Oscar...un amore indissolubile

di terrioscar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** una dichiarazione a lungo sospirata ***
Capitolo 2: *** Andrè...un impavido difensore ***
Capitolo 3: *** sacrifici d'amore... ***
Capitolo 4: *** un sogno diventato realtà.. ***



Capitolo 1
*** una dichiarazione a lungo sospirata ***


Capitolo 1 Una meravigliosa donna, alta con lunghi capelli biondi e intensi e grandi occhi azzurri era insieme a tre uomini per concordare un articolo da pubblicare sul suo giornale “Libertè”, che era diventato un punto di riferimento per molti francesi durante la rivoluzione francese. La rivoluzione che aveva visto ghigliottinare i sovrani Luigi XVI e Maria Antonietta aveva visto la proprietaria del giornale l’eroina Madamigella Oscar François de Jarjayes tentare in tutti i modi di salvarli, anche organizzando una nuova fuga, dopo quella non riuscita di Varennes, ma questi si erano rifiutati di seguirla per salvare la loro dignità di regnanti. Erano passate poche settimane dall’esecuzione della sua Regina e Madamigella Oscar aveva ancora il cuore segnato dal dolore. Lei, che era stata Comandante delle Guardie Reali, anche se era passata dalla parte del popolo, le era stata vicina fino all’ultimo momento, pregandola di permettere di salvarla, ma la donna fu irremovibile. Perfino il giorno prima dell’esecuzione, quando Oscar andò a trovarla in prigione la donna le disse: “devo morire come Regina di Francia mia amata Oscar, voi continuate a starmi vicina. So che quando avete abbracciato la causa del popolo non eravate contro il vostro Re e la vostra Regina, ma volevate migliorare le loro condizioni per renderci sovrani amati e desiderati, ma forse abbiamo capito i nostri errori troppo tardi. Non mi importa di morire, ma di sicuro voglio farlo con la dignità che esige il mio ruolo di Sovrana” .Oscar la capiva, ma vederla ghigliottinata le aveva aperto dentro al cuore una voragine che l’aveva resa silenziosa e malinconica. Era vero lei era passata dalla parte del popolo, ma continuando a credere nel suo Re e nella sua Regina, con il suo giornale “Libertè” aveva messo in evidenza anche le loro qualità, ma il popolo era trascinato da sanguinari come Robespierre, che proprio per l’amore che lei provava per i suoi sovrani l’aveva trasformato in un suo acerrimo nemico. Lui la odiava, ma le lotte che Oscar aveva affrontato per il diritti del popolo, la sua integrità morale, i suoi combattimenti sempre in prima linea e la sua bellezza l’aveva resa un eroina intoccabile. I tre uomini accanto a lei erano Bernard, Alain e il suo amato Andrè. Lei e Andrè si erano salvati miracolosamente da ferite gravissime prima e durante la presa della Bastiglia, e dopo quattro anni dalla loro prima notte d’amore erano innamorati più che mai. Andrè la guardava ammirato con i suoi profondi occhi color smeraldo, di cui uno era irrimediabilmente spento, dono d’amore alla sua amata, per averla salvata anni prima, da una prigione dove era rinchiusa. Andrè si prendeva cura di lei in ogni modo, era un compagno discreto, ma che faceva la differenza in ogni occasione. Il suo desiderio più grande era sposare la sua Oscar, la donna che amava da sempre, ma la rivoluzione, i dispiaceri per aver perso tutti i loro cari e il giornale “Libertè” prendevano tutte le loro energie, anche se lui custodiva questo desiderio nel cuore da sempre. Dopo aver deciso gli articoli che avrebbero pubblicato, Oscar era attesa dal Generale De Gaulle per discutere e organizzare le difese della nuova Guardia Nazionale francese “devo lasciarvi, ma stasera cenerete tutti a casa nostra, ho già organizzato tutto con il nostro maggiordomo Philippe” disse lei accennando un sorriso per poi guardare Andrè che annui “io ritornerò certamente prima, stai serena provvederò che tutto sia perfetto” le disse dolcemente “potresti accompagnarmi ai cavalli Andrè?” chiese lei. Lui annuì seguendola, mentre lei salutò i due uomini “ a stasera” disse prima di uscire. Sia Alain che Bernard la veneravano, ma in modo diverso poiché Bernard l’ammirava, mentre Alain ne era follemente innamorato, pur nascondendo questo sentimento nel cuore. Appena furono soli Oscar guardò Andrè con i suoi bellissimi occhi azzurri e lui sentì il cuore battere più velocemente dall’emozione “perdonami se sono sempre impegnata Andrè e abbiamo poco tempo per noi. Ti avevo promesso che presto avremmo avuto una vita più tranquilla, non mi sarei mai aspettata questo nuovo incarico dal Generale De Gaulle” disse dispiaciuta. Lui le sorrise, effettivamente Oscar gli mancava tremendamente e dovendosi occupare del giornale “Libertè” non poteva seguirla come desiderava nel nuovo assetto della Guardia Nazionale: “non ho niente da perdonarti amore mio…mi manchi questo è vero, ma recupereremo appena ti sarà possibile” disse accarezzandole il bellissimo volto, avrebbe voluto baciarla, ma sapeva quanto Oscar fosse riservata e temeva che se qualcuno fosse entrato vedendoli, l’ avrebbe messa in imbarazzo. Oscar, quindi, bella come una dea, salì sul suo cavallo bianco e si allontanò sotto lo sguardo innamorato di Andrè. Mentre stava rientrando nella loro tipografia, arrivò un uomo di bell’aspetto con lunghi capelli castani e grandi occhi verdi, sul suo cavallo nero “Buongiorno Andrè è qui Madamigella Oscar?” chiese, “No, Conte de Fersen è appena andata via per raggiungere la Guardia Nazionale” rispose “allora forse sono ancora in tempo per parlare con lei, grazie Andrè” disse spronando il cavallo all’inseguimento. Andrè aveva il cuore chiuso in una morsa di gelosia, la sua Oscar, era corteggiata da centinai di pretendenti e il Conte di Fersen che era stato il suo primo amore, aveva dimostrato sempre di più di legarsi a lei. Lui non aveva detto nulla alla sua amata della gelosia che provava, poiché pensava di non averne il diritto e si fidava ciecamente di lei, ma non si sentiva mai abbastanza. Oscar aveva scelto lui, che non era ne ricco e ne nobile e lui avrebbe desiderato essere un re per farla diventare la sua regina. Bernard lo raggiunse “dovresti dirglielo Andrè?” disse l’uomo facendolo imbarazzare “Cosa dovrei dirle Bernard?” chiese pensando che si riferisse alla sua gelosia per Fersen “Dovresti dire a Madamigella Oscar che hai acquistato il vostro anello di fidanzamento quattro anni fa, vendendo l’unico oggetto di valore che possedevi della tua famiglia, l’orologio d’oro di tuo padre e che da allora stai aspettando il momento giusto per chiederla in moglie” chiarì l’uomo. Andrè sospirò “E’ la cosa che più desidero al mondo, ma lei è talmente bella, ambita, desiderata da nobili come il Conte di Fersen che più passa il tempo e più mi chiedo se sono degno di lei” confessò . L’amico lo guardò contrariato “ma cosa dici Andrè, Madamigella Oscar ha occhi solo per te” lo tranquillizzò “Si, ma non è egoismo da parte mia privarla di una vita migliore. Hai visto Fersen come la guarda?” aggiunse l’uomo lasciando trasparire il suo immenso dolore “Basta Andrè, sai bene che moriresti senza di lei” concluse Bernard. Andrè senza aggiungere altro entrò nella tipografia, il pensiero di Bernard era giusto, ma a lui non importava morire se avesse saputo che la sua Oscar era felice. Intanto Fersen aveva raggiunto Oscar, che si fermò per ascoltarlo “Buongiorno Madamigella Oscar dovrei parlarvi di un mio progetto, quando sareste disponibile a farlo? ” chiese visibilmente emozionato. “Buongiorno Fersen potreste venire questa sera a cena da noi” aggiunse. L’uomo annui “volentieri” , lei gli sorrise e ricominciò la sua corsa sotto lo sguardo visibilmente emozionato dell’uomo. Quando Oscar giunse dal Generale De Gaulle trovò ad attenderla molti alti ufficiali, Comandanti e due Generali “Buongiorno, come mai c’è questa riunione, cosa è successo?” chiese “Madamigella Oscar abbiamo fatto questa riunione per parlare di voi. Siamo tutti concordi a nominarvi ambasciatrice di Francia. Dopo la notizia della morte di Maria Antonietta, tutte le corti europee hanno preso il lutto. La regina di Sicilia e Napoli, Maria Carolina, sorella di quest’ultima in particolare, abbiamo molti nemici e dobbiamo creare nuove alleanze” disse . Oscar rimase in silenzio, il pensiero della morte della sua Regina le logorava il cuore, ma il bene della Francia era una sua priorità “quanto tempo ho per decidere?” chiese pensando che doveva condividere questa ulteriore scelta con il suo Andrè “potete comunicarcela domani sera alla festa di ballo che abbiamo organizzato in onore del Pasha Selim III. Anche lui ha chiesto di conoscerla dopo che gli hanno raccontato la vostra vita straordinaria.” Lei salutò militarmente e si allontanò per svolgere il suo lavoro di Comandante delle Guardie Nazionali. Giunse la sera e Oscar arrivò a casa de Jarjayes quando ormai i suoi ospiti erano tutti presenti, Andrè aveva organizzato insieme al maggiordomo Philippe, alto, magro di circa sessant’anni, tutto perfettamente. La tavola era imbandita, c’era un violinista e circa quindici persone presenti tra cui anche il Conte di Fersen, Bernard con sua moglie Rosalie, Alain e tutti i tipografi che avevano reso possibile il successo del loro giornale. Oscar salutò tutti avvicinandosi ad Andrè per sorridergli dolcemente “scusate il ritardo, ceniamo subito e grazie di essere venuti” disse avviandosi alla tavola splendidamente imbandita. La cena fu un vero successo e si conversò piacevolmente, Oscar e Andrè erano meravigliosi padroni di casa. Dopo cena salutarono i tipografi e restarono solo gli amici più intimi “ Bella idea festeggiare i traguardi del vostro giornale con i lavoratori” disse Fersen, lei annui “Lo meritano davvero, anche se è sorto un problema ed è meglio che ve ne parli subito. Soprattutto con te Andrè perché dovremmo decidere insieme se accettare oppure no. Il Generale De Gaulle, vorrebbe nominarmi Ambasciatrice di Francia e ciò vorrà dire Bernard e Alain che dovreste occuparvi da soli del giornale per lungo tempo, poiché io e Andrè saremo impegnati all’estero. Domani alla festa di Versailles dovrò dare una risposta” disse guardando verso l’uomo che amava. Lui le sorrise “E’ una decisione tua Oscar, comunque sia, credo di parlare a nome di tutti, scegli liberamente” disse con l’assenso dei presenti e l’ammirazione sconfinata di Fersen. “potreste fare la differenza in tante alleanze Madamigella Oscar e Dio sa quanto sarebbero utili in questo momento dopo tanta crudeltà verso i nostri regnanti” disse mostrando tutto il suo immenso dolore per aver perso la donna che amava. Oscar annuì “dobbiamo rifletterci bene Andrè” disse guardando negli occhi l’uomo, che annui. Oscar poi chiese all’uomo che aveva di fronte“di cosa volevate parlarmi Conte di Fersen ?”, lui con voce rauca rispose “ne parleremo dopo la vostra scelta Madamigella Oscar”. Poiché l’atmosfera fu travolta da un imbarazzante silenzio, Alain intervenne a suo modo “Bene direi che è ora di ritirarci Madamigella Oscar è esausta e io ho bevuto e mangiato come un maiale” disse facendo ridere tutti per i suoi modi alquanto coloriti. Tutti si salutarono e ognuno per quella meravigliosa creatura aveva un sentimento profondo che celavano nel cuore. Quando Oscar e Andrè rimasero da soli, dopo aver salutato il loro maggiordomo,si ritirarono nella loro camera da letto. Oscar lo guardò negli occhi “posso sapere cosa pensi veramente Andrè?” chiese, lui le si avvicinò baciandola finalmente come aveva desiderato fare dalla mattina. Lei sentì il suo uomo desiderarla con una tale voracità da toglierle il respiro “Andrè…” disse imbarazzata, ma lui aveva un esigenza incontenibile di sentirla, così iniziò a cercarla, accarezzarla, assaporarla finchè rendendola un fuoco ardente la fece sua con una tale passione da farle perdere completamente il controllo urlando il suo nome. Quando affannati ma felici si guardarono Oscar sorpresa disse “non so cosa stavi pensando, ma sono d’accordo” disse facendolo sorridere “la mia risposta è che ti amo e non importa dove saremo, l’importante è stare insieme Oscar” rispose. Lei istintivamente lo strinse a se, “sono una donna fortunata Andrè ad essere amata da un uomo meraviglioso come te” aggiunse. Lui la strinse forte, aveva bisogno più che mai di sentirselo dire”. Quella notte stretti l’uno all’altra si addormentarono e la mattina quando Andrè si alzò per portarle la colazione, come faceva tutte le mattine, nel vestirsi cadde dalla tasca del pantalone l’astuccio con l’anello a terra, ma poiché non se ne rese conto non lo raccolse e si allontanò. Dopo la colazione Andrè uscì prima per recarsi al giornale, mentre Oscar si stava preparando per recarsi dal generale De Gaulle e solo allora notò l’astuccio. Quando l’apri rimase senza parole, era un anello bellissimo, si ricordava perfettamente quando quattro anni prima, l’aveva visto per la prima volta. Bernard stava comprando l’anello per Rosalie e loro due l’avevano accompagnato da un loro gioielliere di fiducia. Oscar istintivamente aveva guardato quell’anello perché le ricordava quello che sua madre portava sul dito e che le aveva regalato suo marito il Generale de Jarjayes,”guarda Andrè sembra il topazio che mia madre portava tanto orgogliosamente come pegno d’amore di mio padre. Era tramandato da generazione in generazione peccato averlo perso” disse. Lui la guardò con uno strano scintillio negli occhi e quando se ne andarono lui chiese di aspettarlo rientrando nella tenuta del gioielliere. Solo allora ricordò di non aver più visto l’orologio d’oro del padre di Andrè, unico ricordo di una famiglia,dignitosa ma non benestante. Quell’oggetto così prezioso era stato donato da un Conte al padre di Andrè per avergli salvato la figlia da due balordi. Oscar commossa intuì che era da tanto tempo che il suo uomo stava aspettando il momento giusto per chiederla in moglie e lei con tutta la sua vita intensa e complicata non gliene aveva dato modo. Decisa lo strinse tra le mani e usci dalla casa convinta di farsi perdonare. Quella sera Oscar fece dire ad Andrè dal maggiordomo Philippe che l’aspettava direttamente alla Reggia di Versailles, ad Andrè sembrò strano, ma si anticipò, dopo aver cercato il suo anello ovunque, ma senza successo . Si vesti con una splendida divisa blu che gli risaltava il fisico statuario e muscoloso ed uscì. Quando arrivò a destinazione non trovandola iniziò ad agitarsi, così lui decise di andarla a cercare, ma proprio in quel momento entrò una bellissima venere bionda che indossava un elegantissimo abito rosa, scollato sulle spalle che le modellava il corpo perfetto da sirena. Tutti rimasero senza parole, ma chi stava per svenire dall’emozione era Andrè. Quella venere era la sua Oscar che si era vestita da donna davanti a tutti per dare un segno tangibile d’amore al suo Andrè. Sicura di se si avvicinò all’uomo e con un sorriso radioso si inchinò, lui in lacrime commosso le prese la mano baciandola “sei talmente bella amore mio” mormorò, “anche tu Andrè” aggiunse lei felice. Intanto tutti nella sala rimasero incantati dalla meravigliosa coppia, soprattutto il principe arabo Selim III “chi è quella meravigliosa creatura?” chiese al generale De Gaulle “La nostra eroina Madamigella Oscar François de Jarjayes “ disse orgoglioso “Non ho mai visto una donna più bella, desidero incontrarla in privato” ordinò . “Principe Selim III, domani il vostro incontro era già previsto” lo tranquillizzò il Generale e lui soddisfatto annui. Intanto Andrè ballava con la ragione della sua vita “l’hai fatto per me?” chiese con voce rauca “ si, sono la tua donna Andrè e voglio che a tutti sia ben chiaro” rispose rendendolo euforico. Andrè era un ballerino impeccabile, ma Oscar era di una tale bellezza e classe che nessuno riusciva a distogliere lo sguardo da loro, così alla fine del ballo si allontanarono nei giardini per poter restare tranquilli. Andrè l’attirò a se per baciarla con passione e guardarla con immenso amore “mi hai reso così felice” disse, ma lei lo guardò con uno sguardo malizioso che lui non le aveva mai visto prima “non devi dirmi qualcosa Andrè?” chiese dolcemente. Lui spalancò gli occhi “cosa amore mio?” chiese temendo di averla delusa in qualche cosa. Lei gli porse l’astuccio e lui si mise il volto tra le mani ormai bagnato di lacrime, a tal punto che fece piangere anche lei per la commozione. Lui prese l’astuccio e prendendo l’anello, afferrò delicatamente la mano della donna “vuoi sposarmi Oscar François de Jarjayes e trascorrere tutta la vita con questo uomo che è perdutamente innamorato di te?” chiese, lei lo guardò pensando che Andrè fosse bellissimo ma soprattutto l’uomo migliore che avesse mai conosciuto “Si, lo voglio.” rispose baciandolo lei questa volta, con enorme gioia dell’uomo che non era abituato a vedere Oscar prendere l’ iniziativa per la sua rigida educazione militare. Lei sorrise imbarazzata “è bello sentirsi desiderati dalla donna che ami” aggiunse Andrè ribaciandola con una tale passione da farli alimentare di una passione incontenibile “possiamo tornare a casa?” chiese visibilmente eccitato. Lei annuì e lui prendendola tra le braccia la portò verso le stalle sul suo cavallo. Mentre tornavano a casa de Jarjayes, Oscar sentiva il cuore del suo uomo battere come un folle e quando arrivarono nella loro stalla la voglia era così incontrollabile che Andrè, non riuscì a portarla nella loro camera e iniziò a cercarla e baciarla assaporando la sua pelle vellutata, facendola inebriare di desiderio. Sdraiandola sul fieno si tolse velocemente la divisa quasi strappandosela per sentire la pelle di lei sulla sua e con le mani le alzò il vestito cercando e stuzzicando la sua intimità. Oscar gemette di piacere e lui continuò godendosela in tutta la sua statuaria bellezza. Tutta questa enfasi ispirò Oscar che eccitata ricopri con baci e carezze il corpo di Andrè che travolto in un vortice incontrollabile le aprì le gambe impossessandosi di lei. Con stoccate talmente potenti che urlando entrambi arrivarono subito all’apice di piacere, ma lui non si fermo e continuò ad amarla per tutta la notte sicuro ora più che mai dell’amore che li avrebbe uniti per sempre. Oscar la sua Oscar sarebbe diventata sua moglie…”. Irrequieto però a Versailles c’era un uomo molto potente che non riusciva a pensare ad altro che alla bellissima venere bionda che aveva visto quella sera al ballo in suo onore. Lui il Pasha Selim III Signore D’Oriente era un uomo bellissimo, alto, moro di carnagione scura come i suoi occhi neri e taglienti. L’aveva cercata alla festa, ma lei era sparita nel nulla in compagnia di un uomo, che indipendentemente da chi fosse, per lui, non la meritava. Era venuto in Francia attratto dalle belle opere e voleva concludere affari, ma da quel momento l’unica opera d’arte, che gli interessava era Oscar, che avrebbe incontrato il giorno seguente. Strano destino, lui che aveva, cinquanta moglie sottomesse era attratto da una donna guerriera, che andava contro ogni suo credo. Intanto anche il Conte di Fersen continuava a pensare a Madamigella Oscar, pentendosi della scelta fatta quella famosa sera del ballo anni prima, dove Oscar gli aveva dichiarato il suo amore e lui non aveva avuto la lungimiranza di ricambiarla. Ora lei era la donna di Andrè, l’attendente che l’amava da sempre.

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Capitolo 2
*** Andrè...un impavido difensore ***


Capitolo 2 La mattina successiva Oscar, radiosa più che mai, per l’effetto della notte d’amore con il suo Andrè, si presentò all’appuntamento a Versailles con il Generale De Gaulle, ma non trovò quest’ultimo ad attenderla, al suo posto c’era il Pasha Selim III che si allenava con la spada colpendo con maestria e precisione cinque sue guardie nei giardini della Reggia. L’uomo era a torace nudo ed aveva un fisico possente frutto di massacranti allenamenti, era veramente abile nell’arte della spada ed era particolarmente violento nei suoi colpi, ma quando vide Oscar si fermò e le si avvicinò “ Buongiorno Madamigella Oscar François de Jarjayes, sono il Pasha Selim III, questa mattina avevamo io e voi un incontro privato con il Generale De Gaulle, ma quest’ultimo ha avuto un contrattempo, quindi non verrà” mentì, infatti era stato lui a chiedere al generale di lasciarlo da solo con Oscar. Lei non si scompose “Buongiorno Pasha Selim III, se le cose stanno così, vi lascio ai vostri allenamenti” disse, ma lui la fermò raggiungendola per guardarla negli occhi, era sicuro che lei sarebbe rimasta colpita dal suo sguardo penetrante e il suo fisico scolpito, invece rimase lui fulminato da quei meravigliosi occhi azzurri e il viso ovale e perfetto della donna. “se sono venuto qui è per arricchirmi della vostra cultura. So che siete un ottima spadaccina e sarei felice di confrontarmi con il vostro modo di combattere, sempre se non temete di farvi male” disse sarcastico e sicuro di se. Oscar non sopportava quel tipo di arroganza e quindi istintivamente rispose “io non ho problemi…voi?” chiese facendolo sorridere per tanta audacia. L’uomo la invitò a seguirlo e uno di fronte l’altra con le spade in pugno si guardarono negli occhi pronti a sfidarsi, il primo a colpire fu lui, ma Oscar era agilissima e fu pronta a parare il colpo, ma ciò le diede modo di constatare la forza pericolosa dell’uomo. Intuì quindi che doveva prenderlo di sorpresa e fu lei ad avanzare colpendolo più volte senza dargli il tempo di agire ma solo di difendersi. L’uomo sorpreso da tanta bravura, ma disturbato per essere stato messo in difesa disse “ allora si fa sul serio”. Riattaccò con molta irruenza, mentre attorno a loro si era fatto un pubblico di circa cinquanta persone, che guardavano quelle spade scintillanti incrociarsi senza sosta. Le loro tecniche erano completamente diverse, il Pasha era forza bruta, Oscar agilità e anticipazione. Più la lotta andava avanti, più l’uomo incredulo, dovette utilizzare tutta la sua bravura, poiché aveva sottovalutato la rivale, lo stesso era per Oscar che dava il massimo di se. Dopo alcuni minuti di pura adrenalina, Oscar cambiò il suo sguardo che diventò quasi di ghiaccio, lui lo intuì e si preparò al suo attaccò. Lei come una furia lo affrontò facendolo indietreggiare, ma lui impenetrabile, aveva un solo punto debole, la troppa sicurezza di se, che permise ad Oscar di infilare la sua spada nell’insenatura del manico della sua spada e di bloccarlo impedendo ad entrambi di continuare “siamo pari” disse lasciandolo senza parole, tra gli applausi dei presenti. Soddisfatta si allontanò, lasciando il Pasha sconvolto, nessuno mai era stato alla sua altezza e il fatto che fosse stato una donna a dimostrarsi tale lo turbò, avrebbe voluto seguirla, ma si sentiva umiliato e nello stesso tempo conquistato, mentre Oscar sperava che questa lezione gli avesse insegnato ad avere più rispetto dei suoi rivali e delle donne. Intanto Andrè era in tipografia visibilmente euforico “allora amico mio, devi dirci qualche cosa? Chiese Bernard conoscendolo bene. Lui con un sorriso coinvolgente annui “io ed Oscar desidereremo che tu e Rosalie ci faceste da testimoni alle nostre nozze” disse con enorme gioia dell’uomo “finalmente…l’onore immenso è tutto nostro” rispose abbracciando l’amico, mentre Alain lo guardava partecipe del momento importante, ma con una profonda malinconia nel cuore, poiché era come perdere completamente la donna di cui era segretamente innamorato. Quella sera Andrè raggiunse Oscar alla Reggia, aspettandola fuori ai cancelli, per tornare insieme, aveva una voglia incontenibile di vederla, lei felice sul suo cavallo bianco gli andò incontro “Hai finito prima?” chiese con un dolcissimo sorriso, “No, morivo dalla voglia di vedere la mia futura moglie” disse guardandola con immenso amore. Lei felice lo invitò a seguirlo “Bene, non ci resta che correre a casa de Jarjayes per goderci un po’ di intimità” lo invitò lanciandosi in una cavalcata che lui accettò volentieri. Intanto un altro uomo, poco distante, nascosto dietro un muro della Reggia li osservava sul suo cavallo nero, era stato preceduto da Andrè, ma il suo intento era accompagnare Oscar al suo rientro. Infastidito decise di seguirli fino al loro palazzo e scendendo da cavallo entrò anche nei loro giardino, incurante di essere sorpreso. Andrè appena scesi da cavallo la prese per mano e subito notò un livido sul suo polso “cosa hai fatto, Oscar?” chiese preoccupato, lei con voce rassicurante rispose “nulla, stai tranquillo. Oggi ho fatto un combattimento con il Pasha Selim III, voleva una dimostrazione della tecnica spadaccina francese” . Lui contrariato le controllò bene il polso “solo un animale può accanirsi tanto solo per un esibizione” aggiunse, facendo infuriare Selim che si mostrò “come osate parlare in questo modo della mia persona” minacciò. Andrè che aveva già intravisto l’uomo alla festa, la sera prima gli si avvicinò “siete un animale, era una dimostrazione vi siete accanito oltre la misura consentita. Se non aveste incontrato una spadaccina esperta come la mia Oscar sicuramente il vostro rivale sarebbe rimasto ferito, se non peggio” . Lo sguardo dei due fu a dir poco minaccioso “forse non sapete bene con chi avete a che fare, per parlarmi con tanta arroganza. Un uomo che fa combattere al suo posto la propria donna non è un vero uomo” aggiunse il Pasha facendo infuriare Andrè che lo colpì istintivamente con un pugno, facendo intervenire Oscar, prima che l’altro estraesse la spada. La donna poggiò la sua mano su quella dell’uomo “Basta…vi siete fraintesi. Andrè sono stata io ad accettare l’invito a combattere e per quanto riguarda voi Pasha il mio uomo mi difende da sempre, lasciandomi però libera nelle mie scelte” spiegò con tono severo. Il Pasha la guardò negli occhi e sentì la sua rabbia sbollire velocemente, anche perché il contatto di quella mano sulla sua gli dava un emozione strana che non riusciva a spiegarsi. Con l’altra mano si asciugò il labbro sanguinante “dovete la vostra vita a Madamigella Oscar” aggiunse guardando con rabbia Andrè, che continuò a guardarlo con sfida. Il Pasha si allontanò per risalire sul suo cavallo “non meritate una donna simile. Lei dovrebbe essere una Regina, con un tipo di vita e un uomo adatto a lei” disse, ma Andrè stringendo i pugni rispose “casomai l’uomo giusto sarebbe un vile come voi? che l’avete sfidata a duello, per dimostrare una supremazia inesistente, che l’avete seguita per obbligarla a prendervi in considerazione puntando sul vostro titolo e non sulla vostra persona? La mia Oscar non si compra” disse fiero, mentre lei lo guardava ammirata per tutta la sicurezza e l’enfasi che il suo uomo aveva nel difenderla. Il Pasha guardò ancora Oscar per poi spronare il suo cavallo e andarsene. Rimasti da soli Oscar guardò Andrè preoccupata, ma orgogliosa “Hai sfidato un Pasha” disse, ma lui sicuro di se la guardò negli occhi “sfiderei il mondo per te” aggiunse serio, prima di avvicinarsi e baciarla con passione. La mattina successiva, quando Oscar aprì gli occhi, Andrè la guardava con immenso amore, erano entrambi nudi, dopo una notte infuocata “da quando tempo sei sveglio?” chiese lei arrossendo “la mia guerriera timida…sei capace di affrontare un esercito e di arrossire se l’uomo che ti ama ti guarda con desiderio” aggiunse lui, lei sospirò “non sono mai stata tanto felice Andrè” confessò accarezzandogli quel petto muscoloso e virile capace di farle provare emozioni intense, lui le si avvicinò per baciarla “tra una settimana sarai mia moglie. Già immagino quando arriverai all’altare, bella come una dea, sentendomi come ogni secondo della mia vita, l’uomo più fortunato della terra ad avere il privilegio di amarti” disse eccitandosi vistosamente. Lei sorrise “Andrè il dovere ci chiama?” mormorò, ma lui con voce rauca rispose “ma io sono sordo” aggiunse ricominciandola ad amare con la sua passione selvaggia. Andrè decise di accompagnare Oscar a Versailles, quando lei si recò dal Generale De Gaulle, per fortuna non incontrarono il Pasha, ma quando il Generale comunicò ad Oscar che il primo incarico di ambasciatrice era proprio in Arabia lei si rifiutò “E’ assurdo, che profitto può portare alla Francia un accordo con i paesi arabi” disse, mentre Andrè la guardava riuscendo appena a mantenere la calma “l’oro…sono ricchissimi e ci hanno offerto una collaborazione per riprenderci dalle enormi perdite che la rivoluzione sta provocando.” spiegò il Generale De Gaulle. Lei intuì che era un piano assurdo di questo Pasha Selim III “mi rifiuto” disse decisa facendo infuriare il Generale “sarete accusata di tradimento” la minacciò, ma lei fu irremovibile con l’approvazione di Andrè, ed insieme uscirono dalla stanza per dirigersi alle stalle “questo Pasha Selim III è un uomo potente Andrè, dobbiamo stare attenti” disse Oscar “si, è un viscido serpente, dobbiamo rendere pubblica questa storia Oscar, andiamo al giornale” aggiunse Andrè. Quando giunsero alla tipografia però c’era stato un incendio, che Alain e Bernard cercavano disperatamente di spegnere. I quattro amici riuscirono a domarlo, ma i danni furono gravi. Esausti si guardarono tra di loro “cosa è successo?” chiese Oscar a Bernard e Alain. Il primo a rispondere fu Alain “hanno buttato delle bottiglie incendiarie dalla finestra proprio sul cartaceo e mentre noi eravamo intenti a spegnere l’incendio altre bottiglie incendiarie sono state lanciate dalla porta e dall’altra finestra”. Oscar e Andrè si guardarono “crediamo di sapere chi sia stato” disse Andrè, Alan si alzò di scatto “ditemi chi è che vado a strozzarlo con le mie mani” aggiunse l’uomo “Crediamo che sia il Pasha Selim III con cui ieri sera abbiamo avuto un confronto” disse Oscar lasciando i due uomini interdetti “E’ chi è costui?” chiese ancora Alain “non sappiamo bene chi sia, ma sicuramente è molto influente se è riuscito a convincere il Generale De Gaulle che Oscar debba essere ambasciatrice in Arabia. Lei si è rifiutata e lui l’ha minacciata di accusarla di tradimento” disse Andrè “se le cose stanno così dovete sparire per un po’. Dobbiamo capire con chi abbiamo a che fare?” aggiunse serio Bernard “stai pensando, che se hanno colpito il giornale è per non permetterci di parlare?” chiese Oscar intuendo il pensiero dell’amico, ma in quel momento li raggiunse preoccupato Fersen che era stato informato dell’incendio. Il suo pensiero fu subito per Oscar e si tranquillizzò solo quando la vide sana e salva, lasciando trasparire fin troppo i suoi sentimenti. Quando seppe ciò che era successo e i dubbi dei presenti offrì un alternativa “potrei ospitarvi in Svezia per tutto il tempo necessario, lì è terra neutrale ed essendo discendente del re sono in grado di potervi proteggere” disse “vi ringrazio Fersen, ma non voglio scappare da quel vile” disse Oscar decisa, ma Bernard riprese la parola “sarebbe solo per darci il modo e il tempo di agire per neutralizzarlo”. Intanto Philippe il maggiordomo era corso dai suoi padroni a cavallo “casa de Jarjayes è piena di soldati che cercano Madamigella Oscar” disse spaventato. “non abbiamo scelta Madamigella Oscar dobbiamo partire subito” disse Fersen con l’approvazione di tutti, lei sapendo che per difenderla avrebbero dato tutti la vita, più di tutti il suo Andrè annuì “Va bene Conte di Fersen, vi seguiremo” disse avviandosi verso i cavalli “io e Bernard creeremo un diversivo per farvi guadagnare tempo” disse Alain guardando amorevolmente la sua Oscar, avrebbe dato la vita per lei “state attenti, vi prego” aggiunse quest’ultima, mentre lui accennò un sorriso “non vi libererete di noi facilmente Madamigella Oscar” disse conservando nel suo cuore quel meraviglioso e dolcissimo sguardo color del mare che gli aveva dal primo giorno attraversato il cuore. I cinque amici si separarono e Fersen deciso lì portò verso il porto, ma proprio lì intravidero nascosti il Pasha con la sua imponente nave, che si agitava parlando con il Generale De Gaulle. Purtroppo non riuscirono a sentire la conversazione, ma non ci voleva molto a capire che parlassero di Oscar. Durante la notte si imbarcarono sulla nave degli amici di Fersen e la mattina seguente partirono senza che nessuno li notasse, poiché mai avrebbero immaginato che Oscar e il suo Andrè avessero deciso di abbandonare la Francia per organizzarsi in un piano migliore per sconfiggere il nemico che si stava dimostrando più potente e crudele del previsto. Intanto Oscar e Andrè erano sempre uno accanto all’altra e cercavano di essere utili all’equipaggio erano molto grati a Fersen che si era dimostrato un ottimo amico, ma Andrè capì sempre di più di quanto l’uomo fosse legato alla sua donna. Dopo una settimana di viaggio arrivarono a destinazione e furono ospiti in uno dei tanti palazzi del Conte di Fersen, per loro lui scelse quello della meravigliosa tenuta estiva di Stoccolma, che gli consentiva di stare agiati, ma riparati da sguardi indiscreti. La prima sera che cenarono a lume di candela Oscar, Andrè con il terzo incomodo del Conte di Fersen poterono finalmente rilassarsi e complice un goccetto di vino di troppo bevuto da quest’ultimo, anche per superare il dolore di vedere la coppia così unita, mentre lui si struggeva di gelosia, la conversazione prese una piega inaspettata “io farei qualsiasi cosa per voi Oscar. Ho già perso Maria Antonietta non sopporterei di perdere anche voi” disse. “siete molto caro Fersen” aggiunse Oscar “già sono un buon amico vero? Solo un buon amico? Ma vi siete mai chiesta Madamigella Oscar perché sono rimasto in Francia dopo la morte della Regina, rischiando di essere linciato ogni momento per essere stato il suo amante e un nobile. Ve lo dico io. Sono rimasto solo per guardare i vostri occhi” disse completamente libero da inibizioni poiché era ubriaco. Oscar imbarazzata guardò Andrè e dal suo sguardo rassegnato capì che lui già aveva intuito i sentimenti dell’uomo. Fersen si alzò per poi cadere a terra in malo modo quasi addormentato. Oscar e Andrè lo portarono di peso nella sua stanza per poi ritirarsi nella loro. “Mi dispiace Andrè” disse Oscar intuendo la gelosia repressa dell’uomo, ma lui stranamente non rispose e avvicinandosi la cercò amandola con tutto se stesso

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Capitolo 3
*** sacrifici d'amore... ***


Capitolo 3 Quando la mattina i tre si incontrarono nel salone, il Conte di Fersen era visibilmente imbarazzato, ricordava vagamente ciò che era accaduto, ma era certo di aver confessato i suoi sentimenti per la sua amata Oscar e nel suo codice d’onore non poteva certo negare la realtà. Oscar gli si avvicinò cercando di intuire cosa ricordasse della notte precedente “Buongiorno Conte di Fersen come vi sentite?” chiese guardandolo facendolo rabbrividire perché era capace di mettere al nudo ogni suo stato d’animo “ricordo quasi tutto Madamigella Oscar e mi dispiace che abbiate dovuto scoprire i miei sentimenti entrambi in questo modo e momento, non vi ho aiutato perché vi amo, l’avrei fatto anche quando pensavo che voi foste solo la mia migliore amica” disse “questo lo so Fersen, ma credo che il sentimento che vi unisca a me sia dovuto al ricordo della regina Maria Antonietta, forse è un modo per continuare ad amarla attraverso i nostri ricordi” rispose lei, ma lui era certo di un'altra versione “darei la vita per voi, farei qualsiasi cosa, ma non potrei mai mentirvi. Semplicemente vi amo, a dispetto del grande amore che ho provato per la mia Maria Antonietta” disse per poi guardare negli occhi Andrè ”perdonatemi, posso immaginare cosa provate in questo momento, ma Oscar sarebbe stata mia moglie se avessi capito i miei sentimenti per lei anni prima” . Oscar guardò il suo uomo che con sua grande sorpresa rispose “Ho amato la mia Oscar da sempre senza essere ricambiato. Se oggi lei mi ama è un dono del cielo e posso capire il vostro sentimento. Non vi condannerò Fersen per questo amore, non potrei mai farlo, ma combatterò con tutto me stesso perché la donna che amo continui ad amarmi”. Il silenzio attraversò la stanza, c’era imbarazzo, ma nello stesso tempo una serenità che sono la verità può suscitare “avete la mia parola, che custodirò per me soltanto questo mio sentimento…perdonatemi” disse prima di uscire dalla stanza. Trascorsero due settimane, in cui Oscar e Andrè riuscirono a viversi con una serenità mai provata prima. Fersen veniva ogni giorno a vedere che tutto procedesse bene, ma poi se ne andava, lasciandoli soli. Loro due condividevano le loro passioni di sempre, facevano lunghe passeggiate nel bellissimo parco, si scambiavano pareri su tutto, facevano lunghe cavalcate, Oscar suonava ogni giorno il piano mentre Andrè adorava ascoltarla, si allenarono alla spada, ma soprattutto accadde un piccolo miracolo per Andrè. Lui stava spaccando la legna vicino alla stalla a dorso nudo, Oscar entrò ed arrossì vistosamente, perché si era scoperta che lo desiderava ardentemente, anche se la notte prima erano stati insieme. Cercò di nascondere il suo imbarazzo, ma lui la conosceva molto bene e ficcando l’ascia dentro la legna le si avvicinò guardandola con occhi dolcissimi, ma colmi di passione “sai cosa mi farebbe impazzire di gioia Oscar, se tu fossi libera di desiderarmi come lo sono io” le disse facendole aprire i suoi meravigliosi occhi azzurri con sorpresa “io ti appartengo Oscar e farei l’amore con te sempre, so che ti sembrerò sfacciato ma è la verità.” aggiunse invitandola a lasciarsi andare. Oscar appoggiò la sua mano sul torace di lui e constatò che il suo cuore batteva forte come il suo e sorrise con un innocenza mista all’erotismo “mi stai chiedendo di prendermi ciò che desidero liberamente, senza aspettare che sia tu a farlo?” chiese “Si, io sono tuo Oscar anima e corpo” aggiunse lui. Lo sguardo di Oscar cambiò ancora e ciò emozionò a tal punto Andrè da farlo tremare dall’emozione e lei accennò un sorriso malizioso, tanto raro in lei, pur essendo una splendida donna, perché solo Andrè riusciva a farla sentire tale. Lei mordendosi le labbra lo bloccò contro una parete godendoselo come mai aveva osato fare, amava follemente quell’uomo e voleva dimostrarglielo come lui faceva da sempre con lei. Andrè travolto da una Oscar audace che lo pretendeva perse completamente il controllo, facendo l’amore con una tale intensità che dopo ore di amplesso si trovarono ansimanti, sudati incapaci di capire dove iniziasse il corpo di uno e finisse l’altro. Lei lo guardò felice e finalmente libera dicendo “ora tocca a te, cosa desidera il mio Andrè?”. Lui sospirò “sposarti e avere un figlio nostro” osò dire pronto ad aprirsi come mai aveva fatto lei. Oscar non si stupì, lo conosceva profondamente e sapeva inconsciamente che era il suo sogno “lo desidero anche io Andrè, ma vorrei che nostro figlio crescesse con due genitori con una vita stabile”. Lui annuì “lo so, ma considerando la loro meravigliosa madre guerriera credo che sia difficile che arrivi questo momento.” constatò. Lei dovette ammettere che era vero, ma lui prontamente aggiunse “Oscar se accadrà sarà un altro miracolo del nostro amore, che è già meraviglioso così come è” . Si strinsero l’uno all’altra felici e sereni come non lo erano mai stati. La mattina successiva però Fersen arrivò sul suo cavallo bianco ignaro di essere seguito da un uomo del Pasha, che era riuscito a risalire a lui proprio perché era stata l’unica nave non perquisita, che era partita subito durante la ricerca di Oscar in Francia. Torturando l’amico di Fersen era riuscito a fargli dire la meta dell’uomo e a farsi confermare la presenza di due ospiti, che dalla descrizione erano Oscar e Andrè. Seguito a vista, Fersen portò l’uomo di fiducia del Pasha proprio nella tenuta di Stoccolma dove era la coppia, quando arrivò con delle provviste, si trattenne con loro per la colazione, per poi seguirli nella stalla, poiché c’era una cavalla che stava per partorire. In quel frattempo l’inseguitore mise nella spremuta che stavano bevendo per colazione una droga, per poi allontanarsi velocemente per raggiungere il suo padrone e avvisarlo di averli finalmente trovati. Quando rientrarono, dopo circa un ora, la prima a bere fu Oscar che ignara si avviò verso il suo cavallo per fare una cavalcata con i due uomini come avevano preventivato, mentre Andrè né bevve appena un sorso poiché sentì la donna chiamarlo “Andrèèèè” riuscì solo a dire prima che tutto le girasse intorno e cadesse svenuta. I due uomini la raggiunsero correndo e nel vederla a terra le prestarono subito soccorso terrorizzati, ma anche Andrè in quel momento sentì la testa girargli e nel frattempo udirono dei cavalli al galoppo avvicinarsi, Andrè anche se sfocato riconobbe da lontano il Pasha “ci hanno trovato Fersen” disse cercando di resistere alla droga rimettendo Oscar sul cavallo per poi salire a sua volta, seguito da Fersen con il suo cavallo per fuggire all’odiato nemico. La fuga che si aprì fu spietata e disperata, finchè il cavallo di Andrè e Oscar si azzoppò facendoli cadere rovinosamente. Andrè era esausto con la droga che oramai l’aveva quasi del tutto assopito, con le ultime forze aiutò Fersen a caricare Oscar sul suo cavallo “abbi cura di lei” disse “Andrè io” stava per dire Fersen, ma lui fu irremovibile “salvala” riuscì solo a dire prima di svenire. Fersen continuò la sua folle corsa, lasciando Andrè al suo destino, poiché non aveva scelta. Il Pasha nel vedere il corpo inerme di Andrè nell’erba fece cenno ad un suo uomo di prelevarlo, mentre lui continuava la sua folle corsa. Fersen però era un osso duro da raggiungere e furbamente riuscì ad arrivare ad un arsenale reale dove trovò l’aiuto necessario per far desistere il pasha ad intervenire. Quest’ultimo furibondo fu costretto alla ritirata “per ora hai vinto Conte, ma non sai con chi hai a che fare” disse furibondo prima di urlare ai suoi uomini di seguirlo “alla Reggia di Svezia” ordinò, sicuro di avere una tale ricchezza che a nessun re poteva non interessare. Fersen intanto mandò dei soldati a cercare Andrè, mentre lui si occupava della sua Oscar. Constatando che le pupille erano dilatate ebbe conferma che era stata drogata, ma le sue pulsazioni erano regolari come il suo respiro e stringendola a se iniziò a calmarsi, ma calde lacrime gli bagnarono il bel volto “amore mio” mormorò, poiché l’incertezza di ciò che le era accaduto lo aveva sconvolto. Il medico la visitò, ma era impossibile capire che tipo di droga avesse ingerito, sicuramente era molto potente. Quando Oscar riaprì gli occhi guardò Fersen, ma lo vedeva avvolto in una nebbia fitta e pensò subito perché accanto a lei non ci fosse il suo amore “dov’è Andrè?” chiese con un filo di voce, ma l’uomo abbassò lo sguardo, lei con enorme sforzo si sedette sul letto “Dov’è Andrè?” chiese ancora agitata “mi dispiace, ma non lo so. Ci hanno trovato e vi hanno drogato, abbiamo provato a scappare, ma poi il vostro cavallo si è azzoppato e lui mi ha chiesto di portarvi in salvo sul mio cavallo continuando la fuga. L’ho lasciato svenuto nell’erba, ho mandato subito degli uomini a cercarlo, ma temo che sia nelle mani del Pasha” concluse. Oscar disperata si alzò perché avrebbe voluto cercarlo, sapendo che il Pasha non gli avrebbe mai risparmiato la vita “Devo trovarlo” disse avvicinandosi alla porta, ma l’adrenalina riattivò la droga e lei svenne. Le forti braccia di Fersen riuscirono a non farla cadere e prendendola tra le braccia la riportò sul letto. Il bellissimo volto della donna era rigato dalle lacrime che lui asciugò “mi dispiace Oscar non sono riuscita a salvare il tuo amore, purtroppo temo che l’abbiano ucciso. Desidero il tuo amore più di ogni altra cosa al mondo, ma non così” disse dispiaciuto, ma qualcuno bussò alla loro porta e lo costrinse ad uscire dalla stanza. Un ufficiale gli porse una missiva del re Gustavo IV Adolfo “Conte Hans Axel von Fersen vi ordino di presentarvi subito al mio cospetto con Madamigella Oscar François de Jarjayes …” c’era scritto. L’uomo per nulla intimorito, penso che ci fosse lo zampino del Pasha Selim III e dopo aver organizzato la difesa di Oscar si recò dal suo re. Arrivato davanti al trono del re, trovò quest’ultimo e Il Pasha ad attenderli “ Dov’è Madamigella Oscar?” chiese contrariato il Pasha non rispettando il protocollo reale che prevedeva che fosse il re il primo a chiedere la parole e ciò infastidì non poco Gustavo IV. Fersen non gli rispose e si inchinò al suo re. “ Conte Hans Axel von Fersen è vero che avete aiutato la fuggiasca francese Madamigella Oscar François de Jarjayes accusata di tradimento nella sua patria?” chiese, ma lui rimase calmo “no, ho semplicemente portato nella nostra Svezia, Madamigella Oscar François de Jarjayes per farla diventare mia moglie e quindi intoccabile per la nostra legge” aggiunse facendo infuriare il Pasha che riusciva appena a controllarsi “se le cose stanno così Pasha, non abbiamo più niente da dirci” disse il re “ma la vostra Madamigella Oscar François de Jarjayes è al corrente di questo matrimonio, visto che fino a poco tempo fa doveva sposare un certo Andrè” chiese il Pasha minaccioso “certo” rispose secco Fersen. Il re aggiunse “ dispongo che le nozze si svolgano nelle prossime sei ore, per la serenità di tutti. Se ciò non dovesse accadere, vuol dire che mi avete mentito Conte di Fersen e sarete destinati all’accusa di tradimento, sia voi che Madamigella Oscar François de Jarjayes” concluse il re. Rimasti da soli gli uomini circondati da guardie sapevano di non potersi sfidare “che fine ha fatto Andrè?” chiese Fersen, dando modo al sadico Pasha di prendersi una piccola rivincita “E’ morto, l’ho ucciso con le mie stesse mani” mentì ben sapendo che l’avrebbe fatto presto, poiché l’aveva lasciato in vita solo per il gusto di ucciderlo di persona. Fersen impallidì, poiché sapeva che avrebbe dato alla sua amata un dolore infinito. In realtà Andrè ripresosi dalla droga era riuscito a scappare dalla nave e anche se ferito e malconcio stava cercando la sua amata, sperando che fosse al sicuro. Quando Fersen ritornò dalla sua Oscar la donna era ancora sotto gli effetti della droga, appena riaprì gli occhi capì dallo sguardo grave di Fersen che il suo Andrè era morto. Pianse disperata, desiderando solo di raggiungerlo e Fersen la lasciò sfogare. Un ora prima però del fatidico matrimonio la incontrò “so che quello che sto per dirvi vi sembrerà assurdo, ma se io e voi vogliamo salvarci dovete diventare mia moglie, la Contessa di Fersen, poiché il Pasha ha chiesto che gli venga consegnata la traditrice francese accusata di tradimento Madamigella Oscar François de Jarjayes e solo il nostro matrimonio può salvare entrambi. Per me morire per voi sarebbe un onore, ma lascio a voi la scelta. Qui sotto tra un ora ci sarà il vescovo mandato dal re Gustavo IV Adolfo di Svezia, se non dovesse scendere saremo condannati entrambi a morte per tradimento…” disse con voce rotta dall’emozione “era l’unico modo che avevo per salvarvi Madamigella Oscar” concluse prima di uscire. Oscar non si voltò a guardarlo, desiderava solo che fosse tutto un brutto incubo, era troppo disperata anche per pensare. L’ora passò ed Oscar non si presentò, i soldati stavano per arrestare il Conte che rassegnato, ma sereno di morire per amore, non oppose resistenza, ma in quel momento apparve Oscar. Era bellissima, anche se pallida e provata, vestita di una semplice camicia e pantalone bianchi. Il Conte di Fersen la guardò innamorato più che mai avvicinandosi a lei “non posso condannarvi a morte, quando l’unica colpa che avete è di avermi salvato la vita, anche se la mia vita è finita con Andrè” disse guardandolo in lacrime, lui commosso annui e l’accompagnò davanti al vescovo che celebrò le nozze. Quando il Pasha fu informato dal re delle nozze tornò alla nave per informare e poi uccidere Andrè, ma quando seppe della sua fuga si sfogò sugli uomini che dovevano essere di guardia uccidendoli con la sua spada , poi con occhi colmi di ira come mai nella sua vita disse a se stesso “troverò un modo per averti Oscar”. Intanto Andrè cercò la sua Oscar nella tenuta di Fersen, ma con sua grande sorpresa seppe che che il Conte Hans Axel von Fersen e sua moglie la Contessa Madamigella Oscar François de Jarjayes erano partiti in un viaggio di nozze senza che nessuno ne conoscesse la meta. Incredulo era certo che Oscar fosse stata costretta ad accettare quel matrimonio, ma più che mai era deciso a ritrovarla, anche perché senza di lei, la sua vita non aveva più ragione di esistere. Intanto Oscar chiusa nel suo immenso dolore seguì il Conte solo per salvargli la vita, ma il suo cuore era completamente e disperatamente del suo amato Andrè e sentiva che non aveva più ragione di battere senza il suo amore. L’unico speranzoso era il Conte di Fersen ora che sapeva che Andrè era morto aveva ricominciato a sperare che con il tempo la sua Oscar potesse amarlo , più che mai ora che era la sua adorata moglie.

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Capitolo 4
*** un sogno diventato realtà.. ***


Capitolo 4 Quando il Conte di Fersen si svegliò, il suo primo pensiero era stato quello di raggiungere la sua amata moglie che aveva dormito in un'altra stanza. La trovò affacciata alla balconata, indossava una camicia blu con pantalone bianco e aveva i lunghi capelli biondi accarezzati dal vento. Fersen pensò che fosse una visione, ma lei persa nel suo dolore per Andrè, non si era neanche resa conto che lui fosse nella stanz “Come state Oscar?” chiese dolcemente. Lei lo guardò aveva gli occhi lucidi “Avete visto il corpo di Andrè?” chiese, lui fece di no con la testa “l’ultima immagine era di lui svenuto, poco prima di avermi chiesto di salvarvi” aggiunse. “Quindi abbiamo solo la testimonianza del Pasha?” chiese lei “Si, ma non mi farei molte illusioni che abbia mentito” aggiunse l’uomo “C’è ancora l’ufficiale del re che ci sta seguendo per dimostrare la veridicità di questo matrimonio?” chiese Oscar “Si, ma penso che per stasera andrà via. Decidete voi dove andremo. Non posso ridarvi il vostro Andrè, ma vorrei aiutarvi a farvi stare meglio. “ rispose. Lei non rispose e lui aggiunse “vi aspettò nel salone. Dobbiamo mostrarci come una coppia se vogliamo essere credibili” disse, uscendo dalla stanza dove trovò l’ufficiale di controllo che credette che l’uomo fosse uscito dalla stanza dopo la prima notte d’amore di marito e moglie.” Siete un uomo fortunato Conte di Fersen, non ho mai visto una donna tanto bella” disse l’uomo, lui annui “Si, è vero” rispose scendendo nel salone. Intanto Andrè si era procurato un cavallo rubandolo dalla stalla del Conte, deciso a trovarli, poiché era convinto che fossero in una delle sue tante tenute, mentre il Pasha furibondo aveva fatto seguire Oscar e il Conte, ma finquando c’era la scorta del sovrano era impossibilitato ad agire. Oscar anche se per pochi minuti assecondò la richiesta del Conte, raggiungendolo nel salone per assaggiare appena una squisita colazione. Fersen fu impeccabile e affettuoso, mentre lei fu alquanto rigida, ma l’ufficiale sapendo la sua storia di eroina francese, pensava che fosse riservatezza. Quella sera stessa l’uomo partì rassicurando il Conte, che avrebbe dato un esito favorevole al re, ma quando Fersen tornò nella stanza di Oscar lei non c’era più. Al suo posto trovò un biglietto “vi sarò per sempre grata di ciò che avete fatto per me Conte di Fersen, ma devo vendicare il mio Andrè. Devotamente vostra Oscar”. Fersen sconvolto raggiunse la stalla per prendere anche lui un cavallo e andare in cerca della sua amata sperando di evitare la tragedia. Dopo ore di galoppo Oscar raggiunse la nave del Pasha, che non trovò, poiché lui stava organizzando il piano per rapirla. Lei pazientemente aspetto nascosta dentro una scialuppa di salvataggio che arrivasse e ciò le diede la possibilità di studiare i turni di guardia dei soldati. A lei non importava morire, dopo essersi vendicata, ma doveva raggiungere il suo scopo, uccidere l’uomo che per un assurdo capriccio di averla, le aveva ucciso l’uomo che amava. Mentre era in attesa pensava al suo Andrè “sarebbe stato bellissimo e amato un figlio nostro, amore mio. Perdonami se non l’ho capito in tempo” disse, mentre calde lacrime gli bagnavano il bellissimo volto. Il Pasha apparve dopo qualche ora, imponente e furioso “siete degli inetti. Come sarebbe a dire che sapete dov’è il Conte di Fersen, ma vi siete persi Madamigella Oscar. Trovatela subito, altrimenti nessuno di voi domani vedrà il sole” aggiunse prima di allontanarsi e andare in coperta. Rimasto da solo si denudò il torace, lavandosi nel catino per poi mettere le sue mani sul volto cercando di riflettere “Dove sei francese? Mi farai impazzire prima o poi” pensò lanciando il catino lontano con rabbia. Mentre stava riflettendo sentì una lama di una spada puntata dietro la schiena e subito intuì che fosse Oscar “sei venuta a vendicarti…hai coraggio donna, ma non ti servirà per salvarti” disse voltandosi lentamente per guardarla, pensando che qualsiasi fosse il prezzo da pagare per averla ne valesse la pena. “avete ucciso l’uomo che amavo, avete macchiato il mio casato di tradimento, avete messo in pericolo la vita dei miei amici…pagherete con la vita Pasha Selim III tutto questo, prendete la spada e difendetevi” disse con un tono che non ammetteva repliche. Nel frattempo si udì un gran trambusto all’esterno della nave, il Conte di Fersen era arrivato con l’esercito del re, poiché aveva detto che la sua Oscar era stata rapita dal Pasha e ciò era un grave insulto alla corona. Selim III sicuro di se afferrò la sua spada “E’ sia Madamigella Oscar…preferisco vedervi morta che nelle braccia di qualcun altro” disse iniziando il duello. Quell’uomo era veramente possente e in quello spazio limitato era uno sforzo inumano affrontarlo. Oscar sapeva che aveva poche possibilità di batterlo, ma avrebbe combattuto fino all’ultimo respiro di vita. L’uomo la ferì ad una gamba, ma lei lo colpì ad un braccio, mentre fuori si udivano, urla, proiettili e scintillii di spade. Il Pasha attaccò di nuovo la donna, che continuò a difendersi colpendolo a sua volta, ma un uomo del Pasha entrò urlando “mio signore sono in troppi. I soldati del re stanno conquistando la nave” urlò, ma Selim III voleva solo la vita di Oscar, così afferrò una pistola che aveva in un cassetto poco distante per puntarla e colpirla. Lei d’istinto si lanciò dietro ad un tavolo e lui la mancò, ma quando ripuntò l’arma, un proiettile lo colpì alla schiena. Incredulo si voltò per sparare a sua volta chi l’aveva colpito e vide il Conte di Fersen che sparò un secondo colpo al cuore. Il soldato di Selim vedendo il suo Pasha a terra privo di vita stava per colpire il Conte di Fersen, ma Oscar con uno scatto felino lo raggiunse colpendolo mortalmente al petto. Fersen nel vederla viva, la strinse a se istintivamente e lei travolta da tanto pathos non riuscì a reagire. L’uomo vedendola barcollare capì che era stata ferita e subito controllò, constatando che non fosse grave. Prendendola tra le sue braccia la portò via da quell’inferno, dove i pochi uomini rimasti vivi del Pasha si erano arresi. Raggiunse la sua tenuta principale e le offri le migliori cure e attenzioni. Quando lei si addormentò, lui si soffermò a guardarla sognando un futuro insieme “mi amerai prima o poi o semplicemente mi permetterai di amarti e ti renderò felice Oscar…” disse commosso pur sapendo che lei non poteva udirlo. Si sdraiò accanto a lei assaporando quella vicinanza che lo inebriava di emozioni e finalmente le sfiorò le labbra con un bacio dolce e delicato, ma che gli fece battere follemente il cuore. Quelle labbra morbide e sensuali gli regalarono il primo contatto indimenticabile, dove lui pensò speranzoso ne sarebbero seguiti tanti altri. Si occupò di lei tutta la notte, tenendolo la mano della donna tra le sue, mentre lei a causa dell’anestesia era nelle braccia di Orfeo. Qualcuno però arrivò distruggere i suoi sogni, infatti un uomo chiese urgentemente di parlargli e quando il maggiordomo disse che si trattava di Andrè Grandier, il Conte di Fersen impallidì e scese velocemente nel salone, mentre Oscar continuava a dormire. Nel vederlo trattenuto da cinque uomini che voleva salire per vedere la sua Oscar, Fersen strinse i pugni aggiungendo con tono grave “E’ viva Andrè. Madamigella Oscar sta bene…lasciatelo” ordinò. Andrè visibilmente stanco, ma euforico gli si avvicinò: “Dov’è?” chiese agitato. Il Conte sospirando gli disse di seguirlo. Quando Andrè vide Oscar, bellissima sdraiata tra cuscini e stoffe di seta pianse di gioia e avvicinandosi le prese la mano. Fersen avrebbe voluto urlare di rabbia e di dolore, ma sapeva che Oscar amava Andrè e con la morte nel cuore chiuse la porta lasciandoli soli. Quando Oscar aprì gli occhi e vide Andrè pensò che stesse sognando, ma il bacio appassionato dell’uomo le fece capire che era tutto reale. Felice come non lo era mai stata l’attirò a se “sei vivo…sei vivo amore mio” riusci solo ad aggiungere commossa e incredula. Andrè la stringeva talmente forte quasi da farle male “perdonami…io” le sussurrò, ma lei lo baciò di nuovo, attivandolo in una maniera incontenibile…in pochi minuti furono nudi e Andrè stando attento alla ferita si impossessò della sua intimità calda e porposa. Entrambi erano pazzi l’uno dell’altra e non riuscivano neanche a capire dove fossero, talmente che erano presi l’uno dell’altra. Fecero l’amore in modo travolgente e quando lui stava per uscire al limite della resistenza lei lo attirò a se “ti voglio dentro di me” sussurrò. Andrè temeva di averlo sognato, poiché era in pieno amplesso, ma lei lo guardò negli occhi “dammi un figlio nostro, Andrè” disse, lui fuori di se dalla gioia, dopo averle dato spinte potenti la inondò di se, rendendo quel momento il più intenso e importante della loro vita. Dopo essersi ripresi si ricomposero e decisero di parlare con il Conte di Fersen che l’aspettava nel salone pronto ad una condanna annunciata. Andrè e Oscar lo raggiunsero, mentre lei zoppicante evitò di appoggiarsi ad Andrè per non imbarazzare il padrone di casa ufficialmente suo marito. Lei lo guardò con i suoi splendidi occhi azzurri :” vi devo tutto Conte di Fersen” disse commossa, lui annui “l’avreste fatto anche voi per me” rispose visibilmente provato, ”ma ho bisogno di sapere una cosa Madamigella Oscar, mi avreste amato se non ci fosse stato Andrè?” disse mettendola in serio imbarazzo, ma per lui era importante saperlo e lei lo capì “prima di capire i miei sentimenti per Andrè, il mio cuore era vostro Fersen, lo è stato per anni. Dovreste già avere una risposta per questo” disse facendolo commuovere. “Vi organizzerò il viaggio per tornare in Francia, l accusa di tradimento è stata ritirata dal Generale De Gaulle quando ha saputo della morte del Pasha e il mio re ha capito il motivo per cui abbiamo mentito, quindi le nostre nozze saranno annullate, senza conseguenze per nessuno” disse il Conte dicendo queste ultime parole con voce strozzata dal dolore. Poi si rivolse ad Andrè “rendetela felice, io l’avrei fatto” disse allontanandosi. Rimasti da soli Oscar e Andrè si guardarono negli occhi, erano dispiaciuti per Fersen, ma speravano che con il tempo l’avrebbe superato, ridiventando il loro fedele amico di sempre. Appena rientrati in Francia trovarono ad attenderli gli amici Bernard, Rosalie e il sempre innamorato Alain, il giornale “Libertè” riprese a funzionare, Oscar rifiutò l’incarico di Ambasciatrice per i primi due anni poiché lei e Andrè ebbero due bellissimi gemelli e lei volle seguirli e amarli insieme al suo adorato marito. Quando diventò Ambasciatrice altre avventure la travolsero e Fersen in qualche modo ritornò nella sua vita, ma questa è ancora un'altra storia…

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