your Hand 
Your Heart 
Your All “

Le prese la mano e la allontano un po’ e poi lei tornò indietro facendo delle giravolte per poi trovarsi aggrovigliata a Ace e poi lui la libero come una trottola per poi riportarla indietro con un gesto veloce del braccio facendo nuovamente combaciare I loro toraci.
“We can fly away over it all “
[La canzone è “We can fly away” di Emma Townshend]
*
*
*

La canzone finì così anche il ballo, le suonatrici ricevettero molti applausi e molte monete per il loro meraviglioso spettacolo accompagnato alla danza dei due sconosciuti.
La ragazza che cantava si avvicinò hai due sorridendo.
-Siete stati bravissimi, il mio nome è Shona, lei è mia sorella Akira. Vaghiamo in città e città portando con noi il nostro canto e mostrandolo a tutti.-
Si presentò la ragazza facendo una giravolta accompagnata ad un inchino imitata poi dalla sorella.
Le ragazze portavano i capelli raccolti in una coda alta, però la cantante li aveva color cielo mentre la sorella verdi come le foglie delle rose.
La pelle delle due era olivastra e gli occhi Marroni erano incorniciati da una riga spessa di eileyner nero, e le labbra carnose erano dipinte di rosso.
-Io mi chiamo Akane e loro sono Satch e Ace.-
Shona strinse la mano hai due giovani mentre la sorella rimase indietro ad osservarli.
-Quindi voi racimolate così i soldi-
Constatò Ace osservando hai loro piedi la custodia della chitarra piena di soldi.
-Noi vagabondiamo per il mondo portando con noi solo la nostra musica.-
Continuò Shona.
-E siamo veramente felici di ciò, perché è la nostra vita la musica. Per noi ella è come una barca per un pirata, se non hanno la barca i pirati non si possono muovere per noi è lo stesso per la musica.-
Akira riprese in mano la chitarra e incominciò a suonare un motivetto allegro.
“E come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte”

Shona mi prese per mano, e capendo cosa mi volesse fare mi tolsi le scarpe,  iniziò a farmi volteggiare.
“e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte”

ci fermammo e iniziammo a saltellare mentre ci muovevamo a ritmo, mentre la gente veniva di nuovo attirata dalla sua graziosa voce.
“tu non ti stanchi mai tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate”

Quella affermazione mi ricordò Ace che mi osservava con Satch davanti alla folla.
“e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte”

ci fu un minuscolo silenzio dove io e la turchina ci prendemmo a braccetto per poi muoverci a cerchio
“tu non mi basti mai prendimi l'anima”
Alzò la voce e ci staccammo allargando le braccia e volteggiando.
“e non mi basti mai muoviti amore sopra di me
e come un girasole io ti seguirò
e mille volte ancora ti sorprenderò
e come un girasole guardo solo te
quando sorridi tu mi lasci senza fiato”

Ci avvicinammo e Shona mi sussurro le parole in un orecchio continuando a danzare.
“e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte
e metti le tue mani grandi su di me
mi tieni stretta così forte”

Intonai quelle strofe pensando a Ace a quando mi abbraccio con le sue grandi mani, oppure quando ricopre la mia minuscola sotto la sua grande e protettiva.
“tu non ti stanchi mai tu non ti fermi mai
con gli occhi neri e quelle labbra disegnate
e come un girasole giro intorno a te
che sei il mio sole anche di notte”

Continuai io osservando Ace, mi avvicinai a lui e lo feci danzare con me.
“tu non mi basti mai prendimi l'anima
e non mi basti mai muoviti amore sopra di me
e come un girasole mi aprirò per te 
chiedimi tutto anche quello che non c'e'”

Riprese a intonare le note Shona, e altre coppie si aggiunsero a noi incominciando a ballare spensierati su quel mosaico che era stato fatto con pietre di vari colori in mezzo alla piazza che formava un girasole.
Sentivo la pietra fredda e ruvida sotto la mia pianta del piede ma non ci feci caso e continuai a danzare con Ace.
“e come un girasole io ti seguirò
e ancora ti dirò che non mi basti mai
non mi basti mai ….”
[ la canzone è “come un girasole” di Giorgia]

Finì Shona con un inchino ringraziando tutti e ricevendo altro denaro.
-Wow hai una bellissima voce Akane.-
Mi prese le Mani Akira sorridendomi.
-Eh dai, non sono così brava.-
Risposi io grattandomi la nuca,evidentemente imbarazzata.
Satch mi fece notare che era quasi il tramonto e così salutammo con un caloroso abbraccio le due sorelle e ci dirigemmo di nuovo alla nave che trovammo affiancata da un’altra.
-Ma quella è … -
Chiese Satch guardando il corvino.
-Che nave è quella?-
Chiesi io osservando il Jolly Roger che sventolava al ritmo del vento.
-La Red Force, la nave di Shanks il rosso.
- Shanks il rosso …?-
Feci eco io dimostrando la mia ignoranza sui pirati che circolavano in mare.
-Chi sarebbe?-
Ma non ricevetti risposta, salimmo sulla nave in silenzio.
Appena salimmo in mezzo a tutti vidi Barbabianca e un uomo dai capelli rossi girato di schiena, tutti i miei fratelli  e dei uomini che non avevo mai viso erano a debita distanza dai due e anche Satch e Ace tentavano di rimanere lontani ma non capivo il perché, venni accolta da Flato che mi saluto scodinzolando e attirando l’attenzione del rosso e dei sconosciuti su di me.
-Akane, ben tornata abbiamo visite da questo moccioso. Puoi venire qui per favore?-
Mi chiese il babbo, e senza fiatare mi avvicinai a loro e mi sedetti imparte a loro.
L’uomo aveva una ferita sull’occhio sinistro, il viso scurito dalle troppe ore al sole richiamava molto il viso di un bambino giocherellone e malandrino.
Tutto d’un tratto tutto scomparve e venni catapultata ad un porto, una ragazza osserva le navi che approdavano sull’isola contro le regole rigidissime di essa.
Quel giorno una nave pirata era sbarcata sull’isola, Il Jolly Roger è costituito da un teschio sovrapposto a due spade, anziché due ossa. L'occhio sinistro del teschio è segnato da una cicatrice a tre tagli, e li Akane riconobbe la nave che era vicino alla Moby Dick.
un uomo si avvicinò alla donna dai capelli color del grano che osservava affascinata l’oceano.
il mare è stupendo non credete signorina-
La donna si voltò stupita e osservò il giovane ragazzo dai capelli rossi che le stava parlando.
-Oh è il mio sogno più grande prendere il mare, ma mio padre non vuole ..-
Rispose lei vaga continuando a osservare la distesa d’acqua.
- My lady.
disse l’uomo facendo un inchino e prendendole la mano per baciarla.
-Io son Shanks.-
Sorrise lui presentandosi contagiando anche la donna.
-Io sono S … -

Ma la visione finì e ritornai a guardare quei occhi color onice abbelliti da pagliuzze bluastre.
Appena mi vide davanti a lui spalancò gli occhi ma nascose subito il stupore sorridendo beatamente e porgendomi la mano.
-Ciao Akane io sono Shanks! Ho sentito parlare di te e dei tuoi occhi.-
-I miei occhi?-
Chiesi indicandomeli.
-Non si parla altro nella marina della “piratessa dagli occhi argentati” che fa parte della ciurma di Barbabianca.-
- Piratessa dagli occhi argentati … -
Feci eco io, abbozzando un sorriso.
-Bene stasera vecchio vi voglio miei ospiti!-
Sentenziò l’uomo sorridendo come un bambino.
-Moccioso … accetto la tua proposta, FIGLI MIEI STASERA SI FA FESTA!-
Sentenziò il babbo facendo urlare tutti di gioia che venni contagiata anche io.
-Beh se ci penso ho fame anche io .-
Dissi sorridendo e Barbabianca mise la sua possente mano sopra la mia testa scompigliandomi dolcemente i capelli come fa un padre on la propria figlia.
Quando riguardai Shanks negli occhi però, la stessa visione che avevo avuto pochi attimi prima mi prevalse di nuovo nella mente ma io coprì tutto con un radioso sorrido.


Angolo autrice
Non è come capitolo ma spero ch vi piaccia lo stesso, per questo capitolo devo ringraziare mia sorella che mettendo la cassetta di “magiche leggende” mi ha fatto venire “L’Eureka”.
La canzone era troppo bella per non metterla e poi ascoltando “come un girasole” mi sono venuti in mente proprio Ace e Akane, mi sembrava proprio la loro canzone.
mi scuso per aver aggiornato a quest’ora ma l’ho finito adesso.
Ringrazio di cuore tutti colore che recensiscono e leggono questa storia.
Ringrazio calorosamente tutti quelli che hanno messo la storia nelle preferite, ricordate, seguite e anche i lettori silenziosi.
Ci sentiamo al prossimo capitolo.
Baci baci Sala-chan <3

 

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


Capitolo 9
 
Akane vagò con la mente, mentre gli ultimi raggi del sole illuminavano il ponte della Moby Dick.
Akane respirò l’odore di salsedine che ormai era mischiato alla birra che i ragazzi bevevano.
Akane sospirò maledicendo il suo odio per l’alcool non sopportava niente, solo l’odore le faceva girare la testa e le saliva la nausea come se fosse stata in mezza a una tempesta e fosse trasportata dalle onde.
Decise di tornarsene nella sua stanza almeno fino all’ora di sera quando sarebbero andati in un’osteria giù in paese.
“Se ci fossero arrivati” ormai più della metà degli uomini era ubriaca fradicia mentre gli unici ancora sobri erano i due capitani il braccio destro di Shanks e i primi due comandanti e il 4 di Barbabianca,quindi immaginatevi stare da sola in mezzo a una banda di ubriachi.
Le infermiere si erano rifugiate in infermeria, non prima di fare una ramanzina al capo sul non bere nessun alcolico, cosa che Newget non ascoltò perché nessuno poteva toglierli il suo sakè.
-Uomini ..-
Sussurrò la ragazza spargendo una gran quantità di Haki, facendo cadere i uomini più deboli, e andandosene.
-Allora, Shanks … quello che mi hai rivelato prima è tutto vero?-
L’uomo ingurgitò un terzo boccale ricolmo di birra e sorrise all’imperatore.
-Certo!-
Disse sorridendo e osservando il bicchiere di birra ormai vuoto.
- Saphira è e rimarrà l’unico Amore che io abbia mai amato, e sono fiero della bambina che è nata dal frutto del nostro amore.-
Disse assorto nei suoi ricordi.
Era meravigliosa, i capelli boccolosi d’orati le scendevano leggiadri sulle spalle, la sua pelle color porcellana non cambiava mai rimaneva la medesima anche dopo ore sotto il sole, e gli occhi d’orati erano perennemente abbelliti da un ombretto color rosso.
Il suo sorriso, apriva le porte del paradiso … così semplicemente divino.
-Oh Saphira … è proprio tua figlia.-
Continuò lui alzando il boccale chiedendone un altro.
-Ma scusami Shanks perché non glielo dici? Lei ti sta cercando, vuole ritrovare suo padre. Perché non siete mai andato a  prenderla??-
Disse Ace scaldandosi non poco, perché lui sapendo dove era non era mai andata a prenderla?
-Perché mi chiedi pugno di fuoco? Semplice … Suo nonno mi scrisse una lettera dove tra i vari insulti c’era scritto che Saphira e il “mostro” che portava in  grembo erano morti. Io non gli credetti mai ma non mi lasciò mai varare la porta della sua tenuta, e io non potevo di certo uccidere il nonno di Akane … per una promessa fatta a Saphira.-
finì lui bevendo in un sorso il quarto boccale.
-E se adesso glielo dicessi e qualcuno facesse l’uccellino andandolo a dire alla marina Akane si ritroverebbe una taglia enorme sulla testa senza aver fatto niente e sarebbe ancora più in pericolo, un po’ come te pugno di fuoco.-
E qui Ace capì, lui era sempre stato dannato quando si scopriva che era il figlio di Gold D. Roger Akane avrebbe potuto avere lo stesso destino.
-capisco.-
Disse sono scolandosi un bicchiere di birra anche lui.
-Capisco .-
Ripete assorto dai ricordi negativi che lo attanagliavano, un brivido freddo gli attraversò la schiena.
Non avrebbe permesso niente di ciò ad Akane!
Lei non era come lui, lei non era un mostro lei era semplicemente un angelo per lui.
Intanto che sul ponte tutti facevano festa, Akane stava arrivando nella sua stanza quando davanti alla porta trovò un pacco rettangolare fasciato in una carta arancione e in alto a destra un vistoso fiocco rosso.
La rossa lo prese ed entrò con i suo fedele Felpato sempre accanto a le, nella sua stanza.
Prese le forbici dalla scrivania e le portò sul letto con lei.
Analizzo il pacco compiendo i soliti passaggi, lo prese in mano e iniziò a scuoterlo senza sentire niente all’interno, poi lo mise contro luce per provare a vedere cosa c’era dentro ma tutto ciò era inutile.
-Beh, non so ne anche se è mio, ma visto che si trovava davanti alla mia porto suppongo di si …. Apriamo!-
Impugnò le forbici e con delicatezza staccò il fiocco e facendo un taglio verticale aprì il pacco mostrando sotto una scatola color crema, appallottolò la carta arancione e la lanciò sul tappeto persiano e osservò la scatola dove sull’angolo destro c’era scritto qualche cosa.
La scrittura era grande e arricciata, fine e d elegante, la definì Akane.
-Un piccolo regalo per la “piratessa dagli occhi argentati”.-
Lesse ad alta voce per poi aprire la scatola.
All’interno c’era un vestito, Akane lo prese in mano osservandolo, per poi alzarsi e andare davanti allo specchi, lo appoggiò addosso tenendolo fermo al seno con una mano mentre con l’altra alzava la gonna facendo una piroetta.
-E’ stupendo … -
Il vestito era azzurro, le maniche corte erano abbellite da un po’ di stoffa bianca, la scollatura a barchetta, alla vita c’era una cintura marrone fine e la gonna era ampia e giungeva fino alle caviglie.
si avvicinò alla scatola vedendo un fiocco del medesimo colore, lasciò i capelli sciolti, accorgendosi che erano troppo lunghi, così prese le forbici e chiudendoli con forza li tagliò facendoli arrivare fino a metà schiena.
Si guardò allo specchio camminando sopra le ciocche rosse per terra e raccogliendo alcuni capelli lunghi che componevano la frangia e quelli che ricadevano sulle orecchie li porto dietro fermandoli con il fiocco azzurro sulla nuca.
Ai piedi indosso dei sandali bianchi a schiava con un leggero tacco, queste gliele aveva prese Marco insieme agli stivali.
-Ohi!-
Urlò Marco da fuori sbattendo violentemente la mano sulla porta.
-Gli altri sono andati già in osteria, vieni.-
Akane aprì la porta e sorridendo all’espressione basita di Marco disse.
-Sono pronta!-
intanto in paese i pirati di Barbabianca e del rosso ballavano e cantavano mentre con boccali ricolmi di birra li facevano scontrare tra di loro urlando con gioia alla luna piena la loro felicità.
Ace non aveva toccato cibo e osservava un punto vuoto mentre sospirava pesantemente.
-Ace ..-
Disse Satch toccandogli la fronte con una mano.
-No no hai la febbre.-
Sentenziò.
-Ma che fai pirla!-
Sbotto di rimando leggermente alterato all’amico.
-Stai aspettando Akane?-
-ma che dici … -
Disse lui guardando da un’altra parte  incontrando gli occhi marroni di Shona e Akira.
- Hey ragazze!-
Salutò lui agitando la mano.
-Oh, giovane Ace quale onore vedervi di nuovo qui.-
Disse con voce teatrale mentre faceva un inchino, e Ace non poté che pensare quanto fosse strana la gente di spettacolo, Akira si nascondeva ben bene dietro la sorella.
-Che ci fate qui ragazze?-
Chiese Satch salutandole con un gesto del capo.
-Come potevamo non accompagnare voi pirati con i nostri canti in una notte così?-
Rispose la turchina mentre cercava di scorgere qualcuno tra i pirati.
-Chi cerchi Shona?-
-Starei cercando Akane, vorrei tanto che cantasse con me. -
Disse sistemando meglio il vestito ch portava.
Una fascia per il sen e dei pantaloni a palloncino il tutto rigorosamente viola sia per Shona sia per Akira.
-Dovrebbe arrivare a momenti.-
-Allora noi iniziamo … -
Disse facendo un cenno alla sorella che si mise a suonare zittendo tutti, gli occhi di ognuno si ritrovavano sulle due donne.
La chitarra iniziò a intonare una note veloci e libere, che facevano trapelare la gioia a ogni movimento che le dita facevano quando si muovevano sulle corde.
“Le modelle di Chanel 
Prigioniere in un atelier 
Le ragazze nel metrò 
Hanno sguardi lontani e mani fragili 
Quale amore le fermerà 
Cuori in attesa nell'oscurità
Donne candide donne che si arrendono 
Donne in amore l'amore le perdonerà 
Donne magiche donne che sorridono 
Dolce mistero il tempo non le
Donne candide donne che si arrendono 
Donne in amore l'amore le perdonerà 
Donne magiche donne che sorridono 
Dolce mistero il tempo non le cambierà “
[Le ragazze di Gauguin di Michele]

La voce di Shona scattava veloce e fulminea tra una nota all’altra, rendendo la canzone ritmica e veloce facendo venir voglia gli uomini di cantare con lei anche se uscivano voci stonate in preda all’alcool.
D’un tratto due figure fecero capolino facendo zittire la musica e tutti rivolsero l’attenzione a loro.
-Ciao a tutti.-
Saluto Akane sorridendo avvicinandosi ad Ace.
-Come sto’?-
Di fianco a lui Shanks sghignazzava vedendo il ragazzo arrossire come un peperone e non poteva far altro che pensare a quanto fosse bella sua figlia e il perché si fosse innamorata di una carbonella simile.
Per pietà non aveva niente contro Ace ma era pur sempre sua figlia e un padre era sempre geloso.
-Bellissima … -
Intorno a loro le note della canzone continuavano a vagare e Akane batteva un piede per terra a ritmo mentre guardava gli occhi color onice di Ace.
-Balliamo? -
Chiese Shanks tirando fuori dal’imbarazzo Ace, il rosso porse una mano ad Akane che lei accetto e si tuffarono a ballare, l’unico braccio che aveva le avvolse la schiena provocandole un brivido per tutta la spina dorsale;  e si sentì come se lo conoscesse da sempre, come se ci fosse un legame con lui.
- Shanks sapete ballare bene, chi ve l’ha insegnato?-
Chiese curiosa Akane continuando a volteggiare.
-Datemi del tu Akane. Beh, una ragazza che io amo molto.-
Disse facendole fare una giravolta.
-Deve essere bellissima, per aver catturato il cuore del rosso.-
-Già, sapete mi ricordate molto lei.-
Continuò lui attirando la sua attenzione.
-Davvero? Come si chiamava?-
Chiese ancora più curiosa avvicinandosi al suo viso.
Una immagine si fece l’argo nella sua mente, una donna che intingeva con una mano una penna d’oca nel inchiostro mentre con l’altra mano si accarezzava il gonfio ventre.
Sbatte gli occhi un paio di volte ritornando concentrata sull’uomo di fronte a lei.
-Non credo che vi interessi.-
Disse lui e la lasciò così, dopo che Akira suonò l’ultima nota lui se ne andò, la mano calda si staccò dal suo busto e se ne andò con un sorriso malandrino stampato sul viso.
“cosa vorrà dire …”
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un ringhio, Felpato osservava il mare e lentamente come una litania sentiva qualcuno chiamarla, “Akane la sopravvissuta”.
Si girò di scatto verso il mare leggermente mosso, e si piego sulle proprie ginocchia accarezzando la testa del cagnolino che aveva di fianco a lei..
-Che cosa c’è?-
Chiese Ace che mangiava dei spiedini e stava lottando contro qualcuno per l’ultimo cosciotto.
-Non c’è niente, sarà stata la mia … -
Non terminò la frase perché un’enorme tentacolo violaceo uscì dall’acqua e si schianto sulla spiaggia alzando tutti i granelli e mettendo in allerta tutti.
Il tentacolo placidamente si stacco dalla spiaggia e le ventose rilasciarono i sassolini che avevano attaccate a esse, Akane si portò la mano al petto stringendo il medaglione d’orato.
Gli occhi minuscoli color arancione schizzavano da una persona all’altra senza fermarsi finche non si fermarono su Akane, il polipo ruggì prepotentemente scagliando alcuni uomini lontani portati via dalle onde sonore e un tentacolo si diresse verso la rossa.
Akane incrociò gli occhi del gigantesco animale facendolo indietreggiare ma  esso non demorse e muovendosi, seppur a fatica, indirizzò il colpo alla ragazza la quale riuscì a scansarlo correndo via.
barba bianca tagliò di netto, con la sua lunga alabarda, il tentacolo ma questo ricresce’ subito sbalordendo l’uomo ch continuò a lottare contro quell’essere, come aveva potuto toccare i suoi figli??
Ace velocemente infiammo le braccia e stava per colpire il polpo quando un uomo glielo fece deviare con una sostanza appiccicosa che lo scaraventò sulla spiaggia appiccicando il braccio destro hai granelli d’orati.
L’uomo portava i capelli neri raccolti in una coda bassa, e gli occhi marroni erano puntati su Ace.
E Ace lo riconobbe, era l’uomo che avevano visto al mercato, ma era giovane, molto più giovane.
Di quel vecchio pelato era rimasto solo un vago ricordo e la bruciatura non c’era più sul suo viso, o meglio c’era ma lieve come se una matita avesse cancellato non del tutto quello sfregio dal suo viso..
-Tu maledetto … -
Ringhiò il corvino staccando il braccio dalla sabbia e sciogliendo con la temperatura del suo corpo la sostanza verdastra.
-Non intrometterti moccioso.-
Sibilò prima di fare un gesto veloce con la testa, a quel comando il polipo mandò tre dei suoi tentacoli sopra gli uomini del rosso e di Barbabianca immobilizzandoli sotto di lui.
Shanks si mise di scatto di fronte al polipo e lo fisso negli occhi.
-Togliti.-
Disse in modo minaccioso, il polipo si limitò  indietreggiare ma quando il bruno lo riguardo e fece lo stesso movimento stavolta immobilizzo Ace, Marco, Barbabianca, il rosso e Satch.
Poi osservò la ragazza tremante lontana 10 passi da lui, sguainò la spada e fece il primo passo facendola indietreggiare.
-Stavolta non ho intenzione di giocare ha nascondino “figlia della luna” quindi vieni con me senza fare storie.-
Akane indietreggiò terrorizzata finché non inciampò sui propri piedi per poi cadere.
-AKANE SCAPPA!-
Urlò Ace intrappolato sotto il tentacolo del polipo.
-La ragazza sfiorò una spada e tremando la punto verso l’uomo.
-Stai lontano altrimenti … -
Ma l’uomo non l’ascolto, e continuò ad avanzare finche la spada non si conficco nel suo stomaco.
-Ragazzina osserva, cosa può fare il sangue che ti scorre nelle vene. -
Disse togliendo l’arma dallo stomaco, il sangue non uscì e la ferita si rimargino in pochi secondi.
Akane spalanco gli occhi terrorizzata, l’uomo le prese i capelli osservandola.
Il viso era tirato gli occhi chiusi, strizzati e le labbra producevano urla doloranti.
-SEI UN MOSTRO!-
Urlò lei ricevendo un altro strattone dai capelli, gettandola vicino al tentacolo che teneva prigioniero i due capitani e i comandanti.
-Io mi chiamo Micciu, ma per te sarò solo il “Padrone” ora.-
Disse tirandola per i capelli, ma stavolta non urlò si limitò a mordersi il labbro.
-Di “Si Padrone”.-
-Baciami il culo .-
Disse lei venendo di nuovo gettata a terra.
Ace vedendo tutto ciò stava per urlare, piangere lacrime di sangue.
Faceva incredibilmente male.
Improvvisamente quando Micciu le riprese i capelli, ed essi mutarono divenendo bianchi e gli occhi si aprirono di scatto.
La piccola mano premette con forza sul viso di lui e l’altra prese il braccio facendolo scricchiolare  lui lascio andare la presa urlando dal dolore.
Akane, tenendo sempre ferma la mano sul suo viso, lo getto lontano creando un buco sulla spiaggia, poi si voltò verso il polipo guardandolo dritto negli occhi, intorno a lei si alzò un polverone mentre l’animale  se ne andò lasciando liberi tutti.
Le gambe cedettero gli occhi si chiusero e i capelli tornarono rossi, sentì due forti braccia prenderla al volo prima di scivolare nell’oblio.
Barbabianca camminò sicuro verso quell’uomo che ormai stava per terra, ma a momenti non lo riconobbe.
I capelli si staccavano dalla acute divenendo cenere, il suo corpo si rimpiccioliva mentre la pelle diventava rugosa e piana di grosse macchie nere e marroni, come dei grandi nei sparsi qua e la sul corpo.
-Ahahahahah …. -
Rise a bassa voce l’uomo, mentre il viso diveniva bruciato a metà.
- Micciu non ha compiuto la missione, Micciu merita questa fine.-
Sospirò l’uomo prima che Barbabianca lo prendesse per il colletto.
-Moccioso, come hai osato toccare la mia famiglia?-
-Per venire a ritirare l’ultima discendente dei figli della luna, avrei ucciso tutti i tuoi figlia Barbabianca .. ma non ho fatto i conti con i suoi enormi poteri .-
Shanks spalancò gli occhi allontanandosi da Ace che teneva in braccio la ormai stremata rossa.
-Come fai a sapere di quel popolo, Parla!-
-Lo so perché, siamo stati noi a sterminarle … -
Pronunciò le ultime frasi con un sorriso mentre il vento soffiò sulla sua pelle facendola lentamente disintegrale finche non scomparve tutta.
-Moccioso.!-
Disse avvicinandosi a Shanks, che ormai si trovava paralizzato con gli occhi spalancati.
-Ci devi delle spiegazioni!-
-E ve le darò, ma prima saliamo sulla nave e allontaniamoci da qui, Barbabianca salì sulla mia nave appena Akane sarà sveglia, li le spiegherò ogni cosa. -
Disse prima di richiamare i suoi uomini sulla Red Force.
*
*
*
Ci vollero delle ore prima che la ragazza riprendesse i sensi, un forte dolore agli occhi l’aggredì facendoli richiudere con forza mentre con le mani li copriva.
-Akane va tutto bene?-
Chiese Ace avvicinandosi alla ragazza, prendendole dolcemente le mani scostandole dal viso. Riempito di cerotti dalle infermiere.
-Mi bruciano da impazzire gli occhi … -
Dissi provando ad aprirli, con scarso risultato, così ace le passo una fascia sugli occhi per tenerli all’ombra e prendendola in braccio la portò sul ponte per poi prendere una corda e gettarsi sulla Red Force dove apparentemente ogni uomo faceva i propri compiti ignorando i due capitani che discutevano abbastanza animatamente sul ponte, mentre un annoiato Marco osservava che nessuno facesse un passo falso verso Barbabianca.
-Papà si è svegliata.-
Disse Ace sedendosi accanto al padre con la ragazza in braccio che cercava di capire dove fosse.
-Ace dove siamo?-
Chiese aggrappandosi istintamente al ragazzo.
-Siamo sulla Red Force, l’imbarcazione di Shanks … -
-Lui conosce le tue origini.-
Disse Marco interrompendo Ace.
-Perché quelle bende sugli occhi?-
-Gli facevano male così glieli ho bendati per ogni precauzione! Magari se stanno all’ombra … -
-Aspetta Ace, Shanks è vero che conosce le mie origini??-
-Si.-
Sentenziò il rosso bevendo un bicchiere di Sakè.
-Akane, ascoltami attentamente.-
Sentenziò il rosso creando un’aura di suspense tra i presenti.
-Tutto questo ebbe inizio anni addietro, nei meandri del passato, non ci sono prove di quello che sto dicendo aperte i tuoi occhi. La storia che vi racconterò non avrà un lieto fine anzi tutto il contrario quindi Akane sei pronta a saperlo anche se ti farebbe incredibilmente male?-
-Si, Shanks lo voglio sapere.-
L’uomo sorrise e osservando il cielo tempestato di stelle iniziò la sua storia.
-La terra della luna si trova sopra un’isola che si sposta ogni mese, perché si trova sopra una tartaruga Bianca. Anche se l’isola si ritrovava sopra un carapace  sopra di essa cresceva una meravigliosa e rigogliosa flora e fauna. Questo popolo si era sistemato li dalla notte dei tempi, e si dice che la Dea Luna, Sheireen, l’aveva benedetta per la loro devozione e forza donandogli i suoi poteri, almeno così dice la leggenda.-
Un altro bicchiere di Sakè venne bevuta dal rosso mentre Akane si posizionò meglio tra le gambe di Ace e lui le circondava la vita con le braccia.
Un grugnito da parte di Barbabianca lo incitò a continuare.
-Per questo hai i capelli Bianchi Akane e anche gli occhi e se adesso osserverai le tue ferite le vedrai rimarginate.-
Akane si tastò il braccio cercando di trovare le fasce, non riuscendoci e così l’aiuto Ace.
Sentì la fasciatura sfilarsi dolcemente dal braccio e le dita calde di Ace sfiorarglielo.
Non percepiva più il dolore di prima.
-Akane è tutto rimarginato.-
-Ve l’ho detto.-
Continuò Shanks bevendo nuovamente un altro bicchiere e offrendolo a Barbabianca in una bacinella più capiente.
-Al centro dell’isola si erigeva il villaggio, vivevano in stretto contatto con la natura, le capanne erano fatte con foglie intrecciate tra di loro, e utilizzavano ogni singola cosa che trovavano in natura. Uccidevano gli animali solo quanto bastavano insomma, rispettavano la natura e gli esseri viventi.-
Akane riusciva a vedere perfettamente tutto ciò, le donne vestite di pelle di cinghiale che costruivano armi sopra tappeti formati dall’intreccio di foglie verdi, mentre gli uomini creavano il fuoco e raccoglievano la frutta, I bambini che correvano per il villaggio giocandosi a rincorrersi e i ragazzi che si allenavano con i propri poteri. Infine gli anziani si riunivano nelle dimore a leggere con le ossa provavano a leggere il futuro.
Questa visione le riempiva il cuore di gioia e malinconia vedendo il villaggio quando era sbocciato in tutto il suo splendore.
-I figli della luna erano immortali,e di solito non avevano relazioni con abitanti al di fuori dell’isola. Ma  una donna di nome Maya si era innamorata di un uomo di un’altra isola, naturalmente gli abitanti del carapace erano ben ospitali e non trovavano strano o impuro questo incrocio, dal loro amore nacque una bambina … -
- Saphira … -
-Esatto, tua madre, devi sapere che gli abitanti dell’isola avevano dei poteri ognuno diverso dall’altra ma tutti ne possedevano due che li accumunava.
Alzo l’indice.
-1, Avevano il potere di trasmettere i ricordi. -
Alzò anche il medio
-2, il vostro sangue … può donare la vita eterna e rimarginare qualsiasi ferita. Almeno su di voi ma se qualcuno ingerisce il vostro sangue può curarsi velocemente però la vita può essere allungata. Ma dopo un po’ di tempo, il corpo ricomincia a invecchiare più velocemente così bisogna bere sempre il vostro sangue.-
Si fermò nuovamente per versarsi un altro bicchierino ma la bottiglia era vuota.
- Ohy, Yasop! Portaci un’altra bottiglia!-
-Ma anche no capitano, non sono la tua balia!-
Disse portando una bottiglia.
-Grazie!-
Sorrise sornione.
-Continui?-
Tuonò Barbabianca ormai stanco delle sue interruzioni.
-Un pirata. Un pirata venne a conoscenza di questo potere e bramoso e tracciando la rotta lineare che compiva sempre la grande tartaruga, arrivò sull’isola di notte. Appiccò un incendio e tra le urla dei bambini strappate dalle amorevoli braccia delle madri, uccise tutti gli uomini e imprigionò le donne per usarle come serve e ucciderle appena avrebbero avuto bisogno del loro sangue. E i bambini ebbero lo stesso destino degli uomini. Uccisi per poi berne il loro sangue. La tua gente venne tutta sterminata, ma … . Maya, riuscì a salvare Saphira.-
Akane iniziò a respirare pesantemente sentendo qualcosa premerle sul cuore come l’ultima volta, Shanks si avvicinò a lei e le tocco la testa.
-Libera la mente, calma rilascia lentamente l’Haki …. -
-Cosa le sta  succedendo?-
Chiese Ace preoccupato.
-I figli della luna posseggono un Haki potentissimo e lo tengono tutto dentro, lo accumulano fino a quando non iniziano a sentire dolori al cuore che possono portare alla morte.-
Spiegò corto lui ricominciando ad occuparsi di nuovo della figlia, la fasciatura di Akane iniziò a bagnarsi tutta e Ace iniziò a sfilargliela, ritrovando due occhioni completamente lucidi, e le guance di solito color pesca ora erano rigate dalle lacrime salate.
-Quindi mia mamma è morta così … -
-Esatto, non è stata colpa tua.-
Le sorrise sinceramente Shanks.
Per due giorni Akane rimase abbracciata a Ace piangendo come una fontana ricordando il so popolo e sua madre.
Le immagini del sterminio del suo corpo erano cucite nella sua mente e non riusciva a veder altro, per due giorni venne assalita dai loro fantasmi.
E per due giorni Ace le fu accanto.
All’alba de terzo giorno uscì dalle sue stanze mentre Ace dormiva , doveva sapere …
Sapere se quello che da giorni la sua mente rimuginava fosse vero.
Doveva saperlo.
Appena giunse sul ponte deserto vide la Red Force Allontanarsi, così salì sulla ringhiera e con una mano si aggrappò ad una corda mentre in corpo si sporgeva fuori dall’imbarcazione.
-SHAAAAAANKS!-
L’uomo comparì subito dall’altra nave e la osservò.
-COSA C’E’ “OCCHI ARGENTATI”!-
-SEI TU MIO PADRE?-
Quella domanda lo spiazzò, e decise di fare l’unica cosa giusta.
- No. -
Mentirle.


ANGOLO D'AUTRICE
Ciao ragazzi come va?
Allora che rivelazioni in questo capitolo, spero che vi siano piaciute e gli altri perchè verranno spiegati più avanti.
Un grosso bacio e un enorme grazie a chi legge ancora la mia storia.
Un grazie speciale va a chi ha recensito e messo nella storia nelle Preferite/Seguite/Ricordate.
P.S= avrete una piccola sorpresa nel prossimo capitolo ^^.

 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***




Capitolo 10


 
Shanks aveva cucito sul suo volto il miglior sorriso che aveva a disposizione ma quando si girò, il suo sorriso assunse pian piano mutazioni che portarono alla fine a delle smorfie di dolore.
Ora se la immaginava li a urlare il suo nome perché non ci credeva, e con una mano ben attorcigliata a una corda si teneva in equilibrio mentre l’altra sventolava per cercare di attirare la sua attenzione.
Quale dolore atroce deve sopportare un padre che non vuole far altro che riabbracciare sua figlia?
Quanto vorrebbe poterla stringere a se e sussurrale un “ti voglio bene”.
Avrebbe voluto portarla via da quella nave e portarla con se, salpare per mille avventure o semplicemente bere insieme a lei un po’ di sakè.
Vedere la sua prima scazzottata, allenarla per farla diventare una famosissima pirata.
Regalarle un cucciolo!
Insomma fare cose che farebbero dei padri normali.
Quanto avrebbe voluto festeggiare tutti quei compleanni in cui lui non c’era.
Invece le aveva soltanto potuto regalare un vestito, gliele avrebbe dovuti comprare molti, insieme a gioielli, spade e altre cose.
Si rintanò sconsolato nella sua stanza dove, inutile dirlo, il colore predominante era il rosso.
Si accasciò sull’amaca che utilizzava come letto e penso.
Prese da una tasca una foto e con l’indice iniziò ad accarezzare quel pezzo di carta.
-Oh Saphira … -
Sussurrò intanto che tracciava il profilo della bionda, i capelli boccolosi e luminosi come il sole erano sempre lasciati liberi di correre sulla schiena diafana di lei, che anche dopo ore al suole non cambiava minimamente rimanendo lattea.
I suoi occhi grandi color ambra, rispecchiavano la sua gioia e la sua voglia di vivere, erano perennemente incorniciati da un ombretto rosso.
Le labbra carnose e rosee sempre tirate in un sorrise ingenuo e puro.
In quella foto indossava un morbido vestito a righe che giungeva fino alle ginocchia, e un cappello bianco sulla testa; Un giovine dai capelli scarlatti teneva una mano sulla sua vita mentre con l’altra teneva un cappello di paglia.
-Questa è stata la nostra ultima foto assieme.-
Si ricordava bene il giorno in cui l’aveva lasciata al porto, lei sorrideva con gli occhi lucidi e gli sussurrava un “ti aspetterò per sempre, e ti amerò per sempre.”
E lui le sorrideva, sincero cercando di non fare il pessimista.
Si tennero in contatto con delle lettere e i lumacofoni, e quando gli giunse la notizia del cucciolo che cresceva nel ventre della donna, il rosso non poteva che esserne più felice.
Ma dopo un po’ lei non scriveva più, così cercò di contattare suo padre.
Quando si presentò davanti la dimora, un’anziana uscì per porgerli una lettera e poi scomparve, ma non prima di sorriderli e di dirli “io sono Sakura, mi prenderò io cura di Akane.”.
Akane che meraviglioso nome, pensò Ace, Saphira non poteva scegliere un nome più azzeccato.
Sospiro pesantemente chiudendo gli occhi, e cercò di sognare.
Si perché era l’unico posto dove poteva rivedere gli occhi ambrati e la tenerezza di Saphira.
-Saphira … -
*
*
*
Akane era rimasta ferma, in equilibrio sulla ringhiera del  galeone che osservava la Red Force allontanarsi pigramente sull’acqua.
Provò ad urlare, a un cercare un perché, ma niente.
Si sporse ancora di più movendo la mano come a richiamare qualcuno, ma nessuno la ascoltava, nessuno la vedeva.
La mano che teneva la corda si strinse ancora in più intorno a quel vecchio oggetto, fino a far diventare le nocche bianche, una rabbia immensa la invase, ma non poteva farci niente …
Le lacrime incominciarono a rigarli il viso mentre  il cielo si copriva sempre di più di densi nuvoloni grigi che non potevano portare nulla di buono.
“Sopravvivrò. In qualche modo contorto.”
Pensò mentre passava una mano sugli occhi, nessuno doveva vederla piangere, piangere era una cosa da deboli.
Almeno così aveva letto in un libro, Piangere era da deboli, voleva dire che non sapevi far altro che rintanarti in un angolo e piangere perché non potevi far altro.
E in modo era così, aveva riposto tutte le sue speranze in Shanks, ma aveva fatto un buco nell’acqua.
-Questo fa pensare che la speranza è una grande troia … -
Disse lei ridacchiando mentre le lacrime continuavano a scendere lungo le guance diafane, quelle risate poco dopo si tramutarono in singhiozzo finche non in urla di dolore.
Si lasciò cadere sul ponte dove coprì il viso con le proprie mani e si rannicchio di lato.
Si sentiva così debole, così fragile.
Ma non era dolore quello che sentiva quello che sentiva dentro era un gran vuoto che predominava sul dolore così tanto da cancellarlo dalla mente della ragazza.
Lei voleva solo annullarsi, spegnere ogni emozione non parlare più.
La pioggia incominciò ad accarezzarle il suo corpo, facendo scivolare ogni goccia sulla sua pelle e poi appoggiarsi sul pavimento in legno, si mise in ginocchio osservando le goccioline caderle in faccia e nasconderle le lacrime.
La pioggia era una buona amica, faceva si che tutte le persone piangessero tutti assieme e nascondeva le persone che realmente piangevano.
Soprattutto non faceva sentire sola ogni persona che piangeva, ti veniva da  pensare “Anche il cielo è triste” e Akane abbozzò un sorriso mentre continuò a lasciarsi abbracciare dalla sostanza trasparente.
Per un minuto, per un minuto Akane non si sentì sola.
E questo la rincuorò.
“Ma io sono realmente sola al mondo?”
Si alzò traballando, si asciugò nuovamente il viso con una mano e si diresse verso la mensa.
Aprì la porta lentamente vedendo all’interno poche persone, Shona e Akira erano sedute ad un tavolo isolato e mangiavano lentamente una zuppa, Le infermiere bevevano un caffè al loro tavolo e i comandanti bevevano allegri, e li vide il corvino bere senza emozione, sembrava .. triste, preoccupato.
“Sarà una mia immaginazione.”
Pensò Akane entrando senza farsi notare e sedendosi ad un tavolo.
Non aveva voglia di parlare con nessuno, dopo qualche attimo sentì un tessuto caderle in testa, alzò lo sguardo incontrando quello di Satch che la osservava sorridendo.
Sulla fronte si presentava un taglio chiuso da 3 punti, e Akane collegò subito il taglio all’attacco del polipo.
-Scusa. -
Sussurrò lei abbassando ancora di più la testa.
Satch sorrise intenerito e le sedette accanto osservandola.
-Come mai? -
-Per la ferita sulla fronte.-
Lui distrattamente se la sfiorò ricordandosi del polipo che l’aveva gettato sopra una roccia.
-Ma che di questa? Non è stata colpa tua e poi … grazie a questa. -
Si indicò la cicatrice.
-Penelope mi ha curato.-
Sogghignò l’uomo ricordandosi del bacio rubato appena aveva finito le cure.
La ragazza non riuscì a trattenere una piccola risate, seppur piccola era una risata, gli occhi di Ace si illuminarono a quel suono cristallino, simile a mille trilli in festa e voltò il proprio sguardo verso la ragazza, Satch le sfregava i capelli energicamente mentre la ragazza ridacchiava.
-Certo che somigliano a Padre e figlia.-
Disse Marco rivolgendo un’occhiata fugace ad Ace, il quale annuì intenerito.
Akane poi si alzò e con passo lento uscì dalla porta.
-Satch come mai se ne andata?-
Chiese Halta.
-Ha detto che doveva pensare a delle cose. -
Ace si alzò deciso ed arrivò alla porta ma Shona lo fermò.
-Sig. Ace e se … lei in questo momento vorrebbe stare da sola?.-
Ace si volto deciso in volto.
-Nessuno vuole realmente stare da solo.-
Disse per poi andarsene.
Akira rimase a guardarlo e capì l’amore che provava per Akane, glielo si leggeva negli occhi.
Sorrise leggera mentre con una mano tastava la gamba sinistra, sulla quale si potevano scorgere un taglio lungo tutta la gamba dove Nana aveva dovuto metterci ben 20 punti.
Sospirò spostando lo sguardo su un paio d’occhi color ossidiana dalle mille sfumature turchesi.
Si incantò ad osservare i lineamenti decisi del suo viso soffermandosi però sempre su quelle gemme.
-Sono meravigliose.-
Soffiò in un sussurrò mentre la sorella non smetteva di parlarne della prossima isola di quanti soldi avrebbero preso, ma Akira pensò a quanto sarebbe stato bello rimanere ancora un po’ li.
-Neh sorellina, abbiamo risparmiato un bel po’ per questo viaggio!
Continuò gioiosa la ragazza sventolando un sacchetto ricolmo di soldi davanti alla sorella.
-Si sorellona.
Sorrise per poi alzarsi e uscire.
Un lampo di gelosia le si propagò per tutto il corpo, sua sorella era così perfetta.
Ballava divinamente con una grazia pari a quella di un cigno regale, la pelle ambrata si intonavano hai suoi occhi color nocciola affilati che riuscivano a stregare qualsiasi uomo, e i capelli come seta che le giungevano fino alle ginocchia.
E naturalmente non potevano mancare le forme generose di lei, che sapeva come mettere in mostra.
Sua sorella era il suo contrario.
Sospirò pesante mentre si appoggiava alla ringhiera della nave, l’acqua le cadeva gentile sul corpo e chiuse gli occhi beandosi di quel leggero contatto che da sempre aveva avuto il potere di placare il suo animo inquieto.
Intanto un ragazzo dai capelli neri si muoveva velocemente per raggiungere la stanza della rossa.
Arrivato di fronte alla porta busso sentendo solo la voce di Felpato dall’altra parte della stanza, tocco il pomello muovendolo così facendo aprì la porta.
Una stretta al cuore, ecco come definì quel dolore che lo pugnalò all’improvviso.
-Akane …. -
Akane era raggomitolata sul letto, il viso nascosto tra le ginocchia, Felpate gli giunse incontro e lo guidò dalla padroncina, saltò sul letto per poi leccarle un braccio ma non ebbe nessun effetto così scese dal letto posizionandosene ai piedi.
Ace la raggiunse in poche falcate e la chiamò, ma la ragazza non l’ascoltò anzi, si strinse ancora di più a se.
-Akane come stai?
Chiese lui accarezzandole un braccio ma subito si diede del deficiente.
Che domanda di merda era quella?
La ragazza prese con una mano il braccio di Ace e con un sussurrò gli chiese qualcosa.
Lui annuì e si stese accanto a lei abbracciandola, il viso di lei era premuto sul petto di lui e gli bagnava con le lacrime la pelle e ripeteva come  una litania “scusa”.
Ace le accarezzava lentamente il capo mentre i tremoli del corpo di lei andavano a affievolirsi.
-Io, non ho nessun diritto di rimanere in vita. -
-perché dici questo?? -
Chiese sconstandola dolcemente dal suo petto vedendo i suoi occhi arrossati e lucidi che chiedevano aiuto e … amore.
-Sono scampata per un miracolo, io … sembra che il mio destino sia già scritto con il sangue. Ace io ho paura.NON VOGLIO SOPRAVVIVERE A QUESTO SCHIFO IO VOGLIO VIVERE!  SI VIVERE! VIVERE MILLE AVVENTURE CON TUTTI VOI SENZA AVERE UN NEMICO CHE .. CHE ..
Le ultime parole le aveva urlate, con dolore e disprezzo, stringendosi a lui.
-Sai Akane, per me quello che hai detto sono tutte delle grandi stronzate. Ma se tu non credi di meritare il dono che si chiama vita di darò un motivo per continuare a vivere.
La ragazza alzò il capo e lo osservò aspettando una risposta.
-Se tu morissi io ti seguirei nella tomba.
disse lui accarezzandole il viso.
-perché tu sei l’unica luce che io abbia mai visto.
Incatenò i suoi occhi a quelli bianchi, che ormai erano diventati turchesi, di lei
-Tu sei nata per incontrarmi, credi almeno a questo.
Si avvicinò lentamente lasciando il tempo alla ragazza di scostarsi, cosa che non avvenne.
Anzi fu lei ad avvicinarsi di più per assaggiare quelle fini labbra.
All’inizio fu solo un contatto dolce dove le bocche premevano, ma dopo poco Ace chiese il permesso di lei per far si che la sua lingua entrasse nella bocca di lei, cosa che la ragazza accettò.
Le braccia della giovane si portarono dietro al capo di lui dove iniziarono a giocare con i suoi ciuffi ribelli mentre le braccia del corvino alla vita della rossa.
La lingua di Ace le accarezzò lievemente le labbra di lei per poi entrare lentamente, cosa che fece salire il calore della ragazza dove il suo cuore iniziò a battere forte e strinse di più a se Ace, anche il corvino iniziava a sentire il suo cuore esplodere per tutte quelle emozioni, che soltanto sentire le mani di lei su di lui, sentiva.
Ace sfioro con un tocco leggero la lingua di Akane la quale si fece più avanti scambiando quel tocco tenero continuarono così per un po’ giocando con le loro lingue  in una danza un po’ goffa all’inizio ma poi che divenne sensuale e ricca di passione.
Ace si stacco un po’ per riprendere fiato e la guardo sorridendole cosa che anche lei ricambiò, Akane si sentiva in paradiso e una nuova sensazione si fece strada in lei.
Un calore le si propagò nel ventre e iniziarono delle strane pulsazioni che non sapeva spiegarsi il perché ma il tutto era … piacevole.
Anche per Ace delle nuove emozioni si fecero largo in lui, soltanto a guardarla si eccitava lei era semplicemente perfetta.
-Ace, ora cosa siamo? -
Chiese insicura avvicinandosi di nuovo a lei, Il corvino le posiziono le mani sul collo dove c’è la attaccatura dei capelli e la osservò, gli occhi languidi in un miscuglio di emozioni, le guance arrossati e le labbra gonfie e rosse.
-Akane, io …. -
Un tonfo sordo, e Ace si addormentò sul seno di lei.
-Ace … -
lo chiamò lei, ma non ci fu nessuna risposta e così capendo che la narcolessia avesse fatto colpo arrivandogli un pugno in testa, che non servi a niente a parte far crescere un bernoccolo, urlò.
-ACE SEI UN DEFICIENTE!


Angolo autrice Heylaaaa!
partiamo col scusarmi per il ritardo e l’ora ma il computer ma cancellato il capitolo ben 5 volte.
Sorvoliamo, stavolta ho salvato tipo 9.000.000.000.000.000 volte quindi pubblico.
Stavolta ho dato un po’ d’amore, spero che vi sia piaciuto e Akira sarà un bel personaggio da descrivere.
Le sorprese sono due, una è la copertina non sono un genio ma spero che vi piaccia dato che me la sono cavato solo con paint, e poi
*rullo di tamburi

Akane come sarebbe secondo me

Questa sarebbe Akane disegnata da me ho preso spunto da uno dei miei personaggi preferiti e poi ho liberato la mente e immaginato la nostra rossa.
Un grosso bacio e un grande ringrazziamento a tutti voi che leggete e chi recensisce.
Grazie anche a chi ha messo la mia storia nelle preferite/seguite/ricordate.
Grazie mille a tutti siete tantissimi e mi fate venir voglia di migliorare e di portare avanti la fic.
Un grosso bacio by sala-chan.


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 
CAPITOLO 11
 
Akane uscì dalla sua stanza abbastanza arrabbiata, finalmente Ace aveva fatto la sua mossa e poi ... Bumm si addormenta?
la stava prendendo decisamente per il culo.
La giovane usci sul ponte dove finalmente la tempesta era finita, il vento trascinava gentilmente i capelli rossi in. una danza lenta, e assaporò la tranquillità che la stava circondando, decisamente in quei giorni aveva vissuto forti emozioni, ma soltanto in quei minuti con Ace si era lasciata alle spalle tutto ed era emersa una nuova emozione mai provata fino ad ora.
Si sfioro con l'indice le labbra, gonfie e rosse, disegnando il loro contorno, rammento le labbra fini di Ace sulle sue che si incastravano perfettamente così come i loro corpi ... puntò i suoi occhi candidi tra le onde del mare sorridendo.
-Non mi sarei mai immaginata che il mio principe fosse un dormiglione... troverò un bel modo per rimediare a questo tuo errore ... -
Disse ghignando.
*
*
*
Akira camminava lentamente tra i corridoi della Moby-Dick e pensava.
Anzi, più che pensare sperava che la fenice sbucasse fuori con i suoi occhietti neri e la osservasse.
Dopo quel breve incontro avvenuto con la fenice aveva deciso che lui sarebbe stato il suo uomo.
Akira poteva essere timida ma quanto decideva qualcosa non mollava finché non c'è l'aveva sotto le sue lunghe unghie color cobalto.
-Ew, Marco-sama .... -
Sospirò affranta continuando a camminare in quel labirinto e finalmente lo vide.
I capelli gocciolinavan o ed erano leggermente attaccati alle tempie così come il corpo, ricoperto da mille goccioline d'acqua e solo un asciugamano legato alla vita.
La ragazza lo osservò a lungo e sentì il suo naso bagnato di una sostanza densa, e cadde al suolo alla vista del suo sangue farfugpiando strane parole.
-Marco-sama ....mezzo nudo ... aww -
Shona passò davanti a Marco sorridendo sorniona e lo saluto con un leggero inchino.
-Buonasera Marco-chan. -
-Chan ...-
Ripeté lui un po stranito da quella troppa confidenza della ragazza.
La turchina ridacchio coprendosi la bocca con una mano.
-Bando alle ciancie ... Hai visto Akira?? -
-Mi dispiace ma no-
Rispose velocemente lui per più andarsene.
-Akira !-
Urlò Shona mettendo le mani a conca sul viso sperando che la sorella la sentisse.
-Sono qui ...-
Disse Akira uscendo dal suo nascondiglio.
-Hey, perché hai un fazzoletto nel naso? -
-ahahahahah, questo?-
se lo indicò
-Niente di grave ho picchiato il naso.-
Continuò ridacchiando timidamente, Shona la prese a braccetto raccontandole di una nuova canzone, ma ormai Akira era partita ora una tigre era uscita fuori da Akira l'obbiettivo?
Far cadere Marco hai suoi piedi ma come fare?
Non possedeva un seno generoso a ma la pena una seconda, le gambe erano un po di ciccia  sulle cosce, gli occhi infossati, un nasino piccolo dove la punti andava all'insù e i capelli verdi che cercava di lisciare ogni giorno trascinando via i suoi ricci che tanto detestava. 
L'unica cosa che sapeva fare era suonare ...
Osservò discretamente la sorella maggiore notando molti tratti migliori di lei, Gli occhi allungati un po a mandorla le donavano un'aria mistica a e sensuale, il seno decisamente più prosperoso del suo, le gambe lisce e snelle, i capelli lunghi e lisci il naso fine ed elegante.
Lei era perfetta, al contrario di lei.
Spostò lo sguardo bistro dalla sorella ed entrò nella loro stanza.
-Senti Shona ... -
-Si?-
Chiese la ragazza togliendo i vestiti e legando i lunghi capelli in una crocchia alta.
-Ti ti sei mai innamorata? -
- no .-
rispose lei dolcemente la ragazza avvicinandosi alla sorella seduta a gambe incrociate sul letto, prese una spazzola e iniziò a pettinare i capelli della minore.
-Ah l'amore è la peggiore malattia che si possa avere ma ... -
Prese una ciocca facendo una treccia stretta.
-Anche la cura per ogni male che ci affligge. -
Continuò il suo lavoro e fece la medesima cosa con un'altra ciocca intrecciando però fili d'argento con campanellini.
-Chi è il fortunato che avrà l'onore di possedere il tuo cuore? -
Chiese passando a un'altra ciocca e ripetendo lo stesso lavoro.
-Forse il bel pirata di fuoco? -
-Oh sorella mia lui appartiene già ad Akane ... No colui che ha rubato i miei occhi e il mio cuore non è lui. -
-Allora il bel Seatch?-
Akira scosse la testa e Shona continuò a pensare finché non capì.
-La fenice?-
A quella parola gli occhi della giovane si illuminarono e le sue labbra si distesero in un sorriso.
-Sorella mia è bellissimo, così forte, intelligente e bello come una statua di marmo.-
Shona finì di intrecciare le ciocche della frangia e le legò assieme.
-Sorella mia ... sono felice per te ma ... -
scosse la testa.
-No niente ...  Dormiamo.-
Sentenziò abbracciando la sorella e addormentandosi così, Shona sapeva che sarebbe stata l'ultima notte passata con la sorella perché Akira sarebbe rimasta ma lei avrebbe continuato il suo viaggio.
Pianse in silenzio accarezzando i capelli della sorella, a ripensare hai momenti trascorsi da bambine quando apprendevano le arti dello spettacolo.
Ricordi lontani e sfuggevoli ma Shona quella notte se le imprise nel cuore.

*
*
*
-Akane scusamiii!-
Ormai il sole era sorto e il nostro amico corvino stava inseguendo la povera rossa su tutto il ponte sperando in un perdono.
Ma la ragazza era decisa a far patire il ragazzo e così lo ignorava  e sbrigava le mansioni che li procurava Seatch, che dopo aver saputo del bacio e di come era finito aveva riso come mai mentre Penelope gli dava una gomitata per farlo smettere, la rossa non si era risparmiata e trattava tutti con estrema gentilezza mentre Ace no.
-Hey.-
Saluto Shona saltando su un cornicione per osservare il treatino che avveniva sul ponte.
-Cosa succede quest'oggi??-
Chiese con voce drammatica, Alta rispose raccontando una delle tante versioni che si erano propagate sul ponte facendo arrossire la turchina, visto che questa parlava che mentre lo facevano lui si era addormentato, poi Marco disse che era una sciocchezza perché in realtà lui l'aveva fatta cadere dalla nave e non poteva mancare la versione di Vista che da vero gentlemen raccontò qualcosa di davvero poco puritano.
-La messa con forza sulla croce di Santa Andrea ed a abusato di lei.-
-E di grazia dove l'avrebbe presa?!-
-Ma cazzo dici Vista! La fatta cadere dalla nave!-
-Siete tutti rintronati in realtà Ace la penetrata così forte che gli ha rotto qualcosa!-
-No è successo il contrario.-
-Ma dai lo sappiamo tutti che non è vero e che ... -
Shona si allontanò per non sentire altre cretinate e andò dall'unico che sapeva per certo cosa fosse successo.
Seatch.
-Ah si, in pratica la baciata e poi si è addormentato mentre si dichiarava.-
Spiegò corto lui e Shona si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
-Perché non zittisci tutte le voci che corrono sul ponte?-
Lui Ghigo mostrando i denti bianchi.
-Dai sono esilaranti. "Te lo dico io si è addormentato mentre faceva l'amore" Ahahahhahahahhahahah secondo me Ace è ancora vergine!-
-Beh non posso darti torto ..-
Sorrise Shona vedendo Akane andanre in giro con Ace che la seguiva come un cagnolino e dietro di lui un Felpato che li seguiva.
-Formano proprio una bella famiglia, Moglie Marito e Cane, ahaahahhaha.-
-Hey Akira è pronta? In tarda sera dovremmo raggiungere l'isola. Sicure di non voler restare?-
Shona prese una boccata d'aria e alzò lo sguardo color nocciola al cielo.
-Io ho ancora tante cose da imparare e da vedere, mi affascina il modo in cui vedo il mondo. Ma ... Akira non è come me, lei non ha la mia stessa visione per il mondo. Lei non vive per ballare lei vuole vivere una vita normale e viaggiare per mare. Poi non nasconde di mettere su famiglia ... io non la posso aiutare in questo perché non è nei miei piani. Fino a ora lo protetta io dal mondo ma anche lei deve poter spiccare il volo, so che lei desidera rimanere qui. -
Sospirò incatenando i suoi occhi a quelli di Seatch.
-Te ne puoi prendere cura al posto mio ? -
-Certo, tanto oai sono un babysitter e uno psicologo da urlo, a forza di tenere d'occhio Ace e Akane. -
Sorrise lui.

Angolo autrice
Scusate per l'orribile impaginazione ma sto pubblicando dal tablet, appena il PC torna pubblicherà da li e aggiusteró tutto.
GUME.
GRAZIE MILLE A TUTTI!
VI AMO.
 <3

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
 
Akane continuò la sua commedia facendo disperare Ace che lanciava imprechi a ogni singola cosa, molto colorati e divertenti.
Ace sapeva benissimo cosa poteva dirle per farle passare la luna, ma la vergogna bloccava ogni sua idea sul nascere, e le idiozie che lanciavano i pirati sul ponte non lo aiutavano di certo.
Akane pian piano sfuggì alla sua vista andando a rintanarsi in cucina, la rossa sospirò esausta mentre asciugava l’ultimo bicchiere e lo mise contro luce.
-Perfetto!-
Esultò felice del suo operato, imparte a lei Penelope la osservava con un mezzo sorriso sulle labbra.
Felpato se ne stava al suo capezzale muovendo la coda avanti e indietro come una brava guardia del corpo, ormai si era alzato di qualche centimetro e il cucciolino stava crescendo forte e sano.
-Non credi di stare esagerando con Ace? -
Chiese mentre sciacquava il lavandino mandando via la schiuma creata dal sapone, Felpato al suono di quel nome alzò le orecchie.
-Sta’ durando troppo a lungo.-
-Ace sa cosa deve fare.-
Continuò Akane mettendo via i bicchieri puliti.
-Sà come farsi perdonare, ma proprio non lo vuole fare. -
Finì chiudendo la credenza con forza.
-Come a potuto addormentarsi mentre si dichiarava?! -
Si chiese esasperata dirigendosi verso le scale.
-Non mi immaginavo così il mio primo bacio ma … mi è piaciuto lo stesso. -
Si toccò le labbra rosee sorridendo e osservando i scalini lucidi di legno.
-Però non posso perdonarlo mentre mi stava dicendo ciò che prova! Come è potuto accadere? -
L’infermiera fermò il suo cammino, posizionando una mano diafana sulla spalla nuda di lei.
-Akane, la vita è ingiusta a volte. E quello che ti immagini accade sempre in modo diverso . -
Disse portandosi una mano al petto, sopra il cuore.
-Però alla fine ti ripaga con qualcosa altro. Dovresti perdonarlo, anche se non è colpa sua. -
Specificò l’infermiera.
-Felpato, andiamo.-
Akane sorrise sincera all’infermiera poi seguita dal fedele cucciolo con passo svelto corse per la breve scalinata facendo rimbombare i propri passi.
“Certo che lui non ha colpa, infondo soffre di narcolessia. Ma … “
Si fermò stendendo le braccia lungo i fianchi arrabbiata.
“Ma sono lo stesso arrabbiata!”
Si disse scuotendo con energia la testa per scacciare via il  pensiero di Ace.
Aprì la porta che la divideva dall’esternò, e notò con stupore il calar delle tenebre sul azzurro cielo.
Si stiracchiò le braccia sorridendo al tramonto che specchiava gli ultimi raggi solari nelle tiepide acque del vasto oceano.
“Che tranquillità …”
Pensò la giovine assaporando gli ultimi raggi solari che quel giorno le avrebbero donato, vide passare Satch e subito richiamò la sua attenzione.
-Ma scusami non dovevamo già essere arrivati?-
Chiese Akane alludendo all’isola in cui sarebbero dovuti arrivare già nel pomeriggio, Satch si grattò la nuca imbarazzato.
E confessò d’aver sbagliato i calcoli e che a momenti avrebbero avvistato il porto.
Akane sorrise e lo ringraziò successivamente l’uomo andò verso la cucina e Akane già aveva una mezza idea del perché l’uomo fosse andato li.
All’improvviso sentì una presa ferrea sulla vita e i piedi che si staccavano lentamnente da terra.
-Ma che diavolo?? -
Si chiese all’improvviso un profumo famigliare la raggiunse e capì a chi apparteneva.
-ACE! -
Urlò la ragazza in modo confuso mentre Felpato muoveva ancora più velocemente la coda, felice di veder Ace ma non capendo cosa stava succedendo.
-Adesso mi ascolti !-
Disse lui deciso caricandola sulla spalla come un sacco di pattate mentre se la portava in giro a spalle senza una meta precisa.
-EH?!-
Urlò la ragazza confusa mentre si dimenava come una matta.
-TU MI PIACI!-
Disse deciso Ace abbassando il capello per nascondere le guance arrossate, la rossa smise di muoversi e spalancò gli occhi.
-Mi dispiace per ieri sera … -
Continuò.
-Non sono una persona romantica e forse sono ancora un bambino … non ti posso promettere qualcosa che non ho … non sono bello, eccezionale o chissà che. -
Si gratto la nuca e ritornò a parlare.
-Ma io ti prometto di starti accanto e di proteggerti, non posso dirti che ti amo perché sarebbe una bugia, non so cosa è l’amore. Ma vorrei scoprirlo con te … -
-Anche tu mi piaci baka.-
Sussurrò la ragazza fermando il moro.
Entrambi arrossirono, Ace la appoggiò delicatamente a terra e appoggiò la sua grande mano su la guancia diafana della ragazza, con tanta lentezza come se stesse sfiorando una cosa preziosa.
Si chinò appena mentre Akane si mise sulle punte e Ace appoggiò le proprie labbra su quelle della ragazza, in un tenero e casto bacio.
Si staccarono con estrema lentezza perdendosi negli occhi del proprio partner, e sorridendo appena.
-Oddio non ci credo … -
Sussurrò la ragazza, dando un veloce sguardo al sole  che li stava lentamente lasciando.
-E’ tutto perfetto.-
Disse abbracciando Ace, lui sorrise teneramente stringendola a sé erano perfetti.
Dietro di loro si alzò pian piano un vociare sempre più alto così come gli applausi e i fischi.
I due neo-fidanzatini si girarono contemporaneamente senza staccarsi vedendo tutta la ciurma riunita sul ponte sorridente.
Velocemente si staccarono rossi in volto e Akane balbettava qualcosa.
-Era ora ragazzi!-
Si lamentò Satch ridendo.
-Si infatti !-
Disse Izo sorridendo e umettandosi le labbra rosse.
-Se non ti fossi mosso qualcun altro si sarebbe dichiarato.-
Disse Vista alludendo hai ragazzi della ciurma innamorati della piccola e tenera Akane.
-Ma se fai soffrire la sorellina Ace ti uccido.-
Urlò qualcuno nel mezzo dei pirati e altri gli diedero eco minacciando il corvino il quale li rassicurava leggermente perplesso.
Shona si fece spazio con la sorella Akira abbracciando Akane che ormai con le lacrime agli occhi sorrideva.
Quelle lacrime erano di gioia poiché aveva finalmente capito quanto ogni membro della ciurma tenesse a lei e alla sua incolumità arrivando a minacciare il capitano della seconda flotta.
Barbabianca con la sua imponente risata arrivò ad unirsi all’allegria della ciurma e invitando tutti a scendere a continuare i festeggiamenti per la nuova coppia, ma Akane sapeva che molti volevano semplicemente bere e usavano ciò come pretesto.
Lei , spinta da Satch aveva bevuto ormai un bicchiere di Sakè e li aveva dato alla testa, sorrideva serena facendosi trascinare nelle danze con la ballerina Shona e provando a suonare la chitarra che con maestria Akira le insegnava le note principali e più semplici.
Ace si avvicinò sorridendo ad Akane e si mise ad ascoltare le note che pizzicava con le sue sottili dita.
-Nah, non credo sia la mia vocazione la chitarra.-
Disse ridendo con la faccia rossa provocata dall’alcool.
Il corvino bevette un sorso di birra osservando i suoi fratelli cantare e ballare come dei babbuini e un mezzo sorriso sfuggì al suo controllo, persino Marco ora aveva la vista offuscata dall’alcool e rischiava di cadere.
-Allora Ace. -
Si sedette accanto a Lui Shona mentre Akane rideva e scherzava un po’ con tutti.
-Akane non sa proprio reggere l’alcool.-
Continuò ridacchiando mentre spostavano l’attenzione su Akane che ha braccetto con dieci uomini alzavano le gambe a tempo e cantavano qualche canzone ormai mezza inventata perché non si ricordavano le parole.
-Me l’hanno fatta ubriacare … -
Sospirò rassegnato Ace vedendo per la prima volta quel lato di Akane.
-ACEEEE … -
La rossa si staccò dal gruppo per arrivare barcollante da Ace.
-Allora.-
Disse cadendo sulle proprie ginocchia indicando con l’indice il petto di Ace.
-Chissà cosa ci vedi in me. -
Disse ridendo.
cadendo a peso morto su Ace ridendo.
-Povera l’alcool le fa male Ace. -
Disse scuotendo la testa Shona facendo ondeggiare i capelli turchini.
-L’alcool è una cosa bella … miaooo! -
miagolò iniziando a fare le fusa.
-Ma cosa sei un gatto?? -
Chiese incredulo Ace, se lei era così da ubriaca chissà come era lui …. Scosse la testa per scacciare il pensiero e rivolse l’attenzione a quella piccola cosina che gli era caduta in braccia addormentata.
“Come è caldo il corpo di Ace … adoro il profumo che emana la sua pelle … sa di casa … Oh Ace quanto vorrei rimanere così per sempre”



 
Angolo autrice
SCUSATEMI!!!
*si inchina 18934322 volte*
La scuola mi sta già uccidendo
Law: e siamo solo all’inizio …
Chiudi il becco! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, io non ne sono soddisfatta, ma è un intermedio dovevo far scusare in qualche modo Ace ... ci tenevo a farlo mordere le chiappe da Felpato ma poi vi ci ho rinunciato XD
Il prossimo cappy sarà un po’ movimentato ^^, anzi molto.
Un grosso bacio a chi recensisce,  e anche solo a chi legge e chi ha messo la mia storia tra Preferiti/seguiti/ricordata.
Grazie davvero di tutto cuore mi fate venir voglia di andare avanti tutti voi.
VI AMO!!

Un grosso bacio e alla prossima by salamandergirl

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Capitolo 13
*** capitolo 13 ***




"capitolo 13"

 
Inutile dire che se anche i due protagonisti della festa erano andati via, essa continuò per tutta la notte.
Ace se ne andò portando con se Akane ormai svenuta per via dell’alcool che aveva assunto.
Se la caricò in spalle salutando tutti e si diresse alla maestosa Moby - Dick, a ogni passo la ragazza emetteva gridolini, pur dormendo, facendo sorridere Ace.
Si piegò sulle proprie gambe per darsi la spinta necessaria per poter salire, con un semplice salto, sul ponte della nave.
Ghignò appena i suoi piedi toccarono il legno dell’imbarcazione e facendo forza sui suoi muscoli si rimise facilmente in posizione eretta e incominciò a camminare verso gli alloggi.
L’unico rumore che sentiva erano i propri passi che rimbombavano lungo il corridoio girò la testa a destra e sinistra osservando le pareti spoglie dove ogni tanto una vecchia porta in legno scolorita faceva la sua comparsa.
E finalmente arrivò davanti alla porta della stanza di Akane, dove al centro spiccava un cartello dai colori arancioni con scritto “Akane & Felpato”.
L’aprì lentamente e sgusciò all’interno senza far alcun rumore rirovandosi davanti Felpato che scodinzolava osservandolo stranito.
-Shhhh! -
Disse Ace portandosi davanti alla bocca l’indice intimando al cucciolo di non fare alcun rumore, ma il cucciolo senza ascoltarlo iniziò ad abbaiare abbastanza forte, provocando il capitano della seconda flotta.
Akane mugugno qualcosa, con la voce impastata dal sonno per poi ritornare al suo mondo dei sogni.
-SHHHH!-
Ridisse Ace alzando il tono, allora Felpato si rintanò sotto il letto smettendo di abbaiare.
Sospirò sollevato e in poche falcate raggiunse il morbido letto della Rossa appoggiandola delicatamente a esso, il ragazzo si mise in ginocchio e la osservò spostandogli con estrema dolcezza una ciocca dal viso diafano di lei.
-Ace … -
Pronunciò in un soffio la ragazza aprendo gli occhi bianchi.
-Non ti volevo svegliare. -
Sussurrò Ace accarezzandole delicatamente una guancia.
-Adesso vado. -
Finì alzandosi, ma una piccola manina gli afferrò delicatamente il polso fermandolo.
-Aspetta … rimani ti prego.-
Il corvino si girò perdendosi in quegli occhi tanto misteriosi quanto belli e lentamente salì sul letto stendendosi su un fianco abbracciando stretta a se Akane.
-Non lasciarmi mai Ace … -
Ace affondò il viso tra i suoi capelli e li donò un tenero bacio.
-Mai.-
Sussurrò deciso al suo orecchio, e così si addormentarono.
*
*
*
“Sentivo il mio corpo galleggiare, non so per quale strano motivo dalle braccia di Ace ero stata catapultata qui.
All’improvviso un fiore rosso con 5 petali scese leggiadro sopra di me e atterrò sopra il mio petto.”
-Un fiore? -
Si chiese stranita prendendolo in mano.
All’improvviso l’oscurità in cui galleggiava venne sostituita da una forte luce e il paesaggio cambiò, e si ritrovava in una piccola stanza.
Le pareti erano tinte di azzurro, e enormi finestre padroneggiavano  nella stanza innondando la stanza di luce.
-Nostro figlio … -
Una voce cristallina giunse alle sue orecchie incrinata da singhiozzi.
-Se è una femmina Ann … Se è un maschio Ace …. -
Akane Si girò per vedere da dove provenisse la voce, ma l’unica cosa che vide fu una sedia a dondolo dove posizionato sopra c’era il fiore di prima.
-Ma che cosa? -
SI avvicinò a passi lenti alla sedia a dondolo facendo scricchiolare le assi del pavimento.
-Così avrebbe voluto lui … -
Akane prese in mano il fiore e davanti a lei comparve una giovane donna.
-Ti prego, occupati di mio figlio Akane.-
Disse la donna sorridendo.
Akane notò subito le lentiggini che caratterizzavano il viso pallido della donna e un sorriso ingenuo sulle labbra.
-Ma lei è … ? -
Si avvicinò alla donna lasciando la frase a metà e le sfiorò un capello biondo rossiccio prima che sparisse e annegasse di nuovo nell’oscurità.
*
*
*
Akane si svegliò di soprasalto i polmoni bruciavano come se prendessero fuoco a causa della mancanza d’aria.
-Ohy Akane!-
La rossa si toccò il petto in un vano tentativo di metter a tacere quel dolore lancinante che a poco poco si affievolì tramite al rilascio di Aki procurando una caduta di Ace dal letto.
Un urlo straziato uscì dalle sue labbra prima di accasciarsi sul letto, inizio a prendere grandi boccate d’aria per riprendere a respirare correttamente, girò la testa lentamente trovando il moro per terra.
-Ace! -
Il ragazzo si toccò le meningi e si mise seduto sul pavimento osservando Akane-
-Sto bene, piuttosto tu? -
Chiese indirizzando il suo sguardo color onice verso Akane che prontamente schivò il contatto.
-Bene tranquillo. -
Il ragazzo rientrò nel letto avvicinando a se la ragazza.
-Un incubo?-
Chiese baciandole la fronte e iniziando a passarle dolcemente una mano sulla schiena.
-Si … almeno credo.-
Disse sospirando.
-Era tutto così reale che … non so mi ha messo addosso una paura.-
-Ora è tutto okay, ci sono io con te.-
Continuò a coccolarla e vigilare su di lei finché il respiro della sua ragazza non iniziò a essere regolare e quasi impercettibile per tutti, beh non per lui, e poi si addormentò anche lui.
*
*
*
Akane si girò di scatto schivando l’attacco a sorpresa di Marco e cercò di colpirlo con un pugno che  sfiorò il viso del ragazzo.
-Ragazzina non sei concentrata!-
Sbottò la fenice cercando di colpirla con un calcio ma la giovane saltò all’indietro atterrando verticalmente con le gambe ben stese in aria e le mani appoggiate sul legno sporco della nave, si diede un’altra spinta per fare una capriola in aria e ricadere in perfetto equilibrio.
Dalla sua manica destra uscì un uncino che fece roteare nel suo palmo per poi attaccare Marco e “ferendolo alla guancia”.
-Niente armi contenenti agalmatolite.-
La riprese il ragazzo toccandosi la guancia.
-Ma così riesco a capire se ti colpisco caro Marco.-
Disse sbeffeggiandolo di fronte hai suoi uomini.
Dalla bocca del ragazzo uscì un ringhio di frustrazione e riprese a colpire la ragazza con più forza, la rossa cercò di schivare ogni attaccò ma non poté evitare un colpo al ginocchio che la fece cadere facendo così terminare il combattimento.
-NON VALE!-
Urlò puntando un dito verso marco accusandolo.
-In amore e guerra tutto vale ragazzina.-
Disse con nonchalance ma Akane giurava che dentro lui era felice come una pasqua.
-Bastardo di un pennuto.-
Sibilo alzandosi e facendo di nuovo ruotare l’uncino incastrandolo nella manica in cuoio costruita apposta per quella piccola arma.
Erano passati 4 mesi da quella sera d’estate e ora anche se era in pieno inverno non si poteva negare le ariette calde che giungevano da Nord.
Certo nel punto d’oceano dove si trovavano l’inverno era soltanto un autunno e non faceva veramente freddo ma comunque questo periodo portava Akane a mettersi pantaloni lunghi e felpe più pesanti.
E questo periodo per Ace era estremamente fortunato perché Akane gli chiedeva di andare a dormire con lei, ignorando il fatto che Akane per il 70% delle volte glielo chiedeva solo perché quel bel ragazzo era una stufa umana.
A proposito di Ace, lui se ne stava bel bello in mezzo al pubblico a osservare il battibecco tra la sua ragazza e il suo migliore amico, facevano un bel accoppiamento comico non lo poteva negare.
Alla fine del dibattito Akane tornò sconsolata tra le braccia di Ace borbottando qualcosa su Marco che fece ridere di gusto il corvino.
-Dai rossa non fare così, l’hai ferito e non tutti riescono a ferire il grande marco.-
Provò a consolarla dandole un bacio a stampo.
-Bara lo so di certo.-
Finì lei abbandonandosi del tutto tra le braccia del suo uomo.
Ace adorava l’inverno.
*
*
*
Akane si svegliò mezza rintontita sentendo cadere qualcosa, mise una mano sugli occhi per massaggiarli per poi aprirli completamente verso il suolo dove un vaso pieno di girasoli se ne stava rotto in mille cocci per terra e i fiori sparsi per il pavimento.
Sapeva chi era stato così spostò gli occhi alla sua destra trovando un Ace dispiaciuto e lo vide vestito, ovvero si era rimesso i scarponi, e Akane curiosa chiese dove stava andando e lui rispose che il babbo aveva chiesto la sua presenza.
-Che ore sono?-
-E’ l’alba.-
Ace si alzò tendendo una mano ad Akane che accettò.
-Vieni con me?-
La ragazza annui e facendo girare di schiena Ace si cambio velocemente mettendosi  una salopette di jeans, dai pantaloncini corti, e per coprire il seno ci pensava una fascia bianca.
Anche se ormai stavano assieme da molti mesi si vergognava a cambiarsi di fronte a lui, non si sentiva abbastanza bella e di ciò se ne vergognava.
Ormai la bella stagione era tornata ed era il primo giorno di Giugno e l’aria estiva si faceva sentire prepotentemente.
Succesivamente radunò i propri capelli in una treccia e la legò con gli elastici argentati, chiamò Felpato che già scodinzolava tutto felice nel ricevere attenzioni dalla sua padroncina, ormai quel cagnolino non poteva essere più definitò tale ormai arrivava alla coscia della ragazza e si era allungato il pelo era diventato più folto.
-Andiamo?-
-E ti vesti così? -
Akane si lanciò uno sguardo allo specchio, cosa c’era che non andava?
-Si perché?-
Ace sbuffo e indico il petto.
-Sei troppo scoperta.-
La rossa non riuscì a trattenere una risata e lasciò scendere felpato per tenersi la pancia.
-Ace non fare il geloso … Ahahhahaha -
Continuò a ridere lei uscendo dalla stanza.
-Non sono geloso.-
Sbuffò il ragazzo di fuoco chiudendo la porta.
***
Pochi attimi dopo Ace e Akane si ritrovavano seduti sul letto del Grande Edward Newgate, l’uomo aveva accettato di buon grado che la ragazza rimanesse.
-Papà perché hai chiamato Ace?-
Chiese curiosa Akane.
-Beh vedete vorrei affidare una missione a Ace dove parteciperà anche Satch e vorrei che tu Akane andassi con loro per fare esperienza.-
-Io penso più che altro per farli da Baby Sitter.-
Disse Akane provocando la grossa risata di Barbabianca, la rossa poté giurare di sentire un leggero tremolio non provocato dalle onde ma bensì dalla tuonante risata dell’imperatore.
-Per me non ci sono problemi babbo, ma non sarà troppo pericoloso?-
Chiese Ace indicando con la testa Akane.
-Figliolo capisco la tua preoccupazione ma vedi, dovrà fare esperienza e non ci sarà sempre la ciurma a proteggerla. -
Ace sospiro per poi salutare e trascinarsi dietro un’Akane felice, avrebbe passato dei giorni con Satch e Ace.
Certo non sarebbero stati una gita ma avrebbero visto una nuova isola e avrebbero navigato assieme, non vedeva l’ora.
Satch salutò i ragazzi appena li vide e si avvicinò a loro.
-Allora partiamo?-
-Coooooosa?! -
Ace e Satch la guardavano straniti.
-Ho già caricato le provviste che dureranno per due settimane, in teoria dovremmo fare solo due giorni di navigazione ma non si sa mai quanto mangerà questo elefante.-
Disse ridendo Satch provocando le risate della ragazza.
-Se vuoi poterti dietro qualche vestito sbrigati.-
La intimo Ace sorridendo per poi urlare dietro imprecazioni al povero Satch.
Non doveva paragonarlo ad un elefante.
La rossa mentre si dirigeva alla sua cabina si immagino Ace stile elefante, un enorme elefante arancione con i capelli neri … si mise a ridere da sola.
In pochi minuti mise in un borsone un paio di shorts e un corpetto e una maglia, gli sarebbero bastati al massimo aveva un buon pretesto per poter spendere soldi.
Riuscì dalla cabina sorridente e chiamo Felpato a se dirigendosi verso una piccola imbarcazione che era già in acqua , doveva essere per una massimo di due, tre persone.
Si sporse trovando un Ace sorridente a qualche metro di sotto, si sentì le gambe molli e la saliva che mancava in gola.
-TI PRENDO IO.-
urlò Ace allargando le braccia e così Akane prese coraggio salendo sulla ringhiera, girò lo sguardo per un ultimo saluto fugace a quelle poche persone sul ponte che ricambiarono sorridenti, e così la rossa saltò.
“Ma se sono imbecille” Penso mentre cadeva come un peso morto, cerco di raggomitolarsi e Ace la prese al volo come se fosse una palla.
Guardo dritta negli occhi Ace prima di scendere.
-Maledetto!-
Soffiò rilasciando dell’Aki che fu sufficiente a far muovere in modo anomalo la barca e facendo cadere  Satch.
-Cosa?-
Chiese Ace ritrovando l’equilibrio.
-Niente, e che mi fido troppo di te.-
-Ed è un male?-
-CERTO!-
Rispose Akane alzando leggermente la voce e girandosi verso la Moby-Dick dove un cucciolo saltava verso la sua padroncina che lo prese al volo.
-Viene anche quella palla di pelo?-
Chiese Ace prendendo il cane e guardandolo divertito mentre quest’ultimo scodinzolava.
-Certo!-
Rispose di rimando la ragazza sorridendo.
Satch intanto si era rialzato ed era andato verso il timone dove con maestria iniziò a guidare la nave, Akane se ne accorse quando ormai della Moby-Dick ne era rimasto un puntino all’orizzonte, si diresse da Satch per aiutarlo con qualcosa mentre Ace dava un’occhiata alle vele.
-Serve una mano?-
Chiese entrando nella stanza e sedendosi sopra una scatola di legno, probabilmente era una vecchia cassa della frutta, con felpato che si muoveva trotterellando per tutta la stanza.
-Tranquilla la rotta è sempre dritta e penso che sarà semplice raggiungere l’isola.-
-Come si chiama quest’isola?-
-Lotus flower-
-Nome strano.-
Disse Akane passandosi tra le mani il medaglione, aveva appena notato che sul medaglione c’era inciso un fiore ma non sembrava un loto, e ormai aveva perso interesse della conversazione.
-Beh hai ragione. Ma vedi su quest’isola ci sono dei fiori di loto molto particolari a parte i loto.-
-Cioè?-
Chiese Akane riacquistando interesse per le parole di Satch.
-Hai mai sentito parlare dello Ylang-Ylang?-
-In un libro … è quel fiore che ricorda una stella giusto?-
Satch rise.
-Esatto, quest’isola è famosa per essere ricca di fiore di Loto e alcuni abitanti ci abitano, poiché alcuni fiori sono cresciuti in modo esponenziale da poter usufruirli come delle case, ma esiste anche un incrocio tra il fiore di loto e Ylang-Ylang, una cosa rarissima e cresce solo su quest’isola. -
Akane ormai aveva la bocca che formava una “O” di stupore, non ne aveva idea di questa cosa.
-La parola ilang, che significa regione selvaggia, o da ilang-ilan, ossia non comune, riferibile all'aroma molto particolare. Cioè in realtà si pronuncerebbe così ma abitualmente tutti lo chiamano Ylang-Ylang, è anche denominato il “il fiore di tutti i fiori”, 
l’ylang-ylang rappresenta una delle essenze maggiormente utilizzate nei profumi femminili: narcotica, dolce, con sottofondo “cremoso” e intensamente erotica.  -
Satch la guardò stranito.
-Tu non leggi i libri, tu li divori e va tutto al cervello.-
Akane si mise a ridere della faccia di Satch, era così buffo!
Ma cosa ci poteva fare lei se aveva letto e riletto quel libro sui fiori che aveva in camera sua?
Già la sua stanza … scosse velocemente la testa per scacciare quella malinconia che le assaliva ogni volta che pensava alla sua stanza, anche se in quella casa non si trovava bene e si sentiva una prigioniera quello era il posto in cui aveva vissuto sua mamma …
-Beh allora conoscerai anche il fiore di Akane.-
-Il fiore di Akane?-
-Hana no Akane, il fiore rosso, precisamente rosso brillante.-
Disse Satch.
-Si scrive con i tuoi stessi kanji.-
Precisò lui vedendo Akane sorridere.
-Non ne ho mai sentito parlare! E’ bello?? Rosso vero perché lo dice il nome! Devo vederlo assolutamente!-
-Calmati scricciolo.-
Disse ridendo il capitano della quarta flotta.
-E’ un meraviglioso fiore rosso ha la forma del fiore di loto ma ha le proprietà dello Ylang-Ylang.-
Disse spedito il castano guardando avanti a se.
-Quindi ... -
“ ha un effetto positivo sulle persone che soffrono di crisi di origine psicologica, può dare conforto in casi di stati depressivi lievi anche se premestruali oppure in stati d’ansia durante la menopausa. Da conforto anche in caso di sofferenze d'amore. Ed è un ottimo attenuante di rughe e per questo si chiama anche il “lifting senza scalpello”. Volendo ci si può coccolare ogni sera con un lieve massaggio sfruttando il gradevole profumo rilassante di questa essenza floreale.” Pensò Akane senza dar voce hai propri pensieri ma si limitò ad annuire.
*
*
*
Intanto su un’altra nave …
Un uomo stava seduto su una vecchia poltrona malconcia color tenebra, picchiettava una moneta d’oro con le sue dita ossute e piene di sfregi.
-Quella bastardina … -
Si ritrovò a dire lanciando con forza la moneta contro il mobiletto rompendolo.
-Bastardina … appena avrò messo le mani su di te rimpiangerai di essere nata!-
Alzo le mani osservandole, stava iniziando ad invecchiare; prese dal mobiletto una fialetta con all’interno un liquido argentato e lo bevette tutto facendo ritornare in carne le proprie dita e cancellando i sfregi lasciati dalla vecchiaia.
Nella sua mente si proiettarono i suoi grandi occhi bianchi e puri come la neve sbarrati dallo spavento, quanto si eccitava a vedere addosso ad una donna quei occhi.
-Certo che li donavano … -
Disse ghignando sbaccando con la mano destra la provetta.
-CAPITANO!-
Un urlò cessò il monologo del capitano.
Un uomo dai capelli raccolti in una treccia entrò  nella cabina del capitano con il fiatone.
-Un uomo, ha chiesto di poter salire sulla nave …. -
-Non voglio ne anche vedere una pulce del genere, uccidetelo.-
-Ma signore … ha detto che sa qualcosa sulla ragazza dai cappelli rossi … -
Luomo si alzo di scatto e prese per il colletto della maglia il suo sottoposto.
-Allora cosa aspetti a portarlo al mio cospetto?-
Disse l’uomo per poi sbattere fuori dalla cabina il giovane.
-Che incompetenti che ho sulla mia nave.-
Continuò risedendosi sulla sedia e fissò la porta che poco dopo cigolò mostrando dei capelli crespi color notte e un sorriso abbastanza sdentato e giallastro.
-Io potrei esserle d’aiuto eccelenza.-
-Dimmi il tuo nome inutile essere umano, rivelamelo.-
-Teach.-
*
*
*
Akane fu sollevata quando vide all’orizzonte una macchia scura.
Tutta pimpante corse verso Satch avvertendolo dell’isola, si perché il nostro caro amico piuttosto che stare a sentire Ace che si lamentava per la fame e per la noia si nascose in una cabina, così la povera Akane per due giorni fu costretta a sorbirselo insieme, ovviamente, tutte le idee idiote che gli venivano in mente.
Il giorno della fionda umana, ieri, era stato il più tremendo.
Akane rabbrividì al ricordo, che idea era quella di lanciare lei e felpato con una fionda di fuoco … solo un demente ci penserebbe (ACE: *starnutisce*).
Satch arrivò con un binocolo e osservò l’isola e sorrise.
-Tombola.-
Disse passando il binocolo ad Akane.
-E’ quella l’isola.-
Akane fece incontrare il binocolo con il suo viso, e i suoi occhi si aprirono in un’espressione di puro stupore.
Un’enorme fiore di loto faceva la loro comparsa , sarà stato alto 50 Mt e largo quanto … non saprei dirvelo (^^”), Akane restò meravigliata da quel bellissimo rosa che caratterizzava l’enorme fiore e notò che era sorretto da un’enorme piattaforma verde, era una foglia … dove c’erano attaccate delle barche e piccoli omini camminava sopra per poi sparire nel fiore.
-E’ bellissimo Satch! Non ho parole.-
Disse ripassando all’uomo il binocolo per notare che l’isola si faceva sempre più vicina.
In pochi minuti attaccarono la nave a quella foglia, niente di più semplice: bastava toccare la foglia che questa dall’acqua faceva emergere un’alga che circondava la nave.
Satch e Ace saltarono e la rossa si buttò con Felpato in braccio e fu presa al volo da Ace.
-Avevi paura che non ti prendevo vero?-
-Avevo solo paura di non riuscire a castrarti s non mi prendevi.-
Rispose a tono accompagnando il tutto a una linguaccia e così la rossa si avvio verso il fiore dove non riusciva a capire dove entrare ma quando sfiorò un petalo questo si abbassò costringendola a indietreggiare e così si aprirono le porte della città.-
*
*
*
POV ACE


Rimasi ancora un’attimo a guardare Akane allontanarsi, non le avrebbe fatto male correre un po’ per la città. Anche perché dovevo chiedere a Satch di questa missione.
L’ho capito dal primo momento che in tutto ciò centra Akane, altrimenti il babbo non l’avrebbe mandata qui.
-Satch … perché siamo realmente qui?-
-Centrano quei fiori.-
Cosa voleva dire?
-Quei, Hana no Akane?-
-Esatto.-
Disse facendo finta di applaudire, odio quando fa lo sbruffone.
-Beh secondo il Babbo su quest’isola Akane incontrerà qualcuno o qualcosa  che le spiegherà tutto.-
Finì lui.
-Capisco.-
Dissi ghignando.
-Ho fame.-
Mi lamentai facendolo ridere e quando guardai un’ultima volta la nostra piccola caravella vidi un certo dottore che scendeva dal suo sommergibile.
-Non ci credo.-
Dissi guardandolo, Satch non capì quindi gli indicai quella sottospecie di imbarcazione dietro di noi.
-Abbiamo una supernova?-
Chiese ghignando per poi incominciare ad entrere in città e io lo seguì.
-Sarà divertente questa missione.
*
*
*
POV AKANE
In un attimo mi precipitai in strada iniziando a correre seguita dal mio fedele cagnolino.
Era una cosa assurda, una città dentro un fiore cioè non l’avevo mai sentito parlarne anche nei libri!
le strade erano verdi dove ogni tanto trovavi la foglia rialzata dove stavo quasi per inciampare, le case erano dei fiori chiusi, sembravano peonie così come i negozi, ed erano colorate con colori allegri e brillanti.
E la mia persona come poteva resistere alla vista di tutti questi meravigliosi negozi? No non potevo.
Entrai in dieci negozi e mi scordai di essere venuta qui per una missione, di cui sinceramente non sapevo niente, e non coprai niente ma mi divertivo a provare i vestiti e far esasperare i commessi.
Camminai ancora per un po’ finché non vidi la cosa più bella di questo mondo.
Un orsetto bianco camminava in giro per le strade.
Un orsetto bianco … un orsetto bianco!
E cosa si fa quando si vede una cosa adorabile in giro?
Ovviamente si pedina che domande.
Iniziai a seguirlo senza farmi notare ma invano perché l’orsetto mi osservava certe volte con la coda dell’occhio e aumentava il passo, lo imitai e alla fine finimmo per correre per la città.
Lo sentivo sussultare ogni volta che girava lo sguardo per osservarmi e io mi scioglievo.
Insomma sembrava un orsetto di peluches!
Alla fine riuscì a prenderlo, aggrappandomi alla strana tuta che indossava,lui mi guardò preoccupato.
-Cosa vuole farmi signorina?-
Chiese, ma non mi stupì quando lo sentì parlare anzi … mi intenerosì ogni oltre limite.
-ODDIO CHE VOCE ADORABILE CHE HAI!-
Detto ciò lo abbracciai forte iniziandolo a coccolare.
-C..Come?-
Mi osservò stranito mentre lo coccolato e felpato ci girava attorno abbaiando.
-Signorina mi scusi.-
Lei lo guardò stranita.
-Perché ti dovrei scusare? Di essere così tenero?-
Chiesi sorridendo e sul viso dell’orsetto comparì un sorriso piccolo e timido.
-Adesso fatti abbracciare cosino troppo tenero.-
Continuai coccolandolo.
-Io mi chiamo Akane, piacere! E tu cosino tenero?-
L’orso stava per rispondere quando una voce profonda rispose al suo posto facendo tremare quella palla di pelo.
-Bepo, cosa stai facendo?-
*
*
*
La rossa girò lo sguardo incontrando due occhi marroni contornati da sfumature color miele; il ragazzo era alto almeno quanto Ace, forse qualche centimetro in più, quindi di sicuro 10 cm in più di lei, i suoi capelli neri erano nascosti da un cappello bianco maculato voluminoso.
I tratti del viso erano spigolosi e duri, ma gli donavano un aspetto sexy questo la rossa non lo poteva negare, indossava una felpa gialla dalle maniche nere con uno strano simbolo al petto e dei Jeans azzurri.
Ma in tutto ciò Akane era rimasta scioccata di una cosa, era terribilmente alto.
-Capitano!-
Rispose Bepo alzandosi e inchinandosi.
-Mi scusi.-
La maschera di gesso che l’uomo portava sul viso ricordava molto quella di Marco, era glaciale e non faceva trapelare la più piccola emozione.
Il capitano ignorò l’orso, che andò vicino al moro, e si diresse dalla ragazza avvicinandosi più di quanto dovrebbe e osservò i suoi occhi bianchi, che pian piano prendevano sfumature turchesi.
Akane si alzò in un lampo e cercò di mettere più distanza possibile da quel strano ragazzo, come osava avvicinarsi tanto a una signorina? Non aveva mai letto un libro sul bon ton?
A quanto pare no visto che si riavvicinò alla ragazza e mettendole una mano al mento, per tenerla ferma, la osservò stirando le sue labbra in un sorriso.
-Occhi bianchi … interessante … -
Disse con voce monotona cercando di mascherare quell’interesse che stava provando verso quel gene tanto particolare che caratterizzava quei occhi.
-E cambiano lentamente colore … in azzurro … -
Continuò lui osservandola, Akane si sentiva a disagio mai qualcuno si era mai avvicinato così a lei, tranne Ace certo ma lui è un caso a parte, come si permetteva lui? Poco dopo felpato iniziò a ringhiare e morse la mano del ragazzo con il cappellino permettendo ad Akane di alzarsi e allontanarsi.
-MANIACO DEPRAVATO PROVACI UN’ALTRA VOLTA A TOCCARMI CHE TI RITROVI CASTRATO!-
Urlò infuriata correndo via e aggiungendo qualche imprecazione del proprio ragazzo.
“Ecco cosa succede andando in girò con i miei occhi … divento un fenomeno da baraccone!”
Intanto il moro osservava la propria mano, in particolare dove quel sacco di pulci l’aveva morso formando una ferita non molto profonda, per fortuna era solo un cucciolo e non aveva messo la giusta forza altrimenti il danno sarebbe stato peggiore.
-Capitano Law stà bene?-
Chiese l’orso guardando la ferita del capitano, Law continuando a osservare la strada che aveva preso la ragazza per scappare via da lui.
-Ho trovato il mio prossimo studio Bepo.-
“Quegli occhi … certamente non ho mai visto una cosa del genere devo assolutamente studiarla.”
*
*
*
Continuai a correre ancora per la folla schivando bambini e anziani e più volte mi scontrai contro donne e uomini e mi scusai un’infinità di volete   mentre   riprendevo la mia folle corsa.
Quell’uomo mi aveva spaventata e non poco!
Mi fermai imparte a un muro per riprendere fiato e feci aderire la mia schiena sula superfice irregolare e fredda, un brivido percorse la mia schiena a quel contatto ma non ci feci molto caso e mi sedetti a terra.
Chissà che voleva … risentivo quelle mani fredde sulla propria pelle il contrario di quelle di Ace che erano calde e estremamente gentili sulla sua pelle … ACE!
Ero scappata via trascinata dalla curiosità ed ora lo avevo perso di vista, ma avevo perso di vista un altro compagno, a parte Satch, Felpato.
-Felpato?-
Chiesi alzandomi e osservandomi intorno, perfetto ora ero rimasta del tutto sola.
Sarebbe stato facile trovare Ace, dovevo solo cercare nelle osterie e nei Bar.
I miei pensieri vennero placati da un’esplosione, fiamme gialle e rosse galleggiavano nel vento, erano lontane ma si potevano scorgere alla fine di quella schiera di “fiori viventi”.
-O basterà seguire la rissa.-
Dissi sospirando e iniziando a correre sperando di ritrovare tutti nello stesso punto.
 

angolo autrice

SCUSATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Sono una persona orribile! Scusate il mio immenso ritardo.
Ho terminato ora di scrivere questo capitolo e l'ho subito postato quindi scusate gli errori. Sono ben 14 pagine di world, il mio record.
T-T
Ora devo scappare, un grosso bacio a tutti by sala-chan

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Capitolo 14
*** capitolo 14 ***


 
Capitolo 14
Le dita di Ace danzavano nell’aria rilasciando fiamme dai toni giallastri contro i nemici.
Era successo tutto così velocemente, si ritrovava in una locanda con Satch a Mangiare e Bere quando un’esplosione sciolse l’allegria del momento e la mutò in puro terrore.
Mentre il locale, che aveva forma di una maestosa peonia azzurra, era ormai distrutto a metà e il suolo era ricoperto di un liquido denso verdastro.
-NOOO LA LINFA-
Urlò il proprietario gettandosi su di essa.
-La preziosa linfa … senza di essa non potrò ricostruire il locale … Sguatteri!!-
 Urlò e poco dopo venne circondato da due ragazzi che misero in delle ampolle la linfa.
Dalla loro parte Ace e Marco erano gli unici tranquilli che osservavano la spaccatura con fare sospettoso.
Ma una domanda era comune a tutte le menti sia le più terrorizzate alle più spavalde: Chi era stato?
-Satch … vieni.-
Disse con fare mesto Ace appoggiando qualche soldo sul tavolo e uscendo dalla spaccatura scavalcando un ragazzo che era a massima raccolta per terra.
-Ace andiamo a prendere Akane e andiamocene.-
Disse Satch seguendolo.
- Nah, prima guardiamo chi è che sta giocando qua in torno.-
-Ace, siamo venuti qui per un obbiettivo e non dovremmo combattere.-
-Tranquillo voglio solo vedere.-
Finì divertito il corvino vedendo poco lontano un’altra esplosione e altre urla.
Un Girasole era esploso, le foglie afflosciate al pavimento i petali mezzi bruciati stavano cadendo lentamente verso il suolo e la linfa marrone si allargava come una chiazza di petrolio.
Un uomo dai capelli verdi raccolti in una treccia lunga fino alle caviglie teneva le dita strette al collo di un grasso signore e stavano parlando ma i due comandanti non sentivano niente.
Rimasero in disparte ad osservare la scena fino a quando l’uomo alzò la voce per richiamarli.
-E voi chi sareste?-
Domandò gettando come un sacco della spazzatura l’uomo a terra mentre piangeva sopra la sua amata linfa che ormai si era seccata e non sarebbe più stata utilizzabile per ricostruire il negozio.
-Spettatori-
Rispose Satch ghignando.
-A cui hai rovinato il pranzo.-
Aggiunse Ace
-Capisco … io sono Jorgen … mi dispiace non volevo disturbare stavo cercando una persona.-
Rispose Atono analizzando i due ragazzi con i suoi occhi verdi felini.
-Forse voi mi potreste aiutare.-
Fece qualche passo verso di loro per poi fermarsi a un metro esatto.
-Ace e Satch … della ciurma di Barbabianca.-
-Beh noi non conosciamo nessuno di questa zona. -
Rispose Satch.
-Ma io cerco una persona che voi conoscete bene … Akane.-
Il corvino a quelle parole simulò con le dita due pistole e urlò “Higan”, ma il ragazzo socchiuse gli occhi e il signore di prima corse davanti a lui facendo da scudo umano.
Gli occhi del grasso signore erano spalancati con la pupilla rigirata e si vedevano le piccole vene dell’occhio diventare bordeaux e poi mutare in viola.
-Io non gioco in questo modo .-
Sussurrò annoiato.
-Non voglio perdere tempo qui … voglio tornare dal mio capitano.-
-Torna allora cagnolino.-
-Beh Satch … vorrei tornarci ma non mi farà risalire se non le porto l’ultima discendente del popolo della Luna quindi.-
Alzò le braccia.
-Sarò costretto a farla venire fuori.-
Detto ciò chiuse le mani a pugno e li alzò in aria e un orda di gente uscì dalle proprie abitazioni dei dintorni e altre che scappavano via in silenzio tornavano indietro con gli occhi spalancati dai capillari violacei e le pupille all’indietro.
-Giochiamo con i miei nuovi burattini.-
Ed erano finiti così, a combattere contro civili.
Se quello si poteva definire combattere, Ace non utilizzava il suo potere ne armi e ne anche Satch non utilizzava alcuna arma si difendevano solo e sferravano calci e pugni in modo da stordirli.
Ma questa invasione di “Zombie” non temeva niente; e anche se venivano colpiti o cadevano a terra si rialzavano e continuavano a combattere.
Ecco come erano giunti a questo combattimento.
-Satch, come va?-
Urlò dando un calcio a un’anziana donna chiedendole scusa.
-Non male.-
Rispose l’amico prendendo un braccio di un uomo e lanciandolo sopra alcuni cittadini in modo da bloccarli per qualche minuto.
Jorgen osservava il tutto in piedi su un petalo di un fiore fucsia e cercava con gli occhi i capelli rossi della ragazza che poco dopo avvistò.
Si trovava a molti metri più in la, era sicuro che lei non potesse vederlo, imparte ad un una margherita ormai morta e teneva in braccio un bambino, i capelli erano raccolti in una crocchia di salvataggio e gli occhi erano ben spalancati in un espressione di puro panico.
- Trovata.-
Ace sentendo ciò non ci mise molto, anche se dentro di lui sapeva che non era giusto, a lanciare una fiammata circolare intorno a lui bruciando qualche corpo che si mise a emettere urla di dolore che straziavano il cuore al corvino, ma doveva pensare ad Akane; e così si mise a rincorrere Jorgen che a passi svelti stava raggiungendo la ragazza.
*
*
*
Akane aveva corso tra la folla di cittadini che in preda al terrore scappava terrorizzata dalle esplosioni; dopo una buona dose di gomitate al ventre e cadute di vario genere si ritrovo da sola in strada.
Sollevata si lasciò scappare un sospiro e stando attenta a tutto quello che la circondava iniziò a correre sperando di ritrovare i suoi compagni.
Il silenzio la accompagnava nella sua corsa finche non sentì un pianto, di colpo si fermò e girò la testa verso destra e sinistra ma non capiva da dove proveniva.
Provò ad andare avanti per alcuni metri e intanto il pianto si faceva più acuto, doveva appartenere a un bambino, iniziò anche a vedere i fiori ormai squarciati che marcivano velocemente a terra diventando ammassi informi e raggrinziti.
-AIUTO!-
Urlò una voce acuta che molto probabilmente era la stessa che stava piangendo.
-Dove sei?-
Chiese Akane seguendo i singhiozzi.
-Mamma?-
Akane finalmente vide una zazzera bionda che se ne stava seduta con gli occhioni azzurri pieni di lacrime che scendevano come fiumi sulle guance pallide.
-Hey piccolo.-
Il bambino striscio  all’indietro non capendo chi fosse la sconosciuta così la rossa si inginocchio e porse una mano al bambino sorridendo.
-Tranquillo, non ti voglio fare del male.-
Mosse la mano.
-Come ti chiami? Io sono Akane.-
- Christian … -
-Ma che bel nome, quanti anni hai?-
Continuò lei rimanendo ferma mentre il bambino si avvicinava lentamente alla ragazza.
-4 quest’anno. -
Rispose aprendo la mano mostrando le quattro dita.
-Ma allora sei un ometto.-
Il bambino si avvicinò e Akane gli passo le dita sui capelli scompigliandoli appena.
-Perché piangi?-
-Non c’è più la mamma … -
Abbassò la testa ricominciando a singhiozzare.
-Hey, non piangere  … ti va se andiamo a cercarla?-
Il bambino annuì e la ragazza lo prese in braccio, per il momento Ace e Satch potevano aspettare … non poteva lasciare un bambino solo al proprio destino.
-Piccolino, dove era la tua mamma prima?-
-Era uscita per fare la spesa poi … -
allargò le braccia e fece un verso con la voce.
-“BUUM” la casa è esplosa un uomo è entrato in casa e mi ha chiesto se ero solo. Io gli ho detto di si e lui dandomi una carezza sulla testa mi ha detto di nascondermi che altrimenti sarei stato in pericolo. Io mi ero nascosto ma … la mamma non torna ed ho paura.-
Akane bacio la guancia del bambino, sorridendogli si mise a camminare con lui in braccio.
-Vedrai che tua mamma sta bene, magari si è fermata ad una bancarella a comprarti un giocattolo ed è indecisa.-
Il bambino tornò a sorridere anche se Akane sapeva bene che era molto improbabile e, la strada che il bambino le stava mostrando portava proprio al luogo delle esplosioni.
“Ma perché Ace si è messo a far esplodere tutto? Molto probabilmente non è stato lui  ma qualcun altro, altrimenti vedrei anche delle fiamme ...”
Si fermò improvvisamente.
“Ma chi?”
- Hey … signorina dai capelli rossi … stai bene?-
Riprendendosi la ragazza sforzò un sorriso e ricominciò a camminare.
-Certo che sto bene. Ma tu eri a casa da solo?-
-Si.-
Si trovava così in armonia con quel bambino; lo trovava adorabile e sincero, “L’anima del bambino era buona e pura finche la società non la corrompe” si ricordava bene le parole di Sakura … già Sakura l’unica persona che le voleva bene o forse era costretta a volerne; in ogni caso le mancava terribilmente.
-Finalmente ti ho trovata ragazzina.-
Akane alzò lo sguardo dal bambino per ritrovarsi a meno di un metro da lei un ragazzo dai capelli verdi.
-Ehm … -
L’aria intorno divenne di ghiaccio e l’unica cosa che si sentiva erano i passi del ragazzo davanti a loro che si avvicinava ad Akane, ma la ragazza indietreggiava.
-Non ho voglia di giocare, Akane.-
-Come sai il mio nome?-
Ma il ragazzo la ignorò e continuò il suo discorso.
-E’ tutta mattina che ti cerco, piccola stronza e finalmente ti ho trovato. Per fortuna altrimenti avrei dovuto radere al suolo l’intera isola e sinceramente non ne avevo voglia.-
Disse annoiato, alzò il braccio e il bambino in braccio ad Akane si mise a fluttuare sempre più in alto, poi il braccio del verde si abbassò di colpo verso il pavimento e il corpo del bambino cadde per terra provocando delle crepe alla dura foglia.
-Oddio! BASTARDO LASCIALO STARE!-
Akane corse incontro al ragazzo, con il pugno proteso verso di lui e provò a colpirlo, ma semplicemente lui inclinò leggermente il corpo e schivò con facilità la ragazza.
-Quel ragazzino non fa parte dei miei obbiettivi.-
Legò un braccio intorno alla vita e strinse la ragazza al proprio fianco come un sacco di patate.
Akane scalciò e cercò di liberarsi, provò a sguainare le lame ai polsi ma il ragazzo le distrusse.
-Non sono così sprovveduto Akane … so benissimo le armi che ti porti appresso.-
Gli sfilò dallo stivale il coltello dal manico a forma di serpente e lo gettò a terra; la rossa tentò nuovamente di sfilarsi dalla sua presa ma sembrava che ogni cosa che faceva fosse inutile, vana.
-Bastardo lasciami!-
-Basta urlare … mi farai venire mal di testa.-
Rispose pacato.
-Quindi taci.-
-Mi scusi mon signoria ma la ragazza qui presente non ne conosce il significato.-
Rispose una voce scherzosa, Jorgen non fece in tempo a girarsi che venne colpito da un calcio della figura misteriosa che aveva parlato, e mentre il verde rallentò la presa su Akane la figura con uno scatto liberò la rossa.
-Ace!-
Sorrise lei felice di rivederlo.
-Akane qui c’è la faccio vai a nasconderti.-
-Okay … -
Akane corse fino al corpo ansimante del bambino e si accertò che fosse vivo, appoggiò l’orecchio al suo petto e quando sentì il suo cuoricino battere si lasciò scappare un sospiro di sollievo.
-Grazie a Dio. -
Lo prese in braccio e lo strinse forte a se, nel fra tempo Ace e Jorgen si osservavano con sguardo di sfida.
Ace aveva infuocato un braccio mentre Jorgen con aria annoiata teneva le braccia incrociate al petto, l’aria si era appesantita ed era elettrica.
- Portgas non ti arrendi mai?-
-Beh sono uno che ha la testaccia dura.-
Rispose divertito per poi scagliarsi contro il nemico che con un abile balzo atterrò dietro il corvino.
-Sei molto forte, ma non abbastanza veloce.-
Ace si girò e caricò un pugno diretto al suo volto, che colpì.
Mentre l’uomo i lamentava per il dolore Ace prese con forza il suo braccio e lo immobilizzò.
 Cerco di colpirlo con le sue fiamme ma Jorgen sta volta non si era fatto trovare impreparato e riuscì a schivarlo, anche se a fatica, e Ace ghignò vedendo l’avversario perdere sangue dal naso.
-Alla fine sei soltanto uno che si nasconde dietro le sue marionette, fai a fare il lavoro sporco agli altri.-
-Il mio frutto del mare me lo consente … non sono mai stato un grande combattente.-
Jorgen sputò sangue e Ace mise le mani a forma di pistola.
-Di addio.-
Detto ciò sparò, le pallottole viaggiavano veloci verso Jorgen anche se lui riusciva a vederle lentamente; sapeva di non poterle evitare così fece l’unica cosa che lo poteva salvare.
Alzò la mano e fece volteggiare un corpo davanti a lui parando tutti i colpi stava già per cantare vittoria quando qualcosa penetrò nel suo stomaco, abbassò lo sguardo vedendo che era una spada non fece in tempo a vedere gli occhi del suo assasino che il suo corpo mutò trasformandosi in cenere.
Lo scudo di Jorgen era ancora sospeso, i capelli rossi volteggiavano al vento, gli occhi bianchi si spalancarono e dalla bocca fuoriuscì del sangue  mentre allo stomaco si espandevano macchie di sangue.
-A … Akane … AKANE!-
*
*
*
Akira passeggiava per il ponte della nave con fare lento, il vestito che indossava sfiorava il pavimento e aveva intrecciato le mani al grembo.
Appoggiò i gomiti alla ringhiera e respirò a  fondo l’aria salmastra che sembrava che ad ogni nuova boccata la purificasse, chiuse gli occhi e ascoltò il rumore delle onde che si infrangevano quieta all’immensa imbarcazione.
-Che ci fai qui da sola Akira?-
Chiese una voce atona mentre a passi svelti si affiancava alla ragazza appoggiando la schiena alla ringhiera voltando le spalle al cielo che si colorava lentamente di scarlatto.
-Marco-sama, vedi aspettavo il tramonto.-
Disse mesta nascondendo il rossore abbassando la testa puntando gli occhi verso l’acqua.
-Ho notato che è una cosa che fai tutti i giorni, lo facevi anche con Shona?-
- Shona non a mai amato i tramonti, li trovava poco romantici. Per lei un tramonto rappresenta la fine di qualcosa … penso che lo prenda come l’ultimo canto del cigno.-
Si portò una ciocca dietro l’orecchio.
-E per te?-
-Per me rappresenta un nuovo inizio, dopo il tramonto arriva la notte e successivamente l’alba. Io trovo che il tramonto ti voglia preparare a qualcosa di brutto ma che tu devi prenderlo con sorriso perché si sa dopo la tempesta arriva l’arcobaleno.-
Akira si volto verso di lui sorridendo.
-E’ una cosa un po’ complicata da spiegare …. -
-Io la trovo chiara come il sole Akira. E’ una cosa molto profonda.-
Marco puntò il suo sguardo verso quello di lei e per un attimo le sorrise per poi alzarsi e dichiarare di voler andare a cenare.
Akira appena lo vide sparire dietro le porte della mensa si lasciò ricadere sul suolo e sorrise accompagnata dal suono scalpitante del suo cuore al settimo cielo per le parole dette dal suo comandante.
Quando si fu ripresa andò verso le sue stanze sorridendo come un ebete e canticchiando qualcosa quando, un movimento sospetto, fece allertare i suoi sensi.
Vide Teach camminare davanti a lei con un sorriso non molto rassicurabile sul volto, e se ne andò salendo le scale.
Akira con piccoli passi si avvicinò alla sua stanza ed entrò, qualcosa le puzzava; non si era mai affidata a Teach e anche a Marco non andava a genio.
Muovendosi lentamente osservò la stanza, nell’aria si respirava la puzza di sudore e per terra erano stesi accartocciati su di essi i vestiti dell’uomo, poi attaccata alla parete c’era una piccola brandina senza coperte ma con solo un cuscino giallo; era una camera abbastanza spoglia.
Quando Akira vide che non c’era niente di allarmante si diede mentalmente della stupida e si incamminò verso l’uscita ma inciampò in qualcosa e cadde tra i vestiti puzzolenti di Teach.
Guardò nel punto dove era inciampata e trovò una ampolla dal liquido argentato luccicante.
Lo prese con se e uscì dalla stanza solo con la sensazione che in quella ampolla ci fosse qualcosa più grande di lei.
*
*
*
“Akane … svegliati …”
Una voce lieve si espanse per l’oscurità, la voce portava un senso di benessere nella rossa e le scaldava il cuore.
-Chi sei? Dove sono? Perché sono circondata dall’oscurità? Dove è Ace? -
“Cara non spaventarti, Ace sta bene.”
Nell’oscurità si sprigionò una fiammella bianca che si posizionò davanti ad Akane che fluttuava nel vuoto.
“Non avere paura di me, sono la protettrice della tua gente. Sono la dea della luna”
-La dea della luna? Sheeiren?-
Akane non si immaginava certo così una dea, sembrava un esserino che al primo soffio di vento si sarebbe spento e non certo una possente figura che poteva giudicare gli uomini.
“Questo è tutto ciò quello che è rimasto di me, Akane noi dei possediamo una forma solo grazie a voi credenti. Tu sei l’ultima credente rimasta in vita. È grazie a te che io sono ancora qui. Noi dei siamo esseri potentissimi ma nello stesso tempo debolissimi, non siamo niente senza i nostri “sudditi”.”
La fiammella rispose a quelle tacite domande che si erano formate nella testa della giovine che annuiva imbarazzata.
-Non volevo essere irrispettosa, io non sapevo nemmeno della tua esistenza come posso allora essere una tua credente?-
“Tranquilla piccola. In te vive il mio ricordo e io ti proteggerò sempre come ho protetto i tuoi antenati.”
La fiammella si avvicinò e Akane la prese in mano così la piccola luce entrò nel corpo della ragazza.
*
*
*
Un respiro profondo percosse Akane e inarco la schiena come per prendere più aria possibile.
Il suo corpo tornò a peso morto sul lettino dove le candide lenzuola ormai erano imbrattate di sangue, la gola le bruciava ad ogni nuova boccata d’ossigeno nuova .
Le mani le tremavano e spostava lo sguardo alla ricerca di qualcosa, anzi qualcuno.
-Capitano respira!-
Disse una voce mentre qualcuno correva.
-Akane!-
Ace le prese le prese la mano e con forza la strinse e poi abbracciarla.
-Temevo di averti perduta, perdonami.-
Akane rimaneva come una bambolina, non sapeva che fare, così ignorando il dolore ricambiò l’abbraccio in modo lieve e sussurrò “non è colpa tua”.
Dopo qualche minuto qualcuno tossì attirando l’attenzione di Ace così facendo Satch poté spostarlo per abbracciare la ragazza.
-Scricciolo!-
Disse stringendola per qualche attimo per poi lasciarla andare e Satch la osservò, era fasciata dalla testa ai piedi, i capelli erano disordinati e sembravano un nido d’uccelli sfatto.
Sorrise e con le dita le sfioro il naso.
Akane provò a parlare ma la voce non voleva uscire dalla sua bocca e la gola le bruciava da morire e vedendo ciò delle dita tatuate le porsero un bicchiere di acqua.
-E’ meglio che bevi se non riesci a parlare.-
Akane bevve avidamente l’acqua per poi tossire, ma subito si sentì meglio, ne chiese un altro po’ allungando la mano con il bicchiere e Law l’accontentò.
- Law ti siamo riconoscenti dell’aiuto che ci hai dato .-
Disse Satch serio mentre Akane beveva tutto d’un fiato il suo secondo bicchiere, stavolta, senza difficoltà; la gola torno al suo stato originario e non sentiva più bruciare.
-Ho avuto le mie ragioni.-
Disse ghignando per poi dedicare tutta la sua attenzione alla piccoletta dai capelli rossi.
-Allora come ti senti?-
-Meglio.-
Rispose con voce bassa e rauca per poi tossire, Akane puntò i suoi occhi candidi verso Law e l’immagine di qualche ora prima le tornò nella mente così fissandolo disse tranquilla:
-Ma tu sei il maniaco di prima.-
-No non sono un maniaco.-
Rispose di getto Law.
-Lui è il chirurgo della morte: Trafalgar Law. -
Fece le presentazione Ace, ormai tranquillo sedendosi sulla panca insieme a Satch.
-Piacere principessina.-
Continuò con quel fare ironico mentre prendeva una siringa e la riempiva di un liquido giallastro, Akane subito si agitò e Ace le prese per mano e avvicinò la sua fronte con la sua.
-Mi dispiace così tanto, stavo per ucciderti.-
-Non è colpa tua … Jorgen mi ha usato come scudo e tu non potevi impedirglielo.-
Non sentì l’ago entrarle in pelle e neanche il liquido entrare in circolo nel suo corpo.
Law si allontanò da lei e mise un cerotto dove aveva fatto l’iniezione.
-Devi ringraziare il tuo cagnolino, è venuto a rompermi le balle. Continuava ad abbaiare e non voleva piantarla così vedendo che voleva “qualcosa” lo seguimmo e siamo arrivati quando il tuo corpo è caduto per terra.-
Mise a posto le siringhe e poi tornò dalla rossa ignorando le sue domande insistenti riguardo a felpato e il bambino.
-Ma c’è una cosa che non capisco.-
la guardò dritta negli occhi.
-Le ferite per quanto fossero critiche si sono curate da sole e sono assolutamente certo … che il tuo cuore aveva smesso di battere. Io ho solo fermato l’emorragia e ho provato a farti qualche iniezione ma … quando o capito che il tuo cuore aveva smesso di battere ho smesso e dopo 10 minuti.-
Il dottore sbatté una mano sul tavolino entusiasta.
-Il tuo cuore ha ricominciato a battere e tu ti sei risvegliata. Voglio studiarti ragazzina, come hai fatto?-
-Non lo sappiamo nemmeno noi.-
Rispose Satch guardandolo e Ace osservava attentamente tutte le mosse di Law.
-Sappiamo soltanto che è una caratteristica del mio popolo.-
Disse Akane tranquilla.
-Donataci dalla Dea Sheeiren … -
-Mi piacerebbe molto studiarti Rossa.-
E guardò Ace.
-Con o senza il loro permesso.-
Akane guardò l’uomo e sentiva qualcosa che proveniva da lui, aveva avuto una vita dura e triste.
-Come vorresti studiarmi.-
-Credo che aprirti il cervello o il corpo non si possa fare vero?-
Come risposta ricevette un silenzio tombale.
-Allora lascia almeno che studi il tuo comportamento.
*
*
*
Akane riuscì ad alzarsi dal letto dopo mezza giornata di riposo e appena mise piedi fuori dal sommergibile vide il suo cucciolo sulla “terra ferma” seduto ad aspettarla.
-Felpato!-
Urlò con gioia lei correndogli incontro e lasciandosi leccare il viso e le mani.
-Ti aspettava qui, non ha nessuna ferita.-
Disse Bepo, nelle ultime ore le aveva fatto compagnia e avevano dialogato molto e inutile dire che  ormai Akane si era legata a lui.
In quel momento Law individuò il primo comportamento anomalo, alla vista del cane gli occhi di Akane avevano avuto una scintilla azzurra che brillava fortemente.
Ghignò pensando che sarebbe stato divertente studiarla, tanto non aveva nient’altro da fare e poi si ricordò del suo sangue preso di nascosto che ora riposava nel refrigeratore; così con calma più tardi l’avrebbe analizzato.
-Ma Ace, il bambino che era con me?-
Ace sorrise.
-E’ tornato da sua madre.-
-Oh meno male ne sono felice!-
Rispose lei con gioia per poi tornare ad occuparsi del cane.
-Akane noi non dovevamo mica vedere “quei fiori”-
Chiese Satch facendo l’occhiolino, la rossa annuì e Satch iniziò ad incamminarsi verso il presunto posto.
Law affiancò Ace e lo guardò serio.
-Perché non gliel’hai detto?-
-Sarebbe stato troppo per lei.-
Disse solamente, e si incamminò verso i due davanti a loro.
Law meditò per un attimo a questa cosa e si disse che alla fine non era una bugia.
Avevano trovato il corpo del piccolo, Bepo lo prese con se e lo porto alla “nave”  ; il giovane chirurgo dal primo momento che l’aveva visto sapeva che era un miracolo se respirava ancora ma ormai il respiro rallentava sempre di più e sapeva di non poter far niente per salvarlo.
Nel pomeriggio, quando Akane stava parlando con Bepo, Law e Ace portarono il corpicino in città e grazie ai cittadini scoprirono che anche la madre era morta.
Così lasciarono le spoglie del biondino alle loro amorevoli cure e si voltarono senza dire una parola.
Alla fine quel bimbo si era riunito alla madre in un posto migliore.


ANGOLO AUTRICE
Hello every body!
Come state? È da una vita che non aggiorno ma finalmente l’ho fatto con 15 pagine di World.
Naturalmente con la mia solita sfiga il computer mi aveva eliminato il capitolo quindi di corsa a riscriverlo e finalmente è pronto.
Grazie mille a tutti coloro che mi seguono e a tutti coloro che hanno recensito e messo la mia storia nelle preferito/seguite/ricordate.
Un grosso bacio by Sala-chan <3




 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***





CAPITOLO 15
 

Akane camminava accanto a Satch continuando a chiedergli quando sarebbero giunti al fantomatico campo di “Hana no Akane”, curiosissima di vedere questi fiori con il suo medesimo nome.
-Tranquilla scricciolo si trova all'estremità a Nord dell'isola. Ancora una decina di minuti e lo vedremo.-
Disse sistemandosi in un veloce movimento i propri capelli pettinati in stile Pompadour, la rossa si chiedeva sempre come fosse possibile che rimanessero sempre acconciati in quel modo anche dopo una battaglia.
Al loro seguito si trovava Ace che cercava di cacciar via un Law deciso nel seguire il proprio oggetto di studio a tutti i costi.
Anche se quella specie di torcia umana voleva rovinare il suo piano, così inizio un battibecco dove il ragazzo dal cappello maculato si divertiva nel far infuriare il corvino tramite commenti sarcastici.
Satch osservava la scena con la coda dell'occhio sospirando e cercò di accelerare il passo superandoli con Akane e e sperando che i due si perdessero, non poteva permettere che la missione andasse a rotoli per colpa di una supernova troppo curiosa
-Satch mi sa che abbiamo perso Ace e Law.-
-Vedrai che ci ritroveranno, ho detto ad Ace dove era il posto, pesino un imbecille riuscirebbe a raggiungerci.-
Sentenziò ridendo e lasciando preoccupata Akane poiché lei sapeva benissimo che Ace era capace di perdersi anche nella sua stanza da letto.
Dopo altri cinque minuti di camminata videro davanti a loro un'enorme specchi d'acqua dove all'interno galleggiavano dei fiori rossi, del medesimo colore dei suoi capelli.
Akane sentiva l'esigenza di immergersi tra quei meravigliosi fiori di Loto color rosso, Satch non disse nulla e continuò a seguirla con lo sguardo e Akane si tolse gli stivali e i vestiti pronta a immergersi nell'acqua.
Sentiva un'attrazione magica verso di essa come se tra lei e l'acqua ci fosse un collegamento, inizio a muoversi con cautela, mettendo prima un piede aspettando l'impatto con l'acqua fredda … cosa che non avvenne poiché l'acqua era calda e così Akane si convisse ad entrarvi subito.
Quando l'acqua arrivò a metà della sua vita Akane si voltò di nuovo verso Satch ma non lo trovò, anzi il luogo era totalmente mutato.
Intorno a lei era tutto buio e soltanto la luce della luna illuminava l'acqua dove era immersa,i suoi capelli galleggiavano a filo dell'acqua formando dolci onde rosse.
-Satch … Ace … -
Provo a chiamarli con un filo di voce, incerta se fosse il caso di urlare perchè in fono di sentiva tranquilla, protetta in quel luogo.
-Piccola Akane, bentornata da me.-
Sussurrò una voce e davanti a lei apparve una luce bianca luminosa che Akane subito capì di chi si trattasse.
-Dea Sheeiren.-
Accolse quella luce nella sua mano e le sorrise dolce e la luce si trasformò in una piccola figura di una donna con delle lunghe ali fini e trasparenti dove al di sotto partiva una lunga coda che ricadeva dalla sua mano fino a immergersi nell'acqua.
-Piccola Akane benvenuta nel mio regno, e qui dove vivo in pace e armonia tra i fiori che portano il tuo nome.-
Disse la piccola figura alzando le mani al cielo cercando di enfatizzare quello che stava dicendo.
-Come mai sei giunta qui? La tua casa galleggiante è molto lontana da qui.-
-Vorrei … vorrei chiederti delle altre informazioni su di me. E sei l'unica, mia Dea, alla quale posso rivolgermi in aiuto.-
La piccola Dea si alzò in volo arricciando la coda per pochi centimetri per poi rilasciarla in riposo.
-Dimmi tutto ciò che vuoi sapere, tenterò di rispondere ad ogni tua domanda.-
Akane si sentiva il cuore che batteva all'impazzata, ora lei poteva togliersi dalla mente ogni cruccio, ogni piccola domanda rimasta ma qualcosa la bloccava e non capiva cosa era.
-Io so la storia della mia gente ma … vorrei sapere di più su mia nonna venerabile Dea.-
La piccola creatura le tocco con una piccola manina la fronte.
-Forse sarà meglio farti vedere qualche immagine mentre ti racconto della più grande, potente e ultima sacerdotessa della luna.-
Detto ciò una luce bianca le avvolse e Akane si ritrovo catapultata in mezzo a un villaggio dove vi era un via e vai di gente.
Donne e uomini dalla pelle candida come la neve giravano a piedi nudi sulle strade composte da sabbia bianca vestiti con pellicce varie, Akane camminava tranquillamente per l'isola con fare sognante mentre cerva con lo sguardo una persona che non poteva conoscere in alcun modo ma appena la vide capì subito che era lei.
Una giovane donna da fisico esile e asciutto camminava vestita da delle pellicce lavorate meglio di quelle che avevano indosso le donne del villaggio e componevano un vestito che le giungeva fino ai piedi, i capelli erano raccolti in una coda che le scendeva morbida sulla spallla destra fino alle ginocchia e la frangia copriva due occhi argentati dal taglio felino.
-Lei è Maya.-
Akane si volto trovandosi sula spalla sinistra la Dea che osservava tutto nostalgicamente, il popolo che tanto amava era uno splendore e l'amavano più di ogni alta cosa … era terribile rivederli solo in un ricordo attraverso la piccola Akane.
-Maya è stata l'ultima mia sacerdotessa, votata alla protezione del mio tempio e aveva ogni potere legislativo e giuridico. Lei faceva le mie veci, parlava a nome mio e sebbene io non la consigliassi spesso lei aveva sempre svolto i suoi compiti in maniera efficace e benevola. L'amavo tanto Maya e mi faceva sempre rammentare come mai tanti secoli prima io avessi donato il mio cuore a questa popolazione e come ma decisi di benedirli tutti loro. Ma tornando a noi … -
Akane ascoltava attenta le parole della Dea e intanto seguiva Maya che correva ne bosco, i piedi della donna sfioravano appena il terreno sabbioso sembrava che volasse ad ogni passo come una ballerina.
-Maya possedeva il potere di comandare a proprio piacimento i quattro elementi della natura, un potere assai raro ma non così insolito tra le tue genti. Maya però aveva commesso un errore che avrebbero pagato tutti gli abitanti dell'isola.-
Dettò ciò Akane smise di correre poiché anche la ragazza davanti a lei l'aveva fatto perché troppo preoccupata ad abbracciare un uomo dalla pelle ambrata, gli occhi d'oro e i capelli corti biondi.
-Si era innamorata perdutamente di un figlio del clan del sole … Zaccaria. Tuo nonno proveniva dal popolo benedetto da mio fratello Helios, perciò hanno questi tratti molto luminosi ma visto che mio fratello aveva (e a tutt'ora poteri minori dei miei) non pote donare loro poteri e immortalità ma solo una vita lunga e prosperosa che può giungere dai 800 ai 1000 anni.-
Maya e Zaccaria si baciavano teneramente davanti al tramonto sussurrandosi parole d'amore e di conforto per la loro costretta lontananza.
-Come esistono altri Dei oltre a te?-
-Certo piccola Akane, molti hanno dimostrato la loro benedizione a piccole popolazioni altri in zone più ampie e alcuni in anonimato.-
-Tua nonna rimase incinta di Zaccaria ed ebbe tua madre Saphira, non c'è altro d'aggiungere se non che il suo spirito tra poco si ricongiungerà al suo amato dopo secoli.-
Nuovamente Akane e la dea furono circondate dal buio.
-Quanti anni aveva mia nonna e mia mamma?
-Molto giovani entrambe, tua nonna morì a 584 anni e tua mamma sui 100.-
-Wow … raggiungerò mai anche io quell'età?-
-Certo, tu cara sei immortale. A meno che il tuo sangue venga prosciugato dal tuo corpo ma finchè una sola goccia del tuo sangue scorrerà nelle tue vene sarai viva … il tuo tempo nel mio regno sta finendo piccola … Vuoi scoprire che potere hai? Ti basti sapere che è lo stesso di tua nonna che poi è passato a sua madre e che puoi è passato a te. -
La rossa si osservò intorno notando che il lago dove era immersa con le gambe stava sparendo così come il cielo pieno di stelle.
-Dea devo sapere come eliminare i pirati della luna. Hanno sterminato tutta la mia gente! Devo vendicare le loro anime e ucciderli prima che prendano il mio sangue.-
La Dea perse la sua forma tornando ad essere una sfera di luce bianca che svolazzava davanti al torace di Akane.
.Quei uomini Akane … sono terribili più di una volta li hai affrontati e non ne sei uscita vittoriosa. Ma se il tuo desiderio di vendetta è così forte devi uccidere il loro capitano, quando lui sarà morto tutti gli altri membri della ciurma lo seguiranno nella tomba.-
-E come posso ucciderlo?-
-Devi pugnalarlo al cuore con il coltello con la testa di serpente … esatto Akane con lo stesso pugnale che possiedi tu.-

Ora anche la luce della sfera diminuiva drasticamente.
-Buona fortuna Akane.-
Detto ciò il buio inghiotti la mente della ragazza facendole chiudere gli occhi.
***

Satch stava seduto a gambe incrociate mentre il corpo di Akane rimaneva a galla sul filo dell'acqua, ormai era passata un ora e il sonno di Akane non sembrava avere termine.
Ace si trovava sulla sua imbarcazione, persi di vista Satch e Akane il ragazzo aveva deciso di tornare indietro accompagnato dal fidato amico a 4 zampe e ad un alterato chirurgo della morte per aver perso il suo nuovo passatempo, sbuffo spazientito e si mise a osservare il cielo azzurro con i gabbiani che volavano sopra la sua testa e mai come allora sentì la mancanza dei suoi compagni e della Moby Dick.
-Speriamo che Akane se la stia cavando, Satch non mi ha detto un granché su ciò che doveva accadere in quel lago.-
Sospirò e spostò lo sguardo al cielo alla vastità dell'oceano, come era bello quello specchio d'acqua che si estendeva fino all'orizzonte, con l'angolo dell'occhio vide Law seduto sul “ponte” del sommergibile giallo.
“Certo che quello li se si mette in testa una cosa arriva fino in fondo.”
-Hey Law non hai di meglio da fare che aspettare Akane?-
-Non ho di meglio da fare.-
Disse ghignando sapendo di dare fastidio al famoso Ace, infati il ragazzo sbuffò spazientito tornando a guardare il calmo oceano che infrangeva le sue onde sulla barca e ogni tanto a un'onda leggermente più forte faceva muovere dolcemente la barca, il vento accarezzava le guance di Ace facendolo così cadere in una sorta di tranquillità e facendo salire a galla pensieri creduti sepolti da tempo.
Gold D. Roger, il re dei pirati a capo della ciurma “Pirati di Roger” e trai tanti titoli c'era anche quello di “inutile padre” datogli proprio da Ace.
Ace aveva ripudiato Roger come padre e aveva cercato di sostituirlo con Barbabianca. Si Barbabianca era il suo unoco padre.
“Io merito di esistere anche se nelle mie vene scorre questo sangue maledetto?”
Questa era la domanda che incessantemente si rivolgeva quando era da solo e se non era tra le braccia di Akane, chissà cosa avrebbe pensato la bella rossa sapendo questa verità.
Forse avrebbe reagito come il suo Babbo: con una risata e chiedendogli se fosse rivelante quella sciocchezza oppure l'avrebbe odiato?
Ma questa domanda poteva morire sul nascere perchè Akane non avrebbe mai dovuto saperlo, non poteva rischiare di allontanarla dalla sua vita.
Lei che con il suo sorriso sapeva migliorargli la giornata in pochi attimi, lei con il suo profumo alla vaniglia che emanava la sua pelle diafana, lei che con i suoi capelli rossi che adorava intrecciare tra le sue dita quando Akane era addormentata, lei che con i suoi occhi argentati stupiti ad ogni meraviglia del mondo.
Sorrise ripensando alla sua donna, l'unica che amava così tanto oltre a sua madre.
Sua madre … già Portgas. D. Rouge.
Suo nonno Garp gliela aveva descritta come una donna snella dai lunghi capelli rosa, e come lui aveva le lentiggini sul viso.
Doveva molto a lei dato che aveva sacrificato se stessa in modo che lui potesse nascere senza che il Governo Mondiale sapesse della sua nascita.
Era per lei che aveva cambiato cognome, era nato con il nome “Gold D. Ace” e aveva deciso di cambiarlo in Portgas in onore di ella.
-Aceeeeee!-
Quella voce melodiosa lo richiamò dai suoi pensieri e sorrise aprendo gli occhi, Akane era li davanti a lui con i capelli bagnati che ricadevano sul suo corpo minuto fino alle natiche.
-Piccola sei andata a fare un bagnetto?
La ragazza rise andandogli incontro ed abbracciarlo.
-Ho incontrato la Dea Sheeiren! Ho visto mia nonna e mio nonno innamorati e ho scoperto come mettere fine alla maledizione del mio sangue Ace!-
Dichiarò fiera di se stessa sorridendo al che Ace le prese il volto e le diede un casto bacio sulla bocca.
-E' stupendo piccola, torniamo a casa così durante il viaggio mi racconterai ogni dettaglio.-
Ace guardò verso il sommergibile ma era sparito, a quanto pare Law si era stufato e si era volatilizzato, era ora di tornare dal Babbo.

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