Legame indissolubile

di Red Saintia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un amara libertà ***
Capitolo 2: *** Perdermi tra le tue braccia ***
Capitolo 3: *** Le ragioni del cuore ***
Capitolo 4: *** Amore e dovere ***
Capitolo 5: *** Una decisione importante ***



Capitolo 1
*** Un amara libertà ***


Dopo una dura battaglia finalmente Nettuno, il signore dei mari, era tornato a dormire nell’anfora che fin dai tempi del mito lo teneva prigioniero. Ancora una volta Seiya e i cavalieri di bronzo avevano salvato la terra e la dea Athena. L’inganno di Kanon, fratello di Saga dei gemelli, era stato svelato e finalmente la pace avrebbe regnato in Grecia come in tutto il mondo.

 Athena aveva ripreso il suo posto al Santuario insieme ai cavalieri d’oro sopravvissuti alla battaglia delle dodici case, e Mur cavaliere dell’Ariete, era stato designato come nuovo Gran Sacerdote della dea. La giovane Saori a pochi giorni dal termine della battaglia convocò in tredicesima casa i cinque cavalieri di bronzo.

“Cavalieri di Athena, ancora una volta avete dimostrato il vostro valore e coraggio, avete protetto la terra e difeso la mia persona. Non ci sono parole per ringraziarvi, ve ne sarò eternamente grata, ed è per questo che il mio più grande desiderio è che voi adesso viviate una vita normale lontano dalle guerre e dai campi di battaglia. Vivete da giovani uomini quali siete, seguite la vostra strada e realizzate i vostri desideri. Io e il Gran Sacerdote vi concediamo di riporre le vostre armature.” Concluse Athena. I giovani guerrieri si guardarono tra loro con aria perplessa e sorpresa, non si aspettavano una simile decisione, eppure una parte di loro ne fu sollevata.

“Milady noi saremo sempre cavalieri di Athena anche lontani dal Santuario. Credo di esprimere il pensiero di tutti dicendo che il nostro braccio sarà sempre al vostro servizio. E se e quando ci richiamerete in battaglia noi saremo al vostro fianco” disse Shiryu trovando l’approvazione degli altri.
Così il cavaliere del Dragone insieme ad Hyoga, Shun e Ikki si apprestarono a congedarsi dalla loro dea per recarsi nelle terre natie. L’unico che era rimasto stranamente silenzioso dinanzi alle parole della fanciulla era Seiya. Con la testa bassa e lo sguardo malinconico sembrava avere i pensieri altrove e anche i suoi compagni se ne accorsero.

“Seiya allora? Non vieni con noi?” disse Shun.

“Certo, andate avanti vi raggiungo” disse loro

Athena stava ancora discutendo con il Gran Sacerdote, ma si accorse subito che Seiya non era andato via insieme ai suoi compagni.

“Milady, permetti una parola…” chiese

“Dimmi pure Seiya” rispose la fanciulla

“Ho bisogno di parlarti da solo” disse senza mezzi termini com’era suo solito fare. E Mur, che lo conosceva bene, non fece caso ai suoi modi, congedandosi con disinvoltura.

“Bene mia signora, visto che il cavaliere di Pegasus desidera conferire con voi da sola io mi ritiro, se avete bisogno sapete dove trovarmi” disse

“Ti ringrazio Gran Sacerdote” rispose la dea.

“In quanto a te, testa calda, ricordati che sei al cospetto di Athena quindi cerca  di contenere la tua irruenza.”

“Ci proverò” rispose Seiya

Il cavaliere dell’Ariete lasciò la sala del trono e i due si ritrovarono da soli. Seiya la guardò negli occhi e Saori avvertì l’intensità di quello sguardo come se volesse scavarle fin dentro l’anima.

“Come puoi mandarmi via così? E’ tutto qui quindi? La guerra è finita e io non ti servo più. Ti liberi di me come qualcosa di usato e inutile.” Le disse quasi urlando. Lei si sentì ferita.

“Proprio tu dici una cosa simile. Io vi sto dando quello che avete sempre desiderato, quello per cui non vi è mai stata data una scelta. Una vita nuova lontano dalle guerre… e tu mi vieni a dire che ti sto buttando via? Come ti salta in mente!” rispose con tono duro.

“Tu mi concedi la libertà lontano dalle battaglie, lontano dal Santuario, ma questo significa anche lontano da te” le disse bloccandola per un braccio. Lei ebbe un sussulto a quel tocco ma si ritrasse subito.

“Non era questa la vita che volevi, non l’hai mai voluta, dal tuo ritorno dall’addestramento. E adesso vorresti restare?”

“Le cose sono cambiate, io sono cambiato e lo sei anche tu Saori”

“Tu puoi essere libero Seiya, puoi vivere e amare come i ragazzi della tua età. Io sono Athena e questo per me non potrà mai cambiare, io non posso vincolarti ad un qualcosa che non ha futuro” disse la fanciulla voltandogli le spalle.

“Io ti amo Saori, ti ho amato da quella notte quando rischiammo insieme la vita saltando da quel dirupo, e il mio unico pensiero era che non ti accadesse nulla. Quando ti ho stretta per la prima volta tra le braccia e ho capito che il mio destino era quello di restare al tuo fianco.” continuò Seiya.

“Forse il tuo destino è un altro, non quello di restare al mio fianco. Ci hai mai pensato?”

“Cosa dici?”

“La sacerdotessa dell’Ofiuco che un tempo era nostra nemica, ti ama, lo so. Lo capito da tempo ormai, lei non ha mai voluto farti del male voleva solo proteggere se stessa dall’amore che prova per te. Un sentimento che le faceva paura, io lo so bene, perché provo la stessa cosa. Non si può amare un uomo come te senza essere consumata.” disse con le lacrime agli occhi.

“Io non ti capisco Saori, dici di amarmi e mi stai spingendo tra le braccia di un'altra donna? E’ un assurdità.”

“No, non è un assurdità, è un sacrificio che sono disposta a fare purchè tu sia felice”

“Se vuoi la mia felicità lasciami restare accanto a te” le disse stringendola tra le braccia. Lei per un attimo si lasciò andare in quell’abbraccio, stringendolo a sua volta e respirando a fondo il suo odore che spesso le ricordava quello della brezza del mare. Avrebbe voluto perdersi in quell’abbraccio, ma c’era sempre qualcosa a frenarla. Si scostò cercando di assumere un aria dura e severa.

“Arriverà un momento che questo non sarà più sufficiente per te, e ti sentirai frustrato e incompleto, perché se ti lascio vincolato a me avrai sempre una vita a metà fatta di rimpianti e privazioni. Finiresti per odiarmi ed io non lo sopporterei”

“Sono disposto a provare, e sul fatto di odiarti questo non potrà mai accadere è fuori discussione” le disse

“Ma io non sono disposta a rischiare…” disse scostandolo bruscamente  “Va via cavaliere, la tua dea ti ha concesso una vita da uomo libero, qui non c’è niente per te” si voltò nel pronunciare quelle parole stringendo le unghie nei palmi delle mani.

“Mi stai mandando via Saori, sei sicura di quello che dici?”

“Se tu non sei capace di capire che per noi non c’è futuro  sarò io che deciderò per entrambi. Cerca la tua felicità da chi può dartela senza vincoli ne timori, te lo meriti Seiya più di chiunque altro. Non posso essere egoista stavolta, non con te.” Si incamminò verso le sue stanze senza voltarsi. Se l’avesse fatto non avrebbe avuto più la forza di mandarlo via.

“SAORI!!!” gridò lui facendola bloccare di colpo. “Io ti amo, questo non puoi impedirmelo”

“Lo so, anche io ti amo” disse silenziosamente senza sapere se lui avesse udito quell’amara risposta.

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Capitolo 2
*** Perdermi tra le tue braccia ***


 La discesa dalla tredicesima casa fu più amara del previsto per Seiya. I suoi compagni ormai si erano già incamminati per sistemare tutte le loro cose e tornare nei paesi d’origine. Probabilmente solo Ikki se ne sarebbe andato per conto suo dopo aver accompagnato Shun all’isola di Andromeda dove più volte il giovane cavaliere aveva desiderato recarsi, per ritrovare i suoi vecchi compagni d’addestramento e in particolare la dolce June.

 Lui, invece, non sapeva bene dove andare, ne cosa fare, le ricerche di sua sorella Seika si erano rivelate infruttuose, tanto che anche Marin si era offerta di aiutarlo a scoprire qualcosa. Sarebbe sicuramente passato da Miho a salutare i ragazzi dell’orfanotrofio, ma poi? Si era sempre immaginato di restare accanto a Saori, si era accorto che tutta la sua vita girava in funzione di lei. E adesso che lo aveva allontanato si sentiva svuotato di tutto.

 Quasi senza accorgersene si ritrovò ai piedi del Grande Tempio dove, imboccando una stradina laterale, si arrivava in breve tempo all’abitazione di Shaina. Il giovane ripensò alle parole di Saori, sul fatto che la sacerdotessa fosse da sempre innamorata di lui, ma non fu per questo che decise di proseguire in direzione della sua casa. Shaina, durante la battaglia contro il dio dei mari, lo aveva protetto ferendosi alla schiena, lui si sentiva particolarmente colpevole per quell’episodio e voleva assicurarsi che lei stesse bene.

 Bussò più volte alla porta ma nessuno aprì, stava per andarsene quando la donna le comparve alle spalle.

“Seiya, cosa ci fai qui?” disse

“Veramente pensavo di trovarti ancora convalescente a letto, volevo sapere come stavi” rispose un po’ imbarazzato.

“Sto bene, la ferita fa ancora un po’ male ma passerà, ho subito di peggio” rispose la donna.

“Non avevo dubbi, non sei una che si piega facilmente”

“Questo mai, e tu lo sai bene. Avanti entra ti offro qualcosa, sempre che tu non abbia fretta?”

“Veramente sembra che io abbia più tempo di quel che mi aspettassi”

“Cos’è, la tua milady ti ha cacciato?” disse in modo provocatorio, ma subito si accorse che a quelle parole lo sguardo di lui si rattristò. “Temo di aver parlato troppo, perdonami non era mia intenzione turbarti” disse la sacerdotessa.

“Shaina…” la chiamò

“Cosa c’è?”

“Io ti devo la vita non lo scordato, due volte mi hai protetto parando colpi destinati a me.”

“Non devi ringraziarmi, lo fatto perché era giusto cosi” rispose

“Sai, di regola potresti anche non portare la maschera in mia presenza, ormai conosco il tuo volto” disse Seiya

“Lo so bene, ma ormai è una parte di me e faccio fatica a separarmene”

Lui si alzò dalla sedia sulla quale era seduto e le si avvicinò.

“Cosa c’è? Che vuoi fare Seiya…”

“Voglio rivedere il tuo volto” disse, e lei non reagì. In fondo lui era l’unico uomo contro il quale si sentiva inerme e indifesa. Si fece togliere la maschera senza emettere un fiato e dopo tanto tempo i loro occhi furono di nuovo l’uno nell’altro.

“Sei bella come ti ricordavo, forse anche di più…” le disse

“E tu sei il solito sfacciato, bugiardo” rispose

“Non sto mentendo Shaina”

“Cosa vuoi da me? Cosa sei venuto a cercare in questa casa Seiya? Un diversivo, uno sfogo per i tuoi bassi istinti, perché alla tua milady non è dato concedersi.” gli urlò contro, ma non c’era rabbia nelle sue parole non avrebbe mai potuto provarne, non per lui.

“So che mi hai dato molto di più di ciò che meritavo, eppure io…vorrei solo sentirmi amato. Vorrei sapere cosa si prova quando qualcuno ti dona tutta se stessa” le disse, consapevole forse di aver osato troppo, ma almeno era stato sincero.
Lei gli sfiorò il viso e lui chiuse gli occhi istintivamente, Shaina avvicinò il suo corpo snello e sinuoso a quello di lui e sembrava quasi che le aderisse addosso perfettamente. Avvicinò le sue labbra a quelle di Seiya, lui non si mosse, la guardava estasiato in tutta la sua disarmante bellezza.

“Aspetta!” la fermò pur non volendo

“Non sono venuto qui per questo, voglio che tu lo sappia, tu sei una donna stupenda Shaina ma…”

“Ma tu ami lei…” disse terminando la sua frase. “Credi che non lo sappia, credi che non senta il tuo cuore che si spezza in due ogni qual volta provo solo a nominarla. Mi fa male vedere tutto il potere che lei ha su di te, ma so anche che è qualcosa contro la quale non posso combattere.”

“E tu nonostante questo ti concederesti a me? Pur sapendo che non potrò mai ricambiare i tuoi sentimenti?” le chiese

“Chi ti dice che le cose non possano cambiare Seiya? Posso darti mille buone ragioni sai, a partire da questa sera…”

Lo baciò con tutta la passione e la forza che da sempre la distinguevano, lo aveva sempre desiderato, e poco importava se per adesso quello che avrebbe avuto era solo il suo corpo. Era pronta anche a sacrificare il suo cuore di donna pur di perdersi tra le sue braccia.

 Lui ne fu travolto, come un uragano, la strinse forte sentendo il suo corpo tonico e muscoloso flettersi tra le sue braccia assecondando le sue carezze che diventavano via via più audaci. La spinse sul letto in modo un po’ brusco, ma lei sembrò non badarci, era preda ormai di quel desiderio che le bruciava l’anima e di cui non poteva più fare a meno.
Il cavaliere si liberò in fretta della maglia che lo ricopriva, ormai diventata troppo ingombrante, e mentre lei si avvinghiava con le unghie alla sua schiena lui cominciò a spogliarla degli abiti che indossava. Era così bella in quel momento, dolce eppure passionale, arrendevole tra le sue braccia, cosi diversa da Saori, cosi diversa da colei che amava.

 La giovane dea era leggiadra e soave, una pelle candida e levigata da oli profumati e mille premure, quando l’aveva tenuta tra le braccia si era sempre inebriato del suo dolce profumo. La sacerdotessa era diversa invece, su di lei c’erano le ferite e la polvere dei campi di battaglia, le cicatrici dei nemici affrontati per farsi strada in un universo prettamente maschile.
Eppure nonostante questo lui la trovava magnifica, in quel momento non poteva chiederle niente di più, sapeva che le stava facendo del male ma ormai era troppo tardi per fermarsi.

E quando entrambi furono nudi travolti dal calore dei loro corpi che fremevano, Seiya la fece sua, lei lo baciò affondando le mani tra i suoi capelli, il corpo di lui addosso non le provocava nessun peso, solo gemiti di piacere, lo assecondava in tutti i movimenti e lui si perdeva nella brillantezza dei suoi occhi verdi.

Le mani del giovane le sfioravano i seni lasciando caldi baci lungo tutto il suo corpo, poi la prese per i polsi bloccandoli all’altezza del letto, lei lo lasciò fare eccitata al solo pensiero che lui la desiderasse.

 Lo voleva con tutta se stessa, e quando il ritmo di quell’amplesso cominciò a diventare più intenso Shaina si fece ancora più audace, chiedendo e concedendo sempre di più. Le voci roche di entrambi risuonarono in tutta la stanza e quando il piacere giunse a placare i loro istinti Seiya spostò il peso del suo corpo da quello di lei ricadendo sul letto al suo fianco.
Il respiro ancora ansimante ed il cuore in tumulto per l’eccitazione gli impedirono di parlare, ma d’altronde cosa avrebbe potuto dirle? Allungò il suo braccio intorno al collo della giovane e la strinse, baciandola dolcemente. Lei si adagiò in quella stretta forte e protettiva mentre il sonno li accoglieva entrambi.
 

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Capitolo 3
*** Le ragioni del cuore ***


 Alle prime luci dell’alba fu Shaina la prima ad aprire gli occhi, mattiniera come sempre. Prima di alzarsi osservò l’uomo che le aveva dormito accanto tutta la notte, voleva catturare con gli occhi l’immagine di quel volto sereno e felice, a tratti fanciullesco, il volto del suo amore.
Avrebbe voluto che quella notte fosse stata eterna, per potersi ancora perdere nel calore delle sue braccia e in quelle labbra che solo sfiorandola la mandavano in estasi. Se solo avesse avuto la possibilità di fargli capire la vera felicità che avrebbero potuto condividere insieme, invece di aggrapparsi ad un vano sentimento.

Forse tra loro le cose sarebbero cambiate. Pensava a questo e ad altre cose Shaina mentre gli sfiorava dolcemente il viso.  Stava per alzarsi dal letto quando lui disse qualcosa.

“Ti prego non andartene…lasciati amare, ti supplico”

Il cuore della sacerdotessa si fermò di colpo, come se la vita stessa abbandonasse il suo corpo in quell’istante.

Quelle parole pronunciate da Seiya, che ancora dormiva nel dolce sonno di Morfeo non erano rivolte a lei, forse non poteva averne la certezza, forse le sue erano solo supposizioni eppure qualcosa le diceva che i pensieri di quel ragazzo erano rivolti a colei alla quale aveva donato il suo cuore, alla donna che invano aveva cercato di dimenticare quella notte perdendosi tra le sue braccia.

Era stata sua, sapeva che in quel momento, seppur a suo modo, lui l’aveva amata, ma una notte non può sostituire un sentimento ormai radicato fin dentro l’anima. Un amaro ritorno alla realtà era stato il suo, e la sacerdotessa alzandosi da quel letto si rimise la maschera prima ancora dei vestiti, come se coprendosi il volto potesse mascherare anche i suoi sentimenti.

Quando ormai i raggi del sole rischiararono la giornata anche Seiya si svegliò.

“Ehi buongiorno, da quando sei sveglia?” le chiese stiracchiandosi.

“Dall’alba in effetti com’è mia abitudine” gli rispose in maniera sbadata. Lui si accorse subito sia della distanza fisica che verbale che aveva assunto e si alzò dal letto avvolgendosi un lenzuolo intorno al corpo.

“Che ti succede, sei diversa?” chiese

“Non capisco di che parli” disse, camminando distrattamente per la stanza.

“Sai bene di che parlo, ieri non eri cosi distante ne tanto meno stanotte mi pare. E adesso sembra quasi che la mia presenza ti dia fastidio” disse con voce alterata, lei non si voltò nemmeno a guardarlo.

“Adesso non ti volti neppure quando ti parlo. Ehi… dico a te, Shaina!!!” alzò di poco la voce prendendola per un braccio. Il singhiozzo sommesso che si percepiva da dietro la maschera gli fece capire che stava piangendo.

“Che c’è che non va, ti prego dimmelo, ho forse sbagliato in qualcosa?”

“No…non hai sbagliato Seiya. Non ce nulla di sbagliato nel voler essere felice. Mi hai regalato una parte di te stanotte, come io ti ho donato me stessa. Ma questo non può bastare lo sai tu e lo so anch’io.”

“Cosa cerchi di dirmi Shaina?”

“Sei un testone come sempre. Sei stato con me stanotte, e so che in quel momento mi volevi e mi desideravi davvero. Ma avere il tuo corpo sapendo che il tuo cuore appartiene ad un'altra fa male lo stesso. Sai…forse potrei anche sopportare questo piacevole dolore, ma dentro brucia come una ferita sempre aperta”

“Mi dispiace non poterti dare di più, ma sei stata sempre consapevole che questo era tutto ciò che potevo offrirti. Forse ho sbagliato stanotte, e se ti ho ferita non era nelle mie intenzioni, ma credimi se ti dico che è stata la notte più dolce della mia vita” le disse cercando di abbracciarla. Lei si ritrasse inizialmente, ma poi lasciò fare, abbracciandolo a sua volta.

“Quello che è successo lo abbiamo voluto entrambi, e non me ne pento perché era ciò che desideravo. Adesso però vestiti e va via prima che non ti lasci più andare” disse Shaina.

“Mi mandi via? Perché?” disse perplesso.

“Perché questo non è il tuo posto, non per il momento almeno, va da lei e dille quello che senti realmente. Se davvero è cosi importante per te perché sei ancora qui? Lotta per la donna, come hai sempre fatto per la dea, non è da Pegasus arrendersi in questo modo. O devo forse pensare che il tuo non è questo grande amore di cui tanto ti vanti?” lo sfidò con le sue parole.

“Tu più di chiunque altro sai cosa provo per lei, e sai i limiti che il mio dovere mi impone” disse con amarezza.

“Hai sfidato nemici che sembravano invincibili, ucciso divinità immortali e adesso ti fai dei problemi per dei vincoli imposti dal tuo dovere? Ben misera cosa è il tuo sentimento cavaliere, forse mi preoccupavo inutilmente.” Quanto le costavano quelle parole ognuna di esse era intrisa di un pezzo del suo cuore.

“Sei una strana donna Shaina dell’Oficuo, ma nonostante tutto devo ringraziarti…”

“Davvero? E per cosa?”

“Perché so, la fatica e il dolore che ti costano queste parole, come tu sai quanto siano veri i miei sentimenti. Forse ci siamo fatti del male a vicenda stanotte. Ma è stato il dolore più bello che potessi provare.”

Shaina non disse nulla, non poteva, non era in grado in quel momento. Lui le tolse la maschera e vide i suoi occhi lucidi e fieri, le diede un bacio sulla fronte e ripose la maschera sul tavolo. Si rivestì in fretta, e mentre stava per lasciare la casa della sacerdotessa le rivolse un ultimo sguardo e poche ma sincere parole.

“Sarai sempre una parte importante di me…”

Si richiuse la porta alle spalle e la giovane donna, che fino a quel momento era rimasta in silenzio in un angolo della stanza, finalmente potè lasciarsi andare in un pianto liberatorio abbracciando quel lenzuolo ancora caldo del dolce tepore del suo corpo.

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Capitolo 4
*** Amore e dovere ***


 Quella mattina non siedeva, come suo solito, sullo scranno dorato della tredicesima casa. Era affacciata ad uno degli ampi balconi del Tempio, senza paramenti divini ne il bastone di Nike tra le mani, solo un semplice chitone bianco che le ricopriva la figura sottile. Lo sentì arrivare alle sue spalle, il suo cosmo gli era cosi familiare che non serviva voltarsi per avere conferma della sua presenza.

“Cosa ci fai di nuovo qui cavaliere, hai scordato qualcosa?” disse, dandogli ancora le spalle.

“Quello che ho scordato qui milady non mi può essermi restituito perché ti appartiene per sempre, e anche se tu mi scacciassi altre cento volte io tornerei sempre dove ho lasciato il mio cuore” le disse.

Saori finalmente si voltò avvicinandosi lentamente, erano l’uno di fronte all’altro tanto che i loro volti potevano sfiorarsi con un solo gesto, lui non si mosse, aspettando che fosse la giovane ad avere una qualche reazione.

“Vedo che la notte a portato consiglio. Sei tornato più determinato e testardo che mai” gli disse la dea.

“Sai che non è facile liberarsi di me”

“Non ho mai voluto liberarmi di te, ti ho dato la possibilità di avere una vita diversa, di scegliere. Ma tu sei tornato!”

“Sapevi che l’avrei fatto, sai che non ti avrei mai lasciato”

“Speravo che lei ti avesse convinto” disse con durezza negli occhi.

Di colpo il viso di Seiya arrossì come se avesse preso un pugno in pieno faccia, abbassò gli occhi deglutendo a fatica, possibile che lei avesse intuito ciò che era successo?

“Ti facilito il compito cavaliere, non c’è bisogno che tu mi dica niente o che ti giustifichi. L’odore che porti addosso è fin troppo chiaro. E comunque non mi devi spiegazioni, perché io non ne voglio” fece per allontanarsi con l’intenzione di tornare nelle sue stanze ma lui le si parò davanti.

“Tu devi sapere invece, e devi lasciarmi parlare” disse Seiya

“Lasciami!!! Ho detto che non mi interessano le tue spiegazioni.”

“Non ti lascerò è inutile, non scapperai di nuovo da me.”

I loro occhi s’incrociarono di nuovo, lei riusciva a leggere in modo cosi chiaro attraverso quello sguardo che ne aveva timore. Sapeva di amarlo eppure lo respingeva, non riusciva ad essere veramente se stessa, come se il suo ruolo di Athena fosse inconciliabile con il suo voler essere umana.

“Tu mi hai allontanato nonostante ti avessi detto di amarti, tu mi hai spinto consapevolmente tra le braccia di un'altra perché pensavi che ti avrei dimenticata. E invece sono ancora qui, a dimostrarti che per te ci sono sempre, io sono disposto anche a lottare contro Zeus in persona per il tuo amore. Ma forse tu non lo sei, i tuoi timori t’impediscono di esprimerti liberamente. Ma che senso ha Saori soffrire così, se tutto ciò che ci serve per essere felici è restare l’uno accanto all’altro.”

Le sue parole a volte così crudelmente sincere sapevano ferirla più di qualsiasi nemico. Aveva ragione, si era rifugiata nel suo ruolo di dea e aveva smesso di lottare per ciò in cui aveva sempre creduto. Lo aveva allontanato credendo che fosse la soluzione più semplice per entrambi, lasciandolo ancora una volta lottare da solo per quel sentimento che ormai non poteva più essere tenuto nascosto.

“Non riesco ad essere una buona dea, e non riesco ad essere la donna che vorrei. Beh…credo di essere un fallimento su tutta la linea.”

“Non dire questo, perché sai che non è vero. Hai accettato il tuo ruolo con coraggio e determinazione, hai sempre cercato di fare del tuo meglio. Ed io in te ho sempre trovato la forza quando ne avevo bisogno.”

In quelle parole lei trovò una certezza che aveva sempre avuto, ma di cui ebbe ulteriore conferma. Lui l’avrebbe sempre protetta e difesa, non solo dai nemici, ma anche da se stessa e dalle sue insicurezze. Perché la conosceva più di chiunque altro e sapeva ciò di cui aveva bisogno.

“Vuoi restare al mio fianco anche se ciò comporterà tornare in battaglia e affrontare nuovi nemici. Perché questo è il destino di Athena e quindi anche il mio.”

“Io chiedo solo una cosa…” disse, e lei lo guardò in silenzio “Chiedo di servire la dea ed amare la donna, solo questo.”

Saori cercò in vano di trattenere le lacrime, ma a quel punto a cosa sarebbe servito, lui era lì, e lei che aveva provato con tutte le sue forze ad allontanarlo non volle più lottare contro quel sentimento che le faceva battere il cuore in modo incontrollabile, voleva godere di quell’amore e voleva donarlo a sua volta a colui che amava.

“Ho cercato in tutti i modi di dimenticarti, di convincermi che allontanandoti avrei fatto la scelta giusta. Ma è stato tutto inutile. Per Athena tutti i cavalieri sono cari al suo cuore senza distinzioni. Ma per me esisti solo tu, e forse questa è davvero la cosa più egoista che abbia mai detto, ma non voglio perderti.”

Al cavaliere di Pegasus non serviva ascoltare altro, le cinse la vita attirandola a se e la baciò, e in quel bacio il suo cuore tornò a battere. Non c’era niente di blasfemo nel loro amore, solo un sentimento vero e sincero disposto a sfidare il destino e gli stessi ruoli che la vita aveva deciso per loro.

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Capitolo 5
*** Una decisione importante ***


Finalmente Saori dopo tante incertezze ed esitazioni si lasciò andare in quel bacio mettendoci dentro tutto ciò che provava per lui. Una vicinanza tanto desiderata quanto a lungo cercata, adesso entrambi si sentivano completi, e mentre le mani di lui le accarezzavano la schiena, quelle di Saori non si staccavano dal suo volto stringendosi al suo corpo più forte che poteva.

Perdersi in quel bacio è ciò che avevano sempre desiderato e forse tra quello e l’andare oltre il confine era davvero sottile. Ecco perché quando Seiya la poggiò con la schiena contro una colonna abbassandole la spallina del  suo abito la giovane si bloccò all’improvviso. Lui ancora perso nei suoi dolci baci impiegò qualche secondo per capire il disagio di lei, ma poi subito comprese affrettandosi nel chiederle scusa.

“Perdonami Saori sono stato uno stupido, non dovevo lasciarmi andare in questo modo” si affrettò a dire.

“Non scusarti Seiya, e non credere che io non lo desiderassi è  proprio questo che mi fa star male, non potermi concedere a te come una donna normale” gli disse tra le lacrime.

“Saori, anche solo esserti vicino per me è un grande privilegio. Il resto non ha importanza” cercò di tranquillizzarla.

“Lo credi davvero?” rispose lei

“Sono disposto ad accettare tutti i vincoli che mi imporrai pur di restarti accanto.”

“Saresti disposto ad amarmi pur sapendo che non potrò mai essere tua? A questo sacrificio saresti pronto”

“Non dico che la cosa mi renda felice, ma se è il prezzo da pagare lo farò più che volentieri” disse Seiya

“Certo lo credo bene, tanto ciò che io non posso darti c’è invece chi te lo concede più che volentieri, non è forse vero? Com’è successo stanotte!” gli disse con rabbia.

“Adesso sei ingiusta Saori, non negherò quello che ce stato tra me e Shaina non potrei, le farei un torto che non merita e mentirei inutilmente a te che comunque sai la verità”

“E allora perché sei qui se potresti avere tutto ciò che un uomo desidera. Perché vuoi una donna a metà come me!”

“Perché è te che amo e nessun altra. Ho capito che anche giacendo con un'altra donna il mio cuore ne soffre terribilmente perché è sempre da te che corre il mio pensiero.”

“Dunque vuoi restarmi accanto?”

“Più di qualsiasi altra cosa Saori”

Allora la giovane dea tentò di giocare l’ultima carta a sua disposizione. Non avrebbe accettato un simile sacrificio senza aver provato in tutti i modi a farlo desistere. Sapeva quanto Seiya avesse timore un giorno di entrare tra schiere dei cavalieri d’oro, perché nonostante adesso i rapporti tra di loro fossero molto diversi, alcuni non vedevano di buon occhio il suo profondo legame con la dea. Forse perché avevano capito che ciò che li univa era un sentimento di tutt’altro genere. Così lei gli fece la proposta che lui più temeva, ma che sapeva prima o poi sarebbe arrivata.

“Accetta l’armatura di Sagitter e diventa il primo cavaliere della dea. E’ tua di diritto ti ha scelto come suo custode tanto tempo fa. Abiterai alla nona casa e saremo liberi di vederci ogni volta che vorremmo.” Seiya rimase turbato da quelle parole, l’armatura di Aiolos lo aveva sempre protetto e aiutato, eppure lui non aveva mai pensato di diventarne il custode a tutti gli effetti, quindi la proposta di Saori lo spiazzò.

“Credimi la mia non è un imposizione o un obbligo, penso solo che sia la scelta più giusta. Tu vuoi difendere la giustizia in nome di Athena e vuoi restare al mio fianco come uomo. In questo modo potrai fare entrambe le cose” concluse la fanciulla.

“E’ una scelta importante Saori, entrare tra le file dei cavalieri d’oro è un cambiamento significativo, ma se ciò mi permetterà di essere al tuo fianco lo farò” disse con la solita aria spavalda che lo contraddistingue.

“Prenditi qualche giorno per pensarci Seiya e poi mi darai la tua risposta. Anche se penso che prima o poi sapevi anche tu che questo giorno sarebbe arrivato. Indossare Sagitter era scritto nel tuo destino, da quel giorno a Tokyo quando incontrasti Aiolia per la prima volta in battaglia” ricordò lei.

“E’ vero, ricordo ancora quella sensazione, quella forza che proveniva dal cosmo di Aiolos e che attraverso l’armatura scorreva anche in me. Fu un qualcosa d’ indescrivibile."

“Ricordati Seiya da sempre Sagitter è al fianco di Athena nella battaglia, ed io vorrei che fosse cosi anche per te. Avere il cavaliere accanto a me nella lotta e l’uomo al mio fianco nella vita. Perché io ti amo Seiya è non voglio più negarlo, soprattutto a me stessa.”

Erano le parole che lui aspettava da sempre, finalmente Saori aveva messo da parte i comportamenti fieri e algidi della dea e si era mostrata in tutta la sua dolcezza di semplice donna. Si, lei lo amava e per Seiya non ci furono più indugi o dubbi, avrebbe accettato il suo destino e lo avrebbe condiviso con lei qualunque fossero state le conseguenze. Le si avvicinò di nuovo spostandole i capelli dal viso per guardarla meglio.

“Non ho mai avuto dubbi su quale fosse il mio destino, ho scelto te quella notte su quel dirupo e sceglierò sempre te finchè tu mi vorrai accanto. Non temo le guerre ne i nemici e neppure gli dei. Solo tu hai il potere di ferirmi se solo smettessi di amarmi.”

Le disse guardandola negli occhi e perdendosi in essi.

“Allora non hai di che temere Seiya perché il mio amore per te non verrà mai meno, sarà la nostra forza sempre.”

Stavolta fu lei a baciarlo buttandosi tra le sue braccia e avvolgendolo con la dolcezza e la purezza del suo cosmo, sapevano che ciò che li aspettava non era una strada facile da percorrere ma l’avrebbero fatto insieme non solo come dea e cavaliere ma anche come uomo e donna.
 
 

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