Mondi alterni

di ele_free395
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Blackout ***
Capitolo 3: *** Un nuovo enigma ***
Capitolo 4: *** Una famiglia ***
Capitolo 5: *** Presentazioni ***
Capitolo 6: *** Ricordi ***
Capitolo 7: *** Sogno o realtà? ***
Capitolo 8: *** In un altro mondo ***
Capitolo 9: *** Ritrovamenti ***
Capitolo 10: *** I gemelli ***
Capitolo 11: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 12: *** Spiegazioni ***
Capitolo 13: *** Tra due mondi ***
Capitolo 14: *** La resa dei conti ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO
Erano passate ore e quel ragazzo continuava a giacere svenuto in mezzo al prato giallognolo e secco per la calura estiva. Non era ancora passato nessuno di lì, era una radura nascosta e poco frequentata, e faceva caldo.
Tutto era immobile. Il sole si stagliava alto nel cielo e il giovane giaceva sempre lì, inerte, il corpo pieno di ferite e ricoperto di sangue. Nell'istante in cui si alzò un filo di vento una ragazza comparsa dal nulla si fermò accanto. Non si spaventò e né si sorprese. Finalmente l’aveva trovato! Lo stava cercando da così tanto che aveva temuto di non fallire. Lo guardò a lungo, poi gli passò una mano su tutto il corpo e lui improvvisamente aprì gli occhi. I loro sguardi si incontrarono. Le loro menti si toccarono. Infine lei svanì nel nulla e il ragazzo si ritrovò tutto solo in una radura sotto il sole cocente. Si sollevò a sedere e si guardò attorno per capire dove fosse. Fece per alzarsi ma sentì una fitta terribile alla testa. Il mondo si inclinò e tutto divenne nero. Svenne ancora prima di toccare terra.
 

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Capitolo 2
*** Blackout ***


1 BLACKOUT
Un lieve tepore sul viso lo svegliò. Mosse la testa e numerose fitte gli annebbiarono la vista provocandogli la nausea. Non riusciva ad aprire gli occhi, ma si accorse di essere sdraiato in un letto. Non era più in mezzo a un prato, ma disteso tra soffici cuscini e morbide lenzuola che profumavano di pulito. Lavanda, con esattezza. Sentì un sussurro lontano e gli sembrò di udire «finalmente… sei sveglio» o qualcosa del genere. Si trattava di una voce femminile, dolce e lieta. Aprì gli occhi e si trovò a qualche centimetro da sé un volto tondo. Essendo così vicino riuscì a notare immediatamente tutti i dettagli, aveva labbra carnose, occhi grandi e azzurri come il cielo, una spruzzata di lentiggini sul naso e capelli castani ‒ che sembravano piuttosto lunghi ‒ che sotto la luce del sole mandavano riflessi dorati. Era incantevole.
‒ Come ti senti? ‒ gli chiese la ragazza seduta sul letto ‒ Riesci a sederti? ‒ Ma lui si sentiva confuso, gli ronzavano le orecchie e l'unica cosa che riusciva a ricordarsi in quel momento era solo un paio di occhi viola chiaro. Li aveva quasi impressi a fuoco sulla propria retina. Voleva risponderle ma aveva la gola secca e gli uscì un rantolo roco e gracchiante. Tentò quindi di mettersi a sedere ma era davvero molto debole, tutto indolenzito e stanchissimo. Avrebbe voluto stare per sempre in quel letto così soffice a contemplare quella meravigliosa ragazza… Ma non poteva. Quasi contro la sua volontà la sua voce rauca ruppè il silenzio -Cosa ci faccio qui? Come ci sono arrivato?- Le domande iniziarono ad affollargli la mente ‒ Cos'è successo? Chi sei? Di chi erano gli occhi viola? ‒ poi spalancò gli occhi sentendo l’ansia prendere il sopravvento – E perchè non ricordo più niente?
‒ Ehi ehi ehi! Sei stato mezzo morto per secoli, ti consiglio di non scaldarti tanto se non vuoi rimanere in questo letto per altri cento anni! Piano con le domande! Sei tu quello strano qui! ‒ Il giovane sollevò le sopracciglia sorpreso per la reazione della ragazza, non sembrava minimamente la stessa voce di prima e non capiva come una ragazza così bella potesse essere così scontrosa.
‒ Vabbè ‒ riprese lei ‒ Io rispondo a quello che posso ma dopo anche tu dovrai rispondere alle mie domande, intesi?
Lui annuì e lei sospirò. ‒ Mi chiamo Layla. Sei a casa mia, nella stanza di mio fratello. Stamattina stavo portando i cani a fare una passeggiata come sempre, quando Vaniglia ha fiutato qualcosa ed è corsa vicino a te. Eri nascosto dietro a dei cespugli, per questo non ti ho visto subito. Eri sdraiato nella radura all'inizio del bosco e pieno di sangue… Anche se le tue ferite non sembravano così gravi per giustificare tutto quel sangue. Non sapevo cosa fare, non potevo lasciati lì di certo, allora ho chiamato mio fratello… quello grande ‒ alzò gli occhi al cielo e sbuffò parlando a macchinetta ‒ e lui ha detto che era meglio portarti a casa nostra perché non sembravi così grave e all'ospedale ci avrebbero fatto troppe domande a cui non avremmo potuto rispondere. E si è preso una bella responsabilità per te, sai la legge e tutte quelle cose lì… Poi niente ero salita a vedere come stavi e ti sei svegliato. Sembra che stai bene no?
  Il ragazzo iniziò a provare una forte antipatia verso Layla. Sto bene un cavolo!, pensò, mi sembra di essermi schiantato contro la luna!
‒ Ehi! Mi senti? O hai riportato qualche danno all'udito? Ti ho chiesto come ti chiami... Sono stufa di chiamarti ragazzo o il giovane mezzomorto della radura.
Lui la fulminò con lo sguardo, in effetti non ci aveva ancora pensato, lui chi era?, l’ansia gli strinse ancora di più il petto. ‒ Allora ce l'hai un nome o no? ‒ quella ragazza iniziava veramente a innervosirlo.
‒ Io... non mi ricordo ‒ rispose pensieroso fissando fuori dalla finestra ‒ Non mi ricordo... Ah ‒ disse poi alzando lo sguardo su Layla ‒ Grazie per non avemi lasciato lì ‒ e attese una sua battuta sarcastica ma invece si limitò a stringersi le spalle. Si alzò dal letto e aprì la porta per uscire dalla stanza.
‒ Cerca di riposare ‒ disse senza voltarsi chiudendo la porta dietro di sé. Il ragazzo rimase solo nella stanza e si accorse di essere ancora più stanco di quando si era svegliato. Chiuse gli occhi, solo per un attimo, ma si addormentò subito.

 

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Capitolo 3
*** Un nuovo enigma ***


UN NUOVO ENIGMA
Layla era nella propria stanza, che si trovava di fianco a quella del ragazzo-mezzomorto della radura, e stava studiando, o almeno ci provava. Odiava profondamente chimica, inoltre trovare un ragazzo svenuto in mezzo a un prato, pieno di sangue e senza memoria non era roba di tutti i giorni. A un certo punto sentì un urlo. Accorse immediatamente nella camera del suo fratello più piccolo, dove avevano deciso di mettere il ragazzo senza nome. Il giovane si stava agitando tra le coperte, tremava e la sua fronte era imperlata di sudore. Aveva il viso contratto in una smorfia di dolore. Una lacrima gli rigò la guancia. ‒ No! ‒ urlava disperato con gli occhi serrati ‒ No!
Layla era impietrita di fronte alla scena. Anche i suoi fratelli accorsero nella stanza spaventati.
‒ Tornate qui! ‒ gridava il ragazzo ‒ Non lasciatemi solo!
Il suo corpo era scosso da spasmi violenti. Improvvisamente poi iniziò ad emanare una luce argentata. I capelli si gonfiarono per opera di un vento invisibile.
‒ Nema! ‒ urlò e a un certo punto il taglio che aveva sulla fronte sembrò incendiarsi. Lilo, il fratello più piccolo di Layla, con mano tremante aveva preso un fazzoletto imbevuto d'acqua e glielo aveva posato sulla fronte, mentre Liro, il più grande, cercava di svegliarlo scuotendolo per le spalle. Layla invece continuava a rimanere immobile, allora ce l'aveva una famiglia, non era come lei, pensò, e chi era Nema? Il velo di mistero che avvolgeva quel ragazzo si rafforzò ulteriormente quando ripensò ai capelli che si muovevano da soli e a quella luce argentea. Chi era veramente quel tipo? Da dove veniva?

 

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Capitolo 4
*** Una famiglia ***


Era passata qualche ora e i tre fratelli erano ancora lì ad occuparsi del ragazzo, quando questo lentamente socchiuse gli occhi. Si guardò attorno e notò che c'erano dei visi nuovi. Cercò di mettersi a sedere ma la testa iniziò a girargli e per poco non vomitò in faccia al bambino che gli stava di fronte. Si toccò la fronte, era bollente e sudata. Sentì sotto le dita il taglio che gli spaccava la fonte in due. Gli bruciava terribilmente. ‒ Allora era un sogno ‒ sussurrò – O no? … Sono ancora qui però... O forse quello che ho sognato era la realtà? Era qualcosa che è successo veramente?
‒ Cos'hai sognato? ‒ chiese il ragazzo più grande scuro in volto.
‒ C'era la mia famiglia ‒ iniziò subito a raccontare, senza preoccuparsi di sapere chi fossero i nuovi arrivati nella sua stanza ‒ poi la loro immagine si è allontanata... Io continuavo a rincorrerli ma non riuscivo a raggiungerli... Poi non mi ricordo più niente... E prima di svegliarmi ho rivisto i due occhi viola
Invece qualcosa ricordava, qualcosa lo ricordava fin troppo bene. Ma ne aveva paura, quello che si ricordava non poteva essere vero.
‒ Va bene ‒ disse il bambino ‒ Non ti preoccupare... Quando sarai pronto ricorderai tutto, ora devi solo pensare a guarire ‒ poi il suo volto si aprì in un sorriso luminoso ‒ Comunque io sono Lilo, il fratello più piccolo di Layla e ho sette anni.
Lui stava per rispondergli ma intervenne Layla, mettendosi tra lui e Lilo ‒ Allora ce l'hai una famiglia, perché non sei con loro?
Lui abbassò lo sguardo nascondendo gli occhi che si riempivano di lacrime
‒ Perchè loro non ci sono più ‒ disse con la voce spezzata ‒ Loro sono tutti morti.
I tre fratelli gli parvero davvero scioccati alla notizia, come se gli dispiacesse veramente per lui, come se sapessero cosa significava
‒ Tutti? ‒ esclamò Layla, che sembrava la più sconvolta ‒ Ma com'è successo? E quando?I
Il ragazzo alzò la testa per risponderle ma il movimento gli causò una fitta atroce alla fronte e cadde all'indietro sul cuscino. La voce di Layla divenne sempre più lontana, gli si offuscò la vista e svenne.
 
‒ Poverino ‒ commentò Liro ‒ Dev'essere molto difficile per lui, ha appena perso la sua famiglia...  
‒ Che ne sai tu? ‒ sbottò Layla ‒ Magari non è vero niente quello che dice! Quando l'abbiamo portato qui era pieno di sangue ma non aveva ferite gravi! Magari è un assassino! E poi ‒ continuò aumentando sempre di più il volume della voce ‒ ha gridato un nome, Nema, a cui non ha più accennato, ci sta nascondendo qualcosa! Anzi magari fa solo finta di non ricordare! Dobbiamo mandarlo via!
‒ Basta! ‒ esclamò Liro cercando di superare le grida della sorella ‒ Basta Layla! È il dolore che ti fa parlare così! È proprio perché noi sappiamo cosa significa perdere i propri genitori che dobbiamo stargli vicino e fidarci di lui. Vaniglia ci ha portati da lui, conosci Vaniglia, se fosse stato un impostore non si sarebbe mai avvicinata a lui. Magari non ci ha detto tutta la verità… Ma non sta mentendo!- Layla lo fissò con odio poi se ne andò sbattendo la porta. Liro sbuffò scuotendo la testa e Lilo si accucciò sul letto.
‒ Ho sentito tutto.
I due si voltarono verso il ragazzo che aveva riaperto gli occhi.
 

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Capitolo 5
*** Presentazioni ***


‒ Non dovete tenermi per forza qui, me ne andrò il prima possibile ‒ disse cercando di mettersi a sedere ‒ datemi qualche ora per riprendermi un attimo, poi sarà come se non fossi mai esistito per voi. Lei ha ragione, non avete nessun motivo per fidarvi di me.
Poi sotto lo sguardo incredulo dei fratelli si alzò barcollante e si mise i vestiti che erano appoggiati ai piedi del letto. Dovevano essere di Liro, erano un po' larghi ma gli andavano bene. Alzò lo sguardo e vide la propria immagine allo specchio. Perse per un attimo l’equilibrio sconvolto. Non era un sogno! Era tutto vero! Si toccò la cicatrice che gli spaccava in due la fronte, e stavolta era lucido e cosciente. Era rossastra, partiva dal sopracciglio sinistro e finiva sopra quello destro vicino all'attaccatura dei capelli. Cercò di nasconderla coprendola con la frangia. Ancora scosso, con le dita tremanti si allacciò le scarpe, quelle erano le sue. In qualche modo sapeva che erano sue
‒ Quella cicatrice è importante vero? ‒ chiese Liro avvicinandosi a lui ‒ Ti ha aiutato ha ricordare qualcosa non è così?
‒ Perché non ce lo dici? ‒ disse Lilo con due occhioni marroni grandi e innocenti.
‒ È troppo complicato per voi, potreste finire nei guai per colpa mia e non voglio che accada. È troppo pericoloso ed è meglio che non sappiate nulla.
‒ Ma se non ci dici niente e poi arriva il pericolo di cui parli non sapremmo da chi o cosa difenderci ‒ osservò il bambino.
Lui lo guardò, era così piccolo, ma sembrava il più saggio, doveva essere cresciuto troppo in fretta. Sorrise ‒ I tuoi fratelli hanno gli occhi come l’azzurro del cielo d’estate come mia nonna, ma tu hai tutta la sua saggezza piccolo. Improvvisamente Layla entrò nella stanza portando un vassoio con quattro tazze di the fumanti e un piattino di biscotti al cioccolato. Lo posò sul letto e sospirò.
‒ Mi dispiace per prima ‒ disse fissandosi le mani ‒ Da quando sono morti i nostri genitori non riesco a fidarmi di nessuno. Non è colpa tua ‒
Spalancò gli occhi sorpreso, dopotutto anche Layla aveva un cuore allora. Tutta quella freddezza era una maschera per proteggersi dal dolore.
‒ Nostra madre è morta quando avevo 3 anni ‒ cominciò Lilo ‒ Non me la ricordo, ma abbiamo qualche foto e Liro me l'ha descritta un sacco di volte! Era alta e magra, aveva I capelli lunghi e lisci color del grano e gli occhi azzurro cielo estivo... Come dici tu! ‒ lui abbozzò un sorriso e il bambino continuò  ‒ Era gentile, dolce, seria e divertente. Layla e Liro hanno preso il colore dei suoi occhi che a te piacciono tanto, io e Liro i capelli biondi, ma lui ce li ha ricci come il papà. Lui si che era un disastro, ne combinava una dietro l'altra. Aveva I capelli scuri come Layla e ricci. Aveva gli occhi marroni come me, ma io non sono così sbadato come lui, vero?
I due fratelli ridacchiarono e lui si unì alla risata. Ridere era bello, gli faceva bene. ‒ Perchè non ci racconti qualcosa dei tuoi? ‒ gli chiese Layla.
Si sentì serrare lo stomaco e allora cercò di cambiare argomento ‒ Poco fa mi sono ricordato il mio nome, così potete smetterla di chiamarmi «ragazzo mezzomorto della radura» ‒ e si volse verso Layla con un sorrisetto malizioso e lei lo fulminò
‒ Mi chiamo Sheg e ho 17 anni.
La ragazza spalancò gli occhi ‒ Ma sei alto quasi quanto Liro che ha 21 anni! Io ne ho compiuti 18 qualche giorno fa... Pensavo fossi più grande
‒ Sei vecchia!- le disse facendole la linguaccia. Layla gli tirò dietro un cuscino.
‒ Non credere di averci fregati! ‒ esclamò poi ‒ Dicci cos'è successo, chi sono I tuoi genitori e chi è Nema!
Sheg si rabbuiò, non poteva nasconderlo ancora per molto, così iniziò a raccontare cosasi era ricordato.
‒ Nema è la mia gemella- parlare di lei era estremamente doloroso, ma decise di affrontarlo così come avevano fatto Liro, Layla e Lilo ‒ Ci assomigliamo un po', ma non si direbbe che siamo gemelli, nemmeno i nostri caratteri sono molto simili. Più che altro è come se noi ci completassimo a vicenda. Come il giorno e la notte…
‒ Fammi indovinare ‒ lo interruppe Layla ‒ Lei è quella bella, dolce e solare e tu quello depresso e tenebroso?
Lui abbozzò un sorriso, ma era un sorriso triste e forzato. I tre fratelli se ne accorsero e ritornarono seri.
‒ Lei è alta come te più o meno ‒ continuò guardando Layla – È magra e i suoi occhi... ‒ gli si incrinò la voce ‒ I suoi occhi luminosi e verde chiaro si contrappongono ai miei scuri e blu oceano. I suoi capelli color fiamma lunghi e mossi sono così diversi dai miei neri e sempre arruffati ‒ una lacrima cristallina cadde sulla sua mano stretta in un pugno sul letto ‒ Eppure siamo gemelli ‒ strinse i denti faticando a riprendere il controllo sulle proprie emozioni.
‒ E ora l'ho persa! ‒ disse in un soffio ‒ L'ho lasciata portare via dal nemico senza muovere un dito! Ho avuto paura... Sono rimasto paralizzato... Sono stato egoista.. E ora ho più paura di prima, l'avrà sicuramente già uccisa!
‒ Basta Sheg ‒ intervenne Liro ‒ Non serve a niente sentirsi in colpa, questo non la riporterà da te, devi lottare per lei, per farla ritornare da te!
‒ Non sai niente tu! ‒ replicò alzando il volto con gli occhi che gli bruciavano ‒ Non sai niente del mondo da cui provengo io! Non sai cos'è diventato dopo quella notte! … Non sapete niente!
Si alzò dal letto per andarsene, ma Liro lo prese per un braccio ‒ Non serve a niente scappare dai problemi, noi siamo qui per aiutarti, ma se non ci dici niente non possiamo fare nulla! Dicci la verità una volta per tutte! Permettici di darti un mano, non sei più solo!
‒ Non sapete in che casino vi state mettendo ‒ mormorò bloccandosi davanti alla finestra.
‒ È una nostra scelta ‒ esclamò Layla ‒ Ora parla! Ogni minuto che passa è un minuto sprecato per salvare tua sorella!
Sheg barcollò, Layla aveva ragione, stava perdendo tempo, forse c'era ancora una speranza, non poteva darsi per vinto come aveva fatto in precedenza. Basta piangersi addosso!
‒ Va bene ‒ disse infine ritornando seduto sul letto ‒ Comincerò da quella notte di 13 anni fa ‒ e i tre fratelli si fecero più attenti.

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Capitolo 6
*** Ricordi ***


‒ Era il 29 marzo, stavamo festeggiando Ghens, nostro fratello minore, che compiva un mese di vita. All'improvviso un fulmine squarciò il cielo e il tetto della casa crollò. Io ero in braccio alla mamma e Nema al papà, avevamo quattro anni. Papà prese anche Ghens e corse fuori dalla casa insieme alla mamma con noi. Lì ci attendeva l'essere più malvagio e temuto dal nostro mondo, nessuno sa quale sia il suo vero nome, lo chiamiamo Dark. Indossa sempre una maschera d'acciaio che gli copre tutta la faccia. Poi con un incantesimo ci ha rinchiuso in cinque palle di una sostanza indistruttibile come la sua maschera ma trasparente ma qualcosa è andato storto e le gabbie in cui eravamo rinchiusi Nema e io si sono subito rotte. Allora Dark ci ha lanciato contro un fulmine. Io mi sono gettato su Nema per proteggerla e sono stato colpito in pieno.
Sheg si toccò distrattamente il taglio che aveva sulla fronte.
‒ Ho visto poi un'enorme schiera di animali di tutte le specie guidata da degli Husky e tutti insieme hanno aggredito Dark che è scappato con Ghens e i nostri genitori. Sono corso da Nema che era a terra priva di sensi ma dopo qualche passo sono svenuto anch'io. Mi sono svegliato in una grotta contemporaneamente a Nema. Qualcuno ci aveva curati. Accanto a noi c'erano quelli che poi sarebbero diventati la nostra futura famiglia. Gli Husky che ci avevano salvato.
‒ Maddai! Vuoi dire che ti hanno cresciuto dei cani? ‒ esclamò Layla scettica ‒  E come comunicavi con loro? E poi scusa ma non penserai che ti abbiamo creduto? Non esiste la magia!
   Sheg corrugò la fronte ‒ Cosa sarebbe la magia scusa? E poi che domande! Comunicavo con loro come sto facendo con voi!
‒ Allora! Un problema alla volta Sheg… ‒  replicò Layla  ‒ Sicuro di ricordare bene? Gli animali non parlano! Loro emettono versi! ‒  Sheg scoppiò a ridere ‒ Ma cosa dici? Ci ho parlato per 13 anni e non ho mai avuto problemi! ‒  ‒  Layla porta subito qui Vaniglia ‒  intervenne Liro con occhi curiosi e divertiti. Layla sbuffò ma dopo qualche secondo ritornò con un cucciolo di Labrador, Vaniglia, che all'improvviso salì sul letto e si accucciò davanti a Sheg. Lui le sorrise e la accarezzò. Il cane abbaiò e scodinzolò felice.
 
  ‒ Visto che non parla?! ‒  disse Layla soddisfatta ‒ Emetette v-e-r-s-i ‒ sillabò. Ma Sheg non le prestò ascoltò e iniziò a parlare in una lingua che sembrava un misto tra cinese e tedesco. Guardò Liro sconvolta  ‒ Ma ci sta prendendo in giro? ‒  commentò sarcastica  ‒ Basta Sheg! È uno scherzo che non fa ridere, se già crediamo poco alla storia di Dark e delle palle volanti figurati se crediamo a questa!
 Ma il ragazzo si voltò verso di lei con un sorriso soddisfatto  ‒ Visto?! Hai sentito pure tu! Gli animali parlano! ‒ Layla rimase zitta, troppo scioccata per rispondergli, così intervenne Liro ‒ Sheg noi ti abbiamo sentito parlare in una lingua inesistente mentre Vaniglia abbaiava e basta. Non ti abbiamo sentito parlare ‒
 
‒ Bhe non è la lingua che parliamo adesso, è un'altra lingua è ovvio, è la lingua degli animali, anche l’uomo una volta parlava questa lingua poi si è evoluto ‒  disse come se fosse la cosa più scontata del mondo. Poi di fronte alle facce sconvolte e scettiche dei tre aggiunse dubbioso – Perché voi non la conoscete?
 I tre scossero la testa  ‒ Ma chi te lo ha insegnato? ‒ gli chiese Liro stringendo gli occhi, Sheg li squadrò ed esclamò ‒ Ma noi abbiamo sempre saputo parlare con gli animali!

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Capitolo 7
*** Sogno o realtà? ***


 ‒ O mamma ma questo è veramente fuori! ‒ esclamò Layla voltandosi verso i suoi fratelli. Liro disse qualcosa ma Sheg non riuscì a sentirlo, sentì invece delle altre voci, che provenivano dalla sua testa. All'improvviso il taglio si infiammò e Sheg chiuse gli occhi per placare il dolore come aveva fatto altre volte, ma vide dei volti. Li riaprì di colpo senza fiato. Gli altri continuavano a discutere e non sembravano essersi accorti di nulla. La curiosità ebbe la meglio sulla paura e richiuse gli occhi. Non gli era mai successo di vedere oltre che di sentire.
 
Vide un ragazzino, forse aveva dieci, dodici anni, era giovane ma aveva un viso quasi vecchio, contratto dal dolore e dalla sofferenza. Ma non lo vedeva bene, la sua figura non era chiara e nitida. Era rinchiuso in una bolla. Sheg la riconobbe immediatamente, era lo stesso tipo di bolle in cui erano stati rinchiusi anni prima! Ad un tratto quel bambino alzò lo sguardo. Sheg si sentì osservato. Come se il bambino sapeva che qualcuno lo stava guardando.
‒ Ehi tesoro ‒ disse una voce femminile ‒ Senti ancora quella presenza?‒ ‒Si ma è strana stavolta ‒ rispose il bambino.
Povero, pensò Sheg era così piccolo, chissà da quanti anni era rinchiuso lì dentro, e magari quella voce apparteneva alla madre, magari era stato rinchiuso con la sua famiglia.
‒ Silenzio!‒ gridò una voce gelida come l'inverno. Sheg sussultò, davanti a lui era comparso Dark. Sperò che non lo vedesse, dovette resistere alla tentazione di scappare o di aprire gli occhi.
Dark non era minimamente cambiato, sembrava che da quella notte non fosse trascorso nemmeno un giorno, era perfettamente identico in tutto il suo terrore ‒ Ditemi dove si trovano! ‒ sbraitò
‒ Non lo sappiamo! ‒ esclamò una voce roca, che forse apparteneva all’uomo racchiuso in un’altra bolla ‒ È da anni che te lo ripetiamo! Smettila di tormentarci! Trovateli da solo!
‒ No! ‒ gridò la donna, che si voltò verso l’uomo ‒ Tesoro non puoi dire così! Non puoi pensarlo!
‒ Basta! ‒ li interruppe Dark e fece partire una scarica elettrica violetta dalle sue mani. Colpì tutti e tre I prigionieri, Sheg vedeva solo Dark ma sentì le grida strazianti dei tre prigionieri. Poi il nemico sparì e Sheg si trovò a fissare il bambino contorcersi nella sua gabbia trasparente.
Lentamente la visione si offuscò e Sheg tornò alla realtà. Spalancò gli occhi di colpo, la sensazione fu quella di risalire in superficie dopo essere stato per troppo tempo sott'acqua. Gli cedettero le gambe e cadde in ginocchio.
I tre fratelli si precipitarono da lui agitati e Sheg sentì i loro sguardi preoccupati addosso. ‒ Cos'è successo? ‒ gli chiese Layla con un tono che lasciava trasparire preoccupazione.
‒ Aspetta- disse invece Liro ‒ Lascialo respirare... Ce la fai ad alzarti?
Sheg si accorse di essere senza energie, gli faceva malissimo la testa e faticava a respirare. Liro lo aiutò a sedersi sul letto poi Sheg iniziò a raccontare quello che aveva visto.

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Capitolo 8
*** In un altro mondo ***


‒ Stavolta era diverso ‒ sussurrò il bambino ‒ Stavolta era una presenza più concreta, non solo ci sentiva, ma era come se… ci vedesse…
 ‒ Forse i suoi poteri stanno aumentando ‒ commentò la donna.
‒ Spero non l’abbia localizzato però… ‒ mormorò l’uomo con la testa tra le ginocchia.
All’improvviso il bambino si ritrovò fuori dalla bolla.
‒ Portami da lui! ‒ gli intimò Dark
‒ Mai!- replicò tremante
‒ Fallo o uccido i tuoi genitori e ti assicuro che sarà una morte lenta e dolorosa! A quelle parole lui sbiancò e spalancò gli occhi verdi ‒Va bene…
‒ No! ‒ gridò la donna ‒ Non farlo! Tesoro non preoccuparti per noi! Non portarlo da loro!
‒ Non posso perdervi! ‒ disse il bambino mentre gli si riempivano gli occhi di lacrime ‒ Siete tutto ciò che ho. Loro ce la faranno. Ne sono sicuro…
Poi Dark e il piccolo scomparvero.
‒ No! ‒ urlò la donna ricadendo in ginocchio senza forze e cominciando a piangere ‒ No, no... Ti prego…
‒ Ce la faranno ‒disse l'uomo in tono sicuro ‒ Ne sono convinto, sono stati scelti. Ce l'hanno fatta una volta e ce la faranno di nuovo.

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Capitolo 9
*** Ritrovamenti ***


Sheg sentì il taglio infiammarsi e vide Dark sorvolare i tetti della zona. ‒ Sta arrivando ‒ annunciò ai tre fratelli.
‒ Sta arrivando chi? ‒ chiese Layla con un tono spaventato.
‒ Il nemico ‒ rispose Lilo al suo posto.
‒ È vero? ‒ chiese Liro guardandolo con gli occhi spalancati. Sheg annuì gravemente e richiuse gli occhi. Li riaprì di colpo ed esclamò ‒ Nascondevi! È già qui!
 
I tre fratelli obbedirono e si accucciarono tra l'armadio e la porta. Un secondo dopo udirono i vetri della finestra infrangersi. Osservarono la scena attraverso lo spiraglio tra l'armadio e la porta: videro Dark e il bambino rinchiuso in una sfera trasparente che rimaneva sospesa da terra di pochi centimetri, forse era quella che gli aveva descritto Sheg poco prima.
Sheg era in mezzo alla stanza, tra lui e il nemico c'era solo il letto. ‒ E bravo il mio piccolo eroe coraggioso ‒ disse Dark con una voce glaciale ‒ L'hai trovato ‒ poi con un gesto della mano fece finire la palla con dentro il bambino in fondo alla stanza, vicino all'angolo in cui erano nascosti loro.
‒ Dov'è Nema? ‒ gridò Sheg furioso.
‒ Taci! Ora devi combattere contro di me! ‒ e detto questo Dark si scagliò contro il ragazzo.
 
Sheg colto alla sprovvista venne colpito da un fulmine blu e andò a sbattere contro al muro. Si rimise subito in piedi un po' stordito e si gettò contro Dark. Lo colpì con una raffica di calci e pugni.
 ‒ Mi fai il solletico ‒ commentò il nemico ridendo ‒ E sarebbe questa tutta la tua leggendaria potenza? ‒ poi gli lanciò una scarica violacea che lo fece gridare dal dolore. Cadde a terra tra gli spasmi. All'improvviso dalla finestra già rotta entrò una ragazza che emanava una luce rossa e dorata. Sheg socchiuse gli occhi dolorante poi li spalancò sorpreso e incredulo ‒ Nema! ‒ mormorò con un tuffo al cuore. La gemella gli sorrise egli fece l'occhiolino ‒ Alzati! È ora di combattere seriamente... dobbiamo farlo per la nostra famiglia! Sei pronto?
Sheg all'improvviso si ricordò di come veramente si combatteva, lui e Nema è vero! Avevano un potere immenso! Scambiò uno sguardo d'intesa con la gemella. Si alzò mentre sua sorella gli andava vicino. Come tutte le volte si presero per mano e la trasformazione iniziò.

 

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Capitolo 10
*** I gemelli ***


La trasformazione era iniziata: attorno a Nema c'era una luce dorata e attorno a Sheg una luce argentea. Là dove le loro mani erano intrecciate l'una nell'altra nasceva un arcobaleno. Layla osservava la scena con gli occhi sgranati per lo stupore. Quello che stava succedendo era irreale. Non poteva essere vero. La magia non esite…
 I capelli dei gemelli erano diventati di mille colori, gli occhi di Nema pepite d'oro e quelli di Sheg argento puro. Dark si gettò di loro ‒ Non mi fate paura!
I gemelli lanciarono due lampi, uno d'oro e uno d'argento che si intrecciarono in una spirale, e colpirono il nemico che finì a terra. Tuttavia Dark si rialzò subito e con un ghigno cattivo esclamò ‒ Bravi mocciosi ‒ poi alzò le mani. I due ragazzi vennero colpiti subito da una scarica viola e nera. Caddero a terra urlando.
 
Sheg sentì un dolore che non aveva mai provato in tutta la vita, era come se tutte le sue ossa si stessero frantumando. Non riusciva a muoversi, il dolore era troppo acuto. Invece vide Nema alzarsi subito e scagliarsi sul nemico. Ma Dark con una semplice scarica blu la gettò vicino all'armadio dov'erano nascosti i tre fratelli, che ormai si trovarono allo scoperto.
‒ E questi chi sono? ‒ gridò Dark sorpreso.
‒ No!- esclamò Sheg cercando di rialzarsi in piedi ‒ A loro non farai del male! Non te lo permetterò!
Dark scoppiò a ridere ‒ E come credi di farlo? ‒ e gli lanciò un'altra scarica viola e nera. Sheg gridò di nuovo, cercò di resistere e stare in piedi, ma proprio quando stava per cedere tutto finì. Socchiuse gli occhi e vide che i tre fratelli si erano frapposti tra lui e Dark.
‒ No! ‒ gridò ‒ Ma siete impazziti? Andate via! Scappate!
‒ No! ‒ replicò Liro senza voltarsi ‒ Non ti abbandoneremo mai!
Dark alzò le braccia pronto a colpire, Sheg distolse lo sguardo. Era sicuro che li avrebbe uccisi invece li rinchiuse insieme nella sfera trasparente. Allora si gettò su Dark ed entrambi rotolarono. Mentre con un braccio e le gambe immobilizzava il nemico nell'altro concentrò quasi tutta la sua energia, sapeva che era rischioso, ma era l'unico modo, poi con un gridò colpì Dark.
 
Ci fu una grande esplosione di luce, anche Layla, all’interno della bolla, chiuse gli occhi accecata e quando li socchiuse vide Dark con un buco nel petto contro la parete dove c'era la finestra e Sheg in piedi, con le mani sulle ginocchia, ansimante, di fronte a lui. All’improvviso però Sheg cadde a terra. Nema, che nel frattempo si era ripresa, barcollò accanto a lui.
 
Sheg socchiuse gli occhi, vedeva sfocato, poi sentì un sibilo e si gettò d'istinto sulla gemella. Sentì un dolore lancinante al petto e mentre perdeva conoscenza vide Dark che si trascinava fuori dalla finestra e portava via il bambino rinchiuso nella palla poi tutto divenne nero.

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Capitolo 11
*** Di nuovo insieme ***


Sheg sentiva delle gocce calde cadergli sul viso, sentiva un pianto lontano, e dei singhiozzi. E dolore, tanto dolore. Ovunque. Cercò di aprire gli occhi ma le palpebre erano pesantissime. ‒ N-ne..Nema ‒ mormorò con estrema fatica. Ci fu un attimo di silenzio poi udì delle voci concitate. Lo stavano chiamando per nome, ma non capì altro. Gli faceva così male la testa che non riusciva a comprendere il senso delle parole, le sillabe gli sembravano accostate a caso. Voleva svegliarsi, sapere dov’era Dark, ma si sentiva prosciugato di ogni forza. Aveva bisogno ancora di qualche minuto, solo cinque minuti…
Aprì gli occhi all’improvviso, doveva essersi riaddormentato. Vide il viso della gemella a un soffio dal suo, era pallida, aveva delle ombre scure sotto gli occhi che erano rossi per il pianto. ‒ C-cos'è suc-successo?
Nema si gettò su di lui e lo strinse forte facendogli male, ma anche lui era davvero felice di poterla riabbracciare. Sopra le spalle della sorella vide Liro, Layla e Lilo ai piedi del letto rinchiusi ciascuno in una bolla trasparente. Almeno erano sani e salvi e soprattutto lontani dal nemico. Layla abbozzò un sorriso quando i loro occhi si incrociarono, Sheg ricambiò felice che anche lei stesse bene.
‒ Sheg ‒ disse Nema sciogliendosi dall’abbraccio e guardandolo con sguardo severo ‒ Sei stato un pazzo incosciente a fare quella cosa! Lo sai bene quali sono le regole e i contrappesi... E poi ti sei gettato su di me, come 13 anni fa... Hai preso la palla nera al mio posto... Sei stato veramente un pazzo Sheg... Ma grazie, mi hai salvato… di nuovo. Layla mi ha detto che Dark quando è scappato aveva un buco nel petto da cui gli colava qualcosa di nero, il bambino nella bolla piangeva e gridava qualcosa ma non è riuscita a capirlo.
 Sheg annuì, sentendosi di nuovo scivolare via dalla realtà. Il dolore al petto stava aumentando sempre di più. Non respirava bene, aveva freddo ma si sentiva sudato.
‒ Sheg! ‒ uno schiaffo leggero gli colpì il viso, si accorse di essere svenuto per qualche secondo
‒ Sheg! ‒ lo chiamò di nuovo Nema ‒ Ascolta io non ho più energia per fermarti l'emorragia, dobbiamo liberare i tuoi amici, posso usare un po' della loro energia per curarti ‒ e lui annuì debolmente, mentre il mondo oscillava davanti ai suoi occhi.
‒ Come facciamo a liberarli? ‒ gli chiese la gemella ‒ Ci ho già provato ma non so come fare! ‒ esclamò frustrata.
‒ D-dob-biamo tt-toc-care ll-la sf-sfera in-sieme ‒ mormorò a fatica Sheg.
Nema allora spinse la sfera con Lilo accanto al letto, in modo che Sheg potesse toccarla. Gli prese la mano ed entrambi toccarono la bolla che immediatamente diventò nera. Liro e Layla gridarono spaventati, anche Nema si preoccupò.
‒ R-rompila ‒ disse con filo di voce ‒ D-dal-le u-un c-cal-c-cio ‒
La ragazza obbedì. La palla si frantumò e uno dopo l’altro tutti furono subito liberi. Esultarono felici. Un piccolo brevissimo attimo di felicità. Nema poi usò subito un po' di energia dei fratelli a turno, per non stancarli troppo. Liro poi scese a preparare qualcosa per pranzo portandosi dietro Lilo che era ancora un po' spaventato. Dopotutto aveva solo sette anni.
Nema ora stava usando l'energia di Layla e lui finalmente iniziava a sentirsi un po' meglio. Nel frattempo si accorse che Nema aveva aggiustato con la magia anche il vetro rotto, visto che stava iniziando a piovere. Poi si rannicchiò su una poltrona e si addormentò sfinita.
 
Layla si era messa sul tappeto a sfogliare distrattamente una rivista, mentre i due gemelli si riposavano. Ogni tanto lanciava delle occhiate alla finestra come se si aspettasse di veder comparire di nuovo Dark in mezzo a quelle nubi nere cariche di pioggia. Poi all’improvviso scoppiò il temporale, con lampi, tuoni e un vento fortissimo. A Layla piacevano i temporali ma quel giorno le mettevano un po' paura.

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Capitolo 12
*** Spiegazioni ***


Erano tutti giù in cucina che stavano mangiando, tranne Sheg. Liro, l’aveva chiamata e lei aveva svegliato Nema, poi entrambe erano scese per la cena. Suo fratello aveva preparato una pasta con delle verdure. Intanto fuori esplodeva il temporale, c’era un vento fortissimo e tutti ogni tanto lanciavano occhiate preoccupate alle finestre che cigolavano. Lilo ruppe il silenzio ‒ Ma cos'è successo quella notte? ‒ chiese rivolto a Nema con l’aria innocente e curiosa di qualunque bambino di sette anni.
Nema sospirò –Sheg non vi ha detto niente?
Layla e Liro si guardarono tra loro. ‒ Tuo fratello ha praticamente perso la memoria, ma credo che l’abbia ritrovata quando siete arrivati tu e Dark ‒ le spiegò.
La ragazza annuì poi cominciò a raccontare con lo sguardo fisso a mezz’aria ‒Quella è stata la notte in cui è finito il mondo, il mio mondo. Tutto è passato sotto il controllo di Dark. Tutti i prati fioriti sono diventati deserti, i boschi paludi, gli animali sono scappati, sono morti o sono passati sotto il suo controllo. È iniziata l’era del suo dominio, il Dominio della Morte. Gli abitanti del mio mondo si sono rifugiati in posti inesplorati o si sono messi al suo servizio. Non esiterà a prendere il controllo anche sul vostro mondo.
Layla la interruppe ‒ In che senso mio e tuo mondo? E poi quello che è successo poco fa, cos’era esattamente? Nel vostro mondo esiste la magia? Perché Sheg non sapeva nemmeno che esisteva la magia eppure sembra che l’abbia usata…
‒ Da quello che ho capito con la mia esperienza ci sono due mondi, uno senza magia, il vostro, e uno con la magia, il mio e quello di Sheg. Però noi non la chiamiamo magia, perché non c’è nulla di insolito o strano nell’usarla. Ma invece è normalità e anzi è strano che qualcuno non la sappia usare… È come correre, saltare, volare…
‒ No veramente noi non sappiamo nemmeno volare ‒ commentò Liro
Nema lo guardò stupita ‒ Sono proprio mondi diversi allora
‒ Sì, infatti non parliamo nemmeno con gli animali noi ‒ disse Layla
‒ Ah… Mi sa che ci dovrete spiegare molte cose allora, se mai ne avremmo l’occasione… Comunque sappiate che noi faremo di tutto per portare via Dark dal vostro mondo, io sapevo dell’esistenza del vostro mondo, anche se sui libri se ne parlava più che altro come una leggenda, però non sapevo di tutte queste differenze… Inoltre sapevo che questi due mondi erano divisi, non so come Sheg sia potuto entrare nel vostro mondo…
‒ Ma invece perché tu non eri con tuo fratello? ‒ le chiese ‒ Perchè dice che la vostra famiglia è morta? Perché siete finiti nel nostro mondo?
Nema sospirò ‒ Noi siamo cresciuti con gli Husky felicemente, quando nonna Keto, l'husky capobranco ci ha detto che noi eravamo importanti per riportare l'equilibrio e ha iniziato ad allenarci affinché fossimo pronti ad affrontare il nemico, ma poi qualche giorno fa Dark ci ha trovati, ha ucciso tutti gli Husky e ha iniziato a combattere con noi. Ma non siamo ancora pronti… Non è da molto che ci alleniamo e non conosciamo ancora i nostri poteri... Dark stava per avere la meglio.. Ero nelle sue mani, imprigionata con delle corde invisibili, Sheg era ferito gravemente... Avevamo perso e Sheg è sparito nel nulla, evidentemente si è teletrasportato nel vostro mondo e non so come abbia fatto. Ma è stato egoista, un codardo! Non ha mosso un dito per liberarmi, se n'è andato lasciandomi sola nelle sue mani! ‒ Layla vide attorno a lei una luce rossa e dorata, poi per fortuna Nema si calmò e riprese ‒ Ma quando lui è sparito sono sparita anch'io, sono finita un po' più a nord rispetto a lui, l'incantesimo che mi teneva imprigionata è svanito e dopo aver recuperato un po’ le forze mi sono messa a cercarlo. Ho visto poi Dark volare in cielo, ci è mancato poco che non mi vedesse e l'ho seguito
‒ Ma come mai ti sei teletrasportata anche tu se hai detto che non sai come si fa a entrare nel nostro mondo?
Nema scosse il capo ‒ Non sono stata io, le corde magiche me lo impedivano, è stato Sheg, o almeno credo... Magari non l'ha nemmeno fatto apposta... Forse visto che siamo gemelli non possiamo stare in due mondi diversi... Non lo so…
Liro fece per dire qualcosa ma da di sopra si levò un grido spaventoso. Si guardarono tutti e quattro poi si precipitarono da Sheg.

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Capitolo 13
*** Tra due mondi ***


Si alzarono da tavola quasi ribaltando le sedie e corsero su per le scale facendo i gradini a due a due. Nema spalancò la porta della camera e tutti si fiondarono all’interno. Sheg era sdraiato nel letto, stringeva con forza le coperte, aveva il respiro affannato ed era madido di sudore. Si dimenava e parlava, ma le sue grida si confondevano con i tuoni e il rumore del vento. Sembrava che il temporale che era là fuori fosse anche nella sua testa. Gli corsero tutti vicino. Nema gli toccò la mano, bollente e sudata e chiuse gli occhi. Improvvisamente iniziò a vedere anche lei quello che sognava il fratello.
 
C'erano due persone, un uomo e una donna, rinchiusi nelle bolle, avvolti da una luce viola, che urlavano contorcendosi per il dolore. Più lontano c'era il bambino che poco prima avevano visto in quella stessa camera. Il ragazzino stava gridando ‒ Ora sai dove sono! Ho mantenuto la promessa! Ora devi farlo anche tu!
In primo piano comparve Dark, con il suo mantello nero calato addosso e la maschera d'acciaio infrangibile. Rideva, era una risata acuta, glaciale e isterica –Sono io che comando qui! Faccio quello che voglio-
 
Tutto divenne buio e Nema si ritrovò in ginocchio accanto a Sheg. Notò che i tre fratelli stavano guardando lei e il gemello in modo strano. Di colpo si svegliò anche Sheg. Tremava come la sorella.
‒ Ho visto tutto anch'io ‒ esclamò spaventata ‒ Ma cosa vuole Dark da loro? Chi sono? ‒
 
Sheg si sentiva malissimo, gli scoppiava la testa e il dolore al petto era aumentato in una maniera assurda. Vedeva sua sorella muovere le labbra ma non sentiva nessun suono.
 
Vedendo che il gemello non rispondeva e non sembrava nemmeno che la vedesse, Nema si rivolse ai tre fratelli ‒ Ma cos'ha?
‒ Anche prima quando ha avuto una visione è stato male... Magari guardare quelle visioni gli prosciuga l'energia ‒ le rispose Layla.
Nema corrugò la fronte ‒ Sheg ha sempre sentito delle voci, ma non ha mai visto niente! Sentire le voci non lo faceva stare male… Questo invece è diverso. Anche se è molto utile… Si potrebbe sfruttare questa cosa in qualche modo…
‒ Ma Nema ne sei sicura? ‒ intervenne Layla ‒ Sheg continua a peggiorare…
 
Sheg si sentiva sempre peggio, non riusciva mai a ritornare completamente alla realtà. Un po’ vedeva Nema e i fratelli e un po’ il ragazzino e Dark. La testa gli sarebbe esplosa prima o poi. Sentì un'altra fitta alla fronte e per un attimo vide il volto sfigurato dal terrore del bambino, poi sentì la voce glaciale di Dark ‒ Ora è arrivata la vostra fine, non mi servite più a niente!
Sheg senza pensarci un attimo si teletrasportò. Senza sapere come avesse fatto, venne catapultato tra le bolle dei prigionieri e Dark.
‒ Sheg! ‒ gridò il bambino.
‒ Nooo! ‒ urlò la donna.
‒ Sheg? ‒ esclamò l'uomo con tono stupito.
Sheg si voltò verso di loro non capendo come mai conoscessero il suo nome.
‒ Bene! Bene bene! Molto bene! ‒ disse Dark facendo un passo verso di lui catturando immediatamente la sua attenzione.
‒ Il coniglio che va nella tana del lupo. Questo sì che è interessante…
Sheg se lo ritrovò immediatamente sopra, senza pensare reagì con un pugno di luce.
 
Nel frattempo anche Nema e i tre fratelli si erano teletrasportati. Immediatamente si cercarono un nascondiglio mentre Nema si avvicinò al campo di battaglia. Erano talmente veloci che non li vedeva, sentiva solamente i colpi. Sheg era ferito e non sarebbe resistito ancora per molto. Infatti, l’attimo dopo, Sheg non evitò una scarica viola e nera e cadde sul pavimento in preda dal dolore.
 
Sheg sentì che la ferita al petto si era riaperta, ma non aveva intenzione di cedere. Alzò lo sguardo e vide Dark a mezz'aria preparare un attacco, stava formando sopra di sé una palla nera con riflessi metallici. Un movimento di lato attirò la sua attenzione e vide Nema con i fratelli. Che idiota, pensò furioso con la gemella, è venuta qui! Portandosi pure dietro i tre fratelli. Cercò di elaborare un piano alla svelta. Si avvicinò alla gemella e le fece cenno di teletrasportarsi e di portare via i fratelli.
‒ Non posso imbecille che non sei altro! ‒ gli gridò, e lui sperò che Dark fosse troppo concentrato a preparare l’attacco per sentirla, ‒ Io e te non possiamo stare in due mondi diversi! Mi hai portata tu qui! E loro erano vicini a me e sono stati teletrasportati con me! Dobbiamo teletrasportarci insieme!
Questo è un problema, pensò Sheg, cercando di ragionare in fretta.
‒ Va bene! Stai con loro e proteggili, io cerco di bloccarlo, se vedi che qualcosa va storto teletrasportati!
 
Nema fece per obbiettare che lei non era capace di teletrasportarsi, ma lui si gettò subito su Dark.
 
Sheg aveva deciso di preparare il colpo più forte che conosceva anche se sapeva bene che non aveva le forze sufficienti. Tuttavia, se non ci avesse provato, sarebbero morti tutti quanti. Mentre Dark scagliava su Sheg la palla nera e grigia il ragazzo gli lanciò contro a sua volta una sfera argentea e blu.

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Capitolo 14
*** La resa dei conti ***


Le due sfere si scontrarono. L'urto fu violentissimo. Nonostante Sheg fosse debole, continuava a resistere a Dark. La sua sfera inghiottì quella nemico che venne investito dalla luce argentea e blu. Poi lui gridò a Nema di lanciare la sua sfera dorata e rossa e Dark venne nuovamente travolto. L'esplosione fu di nuovo violenta e accecante.
Quando tutto finì il nemico giaceva a terra con la maschera incrinata. Sheg tirò un sospiro di sollievo e cadde in ginocchio privo di forze, era vicino alle bolle dei prigionieri. Nema gli corse subito accanto. Ma Dark si mosse e tutti sussultarono. Era ancora vivo. Nema e Sheg si irrigidirono.
Il nemico si alzò in piedi barcollante e all'improvviso si udì un rumore secco e la maschera si spezzò in due e cadde a terra. Tutti restarono a bocca aperta: l'acciaio infrangibile era stato infranto. Il volto tuttavia era ancora oscurato dal cappuccio nero per cui l'identità di Dark continuava a essere un mistero.
Dark si fiondò sui gemelli e Sheg con le ultime forze prese la mano di Nema e insieme si teletrasportarono dietro alle bolle. Poi toccarono tutte le bolle, che divennero nere e con un calcio le infransero. Il nemico però riuscì a prendere Nema per un braccio. Sheg allora si teletrasportò a casa dei gemelli e in un secondo Nema fu con lui, ma aveva sbagliato i conti.
Si trovò di fronte anche il nemico. All'improvviso comparve dal nulla una ragazza. La riconobbe grazie agli occhi viola, era quella che l'aveva salvato! Si teletrasportò nuovamente nell'altro mondo. Il nemico era ancora frastornato dal continuo teletrasporto così Sheg lo colse di sorpresa e riuscì a liberare la gemella. Intanto sotto al cappuccio colse un guizzo. Due occhi viola identici a quelli della ragazza. Poi una figura si gettò su Dark.
‒ Basta ‒ urlò la ragazza bloccando a terra Dark ‒ Hai fatto del male a tutti. Guarda cos'hai fatto! Come hai trasformato il nostro meraviglioso mondo!
Nel cadere, il cappuccio del nemico era scivolato all'indietro rivelando il suo viso.
‒ Il principe! ‒ esclamarono contemporaneamente i prigionieri di Dark.
Sheg e Nema si voltarono verso di loro ‒ Il principe del nostro mondo?
‒ Allora quella è la sua gemella, la principessa! ‒ mormorò il bambino voltandosi verso di lei. Sheg quindi capì perché era stata trasportata insieme al nemico, avrebbe dovuto pensarci prima però. Ma perché non era stata teletrasportata anche prima? Ma soprattutto perché il principe aveva distrutto il mondo che governava? Perché distruggerlo se n'era già il principe? Era stato quindi lui a uccidere il re e la regina? E perché aveva ucciso i suoi genitori? Sheg rabbrividì al pensiero. Nessuno si muoveva, tutti fissavano allibiti la scena.
‒ Ying ‒ disse tra le lacrime la principessa ‒ Mi dispiace ma non ho scelta ‒ poi le comparve un pugnale di cristallo tra le mani e lo affondò nel petto del gemello. Ma quello se lo sfilò come se nulla fosse e colpì la gemella con un fulmine blu che la tramortì.
 
Dark si gettò di nuovo sui gemelli. Quella povera illusa! Cosa sperava di fargli? Uno solo… Bastava ucciderne uno e nessuno l'avrebbe più fermato. Si concentrò sul ragazzo, quello più debole. Ormai era senza magia, l’aveva esaurita tutta con l’ultimo colpo. Preparò un'altra palla nera e grigia e la gettò su di lui.
 
Nessuno ebbe il tempo di reagire e Sheg venne scagliato contro il muro. Nema sentì come uno strappo dentro di sé, come se qualcosa si fosse spezzato per sempre. E capì. Sheg era morto. Si voltò verso Dark che sorrideva trionfante. Concentrò tutta la sua energia in una sfera dorata e rossa e la scagliò su di lui. La principessa si trasportò alle spalle del gemello impedendogli di scappare. Vennero entrambi travolti dalla sfera e ci fu un’esplosione. Quando tutto finì il principe e la principessa giacevano a terra, senza vita.
 
Nema voleva andare da Sheg, ma sapeva cosa l’attendeva e preferì rimandare a dopo quel momento. Si avvicinò invece ai prigionieri.
‒ Voi chi siete? Perchè Dark vi teneva prigionieri?
‒ Gli occhi!- esclamò Lilo, staccandosi per un attimo dalle braccia di Layla, con il viso rigato di lacrime. Nema aveva guardato il bambino, poi si era portata una mano alla bocca.
I suoi identici occhi verdi. ‒ Ghens? ‒ sussurrò con voce speranzosa. Il piccolo abbozzò un sorriso e lei spalancò ancora di più gli occhi e ricominciò a piangere poi si gettò sugli altri prigionieri ‒ Mamma! Papà!
I due l'avevano stretta ‒ Tesoro mio, come sei diventata bella ‒ mormorò sua madre tra un singhiozzo e l'altro. Tutti e quattro si strinsero forte, poi con la morte nel cuore Nema si liberò dall’abbraccio e raggiunse Layla inginocchiata vicino al corpo di Sheg.

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Un anno dopo...
‒ Muovetevi! ‒ gridò Ghens su per le scale ‒ Sta per iniziare!
Nema di corsa scese in cucina ‒ Eccomi ‒ disse senza fiato ‒ A che ore inizia? ‒ chiese al fratello
‒Ora! ‒ esclamò quello irritato ‒ Voi donne siete sempre in ritardo! Io e il papà siamo pronti da un pezzo! Dov'è la mamma?
‒ Ci sono tesoro! ‒ esclamò trafelata entrando nella stanza.
Erano tutti eleganti, quel giorno si celebrava la liberazione dal Dominio, il giorno della Morte di Dark l'Oscuro e la rinascita del loro regno. La principessa Yang aveva avuto un figlio, l'aveva tenuto nascosto dal gemello, e ora era diventato il re del loro mondo rifiorito. Aveva 19 anni e si chiamava Chi. Ghens sospettava che lei e Chi avessero una relazione, ma loro due continuavano a negare usando la solita scusa del siamo-solo-amici. La sua famiglia e la nuova famiglia reale erano rimaste legate, i reali dovevano molto a loro, così Chi era diventato loro amico ancora prima di essere incoronato re. E i legami si erano mantenuti.
 
La celebrazione si teneva nel castello reale ed erano invitati tutti. Mentre si avviavano a piedi, visto che abitavano vicino al castello, in un palazzo donato dai reali come segno di ringraziamento, Ghens ripensò agli avvenimenti di esattamente un anno prima. Quando avevano capito che Dark era morto, quando si erano tutti quanti avvicinati a Sheg e Nema piangeva disperata. In un attimo i ricordi presero il sopravvento...
Nema aveva capito di aver ritrovato i genitori che credeva morti ed era felice, ma i suoi occhi si erano subito spenti ed era andata a stringere Sheg. Tutti si erano radunati accanto al cadavere del ragazzo. Ad un certo punto però Ghens iniziò a sentire un caldo fortissimo, ma non era la stanza, che era umida e gelida, proveniva da dentro di lui. D'istinto appoggiò le mani su Sheg. Una luce fortissima li abbagliò e Sheg e i tre fratelli scomparvero nel nulla. Poi riprese il controllo su di sè. Nema e I suoi genitori lo guardarono senza capire.
‒ Venite vi faccio vedere ‒ e in un attimo li aveva teletrasportati alla casa dei tre fratelli. Lì videro Layla, Lilo e Liro che curavano Sheg, che era ferito e pieno di bende, ma vivo. Nema fece per avvicinarsi ma Ghens la trattenne ‒ No ‒ le disse ‒ Loro non si ricordano quello che è successo. Hanno trovato un ragazzo ferito nel prato e lo stanno curando. Penso che lo terranno a vivere con loro. Non so come ho fatto, ma anche tu e Sheg eravate speciali. I nostri poteri erano finalizzati a sconfiggere il nemico.
‒ Ma lui ce l'ha già una famiglia! ‒ replicò la ragazza con le lacrime agli occhi. Lui scosse la testa e Nema capì stringendosi forte alla madre.
‒ Sheg non si ricorderà più niente- spiegò ‒Non ha più nessun potere, penserà di essere un orfano e starà con loro.
‒ Non si ricorderà più di me, di noi, del nostro mondo! ‒ singhiozzò Nema
‒ Nema ‒ intervenne la mamma guardandola con gli occhi lucidi, dello stesso blu del gemello ‒ Almeno è vivo, starà bene, avrà una bella vita anche lui. Devi essere felice per questo. Non l'hai perso. Quando vorrai potrai venire in questo mondo e vedere come sta. Magari potete anche diventare amici, chi lo sa. Basta che non gli sveli nulla sul nostro mondo. Il tuo gemello, nostro figlio, è vivo. Questo ci deve bastare.
Era stata dura da accettare, soprattutto per Nema. Fin'ora però Nema non aveva ancora avuto il coraggio di andarlo a trovare, ma Ghens l'aveva sorpresa più volte teletrasportarsi e osservarlo da lontano. Magari un giorno avrebbe trovato il coraggio di incontrarlo. Anche Ghens ogni tanto dava una sbirciatina alla sua vita. E la sua vita andava a gonfie vele secondo Ghens. Aveva trovato una nuova famiglia e viveva con il sorriso sulle labbra, che secondo lui era anche l'unico modo per affrontare la vita ed essere felici.

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