Frammenti di me

di mente_aggrovigliata
(/viewuser.php?uid=805960)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amare costa ***
Capitolo 2: *** Finisce l'estate ***
Capitolo 3: *** LEI ***
Capitolo 4: *** HA FAME ***
Capitolo 5: *** rime a caso su di me ***
Capitolo 6: *** DISTANZA ***
Capitolo 7: *** per te ***
Capitolo 8: *** SUPERPOTERE ***
Capitolo 9: *** MALEDETTA DISTANZA ***
Capitolo 10: *** DISTURBI ***



Capitolo 1
*** Amare costa ***


Amare costa.
Costa dire “Hai ragione”
costa dire “Perdonami”
ed anche dire “Ti perdono” costa.
Costa fare una cosa
che non hai voglia di fare
ma che l’altro vuole.
Costa cercare di capire.
Costa rimanere in silenzio.
La fedeltà costa
e sorridere al suo cattivo umore
e trattenere le lacrime e le cose che ci fanno soffrire.
A volte costa impuntarsi, a volte costa cedere.
Costa dover dire “E’ colpa mia”.
Costa confidarsi e ricevere confidenze.
Costa sopportare i difetti,
costa cancellare le ombre,
costa condividere i dolori.
Costa la lontananza e costano i distacchi.
Costano le nubi passeggere,
costa avere opinioni differenti,
a volte costa dire di “Sì”
Eppure a questo prezzo si genera e si conserva l’amore.
Gli spiccioli non servono.



 
-Grazie per aver letto questa piccola poesie, se ti è piaciuta o vuoi solamente darmi un consiglio non esitare a scrivermelo qui sotto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Finisce l'estate ***


Squarcio nel cielo
Stelle nascoste
Coperte di nubi
Ma brillano sempre
Lampi di luce
Scoppiano in fondo
Alberi sussurrano
Cantan di vento
Profumo di prato
Finisce qualcosa
La luna lo sa
Estate che arranca
Brezza più nuova
Ciclo di vita
Pelle d'oca sull'erba
Io resto spettatore
Della vita sono a teatro.

 
Grazie per aver letto questa piccolam poesia che ho scritto una notte di fine estate.
Mi ha sempre dato un grande senso di maliconia l'arrivo dell'autunno.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** LEI ***


Capelli lunghi

luccicano

gli occhi suoi riflettono

mi ci specchio e vedo

vedo quel che c'è dentro me

bocca che parla

racconta pur restando chiusa

gote timide

un corpo e le sue lentiggini

spalle bianche

costole come un'arpa

fianchi come un violino

ciglia righi di uno spartito

gambe lunghe, dritte

camminata ritmata

collo morbido

profumo di buono

figura che sparisce nella nebbia

tutto fuori è grigio

ma lei assomiglia molto al sole.

LEI è la mia più grande ispirazione, è musica, è ciò che c'è di bello e buono nella mia vita

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** HA FAME ***


Quel mostro ha fame

è dentro di me

mi divora

giorno dopo giorno

mi perseguita

sono felice

lui si nutre di me

vuole portarmi via tutto

non glielo permetto

è sempre più forte

mi perseguita

appanna i miei pensieri

ora sono lucida

per quanto ancora?

Non lo si sconfigge

rimane in agguato

mi aspetta

vuole trovare un modo

una ferita fresca

una crepa

aspetta

ha fame

mi morde

fa male

non se ne andrà

attende

non è sazio

dolore.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** rime a caso su di me ***


(Non so bene come definire queste rime, ero partita cercando di creare un testo rap che facesse ridere, ma poi mi sono resa conto di due cose , la prima, che non ho la minima idea di come si scriva un testo rap, seconda, di divertente non ha nulla, anzi è quasi malinconico.
Coooomunque la pubblico perchè in realtà mi piace e voglio conservarla e condividerla con voi !)



Ora mi presento, sarò un po' amara

mi chiamo Chiara,

piccola e bassina

con una curiosità sopraffina

 

Italia, Spagna , Amazzonia, Congo

sono cittadina del mondo

appartengo al mare, al fuoco e al vento

all'amore, a quello che sento

 

percorro un sentiero intrepido

precario, cielo non sempre limpido

pioggia e vulcani in eruzione

come mia compagna solo l'emozione

 

parlo di me, ve lo racconto

che dalla vita ho avuto uno sconto

non una storia commovente

non vengo dalla strada come altra gente

 

cresciuta in una bella famiglia

ma qualche ricordo che mi scompiglia

nelle narici ho ancora l'odore del rossetto

quello che mia mamma teneva nel più alto cassetto

 

il rumore dei suoi tacchi

che risuonano sul pavimento a scacchi

per venirmi a dare il bacio della buonanotte

nel mio passato non ci sono le botte

 

c'è la mancanza,

del papà l'assenza

uomo apatico

poco simpatico

 

non c'era per me

“papà voglio giocare con te”

dicevo, scrivevo

al rifiuto piangevo

 

sono grande , sono cresciuta

una persona che aiuta

esuberante, eccentrica

pensierosa e romantica

 

i miei sogni sono rimasti nel cassetto

insieme a quel profumato rossetto

cammino verso la mia meta

che mi è ancora ignota

 

da ragazzina avevo tante paure

e non ho mai conosciuto le mezze misure

il mostro sotto al letto

di è trasformato nella paura di perdere un tetto

 

risparmiavo le mie monetine

per spenderle solo in caramelline

ora vorrei solo mazzette

per comprarmi le mie sigarette

 

 

 

fumo stressata

guardo il vuoto inanimata

ammiro ciò che ho attorno

la natura è il miglior porno

 

l'ansia mi divora

la paura diventa sonora

ho questo terrore del mio futuro

ma mi ripeto che dovrei affrontarlo a muso duro

 

contro le intemperie

contro le facce sorridenti che diventano serie

contro tutti ma sopratutto

contro me stessa, mi ci butto

 

devo vincere contro lo specchio

l'insicurezza buttarla nel secchio

ma l'autodistruzione è dietro l'angolo

così che i miei occhi piangono.

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** DISTANZA ***


(Io e la mia ragazza stiamo passando un periodo di tempo separate e oggi mi manca particolarmente così ho scritto due righe per ringraziarla di amarmi ogni giorno come il primo)

DISTANZA

È che ogni tanto mi lamento

ogni tanto ti stresso

ma l'amore è anche questo

e ora non ci sei

non sei qui con me,

non posso lanciarmi al sicuro tra le tue braccia,

non posso farmi accarezzare i capelli,

non posso intrufolarmi sotto la doccia con te

quando ti sei alzata presto per lavarti prima del lavoro,

non posso guardarti tutta arruffata mentre entri in camera

con la colazione.

È che mi manchi anche se ogni tanto faccio degli errori.

Non posso sbuffare perchè non mi piace il film che hai scelto,

non posso piangere davanti ad altre persone.

non posso fare la ruffiana

ma l'amore è anche questo.

E mi costa scrivere,

mi costa aspettare di poter sentire la tua voce,

ma l'amore è anche questo.

E non posso far finta di dormire quando torni a casa

così da farmi coccolare ancora di più,

non posso vederti con gli occhi innamorati mentre ti cucino la cena;

non posso perchè devo prepararmela tutta da sola.

È che a volte diamo tutto per scontato,

ci dimentichiamo cosa abbiamo,

non pensiamo ogni secondo al regalo che ci ha fatto la vita,

quello di poterci stringere,

di poterci dire che ci amiamo,

di appartenerci.

La fortuna di esserci incontrate

la fortuna di volere chi ci vuole.

Ma l'amore è anche questo.

L'amore è a volte scordarsi di pensare,

è una passeggiata per esplorare,

è quando ordino al ristorante e poi non mi piace,

nemmeno tu lo vuoi, però mi dai il tuo piatto.

È che a volte non ti ringrazio per quello che fai per me.

Sono grata alle stelle, all'universo, all'infinito di averti conosciuta

un po' per fortuna

un po' per caso.

Lo ringrazio perchè tutto d'un tratto il mio percorso è cambiato

ho preso un altro sentiero

non mi sono subito resa conto,

ma un'altra persona stava camminando vicino a me,

portava un cappuccio scuro

sembrava sicura,

non lo era,

era persa.

Eri tu.

Nonostante il tuo mondo stesse crollando.

E come il cristallo stesse andando in pezzi.

Era sporco.

Mi hai salvata.

Mi hai dato qualcosa per cui lottare.

Noi.

L'amore è anche questo,

completarsi.

Ti amo.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** per te ***


(poesia scritta tutta d'un fiato per l'amore della mia vita, passato un brutto periodo)

Come il vento

come il tempo

io e te, torneremo

la guerra, vinceremo

ogni nube è passeggera

aspettiamo insieme la sera

al buio, luce spenta

è passata la tormenta

dopo ogni temporale

qualcosa di magico, astrale.

Sorge il sole ogni indomani,

stringiamoci le mani.

Avvolte dalle lenzuola

silenziose, non una parola.

Rimaniamo così, finchè non fa giorno

ho le tue braccia tutt'attorno.

Le nostre gambe, un groviglio

sei tu il mio nascondiglio.

Tutto ciò di bello che c'è nel mondo

la musica di sottofondo

la natura che muta

una donna sopravvissuta

il tramonto che affoga nel mare

abbracciarsi, amare,

i colori sgargianti

i baci incessanti.

Non ti voglio perdere

sei da sorprendere.

Smetti di amarmi e lo saprò,

un giorno senza te e mai più vivrò.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** SUPERPOTERE ***


SUPERPOTERE

Alla fine sì, l'ho perso
il mio superpotere,
nell'apatia mi sono immerso;
non riesco più a vedere.

Alzo e ribalto le lenzuola,
svuoto la borsa, filtri per terra.
Non parlo, bocca stretta in una museruola
nessuna mano mi afferra.

Tanto, troppo tempo
che non me lo concedo
mi guardo e mi mento
tutto in bilico tra un cedo e un procedo.

È che la sera ho male alle guance
di tanto sorridere, ridere
ma sono trafitto, diecimila lance
sono stanco di tutto questo fingere.

Imposto la sveglia, è ora di dormire
spengo la luce, si accendono i pensieri.
Groviglio di budella, non sembra finire
oggi è proprio identico a ieri.

Mi manca il mio superpotere
essere fragile,
lasciarmi andare
non sono un pugile.

E ho dimenticato com'è piangere,
non c'è più nessuna spalla
sono stanco di crescere,
stanco di essere quello che non crolla, che non molla.


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** MALEDETTA DISTANZA ***


MALEDETTA DISTANZA


Mi rigiro nel letto
Tu non ci sei
Non sei qui, sotto lo stesso tetto
Infesti i sogni miei

Ti penso, ti immagino
Maledetta distanza
I ricordi mi invadono
Mi ripeto “devi avere pazienza”

Voglio passare la mano tra i tuoi capelli
Specchiarmi nelle tue iridi
Vicino a te anche i giorni grigi erano belli
Il pensiero di te lontano mi lascia solo lividi

La tua voce, nella mente, continuo rimbombo
La tua mano nella mia, la vedo sfocata
Io e te , la miglior combo
Eri qui davanti a me, poi mi son svegliata

Come quando ti chiamo e non mi senti
Quando non riesco ad immaginarti
Ti voglio qui a luci spente
Il vuoto dentro, quando riparti.


Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** DISTURBI ***




Vedo nello specchio
Il mio peggior nemico
Solo un riflesso
“Sono così davvero?”
Mi chiedo, mi dico
Sembra tutto sciogliersi
Non smette di muoversi
Sono una zebra
Ricoperta da striature
Vorrei tagliarmi via le membra
Ogni secondo espandersi mi sembra
Sono in un corpo sbagliato
Che da me non sarà mai amato
Dammi la matita
Mi disegno, mi formo
La strada è tutta in salita
Voglio volare via con quello stormo
Ma continuo a correre
Senza meta sul tapis roulant
Mi sento a metà
Prendo il telefono
Un’altro specchio
Vorrei vomitare nel secchio
Urlerei nel megafono
Come un’emoji scelgo un sorriso
Ma pure così sembra impreciso
E nemmeno la luce aiuta
Brilla tutto tranne me
Indosserei sempre una muta
Buccia d’arancia
A soli 22 , immagina ai 23
E mi fissa dal basso , la bilancia
Mi si rivolta lo stomaco
Stride il fegato
Devo evadere
La mia pelle solo una prigione
Questa non è finzione
Non mi è permesso cedere
Ma mi ricorderò per sempre quella volta
Che la bidella mi ha detto
“Non sono 4 ossa, di ciccia ce n’è molta”
Forse non doveva, ma mi fece effetto
Un’altro giorno , avevo dodici anni
Me ne stavo nel camerino con mia madre
“Le tue cosce sono più grandi”
E io le volevo solo leggiadre.
O quando i vestiti della mia amica non mi stavano
Trattenevo sempre il fiato
Nei fianchi i jeans si incastravano
Esplodevo in un pianto, un boato
Crescendo non piangevo più
Ma ogni ragazza più magra mi buttava giù
E nelle felpe enormi mi nascondevo
“Mangia meno” mi ripetevo .
Solo che non potevo.
Oramai la mia mente era infetta
Lo è ancora, anche se corro più in fretta
Ogni ricordo è una lametta
Vorrei fermarmi e dirmi “ehy, aspetta”.
Stavo male e mi abbuffavo
Dal salato al dolce rapida passavo
E con la musica al massimo
Tutto il male sbrodolavo nella tazza
Nessuno lo sapeva, mi avrebbero creduta pazza
Ogni sera, dopo cena , un classico .
Il peggio però doveva ancora arrivare
Lui mi doveva amare
Invece mi iniettó solo del male
Forse cercava di consigliare
Ma sembrava solo criticare.
Dal vomito sono passata al sangue
Braccia, pancia e gambe.
Da dentro di me la sofferenza doveva uscire
La pillola però non si può mai addolcire.
Una mattina però smisi di mangiare
Dicevo a tutti di condurre una vita salutare
Zero energie
Solo apatie
Fin quando non svenni su quel treno
Da lì decisi di tirare il freno .
È che non è mai finita
Una guerra, la storia infinita.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3721431