La cura del cuore: il ritorno di Cenerentola

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 5: *** Capitolo Cinque ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


Questa storia è la traduzione in italiano di una fanfiction in inglese, di seguito i link per leggerla in originale.

Titolo storia originale: To heal a heart: The return of Cinderella
 
 
La mattina era cominciata come molte altre. Si era alzata e aveva sbirciato in camera da Ryo, trovandolo a dormire, prima di dirigersi verso la cucina per preparare la colazione. Non lo aveva sentito rientrare la notte precedente, quindi era certa che ciò fosse accaduto non prima dell'alba.
-Probabilmente ha passato un'altra notte in qualche club- disse tra sé. -Sarà meglio che non abbia speso troppi soldi nell'alcool. Anche se non abbiamo debiti, non possiamo permetterci di buttare il denaro.-
Kaori preparò da mangiare e lo consumò da sola per dare a Ryo ancora un po' di tempo per dormire. Dopo aver preparato delle uova e un toast insieme a un caffè forte, si diresse nella sua stanza.
"Ryo! È ora di alzarsi!" esclamò entrando. "Non stare a dormire tutto il giorno"
Senza aprire gli occhi, Ryo si rigirò nel letto, spingendo la faccia nel cuscino. Emise un paio di sonore ronfate prima di mettersi a ridacchiare.
"Sì...così, Rie-chan" biascicò assonnato. Kaori scosse il capo e sospirò.
"Dai, Ryo" disse tirando via le lenzuola. Il suo viso arrossì immediatamente quando notò che aveva scelto di nuovo di dormire nudo.
"Ryo" ringhiò, voltandosi. Ryo aprì lentamente gli occhi, battendo le palpebre diverse volte.
"Ah, Kaori, ho fatto tardi stanotte" brontolò. "Torno a dormire", tentò di riprendersi le lenzuola, ma Kaori le sottrasse alla sua presa.
"Ti ho già preparato la colazione" replicò Kaori. "Dai, alzati. Potrebbe esserci un lavoro oggi, non puoi passare tutta la mattinata a letto"
"Ma stavo facendo un sogno meraviglioso con Rie-chan" si lagnò Ryo. "Eravamo da soli su un'isola tropicale, e lei stava usando due noci di cocco..."
Ryo venne interrotto dal martello di Kaori che lo atterrò sul pavimento.
"Non parlarmi delle tue fantasie da pervertito!" gli gridò. "Muoviti prima che la colazione si freddi".
 
 
 
Qualche minuto dopo, Ryo scese e si sedette al tavolo, sorseggiando il suo caffè per qualche secondo prima di iniziare a mangiare. Kaori portò via i propri piatti e si sedette di fronte a lui.
"Ehi, Ryo, non trascorri più molto tempo qui ultimamente" disse. "Stai fuori quasi tutte le sere, tutta la notte, e te ne vai subito dopo la colazione ogni mattina. Cosa fai durante tutto questo tempo?"
"Non è ovvio?" fece Ryo mentre masticava. "L'autunno è già iniziato e presto sarà inverno. Devo sfruttare il poco tempo che ho per trovare una bellezza che mi terrò al caldo durante quelle notti così fredde"
"Sii serio" disse Kaori dopo avergli dato un colpetto in testa col martello da una tonnellata. "Stai dicendo che stai usando tutto questo tempo solo per rincorrere le ragazze? Magari stai facendo un altro lavoro?" un lampo di rabbia apparve nei suoi occhi. "Sarà meglio che tu non stia lavorando per Saeko." disse, "Non fa altro che usarti. Non viene fuori mai nulla di buono quando si lavora per lei"
Ryo inghiottì e finì la sua tazza di caffè prima di alzarsi. "Nah, Saeko mi deve fin troppi mokkori ormai" disse, "Non lavorerei mai per lei a meno che non ne pagasse almeno un paio"
"Allora cosa fai?" chiese Kaori. "Non ci credo che per tutto il giorno ti limiti a inseguire le donne, o sei davvero degenerato a tal punto?"
Ryo si voltò e si diresse verso la porta. "Torno più tardi" disse. "Fammi sapere se trovi un lavoro" e uscì.
Ryo se ne andò prima che Kaori potesse dire altro. Per un momento, pensò di corrergli dietro e di colpirlo di nuovo col martello. Ma poi guardò il piatto di Ryo e vide che aveva avanzato metà toast.
Kaori si inclinò in avanti, posando i gomiti sul tavolo e appoggiando il viso tra le mani. Avanzare un po' di cibo non era strano se si fosse trattato di chiunque altro, ma non era la stessa cosa con Ryo. Nonostante le sue battute sarcastiche sulla sua cucina, Ryo spazzolava sempre tutto e spesso ne chiedeva di più. Il suo appetito di mokkori forse era l'unica cosa più vorace di quello che aveva per il cibo.
Durante l'ultimo mese, tuttavia, Kaori aveva notato che Ryo non mangiava con lo stesso gusto di prima. Spesso rifiutava quando gli offriva di averne ancora e ogni tanto avanzava perfino del cibo nel piatto...come quella mattina. All'inizio, Kaori non ci aveva pensato su molto ed era anzi stata in qualche modo sollevata dal fatto di poter risparmiare sul cibo. Quella mattina, però, aveva quel pensiero in etsta, e non riuscì più a smettere di tornarci su.
Kaori si alzò e pulì la tavola. Non era solo il ridotto appetito di Ryo che la preoccupava. Altre cose, come il fatto che trascorresse la maggior parte del tuo tempo lontano dall'appartamento e che bevesse di più, erano un peso nella sua mente. Fino ad allora, si era perlopiù irritata per le sue abitudini, ma ora che rifletteva sulla situazione nel complesso, una nuova sensazione aveva preso posto in lei: preoccupazione.
-Se solo sapessi cosa fa mentre è via- pensò. -Potrei seguirlo, un giorno...no, non è la soluzione. Ryo lo saprebbe e si assicurerebbe di depistarmi. Inoltre, ho invaso la sua privacy diverse volte. Ho il diritto di farlo?-
Kaori lavò i piatti, poi iniziò a spolverare e a passare l'aspirapolvere nelle varie stanze. Non poteva negare di essere anche arrabbiata con Ryo per essere così misterioso, ma la preoccupazione reprimeva la collera. Tentò di ricordare l'ultima volta che era stata così preoccupata per lui e la prima cosa che le venne in mente fu la faccenda di Sonia Field.
Le mani strinsero lo strofinaccio che stava usando nello sforzo di non farle tremare. Erano trascorsi quasi sei mesi da quando Sonia Field, la figlia di uno dei vecchi partner che Ryo aveva avuto in America, era giunta in Giappone per pareggiare i conti con lui, che aveva ucciso suo padre. Il suo odio cieco per Ryo e il suo desiderio di vendetta avevano portato a uno scontro tra lui e Umibozu che era quasi costato la vita di Ryo. Erano trascorsi molti mesi, ma erano stati insufficienti a cancellare dalla mente di Kaori le immagini del sangue che scorreva sul viso di Ryo e del suo corpo che collassava a terra. Quelle immagini tormentavano ancora i suoi incubi, incubi che proiettavano un esito molto più terrificante di quel duello rispetto a quanto non fosse accaduto in realtà.
Kaori lasciò lo strofinaccio a terra e affondò nel divano. Sapeva che molte altre cose erano successe durante quel periodo, a parte il duello. Voleva che Ryo ne parlasse, ma non trovava il coraggio per iniziare la conversazione. Quando tutta la vicenda era finita, aveva sentito un tale senso di gratitudine poiché lui era sopravvissuto e così commossa dal suo regalo, la promessa di trascorrere tutti i successivi compleanni insieme, che si era convinta che sarebbe stato meglio non rimuginarci troppo.
Riguardando indietro, Kaori capì che aveva cominciato a notare sottili cambiamenti in Ryo non molto tempo dopo quella vicenda. Cambiamenti non consistenti né prolungati, pertanto lei li aveva ritenuti propri del suo solito comportamento eccentrico. Ultimamente, però, era diventato impossibile razionalizzare.
-Cos'è che ha fatto cambiare le cose?- si domandò. -È successo qualcosa tra lui e Sonia? O magari, dopo il duello, Ryo ha cominciato a vedere Umibozu in modo diverso, magari anche Miki? Non si fida più di loro? O forse sono stata io a fare qualcosa. Anche se Sonia mi ha detto il contrario, so che non ero una partner molto valida allora. Forse anche lui la pensa così. Forse è di me che non si fida più.-
Kaori abbassò il capo, con le lacrime agli occhi. Più ci pensava, più si convinceva che c'era decisamente qualcosa di sbagliato. Ancora peggio, non era del tutto sicura di poter fare qualcosa a riguardo. Si asciugò gli occhi col dorso della mano.
-Ryo...qualsiasi cosa sia, ti prego...stai attento. Non strafare...-
Kaori si alzò e riprese lo strofinaccio da terra. Si rimise a occuparsi dei lavori di casa, facendo del suo meglio per schiarirsi le idee.
 
 
Un'ora dopo, Kaori si cambiò e si diresse verso la stazione di Shinjuku per controllare la lavagna. Era ancora preoccupata per Ryo e sperò di trovare una richiesta di lavoro.
-Se non altro, avremmo dei soldi e Ryo potrebbe distrarsi- pensò.
Controllò la lavagna tre volte prima di accettare che non c'era niente che l'aspettasse. Kaori sospirò e guardò il quadernetto che di solito si portava dietro. C'erano state un paio di offerte all'inizio della settimana, ma dopo aver incontrato i presunti clienti, si era convinta di non accettare.
-Ciò significa che non abbiamo niente, al momento- pensò accigliandosi.
"Puoi acconsentire a una mia richiesta, Kaori?"
Kaori sobbalzò e si voltò, vedendo Saeko dietro di sé.
"Un'offerta di lavoro?" replicò Kaori. "Ho già detto a Ryo che non avremmo più accettato offerte da te, quindi non..."
"Non si tratta di un lavoro" disse Saeko con calma. "Mi piacerebbe parlare con te...di Ryo. Ti va una tazza di caffè con me?"
 
 
Qualche minuto dopo, Kaori e Saeko entrarono al Cat's Eye.
"Buon pomeriggio, Kaori, Saeko" Miki sorrise loro.
"Ah, ciao Miki, Umibozu" replicò Kaori. Si guardò intorno, abbassando le spalle quando vide che non c'era nessun altro.
"Kaori?" disse Miki.
"Oh, scusa" disse Kaori. "In parte mi aspettavo che Ryo fosse qui. Voi due lo avete visto oggi?"
"No" rispose Miki. "Saeba non è passato di qui spesso nelle ultime due settimane"
"Capisco" disse Kaori, rivolgendo lo sguardo al suolo. Sia lei che Saeko ordinarono un caffè e si accomodarono in uno dei tavolini più in fondo. Qualche istante dopo, Umibozu le servì e Saeko bevve un lungo sorso prima di parlare.
"Kaori, sai se è successo qualcosa a Ryo recentemente?" disse. Kaori aprì la bocca, sconvolta, ma la chiuse e tornò a guardare verso il basso.
"No, non so niente" replicò Kaori. "È successo qualcosa tra te e Ryo? Sta succedendo qualcosa?"
"È quello che sto cercando di capire" replicò Saeko. "Ma, se tu non lo sai, non so come troverò la risposta. Però mi pare di capire che anche tu sei preoccupata per lui"
Kaori annuì. "Non rimane spesso a casa" disse. "E non mangia più come prima...e sta bevendo più del solito..."
"Capisco" annuì Saeko. "Avevo la sensazione che ci fosse qualcosa di serio e tu me lo stai confermando. Vedi, ho proposto a Ryo un lavoro la scorsa settimana..."
 
 
"Dai, Ryo" lo pregò Saeko. "È una semplice operazione sotto copertura. Ti porterà via due giorni al massimo"
Ryo si sedette sulla panchina accanto a lei nel parco, fumando una sigaretta. Si reclinò all'indietro e guardò il cielo.
"Saeko, hai idea di quanti mokkori mi devi?" disse. "Non esiste che consideri una tua offerta senza un pagamento anticipato. Specialmente visto che Kaori mi ucciderebbe se lo scoprisse"
"Ma Ryo, non posso chiedere a nessun altro con così poco preavviso" disse lei. "Ascolta, conterò tre mokkori invece di uno soltanto. Inoltre, è l'ambiente perfetto per te. Trascorreremo quasi tutto il tempo a bordo piscina"
"Bordo piscina?" chiese Ryo, sollevando le sopracciglia. Saeko sorrise.
"Esatto" disse. "Sarai circondato per ore da donne in bikini"
"Bi...ki...ni?!" disse lui, spalancando gli occhi.
"Sì" disse Saeko. "Chi lo sa, magari potrai divertirti un po' prima di dover lavorare. Allora, che mi dici, Ryo?"
La faccia di Ryo si trasfigurò in un enorme ghigno e respirava affannosamente, Saeko era convinta di averlo in pugno. Improvvisamente, il ghigno scomparve e lui si alzò, gettando via la sigaretta.
"Ryo?"
"Scusa, ma passo" disse. "Non è un lavoro così pericoloso. Puoi cavartela da sola. Magari la prossima volta...dopo che avrai pagato un po' di mokkori"
E si allontanò senza dire un'altra parola.
 
 
"Quindi...stavi davvero tentando di appioppargli un lavoro" disse Kaori, guardandola in cagnesco.
"Non è questo il punto, Kaori" disse Saeko, sollevando le mani di fronte a lei e sorridendo. "Il punto è che questo lavoro è di norma ciò che Ryo supplica di avere, e si è comportato come se non gli importasse di meno. Inoltre, tu lo conosci, di solito non rifiuta una mia richiesta"
"Sì, è vero" disse Kaori, accigliandosi ancora di più. Saeko rise nervosamente prima di tornare seria. "Non è stata la prima volta in cui ho pensato che ultimamente Ryo non si comporta come sempre" disse. "Ma fino ad allora, non mi ero così tanto preoccupata. Adesso, invece..."
Kaori annuì e bevve il suo caffè. Sentire la storia di Saeko la fece preoccupare ancora di più.
"Kaori, penso che dovresti parlargli" disse Saeko.
"Io?" fece Kaori.
"Certo" rispose Saeko. "Sei la sua partner"
"Sì, ma..." mormorò Kaori, gli occhi fissi sul tavolo. "Non significa niente. Ryo...non si fida di me, non in quel senso. Non parlerà con me, non di questo"
"Si fida di te, Kaori" disse Saeko. "Credimi. Si fida di te più di chiunque altro. Se non gli pargli tu, non so chi altro potrebbe farlo"
Kaori strinse le dita intorno alla tazza di caffè e fissò il liquido color mogano all'interno. Era d'accordo con Saeko sul fatto che qualcuno dovesse parlare con Ryo, ma nutriva ancora dubbi che lei fosse la migliore opzione per raggiungere l'obiettivo.
Le due finirono di bere e si misero a chiacchierare di altro prima che Saeko se ne andasse. Subito dopo, Miki si avvicinò a Kaori.
"Kaori, dobbiamo parlare" disse.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Miki e Kaori si spostarono sul retro mentre Umibozu rimase al bancone.
"Mi dispiace" disse Miki. "Non ho potuto fare a meno di ascoltare la tua conversazione con Saeko. La verità è che io e Falcon stavano parlando di una cosa molto simile l'altro giorno, dopo che Saeba si era fermato al bar..."
 
 
"Salve, Miki, Umi" sorrise Ryo entrando nel café. "Ehi, Miki, quand'è che finalmente mollerai polpo e uscirai con me?"
Ryo saltellò verso il bancone, si sedette su uno sgabello e afferrò entrambe le mani di Miki, accarezzandole con i pollici.
"Soltanto un appuntamento, e sono sicuro che vedrai la luce" ghignò. "Allora, cosa dici?"
Miki tolse le mani dalla sua presa. "La stessa cosa che dico tutte le volte, Saeba" fece. "Né in questo mondo, né in qualsiasi altro"
"Ma Miki..."
Ryo si zittì, tuttavia, quando Umibozu gli lanciò un vassoio in testa.
"Taci" gli abbaiò. "Ti ho detto più di una volta di non usare i tuoi atteggiamenti da pervertito nel bar"
"Tsè, chi è il pervertito?" Ryo mise il broncio. "Sei pervertito tanto quanto me...se non di più"
"Non paragonarti a me" replicò Umibozu. "Non sono affatto come te"
"Oh, davvero?" disse Ryo. "Che mi dici dell'altro giorno, quando Miki stava dicendo che siamo molto simili?"
"Saeba, non era quello che intendevo, e lo sai" si accigliò Miki. "Ora, ecco il tuo caffè. Bevilo e smettila con le sciocchezze"
Miki appoggiò la tazzina di fronte a lui e Ryo aprì la bocca per dire altro, ma la chiuse bruscamente. Bevve silenziosamente il suo caffè per diversi minuti prima di alzarsi.
"Grazie, Miki" disse Ryo. "Per una volta non ho dovuto soffrire a causa del caffè schifoso di quel polpo"
"Mmh, non ti meriti altro che caffè schifoso" ribatté Umibozu. Ryo rise.
"Forse" ridacchiò. "Forse, Umi"
Miki e Umibozu si aspettavano che dicesse altro e rimasero sbalorditi quando Ryo uscì.
 
 
"Uh" fece Kaori. "A parte l'ultima battuta, mi sembra la classica routine di Ryo"
"Sembra così in apparenza, vero?" disse Miki. "Eppure..." si piegò verso Kaori, lo sguardo serio. "Se lo avessi osservato, l'avresti notato anche tu" continuò. "Il modo in cui rideva, sembrava così...forzato, perfino vuoto. La sua energia, il suo modo di scherzare, non erano veri. Anche se si è comportato come fa sempre, non era la stessa cosa"
Kaori non riuscì a pensare a nulla con cui rispondere. Aveva notato le stesse cose in Ryo ultimamente: risate che sembravano fuori luogo, sorrisi che non sembravano genuini. Sentire che Miki ne parlava non faceva che aggiungere chiarezza a ciò che già sapeva.
"Falcon e io ne stavamo parlando" proseguì Miki. "E non siamo riusciti a pensare a nulla di significativo accaduto di recente, tranne..."
"Tranne il duello" disse Kaori. "Quello tra Ryo e Umi"
Miki trasalì, sorpresa. "Sì, esattamente. Non è che io e Falcon non abbiamo avuto i nostri problemi, allora. Ogni tanto, penso ancora a come le cose sarebbero potute andare diversamente..." Miki serrò le mani e si girò per un istante, per controllare le proprie emozioni. "Ero così preoccupata per Falcon, per il duello, per la sua cecità. Non riuscivo a pensare a Saeba e a ciò che stava passando. Falcon non spiegava il perché, ma per qualche ragione, diceva che la sua ferita non era colpa di Saeba e che non lo biasimava. Ma allo stesso tempo, io capivo soltanto che Falcon stava diventando cieco, e che era stato trascinato al duello contro di lui...tutto per il male che c'è nel passato di Saeba"
Miki abbassò il capo e Kaori fece lo stesso. Anche se non le piaceva pensare che Miki avesse quelle riflessioni su Ryo, Kaori comprendeva i suoi sentimenti.
"So che ho fatto e detto cose che lo hanno ferito" continuò Miki. "Sapevo che Falcon stava soffrendo, e volevo che anche Saeba soffrisse. Non mi ero resa conto, se non fino a poco tempo prima, poco prima che il duello avesse inizio, che anche Saeba stava già soffrendo e io avevo soltanto aggiunto del dolore. E perfino allora, non sono riuscita a capire quanto stesse male. Non in quel momento. Soltanto adesso, quando guardo indietro"
"Mi dispiace" disse Kaori. "Dev'essere stato difficilissimo per te e Umibozu. Pensi...pensi che magari Ryo si senta a disagio con voi?"
Miki fece un profondo respiro e sollevò il capo. "No. So che Saeba ha capito le ragioni per cui Falcon ha fatto quello che ha fatto, e so che ha perdonato anche me. In un certo senso, penso che sia tutto ancora più triste...ma non penso che la causa sia solo ciò che io e Falcon abbiamo fatto. Credo che ci sia dell'altro"
"Saeko dice che dovrei parlargli" disse Kaori. "Ma, Miki, Ryo non mi ascolterà di sicuro, anche se sono la sua partner. Non è come tra te e Umibozu"
"Sì, invece" insistette Miki. "Anche Falcon lo vede. Ti ha detto che per Saeba tu sei più che una partner, no?"
"Sì, ma..."
"Kaori, Saeba si è preso un sacco di responsabilità per tutti noi" continuò Miki. "Tutti i lavori, sia dal punto di vista professionale e personale, che fa per Saeko e Reika...le cose che ha fatto per me e Falcon...la sua responsabilità verso di te...tutto questo, se ne è fatto carico da solo. Ma noi abbiamo fatto lo stesso per lui? Abbiamo tentato di alleggerire il suo peso?"
Le parole di Miki fecero serrare dolorosamente il cuore di Kaori. La sua mente iniziò a elencare tutte le volte a cui Miki alludeva, in cui Ryo aveva lavorato per rendere la sua vita, quella dei loro amici e delle loro clienti un po' migliori...e si sentiva afflitta nel rendersi conto di non ricordare che Ryo avesse ricevuto la stessa gentilezza. Le mani di Kaori tremavano mentre cercava di frenare le lacrime per la secondo volta durante la giornata.
"Voglio fare qualcosa" mormorò, la voce rauca. "Davvero. Ma non so neanche da dove cominciare" Miki annuì e si appoggiò alla sedia. "Non posso dirti esattamente cosa fare" disse. "Semplicemente perché non conosco Saeba come te. Ma posso darti un suggerimento"
Kaori tirò su col naso e alzò lo sguardo. "Ti ricordi di Maki Himuro?" chiese Miki.
"Sì" rispose Kaori. "È la violinista che Umibozu ha supportato economicamente mentre cresceva. È la figlia di uno dei suoi vecchi amici"
"Sì" disse Miki. "Sta ancora studiando musica a Vienna. Comunque, ogni tanto, manda a Falcon delle registrazioni della sua musica. Quando chiudiamo il bar e abbiamo terminato con le faccende della giornata, ci sediamo insieme e l'ascoltiamo. Non parliamo, non badiamo ad altre faccende...ci siamo solo noi e la musica" Miki fece una pausa e si passò la mano tra i capelli. "Falcon non lo ammetterebbe mai, ma quei momenti sono preziosi per lui. Mentre stiamo insieme ad ascoltare la musica, può rilassarsi senza dover essere il leggendario Falcon o Umibozu. Ci siamo solo noi e il tempo che condividiamo insieme. È un'occasione per lui per trovare una sorta di pace, anche se solo per poco"
Miki sorrise e Kaori la imitò. Era un po' difficile per lei immaginare una scena come quella che Miki aveva descritto, ma Kaori la trovò affascinante.
"Tu e io sappiamo che Falcon affronta molti pericoli e pressioni a causa di chi è" aggiunse Miki. "Ed è lo stesso per Saeba. Kaori, quello che ti sto suggerendo è di trovare un modo che possa portare un po' di pace nella sua vita. Forse ora non riesci a pensarci, ma sono certa che, se ci rifletti con la mente e con il cuore, saprai cosa dovrai fare per regalargli un momento del genere...e potrebbe essere ciò che ha bisogno per affrontare qualsiasi cosa lo stia tormentando"
Kaori rimase per qualche momento in silenzio, digerendo ciò che Miki le aveva detto. Concordava con la logica e l'intuizione di Miki, e anche se era ancora nervosa su quanto avrebbe dovuto fare, Kaori si riscoprì determinata a dare retta al suo suggerimento.
"Grazie, Miki" disse Kaori, alzandosi. "Cercherò di trovare il modo per fare quello che hai detto" uscì dalla stanza, e Miki emise un sospiro.
"Miki...dovevi proprio parlargliene?"
Miki sorrise e si voltò, vedendo Umibozu appoggiato a una parete. "Non preoccuparti, Falcon. Kaori sarà discreta. E poi, sappiamo entrambi che dev'essere lei ad aiutare a Saeba per qualsiasi cosa lo stia gravando"
"Mpf" fece Umibozu, voltando la testa di lato. "Speriamo che quell'idiota capisca cosa Kaori cerca di fare".
 
 
Dopo essere uscita dal Cat's Eye, Kaori camminò lungo le strade di Shinjuku e rifletté ulteriormente su quello che Miki aveva detto.
-Suppongo che a Umibozu piaccia ascoltare la musica di violino più di quanto abbia ammesso- pensò. -Quindi...per fare quello che Miki ha suggerito, dovrei trovare qualcosa che Ryo ritiene rilassante e piacevole. Cosa piace a Ryo?-
Non appena il pensiero le balzò in mente, Kaori roteò gli occhi e gemette. -Certo, adora inseguire le donne nella sua perenne ricerca di mokkori...ci pensa in continuazione...non c'è nient'altro...?-
Kaori si fermò e si appoggiò contro un edificio vicino. Andò al setaccio nella propria mente per qualche minuto, ma non riuscì a pensare a nulla. Poi vide una coppia passeggiare, entrambi con un cono gelato in mano. Kaori sorrise e si mise dritta.
-Ecco...il cibo. Ryo adora mangiare. Certo, ultimamente non sta mangiando molto, ma è da un po' che non preparo nulla di speciale. Preparerò una cena favolosa e magari vorrà passare la sera con me.-
Presa la decisione, Kaori si diresse al più vicino supermercato.
 
 
Quando Kaori finalmente tornò all'appartamento, fu sorpresa di vedere Ryo dirigersi verso le scale e sottoterra.
"Ehi, Kaori" disse lui con l'ombra di un sorriso e un cenno della mano.
"Oh, Ryo" disse lei. "Io, uhm...non c'era alcun messaggio sulla lavagna oggi"
"Ok" annuì lui. "Beh, io vado giù ad esercitarmi un po'", le passò accanto e Kaori iniziò a seguirlo.
"Ryo..."
"Cosa c'è?" chiese lui, guardandola. Kaori arrossì e strinse maggiormente la borsa con la spesa.
"Stavo pensando, magari potresti rimanere a casa stasera. Pensavo di preparare qualcosa di diverso per cena e...magari ti andrebbe di cenare con me"
"Certo, va bene" disse Ryo riprendendo a camminare. "Spero solo di non beccarmi un'indigestione questa volta"
Mentre si allontanava, Kaori fece quasi cadere la borsa con la spesa. Era tentata di schiantargli un martello in testa mentre scendeva le scale, ma resistette all'urgenza. Si diresse invece in cucina e diede inizio ai preparativi. Quasi un'ora dopo, aveva finito e stava per chiamarlo quando Ryo giunse a tavola.
"Wow!" disse lui, spalancando gli occhi all'esposizione invitante di pietanze. "Cos'è tutta 'sta roba?"
Kaori sorrise. "Beh, abbiamo guadagnato un po' di più questo mese, quindi pensavo che sarebbe stato bello preparare un bel banchetto per una volta. Buon appetito"
I due si sedettero, e Ryo iniziò immediatamente a riempire di cibo il suo piatto. Kaori era raggiante mentre lo vedeva divorare un piatto dietro l'altro.
-È da tanto che non mangia così tanto- pensò. -Il consiglio di Miki sul trovare qualcosa che gli piace era valido. Ora, devo solo trovare il modo per iniziare una conversazione.-
Finirono il loro pasto, intrattenendosi in chiacchiere leggere e Kaori fu compiaciuta di vedere che lui finì tutto il cibo che lei non riuscì a mangiare. Poi sparecchiò mentre Ryo andò sul divano. Dopo aver finito con i piatti, Kaori lo raggiunse e lo vide steso sulla pancia, ridacchiando mentre leggeva un'altra delle sue riviste 'mokkori'.
-Ma questo pervertito non si prende mai una pausa da questa roba?- si chiese, incredula. -Ma a cosa sto pensando? Certo che no.-
Si sedette acanto a lui, e Ryo lanciò via la rivista, mentre un'enorme goccia di sudore gli appariva in testa.
"Ah, Kaori...cosa...cosa..."
"Ryo, esci ancora stasera?" chiese piano. Ryo si mise a sedere, con un'espressione confusa.
"Sono un po' stanco e pensavo di rimanere qui. Perché?"
"Oh...per nessuna ragione" disse Kaori. Si guardò le gambe. Era più difficile di quanto avesse pensato.
"Ok" disse Ryo, il tono dubbioso. "Beh...allora andrò in camera mia" fece per alzarsi, ma Kaori gli afferrò un braccio.
"Aspetta" insistette. L'espressione di Ryo si fece ancora più disorientata.
"Cosa c'è?" chiese. Kaori arrossì e tossì.
"Uhm...ti è piaciuta la cena?" gli chiese, disperata dal desiderio di rompere il silenzio.
"Beh, ti sei superata, Kaori" sorrise lui. "Quanto cibo...e ancora il mio stomaco non sembra risentirne"
Kaori serrò i denti. Era determinata a non perdere la calma, ma diventava sempre più difficile. Lei continuava a tenergli il braccio e Ryo rise nervosamente.
"C'è qualcos'altro?" domandò. Kaori arrossì maggiormente mentre faticava per trovare le parole.
"Ryo, io..." balbettò. "Penso...penso che forse dovremmo parlare"
"Parlare?" replicò Ryo. "Cosa c'è da dire? Aspetta...stai cercando di ottenere qualcosa da me?"
"Cosa vuoi dire?" chiese Kaori.
"La grande cena di stasera...c'era un altro motivo dietro, no? Lasciami indovinare, hai trovato un cliente che è un uomo oppure un bambino e speravi che sarei stato disposto a farti un favore se fossi stata carina con me per una sera. È così?"
"Non è affatto così" disse Kaori, la faccia che diventava accaldata. "Non posso semplicemente essere un po' più carina con te, di tanto in tanto?"
"Ah, suppongo di sì. Solo che non capisco da dove viene tutta questa sponeanea bontà. Di solito non sei così interessata in ciò che voglio e in ciò che è importante per me"
"E cosa sarebbe?" sibilò Kaori, mentre iniziava già a formulare la risposta di Ryo.
"Ogni giorno ho la missione di inseguire la bellezza che è intorno a me. A volte si tratta di donne per strada, a volte sono le clienti che hanno bisogno della mia attenzione...e ogni volta tu fai da ostacolo a questa missione. Come posso godermi il mio status di Stallone di Shinjuku quando tu..."
Incapace di starlo ad ascoltare oltre, Kaori lo spiaccicò contro il muro con una delle sue mazze ferrate.
"Magari se avessi qualche scopo valido invece di quest'unica tua perversione, non farei da ostacolo!" gridò prima di uscire e dirigersi in camera sua. "Idiota!"
"Questo...è di questo che stavo parlando" ansimò Ryo scivolando sul pavimento.
 
 
Kaori trascorse il resto della serata nella sua stanza, e capì che anche per Ryo fu lo stesso. Continuò a fumare per ore prima di cadere in un sonno esausto.
Il mattino dopo, si alzò e andò a controllare che Ryo fosse ancora nell'edificio. La sua stanza era vuota, tuttavia, e pensò che si fosse già svegliato.
-Quell'idiota. Ora non vuole neanche fare colazione con me. E magari è meglio così. Se fosse qui, probabilmente insulterebbe ancora la mia cucina-
Kaori si fece una doccia e si vestì. In seguito, si guardò allo specchio e studiò il proprio riflesso. Contemplò come, fisicamente, non potesse definirsi elegante, ma non era neanche brutta. Si considerava attraente, ma non era sicura di poter essere qualificata come 'una bellezza'. Toccò il vetro con le punte delle dita e guardò nei propri occhi.
-Cosa vede Ryo quando mi guarda? Solo la sua partner e non una donna? Sono solo un maschiaccio geloso per lui? Sono almeno un'amica e non solo un obbligo o un ostacolo?-
La mano scivolò via dallo specchio e abbassò il capo.
-Qualsiasi cosa veda...qualunque cosa io sia, non lo rendo felice. Ciò che lo rende felice è il suo lavoro, le sue cattive abitudini, i suoi tentativi di stare con delle belle donne. Non posso fare niente per dirgli quella pace di cui parlava Miki-
Improvvisamente un nuovo pensiero entrò nel suo cervello e lei alzò lo sguardo.
-Aspetta...belle donne...potrebbe esserci un modo...un modo per me di riuscirci...-
 
 
Dopo una veloce colazione, e un breve controllo alla lavagna della stazione di Shinjuku, Kaori andrò immediatamente a fare visita alla sua vecchia amica di liceo, Eriko Kitahara, nella sua botique.
"Ah, Kaori, sono così contenta di vederti" sorrise Eriko quando vide Kaori all'entrata. "Come stai? Come sta Saeba? Successo niente?"
"Eriko...io..." disse Kaori, arrossendo.
"Kaori, che c'è che non va? Cosa?"
Kaori deglutì a fatica prima di rispondere. "Eriko, ho bisogno di un favore. Detesto chiederlo, ma..."
"Non ti preoccupare" replicò Eriko. "Siamo amiche, no? Le amiche si aiutano a vicenda. Allora, cosa c'è?"
"Ricordi quello che avevi fatto per me? Quello che avevi tentato di fare, poi...Eriko, mi serve di nuovo. Aiutami un'altra volta a diventare quella donna. Ti prego, soltanto una volta".

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Capitolo 3
*** Capitolo Tre ***


Quasi due ore più tardi, Kaori si piazzò di fronte allo specchio. Era stata trasformata e a fatica riusciva a riconoscere il proprio riflesso. Era stata truccata, le era stata data una parrucca e un altro outfit alla moda.
"Kaori, cosa c'è?" chiese Eriko. "Non ti piace il vestito che ho scelto? Forse ti piaceva di più quello verde?"
"No, no, è bellissimo" disse Kaori. "Solo che...so che lo abbiamo già fatto, ma faccio fatica a credere che questa sia io"
"Certo che sei tu" sospirò Eriko. "Perché non riesci a credere alla tua bellezza? Tutto ciò che ho fatto io è renderla più evidente", si avvicinò poi a Kaori per darle un paio di orecchini e una collana.
"Non hai ancora detto perché hai deciso di rifarlo" disse Eriko. "Hai deciso di buttarti e di dire a Saeba la verità su di te e sui tuoi sentimenti?"
Kaori abbassò la testa. Era troppo imbarazzata per dire a Eriko che non aveva intenzione di rivelare la sua identità a Ryo nemmeno questa volta. Mentre veniva truccata, Kaori aveva pensato alla prima volta in cui era diventata la sua 'Cenerentola' e aveva deciso che era il modo migliore per approcciare il problema.
-Ryo non vorrebbe trascorrere una serata del genere con me...non parlerebbe con me...ma magari lo farà con Cenerentola- pensò, -è l'unica cosa che posso fare per renderlo felice, come ha suggerito Miki-.
"Io...io stavo pensando di provare a parlare con Ryo stasera" disse infine, titubante. Eriko sorrise e batté le mani. "Lo sapevo" disse. "Buon per te, Kaori. È ora che tu gli dica quello che provi veramente"
Kaori annuì e fece del suo meglio per sorridere. Non voleva mentire a Eriko, ma non poteva nemmeno dirle l'intera verità.
-Proverò a dirgli cosa provo- si disse. -Ma Ryo non saprà che sono io. È l'unico modo in cui riesco ad aiutarlo al momento-
Dopo aver terminato con Eriko, Kaori si mise alla ricerca di un telefono. Era riluttante all'idea di fare quella chiamata, ma sapeva che era cruciale per il suo piano.
-Ora sarò in debito con lei- rifletté Kaori, frustrata. -Sarà meglio che non esageri quando lo riscuoterà.-
Kaori tirò su il telefono e presto una voce comparve dall'altra parte.
"Sì, parla il detective Nogami"
"Saeko, sono io...ricordi di cos'abbiamo parlato ieri? Io, uhm...ho bisogno che tu mi faccia un favore".
 
 
Quasi due ore dopo, Ryo era seduto ad un fast food, masticando svogliatamente un hamburger. Fissava fuori dalla finestra, finché non notò il riflesso di qualcuno che camminava verso di lui.
"Non sei la persona più facile da rintracciare in questi giorni"
Vide Saeko di fronte a lui, con la traccia di un sorriso sul volto. Lo ricambiò.
"Eppure, sei riuscita a trovarmi" disse. "Allora, mi stavi cercando? Hai finalmente intenzione di ripagare un po' di debiti?"
"Non lo farò direttamente" disse, il suo sorriso aumentò. "Ma ti farò un favore che credo valga almeno sette mokkori"
"Oh?" replicò Ryo, intrigato.
"Una donna è passata dal mio ufficio oggi, cercando te" continuò Saeko. "A quanto pare, è venuta dall'America solo per vederti"
Ryo mise da parte il suo panino, posando un gomito sul tavolo e inclinandosi verso di lei, il mento appoggiato sulla mano.
"Cosa vuole?" chiese. "Ti ha dato un nome?"
"Nessun nome" rispose Saeko. "Studia all'estero ed è in Giappone per una vacanza. Voleva davvero rivederti, ed è passata al commissariato nel tentativo di trovarti. Per fortuna, ero presente quando ha cominciato a fare domande, quindi sono riuscita a parlarle prima di chiunque altro", tirò poi fuori una busta dalla borsetta.
"Mi ha detto di darti questa" disse. "Ha detto che ti spiegherà diverse cose tra cui dove la puoi incontrare, se decidi di vederla"
"Rispondi a una domanda, Saeko" disse Ryo. Saeko batté le palpebre per via del suo tono serio, ma poi dovette resistere all'urgenza di roteare gli occhi quando il suo solito sciocco ghigno gli apparve sulla faccia.
"È una bellezza?" ridacchiò. Saeko rise e si allontanò da lui.
"Oh, lo è" disse. "Ma mi domando...mi domando se sarai in grado di apprezzare davvero la sua bellezza"
Saeko si voltò e se ne andò, lasciandosi alle spalle un Ryo confuso. Aprì la busta e lesse la lettera stampata che c'era dentro. Qualche secondo dopo, i suoi occhi e la sua bocca si aprirono.
-Questa...questa è...-
Ryo si alzò e infilò la lettera nella tasca. Gli ci era voluto un secondo per decidere di presentarsi all'appuntamento, ma aveva bisogno di tempo per prepararsi.
 
 
Kaori era seduta in un bar da sola, stringendo il suo drink. Era arrivata da quasi un'ora per consentirsi di calmarsi e di pensare a come avrebbe agito durante la serata. Aveva ordinato un drink per placare i nervi.
Non aveva pensato, però, al numero di uomini che ci volevano provare con lei.
"Mi scusi, signorina, ma non ho potuto fare a meno di rimanere incantato dalla sua bellezza. Non è di questo mondo"
"Cosa ci fa una bellezza come te in un posto come questo? Ancora meglio, come posso convincerti a venire a casa mia?"
"Qualcuno le ha mai detto che fa vergognare la stessa Venere?"
"Che fiore delicato...lascia che io sia la tua ape..."
Aveva fatto del suo meglio per rifiutare gli approcci, ma si stava stancando nel dover trovare nuove scuse per dire di no.
Qualche secondo dopo aver respinto un altro spasimante, Kaori crollò sullo sgabello. Doveva ammettere che era gratificante attirare tanta attenzione da tutti quegli uomini, ma la maggior parte di loro era lontana dal tipo di persone che avrebbe voluto incontrare. In più, desiderava stare un po' da sola così da prepararsi per ciò che sarebbe successo.
"Cenerentola...sei tornata. Forse per un altro ballo?"
Kaori sussultò e si voltò, vedendo Ryo dietro di lei. Indossava lo stesso completo dell'ultima volta in cui lei aveva interpretato quel ruolo. Non che le dispiacesse. Kaori lo aveva ammirato la prima volta e questa volta non fu diverso.
Sentiva la faccia accaldata mentre cercava di parlare. Il modo in cui la guardava, il sorriso gentile sul suo volto...si era quasi dimenticata quanto ne era rimasta colpita l'ultima volta che erano usciti insieme e non aveva pensato a come avrebbe gestito le proprie emozioni. Fu allora che capì che non sarebbe stata una serata facile.
-Non si tratta di me- si ricordò. -Si tratta di Ryo-, il pensiero le diede il coraggio che le serviva per proseguire con il piano.
"Ry-Saeba" disse, correggendosi. "Sono così felice che tu sia venuto a incontrarmi"
Ryo le si avvicinò e sollevò un dito. "Te l'ho già detto, Ryo è sufficiente" disse. "Ora, andiamo?"
 
 
I due stavano camminando a braccetto lungo il marciapiede, Kaori si godeva quel contatto ravvicinato.
"Ammetto che sono rimasto sorpreso di ricevere quella lettera da te" disse Ryo. "Come sei riuscita a fuggire ai tuoi studi?"
Kaori deglutì a fatica, ma non si scompose. Aveva trascorso del tempo a pensare a risposte da dare a potenziali domande come quella.
"I miei genitori pensano che io sia in Thailandia" disse. "Sono riuscita a persuadere alcuni amici per ingannarli, e ho preso un aereo per il Giappone. Non potrò rimanere qui a lungo, altrimenti scopriranno la verità"
"Quindi, anche questa volta è solo per una sera, vero?" disse Ryo, la voce dolce. Kaori annuì e rabbrividì appena.
"Mi dispiace, Ryo. Vorrei che potessimo passare più tempo insieme. Ma io..." le parole si fermarono quando lui l'avvolse con un braccio, stringendola ulteriormente mentre camminavano.
"È okay" disse. "Un'altra sera con Cenerentola è comunque un regalo prezioso per me"
Kaori arrossì anche se sentiva una lieve rabbia.
-Ryo non mi parla mai così. Non mi ha mai detto queste cose...sono la sua partner e per lui conto meno di una donna che ha incontrato solo una volta. Ma è per questo che lo sto facendo...così che lui possa dire le cose che vuole e che deve...così che io possa dirgli le cose che ha bisogno di sentire...-
"Non...non ho dimenticato, sai" disse Kaori. "Il nostro primo appuntamento. Ci ho pensato così tante volte negli ultimi mesi. È un ricordo che tengo stretto nel cuore"
Dicendo quelle parole, Kaori sentì il proprio cuore martellarle nel petto. Nella sua mente, aveva ripetuto tutte le cose che voleva dire, ma ciò non cambiava il fatto che quanto aveva appena detto fosse letteralmente la verità...e aveva atteso l'opportunità di poterglielo svelare.
"È per questo che ho colto l'occasione di rivederti" disse Kaori, sforzandosi al meglio per sorridere.
"Non sei preoccupata di quello che potrebbe accadere se venissi scoperta?" le chiese Ryo. "Se la verità venisse scoperta?"
Per un attimo, Kaori andò nel panico. Quando aveva trovato l'orecchino nella tasca dei jeans dopo il primo appuntamento, aveva pensato che forse lui aveva capito. Ma poi aveva pensato che si era semplicemente mischiato al resto dei vestiti ed era caduto in tasca. Adesso, però, qualcosa nel modo in cui Ryo le pose quelle domande la riportò a chiedersi se lui non sapesse la verità.
Tuttavia, riuscì a calmarsi e a ritrovare la voce.
"Sono un po' preoccupata" confessò. "Ma non m'importa. Accetto il rischio per passare questi momenti con te"
Ryo sorrise ancora e le prese una mano fra le proprie.
"Allora prometto di trasformare questa serata in un altro meraviglioso ricordo che potrai tenere nel cuore" disse.
 
 
I due si fermarono per una cena leggera in un locale all'aperto e alla fine condivisero anche il caffè. Parlarono un po', ma l'espressione contenta sul viso di Ryo convinse Kaori che, a volte, anche il silenzio andava bene.
-È quello che intendeva Miki- pensò. -L'opportunità di rilassarsi, la pace...è quello di cui Ryo ha bisogno.-
Anche se il cuore le doleva, sorrise per come lui divorava il suo piatto mentre di tanto in tanto si soffermava a guardarla.
Quando finirono, tornarono a passeggiare lungo le strade.
"La città...è così bella di sera" disse Kaori.
"È vero" disse Ryo. "Ho trascorso molte ore a vagare per queste strade. L'energia intorno a me, il mistero, la gente, le opportunità a ogni angolo...sento tutto questo quando sono qui"
"Ami questa città, vero?" chiese Kaori. Ryo rise. Risuonò sia giocoso che malinconico.
"Suppongo di sì. Fa parte della mia vita da così tanto tempo, non riesco a immaginare di andarmene. Ogni tanto, però..."
"Ogni tanto, però?" disse lei, stringendogli un po' di più il braccio.
"Ogni tanto, penso che mi piacerebbe scappare da questo posto. Così tante cose qui sono sporche e putride. A volte, è facile pensare che è ciò che c'è sempre stato e che ci sarà sempre. A volte, penso che mi piacerebbe fuggire verso un posto dove nessuno potrebbe trovarmi e dove nessuno saprebbe chi sono"
Kaori lo guardò, sorpresa. Non si era resa conto che nutriva simili pensieri e sentirlo mentre ne parlava ad alta voce fu una rivelazione.
-Probabilmente ogni tanto si stanca di essere il grande City Hunter...di doversi guardare alle spalle in continuazione...di doversi preoccupare di chi gli sta intorno. Chi non vorrebbe scappare da tutto questo?-
"Perché rimani?" chiese, incapace di fermarsi.
"In parte perché so che questi pensieri sono di passaggio" disse Ryo, lo sguardo fisso di fronte a sé. "In parte perché non posso fuggire da chi sono e lasciarmi alle spalle questa città. Ma, più importante, è che troppe cose mi legano qui"
"Cose che ti legano qui?" disse parole. "Intendi obblighi?"
"Suppongo che alcune persone la vedano così" disse Ryo. "Ma per me, ci sono troppe ragioni e persone importanti qui...ragioni e persone che non potrei mai abbandonare"
Si avvicinarono a una passerella pedonale e osservarono le macchine sfrecciare in una sequenza di luci.
"Quando mi sento scoraggiato o provo l'esigenza di scappare, trascorro del tempo a camminare per queste strade, andando nei miei posti preferiti" continuò. "Non riesco sempre a cancellare le brutte sensazioni, ma alla fine mi ricordo sempre tutte le ragioni per cui rimango qui"
Ryo fece una pausa e Kaori gli si avvicinò di più.
-È questo che stai facendo, Ryo?- si chiese Kaori. -Tutti quei giorni e quelle notti in cui eri fuori casa...eri alla ricerca di promemoria per cui rimani? Un tentativo di fare pace col tuo posto nel mondo?-
"E tu?" chiese lui, interrompendo la sua scia di pensieri. "Ho la sensazione che tu stia cercando qualcosa. Forse posso aiutarti a trovarlo"
Kaori distolse lo sguardo. "Io...io stavo..." tentò di trovare un modo per rimandare la conversazione e l'ispirazione la colpì sotto forma di una sala giochi.
"Guarda Ryo, una sala giochi" disse, "Andiamo. Ci siamo divertiti un sacco l'ultima volta"
Ryo batté le palpebre, ma poi un largo sorriso apparì sul suo volto.
"Certo, andiamo".
 
 
"Ahah" Kaori rise leggermente più tardi, di fronte a uno dei videogiochi. "Finalmente ho un punteggio più alto del tuo"
"Non è possibile" mise il broncio Ryo. "Probabilmente c'è un difetto nella macchina"
"Perché non puoi ammettere che ti ho battuto?" chiese Kaori.
"Perché sono un genio quando si tratta di sparare" replicò Ryo.
"Sparare? Intendi dire che spari parecchio?" disse Kaori, attenta a mantenere la sua mascherata. Ryo sollevò le sopracciglia e rise.
"Certo" disse. "Ho una collega insistente che cerca sempre di farmi fare cose noiose e senza senso. Quindi, vengo qui spesso per evitarla. Ora sono un esperto nello sparare in tutti questi videogiochi"
Kaori non poté fare a meno di accigliarsi.
-Idiota, allora è questo uno dei posti in cui va per evitare di distribuire volantini e di trovare lavoro-
Le mani di Kaori si contrassero ed era a un passo dal recuperare un martello per colpirlo, ma all'ultimo secondo si frenò.
"Ahahah, che c'è?" rise lui, nervoso di fronte al suo cipiglio.
"Niente" scattò lei. -Devo ricordarmi questo posto in futuro quando tenta di sgattaiolare dal lavoro-, Kaori fece un profondo respiro e addolcì l'espressione. "Niente, davvero" disse lei. "Ryo, andiamo da qualche altra parte. Hai detto che ci sono posti in cui ti piace andare, posti che ti ricordano perché ami questa città. Per favore, puoi portarmi in uno di questi?", pensò poi a come doveva sembrare e abbassò lo sguardo. "Scusa...non voglio insistere. Se non vuoi..."
Ryo sorrise e le porse il braccio. Kaori rispose aggrappandovisi con entrambe le braccia. Mentre gli si faceva vicina, rilasciò un sospiro. Erano trascorse solo un paio di ore, ma si stava già abituando al suo affetto e al potergli stare così vicina...non come collega, ma come donna.
"Non preoccuparti" disse lui. "Sarà un piacere. Ti porto nel mio posto preferito".

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Capitolo 4
*** Capitolo Quattro ***


 
Poco dopo, Ryo e Kaori erano sul tetto di un grattacielo ad osservare la città sotto di loro.
"Ryo...è ancora più bella da qui" esalò Kaori. Ryo le mise un braccio intorno alle spalle.
"Ho portato soltanto una persona qui" disse. Kaori sentì il proprio cuore caderle, ma riuscì a non mostrare la delusione. Avrebbe voluto essere la prima, ma poi si sentì sciocca a nutrire un simile desiderio.
"Chi era lei?" chiese.
"Sei veloce a pensare che fosse una donna" scherzò Ryo.
"Intendi dirmi che fosse un uomo?" Kaori gli rivolse un sorrisetto. Ryo rise, e Kaori assaporò il modo in cui i suoi occhi si illuminarono per il divertimento.
"No, mi arrendo" ridacchiò lui. "Sì, era una donna. Anzi, una principessa"
"Una principessa? Davvero?" disse Kaori.
"Sì, davvero" disse Ryo, il tono serio. "Fui abbastanza fortunato da incontrarla quando visitò il Giappone. Si stava preparando a una vita di obblighi e dedizione per gli altri. Mi chiese di concederle un giorno di libertà, quindi venimmo qui a osservare la città...come stiamo facendo ora tu ed io. Fece del suo meglio per nascondere chi era in realtà, ma alla fine non riuscì a mascherare la sua aura nobile"
Kaori batté le palpebre, sorpresa. Ascoltando la storia, era riuscita a capire che stava parlando della principessa Alma, una delle vecchie clienti.
-Quindi Ryo sapeva che era una principessa, dopotutto...mi domando se le abbia detto che sapeva la verità...-
"Ora, sono fortunato abbastanza da aver portato qui un'altra principessa" le mormorò all'orecchio. Kaori arrossì e girò il capo, lontano da lui.
"No, non sono..." balbettò. "Sono solo una donna comune che..."
Ryo posò una mano sul suo braccio.
"Non c'è nulla di comune in te" disse. "Nulla"
Kaori arrossì ulteriormente e rimase senza parole. Per diversi minuti i due osservarono le luci della città baluginare e luccicare, e le automobili creavano un brillante mare rosso e bianco.
"Ryo" disse lei infine. "Prima mi hai chiesto se stavo cercando qualcosa stasera"
"Mmh?" replicò lui.
"Penso che si possa dire che sto cercando il mio sogno" disse lei. Kaori si appoggiò alla ringhiera, e Ryo le mise un braccio intorno, condividendo il suo lungo cappotto per tenerla al caldo.
"Fin da quando ero bambina, sognavo di trovare un cavaliere dall'armatura splendente" continuò. "Penso sia il sogno di molte ragazzine. Volevo un bellissimo cavaliere che fosse anche forte, coraggioso e gentile. Lo immaginavo arrivare alla mia porta un giorno per poi offrirmi di rimanere al mio fianco, sempre"
"Oh? E stai ancora cercando quel cavaliere?" chiese Ryo.
"Sì...e no" replicò lei.
"Sì e no?" ripeté lui.
"Crescendo, ho conosciuto cose importanti" aggiunse Kaori. "Mi sono resa conto che il tipo di cavaliere che sognavo era solo una favola, non una persona in carne e ossa. Rimasi delusi, ma poi scoprii che ci sono dei veri cavalieri al mondo, ma hanno imperfezioni e difetti. E a volte, invece di agire alla luce del sole, un cavaliere può vivere nell'ombra. Non perché meriti di starci, ma perché è lì che è necessario"
"Quindi cosa stai cercando di trovare?" chiese Ryo. "Un cavaliere imperfetto e ombroso? Perché accontentarsi di uno così? Perché non aspettare che arrivi un uomo migliore?"
"Non si tratterebbe di accontentarsi" insistette Kaori. Si girò per guardarlo negli occhi, i propri erano fieri ma gentili.
"Difetti e imperfezioni sono ciò che ci rende umani." continuò, la voce che tremava leggermente. "Voglio amare una persona reale, non un guscio finto. E...ed è facile rimanere puri e giusti quando si rimane al sicuro, lontani dai mali del mondo. Ci vuole molto più coraggio e molta più forza a vivere nell'oscurità e lavorare per proteggere gli altri, mantenendo un buon cuore"
Kaori tolse la mano di Ryo dal proprio braccio, prendendola fra entrambe le mani.
"Se lo trovassi" disse, "se trovassi un cavaliere così, farei qualsiasi cosa per rimanere con lui, per supportarlo e aiutarlo...e non lo lascerei mai andare"
Ryo rimase in silenzio e Kaori pensò di aver notato un lampo di sorpresa nei suoi occhi che subito lasciarono posto a un'espressione più austera. Lei gli lasciò la mano e tornò a osservare la città al di sotto.
"Mi dispiace, mi sono lasciata trasportare" disse. Una forte folata di vento soffiò e Kaori rabbrividì. Ryo tornò a condividere il suo cappotto con lei.
"Dai" disse lui. "Se rimaniamo qui, potresti prenderti un raffreddore"
"Ok" annuì lei.
"Ora, lascia che ti porti in un altro dei miei posti preferiti" disse lui mentre tornavano dentro l'edificio.
 
 
Presto, Kaori si ritrovò di fronte a una serie di edifici con sgargianti insegne al neon, e scosse il capo. Dopo aver lasciato il grattacielo, Ryo l'aveva portata in un distretto di alberghi a Shinjuku e ora stava guardando le insegne che lo circondavano, con un ghigno enorme in faccia.
"Ah ah ah, ce ne sono così tanti tra cui scegliere" ridacchiò lui. "Ma quale sarà il migliore per una serata come questa?"
Kaori emise un lungo sospiro, stampandosi il viso contro il palmo.
-Avrei dovuto sapere che saremmo finiti qui- pensò. -Per Ryo, il tempo trascorso con una donna non è completo senza l'opportunità di un mokkori-.
Più ci pensava, più si sentiva confusa. Da una parte era furiosa che Ryo stesse puntando al mokkori con un'altra donna...ma non poteva fare a meno di sentire una strana sorta di orgoglio perché, questa volta, era lei a farglielo desiderare.
-Che idiota. Ora mi sta trascinando nel suo mondo da pervertito. Perché dovrei essere orgogliosa di essere un obiettivo mokkori?-
Mentre Ryo continuava a guardare gli alberghi intorno a lui, un martello dietro l'altro appariva nelle mani di Kaori, e continuava a nasconderli e gettarli via.
"Allora Cenerentola, quale dovremmo scegliere come nostro castello d'amore?" disse Ryo, afferrandola e attirandola a sé. Kaori si divincolò, ridendo nervosamente.
"Ah, andiamo da un'altra parte" disse. "Ehi, hai di nuovo fame? Perché ho visto dei ristoranti da quella parte..."
Ryo l'afferrò di nuovo, stringendola maggiormente.
"Ho fame, ma non di cibo" disse, con un sorriso predatorio. "Vorrei che sapessi da quanto attendo un momento come questo"
Il viso di Kaori si tinse di una sfumatura ancora più brillante di rosso, le guance sembravano andare a fuoco. Il modo in cui lui la fissava le creava un flusso di emozioni attorcigliate. A quel punto, riusciva a fatica a distinguere la rabbia dal proprio crescente desiderio.
-Desidera fare...con me? Da tanto tempo?-
Deglutì e stava per parlare quando Ryo premette il petto contro il suo.
"Che bello..." mormorò, gli occhi velati e un filo di bava all'angolo della bocca. Si strofinò contro di lei e gli occhi di Kaori istantaneamente infervorati per la furia.
-Un attimo...non è me che vuole portare in uno di questi alberghi. È Cenerentola- pensò, la rabbia che prendeva il sopravvento su tutte le altre emozioni. -Ha passato tutto questo tempo a fantasticare di andare in un posto del genere con lei anche se ci è uscito soltanto una sera? Io sto con lui tutto il tempo, e ottengo solo commenti sul fatto che sembro un travestito.-
Un altro martello apparve nella sua mano e questa volta Kaori non lo gettò via.
-Idiota! Non gli importa di me. Gli importa solo della mascherata che Eriko ha creato per me.-
Kaori si tolse dalle sue braccia e lanciò il martello esattamente sulla testa di Ryo.
"Pervertito!" gridò, colpendolo. "Come ti permetti di trascinarmi in un posto come questo?"
"Questo...questo è davvero familiare" mormorò Ryo mentre si liberava del martello. Non appena lo disse, un'enorme goccia di sudore rotolò lungo la fronte di Kaori.
-No...cos'ho fatto? Lo avevo fatto l'altra volta e sono stata fortunata che lui non abbia capito...ma ora, l'ho rifatto...potrei aver fatto capire chi sono. Potrei aver rovinato tutto.-
Kaori si allontanò da Ryo e si mise a correre ciecamente lungo la strada.
-Perché?- si chiese, le lacrime che le pungevano gli occhi. -Perché dev'essere così? Perché non mi vede così come vede Cenerentola?-
Kaori era così persa nei suoi pensieri che non vide che stava per urtare un uomo che camminava sul marciapiede, finché non gli si schiantò addosso. L'uomo si voltò verso di lei e Kaori fece un passo indietro.
"Mi dispiace davvero" disse. "Non guardavo dove andavo. Mi scusi" Kaori tentò di sorpassarlo, ma l'uomo le afferrò il braccio.
"Cosa pensi di fare?" le gridò. "Come osi urtarmi così? Pensi che una patetica scusa sia sufficiente?"
"Mi lasci andare" disse Kaori tentando di togliere il braccio dalla sua presa.
"Non finché ti scusi come si conviene" disse lui lascivamente. "Se capisci cosa intendo", l'uomo posò una mano sulla coscia di Kaori e iniziò a sollevarle il vestito. Lei rispose tirandogli un forte calcio sullo stinco e strattonando il braccio. L'uomo si aggrappò alla propria gamba, sussultando per il dolore.
"Le ho detto di lasciarmi andare" gridò lei. Si voltò per andarsene, ma venne fermata da altri due uomini che apparvero di fronte a lei.
"Ehi Minagawa, questa donna ti sta dando dei problemi?" chiese uno di quelli. Il primo uomo, Minagawa, si rimise in piedi e rise.
"Ha solo bisogno di imparare una lezione" disse. "E saremo noi a insegnargliela. Giusto ragazzi?"
Gli altri due annuirono. Kaori cercò di scappare, ma fu fermata quando i due uomini l'afferrarono per le braccia.
"Basta" gridò. "Lasciatemi"
La trascinarono verso un vicolo.
"Ci divertiremo stasera" disse Minagawa. "Farai meglio ad accettarlo. Ehi, magari piacerà anche a te"
Kaori continuò a lottare, ma i suoi sforzi erano futili contro la forza combinata degli uomini. Minagawa le afferrò il mento e la costrinse a guardarlo. Kaori serrò gli occhi. A prescindere da tutto, non avrebbe dato loro la soddisfazione di vederla piangere.
-Per favore...qualcuno mi aiuti. Ryo!-
Tentò di nuovo di liberarsi e fu sorpresa quando all'improvviso fu in grado di allontanarsi. Aprì gli occhi e vide che tutti e tre i tizi avevano la bocca aperta, le facce immobili per il terrore. Kaori si guardò intorno e vide Ryo all'entrata del vicolo.
"Ryo" gridò. Corse dietro di lui.
"Cosa pensate di fare?" disse Ryo, la voce fredda e velenosa. "Esseri sudici come voi non hanno il diritto di toccare con un dito una donna come lei"
"City...City Hunter" ansimò Minagawa, grosse gocce di sudore sul viso. Tutti e tre si misero in ginocchio e abbassarono la testa.
"Ci dispiace" supplicarono tutti all'unisono. "Ti prego, lasciaci andare"
Ryo si avvicinò e afferrò Minagawa per il colletto.
"Vi lascio andare, ma solo perché non voglio che lei veda qualcosa di spiacevole" disse. "Ora, sparite da qui. Se vi vedo di nuovo...la mia faccia sarà l'ultima cosa che vedrete"
"Non ci rivedrai mai più, lo giuro" disse Minagawa mettendosi in piedi. I tre tizi corsero via gridando.
"Ryo" esalò Kaori. Ryo fece un profondo respiro e si voltò verso di lei con un'espressione preoccupata.
"Stai bene? Mi dispiace di non essere arrivato prima"
"Sto bene" disse lei. "È tutto a posto...e mi dispiace...per prima. Io..."
Ryo si tolse il cappotto e lo mise su di lei.
"Non c'è bisogno di scusarsi. Ora, andiamo a prendere un caffè, ti scalderà. Dopotutto, abbiamo un appuntamento da portare a termine, giusto Cenerentola?"
 
 
Si diressero verso un piccolo bar a poca distanza da lì e Ryo ordinò due caffè. I due si spostarono in un angolo isolato del locale per bere.
"Grazie, Ryo" disse lei sorseggiando la sua bevanda. "Per questo e per prima"
"È pericoloso per una donna camminare in questa zona della città di notte, da sola" sospirò Ryo. "Spero tu abbia imparato qualcosa stasera"
Kaori si stizzì per il suo tono paternalistico, ma riuscì a evitare di rispondere. Mentre camminavano verso il locale, aveva promesso silenziosamente a se stessa di non permettere alla frustrazione e al rimpianto di avere di nuovo la meglio su di lei.
"Quegli uomini...sembravano terrorizzati da te" disse con disinvoltura. "Mi domando perché"
Il sorriso di Ryo sparì per lasciare spazio a un ghigno sardonico.
"Forse perché mi conoscono meglio di te"
"Che intendi?" chiese Kaori, confusa. Ryo si abbassò verso di lei, lo sguardo intenso.
"Conosci il mio nome, ma cos'altro sai davvero di me?" chiese. "Forse non sono l'uomo che tu pensi. Forse invece di un cavaliere, sei finita ad avere un appuntamento con un assassino. Un mostro che uccide senza rimorso. È del tutto possibile, sai. Rimarresti sconvolta?"
Kaori si reclinò sulla sedia, esterrefatta. Aveva parlato con aria indifferente e sprezzante e la cosa la disturbava. Non riusciva a capire perché le stesse dicendo quelle cose, e la sua mente lavorò disperatamente per trovare un senso alle sue azioni.
"Forse dovresti stare attenta in più di un senso" aggiunse lui. "Dopotutto, come fai a essere sicura di essere salva con me? Come sai che sono il tipo di persona di cui puoi fidarti? Per quanto ne sai, io sono molto peggiore degli uomini che ti hanno aggredita stasera"
Ryo stava per dire altro, ma Kaori lo schiaffeggiò sonoramente in viso. Si portò una mano sulla guancia e guardò a bocca aperta le lacrime nei suoi occhi.
"Ti sbagli" disse lei, la voce ferma nonostante le lacrime. "Non sei un mostro. Non sei affatto come loro. Ne sono sicura"
"Oh? E come fai esattamente a saperlo?" chiese lui tranquillo. "Considerata la quantità di tempo da cui ci conosciamo?"
Kaori deglutì a fatica, timorosa di compiere un altro errore che potesse svelare la sua identità, ma non esitò a rispondere.
"La prima volta che ci siamo incontrati mi hai salvato da quell'uomo che stava tentando di mettermi un sonnifero nel drink" disse. "E stasera mi hai salvato da quei criminali. Non conosci il mio nome, sai molto poco di me, e sei uscito solo un paio di volte con me...eppure mi proteggi costantemente"
Due lacrime rigarono il suo volto, ma lei non distolse lo sguardo da lui, il mento alto e determinato.
"Non sono le azioni di un mostro. Magari non so tutto ciò che hai fatto in passato o ciò che fai adesso, ma ti conosco. Sei lontano dall'essere perfetto, ma sei una brava persona. Quindi non dire mai più certe cose su te stesso. Mi hai capito, Ryo Saeba?"
Ryo la fissò sconvolto mentre parlava, la bocca leggermente aperta e la mano ancora vicino alla guancia. Kaori vide il segno rosso sul suo viso e si sentì in colpa perché ne era stata la causa. Allungò la mano e la posò delicatamente sul punto in cui lo aveva schiaffeggiato.
"Mi dispiace" sussurrò. "Devo continuare a ripeterlo e me ne dispiaccio. Ma ti prego di ricordare una cosa: ogni parola che dico è sincera, vale per adesso e per il resto dell'appuntamento" e sottolineò la sua affermazione posando l'altra mano sull'altra guancia di Ryo.
Fu il turno di Kaori di rimanere sconvolta, quando Ryo chiuse gli occhi e si lasciò andare al suo tocco, appoggiando la guancia al suo palmo. Lei fece poi scorrere una mano tra i suoi capelli e lui sospirò piano. Kaori sorrise mentre le lacrime si seccavano.
-Non sapevo che gli piacessero cose del genere. Da come si comporta...mi domando se qualcun altro si sia mai preso la briga di fare una cosa così. Se qualcun altro abbia mai provato a essere gentile con lui.-
Continuò ad accarezzargli la guancia con le dita e a giocare con alcuni ciuffi dei suoi capelli. Il suo cuore si gonfiò di felicità per come lui sorrideva, godendosi quei semplici gesti di affetto.
-È come se lo volesse...no, più come se bramasse una cosa così...da tanto tempo. Vorrei poterlo rifare...dopo stasera...-
Quel singolo pensiero la destò dal suo sogno romantico. Tutto ciò riguardava solo quella sera. Il giorno dopo, le cose sarebbero tornate alla normalità. Avrebbe smesso di essere la sua Cenerentola tornando ad essere solo Kaori Makimura, la sua partner in City Hunter, null'altro.
Soprattutto, non ci sarebbero stati altri momenti come quello che stavano condividendo il quel momento.
Kaori tolse le mani e Ryo aprì lentamente gli occhi. I due finirono i caffè in silenzio. Di tanto in tanto, lei guardava Ryo, ma il viso di lui era chiuso in un'espressione illeggibile.
Quando finirono, Ryo si alzò e le porse una mano.
"Dovremmo andare" disse. "La mezzanotte si sta avvicinando e dovremmo fare buon uso del resto dell'appuntamento".

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Cinque ***


Poco prima di mezzanotte, i due erano di nuovo al molo, nello stesso posto in cui avevano messo fine al loro primo appuntamento. Nuovamente, Kaori guardò verso l'oceano e cercò di pensare a un modo per staccarsi dalla felicità che aveva sperimentato quella sera.
Kaori unì le mani e fissò l'acqua. In precedenza, quello stesso giorno, non aveva creduto che fosse possibile sentirsi ancora più combattuta all'idea di mettere fine alla mascherata rispetto a quanto lo fosse stata la prima volta. Ma ora stava affrontando la realtà ed era esattamente con quello che doveva avere a che fare. Era euforica e rattristita di fronte alla scoperta che quell'appuntamento era stato ancora più intenso del primo. All'inizio non capì realmente in che modo le cose fossero tanto differenti, ma presto la consapevolezza la colpì.
-L'altra volta ci siamo divertiti molto, ma non abbiamo detto granché- rifletté. -Questa volta...questa volta, ho parlato con il cuore. Ho detto cosa che ho desiderato dire a Ryo per tanto tempo...e ora che le ho dette, non riesco ad andarmene e a far tornare tutto com'era prima...non ci riesco...-
Ryo rimase silenzioso accanto a lei. Kaori sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa per spezzare il silenzio, ma aveva paura che, se avesse cominciato a parlare, poi non si sarebbe fermata dal dire cose che non poteva permettersi.
-Ma devo farlo- si disse. -Non importa quello che provo, non importa quanto fa male, questa è la realtà. Non sono Cenerentola. Io sono io, Kaori Makimura. Non importa quanto voglia che le cose siano diverse, sono così.-
Si azzardò a lanciare un'occhiata a Ryo e ricevette un altro caloroso sorriso in risposta. Quello sguardo le strattonò il cuore.
-Eppure...nonostante quello che provo adesso, ne è valsa la pena. So che Ryo ha potuto vivere un momento di pace, come ha suggerito Miki. È riuscito ad avere il supporto e l'attenzione della sua Cenerentola. Questa sera è stato felice, e avrà questo bel ricordo da conservare per sempre. Spero solo che sia abbastanza per aiutarlo a guarire, anche solo un po'"
Kaori rivolse di nuovo l'attenzione all'acqua e si preparò per ciò che stava per dire.
"Grazie, Ryo" disse. "Mi hai davvero regalato un'altra serata meravigliosa da ricordare. La conserverò per il resto della mia vita"
"Un'altra volta, proprio come nella fiaba" sospirò Ryo. "Giunge la mezzanotte e Cenerentola deve sparire. È così?" Ryo scosse il capo e si abbassò maggiormente verso di lei. "Mi dispiace" sussurrò. "Temo di essere un uomo molto egoista"
Kaori sollevò il capo e lo fissò, confusa.
"So com'è la fiaba, ma temo di non poterla fare andare così" continuò. "Non questa volta. All'inizio, credevo di poterlo fare. Pensavo di poter vivere il momento come un semplice appuntamento. Ma dopo aver trascorso questa serata con te, ora so che non posso lasciare che finisca di nuovo così. Non ti posso lasciare andare a mezzanotte"
Kaori sgranò gli occhi mentre un dolore acuto le trafiggeva il cuore. Anche se lui non lo aveva detto apertamente, lei sapeva cosa intendeva: voleva molto di più che un semplice appuntamento, quella sera.
-No, non con me, con Cenerentola- si ripeté nella mente, ancora e ancora. -È lei che vuole, non me-. Kaori sapeva che se non avesse continuato a dirselo, avrebbe ceduto alla sua richiesta senza esitazione.
"Mi dispiace, Ryo" disse, la voce che iniziava a tremare. "Mi piacerebbe rimanere con te...ma non posso. Non posso e basta"
Ryo si avvicinò ulteriormente, i suoi occhi fissavano profondamente quelli di lei.
"Prima hai detto che eri alla ricerca del tuo cavaliere" disse lui. "Che era il tuo sogno. E hai detto che se lo avessi trovato, non lo avresti mai lasciato andare. Dicevi sul serio o era tanto per dire, una fantasia passeggera?"
"Dicevo sul serio" insistette lei. "Ero seria in ogni parola che ho detto stasera. Lo sai"
"Allora ti sto facendo un'offerta" disse Ryo. "L'hai detto tu stessa; non sono un uomo perfetto. Sono lontano dall'esserlo, anzi. E posso dirti che conosco bene il lato più oscuro di questo mondo. Ma se mi accetterai, mi piacerebbe essere il tuo cavaliere imperfetto e ombroso"
"Ryo...io...io..." Kaori iniziò ad indietreggiare, ma Ryo la fermò afferrandole entrambe le mani.
"Rimani" le disse. L'espressione nei suoi occhi disse a Kaori che non era un ordine. Era una supplica che veniva dal cuore.
Kaori non seppe quando iniziò a piangere, ma improvvisamente si rese conto di avere le guance umide. Specialmente quando Ryo sollevò la mani e le asciugò le lacrime. In quel momento, aveva la sensazione di vivere in un sogno e in un incubo allo stesso tempo. Dopo anni di attesa, finalmente lo sentiva pronunciare le parole che aveva atteso così a lungo.
Ma anche se stava parlando con lei, nessuna di quelle parole le era destinata.
"Ryo" disse, mentre le lacrime aumentavano. "Vorrei poter rimanere. Vorrei non dover andare. Se ci fosse un modo, una possibilità di rimanere con te, l'accetterei. Ti prego, credimi"
Kaori si allontanò di nuovo da lui, ma Ryo continuò a muoversi verso di lei.
"Se potessi provarti che una possibilità c'è, l'accetteresti?" le chiese.
Prima che lei potesse replicare, Ryo cercò in tasca e tirò fuori qualcosa. Aprì la mano e nel centro del palmo c'era un anello. Kaori sussultò quando lo riconobbe.
-È...è il mio anello. Quello che mi ha dato mio fratello. Perché ce l'ha? Come può darlo a una sconosciuta che ha incontrato solo due volte? Sa quanto sia prezioso per me.-
Kaori avvertì un'ondata di collera attraversarla, e stava per agire quando improvvisamente Ryo le prese la mano destra e infilò l'anello al suo dito.
"Come ho detto, sono un uomo molto egoista" disse. "È la seconda volta che ti do questo anello e, anche se è il regalo che ti ha dato tuo fratello, una parte di me ha sempre desiderato che lo ritenessi un regalo da parte mia, semplicemente perché so con quanto affetto lo conservi"
Kaori rimase a bocca aperta e divenne sempre più pallida mentre ciò che lui aveva detto faceva breccia in lei.
-Lo sa...sa chi sono.-
Kaori si allontanò da lui e si girò per correre, ma Ryo le afferrò il polso.
"Aspetta, Kaori" disse. Kaori si liberò il braccio, ma rimase dov'era, rivolgendogli la schiena.
"Quando lo hai capito?" chiese, le lacrime che le bloccavano la voce. "Durante quest'appuntamento, o l'hai capito durante il primo? O...lo hai capito fin dall'inizio?"
Ryo rimase in silenzio, e Kaori si mise a tremare per la rabbia e la tristezza.
"Da quanto dai corda a questa mascherata?" scattò. "Ti sei divertito a prendermi in giro? È così? Di nascosto hai riso di me per tutto il tempo? Beh, spero che ti sia divertito"
"Perché?" mormorò lui gentilmente.
Kaori chiuse gli occhi e abbassò la testa. Era ancora furiosa con lui, ma il modo con cui pronunciò quella singola parole le ricordò il perché aveva fatto tutto quanto. Sapeva cose le stava chiedendo e faticò per ritrovare la voce.
"Perché non sapevo cos'altro fare" pianse. "Ti comportavi in modo così diverso ultimamente ed ero preoccupata che ci fosse qualcosa che non andava...in realtà eravamo tutti preoccupati. Volevo trovare il modo per aiutarti perché...perché sono la tua partner. Quindi...quindi ho pensato..."
"Hai pensato che se fossi diventata di nuovo Cenerentola, avresti capito cosa c'era che non andava" concluse lui al suo posto. "Hai pensato che avresti potuto trovare un modo per aiutarmi"
Kaori scosse il capo e rise amaramente. "Lo so, sono stata un'idiota" disse. "E poi, mi stai dando troppo credito. Anche se avrei dovuto farlo per te, una parte di me voleva...voleva..."
Kaori fece un profondo respiro e si strinse le braccia intorno al corpo.
"Mi dispiace" sussurrò. "È meglio che vada"
"Kaori"
Altre lacrime caddero dai suoi occhi mentre si ritrovò immobile, Ryo dietro di lei. Era così vicino, Kaori poteva avvertire il suo respiro sul collo.
"Kaori, mi hai frainteso" disse. "Non ho chiesto a Cenerentola di rimanere con me. Non è lei la donna che voglio"
Kaori stava per chiedergli cosa intendesse dire ma Ryo la prese per le braccia e la fece voltare. Poi con un fluido movimento afferrò la sua parrucca e gliela tolse, lasciandola cadere per terra.
"La donna che voglio è quella che appare dopo la mezzanotte" continuò. "La donna che so chi e cosa sono e che ancora mi ritiene un cavaliere. La donna che era disposta a spezzare il proprio cuore per l'uomo che la fa piangere"
Kaori continuò a piangere silenziosamente, fissandolo negli occhi.
-Non può essere vero...questo non può essere Ryo...sta dicendo che vuole me, non Cenerentola...che vuole stare con me? Non può essere vero, giusto? Sto sognando? Mi sveglierò da un momento all'altro e tutto sarà come prima?-
Improvvisamente, Ryo la lasciò andare e fece un passo indietro, abbassando gli occhi. Kaori avvertì il proprio cuore fare un tonfo.
"Ah, cosa stavo facendo?" fece lui, imbarazzato. "Probabilmente sei ancora arrabbiata con me. È okay. Non devi dire niente", si mise una mano dietro la testa e rise. Si girò e tornò a osservare l'oceano. Kaori si era quasi allontanata mentre parlava, ma il suono della sua risata la fece rimanere ferma.
-Quella risata...non era felice come le altre di stasera. Era vuota, come quelle che sento da settimane.-
"Lascia che ti porti a casa" disse Ryo, sempre senza guardarla. "Non va bene che tu rimanga qui. È il minimo che possa fare"
Kaori fece un paio di passi verso di lui. Stava tremando e non riusciva a capire se fosse per il freddo o per le forti emozioni che la stavano soprassedendo.
-Pensa...pensa che io non lo voglia? Che non voglia quello che mi sta offrendo?- Kaori prese un profondo respiro e fece del suo meglio per ricomporsi. Ryo aveva finalmente compiuto il primo passo e aveva rivelato un pezzo del suo cuore. Ora toccava a lei trovare il coraggio.
"Ryo" disse. Lui si voltò verso di lei.
"Che c'è?" chiese. Per un momento, lei esitò mentre la paura la paralizzava.
-Devo dirgli...mostrargli...quello che provo.-
Ryo continuò ad aspettare che parlasse mentre lei gli si avvicinò. Dopo averlo guardato negli occhi per qualche altro secondo, con titubanza Kaori lo abbracciò, tutto il suo corpo tremava.
"Voglio rimanere" sussurrò. "Per favore, fammi rimanere...così" lo strinse ancora di più e appoggiò il capo contro il suo petto, chiudendo gli occhi. Il cuore di Kaori ricominciò a martellare un momento dopo quando lo sentì ricambiare l'abbraccio.
In lontananza, una campana trillò.
"Ascolta, è mezzanotte" disse Ryo. Poi portò una mano sotto il suo mento, sollevandole il capo. Kaori arrossì mentre lui la guardava negli occhi con un sorriso.
"Non ti ricordi cosa ti ho detto l'ultima volta che eravamo così?" scherzò. "Non ascolti mai quando ti dico qualcosa di importante"
Lei rispose sorridendo. "Non mi dici mai nulla di importante" disse, la voce ancora vacillante. "Se non un mucchio di sciocchezze"
Entrambi risero, poi Ryo si inclinò maggiormente.
"Chiudi gli occhi" le disse. Kaori obbedì immediatamente. Il cuore iniziò a batterle ancora più forte. Un secondo dopo, lui la baciò.
Iniziò come un semplice bacio, ma divenne presto molto di più. Ryo portò una mano dietro la sua testa, tenendola stretta a sé con l'altro braccio. Kaori rispose stringendolo il più forte possibile. Riversò tutto l'amore che poteva nel bacio, e avvertì Ryo fare lo stesso. Il tempo sembrò fermarsi finché finalmente si separarono, entrambi alla ricerca di aria.
"Kaori"
"Ryo" sospirò.
"È passata la mezzanotte" disse. "La magia è sparita. Siamo solo noi due adesso"
"Idiota" rispose lei. "La magia c'è ancora. Non l'hai ancora capito?"
Ryo rise di nuovo e Kaori si godette quel suono. Anche se stava cercando di districarsi nelle confuse sensazioni di felicità e apprensione, avvertiva un sollievo in sottofondo per quanto la situazione le sembrasse rilassata e naturale. Eppure, nella sua mente aveva talmente tante domande, una delle quali era più pressante.
"Ryo" disse. "Tutte le cose che hai detto stasera...le...le hai dette a me?"
Il viso di Ryo cambiò e divenne più austero. Kaori si pentì immediatamente e tornò a stringerlo.
"Va bene" disse. "Non devi..." venne interrotta dall'abbraccio di Ryo.
"Potrei chiederti la stessa cosa" replicò. "Eri tu a parlare o la principessa di una fiaba?"
"Certo che ero io" ribatté. "Ti ho detto più di una volta che ero seria"
"Allora hai la tua risposta" disse lui con calma. Le sue parole le scaldarono il cuore, ma era preoccupata per il modo in cui le aveva dette. Kaori strinse la presa su di lui. Capiva che era felice, ma avvertiva anche una persistente impressione di tensione e malinconia da parte sua.
"Sono molto stanco" disse lui con voce sempre bassa. "Penso che dovremmo tornare a casa adesso"
Per un momento, Kaori fu insicura di come lui si stava comportando e di cosa lei avrebbe dovuto fare. Capì velocemente cosa doveva dire.
"Non vado da nessuna parte" mormorò.
"Mmh?"
"Mi hai sentito" disse Kaori, il tono severo. "Sei il mio partner, il mio cavaliere e non ti lascio andare" alzò le mani e le posò sul suo viso. "Non riuscirai a liberarti di me, quindi non provarci neanche" disse, arrossendo violentemente. "E non pensare per un minuto che deciderò improvvisamente di andarmene perché non succederà mai"
Ryo sorrise, gli occhi si accesero per la gioia, e posò un altro bacio sulle sue labbra.
"Grazie...partner" disse, sfiorandole la guancia con le labbra.
Si strinsero per un momento prima di cominciare a dirigersi verso l'auto di Ryo. Kaori sapeva che era solo l'inizio e che ci sarebbero state un sacco di sfide da affrontare ora che la loro relazione era cambiava. Sospettava anche che, nonostante quella serata avesse fatto molto per dargli un po' di pace, c'era molto contro cui Ryo stava ancora lottando.
In quel momento, però, Kaori era felice. Felice e fiduciosa nella consapevolezza che non aveva importanza quello che sarebbe successo; lo avrebbero affrontato insieme, come partner...in ogni senso del termine.
 
 
Fine! Una breve fanfiction che però ho decisamente apprezzato e mi è piaciuto tradurla...l'episodio di Cenerentola mi piace sempre da matti, non importa quante volte venga affrontato nelle fanfiction, è sempre bello vedere come ci divertiamo a modificarlo!
Ringrazio chi ha letto e, come sempre, chi ha commentato: prue halliwell.

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