Boo Sullivan

di LadyDP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quando Avevo Due Anni. ***
Capitolo 2: *** Quando Avevo Sei Anni. ***
Capitolo 3: *** Quando Avevo Undici Anni. ***
Capitolo 4: *** Quando Avevo Quattordici Anni. ***
Capitolo 5: *** Quando Avevo Diciotto Anni. ***



Capitolo 1
*** Quando Avevo Due Anni. ***


Quando avevo due anni, c’era un brutto mostro viola che si divertiva a farmi paura.

 

Sembrava un camaleonte, ed infatti cambiava spesso colore di pelle.

 

A volte non riuscivo a dormire a causa sua.

 

Ad un certo punto, però, è arrivato un altro mostro azzurro.

 

Questo, però, era molto carino e simpatico. Sembrava un gatto gigante.

 

Era ricoperto di pois viola, ed era molto dolce con me. Mi voleva bene.

 

Dopo di lui, il mostro viola non è più tornato. C’era solo lui, e non mi faceva paura.

 

Mi faceva sempre ridere.

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Capitolo 2
*** Quando Avevo Sei Anni. ***


Quando avevo sei anni, c’era un mostro azzurro con la cravatta che mi faceva spesso visita.

 

Mi chiedeva della scuola, mi chiedeva com’era andata la mia giornata. Mi spiegava come essere una brava bambina.

 

Mi abbracciava-lo chiamavo Gatto.

 

A scuola molti bambini raccontavano spesso dei loro papà-io non sapevo cosa fosse un papà.

 

Un giorno, lo chiesi alla maestra. Lei mi spiegò che un papà era colui che ti abbracciava, ti amava e ti spiegava come comportarti bene.

 

Cominciai a chiamare il mostro Papà.

Lui si mise a piangere.

 

Quella sera dormì con me. Mi dondolò tra le sue braccia, e poi si distese.

 

Lo usai come un lettone.

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Capitolo 3
*** Quando Avevo Undici Anni. ***


Quando avevo undici anni, capii che in realtà il mostro azzurro non era il mio papà.

 

Almeno, di sicuro non era quello che mi aveva messo al mondo.

 

Ma io non smisi di chiamarlo papà.

 

Scoprii che aveva un nome. Si chiamava James.

 

Ma gli amici lo chiamavano Sulley. Era molto più originale e ricordava il suo cognome. Sullivan.

 

Papà mi spiegò che ormai stavo diventando grande, e che secondo le regole del suo mondo,

i grandi non potevano incontrare i mostri.

 

Certo era che nel suo mondo, lui era un personaggio importante, che poteva fare un po' quello che gli pareva.

 

 

Però da quel momento in poi era più che mai importante stare zitta sulla sua esistenza.

 

O sarebbero stati guai per lui e per il suo mondo.

 

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Capitolo 4
*** Quando Avevo Quattordici Anni. ***


Quando avevo quattordici anni, ebbi il mio primo fidanzato.

 

Decisi di raccontarlo a papà. Non sembrava molto entusiasta all’idea.

 

Mi fece un sacco di domande, anche imbarazzanti.

 

Gli tenni un po' il muso, quando mi disse che ero troppo piccola per un fidanzato, ma lo perdonai subito. Sembrava molto triste per avermi fatto arrabbiare.

 

 

Mamma intanto aveva trovato anche lei un fidanzato.

 

Non era male. Finchè mamma non mi disse che quello in realtà era l’uomo

che ci aveva abbandonato quando ero nata io.

 

Mi arrabbiai molto quando mi chiese di chiamarlo papà.

 

Lui non lo era. Sulley lo era. Ma non potevo dirglielo.

 

Cercai di campare scuse, ma non funzionò.

 

Da una parte ero molto infastidita in sua presenza, ma era con papà Sulley che soffrivo davvero.

 

Era come un tradimento.

 

Decisi di raccontargli tutto quello che mi stava succedendo.

 

Mi disse che non poteva prendere il posto del mio vero padre.

 

Glielo vidi negli occhi. Si sentiva escluso, ed umiliato.

 

E io mi sentii abbandonata.

 

Non venne più a farmi visita per un po'.

 

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Capitolo 5
*** Quando Avevo Diciotto Anni. ***


 

Quando avevo diciotto anni, papà tornò a trovarmi.

 

Sapeva che volevo partire per andare a studiare in un’importante scuola d’arte.

Dopotutto, mi era sempre piaciuto disegnare.

 

Era l’ora. Sarei partita da lì a poco.

 

Volle salutarmi. Io gli diedi il mio nuovo indirizzo.

 

Così poteva venirmi a trovare nella nuova casa.

 

Rifiutò, con le lacrime agli occhi. Ma questa volta, sapevo perché.

 

Rivedersi dopo tanto tempo, faceva troppo male.

 

Dimenticare quella lontananza di quattro anni non poteva essere fatto in quattro secondi.

 

E poi, ormai ero grande.

 

Lui non era più il mio mondo.

 

Lui era la mia infanzia.

 

Lui era il mio papà di quando ero bambina.

 

Quando era servito, lui c’era stato. E non l’avrei mai dimenticato.

 

Ora ero l’adulta Mary Gibbs.

 

Ma nei miei sogni ero sempre la piccola Boo Sullivan.

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