Mondo Brawl

di Dacqu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Mondo in Tumulto ***
Capitolo 2: *** Scontri su tutti i fronti ***
Capitolo 3: *** Tra fughe e pianificazioni ***
Capitolo 4: *** Sovrani e guerrieri ***
Capitolo 5: *** Prigionieri e cacciatori ***
Capitolo 6: *** No, i casini non finiscono mai ***
Capitolo 7: *** Dalla Padella alla Brace... forse ***
Capitolo 8: *** Avvisaglie di Guerra ***
Capitolo 9: *** Tre guerre e due colpi di stato ***
Capitolo 10: *** Lo scontro si fa duro come non mai ***
Capitolo 11: *** No, non va affatto bene ***
Capitolo 12: *** La Fine... E invece no. ***
Capitolo 13: *** La quiete (più o meno) prima della tempesta ***



Capitolo 1
*** Un Mondo in Tumulto ***


Nel magazzino 214 della Città Antica, a far la guardia c'era ROB. Questo strano robottino, costituito fondamentalmente da un aggeggio rettangolare con gli occhi, un corpo filiforme lungo cui si muovevano le braccia meccaniche e una plancia con rotelle per muoversi al posto dei piedi, era stato scelto come custode del magazzino per la sua abilità nello spostare oggetti senza alcuna fatica. Questo magazzino all'apparenza era un magazzino qualunque, ma aveva una peculiarità; le casse impilate negli scafali erano piene di armi. Nessuno conosceva questo magazzino segreto, e chi ci si ritrovava per caso veniva convinto che le casse contenessero provviste di emergenza. Questo ROB stava dicendo ad una donna capitata in tale magazzino. Era una donna alta e benvestita, dotata di lineamenti notevoli. Quello che ROB non sapeva, è che dietro i suoi occhi verdi si nascondeva una mente astuta e intelligente. La donna si scostò i capelli neri e disse a ROB:—Lo so cosa dici a tutti quelli che capitano per caso qui, ma io non sono capitata qui per caso.— —Bzzt—risponde ROB—Mi perdoni, signora, ma non capisco—. La totale assenza di emozioni di ROB impressionò un po' la donna, ma in fondo era prevedibile: i robot non provano emozioni, per ora.—Quello che intendo è... Consegnaci le armi o finirai male— Se ROB avesse potuto spaventarsi, lo avrebbe fatto a queste parole, tanto più che decine di strani esseri, creature probabilmente robotiche costituite da due braccia enormi attaccate ad un corpo ovale nero su quattro gambe, comparvero e subito saccheggiarono il magazzino. Rob immediatamente si buttò contro la donna, che sembrava essere il capo, ma lei scomparve per ricomparire dietro di lui, colpendolo con un calcio. Lo scontro mostrò ben presto come, accanto al teletrasporto, lei potesse contare su una velocità superba, quasi pari alla luce. Rob non riuscì a bloccare uno solo dei suoi colpi, né a infierirne, e alla fine si ritrovò a terra, danneggiato troppo gravemente per combattere. Tuttavia, mentre la sua avversaria era girata a controllare i suoi robot, riuscì a strisciare verso l’allarme e lo fece suonare. —Maledizione—commentò lei—Accontentiamoci di quello che abbiamo preso e squagliamocela: non siamo abbastanza numerosi per far fronte ad un intero esercito.—

Capitan Falcon aveva superato numerosi ostacoli, ma nel verde della giungla in cui stava andando non doveva combattere sul serio. La sua muscolatura rivelava quanto fosse forte e veloce, ma il pilota di Formula Zero aveva un'altra arma: sapeva usare la sua energia vitale per potenti colpi. Vicino a lui c'era una donna alta e bionda, coperta da una tuta azzurra: Samus Aran. Lei osservò:—Almeno con questo caldo, potresti togliertelo il casco—. Capitan Falcon rise:—Non potrei mai togliermelo: mi rende pienamente riconoscibile, con il falco che lo adorna e i suoi brillanti colori splendidi quasi quanto me.— Samus rispose:—Di sicuro tua madre non ti riconoscerebbe, mister modestia— Capitan Falcon, un po’ risentito, replicò:—E la tua di madre non t'ha insegnato che i sottoposti dovrebbero evitare di dar fastidio ai capi?— Ma prima che il capitano finisse, Samus gli tirò una sferza con la sua frusta laser e lo guardò furiosa. Capitan Falcon stava per menarla a sua volta, ma poi si ricordò che Samus era orfana. Per quanto fosse vanitoso, sapeva ammettere i suoi errori, quindi si scusò, ma non senza aggiungere:—Comunque non era il caso di tirare fuori la tua frusta laser.— Samus fece spalluccie: Capitan Falcon poteva anche essere il suo capo (anche se le sembrava una definizione eccessiva, essendo loro in due), ma non aveva il diritto di parlare dei suoi genitori in quel modo.

Bowser aprì la mappa nel buio della sua stanza, in cui solo alcune torce illuminavano la fredda pietra nella quale erano scolpite le immagini del capostipite della stirpe dei Signori dei Koopa. Da tempo immemore il rettile sognava di portare la principessa Peach con sé nel suo regno: nella sua mente, lei faceva la ritrosa, ma una volta visto il suo potere sarebbe caduta ai suoi piedi. Uno potrebbe pensare che una sorta di tartaruga bipede gigante con spuntoni sul guscio e elementi draconici (il muso e la coda) non possa avere molte possibilità con una principessa umanoide bionda e bellissima, ma si sa, al cuore non si comanda. Certo, questo non autorizzerebbe rapimenti, ma dubito che Bowser fosse tipo da badarci; non per niente era ritenuto un supermalvagio. Tornando al suo piano, l'idea era di invadere il Regno dei Funghi non direttamente (sarebbe stato prevedibile), ma passando per un'altra zona... che individuò facilmente sulla mappa. —Perfetto: da qui sarà uno scherzo prendere Peach. C'è qualche dinosauro di troppo, ma non mi faccio impressionare per così poco—.

Link dovette aspettare un po' prima di accedere alle stanze di Zelda. Sapete com'è, mica ci si può presentare da una principessa senza le dovute procedure, anche se è lei ad averti invitato. E l'essere biondo, belloccio e armato da capo a piedi non rende certo più veloce la burocrazia. Comunque, alla fine poté raggiungerla nella sua stanza, riccamente adornata come si confà ad ogni principessa che si rispetti, e la salutò:—Ciao Zelda. Vedo che ti sei ritinta i capelli di castano.— Zelda ridacchiò:—Navi t'ha detto come la prima domanda fatta da una ragazza è se noti qualcosa di diverso riferendosi ai capelli, eh?—. I capelli di Zelda erano biondi, ma ogni tanto se li tingeva di castano. Zelda si alzò e prese le mani di Link:—Comunque, non è per questo che ti ho mandato a chiamare: avrei bisogno di un favore.— —Ma certo, Zelda. Qualunque cosa.— rispose Link. —Qualunque?— chiese Zelda. La risposta di Link fu:—Qualunque—. Link finì giusto di dirlo, che si ritrovò con alcuni muscoli in meno. Se li toccò sorpreso, ma poi sentì qualcos'altro di strano. Non poté fare a meno di abbassare lo sguardo e notare che sul petto c'era qualcosa che non doveva esserci... due cose, per l'esattezza. Si rese anche conto di avere qualcosa in meno da un'altra parte.—Ma che cosa...?— Link non finì la domanda, sentendo la sua voce diversa. Poi, anche i suoi vestiti cambiarono, diventando gli stessi di Zelda, solo verdi, mentre il suo equipaggiamento si rimpiccioliva nascondendosi nella cintura e i suoi capelli diventavano lunghi e bruni. Link si girò verso lo specchio e esclamò:—M-mi hai trasformato in te! Perché?—. —Be'— rispose Zelda, già nei panni di Sheik —Scusami, ma oggi viene Marth, e sapendo che viene a chiedermi di nuovo la mano preferisco scappare. Ciao— Prima che Link potesse far qualcosa, Sheik era già scomparsa.—Accidenti, devo imparare a chiedere di quali favori parla PRIMA di dire "sì".— —Principessa?—. Link/Zelda si girò di scatto: era solo un'ancella. —Sì?— chiese. —Va tutto bene? E che fine ha fatto Link?— —Sì sì, tutto bene. In quanto a Link, lui è... emh... partito in missione.— —Da dove?— chiese l'ancella —Non l'ho visto passare.— —Gli ho chiesto di non farsi vedere partire. Sapevo che ci sarebbe riuscito: ricordi quando è entrato nel palazzo senza farsi vedere da nessuno, vero?— Così diceva Link, ma dentro di se cresceva qualcosa fino ad allora ignota a lui: l'ira.

Ma le strategie di Marth non si limitavano a Hyrule: era stato lui ad assoldare Capitan Falcon e Samus Aran, e sempre lui aveva mandato il suo amico e campione Ike a Xenolia, un'isola dal notevole sviluppo tecnologico. I capelli sparati di Ike ne rivelavano il carattere duro e scontroso, ma la cosa più notevole di lui era la sua forza: con una sola mano poteva manovrare uno spadone a due mani. Tuttavia, era un po' goffo. Per questo era infastidito dalla missione ordinatagli da Marth: non un combattimento, in cui la sua forza sarebbe stata sufficiente, ma un lavoro di spionaggio, adatto ad uno meno possente, ma più agile. Era vero che quel tubo dell'aria condizionata era grande abbastanza per lui, ma non si muoveva così comodamente, ed era convinto di venir scoperto. Infatti, qualcuno tendeva le orecchie, un’autentica leggenda: i suoi capelli ultra appuntiti ne rivelavano la natura di porcospino, nonostante il colore blu. Sempre sorridente, lui era Sonic, l'essere più veloce del mondo di allora, in grado di superare la velocità del suono, e dopo un po’, approfittando di un’uscita dell’aria condizionata prese il guerriero e lo buttò a terra.

—Ehi, fermate quella tartaruga!— Ness urlava senza che nessuno lo ascoltasse: un ragazzino che segue una tartaruga blu era una novità anche per Puerilia. Con lui c'era anche Lucas, ma quest'ultimo sembrava voler essere altrove, soprattutto quando finirono in un vicolo isolato, sporco e male illuminato, dove la tartaruga in questione raggiunse un ragazzo. Lucas si nascose dietro dei bidoni, mentre Ness subito pretese la restituzione delle medicine rubate. —Mi spiace— rispose l'allenatore di Pokemon —Ma non ho intenzione di soddisfarti. SQUIRTLE, PISTOLACQUA!—. Ness si ritrovò dieci metri indietro, mentre l'allenatore sostituì Squirtle con un altro Pokemon, una sorta di sauro con un bocciolo sulla schiena, che corse verso Ness. Il ragazzino si sistemò il cappello e attaccò:—PSICOFUOCO— la colonna di fuoco alzata dall'attacco bloccò il pokemon e Ness ne approfittò per colpirlo con la mazza da Baseball. Il pokemon tuttavia si riprese e colpì Ness con le sue liane. Ness decise di saltare oltre il pokemon per colpirlo alle spalle, ma l'allenatore sapeva come reagire:—IVISAUR, SEMITRAGLIA!—. Ness venne colpito a ripetizione da dei semi sputati dalla cima del bozzolo, e si ritrovò indebolito a terra. L'allenatore richiamò Ivisaur, e mandò un terzo pokemon, più grosso degli altri. Pur non essendo un esperto, Ness lo riconobbe subito: un enorme drago rosso con una fiamma sulla coda di nome Charizard. Tuttavia, si rialzò, mentre il pokemon si buttava contro di lui, e attaccò:—PSICOFLASH!— La scintilla psichica colpì Charizard, esplodendo, ma il potente pokemon subì solo qualche graffio. L'allenatore ordinò:—CHARIZARD, LANCIAFIAMME!—. Ness attivò il Magnete PSI, che lo protesse dalle fiamme, ma non dal potente attacco d’ala del Pokemon. —Ora concludiamo— mormorò l'allenatore, e urlò:—SPACCAROCCIA!—. Il pokemon colpì il povero Ness con una potenza tale da spedirlo dall'altra parte del vicolo, mettendolo KO. L'allenatore se ne andò, mentre Lucas, che fino ad allora era rimasto in disparte troppo spaventato per reagire, raccolse Ness e lo portò subito all'ospedale.

Metaknight osservò Dreamland dalla sua possente nave da battaglia, la Halberd, le cui dimensioni enormi ne mostravano la potenza tremenda, tale da renderla quasi invincibile. Ora volava sulle verdi pianure di Dreamland con un unico scopo: sfidare King Dedede e dimostrare a tutti quanto valeva. «Kirby ha sconfitto King Dedede milioni di volte» pensava «perché non dovrei riuscirci io?». Era stanco di dover essere sempre ritenuto secondo a Kirby: lui, Metaknight, guidava la Halberd, sulla cui prua era la sua faccia a trovarsi; lui, nerovestito e con un armatura, indossava il Mantello Dimensionale, che gli consentiva di volare e teletrasportarsi; quindi, LUI doveva essere il migliore.—Se ne accorgeranno di quanto si sbaglino a osannare quell'aspirapolvere rosa.—

Preso dalle sue vanterie, non s'accorse nemmeno che a soli venti metri di distanza, sulle Nubi Solide Occidentali, Wolf combatteva contro Falco. Il mercenario era stato pagato per sabotare la Great Fox, astronave di punta della Federazione Galattica. Falco aveva colpito la navicella di Wolf, ma quest'ultimo, atterrato sulle Nubi Solide, iniziò a provocarlo; Falco, troppo orgoglioso, si buttò contro di lui con uno dei suoi salti megagalattici. Certo, essendo Falco un falco antropomorfo e Wolf un lupo (in inglese "wolf") antropomorfo, il dubbio sulla fantasia dei genitori spaziali è lecito. Ma non stiamo qui a discutere: Falco immediatamente si mise a sparare contro Wolf, il quale evitò i colpi per un pelo. Quindi si avvicinò il più possibile all'avversario e tirò fuori il suo blaster. Esso, diversamente da quello di Falco, aveva un artiglio per i colpi ravvicinati, così il pilota dello Star Fox subì ben due colpi: l'artiglio e il raggio. Non fece in tempo a riprendersi che Wolf gli si scagliò contro con i suoi artigli. Wolf era più lento, ma Falco era troppo stordito per reagire in tempo ai suoi colpi, e così Wolf lo colpì a ripetizione con i suoi artigli e lo finì con un calcio. Ma non rise a lungo: un colpo di Blaster lo avvertì che anche Fox, la volpe antropomorfa (e qui i dubbi sulla fantasia dei genitori spaziali aumentano) a capo dello Star Fox. —Ti consiglio di arrenderti, Wolf. Non voglio farti male, ma non esiterò a farlo.— ordinò la volpe. Il lupo rispose:—Tsk, che animo nobile. Mi spiace, ma sono stato pagato, e intendo portare a termine il mio compito.— —Lo vedremo—. Fox e Wolf iniziarono il duello, ma Fox non si lasciava provocare, e grazie alla sua velocità poté indebolire Wolf tenendosi a distanza, mentre lui invano cercava di attaccare. Alla fine, Wolf si buttò in un attacco scoordinato, e Fox ne approfittò per infliggergli uno dei suoi attacchi ultrarapidi con gli stivali a reazione. Wolf incassò male il colpo, ma furioso urlò:—Posso farlo anch'io, sai?— Fox saltò su un'altra nube, ma l'attacco di Wolf era diagonale e lo colpì in pieno. Tuttavia, Fox poté tornare sulle Nubi Solide con i suoi stivali a reattore, mentre Wolf avendoli appena usati per l'attacco ultrarapido cadde in un fiume che scorreva sotto le Nubi Solide. —Gli è andata ancora bene— Commentò Falco ripresosi. Fox si rivolse a lui arrabbiato:—Si può sapere cosa ti è saltato in testa? Attaccare in quel modo senza avere il permesso. Ti sei forse dimenticato il regolamento?— —Ma, Fox…— —Zitto— ordinò Fox —Il Generale è arrabbiato, spero di riuscire ad ammansirlo. Ma la prossima volta controllati, CHIARO?— Falco digrignò il becco e disse:—Affermativo—.

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Capitolo 2
*** Scontri su tutti i fronti ***


Sui tetti del palazzo centrale della Città Antica erano giunti degli uomini, visti da nessuno, come se vi si fossero teletrasportati. Avevano sconfitto le guardie con pochi problemi, ma poi avevano incontrato loro: gli Ice Climber. Popo e Nana, questi i loro nomi, uguali in tutto e per tutto tranne che per il sesso e il colore del cappotto (Popo maschio con cappotto blu, Nana femmina con cappotto rosa). Per il resto, erano piccoli e caratterizzati da tratti leggeri e infantili. Uno degli invasori, alto e biondo, si fece avanti:
—Così, voi siete gli Ice Climber. Ho sentito parlare di voi— —Ah sì?— esclamò Popo —E cosa vorresti?— aggiunse Nana. —Be’— rispose l’uomo —Io sono il tenente Noiren, e sono qui per voi due— —Prova a prenderci— risposero i due Ice Climber. Lo scontro iniziò, ma Popo e Nana erano più forti di quanto sembrasse: era quasi impossibile prenderli alla sprovvista, perché si proteggevano a vicenda; lanciavano ghiaccio e venti gelati, e i loro martelli erano temibili; Popo e Nana, forgiati dai ghiacci e da mostri vari, sembravano invincibili. Ma Noiren trovò il loro punto debole: si teletrasportò precisamente tra di loro, prendendoli di sorpresa, e colpì Nana con un pugno tale da farla cadere giù dal palazzo. Popo vide l'amica scomparire oltre la balaustra del palazzo, e si arrabbiò come mai prima di allora:—L-l’hai uccisa… MOSTRO! TI DISTRUGGERÒ!—. Ma non poté far nulla: gli uomini di Noiren lo presero e pestarono finché non rimase KO: senza Nana era solo un piccoletto. —Bene— disse il tremendo tenente —Ora andiamo.—

Yoshi si rialzò a fatica: Bowser non era molto veloce, ma la sua potenza era inimmaginabile. —Bwah Bwah Bwah— rise il bestione —Un piccoletto come te non può nulla contro la mia possenza!— —La vedremo— rispose il piccolo sauro; quindi si lanciò in aria e si buttò con tutto il suo peso contro Bowser. La velocità dell’attacco impedì a quest’ultimo di reagire, così Bowser si ritrovò a terra. Ma Yoshi non ebbe tempo di rifiatare: Bowser a sua volta si lanciò in aria, colpendo il povero Sauro, e gli si buttò addosso. Il colpo iniziale impedì a Yoshi di reagire per difendersi da quell’attacco, più lento del suo ma più devastante. Yoshi crollò, schiacciato da Bowser: il piccolo dinosauro verde le aveva provate tutte, ma Bowser e la sua potenza lo avevano sconfitto, e ora al mostro toccava solo richiamare e riorganizzare l’esercito. Ma il coraggioso Yoshi non era morto (sebbene poco ci fosse mancato) e si trascinò via, con un unico pensiero:«D-devo c-chiamare i f-fratelli Mario».

Non meglio andava a Metaknight: dopo un primo momento in cui i suoi attacchi turbinosi e continui sembravano aver messo in difficoltà King Dedede, che solo con enorme fatica era riuscito ad evitare di essere affettato, la potenza dell'enorme pinguino e del suo martello s’erano rivelati devastanti. Inoltre, si accorse che Dedede aveva imparato qualche trucco da Kirby: venne infatti risucchiato e risputato in più di un’occasione dal terribile pinguino, e lo vide volare allo stesso modo di Kirby, nonostante l’enorme mole. In breve, King Dedede era ancora più pericoloso del previsto. Alla fine, lo prese e lo lanciò in aria; Metaknight fece appena in tempo a rendersi conto dei meccanismi nascosti nel martello di King Dedede: essi potenziarono il colpo a tal punto da farlo sbattere contro la Halberd, rendendolo troppo debole per nuocere; e meno male che indossava l'armatura, o si sarebbe rotto qualcosa. King Dedede però era furioso:—Come ha osato costui attaccarmi senza che io facessi niente? Così poca è la stima nei miei confronti, che sfidarmi in cotal guisa è diventato uso di tale plebaglia? Evidentemente, devo far capire di essere il re di Dreamland. Waddle Dee, obbedite al vostro re.— In breve, l’esercito di King Dedede si raccolse intorno a lui, e insieme marciarono contro Dreamland lasciando Metaknight disperato:—C-cosa ho fatto?—

Nella giungla, Capitan Falcon incontrò quello che cercava: Donkey Kong, l’enorme scimmione che impediva lo sfruttamento delle risorse della Giungla. Lo sfidò in una radura agli inizi della giungla stessa, ma ben presto dovette evitare delle noccioline sparate a gran velocità. Mentre Capitan Falcon faticava ad evitare le noccioline, Donkey Kong preparò il suo colpo speciale: un pugno con tutta la sua potenza immane caricata. Ma all’improvviso si sentì un urlo: uno scimmiotto era stato colpito dalla frusta laser di Samus Aran. —DIDDY!— urlò preoccupato il gorilla. Ma Diddy fece una capriola in aria e si pose a fianco di Donkey Kong:—Tutto a posto zio—. Dal folto della giungla uscì Samus Aran, pronta a combattere con Capitan Falcon, il quale spiegò:—Niente di personale, Re della Giungla. Siamo stati pagati per scoprire il tuo segreto, e lo abbiamo scoperto.— —I soldi ve li siete meritati—affermò Donkey Kong —Ma ora dovrete affrontare me e mio nipote!— —Vediamo se sopravvivrete all’ira dei Kong.— aggiunse Diddy Kong.

Lucas si disperava silenziosamente nel corridoio: la sua vigliaccheria aveva permesso all'allenatore di sconfiggere Ness ferendolo quasi mortalmente! Avrebbe voluto chiedergli scusa, ma faticava a trovare il coraggio di entrare e farsi vedere da lui. Infine entrò nella stanza dell'amico, ma solo perché quest’ultimo aveva insistito per vederlo. Lucas vide Ness sul letto d'ospedale, fasciato da capo a piedi, lo guardò negli occhi, e pianse:
—Scusami Ness. Sono rimasto a guardare mentre quello con i suoi mostri… oddio, scusami! Sono stato vigliacco ed egoista.— Ness sorrise e disse:—Hai visto morire tua madre e sei stato separato da tuo fratello, mentre da ovunque pretendevano che ti addossassi responsabilità pari ai tuoi poteri; come si può pretendere che già tu possa affrontare queste situazioni? Non preoccuparti, sei perdonato, amico mio— —Ok, ora basta— disse il dottore—So che vorreste parlare di più, ma Ness ha bisogno di riposo: lo scontro deve essere stato terribile viste le ferite.— Lucas uscì, ma aveva preso una decisione: avrebbe ritrovato l’allenatore e l’avrebbe catturato, proprio come avrebbe fatto Ness.

Fox riuscì finalmente ad attivare le comunicazioni con Falco:—Cosa stai facendo? Torna indietro: non vorrai tirarti addosso tutta la Federazione Galattica, vero?—
—ME NE FREGO!— rispose il rapace —Non ne posso più di regolamenti e limiti. Voglio fare quello che mi pare!—
—Ascolta Falco— urlò Fox —Le regole servono perché in un esercito si agisce in gruppo, e quindi bisogna pensare solo a far funzionare la squadra! Mi ascolti?—
Ma prima che Falco potesse rispondere, l’Arwing di Fox venne abbattuta. Il capitano dovette uscire dalla navicella prima che crollasse a terra, e si trovò davanti l’abbattitore: Wolf.—Bene bene—ghignò il lupo—stavo proprio cercando una volpe con il tuo aspetto—

Yoshi riuscì ad arrivare alla spiaggia del Regno dei Funghi, dove venne raccolto da dei Toad pescatori, ai quali raccontò tutto. Subito Peach venne informata, e Mario e Luigi, gli eroi del Regno dei Funghi, vennero chiamati. Mentre partivano, Peach e Mario parlarono tra di loro:—Sii prudente, Mario.—
—Non preoccuparti, Peach. Io e Luigi abbiamo affrontato Bowser migliaia di volte, e non abbiamo mai perso. Ha cambiato strategia, ma conosciamo l’isola: è lì che Yoshi ci ha raccolti ancora neonati.— Peach scosse la testa:—Vorrei che Bowser capisca di dovermi lasciare in pace. Il Regno dei Funghi non correrebbe rischi, e tu non dovresti rischiare la vita ogni volta— —Ma non ci saremmo mai incontrati altrimenti— sorrise Mario —Non preoccuparti. Torneremo vincitori—. I Fratelli Mario partirono. Una volta partiti, Peach si girò, avendo sentito i Toad spaventati, e… —Ciao Sheik, come va?— Quindi disse ai Toad di andarsene: conosceva Zelda a sufficienza per sapere che se si presentava da lei così, negli abiti di Sheik e senza i soliti preannunci ultraformali e noiosi doveva essere angustiata per qualcosa.

La donna che aveva saccheggiato i magazzini della Città Antica si guardò intorno: dove erano Noiren e i suoi uomini? Avrebbero dovuto servire da copertura. All’improvviso, notò una persona sotto dei sassi. Li spostò e la riconobbe:—Sergente Kieno! Cosa è successo? Chi ha osato far questo a uno dei miei soldati?—
—Mi spiace, capitan Sonia— rispose il sergente —Il tenente Noiren ha dato ordine di andare al palazzo centrale, e quando mi sono opposto mi ha fatto ridurre così— Sonia tremò: aveva sempre temuto la sete di potere di Noiren, e ora vedeva di non essersi sbagliata. Quindi decise:—Robot 14, prendi il sergente e portalo con te. Presto, muoviamoci!— —Tic tic, non scapperete.— Sonia si girò, e riconobbe subito l’essere che aveva parlato: assolutamente piatto, tanto da essere quasi invisibile di fronte, era Mr Game&Watch. Ma non si faceva certo spaventare da un coso bidimensionale:—Prova a impedircelo, se ne sei in grado—

A Xenolia, Ike, tirato giù da Sonic, mormorò:—Sapevo che andava a finire così! Missione di spionaggio del cavolo—. Intanto Sonic commentò:—Toh, il campione di Marth. Sentiamo, cosa vuoi da noi? Di sicuro il generale saprà tirarti fuori qualcosa di interessante.— Ike rispose sfoderando il suo spadone. Poco mancò che Sonic venisse tagliato in due, e corse subito dall’altra parte del corridoio, pensando:«Umh, forzuto il tipo, e se quella spada mi sfiora soltanto sono morto». Tuttavia ghignò:—Dimmi, quella spada serve a compensare qualcos’altro?— Ike non apprezzò l’ironia, e partì all'attacco. A questo punto, Sonic mostrò di saperla usare la sua velocità, lanciandosi in attacchi e fughe talmente veloci da impedire ad Ike di reagire, finché non alzò la spada piantandola a terra e circondandosi da fiamme: Sonic non frenò in tempo e sbatté contro il soffitto, e se non bruciò fu solo perché erano fiamme magiche, più adatte a danneggiare che a bruciare; Sonic si riprese e avvitò su se stesso. —Cosa fai— chiese Ike ridendo —Vuoi giocare a palla?— Non aveva finito di ridere che venne colpito duramente da Sonic, che subito dopo corse di nuovo dall'altra parte del corridoio. Ike furioso lo seguì, ma Sonic avvitò nuovamente per un po' e si lanciò contro l’avversario con tutta la sua spaventosa velocità, facendolo volare in aria. Quindi caricò il suo pugno il più possibile e colpì Ike così forte da spedirlo non dall’altra parte del corridoio, ma proprio fuori dall’edificio, rompendo una finestra.—Emh...—mugugnò—spero non me la facciano pagare quella—

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Capitolo 3
*** Tra fughe e pianificazioni ***


—Cosa hai fatto?—
—Lo so Peach, sono stata egoista—
A parlare sulla vasta terrazza del palazzo dei Toadstool sono le principesse Peach e Zelda, quest’ultima nei panni di Sheik. Zelda ha raccontato di come aveva trasformato Link in donna camuffandolo con la magia perché chi lo avesse veduto lo credesse lei, e solo perché non aveva voglia di incontrare Marth. —Ma ti sembra il modo di comportarsi?— chiese Peach, sdegnata. Ma nemmeno un cuore più duro e teso a giudicare di quello di Peach avrebbe potuto mantenere la rabbia così a lungo con una Zelda così dispiaciuta:—Lo so— disse la principessa di Hyrule —Inizialmente avevo così paura di Marth da non pensarci. Ma mentre me ne andavo per Hyrule, ho pensato molto al tempo in cui Ganondorf mi minacciava e Link mi aveva salvata… e io come ringraziamento l'ho usato per un mio capriccio. Oddio, Link stavolta sarà furioso di sicuro— —Già, gliel’hai combinata veramente grossa— rispose Peach —Be’, cominciamo con il raggiungere il tuo castello, o pensi di evitare il tuo eroe per sempre?—

Popo era distrutto. In prigione, non poteva smettere di pensare a Nana. Pianse tutte le lacrime di cui era capace, pensando al tempo passato insieme; i cento e più ghiacciai conquistati, gli uccellacci domati, le bestie e i mostri sconfitti… pensò a quando giunsero insieme nella Città Antica, e come sempre insieme riuscirono ad entrare nell’Èlite cittadina. Alla fine pensò a come era caduta dal Palazzo della Città Antica, e alla disperazione si aggiunse la furia. All’improvviso sentì una voce:—Prigioniero 99, venga subito con me—. Popo stancamente e tristemente scese dalla branda, e con la guardia attraversò i corridoi del carcere, mentre ai lati i prigionieri ridevano di lui, definendolo “Tappo”, “Nanerottolo” e “Piagnone”. Arrivarono all’ufficio, e non appena entrò, Popo sentì una grande rabbia: seduto ad una sedia c’era Noiren, l’uomo responsabile della morte di Nana. Dietro la scrivania, un uomo che sembrava essere il capo gli disse:—Si segga— Popo si sedette, e il capo continuò:—Bene, signor Popo. La sua cattura non era prevista: noi non vogliamo guai con altre città, e sappiamo che il Capitano Sonia non ha mai dato ordini a tal proposito.—
—Però il magazzino lo avete saccheggiato— interruppe Popo, per niente disponibile ad essere educato.
— Era solo una misura di sicurezza. Ma il Tenente Noiren ormai ha fatto il danno, e lei sa dove si trova Novopoli ormai. Tuttavia, avere qui un membro dell'elite della Città Antica preoccupa molti. Quindi le faccio una proposta— —Quale?— chiese Popo, ostile. —Lei sconfigga Noiren lungo le vie della città, e noi la lasceremo libero.— Popo capì subito qual'era l'idea: se Noiren l'avesse sconfitto, i cittadini non si sarebbero più preoccupati a causa sua, e avrebbero potuto tenerlo in carcere senza dover temere manifestazioni. Comunque, era la sua sola possibilità di fuga, quindi accettò.

Fox non avrebbe mai scordato il ghigno di Wolf, mentre lo schiacciava sotto i suoi piedi: aveva perso, lì, sulle stesse Nubi Solide che lui conosceva così bene; non era riuscito ad evitare Wolf, il quale puntò contro di lui il suo Blaster. —Sai— ghignò il lupo —ho sentito dire che il cervello bucato da un laser fa strani effetti per via del calore. Voglio proprio vedere se è vero— —Ma non lo vedrai— Wolf alzò la testa, e vide un angioletto moro, all’apparenza un bambino, ma in realtà con migliaia di anni di esperienza: Pit, l’emissario di Palutena. Lui continuò:—Palutena ha detto che stai esagerando, e mi ha ordinato di fermarti— —Ah sì, angioletto?— rise Wolf —Provaci— e subito è partì all’attacco, scontrandosi però con lo Scudo Riflettente. Pit poi lo attaccò con l’Arco di Palutena, un’arco costituito da due lame in grado di lanciare frecce di luce. Wolf si allontanò, e attivò i suoi stivaletti a reazione. Nello stesso momento, Pit attivò le Ali di Icarus, e l’attacco di Wolf andò a vuoto. Pit scagliò una Freccia di Luce contro Wolf, ma lui attivò il suo riflettore, e mancò poco che Pit venisse colpito dalla sua stessa freccia. Wolf attaccò di nuovo, ma Pit reagì dividendo l’Arco di Palutena nelle sue due lame e colpendolo con entrambe sulle gambe; mentre Wolf si piegava a terra per il dolore, lo colpì con un calcio. A Wolf spettò di cadere nuovamente nel fiume lì sotto; quindi, Pit curò Fox, al quale però restò solo di tornare alla Great Fox per fare rapporto, vedendosi dare l’ordine di arrestare Falco.

A Dreamland, c’era disperazione ovunque: i Waddle Dee di King Dedede stavano depredando la città. Il terribile pinguino stava ridendo crudelmente, quando un gruppo dei suoi venne spazzato via da una roccia caduta dal cielo. Tutti i Waddle Dee scapparono, mente King Dedede digrignò il becco: la roccia riprese vita, mostrandosi una piccola sfera rosa con due braccia, due gambe, due occhioni e un sorriso: Kirby. —Stai oltrepassando il limite, Dedede— affermò quest’ultimo. King Dedede rispose:—Sto solo mostrando chi comanda qui.—
—Be’, lo hai mostrato abbastanza— ribatté la pallina rosa —Ora smettila—
—Prova a costringermi— rispose il terribile Dedede, e si lanciò in aria per buttarsi su Kirby con tutto il suo peso. La pallina rosa evitò il colpo, e subito risucchiò King Dedede, per risputarlo subito e colpirlo con il suo martellino. King Dedede prese da chissà dove un Waddle Doo e lo lanciò contro Kirby, che lo evitò e fendendo l’aria con la sua sciabola spedì un’onda d’urto potente contro King Dedede. Quindi si buttò contro di lui, ma il gigantesco pinguino gli diede una testata tale da farlo finire in aria. King Dedede preparò il suo colpo speciale, ma prima che finisse Kirby, ripresosi, si ritrasformò in sasso e lo colpì con tale potenza da spedirlo KO. —Uff…— concluse Kirby —Meno male che Metaknight è riuscito ad avvertirmi del pasticcio che aveva combinato, altrimenti chissà cosa avrebbe fatto questo testone.—

Diddy Kong crollò ai piedi di Samus Aran, l’unica umana che avesse mai visto muoversi tra i rami della giungla velocemente quanto lui. Forse non avrebbe dovuto separarsi dallo zio, ma non aveva mai sentito parlare della velocità e agilità di Samus, che allenandosi fin da piccola era divenuta una superatleta. —Bene, con te ho finito— disse la terribile cacciatrice di taglie —mi chiedo a che punto sia Capitan Falcon— —Ha retto a lungo— disse una voce —Avresti dovuto vedere lo scontro tra il suo Pungo Falcon e il mio Pugno Gigante, poco è mancato che crollassimo entrambi.— Samus si girò, e vedendo Donkey Kong capì subito come era andata —Bene— commentò —Devo ricorre alle armi segrete— Pigiò sul suo orologio, e quello che accadde spaventò persino il Re della Giungla: Samus si circondò di una luce bianchissima, e quando questa finì la cacciatrice di taglie era coperta dalla sua famigerata corazza di energia.

L’Allenatore di Pokemon diede a Mewtwo le medicine: il potente Pokemon psico era ferito gravemente, ma nessun ospedale aveva voluto prendersi cura di un clone geneticamente modificato. L’Allenatore, che amava i Pokemon indistintamente, non capiva il perché. Ma mentre lui stava curando Mewtwo, i suoi Pokemon crollarono nella grotta; senza ordini non avevano potuto reggere contro il guerriero appena arrivato, che li aveva investiti con la sua moto: vestito di giallo e con un ghigno terribile in faccia, lui era Wario, il mercenario più orripilante che il mondo avesse mai visto. —Wario! Cosa vuoi?— —Mi pagano per Mewtwo: non potendolo usare, lo vogliono morto.— —Non ci riuscirai!— urlò l’allenatore scagliandosi contro Wario. Ma lui era uno stratega, non un combattente, e senza Pokemon era disarmato, mentre Wario aveva un'arma tanto disgustosa quanto lo fosse lui: emise un tremendo peto, trattenuto fino a quel momento, e rise diabolicamente. Il suo terribile peto fece crollare a terra l'allenatore e raggiunse anche Mewtwo, annullando gli effetti delle medicine con il suo fetore. Wario gli si avvicinò, ma l’allenatore cercò di fermarlo prendendogli il piede. Wario rise e si liberò dall’allenatore con un calcio. Quindi, morse Mewtwo sulla testa, e non mollò la presa finché questo, stremato dalle ferite, dal peto e ora dal morso (e dall’alitosi), non morì. A quel punto si sentì un urlo: era Lucas. Il bambino era rimasto fermo dalla paura a guardare, e in quell’urlo c’era non solo l'orrore per quanto accaduto, ma anche tutta la sua vergogna: l’allenatore, pur non potendo far nulla senza i suoi Pokemon, aveva provato a fermare Wario, non era rimasto paralizzato dal terrore come lui, che con i suoi poteri avrebbe potuto fare qualcosa! Wario commentò:—Troppi ragazzini che non vanno a scuola qui. C'e bisogno di un lezione—. Si avvicinò ghignante a Lucas, ma quest'ultimo gli scagliò contro lo Psicofuoco. Wario crollò a terra e guardò il ragazzino: lo sguardo di Lucas era diverso, non piangente, ma furioso. QUESTO Lucas non si sarebbe fermato per la paura: il ragazzino aveva finalmente imparato da Ness prima e dall'allenatore poi a tirar fuori le unghie (o meglio, i poteri psichici). Wario gli saltò addosso, ma Ness reagì con un temibile attacco psichico verso l’alto, così potente che il corpo di Wario ruppe la roccia e venne scagliato via. Fatto questo, Lucas aiutò l’allenatore a seppellire Mewtwo, e quindi porto lui e i suoi Pokemon a Puerilia.

Bowser si infuriò vedendo i fratelli Mario sconfiggere da soli il suo esercito, di nuovo.—Maledetti, mille volte maledetti! Soprattutto Mario.— Il bestione si gettò nel combattimento, schiacciando sotto il suo peso entrambi i fratelli, i quali non andarono KO per puro miracolo. Rialzatesi e saltando a distanza dal bestione (sia pure con un po' di fatica), si scambiarono uno sguardo di intesa, e Mario iniziò a tartassare Bowser con le sue palline di fuoco. —Uargh— urlava il mostro, furibondo —Aspetta solo che ti prenda, mosca rossa, e ti farò a pezzi!— Ma non poté far nulla del genere: da dietro Luigi lo prese con il suo Megasalto; normalmente non faceva molto male, ma se colpiva al punto di partenza (come in quel caso), l’effetto era devastante, in quanto Luigi concentrava tutta la potenza all’inizio del salto. Bowser finì in aria, ma mentre era ancora in aria Mario lo colpì con il più forte pugno che avesse mai usato, e lo scagliò in acqua:—Tornatene nel tuo regno, Bowser—. Bowser dall’acqua disse:—D’accordo, maledetto. Ma verrà il giorno in cui riuscirò a schiacciarvi come gli insetti che siete!—

Mr Game&Watch non aveva mai incontrato nessuno di così veloce: Sonia sembrava inattaccabile. Perciò cambiò strategia, aspettando il momento giusto. Aguzzò le orecchie e gli occhi e riuscì ad evitare un colpo di Sonia; quindi tirò fuori il suo martello; i suoi colpi casuali dipendevano dalla sua infinita energia interiore, e in quel caso la fortuna fu tutta dalla sua parte: il martello espresse la massima potenza possibile, e Sonia cadde nel fiume che scorreva sotto il ponte della Porta Magna della Città Antica. Ma anche se aveva vinto il duello, la battaglia era stata Sonia a vincerla: i suoi robot avevano saccheggiato molte armi, e né ROB né Mr Game&Watch erano riusciti a evitarlo.

Snake digrignò i denti quando seppe con chi doveva scontrarsi per la sua missione:«Con Sonic! Quello stupido, egocentrico e inutile porcospino, la cui unica capacità è correre. Lo farò correre io, oh, se lo farò correre». Sonic sapeva bene cosa Snake pensasse di lui, ed era convinto di potergli dare la lezione che meritava. In effetti, la sua velocità gli permise di colpire Snake ripetutamente, senza che lui sembrasse poter far altro; ma all’improvviso, Sonic saltò in aria: era finito su una mina (non quelle tipiche, ma una sorta di versione portatile poco più potente di una molotov) piantata lì proprio da Snake. Questo prese subito il suo mortaio (stesso discorso fatto per le mine), e colpì Sonic mentre era ancora in aria: il colpo lo fece sbattere contro il tetto della sala allenamenti, facendolo crollare semisvenuto. Un colpo del bazooka (stesso discorso fatto per le mine) di Snake bastò a metterlo KO. —Pare che la missione andrà a me, animaletto. Ci vediamo—

Donkey Kong sbatté contro un altro albero: Samus con la sua tuta era spaventosamente potente. Si alzò con fatica, e per un attimo sembrò cedere. Samus volle approfittarne:—Facciamola finita— urlò e iniziò a caricare il suo colpo finale; ma in quel momento, Donkey Kong iniziò a girare vorticosamente su se stesso, colpendo ripetutamente la cacciatrice di taglie. Quindi, iniziò a colpire pesantemente il terreno, causando un terremoto che fece volare Samus. L’ultima cosa che questa vide fu lo scimmione caricare il suo Pugno Gigante; dopodiché, ne venne colpita e scagliata a chilometri di distanza. Caso volle che il laghetto in cui cadde fosse lo stesso dove Capitan Falcon si stesse riprendendo. —Neanche a te è andata bene, eh?— commentò quest’ultimo. Samus uscì dall’acqua e rispose:—Quello scimmione è più furbo di quanto sembri—
—Per questo è il Re della Giungla— replicò Capitan Falcon —Ma non è nulla che ci riguardi: il suo trucco lo abbiamo scoperto, e Marth non potrà non pagarci, nonostante le difficoltà del suo regno—

Quante volte abbiamo parlato di Marth? Il principe, con tanto di mantello e capelli blu, s’era presentato alla corte di Hyrule, e dopo tutti i soliti salamelecchi poté incontrare quella che si credeva essere Zelda. Ma Marth aveva notato subito qualcosa di strano, e le aveva quindi chiesto di narragli la storia raffigurata da un arazzo (il palazzo di Zelda era pieno di arazzi variamente decorati, oltre che di lampade, armature, e chi più ne ha più ne metta), e siccome Link era un ignorante venne scoperto subito. O meglio, Marth lo colpì mentre era uguale a Zelda, e lo atterrò mettendo fine all’incantesimo di camuffamento. Per comodità la principessa lo aveva effettivamente trasformato in donna, ma Marth lo riconobbe comunque:—Bene Link, o dovrei dire Linda?— Link digrignò i denti, ma Marth lo (o la) ignorò, sapendolo (o sapendola) troppo sconvolto (o sconvolta) per reagire:—Sai, non m’interesserebbe nulla di questa situazione bizzarra, se non avessi bisogno di Hyrule per rimettere in sesto il mio regno. Quindi dimmi, dov’è Zelda?— —Quindi vorresti trasferire su Hyrule i problemi del Regno del Fuoco— disse una voce. Marth si girò, e vide Sheik e Peach.—Bene bene— commentò Marth —La principessa del Regno dei funghi. Con la versione combattiva della mia futura sposa, vedo. Non ti sta bene quel vestito, ti fa sembrare un ragazzo.— —Piantala— disse Sheik —Non sono la tua sposa, e non lo sarò mai— Peach andò a curare Link, mentre Marth e Sheik iniziarono a fronteggiarsi. Marth scoprì ben presto che i vestiti di Sheik pur impedendo a Zelda di usare le sue magie non la rendeva meno pericolosa: i panni di Sheik sembravano renderla velocissima e agilissima, e nascondevano varie armi. Ben presto Marth fu sfiancato dai colpi continui di Sheik, e furioso la attaccò senza pensarci, ricavando un terribile calcio in alto. A quel punto, Zelda con la sua magia riprese le sue vesti da principessa, e colpì Marth con il Fuoco di Din: un solo colpo e Marth venne riscagliato direttamente nel suo regno. Prima che arrivassero dei curiosi, Zelda ridiede a Link il suo vero aspetto; ma lui la guardò con uno sguardo che Zelda non avrebbe mai voluto vedere sul suo viso, quindi si alzò e disse:—Ossequi, principessa— e se ne andò. Zelda non poté far altro che abbracciarsi piangente a Peach: aveva deluso Link, e a lui sarebbe servito molto tempo per perdonare la sua principessa.

Popo venne colpito ripetutamente da Noiren: la sua velocità e il suo teletrasporto lo rendevano troppo pericoloso. Inoltre, in quella città di grattacieli dove la vita (e il loro combattimento) si svolgeva sui tetti era Noiren in vantaggio, conoscendone tutti i segreti. Alla fine, il terribile tenente lo atterrò e gli mise un piede sulla schiena:—Che ne dici di finirla qui?— Aveva appena finito di parlare, che venne colpito con una martellata terribile. Popo si alzò in piedi, e urlò—NANA!— I due amici si abbracciarono, felici di rivedersi —Credevo fossi morta—
—No Popo— rispose Nana —Sono riuscita ad appendermi ad un cornicione, ed ho seguito le loro tracce fin qui: non potrei mai abbandonarti— Popo pianse dalla gioia, e Nana propose:—Allora, che ne dici del nostro colpo segreto?—
—Perfetto— rispose Popo, asciugandosi gli occhi. Intanto Noiren, che aveva rischiato di cadere dal grattacielo su cui si trovavano, si lanciò furente all’attacco, ma quello che accadde sconvolse lui e Novopoli tutta: gli Ice Climber si diedero la mano, e un’immane montagna di ghiaccio si sollevò sotto di loro, congelando Noiren e chiunque si avvicinasse troppo. Popo e Nana così poterono scappare e tornare alla Città Antica, facendosi strada a forza di martellate. Quando il ghiacciaio scomparve, Noiren venne redarguito dal suo comandante:—Perfetto: non solo lei rischia di accendere una guerra tra Novopoli e la Città Antica, ma non è riuscito nemmeno a fermare due piccoletti! Oltretutto, il Sergente Kieno mi ha raccontato di come le sue azioni abbiano rischiato di far fallire il piano. Preghi che il Capitano Sonia torni viva, o la farò finire davanti alla corte marziale!— Noiren digrignò i denti, ma disse solo:—Come vuole, Generale—

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Capitolo 4
*** Sovrani e guerrieri ***


—Buongiorno cara principessa.—
—Come stai, Mario?—
—Sempre bene, quando ti vedo—
—Sei il solito adulatore—
Come avrete capito, sono Mario e Peach che si parlano tra di loro nell’atrio del Castello Toadstool. Diversamente da Zelda, Peach non badava troppo alle formalità e ai protocolli, e Mario ne era molto felice. Comunque, Mario chiese:—Peach, dimmi, che è successo ieri con Zelda?— —Perché me lo chiedi?— domandò Peach. —Be’— rispose Mario —Tutto il regno si sta chiedendo come mai tu non l’abbia ancora detto a nessuno— —Mi stai dando della pettegola?— replicò Peach, stizzita. —Be’— rispose Mario un po’ imbarazzato —Un po’ lo sei— —Non è vero— negò Peach. —No? Ti ricordi di quando mi ritrovai in una casa stregata? Il giorno dopo che Luigi mi liberò lo venne a sapere mezzo regno— —Anche Luigi si merita un po’ di celebrità, no?— —Sì, ma come giustifichi il modo in cui mezzo regno è venuto a sapere di come gli Yoshi si presero cura di Luigi e me quando finimmo sulla loro isola da neonati dopo un giorno che te lo raccontammo?— —Be’, siete gli eroi del Regno, non potete pretendere di tenere nascoste tali informazioni— —E poi c’è stata quella volta in cui…— —Va bene, Mario, sono pettegola, contento?— concluse Peach, un po’ arrabbiata e un po’ imbarazzata. —Peach— disse Mario — Sono preoccupato per te, per Zelda e per Link. Vuoi dirmi cosa è successo— La principessa sospirò:—Tu ti preoccupi sempre di tutti, se qualcuno ha bisogno ci sei sempre— Lo guardò e disse:—Va bene, Mario, te lo svelerò. Ma è un segreto da non raccontare a nessun altro—. Così gli raccontò tutto di come Zelda, pur di non incontrare Marth, avesse trasformato Link in donna per poi camuffarlo (o camuffarla) da se stessa con la magia, e di come poi se ne fosse pentita troppo tardi, così da causare in Link una reazione del tipo “ti tengo il muso a vita”. Mario a dirla tutta soffocò a fatica una risata quando sentì di Link trasformato in Linda, ma un’occhiataccia della principessa bastò a ricordargli della serietà della situazione. Ascoltato tutto, Mario disse:—Non preoccuparti. Hanno passato l’infanzia e l’adolescenza a combattere con Ganondorf, quindi è ovvio che ora non sappiano precisamente come gestire le emozioni; a diciassette anni, inoltre, si tende ad essere un po’ estremi. Sono sicuro che riusciranno a sistemare il loro problema, basta aspettare.— Peach sospirò. Mario si avvicinò e le chiese:—C’è qualche problema, cara?— —Mario— rispose la principessa —Sono inutile?— Mario la guardò sorpreso:—No, come t’è venuta in mente un’idea simile?— Ma prima che Peach potesse rispondere, un Toad si precipitò nella stanza:—Mario, Peach: Bowser ha rapito Luigi!—

Snake riuscì ad infilarsi nel cunicolo per ‘aria condizionata fino all’ufficio del generale di Novopoli, Baldo. Costui parlava al telefono e sembrava preoccupato:—Il Capitan Sonia conta molto per la città: è la nostra miglior guerriera e tattica e i nostri soldati la amano. Sappiamo che non è morta, e ora come ora la Città Antica potrebbe risultarci nemica! Inoltre…— All’improvviso guardò sulla scrivania e si fermò. Snake lo osservò premere un pulsante, ma non si accorse che l’aria del cunicolo stava aumentando, finché non si aprì la grata dell’aria condizionata e lui, spinto dall’aria fredda, non cadde nell’ufficio; caduto nell’ufficio, si rese conto che la lampada in realtà era uno schermo per controllare la situazione. —Guardie— ordinò il Generale —arrestate questa spia!—

Fox si sedette su una delle sedie appena al di fuori dell’ufficio del generale; era lì perché quest’ultimo, vista la carenza di effettivi nella squadra di Fox (Falco aveva disertato, gli altri si trovavano all’ospedale in seguito ad una battaglia molto violenta) aveva deciso di affiancargli qualcuno di esterno. A molti chilometri di distanza, Falco, seduto su una roccia ai piedi di una montagna in mezzo al bosco, riprendeva fiato. Ma sebbene diversi fossero i luoghi dove si trovavano e diverse fossero le loro situazioni, entrambi pensavano a quando si conobbero al’accademia, a come si fossero sostenuti a vicenda nell’esercitazione finale, dove Fox prese il massimo dei voti e Falco arrivò subito dopo di lui, e a quante avventure avevano passato insieme. In quei momenti, Falco si chiedeva se per caso non avesse avuto torto a fuggire in quel modo: dopotutto, Fox non aveva tutti i torti. Chissà cosa avrebbe detto se avesse saputo che anche Fox non era del tutto sicuro delle sue scelte, ritenendo di essere stato forse troppo severo: in fondo, Falco era non solo il suo miglior pilota, ma anche il suo miglior amico. Mentre Falco si addormentò sotto le stelle con questi pensieri, Fox venne chiamato nell’ufficio del generale, dove incontrò i due individui che lo avrebbero accompagnato: i mercenari Capitan Falcon e Samus.

Marth si massaggiò la testa, ancora dolorante dopo l’ultimo scontro, e guardò il suo castello sconsolato: diversamente dai castelli di Zelda e di Peach, era vuoto. Non quel vuoto tetro del castello di Bowser, dal quale trasudava terrore, ma proprio un vuoto opprimente, dal quale si potevano dedurre le condizioni del Regno del Fuoco: per quanto Marth avesse venduto praticamente ogni decorazione del castello, le casse del regno erano quasi vuote, e le risorse sempre più ridotte, con i campi ormai sterili; né Marth poteva aumentare le tasse, se non spremendo una popolazione che faticava a sopravvivere, cosa per lui ignobile. Tuttavia, ora che sapeva come Donkey Kong difendesse la Giungla, poteva sperare di sconfiggerlo: fino ad allora, la sua strategia perfetta gli aveva permesso di bloccare chiunque volesse usufruire delle risorse d’oro al centro della Giungla o tagliarne degli alberi per sostituirli con campi coltivati, ma grazie a Samus e Capitan Falcon ora Marth sapeva di Diddy Kong, e tutto poteva farsi più semplice. All’improvviso, nella stanza entrò Ike:—Mi hai chiamato, Marth?— —Sì, Ike. Vedi, ho un piano contro Donkey Kong e suo nipote— Indovinate un po’? Ad Ike il piano non piacque:—Non sono adatto a queste cose, lo sai!— —Ascolta Ike— sospirò Marth —se riusciamo a risolverla pacificamente è meglio, e lo sai anche tu di avere poche abilità diplomatiche: la mia idea è l’unica che possa consentirci di fermare Diddy Kong permettendomi di trovarmi faccia a faccia con suo zio Donkey Kong—. Ike sbuffò: il fatto che Marth mettesse la politica davanti alla loro amicizia gli dava sui nervi. Tuttavia, alla fine disse:—Va bene Marth, farò del mio meglio.—

Metaknight si sedette sulla sua sedia, molto grande per uno della sua taglia (anche se non l’avrebbe mai ammesso). Era furioso per non essere riuscito a sconfiggere King Dedede (mentre Kirby sì), e ora rifletteva su come dimostrare il suo potere. «La verità» pensò «è che non basta la forza: mi serve un esercito… un esercito molto grande» scese dalla sedia e si diresse verso le finestre della Halberd, e gli venne un’idea:«I Pikmin! Olimar ne può far uscire dal terreno quanti ne vuole, ma quel debole non li utilizza adeguatamente. Che spreco: un esercito va usato! E se non vuole usarlo lui, lo userò io… Non conosco il segreto di Olimar, ma lo scoprirò presto». Quindi iniziò a scandagliare con i radar tutto il cielo alla ricerca della Dolphin, l’astronave di Olimar, capitano dei Pikmin.

L’Allenatore accarezzò il suo Charizard: nonostante la sua possenza, il Pokemon non poteva eliminare le sbarre al plasma delle prigioni di Puerilia. L’Allenatore stesso sembrava stanco, e i suoi Pokemon non sapevano cosa fare. Non era il trattamento a farlo star male: i carcerieri di Puerilia erano molto buoni con i prigionieri e questi ultimi tendevano ad adattarsi al corso dei carceri, trattandosi a vicenda meglio che in altre prigioni. Neanche il cibo era così male (non era roba di alta qualità, ma pasta a pranzo e carne a cena anche se non cucinate benissimo restano cose buone). Quello che veramente pesava all’allenatore era il carcere stesso: cercare Pokemon e lottare con essi era la sua vita, ora che non poteva farlo nulla aveva più senso per lui. Nemmeno i suoi Pokemon erano contenti della situazione: l’allenatore li aveva catturati (salvo Charizard che era stato con lui fin dall’inizio) lealmente, dimostrando di meritare il loro rispetto, e con il suo affetto e le sue cure aveva conquistato anche i loro cuori; stare dietro una prigione per aver aiutato un Pokemon che nessuno aveva voluto aiutare non rientrava nella loro idea di “Scelta Rispettabile”. All’improvviso, la porta si aprì; l’Allenatore si girò a guardare, e riconobbe Lucas. Appoggiato a lui c’era un suo coetaneo, moro con un cappellino da Baseball; l’Allenatore non faticò a riconoscerlo:—Ciao Ness.—

Gli Ice Climber erano stato accolti con ondate di giubilo: gli abitanti della Città Antica li amavano molto, ed essere riusciti a tornare da una città di nemici era vista come un azione straordinaria, non da tutti… e lo era. Ma né Popo né Nana si montarono la testa: la città di Novopoli era molto meglio difesa e meglio armata della loro e i suoi servizi segreti sembravano poter venire a sapere molte più cose dei loro; per ora i suoi capi parevano poco disposti alla guerra, ma se una testa calda avesse preso il comando? Di questo parlavano ora con Mr Game&Watch e ROB. —Bip— commentò l’esserino bidimensionale —Non credo sia il caso di preoccuparsi: non sono certo invincibili; e se per “teste calde” vi riferite a quel Noiren, non dimenticate che non è molto in alto gerarchicamente, o almeno non sembra in base ai vostri racconti.— —Bzzz… non sono d’accordo— rispose ROB —Noiren o qualcuno come lui potrebbe tentare un colpo di stato, e se il Capitano Sonia non tornasse potrebbe essere un guaio— —Non dimenticare— replicò Mr Game&Watch —che è colpa di quel Noiren se il Capitan Sonia non è riuscita a scappare: avrebbe dovuto coprire la ritirata, e invece non c’era— —Però— riflettè ROB —Se è riuscito a convincere i soldati a seguirlo una volta, potrebbe rifarlo. E se ciò accadesse, questa Novopoli potrebbe cadere in mano sua— —Scusate se vi interrompo— irruppe Nana —Ma abbiamo un ospite— —Già— aggiunse Popo —E un ospite non da poco—. ROB e Mr Game&Watch si girarono, e videro Link, l’Eroe di Hyrule.

Zelda, nei panni di Sheik, si sedette sul cornicione, pensierosa: era triste. Link si rifiutava di vederla, ed era andata via da Hyrule, per allenarsi aveva detto. Ma lei sapeva benissimo che era solo una scusa: in realtà era ancora arrabbiato. Rifletté anche sul loro rapporto, o meglio: sugli ostacoli nel loro rapporto. Ostacoli che si sintetizzavano in una parola: protocollo. Tutte quelle regole che rendeva loro difficile vedersi, se non ci fossero state… «Ma che mi metto a pensare» si disse «Sono una principessa, non posso comportarmi diversamente. Certo, Peach lo fa, ma è un’altra cosa! O no? Devo ammettere che solo come Sheik sono veramente libera». Il flusso dei suoi pensieri venne però interrotto da uno strano sibilio. Colta alla sprovvista, si alzò così improvvisamente da cadere, mentre un raggio laser la mancava per un pelo. Tuttavia, come già detto, gli abiti di Sheik la rendevano più agile (o meglio, gli abiti da principessa le impedivano di usare la sua agilità), e questo le permise di atterrare in piedi. Alzò la testa, ed evitò per un pelo un’artigliata che comunque riuscì a reciderle qualche capello. Il suo avversario si alzò ghignante: era un enorme lupo antropomorfo con un monocolo e degli abiti molto futuristici:—Piacere, principessa— si presentò ironicamente —Il mio nome è Wolf, e sono qui per rapirla dietro pagamento—.

Luigi si svegliò ancora un po’ confuso:—Mamma mia…— Aprì gli occhi e subito urlò dal terrore: già lui aveva paura di tutto, se poi vedeva a due centimetri dal naso Bowser che faceva paura a tutti… Il mostro rise, mentre l’eroe in verde si riprendeva dall’attacco di panico e, pur tremando ancora, minacciò:—Liberami subito mostro! Altrimenti… altrimenti… emh…— —Bwargh bwargh bwargh— rise Bowser —Non puoi nulla qui. Prenderti alla sprovvista mentre badavi al giardino è stata un’idea geniale.— —Non ridere troppo— rispose Luigi —Mario verrà a salvarmi—. Il re dei Koopa ghignò:—È questo il mio piano—.

—Allora Diddy, come sta la nostra ospite?—
—Be’, zio Donkey: ha preso una brutta botta ed è ancora fuori uso, ma si sta riprendendo—
Donkey Kong annuì come per dire “Bene bene”. In realtà non era proprio sicuro che accogliere quella donna misteriosa trovata nel fiume fosse stata una buona idea, ma sebbene temesse gli umani ciò non lo autorizzava a lasciarla morire. Un’altra preoccupazione era Marth: le sue trame avevano fallito a Hyrule e Xenolia, ma la missione di Samus e Capitan Falcon nella giungla aveva svelato Diddy Kong, e il re della giungla era abbastanza sicuro che il principe del Regno del Fuoco non gli avrebbe lasciato il tempo di ideare una nuova strategia. Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da Diddy Kong:—Dimenticavo, zio: ho trovato i suoi documenti—. Diddy Kong gli passò una sorta di schermo, sul quale, premuto un tasto, comparve la scritta: ”Sonia dei Camonici, capitano di Novopoli”.

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Capitolo 5
*** Prigionieri e cacciatori ***


Questa storia è basata su Super Smash Bros Brawl e sui suoi personaggi, i personaggi miei sono molto pochi.

—LASCIA ANDARE MIO FRATELLO, MOSTRO!
—BWAH BWAH BWAH!—
Mario era furioso mentre combatteva con Bowser, reo di aver rapito suo fratello Luigi. Ma Bowser non era un nemico da affrontare in piena furia: era il più forte e pesante combattente dell’epoca, capace con un colpo dei suoi tremendi artigli di distruggere persino il più grande degli edifici; il suo alito era di fuoco, e il suo guscio era pieno di spuntoni che, uniti alla sua potenza, lo rendevano quasi inattaccabile da dietro. Né gli mancava la tecnica: il suo spezzaschiena era micidiale, e così il suo attacco rotante; e come se non bastasse, era in grado di schiacciare un avversario sotto il suo peso o di distruggerlo sotto i suoi colpi, o persino di bruciarlo con il suo alito di fuoco. Quando lo affrontava senza Luigi, Mario normalmente cercava di prenderlo per la coda approfittando della sua lentezza e goffaggine, ma ora era così furioso da lanciarsi in attacchi spericolati e inefficaci. Alla fine il tremendo tartarugone riuscì ad atterrarlo e lo consegnò ai suoi. Quindi ghignò:—E ora voglio proprio vedere chi mi impedirà di portare via con me la mia principessa.—

—Come “Litigato con Zelda”?—
—Non è possibile!—
—Veramente, essendo loro due persone ognuna con le proprie caratteristiche, è assolutamente…—
—Bzz, non mi sembra che ciò lo consoli—
A parlare sono in ordine gli Ice Climbers (prima Popo e poi Nana), Mr Game&Watch e ROB, ai quali Link aveva raccontato di essersi arrabbiato con Zelda. Il motivo per cui aveva deciso si confidarsi con loro era semplice: Mario e Luigi non erano disponibili, quindi quei quattro erano gli unici a cui poteva rivolgersi. Purtroppo Mr Game&Watch non capiva concetti come Bene, Male, Gentile, ecc… e ROB era un robot, con tutti i limiti del mestiere. In quanto a Popo e Nana, invece di consolarlo si misero a fargli il terzo grado:
—Perché?—
—Cosa è successo?—
—N-niente…—
—Ci tiene nascosto qualcosa—
—Forza, parla—
Link iniziò a pentirsi della sua scelta:«Perché non possono fare come Luigi che ti fa dire le cose solo mettendoti tranquillo? O come Mario che al massimo ti prende un po’ in giro?»
—Oh, andiamo Link—
—Mica ti avrà mascherato da se stessa per evitare di incontrare qualche pretendente—
—Eh eh… no no, figurati…—
Nel dirlo Link arrossì, traballò e… sì insomma, si capiva che stava mentendo. E se la risposta non è no…
—TI HA TRASFORMATO IN SE STESSA!—
—Impossibile, nemmeno lei è così potente…—
—Infatti prima mi ha trasformato in donna, e poi in se stessa—
Ci fu qualche secondo di silenzio; poi Popo e Nana si misero a ridere a crepapelle, mentre Link metteva su il broncio:—Almeno Mario quando prende in giro si modera da solo—

Snake cercava disperatamente di fuggire, ma i guerrieri novopoliti erano velocissimi e sapevano teletrasportarsi. In quanto alla città, non offriva nascondigli: alla base degli altissimi edifici c'era acqua stagnante, e le strade erano o i tetti (collegati attraverso ponti) o una strada trafficata da vetture di vario tipo. Le armi di Snake erano relativamente deboli (quelle originali avrebbero spazzato via i nemici con pochi colpi) per permettere alla spia di portarne con se il più possibile, ma ora Snake nutriva forti dubbi sulla scelta: l'unica cosa ad aver impedito la sua cattura era stata la sua astuzia; infatti, s'era reso conto che subito dopo il teletrasporto i novopoliti o colpivano debolmente e prevedibilmente o rimanevano vulnerabili per un po', e lui usando questo punto debole era riuscito a scamparla... finché un uomo non gli comparve da sotto i piedi, facendolo incespicare. Poco dopo, Snake sentì una marea di pugni e calci colpirlo senza lasciargli il tempo di reagire, e poi il nulla.

Olimar era sulla Dolphin, l’astronave più scassata del mondo; vicino a lui, un Pikmin rosso guardava lo stesso cielo, senza però rendersi conto delle preoccupazioni del capitano. Preoccupazioni ben fondate: la Halberd, la più potente e temibile astronave del mondo, si stava avvicinando. E Olimar conosceva fin troppo bene la fama di Metaknight per pensare che volesse solo fargli una visita. Fischiò, e altri cinque pikmin furono subito al suo fianco: lui non ne teneva mai al suo fianco più di sei alla volta. —Ragazzi— disse —Temo che avrò bisogno di voi. Metaknight è un avversario tutt’altro che sottovalutabile, ma insieme ce la faremo, come ce l’abbiamo fatta sempre.— I Pikmin esultarono: serviva poco per convincerli, e non si preoccupavano troppo della possibilità di morire. Olimar sorrise, ma dentro soffriva…

Donkey Kong correva nel sottobosco, mentre tra i rami si muoveva velocissimo il nipote Diddy: Marth era nella foresta, e chiamava Donkey Kong a gran voce. Quest’ultimo stava pensando a cosa fare, quando un grido del nipote lo fermò: si girò e vide Ike tra i rami (non senza difficoltà) che stava aggredendo l’adorato nipote. Dimentico di tutto, il Re della Giungla saltò per raggiungerlo, ma venne colpito alla spalla da una lama; per fortuna era una ferita di striscio, ma bastò a farlo finire a terra. Si alzò e vide l’ultimo uomo che voleva vedere: Marth, signore della Terra del Fuoco. —Non preoccuparti, Donkey Kong— disse quest’ultimo —Ho dato ordine ad Ike di non ucciderlo. Non voglio farvi del male… mi obbligherai a farlo?—. In tutta risposta Donkey Kong emise un urlo terribile, che fece tremare tutti gli alberi, e continuò:—Non un albero della giungla verrà tagliato, non una buca aperta in essa, non un animale che la abita sfruttato, scacciato o costretto a rimediare cibo in una discarica finché io sarò in piedi! So come voi umani sfruttate qualunque cosa vi capiti in mano, da avidi parassiti. Tutte le capacità che avete sono ammirevoli, ma questo dovrebbe imporvi delle responsabilità! E se non volete accettarle, ve le imporrò!—. Detto questo, si mise in guardia, e Marth capì che avrebbe ottenuto qualcosa solo sconfiggendolo.

Sheik (sì, d’ora in poi dico direttamente “Sheik” invece di “Zelda nei panni di Sheik”) evitò in maniera incredibile i raggi di Wolf, che iniziava a innervosirsi:—Dannata principessa, non puoi farti catturare e basta?— Sheik non rispose, ma gli lanciò alcuni aghi: Wolf sentì un gran numero di punture fastidiose e dolorose sul corpo, come decine di vespe, ma si riprese subito ghignando: —E questo lo chiami “Colpo”? Senti questo!—. Wolf attivò gli stivaletti a reazione e si lanciò nel suo attacco ultrarapido, colpendo Sheik in pieno. Quest’ultima riprese gli abiti di Zelda e iniziò a colpire Wolf a forza di scintille magiche: Wolf stavolta sentì bene il colpo, rimanendo prima paralizzato, e poi crollando a terra un po’ malmesso. Tuttavia, riuscì ancora a rialzarsi, stavolta furioso:—Questa me la paghi!— si buttò rapidissimevolmente contro Zelda, che rallentata dai vestiti ampi non riuscì ad evitare l’artigliata: urlò dal dolore quando sentì il freddo metallo degli artigli di Wolf penetrarle le carni, sia pure superficialmente, e crollò a terra sanguinante. Wolf ghignò:—Ora non farai più nulla. Ai miei committenti tanto non importa se ti consegno malmessa, basta che tu sia viva.—

Falco cominciò a inerpicarsi: era sicuro che la montagna avrebbe potuto nasconderlo anche ai mastini della Federazione Galattica. Non pensava certo di poter avere problemi con i suoi abitanti... finchè non incontrò una pallina rosa con due occhioni dolcissimi e un ricciolo. In realtà Falco non se ne preoccupò minimamente, ma un fulmine lo costrinse ad arretrare verso la pallina, che iniziò a cantare:—Ji-gliii-puf, ji-glii-puf—. Falco sentì gli occhi pesanti, mentre riconosceva il pokemon Jigglipuff nel canterino. L'ultima cosa che vedette prima di crollare dal sonno fu un criceto giallo con una coda a saetta: Pikachu. Appena addormentato, venne infine avvicinato da un terzo pokemon: una volpe umanoide blu e bianca, con uno spuntone d'acciaio sul petto e uno sgiardo serio e severo; un potente pokemon che univa il tipo Lotta al tipo Acciaio e in grado di usare l'aura: Lucario.

Fox, Capitan Falcon e Samus (con la tuta di energia) scesero dall'astronave, e trovarono un focolare acceso. Capitan Falcon si avvicinò ai legni carbonizzati e concluse:—È ancora tiepido, é stato abbandonato ieri—. Fox trovò una piuma, e la riconobbe:—É di Falco: solo lui si tinge in questo modo le piume delle ali—. Samus grazie alla tuta riuscì a individuare alcune tracce: ciottoli spostati, muschi schiacciati e simili. Cose che normalmente non si sarebbero mai notate, ma che la tuta rendeva visibilissime: tracce che portavano sulla montagna. Quando Capitan Falcon e Samus si girarono verso di essa, Fox sbuffò: non era contento di lavorare con due cacciatori di taglie. Dopodiché, il trio si mosse verso la cima della montagna, dove Falco si era diretto.

L'Allenatore si alzò in piedi, e nonostante si sentisse ancora male cercò di non darlo a vedere. I tre pokemon, nonostante i collari inibissero i loro poteri, si prepararono a difendere il loro allenatore. Lucas tremò un po' ma non si mosse. Ness, ancora un po' malmesso, sorrise e disse:—Sono contento di rivederti, allenatore—
—Mi prendi in giro?— rispose questi —Dopo che ti ho fatto ridurre in quel modo dai miei pokemon?—
—Non confondere, non ho detto di fidarmi di te o di trovarti simpatico.— rispose Ness —Ma devo parlarti: potresti ottenere la grazia visto che comunque eri diretto da buone intenzioni.— L'allenatore rimase sorpreso per un attimo, e lo guardò bene e con sospetto, ma la faccia di Ness sembrava così onesta da spingerlo a fidarsi; e poi, che scelta aveva? Ness continuò:—Serviresti per aiutare Lucas a organizzare una difesa: stiamo per essere attaccati. E la strategia dovrebbe essere il tuo forte.— L'allenatore ci pensò un po': non sapeva ancora se poteva fidarsi, ma il carcere lo stava distruggendo; inoltre, l'idea della battaglia stava infiammando il suo animo, e anche i suoi pokemon sembravano eccitati all'idea: la fiamma sulla coda di Charizard era raddoppiata, il fiore di Ivisaur irrigidito, gli occhi di squirtle spalancati. Così concluse con:—D'accordo Ness. Chi è il nemico.— Ness sorrise di nuovo e rispose:—King Dedede, l'autonominato re di Dreamland.—

Perché King Dedede aveva deciso di attaccare Infantilia? Il motivo era semplice: l'ennesima sconfitta subita lo aveva convinto di dover fare un'azione che lo rendesse gradito agli abitanti di Dreamland. Infantilia era in un'ottima posizione strategica per ottenere l'egemonia su tutti gli altri regni: era all'incirca nel centro della zona, sorta in una bizzarra conformazione idrografica che le permetteva di avere la zona centrale completamente difesa dai fiumi e in posizione elevata ed era dotata di una discreta tecnologia e capacità magica; se l'avesse presa, gli abitanti di Dreamland lo avrebbero visto come il leader che li avrebbe resi sovrani del mondo.—E finalmente— si disse ad alta voce —Capiranno che sono il loro più che degno re! Waddle dee, in marcia—. Così, lui e tutto il suo esercito partirono per Infantilia.

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Capitolo 6
*** No, i casini non finiscono mai ***


I Personaggi, con poche eccezioni, non appartengono a me, ma alla Nintendo e ai produttori di Super Smash Bros Brawl e dei molti videogiochi a cui fanno riferimento


Peach, appreso quanto era successo a Mario, ebbe un mancamento. Non appena si riprese, iniziò a riflettere sulla situazione: Mario e Luigi erano stati catturati da Bowser, probabilmente per avere campo libero a rapire lei, e questo voleva dire solo una cosa: lei e il suo regno erano in pericolo. Si sedette sul suo trono dorato, mentre i Toad uscivano dal salone per farla riflettere. Lei pensò a quando Mario giunse nel regno la prima volta: Bowser l’aveva appena rapita in risposta al suo rifiuto di sposarlo, ma Mario riuscì a salvarla, aiutato anche da Luigi. E questo ricapitò di continuo: Bowser sempre la rapiva, e Mario sempre la salvava. Si rialzò, e decise: c’avrebbe pensato lei stavolta a dare una lezione a Bowser.

Ike imprecò mentre rischiava di cadere dall’albero: perché Marth non voleva dargli retta? L’aveva detto o no che seguire una stramaledetta bertuccia antropomorfa tra gli alberi non era un lavoro per lui? Era troppo grosso, e la sua spada, di solito devastante, tra quei rami era pressoché inutile, se non come falce. Appena riuscì a riprendere l’equilibrio, vide arrivargli lo scimmiotto in testa, dove si aggrappò per iniziare a colpirlo. Ike riuscì a liberarsi con difficoltà e partì con un attacco Etere: Diddy Kong evitò la lama per un pelo, ma invece di cadere attivò due razzi propulsori sulla schiena, che lo scagliarono contro Ike: il colpo lo obbligò ad attaccarsi ad un ramo, e lì vide all’improvviso Diddy che non solo riattivava i suoi propulsori, ma prendeva anche due pistole sparanoccioline: ben presto, Ike subì decine di noccioline sparate ad altissima velocità verso la sua faccia, e il dolore lo costrinse ad allentare la presa fino a cadere; per sua fortuna, un cespuglio attutì la caduta, ma decise una cosa:«Al diavolo Marth e la politica: ora lo raggiungo e lo convinco a lasciar perdere questo piano: non funziona e non funzionerà»

King Dedede e i Waddle Dee raggiunsero Infantilia in breve. Davanti a loro, si pose il piccolo Lucas con un manipolo di guardie. King Dedede ghignò:—Tutta cui la potenza di Infantilia?— I Waddle Dee a queste parole si schiantarono contro le guardie, le quali non ressero alla potenza nemica; Lucas e le guardie iniziarono a scappare, seguiti da Waddle Dee e da un ghignante King Dedede. All’improvviso, il terribile papero urlò dal dolore: qualcuno lo aveva artigliato alle spalle. Lui e i suoi si girarono, e si trovarono davanti l’allenatore di Pokemon, il suo Charizard e le guardie rimanenti:—Buongiorno signori spero non vi spiaccia se vi distruggiamo— disse l’allenatore, e le guardie con il suo Charizard attaccarono i Waddle Dee; nello stesso momento, Lucas e i suoi contrattaccarono sull’altro fronte, e l’esercito di King Dedede si ritrovò in una tenaglia. Il terribile Dedede si arrabbiò ma non perse la testa: dalla parte dell’allenatore, la punta era Charizard; ma Charizard poteva essere sconfitto facilmente se il suo allenatore fosse caduto: in parole povere, doveva puntare all’allenatore di Pokemon.

Zelda, fasciata in petto, poteva ormai solo piangere, mentre Wolf aspettava il suo committente. Wolf intanto ghignava:—Troppo scomoda, principessa? Mi dispiace, spero che non avrà problemi col trattamento di chi la preleverà dopo avermi pagato— —Non accadrà niente di tutto ciò— disse una voce squillante. Wolf si girò, e vide davanti a se un rettile verde abbastanza arrabbiato: Yoshi. Vedendolo, rise:—E pensi di impedirmelo tu, lucertola troppo cresciuta?—. Nel dirlo, tirò fuori il suo Blaster e sparò un colpo; in risposta, Yoshi lanciò un uovo, che esplose al contatto con il raggio del blaster. Ruggendo dalla rabbia, Wolf si scagliò contro Yoshi, con l’evidente intento di affettarlo, ma questi si chiuse in un uovo e rotolò contro di lui: Wolf non riuscì a evitare il colpo, e venne investito ripetutamente, finché non riuscì ad attivare il suo Riflettore. Yoshi subì prima una lieve scarica elettrica, poi i freddi artigli di Wolf lo colpirono, sia pure non troppo gravemente. Wolf stava per colpire di nuovo, ma Yoshi si lanciò verso l’alto, colpendo anche Wolf, e poi si buttò sull’avversario con tutto il suo peso: Wolf finì KO, così Yoshi potè liberare la principessa e, caricatala sul dorso, portarla rapidissimevolmente all’ospedale di Hyrule.

Mentre tutto questo avveniva, gli Ice Climber avevano finito di ridere, mentre Link sembrava voler tenere il muso ancora per un po’, chiedendosi seriamente se non sarebbe stato meglio andare altrove o, in alternativa, tenersi il broncio. Popo disse:—Scusa ma non ci capita spesso che qualcuno ci dica certi segreti— «Ci sarà un motivo» pensò Link. Nana aggiunse:—Seriamente, la stai mettendo giù troppo pesante— —Mi ha usato, capisci?— replicò Link. Popo rispose:—Ma è pentita ora, no?— —Be’, sì ma…— —Senti—lo interruppe Nana —Non sei né il primo né l’ultimo di cui qualcuno si approfitta perché troppo buono— —In compenso, è raro che qualcuno si penta di aver sfruttato qualcun altro, come ha fatto Zelda.—continuò Popo. —Quindi cosa dovrei fare?— —Tanto per iniziare smettere di tenere il muso, che hai 17 anni ormai— cominciò Popo. —E poi parlare con Zelda— continuò Nana —Se è veramente pentita e tu manterrai la calma capirà le tue ragioni.— —Per il resto, ricordati di chiedere cosa vogliono tu faccia PRIMA di dire “Sì”.—Finì Popo —E… funzionerà?— —Be’, sarebbe sicuramente un inizio— rispose Nana —Non ci sembra tu abbia qualcosa da perdere— concluse Popo. Link sospirò e annuì, poi chiese:—Scusate, ma come fate a completarvi i discorsi a vicenda voi due?— Gli Ice Climber ripresero a ridere come se avesse fatto una domanda veramente stupida, e Link cominciò a chiedersi se fosse lui ad essere troppo serio o loro due a non esserlo per niente. All’improvviso, Mr Game&Watch, che aveva appena ricevuto una chiamata, disse:—Tic tic, Bene Link. Ah, Zelda è gravemente ferita all’ospedale di Hyrule, è un problema?— Link sentito questo si alzò così velocemente da ricadere a terra. —Sembra di sì— commentò ROB, mentre gli Ice Climber aiutavano l’Eroe del Tempo a rimettersi in piedi.

Snake si risvegliò in gabbia: si guardò intorno, cercando una via di fuga, ma la cella era completamente chiusa, salvo una porta a sbarre custodita da due guardiani; guardiani che non durarono a lungo: un fulmine blu li stese entrambi, ma Snake non era proprio contento:—Sonic—. Era proprio il riccio blu, giunto in aiuto, ma s’era accorto di non essere il benvenuto:—Mi odi proprio fino a questo punto?— —Ti sorprenderebbe se ti dicessi di sì?—. Sonic sospirò e chiese:—Ma si può perché mi odi così tanto?— —Perché? PERCHÉ?— replicò l’agente segreto di Xenolia —Io ho affrontato di tutto: sono nato dai geni di un grande soldato, sono stato tradito più e più volte, ho dovuto combattere con amici e parenti, ho visto morire persone che mi stavano a cuore e ho rischiato io stesso la vita per essere dove sono. E tu? Cosa hai fatto di speciale a parte correre qua e là?— Sonic capì: quell’odio nasceva dalla rabbia di aver subito di più. Tuttavia, non era dello stesso avviso di Snake:—Be’, ho affrontato uno scienziato pazzo per proteggere il mio mondo, sono stato costretto a confrontarmi con un echidna iracondo e una mia copia oscura, ho dovuto distruggere vari robot e, come se non bastasse, per bloccare il sopradetto scienziato pazzo ho dovuto fermarmi a Xenolia, senza possibilità di tornare a Moebius. SCUSA SE È POCO.— I due si guardarono, ancora arrabbiati, ma sentirono qualcuno che stava arrivando. —Ascolta Snake— disse Sonic —Capisco che ce l’hai, però…— —Però senza collaborare non usciremo da questa città, lo so— concluse Snake, sospirando —Va bene, ne discuteremo dopo. Ora liberami da qui e cerchiamo di fuggire.—

Metaknight non intendeva distruggere la Dolphin: il segreto di Olimar sarebbe morto con lui. Ma non riteneva Olimar una minaccia, quindi non esitò a partire all’arrembaggio. Olimar lo attese, quindi prese i suoi Pikmin, che formarono una frusta colpendo Metaknight in pieno. Questo cadde sulla Dolphin, e furibondo guardo il capitano dei Pikmin, che disse:—Qui non c’è niente per te, Metaknight.— —C’è un esercito qui— rispose Metaknight —Impossessandomi del tuo segreto avrò nelle mie mani un esercito infinito: non riuscirai a fermarmi.— Olimar sospirò:—Se capissi i motivi per cui non combatto standomene in disparte, potrei anche dirtelo. Ma se li capissi, non cercheresti un esercito di Pikmin—. Metaknight si buttò contro Olimar con la spada, ma il piccolo capitano evitò il colpo e lanciò a Metaknight due Pikmin, che si attaccarono a lui e iniziarono a colpirlo ripetutamente. Lo scuro cavaliere mosse la sua spada, uccidendo i Pikmin, ma venne poi colpito in pieno da un Pikmin viola, molto più grosso, e poi di nuovo dalla frusta di pikmin. Cadde fuori bordo, e iniziò a volare; tuttavia, Olimar salto contro di lui e lo colpì di nuovo con il pikmin Viola: il colpo fu tale da far volare Metaknight dritto nella Halberd. Olimar tornò sulla Dolphin e corse ai comandi:—È ora della tecnica di emergenza, prima che Metaknight furioso ci distrugga.—

Falco si risvegliò in una grotta; davanti a lui stava una strana creatura: una sorte di volpe antropomorfa blu e bianca…’Sono un Lucario’ sentì Falco nella sua testa ‘E ti sto parlando attraverso l’Aura’. Falco si alzò, senza sapere cosa aspettarsi. ‘Non ho intenzioni ostili nei tuoi confronti’. —Allora perché mi hai catturato?—. ‘Per sincerarmi delle tue intenzioni. Qui sulla cima della montagna siamo sempre stati tranquilli io, Pikachu e Jigglipuff, e non vogliamo guai’. Falco si sedette e rispose:—Allora avresti dovuto scacciarmi direttamente: sono ricercato dalla Federazione Galattica— ‘Perché eri stanco di obbedire ai regolamenti’. Falco rimase interdetto: quel tipo sembrava leggergli nel pensiero. ‘Tuttavia ancora non hai veramente deciso: sai bene quanto il tuo amico quanto è importante la disciplina. Ma hai bisogno di tempo per maturare la tua decisione’. Falco arretrò, un po’ spaventato, ma Lucario sorrise:’Conosco questa sensazione. Va pure, prenditi il tuo tempo per decidere, e non preoccuparti di altro’. Falco sorpreso guardò bene Lucario, temendo un trucco, ma il Pokemon si limitò a indicargli l’uscita della grotta. Quando Falco se ne fu andato, Lucario chiamò Pikachu e Jigglipuff: aveva bisogno di loro per fermare Fox, Capitan Falcon e Samus.

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Capitolo 7
*** Dalla Padella alla Brace... forse ***


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Bowser avanzò con tutto l’esercito fino al confine tra il desolato Regno dei Koopa e il ricco e fertile Regno dei Funghi; dall’altra parte del confine, Peach avanzava a sua volta con i Toad. L’esercito di Bowser fu il primo ad attaccare, ma i Toad unirono le loro spore per fermarli. Bowser furioso si buttò con tutto il suo peso davanti a loro, buttandoli gambe all’aria con la sola onda d’urto: a fronteggiarsi rimanevano ora solo Peach e Bowser, il quale propose:—Suvvia cara, non serve che litighiamo così. La mia proposta di matrimonio è e sarà sempre valida, e unendo i nostri regni ci sarebbero vantaggi per tutti. Proprio non vuoi accettare?— Peach rispose:—Mi spiace Bowser, ma io non ti amo. Rassegnati.— —MAI— rispose Bowser, ma esitava ad attaccarla. —Non volevo arrivare a questo, ma devo.— mangiò qualcosa, e all’improvviso Peach notò un cambio d’espressione nel suo volto: era diventato aggressivo e feroce; questo Bowser non avrebbe esitato a farle del male; infatti la attaccò subito, ma la principessa saltò e levitò con i suoi poteri alle spalle di Bowser, troppo lento per reagire in tempo: Peach lo colpì con una pentola e disse. Bowser però quasi non la sentì e cercò di artigliarla, ma Peach tirò fuori la sua guardia Toad, che rispedì a Bowser l’attacco sotto forma di spore. Quindi, la principessa gli si lanciò contro in una raffica di colpi col bacino: in breve Bowser, impossibilitato a pensare in tempo, capitolò. Il resto è immaginabile: Peach si rimise alla testa del suo esercito, e andò a liberare i fratelli Mario.

Link venne inizialmente fermato dalle guardie, che ripetevano “Il protocollo di qua, il protocollo di là”… ma l’Eroe del Tempo non ci pensava minimamente a rispettare il protocollo, e le guardie non erano troppo ansiose di combattere contro di lui: quando vide che era furioso, il loro capo disse tremando:—M-ma per l’Eroe del Tempo possiamo fare un’eccezione. Giusto? Giusto—. Link così corse in fretta nella stanza urlando:—Zelda, ZELDA!—. La principessa dal suo letto d’ospedale si girò verso di lui, e sorrise:—Link!—.
L’eroe del tempo si inginocchiò al suo letto e le prese la mano, chiedendo:—Oddio… Yoshi mi ha detto tutto… M-mi dispiace. Se ci fossi stato…— —Non fa niente Link— rispose Zelda —Avevi ragione ad essere arrabbiato. T’ho usato per un mio capriccio, senza nemmeno pensare ai tuoi sentimenti. Mi dispiace.— —Ehi, come va?— disse una voce. Link e Zelda guardarono verso la finestra: c’erano Mario e Peach (la quale, ricordiamoci, ha il potere della levitazione) —Appena saputo ci siamo precipitati.— —Sapevo che ti sarebbe servito aiuto, e Yoshi è sempre felice di aiutarci.— continuò Peach, entrando nella stanza —Spero non t’importi se non badiamo ai protocolli.— —No no, avete fatto bene— rispose Zelda sorridendo —Immagino sia stato asfissiante.—. Fu così che le due principesse più potenti e i due più grandi eroi di quel mondo si radunarono, ma non solo per la salute di Zelda (sebbene fosse un argomento principale), ma per un’altra questione: il problema Marth.

Il suddetto Marth osservava ai suoi piedi il Re della Giungla: la sua forza nulla aveva potuto contro la lama del Re Eroe, il quale si scusò:—Mi dispiace scimmione, ma il mio popolo non può continuare a morire in una landa desolata.— —Dici?— fece una voce. Marth fece appena in tempo a girarsi che venne investito da una moto gialla, cavalcata dal terribile Wario. Finì a terra gravemente ferito, e il mercenario ghignò:—Bene bene bene, chi abbiamo qui? Due re a terra e una Giungla da deforestare alla ricerca d’oro. Bello, no?— —Non posso permettertelo— disse Donkey Kong, ma aveva troppe ferite, tra ui un paio di squarci sul petto. Wario ghignò, avvicinandosi con un’occhiata omicida (o gorillicida), ma si beccò un calcio apparentemente dal nulla. Finì a terra, e rialzandosi la vide: una donna bella e letale, il capitano Sonia. La attaccò, ma lei continuò a teletrasportarsi, vanificando gli attacchi di Wario e prendendolo in giro dicendo:—Di qua… Dove guardi… Così vicino… Sei troppo lento… È inutile… Sono troppo figa—Wario iniziò a imbestialirsi e risalì in sella alla sua moto urlando:—Prova a prendere in giro la mia moto—. Ma era proprio quello che Sonia aspettava: scoparve per ricomparire contro la moto con una potenza tale da farla esplodere. Wario saltò via appena in tempo, e vista la mala parata fuggì via più veloce che poteva.

Fox stava, grazie alla sua velocità, davanti a Capitan Falcon e Samus, un po’ per ricordare loro la diversa posizione nei confronti della Federazione Galattica (lui un capitano, loro dei mercenari pagati), un po’ perché infastidito dalla presenza dei due cacciatori di taglie. Samus e Falcon, da parte loro, non sembravano effettivamente interessati: l’importante era essere pagati, non essere simpatici a una volpe antropomorfa. Samus all’improvviso si fermò; Capitan Falcon se ne accorse e le chiese:—Cosa succede?— —La mia armatura mi avverte di un pericolo— affermò la ragazza. Capitano Falcon commentò con aria sprezzante:—Tsk, pericolo? Ah, io sono Capitan Falcon, cosa vuoi che…— ma prima che potesse finire, Jigglipuff gli fu addosso e usò riposo: il Pokemon si addormentò, ma nel farlo produsse una sorta di onda d’urto talmente potente da spedire Capitan Falcon in aria (e da lì in un fiume, e gli andò bene). Samus puntò il suo braccio cannone contro Jigglipuff, ma Pikachu, giusto dietro di lei, usò Tuono: l’attacco fu così potente che Samus cadde a terra e rotolò fino in fondo alla montagna, dove ringraziò la sua armatura per averle consentito comunque di sopravvivere. Fox sentì Falcon urlare, vide Samus cadere, ma prima che potesse reagire venne colpito alle spalle da una sfera Blu che lo fece cadere nello stesso fiume dove c’era Capitan Falcon. Il mandante della sfera era Lucario, e la mossa si chiamava Forza-Sfera. Il Pokemon lotta-acciaio sorrise e pensò:«Scusate, ma dovevo farlo.»

Charizard affrontò King Dedede, che sembrava però non volerlo combattere, evitandolo di continuo. All’improvviso, il papero prese un Waddle Dee ma invece di lanciarlo contro Charizard, lo lanciò contro l’allenatore; la cosa fu velocissima: l’allenatore evitò il Waddle Dee per un pelo, ma prima che Charizard potesse reagire King Dedede fu addosso al ragazzo, impedendogli di muoversi. Charizard rimase impalato: non sapeva come salvare il suo adorato allenatore senza ferirlo. King Dedede ghignò verso l’allenatore, al quale teneva chiusa la bocca con la zampa e commentò:—E senza di te, cosa farà il povero Charizard.— Alzò il martello, che si aprì svelando gli ingranaggi, e preparò sotto gli occhi di uno spaventato Charizard il suo colpo più potente; ma Lucas lo colpì con un calcio accompagnato dai suoi poteri PSI. King Dedede volò via per quattro metri, e l’allenatore arrabbiato disse:—Al diavolo, ora questo pinguino… papero… quel che è mi ha stufato. CHARIZARD, IVYSAUR, SQUIRTLE, TRIPLETTA!— Charizard si mise davanti all’allenatore, Ivysaur e Squirtle si posero al suo fianco e i tre Pokemon emisero ciascuno la sua mossa più potente; Fuocobomba, Solarraggio e Idropompa si scatenarono insieme contro King Dedede, che fece appena in tempo a pararsi dietro il martello per evitare la morte. Finì comunque a terra, e i Waddle Dee velocissimi lo raccolsero e scapparono: Infantilia era salva.

Metaknight, caduto sulla Halberd era furioso ora più che mai: non pensava più a un potenziale esercito di Pikmin, ma solo a vendicarsi dell’affronto subito: si mise al timone della sua nave e puntò il suo cannone contro la Dolphin; ma invece di scappare come pensava avrebbe fatto, l’astronave di Olimar gli stava arrivando addosso. —Ma cosa cavolo…—Metaknight non fece in tempo a finire l’esclamazione: la Dolphin si scontrò contro la Halberd con tutto il suo peso. Il computer di bordo immediatamente elencò:—Ponte danneggiato… Cannone danneggiato… Braccio meccanico danneggiato… Pareti centrali della nave sconquassata…. Difficoltà a mantenere l’assetto di volo… Aterraggio d’emergenza richiesto…—. Metaknight immediatamente iniziò con le manovre, e guardò verso la Dolphin: se n’era andata solo la punta, che Olimar stava già recuperando; il fatto che fosse formata da un ammasso di pezzi facilmente separabili la rendeva facilmente riparabile e certo più flessibile (e resistente) della Halberd.

Sonic corse in mezzo alla città: la sua velocità era tale che persino i Novopoliti faticavano a stargli dietro. Ma l’avrebbero catturato lo stesso, se non fosse stato per Snake: mentre i soldati nemici erano impegnati a seguire Sonic, lui li prese di mira con il suo lanciagranate: per quanto depotenziato, bastò a metterne fuori combattimento molti. I due finirono comunque spalla a spalla, contro un buon numero di soldati, troppi anche per due come loro.—Qualche idea, Snake?— —Ci vorrebbe un miracolo, Sonic— in quel momento, dagli altoparlanti si levarono le seguenti parole:—Il Generale Baldo è morto. Io, Noiren, dichiaro mia la città in quanto suo uccisore. Chiunque si opponga verrà ucciso.— I Novopoliti rimasero confusi da questa notizia, ma i robot della città li circondarono.—Senti Snake… Tu che sei più intelligente di me, sapresti dirmi se devo essere contento o no?— Snake strinse i denti e rispose:—Ho paura che siamo finiti dalla padella nella brace.—

—Grazie, Sonia, ma… “troppo figa”?—
—Be’, per un gorilla forse no, ma per un umano sì: sono strafighissima—
—Per non parlare della modestia—
A parlare sono stati, rispettivamente, Donkey Kong, il capitano Sonia e Marth. Poco dopo la sconfitta di Wario era arrivato Ike, e dietro di lui Diddy Kong, che subito si erano lanciati a curare il primo Marth, il secondo Donkey Kong. Sonia guardò Marth seriamente e disse:—È meglio che lasci stare questa Giungla.— —Non posso— rispose Marth —In realtà puoi— rispose la novopolita minacciosa —perché te lo dico io—. Donkey Kong non poté fare a meno di sospirare: com’erano strani gli umani, sempre a prendersela tra di loro per ogni motivo. Tra gli animali era possibile capire chi ti era amico e chi nemico, ma tra gli umani? Come si poteva, se non riuscivano nemmeno ad accordarsi tra di loro. Comunque, Ike si mosse minacciosamente verso Sonia, ma Marth lo fermò:—Lascia stare, ne riparleremo quando non avrò le ossa rotte— —Mai troppo presto— rispose Sonia, mentre Ike e Marth se ne andarono. Sonia aiutò Diddy a curare Donkey Kong, e poi si accomiatò.; prima che andasse però, Donkey le volle fare delle domande:—Cos’è Novopoli, e perché non ne ho mai sentito parlare?— Sonia si girò e sorridendo disse:—Non posso svelartelo, ora. Ne va della sicurezza della mia gente.— —Tu tieni a loro?— —Come tu agli animali della tua giungla. Morirei per la mia gente, così come tu per la tua.— —Questo mi basta—sorrise Donkey Kong. Quindi salutò:—Addio, sorella umana— Anche Sonia sorrise, comprendendo, e disse:—Addio, fratello gorilla—

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Capitolo 8
*** Avvisaglie di Guerra ***


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—Bene, ragazzi— disse Peach —Onestamente, aspetterei che Zelda stia meglio prima di parlare della questione Marth, ma è una cosa urgente— —Non preoccuparti— rispose Zelda —Mi rendo conto del pericolo che rappresenta— Link annuì, mentre Mario si limitò a guardare fuori dalla finestra. Tutti e quattro sapevano bene che le azioni di Marth, oltre a non essere malvagie, erano dirette unicamente alla salvezza del proprio regno, ma i suoi fallimenti lo avrebbero presto portato a soluzioni drastiche se non fossero intervenuti in tempo. Yoshi all’improvviso entrò con una lettera portata da un Toad e urlò:—Peach, Marth dichiara guerra al Regno dei Funghi! Dobiamo correre ai ripari.— —Oh no— disse Peach —Prima di venire qui ho saputo che Bowser si sta muovendo sui nostri confini. Temo avesse previsto questa eventualità—. Mario strinse i pugni. Link e Zelda si guardarono, quindi Link annuì e Zelda disse:—Tu occupati di Marth, Peach, non preoccupati per Bowser— —Ma se ci attacca…— —Non preoccuparti— disse Link —Ci penso io a Bowser. Ho sempre voluto vedere se è così forte come dicono.—

—Aiuto!— —Soccorso!— e urla simili coprivano tutta la città. Popo e Nana corsero subito a vedere cosa succedeva, e quando giunsero quasi caddero a terra per la sorpresa: ROB stava distruggendo il mercato, non curante della popolazione civile; alcuni abitanti erano già agonizzanti, colpiti dai suoi raggi. —ROB, che ti prende?— chiese Popo. ROB rispose:—Bzz Distruggere bzz Eliminare— Popo e Nana evitarono a malapena un raggio, e comparve Mr Game&Watch. Nana urlò:—Game&Watch, aiutaci! ROB è impazzito— Ma il bidimensionale rispose:—Spiacente, Bip, ma sono sotto il suo comando.— —Cosa?— disse Popo —La città è sopra entrambi. E poi, stanno per morire degli innocenti!— Ma fu tutto inutile: Mr Game&Watch non conosceva la differenza tra bene e male, e avrebbe sostenuto ROB in ogni caso, anche se ciò avrebbe portato allo sterminio dei cittadini. I due abitanti dei Grandi Ghiacciai però non si fecero impressionare troppo: visto che con le buone non ottenevano nulla, presero in mano i martelli e si prepararono a combattere.

Quadro simile a quello della Cittá Antica era quello di Novopoli: la gente scappava qua e lá in presa al panico. Il motivo era però un altro: l'annunciato colpo di stato di Noiren aveva gettato la gente nel caos. Noiren infatti aveva inviato i robot cittadini in giro ad accumulare ricchezze per se e a eliminare gli oppositori. I soldati subito avevano reagito contro Noiren, ma lui sembrava conoscere in anticipo le loro mosse e risultava in grado di sconfiggerne decine. In questa situazione, Snake e Sonic erano stati travolti dalla folla, e dovettero nascondersi. —La gente sembra impazzita Snake. Cosa facciamo?— chiese Sonic, sapendo che il collega aveva tra le altre cose una notevole intelligenza. Ma Snake sembrava in difficoltá: si guardava intorno, indeciso sul da farsi, cercando una via d'uscita, ma non ce n'erano. Sonic si sedette e disse:—Snake, dobbiamo muoverci. Il colonnello ha in mente una cosa orribile.— —Addirittura?— chiese Snake scettico. Ma la sua espressione cambiò quando Sonic disse:—L'ho sentito chiaramente affermare che se non fossimo tornati entro l'alba avrebbe circondato questa cittá invadendo Dream Land—

Sicuramente se Sonic in quel momento fosse stato al fianco del colonnello non avrebbe parlato così: avrebbe utilizzato il periodo ipotetico della realtà anziché quello della possibilitá. Infatti, in quel momento le truppe di Xenolia marciavano sotto gli occhi del colonnello, pronte a attraversare il mare e raggiungere Dream Land. Fortuna volle che Kirby, quel giorno, per prendersi una vacanza s'era organizzato un Pic Nic in uno dei giardini dell'isola, e stava proprio levitando sopra l'esercito in movimento. Così di nascosto scese dietro un capannone, cercando di ascoltare i loro discorsi, e rabbrividì sentendo i magazzinieri informarsi sulle condizioni ambirntali di Dream Land. Pur non essendo un genio, capì che se si stavano preparando a sbarcare sulla sua terra, non era per un pic-nic. «Devo tornare subito a casa e avvertire tutti.» Ma prima che potesse muoversi due mani lo afferrarono e un soldato ghignò:—Bene bene, l'Eroe di Dreamland.— —Portiamolo dal colonnello— disse un altro soldato —Immagino che sará felice di non averlo tra i piedi mentre invadiamo la sua bella pianura, potrebbe scapparci una bella promozione per noi due—. I timori di Kirby si rivelarono così fin troppo fondati, quindi decise di agire in fretta: si trasformò in mas, e il soldato dovette lasciarlo cadere proptio sul suo piede. L'altro soldato, vedendo il compagno cadere per il piede rotto, puntò contro la pallina tosa un fucile, mentre altri arrivavano, ma Kirby lo assorbì e lo sputò contro chi stava arrivando; quindi volò via più velocemente che poteva, mentre i soldati a terra riprendevano le armi cadute nella lotta. Così riuscì a scappare e volò veloce verso l'unico che poteva aiutarlo a difendere Dream Land: King Dedede.

Capitan Falcon si risvegliò con un dolore lancinante al braccio. Aprì gli occhi e vide una figura allontanarsi con una fialetta: un lupo antropomorfo. —Wolf— urlò, ma subito, dovvette portarsi la mano destra sul braccio sinistro, dove c'era un piccolo squarcio; il sangue sugli artigli e nella fialetta di Wolf non mettevano dubbi su chi ne fosse colpevole.—Perché?— —Perché sono pagato per farlo, no? Dovresti saperlo che se mi pagano non faccio storie.— Falcon digrignò i denti. —Chi ti ha pagato?— —Dovresti badare di più a Samus— disse Wolf, indicando la cacciatrice ancora semisvenuta sull'orlo di un precipizio —Con quella cosa così pesante faticherá a ritornare in piedi— Detto questo, Wolf sparò con il suo blaster contro la sporgenza su cui si trovava Samus, distruggendola e facndo cadere la cacciatrice di taglie nel baratro. Capitan Falcon incurante della ferita si buttò subito a salvarla, mentre Wolf corse via. «Dov'è Fox?» si chiese Falcon.

Fox s'era ripreso prima di Samus e Falcon, ed era così preoccupato per Falco da muoversi senza aspettare che i due si riprendessero per continuare la ricerca. Non risalì la montagna, non volendo reincontrare Lucario e i suoi, ma era convinto che circumnavigandola prima o poi avrebbe trovato tracce di Falco... ma fu Falco a trovare Fox: prima che il capitano se ne rendesse conto, il blaster del suo ex-miglior pilota era puntato contro la sua testa.—Vuoi veramente farlo, Falco?— Falco esitava... —Falco, il Generale vuole che ti catturi, ma il tuo passato servizio di sicuro conterá qualcosa. Hai disertato, ma non hai ucciso né commesso altri crimini: sono sicuro che il generale sará clemente— —Non capisci, Fox?— rispose Falco —Sono stufo di prendere sempre ordini, di dover sottostare ad ogni regola esistente— —Pensa a me che ne devo sopportare tipo il doppio— disse una voce. Fox e Falco si girarono, e si trovarono davanti Pit, il Capitano della potente Palutena.

Wolf salì sulla moto di Wario, chiedendosi quante ne avesse. Questi gli chiese:—Perché non hai ucciso quel borioso e la sua amica?— —Non era necessario— rispose Wolf —Bah— commentò Wario —Ucciderli sarebbe stato di sicuri più semplice per tutti— Wolf non replicò, ma disse solo:—Andiamo a riscuotere— —Avremmo molto di più se non ti fossi lasciato sfuggire Zelda. Almeno io Mewtwo l'ho ucciso— —Be', ho comunque recuperato i progetti della Federaziobe Galattica, anche se ho rischiato di rimanere ucciso per questo. E poi, vogliamo parlare di Donkey Kong?— —Ci sarei riuscito se non fosse arrivata miss teletrasporto— rispose Wario —Tu che scusa hai?— Wolf sospirò di nuovo: era inutile discutere. —Be', non importa, è una bella cifra anche la metá di quanto Noiren c'avesse promesso.—

Se sulla base della montagna le vicende drammatiche si sprecavano, sulla cima tutto sembrava tranquilla, a parte le nuvole nere, e Pikachu e Jigglipuff si divertivano a lanciarsi palle di neve; Lucario però sentiva che qualcosa non andava. Chiuse gli occhi, iniziò a scrutare tutte le auree della zona, e ne individuò due strane, particolari... una era ai piedi della montagna, accanto a quelle che riconobbe essere di Falco e Fox, ma l'altra veniva dal cielo, si avvicinava ed era potente, molto potente. Si alzò e disse nel linguaggio pokemon:—Pikachu, Jigglipuff, a rapporto.— I due pokemon smisero di giocare e raggiunsero il loro capo, il quale disse:—Sta accadendo qualcosa di strano. Dobbiamo andare a controllare la situazione.—

Mentre tutto questo accadeva, Marth era in preda ai sensi di colpa. Era inutile che si dicesse:—Va tutto bene, lo sto facendo per il mio popolo, è il mio dovere, prima di qualunque altra cosa—, il fatto di aver dichiarato guerra a Peach lo lasciava preoccupato. A nulla gli serviva ricordare di come il Regno dei Funghi avesse approfittato delle guerre civili del suo regno per arricchirsi (spesso peggioranfo la situazione) impoverendolo e rovinandolo: si trattava di una storia vecchia, alla quale peraltro Peach, nella sua dolcezza e nel suo senso di giustizia, si era opposta fermamente. «Certo, è più facile essere dolci e gentili quando si hanno i soldi per esserlo» pensò, ma subito si vergognò di questo pensiero meschino: Peach era così di carattere, ed era certo che se non fosse stata ricca sarebbe stata comunque così. All'improvviso sentì bussare, quindi alzò la testa, si rimise insieme per darsi un tono regale e concesse di passare. Entrarono Ike e un tipo strano: una piccola pallina con occhi, elmo, mantello e spada. Ike disse:—Salute, Marth, Re del Fuoco—. Marth rispose:—Salute a te, Ike, mio generale e amico— Non impressionatevi troppo della formalitá dell'incontro: dopotutto, si sta pur sempre parlando di un Re e del suo Generale, davanti ad altri dovevano mantenere un minimo di formalitá: l'unico segno di amicizia che davano agli altri era l'uso del Tu anziché del Lei. —Mi spiace disturbarti, mio signore— continuò Ike —Ma costui è atterrato con la sua astronave nel nostro territorio, e chiede ospitalitá finché non l'avrá riparata.— Marth si girò verso l'individuo sferico giunto con Ike e gli chiese:—È così?— —Sì—rispose, con un tono da cui si capiva molto bene che era infastidito da tutta questa formalitá.—Io sono Metaknight, capitano della Halberd. Prometto di non causare fastidi a questo regno, mi serve solo un posto dove stare nel tempo in cui riparo l'astronave.— —Metaknight? La Halberd?— fece Marth, alzandosi dal trono di scatto. Guardò Ike, e i due si capirono all'istante. Quindi Marth propose:—Mi sta bene, Metaknight, ti ospiterò nel castello, a patto però che tu mi aiuti a difenderlo se attaccato durante la tua permanenza— Metaknight, pur non sapendo che Marth aveva dichiarato guerra a Peach, capì che c'era qualcosa di grosso in ballo. Quindi, rispose:—Mi sta bene. Considerami al tuo servizio intanto che starò qui.—

Sonia si teletrasportò oltre la montagna, e cercò di capire dov'era. Cercò il muschio degli alberi per orientarsi, ma anche così non sapeva di preciso dove fosse. Guardò le montagne, ma conoscendole poco concluse che era meglio aspettare la notte e sperare nelle stelle. Purtroppo, non poteva teletrasportarsi a Novopoli senza sapere dove fosse, e "A Ovest della Grande Catena Divisoria" non era una risposta molto soddisfacente. —Stupida che sono. Perché marinavo Geografia? Imprecherei contro me stessa se non fossi così figa—. Mentre passava dall'imprecare contro se stessa al ribadire la propria figaggine, vide qualcosa scendere verso terra; dopo un po' riconobbe un'astronave che stava atterrando li vicino e esultò: forse l'astronauta l'avrebbe aiutata. Corse nella direzione dell'astronave, ma rimase un po' delusa quando, avvicinatasi abbastanza, notò che era un astronave scassata, dalla quale scese uno strano omino con dei fiori antropomorfi alle spalle; quest'ultimo dettaglio permise a Sonia di riconoscere Olimar, capitano dei Pikmin. Salutò cortesemente, e quando Olinar ebbe risposto al suo saluto disse:—Mi scusi, potrebbe aiutarmi? Non so dove sono, e devo raggiungere casa mia.— Olimar la guardò tristemente e disse:—Non lo sai? L'area sta diventando zona di guerra. Ho incontrato Kirby che volava da King Dedede; ha fatto una pausa sulla Dolphin e mi ha spiegato prima di ripartire che Xenolia sta per invadere Dreamland.— Sentito questo, Sonia capì che Novopoli era in pericolo e disse:—Motivo in più per tornare a casa mia, devo proteggerla!— —Allora diciamo che prendo una mappa e ti dico che strada prendere.— —E tu?— chiese Sonia. Olimar tristemente indicò i Pikmin e disse:—Non posso combattere se non tramite loro, ma questo per loro vorrebbe dire la morte. Loro sono abituati all'idea di nascere a migliaia per morire in centinaia, ma io non riesco a sopportare questo peso—. Sonia capiva fin troppo bene cosa provava Olimar: anche lei aveva sempre cercato di evitare la guerra per proteggere i suoi soldati. —Non si preoccupi, Olimar— disse —Basta che mi aiuti a riaggiustare questo— e gli mostrò il suo badge informatico multifunzione. Olimar notò subito un incredibile tecnologia, superiore a quella a lui nota, ma per sua fortuna i danni erano talmente pochi che bastò sostituire un paio di fili. Così, dal Badge si poterono vedere non solo i dati di Sonia, ma anche la posizione in cui si trovavano, la posizione di Novopoli e persino quello che era accaduto e che stava ancora accadendo in cittá. Olimar e Sonia rimasero impietriti, e la capitanessa (Nda:non sono sicuro si possa dire così, ma scrivendo "Il capitano" temevo ci si confodesse con Olimar e "La capitano" non ci sta) disse:—Devo raggiungete subito la mia città.—

A Novopoli intanto Snake e Sonic cercavano di studiare un piano. All'improvviso sentirono un respiro soffocato dietro di loro, si girarono e videro un uomo di una certa etá, con due baffi, molte contusioni e una grave ferita all'addome; Snake lo riconobbe:—Il generale Baldo— —Ma non era stato ucciso?— —Be' non mi rimane molto da vivere— rispose Baldo —Ma devo dirvi le informazioni che volevamo rimanessero ignote, perché solo con una conoscenza reciproca potremo evitare la guerra.— —Non sono sicuro di aver capito, ma ok— disse Sonic. Snake aiutò Baldo a sdraiarsi, e cercò di medicarlo, mentre lui raccontava:—Un tempo noi Novopoliti non avevamo poteri di nessun tipo, se non quello di immaginare. Questo ci permise di ideare grandi storie e personaggi... come te, Sonic; o come te, Snake.— Sonic e Snake si paralizzarono all'istante: cosa voleva dire tutto questo? —Tuttavia— continuò l'anziano Novopolita —Questa capacitá poteva essere usata anche per scopi egoistici o addirittura malvagi; creammo grandi macchine di morte,ci massacrammo e sfruttammo a vicenda e rovinammo gradualmente il mondo in cui vivevamo— Sonic e Snake strabizzavano gli occh, confusi, e Baldo continuò: —E questo per oltre duecentomila anni— continuò Baldo —Finché la nostra presunzione non ci si rivoltò contro, devastando il nostro mondo, e portandolo in una nuova linea spazio-temporale— —In una che?— chiese Sonic —Te lo spiego dopo— disse Snake —Vada avanti, generale— —Non pochi di noi sopravvissero, forse perché pagassero con il dolore della nostalgia e della colpa i crimini della nostra razza, ma vennero risparmiate anche alcune delle cose belle che avevamo creato: voi e tutte le storie in cuj eravate inseriti. Cambiate, fuse, rese a volte più coerenti, ma di base restano quelle.— Quello che diceva sembrava assurdo, eppure spiegava perché molti abitanti del loro mondo fossero completamente senza genitori, e perché il passato delle varie popolazioni era così limitato nelle testimonianze e nelle storie, sebbene avrebbe dovuto essere plurimillenario. —Ma come?— chiese Snae —E poi, mi sta dicendo che in origine eravamo qualcosa tipi pupazzi?— —Pupazzi? In un certo senso… ma i vostri autori hanno sempre valutato cosa avreste fatto se foste stati reali giá allora, quindi si può dire che pupazzi sia eccessivo. Riguardo a come sia successo, non lo sappiamo: le regole che determinano le differenze tra una linea spazio-temporale e l’altra non sono chiare. Certo è che intorno a noi si è sviluppata una particolare distorsione spaziotemporale, che abbiamo scoperto di poter sfruttare per muoverci velocemente e teletrasportarci.— Il generale fece una smorfia di dolore, quindi continuò: —Ve lo dico perché ho capito che ci siamo sbagliati a volerci nascondere da tutto e da tutti. Ma la vergogna per quanto successo era troppo grande— —E quando avete scoperto delle armi nascoste della Città Antica vi siete spaventati— disse Snake —E temendo per il vostro destino avete agito cercando di non dare nell’occhio. — —Siamo stati pazzi— ammise Baldo —Vi prego, sento che il Capitano Sonia sta per arrivare. Aiutatela a salvare… la mia… città— Detto questo, chiuse gli occhi. Snake e Sonic chinarono il capo, capendo che il generale era morto. Sonic disse:—Non so te Snake, ma io non posso lasciare questa gente nei guai.— —Attendiamo Sonia— disse l’agente segreto —Una volta arrivata, forse sapremo come muoverci in cittá.—

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Capitolo 9
*** Tre guerre e due colpi di stato ***


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Marth guardò l’esercito del Regno dei Funghi. I Toad non sembrava pericolosi, nonostante le loro spore, ma ai loro fianchi si muovevano gli Yoshi, e dietro di loro si ammassavano le buon-ombe: sebbene fossero pacifiche e usassero i cannoni per trasporto, erano comunque capaci di usarli per combattere. Inoltre Peach poteva contare su tre eroi (Mario, Luigi, Yoshi), mentre lui in questo senso aveva solo Ike, la cui potenza non era sufficiente a fronteggiare tutti e tre; infine, l’esercito dei Funghi era arricchito da oggetti potenti: funghi in grado di ingigantire, rimpicciolire, curare o danneggiare, stelle di invincibilità, rose di fuoco, gusci dalla potenza spaventosa, piume e tute magiche o tecnologiche con diversi effetti. Dalla sua, aveva uomini armati con spade, lance o asce non particolarmente potenti, ma affiancati da alcuni maghi, oltre ai cavalieri con cavalli alati. Il numero e la qualità erano dalla parte di Peach, ma lui aveva più possibilità tattiche, e d’altronde era qui il suo forte. Sospirò: aveva fatto di tutto per evitarlo, ma ora non poteva risolvere le cose in altro modo; la sua gente rischiava la fame, e le casse del regno erano vuote. Si preparò e disse tra sé e sé:—Se il mio regno deve fallire, almeno lo farò cadere con onore.

Peach fece assorbire dai Toad l’attacco frontale dei fanti di Marth, che dovettero arretrare per via delle spore emessi dai funghetti antropomorfi. Quindi mandò i velocissimi Yoshi a occuparsi dei maghi di Marth, prima che lanciassero i loro incantesimi, e gli Yoshi riuscirono a fermarli giusto in tempo. Marth tentò il tutto per tutto lanciando all’attacco la cavalleria volante, ma Peach l’aveva previsto: le Buon-Ombe spararono i terribili gusci verdi contro i cavalieri, costringendoli a una ritirata disordinata. In breve, l’intero esercito di Marth, schiacciato dalla superiorità avversaria, dovette arretrare. Marth ordinò la ritirata, e Peach e i suoi lo seguirono, per farla finita. Lo scontro durò a lungo, e arrivò in prossimità del castello di Marth, ma proprio lì si scoprì che Marth aveva un’arma segreta: l’esercito del Regno dei Funghi venne bombardato da dei cannoni Laser. Erano i cannoni della Halberd, perché Metaknight manteneva i suoi patti, ma Peach non ne sapeva nulla: l’unica cosa che le fosse chiara al momento era che Marth non avrebbe perso tempo per riorganizzare i suoi uomini, e ordinò:—SOLDATI, ORDINE SPARSO: IMPEDITE LORO DI ORGANIZZARSI E STATE ATTENTI AI CANNONI—

Mentre sul confine tra il Regno del Fuoco e il Regno dei Funghi Peach combatteva Marth, Bowser sconfinava nel regno della principessa da lui amata. Ghignò, sapendo che Mario e Luigi sarebbero stati troppo occupati dalla battaglia per fermarlo, e che tutti sarebbero stati troppo stanchi per combattere il suo esercito. All’improvviso però, delle bombe caddero in mezzo ai suoi; nonostante non avesse mai visto quel tipo di bombe ne aveva sentito parlare: erano prodotte a Hyrule. Comunque, non si sforzò troppo: teneva molto al suo esercito, e vederlo aggredito in quel modo lo faceva arrabbiare:—CHI OSA BOMBARDARE I MIEI UOMINI?— —Io oso— disse una voce. Bowser alzò lo sguardo, e vide un ragazzo biondo in vestiti verdi, dotato di una spada lucente; pur non avendolo mai visto, lo riconobbe: tutti avevano sentito parlare almeno una volta di Link, l’Eroe del Tempo e di Hyrule.

Popo e Nana evitarono un altro raggio di ROB, ma non il martello di Mr Game&Watch; la fortuna però fu dalla loro parte, e l’esserino bidimensionale si ferì da solo. Tuttavia, non avrebbero retto a lungo. Si scambiarono un’occhiata e si divisero. Mr Game&Watch confuso chiese a ROB:—Bip, che devo fare?— ROB però era più confuso: la scelta era fuori da ogni logica. All’improvviso, gli Ice Climber piombarono ai loro fianchi (Popo a destra, Nana a sinistra) con un vento gelato incrociato: i due esseri artificiali si ghiacciarono. I sopravvissuti applaudirono, ma Popo e Nana raffreddarono subito il loro entusiasmo (NDA: giuro, non è un gioco di parole) urlando:—Non rimarranno congelati a lungo, e ROB è più potente del solito: dovete subito scappare.—

Altrove, a Novopoli, una bambina piangeva: suo padre cercando di proteggerla dai robot lasciati da Noiren a devastare la città per imporre un regime di terrore era rimasto ucciso, e non era improbabile che questo accadesse anche a lei. Una bambina, forse di sette anni, forse più piccola… questa era troppo non solo per Sonic, ma anche per Snake. I due agenti di Xenolia aggredirono i robot: la velocità di Sonic e le armi di Snake li distrussero in breve, ma svelarono la loro presenza. Così, si ritrovarono a scappare, portandosi dietro la bambina. Sonic non corse alla massima velocità, per evitare che la bambina subisse danni da essa o che Snake rimanesse indietro; ciononostante dopo alcuni minuti si rese conto che non erano più seguiti e esultò:—Ce l’abbiamo fatta Snake—. All’improvviso, una mano robotica spuntò dal tetto-strada e prese la gamba di Snake. Lui si aggrappò alla strada per un pelo, e Sonic gli prese la mano; però, i robot si stavano ammassando sotto Snake, e Sonic non avrebbe retto se avessero unito le forze.—Lasciami andare Sonic— disse Snake —Prendi la bambina e salvati— —No— rispose Sonic —SCAPPA— —NO—Snake stava per replicare, ma vedendo il viso di Sonic non più beffardo e sorridente ma triste e in lacrime si fermò. Sonic lo guardò e disse:—Non perderò l’unico amico che ho a Xenolia—. Intanto i Robot si erano preparati, e si lanciarono verso Snake… ma vennero fermati. Sonic vide qualcuno abbatterli muovendosi e teletrasportarsi ad una velocità tremenda, pari alla sua, e disse:—Quello chi è?—. Snake abbassò lo sguardo, e poco dopo venne acchiappato da qualcuno con una velocità e evidentemente una capacità di teletrasporto superiore a quella dei Novopoliti che aveva visto fino a quel momento. Si ritrovò sulla strada-tetto, in braccio ad una donna mora dagli occhi verdi, alta e bella, nonostante i segni di un lungo periodo di trascuratezza. La bambina saltò felice:—Capitano Sonia, Capitano Sonia!—

Se a Novopoli l’arrivo di Sonia sembrava destinato a migliorare le cose, l’arrivo dell’esercito di Xenolia a Dreamland non era affatto positivo. King Dedede guardò quegli invasori e strinse il martello: nonostante tutto, amava Dreamland, e non avrebbe permesso che Xenolia la invadesse. Al suo fianco c’era Kirby, per l’occasione suo alleato. Ma la tecnologia di Xenolia era impressionante, e i suoi Waddle Dee non sembravano poter nulla contro i soldati nemici. Tuttavia, non si spaventò:—Waddle Dee, all’attacco!—. King Dedede, Kirby e i Waddle Dee si gettarono contro l’esercito xenoliano: la guerra per Dreamland era iniziata.

Molto lontano da lì, sulle montagne, Capitan Falcon cercava di evitare un’orribile e fatale caduta a Samus, ancora troppo stordita dal tuono di Pikachu per reagire. Per quanto Capitan Falcon fosse forte, era pur sempre ferito, e Samus indossava la sua armatura, arma potente ma molto pesante; fu per questo che il pilota non poté evitare che la sua socia gli sfuggisse dalla mano. —SAMUS— urlò; ma non era finita per la cacciatrice di taglie: qualcuno la prese al volo, e volò fin sopra Capitan Falcon, il quale rimase sorpreso dalla forza che nel sollevare Samus con addosso la sua pesante armatura Pit, Capitano di Palutena, aveva mostrato. L’angelo sorrise e si mise a curarla. Capitan Falcon era talmente sorpreso che non s’accorse nemmeno dell’arrivo di Fox e Falco. —Eh-ehm— fece il capitano dello Star Fox. Capitan Falcon si voltò, li vide e disse:—Sono contento di vedere che abbiamo trovato il tuo pilota, ma ora ho altro a cui pensare— —A detta dell’araldo di Palutena abbiamo tutti altro a cui pensare— rispose Falco. —C-che intendi?— —Che sulla cima della montagna— rispose Fox —Sta per capitare qualcosa di orribile—

Ness guardò verso l’alto, senza capire cosa stesse accadendo. —Neanche tu riesci a dormire?— gli chiese qualcuno. Ness si girò e vide Lucas. Ness non rispose, ma chiese:—Lo senti anche tu?— —Ti riferisci a questa energia da brividi?— —Già— confermò Ness —viene dalla cima della montagna——Cosa può essere?— si chiese Lucas. —Possiamo sempre andare a vedere— disse una voce. I due fecero appena in tempo a chiedersi chi parlasse che l’Allenatore di Pokemon in groppa a Charizard si pose davanti a loro. I due cascarono a terra dalla sorpresa, e il loro alleato disse:—Anche i miei Pokemon sentono qualcosa di strano. Io vado a vedere cos’è; venite con me?—.

Sulla cima della montagna Lucario, Pikachu e Jigglipuff c’erano già arrivati. Lucario si fermò proprio in cima, sentendo qualcosa; i suoi due amici si posero ai suoi piedi preoccupati: anche loro adesso sentivano qualcosa di strano. Qualcosa di potente e anormale stava scendendo. I tre Pokemon all’improvviso sentirono una risata diabolica, e alzarono lo sguardo; una enorme mano destra scendeva davanti a loro. Lucario si mise davanti a Jigglipuff e Pikachu, ma anche lui aveva paura; tutti sapevano chi era quella mano: Master Hand, il più potente essere divino del mondo.

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Capitolo 10
*** Lo scontro si fa duro come non mai ***


I Personaggi, con poche eccezioni, non appartengono a me, ma alla Nintendo e ai produttori di Super Smash Bros Brawl e dei molti videogiochi a cui fanno riferimento

Ike ruggì mentre Mario evitava un altro dei suoi colpi con un calcio, per poi essere colpito dal megasalto di Luigi; si riprese appena in tempo per schivare una pallina di fuoco. Luigi e Mario erano in due, ma Ike con la sua possenza e la sua spada era capace di tenere loro testa: ogni volta che s’avvicinavano rischiavano di essere tagliati a metà. Tuttavia, Ike come abbiamo già avuto modo di dire era comunque poco agile, e questo aveva permesso ai due di avvicinarsi e colpirlo; ma la resistenza del campione di Marth era eccezionale. Né potevano chiedere aiuto a Peach, impegnata in combattimento con Marth stesso, senza che fosse chiaro chi dei due potesse vincere: gli attacchi veloci e precisi di Marth non erano in grado di sfiorare la rapida e levitante principessa, la quale dal canto suo aveva armi troppo deboli per sconfiggerlo, né poteva rischiare di avvicinarsi troppo con quella così potente spada. Dal castello, Metaknight notò che nonostante i suoi cannoni la situazione era in una sorta di stallo. Non che gli importasse, ma il suo senso dell’onore gli imponeva di aiutare Marth, il principe che l’aveva gentilmente ospitato nel castello. Così, decise di aiutarlo contro la principessa: prese i comandi del braccio meccanico della Halberd, con l’obbiettivo di catturare Peach, ma prima che potesse far qualsiasi cosa sentì qualcosa di viscido intorno a sé, poi un passaggio attraverso il buio. Si scosse, cercò di prendere la spada, ma si fermò sentendo una voce dire:—Sta buono, non morrai, ma senza i tuoi cannoni per Marth sarà più difficile vincere. Devo solo capire come spegn…— la voce non finì: Metaknight, scuotendosi sempre più forte, ruppe la gabbia in cui era, scoprendo con stupore che questa non era altro che il guscio di un uovo. Alzò lo sguardo e capì:—Così, tu sei Yoshi— il piccolo dinosauro verde annuì, e guardo Metaknight minaccioso. Quest’ultimo disse:—Oh, non penserai di battermi— —Puoi scommetterci— rispose Yoshi.

Link evitò di nuovo gli artigli di Bowser, e gli lanciò la bomba che aveva preparato; nonostante la potenza esplosiva di essa, Bowser nella sua possenza ne rimase a malapena scalfito. Link sorrise: era dai tempi di Ganondorf che non trovava un avversario così duro da battere. Bowser invece era furioso: non poteva permettersi di farsi fermare dal primo Hylian di passaggio. Link si preparò ad un altro attacco, ma Bowser con sua sorpresa si chiuse nel guscio e si lanciò in un attacco rotante contro di lui. Link saltò appena in tempo, ma non poté evitare che Bowser lo colpisse con la testa. Si rialzò e portò la mano sul fianco: le corna avevano aperto una ferita. Bowser ghignò:—Ah, non te l’aspettavi? Un tempo andavo solo di forza, ma questo era insufficiente contro Mario e i suoi salti, così ho imparato a usare la tecnica.— —Taci, tartaruga troppo cresciuta— rispose Link —Ho subito ferite ben peggiori di questa— detto questo lanciò contro il mostro il suo Boomerang. Bowser ridendo lanciò una fiammata, ma il boomerang con sua sorpresa invece di bruciare lo colpì. Si rialzò con fatica, e una freccia gli si inficcò tra le scaglie del carapace, ferendogli la carne. Questo lo lasciò sconvolto: niente e nessuno era mai riuscito a penetrarlo. «Deve essere questa la magia di Hyrule» si disse il Re dei Koopa. Link sorrise e disse:—Allora mostro, ti arrendi?——Per questo graffietto?—rispose Bowser, togliendosi la freccia dal corpo (non senza una smorfia di dolore) e spezzandola con una mano sola —Dovrai impegnarti molto di più, ragazzino—

Popo e Nana facevano una fatica abnorme a mantenere ordine nella fuga dei cittadini dalla Città Antica. Come se non bastasse il disordine, dovevano anche stare attenti alle ambulanze per i feriti. All’improvviso, decine di urla li costrinsero a raggiungere la piazza, dove c’erano ancora degli sfollati: la gente si era spaventata vedendo Mr Game&Watch. Gli Ice Climbers tentarono subito di risolvere la situazione pacificamente:—Ti prego, Mr Game&Watch——Dicci che vuoi aiutare— L’esserino bidimensionale sembrò esitare per un momento. Popo e Nana rincalzarono la dose:—Dopotutto siamo amici——E queste persone hanno accolto te come hanno accolto noi e ROB——Ora che ROB è impazzito, non puoi seguirlo solo perché sei stato messo ai suoi ordini——Se vuoi aiutarlo, devi stare dalla nostra parte——Riusciremo a riportarlo in sé— Mr Game&Watch sembrò riflettere un momento, poi però scosse la testa e rispose:—Non capisco di cosa parlate, non comprendo i concetti che mi proponete, Bip. So solo una cosa: ROB è il mio capo, e io gli devo obbedienza in tutto e per tutto, Bip. Mi dispiace—. Detto questo, Mr Game&Watch si ingrandì a dismisura, e prese la forma di un gigantesco polpo. Mentre gli Ice Climber tremavano, il bidimensionale urlò:—Questa è la mia forma Octopus. Provate a resistere ai suoi tentacoli e alla sua potenza, se potete.—

Snake si sorprese della velocità del’ascensore in cui si trovavano, ma non poteva fare a meno di chiedersi cosa pensava di fare Sonia. Quest’ultima sembrava ignorare completamente le domande di Sonic, e concentrarsi unicamente sulla tastiera dell’ascensore. All’improvviso, premette contemporaneamente due tasti (Snake non notò quali), e l’ascensore iniziò a muoversi in orizzontale. A questo punto Sonia si decise a dare delle spiegazioni:—Questo è un passaggio segreto, ideato nel caso i robot impazzissero. Da qui si può arrivare alla centralina da dove riprendere il controllo dei robot manualmente.— —Come si fa?— chiese Snake —Ve lo dirà Marie, la bambina che avete salvato: noi novopoliti impariamo queste cose da bambini.— —E tu che farai?— chiese Sonic. Sonia chiuse gli occhi senza rispondere. Rimase in quella posizione a lungo, senza dire nulla, finché non giunsero a destinazione. A quel punto, aprì gli occhi e fece loro cenno di scendere. Snake, Sonic e Marie scesero dall’ascensore, e Sonia disse:—Io devo andare a parlare con Noiren: ho il dovere di fermarlo a costo di ucciderlo.—

Kirby evitò degli altri proiettili: era così piccolo che non riuscivano a prendere la mira. In compenso, il suo martello per quanto piccolo si faceva sentire. King Dedede era un bersaglio più semplice, ma c’era sempre qualche Waddle Dee a prendere i colpi al suo posto, mentre nessuno era disposto ad affrontare il suo potente martello, capace di sfondare un edificio con un colpo. Ma i numeri erano contro di loro, e ben presto si trovarono accerchiati: Kirby e King Dedede, nemici da una vita, si trovarono a doversi coprire le spalle a vicenda. Oramai, però, sembrava non esserci più nulla da fare: l’esercito di Xenolia era troppo potente anche per due come loro.

Pit, Capitan Falcon, Samus, Falco e Fox iniziarono a salire sulla montagna. Falco disse a Fox:—Quando tutto sarà finito, mi porterete dal generale?——Non posso fare altro— rispose Fox —Gli ordini sono ordini—Falco sbuffò:—Lo so, lo so, ma è proprio per questo che me ne sono andato: non è possibile dovere avere a che fare sempre con qualcuno che ti dica cosa devi fare, ti dia scartoffie da compilare e ti faccia seguire noiose procedure— Fox sospirò:—Non credere che non ti capisca. Ma queste sono necessarie per amministrare un’organizzazione come la nostra.— Falco brontolò —Ascolta— disse Fox —Quando sono partito il generale era ancora un po’ arrabbiato, ma ormai si sarà calmato, e sono sicuro che lo scontro con Master Hand sarà un’ottima ragione per essere clementi con te——Non è quello il punto—disse Falco—Ultimamente mi sento soffocato, capisci? È come se le regole mi stessero strozzando— Fox sospirò di nuovo, ma non sapeva rispondere. Pit all’improvviso si fermò, alzò la testa e disse:—Abbiamo ospiti, gente.— Gli altri quattro alzarono la testa e videro con stupore atterrare un grosso drago rosso con una fiamma sulla coda e tre ragazzini, due di otto anni e uno di dieci, in groppa.

L’allenatore di Pokemon salutò con un gesto del cappello, Ness e Lucas con un gesto della mano, sebbene l’ultimo con una certa esitazione. L’allenatore chiese:—Anche voi qui per quella cosa che c’è sulla cima della montagna?——“Quella cosa”—spiegò Pit, un po’ stufo di doverlo ripetere—è Master Hand.— Il trio di Infantilia qui si paralizzò, e anche Charizard guardò Pit preoccupato: Master Hand non era un avversario ritenuto affrontabile.—Ma che ci fa qui?— chiese Ness —Non lo so— rispose Pit —La potente Palutena ha accennato al risveglio di qualcuno, ma anche lei sembrava confusa al riguardo— —Allora? Dobbiamo affrontarlo?—chiese Lucas, chiaramente spaventato. —Non abbiamo scelta— Lucas deglutì: era terrorizzato, ma non si sarebbe tirato indietro. L’allenatore sorrise a Charizard e disse:—Pronto ad una nuova sfida?— Charizard sputò fuoco in cielo, come se volesse lanciare lui la sfida a quell'essere divino.

Mentre il gruppo si avviava verso la cima, Falco si avvicinò all’Allenatore, in groppa a Charizard, e gli disse:—Senti, lassù potrebbero esserci tre Pokemon che però non sembrano volersi far catturare, e siccome mi hanno aiutato…——Non preoccuparti Falco— lo interruppe l’Allenatore —Non catturo i Pokemon che hanno scelto l’indipendenza.——Cosa?—chiese Falco, stupito: per quanto ne sapeva, gli allenatori di Pokemon catturavano e facevano combattere queste creature. L’allenatore spiegò:—I Pokemon, come tutti, hanno modi di pensare diversi. Alcuni amano la battaglia, e per questo possono diventare pericolosi: noi allenatori esistiamo per dare loro la possibilità di sfogare la propria aggressività senza che questo porti guai. Altri Pokemon amano rendersi utili, ed è grazie agli allevatori che possono seguire questo desiderio. Altri vogliono solo stare in pace, e per questo ci evitano. Infine ci sono i cosiddetti Pokemon Animaleschi: fondamentalmente animali con poteri in più, ma senza l’intelligenza degli altri Pokemon, e che da animali sono trattati——E dimmi—chiese Falco a Charizard —Non senti mai il bisogno di volare libero?—. Charizard si fermò, e con lui tutto il gruppo (con grande fastidio di Pit, che voleva solo compiere la sua missione per conto di Palutena nel migliore dei modi). Charizard guardò Falco, e iniziò a gesticolare e a mostrare varie espressioni. Non sto qui a descrivervi tutto, ma il messaggio più o meno era:”Io amo la battaglia, ma troppa è la mia forza. Se un allenatore non mi controllasse, io potrei causare tremendi incendi e grandi distruzioni. La mia dipendenza da lui mi permette di lottare senza essere un pericolo, e anzi spesso divenendo utile. Questo è il motivo della mia scelta. E quando sento il peso della pokeball, ripenso a questo motivo, e il peso mi diventa più sopportabile.” Falco ascoltò, ma prima che potesse dire altro Pit urlò:—Ok, ha finito, ci muoviamo?—

Master Hand guardò i tre Pokemon che gli stavano davanti, e riprese a ridere (non so come, visto che non ha la bocca, ma in fondo è un essere divino). —LUCA-LUCARIO!— Probabilmente Lucario voleva dire “Smettila di ridere” oppure “Cosa vuoi?” o qualcosa del genere, ma per la rabbia si dimenticò di usare le sue doti telepatiche. Master Hand continuò a ridere, e poi disse:—Patetici creature che calpestate questa terra, il vostro signore e padrone è tornato— Lucario digrignò i denti: non aveva scelto di stare alla larga dagli umani per essere dominato da qualcos’altro. —Oh, non vorrete combattere—ghignò Master Hand —Voi tre non avete alcuna possibilità contro di me.——E se ci aggiungiamo noi sette?— disse una voce. Master Hand si girò, e vide il gruppo di Pit. Anche Lucario se ne accorse, e pur aggrottando le sopracciglia vedendo l’allenatore, decise che non era il momento di essere sospettosi; è incredibile in effetti come una mano gigante dai poteri sovrumani possa cambiare di punto in bianco le tue priorità.—O be’— ghignò Master Hand —In questo caso— riprese a ridere, ma alla sua risata si aggiunse un altro suono. I nostri dieci eroi alzarono lo sguardo, e tremarono: dal cielo scese un’altra mano, una mano sinistra che si contorceva. Pochi l’avevano vista, ma non c’era dubbio su chi fosse: Crazy Hand, il fratello aggressivo di Master Hand.

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Capitolo 11
*** No, non va affatto bene ***


I Personaggi, con poche eccezioni, non appartengono a me, ma alla Nintendo e ai produttori di Super Smash Bros Brawl e dei molti videogiochi da cui sono tratti
Ike era sempre più furibondo: come era possibile che due idraulici potessero tener testa a lui, generale del Regno del Fuoco? Eppure, per quanto ci provasse non riusciva a combattere i loro salti. «Qui la forza non basta. Mi serve un’idea. Una buona idea». Finora ho parlato della forza di Ike, ma diversamente dallo stereotipo “Tutto muscoli e niente cervello” il possente spadaccino aveva comunque una mente strategica da non sottovalutare; per prima cosa, entrò in difensiva, così prendere tempo mentre cercava un’idea. Mario e Luigi continuarono ad attaccare, nel tentativo di abbattere quel possente avversario: per quanto possa non sembrare, uno in grado di manovrare spadoni a due mani non è più facile da affrontare di Bowser. All'improvviso, Mario riuscì a colpire Ike e a farlo cadere per terra; ma mentre gli stava piombando addosso, Ike si rialzò manovrando il suo spadone come se fosse stato fatto di polistirolo; purtroppo per Mario, però, l'arma era in metallo e in grado di aprirgli uno squarcio nel corpo forse non letale (Mario aveva reagito in tempo, e il colpo era comunque stato fatto in fretta), ma sufficiente a impedirgli di continuare a combattere. Luigi, si gettò subito ad aiutare il fratello, ma un calcio di Ike fu sufficiente a buttarlo gambe all’aria.—Ora finiamola— disse Ike, preparando il suo spadone a un attacco letale

Bowser si tolse dal corpo l’ennesima freccia di Link, che cominciava a pensare che le voci sulla potenza del re dei Koopa fossero addirittura riduttive. «Devo sbrigarmi a sconfiggerlo, o quello mi distrugge con un colpo solo.» Bowser ghignò e disse:—Non male, non mi sorprende che tu sia riuscito a sconfiggere Ganondorf in persona. Ma non hai ancora visto tutto— Detto questo emise un possente ruggito, e davanti a un terrorizzato Link si trasformò in una creatura orribile: gigantesco, orripilante e altre cose, era Giga Bowser.

Non meglio andava agli Ice Climbers, che per quanto provassero a colpire Mr Game&Watch non riuscivano a fargli un graffio. «Sembra invulnerabile»«Ci serve un piano migliore» pensarono. Si diedero un’occhiata e furono concordi: c’era una sola possibilità per fermarlo. Come a Novopoli, si diedero la mano; come a Novopoli, innalzarono con la loro sola volontà un’immane monte di ghiaccio; ma diversamente da quanto accadde a Novopoli, non servì a nulla: la forma Octopus non sembrò subire danni, e cominciò a risalire il monte di ghiaccio. Così, i due eroi dei ghiacci tentarono di nuovo con un attacco frontale, ma con un colpo di tentacolo si ritrovarono separati. —Bip, mi spiace— disse Mr Game&Watch —Ma ora devo distruggervi. Questi sono gli ordini.—

Snake sbirciò dalla porta: dei robot erano intorno al computer centrale, quasi sicuramente messi lì da Noiren in persona. A lato, c’era un uomo legato, terrorizzato e sorvegliato dai robot, probabilmente l’impiegato al computer. L’agente segreto si rivolse a Marie e chiese:—Allora piccola, pensi di riuscire a spegnere i robot?——Non lo penso, lo so— disse la bambina, ancora un po’ sconvolta da tutto quello che stava succedendo, ma assolutamente determinata a concludere il compito affidatale dal Capitano Sonia. Snake annuì, e disse a Sonic:—Ora io entro e cerco di distrarre i Robot; appena loro avranno lo sguardo su di me, tu prendi Marie e corri verso il computer.——Contaci— assicurò Sonic. Detto questo, Snake si buttò nella stanza; poco dopo, mentre i Robot attaccavano Snake Sonic corse a razzo con Marie verso il computer, e la piccola prese in mano la tastiera fiduciosa; ma il sorrise le si spense all'improvviso, e disse:—Oh no, hanno cambiato la password d’emergenza—

—Hai idee, Dedede?——È la prima volta che mi ritrovo senza, Kirby—. L’eroe di Dreamland e l’autonominato re di quella terra erano messi alle strette: i soldati di Xenolia li aveva circondati. Tutto d'un tratto, Kirby vide il generale, e capì subito cosa fare:—Dedede, colpiscimi più forte che puoi!——Cosa?— chiese il papero/pinguino, sorpreso.—Fallo, presto— Dedede era sorpreso della decisione, ma colpì la pallina rosa, tra lo sgomento dell’esercito Xenoliano. Kirby fece un volo notevole (oltre a farsi parecchio male), e poi si trasformò in roccia proprio sopra al generale, mettendolo KO. —Ops, ho sconfitto il capo, ora dovete andarvene.— I soldati di Xenolia si ammutolirono un attimo, poi si misero a ridere a crepapelle, poi il colonnello dette ordini affinché alcuni portassero via il generale e altri tenessero le armi puntate contro Dedede e Kirby, che poté solo commentare:—Ok, non era una buona idea—.

Lucario colpì con la Forza-sfera più potente che poteva il terribile Master Hand, ma questo ancora non si fece niente. Mentre si riprendeva, venne colpito pure dal corppro di Ness, fatto volare via da Crazy Hand. Pit, disperato, decise di tentare il tutto per tutto:—Potente Palutena, invoco il tuo aiuto!— Dopo questa esortazione, centinaia di soldati alati scesero dal cielo a combattere, ma Master Hand e Crazy Hand li spazzarono via in un colpo. A questo punto, Lucario, pur rodendo dentro più che mai, disse telepaticamente all’Allenatore:'Sei tu lo stratega, no? Quindi potrebbe anche venirti un’idea' L’allenatore girò il suo sguardo verso Lucario e disse:—Ci sto provando a pensare, sto facendo del mio meglio— Lucario stava per replicare, ma in quel momento percepì l’aura dell’allenatore, e ne vide la tristezza e disperazione, dovute al rischio che correvano i suoi pokemon. Intanto, Falco e Fox concentrarono i loro laser su un dito di Master Hand, ma nemmeno così sembravano riuscire a far qualcosa. Nemmeno i colpi potentissimi di Samus e Capitan Falcon sembravano essere utili a qualcosa, e Lucas sentire la paura crescere sempre di più. Le risate di Master Hand e Crazy Hand intanto crescevano più che mai.

Sonia aprì le porte dell’ufficio del Generale, e disse:—Sapevo di trovarti qui, Noiren— il tenente volse lo sguardo verso il capitano e ghignò. —Come hai potuto tradirci così— disse Sonia, ma Noiren non ascoltò, e in quel momento la donna si accorse di altre due presenze nella stanza. Noiren ghignando disse:—Wolf, Wario, ricordate la metà del compenso che non vi ho dato? Be’, se uccidete Sonia, la avrete comunque— Sonia digrignò i denti, ma prima che potesse far qualcosa i due mercenari le furono addosso, mentre Noiren scappava.

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Capitolo 12
*** La Fine... E invece no. ***


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Nonostante il taglio al fianco bruciasse come non mai, Mario cercò di reagire contro Ike, lanciando una pallina di fuoco; il possente guerriero si limitò a parare il colpo. Alzò la spada, ma Luigi lo colpì col suo Mega Salto. Ike si rialzò, solo per ritrovarsi l’idraulico verde addosso. Ma da solo e senza un piano preciso Luigi poteva ben poco contro la potenza di Ike, e anche lui dovette crollare per un colpo della sua lama.—Adesso mi avete stancato entrambi—disse Ike digrignando i denti, e si preparò a colpire letalmente i due eroi del Regno dei Funghi. Ma in quel momento, si ritrovò uno scimmiotto in faccia; scimmiotto che cominciò a prenderlo a sberle. Ike cominciò a traballare, poi cominciò a cercare di togliersi di dosso quella scimmia maledetta. Alla fine ci riuscì, ma subito dopo venne colpito da un pugno così potente da scagliarlo dall’altra parte del campo di battaglia, finendo KO. Marth, vedendo il suo campione cadere, tentò il tutto per tutto e colpì Peach con un affondo improvviso; la principessa, colpita al fianco e poco abituata al combattimento, cadde a terra, senza riuscire ad alzarsi, e con Mario e Luigi troppo lontani per agire. Ma proprio mentre Marth stava per colpirla definitivamente, il braccio meccanico della Halberd lo catturò. Si girò verso l’astronave, e vide Yoshi che manovrava il braccio in questione, mentre Metaknight giaceva legato nel suo stesso mantello. Il re eroe si guardò attorno, ma ovunque guardasse non vedeva speranze: Ike era terra, atterrato dall’azione congiunta di Diddy e Donkey Kong; Mario, nonostante la ferita, aveva raggiunto Peach e la stava aiutando a rialzarsi; Luigi, nonostante la ferita, aveva ripreso il controllo delle Truppe del Regno dei Funghi, disperdendo i resti delle truppe del Regno del Fuoco. Marth chinò la testa: aveva in ogni modo di risollevare le sorti del suo regno, ma ormai aveva perso.

Link evitò un altro colpo, poi un altro, poi un altro ancora… ma non serviva a niente. Giga Bowser era troppo potente, e il suo unico difetto (la lentezza) non era sufficiente a sconfiggerlo. Link riflettè:«Mi ricorda la trasformazione di Ganondorf, ma non so se posso sconfiggerlo allo stesso modo». GigaBowser gli si buttò addosso con tutto il suo peso, e Link corse via, evitando di essere pestato. L’Eroe del Tempo saltò sulla coda del mostro, e urlò. Bowser dentro di sé rise: in quella forma era invulnerabile anche sulla coda. Ma da lì, sentì un improvviso freddo, e poi una lunga serie di tagli, accompagnati dalle urla di Link:—COLPO TRIFORZA!— Fu in quel momento che Bowser terrorizzato si ricordò che Link poteva contare sulla Triforza; ma era troppo tardi: sentì la sua energia esaurirsi, e tornò nella sua forma normale, svenendo. Link si ritrovò con il fiatone, ma non gli importava: aveva vinto, e sapeva bene che Bowser, una volta sconfitto, preferiva arrendersi e studiare un nuovo piano.—Be’, Bowser— commentò l’Eroe di Hyrule —Ammetto che era dai tempi di Ganondorf che non incontravo un avversario così duro. La tua fama è ben meritata.—

Popo e Nana cercavano disperatamente di riunirsi per combattere insieme: da soli potevano ben poco. Ma nella forma Octopus Mr Game&Watch era perfettamente in grado di tenerli divisi. Intanto, gli abitanti della Città Antica erano bloccati dal combattimento, e alle loro spalle esplosioni e crolli non lasciavano dubbi: ROB si stava avvicinando. All’improvviso, però, una freccia di luce colpì Mr Game & Watch, facendolo arretrare; subito dopo, soldati con lo stemma di Hyrule cominciarono a colpirlo, allontanandolo dai civili. Gli Ice Climber si girarono, e urlarono felici:—Principessa Zelda—. La signora di Hyrule, nonostante la grave ferita, sorrise e disse:—Le guardie di confine mi hanno avvertita di cosa stava accadendo. Ma ora non c’è tempo: fate evacuare gli ultimi cittadini, mentre i soldati tengono impegnati Rob e Mr Game&Watch.—. Subito, gli Ice Climbers condussero gli ultimi cittadini via dalla città, e Zelda potè ordinare alle sue truppe la ritirata: la Città Antica era caduta, ma la maggioranza dei suoi cittadini per fortuna era salva.

Marie, resasi conto dell’impossibilità di accedere al computer, cadde in preda allo sconforto. Sonic guardò verso Snake, e vide con orrore che era in difficoltà. Quindi, si rivolse alla bambina dicendo:—Ascolta, ci sarà qualcosa da fare— —Non lo so— disse Marie piangendo —Dovrei hackerare il computer, ma non credo di esserne in grado— —Ascolta Marie— disse Sonic —So che sei solo una bambina, ma ora sei anche la nostra sola possibilità. Provaci almeno— Marie, disperata, si guardò intorno, senza sapere bene cosa fare, e tremando nel vedere Snake nei guai. Sonic corse subito contro i Robot, impedendo loro di sopraffare l’agente segreto, ma anche insieme i due eroi difficilmente potevano vincere tutti quei nemici. Girando la testa, vide l’impiegato, legato e imbavagliato, che stava scuotendo le gambe. Snake e Sonic si ritrovarono in quel momento spalle al muro, i robot si avvicinarono per finirli e… si spensero. Marie dal computer si girò e con un misto di felicità, divertimento e sollievo disse:—Noiren aveva messo la sua marca di pantaloni preferita come password.—

King Dedede si guardò intorno ancora una volta, ma a parte i soldati di Xenolia che tenevano sotto tiro lui e Kirby non vedeva nulla. Kirby, dopo il tentivo di mettere fuori gioco il capo, aveva capito come mai negli eserciti esiste una gerarchia. Il colonnello di Xenolia, ora al comando delle truppe mentre il generale si riprendeva, si sfregò le mani e disse:—Ormai è fatta.— All’improvviso, però si fece buio. Tutti alzarono la testa… e fu un grosso errore. Insetti giganteschi sbucarono dal buio, e attaccarono i soldati di Xenolia. Kirby e King Dedede, si ritrovarono confusi: cosa stava succedendo? Il buio, come era arrivato finì, e il colonnello disse:—FinalmentARGH—. L’Argh era dovuto ad un’astronave scassata che si infrangeva contro il suolo, scagliando a distanza vari soldati di Xenolia. Dal fumo uscirono migliaia di Pikmin, guidati da Olimar in persona. Le piccole creature vegetali si buttarono addosso ai soldati di Xenolia, ancora storditi per l’attacco degli insetti giganti e la caduta dell’astronave, e sotto gli occhi stupiti di Kirby e Dedede l’apparentemente invincibile esercito di Xenolia capitolò sotto l’attacco di fiori umanoidi.

Lucas girò la testa a destra e a sinistra, vedendo i suoi amici e alleati a terra o demoralizzati, ed era seriamente terrorizzato. Si girò verso le due tremende mani, che tra risate tremende si avvicinarono a lui. In preda al panico e al terrore, urlò:—PSICOMETEORE!—, e tutta la sua energia psichica si trasformò in una tempesta di meteore. Samus, appesantita dall’armatura, e Charizard, piuttosto lento, vennero colpiti, mentre gli altri, più veloci e agili, evitarono il colpo.—Stai attento ragazzino—urlò Capitan Falcon nei confronti di Lucas, ma all’imporvviso anche Ness urlò:—PSICOMETEORE!—, e anche lui scatenò le sue energie psichiche in una tempesta di meteore, con le stesse vittime di prima. Falcon, furioso, urlò:—Vi sembra il momento di impazzire.— —Zitto idiota— disse Fox, e Falco rincarò la dose:—Non vedi che le due mani ora sono ferite.— Falcon si girò, e vide che effettivamente ora anche Master Hand e Crazy Hand erano gravemente ferite, proprio a causa delle psicometeore.—È ora del colpo finale—affermò Fox, passando a Falco un telecomando che il pilota riconobbe subito. I due membri dello Star Fox urlarono:—LANDMASTER— e i loro carriarmati spaziali apparvero per aiutarli. Le due entità divine li attaccarono, ma un solo colpo dei due potenti mezzi bastò a scacciarle. In un unico potente “Uaargh” le due mani scomparvero nel cielo.

Sonia si teletrasportò in tempo per evitare gli artigli di Wolf. Nonostante fosse la più abile di Novopoli nel manovrare distorsioni spaziotemporali, era fortemente in difficoltà contro quei due così temiili avversari.—Manovra a Tenaglia!—Urlò Wario , facendo il giro. Wolf fece il giro dall’altra parte, ma invece che puntare verso Sonia scartò all’ultimo, sapendo che si sarebbe teletrasportata per far sì che lui e Wario si colpissero a vicenda. Ma con sua sorpresa Sonia si teletrasportò sulla moto di Wario, il quale, preso alla sprovvista, sbandò. Sonia si teletrasportò ancora, mentre Wario cadeva a terra e finiva schiacciato dalla sua stessa motocicletta. Wolf si guardò intorno e urlò:—Dove sei?— La risposta non tardò:—Dietro di te— a queste parole, Wolf venne preso da due braccia umane, e poco dopo si ritrovò teletrasportato in cima alla stanza (altra cinque o sei metri), e l’individuo che lo teneva (ovviamente Sonia) scomparve, facendolo cadere. La caduta bastò a metterlo KO, ma Sonia non era affatto contenta: Noiren le era scappato.

Noiren raggiunse la cima della montagna, da cui potè assistere alla sconfitta di Master Hand e Crazy Hand e commentò:—Non si può contare nemmeno sulle divinità che invochi—. Detto questo, entrò nella grotta, ed esitò un attimo. Dopo aver segretamente modificato ROB aveva il controllo sulla Città Antica, ma quegli inetti di Wolf e Wario non erano stati in grado di fornirgli il controllo né su Hyrule, né sulla Giungla.«Certo, almeno i dati trafugati da quell’incapace di Wolf mi hanno permesso di individuare questa zona, e la morte di Mewtwo ha tolto ai miei nemici l’unica arma che dovessi effettivamente temere, ma gli basteranno?». Sospirò, ma alla fine prese la fiaschetta di sangue di Capitan Falcon e si diresse verso un altare. Vi versò il sangue di Capitan Falcon, e un fumo si alzò da esso. Noiren arretrò, mentre qualcuno avanzava.—Bentornato, collega— disse Noiren —Ora insieme avremo il comando—. Poi però impallidì, e cambiò il discorso:—Cioè, tu comanderai, c-certo, ma varrà qualcosa quello che ho fatto per te, vero?—. Sempre più bianco, balbettò:—A-aspetta… p-possiamo parlarne… f-farò tutto quello che vuoi—. Una mano gli cinse la gola, e Noiren fece appena in tempo a mormorare:—N-no… t-ti prego… Generale… Capitano… Qualcuno… a-aiuto—. Dopo la sua morte, una risata agghiacciante scese dall’assassino. Una risata che tutti sentirono: Olimar, Kirby e King Dedede a Dreamland liberata da Xenolia; Link e Bowser ai confini del Regno dei Funghi; gli Ice Climber e Zelda scappando dalla Città Antica; chi aveva combattuto nel Regno del Fuoco e chi aveva vinto contro Master Hand e Crazy Hand; Snake, Sonic e Sonia a Novopoli; e tutti tremarono sentendola: Ganondorf era tornato.

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Capitolo 13
*** La quiete (più o meno) prima della tempesta ***


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Ganondorf si diresse nella Penisola Nordica. Si trattava di una vasta penisola estesa dai grandi ghiacciai fino all’inizio della Grande Catena Divisoria, la catena montuosa che divideva in due parti (Parte Orientale e Parte Occidentale) il continente su cui si trovava. Nel mezzo della penisola si trovava la Città Antica, nella quale c'era ROB, che grazie a Noiren era ora sotto il controllo del Signore del Male. Ganondorf guardò verso sud-est con un ghigno malefico: a est della Grande Catena Divisoria e a sud della Penisola Nordica si trovava il vasto rego di Hyrule. «Quell’incompetente di Noiren non è stato in grado di mettere sotto il mio comando il tuo regno, Zelda, ma la Città Antica mi permette di tenere sotto controllo tutta la zona a Nord di esso».

Nel Regno di Hyrule la gente era terrorizzata: tutti ricordavano benissimo la crudeltà di Ganondorf, e tutti sapevano di poter contare solo su Link e Zelda per affrontarlo. Tutti si facevano la stessa domanda: loro due sarebbero stati in grado di sconfiggerlo di nuovo? Ancora più a Sud, inoltre, le cose tra il Regno del Fuoco, posto direttamente a Est della Grande Catena Divisoria, e il Regno dei Funghi, posto tra il Regno del Fuoco e il mare, stavano andando parecchio male: Marth si era ritirato nel suo castello, depresso per le sorti del suo regno, mentre Ike poteva solo controllare che non si suicidasse. Gli abitanti del Regno del Fuoco, invece, erano furiosi: ai loro occhi, era Peach la colpevole di tutto, e molti la accusavano di essere complice di Donkey Kong, che continuava a controllare la giungla posta a Sud del Regno del Fuoco e a Sud-Ovest del Regno dei Funghi.

A Sud-Est del Regno dei Funghi si estendeva il Regno dei Koopa, governato da Bowser. Quest’ultimo, nel suo castello, si chiedeva come reagire di fronte agli ultimi eventi: «Cosa devo fare? Allearmi ai miei nemici contro di Ganondorf, oppure allearmi a lui per avere la mia bella Peach? La prima opzione mi disgusta, ma Ganondorf è troppo pericoloso perché possa fidarmi di un’alleanza con lui.» Tra un pensiero e l’altro, decise di temporeggiare e vedere come si sarebbe evoluta la situazione.

Molto meglio andava a Falco, il quale ottenne che le accuse verso di lui venissero sospese, in attesa di scoprire cosa intendeva fare Ganondorf. Fox tirò un sospiro di sollievo, mentre Falco non sapeva se essere felice per avere una seconda possibilità o terrorizzato per Ganondorf. «Fortunatamente, non siamo soli». Infatti, Capitan Falcon e Samus avevano deciso di restare al servizio della Federazione Galattica, visto il pericolo. Una decisione simile l’avevano fatta Olimar e Metaknight, alleatisi a King Dedede e a Kirby nella difesa di DreamLand, una grande pianura posta a Est della Grande Catena Divisoria. Lucario, Pikachu e Jigglipuff, invece, erano scesi dalla suddetta catena per godere della difesa fornita dal sistema di isole fluviali di cui facevano parte Infantilia e Puerilia, stando al fianco di Lucas, Ness e dell’Allenatore di Pokemon, verso il quale Lucario, per quanto ancora diffidente, manteneva un atteggiamento gentile.

Molti più problemi c’erano nella grande metropoli sotterranea di Novopoli, posta in mezzo a Dreamland. Qui Sonia doveva, in quanto Capitano, far fronte a una grave crisi politica e allo stesso tempo mantenere in piedi le difese, visto il pericolo di Ganondorf. Non le sarebbe dispiaciuto se Sonic e Snake fossero rimasti, ma i due avevano preferito ritornare a Xenolia, dove il loro fallimento era stato perdonato, data la situazione; a quanto le risultava, i due erano entrati in un gruppo destinato a organizzare le difese contro Ganondorf. Mentre pensava a questo e leggeva alcuni rapporti sulle zone della città danneggiate dal tentato colpo di stato di Noiren, notò qualcuno di piccolo entrare nella stanza.—Scusa Marie, ma ho molto da fare e non posso badare a te, anche se capisco che non ti piaccia l’orfanotrofio— —Lo so—rispose la bambina—Ma non è quello: il lupo con le mani è tornato—. Sonia si alzò a questa notizia: sapeva bene a chi si riferiva.—Cosa sta facendo? Altri danni?——No— rispose Marie —Ma è ferito, e dice di volersi mettere al tuo servizio, per ora—

Come mai Wolf era ferito? Per saperlo, bisogna ritornare a qualche ora prima, quando lui e Wario si erano ritrovati a fare il punto della situazione. —Con Ganondorf non c’è scelta: o con lui o contro di lui. E decisamente non possiamo allearci a lui— aveva detto Wolf. Ma Wario aveva risposto con:—E perché no?—. A questo punto Wolf lo aveva guardato, e tanto gli bastò per capire: a Wario non interessava nulla; intendeva allearsi a Ganondorf solo perché sembrava al momento il più forte. Arrabbiato, gli aveva detto che non intendeva minimamente mettersi in società con Ganondorf, e aveva fatto per andarsene. Ma mentre camminava via, Wario lo aveva investito con la moto, e se ne era andato. Per questo ora Wolf era ferito, e per questo aveva deciso di mettersi al servizio di Novopoli, mentre Wario si era messo al servizio di Ganondorf.

NDA
Chiedo scusa per questo capitolo breve e con pochi contenuti, ma l'ho ritenuto necessario ai fini della storia. Prendetelo come un capitolo posto tra due parti.

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