Affari di famiglia

di cin75
(/viewuser.php?uid=558888)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


CAP. 1

Sono le cinque di mattina e dopo aver passato la notte a scartabellare tra gli archivi del Letterati, per trovare un qualsiasi incantesimo e sigillo che rinforzi le difese del bunker, che ormai è quasi una stazione di porto – angeli, demoni, mostri vari, streghe, nephilim- , Sam, davvero vorrebbe buttare contro il muro il suo cellulare che continua a trillare per l’arrivo dell’ennesimo messaggio.

Alle cinque e un quarto, lo ignora ancora e si gira dall’altro lato. Alle cinque e mezza, ringhia un “vaffanculo!” e afferra con frustrazione il maledetto telefonino.

Sette messaggi. Chiunque sia, gli ha mandato la bellezza di sette messaggi, tutti uguali.

 

371910N”

 

“Ma che …..” sussurra confuso.

Così, si arrende , si alza, si sistema i capelli  con le mani, ma giusto per non sentire Dean minacciarlo di tagliarglieli nel sonno, e va verso la cucina. Lì, sorpreso, ci trova già il maggiore intento a fare colazione.

“Che ci fai alzato?!” gli chiede Sam. Sì!!, d’accordo che a Dean servono, come dice lui, solo 4 ore per ricaricarsi, ma le cinque e mezza del mattino è “notte” anche per lui.

“Non sono mai andato a letto!” gli risponde il maggiore. “Sai Sammy!!??, c’è vita al di fuori questo bunker!!” ironizza.

“E questa “vita” si chiama…..” e rimane in sospeso, in attesa dell’ennesimo nome femminile che ha ceduto al fascino vissuto di Dean.

“Ehi!!” replica con tono offeso il maggiore. “Non sono un ragazzo oggetto, io!!”

Ma Sam, rimane al suo posto e sembra ancora aspettare la risposta.

“Shannon. Si chiamava Shannon. Occhi marroni, curve al posto giusto, un fondo schiena da urlo e due tet….” sta per dire, imitandone anche le forme in modo più che esplicito.

“…..E mi basta così, fratello. Decisamente mi basta così!!” lo ferma Sam, bloccandogli il gesto con le mani.

In quel momento il suo cellulare trilla di nuovo e Sam sbuffa davvero sfinito.

“Giuro che se è ancora….”

“Ehi! Problemi?!” si incuriosisce Dean, non potendo non notare la reazione del minore.

“Questo maledetto...” dice mentre indica il cellulare. “...ha squillato tutta la notte e ancora non smette.”

“E chi è?!” chiede curioso, Dean.

“Vorrei tanto saperlo!!” sbotta frustato. “E’ sempre lo stesso messaggio. Questo!!” e mostra il messaggio al maggiore.

Dean prende il telefono e studia la fila di numeri che compongono il messaggio spedito da un numero sconosciuto. “Non ci credo!!” esclama poi.

“Cosa?!” chiede curioso il minore.

Dean prende dal giacchetto il suo telefono e mostra gli ultimi messaggi ricevuti.

 

1215703W

 

“Anche tu?” chiede sorpreso , Sam.

“Ha iniziato qualche ora fa, mentre tornavo al bunker. Ho pensato che fosse uno di quei messaggi pubblicitari che ti mangiano solo i soldi e l’ho ignorato, ma ora….”

“Ma cosa può essere?!”

“Hai provato a capire che cosa fosse….con uno di quei tuoi trucchetti da nerd?!” dice senza distogliere lo sguardo dal display.

“No, non ancora. Forse sono codici di accesso, o combinazioni o delle date o una qualche ….” ma si ferma quando vede il volto del fratello cambiare.

“Idiota!!” esclama Dean.

“Ehi! Dammi almeno il tempo di capire che cosa sono, fesso!” replica piccato il più giovane.

“No! Io sono un idiota!! Come ho fatto a non...” lo sente dire, Sam.

Dean, infatti, sembra avere un’illuminazione. Cerca una penna e prende un foglio dal bancone vicino a lui. Scrive e poi mostra al fratellino ciò che ha scritto.

 

37°, 19', 10'' N; 121°, 57',03'' W

 

“Sono coordinate!” afferma stupefatto, il minore.

“Anche papà a volte ci mandava messaggi del genere, ricordi?!” fa quasi malinconico mentre Sam, annuisce appena.

“Vediamo che cosa indicano.” si affretta a dire, per spezzare quel momento. Strappa via dalle mani del fratello maggiore il foglietto e corre al suo pc.

Dean gli va dietro, ma con tutta calma. Shannon gli avrà anche allietato la nottata, ma il suo caffè...beh! Il suo caffè è sacro!!

Quando raggiunge Sam nella grande sala del rifugio, Dean, nota lo sguardo decisamente perplesso e sorpreso del più giovane.

“Ehi! Dalla tua faccia sconvolta posso intuire che sono le coordinate di uno streap club!” lo provoca.

“Magari!” è la risposta che decisamente lascia interdetto Dean.

“Ma cosa….”.

E Sam gira lo schermo del pc verso Dean, così che anche il fratello potesse vedere dove quelle coordinate portavano.

“Che io possa andare all’Inferno!!” dice senza pensarci e poi quando ci pensa. “Di nuovo!!” specifica.

“Dean!!!” lo rimprovera Sam. “Smettila!”

Il maggiore lo guarda ed è davvero confuso. “Ma esiste davvero?!” domanda , indicando la foto che riempe lo schermo del computer.

“Ci puoi giurare che esiste e lo sai. E a quanto pare, qualcuno, vuole che ci andiamo!” è la risposta di Sam.

“Cazzo!! Sammy!” esclama decisamente poco convinto, Dean. “Sai che si dice di quel posto??!”

“Sì!”

“E sai che difficilmente , due come noi, uscirebbero vivi da lì!?”

“Sì!”

“E sai che è un dannato labirinto infestato di Dio sa che cosa o da chi?!”

“Sì!”

“Per la miseria, Sammy!!! A malapena abbiamo portato via il culo da Waverly Hills e ci siamo riusciti solo grazie alla pietra magica di Rowena e tu ora vuoi andare a...”

“Sì!!”

“Sì!” conviene , ora, frustrato il maggiore.

Poi, dopo aver ripreso fiato, Dean ci riprova ancora.

“Ascolta, fratellino. Abbiamo cose più importanti da sistemare in questo momento...e tu vuoi….”

“Dean, ascoltami tu.”

“Sammy!!”

“Ascoltami. Questo messaggio continuerà ad arrivarci ancora e ancora e credo che non la smetterà fin quando non capiremo che cosa o chi ci sta chiamando in quella casa.”

“Mi sa tanto di trappola, Sam!” prova a metterlo in guardia.

“E noi staremo con gli occhi aperti!”

“ E se fosse solo uno scherzo per tenerci fuori dai giochi per un po’!?”

“Ci faremo il giro turistico e ce ne torneremo a casa!” promette solenne e divertito, il minore. “Ma se non fosse così, se davvero c’è qualcosa sotto….” dice di nuovo serio. “Qualcosa o qualcuno sta chiedendo il nostro aiuto ed è nostro dovere andare, Dean.”

“Sammy...” lo richiama, perché di trappole ne hanno subite troppo e troppo dolorose, negli ultimi anni.

“ Dare la caccia alle cose, aiutare la gente, è il nostro affare di famiglia!” colpisce basso, Sam, sapendo di colpire giusto.

Piccolo bastardo!!, pensa orgoglioso Dean.

“E affare di famiglia sia!”

 

Verso ora di pranzo, i due fratelli si mettono in macchina, pronti a partire. Ci sarebbe voluto un giorno buono per arrivare, anche con il modo di guidare di Dean, e il maggiore, di certo non vuole arrivare di notte.

 

Non metto il mio culo a dormire in un posto che prima non conosco!”

Dean, lo fai ogni volta che dormiamo in uno di quei luridi motel in cui ci fermiamo!”

Sì, ma lì almeno, non c’è niente che mi possa fare la pelle!”

No, certo. Cose non tremende come la scolo, l’epatite o qualche infezione batterica o magari….”

Cazzo! Dalla prossima volta dormo nella mia Piccola!!!”

 

E dopo quella che a Sam, è sembrata una solenne promessa, i due fratelli partono per San Jose, California.

Destinazione : Winchester House.

 

******************************

 

Quando arrivano a San Jose, trovare la strada per la famosa casa, non è difficile e non appena fermano la macchina nel parcheggio assegnato ai visitatori, i due fratelli, si uniscono alla piccola folla di curiosi che ogni giorno, visita le stanze di quella casa, in cerca di brividi ed esperienze naturali.

“Che idioti!!” sibila Dean, quando vede un uomo richiamare la moglie con un alterato “Sbrigati, Rose. Non voglio perdermi nemmeno un fantasma di questa casa. Andrai al banco dei souvenir dopo!!

“Non sanno nemmeno di cosa davvero si tratta!”

“Sta’ calmo, Dean!” lo calma il minore, mentre si dirigono dal responsabile alla reception.

Dato che sono in giacca e cravatta, si avvicinano all’uomo e gli mostrano il tesserino della Società Controllo Opere Pubbliche.

“Cosa posso fare per voi, signori?!”

“Il nostro ufficio ci ha mandato qui per un controllo delle infrastrutture essendo questo un sito altamente frequentato da turisti. Vogliono essere sicuri che tutto sia...in ordine!”

“Oddio!! mandano due di voi ogni sei mesi!!” sembra lamentarsi il tipo, ma non fa problemi più di tanto.

“Ehi! Non è colpa nostra. Ci mandano dove c’è bisogno!” interviene seccato Dean.

“E quanto starete qui?!”

“Il tempo necessario. Deve ammettere che questo non è un posto facile da controllare!” risponde Sam, con fare sicuro.

“Ok! Vi faccio assegnare la 401. Al primo piano, ala est.” dice e mette mano al walkie-tokie, dando precise indicazioni.

Un quarto d’ora dopo, Sam e Dean, sono davanti la porta della loro stanza, e stanno per entrarci quando qualcuno si schiarisce la voce alle loro spalle. Si girano.

“Sì?!” chiede Sam, fissando il tipo in tenuta da maggiordomo.

“Signori…..sono il maggiordomo del piano. Chiedete di me, qualsiasi cosa possa servirvi durante il vostro soggiorno.”

“Gr...grazie!” balbetta il minore decisamente preso alla sprovvista.

Addirittura? Un maggiordomo al piano?!

“Il mio nome è August!” si presenta e fa’ un inchino appena accennato.

Dean , in silenzio lo osserva, e poi non resiste e sputa fuori una risata mal trattenuta.

“August?!” ripete.

“Sì, signore!” conviene compito, l’uomo.

“E dove sono March, May, e gli altri 9 mesi?….agli altri piani?!” scherza trattenendo decisamente male la sua risata.

Il maggiordomo , però, non fa una piega a quella battuta, mentre Sam, fulmina il maggiore con il solo sguardo.

“Dean!!!” sibila contrariato. “Ma ti sembra il caso di…..”

“Ohh!! non si preoccupi signore. Sento questa richiesta strana ogni volta che mi presento e ogni volta non comprendo la risata che l’accompagna. Non la capisco!!!, dato che non ho colleghi o colleghe con tali nomi!” e dicendo così , si inchina ancora in segno di saluto e se ne va, sparendo in uno dei tanti corridoi della casa.

“Idiota!!” appella il minore al maggiore.

Mentre Dean invece sussurra un convinto: “Cavolo!! quello è l’anima gemella di Cass!!” e poi si chiude la porta della loro stanza alle spalle.

 

Quando sono da soli, i due fratelli, sembrano pensarla allo stesso modo e tirano fuori dai borsoni , i loro EMF e non quasi non fanno in tempo ad accenderli, che un bip assordante li investe , così come le luci rosse di rilevazione.

“Wow!!!!” esclama ad alta voce Dean. “Cazzo!! se non è una presenza questa?!”

“Già! Ma, o è una presenza decisamente forte, oppure….”

“...abbiamo più di uno Slimer!” finisce per lui, Dean, che lancia sul letto l’EMF e si guarda intorno con aria circospetta. “Ok, da dove vuoi cominciare, fratellino?!”

Sam lo fissa. È incerto sul da farsi. Quel posto è talmente grande!!!!

“Ok! Cerchiamo di fare le cose con ordine...” inizia mentre Dean si cambia e si mette i suoi soliti jeans e camicia. “Facciamo qualche domanda in giro, poi le solite ricerche e cerchiamo di capire chi è il Casper che ha imparato ad usare il cellulare!!”

“Facile!” risponde ironico, il maggiore. “Va bene! Io vado a farmi un giro per la casa degli spettri, tu mettiti al computer. Ci vediamo dopo...” dice mentre mette la mano sulla maniglia e apre la porta. Sbircia fuori e poi sconfortato guarda il fratello che si sta cambiando anche lui. “....sempre se una volta messo piede fuori da qui, riesca a ritornarci in questa stanza!!!” e va via.

E così, Sam, si mette al computer e inizia a tirar fuori da qualsiasi archivio esistente la storia sulla Winchester House: proprietari, anno di inizio lavori, società appaltatrici, fornitori, fondi monetari, scopi sociali, metodi di sovvenzioni.

 

Dean, invece, gira per i corridoi e quando all’ennesima porta che si apre sul nulla si ritrova in una sorta di libreria , quello che si ritrova di fronte, lo incuriosisce non poco. Una parete completamente ricoperta di svariate foto. Alcune decisamente antiche e altre più moderne che via via fanno strada ad una parete con le varie foto di coloro che hanno visitato anche come turisti quella casa. Sta per avvicinarsi ad osservare meglio, quando qualcuno alle sue spalle , lo sorprende.

“Posso fare qualcosa per lei?” è la voce femminile per niente alterata.

“Mi scusi...io….davo solo un’occhiata. Sono uscito dalla mia stanza e , lo ammetto, ritornarci non è per niente facile.” dice mentre la donna annuisce con un’espressione quasi comprensiva. “Così mi sono ritrovato qui e ….” e si ferma e indica solo le foto. “Wow!! sono tante!!!” esclama, cercando di darsi l’aria da turista.

“Beh! Ne è passata di gente da qui!” conviene lei e poi si avvicina all’ospite. “Salve, io sono Rose. Coordinatrice e responsabile della Winchester House.”

“Dean. Io mi chiamo Dean.”

“Che cosa ti porta qui, Dean?!”

“Sono qui con mio fratello e dobbiamo controllare….”

“..le infrastrutture, sì. Mi hanno avvisata. Ma non mi aspettavo qualcuno di così...” e arriccia le labbra in chiaro segno di dubbio.

“...affascinante e misterioso!?” si adula , il cacciatore in incognito.

“Io stavo per dire ….poco esperto.” confessa, sorridendo appena.

“Ohw!” sibila offeso, il biondo.

“Non volevo offendere ma è che di solito mandano dei dinosauri a fare questi controlli!”

“Evidentemente il mio ufficio ha finito i dinosauri!” replica , Dean. “Ok! Presentazioni fatte. Mi fai da cicerone?!” e indica la parete fotografica alle sue spalle.

“Certo!! è il minimo per farmi perdonare!” e si avvicina al muro pieno di foto. “Ok! Se vogliamo parlare della Winchester House, non si può iniziare senza parlare di lei: Sarah Winchester. L’inizio dei lavori della casa sono dovuti a lei. Si trasferì qui nel 1884, dopo la morte del marito William e della figlia Annie, entrambi morti per tubercolosi. La cosa la distrusse a tal punto che Sarah si rivolse ad una medium che a quanto pare le fece conoscere la verità.”

 

E a sentire quelle parole, Dean, respirò profondamente. Per un attimo gli sembrò di risentire l’inizio della storia della loro famiglia: John distrutto dalla morte di Mary, che si affida alle rivelazioni di Missouri che gli “apre gli occhi!” sul soprannaturale.
“Che cosa ha fatto Sarah?!” chiede comunque.

 

“Ehi!!...sei qui?!” è l’interruzione di Sam. “Non so per quanti corridoi ho girato e in quante stanze mi sono ritrovato per trovarti!!”

“Beh! Mi hai trovato, fratellino!!” sorride cauto. Poi indica la ragazza al suo fianco. “Lei è Rose. Coordinatrice e responsabile della casa!…..Rose, lui è Sammy. Mio fratello, l’altro….sostituto dinosauro!” conclude quelle presentazioni senza dare troppe spiegazioni al minore che lo guarda perplesso.

“E’ Sam!” lo corregge quasi per istinto, il minore, mentre porge la mano alla ragazza.

“Sai….Sam!?!, Rose stava per raccontarmi una storia. Se fai il bravo la racconta anche a te!”

“Idiota!!” è la risposta dell’altro.

“Fesso!”

“Wow! Deve essere uno spasso per chi lavora con voi!” conviene lei.

“Che dire??!” replica Dean. “Le persone ci muoiono dietro!!” e questa volta Sam fulmina con il solo sguardo, il velato cinismo del maggiore.

“Ok..Rose. Sono curioso. La storia?!” si intromette Sam.

“Già!!” si riprende , la ragazza. “Come dicevo a Dean, dopo la morte del marito e della figlia, Sarah si convinse che gli spiriti delle persone uccise da ogni arma Winchester o le cui morti erano comunque legate alla casata, avrebbero trovato pace solo nel luogo in cui un Winchester avrebbe dato loro ospitalità. E quindi iniziò i lavori. Lavori che fino alla sua morte nel 1922, non sono mai stati interrotti. Intere aree venivano tirate su o smantellate su ordine di Sarah. Stanze costruite o ristrutturate senza un apparente motivo. I lavori dovevano continuare...sempre...perchè a quanto pare, il giorno in cui sarebbero finiti, Sarah sarebbe morta.” racconta con passione e un pizzico di timore , Sophie.

“E lei è...morta?” azzarda, Dean.

“Sì!”

“Come ?!” chiesero all’unisono e curiosi i due fratelli.

“Ohw!!! No!!!!” quando capisce quel tono sorpreso. “No, no….Sarah è morta a 82 anni. Ma la sua fu una morte naturale, la sua grave artrite la debilitò profondamente e solo dopo il suo funerale, i lavori vennero sospesi. La nipote e suo figlio, che ereditarono tutto, presero quello di cui avevano bisogno e il resto lo misero all’asta.”

“La nipote e suo figlio?!” si ritrova a chiedere Sam , guardando con attenzione la foto sulla parete che ritraeva accanto a Sarah, una giovane donna e un bambino.

“Marriot e suo figlio Henry. Henry Winchester. Nipote diretto di William e Sarah!”

“Henry Winchester!?” ripete Dean, decisamente colpito da quel nome.

“Sì!!” esclama quasi euforica la ragazza e quando si fa vicino a quel curioso ospite, inizia ad indicare anche altri personaggi.

Ma quello che fa, le persone che indica e i nomi che elenca, lasciano decisamente , i due fratelli senza parole.

“Nel 1906, anno in cui Mariott e suo figlio si trasferiscono qui, dopo la morte del marito di lei, Henry Winchester ha 8 anni. Dopo la morte di Sarah, va’ via con la madre e quando ha circa 20 anni si sposa e ha un figlio, che chiama John.” e a quel nome , Sam e Dean, non si guardano , ma i loro pensieri già agiscono all’unisono. “John Winchester , in età giovane, come si usava per quei tempi, prende subito moglie e diventa padre di Henry , stesso nome del nonno. E dopo aver conseguito con lode i suoi studi, seguendo le orme di suo padre, si sposa giovane anche lui , con l’altrettanto giovane Millie e si trasferiscono a Normal, Illinois, dove pare, Henry, dovesse approfondire i suoi studi umanistici. Anche se poi, nel 1958, di lui si perdono completamente le tracce, come se fosse stato inghiottito nel nulla.” dice mentre indica la foto di un giovane Herny e di sua moglie.

“Henry e Millie?!” sussurra Sam.
 

Mentre Dean ripercorre mentalmente, in pochi tragici e assurdi flash, quella che è la vera ragione della sparizione di Henry.

I due fratelli, ora, si fissano, interdetti. Confusi.


“Sì. Nell’anno 1954, Henry e Millie diventano genitori di John e….” e poi accade. Rose indica una foto.

Ed ecco Henry orgogliosamente sorridente, appena dietro le spalle di un John altrettanto felice. Nelle loro mani una palla e una mazza da baseball. La stessa dannata foto che Henry mostrò loro quando quel suo viaggio nel tempo lo portò a morire per mano di Abaddon.

Ma questo , quella ragazza non può saperlo, e continua con innocenza il suo resoconto storico della famiglia Winchester, ignorando di avere accanto a lei, la fine di quella discendenza.

Perciò, va avanti mentre Dean sembra pendere dalle sue labbra e Sam non riesce a staccare gli occhi dalle foto. “... ma come vi ho detto, di Henry poi si perdono le tracce e John cresce da solo. Da alcuni registri risulta che a 15 anni, parte volontario come Marines e dopo aver combattuto in Vietnam torna a casa e si trasferisce a Lawrence in Kansas. Lì, sposa Mary Campbell, figlia di Samuel e Deanna Campbell….” e Sam e Dean per un attimo restano senza fiato e poi si tranquillizzano, perché la ragazza è talmente presa dal racconto che non fa caso all’assonanza dei due nomi storici con quelli dei suoi due giovani interlocutori. “…. e con lei mette al mondo due figli ma di cui purtroppo non abbiamo certificati o foto. Sembra che un incendio in casa loro abbia ucciso Mary e fatto molti danni.” finisce con tono delusa. “Da quell’incendio, anche di John e dei due bambini non si hanno più tracce.” e ora, afflitta.

 

Danni???, decisamente ha fatto danni!” è il pensiero di Dean che invece ad alta voce dice: “Che peccato!” con un in solito tono sollevato.

Ma se Rose non ci fa caso, Sam ne percepisce il sottile sarcasmo.

Le nostre foto sono già negli archivi dell’FBI , ci manca solo che siano appese sul muro dei ricordi di una delle case più visitate d’America!!” è, invece, il pensiero del più giovane.

 

E mentre Rose sta per parlare di nuovo, un impiegato la richiama per dei problemi d’ufficio.

“Mi dispiace, devo andare. Magari ci vediamo dopo…. a cena!”

“Con piacere!” esclamano all’unisono i due. “Tanto anche noi, dobbiamo iniziare il nostro giro di controllo.” precisa Sam.

“Perfetto, ci vediamo dopo, allora!” e va via.

 

Una volta soli, Dean e Sam, finalmente si guardano. E anche se non riescono a dirsi niente, nei loro occhi e nelle loro espressioni decisamente sconvolte, c’è ogni emozione e sensazione riescono a provare in quel momento.

Loro, legati a quella casa. La storia di Sarah così simile a quella di John: inghiottiti dal soprannaturale per poter dare una spiegazione ad una dolorosa perdita.

“Sammy….” sussurra quasi a stento, il maggiore.

“E non è finita, Dean!”

“Cosa?….Rose ci ha appena spiattellato in faccia il nostro intero albero genealogico , morti e fantasmi compresi e tu mi dici “E non è finita, Dean!”??”

Sam accetta quella sibilata sfuriata del maggiore e poi lo invita a guardare alcune foto su quella parete e Dean è costretto a strabuzzare gli occhi.

Vede quelle due foto, quei due volti, ma la sua mente sembra quasi non credere che sia vero.

Ritorna a fissare suo fratello, che sembra sconvolto anche più di lui.

Poi di nuovo quelle due foto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


CAP. 2


Charlie, in quella più in basso.

e

Jessica, in una appena più in alto.

 

“Loro?….come?….quando?...” balbetta Dean senza metterci alcun senso in quelle domande.

Sam, si schiarisce appena la voce, anche se non riesce a smettere di guardare quei lineamenti che ha così tanto amato.

“Non lo so, ma ...” e si costringe a deglutire pur di riuscire a parlare di nuovo. “..ma Charlie ha viaggiato quanto e forse più di noi a causa della sua storia e per quegli assurdi giochi di ruolo . E ...lei….” e poi si ammutolisce, Sam.

“Jessica?!” sembra volerlo aiutare.

“Lei...prima che ci mettessimo insieme a Stanford.....mi disse che aveva fatto un viaggio con delle amiche. Ora capisco perché...ogni tanto mi ripeteva che “era destino”!”

“Sammy...” e questa volta c’è una triste compassione nel tono del maggiore.

“Ogni tanto , quando stavamo da soli e le cose andavano...sì , insomma, andavano bene, Jess, mi diceva “Winchester….era destino che ci...”...” e poi non riesce a finire. Dean non dice niente, ma gli occhi lucidi di Sam, parlano da soli.

“Ok!, fratellino. Veniamo a capo di questa cosa e andiamo via da qui. Non ho avuto tanti brividi in vita nemmeno....nemmeno quando Rowena mi ha trasformato in una bomba nucleare!” ed escono da quella stanza.

 

I due fratelli, ritornano nella loro camera e non possono fare a meno di percepire immediatamente il calo di temperatura che sentono , non appena rimangono fermi al centro della stanza.

“Lo senti anche tu?!” dice pacatamente Dean.

“Si gela qui dentro!” è la risposta del minore, che , circospetto, si guarda intorno.

Poi, senza pensarci due volte, e preparandosi già al richiamo del maggiore…

“Jessica ??!” dice e infatti Dean lo guarda più che perplesso. “Jess...” dice ancora e poi azzarda amareggiato un: “...amore, sei tu?”

E a quel punto, lo sguardo di Dean, da perplesso e timoroso, diventa dolcemente triste, perché comprende che Sam non ha mai dimenticato Jessica, non ha mai rimosso dal suo cuore, l’amore che lo legava a lei. E questo lo rattrista e lo fa anche infuriare, perché ripensa alla felicità che quel suo fratellino non può più avere.

“Sammy, non può….” sta per dire , quando Sam lo anticipa.

“Jessica, piccola , sei tu , vero?!” e in quel preciso istante lo schermo del pc di Sam, impatta violentemente contro la tastiera.

Dean lancia uno sguardo stranito al minore, mentre questi, invece, oltre a mostrare timore, sembra anche essere in un certo senso lieto di una tale possibilità.

Sam, decisamente ansioso, va al suo borsone e si mette a cercare qualcosa.

“Sammy, che stai cercando?!”

“Devo capire….io devo…..se lei….lei è….io devo...” e sembra decisamente isterico, come Dean non lo ha mai visto.

“Ok! Datti una calmata, adesso.!” dice, mentre cerca di fermare le mani che, nervosamente stanno tirando tutto fuori dalla borsa da viaggio.

“Noooo!” lo spinge via, Sam. “Dean, tu non capisci, io posso...”

“Cosa?, Sam!” lo riprende duramente. “ Tu puoi cosa??!! parlare con lei? avere un contatto con lei?”

“Si, Dean. Sì!!” sospira frustrato, mentre finalmente trova ciò che stava cercando. Una foto di Jessica, ormai ingiallita e rovinata. “Se è lei, voglio capire che ci fa qui. Perché è bloccata qui, quando invece , dovrebbe essere in pace!” spiega con rabbia.

Dean non replica. Come potrebbe ad una simile affermazione.

“Ascolta, Sammy...” rende con calma.

“No, Dean….” lo ferma con altrettanta calma, Sam. “Ascoltami tu. So che è morta, so che non la rivedrò mai più, che non sarò mai più felice come lo ero con lei, ma tu, tu fratello...” dice mettendo le sue mani sulle spalle del maggiore. “...tu, devi cercare di capirmi e se puoi... devi aiutarmi.” e i suoi occhi sono lucidi e supplichevoli e Dean non può fare altro che arrendersi.

“Lo sai che ti aiuterò e che ti starò accanto, sempre!” lo rincuora. “Ma come pensi….cosa pensi di fare?!” chiede esitante.

Sam si allontana solo un po’ dal fratello e guarda e si gira e si rigira la foto di Jess tra le mani. Poi si volta di nuovo verso il maggiore.

“Da quello che sappiamo, gli spiriti morti per mano di un Winchester o che siano comunque legati con la loro morte ad un Winchester , passano di qui per avere pace. Jessica , la sua morte è legata a noi, a me….e questa casa è come un magnete per lei e quindi mi ha attirato qui. Vuole pace , Dean.” dice, ed è di nuovo lucido e razionale mentre si espone con quelle parole.

Dean, lo guarda e non può non ammettere che il ragionamento del minore ha senso. Jess è morta perché decisamente legata ad un Winchester, ma a questo punto, lei, o meglio il suo spirito, non era stato il solo a richiamarli in quella casa. Non c’era solo la foto di Jessica su quella parete.

“Ok, fratellino. Se è come dici tu...” e mentre parla , va al suo di borsone e come il minore prima , anche lui lo mette sottosopra per cercare qualcosa e anche lui, ne tira fuori una vecchia foto. La mostra al fratello. “Posso capire Jess... ma lei? Charlie?!, noi...noi abbiamo bruciato tutto!” e poi guardandosi intorno. “Forse non è stata solo Jessica a richiamarci qui. Parte del messaggio l’ho ricevuto anche io.” gli ricorda. “Perciò...come mi spieghi l’eventuale presenza di Charlie?!”

“Forse…forse non è qualcosa di fisico che ci serve da bruciare per dare loro pace. Tutte le cose di Jess erano nell’appartamento che è andato a fuoco quella notte e con Charlie, come hai detto tu, ci abbiamo pensato noi. Quindi….” e pensa ancora. “..è qualcosa di diverso, qualcosa di cui loro hanno bisogno spiritualmente. Jess era l’amore della mia vita e Charlie, beh!, sappiamo entrambi cos’era lei per noi. E sappiamo in che modo era legata a te. ” gli ricorda il minore senza voler approfondire e ricordare a Dean che Charlie era morta pur di spedire quel messaggio con la decifrazione del codice di Nadia.

 

Questa volta è Dean a diventare pensieroso, quasi turbato. Guarda la foto che ha tra le mani, sente la pesante mancanza di colei che in quella foto è immortalata.

“Lei era legata a noi, la sua morte è legata a noi.” riflette a voce alta. “Forse quello di cui hanno davvero bisogno sono….” e respira a fondo e Sam, vede gli occhi del fratello farsi improvvisamente lucidi.

“Dean...” lo richiama cautamente.

“ ...forse quello che serve... sono delle scuse da parte nostra e forse perdono da parte loro.” considera amaramente.

Sam, si siede accanto al fratello ed entrambi fissano quei volti ingialliti.

“Potrebbe Dean, potrebbe.” ammette , già in colpa, Sam.

*******

Una volta messi in ordine i loro pensieri , i due fratelli, capiscono che la cosa più logica da fare è rivolgersi all’unica che conosce la vera e intera storia della Winchester House.

“Rose?!” la chiama Dean, affacciandosi appena all’ufficio della responsabile.

“Ehi!!, scusatemi, ma non credo di farcela per cena. Ho dei problemi con i fornitori, che devo risolvere il prima possibile.” si scusa in anticipo.

“Beh!! no, in realtà non è per la cena che siamo qui!” la rassicura, più o meno, Dean.

“Ohw!!...problemi con qualcuna delle stanze?!”

“Più o meno!” azzarda Sam.

“Con qualche ospite?!” insiste lei.

“Probabilmente!” rispondono insieme.

“Ok! Ditemi che succede!?” li spiazza Rose, quando nota quello sguardo alla Stanno per sputtanarci, dacci una mano!”

I suoi fratelli lo avevano uguale quando avevano combinato qualcosa e lei doveva coprirli con i loro genitori.
 

“Avremmo bisogno di sapere qualcosa di più su Sarah e su quello che…..” inizia Dean, entrando nello studio, mentre Sam lo segue e si chiude la porta alle spalle.

“...faceva?!” conclude lei per lui.

“Sì!” risponde Sam. “E soprattutto dobbiamo sapere cosa faceva per dare pace agli spiriti!” specifica.

“Dare pace agli spiriti?!” replica lei, socchiudendo appena gli occhi. “Andiamo ragazzi, non mi dite che credete a quelle storie!?” ironizza anche se è palese che vuole nascondere che anche lei ci crede.

“Diciamo che siamo di mente molto aperta.”

“Ok! Diciamo che lo siete, ma questo cosa c’entra con il lavoro che siete venuti a fare qui, per le infrastrutture?!”

E a quella domanda i due fratelli, deglutiscono e Rose legge un più che chiaro imbarazzo sui loro volti colpevoli.

“Niente ufficio infrastrutture, suppongo!” azzarda , allora.

“No!”

“Un qualche giornalino di notizie soprannaturali strane?!” prova ancora.

“No, per il giornalino almeno.” risponde Dean.

“O per favore!!” esclama sbalordita. “Sul serio? Siete dei tipi alla Ed e Lorraine Warren?”

I due si sorprendono per quel paragone così insolito.

“A dire il vero, noi non ci fermiamo ai soli esorcismi di spiriti….diciamo che la nostra vita è un po’ più incasinata della loro!!” riferisce Dean con un mezzo sorriso.

“Ascolta Rose...” e a questo punto Sam decide di passare al dunque. “Abbiamo bisogno di sapere delle cose che solo tu puoi dirci. Come riusciva Sarah Winchester a dare pace agli spiriti che si rivolgevano a lei?” chiede con decisione e quando lei gli vede una sorta di supplica in quella decisione, cede.

“Da quello che so, che ho letto da alcuni registri di Sarah o alcuni vecchi diari, lei , dopo essere entrata in contatto con lo spirito ...inquieto...” accentua appena. “...faceva in modo di costruire il luogo o la stanza in cui la morte aveva colpito quella persona che poi si presentava a lei in forma di entità.”

“Cioè...” la interrompe Dean. “Se io morissi in uno streap-club, il mio spirito inquieto chiederebbe a Sarah di costruire una stanza con tanto di palco e palo per la Lap-dance?” chiede senza sorprendersi del modo perplesso con cui sia Rose che suo fratello lo guardano.

“Ok! Ignorando il tuo esempio, sì. In effetti è quello che accadrebbe o per lo meno ...è quello che Sarah diceva accadeva a lei.” replica la ragazza.

Poi, Sam si fa avanti e mostra a Rose le due foto. “Hai mai visto o per lo meno ricordi queste due persone da quando lavori qui?!”

Rose prende le due foto e le guarda con attenzione. “Io….” schiocca un attimo le labbra , indecisa. “Sì….sì, cavolo , sì!!” dice poi.

“Sul serio?!” interviene Dean.

“Lei venne qui con un gruppo di amiche...2001/2002 credo.” dice, indicando la foto di Jessica. “Non ricordo il periodo giusto, ma ci saranno di certo i registri se vi serve la data precisa.”

“No, in effetti non è la data che ci serve.” fa ancora Dean, mentre Sam, non riesce a dire niente. “E lei?!” chiede, poi, di Charlie.

“Lei era qui con un altra ragazza. Una alla Scarlett Johansson, ma che andò via il giorno dopo. Era solo qualche anno fa e al mio posto c’era ancora mia madre, che adesso è in pensione. Mi ricordo che ci disse di essere qui per un controllo delle...” e poi ripensando a quella causale, la collega alla scusa dei due di fronte a lei. “...infrastrutture!” conclude sospirando delusa dalla oramai evidente bugia.

“Che fantasia!!” ironizza leggermente imbarazzato Dean, ricordando il periodo da cacciatrice in solitaria della giovane amica.

“Cos’è? Lavoro di famiglia?!” chiede retorica.

“Non puoi immaginare quanto!!” sussurra comunque Sam.

“OK! Ora basta. Non vi dirò altro se ora , voi, non direte qualcosa a me.” e questa volta è decisamente autoritaria in quella sua richiesta.


Dean e Sam si guardano e poi quasi contemporaneamente, mettono mano ai loro cellulari.


“Qualche giorno fa abbiamo ricevuto queste...” e mostrano alla ragazza i messaggi. “Le coordinate per arrivare fin qui.” precisa Dean.

“E con questo?!” fa incerta, lei.

“Di solito, quando qualcuno ha bisogno del nostro aiuto è così che ci contatta!” le risponde Sam.

“Vi contatta per fare cosa? Date aiuto di che genere?!”

“Hai presente i Ghostbusters?!” dice sorridendo appena, Dean, mentre Rose annuisce un attimino intimorita. “Beh!...noi siamo la versione moderna e aggiornata, con tanto di specialità in più!”

“Non solo esorcismi di spiriti!” sussurra ricordando quello che si sono detti prima e i due fratelli annuiscono. “ Quindi fantasmi….veri, eh?” ripensando con razionalità alla storia di quel posto.

“Sì.” dice Sam.

“Sul serio?” chiede ancora come se non volesse crederci ancora.

“Decisamente , sì!” conviene Dean.

Rose si alza dalla sua sedia e si guarda in giro confusa. “Quindi quei rumori che si sentono….”

“Non sempre possono essere dei lavori della manutenzione!” dice Sam.

“E le porte che si aprono o si chiudono….”

“Ci starei alla larga!” suggerisce Dean.

“E se ti capita si sentire improvvisamente freddo...” l’avverte Sam.

“Chiuditi in camera, fa un cerchio di sale e restaci dentro fin quando il freddo non va via!” conclude il maggiore.

“Oddio!!” sospira frustrata la ragazza. Poi guarda i volti per niente incerti dei due ragazzi. Drizza le spalle e decide. “Che vi serve?!”

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


CAP. 3

 

“Che vi serve?!”

“Loro...” inizia Sam, indicando le due foto. “...dovrebbero essere in pace. Invece qualcosa ha attirato qui i loro spiriti e hanno trovato il modo di contattare noi.”

“Ma chi sono?!” chiede istintivamente, Rose.

Ed è Dean che risponde, perché sa che è meglio che lo faccia lui.

“Lei si chiama ...si chiamava Charlie, ed è stata come una sorella per noi. Per quanto le è stato possibile si è sempre presa cura di noi, ci ha sempre aiutato, fregandosene del casino in cui ci fossimo trovati.” sono le parole sincere e sentite che proferisce per l’amica. “Lei….” e non riesce a non lanciare uno sguardo veloce al fratello. “..lei si chiama Jessica. E’...” e si corregge , in colpa. “Era…. la fidanzata di Sam!” finisce quasi sottovoce, per poi, ritrovarsi a guardare di nuovo gli occhi affranti dell’altro. “E’ morta in un incendio circa 12 anni fa. Charlie, invece, è morta quasi 3 anni fa. Vogliamo capire perché...sono qui!” le dice evitando di spiegare il perché di un simile legame con quella casa e soprattutto con loro.

Rose si sposta verso l’archivio dei vari registri di chi aveva soggiornato e a ritroso, cercando tra le varie schede e registrazioni arriva ai due nomi che le servono: Jessica Moore e stranamente, almeno per i due cacciatori, Charlie Bradbury.

“Ha usato il suo nome?!” si ritrova a chiedere Sam.

“Già!!!” mentre fa spallucce. “La ragazzina ne faceva di cose strane!! E poi non era esattamente il suo nome, no?” e Sam annuisce.

“Ok!” interrompe quel loro scambio, la ragazza. “Queste sono le due stanze assegnate all’epoca del loro soggiorno. Ma la cosa strana sono queste annotazioni…. qui a margine!” dice mostrando ai due l’appunto scritto di pugno da Sarah Winchester.

 

La stanza 101 e la stanza 1021, una volta bonificate dovranno essere chiuse con i sette chiodi di protezione e non dovranno più essere assegnate poiché già destinate ai nuovi ospiti futuri.”.

 

“Bonificate?!” fa stranito Sam. “Che significa?!”

“Era il modo di Sarah per far intendere che lo spirito aveva trovato pace e che la stanza era vuota e poteva essere ...riassegnata!” spiega lei.

“ Un attimo!! la stanza 1021?!” domanda stranito Sam, dato che è un numero decisamente alto come numero di stanza.

“Sì, in effetti è strano, perché l’edificio non ha di certo 10 piani. Io credo che il numero abbia un qualche significato...non so...data la situazione….abbia un significato mistico!!” da come spiegazione, Rose.

“E la cosa dei sette chiodi?!” chiede Dean.

“Sì!!, Il sette , ha una forte valenza mistica e una volta che la stanza veniva terminata seguendo le istruzioni di Sarah e che lei fosse sicura che lo spirito vi soggiornava, la porta veniva chiusa , puntellandola con sette chiodi di ferro. In questo modo lo spirito non poteva andarsene in giro, ma era costretto a restare lì dentro fin quando non raggiungeva definitivamente l’aldilà!”

 

I due fratelli sono decisamente straniti e colpiti dalla storia. Tutto era plausibile, perfino i sette chiodi ferro, ma cosa centravano Jessica e Charlie con quel soggiorno forzato?

Come poteva , Sarah Winchester, aver già designato a Charlie e Jess quelle stanze?

Che avesse avuto anche poteri di premonizione? Che già all’epoca, l’anziana trisavola sapesse di ciò che sarebbe accaduto e quindi aveva già “allestito” le camere?

Troppe domande. Troppe ipotesi. Troppe eventualità possibili o impossibili.

L’unica cosa certa è che loro sono lì e che c’erano state anche Jess e Charlie e dovevano capire perché.


“Dove si trovano queste due stanze?!” chiede Dean.

Ora è il tempo di passare ai fatti. Basta parole e teorie.

E Sam annuisce in accordo.

Rose va verso un cassetto e cerca tra le chiavi al suo interno quelle con assegnate una targhetta specifica: 101, 1021.

“La 101 è al piano terra, appena dietro il giardino d’inverno.”

“Un giardino di inverno in mezzo a delle camere?!” chiese stranito , il biondo.

“Vuoi davvero parlare di logica in questo posto, Dean?!” lo riprende Sam , accettando la chiave della stanza, da Rose.

“Già, lasciamo perdere!” conviene, mentre lui prende l’altra chiave! “E io, dove vado?!” chiede facendo tintinnare la chiave alla sua targhetta.

“Ala ovest, sali tre piani, ti ritroverai davanti ad una porta ad arco, oltrepassala e scendi di un piano; percorri il corridoio fino in fondo. A destra c’è una porta, aprila e scavalca il muretto. Infilati nella seconda finestra a sinistra, scendi le scale e attraversa la stanza dei camini. Appena fuori, gira a destra, e dopo aver superato la biblioteca, ti troverai di fronte ad una balconata, oltrepassala e infilati nel corridoio di sinistra. La 1021 è la prima stanza sulla destra.” finisce di spiegare con quella che sembra semplicità. “Dean?!” lo richiama la ragazza, quando nota lo sguardo perplesso del ragazzo.

“Ehi, amico?!, ci sei?!” si accoda Sam.

“No, in verità mi sono fermato a : apri la porta e scavalca il muro.” risponde decisamente confuso.

“Ok! Ti ci accompagno io!” si arrende Rose.

 

Quando Sam giunge davanti alla porta su cui c’è affissa la piccola targhetta con il numero 101, il suo cuore inaspettatamente perde un battito, perché non sa cosa troverà al di là di quella porta e soprattutto non sa chi ci troverà.

Infila la vecchia chiave nella toppa e gira. Fa appena un passo nella stanza e ciò che vede, lo lascia senza parole, quasi atterrito.

Ciò che vede è l’esatta ricostruzione dell’appartamento, o per lo meno la camera da letto, in cui lui e Jessica vivevano: il letto attaccato al muro, i due comodini pieni di libri suoi e bigiotteria di Jessica. Il settimino dei loro vestiti, lo sgabello e il cavalletto con su l’ultima tela che Jess stava dipingendo prima che lui partisse con Dean per cercare suo padre, la lampada nell’angolo accanto alla finestra, la libreria sotto alla seconda finestra, quella di lato al letto. Ogni minimo particolare di quella stanza era esattamente come lo ricordava essere di quell’ultima sera che c’era entrato; perfino….

Perfino il piatto di biscotti e il biglietto con su scritto “Mi sei mancato. Ti amo” Meccanicamente prende uno di quei biscotti e lo assaggia e per quanto quel ricordo così reale e concreto gli scaldi il cuore, la sua mente, in quello stesso istante mette a fuoco in quale esatto momento si ritrova.

Sam deglutisce mandando giù il dolce di quel biscotto divenuto stranamente amaro e con timore , alza lentamente gli occhi al soffitto e la vede: Jessica, il volto contorto dal dolore e dalla morte. Il ventre sporco di sangue e poi, subito dopo, esplode l’incendio.

Istintivamente il giovane grida un doloroso e disperato “No!!” e altrettanto istintivamente si porta le braccia a coprirsi il volto dalle fiamme e si accascia, accoccolandosi al suolo come per sfuggire al forte calore che sta per raggiungerlo.

Stringe gli occhi, non riesce a muoversi e quindi aspetta che le fiamme lo investano. Ma non succede.

No!

Resta lì immobile , in attesa, fin quando, tutto ciò che sente è una docile pressione su una spalla.

Sussulta appena, si muove ancora meno. Non si è mai sentito così terrorizzato in tutta la sua vita e non si spiega nemmeno perché. Ma poi, soffia via dai polmoni quella paura che lo sta immobilizzando e piano si costringe a parlare.

“Jessica?!” sussurra senza ancora alzare la testa da quella sua posizione di protezione.

Niente.

“Jess, sei tu?”

 

“Sì, amore mio!” è la semplice risposta che ottiene.

 

Riconosce quel tono dolce. Riconosce la voce gentile. Riconosce l’inflessione del suo accento. Riconosce perfino il suo odore, quello che respirava ogni notte , direttamente dalla sua pelle, prima di addormentarsi.

Riconosce Jessica. La sua Jess.

 

****************

 

Dean lascia che Rose gli faccia strada in quel labirinto di finestre finte, porte sul nulla e muri da scavalcare per entrare in stanze sempre più strane.

“Sicura di sapere dove stiamo andando?!” chiede comunque.

“Ehi! Ci sono cresciuta qui dentro. Anzi, a volte mi spavento per quanto conosco questo posto assurdo!!” è la risposta che riceve , il cacciatore.

E dopo un altro paio di corridoi, Rose, si ferma.

“Che succede?!”

“Infondo a questo corridoio. La porta sulla destra. Quella è la stanza 1021!” dice indicandola solo con l’indice.

“Ok! Resta qui, anzi, no. Ritorna al tuo ufficio. Qui me la sbrigo da solo!” le dice, rassicurandola, quando vede sul viso della ragazza una sorta di paure a stento trattenuta.

“E come farai a ritornare indietro!?” si preoccupa comunque, lei.

“Tranquilla!” fa lui. “Mai letto Pollicino?!” le domanda , spiazzandola, mentre le suggerisce di guardare il pavimento.

Rose segue quello strano suggerimento e nota che lungo tutto il corridoio ci sono delle caramelle , no!!, sono degli M&M’s. “Tu hai...” e indica le palline colorate sul pavimento.

“E già!! I vecchi trucchi funzionano sempre.” risponde innocente, mentre le fa l’occhiolino e si avvia alla porta e alla stanza che lo aspetta. “Va’ via, ora. Non lo so che cosa c’è lì dentro e ti voglio il più lontano possibile da qui.”

La ragazza obbedisce perché questa volta il tono di Dean era decisamente serio.

“ Rose?” la richiama.

“Sì?”

“Se io e Sam non dovessimo più farci più sentire o vedere, ma la nostra macchina dovesse rimanere lì dov’è, beh!!, vuol dire che qualcosa è andato storto e ...”

“E cosa dovrei fare io, allora!?!” chiede tanto spaurita quanto confusa.

“Esci da questa casa più in fretta che puoi, sali sulla mia macchina, lì sarai al sicuro. Chiama questo numero e fa’ qualsiasi cosa ti venga detta.” riferisce mentre le passa un bigliettino. La ragazza lo prende e legge.

“Jody Mills.”

“Fidati di ogni cosa lei ti dica. Ora va’!!” e anche lui si appresta ad aprire la porta della stanza, mentre Rose scompare tra i corridoi della Winchester House.

 

“D’accordo Casper!” sussurra Dean alla porta che apre lentamente. “Che tu sia Charlie o meno...come si dice….vengo in pace!” ironizza per esorcizzare la tensione che comunque sente. “Ma se vuoi fare il duro , beh!!, io sono uno di quelli che può farti facilmente il culo!” e ormai la porta è aperta e ciò che Dean si ritrova davanti , lo lascia senza parole.

La camera di un motel. No, il bagno di un’anonima stanza di motel.

Dean si ritrova di fronte ad un lavandino, la tazza del water. Alla sua sinistra una vasca bianca con la tendina a linee colorate tirata a metà. Una luce fioca proviene dalla piccola finestra alla sua sinistra.

Poi la sua mente mette a fuoco quel posto, i colori rosa cangianti delle mattonelle. Quella maledetta vasca in cui ritrovarono Charlie, dopo che quel maledetto psicopatico di Eldon Stein la uccise. I suoi ricordi , autonomamente , ridipingono sadicamente quella stanza con ogni macchia di sangue che che la imbrattava quella tragica sera. Perfino il coltello ritorna a giacere di nuovo accanto al marmo della vasca.

E per un attimo, uno solo , a Dean, pare perfino di rivedere il corpo senza vita dell’adorata sorellina acquisita.

“Charlie!!” sussurra e istintivamente si ritrova a provare il dolore di quei momenti tanto assurdi quanto tragici. Chiude gli occhi. Appoggia la mano al bordo della vasca, ignorando la presenza di quel sangue vero o finto che fosse. “Sei tu?”

 

“Certo che sono io, stronzetto!!” fa una voce alle sue spalle.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


CAP. 4

Sam alza la testa timoroso. Ha quasi paura di rivolgere lo sguardo a quella voce che gli è mancata come l’aria e anche se da anni lei non c’è più, giorno dopo giorno si è costretto ad ignorare quel senso di apnea che ha continuato a sentire in fondo all’anima.

“Sam!” lo chiama, la presenza. “Sam...guardami. Guardami, amore mio!” e solo quando quelle parole così dolci gli accarezzano le orecchie e il cuore, il giovane cacciatore si convince a guardare.

E la vede. Bella come ricorda. Il viso dolce come dolcemente lo guardava ogni volta che si vedevano. Il sorriso amabile che gli rivolgeva ogni volta che lui le si mostrava timido e insicuro. Le sue mani piccole e affusolate. Quelle stesse mani che adorava stringere tra le sue e che nella notte, quando a volte, gli incubi lo affannavano, pronte gli portavano conforto.

“Jess!”

“Sì, Sam. Sono io.” lo rassicura.

“Amore...” fa il giovane tirandosi su lentamente, timorosamente mentre le mani di Jessica sembrano volerlo aiutare. “...ma come? Perché???…..Perchè sei qui? Perché non sei...in pace?!” chiede con un velato senso di colpa che si manifesta con un amaro: “Mi dispiace...mi dispiace. Dio!! amore mio, quanto mi dispiace!”

“Lo ero. Io ero in pace, Sam. Ma qualcosa mi ha portato qui. Mi ha riportata indietro. Tu...tu, Sam, mi hai riportata indietro!” lo spiazza decisamente.

Sam strabuzza gli occhi. Incredulo.

“Come….io?”

“Amore mio. Tu continui a sentirti in colpa per la mia morte!” cerca di spiegargli la presenza amata.

“E’ colpa mia, Jess. Sei morta perché io sono partito, perché ti ho lasciata sola e Brady...” diventando furioso al solo nominare il finto amico. “...lui ha potuto...lui ti ha uccisa!” ammette con doloroso astio. “Non sarei dovuto andare via. Non avrei dovuto seguire Dean.” dice ancora.

“Incolpi tuo fratello Dean per essersi presentato alla nostra porta?!” sembra volerlo provocare.

“No! No….lui non ha colpa. Lui era spaventato e preoccupato per la sparizione di papà. La colpa è mia per averti lasciata da sola. Avrei potuto dirti di andare da una amica, di non stare da sola.” dice e prende fiato, come se avesse messo in ordine altri pensieri, altre consapevolezze. “Jess...io ho sempre saputo cosa c’era là fuori, nel buio. E quando Dean è venuto a casa nostra , quella notte, avrei dovuto sapere che quel buio mi stava raggiungendo di nuovo e che se raggiungeva me, avrebbe raggiunto anche te e quindi avrei dovuto ...”

“Fare cosa, Winchester?...mettermi sotto una campana di vetro?” gli suggerisce seria.

“Jess...”

“Brady o qualcun altro come lui, mandato da chi mandò lui, avrebbe trovato il modo di mandarla in frantumi.”

“No, se io fossi stato lì con te!” quasi urlò Sam, frustrato da quella sorta di convincimento a cui vuole piegarlo il fantasma.

Jessica sospira profondamente, quasi come se respirare per lei fosse ancora una cosa naturale, ma vedere lo struggimento in quello che fu il suo grande amore, le fa comunque male.

“Sammy….amore mio.” lo richiama amorevolmente. “Mi conosci….mi hai sempre conosciuta molto bene e sai che difficilmente io avrei accettato di essere una di quelle ragazze “io sto zitta, parla l’uomo!”!!”

“Oddio!! No...decisamente non sei tu e non lo saresti mai stata!” replica sorridendo , Sam.

“E allora, per quanto tempo credi che tu, anche aiutato da Dean, avresti potuto cambiare il mio destino?!” domanda sconvolgendolo definitivamente. "Il tuo destino!" asserisce dolcemente severa.

E in quel momento di sconcerto, nella mente del giovane, miriadi di flash davano sostanza a quel semplice suggerimento dell’eterea presenza. Se Jess non fosse morta, lui non avrebbe seguito Dean. Insieme a lui, non avrebbe salvato altre vite, non avrebbero trovato John. E John non avrebbe potuto salvare la vita di Dean e lui non avrebbe avuto quel legame così forte con il maggiore e ancora ancora ancora, fino all’Apocalisse, Lucifero , Amara e tutto il resto.

“Jess...eri così giovane. Morire non è stato giusto. Avrei guadagnato tempo! Mi dispiace...”

“Sarebbe stato un sopravvivere e non un vivere, per me, Sammy!”

“Amore...” la richiama amareggiato.

“Smettila di sentirti in colpa per me, Sam Winchester. Io non ti do la colpa della mia morte, non dartela tu. Dammi pace, amore mio. Dammi pace!” e questo glielo disse quasi con un tono stanco.

Sam, colpito da quella richiesta così sentita, chiude gli occhi e sembra che se la stia imprimendo nel cuore perché è sul cuore che si porta la mano. Perché è sul cuore che l’incorporea mano di Jess è poggiata.

“Ti amo, Jessica Lee Moore. Ti ho sempre amata e ti amerò per sempre!” sussurra, guardandola negli occhi, con quella dolcezza e quell’amore che Jessica ricorda perfettamente. E sorride. Gli sorride.

“E io amo te, Samuel Winchester. E ti amerò per sempre.” e mentre pronuncia quella promessa, una luce soffice e delicata l’avvolge.
Poco dopo un forte tonfo fa tremare la camera, mettendo in allarme il cacciatore. Subito dopo, una calma quasi surreale.

Sam, socchiude gli occhi a quella luce e ancora intimorito da quella sorta di terremoto ma quando riesce a mettere di nuovo tutto a fuoco, è da solo nella stanza.

Si guarda intorno. Dovrebbe sentirsi triste, affranto.

Invece , sospira sollevato, perché sente che tutto ciò che gli ha lasciato Jessica è ancora nel suo cuore, dove poco prima c’era la sua mano.

Così, recupera le chiavi della stanza e si avvia all’uscita.

Fuori riconosce alcune voci che si allarmano su una improvvisa scossa. Ma non ci bada, perché lui sa.

Quando prova a richiudere la porta , però, non ci riesce. È come se qualcosa bloccasse la chiave nella toppa.

 

“E’ inutile insistere, signore!!”

 

Sam si volta di scatto e si ritrova lo sguardo serio e compìto di August a fissarlo.

“Io….io volevo richiudere la stanza.”

“Naturalmente!” conviene educatamente, il maggiordomo. “Ma come le dicevo poc’anzi: è inutile. Una volta che la stanza è, come dire, libera, la porta non si chiude, in attesa del prossimo….ospite!” sembra quasi suggerire ironico, tendendo la mano verso il giovane , richiedendo così la restituzione della chiave.

Sam gliela consegna e fa per andare via.

“Se cerca il suo…..collega..” dice alzando le sopracciglia e cavolo!, se è ironico adesso. “..credo che lui non abbia ancora finito il suo...colloquio nell’altra stanza. Ma confido che lo sarà ben presto!” e dopo aver accennato un ossequioso inchino, si defila in uno del tanti corridoi.

 

************

 

Dean si gira di scatto quando quel saluto così familiare lo sciocca e , istintivamente, lo fa rabbrividire.

E quando è completamente voltato, il viso sorridente di Charlie lo investe in pieno lasciandolo senza fiato.

“Ciao Dean!” è il saluto di quella che fu una più che cara amica.

“Ciao...ragazzina!” risponde il cacciatore. “Allora? Fai la nerd anche dal mondo degli spiriti?” si ritrova a chiedere. “Cos’è? La tariffa post-mortem era talmente conveniente che non hai resistito e mi hai chiamato?”

“Dio!! come mi è mancata la tua ironia. Tu..mi sei mancato!” ammette lo spirito.

Poi, gli sorride più docilmente, perché vede il volto del cacciatore che ha sempre considerato come suo fratello maggiore e per cui è morta senza nemmeno pensarci, farsi serio. No! Farsi triste.

“Charlie….”

“Per favore Dean!!” lo ferma lei. “Se solo provi a dire “mi dispiace!” giuro che ti prendo a calci in culo. Fantasma o meno!!”

“Ma è stata colpa mia, Charlie. Quello che mi stava capitando in quel periodo. Il marchio. La ricerca di qualcosa che potesse annullarlo. Quello che il suo potere mi stava facendo diventare anche senza essere un demone!!” cerca di spiegarsi. “Tutto….tutto quello schifo si è abbattuto su di te. Tu hai pagato un prezzo che non avresti dovuto pagare, ragazzina!” confessa amareggiato e in colpa.

“Ed è per questo che dicesti a Sam che avresti voluto vedere lui su quella pira in fiamme?!” colpisce la presenza.

Dean strabuzza gli occhi.

Bene! Perfetto!! Ora si sente in colpa , di nuovo, anche per quello!

“Come...come fai...a….” balbetta.

“Davvero, Dean?” replica ironica. “Davvero avresti voluto Sam morto?!”

“Charlie, io non ero lucido e Sam questo lo sa.” prova a giustificare quelle parole. “Sono stato uno stronzo a dirle? Sì.” dice ancora. “Certo che si, ma Sam...Sam lui sa che io mai e poi mai avrei…..”

“Certo che lo sa. O non avrebbe ignorato l’eventuale conseguenza...” lo ferma accentando su quell’eventuale conseguenza. “..che poi si è rivelata essere Amara.”

“Wow!! sai anche di lei!?”

“Ehi!!?” fa lei orgogliosa. “Ero una tipa in gamba in vita. Sono una tipa straordinaria da morta. Ho imparato presto i trucchetti dell’aldilà.”

“Vuoi dire che tu...tu ..”

“Che vi ho tenuto d’occhio?” e Dean annuisce soltanto. “Cavolo!! certo che sì, stronzetto!!”

“Allora hai visto anche le maree di stronzate che ho fatto dopo, la scia di sangue che mi sono lasciato dietro, il dolore che ho causato, il casino che è successo dopo che il marchio mi è stato portato via!” prova a dissuaderla dal guardarlo comunque con ammirazione.

“Sì e ho visto anche che non hai battuto ciglio quando Rowena ti ha fatto diventare un bomba atomica angelica. Non hai esitato. Hai messo al sicuro i tuoi amici. Hai affidato tuo fratello ad un angelo e hai fatto ciò che andava fatto!” e questa volta , quelle parole sono dette con dolcezza e orgoglio. “ E poi quello che hai passato con la ritirata di tua madre. Oddio!….” fa poi quasi come se in quel momento stesse rivivendo il dolore e la frustrazione dell’amato amico. “...quello che hai dovuto provare dopo la morte di Castiel, la scomparsa di Mary!” e tace quando vede Dean irrigidirsi. “Quello che ancora stai sopportando per tutti quei vicoli che continuano a rivelarsi ciechi.”

“Mi fai sembrare più forte di quanto io mi senta, Charlie!” ammette in imbarazzo , il cacciatore.

“Lo sei, Dean. Sei forte e lo sei a tal punto che finalmente hai ammesso anche con Sam che hai fede. Perciò, testone di un cacciatore testone: Ammetti anche con me e a te stesso che la mia morte non è colpa tua!”

Dean scuote il capo. Proprio non ci riesce.

“Dean...”

“Charlie, no. Tu non dovevi….e io ...io...”

“Ti senti come se avessi fallito!”

“So di averlo fatto!”

“La colpa è stata mia, Dean!” ammette allora lo spirito con tono deciso.

“Nooo!!” quasi le urla Dean.

“Sì, invece. E’ vero che Sam mi aveva reclutata ma mi aveva anche ordinato di non muovermi da dove Castiel poteva proteggermi e io invece sono andata via. Di nascosto. In quel motel potevo uscire da quel bagno e consegnare tutto a quello Stein, prendere tempo con lui per dare tempo a voi di arrivare e invece ….”

“Charlie, no!!” e ora è quasi una supplica quella di Dean.

“Ho fatto le scelte che ritenevo giuste. E le ho fatte perché sapevo che tu meritavi una via di salvezza.”

“Non a costo della tua vita!” replica dolorosamente il cacciatore.

“Il mio non è stato un sacrificio, Dean. Ma un dono, a te.”

“Ti prego...” e se quelle parole devono confortarlo, hanno invece l’effetto opposto.

“Ero sola prima di trovare te e Sam. Siete diventati miei fratelli. La mia famiglia. Tu mi hai protetto in ogni modo possibile, ma non tutti possono essere salvati, Dean e tu questo lo sai.”

“Dovevo salvare te!” ammette quasi con rabbia.

“E invece io ho salvato te perché tu potessi salvare il mondo da Amara. Come mi hai insegnato tu: ho guardato al bene più grande!” gli ricorda senza presunzione.

Dean sospira e quando guarda Charlie non ricorda di averla vista mai più serena di come la vede in questo momento.

“Charlie..” la chiama e non sa nemmeno perché.

“Non ho niente da rimproverarti Dean. Tranne il fatto che non vuoi darmi pace!”

“Cosa?!” chiede in un sussurro. Incredulo.

“Perchè credi che io sia qui, scemo?!….continui a darti la colpa per quello che mi è successo e a volte lo fai senza nemmeno rendertene conto. E’ come un pensiero che di tanto ti torna in mente e riprende a tormentarti e tormentando te, tormenta me.” lo spiazza del tutto.

“Non volevo...non sapevo ….non pensavo...” biascica in imbarazzo.

“Mi vuoi bene, Dean?!”

“Sì. Lo sai che te ne ho sempre voluto e che te ne vorrò sempre!” dice senza nemmeno pensarci perché la verità non ha bisogno di indecisione.

“Allora dammi pace e datti pace, amico mio!” chiede con dolcezza e Dean non può che annuire e obbedire. Finalmente!!

La mano della ragazza si alza verso il viso del cacciatore come a volerlo accarezzare e Dean chiude gli occhi, sperando con tutto il cuore di poter sentire quella carezza.

Quando si accorge che quel tocco non arriva, apre di nuovo gli occhi e con tristezza si rende conto di essere solo. Un momento e uno scossone fa tremare lui e tutto ciò che lo circonda. Un attimo dopo e tutto sembra essere di nuovo calmo e pacifico.

“Ci vediamo ragazzina!!” sussurra a quel vuoto che ora non è più sicuro essere davvero….vuoto!!

Respira un paio di volte e va verso l’uscita, quando recupera la chiave dalla tasca del giaccone e prova a chiudere la porta, sussurra un paio di imprecazioni perché quella dannata porta non si chiude.

Poco lontano da lui qualcuno grida al terremoto. Ad una scossa di assestamento.

 

“Non può chiuderla, signore!!” fa la voce di August, alle spalle del cacciatore che sobbalza appena, preso alla sprovvista.

“Ma che ca…”

“Mi dispiace averla spaventata, signore, ma come dicevo al suo collega qualche minuto fa, una volta che la stanza è, come dire, libera…..la porta rimane aperta.” spiega con aria austera.

“Ohw!! sì...sì...la stanza è libera!” dice guardando all’interno e provando un pizzico di malinconia. “Ha detto che il mio ...lui….”

“Si, signore. Lui ha lasciato la sua stanza poco più di dieci minuti fa e credo che la stia cercando.”

“E’ una parola!” esclama perplesso Dean, al solo pensiero di doversi addentrare in quel groviglio di corridoi , porte e finestre. Anche perché di M&M’s per terra non ne vede più.

“Posso capire il suo disagio, ma se segue questo corridoio e gira sempre a sinistra nei prossimi tre, mi creda, lo troverà. La stanza è la grande biblioteca.” dice mentre indica la strada da prendere.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** EPILOGO ***


EPILOGO

 

Quando finalmente i due fratelli si incontrano in quella che è davvero una grande biblioteca, per qualche momento non si dicono niente. Si guardano. Il modo in cui lo fanno, spiega meglio di mille parole che ciò che doveva essere fatto è stato fatto. Scuse, perdono, pace.

“E’ andata via , Dean!” dice semplicemente Sam.

Dean annuisce comprensivo. “Stai bene, fratellino?!”

Sam respira lentamente e gli sorride appena.

“So che può sembrare strano, ma sì. Sì, Dean , sto bene. E tu?” chiede poi, volendo notizie su ciò che anche il maggiore ha affrontato.

“A quanto pare, sono un idiota che continua ad addossarsi colpe che non ha!” ironizza al suo solito modo.

“E ci voleva uno spirito dall’aldilà per fartelo capire, fesso?!”

“Ehi!! non ti ci mettere anche tu, stronzetto!” lo riprende bonariamente, il maggiore. “Ok! Qui , oramai, almeno per quello che ci riguarda, è tutto a posto. Quindi vediamo di togliere le tende al più presto!!”

“Ti seguo. Andiamo via di qui subito!!”

 

Sam e Dean raggiungono la loro stanza e prendono velocemente le loro cose. Si avviano all’uscita principale, quando vengono raggiunti da Rose.

“Ehi, ragazzi!! andate via?” chiede sorpresa.

“Sì, bellezza. Le camere sono libere e quindi...”

“E’...è tutto ok?!” azzarda ancora.

“Per il momento sì. Ma questa è Winchester House e dire “tutto ok” mi sembra un tantino azzardato!” scherza, nemmeno tanto, Sam.

“Già. Lo capisco!” conviene Rose. “Però….”

“Però?” fanno i due fratelli , all’unisono.

“Quello che è successo, ragazzi, è assurdo. Fino ad ora ne avevo solo sentito parlare, che Dio mi aiuti, c’avevo anche creduto, ma …..oddio!!, trovarmici dentro in prima persona è ben altra cosa!! Altro che coniugi Warren. Chi siete voi, ragazzi?!” chiede con sincera curiosità, Rose. “Chi siete davvero?! Perchè quei due fantasmi hanno contattato voi? Perchè erano in questa casa!?” fa poi, con decisione.

I due fratelli, si guardano e sanno , sentono, che si possono fidare.

Dean , allora guarda verso la stanza dove ci sono le foto e invita la ragazza a seguirlo. Sam è appena dietro di loro.

Poi, il maggiore si sposta verso la parete delle immagini e a Rose indica l’immagine di Henry e John.

Guarda Sam che annuisce appena come a dare il consenso per confessare quella verità.

La loro verità!

“Io sono Dean e lui è Sam..” inizia.

Rose lo guarda perplesso. “Lo so!” dice innocentemente.

“Winchester.” precisa Dean e la ragazza resta per un attimo senza fiato. “Lui è John...” riprende e la ragazza annuisce. “...John Winchester , nostro padre. Portiamo i nomi dei nostri nonni materni, Samuel e Deanna...” e Rose, palesemente sorpresa, fa mente locale ai nomi appena uditi. “Dopo la morte di nostra madre Mary a causa del soprannaturale, mio padre è diventato un cacciatore di fantasmi, mostri, demoni e qualsiasi cosa sia soprannaturale e affamata di vita umana. Ha insegnato a noi quella stessa vita da cacciatori che non sempre è lastricata d’oro, anzi, diciamo che il più delle volte è l’anticamera dell’Inferno in terra. Non fu l’incendio a distruggere i nostri documenti, ma nostro padre per proteggerci. Pochi sanno di noi: altri cacciatori come noi e l’FBI che , almeno per il momento, ci crede morti. Ma se tu, ora o domani, inizierai a raccontare di noi, beh!!, renderai la nostra vita più difficile di quanto già non lo sia.”

“Oddio….i figli di John e Mary Winchester!” sussurra guardando la foto al muro. “Gli ultimi Winchester della dinastia!”

“Rose...” la richiama Sam.

“Noi….” e poi Dean.

“Andate via!!” li ferma.

“Cosa?!” fanno all’unisono, decisamente spiazzati.

“Andate via!! Ora!!” ripete decisa.

“Ma...”

“Quando ho sentito quegli scossoni, ho capito che non era qualcosa di normale. Non in quel modo. Ho vissuto da sempre qui e so cos’è un terremoto. Così ho pensato a danni strutturali. C’erano tante persone nell’edificio. Sono andata nel panico, mi sono spaventata e ho chiamato i vigili del fuoco ma per farlo, la chiamata è dovuta passare dalla centrale di polizia che di certo manderà delle volanti. Mi dispiace. Ci vorrà ancora un quarto d’ora perché arrivino qui, c’è stato un crollo sulla statale e dovranno prendere la provinciale. Quindi avete tutto il tempo di andare via da qui!”

“Ma cosa farai? Cosa dirai?!” chiede Sam.

“Tranquillo, mi inventerò qualcosa. Sono anni che lavoro qui e di storie ne ho sentite e inventate. Una in più , una in meno….” risponde ironica, mentre i due fratelli, afferrano veloci, le loro cose e con Rose , si avviano alla macchina.

“Grazie di tutto, Rose!”

“Grazie a voi, ragazzi!” e poi con aria perplessa : “Ehi?!” e i due si girano a quel richiamo. “Sapete che, con un buon avvocato, potreste farvi rivalere su questa proprietà. Siete gli ultimi e legittimi discendenti dei Winchester.”

“Grazie! Ma no, grazie. Abbiamo a che fare con tutto quello che c’è lì dentro ogni giorno. Almeno quando siamo a riposo, che dire?!, vogliamo stare sul tranquillo.” risponde facendole l’occhiolino e mettendosi al posto di guida.

“Grazie ancora, Rose!” dice Sam, che sta mettendo nel baule della Chevy, il suo borsone e poi va a sedersi accanto al fratello, in macchina.

“Ma non c’è un modo per fermare...tutto questo?!” chiede indicando la grande magione.

“Sì!” esclama Dean. “Dare tutto alle fiamme!….dalle fondamenta fino all’ultima banderuola sul tetto più alto.”

Rose lo guarda incredula e capisce che il ragazzo non scherza, anche perché Sam , al fianco del fratello, annuisce appena.

“Non penso che sia una cosa fattibile!” ammette lei.

Sam comprende. Dean ne è quasi deluso.

“Ci rivedremo ancora?!” chiede allora, sorridente, la ragazza.

Dean si sporge verso il finestrino al lato di Sam. “Ti direi di no, ma visto che di fare un falò non se ne parla...” fa’ ironico.

“Chiama se le cose dovessero passare il segno!” la rassicura Sam, passandole un loro numero.

Sono pronti a partire quando Dean si sporge ancora.

“Ehi….salutaci Mr. August!!”

La ragazza lo guarda perplessa e poi fissa anche Sam che le va in aiuto.

“Ah sì!! Il maggiordomo del piano!” dice e Rose è e rimane perplessa.

“Il maggiordomo del piano?...Ragazzi, questa è la Winchester House e non il Waldorf Astoria di New York. Non abbiamo maggiordomi al piano. Al massimo abbiamo….” e si guarda intorno, indicando poi un tipo isterico tutto indaffarato che grida ordini a destra e manca. “...abbiamo Phil. Il tutto fare.”

“Stai scherzando?!” esclamano i due fratelli e un attimo dopo, lo stupore investe anche Rose , che con movimenti veloci, quasi nervosi, tira fuori dalla sua agenda una vecchia foto.

“Avete detto August??!” ripete e mostra la foto. “E’ lui?...lui è l’August con cui avete parlato?” e i due non rispondono ma annuiscono come se fossero in trance.
 

La didascalia indica semplicemente:

Sarah Winchester con il suo fidato maggiordomo August. Giugno, 1896.
 

Sam non dice niente. Dean sospira profondamente ed esclama un deciso: “Io sono sempre a favore del falò!”

Poi, vanno via.

 

La polizia arriva dieci minuti dopo e un’altra storia tanto incredibile quanto inverosimile va ad arricchire quelle già esistenti sulla Winchester House.

 

 

 

 

N.d.A.: piccola nota chiarificatrice. Specie sui numeri che ho dato in questa storia. (Capirai che novità!!, direte voi).

Ma questi sono numeri veri e se ve li giocate e vincete, beh!!, ricordatevi del “Fondo per le autrici che danno i numeri”

Allora: 401 ( la camera dei bros)...fa riferimento al programma di “scherzi macabri soprannaturali” Room 401 in cui il nostro Jared faceva da cicerone.

101: si riferisce al pilot di spn 1.01 puntata in cui la povera Jess muore.

1021: idem per questo numero 10.21 , solo che è la puntata in cui è Charlie a morire.

Ed e Lorrain Warren sono due medium, (specie lei), esistiti davvero. Avete presente la saga Horror soprannaturale “The Conjuring”? Beh! Tratta di alcuni loro casi.

E infine voglio dire ( o scrivere) che questa storia è chiaramente sta ispirata dal film “La vedova Winchester” ( albero genealogico a parte). L’ho visto e dopo ogni scena mi aspettavo che i nostri bros spuntassero fuori e gridassero : “Idioti, così si fa fuori un fantasma!!!” e puff!! davano fuoco a tutto.
Ok! dopo queste note lunghissime, ringrazio chiunque abbia letto seguito e recensito questa storiella.
Grazie infinite di cuore.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3774747