la love || louis tomlinson

di rebecca_98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** chapter I ***
Capitolo 2: *** chapter II ***
Capitolo 3: *** chapter III ***



Capitolo 1
*** chapter I ***


È una mattina come tante altre ed Emily si trova ancora nel suo letto, non ha voglia di alzarsi e andare all’università; e come ogni mattina Cloe entra nella camera della sorella maggiore per il consueto abbraccio del buon giorno. Proprio mentre le due si stanno coccolando nel letto della maggiore la madre, Sarah, le chiama per la colazione e le due sorelle scendo in cucina trovando già sul tavolo da mangiare –buongiorno – saluta la madre sorridendo le figlie –giorno- rispondono queste portando alla bocca una fetta di pane e nutella – io devo andare al lavoro, devi portare tu Cloe a scuola, Emily- informa la madre e la più grande annuisce lasciando un bacio sulla guancia della madre come saluto. Detto questo Sarah si avvia alla porta ed esce lasciando le sorella da sole –dai piccola vai a lavarti e vestirti che poi andiamo a scuola- istruisce la più grande mentre sparecchia; la piccola si alza e si dirige verso le scale per poi entrare nel bagno e fare ciò che le è stato detto. Nel frattempo anche Emily è salita e sta sistemando il letto della sorella preparandole anche i vestiti, finito qui, va in camera sua dove ripete le medesime azioni e ,quando la sorella ha finito in bagno, va a lavarsi e a vestirsi. –andiamo Cloe- grida Mil dal fondo delle scale –arrivo- risponde di rimando la più piccola correndo verso la sorella che la prende in braccio per poi uscire da casa e chiudere la porta. -oggi piove, ti accompagno in macchina- dice mentre apre la porteria posteriore e mette Cloe sul seggiolino per poi salire dal lato del guidatore e partire.
 –metti la musica?- chiede la piccola alla sorella che, prontamente, fa partire il cd dei suoi idoli. –eccoci arrivate piccola- disse spegnendo la macchina e scendendo per aiutare la sorella –viene mamma a prenderti, ci vediamo questa sera a casa- -va bene, buona giornata Mil- disse dirigendosi verso l’entrata della scuola elementare; la più grande risalì in macchina e si diresse verso la London University, una volta arrivata vide i suoi amici aspettarla davanti al cancello.
ehi ragazzi- disse una volta che li ebbe raggiunti –Mil- esclamarono Katrin e Sophie abbracciandola –come state?- chiese la prima salutando anche Luke –bene, oggi ci diranno chi ha vinto il viaggio a Los Angeles- disse proprio quest’ultimo lasciando un bacio sulla guancia della migliore amica –allora andiamo a vedere chi è il vincitore- disse Sophie trascinando tutti dentro l’università e poi dentro la loro aula. Come sempre presero posto in fondo all’aula Katrin e Sophie in due banchi vicini e dietro di loro Mil e Luke e continuarono a parlare fino all’ingresso della professoressa. –bene ragazzi- disse sedendosi sulla cattedra –oggi saprete chi andrà per un mese a Los Angeles. Abbiamo pensato di mandare solamente due persone e queste sono Emily Nilson e Susan Wood- concluse il suo discorso l’insegnante. Emily, al sentir nominare il suo nome, si coprì la bocca; sarebbe stata per un mese nella stessa città del suo idolo! Luke si voltò subito ad abbracciarla e Mil scoppiò a piangere dalla felicità tra le sue braccia; dopo questa fantastica notizia la giornata scolastica dei quattro proseguì in modo tranquillo, Mil voleva assolutamente informare la madre.
vado a casa a preparare le valigie- disse ancora incredula la fortunata abbracciando tutti i suoi amici e promettendogli che li avrebbe chiamati il giorno seguente prima di prendere l’aereo, salì in macchina e si diresse verso casa. Una volta arrivata parcheggiò la macchina e si avviò tutta felice verso casa –sono tornata- disse una volta entrata –Mil- la sorella le corse incontro urlando –ciao piccola peste- la salutò la maggiore prenderla in braccio –la mamma è in cucina?- chiese e la piccola annuì stringendosi a lei. –ciao mamma- la salutò Mil entrando in cucina –ciao tesoro- rispose la madre –ti ricordi del viaggio a Los Angeles?- chiese sedendosi al tavolo, tenendo sempre e comunque la sorellina tra le braccia –certo come dimenticare tutti i tuoi film mentali riguardo alla tua possibile vincita- disse ridendo Sarah –ehm diciamo che avrei vinto- esultò la figlia tirando i fogli che le aveva dato la professoressa. La madre lasciò cadere il coltello che stava usando ed andò ad abbracciare la sua maggiore –amore, sono contentissima per te- -forza mangiamo così poi vai a preparare le valigie- continuò tornando ai fornelli e mettendo nei piatti da mangiare.
 –io non voglio che Mil parta- scoppiò a piangere Cloe stringendosi alla sorella e questa intenerita la strinse e le disse che sarebbe passato alla svelta quel mese. Dopo questo momento tra sorelle le tre mangiarono, sparecchiarono e poi andarono nella camera di Mil iniziando a fare le valigie di quest’ultima. –Mil metti la musica, metti la musica- gridò la più piccola riponendo le maglie nella valigia e la più grande ridendo accese lo stereo e fece partire “Made in the AM”. Tra una chiacchera, una canzone e una risata finirono di preparare il necessario per l’imminente viaggio e decisero di dormire tutti insieme nel letto della madre –buona notte amori- disse la madre –buona notte mà- risposero le figlie.
La prima a svegliarsi il mattino dopo fu Cloe che saltando sul letto ricordò alla sorella la sua partenza; si alzarono tutte e tre e andarono a fare colazione dopo di che si lavarono, vestirono e uscirono di casa dirigendosi verso la macchina. Una volta salite partirono verso l’aeroporto; una volta giunte fecero tutte le procedure necessarie e poi Mil chiamò i suoi amici salutandoli. Alle dieci in punto chiamarono il suo aereo e con le lacrime agli occhi le tre si salutarono –vi chiamo quando arrivo- disse la ragazza allontanandosi e salutandole; dopo aver effettuato tutti i controlli salì sull’aereo, si sedette al suo posto e pensò “Los Angeles sto arrivando.
 

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Capitolo 2
*** chapter II ***


Quando arrivò a Los Angeles non poteva ancora crederci, ad aspettarla fuori dall’aeroporto c’era il direttore dello studio dove avrebbe fatto il suo stage lavorativo che l’accompagnò al suo appartamento, in uno dei quartieri più famosi e ricchi della città –spero si trovi bene e domani mattina verrò io a prenderla alle 08 in punto. Buona giornata- disse il signor Moore una volta giunta davanti all’appartamento –la ringrazio e sarò puntuale. Buona giornata anche a lei- rispose educatamente Emily avviandosi poi verso la sua nuova casa per mese. Quando entrò rimase sbalordita dalla bellezza e modernità degli oggetti presenti e dopo un tour della casa decise di chiamare la madre e avvisarla che tutto stava andando bene. Dopo la lunga chiamata, a causa della tristezza della piccola Cloe, Mil decise di andare a fare un giro per la città con anche una piccola speranza di incontrare il suo idolo, nonché suo amore più grande; quello che Emily non sapeva era che l’incontro che stava per fare di lì a poco le avrebbe cambiato la vita per sempre.
Si mise quindi le cuffiette nelle orecchie e uscì di casa chiudendo la porta dietro di sé; iniziò a camminare finchè non arrivò in un bellissimo parco e decise di entrarci solo per vedere com’era, ne rimase affascinata! Era stupendo, pieno di alberi e di zone pianeggianti per far giocare i bambini, ma la cosa che la colpì di più fu il laghetto. Decise quindi di avvicinarsi ad esso e quando fu abbastanza vicina ne rimase ancora di più colpita; prese quindi subito una decisione: si stese sull'erba rilassandosi e ascoltando i suoi idoli. Il problema fu quando dopo un po’ di tempo un pallone finì in acqua e lei, che era seduta vicino alla riva, si bagnò da capo a piedi; si alzò in piedi di scatto e cercò il colpevole della sua doccia fredda e l’unica cosa che vide fu un ragazzo correre verso di lei. Una volta arrivato davanti a Mil il ragazzo si scusò, se fosse possibile, in 100 lingue diverse; ma Emily l’aveva già perdonato in partenza quando aveva capito che il ragazzo davanti a sé era Liam, Liam Payne. La ragazza si trovò in difficoltà così fece l’unica cosa che ritenne più giusta: -non preoccuparti, non è successo nulla- disse con evidente tremore nella voce –stai tremando, vieni ti presto la mia felpa almeno starai un po’ più al caldo- disse il cantante e così facendo si avviò verso i suoi compagni di band dove aveva lasciato tutte le sue cose. Mil in un primo momento resto ferma immobile ma poi spense la musica del suo cellulare e con riluttanza seguì il suo idolo; quando arrivò di fronte ai 3 membri rimanenti la “piccola” fan si bloccò completamente non muovendo più un solo muscolo. Il primo a notare la presenza della ragazza fu Niall che le sorrise e le chiese se fosse tutto a posto, fortunatamente fu Liam ha rispondere e spiegare la situazione; l’unico che però capì il vero motivo del tremore della ragazza fu Harry che le sorrise e le chiese –vuoi un abbraccio?- Mil alzò la testa di scatto e rispose che era tutta bagnata, Harry allora si avvicinò e le circondò la vita con braccia e in quel momento Emily scoppiò a piangere. Harry la strinse un poco di più per poi allontanarsi e chiederle se fosse tutto ok, lei sorrise e disse –è un sogno esser in questa città e ancora di più aver incontrato voi- i ragazzi sorrisero e l’abbracciarono e Liam come promesso le porse la felpa, che lei con le lacrime agli occhi accettò. L’unico a non essersi accorto di nulla, per sfortuna di Emily, fu proprio Louis ma la ragazza non poteva trattenersi oltre e quindi con rammarico salutò i suoi idoli chiedendo a Liam come avrebbe fatto a ridargli la felpa, questi sorrise e disse –tienila come ricordo di questa vacanza- lei sorrise e poi si allontanò. Fu Niall a rincorrerla e darle un foglio con tre numeri di cellulare scritti sopra dicendole –se dovesse servirti una guida noi siamo liberi e disponibili per questo ruolo- lasciando la ragazza stupefatta e con un sorriso enorme. Lei annuì e –certo domani inizio a lavoro ma appena ho un po’ di tempo libero vorrei visitarla vi farò sapere domani- dicendo ciò uscì dal parco e tornò a casa.
La sera e la notte sembravano non finire più, continuava a rivivere quel momento e il mattino dopo quando suonò la sveglia andò dritta in bagno a lavarsi e poi scelse i vestiti per il suo primo giorno di lavoro: pantaloni neri, camicetta bianca, giacca nera e decolté nere. Alle 08 in punto era fuori casa che aspettava il suo direttore, che arrivò dopo pochi minuti. Il tragitto in macchina fu breve e molto silenzioso; una volta arrivato Moore le fece vedere la stanza dove avrebbe lavorato dandole anche i suoi orari di lavoro. Una volta letti decise di scrivere a Liam un messaggio :[ciao Liam, sono la ragazza del parco volevo solamente informarvi che finisco di lavorare alle 16 per cui dopo quell’orario sono disponibile per il giro turistico. Buona giornata Emily]; iniziò così la sua giornata di lavoro tra una fotografia e l’altra, proprio come piaceva a lei. Poco prima della fine del suo primo giorno prese in mano il cellulare trovando un messaggio di Liam: [ehi, se ci dici il posto ci facciamo trovare sotto lì. Buon lavoro Liam], si trovò quindi a sorride e scrivere:[photo for you.]e a finire il suo lavoro. Alle 16 uscì della stanza di lavoro, andò a salutare il direttore informandolo che il giorno seguente sarebbe venuta da sola e poi uscì; aveva la testa abbassata sul cellulare a leggere i messaggi che la sorellina le aveva mandato, con il cellulare della madre, quando si sentì chiamare e alzando la testa vide di fronte a sé i suoi idoli, stavolta anche il suo grande amore, con una piccola aggiunta: il piccolo Freddie.
Liam fu il primo a rivolgerle la parola –abbiamo una piccola fotografa qui, dobbiamo aver paura?- Mil rise, mise via il cellulare e rispose –nono sto solo facendo uno stage lavorativo-. Inevitabilmente lo sguardo della ragazza cadde sul passeggino e chiese in un sussurro al suo grande amore –potrei vedere il piccolo?- in un primo momento Louis fu diffidente ma poi sorrise e le fece cenno di avvicinarsi. Mil tremante andò vicino al suo idolo e questi, mettendole le mani sulle spalle, le disse –ti presento il mio bel bimbo Freddie-. Emily fece per accarezzargli la guancia quando si ritrasse spaventata e disse ai ragazzi che doveva chiamare per forza una persona; cosi dicendo si allontanò e chiamò la sorellina per augurarle buona notte. Quando tornò il primo a parlare fu Louis che le disse –potevi accarezzarlo, non mi sarei arrabbiato- e le sorrise; lei ricambiò volentieri il sorriso e gli disse che era tutto ok, la vera paura di Emily era quella di innamorarsi ancora di più di quel ragazzo tanto bello quanto irraggiungibile. Niall sorrise e disse –che il giro turistico abbia inizio-.

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Capitolo 3
*** chapter III ***


Due settimane passarono alla svelta, al mattino Mil lavorava e poi al pomeriggio si incontrava con i ragazzi per il solito giro turistico ed un’eventuale cena in quale ristorante consigliato da quest’ultimi. Quella mattina Emily non sapeva ancora che quello sarebbe stato forse il suo ultimo giorno in America, andò a lavorare come sempre ma durante la pausa pranzo le arrivò la chiamata più brutta della sua vita: sua madre aveva fatto un incidente e non sapevano se potesse superare la notte; Mil andò nel panico e chiese al direttore se poteva tornare a Londra promettendo che appena la situazione sarebbe stata stabile sarebbe ritornata. Moore non ci pensò un attimo a concederle questo permesso e Mil si ritrovò così per strada piangente mentre chiamava Niall dicendogli che il loro appuntamento quotidiano sarebbe saltato. Niall si stupì molto di questa chiamata e anche del tono della voce della sua nuova amica per questo insieme ai suoi amici andò a casa della loro fan che trovarono seduta sui gradini della sua casa mentre piangeva a causa dell’ultima telefonata dell’ospedale: la madre non ce l’aveva fatta. Il primo ad andare incontrato a Mil fu Louis che l’abbracciò subito dicendole di star tranquilla, presto si aggiunsero anche gli altri e quando la ragazza si calmò un po’ spiegò loro la situazione dicendogli che doveva tornare per la piccola Cloe, che al momento era insieme a Sophie.
I ragazzi si guardarono tra di loro e poi Harry disse –ti accompagniamo io e Niall, lascia qua le tue cose torneremo subito domani con anche la tua sorellina- Mil però scosse la testa –non posso farvi fare una cosa simile- ma mentre diceva ciò Louis l’aveva già sollevata e la stava portando in macchina –avvisa qualche tua amica riguardo quest’idea- disse salendo sul sedile posteriore e tenendo la ragazza tra le braccia. Emily arrossì e annuì chiamando Sophie spiegandole tutto. Quando arrivarono all’aeroporto scoppiò il putiferio e la ragazza si strinse al suo grande amore che ricambiò la stretta e l’accompagnò fino all’imbarco dove le disse –domani sarò qui ad aspettarti e se mi dai le chiavi della casa trasferisco le tue cose nella nostra casa così tu e Cloe non sarete da sole-. Emily scoppiò a piangere davanti alla dolcezza del ragazzo e porgendogli le chiavi disse –non vorremmo però esser un problema- Louis non disse nulla le baciò solamente la guancia augurandole buon viaggio. I tre salirono sull’aereo e Mil cullata dai dolci movimenti delle mani di Niall tra i suoi capelli si addormentò.
Era mattina presto quando Mil, Harry e Niall arrivarono a casa di Sophie; per non svegliare la piccola Cloe Mil chiamò la sua amica dicendole che era davanti a casa sua, Sophie aprì quindi la porta ai tre lasciandoli poi entrare. –mi spiace così tanto Mil- disse triste l’amica abbracciando forte la ragazza che ricambiò la stretta per poi chiedere –come sta Cloe?- -è di là in camera mia si è appena addormentata- rispose e poi salutò anche i due ragazzi. Emily si avviò verso la camera dell’amica e quando entrò vide la sua sorellina in mezzo al letto che piangeva; corse quindi subito ad abbracciarla e rassicurarla –piccolina andremo per un po’ a Los Angeles e staremo sempre insieme, te lo prometto- disse la maggiore mentre la minore stringeva le braccia intorno al suo collo. Le due sorelle tornarono in soggiorno dove Mil presentò la sorella ai due ragazzi –Cloe loro sono Niall e Harry, quelli che ascoltiamo sempre in macchina-, i due sorrisero alla piccola che, seppur molto timidamente e stancamente, venne subito ricambiato. –noi andiamo Sophie, quando arriviamo a Los Angeles ti chiamo e grazie ancora per aver tenuto Cloe- -non ci sono problemi, quando volete tornare noi siamo sempre qui- e dicendo ciò le due amiche si abbracciarono per poi allontanarsi definitivamente.
Prima di tornare all’aeroporto passarono da casa delle sorella per prendere qualche vestito per la piccola; una volta giunti in aeroporto fecero tutti i controlli e poi salirono sull’aereo tutti pronti ad una nuova vita.

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