Parole della Fedeltà

di Atenah
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vanaheim, Lireigh ***
Capitolo 2: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 3: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 4: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 5: *** Vanaheim, Città dei tre fiumi ***
Capitolo 6: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 7: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 8: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 9: *** Vanaheim, Città dei tre fiumi ***
Capitolo 10: *** Vanaheim, Kaun ***
Capitolo 11: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 12: *** Asgard, Palazzo reale ***
Capitolo 13: *** Asgard, Palazzo reale ***



Capitolo 1
*** Vanaheim, Lireigh ***


Vanaheim, Lireigh (1)

Caro diario,
molte delle ragazzine qui a corte danno un nome al piccolo libricino a cui rivelano pensieri, avventure, ma soprattutto segreti! Io però il nome non te lo darò, perché non ci conosciamo ancora benissimo e chi lo sa? Magari un giorno me rivelerai tu stesso come ti chiami!
Dato che tu fai un po' fatica a presentarti, passerò subito a me. Io sono Sigyn, ho nove anni e ahimè… farò meglio a dirlo: sono la legittima erede al trono di Vanaheim, questo fa di me una principessa.
Al momento vivo nel palazzo qui a Lireigh, ma non mi sorprenderebbe se ci spostassimo di nuovo. Questo posto è chiamato “casa” dalla mia famiglia, ma io lo trovo buio e vuoto, ho perennemente freddo e di notte l'umidità penetra nelle mie coperte e io mi sveglio con addosso quel sudore così fastidiosamente appiccicoso e gelido. La mia famiglia… o meglio, quelli che ne sono rimasti. I miei genitori, Freya e Iwaldi, sono morti in circostanze misteriose e secondo me sono ancora troppo piccola per voler sapere di più.
La mia famiglia… troppo spesso mi viene da togliere quel “mia”, così innaturalmente giusto. Ma come potrei? Mio nonno, il re, Njord così regalmente freddo e distante da me. Mio zio Freyr, che dovrebbe andare al trono dopo Njord, ma che viene considerato dal re troppo impulsivo e inadatto per regnare, so di essergli ostile perché il re ha scelto me come sua erede. E poi c'è la zia, Gherda, che forse è l’unica che ci tiene un po' a me, ma in un modo che mi pare terribilmente sbagliato. Vorrebbe fare di me la perfetta principessa erede, ma sa benissimo che non sarò mai così e fa sforzi disumani che non porteranno mai a niente.
Dice che penso troppo, che sto diventando grande troppo in fretta, che una bambina come me dovrebbe vivere in spensieratezza e felicità. Ah come se la prenderebbe se leggesse questi pensieri che sto scrivendo, o se trovasse la mia scatola nascosta piena zeppa di libri a me proibiti che parlano di battaglie e imprese eroiche.
E poi c'è la questione dei capelli. Tutte le ragazzine qui a corte sfoggiano lunghe chiome lisce e scure, che pettinano per ore davanti agli specchi. Io sono l'unica. Non ho mai visto una vanir dai capelli chiari. Ed io, con la mia chioma mossa di capelli biondissimi non posso fare a meno di essere notata.(2) 
Anche per questo non mi sento parte della mia famiglia, o forse sono io che mi faccio troppi pensieri strani.
Ora per il freddo si fa insopportabile e sono stanca. Ti scriverò presto, caro diario, forse mi aspetta un'avventura: domani partirò per Asgard, la terra degli Asi.
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice 
Benvenuti a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo di questa fic! Ho pensato che sarebbe interessante conoscere un po' meglio la bambina di nome Sigyn, che poi diventerà la Dea della Fedeltà. E perché non proprio dal suo punto di vista? Fatemi sapere se vi piace l’idea o anche se c'è qualcosa che migliorereste! (Sono aperta a critiche volentieri, se poste come si deve)
A presto Detective ♤
(1)    Sono impazzita per trovare il nome della capitale di Vanaheim, ma alla fine ho scoperto che non ce l'ha, quindi mi sono limitata a citare la città più grande (Lireigh).
(2)    Sigyn viene raffigurata di solito con i capelli biondi, mentre i Vanir hanno capelli scuri.

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Capitolo 2
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale

Caro diario, 
come vedi ho mantenuto la mia promessa e ti scrivo nel primo momento possibile. Sono arrivata ad Asgard da poche ore. Abbiamo viaggiato a cavallo per due ore a Vanaheim e siamo arrivati in un punto preciso vicino ad un laghetto dove sembrava essere stato bruciato il terreno in disegni particolari, lì Freyr ha pronunciato ad alta voce queste parole: “Heimdall, ti parla Freyr. Portaci ad  Asgard.”.
Un fiotto di luce ci ha inghiottito e dopo ho visto passare stelle, mondi e galassie attraverso la parete di arcobaleno. Siamo arrivati in una camera dorata e circolare, lì ci aspettava colui che presumo sia Heimdall. Lui aveva quegli occhi di cui ho tanto letto nei libri proibiti del mio baule, gli occhi che vedono il Tutto. Ci ha dato il benvenuto chinando leggermente il capo: “Benvenuti ad Asgard.”  ci ha detto.
Da quella camera circolare dorata parte un ponte di arcobaleno che arriva fino alla città vera e propria e al palazzo reale.
Quando siamo entrati il sole stava tramontando e la luce rossa si è rispecchiata con vanità sulle punte dorate di Asgard, dando inizio ad uno spettacolo bellissimo.
Dei servi ci hanno mostrato le nostre stanze e ci hanno riferito che prima del banchetto in nostro onore, Odino ci avrebbe accolto personalmente nel sala del trono.
Le mie stanze sono abbastanza lontane da quelle dei miei zii, ma sono calde e accoglienti rispetto a quelle del palazzo a Lireigh. Una serva che ha detto di chiamarsi Elda, mi ha aiutato a lavarmi e a cambiarmi d'abito. Ho scelto quello blu notte con i ricami argentati, perché risalta i miei occhi e perché ho sperato che mi desse un tocco di regalità per l’accoglienza del Padre degli Dei.
Dopo Elda mi ha pettinato i capelli e gli ha raccolti in una pettinatura composta da trecce e capelli sciolti.
La sala del trono era molto grande e camminarci da sola insieme ai miei zii mi ha fatto sentire, più piccola di quel che non sono già.
Mi ha sorpreso amaramente il fatto che Freyr e Gherda si sono inginocchiati davanti ad  Odino. Mi ha sorpreso così tanto che mi sono scordata di inginocchiarmi a mia volta. Il Padre degli Dei mi ha fissato con un tocco di rimprovero, ma soprattutto con curiosità.
“Perdonate mia nipote, potente Odino, non è ancora una principessa.”  ha detto mio zio, mentre mi ha preso per un braccio con una stretta quasi dolorosa e mi ha fatto inginocchiare. Inutile dire che quelle parole mi hanno ferito, perché io sono, e ammetto di dirlo con un tocco di vanità, una principessa di Vanaheim e mi sento tale.
“Eppure Njord ha scelto la principessa Sigyn come sua erede.”  ha sentenziato secco Odino. La stretta di Freyr sul mio braccio si è fatta insopportabile, ma non ha detto niente.
Mentre Odino e Frigga discutevano con i miei zii di questioni politiche, non ho potuto fare a meno di distrarmi e il mio sguardo ha vagato per la sala. Infine i miei occhi si sono posati sui due figli di Odino: Thor e Loki. Uno è di corporatura robusta, con gli occhi azzurri e i capelli del tipico biondo asgardiano. L'altro è alto quanto il fratello, ma più smilzo e ha i capelli corvini e gli occhi verdi. Non so ancora chi sia chi, ma credo che abbiano pochi anni in più di me.
Non ho fatto a meno di notare la somiglianza tra me e il principe dai capelli scuri, perché anche lui è l'unico della famiglia a non sfoggiare una chioma bionda.
Non credo che dovrei soffermarmi su pensieri del genere, ma infondo tu sei il mio diario.
Il banchetto è stato noioso come tutti i banchetti, ma poi due mani si sono posate sulle mie spalle e io ho quasi urlato. Erano i due principi.
Mi hanno portato fuori dalla sale dei banchetti su un terrazzo. Abbiamo parlato molto e abbiamo descritto le usanze e i costumi dei nostri regni. Ho scoperto che il biondo è Thor e l'altro è Loki. Credo proprio che diventeranno i miei compagni d’avventure nei prossimi giorni. 
Ora è già quasi l’alba. Ti saluto
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice 
E così la piccola Sigyn ha fatto conoscenza con j due principi asgardiani, chissà cosa vivranno insieme?
Ditemi cosa ne pensate!
Baci Detective ♤
Se volete vedere l’acconciatura di Sigyn: https://matrimonio.pourfemme.it/foto/acconciature-sposa-il-semiraccolto_3387.html

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Capitolo 3
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale 

Caro diario, 
ti scrivo ti scrivo con il fiato corto e l’agitazione che mi scorre ancora impetuosa nelle vene. Ma incominciamo dall'inizio. 
Questa mattina mi sono svegliata, per la prima volta dopo mesi, al calduccio sotto le coperte. Senza quel terribile sudore freddo a dosso. Mi sono goduta le prime luci dell'alba, che hanno trapassato debolmente le tende, e mi sono alzata solo quando il sole era già alto nel cielo.
Poco dopo è arrivata Elda ed io mi sono permessa il lusso di farmi portare la colazione nelle mie stanze. La mezz’ora successiva l’ho passata così. Incantata ad osservare il paesaggio seduta sul davanzale della finestra, con i sapori del cibo asgardiano che si mescolavano dolcemente sulla mia lingua.
Sapevo che oggi non sarei  stata disturbata ,dato che Freyr e Odino hanno passato il giorno a discutere di trattative e politica, così ho deciso di prendermi un  po' di tempo solo per me. Ho chiesto ad Elda di prepararmi un bagno e, prima di immergermi nella vasca profumata e fumante, spostai leggermente il del letto e ho tirato fuori uno dei miei libri proibiti: “Rune magiche dei nove regni – primo libro”.
Stando bene attenta a non bagnare quelle pagine preziose mi sono immersa nella vasca e ho appoggiato comodamente la schiena e la testa. L'acqua era piacevolmente calda e mi sono immersa nel mondo magico del libro. Non so se tutte quelle storie di incantesimi e stregonerie sono vere, ma mi piace dimenticarmi di tutto ciò che mi sta intorno, anche solo per un po'. 
Ad un certo punto la porta del bagno si è spalancata e un’ondata di aria fredda, accompagnata da schiamazzi, mi ha strappato dal mio mondo magico. Il libro mi è scivolato dalle mani e le pagine si sono inzuppate d’acqua.
Ho cercato di coprire in fretta e furia il mio corpo nudo coperto solo dall'acqua, con le mie mani. I due principi hanno riso a crepapelle per la bravata riuscita e sentivo la rabbia ha iniziato a ad insinuarsi nella mia mente. In realtà non perché Thor e Loki si sono intrufolati nelle mie stanze, irrompendo nel mio bagno. Ma soprattutto per il mio prezioso libro, che per colpa loro ora si è rovinato completamente.
Però ho mandato giù la rabbia, non ho lasciato che mi vedessero come una femminuccia frignante. “Giratevi.” ho ordinato con fermezza e dopo che i principi mi hanno dato la schiena, sono uscita dall’acqua, mi sono asciugata in fretta con un telo e mi sono vestita come meglio potevo.
Non dovrei dirtelo, ma mi sono vergognata a chiedere a Loki e Thor di chiudere i lacci del mio vestito sulla schiena. Ho sentito i loro due sguardi curiosi sulla mia pelle.
Appena hanno finito di chiudermi il vestito mi sono girata verso di loro e gli ho fulminati con il più gelido dei miei sguardi. Thor mi ha sorriso, Loki mi ha guardata pensieroso.
“Ti vogliamo fare vedere una cosa.”  mi ha detto ancora sorridente il biondo.
Poco dopo eravamo nascosti dietro ad una balla di fieno nelle stalle ed aspettavamo il momento giusto per andare ai box dei cavalli.
Alla fine ci siamo riusciti e abbiamo portato tre cavalli fuori. “Sai cavalcare?” mi ha chiesto Loki. In risposta ho montato sulla giumenta bianca e li ho preceduti al galoppo per alcuni metri.
Ci siamo fermati dopo dieci minuti, all’orlo del bosco e ho notato con piacere che il principe corvino mi guardava con stupore. 
“Facciamo una gara? Tanto Bjarne è imbattibile!” ha detto Thor accarezzando il collo sauro del suo giovane stallone. “E loro due come si chiamano?” ho chiesto, indicando la mia giumenta e lo stallone grigio di Loki. “Lui è Øyvind, lei è Sunniva.” ha risposto lui.
“Dai! Chi arriva prima!” ha urlato in quel momento Thor, spronando Bjarne.
Non ha vinto nessuno. Siamo arrivati tutti insieme alle rovine di un vecchio tempio.
“Guarda!” mi ha detto Loki, quando siamo entrati. Ha indicato varie colonne, su cui erano incastonate delle gemme colorate.
È saltato su un vecchio tavolo e ha scostato un pezzo di legno da una piccola finestra. Un fascio di luce ha inondato l'antico tempio sconsacrato, colpendo una dopo l'altra le gemme. È stato uno spettacolo indescrivibile, credo che non me lo scorderò mai.
Siamo tornati al palazzo solo tardi la sera ed io sono subito andata alle mie stanze. Mentre mi svestivo per la notte ho trovato un biglietto nel mio mantello. “Vieni domani alle prime luci dell'alba in biblioteca. L.” dice.
Poi ho sentito zia Gheda che mi chiedeva fuori dalla camera se ero già a letto e io mi sono buttata sotto le coperte, chiedendo gli occhi. 
Ora sono ancora qui, nel letto. Torcendomi le mani e aspettando che arrivino le prime luci dell'alba. 
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice 
E così la piccola Sigyn ha il primo “appuntamento”  con Loki…
Vedremo cosa succederà! 
A presto Detective ♤

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Capitolo 4
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale

Caro diario,
non so se conosci quel sentimento che è un insieme di felicità e stupore. È devastante. E fa crescere in me quel desiderio che reprimo con rabbia perché è sbagliato e anche se sto così bene qui ad Asgard, Vanaheim rimane la mia patria, la mia origine. Credo che sia giusto che come principessa sia fedele al mio regno e al popolo di quest'ultimo. So che dovrei essere felice di tornare a Lireigh domani.
Ma in realtà so, mio caro diario, che bruci dalla voglia di sapere cos'è successo stamattina alle prime luci dell'alba. Ci sono andata. Silenziosa come la neve a Jotunheim (1) e a piedi scalzi, mi sono avvolta nel mio scialle di lana turchese e sono uscita con il cuore in gola, stando bene attenta a non fare rumore nell'aprire il portone di accesso alle mie stanze.
Quando sono arrivata in biblioteca non c'era nessuno. Mi sono guardata intorno per un po' e dopo alcuni minuti ho deciso di andarmene. Con rabbia ho pensato che Loki doveva essere nel suo letto al caldo, sogghignando per lo scherzo riuscito. Ma quando ero già sulla soglia, ho sentito una risata sommessa. Il principe dai capelli neri e gli occhi verdi è sceso con grazia da un ripiano alto di una libreria polverosa. "Sei una pessima osservatrice." ha detto. Io ho pensato che in realtà ero io quella a doverlo rimproverare, visto che ero uscita dal letto così presto solo per seguire il suo invito. "E tu sei un pessimo oste." gli ho risposto quindi: "Non è affatto nobile far innopurtare così una principessa!" ho aggiunto poi, sperando di suonare un po' come zia Gherda.
Loki, vestito di tutto punto, ha guardato buffamente i miei piedi nudi, la mia camicia da notte e infine i miei capelli spettinati. "Parli come una damigella di corte." ha detto e io non ho saputo se prenderlo come un complimento perché le damigelle sono delle signorine dalle maniere impeccabili, o come un'offesa per essere stata paragonata ad una dipendente del palazzo.
Mi sono limitata a puntare le mie mani sui fianchi e mandargli lo sguardo più scocciato del mio repertorio: "Che cosa vuoi?" gli ho detto poi sbuffando.
Lui si è spostato verso una libreria in un angolo della biblioteca e ha preso un libro. Me l'ha dato. "Rune magiche dei nove regni - primo libro" era il titolo. Credo di aver guardato varie volte prima il libro e poi Loki, perché infine lui ha parlato come per spiegarmi: "Il tuo è caduto nella vasca ieri, tienilo." mi ha ricordato.
"Ma appartiene alla biblioteca." ho detto decisa di non fare la parte della femminuccia e gliel'ho rimesso in mano. Il principe ha sorriso sbilencamente: "Tanto nessuno legge questi libri a parte me e a mia madre e a lei posso dire di averlo smarrito." ha detto.
In quel momento credo di aver capito quella sensazione che hanno gli eroi dei miei libri proibiti, quando devono prendere una decisione difficile che potrebbe modificare la storia.
Volevo quel libro, ma non volevo comportarmi come una donzella dispiaciuta per la perdita di un oggetto prezioso.
Ho preso il volume polveroso: "Lo prendo in prestito." ho chiarito: "Lo riporto la prossima volta che torno ad Asgard." ho deciso.
Poi mi sono girata e sono andata verso l'uscita. "Sigyn?" mi ha chiamato Loki e poi mi ha raggiunto.
Mi ha abbracciato. "Fa buon viaggio." mi ha detto.
E ora basta scrivere, credo di essere ancora troppo piccola per pensare a certe cose.
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice
Ta-daa! Ecco a voi il quarto capitolo! Sigyn è in partenza per Vanaheim... chissà quando rivedrà Loki!
Un abbraccio Detective ♤

(1) Jotunheim è la terra dei giganti di Ghiaccio su cui nevica tutto l'anno. 

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Capitolo 5
*** Vanaheim, Città dei tre fiumi ***


(Sei anni dopo.)

Vanaheim, Città dei tre fiumi (1)

Caro diario,
non so ancora darti un nome, ma forse una definizione sì. Dovrei chiamarti: "Diario delle avventure" o meglio "Diario delle avventure ad Asgard".
Ti ho ritrovato sta mattina in un cassetto dimenticato e ho sfogliato le tue pagine polverose, perdendomi dolcemente nei ricordi della bambina che ero all'età di nove anni. L'ultima volta che ho bagnato le tue pagine di inchiostro risale appunto alla mia ultima visita alla corte del Padre degli Dei,   quando ti ho raccontato del mio incontro in biblioteca con Loki. Ho ancora il suo libro e sono decisa a ridarglielo appena lo vedrò. Partirò per il Regno dorato questa sera stessa e l'agitazione si mischia alla felicità.
Avevo ragione: ci siamo spostati un'altra volta e ora dalla finestra  alla destra del mio letto si vede il porto della Città dei tre fiumi.
Mio nonno Njord è ancora re, ma i suoi movimenti si sono fatti più affaticati e la sua voce più roca. Freyr non mi parla più e si limita a guardarmi ostile e con cattiveria. La zia Gherda ha perso ogni speranza di fare di me una principessa perfetta e sbuffa esasperata quando mi lamento dei corsetti troppo stretti che mi fanno mancare il respiro.
Pochi giorni fa mi è stata regalata una cavallina che mi ricorda tanto Sunniva, la giumenta che ho cavalcato ad Asgard, a parte che lei ha gli occhi occhi di due colori diversi, uno azzurro e uno marrone. Si chiama Lykke e ha ancora molto da imparare, li stesso ho chiesto di poterla domare da sola in modo da conoscerla meglio.
E quando lavoro sul campo con Lykke, cercando di farle capire che non ha motivo di spaventarsi per rumori bruschi, molti ragazzi delle nobili famiglie Vanir si riuniscono a guardarmi.
Sono diventata graziosa, molto. Ma al momento mi risulta solo come cosa altamente scioccante.
Ora mia zia mi chiama. Dobbiamo partire. Cercherò di scriverti questa notte stessa o domani mattina presto, subito dopo l'accoglienza ad Asgard.
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice
Come vedete c'è appena stato un grande salto temporale e così anche la nostra Sigyn è cambiata, è cresciuta. Mi scuso per questo capitolo così breve, ma purtroppo posso scrivere solo quello che la mia mente elabora: non di più e non di meno. Consolatevi con il fatto che oggi ho caricato due capitoli!
A presto Detective ♤

(1) È una delle maggiori città di Vanaheim e famosa per il commercio. 

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Capitolo 6
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale

Caro diario,
non ho mantenuto la mia promessa e mi scuso con te. Ormai sono ad Asgard da un giorno intero e mentre ti scrivo un vento secco e caldo ulula tra i campi in fiore. (1)
Sono nelle stesse stanze di sei anni fa e ancora una volta sono accudita da Elda. È invecchiata e si vede che il duro lavoro a corte l'ha in parte lacerata, ma le rughe sottili che sono state scavate sul suo viso le donano.
Mentre mi vestiva per l'accoglienza mi ha chiesto di Vanaheim e delle sue tradizioni, lei non è mai andata via da Asgard,  ma credo che le piacerebbe.
La sala del trono mi è sembrata ancora enorme, anche se ora non sono più così piccola. Credo che in realtà non abbia niente a che fare con la propria grandezza fisica, ma semplicemente con il potere  che emana. Un potere che si fa ammirare e temere allo stesso tempo.
Odino ha salutato me con un sorriso, Gherda con un cenno del capo e Freyr con uno sguardo gelido. Mi ha fatto sentire a disagio per lui, anche se mi disprezza così tanto.
Al suo fianco c'era Frigga. Invecchiata anche lei, ma con addosso ancora quella bellezza così particolare e regale.
E poi sui gradini laterali c'erano loro. I principi. Thor mi ha salutato con un largo sorriso gentile. Loki mi ha guardato come se fossi un tesoro. E ora sono abbastanza grande da poter pensare a certe cose  e posso dire che il battito del mio cuore è accelerato. Ma non ti illudere. Il battito cardiaco può aumentare anche se si prova ansia, paura, interesse. Interesse... direi che è la parola giusta per descrivere cosa penso del principe dai capelli scuri. Mi intriga, mi fa quasi tremare al pensiero di cosa si nasconde dietro a quegl'occhi di smeraldo.
Sono cresciuti entrambe, come me in effetti. Thor ha delle spalle impressionati: larghe, possenti e muscolose. Se lui mi ricorda un orso, Loki è un lupo. Anch'esso un animale nobile e se meno forte di un orso, più agile e scattante.
Ammetto di essermi divertita, mentre preparavo la mia piccola vendetta per Loki e scrivevo in rune antiche (2), parole che conoscevo a memoria.

Ovvero: "Vieni domani alle prime luci dell'alba in biblioteca." e le ho firmate con una "S.".
Ora stava a lui. Se avrebbe saputo leggere le rune antiche, si sarebbe presentato in biblioteca e avrebbe riavuto ciò che è suo.
Mancavano poche ore all'alba, ma ero lo stesso riposata quando mi sono avvolta nello stesso scialle turchese e ha piedi nudi sono sgattaiolata fuori dalle mie stanze, con il libro stretto in mano.
Sono entrata e la prima cosa che ho fatto è stata alzare lo sguardo verso una mensola alta. Loki era lì e mi sorrideva a labbra strette. "O le tue doti da osservatrice sono migliorate, oppure hai una buona memoria." ha detto mentre scendeva.
"Chissà magari entrambe." lo sfidato io in risposta. Lui non ha replicato, ma il suo sguardo sembrava trapassarmi.
"Le hai tradotte le rune o hai intuito il messaggio?" gli ho chiesto sempre maliziosa, perché ho sentito il bisogno di difendermi. Lui ha alzato un sopracciglio e sulle sue labbra è comparso quel sorriso buffo che conoscevo già: "Pensavi che non le sapessi leggere?" ha ribadito con un'espressione fintamente indignata.
Ho riso e ho tirato fuori il libro da sotto allo scialle. Gli ho sorriso e gliel'ho dato: "Mantengo la mia promessa." ho detto.
Loki ha preso il libro in una mano e ha portato l'altra stretta intorno alla mia. Potrei dire di avere sussultato come nei romanzi d'amore, ma  mentirei.
Mi ha portato verso la libreria nell'angolo e ha infilato il libro nello spazio vuoto da sei anni e ha indicato altri tre volumi. "Rune magiche dei nove regni" libri due, tre e quattro. "Ne puoi prendere un altro se vuoi." mi ha detto il principe, con la mano ancora sulla mia.
"E poi te lo restituisco la prossima volta che vengo ad Asgard?" l'ho stuzzicato. "Oppure lo vengo a prendere io la prossima volta che vengo a Vanaheim.".
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice
Si iniziano ad intravedere le prime sembianze del Dio dell'inganno e Sigyn? Sigyn é sfrontata e senza pregiudizi. Una miscela alquanto esplosiva non credete?
A presto Detective ♤

(1) Siamoin primvera. 
(2) Alfabeto runico usato alle origini dei nove regni. 

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Capitolo 7
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale

Caro diario,
so che ti stai illudendo. So che pensi che ieri io abbia interrotto così bruscamente il mio resoconto perché mi sono sentita lusingata dalle parole di Loki. Ero semplicemente stanca e la penna mi è sembrata più pesante del solito.
La verità è che ho riflettuto un po' sulle parole del principe corvino, combattuta dal sentirmi lusingata o meno. Alla fine ho scelto la seconda opzione. Vuoi una spiegazione? Beh, non c'è. Semplicemente mi è sembrata la cosa più giusta.
Ho fatto colazione in compagnia di Thor, stamattina. Ormai i capelli dorati gli arrivano fino alle spalle, ma il sorriso è ancora lo stesso. Mi ha raccontato della grotta di Ronja. È il posto dove vengono dati i titoli di quelli che i midgardiani chiamano  "dei". Ha detto con orgoglio di esser stato nominato dalle Norne Dio del Tuono. Ho fatto fatica a trattenermi dal ridere: pensando al Dio del Tuono, non mi é venuta di certo in mente la faccia del biondo principe asgardiano!
Dopo mi ha chiesto se avessi voglia di venire a vedere lui e Loki durante gli allenamenti di combattimento, a me è sembrato un modo originale di passare la mattinata e così ho accettato.
I due principi erano dritti in piedi su una righa insieme ad altri ragazzi. Sono state sorteggiate le coppie e spiegate le regole del combattimento con le spade. Al fischio della guardia i ragazzi hanno incominciato ad affrontarsi.
Erano tutti a torso nudo e così ho notato che Thor è il più muscoloso di tutti. I suoi colpi sono forti e questo gli ha stato un notevole vantaggio sul suo avversario, ma non è tra i più veloci e per questo ha dovuto incassare qualche colpo.
Poco più in là combatteva Loki. Anche lui è muscoloso, ma molto più smilzo di suo fratello. Sembra esattamente il contrario di Thor, perché non ha forzà eccessiva, ma si muove veloce come un gatto intorno al suo avversario.
Finito l'allenamento mi sono diretta verso le stanze che si usano per cambiarsi d'abito, ma ho aspettato alla porta.
Poco dopo ho visto Thor andarsene con tre ragazzi: uno biondo, uno dai capelli neri e uno con una chioma impressionante di ricci rossi.
Mi sono spaventata quando ho sentito delle mani posarsi di scatto sulla mia schiena.
Loki, ancora a torso nudo con la casacca in mano, ha riso. Ho sibilato tra i denti un "bastardo". Ma poi ho visto un taglio sanguinante sul suo fianco: "Sei ferito!" ho detto.
"Mi ha solo beccato una volta di striscio. Ti preoccupa?" mi ha canzonato lui. Mi sono sentita in imbarazzo per la prima volta in sua presenza, per avergli chiesto di quella ferita.
"Thor mi ha raccontato della grotta di Ronja." ho cambiato argomento in fretta. Loki ha alzato un sopracciglio: "Vuoi vederla?". "Perché no?" ho forzato un sorriso.
Lui si è infilato la casacca e poi si è diretto verso le stalle. Questa volta non c'è stato bisogno di nascondersi e mentre Loki è andato a slegare Øyvind, io ho chiesto allo stalliere di Sunniva che è stata subito pulita e sellata.
Per un po' abbiamo cavalcato uno a fianco all'altra, ma poi il sentiero si è ristretto e Loki mi ha preceduto.
La grotta ha un entrata amplia ma è coperta da una cascata che sgorga dalle montagne. La luce che si rispecchia nell'acqua da frutto ad un'atmosfera surreale lì dentro. "Come funziona?" ho chiesto curiosa. Loki è andato a posare le mani contro un punto preciso della parete di roccia e più in alto sono apparse delle rune: "Dio dell'Inganno" dicevano. Mi è sembrata una cosa affascinante e inquietante allo stesso tempo, è questa volta me lo sono riuscita ad immaginare il principe come dio.
"Prova anche te." mi ha incitato lui. All'inizio non volevo, ma alla fine mi sono arresa alla  mia insaziabile voglia di Sapere e mi sono avvicinata.
Ho appoggiato le mani nel punto che mi indicava Loki. Con sorpresa ho visto apparire di nuovo le rune: "Dea della Fedeltà".
Ho tolto le mani dalla parete, quasi delusa. Mi sono sentita ridicola ad essere la dea di qualcosa che tutti dovrebbero essere: fedeli. Fedeli alla propria famiglia, al proprio regno, al proprio popolo, al proprio re, ma soprattutto a se stessi.
"Inganno e fedeltà... È quasi ironico, non trovi?" ha interrotto i miei pensieri Loki. "Sono solo dei stupidi appellativi." ho ribadito forse un po' troppo fredda. Credo che lui se ne sia accorto De la fatto che ero ferita, perché non ha detto niente.
Non ci siamo scambiati parola durante il ritorno.
E ora sono qui seduta sul davanzale della finestra a rimuginare su quello che ho scoperto oggi.
A domani diario mio
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice
Ovviamente non può andare tutto liscio tra Loki e Sigyn, sennò sarebbe quasi noioso, non trovate?
A questo punto voglio ringraziare Psylocke e shyliss per il sostegno tramite le recensioni che mi hanno lasciato!
Ci vediamo Detective ♤

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Capitolo 8
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale

Caro diario,
Dopo domani riparterò per la Città dei tre fiumi insieme ai miei zii. Il velo di tristezza non è ancora arrivato a posarsi sui miei pensieri e intendo godermi pienamente questa mia ultima notte qui e il giorno che seguirà.
Oggi ho passato la mia giornata di nuovo con Loki. Non so dirti perché, semplicemente mi piace passare del tempo con lui. Non ritengo che mi debba giustificare.
Il fatto è questo: il principe dagl'occhi di smeraldo si è presentato questa mattina nelle mie stanze e mi ha chiesto se avessi voglia di accompagnarlo in una cavalcata verso il lago di Vaynvirr. È questo quello che mi piace di Loki: la sua spontaneità e la sua energia che scorre nervosa nelle sue vene.
Mentre mi stavo facendo vestire da Elda però, ha bussato una guardia: "Principessa Sigyn, il re desidera la vostra presenza." ha annunciato.
Ho sospirato a metà tra il sorpreso e, lo devo ammettere, tra lo scocciato. Ho scoccato un'occhiata di scuse a Loki e mi sono avviata attraverso il corridoio in direzione della sala del trono.
I miei passi e quelli della guardia, risuonavano tra le altre pareti dorate e man mano che mi avvicinavo alla grande sala, ho sentito un'ansia sconosciuta salirmi dalla punta dei piedi all'ultima punta dei capelli.
Questa volta il Padre degli dei era da solo, seduto sul trono, mi ha osservato mentre entravo.
Ho cercato di sembrare più sicura possibile, anche se mi sentivo tremare all'interno. Mi sono maledetta per essermi messa quell'abito verde menta, così semplice e poco adatto per un'udienza dal re.
"Principessa Sigyn." mi ha salutato Odino. "Padre degli dei." ho risposto chinando il capo in segno di rispetto: "Avete chiesto di parlarmi?" ho continuato, sentendomi stupida perché ovviamente quella domanda era inutile, ma fa parte dell'etichetta da seguire.
Il re ha annuito: "Volevo parlare con te del futuro di Vanaheim e della casata reale.". Non so perché, ma mi sono sentita gelare: non è uno dei miei argomenti preferiti.
"Njord è un re saggio, ma più vecchio di me e non potrà regnare in eterno. Tu sei l'erede al trono." ha iniziato Odino: "Vanaheim ha bisogno di un governo stabile, non può permettersi ricadute.". Io ho annuito distrattamente. "Intendi essere una regina forte e saggia?" mi ha chiesto.
Credo di aver alzato la testa un po' troppo di scatto, perché mi sono trovata davanti uno sguardo indagatore del Padre Tutto.
Ma la risposta mi è sembrata così semplice: "Sì." ho detto, ed è bastato.
Loki mi attendeva appena fuori dalla Sala del trono. "Cosa ti ha detto?" mi ha chiesto curioso, ho sospirato: "Se intedo essere una degna regina di Vanaheim, quando arriverà il momento." gli detto: "Ho risposto di sì." ho aggiunto poi.
I primi dieci minuti della nostra cavalcata sono passati silenziosi, Sunniva era tranquilla: tutto il contrario della mia giovane Lykke, anche se le assomiglia così tanto.
"Tu diventerai re di Asgard un giorno?" ho chiesto ad un certo punto, lui si è girato verso di me come se lo avessi appena svegliato da un sogno: "Non bramo il trono, Thor sì." ha detto. Gli ho chiesto perché allora vesse quello sguardo triste. Loki ha sorriso quasi amaramente:  "Non è il fatto che non diventerò re che mi da fastidio, ma il fatto che padre continua a ripeterci che siamo nati entrambe per essere re anche se sa benissimo che sarà mio fratello a succedergli." mi ha spiegato e io l'ho capito.
Il lago Vaynvirr è bellissimo, l'acqua è trasparente e sul fondo ci sono ciottoli bianchi e anche dei zaffiri che riflettono con vanità il loro bel colore sulla superficie del lago.
"Si può nuotare." mi ha detto il principe, dopo aver legato anche Øyvind.
Si è tolto la casacca, rimanendo in pantaloni ed è andato in acqua. Io mi sono seduta a riva e l'ho guardato mentre, ad ampie bracciate andava più a largo.
Anch'io avevo voglia di rinfrescarmi in quell'acqua così limpida ma avevo solo quel vestito e non volevo bagnarlo.
Alla fine però non ho resistito. Mi sono tolta il vestito rimanendo in sottoveste, in fondo sei anni fa i due principini mi avevano già vista nuda.
Loki ovviamente ha visto che mi stavo togliendo il vestito ed é uscito dall'acqua. È venuto verso di me e mi ha preso per i fianchi, caricandomi su una spalla.
Mi sono diemenata e ho urlato. I suoi capelli bagnati erano freddi sulle mie costole.
L'acqua era più fredda di quello che mi sono aspettata, mi sono irrigidita e quando ormai ero immersa già fino alle spalle ero aggrappata al collo di Loki.
Ho percepito il suo sorriso e mentre mi abbituavo alla temperatura del lago, ho meditato la mia vendetta.
Pochi secondi dopo Loki aveva la bocca piena d'acqua, mentre io mi allontanavo da lui mandandogli schizzi.
Mi sono potuta godere la mia piccola vittoria solo per poco, perché il principe stava già nuotando nella mia direzione. Ho deciso di partecipare alla commedia e ho cacciato il tipico urlo della donzella in pericolo. Credo di essere una brava nuotatrice perché ci ha messo quasi dieci minuti prima di raggiungermi.
Poi mi ha preso e mi ha fatto volteggiare intorno a sé con le mani sulla mia vita.
Quando siamo usciti ci siamo stesi sui sassi caldi dal sole per asciugarci.
Siamo tornati solo quando il sole stava già per tramontare.
Loki mi ha accompagnato fino a dove si incrociano i due corridoi che ognuno di noi deve prendere.
E proprio in quel momento sono stata troppo vicina a lui.
Le sue labbra si sono posate morbide e beffarde sulle mie. L'ho spinto via: "Ehi!" ho detto.
Lui mi ha guardato con quel sorriso a labbra strette: "Perdonatemi principessa Sigyn!" ha riso, poi se ne è andato.
So, diario mio,che se potessi parlare, seresti già qui a rimproverarmi. Ma la verità è che io sono innocente in questo bacio: mi sono ribellata e l'ho anche spinto via, non mi sono concessa neanche mezzo secondo per godermi la sensazione del mio primo bacio. Quindi se vuoi lamentarti vai da lui.
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice
Eccomi con l'ottavo capitolo! La nostra cara Sigyn ha ricevuto il suo primo bacio! O forse non si può considerare tale? Lei infondo non l'ha percepito veramente come tale...
Dovrete aspettare il prossimo capitolo per sapere di più!
Baci Detective ♤
P.S.= fatemi sapere cosa ne pensate!
  
 

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Capitolo 9
*** Vanaheim, Città dei tre fiumi ***


Vanaheim, Città dei tre fiumi

Caro diario,
come vedi non sono più ad Asgard. Siamo partiti un giorno in anticipo. Ieri sera ho sentito Odino e Freyr litigate violentemente mentre passavo davanti alle stanze del re per andare alle mie.
Per un momento ho avuto la tentazione di fermarmi ad ascoltare, ma ho deciso che era meglio di no e ho continuato decisa per la mia strada. Non è colpa mia: non ho potuto fare a meno di sentire la parola "rivolta".
Mi sono fatta preparare da Elda un bagno caldo e mi sono imposta di dimenticare quella parola, cullata dall'acqua e la schiuma calda.
Dopo di che mi sono stesa sul letto e mi sono concessa uno di quei rari momenti in cui lascio viaggiare la mia mente, dolorosamente e dolcemente allo stesso tempo, indietro.
Forse perché ho la sensazione di avere fatto qualcosa di proibito nel sentire "rivolta" nel discorso di mio zio e il Padre degli dei, forse per caso, i miei ricordi mi hanno portato in momenti precisi dei primi sette anni della mia vita. I  momenti in cui facevo appunto, qualcosa di proibito. Qualcosa che non dovevo fare. I miei genitori avevano sempre cercato di educarmi tramite piccole punizioni, o "conseguenze" come le chiamavano loro. Non urlavano mai con me, semplicemente sapevo che per ogni cosa "proibita" che facevo mi aspettava una piccola conseguenza. Non c'era niente di sbagliato  nel modo di educarmi dei miei genitori, eppure con me era così fatalmente sbagliato.
Queste "conseguenze" mi spingevano più di ogni altra cosa a combinare marachelle di ogni tipo. Solo per confermarmi, di volta in volta, che non avevo problemi a sopportare le piccole punizioni.
Il bussare alla mia porta mi ha strappato quasi troppo violentemente dai miei pensieri. Elda era tutta trafelata,  ha corso per arrivare alle mie stanze.
"Vostro zio Freyr comunica che partirete questa notte stessa per Vanaheim. Mi sono permessa di fare preparare le vostre valigie, principessa." ha detto tutto d'un fiato.
La cosa inizialmente mia ha sorpreso,  ma poi ho capito che il motivo della nostra partenza doveva essere il litigio tra Odino e mio zio.
Contro ogni etichetta ho aiutato le ancelle a riempire e chiudere i bauli con le mie cose, stando bene attenta a non fare toccare a nessuno la mia cassa con i miei preziosi libri proibiti.
Le carrozze erano pronte e mi sono incamminata verso i portoni del palazzo, ma poi ad un certo punto mi sono fermata. "Ho dimenticato una cosa." ho detto in fretta e sono ritornata in dietro.
Ho bussato piano alla porta di Loki, temendo che dormisse. Ma pochi secondi dopo mi sono trovata davanti i suoi occhi di smeraldo. "Ti ho svegliato?" ho chiesto, notando solo dopo che la mia domanda era stata sciocca, dato che il principe era vestito di tutto punto.
"Cosa c'è?" mi ha chiesto, dato che sicuramente non mi sono preoccupata di nascondere la mia agitazione.
"Partiamo ora." gli ho detto, senza girarci troppo attorno. "Ma non dovevate partire dopo domani?" ha corrucciato la fronte lui, mentre mi ha preso per le spalle e ha chiuso la porta dietro di me.
"Ho sentito mio zio litigate con tuo padre. Ma non ho tempo, sono solo venuta a salutarti." gli ho spiegato, mangiandomi le parole per la fretta. Lui mi ha regalato un sorriso bellissimo. E allora io l'ho baciato. E sta volta sono un po' meno innocente. Ho sentito le sue dita posarsi sul mio zigomo sinistro e mi sono concessa di godermi quell'attimo.
"Ci rivediamo principessa." mi ha detto, mentre la sua mano scivolava via dalla mia guancia.
Ora sono seduta qui sul mio letto freddo nella Città dei tre fiumi, mentre le prime luci dell'alba filtrano dalle tende e io ho ancora il sapore delle labbra di Loki sulle mie, come se il suo bacio fosse durato tutta la notte.
Tua Sigyn



Sul divano con l'autrice
Ecco il primo "vero" bacio tra i nostri protagonisti! Ma non lasciatevi ingannare dalla storiella di amore e non scordatevi quella parola che Sigyn ha colto senza volere.
Baci Detective ♤

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Capitolo 10
*** Vanaheim, Kaun ***


Vanaheim, Kaun (quattro anni dopo)

Caro diario,
credo che la mia calligrafia sia meno bella del solito. La mia mano trema e questa volta non è colpa del freddo. Sento la rabbia ribollirmi nelle vene. Ma credo di doverti spiegare un paio di cose prima di sfogare tutti i miei rancori.
Da un giorno e mezzo non siamo più nella Città dei tre fiumi, ci siamo spostati in fretta e furia nel piccolo palazzo di Kaun. Lasciando indietro tutto quello che non era strettamente necessario, cavalcando di notte attraverso i boschi, seguiti da un misero carretto che portava Njord, mio nonno che ormai non riesce a fare più di un paio di passi. Siamo arrivati all’alba, fradici dopo un temporale. Lykke era sfinita, così mi sono occupata io stessa di lei, beccandomi uno sguardo sprezzante da mia zia. Ora sono seduta sul letto e il mio stomaco si lamenta di continuo, ma la servitù con i viveri arriverà tra più di un’ora. Vorrei leggere uno dei miei libri, per distrarmi con avventure di guerrieri o delle Valchirie, ma non c’è stato modo: ho dovuto lasciare il mio prezioso baule di libri proibiti alla Città dei tre fiumi.
Fuori si sentono le urla del popolo che si lamenta davanti alle mura del palazzo. Vanaheim si sta impoverendo sempre di più. La gente non guadagna perché le botteghe in cui lavoravano hanno chiuso, il costo degli alimenti sale di giorno in giorno e i ci sono pochi pesci nel mare, dato che lo scorso inverno è stato troppo freddo.
E tutto questo ha una causa. Si chiama Loki Odinson, principe di Asgard.
Due giorni fa Njord mi ha fatto chiamare per un’accoglienza nella sala del trono. Non sapevo chi aspettavamo e così il cuore mi è salato in gola quando è entrato Loki.
Ha detto che portava un messaggio del Padre degli dei e poi ha spiegato con fredde parole che Asgard non intende più scambiare merci con Vanaheim, dato che la pesca è drasticamente peggiorata e che l’alleanza bellica è annullata.
Purtroppo l’economia di questo regno si basa sugli scambi commerciali. Si è cercato di non fare trapelare la notizia per più tempo possibile, ma poi quando è giunta al popolo si è scatenato un putiferio.
Non si è degnato di salutarmi, di darmi un cenno con il capo. Niente. Come se fossi un’estranea per lui.
Partirò per Asgard con i miei zii domani sera e fidati: me la pagherai Loki Odinson.
 
Ha appena bussato un messaggero alla porta. Mi ha messo in mano un baule, il mio baule. L’ho aperto e ho trovato che mancava un libro, ma ne era stato aggiunto un altro: “Rune magiche dei nove regni – volume tre”.
Questo forse addolcirà un po’ la tua pena, ma non la annullerà di sicuro, Principe di Asgard.
Tua Sigyn
 
 
 
Sul divano con l’autrice
Innanzitutto voglio scusarmi per non aver scritto così a lungo, ma in questi tempi sono stata molto in giro e non avevo un computer a disposizione!
Si iniziano ad intravvedere i primi contorni del Dio degli Inganni… e chissà che pena dovrà scontare con Sigyn!
A presto! Detective      

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Capitolo 11
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale
 
Caro diario,
sono qui. E forse la mia calligrafia è ritornata dritta e ordinata, ma dentro di me una tempesta infuria violentemente senza che io possa fare niente per calmarla.
Ho voglia sedermi sul davanzale della finestra della mia solita camera qui nel palazzo di Asgard, ma non oso tirare fuori dal mio baule l’unico libro che mi interessa al momento. So che sembra stupido, ma non do questa soddisfazione a Loki. Sono annoiata e ho bisogno di distrarmi. Ho trattenuto Elda per più di mezzora nelle mie stanze a chiacchierare per fare passare il tempo, ma dopo un po’ mi sono resa conto che stavo esagerando nel non rispettare l’etichetta reale.
Ma ora diario mio so che vuoi sapere in realtà di cosa ne è stato della mia pena per Loki, credo che ne rimarrai deluso. Come me del resto.
Appena arrivati ad Asgard ho affrontato in fretta e furia le formalità, bruciavo dalla voglia di vedere quell’altezzoso principe dai capelli corvini e farlo pentire di essere nato. Ora questo ti sembrerà forse un po’ bruto da dire ed è sembrato anche a me tale, ma ogni volta che mi sono detta che Loki infondo svolgeva solo il suo dovere, mi sono tornati in mente gli sguardi disperati dei Vanir e quello sguardo mancato da parte sua. E allora sentivo come un fuoco selvaggio dentro di me.
L’ho cercato in lungo e in largo per il palazzo, poi l’ho visto: stava osservando il sole che tramontava specchiandosi sulle punte dorate di Asgard. Lo ammetto, ma sappi che non mi giustificherò: mi sono fermata un secondo di troppo ad osservare il suo viso e la sua mascella affilata, inondata dalla luce d’oro. Ma poi mi sono diretta da lui con passo felpato.
Lo schiaffo che gli ho dato gli ha fatto girare il capo da un lato e lui è rimasto fermo per qualche istante. Per un attimo ho temuto che, una volta girato, me ne avrebbe dato uno anche lui.
Credo che si sia accorto del mio guardo stupito, quando mi si è volto verso di me con le labbra strette in un sorriso. “Eccoti.” ha detto: “Ti ho cercato per tutto il palazzo, ho quasi temuto che non fossi venuta alla fine.” ha continuato tranquillo. La seconda sberla che gli ha dato è stata talmente forte che gli è rimasta l’impronta della mia mano sulla guancia. Questa volta ha preferito non parlare.
“Non osare.” ho sibilato, cercando di trattenermi dall’urlare, ma alla fine non ce l’ho fatta. “Non osare neanche rivolgermi la parola dopo quello che hai fatto!” ho alzato la voce fin troppo. “Ti rendi conto che hai trascinato il mio regno in rovina! L’economia di Vanaheim è basata sul commercio con Asgard, come pensi che sopravvivrà la gente è? Come pensi che possano pagare il cibo per mangiare?” ho continuato sempre urlando e gli ho dato una spinta. Mi sono stupita quando ho sentito le lacrime raccogliersi negl’occhi senza però scendere.
“Sigyn ho solo svolto il mio compito.” ha detto Loki con un tono ora più pacato: “Queste decisioni non le ho prese io. So bene quanto te che ora regna il caos a Vanaheim, ma Asgard non ha bisogno di alleati che sono più che altro regni da sostenere.”.
Sono stata zitta e ho distolto lo sguardo, mente la verità di questa frase mi ha devastato. Loki ha ragione, lui non è stato altro che un messaggero.
Il principe dagl’occhi di smeraldo mi ha osservato per un po’ in silenzio e anch’io mi sono presa tempo per guardare il giovane uomo che avevo davanti. Ovviamente è ancora più alto, del resto anch’io sono cresciuta. Si intuisce che è muscoloso, ma la sua figura snella non l’ha abbandonato. In confronto a Thor, che avevo visto nel pomeriggio, è completamente sbarbato e la sua mascella si è fatta un po’ più affilata.
Si è avvicinato a me: “Dimmi principessa Sigyn. Sei più arrabbiata per il messaggio che ho portato… o per il fatto che non ti ho salutato?” mi ha sussurrato e il suo sorriso particolare è tornato. Non ho voluto rispondere a quella domanda, neanche a me stessa e tu probabilmente intuirai perché.
Ero in svantaggio, lo sapevo: ero girata di schiena verso una parete del terrazzo e lui era ormai già troppo vicino, ma non gli ho dato la soddisfazione di indietreggiare.
Le sue mani sono scivolate sui miei polsi. “E pensare che mi sono anche impegnato per farti avere i tuoi preziosi libri e ho mantenuto la mia promessa di riprendermi il secondo volume del libro che ti ho prestato…” mi ha detto a fior di labbra.
Le mie dita si sono intrecciate con le sue quando le sue labbra si sono posate sulle mie. Ma non gliel’ho data vinta così in fretta: gli ho morso il labbro inferiore e lui ha sussultato, prima che ho sentito il suo bacio diventare un sorriso sul mio.
Ti prego caro diario, non mi giudicare ancora. Perché nemmeno io so se ho abbastanza coraggio di dare un nome a ciò che provo per Loki.
Tua Sigyn
 
 
 
Sul divano con l’autrice
Eccomi qui con il nuovo capitolo! I miei lettori non si sono fatti sentire molto negl’ultimi tempi, ma spero apprezziate comunque questa fic.
Le cosa d’ora in poi si faranno più complicate e che dire… da bambini tutto è più semplice, da adulti un po’ meno.
Vostra Detective      
  

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Capitolo 12
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale
 
Caro diario,
ora ho più bisogno ti te che mai. Qualcuno a cui possa dire cosa mi tormenta l’animo. Qualcuno a cui possa dire tutto. Ho aspettato più di due ore prima di aprirti, per paura che le lacrime che non vogliono scendere bagnassero l’inchiostro sulle tue pagine. Ma visto che non riesco a piangere non vedo il motivo di aspettare oltre.
So che brami sapere il perché di tutta questa tristezza, ma dovrai avere pazienza ancora per un po’. Ho bisogno di fare ordine nella mia mente e perciò racconterò gli avvenimenti di questa sera e notte in ordine cronologico.
Dopo gli avvenimenti e chiarimenti con Loki nella sera del mio giorno di arrivo, ho dormito un po’ meglio che negli ultimi tempi e quando mi sono svegliata stamattina ero decisa a svolgere una volta per tutti i miei compiti da principessa e erede al trono di Vanaheim qui ad Asgard. Ho passato quasi tutto il giorno chiusa nelle mie stanze a rispondere a lettere di nobildonne Vanir che conosco a malapena, le quali mi chiedevano della situazione a Kaun. Poi mi sono decisa a documentarmi meglio sulle risorse del mio regno e su nuovi possibili alleati. Non ho scoperto un gran che a parte il fatto che a quanto pare Vanaheim ha una sorta di fornaci naturali nascosti tra le montagne dove scorre lava dall’entroterra. La cosa mi ha procurato un gran mal di testa e così mi sono rassegnata a leggere finalmente “Rune magiche dei nove regni – volume tre”. Devo essermi immersa nella lettura per ore, dato che quando sono tonata al mondo della realtà con un sussulto era appena buio.
Qualcuno aveva bussato alla porta della mia camera da letto, ma non era Elda: il tocco era troppo forte.
Con il cuore in gola mi sono alzata e sono andata ad aprire pronta per difendermi da chissà quale mostro e così ho quasi urlato quando mi sono trovata davanti Loki, che mi guardava in modo buffo con le labbra arricciate per la mia paura.
“Cosa ci fai qui?!” ho sibilato, mentre chiudevo le porte alle sue spalle. “Ti rendi conto che cosa succederebbe se qualcuno scoprisse che sei nelle mie stanze a quest’ora?” mi sono messa le mani tra i capelli.
“Sei così preoccupata della tua reputazione?” ha riso Loki a bassa voce: “Ma se ti tranquillizza: ho mandato Elda e la mia ancella a lavare delle stoffe e ti assicuro che ci metteranno un po’.”.
La cosa mi ha tranquillizzato un po’, ma sono rimasta comunque irritata per la sua presenza così improvvisa: “Allora?” ho chiesto. “Oggi ci sarà una luna di sangue che passerà particolarmente vicina ad Asgard. Accade solo ogni 735 anni e si può vedere solo verso sud. Le mie stanze sono esposte verso nord, mente queste sono dalla parte opposta. Sono qui solo per osservare questo fenomeno.” ha spiegato lui calmo.
“E ovviamente le mie stanze sono l’unico posto da cui osservare la luna verso sud, eh?” ho puntato le mani sui fianchi.
Il principe corvino ha riso: “Ammetto che la compagnia non è male.”.
Ci siamo seduti sul davanzale della finestra ad osservare il cielo. Io non ho visto neanche un po’ di questa luna di sangue. Mi sono addormentata con la testa nel grembo di Loki.
Mi sono risvegliata in mezzo alla notte con il fiato corto e il terrore che scorreva ancora impetuoso nelle mie vene, dopo un incubo che non riesco a ricordare.
Il principe era ancora lì seduto e mi accarezzava i capelli con la fronte corrugata. “È solo un sogno.” mi ha sussurrato. E io mi sono sentita come una bambina al sicuro nelle braccia dei genitori dopo un brutto sogno.
“Cosa fai ancora qui?” gli ho chiesto perché non sapevo cosa dire. “Non volevo svegliarti.” mi ha detto, mentre mi guardava negl’occhi, poi mi ha baciato.
Vorrei tanto dirti la bugia che non sapevo dove avrebbe portato quel bacio, ma non è vero. Ero perfettamente consapevole del fatto che ci sarebbe stato un “dopo” a quel bacio.
Loki mi ha preso su e mi ha posato sul letto e io non ho avuto paura, ne dubbi sul fatto che ciò che stessimo facendo fosse sbagliato o non giusto.
E così, mentre lui mi stringeva ancora tra le sue braccia, si è sentito un urlo agghiacciante.
Se penso alla corsa che ho fatto fino al punto da cui era venuto il grido mi ricordo tutto sfocato, apparate la mano di Loki che era nella mia e poi dopo le sue braccia che mi hanno stretto quando ho visto il sangue e il corpo di mia zia Gherda esangue.
Non ho mai avuto paura del sangue, non è stato quello il motivo per cui mi sono rifugiata nell’abbraccio di Loki. La serva vicino al cadavere di mia zia continuava ad urlare e il mondo è sembrato cadermi addosso quando mi sono resa conto che ora c’erano il trono di Vanaheim in crisi, me e mio zio Freyr.
Ed ora eccomi ad aspettare le lacrime che ancora non scendono, seduta sul letto su cui c’è ancora il profumo di Loki, consapevole di chi ha ucciso Gherda, ma senza la possibilità di dirlo a nessuno. Io, la principessa Vanir non più vergine, sola.
Ora voglio stendermi e farmi cullare dal profumo di Loki nel sonno.
Tua Sigyn
 
 
 
Sul divano con l’autrice
Come avevo già anticipato nel capitolo precedente le cose si fanno più difficili e intricate. Voi pensate di sapere chi è l’assassino di Gherda? Ho rispettato il rating giallo, dato che voglio dedicare questa fic anche a un pubblico forse ancora troppo giovane, per gli altri rating!
A presto Detective
            

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Capitolo 13
*** Asgard, Palazzo reale ***


Asgard, Palazzo reale
 
Caro diario,
ti prego scusami. Ormai sono già passati tre giorni da quando, turbata e piena di dubbi, ho bagnato di inchiostro le tue pagine. E invece tu ti sarai chiesto mille volte in questi giorni se il mio animo si è calmato o se sono stata travolta dalla situazione.
Vorrei tanto mentirti, dicendo che in questi giorni non ho avuto un momento libero. La verità e che mentre sarei dovuta essere in lutto per la morte di mia zia, ho passato sere e notti stretta a Loki, condividendo sospiri e abituandomi lentamente a quei movimenti che sono ancora nuovi per me.
Mi sembra di parlare come una sgualdrina, ma avrei potuto continuare così per ben più di tre giorni.
La verità è che durante quei momenti che ho condiviso con Loki eravamo solo io e lui: nient’altro e tutto era semplice. Ma poi quando sono da sola mi trovo spesso a piangere. Non sono mai stata una persona dalle lacrime facili e non piango per lutto. Semplicemente la consapevolezza che ora è arrivato veramente il momento in cui mi combattere come una valchiria per ottenere il trono che mi spetta e per salvare Vanaheim, risulta in alcuni momenti per schiacciarmi quasi.
Poi ieri sera è successo quello per cui oggi ho avuto bisogno di scriverti.
In realtà la sera aveva già lasciato il posto alla notte e io sono andata vicino alla fontana di uno dei graziosi giardini interni del palazzo.
Mi sono seduta sul bordo dorato e ho immerso i piedi nell’acqua che inizialmente mi è sembrata gelida, ma che poi è diventata pian piano gradevole.
Muovendo le gambe turbavo le immagine riflesse delle stelle e intanto le lacrime scorrevano e io mi sono chiesta se prima o poi non si scioglieranno le mie povere guance.
Poi l’ho sentito per caso. Non si può neanche definire un rumore vero e proprio, semplicemente ho sentito che qualcuno si stava avvicinando a me.
Ho visto Freyr. Sono rimasta ferma con le i piedi immersi nella fontana, ma l’acqua è tornata gelida.
“Mia dolce nipotina, non è saggio per una principessa rimanere fuori anche la notte.” mi ha detto e il tono della sua voce mi ha fatto rabbrividire. Sono rimasta zitta con gli occhi puntati sui suoi. “Non vorrei che prendessi freddo.” ha parlato di nuovo: “Vieni, ti accompagno alle tue stanze.” ha aggiunto poi allungando una mano verso il mio polso destro.
Mi sono ritratta: “Perché hai ucciso Freya?” gli ho chiesto, per lo volevo sapere veramente e mi sono sorpresa del mio tono di voce calmo.
Subito dopo le sue mani si sono strette intorno al mio collo e io ho cercato di divincolarmi senza riuscirci, poi ho sentito il panico invadermi.
La mia ultima speranza: ho provato a urlare. Sono riuscita ad emettere solo dei versi strozzati.
Ma un secondo dopo Freyr è stramazzato a terra. Io sono caduta all’indietro, mi sono appoggiata al bordo della fontana e per un paio di secondi ho pensato solo a respirare.
Sono ritornata in me del tutto solo quando Loki si è accovacciato vicino a me e mi ha stretto. Sussurrava il mio nome.
Sono arrivate tantissime guardie, ma Loki mi ha semplicemente abbracciato, incurante del fatto che fossero arrivati Thor, Odino, Frigga e mi sembrò anche tutta la corte intera.
Dopo un po’ fu troppo e mentre mi dicevo con sollievo che ero viva, ho appoggiato la testa nell’incavo del collo del principe corvino e ho lasciato che le ennesime lacrime scendessero.
Lui mi ha accarezzato i capelli e so che tutti lo devono aver guardato con stupore o forse chissà… con fastidio.
Freyr è morto pochi secondi dopo, per la ferita da coltello procuratagli dal principe dagl’occhi di smeraldo.
Mi ha portato nelle mie stanze e mi ha poggiato sul mio letto. “Stai bene?” mi ha chiesto e io ho annuito strofinandomi il viso bagnato.
“Così è stato Freyr a uccidere tua zia.” si è seduto vicino a me, io ho annuito. “E tu hai ucciso Freyr. Perché eri lì?” ho chiesto, ma non era un’accusa. Lui mi ha guardato a lungo negl’occhi: “Ero venuto a cercarti e poi ti ho sentito soffocare, così ho lanciato il coltello. Non intendevo ucciderlo.” ha sussurrato, ma ho quasi paura a pensare che non è vero.
Forse ora sono una sciocca, ma forse credo che io e Loki una volta potremmo essere “noi”.
E forse le cose saranno semplici come sono tra noi due.
Tua Sigyn
 
 
 
Sul divano con l’autrice  
Sono cambiate molte cose! E Sigyn ora porterà per un po’ un grande peso sulle sue spalle.
E Loki? Notate qualcosa?
Vostra Detective      

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