Nuova Coloropoli

di Honowl
(/viewuser.php?uid=776373)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima memoria ***
Capitolo 2: *** Seconda memoria ***



Capitolo 1
*** Prima memoria ***


Hei Dan. Eccomi qui, sono tornato, come ti avevo promesso. Stavolta ho portato anche papà. Guarda è lì, vicino a quell'albero. Gli ho detto di venire a salutarti, ma non ne vuole sapere. Perdonalo, sai com'è, ha tanti pensieri per la testa. 

No tranquillo, sto comodo sull'erba, così posso anche parlarti a bassa voce. Ti volevo far vedere questa, la prendo dalla tasca aspetta. 
L'ho trovata a casa di papà mentre cercavo la sua patente la settimana scorsa. Quanti anni avevamo? 6, 7? Certo che ne è passato di tempo.
Questa la fece papà con la sua prima Sclicker a colori. Ti ricordi? Diventava rosso di rabbia quando la prendevamo per giocarci, diceva sempre che gli era costata un mucchio di soldi e che se l'avessimo rotta ci avrebbe spezzato i tentacoli. Quante ne facevamo. Alla fine l'abbiamo rotta poco dopo che venne scattata questa foto.

Si, l'ho rotta io, sei il solito pignolo. Ma papà non si arrabbiò affatto. Non che ne avesse avuto il tempo. Eravamo ancora ad Anguillosta, nella villetta del nonno. Avevano appena suonato l'allarme, e mi è scivolata di mano mentre correvamo verso il bunker. Che disastro, l'obiettivo è andato in mille pezzi. Stavo per mettermi a piangere dalla paura di quello che mi avrebbe fatto papà. Adesso trovo strano che in quel momento mi stessi preoccupando più della Sclicker che dei bombardamenti. Quando sei così piccolo non riesci a capire fino in fondo cosa significhi la guerra, sai solo che è una cosa brutta e che ci sono delle persone che ti vogliono male. Certo, questa cosa ci ha aiutato parecchio. Già al secondo giorno bazzicavamo per le tende a chiedere chi volesse giocare a palla-pesce. In fondo è così che abbiamo incontrato Martin, e quella brutta ranocchia di sua sorella Jennifer.
Quella ti stava sempre incollata come una vongola Dan, diceva sempre che ti avrebbe sposato. L’ho incontrata tre giorni fa, penso che anche suo fratello sia da queste parti. Mi ha detto che ha sposato un operaio della Ursus, ma dalla faccia che ha fatto non sembrava granchè felice. Te lo dico io, con quel nasone, al terzo Rito della Luna senza un partner ha deciso di abbassare i suoi standard.
Lo so, lo so, è una brava ragazza. Ma resta brutta. Non riesco nemmeno ad immaginare che avrei potuto averla come cognata.

Sai invece chi non vedo e sento da un pezzo? I gemelli Lansen. Dopo la celebrazione della vittoria non li ho più incontrati. Dicevano di voler aprire una distilleria di Succo di Totano a Largo Tavolozza, ma non si è ancora mosso nulla da quelle parti. Forse troppa concorrenza. Ti ricordi come li abbiamo conosciuti?

Quanto ero furibondo. Si erano arrampicati fino al davanzale dell’appartamento qui a Coloropoli e si sono presi la torta che avevamo preparato per papà. La torta per il suo compleanno, non potevamo fargliela passare liscia. Ci siamo fiondati giù dalle scale all’inseguimento, e quando li abbiamo raggiunti diamine se gliele abbiamo suonate! E papà che ci ha trovati pieni di lividi sotto casa con il signor Lansen e i gemelli? Non l’ho mai visto sbiancare così, nemmeno con gli octariani alle porte. Il giorno dopo ci ha costretti a fare un’altra torta per scusarci e quando ci siamo presentati li, anche loro ne avevano fatta una. Alla fine ce le siamo mangiate entrambe. Devo dire che mi piacerebbe scambiarci quattro chiacchiere, anche solo per vedere se Geremia si è fatto mettere il canino nuovo dopo che te lo sei preso con un pugno, ha! Li distinguevamo praticamente solo per quel dettaglio, nessuno di noi due si azzardava a chiamarli per nome non prima di averli visti ridere. A proposito di sorrisi, mi hanno detto che se continuo a rosicchiare gusci di uova salmonoidi dovrò mettermi presto una dentiera. Ci credi? Ci hanno fatto rosicchiare quegli affari ogni giorno durante la Grande Guerra, ormai non riesco ad apprezzare altro. Ho il palato fine, heh!

Una cosa però la mangerei ancora molto volentieri: lo stufato di plancton che fa tua moglie.
Quella mollusca sa il fatto suo in cucina. Ormai non si diverte più come un tempo ai fornelli, non ha molte persone per cui cucinare in casa. Da quando non vivete più assieme ha perso un po’ del suo spirito, ma non ti preoccupare, è una tosta. L’unica che sia mai riuscita a tenerti testa.
Non mi hai mai raccontato il vostro rito. Dicevi sempre che lo avresti fatto una volta vinto la guerra, quando ci sarebbe stato spazio solo per le belle conversazioni. Ormai la guerra è finita, non ti sarai mica dimenticato vero?
Tranquillo, non lo dico a lei, hai sempre avuto una memoria debole. E poi non sai raccontare le storie, preferisco sentirla raccontare da lei.

Hei Dan, ti ho mai raccontato del mio Rito della Luna?

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Seconda memoria ***


Scusami, hanno chiamato dal lavoro, cose che capitano quando devi insegnare il mestiere ai calamaretti di oggi.
Che ti stavo dicendo? Ah, il Rito della Luna. Oggi sarebbe sconvolgente proporre ai giovani qualcosa del genere. Ma i nostri erano altri tempi. Servivano nuovi nascituri, per compensare le ingenti perdite al fronte. Nuovi soldati, giovani e forti. Ammetto che tornando indietro avrei rischiato la condanna di tradimento solo per non dover partecipare a tale scempio. Solo per non essere una pedina dei potenti che se ne stavano seduti sulle loro comode poltrone di corallo.

Ti ricordi no? "Avete una notte" ci dissero. E quella è stata anche l'ultima notte per tanti. Però devo dirlo, al tempo mi piacque. Si, si, "hai la sabbia al posto del cefalo", ma è stato così. E poi non avrei mai incontrato lei se mi fossi rifiutato. Quella sera era bellissima. Tutte lo erano, ovvio, ma lei spiccava tra le altre. Aveva un portamento che non è comune a quell'età. Gli occhi sembravano due perle d'ostrica dipinte di rosso e i tentacoli lunghi le scendevano divinamente lungo il petto. Insomma tutto lo squadrone le ha messo gli occhi addosso, era impossibile non notarla. E ti dico anche lì su due piedi, l'avevo scartata. Un sempliciotto come me, con una come lei. Forse solo nelle fiabe, ma anche li sono tutti principi, non gente qualunque. Ad ogni modo prevedevo che sarebbe stata la preda di qualcuno più indicato. Come Eliah. Di tutti lui era il più belloccio, il più ambito. Insomma mi stavo dando una bella occhiata in giro. E di ragazze carine ce ne stavano davvero tante. All'inizio è stato un po' strano. Molte se ne stavano per i fatti loro, imbarazzate. Ti ricordi che abiti striminziti che davano a quelle del rito? Non lasciava spazio all'immaginazione. Forse un bikini avrebbe coperto meglio. Non che noi fossimo in una condizione migliore con quei boxer attillati e a petto nudo. Ma per le calamarette di quell'età non dev'essere stata un'esperienza piacevole. Dopotutto sapevano a cosa andavano incontro quando si sono candidate. Forse alcune se ne sono pentite.

Ad ogni modo, ti stavo dicendo. Quella sera è iniziata in modo strano. Mi sentivo osservato, ma non capivo quale delle ragazze mi tenesse gli occhi puntati addosso. "Poco male" pensai. Da li a poco l'avrei scoperto, no? Bene, i superiori danno inizio alla prima fase, e le nostre belle si avvicinano con una benda a ciascuno di noi. A me era capitata una di quelle bassine, molto graziosa, ma ho dovuto abbassarmi per farmi bendare. Tutto era pronto, noi non vedevamo a un palmo dal naso. A un certo punto, sento i primi baci che iniziano a schioccare. E li inizio a sudare freddo. E se non mi avesse baciato nessuna? Il panico, haha! Però non è successo dai. Anzi, ne ho ricevuti ben 3 di baci.
La prima era un po' timida, ho sentito per poco tempo il suo sapore, ma l'ho subito associato all'erba. Come il profumo che ha una grande distesa erbosa d'estate. 
La seconda invece è stata travolgente, mi ha preso per il collo e ho sentito per bene la sua lingua. Aveva un gusto dolce e floreale. Si sentiva che era in vena quella sera. 
L'ultima è stata meno intensa, ma è stato il sapore che più mi ha colpito. Pesca. Sapeva esattamente di pesca. Ho rischiato di farmi richiamare pur di non staccarmi da quel bacio. E non sono nemmeno stato l'unico. Pesca ne aveva baciati tanti, pare

Quando tutte ebbero scelto il o i loro partner del rito, prima di sbendarci diedero a loro il tempo di scappare. Ci avevano spiegato, no? Che a volte la famiglia costringeva le ragazze in età fertile a partecipare al rito per avere della prole e tutto il resto. O che magari ci ripensavano. E quindi davano loro il tempo per nascondersi e "sopravvivere" alla notte. Beh, la mia è stata una di quelle volte strane. Dopo esserci sbendati, le abbiamo trovate praticamente tutte li. Forse ne mancavano 5. Tra cui lei, ovviamente. Che dire. I più rapidi si sono subito avventati su quelle più belle rimaste, anche se non avevano scelto loro con il bacio. È stato piuttosto imbarazzante, e anche grottesco. Insomma, c'era inchiostro ovunque. 
Quasi subito ho riconosciuto Erba, la poverina aveva cominciato a scappare quando ha visto che non ero io a muovermi verso di lei. Aveva baciato anche Demio, un ragazzo più corpulento di me. Dici che pensava che lo avrei battuto in velocità? Non deve aver messo in conto che non era il mio tipo. E ho assistito davvero poco alle cattive scelte di vita di Erba prima di andarmene. Credimi non è un bello spettacolo. Ma è contro le regole dare una mano no? Anche perchè quasi subito ho sentito il profumo dell'inchiostro di Floreale. 

Non era andata molto lontano. Si era nascosta dentro uno sgabuzzino del complesso. Aveva lasciato alcune tracce di inchiostro per farmi sentire il suo odore e guidarmi verso di lei. Quando si dice una totana eh? Ero piuttosto stuzzicato. Appena sono entrato mi è saltata al collo. Aveva già tolto tutto, era pronta a fare il passo successivo. E lo ero anche io, con quella foga chi non lo sarebbe stato. Però c'era qualcosa che non andata. Avevo ancora bene chiaro in bocca il sapore di Pesca. E più cercavo di non pensarci, più mi si presentava. Anche mentre stavo gustando dell'altro, per così dire. Insomma, ad un certo punto non ce l'ho fatta. Ho preso Floreale per le spalle e le ho chiaramente detto "Scusami, non riesco". Immagina che sguardo incredulo. Immagina che figura da pesce pagliaccio. Esco dallo sgabuzzino e mi sento un perfetto idiota. L'ho sentita anche piangere la poverina, sono venuto a sapere soltanto dopo che aveva baciato soltanto me quella sera. Beh dai ho rimediato, mentre mi allontanavo ho incontrato Dominic, che triste si lamentava che nessuna l'aveva baciato. Beh, indovina. Si! L'ho indirizzato verso lo sgabuzzino. Mi sono fatto perdonare. 

Comunque, tornando a noi, avevo appena buttato alle alghe una serata niente male. Mi sentivo un perfetto idiota. Ma al tempo stesso, il pensiero di Pesca mi balenava in mente. Me la immaginavo già, carina, curata, gentile. Anche se mi stavo costruendo i castelli di sabbia, sapevo bene che Pesca si era fatta sentire bene da tanti miei compagni, e forse l'avevano gia trovata. Tu pensa, mi sono fatto su e giù tutta la caserma. Altri avevano gia "finito", io in 3 ore avevo solo rischiato di cominciare! Alla fine la trovai. Era sul tetto degli edifici amministrativi. Ho sentito il profumo del suo inchiostro solo al ventesimo piano, ed ero a metà scalinata. Sono arrivato, e ti giuro, era tutto completamente ricoperto dal suo inchiostro. Si vede che aveva capito di essersi nascosta troppo bene.

Ah, ma ancora mi ricordo quando abbiamo capito entrambi che il destino aveva piani per noi due. La più bella delle creature aspettava soltanto me, che poco prima l'avevo scartata dalle mie possibili conquiste.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
"Congratulazioni, in 3 ore sei l'unico che è arrivato qui sopra" disse lei con palese ironia nella voce. "Pensavo che avrei dovuto mandare una missiva per farmi venire a prendere"
Mentre lo diceva accavallava le gambe, conscia di quanto poco il suo vestito coprisse il suo bel corpo.
"E tutto questo inchiostro? Ne basta solo qualche traccia di solito.." dissi io.
"Di solito.." proseguì facendo spallucce "Ma in 3 ore ne lasci di tracce"
Ho riso dopo quel commento, anche se ho percepito della malizia nelle sue parole.
"Va tutto bene?"
"Senti, prima di..farlo, ti dispiace se ci mettiamo un po' qui a guardare le stelle? Dove abito io non si vedono così luminose"
Ovviamente acconsentii, dopo il lungo cercare una pausa mi era dovuta.
"Come ti chiami? Non credo sia tanto bello chiamarti Pesca"
"Pesca?"
"Si, il tuo inchiostro sa di pesca. È l'unica cosa che conosco di te. Mi dici il tuo nome?"
"Oh..." disse mentre si scostava i bei tentacoli dietro le orecchie "Mi chiamo Ester"
"Sei bella Ester. Mi piaci"
"Che dongiovanni. Lo so..è un po' la mia maledizione. Non sai quante volte me lo sento dire"
"È per questo che sei scappata fin quassù?"
"Non esattamente. Altrimenti non sarei in questa situazione no?"
Ci furono alcuni secondi di silenzio, non sapevo esattamente come mandare avanti la conversazione. 
"È che...se ne stanno andando tutti." esordì poi lei.
"Mmm?"
"Con la guerra...se ne stanno andando tutti. E quei pochi che rimangono pensi che possano essere dei buoni mariti? Così mi sono detta: perchè no, nel migliore dei casi avrei un sostegno mensile da parte del governo, sarei l'eroina che porta a casa i futuri soldati che vinceranno la guerra, e mio padre avrebbe finalmente i suoi adorati nipotini a cui insegnare il mestiere e che non conosceranno mai il loro altro genitore."
"E nel peggiore?" Mi guardò negli occhi non appena lo dissi, come a voler capire e la stessi sfidando o prendendo in giro.
"Nel peggiore...forse un marito. Uno di quelli che sono duri a morire.. O che non ti abbandonano dopo averti riempita le uova.. Con la giusta tenacia di volerla veramente fermare questa guerra"
Scese nuovamente il silenzio. Non era il momento di fare il principe azzurro e promettere cose che non sapevo se potevo mantenere.
"Ester, io.."
"Ecco perchè sono salità qui. E non ho lasciato tracce. Perchè il calamaro da cui avrò dei figli deve avere la tenacia e la volontà di seguire un ideale. Eravate almeno una ventina laggiù...a sbavare dagli occhi per me. Quanti ne vedi qui? E dire che vi ho baciati tutti, o quasi."
"Beh, non che sia.."
"Senti, finiamola qui. Facciamo questa cosa"
Disse lei allungando le mani verso i miei pantaloni. D'istinto mi alzai e la presi tra le braccia prima che potesse continuare.
"Ester, ferma. Non sei obbligata. Non puoi costringerti a fare questa cosa se non lo ritieni giusto."
E per la seconda volta quella sera stavo rifiutando una bellissima ragazza che voleva soltanto una cosa da me.
"È contro la leg.."
"Sono l'unico che ti ha vista qui. Dirò che non ho raggiunto nessuna delle mie prede per tempo, e tu sarai sopravvissuta alla notte."
Il che era difficile anche solo da pensare con il suo corpo morbido schiacciato contro il mio.
"Ascoltami. Ho un amico a Coloropoli, in via celenterati, vicino alla drogheria. Lui non ha ricevuto la chiamata al fronte. È nato sordo da un orecchio. Ma ti assicuro che è un bravo calamaro. E saprà.."
Mi fermò dal continuare il suo secondo bacio. Inaspettato. O forse ero io troppo distratto a cercare di non cedere la mia verginità.
Il mio abbraccio si indebolì, e le mie mani corserò verso il basso, verso altre mete. Di quel momento ricordo ogni particolare. A cominciare dal sapore di pesche.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Andammo avanti tutta la notte, Dan. Che cosa bella la giovinezza.
Il giorno dopo dovevamo partire per l'Avampolpo Tentacolo. Di fretta ci diedero la promozione a cadetti in caserma, e indossate le uniformi ci era stato consegnato un biglietto di sola andata per il fronte. Come vuole la consuetudine, le ragazze che partecipano al rito aspettavano sulla banchina del treno in partenza, esibendo le uova appena deposte e fecondate. Molte delle ragazze non si presentarono neanche. Forse perchè avevano deposto uova non feconde. Forse per mantenere la segretezza. Molte altre se ne andarono via in lacrime quando i miei camerati non riconobbero i figli. Penso che alcuni lo abbiano fatto con coscienza. 
Lei c'era, Dan. Ed era ancora più bella della sera prima. Questa volta indossava un vestito lungo, azzurro e indaco. E in braccio aveva una coperta a quadri gialla. Dentro erano ben custodite 3 uova. Feconde. Ci sono rimasto di scoglio! Le faccio "Ma sono tutti miei?". E lei "No, ne ho comprati un paio al mercato". Hahaha!!

Scherzi a parte. Fu in quel momento che decisi che non sarei morto in battaglia. A un certo punto mi fa "Ora hai 3 motivi per non morire." E io, non so con quale coraggio, le prendo le guance tra i palmi delle mani e la bacio. "4" le dico "4 motivi per tornare, non per non morire. Ti sposerò Ester. Quando tornerò, ti sposerò."
Te lo assicuro, è stata la prima volta che l'ho vista arrossire e sorridere. Può sembrare cosa da nulla, ma dopo quell'uscita da eroe, mi ha chiesto come mi chiamassi io. Ha! Ci pensi? Aveva tutta la sera e me l'ha chiesto proprio quando dovevo salire sul treno per partire. 

A proposito, è proprio su quel treno che ho conosciuto Pierròt.
Dì, te lo ricordi Pierròt?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3773706