Vandal Hearts 2

di gamberosolitario
(/viewuser.php?uid=1038136)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giorni di Sole ***
Capitolo 2: *** l'acqua si agita ***
Capitolo 3: *** senza Giustizia ***
Capitolo 4: *** Sogni ***
Capitolo 5: *** un piano per la fuga ***
Capitolo 6: *** Natra in pericolo ***
Capitolo 7: *** il Mondo degli Adulti ***
Capitolo 8: *** una Nuova Era per Natra ***
Capitolo 9: *** Banditi e banditi ***
Capitolo 10: *** il Potere dell'Ovest ***
Capitolo 11: *** alla Fortezza ***
Capitolo 12: *** l'Imboscata ***
Capitolo 13: *** Emissari della Chiesa di Nirvadia ***
Capitolo 14: *** l'Oscurità nella Prigione Mineraria ***
Capitolo 15: *** salviamo il Principe Franz ***
Capitolo 16: *** ritorno a Polata ***
Capitolo 17: *** cambio strada ***
Capitolo 18: *** incontro con il passato ***
Capitolo 19: *** Battaglia contro i Demoni ***
Capitolo 20: *** nuova battaglia con i Cavalieri Neri ***
Capitolo 21: *** una Nuova Fazione ***
Capitolo 22: *** l'Ombra di Kudur ***
Capitolo 23: *** Morte e Tradimenti ***
Capitolo 24: *** le Calamità ***
Capitolo 25: *** Cuore Matto ***
Capitolo 26: *** la Verità sui Seguaci ***
Capitolo 27: *** L'Oscurità di Godard ***
Capitolo 28: *** l'Imbattibile Esercito ***
Capitolo 29: *** i Sette Prismi ***
Capitolo 30: *** la Spada Leggendaria ***
Capitolo 31: *** la Fine del Mondo ***



Capitolo 1
*** Giorni di Sole ***


1° Capitolo: Giorni di Sole

Nel Sacro Anno 986, Lagore, il Re di Natra, fu assassinato da sua moglie, la Regina Agatha, e dall’amante della Regina stessa, il Cardinale Ladorak.

Dopo aver reso il neonato Principe Franz il nuovo Re, la Regina nominò il Cardinale come Premier. Insieme, loro assunsero il potere con il pugno di ferro, uccidendo tutti i loro oppositori.

L’aggressivo ruolo di Ladorak fu rinforzato da un truppa di Cavalieri d’elite. Usando torture, inganni ed informatori, questi Cavalieri distrussero spietatamente tutti i loro avversari.

 

Una cittadina era stata attaccata dai Cavalieri di Ladorak, che erano conosciuti più comunemente come Cavalieri Neri, per il fatto che tutti portavano armature nere. La cittadina era in fiamme. Quasi tutti erano stati già uccisi, compresi vecchi e bambini. C’erano cadaveri dappertutto, alcuni avevano riempito anche il fiume. Tutte le femmine erano state violentate.

Un Luogotenente dei Cavalieri Neri, stava dando ordini agli altri Cavalieri. Rispetto ai normali Cavalieri Neri, non portava l’elmo ed aveva delle possenti braccia scoperte. Costui non aveva la barba, mentre i suoi capelli erano corti.

“Continuate così! Non ne deve rimanere nessuno vivo!!”

Su un edificio, c’era il Comandante di tutti i Cavalieri, si chiamava Jacob. Aveva dei lunghi capelli biondi. Ed i suoi occhi erano tremendi. Alle sue spalle, aveva due Cavalieri. Ai suoi piedi, c’era un uomo del villaggio. Lo avevano pestato a sangue.

“Vi prego… fermatevi!! Vi ho detto tutto quello che sapevo!!”

Il Comandante Jacob colpì l’uomo con la sua spada, infliggendogli una grave ferita, ma senza ucciderlo. Quest’ultimo si muoveva ancora.

Jacob: “Questa cittadina deve servire come esempio… hanno ospitato un ricercato… per questo, devono pagare tutti…”

“Sei il Diavolo… Dio si è dimenticato di noi.”

Jacob diede il colpo di grazia all’uomo – “Pazzo!”

 

Nel Regno di Natra, a nord della Capitale, c’era l’isolato villaggio di Polata. Io crebbi lì, in quel periodo impietoso.

Come bambino, credevo che i giorni della mia infanzia non sarebbero mai finiti. Troppo piccolo per immaginare la Grande Guerra che, da lì a poco, ci avrebbe sommerso tutti.

Forse, se non avessi incontrato quella persona, il mio destino non sarebbe mai cambiato…

 

 

Un ragazzino, bruno, con una bandana bianca ed una giacchetta verde, era intento a prendere una farfalla sul tetto di una casa. A guardarlo c’erano altri tre ragazzini della sua età.

Clive era il più robusto ed portava una vecchia corazza viola, dato che si scontrava spesso con i mostriciattoli fuori dal villaggio. Era biondo e suo padre era il fabbro del villaggio.

Yuri era il più piccolo ed esile, ma anche il più intelligente. Aveva i capelli chiari e portava una tunica marrone da frate. Suo padre era il Sacerdote e si stava preparando per intraprendere, anche lui, la carriera ecclesiastica.

Adele era una ragazzina dai capelli biondi. Era la figlia del Signore del posto, ma giocava spesso con i bambini del villaggio, suoi coetanei.

Yuri: “Vai, ci sei quasi!”

Adele: “Cid, ti prego… scendi da lì sopra! Ti farai male!!”

Il ragazzino con la bandana camminava lentamente. Fino a quando non raggiunse la farfallo. Si calò e riuscì ad afferrarla. Nel momento in cui alzò la mano, per mostrarla, in segno di trionfo, ai suoi amici, cadde dal tetto. E finì a terra.

I suoi tre amici andarono subito a soccorrerlo.

Ma Cid si rialzò subito.

Yuri: “Per San Nirvath… forse, non ha battuto la testa!”

Adele: “Sei sempre così stupido!!”

Cid: “Ma tu chi sei?!”

Adele: “Coosa?! Non ti ricordi di me?!”

Cid: “Mi fa male la testa…” – il ragazzino andò in ginocchio ed iniziò ad urlare.

Adele: “Oh, mio dio… vado a chiamare il dottore…” – prese la strada dell’infermeria. Nello stesso momento, le urla si trasformarono in risa.

Cid: “ahahahah… ci caschi sempre, Adele!!”

Adele: “Maledetto stupido…” – si offese e corse via.

Yuri: “Hai esagerato, Cid!”

Cid: “Falla finita, Yuri… stavo scherzando…” – si girò dall’altra parte, e tirò fuori la farfalla.

Clive: “Come hai fatto a non ucciderla??!”

Cid: “… l’avevo presa per lei… deve fare sempre la permalosa…” – dopo aver detto ciò, lasciò andare la farfalla, che volò via quasi subito.

Nello stesso momento, i nostri sentirono la voce di una bambina del villaggio.

“Fratellone!!”

Arrivò Rosaly, che era la sorella piccola di Cid. Era mora e magrissima. Aveva una gonna nera ed un fioco rosso sulla gonna.

Rosaly: “C’è uno straniero… è stato attaccato da quei mostri gelatinosi… potrebbero ucciderlo.”

Cid: “Allora, andremo noi ad occuparcene… rimani qui, Rosaly!”

 

Lo straniero avevi i capelli corti e scuri. Era sbarbato ed aveva un mantello marrone. Tra le mani, aveva una spada a due mani. Una spada più grande di quella normale. Era circondato da questi mostri gelatinosi.

Ogni mostro, era alto circa un metro e cinquanta, ma erano molto esili. Uccidevano le loro prede lentamente, succhiandole a poco a poco. Lo straniero ne aveva fatti a pezzi alcuni, ma dai pezzi tagliati via erano nati altri piccoli mostri gelatinosi. Questi mostri non rappresentavano un pericolo per il villaggio perché erano in pochi e, poi, perché avevano un punto debole, conosciuto da tutti i paesani: il sale.

Clive: “Signore, siamo venuti ad aiutarla… quei mostri non si possono uccidere con semplici lame.”

“Coosa?!”

Cid: “Il punto debole di quelle cose è il sale… tutti i paesani hanno dei bastoni di sale, per eliminare facilmente questi mostri… anche noi.”

I tre ragazzini tirarono fuori i loro bastoni di sale ed andarono all’attacco dei mostri gelatinosi. Un semplice colpo di bastone di sale era sufficiente per far scappare via questi mostri. Così, dopo poco, i mostri gelatinosi erano tutti andati via.

Nello stesso momento, sentirono l’urlo di Rosaly, e corsero nella sua direzione.

Un Verme-Uovo si era avvicinato a Rosaly. Si trattava di un potente mostro, alto due metri, che si vedeva molto raramente in quelle zone.

Clive: “Come diavolo è arrivato qui?!”

Yuri: “Un tale mostro può arrivare ad uccidere anche dieci persone… dobbiamo chiamare rinforzi."

Cid rimase bloccato. Se fosse andato a chiamare i rinforzi, nello stesso momento, Rosaly sarebbe finita uccisa dal mostro. Ma, dall’altra parte, se lo avesse attaccato lui, sarebbe morto.

Lo straniero andò nella direzione del mostro.

“Sembra che potrò ricambiare subito il piacere che mi avete fatto.”

Il mostro si girò verso di lui. Lo straniero, con un colpo di spada, lo tagliò in due. Con grande sorpresa di tutti.

Cid: “E’ fortissimo!”

Yuri: “Non è un semplice uomo… deve essere un abile spadaccino.”

Lo straniero cadde a terra, privo di sensi. I tre andarono a soccorrerlo.

Clive: “Il mostro non l’ha proprio toccato… cos’è successo?”

Yuri: “Quest’uomo sta perdendo sangue… si portava già dietro delle ferite.”

Rosaly: “Vado a chiamare subito il dottor Bonnar.”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** l'acqua si agita ***


Quella sera, lo straniero era in uno dei letti dell’infermeria, quando entrò il sindaco del villaggio, che era anche il padre adottivo di Cid. I veri genitori di Cid erano morti, e quest’ultimo era stato adottato da Kordif e la sua famiglia, di cui faceva parte anche Rosaly.
Kordif era un uomo baffuto, sui quarant’anni, vestito di verde, con un giaccone marrone. Lo accolse il dottor Bonnar, che era sui sessant’anni, con gli occhiali da vista, ed un giaccone bianco da medico.
Kordif: “Come va il nostro visitatore, Bonnar?”
Bonnar: “Tutto bene… si sta riprendendo… tuttavia, c’è qualcosa che non mi quadra..."
“Parla pure!”
“… le ferite che lo hanno fatto crollare… sono state originate da spade.”
“Coosa?!”
“… anche il fatto che il forestiero non avesse preso la strada principale, ma fosse passato per il bosco… come fanno banditi e ricercati… mi fa pensare male…”
 “I ragazzini potrebbero averci portato una bella grana.”
“Non prendertela con loro… sono solo ragazzini… ed anche San Nirvath dice di aiutare i bisognosi.”
“Ma ospitare un ricercato, è considerato un gravissimo reato per la legge… potrebbe andarci di mezzo lo stesso villaggio… non posso permetterlo.”
“Non saltiamo subito a conclusioni affrettate… non abbiamo nessuna prova.”
“Va bene. Bonnar, avvisami quando si risveglierà! Buonanotte!”
“Buonanotte, Kordif!”
Il sindaco uscì. Più tardi, ebbe modo di riprendere privatamente Cid.
Kordif: “Sei uscito di nuovo con Lady Adele, oggi?”
Cid: “Si.”
L’uomo diede un ceffone al ragazzino.
“Quante volte te lo devo ripetere?!! Lady Adele è figlia del Governatore Graud… è una nobile… non devi frequentarla... fa parte di un’altra casta… presto, lei dovrà abbandonare questo posto… tu, invece, dovrai vivere per sempre qui… Cid, hai tredici anni, ormai… devi crescere!! Oh, dovrò farti crescere io a forza di ceffoni!”
Cid corse via in lacrime.
La moglie di Kordif e mamma adottiva di Cid, Martha, raggiunse il marito.
“Sei stato troppo duro!”
“I suoi genitori sono morti proprio perché non seppero stare al loro posto… per questo, me la prendo così tanto… io voglio che lui, quanto prima, sposi la nostra Rosaly ed inizi a portare avanti la nostra fattoria… questi sono tempi duri.”
Il giorno dopo, Cid, Clive, Yuri e Rosaly andarono dal dottore per sincerarsi delle condizioni dello straniero.
Bonnar: “Ha delle infezioni… mi farebbe comodo l’erba Muherb.”
Yuri: “L’erba Muherb?!... ci sono! Si trova al Mastha Canyon.”
Bonnar: “Ottimo, Yuri, il Prodigio di Polata… tuttavia, lì vivono alcuni mostriciattoli… se correte, potete seminarli facilmente… tuttavia, vi farebbe comodo qualche arma… prendete questi soldi e compratevi qualcosa all’armeria.”
Mezz’ora dopo, i nostri erano armati.
Cid si era preso uno spadino.
Clive non aveva comprato niente in armeria, ma si era fatto dare un’accetta dal padre.
Yuri aveva preso uno scettro da mago, di legno, ed un piccolo scudo di legno. Lo scettro era un’arma che amplificava il potere magico di una persona. Già Yuri aveva appreso la magia curativa “Heal”; con lo scettro, il potere della magia sarebbe stato maggiore. C’erano diversi scettri in commercio, uno migliore dell’altro. Quello preso da Yuri era il più economico.
Rosaly non aveva comprato niente, ma si era presa il piccolo arco che aveva a casa. Era un’arma che gli aveva costruito il padre, per fargli imparare, quanto prima, a difendersi da sola. Dopotutto, fuori il villaggio, era pieno di mostriciattoli.
Un’ora dopo, avevano raggiunto il Mastha Canyon. Lì trovarono un Mostro-Scarafaggio, un Mostro-Pianta ed un Mostro-Uccello. Il primo era alto mezzo metro. Il secondo era alto 70 cm, ma come i mostri gelatinosi, era esile. Il terzo era alto un metro, ed era il più forte e pericoloso.
Yuri si mise davanti a Rosaly, per proteggerla da eventuali attacchi frontali. La bambina approfittò della protezione per tirare una freccia al Mostro-Scarafaggio, che però mancò. Cid, con un colpo del suo spadino, uccise lo scarafaggio, mentre Clive ammazzò la pianta carnivora. L’uccello volò verso Yuri e Rosaly. La bambina tirò un’altra freccia, e questa volta, riuscì a prendere il mostro. Ma ciò non bastò per bloccarlo, così Yuri gli andò vicino e lo colpì in testa con il suo scettro di legno. Ma l’uccello non si era fatto niente e riuscì a beccare Yuri su una mano, ferendolo. Un momento dopo, Cid e Clive finirono il mostro, insieme.
Yuri usò la magia “Heal” per curare la ferita provocatogli dall’uccellaccio. I nostri poterono così prelevare il Muherb e tornare al villaggio.
Maniero dei Byron
Il Governatore Graud era un uomo grasso, vestito di viola scuro. Con baffi e capelli ben curati. Era seduto alla sua scrivania, e stava bevendo del vino. Nella stessa stanza, c’erano altre due persone. Adele, vestita con un abito scuro, e l’esattore delle tasse. Quest’ultimo era vestito con una divisa marrone scuro.
Graud: “A me, non frega niente dei contadini… devono pagare… non voglio scuse… se si dovessero rifiutare di pagare, ti autorizzo ad usare anche la forza.”
“Come lei comanda Sua Signoria!”
L’esattore uscì dalla stanza.
Il Governatore era visibilmente nervoso.
Graud: “Adele… non voglio più che tu giochi con quegli animali… se continui così, dovrò presto iniziare chiuderti a chiave in stanza… i contadini sono la peggior razza esistente.”
Adele: “Ma nonno Kossimo diceva altro… diceva che sia Re che contadini sono uguali agli occhi di Dio.”
Graud, in preda all’ira, si alzò in piedi e ruppe il bicchiere di vino, tirandolo a terra.
Graud: “Sono stanco di sentire parlare di quel vecchio… sono io ora a decidere e comandare… i contadini sono senza morale… sono criminali e vanno ammaestrati… Adele, vattene nella tua stanza! Stasera rimarrai senza cena!!”
Adele uscì, trattenendo le lacrime a fatica, dalla sala senza chiudere la porta.
Graud prese un altro bicchiere e si mise di nuovo a sedere, continuando a bere.
“Sua Signoria… posso entrare?”
“Certo, Godard.”
Godard entrò nella sala, chiudendo la porta dietro di sé. Era conosciuto come l’Indovino, e si dicesse fosse un potente mago, ma era anche il più grande consigliere di Graud. Era un vecchio, con barba e capelli grigi, vestito con una tunica viola da mago.
Godard: “Vi vedo irritato.”
Graud: “Sono stanco di stare qui, in questa landa desolata… eppure i Byron, un tempo, erano potenti… tutta colpa di mio padre Kossimo… durante la guerra, si mise dalla parte di Julius, quando era chiaro che avrebbe vinto Lagore e sarebbe diventato lui Re… se si fosse messo con lui, ora io non sarei in un simile mortorio a comandare.”
Godard: “Il gesto di vostro padre fu molto apprezzato, per questo Re Lagore lo risparmiò, nonostante Lord Kossimo si fosse messo dalla parte del suo nemico… e la famiglia Byron se la cavò con un piccolo esilio.”
Graud: “Quello è un imbecille… con la lealtà non si mangia e non si va avanti nella vita… ed, ora, tutti che continuano a parlare bene di quel vecchio rimbambito… ma io non ho intenzione di rimanere qui per sempre… voglio tornare alla capitale… ed Adele mi servirà in ciò.”
Godard: “Sua Signoria… vedo che la sua fortuna sta aumentando… presto, i vostri sogni diventeranno realtà.”

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** senza Giustizia ***


 

Al villaggio stava accadendo qualcosa. Si era riunito un po’ di folla.

 

L’esattore delle tasse era venuto a chiedere i soldi ad un vecchio contadino, ma quello aveva risposto che non poteva pagare perché il raccolto non era andato bene. Così l’esattore aveva iniziato a picchiarlo in mezzo alla strada. Le urla del vecchio avevano fatto accorrere parecchia gente, ma nessuno si era mosso per fermare l’esattore.

Esattore: “Adesso, entrerò nella tua casetta e mi prenderò tutte le tue provviste.”

Uscì la figlia del vecchio per soccorrerlo. Era una ragazza di diciassette anni, bruna e con le treccine.

“Vi prego… abbiate pietà!! Mio padre è vecchio e malato… non è più in grado di lavorare.”

Esattore: “Allora… mi prenderò te.”

L’esattore prese la ragazza e la strinse forte a sé.

“Noooo!!”

Cid: “Ma perché nessuno fa niente?!”

Cid ed i suoi amici stavano per intervenire, quando fece la sua comparsa lo spadaccino.

“Ehi, tu… lascia stare la ragazza ed il vecchio.”

Yuri: “Si è già ripreso?! E’ impossibile!”

Esattore: “Ma tu chi cazzo sei?! Io rappresento il Signore di questo luogo… bada a quello che dici.”

“Un Signore che non rispetta la sua terra, non merita di essere tale.”

L’esattore fu preso da un impeto di rabbia, perciò, lasciò la ragazza, sguainò la spada ed corse verso lo straniero.

“Adesso, ti pulisco io la bocca.”

Lo straniero era disarmato e, con dei grandi riflessi, contrattaccò con un pugno. Un colpo che stese l’esattore. Quest’ultimo si ritrovò a terra con il setto nasale rotto e fiumi di sangue che uscivano.

Esattore: “Andrò a dire questo al Signore Graud…” – l’esattore si mise a cavallo e se ne andò.

Tutti i ragazzini andarono incontro allo spadaccino. Erano molto entusiasti.

Cid: “Sei stato veramente eccezionale…”

Clive: “Quest’uomo è un eroe.”

Tuttavia, tutti erano continuati a rimanere freddi.

Un contadino disse: “Questa non è una buona cosa…”

Tutti gli altri concordarono con lui.

Cid: “Ma come fate a dire queste cose?! Ha salvato e protetto due persone.”

Apparve Kordif e parlò con lo spadaccino.

Kordif: “Mi spiace… ma tu non puoi più rimanere qui.”

“Ma cos’è successo qui?? Sapevo che quando qui comandava Lord Kossimo la giustizia era ancora rispettata… io ero venuto qui proprio per parlare con lui.”

Kordif: “Lord Kossimo si è ritirato 6 mesi fa, per motivi di salute, nella Pianura di Yuta… da allora, Graud ha preso il comando… si tratta di un uomo senza un briciolo di onore e umanità.”

“Ho capito… partirò subito per la Pianura di Yuta.”

Lo spadaccino si girò ed andò via. Con grande rammarico di Cid ed i suoi amici.

Cid: “Credo che non si sia ripreso ancora dalle ferite… potrebbe stare male durante il cammino… voglio raggiungerlo e capire se ha bisogno d’aiuto… Yuri, tu non potresti curarlo con la tua magia?”

Yuri: “La mia magia serve solo per piccolissime ferite… comunque, vengo anche io con te.”

Clive: “Ci sono anche io.”

Rosaly: “Vorrei venire anche io… ma, a stare troppe ore lontana da casa… penso che mamma si preoccuperebbe troppo.”

Cid: “Brava… non dire niente a casa, di dove stiamo andando… quasi sicuramente, mi picchierebbero… e, comunque, non dovremmo stare fuori troppo.”

I nostri proseguirono sulla strada principale, che era priva di mostri. All’improvviso, si trovarono di fronte ad una truppa di Cavalieri, tutti con indosso armature nere. Erano a piedi. Davanti a questo schieramento, c’erano due uomini che parevano i comandanti dell’esercito. Uno aveva possenti braccia scoperte, l’altro aveva lunghi capelli biondi ed uno sguardo torvo. Quest’ultimo era il più alto e sembrava il più forte.

“Ehi, voi… bifolchi!!” – chiamò il tipo con i capelli biondi.

Cid: “Ma come si permette?!”

“Topi… non osate rispondere male al Comandante Jacob!! Altrimenti pagherete con il sangue la vostra insolenza!” – disse il tipo con le braccia scoperte.

I nostri si paralizzarono dal terrore. Questa truppa non prometteva niente di buono.

Jacob: “Jamir… non esagerare.”

Jamir: “Ma Comandante…”

Jacob: “Ho detto basta!!”

Jamir fece un passo indietro, mentre Jacob fece un passo in avanti.

Jacob: “Ragazzi… abbiamo degli affari da discutere con il Governatore Graud, ma ci siamo persi… potreste indicarci il Maniero dei Byron?”

Cid: “Dovete continuare per 5 km su questa strada… arriverete al villaggio di Polata, lì vicino c’è il maniero.”

Jacob: “Grazie, ragazzo…” – tirò fuori una monetina e la lanciò a terra.

Cid: “Io non ho bisogno dei vostri soldi... potete riprenderla…” – si calò, prese la monetina e la ridiede al Comandante.

Jamir: “Come osi, topo?!”

Jacob: “Va tutto bene Jamir… ragazzo, devo ammetterlo… ammiro il tuo coraggio… ma devi imparare a stare al tuo posto… se vuoi vivere a lungo… ricordalo, ragazzo!”

I Cavalieri continuarono sulla loro strada. Si trattava di un centinaio di soldati.

Clive: “Erano così… oscuri… non ho mai visto dei Cavalieri simili a loro.”

Yuri: “E’ stato come incontrare la Morte stessa… i loro occhi erano freddi… e puzzavano di sangue.”

Clive: “Ora, ricordo chi sono… i Cavalieri Neri, l’elite del Cardinale Ladorak… è la sua polizia segreta, che elimina ogni opposizione, sua e della Regina Madre.”

Yuri: “Mi sembra che vengano chiamati anche i Cavalieri del Sangue…”

Cid: “A noi non interessano… proseguiamo.”

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Sogni ***


I nostri proseguirono ancora e trovarono lo spadaccino, che era ancora disarmato perché la sua spada era stata nascosta dal Dottor Bonnar e lui non aveva avuto modo di armarsi nel tragitto. Lo spadaccino era in ginocchio e sembrava sofferente. Un secondo dopo, crollò a terra, privo di coscienza.

 

Cid: “Ecco!! lo sapevo che dovevamo seguirlo.”

Clive: “Cosa facciamo? Non possiamo rimanere qui e non possiamo riportarlo al villaggio.”

Yuri: “Potremo portarlo al villaggio… al nostro nascondiglio, sulla grande quercia… lo rimaniamo sul lettino e vediamo se si riprende… non possiamo fare altro, visto che non siamo medici o maghi bianchi… magari, potrebbe bastargli una bella dormita.”

Così, i nostri tornarono indietro, portandosi lo spadaccino su una barella improvvisata. Quando ritornarono al villaggio, era sera e quasi tutti stavano dormendo. Così, poterono portarlo, indisturbati, al loro nascondiglio.

Il giorno dopo, lo spadaccino si era risvegliato e sembrava stare meglio.

“Vi ringrazio… per essere dei ragazzini, siete più in gamba degli adulti… il mio nome è Nicola.”

C’era anche Rosaly, che aveva recuperato la spada dello spadaccino in infermeria.

Cid: “Felice di vederti così migliorato… in ogni caso, ci dobbiamo presentare anche noi…. io sono Cid, il figlio adottivo del sindaco, il tipo con cui hai parlato prima di andartene… mi piace girovagare ed esplorare.”

Clive: “Io sono Clive… sono il figlio del fabbro e sono il più forte ragazzino di Polata… mi piace cacciare i mostri fuori dal villaggio.”

Yuri: “Io sono Yuri… sono il figlio del sacerdote e, secondo molti, sono il ragazzino più intelligente del villaggio… durante il mio tempo libero, leggo parecchio.”

Rosaly: “Io sono Rosaly… la sorella adottiva di Cid e figlia del sindaco… quando sono a casa, gioco con le mie bambole.”

Nicola: “Mi fa veramente piacere avervi incontrato… in ogni caso, devo sempre incontrare Lord Kossimo… vorrei vederlo il prima possibile… quando mi sarò ripreso completamente, partirò nuovamente.”

Maniero dei Byron

Nella sala principale, c’erano Graud, Godard, Jamir e Jacob.

Graud: “Comandante Jacob! Per me, è un grande onore avervi qui! E’ una rarità che giovani e forti eroi come voi, passino di qui!”

Jacob: “Governatore, noi siamo qui, alla ricerca di un uomo. Abbiamo ordine di catturarlo. Domani inizieremo le ricerche.”

Graud: “Per me, potete fare tutto quello che volete.”

Un momento dopo, Godard accompagnò all’uscita i due Cavalieri. Dopo ciò, ritornò dal Governatore.

Godard: “Sua Signoria… credo sia arrivata la sua grande occasione…”

Graud: “Di che stai parlando?”

Godard: “Ieri… l’esattore è stato malmenato… da uno straniero…”

Graud: “Uno straniero?! Potrebbe essere l’uomo che stanno cercando…”

Il Governatore uscì di corsa per raggiungere i Cavalieri Neri.

Intanto, Cid stava correndo verso il nascondiglio sulla quercia, quando girando un angolo del muro non sbatté contro un’altra persona; si trattava di Adele. In un primo momento, erano a terra, poi Adele fu la prima a rialzarsi.

Adele: “Ma tu sei salvo?!”

Cid: “Certo che sono salvo… ci siamo dati solo una piccola testata!”

Adele: “Mio padre mi aveva fatto chiudere in camera… sono saltata dal balcone per poter venire qui… perché avevo sentito che un Verme-Uovo aveva attaccato un ragazzino del villaggio… chi è stato attaccato??”

Cid: “Era stata attaccata Rosaly, poco dopo che te n’eri andata… ma è stata salvata da uno straniero.”

Adele: “Meno male…”

Cid: “Senti, io penso che non ci dovremmo più vedere… e parlare!”

Adele: “Coosa?!”

Cid: “Tu sei una nobile… dovresti stare nel tuo maniero, a ballare nelle vostre feste private… nessuno te lo dice, ma nessuno ti sopporta.”

Adele: “!!”

Cid: “Anche ieri, un ufficiale, autorizzato da Sua Signoria Graud, si è permesso di alzare le mani su dei poveri contadini inermi… ma la Lady, dall’alto del suo castello, fa finta di non sapere niente… io odio nobili e bugie, non ti voglio più vedere!!”

Adele corse via. Ma, nell’attimo in cui lo fece, Cid si rese conto di quanto avesse esagerato e si pentì di avergli detto tutte quelle cose brutte. Forse, era ancora arrabbiato per la questione dell’esattore.

Dopo ciò, raggiunse Nicola ed iniziarono a parlare.

Cid: “Veramente esiste un tale animale?”

Nicola: “Certo… la gente del deserto lo usa per cavalcare… ma non è niente in confronto all’orso della Montagna di Kadal.”

“Montagna di Kadal?! Ti sei spinto così a nord?!”

“Gli affari di mio padre ci hanno permesso di viaggiare per tutto il mondo.”

“Deve essere fantastico visitare così tanti Paesi.”

“Il mondo offre molte opportunità… pensa che la tua vita è ancora all’inizio.”

“Non lo so… mio padre dice sempre che Dio decide i nostri ruoli, la nostra vita e il nostro destino… credo, perciò, che il mio destino sia di rimanere qui per sempre…”

“E’ sicuramente un’onesta vita, anche se molto sudata… tuttavia, se vuoi un’altra vita, sei ancora in tempo per imboccarla… io credo che le persone diventino ciò che vogliono essere… in ciò, è molto importante il potere della volontà… se Dio vedesse ognuno con un proprio ruolo, non ci avrebbe dato la volontà per decidere se seguirlo o no.”

“Nicola… non sto capendo molto di quello che stai dicendo… tuttavia, le tue parole mi fanno sentire più forte.”

“La gente li chiama anche sogni… Cid, qual è il tuo sogno?”

Dopo averci pensato per un po’, Cid rispose.

“Io voglio essere libero… vivere senza costrizioni di nessuno… non voglio sprecare la mia vita a vivere come una persona che non sono realmente io…”

“Mi piace il tuo sogno… non è banale come quello di diventare Re, diventare ricco od essere pieno di donne… quindi, vuoi diventare uno spirito libero?! Pregherò perché il tuo desiderio si compia.”

“Grazie.”

Nello stesso momento, nel nascondiglio, che era una casetta di legno, entrarono anche Yuri e Clive.

Clive: “Abbiamo visto Adele… era in lacrime.”

Yuri: “E’ corsa verso la Foresta di Danjou… che è molto pericolosa… senza contare che, ora, si sta facendo pure buio.”

Cid: “Oh, mio dio… si è offesa perché l’ho trattata male… dobbiamo andare subito.”

Nicola: “Verrò anch’io… mi sono ripreso abbastanza per poter combattere un poco… dopotutto, sono in grado di usare anche un po’ di magia… mi tornerà utile nello scontro.”

Non solo i maghi, ma tutti i guerrieri di un certo calibro, chi più e chi meno, erano in grado di utilizzare magie di ogni genere.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** un piano per la fuga ***


 

Nella foresta, c’erano grossi alberi e le chiome degli stessi coprivano interamente il cielo. La luce passava poco, quindi era scuro anche se non era notte. Però, a momenti sarebbe venuto il buio e sarebbero usciti mostri più forti e pericolosi. Dovevano muoversi.

 

Cid: “Credo che Adele sia sopra quell’altopiano… ci siamo già andati qualche volta… proviamo a dirigerci lì.”

Clive: “Sono già usciti alcuni mostri.”

Proseguendo su un sentiero, trovarono un Mostro-Pianta alto due metri a sbarrargli la strada.

Nicola: “Me ne occupo io…” – si avvicinò al mostro e sollevò la sua spada – “… Blaze Slash”

La spada a due mani di Nicola si caricò di fuoco e colpì il mostro-pianta. Il mostro si dissolse nell’aria.

Nicola: “Il fuoco è efficace sui mostri-piante.”

Dagli alberi, si lanciarono alcuni mostri-scarafaggi durante il tragitto, che i nostri riuscirono ad uccidere prontamente.

Nicola: “Ve la cavate come combattenti… potreste avere un futuro come Cavalieri.”

Yuri: “Io veramente non sono riuscito ad uccidere nessun mostro-scarafaggio.”

Questo perché Yuri era piccolo ed esile, ed aveva un semplice bastone di legno come arma.

Nicola: “Tu, invece, hai un futuro come mago… non sei da meno agli altri.”

Mentre salivano sull’altopiano, incontrarono un mostro-uccello, alto due metri e mezzo.

Cid: “E’ enorme… non ne ho mai visto uno così grande e forte.”

Nicola: “Per questo dovrò usare il mio altro asso nella manica… Thunderbolt”

Dopo aver puntato al cielo la sua spada, cadde un fulmine sul mostro, uccidendolo sul colpo.

Nicola: “Il fulmine, invece, è efficace sui mostri-uccello.”

Yuri: “Nicola, ma di quante magie disponi?”

Nicola: “In realtà, solo queste due… ed ho anche esaurito le mie energie… non potrò lanciare altre magie… al ritorno, dovremo correre.”

Adele era sull’altopiano, sull’orlo del precipizio e stava ammirando il tramonto. Cid la raggiunse da solo, mentre gli altri si rilassarono giù e vigilavano che non si uscissero fuori altri mostri.

“Ti prego, Adele… non ti buttare!”

“Veramente, io non mi volevo buttare.”

“Adele… volevo scusarmi per tutte quelle cose che ti avevo detto.”

“Tanto non dovrai più sopportarmi… in Primavera, sarò mandata alla capitale… mio padre mi vuole far sposare un altro nobile, per ripristinare il vecchio potere dei Byron.”

“Coosa?”

“E’ un mio dovere da nobile… più il tempo passa, più le cose diventano complicate.”

“Facciamo una cosa… abbondoniamo tutto questo.”

“Coosa?!”

“Noi due insieme… ce ne potremo andare.”

“Stai parlando seriamente?!”

“Una persona mi ha detto che siamo noi a decidere il nostro destino… perciò, voglio credergli… se dobbiamo scappare, potremo raggiungere la frontiera settentrionale… nessuno dovrebbe poterci trovare…”

La ragazzina ci pensò un momento su.

“Ok… la tua proposta è invitante… mi sta bene se scappiamo solo io e te… ma quanto hai intenzione di lasciare questo posto?”

“Per me, anche adesso.”

“No, non possiamo… dovremo prepararci… a casa tua, dovrai prendere mappe, cibo e tutto quello che ci potrebbe essere utile… io prenderò l’argenteria a casa mia.”

“Ma questo è rubare…”

“Come pensi che ce la possiamo cavare?? Siamo solo dei ragazzini… facciamo che la partenza sarà tra due giorni, a partire da adesso… all’alba…”

I due raggiunsero gli altri e si diressero nuovamente verso il villaggio. Dopo che Adele li ebbe lasciati, Cid svelò tutto ai suoi amici.

Yuri: “Che tu fossi innamorato di Adele è sempre stato evidente… non mi sorprende tutto ciò… tuttavia, la fuga che state progettando è pericolosa e mi rattrista un po’.”

Clive: “Anche a me, mi dispiace che ve ne andate tu ed Adele.”

Cid: “Se volete venire… magari, potrei riparlare con lei.”

Clive: “Noo… non ce n’è bisogno… io sto bene qui… alla fine, la nostra è una vita tranquilla, anche se dura.”

Yuri: “Anche io rimango qui… a breve, inizierò la carriera ecclesiastica e comunque dovrò lasciare questo posto… non mi serve abbandonarlo ora.”

Cid: “Vi voglio bene.”

Il giorno dopo, i nostri andarono nuovamente al nascondiglio. Nicola si era ripreso completamente.

“Adesso, posso muovermi per andare da Lord Kossimo.”

Cid: “Verremo anche noi, allora.”

Yuri: “Nicola, avrei una domanda indiscreta da farti… tu chi sei?”

La domanda fece sobbalzare un po’ tutti.

Yuri: “So di essere un po’ rude… ma ci sono parecchie cose che m’incuriosiscono… le tue abilità di spadaccino e nell’uso di magie, sono molto superiore ad un normale cavaliere… tu sei speciale… penso che Cavalieri Neri non siano qui per caso… ma penso che cerchino te…”

Nicola: “Ottima deduzione, Prodigio di Polata… tuttavia, non posso rivelare ancora la mia vera identità… ma io non sono né un criminale né un traditore… il mio obiettivo è quello di salvare questo Paese dalla rovina e dal caos, a costo della mia stessa vita… per questo motivo, io vi chiedo di credermi.”

Mentre Yuri e Cive sembravano più titubanti, Cid si mise subito dalla parte di Nicola.

“Quest’uomo mi ha insegnato a credere nei miei sogni… non solo, mi ha insegnato tante cose, in così pochi giorni… da parte mia, è l’uomo più meritevole ed onorevole che abbia mai incontrato.”

“Ti ringrazio, Cid… non ti pentirai di me.”

Poco dopo, i nostri partirono. Fecero tutto il tragitto che avevano fatto in precedenza, quando Nicola era crollato a terra, e raggiunsero il monte Kutao. Qui, ebbero modo di incontrare alcuni mostri, tra cui c’era anche un Verme-Uovo.

Yuri: “Ho una sorpresa da mostrarvi… Fire”

Il maghetto lanciò una magia nera, che infiammò e distrusse un mostro-pianta alto 50 cm.

Clive: “Bravo, Yuri… ora si che sei un vero mago.”

Yuri: “Il fuoco è efficace sui mostri-pianta… comunque, con questa unica magia, ho già esaurito tutte le mie energie.”

Nicola: “I più grandi maghi di questo mondo sono tutti al servizio della Chiesa di San Nirvath… Yuri, quando inizierai la tua carriera ecclesiastica, potrai farti insegnare da loro.”

Cid, intanto, batterono altri mostri bassi, mentre Nicola stese il Verme-Uovo, con un colpo di spada.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Natra in pericolo ***


 

Ormai era notte, quando furono raggiunti da Lord Kossimo, che stava passeggiando in zona. Era accompagnato da due contadini. Si trattava di un vecchio pelato, con i baffi bianchi, un giaccone rosso e i pantaloni marroni. Era molto magro, ma i suoi occhi lasciavano trasparire una certa saggezza.

 

Kossimo: “Cid, Clive e Yuri… da quanto tempo che non vi vedevo… cosa fate qui? Vi siete persi?”

Yuri: “Eravamo qui proprio per parlare con voi… come va la vostra salute?”

Kossimo: “Molto meglio… riesco a camminare senza problemi… ma continuiamo nel mio palazzo.”

Il palazzo era privo di guardie, c’erano solo contadini ed artigiani che vivevano fuori dal palazzo. All’interno, Kossimo aveva una cameriera ed un cuoco. Lo stesso palazzo non era grandissimo, ma molto umile ed un po’ impolverato.

Nel salone, iniziarono a discutere.

Kossimo: “Così Graud sta facendo il tiranno?! Speravo che metterlo a governare riuscisse a farlo crescere… ma mi sbagliavo… quanto prima, gli andrò a parlare.”

D’un tratto Kossimo, guardando meglio Nicola, ebbe un sussulto e gli andò vicino.

Kossimo: “Sua Maestà, è bello vederla di nuovo.”

Nicola: “Quindi, mi hai riconosciuto.”

Kossimo: “Non avrei mai potuto dimenticarla… ragazzi, probabilmente, voi non saprete chi è costui, perciò ve lo svelerò io… Nicola Atkin Natra, il figlio dell’esiliato Principe Julius… se la giustizia avesse prevalso, ora sarebbe potuto essere lui il Re di Natra.”

Anche i tre ebbero un bel sussulto di sorpresa.

Nicola: “No, sono solo un cavaliere errante senza una casa.”

Kossimo: “Ho sentito della morte di suo padre a Vernantze… mi vergono di vivere in un corpo così decrepito…”

Nicola: “Non dire un’altra parola. Mio padre ti è sempre stato grato per la lealtà che gli hai sempre dimostrato… ho qualcosa di molto importante da dirti… però, è qualcosa che non posso dire davanti a loro.”

Kossimo: “Se è una cosa talmente oscura che nemmeno dei bambini la possono ascoltare, allora non la voglio sentire nemmeno io.”

Nicola: “Mio padre apprezzava parecchio anche la tua integrità… ebbene ho delle truppe a Vernantze, con cui penso di prendere di nuovo il potere qui a Natra.”

Kossimo: “Ma questo è alto tradimento!”

Nicola: “Tradimento?! Ladorak ed Agatha stanno abusando fin troppo del loro potere… se fossero stati dei buoni Re, come lo fu Re Lagore, non avrei da lamentarmi… ma qui, la gente che muore e soffre aumenta ogni giorno di più… mi serve il tuo aiuto.”

Kossimo: “Mi dispiace… ma non posso prendere parte a tutto questo.”

Nicola: “Lord Kossimo!!”

Kossimo: “Sua Maestà… lei sa a cosa serve un nobile?! Non produce niente, ma il suo vero scopo dovrebbe essere quello di proteggere il popolo… suo padre abbandonò il trono proprio per il popolo… per evitare che morisse altra povera gente.”

Nicola: “Agatha sta cospirando con il suo Regno natio. Lei sta pianificano di far assimilare Natra al Doppio Impero Zora-Archeo.”

Kossimo: “E lei vorrebbe far invadere il Paese da Vernantze?! Il nome del Regno non importa, lo spirito di Natra vivrà per sempre.”

Nicola: “Capisco il tuo punto di vista… ma devo farti vedere altro.”

Nicola porse una lettera a Kossimo, che la lesse.

Kossimo: “Coosa?! Lei vorrebbe far uscire questo?!!”

Nicola: “Se fosse necessario.”
Nicola: “Quindi, se le cose stanno così, devo tornare subito al villaggio… ragazzi, voi rimarrete qui a dormire per la notte. Io andrò da solo, anche se è notte, sono in grado di cavarmela benissimo da solo.”

Nicola salutò tutti ed uscì dal palazzo.

I tre andarono a dormire nella stanza degli ospiti, mentre Kossimo rifletteva nella sua stanza. Non si era ancora cambiato, né riusciva a dormire. I pensieri erano troppi.

La stanza era illuminata da un candelabro. Era un po’ impolverata ed i mobili erano vecchi. C’era una finestra, da cui si poteva ammirare il cielo stellato.

Una folata di vento fece aprire la finestra e spense le fiammelle sul candelabro. Kossimo richiuse la finestra.

Dietro di lui, fece la sua comparsa, dal nulla, un’altra persona. Kossimo la riconobbe appena si girò.

Kossimo: “Godard, cosa ci fai qui?!”

Godard: “Fhuhuhuhuhuh… Kossimo, sono qui per il documento che ti ha dato Nicola.”

“Come fai ad esserne a conoscenza??!!!”

Il mago lanciò un incantesimo, che fece scomparire il vecchio.

“Fhuhuhu… va tutto come pianificato.”

La mattina dopo, i nostri si trovarono senza nessuno nel palazzo. Kossimo era scomparso. Tornarono così al loro villaggio.

Era sera, quando Cid tornò a casa e trovò tutti i mobili distrutti ed il padre malmenato.

Cid: “Ma cosa è successo qui?!”

Rosaly: “Sono venuti i Cavalieri Neri… cercavano una persona ed hanno distrutto tutto.”

Kordif: “Cid… non pensavo che lo straniero si nascondesse nel tuo nascondiglio… a forza di botte, mi è venuto d’indicargli quel posto… fortunatamente, lo hanno trovato lì e lo hanno portato al maniero… altrimenti, forse mi avrebbero potuto anche uccidere.”

Cid: “Ma, papà… qui in ballo ci sono sogni ed ideali… cose molto più grandi di noi… c’è di mezzo il nostro stesso Regno…”

Kordif: “No, Cid… per noi, non cambia niente chi comanda… sono guerre tra nobili… noi rimaniamo qui… per sempre.”

Cid: “Noo!!”

Cid, arrabbiatissimo, uscì di corsa dalla sua casa ed andò dai suoi due amici.

Cid: “Io sto andando al maniero… a salvare Nicola.”

Clive: “Noi veniamo con te.”

Yuri: “Però, forse, questa volta ci dovremo armare meglio… dovremo passare nelle fogne… si dice che lì sia pieno di mostri creati da Godard.”

Clive: “Andiamo all’armeria.”

Cid prese una spada più grande, uno scudo di metallo e una maglia di ferro, che si mise addosso.

Clive prese un’accetta più grande ed un’armatura di rame.

Yuri si prese un bastone da mago di ferro ed uno scudo di metallo.

E poi raggiunsero le fogne del maniero. I mostri di Godard erano dei topi modificati da lui. Erano grandi un metro e venti cm, ed erano velenosi. Un solo morso o colpo di coda, avrebbe potuto significare la morte.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** il Mondo degli Adulti ***


 Yuri: “Fire”

Con tale magia, il maghetto colpì un mostro-topo che era vicino a lui, ma la magia non bastò per ucciderlo, ci penso Cid a finirlo, mentre Clive con due colpi uccise un altro mostro-topo.

 

Cid: “Ne stanno arrivando parecchi… non ce la faremo ad abbatterne tutti.”

Clive: “Hai ragione… forse, dovresti andare al maniero da solo… io e Yuri dovremo essere in grado di tener occupati i topi ancora un po’.”

Cid: “Ok… mi raccomando, state attenti ragazzi… grazie di tutto.”

Cid proseguì e trovò il passaggio per il maniero sopra di loro.

Il Governatore Graud era nella sala, seduto come sempre alla sua scrivania, e stava bevendo vino.

Graud: “Maledetti Cavalieri… sono stato io a dirgli della presenza nel villaggio di quel tipo… nemmeno una parola di ringraziamento ed ora mi escludono anche dalla loro consultazione segreta, nel mio palazzo…bastardi!”

Un attimo dopo, Godard bussò alla porta e Graud gli consentì di entrare.

Graud: “Cosa succede?”

Godard: “Sua Signoria… stavo pulendo la vecchia scrivania di Lord Kossimo, quando ho trovato questa…” – porse un documento al Governatore, il quale la lesse.

Graud: “Coosa?! Non può essere…”

Godard: “Se fosse vero il contenuto di quella lettera, avete nelle vostri mani la carta che vi permetterà di andare via da qui… si tratta solo di saperla giocare al momento giusto.”

Intanto Cid si stava muovendo furtivamente nel palazzo. Per sua fortuna, ancora non aveva incontrato guardie ed i corridoi erano al buio. Ad un certo punto, sentì delle voci provenire da una stanza. Si appoggiò alla porta per poter ascoltare. Nella stanza, c’erano Nicola e Jacob, che stavano parlando seduti ad un tavolo.

Jacob: “Avresti dovuto sapere che stavamo arrivando. Siamo stati sorpresi di scoprire che Agatha avesse mandato il suo Trio di Assassini per toglierti di mezzo.”

Nicola: “Quei tre erano spaventosi… da soli, hanno ucciso tutti i miei uomini, e mi hanno anche ferito… allora, il Cardinale ha approvato la mia proposta?”

“Certo. Comunque, perché vuoi rientrare nel Paese? In base alla tua risposta, potremo riconsiderare la nostra posizione…”

“Ve l’ho già detto. Questo è il mio -final check- prima dell’attacco.”

“Quindi, dovremo accettare tutto ciò… alla fine, siamo compari che condividono lo stesso destino.”

Cid si allontanò dalla porta. Il cuore gli batteva forte. Non si sarebbe mai immaginato che Nicola venisse a patti proprio con un tipo come Jacob. Fu in quel momento, che una possente mano strinse la sua spalla, fino ad immobilizzarlo completamente ed a farlo urlare dal dolore.

Jamir: “C’è un intruso!!”

Jacob e Nicola uscirono dalla stanza.

Nicola: “Cid, cosa stai facendo qui??”

Jamir: “Ha ascoltato tutto quello che vi siete detti.”

Cid: “Nicola… io volevo salvarti!”

Jacob: “Quindi, Principe Nicola… lei conosce costui?”

Nicola: “E’ un ragazzino del villaggio. Lasciatelo andare, è innocuo.”

Jacob: “Dopo che ha ascoltato la nostra discussione?! Non se ne parla proprio. Qui, c’è di mezzo il Cardinale. Portate questo bambino nella cella che si trova nello scantinato.”

Un’ora dopo, Cid era nella cella e rifletteva. La cella era molto polverosa ed era priva anche di un letto. C’erano diverse casse di legno e, da una finestrella, entrava la luce della luna.

Cid: “E’ così è questo il mondo degli adulti…”

Un tonfo, e la porta della cella si aprì. Entrò Nicola.

“Tutto bene, Cid? Ho messo le guardie a nanna… scappa da qui e lascia il villaggio immediatamente… altrimenti, ti uccideranno sicuramente…”

“Nicola… io ho bisogno che tu mi spieghi prima alcune cose… perché ti sei messo a discutere con quel tipo?”

“La relazione tra il Cardinale e la Regina si sta frantumando…”

“Io non ti ho chiesto questo… stai tergiversando... sia il Cardinale che la Regina sono corrotti e dei parassiti… tu lo sai… perché devi allearti proprio con simile gente??”

“L’ho dovuto fare per una causa più grande… se Lord Kossimo mi avesse dato il suo supporto, ne avrei potuto fare a meno… però, ora non mi rimane che il Cardinale.”

“Così anche tu ti copri gli occhi davanti alle ingiustizie… voi adulti siete tutti uguali…”

“Purtroppo… non puoi cambiare il mondo, facendo sempre e solo il buono… devi capirlo, Cid!”

Nicola uscì, a testa bassa, dalla cella.

Cid: “Adele… non posso andarmene senza di lei… devo portarla via da questo marciume.”

Nel palazzo, non c’erano presenti altri Cavalieri. Cid aprì diverse stanze ma non trovò mai Adele, fino a quando non raggiunse la sala da pranzo. Era una sala enorme, con un lungo tavolo che l’attraversava. Sul tavolo, c’erano due candelabri accesi. Ed, a capo-tavola, c’era proprio Adele, ma era priva di sensi.

Quando Cid fece per raggiungerla, davanti a lui, si volatizzò dal nulla Godard.

Cid: “Ma tu chi sei?!”

Godard: “Fhuhuhuh… mi chiedevo che ne potevo fare del vecchio… forse, ho trovato la soluzione…” – il mago scomparì e fece la sua comparsa Lord Kossimo. Ma non era il Kossimo che Cid aveva sempre conosciuto. Sembrava privo della sua mente e in preda a degli istinti omicidi.

Kossimo: “Io ti ucciderò!!”

Aveva un bastone di legno da mago. Lo puntò verso Cid, e quest’ultimo finì sbattuto sulla parete da un’onda d’urto. Anche se sanguinante, però, il ragazzino ebbe modo di riprendersi subito.

Cid: “Che diavolo sta succedendo??!!”

Gli occhi di Kossimo non lasciavano trasparire la benché minima umanità. Cid capì che Godard doveva avergli fatto qualche sortilegio. Se non l’avesse fermato, l’avrebbe ucciso sicuramente, perciò avrebbe dovuto reagire per sopravvivere, ma ora era anche senza la sua spada. Quando Kossimo fece per puntare di nuovo il suo bastone di legno contro di lui, Cid prima gli tirò addosso un candelabro, ferendolo, poi corse verso di lui e, nella colluttazione, riuscì a buttarlo da sopra la finestra. Anche se era un ragazzino, Kossimo era vecchio ed il suo corpo, con l’età, era diventato molto esile.

Fu a quel punto che Cid si accorse che Adele aveva ripreso i sensi e lo aveva visto buttare suo nonno dalla finestra.

Adele: “Tu, hai ucciso il nonno!!”

Cid: “Non è come pensi, Adele…”

La ragazzina diede un urlo spaventoso. Presto i Cavalieri li avrebbero raggiunti in quella stanza.

Cid ebbe modo di pensare velocemente in quei pochi secondi. Spiegare ad Adele la verità sarebbe stato complicato, inoltre se fosse rimasto ancora lì, sicuramente lo avrebbero ucciso. Lo avrebbero impiccato. Se fosse saltato anche lui dalla finestra, sarebbe potuto salvarsi, lui era più forte di Kossimo. Se si fosse salvato, un giorno, forse, avrebbe potuto dire la verità ad Adele. E si ricordò anche del suo sogno: la libertà. Se fosse morto, anche il suo sogno sarebbe stato infranto.

“Un giorno, ci rivedremo, Adele…” – saltò dalla finestra. Nello stesso momento, due Cavalieri Neri entrarono nella stanza.

 

Così dovetti scappare. Ma da cosa stavo scappando? Dai miei inseguitori, da Adele, dal mio destino o dal fatto che avevo ucciso un uomo con le mie mani?

O, forse, scappavo da tutto.

Ancora adesso, non trovo una risposta per questa domanda.

Tutto è perso nei meandri oscuri della mia memoria…

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** una Nuova Era per Natra ***


 

Era dei Miti

Quasi mille anni prima della storia attuale, il caos dominava il mondo e l’umanità rischiò l’estinzione. Così Dio diede una spada magica ad un eroe, che si chiamava Nirvath, per rimettere le cose a posto. La spada si chiamava Vandal Hearts. Dopo che Nirvath ebbe completato la sua missione, la sua spada si frantumò in mille pezzi. Da allora, si dice che in ogni arma c’è un frammento della spada di Nirvath.

 

 

Poco dopo, Nirvath fondò lo Stato di Nirvadia. Uno Stato enorme, di cui faceva parte l’intero continente di Rognant. Secoli dopo, vari Paesi si sarebbero scissi da Nirvadia, rendendo, ai tempi nostri, di fatto, lo Stato di Nirvadia, il più piccolo e debole dei Paesi. Nirvath, intanto, era stato proclamato santo.

 

Nell’Anno Sacro 989, Nicola Atkin Natra guidò un esercito di ribelli, con il supporto della Repubblica di Vernantze, nel Regno di Natra, per far cadere la Regina Madre Agatha.

Il Cardinale Ladorak approfittò dell’opportunità per passare dalla parte di Nicola. In una settimana, l’esercito della Regina, dopo essere stato decimato, dovette abbandonare la capitale, Yuggor, lasciandola nelle mani di Ladorak.

Durante la confusione, Franz, il Re-Marionetta, scomparve. Nicola fu incoronato come il 46simo Re di Natra.

La Regina Madre, intanto, si era rifugiata nella città—fortezza di Gardeau ed aveva esortato il popolo di Natra a ribellarsi a Nicola, l’usurpatore.

Poco dopo, la Regina strinse un’alleanza con l’Imperatore di Zora-Archeo. Quest’ultimo accettò tale alleanza, con la clausola che il suo terzo figlio, Gregor, avrebbe dovuto sposare la figlia della Regina Madre, Minea, e diventare il Re di Natra.

Nacque così una sanguinosissima guerra civile, tra Natra Est e Natra Ovest. Re Nicola regnava sulla prima, mentre Re Gregor sulla seconda.

Dopo 7 anni, la guerra civile continuava.

 

Anno 996 – Natra, Regione di Walta

Il primo treno era stato costruito cinquant’anni prima, ma solo negli ultimi dieci anni si era andato diffondendo per il Regno. Era un mezzo che solitamente usavano o i ricchi o i soldati.

Quel giorno, sopra un treno di Natra Est, in viaggio, un soldato era di guardia nell’ultimo vagone, fuori all’aperto. I normali soldati di Natra Est indossavano un’armatura viola, elmo compreso. Un civile lo raggiunse. Si trattava di un individuo vestito con un abito grigiastro, con un cappello che copriva il suo volto.

“Buongiorno! Immagino che tu stia lavorando” – disse il civile.

“Hey! Idiota! Tu non potresti stare qui! Se il Capitano venisse a sapere che ho fatto entrare un civile su un treno militare… sarei nei guai.”

“Ma fa caldo all’interno… ho bisogno di prendere aria ogni tanto. Ti ho già pagato abbastanza… chiacchieriamo un po’… è vero che Vernantze rende Natra Est potente?”

“Si, Natra Ovest non può paragonarsi con noi.”

“Mi sembri preoccupato per qualcosa…”

“Conosci il Lupo Rosso?? E’ una famosa banda di banditi, che attacca solo unità militari, sia dell’Est che dell’Ovest. Questo mese, hanno già attaccato tre delle nostre unità.”

“Mai sentiti nominare… devono essere una grande organizzazione.”

“In realtà, sono solo tre persone. Tre di loro equivalgono ad una nostra Brigata di Cavalieri. Si dice che ognuno di loro sia un vero e proprio terrore. C’è un gigante di nome Vlad, è sopranominato l’Ammazza-Buoi perché si dice che sia in grado di uccidere i buoi a cazzotti; tuttavia, la sua arma è una grande ascia che non lascia scampo a nessuno. C’è l’egocentrico, velocissimo ed astutissimo Pike, un eccezionale ladro acrobata abile nell’uso dei coltelli; si dice che possa aprire qualsiasi serratura. E poi c’è il loro capo, lo spadaccino chirurgo… costui è un combattente molto superiore agli altri due… si chiamava…”

All’improvviso, il treno deragliò ed il soldato per poco non cadde dal treno.

Il treno si era dovuto fermare di colpo perché si era trovato un muro di fronte, sulla ferrovia. Due banditi, ora, si erano posizionati davanti al treno.

“Fermi tutti! Sono Cid, la Fiammata, il leader del Lupo Rosso… dateci le vostre provviste! Fate come vi viene detto e nessuno si farà male.”

Cid era cresciuto e diventato molto più forte. Aveva raggiunto 1 e 80 cm di altezza. Portava ancora la sua bandana bianca, da cui si issavano i suoi capelli castani. Aveva un’armatura grigiastra, senza elmo. Nelle sue mani, portava una lunga e grossa spada a due mani.

Dietro di lui, c’era Vlad. Aveva la pelle scura perché veniva da un Paese mediorientale e non parlava benissimo. Aveva dei capelli neri, raccolti in un codino dietro la nuca. Non era molto intelligente ed aveva un viso rozzo, tuttavia la sua forza fisica era straordinaria. Era alto 2 e 10 cm ed aveva 25 anni. Era a torso nudo, con un pantalone marrone. Nelle sue mani, una grande ascia a due mani, con un manico di legno.

Vlad: “Se voi combattere, io distruggere!”

Nell’ultimo vagone.

Soldato: “Ma Pike dov’è?”

“Sono qui… così mi hai chiamato egocentrico…” – il civile prendeva la guardia e la faceva sbattere contro una parete di ferro del treno, stendendola.

Dopo aver fatto ciò, si tolse i vestiti. Rivelando una veste celeste, molto aderente al suo corpo magro ed agile. Pike era completamente calvo ed aveva sempre degli occhiali neri sugli occhi. Era alto 1 e 75 cm ed aveva 32 anni di età. Inoltre, non aveva sopracciglia. Dal suo dorso, si aprirono due ali meccaniche.

Negli ultimi quattro anni, si erano andate a diffondere, per il mondo, queste ali. Per poter usare queste ali bisognava vestirsi con abiti leggerissimi, aderenti, senza nessuna corazza od equipaggiamenti troppo pesanti. Le ali consentivano di volare a bassa quota, per un certo periodo. Quelle di Pike erano le più economiche e gli permettevano di volare per mezz’ora. In generale, queste ali si erano diffuse parecchio tra i banditi, perché permettevano di muoversi più veloce, rubare più facilmente e scappare ancora meglio. Erano state adottate anche da tutti gli Eserciti.

Da un vagone del treno, uscirono dieci guardie vestite di viola.

Capitano: “Avevamo immaginato il vostro attacco… per questo, ci siamo preparati.”

Il Capitano aveva delle ali, proprio come quelle di Pike. Solo che lui aveva anche un elmo ed una lancia.

In mezzo all’unità, c’era anche un mago, vestito con una tunica viola e con un bastone da mago di metallo.

Mago: “Fire” – lanciò un’onda di fuoco verso Cid, che parò il colpo facilmente con la sua spada. E si ricordò di quanto, la stessa magia, l’aveva usata Yuri, quando erano ragazzini. Il colpo lanciato dal mago era molto più potente di quello lanciato da Yuri all’epoca.

La forza di una magia dipendeva dalla potenza magica dell’individuo, ma anche dalla tunica che indossava e dal bastone che utilizzava.

Cid: “Combattiamo!” – alzò la spada di fronte a lui, tenendola sempre stretta con due mani. Aspettava che arrivassero i nemici da lui.

Da dietro, Pike aveva subito raggiunto l’unità di soldati, e con qualche coltello, aveva già ucciso alcune guardie.

Vlad andò alla carica verso l’unità, e con tre colpi ne stese più della metà.

Il Capitano raggiunse Cid e provò a colpirlo con la sua lancia. I due ebbero qualche scambio di colpi, poi la spada del bandito tagliò la lancia del militare, e lo uccise.

Cid: “Io vi avevo avvertito… Thunderbolt” – puntò la sua spada al cielo, un secondo dopo, comparì una nuvola nera sui nemici rimanenti e cadde un fulmine su di loro.

Nel treno, c’erano altri militari, ma preferirono scappare via.

Il Lupo Rosso aveva sconfitto un’altra unità.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Banditi e banditi ***


 

Vlad: “Pike… tu stupido! Non sapere niente di trappola.”

 

Pike: “Cosa?! Come ti permetti, ebete!”

Cid: “Zitti, entrambi!! Controlliamo il treno… come al solito.”

Entrarono ed ispezionarono vari vagoni. Era Vlad a sfondare le porte chiuse, solitamente. In uno di questi vagoni, Pike trovò due persone che non facevano parte dell’esercito di Natra Est.

Pike: “Vedo un vecchio matusalemme… ed una gran figa!!”

Seduto c’era un vecchio, con barba e capelli bianchi ben curati. I suoi occhi davano l’idea di una persona ancora lucida ed intelligente. Vestiva con una giacca marrone e dei pantaloni scuri.

Vicino a lui, c’era una bellissima ragazza in armatura. Era in piedi, indossava un’armatura rossa ed aveva dei lunghi e lucenti capelli biondi.

Cid: “Siete forse prigionieri? Mi sembrate gente dell’Ovest!”

Rispose la ragazza – “Banditi! Abbiate rispetto per il Barone Pratau!”

Il vecchio si alzò in piedi – “Lira, non c’è bisogno di scaldarsi!”

Pike: “Barone Pratau?! Il Comandante dei Draghi Bianchi… la Brigata di Cavalieri più forte dell’Ovest!? L’unica in grado di competere con i Cavalieri Neri dell’Est?!”

Cid: “A noi non interessa chi siano… per me, siete liberi!”

Pratau: “Un attimo… ho sentito che lavorate anche come mercenari… potreste scortarci a Forte Gusta? Lì ci sono 50 dei miei uomini… vi daremo 100.000 Gil!”

Vlad: “Forte Gusta vicino… soldi facili!”

Pike: “E se fosse un’altra trappola?!”

Vlad: “I due Signori non sembrare cattivi…”

Pratau: “Posso solo giurare sul mio onore che nessuno dei Draghi Bianchi vi toccherà.”

Cid: “Per me, si può fare!”

Pike: “Ora che ci penso… 100.000 Gil sono parecchi… e poi potrei stare più vicino a questa dolcezza!”

Lira lo guardò con una faccia disgustata.

In una cassa di legno, tirarono fuori le loro armi. Lira aveva una spada ed uno scudo. Pratau aveva un arco con delle frecce.

Quando era più giovane, Pratau aveva una mira formidabile, poi, coll’avanzamento dell’età, aveva iniziato a perdere un po’ di vista, così si era iniziato ad avvicinare alla magia. Pratau era diventato un grande mago, ma continuava a portarsi dietro il suo arco; dopotutto, era ancora in grado di mettere a segno qualche freccia. Ora, aveva 65 anni.

Lira è un Cavaliere-donna; un caso di quelli rarissimi da trovare nelle unità militari. Solo i Draghi Bianchi avevano la nomea di avere parecchie femmine nelle loro file. Lira aveva 21 anni ed era stata addestrata fin da piccola nel combattimento. Aveva partecipato già a diverse battaglie contro l’Ovest ed ucciso diversi uomini. La sua abilità con la spada, infatti, non aveva niente da invidiare ad un Cavaliere-uomo.

 

 I nostri raggiunsero il villaggio più vicino, che si chiamava Luxor, ed era sulla direzione per il Forte Gusta. Si trattava di un villaggio di contadini ed artigiani.

Al villaggio, trovarono dei cadaveri a terra.

Pike: “Cosa diavolo sta succedendo?”

Un vecchio corse nella loro direzione, ma fu ucciso da un bandito prima che riuscisse a raggiungerli.

In tutto il villaggio, i banditi stavano ammazzando gli abitanti e derubavano tutto quello che potevano.

Questi banditi vestivano leggero, con delle giacche smanicate viola. Tutti avevano anche delle bandane viola. Quasi tutti, erano armati di spada. Un altro bandito, che doveva essere il loro capo, gli dava ordini. Quest’ultimo era più alto e grosso rispetto agli altri, ed aveva dei corti capelli biondi. I banditi lo chiamarono Dogra.

Dogra: “Fwawa! Ora, possiamo finalmente divertirci.”

Da lontano, i nostri assistevano al massacro.

Lira: “Bestie!!”

Pike: “Sono banditi… proprio come noi!”

Vlad: “Se tu pensare che quelli essere come noi, allora tu molto stupido! Noi mai attaccare civili.”

Pike: “Comunque, a noi non c’interessa.”

Pratau: “Io non posso permettere ancora un simile comportamento!” – così, di corsa, raggiunse il villaggio.

Lira lo seguì.

Cid: “Maledizione… se dovessero morire, perderemo i nostri soldi. Seguiamoli!”

Dogra entrò in una casa.

I banditi erano 15.

Pratau aveva mantenuto il suo arco, dietro la schiena. Quando cinque banditi gli vennero incontro, lui puntò una mano verso di loro.

Pratau: “Ice” – dalla mano, un’onda congelante raggiunse i 5 e li ghiacciò completamente.

Nel frattempo, l’unico arciere dei banditi, che si era posizionato sul campanile, tirava una freccia al vecchio. Lira usò il suo scudo per parare la freccia indirizzata a Pratau, quando, nello stesso momento, Pike aveva subito raggiunto l’arciere, grazie alle sue veloci ali, e lo aveva fatto cadere dal campanile, uccidendolo.

Vlad aveva trovato due banditi che si stavano approfittando di una ragazza del villaggio. Quest’ultima urlava e piangeva. Vlad uccise entrambi i banditi, con la sua grossa ascia, liberando la ragazza.

Vlad: “Chiuditi in casa!”

Da un’altra parte, Cid si era lanciato anche lui nello scontro. Solitamente, contro i militari, si tratteneva sempre, perché alla fine non erano veramente cattivi, erano solo gente che faceva il suo lavoro. Così, contro una tale marmaglia di farabutti, Cid venne preso dalla furia e ne uccise subito tre.

Pratau sembrava aver esaurito le energie, e di non poter più lanciare magie, perciò prese il suo arco e colpì un bandito vicino, alla gola.

Lira uccise gli ultimi tre banditi rimasti, mostrando uno stile di spada preciso ed elegante.

Dopo aver sconfitto tutti, i nostri entrarono nella casa dov’era entrato Dogra. C’era una madre con il figlioletto. Dogra aveva prima abusato della madre ed ora aveva preso in ostaggio il figlioletto di lei. Aveva un coltello.

Dogra: “Non avvicinatevi, oppure squarto questo bambino!”

Il bambino era terrorizzato. La madre piangeva.

Pratau: “Patetico verme!”

Dogra: “Sbalio, o sei il Barone Pratau?!”

Pratau: “Mi conosci?!”

Dogra: “Certo… un uomo grande come te, ovviamente, non ricorda i suoi vecchi piccoli soldati!”

Pratau: “Ora, mi ricordo… ti cacciamo dall’Esercito perché non rispettavi gli ordini e provocavi sempre vittime inutili!”

“Meno male che ti ricordi di ciò… perché, per colpa tua, vissi un periodo d’inferno!”

Lira: “Come osi?! Se non fosse stato per il Barone, ti avrebbero condannato a more!”

“Facciamo un gioco… voglio che il vecchio si metta a quattro zampe, venga qui e mi lecchi gli stivali… se non lo farà, ucciderò il bambino! Vediamo quanto è grande il cuore di quest’uomo!”

Pratau si mise in ginocchio e raggiunse, camminando a quattro zampe, il bandito.

Dogra: “ahahahah… chi l’avrebbe mai detto?! Un nobile dell’Ovest sta per leccarmi gli stivali.”

Spaccando la finestra dietro il bandito, entrò nella stanza Pike. Dogra fece per difendersi e lasciò andare via il bambino. Nello stesso momento, Pratau gli spaccò in testa una bottiglia di vetro, mentre Pike gli diede una coltellata al cuore.

La notte la passarono al villaggio. Non erano morti tutti gli abitanti. Tutti i cadaveri erano già stati sotterrati e tutti i sopravvissuti erano in profondo lutto. I nostri andarono a riposare nell’osteria.

La sera, Pike stava parlando con Lira e con Vlad.

Pike: “Mi ha sorpreso… il Barone… per essere un vecchio, se la cava molto bene.”

Lira: “E’ un uomo straordinario!”

Pike: “Mi chiedevo: perché un Comandante del suo calibro si sia dovuto nascondere in un treno dell’Est?? Uno della sua levatura non avrebbe dovuto avere una scorta più sostanziosa??”

Lira: “Il Barone ha avuto dei dissapori con la Regina Madre… perciò, gli è stato tolto formalmente il commando sui Draghi Bianchi… e ci hanno propinato una missione suicida, impossibile da svolgere.”

Vlad: “Regina Madre non capire niente!”

Fuori dall’osteria, anche se era buio, Cid si stava addestrando con la sua spada. Lo faceva tutte le notti. Quando fu raggiunto dal Barone.

Pratau: “Sono impressionato dalla tua costanza!”

Cid conficcò la spada a terra.

“Non ho altra cosa che questa spada per difendermi.”

“Quando ti ho visto combattere oggi… mi hai sorpreso… sei molto più forte di un normale Cavaliere… se fossi un militare, adesso saresti potuto essere almeno un Comandante di Brigata.”

“Anche lei mi ha sorpreso… in ogni caso, non m’interessa la vita militare… preferisco essere povero ma libero!”

“Ora, siamo arrivati al settimo anno di guerra. La gente è sempre più disperata ed i banditi continuano ad aumentare… inteso che voi siete diversi dalla maggioranza dei banditi. La gente debole può solo maledire il proprio fato.”

“Ma è anche per gente come lei… se la guerra prosegue!”

“Tu hai ragione… io non intendo trovare scuse. Per questo motivo, ho dedicato la mia vita al raggiungimento di un obiettivo: far finire questa guerra quanto prima!”

“Questa l’ho già sentita tante volte… ed, in pratica, vuoi che sia l’Ovest a vincere!”

“No… la pace non verrà da nessuna delle due parti!”

“Allora, da chi??”

“Tu hai incolpato me… senza però riflettere sul fatto che anche tu hai le tue colpe, se la guerra continua… immagino che tu non possa capire… dopotutto, per quanto altruista… un bandito rimane sempre bandito! Pensaci su… buonanotte!” – il Barone lasciò Cid.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** il Potere dell'Ovest ***


Pianura di Bahtar

I nostri vennero attaccati.

 

L’unità attaccante era una truppa dell’Ovest. Tutti i soldati dell’Ovest avevano un’armatura grigia scura. A comando di questo gruppo, c’era uno del Trio di Assassini della Regina Madre. Godeau, proprio come Vlad, veniva dal medio-oriente ed aveva una pelle più scura. Non portava corazze, ma vestiva con un abito mediorientale celeste. Il suo volto era coperto e si potevano vedere solo i suoi occhi. Le sue braccia erano scoperte. Nella mano sinistra, aveva un’ascia, nell’altra un coltello.

Gilti: “Godeau, il Boia?!”

“Voi da qui non passerete. Barone Pratau, lei ha fatto arrabbiare la Regina Madre… perciò, la dovrà pagare!”

Pike: “Barone, ma cos’è successo veramente con la Regina?”

Pratau: “Quando, 7 anni fa, la Regina fu costretta ad abbandonare Yuggor, la capitale… nel trambusto, suo figlio, Franz, definito il Re-Marionetta, scomparve… poco tempo fa, avevo scoperto che era prigioniero in una prigione dell’Est… così andai a comunicare quest’informazione alla Regina… ma lei, invece di mandare a qualcuno a salvare suo figlio, ha cercato di distruggermi… perché era lei che aveva fatto imprigionare suo figlio.”

Pike: “Ma perché??”

Lira: “Perché, volendo allearsi con il Doppio Impero, quest’ultimo aveva posto come condizione che diventasse Re il figlio dell’Imperatore del Doppio Impero… purtroppo, c’era Franz di mezzo, che era il Re legittimo… così Agatha decise di togliere di mezzo il suo stesso figlio.”

Cid: “Perché ci state dicendo questo?”

Pratau: “Forse, voi potevate aiutarci…”

Cid: “No, grazie… dopo avervi accompagnato a Forte Gusta, la nostra missione sarà compiuta e le nostre strade si divideranno… non voglio altre complicazioni… io amo la mia vita, così com’è! Sono libero!!””

Vlad: “Nemici vicini.”

Pratau: “Attenzione! Anche se sono solo in dieci, state attenti a quel tipo, è molto più forte di un comune Cavaliere… come tutti e tre gli appartenenti al Trio di Assassini.”

Tra i dieci, sette erano soldati armati di spade e scudi. Uno era un mago. Ed un altro era un arciere.

L’arciere si mise su una casetta abbandonata di legno.

I soldati si stavano avvicinando, e dietro di loro avevano il mago.

Godeau si stava avvicinando piano.

Cid, Vlad e Lira andarono all’attacco dei soldati. Mentre Pratau, dietro di loro, tirò una freccia al mago, ma lo mancò. Pike, allora, volò verso il mago, evitando i soldati. Il mago provò a lanciargli una magia, ma non fece in tempo. Fu ucciso da Pike. Intanto, l’arciere aveva colpito Pike con una sua freccia, ferendolo.

Pike: “Merda!! Devo ritornare nelle retrovie…”

Intanto, i nostri avevano ucciso i soldati. Lira tornò indietro ed usò la magia “First Aid” per curare lievemente la ferita di Pike. Intanto, Godeau aveva iniziato a correre nella loro direzione; correva molto più velocemente di un normale essere umano e li raggiunse in pochissimo tempo. Pratau provò a lanciare una magia contro l’assassino, ma quello schivò il colpo con un agile salto e colpì, con la sua ascia, Vlad, abbattendolo.

Vlad: “Mi ha preso in petto…” – disse mentre cadeva.

Cid si lanciò contro l’assassino e riuscì a prenderlo di striscio. L’arciere, intanto, aveva tirato un’altra freccia, su Cid, che però era stata parata dallo scudo di Lira.

Cid: “Sistemate l’arciere… io mi occupo di lui! Thunderbolt” – lanciò un fulmine sul suo avversario, che lui riuscì a schivare. Intanto, Pike e Lira avevano raggiunto ed ucciso l’arciere. Pratau era esausto, per via della magia lanciata, e si era allontanato.

Godeau lanciò il suo coltello al viso di Cid, e quest’ultimo, lo riuscì a schivare di poco. I due ebbero qualche scambio di colpi. Pike e Lira provarono ad attaccare l’assassino alle spalle, ma lui usò una magia.

“Dervish” – ruotò su se stesso, con la sua ascia, con una potenza maggiore, riuscendo a spazzare via sia Pike che Lira. Quando tornò con i piedi per terra, Cid lo attaccò e riuscì a colpirlo in pieno con la sua spada.

L’assassino iniziò a perdere un mucchio di sangue.

Pratau: “Sei stato sconfitto, Godeau… i mercenari che ho assoldato non sono niente male!”

Godeau: “Non sono ancora finito… c’incontreremo ancora!” – scomparve in una nuvola di fumo.

Vlad era vivo ma ferito. I nostri si dovettero accampare in quelle zone. Lira e Cid, grazie ai loro poteri curativi, anche se deboli, riuscirono a curarsi e curare anche tutti gli altri. Le ferite non scomparvero completamente. Pratau non conosceva magie curative.

Dormirono lì, durante la notte. Ed il giorno dopo, ripartirono.

Natra Ovest

Gardeau

Palazzo Reale, Sala delle Udienze

Nella grande sala, c’era Re Gregor, seduto sul suo trono. Era un giovane ragazzo dai capelli biondi. Dietro di lui, c’era la Regina Madre Agatha, la Signora degli Intrighi. Era vestita con un abito lungo nero, ed anche i suoi capelli neri. Aveva un rossetto rosso ed i suoi occhi erano in grado di fulminare chiunque. Era sempre con Re Gregor e non si perdeva una sola udienza. Anche Re Gregor doveva spesso chiedere consigli alla Regina, che era più intelligente ed esperta di lui.

Nella sala, c’erano altri sudditi e varie guardie.

Davanti a loro, inchinato al loro cospetto, c’era un inviato del Doppio Impero. Si trattava di un nobile, dai capelli e baffi biondi ed i modi eleganti e raffinati. Aveva un abito viola.

“… le provviste e gli uomini arriveranno presto!”

Regina: “Questo è tutto?! E’ meno di quanto avessimo chiesto! Questa scarsa retribuzione, da parte del Doppio Impero, ha causato il prolungamento di questa guerra fino a questo punto! Quand’è che l’Imperatore si deciderà a mandarci le sue unità imperiali d’elite?! Il Doppio Impero ha una forza militare tale, che potrebbe mettere fine a questa guerra in un battito d’ali!”

“Sua Maestà… potrebbe essere impossibile acconsentire ad una tale richiesta… darvi tali unità, indebolirebbe il potere militare del Doppio Impero.”

Regina: “Silenzio!! E chi potrebbe mai minacciare il Doppio Impero?? Ci siamo solo noi e il fiacco Stato della Chiesa, Nirvadia!”

“Ma…”

La Regina si girò verso il Re – “Sua Maestà… dite qualcosa a costui!”

Re: “Va tutto bene… l’inviato può andare… sono stanco… meglio finirla ora!”

Regina: “Come vuole lei, Sua Maestà!”

In un’altra parte del Palazzo, poco dopo, due vecchi ministri discutevano.

“Mi pare abbastanza ovvio su chi sia realmente a comandare Natra Ovest!”

“La Regina Madre ha fatto, letteralmente, le scarpe a quel tipo! E’ una donna estremamente forte.”

“Concordo! Ha lo spirito di un vero Leader militare!”

I due ministri s’incamminarono. Lì vicino, dietro un albero, c’era Re Gregor, che aveva sentito tutto.

Presto fu raggiunto da una ragazza. La Principessa Minea era la figlia della Regina Madre ed era una bella mora. Vestiva un abito bianco.

“Per favore… non permettere che le malelingue ti urtino.”

“Quindi, li hai sentiti anche tu.”

“Si… ma non è colpa tua. E’ colpa di mia madre. E’ un demone assetato di potere. Quando mio fratello Franz divenne Re, mia madre non rinunciò al potere, peggio… in ogni caso, sono dalla tua parte… anche se il nostro è un matrimonio arrangiato, io ti amo veramente…”

“Minea!”

I due si baciarono.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** alla Fortezza ***


Forte Gusta

La fortezza era stata attaccata da circa 200 soldati dell’Est, già un’oretta prima. Quasi tutti i Draghi Bianchi erano morti e n’erano rimasti solo due a protezione della fortezza. Anche l’unità dell’Est era stata sfoltita di parecchio; ora, ne rimanevano 20 membri.

 

Sulla fortezza

Gilti: “E’ questione di tempo, prima che riescano a salire nella nostra base. Maria, tu avresti qualche soluzione?”

Maria: “Nessuna. Il nostro Comandante è stato pure il primo a farsi ammazzare… se qui avessimo avuto il Barone Pratau, forse le cose sarebbero andate diversamente.”

Gilti: “Anche il Capitano Agress, la donna più forte dei Draghi Bianchi, sarebbe stata molto utile qui… la nostra unità è ormai prossima all’estinzione. Inoltre, secondo me, c’è stata qualche soffiata…”

Maria: “In effetti… l’esercito di nemici si è avvicinato troppo rapidamente… sembra quasi che conoscesse il codice per disattivare la magia di sicurezza.”

Da lontano

Pratau: “Oh, mio dio… stanno distruggendo la fortezza.”

Lira: “Com’è possibile che i Draghi Bianchi siano stati sconfitti così facilmente?!”

Pratau: “Il forte non è ancora caduto!!”

Sulla fortezza

Gilti: “Sono arrivati i rinforzi!”

Maria: “E’ vero! Quello è il Barone Pratau… e con degli sconosciuti!”

Da lontano

Cid: “Chi sono quei due?”

Pratau: “Gilti è il migliore arciere dell’Ovest… sono stato io stesso ad addestrarlo… Maria è una grande maga, esperta di magia bianca!”

Gilti aveva 27 anni. Aveva lunghi capelli di un biondo chiaro. Non portava corazza ed era vestito con un abito arancione. Si diceva che non sbagliasse mai un colpo con l’arco e che ogni suo colpo fosse letale. Aveva un arco nelle mani ed una fodera, con delle frecce, dietro la schiena. Nella fortezza, c’erano ancora moltissime frecce, quindi Gilti avrebbe potuto combattere ancora a lungo.

Maria aveva 19 anni. Aveva capelli castani corti. Era vestita con una tunica da mago verde scura. In una mano, aveva uno scettro. Con i suoi poteri, aveva creato una barriera magica a protezione di tutto il forte, ma non sarebbe durata ancora a lungo. Maria era vicina ad esaurire le sue energie. Fino a quel momento, i nemici non sarebbero potuti entrare nel forte.

Tra i 20, c’erano 15 Cavalieri, 1 Mago, 2 Arcieri, 2 Guerrieri Volanti.

Gilti, da sopra il forte, tirò una freccia ad un arciere nemico e lo uccise.

I 15 Cavalieri, tutti corazzati ed equipaggiati di spade e scudi, fecero per andare verso i nuovi arrivati.

Cid, Vlad, Pike e Lira andarono nella loro direzione.

Intanto, il Mago, che era vicino, ebbe modo di lanciare la magia “Blastburn” su questi quattro. Si trattava di una magia di fuoco, molto più estesa e potente della classica “Fire”. I nostri 4 furono investiti da una grande ondata di fuoco e rimasero feriti. Pratau lanciò la magia “Starfall” sul Mago. Quest’ultimo venne investito da una stella di luce e morì.

Gli altri 4 iniziarono a combattere con i Cavalieri.

Cid: “Thunderbolt” – abbatté tre Cavalieri.

Vlad, con un suo colpo d’ascia, ne eliminò altri tre.

Lira, con grande rapidità ed eleganza, ne sconfisse due.

Pike lanciò due coltelli, entrambi mirati al volto di un Cavaliere, uccidendoli entrambi.

Gilti, dalla fortezza, prese un altro di questi Cavalieri.

Gli altri 4 Cavalieri che rimanevano riuscirono ad attaccare i nostri, ed a stendere Pike e Lira. Cid e Vlad, che erano più resistenti e forti, resistettero e contrattaccarono con un altro assalto, uccidendo anche questi 4.

Al forte, la barriera protettiva era caduta ed i 2 Guerrieri Volanti presero proprio la direzione del forte. Con la loro velocità, lo raggiunsero subito. Gilti riuscì ad uccidere uno dei Guerrieri Volanti. L’altro provò a colpire Maria. Ma quest’ultima, appoggiò la mano sul volto del nemico, pronunciò la parola “Sleep” e quello si addormentò.

Giù, Vlad uccideva l’arciere con uno dei suoi colpi.

I nostri avevano vinto.

Maria ebbe modo di far riprendere Pike e Lira, anche se non di guarirli completamente, dato le sue scarse energie. Se Maria avesse avuto più energie, non c’è dubbio che sarebbe stata capace di curare completamente i loro danni.

Gilti: “Mi dispiace, Barone Pratau… i Draghi Bianchi sono…”

Pratau: “L’importante è che almeno tu e Maria siate sopravvissuti.”

Tutti i cadaveri di Draghi Bianchi furono seppelliti. La sera, i nostri ebbero modo di mangiare nel Forte e di discutere meglio.

Gilti: “Quindi, siete stati attaccati da Godeau?! Non c’è dubbio allora che la Regina Madre abbia ordinato la morte del Barone!”

Cid: “Ora, cosa intendete fare? Senza i vostri cavalieri, non avete speranza!”

Pratau: “Dobbiamo cercare lo stesso di salvare Franz… però, come hai detto, abbiamo zero possibilità! Cid, potrei contare ancora sul tuo aiuto?”

Cid: “Mi sembrava di avervelo già detto… mi piace la mia vita… è evidente pure che non potete pagarci quella somma. Ci pagherete quando potrete!”

Cid, Pike e Vlad lasciarono il forte. Avevano recuperato abbastanza energie per tornare a Luxar. Quando arrivarono era già mattina, andarono nella taverna per prendere qualcosa. C’era già un po’ di gente.

Vlad: “Barone e tutti gli altri essere tutte brave persone… forse, noi aiutare loro.”

Pike: “Certo che sia Lira e Maria sono due fighe come se ne vedono poche in giro… non so cosa gli farei, ad entrambe.”

Vlad: “Tu pensare sempre al sesso… ed essere senza cuore.”

Cid: “Calmatevi entrambi!”

Lì vicino, c’erano due persone che stavano parlando sottovoce.

“Ho sentito che li aspetta un’imboscata nel canyon.”

“Sicuramente una trappola fatta molto bene.”

“I soldi possono tutto. Un po’ mi spiace per il Barone Pratau…”

Pike si alzò e raggiunse i due che stavano parlando.

“Ma tu sei Pike del Lupo Rosso?! Ti prego, non abbiamo soldi!”

Pike: “Non m’interessano i vostri soldi… volevo sentire meglio dell’imboscata di cui stavate parlando.”

“So solo che l’imboscata ci sarà al Kumenu Canyon. E’ prevista per domani!”

Pike informò i suoi due compagni.

Cid rifletté un po’ di tempo, poi rispose – “Dobbiamo andare a salvarli. Non abbiamo altre chance.”

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** l'Imboscata ***


“Sei caduto in trappola… devi essere molto arrabbiato, Barone…”

 

Pratau: “Thorpe… quindi, hai preparato tu quest’imboscata… l’avrei dovuto immaginare che mi avreste attaccato proprio qui… dopotutto, questo posto è ottimo per le imboscate!”

Gilti: “Thorpe, l’Esecutrice?! Un altro membro del Trio di Assassini!”

Thorpe: “Esatto… l’intelligenza è il vero potere… ma chi sono quelli?”

Erano arrivati Cid, Pike e Vlad.

Cid: “Sono ancora vivi… quindi, abbiamo fatto in tempo!”

Pratau: “Cid… ora, possiamo farcela!”

Thorpe era una Guerriera Volante. Le sue ali erano bianche ed erano tra le migliori e più costose; gli permettevano, quindi, di volare anche per ore e con una velocità di spostamento eccezionale. Era una donna sopra i quaranta, estremamente forte e crudele. Aveva una maglia viola ed i pantaloni marroni. I capelli coperti da una cuffia bianca ed un lungo naso. Le sue armi erano una spada ed un’ascia-

Il Kumeno Canyon si diceva fosse perfetto per le imboscate perché, mentre i viaggiatori camminavano su un sentiero, tutto intorno c’erano alture di ogni tipo. Thorpe si era portata 15 Arcieri e li aveva posizionati su queste alture, così da essere incolpibili dal gruppo di Pratau e poter tirare, proprio a questi ultimi, un mare di frecce. Cid ed i suoi erano ancora lontani dal gruppo, e Thorpe prese la loro direzione.

Pratau si era abbigliato con una tunica da mago marrone, con uno scettro, e sembrava aver abbandonato l’arco con le frecce. Tutti e 15 gli Arcieri iniziarono a tirare le loro frecce, ma Maria usò la magia “Barrier” per proteggere l’intero gruppo.

Maria: “Possiamo reggere per qualche tempo così… ma se ci dovesse raggiungere anche Thorpe, sarebbe la fine… la barriera potrebbe avere difficoltà contro attacchi troppo potenti…”

Pratau: “Inoltre, c’è una magia in grado di disattivare questa barriera… Thorpe conosce molte magie, e potrebbe conoscere anche questa magia.”

Dall’altra parte, Thorpe aveva raggiunto Cid ed i suoi.

“Dragonfire” – fu lanciata dalla donna. C’erano diverse magie legate al fuoco, come “Fire” e “Blastburn”. La magia “Dragonfire”, come potenza, si trovava proprio tra le due.

I nostri furono investiti da un drago di fuoco. Pike fu l’unico a schivare in tempo. Cid e Vlad lo avevano preso in pieno, tuttavia, andarono comunque all’attacco della donna. Entrambi i loro colpi, vennero però schivati.

Cid: “E’ più veloce Godeau… Pike, raggiungi i soldati nemici ed occupati di loro!”

Pike si diresse verso le alture, dove sostavano gli arcieri.

Thorpe: “Avete sconfitto Godeau… ma è tutto da vedere che sconfiggiate me” – la donna andò all’attacco con la sua spada e ferì Cid. Vlad provò, di nuovo, a colpirla, ma falli nuovamente.

Intanto, Pike raggiunse gli arcieri, che non lo avevano visto arrivare, ed ne uccise alcuni a morte, con i suoi coltelli. Gli altri arcieri avevano provato a colpirlo, ma avevano fallito.

Dall’altra parte, Vlad era stato abbattuto e Cid era gravemente ferito, ma continuava a combattere imperterrito.

Thorpe: “Sei valoroso… ma è solo questione di tempo prima che tu muoia!”

Finalmente, un colpo di Cid prese in pieno la donna-volante, e la ferì.

Thorpe: “Dannazione!!”

Cid: “Dicevi?!”

Ma la donna-volante si allontanò lievemente e si curò con una magia curativa “Healer”, che era un po’ meglio della normale “Heal”. Quindi, la donna-volante tornò in sesto.

Intanto, Pike si era preso qualche freccia, ma era riuscito ad uccidere tutti gli arcieri. Nello stesso istante, il gruppo di Pratau stava raggiungendo, anch’esso, la donna-volante.

Cid: “E’ finita, Thorpe!”

Thorpe: “Ci rivedremo!” – detto ciò, volò via, ad alta velocità.

Maria curò i feriti con la magia “Heal”, uno per uno.

Pratau: “Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per averci salvato.”

Cid: “Facciamo che abbiamo protetto il nostro investimento! Anzi, facciamo così… noi vi accompagneremo fino a dove si trova Franz… in quel momento, invece che 100.000 Gil, ce ne darete 200.000! Però, avrei un dubbio…”

Pratau: “Domanda pure.”

Cid: “Voi, da quello che ho capito, vorreste renderlo Re di una nuova fazione. Tuttavia, se anche Franz dovesse essere vivo… non sappiamo se sarebbe un buon Re… nel senso che… il periodo d’incarcerazione avrebbe potuto ledere la sua mente.”

Pratau: “Questo è impossibile… se le tua paure dovessero realizzarsi, però, hai il mio permesso per uccidere lui e me.”

Cid: “Va bene… per adesso devo ammettere che continua a non dispiacermi stare e combattere nell’unità dei Draghi Bianchi.”

Pike: “Barone, ma chi sono veramente i Tre Assassini della Regina?”

Pratau: “Non ne so molto… sono come ombre e non si fanno vedere molto in giro… sono stati scelti da Agatha per la loro forza ed estrema fedeltà… più che tradirla, i tre preferirebbero suicidarsi… da sempre, sono stati usati da Agatha per eliminare tutti i suoi oppositori e per le missioni più complesse ed oscure… si può dire che rappresentino il suo lato oscuro, quello che la maggior parte della gente, secondo lei, non deve conoscere… Doom, l’Uccisore, è il membro più forte del Trio ed è quello che ancora non abbiamo visto… lui, a differenza degli altri due, è perennemente nella città-fortezza, vicino alla Regina.”

Gilti: “E’ vero che i Tre Assassini di Agatha si contrappongono ai Tre Demoni di Ladorak?”

Pratau: “I Tre Demoni sono i tre membri più forti e crudeli dei Cavalieri Neri… le due triadi lavorano, però, in modo diverso… i Tre Assassini agiscono nell’ombra, nessuno deve sapere niente dei loro spostamenti e delle loro missioni… mentre i Tre Demoni agiscono sotto la luce del sole, non nascondono niente di quello che fa… perciò, tendono ad essere temuti maggiormente dal popolo.”

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Emissari della Chiesa di Nirvadia ***


Pianura di Ghote

40 banditi avevano circondato un gruppo di 4 ecclesiastici. I banditi portavano corazze vecchie e bandane viola, mentre gli ecclesiastici vestivano con tuniche da mago azzurrine. Ognuno di loro, possedeva uno scettro di metallo. Uno degli ecclesiastici sembrava di grado superiore rispetto a tutti gli altri.

 

Bandito1: “Voi avete due scelte. Essere derubati e poi uccisi, oppure essere uccisi e poi derubati…”

Bandito2: “In altre parole, crepate comunque!”

Guardia Ecclesiastica: “Peccatori, pentitevi! Attaccare un Emissario della Chiesa di Nirvadia, con la tutta la sua Guardia, è una blasfemia contro Dio! Non temete l’inferno??”

Bandito1: “Non me la racconti giusta… se veramente esiste un Dio, perché non fa finire questa guerra?! Io sono dovuto diventare un bandito perché hanno bruciato il mio villaggio.”

Bandito2: “Io devo ammettere di preferire di parecchio questo, che tenere la zappa in mano! Ahahahaha!”

Guardia Ecclesiastica: “Costoro sono senza speranza. Emissario Yuri, per favore, ritorni indietro. Basteremo noi tre Guardie per tenerli occupati!”

Yuri: “Non vi preoccupate! So difendermi anch’io e non vi rimarrò qui, da soli, contro queste bestie. Combattiamo insieme!”

Da un’altra parte, arrivarono i nostri.

Vlad: “Quanti banditi!”

Gilti: “Sono inviati della Chiesa di Nirvadia… non c’è dubbio! Si dice che siano tutti abili maghi, tuttavia, i banditi sono veramente troppi.”

Pike: “Ma quindi dobbiamo salvare pure loro?!”

Lira: “Brutto mostro senza cuore!!”

Cid: “Ma quello è…?!”

Cid riconobbe il suo amico d’infanzia, Yuri, anche se erano a qualche centinaio di metri di distanza tra loro. Yuri, da ragazzino, era piccolo ed esile, ma aveva un’intelligenza prodigiosa per la sua età. Lo stesso Nicola aveva detto che sarebbe diventato un grande mago. Lo Yuri di adesso, non aveva certamente i muscoli di un guerriero, ma aveva raggiunto comunque un’altezza e una fisicità nella media, ed aveva ottenuto anche una certa bellezza fisica. Sembrava aver raggiunto anche un buon grado nel ramo ecclesiastico, dato che gli altri tre, che erano con lui, erano più grandi di lui e sembravano suoi sottoposti.

Tra i banditi, alcuni erano armati di spada ed altri erano armati di ascia. C’era un arciere ed un guerriero volante.

Dall’altra parte.

Yuri: “Sono arrivati dei compagni, a quanto pare! E’ ora di sfoltire un po’ di costoro… Shinestorm” – dalla mano di Yuri, uscirono decine e decine di filamenti di luce, che colpirono e steserò ben dieci banditi.

Pratau: “Quell’Emissario ha una potenza magica superiore alla mia!”

Tutte e tre le guardie di Yuri, lanciarono la magia “Thunder Wave”, che consisteva in una potente scossa elettrica. Ogni guardia, con questa magia, stese tre banditi.

Bandito: “Ma sono fortissimi!! Hanno già dimezzato il nostro esercito…”

Un arciere dei banditi tirò una freccia ad una delle Guardie, e riuscì a ferirla.

Dall’altra parte, i nostri già avevano sconfitto altri dieci banditi. Ne rimanevano altri undici. Il Guerriero Volante si avvicinò a Gilti e lo prese di striscio con la sua lancia, per poi allontanarsi. Pike lo aveva raggiunto e gli aveva lanciato i suoi coltelli sul collo, uccidendolo.

Yuri, intanto, fece un altro “Shinestorm” e perirono gli ultimi banditi che erano rimasti. Solo allora Yuri si rilassò e riconobbe Cid.

Yuri: “Grazie per averci salvato… dato che non sarei stato in grado di lanciare un altro Shinestorm… pregherò affinché la benevolenza del Signoria sia con voi.”

Cid: “Yuri…”

Yuri: “Cid è bello rivederti… ti vedo molto cambiato… non avrei mai pensato di rivederti… mi fa piacere sapere che stai bene.”

Gilti: “Qui vicino, c’è la città di Sady… potrete rimembrare i vecchi tempi lì!”

La città di Sady era sicuramente più grande e prosperosa del villaggio di Luxar. I nostri, insieme ad Yuri ed i suoi Emissari, andarono a mangiare insieme e fecero un giro per la città. Una volta arrivati nell’ostello, Yuri congedò i suoi sottoposti per poter parlare con gli altri da solo.

Cid: “Yuri, quindi anche tu devi andare alla Prigione Mineraria?”

Yuri: “Si… è stato proprio il Papa a mandarmi… potrei presentarvi come mio staff al direttore della prigione, così da facilitarvi l’entrata…”

Cid: “Quindi hai già capito che dobbiamo entrare di nascosto nella prigione… me ne compiaccio.”

Yuri: “Lei è il Barone Pratau, il più grande stratega dell’Ovest… è facile immaginare che, da soli, non vi faranno mai entrare in una Prigione dell’Est … ho saputo anche dei vostri contrasti con la Regina Madre… la Signora degli Intrighi ha veramente un brutto carattere.”

Pratau: “Va bene, allora… accettiamo di entrare nella prigione come tuo staff.”

Yuri: “E farò tornare i miei sottoposti a Nirvadia. Non ho più bisogno di loro.”

Il pomeriggio, Cid e Yuri erano a discutere su un vecchio campanile della città.

Yuri: “Il Barone vuole che partiamo già adesso per la prigione.”

Cid: “E’ strano… ci siamo ritrovati grandi così all’improvviso.”

Yuri: “Si è strano… comunque, da qui, si vede uno splendido panorama.”

Cid: “Ti ho ascoltato bene prima… sei diventato un eccezionale diplomatico.”

Yuri: “Ci sono troppi intrighi e giochi di potere di mezzo… basta poco per sprofondare…”

“Non era una critica…”

“Io entrai alla Scuola di Teologia, grazie alle raccomandazioni di mio padre, il prete del villaggio, che poi non ho visto più…”

“Mi spiace…”

“… era il mio sogno, stare nella Chiesa… quando il Papa mi parlò per la prima volta ero estasiato… ma più avanzavo e più capivo… la Chiesa non è altro che una banale Monarchia…”

“Sembri deluso…”

“Fa niente… non ti voglio annoiare con i miei piagnistei… ah, dimenticavo che ci stanno aspettando.”

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** l'Oscurità nella Prigione Mineraria ***


 

Nella stanza del Direttore, c’erano Yuri, il Direttore Mohosa ed il Vice-direttore.

 

Nella stanza, che era l’ufficio principale del direttore, oltre ad una grande scrivania, c’era un altro tavolo, con molte carte sopra. C’era anche un mappamondo e tutta una serie di fascicoli sparsi in giro. Non sembrava un ufficio proprio ordinatissimo.

Mohosa aveva capelli e baffi neri. Ed era vestito con una divisa militare di colore verde-acqua.

“Emissario Yuri, come devoto Nirvatiano, sarà un onore poterle essere utile. A lei ed alla Chiesa.”

“Vi ringrazio. La vostra ospitalità sarà ripagata sicuramente dal Divino. Quindi, potreste dirmi qualcosa a riguardo dei Sacri Artefatti ritrovati qui?”

“Noi, attualmente, avremo un problema…”

Si mise di mezzo il Vice-direttore.

“Emissario, per favore, permettetemi di continuare… a me, Samhin…”

Questo Samhin aveva una divisa simile a quella del suo capo. Sembrava più anziano del direttore ed aveva anche lui i capelli neri.

“… in questa prigione, i prigionieri lavorano come minatori, nelle sue profondità… abbiamo ben 137 corridoi, di vario genere… gli artefatti sono stati trovati al corridoio numero 27, uno dei più profondi… questo corridoio è formato, a sua volta, da 6 livelli, ma noi ora possiamo scendere solo al livello numero 2… in quei livelli, hanno fatto l’apparizione dei mostri-insetti molto forti e numerosi… per fermarli, abbiamo dovuto sigillare uno di quei livelli…”

Yuri: “Quindi, dovrò parlare con i miei colleghi… se ci date il permesso, potremo occuparcene noi.”

Mohosa: “Saremo veramente deliziati, se potreste levarci questo fastidio.”

Fuori dalla stanza del direttore

Cid: “Com’è andata, Yuri?”

“Bene…“ – raccontò tutta la faccenda.

Pratau: “Si, è fattibile sconfiggere i mostri… così potremo esplorare anche meglio questa prigione-miniera.”

Yuri: “Voi vi occuperete dei mostri, mentre io investigherò per conto mio, per la prigione. In ogni caso, ho ottenuto l’autorizzazione del direttore per farci vedere ed incontrare anche i prigionieri.”

Pratau: “Questo è un grande aiuto.”

I nostri, così, ebbero modo di parlare con molti detenuti. Secondo tutti, le condizioni di vita nel carcere erano pessime. Secondo molti altri, Mohosa e Samhin erano peggio dei detenuti stessi.

Dopo poco, scesero al livello dove si trovavano i mostri-insetti. Nella prima grande cava, incontrarono una decina di mostri-insetti. Erano tutti alti sui due metri. Alcuni erano degli scarafaggi blu, più forti dei normali umani. Altri erano dei mostri-insetto più bassi, di colore rosa, con le ali. Senza troppe difficoltà, i nostri riuscirono a batterli e scesero al piano sottostante, tramite scala. I nostri sconfissero anche i mostri qui presenti, che erano una ventina. Dopo ciò, si resero conto di due passaggi verso il piano sottostante. Uno era dove erano stati ritrovati gli artefatti, l’altro nessuno lo conosceva, perciò deciso di usare questo, per visionare dove portava. Fu così che si trovarono, faccia a faccia, la Regina dei Mostri-Insetto. Era enorme, più di una torre, di colore verdastro ed aveva la schiena attaccata ad una parete. Pratau capì che era lei la Madre di tutti i mostri-insetto, ed uccidendo lei, avrebbero liberato tutto il carcere dai mostri.

Pike: “Mai combattuto un mostro più grande…”

Vlad: “Pike frignare!”

Pratau: “Neanche io, veramente, avevo visto mai un mostri di tale misura. Immagino siano cose che si possano vedere una sola volta nella vita.”

Gilti: “Ma, esattamente, dove dovremo colpire? Sembra troppo grande per poter essere ferita dalle nostre armi e dalle nostre magie.”

Cid: “Ha un bozzolo sotto il corpo… potrebbe essere il suo punto debole…” – corse verso il bozzolo e lo colpì con la sua spada. La Regina Insetto urlò di dolore.

Lira: “Allora, è vero… quello è il suo punto debole!”

I nostri andarono tutti all’attacco del bozzolo, solo che la Regina vomitò una sorta di acido gastrico, ferendoli tutti, tranne Cid, che si era posizionato sotto di lei. Maria non aveva fatto in tempo ad usare la sua magia bianca “Barrier” per proteggere tutti.

Cid diede un altro colpo, con la sua spada, al bozzolo e la Regina diede un altro urlo di dolore. Vlad raggiunse Cid, ed insieme, diedero un altro colpo al bozzolo, distruggendolo. La Regina Insetto morì 10 secondi dopo. Dietro il suo corpo, apparì il passaggio per un ulteriore piano sottostante.

Pratau: “In seguito, lo esploreremo… ora, è meglio che torniamo sopra.”

Nella stanza degli ospiti

Yuri: “Quel Mohosa è un malato… ora ne ho la piena consapevolezza… si fa portare dei ragazzetti da Samhin, per poterne abusare ed uccidere… ha una stanza dove fa questi rituali satanici… ed è sempre aiutato dal suo sottoposto, Samhin… andrebbero chiusi in queste celle per sempre… comunque, Franz dovrebbe essere nella sua stanza dei rituali… pare che sia il preferito di Mohosa, e che ne abusi spesso…”

Maria – Lira: “Orribile!!”

Cid: “Quanto prima ci occuperemo anche di lui!”

Yuri: “Ma voi perché vorreste salvare Franz?”

Pratau: “Vorremo farlo diventare Re di una nuova fazione, che si contrapponga all’Ovest ed all’Est.”

Yuri: “Capisco… in ogni caso, quel passaggio che avete visto, è dove sono stati ritrovati gli artefatti… perciò, verrò con voi a visionarli.”

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** salviamo il Principe Franz ***


 

Il piano si rivelò un tempio dei tempi antichi. Nonostante fossero passati parecchi secoli dall’epoca antica, il tempio si era mantenuto in perfette condizioni, ed era anche enorme e magnifico. Era, per la maggior parte, colorato di bianco e c’erano molte scritte, di lingua antica, sui muri.

 

Pike: “Non immaginavo che ci potesse esistere un tempio, di tali proporzioni, qui sotto.”

Yuri: “Anch’io sono sorpreso. Ne ho viste di chiese e templi, ma questo li batte tutti.”

Vlad: “Che strana lingua, scritta sui muri.”

Yuri, che conosceva la lingua antica, iniziò a tradurre le scritte: “Sog yoggoth… con me verrai, e con me cadrai…”

Cid: “Che cos’è questo suono?”

Prima ci fu una specie di sibilo, poi la terra iniziò a tremare. Un secondo dopo, un libro uscì allo scoperto, sopra un tavolo. Infine, apparvero degli esseri sconosciuti.

Yuri: “Sono i Guardiani:”

Guardiano: “Attenzione agli Intrusi! Attivare Modalità Sterminio!”

Questi Guardiani erano robot, fatti con la tecnologia antica. Erano tutti alti 2.20 e grossi. Erano completamenti coperti da delle armature, con pezzi di vario colore: giallo, rosso e grigio. Tutti e 15, erano armati di lance.

Yuri usò lo “Shinestorm”, ma sopravvissero tutti quelli che furono colpiti.

Pratau: “Hanno una resistenza enorme… Blastburn” – il colpo infuocato andò a colpire quelli che aveva colpito Yuri, ma quelli sopravvissero nuovamente.

Cid e Vlad andarono all’attacco di alcuni questi che erano stati colpiti, e ne steserò solo due. Gilti provò a lanciare una freccia a questi esseri, ma non sortì effetto. Anche Pike provò a colpire un Guardiano, con il suo coltello; ma la lama del coltello si ruppe.

Lira: “Sembrano macchine… forse, il loro punto debole è il fulmine… Thunder Slash” – caricò la sua spada dell’energia del fulmine e colpì un guardiano. Il guardiano colpito iniziò a tremare e poi cadde a terra.

Cid: “E’ vero… Lira ha trovato il loro punto debole… Thunderbolt” – sparò un fulmine, che stese tre guardiani.

Vlad: “Provare magia nuova… Thunder Strike” – caricò la sua grande ascia dell’energia del fulmine e poi la lanciò come fosse un boomerang. L’ascia sfondò il torace a due guardiani, stendendoli, per poi tornare dal suo padrone.

Maria: “Peccato che non conosca magie offensive di nessun genere…”

Pratau: “Non ti preoccupare, Maria. Basteremo noi… Thunder Wave” – la scossa elettrica che lanciò stese 3 guardiani.

Yuri: “Questo sarà il colpo finale… Thunder Wave” – il colpo stese 4 guardiani.

Tutti i guardiani erano stati sconfitti.

Yuri raggiunse il libro. Era chiaramente antico, come il tempio. Lo prese tra le mani e lo aprì, leggendo qualche pagina.

Yuri sussultò – “Non ci posso credere… questo libro è stato scritto da San Nirvath!!” – il libro se lo portò con sé.

Poco dopo, i nostri si resero conto di una rivolta che era in atto.

Yuri: “Possiamo approfittare del frastuono per recuperare Franz. Sarò io a guidarvi nella camera oscura di Mohosa.”

I nostri fecero per andare nella direzione della camera oscura. Ma, nel tragitto, in una grande sala, c’erano Mohosa, Samhin ed una schiera di dieci soldati. Si stavano occupando della rivolta in alto.

Mohosa: “Mi fa piacere vedere che vi siate salvati.”

Samhin: “C’è qualcosa che non va!”

Pratau: “Vermi schifosi! Siamo venuti qui per liberare il Principe Franz dallo stato di degradazione in cui lo avete fatto cadere! Ora, sarete puniti per i vostri peccati! Depravati!!”

Mohosa: “Coosa?! Volete togliermi il mio principino?! Non vi la lascerò passare e vi ammazzerò tutti!! Inoltre, stanno arrivando altri 50 soldati dai piani sottostanti. Presto, saranno qui!”

Mohosa possedeva una spada ricurva, mentre Samhin aveva uno scettro. I due erano dietro a tutta loro unità. Tra i dieci, c’era 8 guerrieri a terra, ed un arciere ed un mago in una posizione sopraelevata. Erano soldati dell’Est, quindi, avevano divise ed corazza viola. I guerrieri a terra avevano le classiche armature e portavano, ognuno di loro, una spada ed uno scudo. L’arciere ed il mago non potevano essere colpiti facilmente.

Pratau e Yuri, con le loro magie offensive, steserò subito tutti i guerrieri. Nello stesso momento, Maria lanciò la magia “Barrier” per proteggere Yuri e Pratau. Chi subiva questa magia, veniva protetto una barriera molto dura, ma non poteva muoversi.

Un secondo dopo, il mago nemico lanciò “Anti-Barrier”, una magia in grado di disattivare la barriera lanciata da Maria. Poi, l’arciere nemico tirò una freccia a Pratau, ferendolo. Pike non poteva raggiungere i due nemici, perché le sue ali permettevano di volare solo a bassissima quota, e quei due erano troppo in alto. Mohosa e Samhin iniziarono a venire incontro al gruppo. Cid, Vlad, Lira e Pike presero la loro direzione. Gilti e Pratau si posizionarono dietro questo gruppo. Yuri andò verso i due nemici sopra-elevati, e riuscì a tirare loro uno “Shinestorm”. Il mago nemico crollò, mentre l’arciere schivò la magia e tirò una freccia a Yuri, ferendolo. Maria usò la magia “Heal” per curare Yuri, che lanciò la sua ultima magia: “Thunder Wave”. L’arciere venne colpito, ma prima di crollare, ebbe la forza di tirare un’altra freccia a Yuri, ferendolo nuovamente.

Intanto, l’altro gruppo aveva iniziato lo scontro contro i due boss. Gilti tirò una freccia a Samhin, ma lui non crollò e lanciò la magia “Blizzard”. Pike e Lira furono congelati, mentre Vlad ebbe modo di attaccare Samhin e Cid attaccò Mohosa. Samhin schivò il colpo di Vlad e contrattaccò con una bastonata in faccia al suo avversario. Mohosa, invece, parò con molta facilità il fendente di Cid.

Cid: “Costui non è normale… la sua spada è sottile rispetto… con questo fendente, avrei dovuto tagliarlo in due.”

Mohosa: “Io e Samhin abbiamo raggiunto una forza superiore!” – tirò un calcio a Cid, sbalzandolo via.

Samhin: “Esatto! Noi abbiamo parlato con il Diavolo… cosa ne potete sapere voi!” – con un’altra bastonata, fece cadere a terra Vlad, nonostante fosse molto più piccolo.

Yuri: “Allora, è tutto chiaro… costoro usano la Magia Satanica… tutti quei giovani uccisi, sono serviti a questo… da ciò, viene la loro forza.”

Pratau lanciò “Blastburn” sui nemici, ma resistettero entrambi. Gilti tirò un’altra freccia a Samhin, e questa volta, finalmente, crollò.

Pratau: “Nooo… avete ucciso Samhin!! Morite!!… Dragonfire” – lanciò un drago di fuoco sui nostri, che fu parato dalla “Barrier” di Maria. Cid e Vlad uscirono dalla barriera ed attaccarono, insieme, Mohosa, che iniziò a sanguinare parecchio.

Mohosa: “Nooo… non posso morire così… Wings!” – dal suo torace, uscirono due enormi ali di pipistrello.

Pratau: “E’ il demonio!!!”

Mohosa volò verso il cielo, spaccò la soffitta ed uscì dalla prigione.

I nostri ebbero modo di riprendersi, poi le grida detenuti tornarono più forti di prima. Nei piani sottostanti, alcuni soldati rimasti che erano rimasti nella struttura se la stavano vedendo ancora con i detenuti. Altri soldati, erano arrivati ai piani superiori; per scappare da lì avrebbero dovuto, per forza, affrontarli.

Cid fu il primo a raggiungere il Principe Franz. Quest’ultimo era ancora un adolescente e traspariva da lui una certa bellezza. Aveva lunghi capelli biondi. Un mantello rosa.

“Sei tu il Principe Franz?!”

Il ragazzo aveva gli occhi chiusi e non rispose.

“Andiamo. Ora non posso spiegare, ma sono venuto qui per salvarti.”

Il ragazzo continuava a non rispondere.

Cid si avvicinò maggiormente a lui – “Ma sei vivo?”

“… Maestro… sono pronto a soddisfare qualsiasi vostro desiderio.”

Entrò anche il Barone.

Pratau: “Quindi, il Principe è salvo!”

Cid: “Aspetta, c’è qualcosa che non va in lui.”

Pratau: “Lo sapevo già…”

Cid: “Coosa?! Tu sapevi che era in questo stato?!”

Pratau: “… adesso, non c’è tempo di spiegare… dobbiamo andare… la rivolta ci potrebbe dare dei problemi anche a noi… preferisci salvarti o rimanere e morire qui come un cane?”

 

Il mio unico pensiero fu di scappare da quell’inferno. Tagliai, con la mia spada, tutti quelli che si misero sulla mia strada, sia guardie che prigionieri. Non potevo pensare… volevo fare di tutto per evitare pensare. Durante tutto il periodo della fuga, il Principe rimase muto. La sua faccia non lasciava trasparire la benché minima emozione.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** ritorno a Polata ***


Natra Est

Yuggor

Palazzo Reale

 

L’ufficio di Ladorak era enorme e c’erano libri di ogni genere. La stanza era illuminata dalla luce solare che entrava dalle finestre. C’erano un soldato, Jacob e Ladorak. Jacob era ancora il Comandante dei Cavalieri Neri; era rimasto lo stesso di 7 anni prima; la guerra civile, però, gli aveva permesso di temprarsi maggiormente. Il Cardinale Ladorak, si avvicinava ai sessant’anni, ma i suoi occhi lasciavano trasparire la sua enorme arguzia e la sua mente era rivolta costantemente al risolvere i problemi del Regno. Aveva capelli e barba biondi. Era vestito da Cardinale, con un abito a metà tra un colore rossastro ed un verde-acqua.

Il soldato era in ginocchio, mentre informava i suoi superiori delle novità.

“… la Prigione Mineraria è stata distrutta… il Direttore Mohosa è momentaneamente scomparso…”

Ladorak: “Non m’interessa niente di quell’idiota! Quell’imbecille non si è mai reso conto di quanto ci facesse comodo quella Prigione, soprattutto in questi tempi di guerra… ci stiamo indebolendo… l’Ovest potrebbe farci gravi danni, se dovesse attaccare in massa… puoi andare!”

“Grazie, Sua Santità!” – il soldato si girò e lasciò la stanza.

Ladorak: “Dobbiamo trovare, quanto prima, un modo per finire questa guerra. Dov’è Sua Maestà?”

Jacob: “Sua Maestà Nicola è ancora a letto.”

“Donne e vino a quest’ora?! Che patetico essere! Con un tale Re non andremo molto lontano.”

“Lui è sicuramente cambiato parecchio in questi anni. Lo spirito che aveva alla fondazione di Natra Est è sparito completamente. Io credo che dovrebbe diventare lei Re, Cardinale. Lei mi salvato da bambino e le sarò per sempre debitore. Potessi darei anche la mia vita per lei.”

“Grazie, Jacob. Le tue parole mi danno coraggio. Ma se fosse così facile, lo avrei già fatto… in ogni caso, non possiamo continuare di questo passo.”

Sady

I nostri erano all’ostello e si erano riuniti tutti in una stanza. C’era Franz ed anche Yuri. Il primo era seduto.

Cid: “Barone ci può spiegare questa cosa?”

Pratau: “Accadde prima dell’inizio della guerra… a quel tempo, Franz era il Re di nome, ma era solo una marionetta nelle mani di Agatha… in pratica, accadde che iniziò a mostrare dei grandi talenti da Re… Agatha iniziò a temere queste capacità del figlio, perciò gli fece lanciare un sortilegio, che riuscì a portarlo in questo stato…”

Pike: “Ma nessuno si accorse di questo mutamento?”

Pratau: “Il sortilegio di Agatha è astuto, guardate…” – si avvicinò al Principe e si inginocchiò – “… Sua Maestà, vi prego, il discorso per l’incoronazione.”

Franz si alzò in piedi e cominciò a parlare – “Sono il 45esimo Sacro Re di Natra, Franz I! Desidero dare il benvenuto a tutte le persone venute qui, oggi! Vi ringrazio per essere venute qui, per assistere alla mia incoronazione!”

Pratau: “E’ abbastanza!” – Pratau si alzò in piedi, mentre Franz si sedette.

Vlad: “Io essere molto sorpreso.”

Pratau: “La sua anima è morta, quindi è perfetto a mimare gli altri. Ed è capace anche di più. Può ballare o parlare in diverse lingue. Tutte queste cose, ovviamente, gli si devono essere insegnate, e lui impara molto in fretta.”

Cid: “Barone… ma cosa diavolo vi è passato per la testa?! Farci rischiare la vita innumerevoli volte, per questo?! Volete diventare il nuova marionettista, dopo la Regina Madre?!”

Pratau: “E’ proprio questo ciò che voglio! Ma non sarò da solo, voglio creare un sistema più complesso…”

Yuri: “Forse una Monarchia Costituzionale.”

Pratau: “Si, ma ho bisogno del supporto di Franz.”

Cid: “Mi disgustate… voi e tutta questa storia!”

Pratau: “Ti dissi, qualche tempo fa, che se le cose non sarebbero andate di tuo gradimento, eri autorizzato ad uccidere me e lui… senza di te ed i tuoi compagni, non saremo arrivati a questo punto…”

Cid: “Per adesso… facciamo che non ammazzo nessuno!”

Gilti: “Quindi, è confermato che dovremo scendere fino ad Aposs e prendere una nave lì?!”

Pratau: “Si”

Vlad: “Io amare pesce! Io essere felice!”

Pratau: “Un’altra cosa… mentre scendiamo ad Aposs, potremo essere attaccati… voglio che Yuri si occupi di Franz… se le cose dovessero mettersi male, così potranno scappare via.”

Yuri: “Mi sta bene.”

Poco dopo, Cid e Pike fecero spese. Cid comprò un enorme spada, chiamata Ammazza-draghi; talmente grande e pesante, da sembrare un enorme blocco di ferro. Solo lui e Vlad avrebbero potuto utilizzare una simile arma.

Pike, invece, aveva comprato delle ali di medio livello, dato che quelle che aveva erano di basso livello. Ora, sarebbe stato più veloce negli spostamenti ed avrebbe potuto volare anche per un’ora.

Tre giorni dopo, durante il tragitto per Aposs, i nostri si fermarono una sera, in una radura. Cid riconobbe la zona dov’era nato e cresciuto.

Yuri: “Si, è qui la zona da dove proveniamo io e Cid!”

Cid: “Voglio andare a fare un giro da queste parti… da solo!”

Pike: “Cid, non fossi tu a dirmi che il tuo villaggio era stato distrutto all’inizio della guerra civile?”

Cid: “Si, infatti… ma vado lo stesso.”

Ormai era buio, quando Cid raggiunse le rovine del suo vecchio villaggio. Tutte le case erano state distrutte e non c’erano segni di vita.

Pensò: “Molto probabilmente, i miei genitori, la mia sorellastra e quasi tutti i miei conoscenti… saranno morti. Probabilmente anche Clive. Tuttavia, qualcuno potrebbe essersi salvato, e magari ora sarà da un’altra parte.”

Qualche minuto dopo, incontrò una ragazza. Era una bella ragazza bionda, con un lungo abito, colorato per metà bianco e per metà porpora.

Cid e la ragazza ebbero un sussulto.

Cid: “Non è possibile… Adele?!”

Adele: “… Cid?!”

Una voce la chiamò: “Dov’è Principessa Adele?”

Cid: “Principessa Adele?!”

Fece la sua comparsa un uomo, biondo, vestito come un frate-guerriero. Aveva una corazza grigia e, sotto di essa, una giubba marrone.

Adele: “Mahler, va tutto bene!”

Mahler si mise davanti Adele, come a proteggerla da Cid – “Tu chi sei?? Non ti avvicinare ed identificati!”

Cid: “Un attimo… qualcosa ci sta circondando…” – sguainò la sua spada.

Apparvero decine e decine di occhi rossi, che brillavano nell’oscurità.

Inoltre, arrivarono un gruppo di 4 persone, tutti vestiti come dei monaci-guerrieri. Erano sottoposti di questo Mahler. Portavano tuniche viola, senza corazze, ed indossavano tutti delle maschere, per nascondere il loro volto.

Monaco1: “Il sortilegio Abigail ha funzionato a metà… siamo riusciti a resuscitare 100 scheletri, ma non ci obbediscono!”

Mahler: “Quindi, qui si è fatto pericoloso… dobbiamo subito portare via la Principessa Adele! Dobbiamo usare il teletrasporto!”

Monaco2: “Come lei desidera, Frate Mahler!”

I 4 monaci si misero intorno ad Adele e Mahler, recitarono una formula magica, e scomparvero tutte e sei.

Cid rimase da solo contro 100 scheletri. Questi ultimi erano avevano anche armi e corazze.

Cid: “Devono essere i soldati che hanno combattuto qui… all’inizio della guerra.”

Il nostro protagonista ebbe modo anche di riflettere. Quei tipi erano stati in grado di lanciare una magia potentissima, in grado resuscitare tutti quegli scheletri. Questa doveva essere Magia Satanica, la stessa di cui avevano fatto uso Mohosa e Samhin. Per la precisione, si trattava di Negromanzia, un sotto-genere della Musica Satana. Chi praticava la Magia Satanica abbandonava Dio per abbracciare Satana, per questo, coloro che venivano scoperti a praticarla venivano giudicati eretici e messi al rogo. La Chiesa aveva distrutto molti volumi, della cosiddetta Magia Proibita, ma alcuni si erano salvati e dovevano essere finiti nelle mani sbagliate. Non sapeva perché avessero chiamato Adele Principessa, ma sapeva che Adele, a stare con loro, avrebbe rischiato di morire sul rogo anche lei. Tuttavia, era stato contento di rivederla. Sentiva come se qualcosa gli si fosse aperto nel cuore.

Ma, ora, doveva combattere. Avrebbe già potuto usare la sua nuova spada.

Il primo scheletro che lo attaccò, lo tagliò in due.

Alle prime luci dell’alba, dopo una notte passata a cercarlo, i nostri trovarono Cid. Lui aveva passato la notte a combattere. Si era sdraiato a terra, appoggiato ad un muro. Era ferito gravemente ed era esausto.

Lira: “Ha compiuto un ecatombe…”

Maria ci mise 2 ore per curarlo completamente.

Pratau: “Coloro che hai visto sono i Seguaci di Kudur… sono un gruppo di fanatici molto pericolosi… sono convinti che, nell’Anno Mille, ci sarà la Fine del Mondo… dall’inizio della guerra civile, sono cresciuti a dismisura… e, da quello che mi hai detto, sembrano aver raggiunto anche un spaventoso livello di magia.”

Yuri: “Lo Stato di Nirvadia si è sempre vantato di avere i maghi più potenti… ma questi tipi sembrano averli sorpassati.”

Pratau: “Hanno un numero enorme di maghi… la loro base è segreta, e nessuno per ora è riuscito a trovarla… la tua amica rischia grosso a stare con loro… quel Mahler… l’ho visto combattere, quando era un soldato di Natra Ovest… combatte con una furia che non è di questo mondo… inoltre, ora è il Vicecomandante di quelli di Kudur.”

Cid: “Si sa qualcosa del leader di questi folli??”

Pratau: “So soltanto che si chiama Godard!”

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** cambio strada ***


Tre giorni dopo, arrivarono ad Aposs, un paesino di pescatori, che si trovava sul mare e nel suo porto poteva contare la presenza di una decina di navi, al di fuori dei pescherecci.

 

I nostri era in una stanza di un ostello, quando entrò Gilti, che era stato fuori un’ora.

Gilti: “Ottimo! Ho trovato la nave che fa per noi.”

Pratau: “Ben fatto! Ci servirà per raggiungere Naska, la città commerciale. Lì, c’è un mio caro e vecchio amico, il Duca Lorenzo Kleuth. Potrebbe aiutarci.”

Yuri: “Il Duca Klueth?! Ne ho sentito parlare. Pare sia uno dei leader più rispettati dell’Est.”

Pratau: “Si. Purtroppo, la guerra ci ha forzato a prendere fazioni differenti. Tuttavia, siamo amici dai tempi delle scuole. E’ un uomo d’onore e giusto. Sono sicuro che ci aiuterà. Tre mesi fa, gli mandai il Capitano Agress, uno dei Draghi Bianchi più forti.”

Yuri: “Io, come programmato, verrò con voi. Sulla via per Naska, la nostra nave si fermerà sull’isola di Zabu. Da quello che ho potuto leggere sul libro che presi al piano segreto della Prigione Mineraria, su quest’isola ci dovrebbero essere altri artefatti molto importanti. Quindi, vorrei visionare anche questi.”

Il pomeriggio, i nostri erano al porto e si stavano preparando per salire sulla nave. Il capitano della nave era un mezzo pirata, tuttavia, era l’unico che aveva accettato di accompagnare i nostri fino a Naska. La nave era piccola e vecchia. I membri della ciurma erano 4 pescatori. Yuri e Franz erano già saliti sulla nave. Ora, il capitano stava parlando con Gilti. Quando furono raggiunti da un esercito di 50 soldati dell’Est. A comando di costoro, c’era Mohosa.

Mohosa: “Maledetti! Ridatemi il mio Principe! Vi distruggerò con la forza dell’esercito che mi ha concesso il Cardinale Ladorak!”

Il capitano della nave, spaventato, ne approfittò per far partire subito la nave e lasciare i nostri sulla riva. Yuri non ebbe modo di fare niente.

Yuri: “Ci rivedremo a Naska. Tenete duro, ragazzi!”

L’esercito era composto da 40 Guerrieri, 5 Arcieri, 2 Guerrieri Volanti e 3 Maghi. Mohosa era dietro di loro.

Cid: “Dragonfire” – lanciò un’enorme drago di fuoco sui nemici, che ne abbatte 5.

Vlad: “Thunder Strike” – caricò la sua ascia con il potere del fulmine e la lanciò verso i nemici, eliminandone altri 5.

Pratau: “Stiamo diventando tutti più forti… Dragonbreath” – lanciò una potente magia di fuoco, superiore anche al Blastburn, che annientò 10 nemici.

Maria: “Non conosco magie offensive… ma questa potrebbe tornarmi utile… Sleep” – lanciò una magia che fece addormentare 10 nemici.

Pike: “Reaper Blade” – dal suo coltello, uscirono due lame, fatte di oscurità, che stendevano 3 nemici.

Gilti prese alla testa un mago, prima che riuscisse a lanciare una magia.

Lira andò all’attacco e riuscì, subito ad uccidere i due Guerrieri Volanti, ma fu ferita da alcune frecce nemiche. Altre frecce nemiche arrivarono a colpire un po’ tutti: Gilti, Pratau, Maria e Vlad.

Cid andò all’attacco, da solo. I tre Maghi provarono a colpirlo con le loro magie, ma andarono a vuoto. Cid li raggiunse e li uccise. Si prese anche lui due frecce nemiche.

Intanto, Pike aveva raggiuto gli arcieri e ne aveva uccisi 3.

Vlad, con qualche colpo della sua ascia, aveva ucciso 5 nemici.

Gilti, con le sue frecce, riuscì ad uccidere gli ultimi 3.

Rimaneva solo Mohosa. Che andò nella loro direzione.

Mohosa: “Nooo! Ve la farò pagare cara! E poi vi torturerò finché non mi rivelerete dov’è stanno portando il mio Principe… Darkmoon” – lanciò la sua magia, e tutto divenne oscuro; si potevano vedere solo i suoi occhi che luccicavano nel buio. Il sole sparì ed apparì una grande Luna Piena. Degli spiriti, dalla Luna, si abbatterono su tutti i nostri personaggi, ferendoli gravemente. Maria non fece in tempo ad attivare la “Barrier”.

Alla fine dell’incantesimo, i nostri erano tutti a terra stremati. L’oscurità era scomparsa ed il sole era tornato nel cielo.

Pratau: “Le nostre magie sono di medio livello… ma la sua è di massimo livello… potrebbe eliminare un esercito con questa magia.”

Mohosa: “Ne posso lanciare ancora una… preparatevi!”

Cid si rialzò e si lanciò all’attacco del nemico. Fu così rapido che prese di sorpresa il suo avversario, che non si aspettava che qualcuno potesse riprendersi così velocemente dopo aver subito quella magia. L’Ammazza-draghi si abbatté sul torace dell’ex-direttore; il suo corpo rimase ferito gravemente e fu sbalzato via. Ma, un secondo dopo, Mohosa si era rialzato.

Mohosa: “Io dispongo di una forza ed una resistenza che nemmeno immagini…” – i suoi occhi tornarono a luccicare.

Cid: “Non m’importa che cosa sei… finché non andrai giù, io ti colpirò sempre!” – era stremato e pieno di sangue. Il suo cuore gli batteva forte e l’adrenalina nel suo corpo era aumentata, tanto che non sentiva più dolore.

Mohosa fece per lanciare di nuovo il suo incantesimo. Ma Cid fu, nuovamente, più veloce e lo colpì, ancora una volta. Sbalzandolo via. Questo colpo, l’ex-direttore, ebbe modo di sentirlo maggiormente, senza contare che lo stava per tagliare in due.

Mohosa: “Non può essere…! Non può finire così…!!” – gli crebbero di nuovo le ali di pipistrello e volò via nuovamente.

I nostri, per riprendersi completamente, dovettero stare tre giorni ad Aposs.

Cid: “Barone, noi dovevamo andare a Naska per via mare… ora, cosa dovremo fare?”

Pratau: “Andremo a Naska per via terra.”

Gilti: “Ma dovremo passare per Yuggor, la Capitale dell’Est. Ci uccideranno tutti!”

Pratau: “Ho un appoggio a Yuggor. Potrebbe farci entrare nella capitale, facendoci passare per una famiglia di mercanti.”

Cid: “Ottimo! Per quanto riguarda Franz, credo che sia in ottime mani.”

In un’altra parte

Due persone camminavano su un sentiero di campagna. Erano Adele e Mahler. Stavano andando ad un orfanotrofio.

Mahler: “Ogni volta che andate all’orfanotrofio… sembrate più felice e bella!”

Adele: “All’inizio, credevo di essere io quella che dava ed aiutava i bambini… poi, ho capito che sono stati loro a darmi parecchio. Quando vado all’orfanotrofio, mi sento utile e grata al mondo.”

Mahler: “Ma c’è del fumo lì in fondo!”

Adele: “Coosa?! Ma lì l’orfanotrofio.”

I due corsero verso l’orfanotrofio. Era ancora in fiamme ed era completamente distrutto.

Mahler: “Devono essere stati dei banditi! Hanno distrutto e rubato tutto, poi hanno portato via i bambini.”

Adele andò in ginocchio e pianse – “Ma cos’altro deve succedere in questo mondo, per far intervenire Dio?!”

Mahler: “Purtroppo, fino a quando la guerra continuerà, tragedie come questa saranno all’ordine del giorno.”

Adele: “Noo!! Io non voglio più che accadono queste cose… io voglio il potere per poter proteggere le persone… anche se dovessi vendere la mia anima al diavolo!”

Una voce da lontano – “Principessa… le sue parole non andranno via col vento!”

Poco dopo, fece la sua apparizione Godard, il Capo del Culto di Kudur. Era vestito sempre con una tunica da mago viola.

Adele: “Godard!” – si rialzò.

Godard: “Principessa… usate noi, Seguaci di Kudur, come vostra spada!” – s’inchinò davanti ad Adele, e così fece anche Mahler.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** incontro con il passato ***


Intanto, sull’isola di Zabu.

 

Yuri era insieme a Franz. Quest’ultimo lo seguiva dovunque andasse, sempre silenzioso come suo solito. Yuri aveva trovato un tempio dimenticato, molto simile a quello che aveva visto nella Prigione Mineraria.

Prima, formulò una formula, poi la terra tremò. Un attimo dopo, la terra smise di tremare ed un vecchio libro uscì da una superficie nascosta. Era simile a quello che Yuri aveva già trovato sempre nella Prigione. Lo prese e lo aprì per leggerne qualcosa.

Yuri: “Il libro che trovai nella Prigione… e questo… dicono entrambi la stessa cosa…” – sospirò – “… entrambi dicono che San Nirvath non fu il Salvatore del Mondo… ma fu il suo Distruttore… non può essere vero!”

Franz iniziò ad urlare dal dolore.

Yuri: “Sua Maestà…”

Fu in quel momento, che fece la sua apparizione Godard. Era apparso con il suo potere di teletrasporto.

Godard: “fufufufuf… Emissario Yuri… come va?”

Yuri: “Come fai a conoscermi??!”

“Quindi, pare proprio che al Papa non rimanga molto da vivere!”

“Tu… stai leggendo i miei pensieri?!” – preparò un attacco magico, ma Godard, con una piccola onda d’urto, riuscì a dissolvere facilmente il suo attacco.

“La tua fede in San Nirvath è stata colpita alla base… è solo questione di tempo prima che crolli completamente.”

“Ma chi diavolo sei?!!”

“Presto, ci rivedremo… con mio grande piacere, posso constatare che hai già fatto il primo passo verso l’oscurità!” – si tele-trasportò nuovamente e sparì nell’aria.

5 giorni dopo

I nostri erano riusciti ad infiltrarsi a Yuggor. Avevano nascosto armi ed armature in un carretto, si erano vestiti da borghesi e si erano presentati come una famiglia di mercanti, proprio come Pratau aveva detto di fare in precedenza. Il suo appoggio nella città gli aveva fatto avere questi documenti che certificavano che, lui e gli altri, facessero i mercanti. La città era bellissima e ricchissima, ed era protetta da centinaia di soldati, anche sulle alte mura che la costeggiavano.

Nei sotterranei della città, c’era uno dei Tre Demoni di Ladorak, Manon il Ghiaccio. Si trattava di una donna, l’unica femmina dei Cavalieri Neri. Nella gerarchia dei Cavalieri Neri, come grado e forza, era il numero 3. I suoi capelli ed i suoi occhi erano neri. Vestiva una corazza leggera, che proteggeva solo il torace. Era anche vestita completamente di nero.

Jacob entrò nel corridoio, dove la donna era stata posta di guardia.

Jacob: “Manon, dov’è Mohosa?”

Jacob era anche lui uno dei Demoni, ed era detto il Vento. Era lui il più forte dell’intera Natra Est.

Manon fece un gesto affermativo con la testa ed accompagnò il suo comandante in una stanza buia. Mohosa era attaccato con varie catene ad un palo di legno ed era pieno di sangue. Jamir lo stava torturando per farlo parlare.

Jamir: “Questo tipo… ha una forza sovrumana… mi ci sono volute molte catene per riuscire a tenerlo fermo.”

Jamir era anche lui un Demone, ed era detto il Fulmine. Vestiva senza corazza, con un abito leggero nero e smanicato.

Jacob: “Dov’è il gruppo di Pratau??”

Mohosa rimase zitto.

Jamir: “Parla, sporco verme!!” – gli diede un cazzotto tale, da rompergli una costola.

Mohosa: “Nooo… basta… io voglio solo il mio Principe…”

Jacob: “Di che diavolo sta parlando?!”

Mohosa finì per dire tutta la faccenda del Principe Franz.

Jacob: “Vado ad informare subito il Cardinale Ladorack di questa cosa… questo figlio di puttana. Non uccidetelo ancora. Ci servono ancora un sacco di risposte.”

I nostri avevano avuto modo di esplorare una parte della città.

Pike: “E’ fantastico essere in una città così grande. E’ una vera e propria benedizione, dopo tante notti passate a dormire nelle campagne e nelle foreste.”

Lira: “Ricordati che siamo in territorio nemico, ed in questo momento siamo anche disarmati.”

Pike: “Va bene. Cercherò di non entusiasmarmi troppo. Barone, per quanto tempo, dovremmo rimanere qui?”

Pratau: “Sto valutando ancora come possiamo raggiungere Naska. E’ questione di pochi giorni.”

La sera

Nell’ostello

Cid: “Che cosa?!”

Vlad: “Noi andare in un Pub!”

Cid: “Ma non mi sembra tanto il caso… siamo in territorio nemico… meno ci facciamo vedere, meglio sarà.”

Pike: “No, Cid non mi parlare così. Abbiamo bisogno di divertirci. Abbiamo la morte davanti a gli occhi, praticamente tutti i giorni. Ci stata qualche svago. Il pub dove stiamo andando non è un pub normale, ma un locale notturno. Ci sono donne con cui ci potremo intrattenere.”

Cid: “State andando in un locale notturno?!”

Gilti: “Cid, senti un po’… le ragazze sono andate a letto… il Barone ancora deve ritornare, ma potrebbe passare anche tutta la notte fuori… io credo sia una grande opportunità per noi.”

Cid: “Anche tu, Gilti?!”

Alla fine, con molta riluttanza, Cid si convinse ad andare con loro.

Nell’ufficio di Ladorak

Jacob aveva informato il Cardinale di quello che aveva detto Mohosa. Il Cardinale era diventato di fuoco.

Ladorak: “Franz era alla Prigione Mineraria??!! Non l’avrei mai detto.”

Jacob: “Pare che il Barone Pratau l’abbia fatto nascondere da qualche parte… forse, anche all’estero.”

Ladorak: “Noi dovremo discutere di questa cosa con Re Nicola…”

Dopo un secondo, entrò un soldato. S’inchinò e salutò il Cardinale.

“Ho cercato dappertutto… ma Sua Maestà sembra essere uscito dal palazzo.”

Nel pub per adulti, c’erano una cinquantina di clienti. Erano tutti seduti che bevevano, alcuni parlavano con le ragazze del locale. Alcune ragazze facevano le cameriere, altre ballavano su un piccolo palco. C’era luna luce soffusa ed un profumo di rose. Dei veli rosa ricoprivano alcune porte. Una musica esotica riempiva l’ambiente.

Cid era ancora titubante. Non gli erano mai piaciuti locali simili. Anche perché non gli erano mai serviti. Ogni tanto, aveva sempre trovato qualche ragazza di campagna disponibile, con cui sfogarsi.

Tuttavia, nella mente di Cid, in quel momento, gli passò Adele.

Pike: “Cid, hai un comportamento così… che pure Maria e Lira pensano che tu sia dell’altra sponda.”

Cid: “Cosa?! Quelle due arpie!!”

Gilti: “Ok, adesso, avrai modo di dimostrarci il contrario.”

Una delle ragazze che lavoravano nel locale, aveva fatto cadere un piattino addosso ad un vecchio cliente.

“Stupida, mi hai sporcato… un attimo, ma sei veramente carina.”

Il tizio si alzò in piedi e cominciò a palpare la ragazza.

La ragazza, però, fece un passo indietro.

“Io veramente…”

“Dai, sono ricco. Posso farti stare molto bene.”

“Per favore, no…”

Il vecchio strinse ancora di più la ragazza a sé. Mentre quest’ultima iniziò a muoversi per divincolarsi.

Fu in quel momento, che i due vennero raggiunti da Cid.

“E tu che vuoi??” – disse il vecchio.

Cid: “Ma tu sei Rosaly?! Sono Cid!”

Rosaly: “Cid?! Fratellone??!”

La ragazza si liberò e corse verso l’uscita del locale. Cid la seguì, ed uscirono insieme all’aria aperta.

Rosaly si era fatta davvero carina. Aveva raccolto i suoi capelli scuri dietro la nuca. Vestiva un abito lungo sul marroncino. E si era messa a piangere in un angolo.

Cid si avvicinò a lei.

Rosaly: “Stai lontano da me! Non ti avvicinare!”

Cid: “Stai calma, Rosaly! Va tutto bene!”

Rosaly: “Mi fa male… che tu mi abbia visto lavorare qui dentro…”

Vennero raggiunti dal buttafuori del locale. Si trattava di un uomo enorme. Aveva dei capelli biondi raccolti in un codino dietro la nuca. Indossava un abito smanicato marrone che lasciava vedere le sue possenti e forti braccia. Ed aveva anche dei pantaloni viola scuro.

“Tu non puoi portare le ragazze fuori dal locale!” – disse il buttafuori – “Con quelli che non rispettano le regole… me la vedo io.”

Cid lo riconobbe in un momento.

“Clive?! Sei tu, Clive?!”

Il buttafuori lo guardò perplesso per alcuni secondi. Poi, lo riconobbe anche lui.

Clive: “Cid!!”

Clive gli venne incontro, con un sorriso sulle labbra. Ma Cid gli tirò un pugno al volto, stendendolo.

Rosaly: “Cid, cos’hai fatto??!”

Clive si rialzò subito.

Cid: “Ma che diavolo ti è passato per la testa?! Tu amavi Rosaly… perché hai permesso che la donna che amavi lavorasse in un postaccio come questo?? Clive, io mi fidavo di te e ti volevo bene come un fratello. Mi hai deluso…”

Clive: “Cid… tu non sai un cazzo di noi! Ti è andata bene che hai lasciato il villaggio prima che venisse distrutto. Ebbene, quando è stato distrutto, io e Rosaly c’eravamo, ed abbiamo visto morti ovunque. Abbiamo perso i nostri genitori. Ci siamo trovati, un giorno, senza una casa, senza un villaggio e senza niente da mangiare. Tu non puoi nemmeno lontanamente immaginare cosa abbiamo dovuto passare… Cid, mentre i tuoi genitori morivano, tu dove diavolo eri??”

Clive si era arrabbiato parecchio, mentre Cid era rimasto folgorato dalle sue parole.

Rosaly: “Ti prego, Clive… non dire altre cose brutte a Cid.”

Clive: “Sai che ti dico? Che sei un egoista… hai abbandonato tutti per i tuoi sogni. Tu pensi veramente che mi diverta a far lavorare Rosaly in questo posto?!”

Rosaly: “Si è fatto tardi… dobbiamo rientrare nel locale…” – prese Clive, per un braccio, e fece per trascinarlo verso il locale – “… Cid, ti auguro ogni felicità.”

Cid non ebbe la forza di dire una parola. Oltre che folgorato, ora si era pure, letteralmente, congelato sul posto.

Gli ci vollero alcuni minuti perché riuscisse a scongelarsi nuovamente. Era una bellissima notte. Nelle strade, non c’era quasi più gente. C’era il cielo pieno di stelle ed la Luna che illuminava tutto. Cid sentì l’impulso di camminare, anche se, in territorio nemico, non sarebbe stata una pessima idea dividersi dagli altri, tuttavia, non gli andò di rientrare in quel locale.

Dopo mezz’ora di cammino, sentì delle urla e si girò. Un ubriacone, vestito molto bene, era stato cacciato fuori da due buttafuori di un altro pub.

Buttafuori1: “Che buzzurro! Non ha neanche i soldi per due birre.”

Buttafuori2: “La prossima volta che ti azzardi a venire qui senza soldi, chiamiamo le guardie.”

“Come vi permettete?! Io sono Re Nicola!!”

I due buttafuori rientrarono nel locale, senza calcolarlo, ma Cid riconobbe la sua voce. E, quando gli andò vicino, riconobbe Nicola, l’uomo che aveva inesorabilmente cambiato tutta la sua vita.

Nicola: “Ma tu sei…”

Aveva una giubba rossastra ed un mantello violaceo. Al primo sguardo, Cid si accorse che, oltre ad essere ubriaco, ora era anche grasso ed aveva anche una folta barba nera.

Cid: “Nicola… è da tanto tempo che non ci si vede.”

I due si sedettero insieme, su una panchina, a vedere la luna ed a rimembrare il passato.

Cid: “Non avrei mai detto che un Re si mischiasse con il popolino…”

Nicola: “Nonostante sia un Re, per la maggior parte della mia vita, sono stato un Cavaliere errante… è difficile cambiare così radicalmente.”

Cid: “Ho avuto una serata un po’ particolare… non so più in cosa credere… ho sempre creduto di essere dalla parte del giusto… una persona che combatte per i suoi sogni ed i suoi ideali… tuttavia, sono anche un assassino e, per sopravvivere, ho dovuto fare anche il bandito… Nicola, forse, le tue parole potrebbero tornare ad incoraggiarmi, come 7 anni fa.”

Nicola: “Cid… mi pare quasi che tu sia cresciuto solo in altezza… Cosa può mai fare un uomo solo?! Niente! Cambiare il destino?! Non farmi ridere! Io ho fatto tutto quello che ho potuto per questo Paese. Ed, alla fine, dopo anni di sacrifici, cosa ho ottenuto?! Un Paese ancora lacero. Per via della guerra, la gente continua a soffrire e morire. Più aumentano le morti, più aumenta l’odio; più aumenta l’odio, più la gente si ammazza. Contro il destino non si può fare niente. E’ un muro invalicabile. E noi siamo solo pedine del destino.”

Cid: “Vorresti dirmi che non è colpa tua se la guerra prosegue ancora??! E di chi sarebbe la colpa?! Del destino?! Nicola… detto sinceramente… fai ridere. Sette anni fa, eri molto più motivato; credevi fermamente in quello che facevi. Ma guardati ora?! Un Re che si ubriaca e viene cacciato da un pub, che Re sarebbe?! Se la gente lì fuori sta continuando a morire, è per colpa tua… sei tu che hai iniziato questa guerra, e sei tu che devi finirla. Anche a costo della tua vita, altrimenti… verrò proprio io ad ucciderti! Ti è andata bene che io sia senza spada… comunque, sei un codardo… hai fatto l’errore più grave che si può fare in questo mondo… ti sei arreso! Io non finirò come te, stanne certo… combatterò fino alla morte!”

Cid se ne andò via. Mentre Nicola rimase impietrito a vedere la Luna.

Il giorno dopo

Pratau: “Ho trovato la via migliore per raggiungere Naska… si tratta di un treno… adesso, dobbiamo raggiungere la stazione dei treni.”

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Battaglia contro i Demoni ***


I nostri arrivarono alla stazione, ma trovarono una truppa di Cavalieri Neri ad aspettarli.

 

Jamir: “Sciocchi! Siete caduti proprio nella nostra trappola!”

Manon: “Il Comandante Jacob ha avuto un buon intuito.”

Pratau: “Jamir il Fulmine e Manon il Ghiaccio?! Due dei Tre Demoni di Natra Est?!”

Manon: “Avete già fatto troppi danni. Il Cardinale non si può più permettere di sottovalutarvi ancora.”

Jamir: “Dopo avervi sconfitto… coloro che tra di voi, avranno avuto la grande sfortuna di sopravvivere, li butteremo nei sotterranei e li tortureremo fino a quando non ci riveleranno tutto quello che sanno.”

Jamir possedeva delle cazzottiere magiche, intrise del potere del fulmine.

Manon, invece, aveva un coltello magico, intriso del potere del ghiaccio.

Avevano 30 soldati: 25 Guerrieri, 2 Guerrieri Volanti, 2 Arcieri ed 1 Mago.

In totale, l’intera Unità dei Cavalieri Neri, compresa quella truppa, poteva contare, attualmente, circa 100 individui.

In passato, Cavalieri Neri e Draghi Bianchi avevano già avuto modo di scontrarsi varie volte. A volte, avevano vinto i primi, altre volte, avevano vinto i secondi.

Cid: “Quel Jamir me lo ricordo bene… quand’ero un ragazzino, per poco, non mi uccideva. All’epoca, non avrei mai pensato che un giorno sarei finito a combattere proprio con i Cavalieri Neri.”

Vlad: “Stanno arrivando!”

Gilti: “Fate attenzione! Questi uomini non sono come gli altri soldati dell’Est che abbiamo sconfitto finora… costoro fanno parte proprio di un’altra categoria. Senza contare che le loro armature sono anche più dure e resistenti.”

Maria: “Barrier” – lanciò una barriera magica, come suo solito, a protezione dell’intera truppa. Ma il Mago nemico, con “l’Anti-barrier” dissolse la barriera. Inoltre, uno degli arcieri nemici prese e ferì Maria, stendendola.

Gilti colpì a morte i 2 Guerrieri Volanti, dopo avergli tirato cinque frecce.

Pratau: “Anche i loro arcieri sono straordinari… Dragonbreath” – lanciò un potente soffio di fuoco sui Guerrieri nemici, che stavano arrivando, abbattendone 5. Gli altri 15 si lanciarono su tutto il gruppo.

Cid, Pike, Lira e Vlad riuscirono a bloccarli con fatica. Gilti, dietro di loro, con le sue frecce, riuscì ad uccidere anche i due arcieri nemici.

Il Mago nemico usò la magia, di tipo sacra, “Angebeat” sul nostro gruppo. I nostri furono feriti da un cuore con due ali d’angelo, ma continuarono a combattere. In breve, altri 10 Guerrieri nemici caddero. I 5 che rimanevano steserò Lira.

Intanto, Gilti prese, con un’altra delle sue frecce, anche il Mago nemico.

Jamir: “Stanno per sconfiggere i nostri ultimi uomini… dobbiamo intervenire… Zero Dash!” – si lanciò, come un fulmine, sui nostri, dopo aver attraversato 100 metri in un secondo.

Cid riuscì a bloccare il suo colpo con grande fatica, intanto Vlad, Pratau, Pike e Gilti avevano finito gli ultimi Guerrieri nemici.

Pratau: “Ho esaurito le energie… sta arrivando anche il Demone del Ghiaccio!”

Intanto, Cid e Jamir avevano iniziato a scontrarsi. Il primo provò a colpirlo con un fendente, ma il secondo lo schivò e rispose con un tale pugno, da rompergli la corazza e sbalzarlo via.

Jamir: “Ora ti vedo bene… la tua faccia mi sembra di averla già vista…”

Cid si era rialzato e tornò alla carica – “Sono passati 7 anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati… immagino che tu sia diventato molto più forte.”

Gilti tirò varie frecce a Manon, ma quella schivò tutti i colpi. Intanto, era stata raggiunta anche da Pike e Vlad.

Vlad: “Donna cattiva!”

Pike: “Io me la scoperei comunque!!”

Manon: “Che bei ragazzotti che abbiamo qui… Blizzard!” – dal suo corpo, si espanse una tale onda ghiacciata, da ghiacciare i due e tutta la zona circostante.

Gilti: “Strega di Ghiaccio… prenditi questo… Devil Arrow!” – lanciò una freccia, intrisa di fuoco, sulla donna. Questa volta, la freccia si mosse più rapidamente; raggiunse la donna ed esplose. Manon era stata abbattuta.

Gilti: “Non ci credo… l’ho sconfitta…” – era esausto, ferito ed aveva finito anche le frecce.

Dall’altra parte, Cid e Jamir continuavano lo scontro. Il primo era mezzo nudo e sanguinante. Il secondo, invece, era fresco come una rosa.

Jamir: “Quel tuo spadone… è enorme ed è molto resistente… se fosse stata una normale spada, te l’avrei spezzata col primo pugno.”

Cid: “Jamir… questo spadone è stato progettato per uccidere i Draghi… mentre tu sei un semplice uomo… è sprecata per te.”

“Io non sono un semplice uomo… io sono un Demone… ed i Demoni sono più forti dei Draghi… userò la mia mossa più forte per finirti… Zero Dash!” – si spostò, alla velocità di un fulmine, dietro Cid – “… prenditi questo… Brawler!”

Jamir iniziò a tirare una scarica velocissima di pugni. Cid, inizialmente, usò lo spadone per difendersi, poi ad un certo punto, lanciò il suo spadone addosso a Jamir, per interrompere la sua scarica. Un attimo dopo, Cid tirò un cazzotto a Jamir, tanto forte da sbalzarlo sui binari. Proprio in quel momento, passò un treno. Cid lo aveva calcolato. Il treno si stava fermando e prese il demone in pieno. Jamir, poco prima di essere sbalzato via, fu abbastanza rapido da attivare una sorta di “barriera elettrica”, grazie alle sue cazzottiere. Così riuscì ad ammortizzare il colpo, altrimenti sarebbe sicuramente morto sul colpo.

Pratau: “Anche Jamir è caduto… Cid e Gilti… prendiamo i corpi dei nostri compagni e mettiamoli sul treno! E’ questo il treno che dobbiamo prendere!”

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** nuova battaglia con i Cavalieri Neri ***


 

Il giorno dopo, i nostri si erano ripresi ed erano arrivati a Naska.

 

La città non era grande come Yuggor, tuttavia, era fresca e solare.

Cid: “Dovevamo incontrare Yuri qui.”

Pratau: “Dovremo fare domande in giro.”

Dopo 2 ore passate a chiedere in giro. Trovarono un uomo giovane, sui trent’anni, che sapeva qualcosa.

“Yuri mi ha lasciato il suo fratello minore e se n’è andato via. Ha detto che doveva sbrigare importanti affari e mi ha detto che presto sarebbero arrivati degli amici a prendere suo fratello, che è muto. Yuri mi ha spiegato che è stato lo schock di vedere i loro genitori venire uccisi davanti ai suoi occhi. Mi dispiace veramente che un così bel giovane sia finito così.”

Gilti: “Potresti portarci da lui.”

“Ma certo!”

L’uomo aveva modi eleganti. Ed indossava una giubba azzurrina.

Lì portò in un palazzo.

“Il fratello di Yuri si trova qui dentro.” – aprì una doppia porta di una stanza, ed i nostri entrarono. Poco dopo essere entrati, però, l’uomo chiuse a chiave la doppia porta.

Cid: “E’ una trappola!!”

L’uomo, dietro la doppia porta, iniziò parlare – “Voi siete nemici del Regno. E’ questo ciò che vi spetta. Sappiate che siete stati catturati da Leon Kleuth, il figlio del Duca Lorenzo Kleuth!”

Pike: “Ma il Duca Kleuth non doveva essere un amico del Barone?!”

Pratau: “Ci deve essere uno sbaglio, allora. Leon parla con tuo padre, lui ti saprà sicuramente dire che…”

Leon: “Non vi azzardate ad inzozzare il nome di mio padre.”

Dal soffitto, scese un gas viola che, in brevissimo tempo, riempì l’intera stanza. I nostri finirono così addormentati.

Cid si risvegliò in una cella. Gli avevano tolto l’arma e, nella sua stessa cella, c’era un anziano che non conosceva.

“Hai dormito un giorno intero. Siamo nel Castello di Gabul… ed io sono il Duca Lorenzo Kleuth.”

“Lei è il Duca?!”

“Mi spiace non avervi potuto accogliere nel modo giusto.”

Dopo un attimo, entrò Leon.

“Come va, padre?”

“Ma come vuoi che mi senta?! Mi hai rinchiuso qui dentro!”

“Sono arrivati i Cavalieri Neri dalla Capitale. Nel momento in cui avranno portato via i nemici del Regno, vi libererò. Vi prego di pazientare ancora, padre!”

Leon se ne andò via.

Duca: “Purtroppo, mio figlio ha perso completamente la testa.”

Cid: “Abbiamo qualche speranza di uscire?”

Duca: “Abbiamo ancora un alleato nascosto.”

In una sala enorme, del Palazzo dei Kleuth, Leon era di fronte al Principe Franz, che era seduto su una sedia.

Leon: “Vostra Maestà, quello che vi ha fatto vostra madre è orribile, ma non temete… Re Nicola è un buon Re. Ebbi modo d’incontrarlo 7 anni fa e rimasi molto colpito dalla sua rettitudine. Non vi farà mai del male.”

Una cameriera arrivò vicino Leon, e gli parlò all’orecchio.

Leon: “Quindi, i Cavalieri sono qui fuori… falli entrare!”

Poco dopo, nei sotterranei, alla cella di Cid ed Duca arrivarono tutti gli altri.

Cid: “Come vi siete liberati?”

Gilti: “Un amico!” – aprì la cella ed il Barone entrò nella stessa per parlare con il Duca, suo vecchio amico. I due si strinsero calorosamente la mano.

Pratau: “N’è passato di tempo, Lorenzo.”

Duca: “Tantissimo, Albus!”

Pratau: “Dobbiamo sbrigarci a salvare il Principe Franz.”

I nostri, così, si diressero al Palazzo dei Klueth, che era fuori città.

Fuori dal Palazzo, c’erano 30 Cavalieri Neri.

Cid: “Prima di riuscire ad entrare, dovremo prima sistemare loro.”

I nostri riuscirono a sconfiggere i nemici, con qualche difficoltà. Poi, proseguirono nel Palazzo.

Maria: “Per curare tutti, ho esaurito tutte le mie energie. Se dovremo combattere con un’altra truppa di Cavalieri Neri, per adesso, non potrò usare altre magie.”

Pratau: “A me, è rimasto un solo incantesimo… spero che basti!”

Nella sala grande, c’era Jacob con 10 Cavalieri Neri. Di fronte a lui, c’erano Leon, in piedi, e Franz seduto.

Leon: “Cosa avete detto??!”

Jacob: “Sei duro a sentire e pure a capire. Per aver ucciso il Principe Franz, sei condannato a morte!”

Leon: “Ma io…?! Voi intendete uccidere il Principe Franz!!”

Jacob: “Sei proprio duro di comprendonio. Se questo pupazzo riappare, chi pensi ci andrà più a perdere?! Proprio Re Nicola! Ed è anche un’occasione d’oro per levarci di mezzo i Kleuth… siete una palla al piede!”

Leon: “Ma come osi?!!” – fu afferrato ed immobilizzato da 2 Cavalieri Neri. Mentre Jacob, si fece dare un enorme lancia, con il manico di legno.

“Con questa, tanto tempo fa, uccisi un Drago… gli forai il cuore! Dovresti essere onorato di essere ucciso da una tale arma!!”

Jacob alzò la lancia e si preparava ad infilzare l’uomo, quando venne colpito da qualcosa. Era intervenuta la cameriera di Leon. Era stata rapidissima e con un pugno, nonostante la pesante armatura del Comandante dei Cavalieri Neri, era riuscita a fare male a Jacob.

Jacob: “Che diavolo…?!”

Tutti i soldati circondarono la cameriera. Quest’ultima si levò il vestito di cameriera e mostrò una corazza grigia sotto di essa. Solo allora, tutti si accorsero che aveva tratti orientali. I suoi capelli erano neri ed erano attaccati in due codini sopra la testa. Era alta 1.68 cm.

Tirò fuori una Katana.

Arrivarono a quel punto anche i nostri.

Pratau: “Ben fatto, Capitano Agress!”

Jacob: “Agress?! La donna più forte dei Draghi Bianchi?! E’ da anni che sentivo parlare di lei, ma non l’avevo mai vista. Si dice che sia veloce come un fulmine ed invisibile come il vento. Ha 27 anni, ma combatte da quanto ne aveva 7. Viene da un Paese rinomato per la presenza di grandi guerrieri, detti Samurai e Ninja. Lei conosce tutte loro tecniche… ah, dimenticavo, la sua voce è così bassa da sembrare muta.”

Agress fece un cenno di approvazione con la testa. 2 soldati provarono a colpirla, ma furono fatti a fette dalla sua spada, la Masamune, di cui si diceva che potesse tagliare qualsiasi cosa.

Jacob cercò di uccidere Franz, ma Leon si mise di mezzo.

Leon: “Vostra Maestà… scappate via.”

Franz si alzò e scappò via. Intanto, Leon si sacrificò per permettere al Principe di correre via. Fu Jacob ad ucciderlo.

“Squallido verme!!” – nel momento in cui alzò il suo sguardo, si rese conto che tutti i suoi uomini erano già morti – “Forse, me lo sarei dovuto aspettare da coloro che hanno sconfitto Jamir e Manon… per vostra informazione, loro si sono già ripresi e presto torneranno a combattere… ora, è il momento che ve la vediate con me!”

I nostri andarono tutti all’attacco del Comandante dei Cavalieri Neri, il Demone più forte, anche detto Jacob il Vento.

Jacob: “Windstorm!” – un potente tornado spazzò via tutti – “Con quest’attacco, sono in grado di abbattere interi eserciti… che ve ne pare della forza del vento?”

Cid, Vlad ed Agress si rialzarono.

Cid: “Che non poi così forte… non diamogli il tempo di lanciarlo un’altra volta.”

Jacob si preparò a lanciare di nuovo il suo attacco magico. Agress, mentre si avvicinavano, gli tirò degli Shuriken, che lo ferirono al volto.

“Puttana!!”

Vlad riuscì a lanciare la sua ascia su Jacob, facendogli male, e riuscì ad impedirgli di lanciare il suo potente attacco magico.

Cid, così, ebbe modo di arrivargli vicino. I due iniziarono a combattere con forza.

Cid: “Immagino che tu non ricorda l’ultima volta che ci siamo visti…”

Jacob: “Non me ne può fregare di meno… inoltre, ho ucciso troppi pidocchi, per potermi ricordare tutte le facce.”

Agress andò addosso a Jacob con la sua Katana, ma quest’ultimo riuscì ad evitarla e, con un colpo della sua lancia, sfondò la corazza di Cid. Anche Vlad intervenne, ma Jacob, che era grande quasi quanto lui, gli andò addosso e riuscì a sbalzarlo via.

Vlad: “Avere più forza fisica di me…”

Agress, con un colpo della sua katana, tagliò in due la lancia di Jacob, ma quest’ultimo gli tirò una tale testata, da stenderla. Cid e Vlad tornarono all’attacco. Jacob prese la katana di Agress e stese Vlad con un colpo.

“Non la saprò utilizzare come quella puttana, ma me la cavo.”

Cid ebbe l’impressione che Jacob, in vari decenni guerre, si fosse addestrato ad utilizzare parecchi, se non tutti, i tipi di arma.

Un colpo dell’Ammazza-draghi prese Jacob. Quest’ultimo iniziò a sanguinare pesantemente.

“Non posso morire così…” – lasciò andare la katana, e corse verso una finestra. E gli si lanciò contro.

“Ivan… portami via!”

Un enorme aquila apparve. Era mezza bianca e mezza nera. Jacob gli saltò addosso, e quest’aquila lo portò via, volando.

Il Duca Klueth entrò nella sala con tre Maghi Bianchi. Erano vestiti di bianco, con una croce rossa sul petto. Non erano ai livelli di Maria, ma furono, comunque, in grado di far riprendere l’intero gruppo, in un’ora, senza però essere in grado di far rimarginare tutte le ferite.

Per Leon non ci fu niente da fare.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** una Nuova Fazione ***


 

Nell’anno 997, nacque una nuova fazione: Natra Centrale. Era stata formata da vari leader, sia dell’Ovest che dell’Est, tra cui il Barone Pratau e il Duca Kleuth. A suo capo di questa fazione c’era Re Franz. E la capitale era Naska.

 

La nuova fazione, ancora piccola, non poteva contare su un numero di soldati paragonabile a quello delle altre due fazioni. Tuttavia, i Draghi Bianchi avevano sconfitto sia gli Assassini di Agatha che i Demoni di Ladorak, dimostrandosi, di fatto, come l’unità militare più forte. Ed, ormai, anche il popolo sapeva delle prodezze dei Draghi Bianchi.

 

Quel giorno, i DB dovevano svolgere un’altra missione. Questa volta si trattava di dover debellare un esercito di banditi molto pericoloso, formato da ben 500 banditi. Questi ultimi si trovavano nel territorio di Natra Centrale e davano molti problemi in tutta la zona. Per farlo, avevano ricevuto 100 uomini. I soldati di Natra Centrale avevano armature grigie chiare.

Proprio ora, i nostri avevano ricevuto anche delle speciali armatura. Si trattava di armature bianche di ottima fattura.

Cid e Vlad portavano le armature più grosse e dure, ed avevano solo la testa scoperta. Vlad si era preso anche un’ascia migliore, mentre Cid si era tenuto la sua Ammazza-draghi.

Pike aveva indosso una tuta bianca per volare di ultimissima generazione. Ora, avrebbe potuto volare ancora più velocemente. Oltre che dei coltelli, ora, aveva anche una daga.

Pratau e Maria si erano vestiti con la stessa tunica da mago bianca e lo stesso scettro. Ovviamente, sia la tunica che lo scettro erano di un altro livello rispetto a quello che avevano precedentemente.

Lira ed Agress vestivano con un’armatura più leggera, rispetto a Cid e Vlad, proprio per potersi muovere meglio. La prima aveva cambiato lo scudo e la spada, mentre la seconda si era tenuta la sua katana.

Gilti indossava un’armatura ancora più leggera rispetto a queste ultime due. Ed aveva anche un arco migliore.

I nostri si diressero sul Monte Daboll, dove c’era la base di questi banditi. Per la via, stranamente, non incontrarono alcuna resistenza. Col loro grande sorpresa, quando arrivarono alla base dei banditi, che era una grossa fortezza, i banditi erano già stati sconfitti da qualcuno. Ovvero, i Seguaci di Kudur. Erano in 50 ed avevano assoggettato facilmente i banditi. Erano vestiti con tuniche viola, e portavano tutti delle maschere per nascondere il loro volto, tutti tranne il loro comandante, Mahler. Quest’ultimo era sempre con la sua tunica-corazza. Nelle mani, impugnava una spada corta circondata da fiamme; doveva essere una spada magica. I cadaveri dei banditi erano sparsi per tutta la fortezza. Nessun muro o portone era stato toccato; i seguaci dovevano essere riusciti, con la loro potente magia, a tele-trasportarsi dentro la fortezza stessa.

Mahler: “Questi banditi si erano macchiati di gravi peccati… andavano puniti! Non dimenticate che la fine del mondo è vicina… dobbiamo purificare il mondo prima di quell’evento… altrimenti sarà la fine anche per noi!”

I fanatici si poserò tutti in posizione, davanti a lui.

Mahler: “Questo è da vedere anche come un allenamento… Dio serba grandi progetti per noi!”

Dalla porta di un piccolo stanzino, uscì Adele. Era vestita con un abito chiaro e semplice. Non era ancora abituata a vedere tutti quei morti… almeno, non ancora.

Mahler: “Principessa Adele?! Si è fatta completamente bianca… non l’avrei mai dovuta portare qui!”

Quando Mahler era con Adele, ma solo con lei, diventava un’altra persona. Il suo sguardo e la sua voce si scioglievano. E diventava anche più dolce.

Adele: “No… io mi devo addestrare come state facendo voi… allenandomi 12 ore al giorno, negli ultimi tre anni, sono già arrivata a diventare una maga provetta. Devo abituarmi anche io alla morte.”

Cid, appena la vide, senza rendersene conto, andò subito nella sua direzione.

Fu in quel preciso istante che accadde qualcosa. Un bandito, l’unico sopravvissuto, che si era nascosto sotto un carretto, n’era uscito fuori ed aveva afferrato Adele alla gola. Nella mano destra, aveva una bomba.

Bandito: “Sporchi bastardi!! Avete ammazzato tutti i miei compagni… se provate a toccare anche me, ucciderò questa puttana!”

Adele rimase paralizzata. Lo stesso Mahler rimase in una posizione contorta.

Mahler: “Stai calmo! Lascia andare la ragazza e non ti accadrà niente. Te lo prometto.”

I Seguaci si erano fatti indietro, proprio come gli aveva fatto segno di fare Mahler.

“Ci stiamo allontanando… così potrai scappare via! Lascia andare la ragazza!”

Da dietro il bandito, arrivò però Cid, che lo colpì alle spalle con la sua spada. Il bandito lasciò Adele, ma riuscì a far scoppiare la bomba che aveva in mano. Lui finì preso in pieno dall’esplosione, e morì. Cid ed Adele furono coinvolti dall’onda d’urto e caddero da un precipizio lì vicino.

I due, nonostante fossero caduti da un’altezza impossibile, erano sopravvissuti. Adele era riuscita a creare una Barriera abbastanza resistente da fargli reggere la dura caduta. Cid aveva perso i sensi. Adele lo prese e lo portò in una caverna. A breve, avrebbe fatto buio, la zona si sarebbe riempita di mostri e gli altri avrebbero avuto difficoltà a trovarli. Così Adele accese un fuoco nella caverna e mise sul fuoco, un coniglio che era riuscita a rimediare come cena.

Cid si svegliò qualche ora dopo, e mangiò un po’ di coniglio.

Adele: “Ti ho salvato solo perché tu hai salvato me… non dimenticherò mai che tu hai ucciso nonno Kossimo!”

Cid: “Adele…”

“Non provare ad inventare scuse!”

“… tu hai tutte le ragioni per non credermi… tuttavia, vorrei che tu sapessi quello che accadde quel giorno di 8 anni fa… poi, potrai decidere se si sia vero o no…”

Cid gli raccontò tutto. Che lui, quella notte, in un primo momento, era venuto per salvare Nicola. Poi, si era ricordata di lei, ed il perché avesse ucciso suo nonno.

“Tu mi stai dicendo che Godard aveva lanciato un sortilegio a mio nonno??!”

“Si… sono stato costretto ad uccidere tuo nonno… tu mi conoscevi meglio di chiunque altro… sapevi che non avrei mai potuto uccidere un uomo a sangue freddo… a maggior ragione, se si trattava di Lord Kossimo.”

“Non sono convinta della tua storia! Tuttavia, è comunque una spiegazione. Dopo 8 anni, finalmente, ho avuto la tua versione dei fatti. Ci penserò sopra. In ogni caso, non ti perdono, per ora. Farò finta niente solo per questa notte. Domani mattina, le nostre strade si di divideranno ancora.”

“Come vuoi tu… posso farti una domanda?! Perché sei con quei tipi?? E perché ti chiamano Principessa??”

“Questi non sono affari tuoi.”

“Va bene.”

Poco dopo, i due si addormentarono. O meglio, solo Cid si addormentò. Adele rimase a pensare per tutta la notte. Non sapeva se doveva crederlo o no. La sua versione dei fatti poteva, infatti, essere vera. In quel caso, Godard non sarebbe stata più la persona affidabile che credeva, ed avrebbe lasciato i Seguaci. Forse, sarebbe potuta tornare da Cid. E provare a stare insieme di nuovo. Ma come poteva sapere la verità?!

All’alba, Adele baciò la fronte di Cid, e lasciò la caverna. Cid si svegliò da solo, un’ora dopo.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** l'Ombra di Kudur ***


 

Una settimana dopo

 

Pratau: “Dopo aver riflettuto parecchio con gli altri leader, tra cui il Duca Kleuth, siamo venuti a capo del prossimo obiettivo… dobbiamo colpire l’Ovest… per la precisione, il Forte Dantess. Si tratta di un punto particolarmente sensibile per l’Ovest. L’Est, dopo aver perso la Prigione Mineraria e la stessa Naska, sta già cadendo a pezzi. Perciò, abbiamo deciso di colpire l’Ovest.”

I nostri salirono su una nave, e partirono. Per arrivare al Forte, si sarebbero dovuti fare un lungo tratto di mare. Non servivano altri uomini di supporto; meno sarebbero stati e meno avrebbero dato nell’occhio. Si diceva che Forte Dantess contesse almeno 300 uomini.

Natra Est

Yuggor

Palazzo Reale

Re Nicola: “Coosa?! Tu vorresti che noi ci alleassimo con Natra Centrale?!”

Ladorak: “Non abbiamo scelta. Non siamo in grado di combattere ancora in questo stato. Dobbiamo allearci con qualcuno e Natra Centrale ha più punti in comune con noi che dell’Ovest!”

“Mi rifiuto ad acconsentire ad una simile richiesta!”

“Una volta che saremmo vicini a Natra Centrale… potremo colpirla anche alle spalle quando meno se lo aspettano.”

“Questo sarebbe un gesto vile e da codardo! Ti ripeto che non acconsentirò a questa richiesta! Ho già fatto cadere il mio popolo troppo in basso…”

Natra Ovest

Città-Fortezza di Gadeau

Palazzo Reale

La Regina Madre stava parlando con Doom, l’uomo più forte del Trio di Assassini, nonché uomo più forte dell’Ovest in quel momento. Doom aveva una corazza verde ed era un vecchio. Ma un vecchio estramemente forte e veloce. Aveva una benda nera che gli copriva il suo occhio mancante, a sinistra. Si diceva che, per la Regina, avesse ucciso più di mille persone. Era difficilissimo vederlo per la Città-Fortezza. Sembrava quasi un’ombra.

“Doom, ho fatto un grave errore a mantenere mio figlio Franz in vita… avrei dovuto uccidere la mai anima di madre prima…”

La Regina aveva iniziato a piangere. Sotto la dura scorza di leader, c’era ancora il cuore di una donna. A volte, sentiva il bisogno di sfogarsi e lo faceva soltanto con Doom. E soltanto Doom poteva dire di aver visto la Regina piangere più di una volta.

Doom: “Non si abbatta così… noi, il Trio di Assassini siamo ancora al suo servizio…”

Dall’ombra della stanza, comparirono gli altri due Assassini: Godeau e Thorpe.

I loro occhi luccicarono nell’oscurità.

“Mio figlio… va ucciso quanto prima…”

La Principessa Minea, nascosta dietro la porta, aveva sentito tutto e scappò via senza fare alcun rumore. Sapeva che sua madre era un mostro assettato di sangue, ma nemmeno lei avrebbe potuto immaginare dove sarebbe potuta arrivare con suo fratello.

Il quarto giorno di navigazione, i nostri furono attaccati da una nave dei Seguaci di Kudur. Si trattava di una ciurma di trenta uomini.

Cid: “E’ ancora quel pazzo di Mahler!!”

Mahler: “Non mi sono dimenticato di te. Sei colui che hai salvato la Principessa Adele. Tuttavia, la distruzione dei Draghi Bianchi è uno dei nostri obiettivi principali, adesso. Perciò, devo ucciderti!”

Tuttavia, la nave dei nostri era la più veloce. I Seguaci volevano fare un arrembaggio sulla nave dei nostri, ma non riuscirono nemmeno a toccarla.

Dopo qualche ora d’inseguimento, Mahler decise di passare alle maniere forti.

Mahler: “Avrete anche una nave migliore della nostra, ma la nostra magia è ad un livello tale, da essere fuori la vostra comprensione… Melchiorre!!”

Creò una palla di energia, sopra la sua testa, alta quanto un essere umano. La lanciò con una sua mano, e quella raggiunse il timone della nave dei nostri.

Gilti: “Maledizione! Ci hanno distrutto il timone… ora, la nave andrà per fatti suoi!”

Lo stesso Gilti tirò qualche freccia, e colpi sia Mahler che molti Seguaci, uccidendone alcuni.

Mahler: “Bastardo!! Va bene… non insisterò oltre. Tanto la terra è ancora lontana. Morire di fame e di sete!!”

Mahler, ferito, ordinò alla sua ciurma di andare via.

Pike: “Quel figlio di puttana…”

Dopo altri 5 giorni di navigazione a casaccio, però, con un po’ di fortuna, riuscirono a raggiungere la terra. Nel momento in cui l’avevano avvistata, anche se un po’ deboli per la carenza di cibo, tutti si erano buttati in mare, avevano raggiunto la terra a nuoto, dato che la nave non si poteva direzionare.

I nostri arrivarono ad un villaggio che sembrava abbandonato. Ma non lo era affatto. Dalle case, uscirono i paesani, che avevano qualcosa di anomalo. I loro occhi non erano i tipici occhi degli esseri umani, ma delle fessure da cui luccicava odio e pazzia. Presero delle armi e si avvicinarono vicino a loro.

Continuavano a ripetere: “Uccidi, uccidi, uccidi!!”

Tra di loro, c’erano anche bambini, donne e vecchi. Tutti loro, una trentina, sembravano aver perso la loro coscienza umana.

Cid riconobbe gli stessi sintomi di Lord Kossimo, 8 anni prima.

Cid: “Questa è opera di Kudur… ne sono sicuro al 100%!”

Lira: “I loro sortilegi diventano sempre peggio.”

Maria: “Ci uccideranno se non facciamo qualcosa!”

Pratau: “Non mi va di uccidere simile gente… Halistorm!” – evocò un enorme quantità d’acqua, che si ghiacciò addosso ai paesani. Tutti erano stati congelati.

Pratau: “Un giorno, se scopriremo una cura… potremo ancora salvarli.”

I nostri arrivarono alla cittadina più vicina, che si chiamava Mizouri, qui scoprirono che erano ancora a Natra Ovest e che mancava una settimana di cammino per arrivare a Forte Dantess. Dopo una giornata intera passata a rifocillarsi, e riposare, il giorno dopo ripartirono.

Natra Est

Yuggor

Palazzo Reale

Ladorak: “Quindi, mi stai dicendo che il Papa sta morendo…!”

Il Cardinale stava passando con una Guardia Ecclesiastica, mandata lì da Nirvadia.

“Presto, saranno chiamati tutti i Cardinali, tra cui anche lei, per le votazioni del prossimo Papa.”

“Voi di Nirvadia… me l’avete nascosto di proposito che il Papa era in codeste condizioni.”

“Non è vero… signor Cardinale, abbiamo solo cercato di mantenere un po’ di riservatezza.”

Un momento dopo, la Guardia Ecclesiastica uscì e rimase Ladorak da solo. Il Cardinale era molto scioccato per la morte del Papa.

“Maledizione… il Papa era sempre stato dalla mia parte… senza di lui, verranno fuori i miei nemici nella Chiesa… e sarà la mia fine definitiva.” – pensava il Cardinale, fino a quando non ricevette una risposta.

“Veramente una brutta situazione…”

Ladorak: “E tu chi diavolo sei?!”

Da dietro un armadio, comparì un losco individuo.

“Voi rischiate di essere scomunicato… su questa terra, dove la religione più diffusa è quella di San Nirvath, sarete emarginato per sempre… a questo punto, per voi, sarebbe meglio la morte.”

“Chi diavolo sei?!”

“Sono conosciuto anche come Godard l’Indovino!”

“Come diavolo hai fatto arrivare fin qui?? Questo è un posto sorvegliatissimo.”

Godard s’inchinò.

“Signor Cardinale… sono venuto qui, a rischio della vita, per farle una proposta… può decidere di chiamare subito le guardie, od ascoltarmi prima…”

“Mi hai incuriosito. Puoi parlare. Ma sappi, che nel momento in cui farai un solo passo falso o la tua proposta non mi dovesse interessare, ti farò tagliare la testa, seduta stante.”

“Leggete questo documento.”

Ladorak lesse.

“Prima di Re Lagore, c’era suo padre come Re… Re Zekras… e tu mi stai dicendo che hai la figlia illegittima di Re Zekras sotto la tua protezione?!”

“Esattamente! Sarebbe la ziastra di Re Nicola!”

Ladorak gettò a terra il documento.

“Credi veramente che possa credere ad una stupidaggine tale…”

“Ma questo documento è genuino.”

“Facciamo finta che questo documento sia vero… tu vuoi che io faccia togliere di mezzo Re Nicola ed incoroni questa Adele, non è vero?!”

“Precisamente!”

“Ne ho sentite tante nella mia vita… ma ora mi sono stancato… Guardie!! Guardie, venite!! C’è un intruso qui!!”

“Risparmia il fiato…” – Godard si alzò in piedi.

“Cosa?! Perché non vengono i miei uomini?!”

“E’ inutile che tu li chiami… li ho già uccisi tutti!”

“Non è possibile… ci sono trenta uomini solo su questo piano… stai mentendo!”

L’Indovino emanò una piccola onda d’urto, dal suo corpo, che sbalzò via Ladorak ed alcuni mobili. L’intera stanza tremò ed i vetri delle finestre si ruppero.

“Percepisco il tuo potere… non ho mai percepito un tale livello di magia… eppure non ti conosco tra i potenti maghi di questo continente.”

“Fufufufu… dici di non conoscermi?! Eppure ti dirò che tu mi conosci molto bene… ed adesso ti svelerò chi sono veramente…”

Una luce immensa divorò l’intera stanza.

Trovarono il Cardinale, tre ore dopo, sotto la sua scrivania, in uno stato confusionale, che farneticava. Gli ci vollero tre giorni per riprendersi.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Morte e Tradimenti ***


Dopo 4 giorni di viaggio, partendo da Mizouri, i nostri ebbero la sfortuna d’imbattersi, nuovamente, nei Fanatici di Kudur. Mahler, questa volta, era a comando di trenta uomini ed, in un primo momento, i nostri capirono che stava combattendo contro qualcuno, dato che c’erano una decina di Fanatici morti a terra.

Mahler: “Tu chi sei?! Perché ci attacchi?! Questo esercito mi serviva per combattere i Draghi Bianchi al massimo della potenza.”

Davanti a lui, c’era un solo uomo. Aveva un corazza chiara, fatta di ceramica, una lunga lancia, fatta interamente di metallo. Aveva dei lunghi capelli ricci. I suoi occhi erano pieni d’ira ed erano quelli di un uomo pronto a morire. Sia la sua arma, che la sua armatura, erano inzuppati di sangue.

“Voi di Kudur… avete trasformato tutta la mia famiglia ed i miei compagni, in dei mostri assettati di sangue.”

“Ah, ora ho capito… tu sei l’unico caso scampato al nostro sortilegio… quell’esperimento che avvenne 5 anni fa… da allora, però, i nostri sortilegi sono migliorati, fino a diventare infallibili…ora, abbiamo trasformato in zombie gli abitanti di molti villaggi… a breve, ti permetterò di raggiungere i tuoi cari… tanto meglio per te!” – dal suo fodero, estrasse la sua spada infuocata.

“Bastardo!! Ho dovuto uccidere mio padre e mia madre per sopravvivere…” – si lanciò verso Mahler. Nel frattempo, uccise altri due Fanatici che avevano fatto da scudo al loro comandante.

I 5 arcieri di Kudur tirarono diverse frecce al nostro uomo, prendendolo in pieno.

“Ora, io ti darò il colpo di grazia!!”

S’intromise Cid.

“Ehi, amico… hai molto fegato a combattere questi tipi da solo… per tua fortuna, ci siamo trovati noi a passare in zona!!”

“Ma voi non sarete mica…?!”

Mahler: “… i Draghi Bianchi!! Non avrò pace fino a quando non vi avrò uccisi tutti!!”

Cid si mise a combattere con Mahler.

Intanto, i 5 arcieri furono subito raggiunti ed eliminati da Pike ed Agress, che erano i più veloci.

Il Mago nemico caricò una magia: “Infedeli… Dark Cloud!!” – una nube oscura ricoprì i Draghi Bianchi.

Pratau: “Questa oscurità è velenosa… ci ucciderà a breve… però, noi abbiamo la luce che può disfarla… Shinestorm!” – una marea di scintille dissolsero la nube ed uccisero il Mago.

“Vlad potere contare su Thor, Dio dei Fulmini… Thunderrage!” – dalla sua ascia, una miriade di fulmini distrussero 10 Fanatici.

Gilti e Lira sistemarono i Fanatici rimanenti.

Mahler: “Maledizione… avete distrutto il mio esercito in così poco tempo…”

Cid: “Veramente, credevi di poterci sconfiggere con un tale ammasso di crape?!”

Mahler caricò la sua spada di fuoco – “Firebust!” – e tirò un fendente di fuoco che Cid schivò di pochissimo, distruggendo tre alberi.

Cid provò a colpire con la sua Ammazza-draghi, ma quello bloccò il colpo facilmente con la sua spada.

Mahler: “Proviamo le maniere forti… Melchiorre!” – creò una palla infuocata e la lanciò sui nostri. L’esplosione fu molto potente, e svennero tutti, tranne Cid e lo sconosciuto.

Lo sconosciuto caricò, con la sua lancia, e riuscì a sfondare la corazza del Fanatico, che iniziò a perdere sangue.

Mahler: “Vi è andata bene anche oggi… ma Dio è dalla nostra parte…” – il fanatico si tele-trasportò, e scomparve nel nulla.

Hammet era alto 1.90 ed aveva 35 anni. Suo padre era stato un grande condottiero del Regno di Natra, per circa trent’anni, prima di ritirarsi al suo villaggio d’origine per fare il contadino. Era stato lui ad insegnare al figlio a combattere, ed a trasmettergli lo spirito del guerriero.

Cid: “Cosa intendi fare ora Hammet?”

“Io voglio continuare a dare la caccia ai Seguaci di Kudur… non potrò dormire la notte, fino a quando non li avrò uccisi tutti.”

Pratau: “L’ira, da sola, non ti porterà da nessuna parte. Oggi sei stato fortunato a beccare noi, altrimenti saresti morto. Dovresti incanalare le tue energie in un altro scopo… uno scopo superiore!”

Gilti: “Barone, potremo portarlo con noi!”

Pike: “Hammet, ti piacerebbe venire con noi?? Non saresti male.”

“Entrare nei Leggendari Draghi Bianchi?! Non lo avrei mai detto. Non mi dispiacerebbe venire con voi. Effettivamente, non ho un vero scopo, e quindi penso che mi farebbe bene venire con voi… per adesso, almeno. In più, avrei la possibilità di uccidere maggiormente quei Fanatici di merda! Ora, hanno altri due elementi forti come quel Mahler…”

Lira: “Altri due??!! Chi sono??”

“Per anni, sui campi di battaglia, hanno dominato due Triadi… la Triade degli Assassini della Regina Agatha… e la Triade dei Demoni di Ladorak… ora, anche il Capo di Kudur, Godard l’Indovino, ha la sua Triade… la Triade delle Calamità… Mahler è la Prima Calamità, ed è soprannominato Guerra… poi, ci sono Peste e Morte…”

Natra Est

Yuggor

Era notte. Manon, uno dei Tre Demoni di Ladorak, stava accompagnando Re Nicola su una fila di scale che portavano sopra il muro di cinta che circondava la capitale, una zona dove non c’era nessuno quella notte.

Nicola: “Manon, ma dove intendi portarmi?”

“Siamo quasi arrivati, Sua Maestà… il Cardinale la sta aspettando!”

Arrivato sopra, però, Nicola trovò invece ad aspettarlo Jacob e Jamir.

Nicola: “I Tre Comandanti dei Cavalieri Neri… cosa volete da me?”

Jacob: “Sua Maestà… avremo una cosa da farle vedere con la massima urgenza… per favore, si sporga dal torrione!”

Nicola fece come gli era stato detto di fare.

“Io non vedo niente…”

In un attimo, i Tre lo circondarono.

Fu in quel momento che Nicola capì.

Jacob: “Noi siamo qui… per la sua vita!” – tirò un fendente con la sua spada al Re. Poi, lo fece Jamir. Ed, infine, Manon. Nicola era in preda al dolore più atroce, ma ebbe la forza di buttarsi giù.

Jamir: “Maledizione!!! Giù, c’è un fiume…”

Jacob: “Gli abbiamo inferto dei colpi troppo forti… a breve, morirà… ed un semplice mago bianco non basterebbe a salvarlo.”

Manon: “Il Re non ritornerà mai più dal limbo.”

Dall’oscurità, emerse il Cardinale.

“E’ morto?”

Jacob: “E’ andato tutto secondo i piani.”

“Molto bene…” – il Cardinale risparì nell’oscurità.

Jacob: “C’è qualcosa che non va… uccidere il Re è stato un azzardo anche per noi. Inoltre, non ho mai visto il Cardinale in questo stato. E’ da alcuni giorni che è diventato stranissimo.”

Jamir: “Immagino che prendere decisioni così rischiose non sia proprio il massimo per la mente umana.”

Jacob: “Il Cardinale l’ho conosco da una vita, e l’ho sempre visto mantenere un temperamento freddo e distaccato anche nei momenti più bui. Era così sia quando assassinò Re Lagore, con la complicità della Regina Agatha, sia quando tradì, a sua volta, anche quest’ultima.”

Jamir: “Mi spiace dirlo… ma può darsi anche stia avanzando la vecchiaia.”

Manon: “Può darsi… ma, può darsi anche, che sia così anche perchè qualcuno lo sta ricattando…”

Jacob: “Se è così, chiunque sia, lo spezzerò con la mia lancia!”

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** le Calamità ***


I nostri erano arrivati a Kiskana, una cittadina distante pochi giochi giorni da Forte Dantess. Hammet si era fatto costruire, da un fabbro, un’armatura bianca simile a quelle di Cid e Vlad.

 

Pike: “Barone, c’è qualcosa che non mi torna.”

Si stavano nel salone della stanza che avevano affittato.

Pratau: “Prego, parla pure.”

“Siamo al centro dell’Ovest e siamo quasi arrivati ad una delle loro basi più importanti… non è strano il fatto che non abbiamo incontrato nemmeno un’unità nemica?? Voglio dire, questa zona, doveva essere molto più sorvegliata.”

“Si, sono domande che mi sono posto anch’io in queste notti… e sono venuto a delle conclusioni. I Seguaci di Kudur hanno trasformato in zombie parecchi paesani della zona, e fanno questo da anni. Credo che, in questo momento, la Regina Agatha stia usando tutte le sue unità sul territorio per occuparsi degli zombie. Per questo, non abbiamo trovato resistenza.”

Hammet: “Da quello che ho potuto vedere, gli zombie stanno crescendo in una maniera spropositata… potrebbero causare molte perdite tra i soldati dell’Ovest in questo territorio… il problema rimangono sempre quei figli di puttana di Kudur… dobbiamo toglierli tutti di mezzo.”

In quel momento entrò Gilti.

“Ho raccolto delle notizie interessanti… pare che Re Nicola sia scomparso…” – tutti si alzarono stupiti e gli andarono incontro – “… e pare anche che il Cardinale abbia trovato già qualcun altro per rimpiazzarlo… si tratta di una figlia illegittima di Re Zekras…”

Pratau: “Sconvolgente!!”

Gilti: “… pare che questa ragazza provenga dal clan dei Byron, e che si chiami Adele…”

Cid ebbe un sussulto.

Natra Centrale

Naska

Gli strateghi di Natra Centrale erano 4 elementi. Il Duca Kleuth era uno di loro. Gli altri tre erano altri anziani ed esperti leader. Erano da mesi a dirigere le truppe, da uno stanzino povero e privo di mobili. I 4 dormivano solo la notte. Per tutta la giornata, non facevano altro che discutere e pianificare. A malapena mangiavano e si lavavano. Questo perché persone nobili nel cuore, mosse da forti ideali.

In città, stava già piovendo da una settimana. Un soldato entrò terrorizzato al cospetto dei 4.

“E’ successa una cosa gravissima… hanno eliminato tutti i nostri uomini e si sono introdotti nel palazzo dove risiedeva Re Franz!!”

Il gelo entrò nella stanza.

Duca: “Ma il Re era protetto da 300 uomini… da quanti nemici sono stati attaccati i nostri??”

“Da una sola persona…”

I 4 presero i cavalli, ed a capo di una truppa di 50 uomini, l’unica rimasta in zona, si stavano recando al palazzo dove risiedeva Re Franz. La pioggia era aumentata ed, ora, erano iniziati anche i fulmini.

Per la strada, incontrarono una marea di cadaveri; erano i loro uomini, tutti uccisi e squartati in malo modo. Così arrivarono al palazzo e lo circondarono.

Duca: “Quando uscirà il nemico, lo colpiremo!”

Dopo qualche minuto, uscì fuori dal palazzo l’invasore. Portava Re Franz in braccio. I suoi occhi non erano umani ed era circondato da un’aura viola.

Leader1: “Quella divisa verde-acqua…?! Non può essere…!!”

“Io ed il mio Principe… finalmente, siamo di nuovo insieme… quanto tempo ho dovuto aspettare… ma è finalmente giunto il momento…”

Duca: “E’ Mohosa!! E’ ancora vivo!”

L’invasore, in un primo momento, non si era accorto di essere stato circondato. Quando se ne accorse, il suo viso si deformò in un ghigno iracondo.

“Non vi permetterò di portarmi via di nuovo il mio Principe… ammirate i poteri che mi ha concesso Godard…” – dal suo corpo, si espanse la sua aura viola – “… io sono la Seconda Calamità… Peste!!””

Un bagliore viola inghiottì tutta la truppa, ed i 4 leader compresi.

Natra Ovest

I nostri erano quasi arrivati a Forte Dantess, quando erano stati raggiunti da un messaggero della loro fazione. Costui aveva indossato le ali migliori di Natra Centrale per raggiungerli in tempo.

“Ho un messaggio per voi!”

Pratau: “Di che si tratta?”

“L’attacco a Forte Dantess è annullato… inoltre, dovete tornare subito a Naska!”

I nostri, molto sopresi della notizia, fecero, da buoni soldati, prontamente marcia indietro.

Quando tornarono alla cittadina di Mizouri, Cid si fermò di colpo.

“Sento qualcosa…”

Gilti: “Di che stai parlando??”

“Sento qualcosa di magico in giro…” – si avvicinò ad un bidone e tirò fuori una palla, poco più grande di una testa umana, fatta di metallo e sporca.

Pratau: “Quella è…?!” – prese la palla e la sciacquo sotto una fontana con un panno. La pulì tutta, fino a renderla di un bianco lucente.

Maria: “Barone, è quello che penso che sia??!”

Hammet: “Di che parlate??”

Pratau: “E’ un oggetto magico… quasi leggendario… tutti i maghi lo conoscono… è un Prisma… secondo una vecchia leggenda, ci sono 7 Prismi sparsi per il mondo… si dice che, chi li raccoglierà tutti, ed andrà in un certo posto, otterrà grande potere… ogni Prisma è indistruttibile ed in grado aumentare di poco il potere magico di un gruppo… inoltre, proprio questo Prisma è chiamato il Prisma dell’Unione.”

Cid: “Quindi, secondo te, dovremo portarcelo dietro?!”

“Certo… non è nemmeno pesante… forse, un giorno potremo raccoglierli tutti.”

I nostri, qualche giorno dopo, erano in un paesino sulla riva del mare, alla ricerca di una nave da poter usare per tornare a Naska, quando vennero attaccati da una sola persona.

Tutti gli abitanti del paesino si chiusero nelle loro case.

Di fronte ai nostri, c’era un vecchio che ispirava una grande forza. Aveva una corazza verde ed una benda su un occhio.

Pratau: “E’ Doom… l’Assassino migliore di Agatha ed il guerriero più forte di tutta Natra Ovest.”

Doom: “Barone, è parecchio che non ci vediamo.”

“Doom, come mai hanno mandato solo te?? State avendo problemi con quelli di Kudur??”

“Precisamente… sono rimasto l’unico della Triade degli Assassini… gli altri due sono morti per mano della Terza Calamità: Morte. Non solo, esattamente dopo che avevate deciso di rinunciare ad attaccare Forte Dantess, quest’ultimo era stato distrutto dallo stessa Calamità. Abbiamo subito delle gravissime perdite. Sono rimasto solo io a bloccarvi ed a proteggere la Regina Madre.”

“Lasciaci andare! Adesso, non abbiamo fatto niente all’Ovest. Siamo in troppi per te… saresti più utile alla Regina Madre da vivo, in questo momento.”

“Quindi, credete di potermi battere?! Il mio potere non ha niente da invidiare ad una Calamità… Elhound!”

Un enorme essere elettrico, lanciato da Doom, andò addosso ai nostri ma fu bloccato dalla “Barrier” di Maria.

Maria: “Questa volta, ce l’ho fatta in tempo.”

Doom: “Ragazzina… non cantare vittoria troppo presto… Thunderfall” – dal cielo, scese una vera e propria bomba elettrica, che esplose. La barriera di Maria si ruppe. Anche alcune case furono distrutte dall’attacco.

Vlad: “Lui attaccare suo stesso popolo??!”

Doom: “Quando ho un obiettivo, non guardo in faccia a nessuno… Evocazione: Troll”

Dal nulla apparve un troll, era un essere umanoide alto 6 metri, grosso, panciuto ed incredibilmente forte. Era una creatura barbara e violenta, che nelle mani si trascinava un’enorme mazza ferrata.

Pratau: “Fate attenzione… Doom è l’Evocatore più forte al mondo!”

Gli Evocatori erano dei maghi specializzati nell’evocazione di mostri da altri parti del mondo od altri mondi. Nell’intero mondo, n’erano rimasti una decina, perché era una pratica molto difficile.

Il troll andò all’attacco. Quando sbatté la sua mazza ferrata a terra, creò una vera e propria scossa di terremoto. I nostri persero l’equilibrio e caddero a terra.

In un secondo momento, andarono tutti all’attacco del mostro e lo uccisero.

Doom: “Ho esaurito la mia Energia Magica… non posso fare nient’altro… ci rivedremo piccoli impiastri!” – dopo aver detto ciò, si tele-trasportò via.

Una settimana dopo, i nostri arrivarono a Naska. Entrarono nel Palazzo Reale dei Klueth e furono accolti dal Cardinale Ladorak.

Pratau: “Ladorak??! Non è possibile!!”

Ladorak: “Fermi tutti! Non c’è bisogno di sguainare le spade. Sono qui come amico.”

Cid: “Amico??!”

D’un tratto, apparve anche il Duca Kleuth.

“Vi ho fatto tornare subito… proprio perché avevo una sorpresa per voi.”

Nella sala apparirono anche Re Franz ed Adele.

“Lei è la figlia di Re Zekras… io ed il Cardinale abbiamo deciso di venire a patti in questo modo… i due si sposeranno… così da formare una nuova grande alleanza, tanto potente da distruggere l’Ovest.”

Cid ebbe un sussulto.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Cuore Matto ***


Franz ed Adele si sposarono. Così Natra Centrale e Natra Est si unirono per creare una fazione più grande e potente, che prese il nome di Natra Unita.

Sei mesi dopo il matrimonio

 

Yuggor

I nostri erano in un palazzo ad aspettare le ultime notizie. Cid era andato a fare una camminata. Due mesi prima, Cid aveva portato un altro Prisma. Si trattava di una sfera violacea. Secondo Pratau, doveva chiamarsi Prisma del Caos.

D’un tratto, entrò Gilti.

“Come aspettavamo da tempo… finalmente, è arrivato l’ordine dai piani alti… in questi giorni, partirà un’offensiva che dovrà colpire il cuore dell’Ovest. Ovviamente, noi saremo la punta della freccia di questo mega-attacco.”

Lira: “Dovrei essere contenta… eppure quest’alleanza con l’Est ancora non mi ha convinta.”

Pike: “Non c’è da pensarci troppo. L’Est era in difficoltà ed il Cardinale ha deciso di diventare nostro alleato. Non piace nemmeno a me come tipo, ma non c’è niente da fare. Lo dobbiamo accettare.”

Pratau: “Pike ha ragione… tuttavia, il Duca Kleuth è diventato molto strano, da circa 6 mesi… mi è sembrato divenire completamente un’altra persona… non lo riconosco più e non parliamo più come prima. Il vecchio Kleuth che conoscevo non avrebbe mai accettato di allearsi al Cardinale.”

Agress iniziò ad agitarsi. Puntò la sua katana verso le finestre.

Maria: “Cosa succede Agress??”

Vlad si affacciò alla finestra – “Kudur avere circondato palazzo.”

All’improvviso, si affacciarono tutti.

Hammet: “Hanno dato fuoco al palazzo… lo vogliono far crollare.”

All’improvviso, la porta si aprì.

Al Palazzo Reale

Cid era venuto lì con la chiara intenzione di vedere Adele. Erano 6 mesi che non la vedeva. I Draghi Bianchi erano stati occupati in varie missioni, operazioni ed attività varie. A lui era stato l’assegnato anche il ruolo di istruttore delle nuove reclute; i suoi allievi avevano iniziato a chiamarlo “Maestro di Spada”. In ogni caso, aveva pensato ad Adele costantemente in questi 6 mesi. Non aveva mai potuto accettare il suo matrimonio con Franz, anche se era un matrimonio solo di facciata e Franz non avrebbe mai potuto stringerla tra le sue braccia. Ora, si era trovato a passare nella residenza nei reali e ne aveva approfittato. Aveva chiesto alle guardie fuori il palazzo il permesso di poter vedere la Regina Adele. Loro avevano informato subito la Regina che Cid la Fiammata dei Draghi Bianchi, anche detto l’Ecatombe, aveva chiesto di poterla vedere. Lei aveva accettato. Cid era ora nell’immenso giardino del palazzo reale, aspettando Adele. Era sera, e l’aria era quasi fredda.

Adele uscì dal palazzo. Era con un bellissimo abito lungo bianco. I boccoli dei suoi capelli biondi erano selvaggi come quelli di un’amazzone.

Adele: “Perché mi volevi vedere?”

“Sentivo la tua mancanza…” – sentì una freccia nel cuore.

“Cid… io sono sposata… anche se non si tratta di un vero matrimonio… noi non potremo mai più…”

“Hai fatto una bella carriera… in questi mesi, ho pensato parecchio e sono venuto a delle conclusioni… io credo che siano stati i Seguaci di Kudur ad aiutarti nel tuo salto di qualità.”

“E se anche fosse?”

“Pensavo di aver fatto capire, tempo fa, che non dovevi fidarti di loro.”

“Perché dovrei diffidare da loro e fidarmi di me?? Inoltre, non sai niente di loro.”

“Se è per questo, nemmeno tu sai niente di loro.”

“Quello che so di loro mi è sufficiente…”

“Insomma, sei diventata una vera e proprio donna di ferro, a breve potresti fare concorrenza con la Regina Agatha… o, forse, ha anche tu hai tuoi dei dubbi ma vuoi comunque fingere di essere di ferro. Dopotutto, per svolgere i ruoli di Re e Regina bisogna sapersi mostrare sempre decisi e sicuri di sé, per far sentire sicuri anche i soldati ed il popolo.”

“Cid, mi ha stancato questa discussione… non intendo andare oltre…” – si girò e fece per andarsene – “… non voglio più vederti… tuttavia, ho un’ultima richiesta per te.

“Parla pure.”

“Voglio che tu smetta di fare il soldato…”

“Perché?!”

Adele corse via, dentro il palazzo. Iniziò a piovere. L’armatura bianca di Cid si sarebbe pulita un poco. Intanto, il suo cuore era distrutto.

All’improvviso, da dietro un albero, apparì Mahler.

“Tu non devi far arrabbiare la Regina Adele.”

“Chi sei tu?! Il suo spasimante?!”

Mahler estrasse la sua spada di fuoco.

“Ti ucciderò subito… nessuno ci sentirà… e nemmeno nessuno troverà il tuo corpo.”

Cid afferrò la sua spada.

“Mahler… non fai altro che rompere il cazzo… soprattutto, nei momenti meno opportuni.”

“Non ti permetterò di parlare ancora con la Regina in quel modo. I tuoi amici ora, dovrebbero essere già morti.”

“I miei amici non sono affatto morti.”

Una nebbia calò. Un secondo dopo, dalla nebbia comparirono tutti i Draghi Bianchi.

Maria: “Questa è una mia nuova magia.”

Mahler: “Noo!! Dovevate essere morti.”

Cid: “Ora che farai, Mahler?? Hai intenzione di combattere, da solo, contro tutti i Draghi Bianchi?! Senza contare che qui ci sono migliaia di soldati che possiamo chiamare in qualsiasi momento.”

Mahler: “Figli di puttana!!” – sparì nell’aria.

Pike: “Questa volta, l’abbiamo rischiata grossa…”

Lira: “Sono stati questi due ad aiutarci.”

Apparirono due persone. Cid rimase esterrefatto.

“Non può essere…?! Rosaly e Clive??!!”

Clive: “Proprio noi!”

Rosaly era la sorellastra di Cid. Era una ragazza bruna carina, con una gonna marrone.

Clive era un vecchio amico d’infanzia di Cid ed amava Rosaly. Aveva i capelli biondi, con un codino, e dei possenti muscoli. Indossava un abito smanicato.

Rosaly: “Cid, sono contenta di rivederti… abbiamo saputo che i tuoi amici erano in difficoltà e siamo riusciti a farli fuggire all’agguato che avevano preparato i Seguaci di Kudur.”

Clive: “Noi facciamo parte di un gruppo di rivoltosi… ve lo sto dicendo perché Cid, anche se non ci vediamo da parecchio, mi fido ancora di lui… è stato il nostro capo ad indicarci cosa fare… inoltre, vuole parlare a Cid ed al Barone Pratau.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** la Verità sui Seguaci ***


 

Clive e Rosaly accompagnarono Cid e Pratau dal loro capo, che viveva nei sotterranei della città, dove non arrivavano soldati e civili. C’erano una trentina di ribelli, in quel momento lì. I nostri, così, furono accolti da un uomo mascherato ed un mantello nero.

 

“Benvenuti”

Pratau: “Cosa dovevi dirci?”

“Che state servendo la parte sbagliata. I vostri superiori sono tutte marionette dei Seguaci di Kudur. Sono loro i veri antagonisti di questo continente e dell’intera umanità. Se non li fermiamo quanto prima, la Fine del Mondo si abbatterà su di noi anche prima dell’Anno Mille.”

Cid: “Io ho pensato anch’io la stessa cosa…”

Pratau: “Si, adesso anch’io sono arrivato alle stesse conclusioni… così si spiegano tante cose.”

“I nostri nemici manipolano l’intero esercito di Natra Unita… potrebbero usarlo, da un momento all’altro, anche contro di voi.”

Cid: “Sarebbe possibile sapere tu chi sei?”

“Qualcuno che conosci molto bene…” – si levò la sua maschera.

Cid: “Nicola?!!”

Pratau: “Re Nicola?!! Ma non era morto?!”

Aveva tre cicatrici in faccia ora. Una sul naso, una sull’occhio destro ed un’altra sulla guancia sinistra. Era dimagrito.

“Tempo fa… il Cardinale, per ordine di Godard, mi fece uccidere. Ma sono riuscito a sopravvivere. Fui soccorso da alcuni maghi bianchi di questi ribelli. Erano ribelli che si opponevano a me, tuttavia, non mi riconobbero subito. Mentre mi riprendevo, però, ebbi un’illuminazione e decisi, con loro grande sorpresa, di mettermi dalla loro parte. Tutti quelli che stavano qui volevano la mia testa perché mi ritenevano un Re incompetente e buono a nulla, inoltre pensavano che fossi stato io a provocare tutte quelle stragi che i Cavalieri Neri avevano provocato. Senza sapere che era sempre stato il Cardinale ad usare i Cavalieri Neri per i suoi scopi, senza nemmeno interpellarmi. Io raccontai tutto quello che sapevo agli uomini che erano qui. Ed, alla fine, riuscì a convincerli. Da quanto è nata Natra Unita, tutti qui avevamo iniziato a sentire puzza di bruciato. Io ho promesso a tutti che avremo eliminato i Seguaci di Kudur, che sono il vero Cancro del Paese. E loro mi hanno eletto come nuovo capo. Clive e Rosaly, attualmente, sono sicuramente i ragazzi più capaci del nostro gruppo. Clive, soprattutto, è arrivato al mio stesso livello come combattente.”

Cid: “Nicola… non l’avrei mai detto… ma sei tornato ad essere il Nicola che conoscevo quasi dieci anni fa.”

Nicola: “Ho smesso di bere… nemmeno un goccio al giorno… e sono tornato ad allenarmi con la spada… non voglio tornare ad essere Re… ho già avuto la mia occasione, ed ho fallito miseramente… ora, voglio solo combattere i Seguaci di Kudur.”

Entrò di corsa un ribelle. La maggior parte dei ribelli non disponeva di armature né corazze, ma solo di vestiti di cuoio, dei più svariati colori.

“Abbiamo novità… nella foresta di Bazo, i Cavalieri Neri… gli ultimi che erano rimasti… a loro comando c’erano Jacob, Jamir e Manon… sono stati tutti uccisi da una Calamità… Peste… più una decina di Seguaci.”

Cid: “Jacob, Jamir e Manon morti?!!”

Nicola: “A quanto pare si… ce lo aspettavamo anche.”

Entrò un altro messaggero.

“Finalmente, abbiamo scoperto dove si trova la base dei Seguaci di Kudur…”

Nicola: “Che cosa?!”

“Alcuni dei nostri, hanno trovato una mappa, forse l’ha persa un Seguace … su questa mappa è segnata la loro base… si tratta di un vecchio convento vicino il villaggio di Aposs.”

Nicola: “Finalmente, ci siamo riusciti… dopo tanto lavoro…”

Pratau e Cid si guardarono con uno sguardo d’intesa.

Pratau: “Nicola, ovviamente noi siamo con te… parteciperemo anche noi all’attacco. Avrai a tua disposizione l’unità militare più forte al mondo.”

“Me ne compiaccio… dobbiamo organizzare subito le truppe e prepararci quanto prima per la partenza.”

Cid: “Nicola… lì, potremo dover trovarci tutte e tre le Calamità… più Godard…”

Pratau: “Non so voi ribelli a quanto ammontate, tuttavia, immagino che avremo scarse probabilità di vittoria.”

Nicola: “Anche i Fanatici hanno avuto parecchie perdite… dopotutto, hanno attaccato briga con tutte le fazioni: Ovest, Est, Centrale, ecc. Anche voi sicuramente gli avrete inflitto delle gravi perdite… inoltre, le Tre Calamità sono spesso in movimento; forse, non le troveremo tutte e tre lì. Ma anche senza il vostro aiuto, e contro tutte e tre le Calamità, io ed i miei uomini saremo andati comunque… perché siamo pronti a morire per quello in cui crediamo.”

Il giorno dopo, i Draghi Bianchi partirono insieme ad i ribelli. Non erano venuti tutti i ribelli, ma solo quelli più giovani e forti. Erano 100 uomini, e di questi faceva parte anche Clive. Rosaly era intelligente, ma non era forte, perciò non aveva partecipato all’attacco.

Prima di partire, Clive e Rosaly si baciarono.

Rosaly: “Ti prego… cercate di tornare tu e fratellone…”

Clive: “Torneremo e festeggeremo.”

Nicola aveva uno scudo ed una spada imbevuti del potere Luce. Lo scudo lo avrebbe ben difeso da qualsiasi magia oscura. Mentre la spada avrebbe facilmente eliminato coloro che erano connessi con l’oscurità; tutti i Seguaci, chi più e chi meno, erano connessi con l’oscurità.

Clive aveva un’ascia molto potente, forgiata con un metallo quasi indistruttibile. Possedeva diverse magie di ghiaccio.

 

 5 giorni dopo

Erano quasi arrivati alla base dei Seguaci, quando si imbatterono in un enorme e vecchio castello. Era coperto completamente dal muschio.

Nicola: “Questa è la Tomba di San Nirvath… pare che nessuno sia in grado di abbattere queste mura… solo 7 Prismi, si dice, possano aprire il portone di questa costruzione.”

Cid: “7 Prismi?! Non saranno…”

Maria: “Noi ne abbiamo raccolti già 2…”

Nicola: “Avete raccolto 2 Prismi della Leggenda?! Se non dovessimo riuscire a sconfiggere quelli di Kudur, potremo provare a trovare gli altri 5 Prismi… magari, qui, potremo trovare il leggendario potere di San Nirvath.”

Un individuo si tele-trasportò dal nulla. Era vestito con una tunica bianca ed azzurra.

Hammet: “Lui è… la Terza Calamità… Morte!”

Tutti ebbero un sussulto. Anche perché molti lo riconobbero seduta stante.

Clive: “Ma quello è Yuri!!”

Cid: “Yuri… è diventato un Seguace?! Non ci posso credere…”

Pratau: “Era un Emissario della Chiesa di Nirvadia…”

Yuri: “Io non sono più il l’uomo che conoscevate…. Maestro Godard mi ha mostrato la via che arriva alle stelle… e mi ha dato il potere di raggiungerle… ho trasceso i limiti umani, com’è successo alle altre Due Calamità… per gli scopi di Maestro Godard, io ho ucciso innocenti di tutti i tipi… donne, vecchi e bambini… ormai, non sono più in grado di provare pietà… il mio cuore n’è libero… ora, sento veramente la voce del divino…”

Cid: “Yuri… noo!! Ti sei fatto vincere dall’oscurità… non dovevi… avresti potuto resistere… tu avevi la forza per farlo!”

Yuri: “Perché avrei dovuto resistere?? Ho visto il Paradiso… ed ora so tutti i suoi segreti! Sono venuto qui per avvisarvi… Maestro Godard sa già del vostro arrivo! Se persistere, morirete tutti!”

Clive: “Neanche se dovesse arrivare il Diavolo stesso… noi non ci fermeremo! Vaglielo a dire al tuo capo.”

Yuri: “… e Morte sia!!”

Scomparve in una nube oscura.

I nostri erano rimasti molto turbati da Yuri, ma proseguirono comunque il loro cammino. Altri due giorni, e sarebbero arrivati alla base.

Il giorno dopo, durante una pausa, Cid e Clive si sdraiarono vicino, sull’erba, per parlare.

Clive: “Non ci posso ancora credere che proprio Yuri sia passato con i Seguaci…”

Cid: “Neanche io… quel Godard ha il potere di tirare fuori l’oscurità nel cuore del persone… è mostruoso.”

“Potrebbe farlo anche con noi?”

“Non lo so… penso che non lo possa fare con tutti, altrimenti avrebbe già conquistato il mondo…”

“Yuri ha detto che ha trasceso i limiti umani, come accaduto alle altre due Calamità… effettivamente, tutte le Calamità hanno dimostrato di avere forza e poteri sovrumani… possibile che si tratti di un particolare sortilegio di Godard?”

“Credo di si… i Seguaci padroneggiano la Magia Proibita… li ho visti con i miei occhi risvegliare i morti e trasformare le persone in zombie mossi solo dall’odio. Non mi stupirebbe se potessero anche potenziare determinate persone.”

“Sarà una battaglia difficile… da una parte, sono pronto a morire… dall’altra, temo di rimanere Rosaly da sola…. Cid, ti prego, se io dovessi morire, prenditi cura tu di lei.”

“Non le dire nemmeno per scherzo queste cose. Sarai tu che ti occuperai di lei, quando torneremo. Perché, le Calamità potranno essere forti quanto vuoi, ma scommetto che non hai mai visto noi Draghi Bianchi combattere!”

Natra Ovest

Gadeau

Palazzo Reale

Re Gregor era seduto sul suo trono, quando venne raggiunto da un messaggero. Nella stanza, c’erano altri suoi consiglieri ed ufficiali.

“Sire” – s’inchinò il messaggero – “Natra Unita ci ha attaccato con un esercito di 3.000 uomini… tra di loro, non sembrano esserci i Draghi Bianchi… tuttavia, hanno già distrutto la maggior parte delle nostre unità… a breve, saranno qui e non siamo nelle condizioni di reggere a lungo.”

La faccia di Re Gregor si fece pallida. Anche tutti i suoi consiglieri s’irrigidirono.

Ma, poi, entrò nella grande sala la Regina Madre Agatha.

“Questo non è il momento di deprimersi…” – tutti concentrarono il loro sguardo su di lei. Nelle mani, portava una lettera.

“… il giorno che ho aspettato per quasi dieci anni… è finalmente giunto!!” – andò verso Re Gregor e gli porse la lettera, che la lesse.

Re Gregor aveva le lacrime agli occhi – “Non ci posso credere!! Finalmente, mio padre, l’Imperatore del Doppio Impero Zora-Archeo, ha deciso d’impegnarsi seriamente… ci ha mandato un esercito molto consistente… ben 10.000 soldati, saranno qui tra tre giorni!”

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** L'Oscurità di Godard ***


 

I nostri arrivarono al Convento Slate, la base dei fanatici. Era protetto da delle enormi mura e da un grande portone. Oltre a ciò, il convento era protetto da una barriera magica, che Maria riuscì a distruggere con qualche difficoltà, mentre Pratau sfondò il portone con alcune sue magie. Dal portone distrutto, uscirono 100 fantaci. Indossavano tutti delle armature gialle, con degli elmi dotati di corna che coprivano interamene il loro viso. Nelle mani, portavano spade e scudi.

I nostri, più i cento ribelli, andarono all’attacco dei cento fanatici.

Dopo un’ora di lotta, i fanatici erano caduti ma i ribelli si erano dimezzati. I nostri entrarono nel convento e trovarono passaggio che portava sottoterra.

Lì sotto c’era Godard. C’era un tempio creato nella roccia, e tutt’intorno c’era molta lava. Prima che arrivassero i nostri, arrivò il Cardinale Ladorack.

 Godard: “Tu mi hai tradito!”

“No, non è vero… non mi sarei permesso Maestro Godard.”

Yuri: “E’ stato lui a far avere ad i ribelli la mappa per arrivare qui.”

“E va bene… l’ho fatto… vi ho tradito. Io sarò anche malvagio, ma sono sempre un uomo, mentre voi siete demoni ed il vostro piano è agghiacciante. Non potrò mai accettarlo.”

Godard, con una semplice onda d’urto, fece cadere il Cardinale nella lava, uccidendolo seduta stante.

Yuri: “Io vado a Yuggor per i preparativi… andrà tutto secondo i piani.” – si tele-trasportò via.

Godard rimase da solo nella caverna, fino a quando non fu raggiunto dai nostri.

Nicola: “Godard… questa è la nostra resa dei conti…”

Cid: “Ormai, sei rimasto solo tu qui…”

Godard aveva uno scettro da mago imbevuto con l’oscurità ed uno scudo grigio enorme, che aveva la forma di una faccia da scheletro.

Godard: “Ora, finalmente posso scatenarmi… Exdus” – evocò un enorme demone bianco, alto 6 metri, con due lunghe corna e la parte inferiore del corpo caprina.

I ribelli gli andarono contro, ma furono tutti uccisi rapidamente. Il demone utilizzava dei sortilegi estremamente potenti. I nostri lo attaccarono rapidamente tutti insieme, ma il demone parò tutti gli attacchi con una curiosa barriera. Pike ed Agress riuscirono ad andargli alle spalle, ed a colpirlo lì. Ma il demone si voltò e stese i due, con un’onda d’urto. Pratau si fece indietro perché aveva finito l’energia per lanciare magie. Clive andò all’attacco, ma il demone lo stese con un pungo; nel frattempo, Gilti lo aveva colpito con qualche freccia alle sue spalle. Il demone lanciò una tale onda d’urto da spazzare via tutti. Solo Cid, Nicola, Clive, Vlad ed Hammet si rialzarono, ed andarono all’attacco. La spada di Nicola, che era imbevuta con l’elemento sacro, riuscì a passare la barriera ed accecare il mostro. Il demone s’innervosì ulteriormente e la barriera con cui si proteggeva sempre cadde. I nostri attaccarono nuovamente tutti insieme, e riuscirono ad uccidere il mostro. Poi, presero la direzione di Godard e combatterono con lui. Per aver evocato un tale mostro, Godard aveva consumato interamente le sue energie. Tuttavia, possedeva anche lui una forza e dei riflessi sovrumana. Diede una bastonata in testa ad Hammet, stendendolo. Nel frattempo, i nostri lo colpirono tutti insieme, uccidendolo.

Avevano vinto.

Una settimana dopo, i nostri erano a Naska mentre Nicola e Clive fecero ritorno a Yuggor.

Pratau: “Anche se abbiamo ucciso Godard… i Fanatici non stati ancora sconfitti. Infatti, al convento non abbiamo incontrato nessuna Calamità, questo vuol dire ora dobbiamo trovare e sconfiggere pure quelle Tre prima di poter dichiararci veramente vittoriosi.”

Gilti, dopo aver raccolto informazioni, ritornò da loro.

Gilti: “Quasi due settimane fa, Natra Unita ha lanciato un enorme offensiva a Natra Ovest. Noi dovevamo partecipare all’attacco, ma ci siamo mossi invece per andare a combattere i Seguaci. Così l’offensiva, formata da 3.000 soldati, partì senza di noi. Natra Unita era quasi riuscita ad arrivare a Gardeau, la città-fortezza, quando si trovò una sorpresa davanti… 10.000 soldati del Doppio Impero Zora-Archeo.”

Pratau: “L’Imperatore ha mandato un esercito così consistente all’Ovest?! Questo vuol dire che il Doppio Impero, in questo momento, è quasi del tutto scoperto.”

Gilti: “Si… e l’esercito di Natra Unita è stato disintegrato completamente…”

Pratau: “Dopotutto, i soldati del Doppio Impero sono i più forti di tutto il continente… un tale contingente, avrebbe eliminato anche Godard e le Tre Calamità.”

Gilti: “In pratica, a Natra Unita ora saranno rimasti solo 2.000 uomini… siamo rimasti solo noi a poter fare qualche cosa di concreto.”

Pratau: “Credo allora che dovremo attaccare l’Ovest, prima che loro attacchino noi… se non ci muoviamo ora, l’intera Natra passerà nuovamente sotto le mani di quella strega della Regina Agatha.”

Cid: “Ma Barone… secondo lei, noi potremmo fare qualcosa contro un tale esercito?”

“In campo aperto, contro di loro non avremo speranze.”

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** l'Imbattibile Esercito ***


I soldati del Doppio Impero Zora-Archeo venivano addestrati alla guerra fin quasi da bambini. A 10 anni già abbandonavano le famiglie per essere istruiti in particolari caserme. Venivano allenati a lottare, sia armati che non armati, ed a resistere ad intemperie di ogni tipo: freddo, fame, ecc. A 20-25 anni, erano già delle macchine da guerra.

 

Zora e Archeo, inizialmente, erano due nazioni a sé. Due nazioni che avevano una tradizione secolare di guerrieri e che erano perennemente in guerra tra di loro.

Un giorno però si avviarono alla pace. La principessa di Archeo, sposò il principe di Zora, quindi le due nazioni si unirono in una e nacque il Paese più forte al mondo. Da questa coppia, inoltre, nacque la futura Regina Madre Agatha.

Tuttavia, nonostante i due Paesi si fossero fusi in un grande impero, continuavano ad esserci dei conflitti tra gli abitanti delle due nazioni. La madre di Agatha, la moglie dell’Imperatore, un giorno scoprì che suo marito la tradiva e si uccise.

Agatha era ancora una bambina quando accadde. Da quel momento in poi, dovette imparare a crescere precocemente, da sola.

Quando Agatha era una bella principessa fu data in sposa a Re Lagore e divenne Regina di Natra. Da lì, iniziarono tutte le sue macchinazioni per mantenere il potere.

Il suo obiettivo principale, però, era sempre stato quello di far annettere Natra al suo Paese di nascita. Perciò, il nuovo Imperatore, che si chiamava Gorba, aveva sempre sostenuto Agatha. Quando Natra si era divisa in due, l’Imperatore si era limitato nel fornire rifornimenti vari e qualche truppa. Neanche lui aveva immaginato che la guerra sarebbe durata tanto. Dopo quasi dieci anni, l’Imperatore aveva perso la pazienza ed aveva deciso di passare alle maniere forti.

Aveva passato alla Regina almeno ¾ di tutto il suo esercito. Natra Ovest avrebbe dovuto vincere, in un modo o nell’altro.

 

I soldati del Doppio Impero erano i più forti del continente. Ed erano abili sia con le spade, sia con le lance, sia con gli archi. Tuttavia, avevano una sola pecca: erano pessimi maghi.

Pochissime loro caserme o roccaforti erano protette da Barriere. Fu così che, grazie ad una magia che rendeva invisibile di Maria, i nostri riuscirono a penetrare in profondità dell’Ovest. S’infiltrarono in molte roccaforti e poterono così distruggerle, dall’interno, tutte. Questo accadde nel giro di un mese. In questo periodo, trovarono un altro Prisma: il Prisma dell’Arcobaleno. Ora ne avevano tre. Ovviamente, restavano ancora molte roccaforti. Tuttavia, i nostri decisero di infiltrarsi finalmente a Gadeau, la capitale dell’Ovest e super città-fortezza. Maria, con un’altra speciale magia, riuscì a prendere il controllo di una piccola unità di uomini che trasportava cibo. Così i nostri, da dentro un carretto, entrarono a Gadeau ed iniziarono ad uccidere una grande quantità di nemici, fino ad arrivare al Palazzo Reale.

Nella grande sala del trono, d’improvviso, comparì Re Gregor che correva ed urlava come un pazzo. Un’ascia lo colpì e lo uccise sul colpo. Era stato Doom.

Cid: “Che diavolo sta succedendo??!”

Pratau: “Doom… perché hai ucciso il tuo Signore?”

Doom: “Questo essere non è mai stato nessuno per me… solo la Regina Madre poteva comandarmi… ed è morta…”

Poco prima, era successo qualcosa d’inaspettato.

La Regina Minea aveva portato una tazza di thè a sua madre nella sua stanza. La tazza era avvelenata ed Agatha iniziò ad essere presa da degli spasmi. Minea, intanto, aveva chiamato Re Gregor, che aveva pugnalato Agatha. Ma questo non era bastato, né ad ucciderla, né a fermarla. La Regina di Ferro si era tolta dal petto il pugnale come se niente fosse. Un attimo dopo, in preda alla furia più totale, aveva pugnalato a morte sua figlia Minea.

“… Perché… Minea…?!” – poi aveva guardato con rabbia Re Gregor, che era scappato via dalla paura.

Un secondo dopo, Doom era entrato nella stanza, mentre Agatha era caduta in ginocchio.

“… Gregor…” – era stata l’ultima parola di Agatha, prima di cadere sul corpo di sua figlia.

Doom fu preso prima da un profondo senso di tristezza, poi da una furia infernale.

Per questo, Doom aveva ucciso Re Gregor.

Gilti: “Ha ucciso il suo stesso Re… sarà condannato a morte dal suo stesso Regno.”

“A me non frega niente di Natra, del Doppio Impero e di questo povero idiota… a me, interessava una cosa sola… e l’ho persa… questa sarà la mia ultima giornata… mi sono stancato di vivere…”

Doom utilizzò così la magia più forte dell’elemento tuono: Kilifilmament. L’onda di tuono che si propagò distrusse l’intero Palazzo dove si trovavano. Ma i nostri si erano salvati grazie ad un’altra magia di Maria che rendeva intangibili per pochi secondi.

Doom, dopo aver usato una tale magia, era esausto. Così i nostri ne approfittarono per finirlo.

Fu Cid a dargli il colpo di grazia.

 Doom: “E’ finita finalmente…”

Siccome varie truppe, da tutta la città-fortezza, stavano venendo lì, per via dell’esplosione, i nostri dovettero scappare immediatamente dalla capitale.

Ora che Agatha era morta, Natra Ovest non sarebbe stata più lo stessa. Ora che aveva perso la sua testa principale, l’Ovest sicuramente sarebbe stata molto meno pericolosa. I nostri erano già riusciti a distruggere almeno metà dell’esercito mandato dall’Imperatore Gorba. Quindi, quest’ultimo non avrebbe avuto altre possibilità che lasciare l’Ovest, che sarebbe sicuramente fnito annesso a Natra Unita, e di fatto, rendendo di nuovo Natra una Nazione completamente unita, come dieci anni prima.

Palazzo Reale di Yuggor

Nel palazzo, c’era solo Re Franz e la Regina Adele.

Re Franz era seduto su una poltrona, mentre Adele gli parlava inchinata ai suoi piedi.

Adele: “Vostra Maestà… il fato è stato veramente crudele con voi… tuttavia, ci sono io per qualsiasi cosa di cui avreste bisogno.”

Era risaputo che Franz fosse privo di coscienza umana, un vero e proprio guscio senza niente all’interno. Tuttavia, Adele gli parlava spesso, come se credesse di poter infondere parte della sua anima nel corpo di Franz, ed un giorno farlo riprendere. Non lo amava come uomo, ma come disabile e persona bisognosa di aiuto.

Quella sera accadde qualcosa. Adele stava parlando come suo solito al Re, quando le candele della stanza si spenserò tutte. Adele andò per riaccenderle. Quando finì, si girò e vide Franz in piedi.

Franz era in grado di replicare tutto quello che facevano gli uomini, o quasi. Almeno due volte al giorno, Adele lo portava a camminare nel giardino. Dopotutto, stare sempre seduto non gli faceva bene.

La cosa che colpì, però, Adele fu il fatto che il Re seguiva sempre degli ordini. Se lei non gli diceva niente, lui non faceva niente. Questa volta, invece, si era mosso di sua spontanea volontà.

Non solo, ma incrociò anche le braccia.

Adele ebbe quasi un sussulto quando si accorse che i suoi occhi… erano tornati ad essere vivi.

“Re Franz…?!”

“Femmina… purtroppo per te, io non sono il tuo caro Franz.” – il tono della sua voce era decisamente diverso da quello che usava solitamente Franz.

“Chi sei??”

D’un tratto, entrò Mahler nella stanza. Adele aveva migliaia di soldati che vegliavano su di lei, eppure Mahler continuava a starle vicino quanto più possibile, anche senza farsi vedere. Ed Adele lo sapeva.

“Ho percepito un’aura anomala provenire da qua dentro… tu chi sei?? Allontanati dalla Regina se non vuoi finire male.”

Si era messo, intanto, davanti alla Regina come per farle da scudo.

“Mahler… immagino che tu non si sia stato informato di questa cosa… allora, poi ti spiegherò. La femmina non ci serve più… uccidila. Prima, però, potresti anche violentarla, se ti aggrada.”

Mahler sguainò la sua spada di fuoco – “Ma chi cazzo sei???”

“Mahler!! Tu veramente non riconosci il tuo Maestro?! E’ una cosa molto grave da parte tua!!”

Mahler si lanciò contro di lui, ma il suo obiettivo aprì un varco inter-dimensionale e Mahler cadde al suo interno.

Tutte le candele del palazzo si spenserò e tutto fu inghiottito dal buio.

“Dove hai spedito Mahler?”

“Non è morto… se è questo quello che t’interessa.”

Fu allora che Adele capì chi aveva di fronte.

“Non può essere… tu sei Godard?!”

“Esatto… ci sei arrivata finalmente… il mio corpo è stato distrutto, ma i miei sottoposti hanno compiuto una magia per farmi risorgere in questo nuovo corpo… non è la prima volta che cambio corpo.”

“Ma tu chi sei veramente??”

Annunci Occasionally, some

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** i Sette Prismi ***


Naska

Entravano nella loro base, Nicola e Rosaly.

Nicola: “I Fanatici hanno occupato Yuggor!”

Cid: “Che cosa?!”

Pratau: “Che i Fanatici non fossero stati sconfitti definitivamente era una cosa chiara… tuttavia, non pensavo che riuscissero ad occupare proprio Yuggor.”

Rosaly: “Godard è resuscitato… con lui c’è anche Yuri.”

Tutti rimasero congelati da quella notizia.

Hammet: “Ma com’è potuto succedere??”

Nicola: “I loro poteri non hanno fine… dobbiamo tornare a fermarlo… soltanto che quasi tutti i miei compagni sono morti…”

Lira: “Agghiacciante!”

Nicola: “Ho trovato questo… e pensavo che potessero tornarvi utile.”

Da un forziere che aveva rimasto dietro la porta, tirò fuori il Prisma della Terra di Cristallo. Risplendeva di luce grigia.

Maria: “Si, questo ci sarà veramente molto utile.”

Un attimo dopo, due soldati di Natra Unita chiesero di poter entrare.

Pratau: “Tre mesi fa, avevo mandato ben 100 uomini a cercare i Prismi per tutto il mondo. Ora, sono tornati… mostratemi cosa avete portato!”

I due s’inchinarono e mostrarono tre Prismi: il Prisma dei Poteri Super-naturali; il Prisma delle Nuove Stelle; il Prisma del Paradiso.

Il primo era circondato da luce verde, il secondo da luce gialla ed il terzo da luce rossa.

  

Così, i nostri, prima di andare a combattere Godard a Yuggor, andarono, con i 7 Prismi, alla Tomba di San Nirvath, dov’erano passati precedentemente per andare alla base principale dei Fanatici di Kudur.

Un portone si apri, ed i nostri entrarono. Il portone si chiuse alle loro spalle. Era completamente buio la dentro; i nostri proseguirono comunque verso un passaggio che portava nei sotterranei. Arrivarono così ad una stanza, che s’illuminò, da sola, di una debole e soffusa luce verde.

Davanti a loro, fece la sua apparizione uno spettro illuminato da luce bianca. Era sospeso in aria.

“Io sono Ariel, lo Spirito posto a guardia di questo posto…”

Pratau: “Cosa proteggi qui?”

 “… molti segreti… segreti che adesso sono tenuto a svelarvi…”

Tutti si ammutolirono.

Nirvath, su tutto il pianeta, era conosciuto come colui che mille anni prima aveva salvato il mondo, grazie ad una spada che, secondo la leggenda, gli aveva donato Dio: la Vandal Hearts. In seguito, era morto ed era stato proclamato Santo. Alcuni, tuttavia, sostenevano che fosse stato il Distruttore del Mondo, e non il Salvatore come pensavano tutti.

“… l’umanità aveva raggiunto il massimo splendore possibile. La vita si era allungata enormemente, non esisteva più il terrore della morte e gli uomini erano in grado di volare con dei veicoli speciali e di visitare anche altri pianeti. La “magia” di quegli uomini si chiamava “tecnologia”. Quando tutto sembrava andare per il meglio, però, qualcosa andò storto. La tecnologia si rivoltò contro gli stessi uomini. L’umanità rischiò l’estinzione. Tuttavia, apparve un giovane di nome Ash. Quest’ultimo veniva da un’altra dimensione e possedeva una spada magica: la Vandal Hearts.“

“Questo giovane, di lì a poco, avrebbe preso il nome di Nirvath. Costui prese a cura le sorti del mondo. Parecchi umani, tuttavia, diffidarono da lui e lo ostacolarono in ogni maniera. Nirvath si dovette macchiare le mani di sangue per portare a termine la sua missione…”

“… molti anni dopo… quando il suo nome ebbe raggiunto ogni parte del mondo… decise d’inscenare la sua morte… questa è la sua tomba, ma il suo vero corpo non è qui.”

Lira: “E dov’è? Che fine fece Nirvath?”

“… voi lo avete conosciuto con il nome di Godard!”

Un sussultò generale s’infranse sui nostri eroi.

Pike: “Non è possibile…”

Hammet: “Nirvath è Godard?! Questo vuol dire che è immortale…”

“… Nirvath si avvinò alla Magia Proibita e trovò il segreto per vivere in eterno… voi eravate riusciti ad ucciderlo, poco tempo fa… ma lui aveva fatto preparare, dai suoi uomini, un rituale speciale per potersi appropriare immediatamente di un altro corpo. Presto, dovrete affrontarlo di nuovo… e questa volta sarà molto più forte che in passato… senza contare che ha ancora le Tre Calamità alle sue dipendenze.”

Maria: “Allora, come potremo vincere? La leggenda dei Prismi dice che qui c’era qualcosa di utile…”

“… qui dentro, Nirvath, lasciò qualcosa di molto speciale… ovvero la sua spada. Per la pace e prosperità dell’umanità, io vi dono la Vandal Hearts!”

Lo spirito scomparve, ed al suo posto comparve una grande spada, dalla lama verde.

La spada raggiunse immediatamente Cid.

Vlad: “Ti ha scelto…”

Tutti s’inchinarono davanti a Cid.

Cid: “Questo… è l’arma più forte al mondo… lo sento.”

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** la Spada Leggendaria ***


A Yuggor, metà della popolazione era morta e l’altra era stata trasformata in zombie. Anche i soldati di Natra avevano fatto la stessa fine.

Cid: “E’ il momento di ripulire questa città… Minus!!”

Dalla spada magica, si espanse un’aura d’energia verde che s’ingrandì fino a raggiungere tutta la città. Tutti gli zombie tornarono umani e caddero privi di sensi.

Pike: “Incredibile, Cid ha sconfitto decine di migliaia d’individui con un solo incantesimo!!”

Lira: “La potenza della Vandal Hearts… con quella vinceremo sicuramente.”

Pratau: “Andiamo al palazzo reale… Godard si dovrebbe trovare lì.”

 

Sulla lunga scala che portava al palazzo reale, trovarono 50 Seguaci ad aspettare i nostri. Erano stati trasformati in uomini-bestie ed erano più forti dei normali Seguaci. Cid tagliò in due, con un solo colpo, un Minotauro. Dopo poco, i nostri avevano vinto e proseguirono nella salita.

Hammet: “Cid… quella spada… quali sono i suoi poteri?”

Cid: “Ne ha parecchi… lo sento… ma ancora li devo scoprire tutti. Quando mi trovò in una certa situazione, sento la spada consigliarmi cosa fare.”

Arrivarono al palazzo reale, ma Godard non c’era. C’era solo Yuri.

Yuri: “Ma quella spada…?!”

Cid: “Redemptio!!”

La luce verde partì dalla spada ed invase l’intera sala, colpendo anche Yuri.

Yuri: “Che cosa mi hai fatto?!”

Cid: “Senti bene il tuo corpo… dovresti sentirti nuovamente un cuore in mezzo al petto.”

Yuri: “Ma che diav…?!”

Maria: “Cid, cosa gli hai fatto?? Sembra strano!”

Yuri: “Maledizione, non è possibile…”

Cid: “Dimmi Yuri… vuoi ancora ostacolarci e servire Godard?!”

“… no!”

Pratau: “Non può essere… Cid l’ha…”

Cid: “L’ho fatto tornare un normale essere umano. Godard lo aveva invaso con le tenebre; io, in questo momento, l’ho liberato completamente da quelle stesse tenebre. Questo è potuto accadere perché nel suo cuore albergava ancora una goccia di bene. Senza quella goccia, ti avremo dovuto uccidere, Yuri!”

Yuri andò in ginocchio ed iniziò a sbattere la testa sul terreno.

“Godard… mi ha fatto uccidere migliaia di persone… non posso sopportarlo! Non posso vivere con un tale tarlo nel cuore!”

Cid: “Yuri… tu non hai ucciso nessuno… è stato Godard a trasformarti in un’altra persona… ma ora sei tornato ad essere quello che eri. Invece di commiserati, sarebbe il caso che tu ci dia una mano contro colui che ti ha trasformato in un mostro.”

Yuri: “Farò qualsiasi cosa per aiutarvi… a costo della mia vita… ma quella spada??”

“E’ la Vandal Hearts… la leggendaria spada che fu di Nirvath… Godard non è nient’altro che Nirvath…”

“Godard è Nirvath?! Non è possibile! Lui stesso mi disse che Nirvath era stato il Distruttore del Mondo…”

Gilti: “Stava giocando con la tua mente… le sue capacità persuasive fanno paura.”

Cid: “Yuri… dov’è Adele?”

“E’ sopra, sul tetto.”

Cid salì sul tetto e trovò, effettivamente, Adele; la quale era in procinto di buttarsi nel vuoto.

Cid: “No, Adele!! Non fare stupidaggini… va tutto bene. E’ tutto finito! Scendiamo insieme.”

“Lo avevi detto tu, Cid… non ero nient’altro che la loro marionetta… Godard mi ha usato per i suoi scopi… se ha potuto compiere tutte quelle atrocità è stata anche colpa mia… io ho permesso che facesse tutte queste cose… l’avrei dovuto capire fin da subito… tutto questo, forse, non sarebbe successo.”

Apparì anche Yuri.

Yuri: “Adele… Cid ha trovato la leggendaria Vandal Hearts… quella spada hai dei potenti poteri… mi ha illuminato con la sua luce e mi ha fatto tornare com’ero primo che incontrassi Godard. Anch’io mi sento tremendamente in colpa per aver servito ed ucciso per quel demonio, tuttavia, non ero io. Godard ci ha usato e manipolato tutti per i suoi scopi. Per questo, dobbiamo tutti unirci per sconfiggerlo!”

Adele: “Yuri… non credevo che saresti tornato umano!! Sono felice per te. Tuttavia, io sono molto stanca. Ho visto morti per tutta la vita; sono stanco di combattere; più vado avanti, più la vita diventa dura.”

D’un tratto, apparì anche Clive.

Clive: “Adele… sono io Clive. Non ci vediamo da quanto eravamo ragazzini. Ti ricordi di quei periodi? Giocavamo sempre insieme. La guerra, purtroppo, ci ha divisi. Ma ora possiamo tornare tutti quanti insieme. Possiamo costruire un futuro migliore. Adele… tu non sei sola… ci siamo ancora noi con te. Noi possiamo stare di nuovo insieme… e combattere… insieme.”

Le parole di Clive parvero far riprendere Adele.

“Va bene… potrò tornavi utile come maga… andiamo a finire quel mostro!”

Giù, era arrivato anche Nicola, insieme a Rosaly.

“Godard ha raggiunto la Cattedrale di Nigran, a Nirvadia.”

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** la Fine del Mondo ***


Nirvadia

Cattedrale di Nigran

 

La cattedrale era una delle costruzioni più imponenti di sempre. Al suo interno, da secoli, venivano incoronati i Re di Natra.

Di notte, i Draghi Bianchi, più Yuri, Nicola, Clive, Adele e Rosaly giunsero alla cattedrale. Adele era armata di scettro ed era una buona maga; Rosaly, tra tutti era ampiamente la più debole, tuttavia, se la cavava con l’arco e voleva essere d’aiuto.

Qui, trovarono Mahler a capo di trenta Seguaci.

Adele: “E’ stato stregato da Godard… non è più lucido… lo vedo da qui.”

Cid: “In questo caso, mi occuperò io di lui, mentre voi vedetevela con gli altri.”

Cid prese la direzione della Calamità. Intanto, gli altri abbatterono facilmente i Fanatici.

Cid, dopo essere arrivato vicino Mahler, lo purifico completamente.

Mahler: “Cosa è successo?”

Cid: “Ti ho liberato da ben due incantesimi… il primo è quello per cui Godard ti aveva reso suo schiavo, l’altro riguarda l’oscurità nel tuo cuore…”

Adele raggiunse Mahler e lo abbracciò.

Cid: “… anche tu, come Yuri, un tempo eri un normale essere umano… poi, Godard avvicinò anche a te alle tenebre… ora, se nel tuo cuore non ci fosse stata una goccia di bene, non saresti mai tornato un umano.”

Pratau: “Mahler… cosa sta facendo Godard in questa cattedrale?”

“Io non lo so… so solo che si trova nei sotterranei… ma dovete fare attenzione alla Calamità che è rimasta…”

Yuri: “Stai parlando di Mohosa?”

“Lui è diverso da me e Yuri. Quando Godard lo ha potenziato con le sue tenebre, lui era già connesso con quell’oscurità. E’ successo che i suoi poteri, col tempo, sono cresciuti a dismisura… finendo quasi per raggiungere quelli di Godard. Attualmente, Mohosa è la Calamità più forte e pericolosa…”

Un’esplosione distrusse la cattedrale. I nostri caddero ma si rialzarono subito.  Una creatura era uscita dalla cattedrale, distruggendola dall’interno. Davanti a loro, era apparso un enorme Drago.

Cid: “E’ Mohosa… lo riconosco…”

Il drago era di un colore marrone scuro ed aveva due grandi ali.

Dalla sua bocca partì una potentissima onda di fuoco. Per poterla parare, si dovettero unire le Barriere di Maria ed Adele. Tutti gli altri contrattaccarono nello stesso momento. Ma il drago sopravvisse.

Cid corse velocissimo verso il mostro, poi saltò altissimo e colpì con la sua spada il cuore della bestia. Dopo pochi secondi, il corpo del mostro si dissolse completamente.

I nostri proseguirono in un passaggio verso i sotterranei, fino a quando non si trovarono faccia a faccia con Godard, nel corpo di Franz. Si trovavano in una grande caverna; erano quasi al buio ed a terra c’era solo sabbia. Godard questa volta aveva un abito rossastro ed era diventato più forte, rispetto l’ultima volta in cui lo avevano combattuto.

Nicola: “Siamo arrivati alle battute finali.”

Godard: “Cid… nelle tue mani, vedo una spada che un tempo era stata mia. Ma sappi che non ti basterà… sto risvegliando un Essere molto più forte e pericoloso.”

I nostri si gettarono tutti al suo attacco.

Gordad: “Ultimatum!” – dal suo corpo, partì un’onda d’urto che stese tutti, tranne Cid. La sua spada lo aveva protetto.

Il nostro eroe, con in mano la spada leggendaria, si diresse come un razzo verso il suo acerrimo nemico. Saltò in aria e cerco di colpirlo, ma quest’ultimo schivò la spadata e contrattaccò con un poderoso pugno, rompendo due costole a Cid e scaraventandolo a diversi metri di distanza.

Godard: “La mia forza ha raggiunto livelli divini… dopo averti sistemato, raderò al suolo questo pianeta.”

“Non te lo permetterò…” – si rialzò e le costole gli si aggiustarono da sole, quindi corse di nuovo verso il suo obiettivo, questa volta ancora più veloce di prima – “… GOOODAARDDDD!!”

Questa volta, Cid riuscì a colpire Godard con un suo fendente, prendendolo al torace. Il corpo non fu tagliato in due perché non era più un corpo umano normale, tuttavia, si aprì un enorme squarcio sulla sua veste e la sua pelle.

Godard: “… non hai ancora visto niente…” – ridendo, si lasciò cadere nella sabbia. La caverna iniziò a tremare, e dopo pochi secondi, uscì un enorme mostro dalla sabbia. Era una creatura molto più grande del drago in cui si era trasformato Mohosa; un mostro dalla forma indefinibile.

Cid: “Così… questa è la sua forma finale. Ebbene, non potrò battere un tale Essere da solo. Ho bisogno dei miei amici… Reditus!”

Tutti i compagni di Cid si rialzarono.

Cid: “Questa è la vera resa dei conti… andiamo!”

“Io vedo tutto… percepisco qualsiasi cosa… sono diventato un Dio…”

I nostri lo attaccarono tutti insieme, ma il mostro dalla forma indefinibile sembrava intangibile e nessun attacco sembro ferirlo veramente.

Mahler: “Il suo punto debole è il suo cuore… ma il suo cuore non è nel suo corpo… dovremo trovarlo.”

Cid: “Forse, ho capito dove si trova…” – si tuffò nella sabbia. D’improvviso, si trovò a nuotare sott’acqua. L’unica luce veniva dalla sua spada. Il giovane eroe scese per decine di metri. A breve, sarebbe morto affogato. Ma, poi, Cid trovò il cuore del mostro. Si trattava di un organo grande quanto una casa. Gli conficcò la sua spada all’interno, distruggendolo, ma la sua spada si spaccò e si frantumò in mille pezzi.

Cid risalì di nuovo, fino a raggiungere la superfice. L’enorme mostro precipitò nella sabbia da dov’era comparso.

“NOOO…. E’ TUTTO PERDUTOOO!!”     

Il mostrò sparì per sempre.

Adele: “Abbiamo vinto!!”

Un terremoto iniziò a percorrere l’intera caverna.

Yuri: “Nooo… non è ancora finita!”

Godard, o quello che rimaneva di lui, uscì fuori di nuovo dalla sabbia. Era poco più alto di un uomo normale, ma le sue fattezze erano a metà tra un uomo ed una bestia. Sembrava ferito gravemente ed era in preda al dolore ed alla rabbia.

Intanto, le scosse di terremoto continuavano.

Maria: “No!! E’ tornato!”

Clive: “E’ immortale…”

Hammet: “Quante volte dovremo ucciderlo ancora?!”

Pratau: ”No… questa è la sua ultima forma… sta morendo ormai… dobbiamo dargli solo il colpo di grazia.”

Cid: “Andate via! Se rimaniamo tutti qui per finirlo, finiremo uccisi tutti sotto le macerie… lasciatemi da solo qui! Gli darò io il colpo di grazia.”

Godard creò una palla di fuoco e la lanciò sui nostri. Nicola porse la sua spada a Cid, che bloccò il colpo nemico.

Cid: “Correte via… vi raggiungerò subito.”

I compagni di Cid decisero di proseguire verso l’uscita della caverna.

La spada che Cid aveva ricevuto da Nicola era imbevuta del potere dell’elemento Sacro.

Venti minuti dopo, i nostri erano preoccupati ad aspettare fuori dalla caverna. Finalmente, arrivò Cid.

“Non pensavate che potessi morire così facilmente, vero?”

Tutti gli andarono incontro. Alcuni lo abbracciarono.

“Comunque, in realtà, sono stato salvato da qualcuno…”

Venti minuti prima

Nella caverna

Cid stava combattendo contro quello che rimaneva di Godard.

Godard: “Io mi impossesserò del tuo corpo… non è ancora finita… non finirà mai.”

Ma, all’improvviso, s’immobilizzò.

“Cosa mi succede?! C’è una forza che mi si oppone…”

Fu in quel momento che Cid vide il fantasma di Re Franz alle spalle del mostro.

Cid: “Non può essere…?!”

“Ragazzino… non ci provare nemmeno!”

Re Franz: “Prode guerriero… per favore, dai il colpo di grazia a questa creatura dimenticata da Dio. La sua anima è stanca… ha vissuto fin troppo.”

Cid: “Come lei comanda, Vostra Maestà.”

Finalmente, riuscì a dare il colpo di grazia alla creatura. Il fantasma si congedò con un “grazie” e sparì nel nulla.

 

Adele: “Re Franz ti ha salvato?! Stupefacente!!”

Gilti: “Ora che è caduto Godard, credo che per noi si prospetterà un lungo periodo di pace.”

Pratau: “Temo di no! E’ andata distrutta la Cattedrale di Nigran, che era il simbolo della religione di San Nirvath… ho idea che questo sarà l’inizio di tutta una nuova serie di conflitti, purtroppo…”

 

Come il Barone Pratau aveva immaginato, la caduta della Cattedrale causò altri battaglie. Il Doppio Impero e Vernantze si dichiararono guerra a vicenda, e i conflitti si allargarono a tutto il continente di Rognant.

Una cosa era certa: il tempo degli Dei e dei Diavoli era finito.

 

Barone Pratau. Per aver fallito di riunificare Natra, provò ad suicidarsi, fallendo. Dedicò il resto della sua vita ad occuparsi di un Paese ferito ancora profondamente. Purtroppo, finì ucciso da dei terroristi.

 

Lira. Posò le armi, per diventare un’infermiera e potersi occupare delle persone bisognose, tra cui vecchi, feriti e bambini. S’innamorò di un artista, che gli dedicò un quadro, che divenne molto famoso. I due, poi, si sposarono.

 

Pike. Si scoprì un abile uomo d’affari ed aprì tutta una serie di taverne, accumulando una grossa ricchezza. Tuttavia, un giorno perse tutto al gioco e fu aiutato da sua moglie…

 

Maria. Sposò, sorprendentemente, Pike e passò tutta la sua vita a tirare fuori da guai suo marito. Ebbero molti figli.

 

Hammet. Anche dopo la morte di Godard, il suo spirito vendicativo non si era ancora dissipato. I demoni continuavano a perseguitarlo di notte. Continuò a dare la caccia ai Fanatici che rimanevano, uccidendoli tutti senza pietà. La sua ira ebbe modo di placarsi solo un giorno; quando, tra le braccia di un Fanatico che aveva ucciso, riconobbe un neonato dai capelli biondi. Quel giorno prese con sé il neonato e non uccise mai più altri esseri umani. Lui ed il suo figlio adottivo si ritirarono sulle montagne.

 

Vlad. Ritornò nella sua isola d’origine e divenne il capo dei ribelli che si opponevano al duro regime di Vernanzte, che aveva imposto fino a quel momento a quell’isola. Dopo la sua morte, che avvenne per vecchiaia, fu ricordato come l’eroe che aveva liberato la sua isola natia e gli fu dedicata una statua di cinque metri.

 

Gilti. Divenne un noto poeta e cantastorie. Si sposò, formò una buona famiglia ed ebbe una vita felice. Tuttavia, molti anni dopo, da vecchio, un giorno scomparve e non se ne seppe più niente.

 

Agress. Dopo la caduta della Cattedrale, scomparve nel nulla. Molti anni dopo, iniziarono a circolari voci di persone che l’avevano vista tra le fila dei Cavalieri Nomadi, dei guerrieri che venivano dall’Oriente e che in seguito avrebbero conquistato una buona parte del continente.

 

Dieci anni dopo

Una foresta fuori il nuovo villaggio di Polata

Un uomo era steso su un albero. Aveva un po’ di barba incolta; i capelli riuniti in un codino; un mantello ed una bandana viola scuro.

Una coppietta camminava nella foresta. L’uomo aveva i capelli e la barba biondi, la donna era bruna e carina.

“Non può essere…?!” – disse l’uomo. I due riconobbero l’uomo, e lui riconobbe loro.

Rosaly: “Fratellone!”

Clive: “Cid… cosa ci fai qui?”

L’uomo si alzò, sorridendo – “Non sapevo che vi eravate trasferiti qui… sono qui semplicemente di passaggio.”

Rosaly: “L’ultima volta che ci eravamo visti, è stato sette anni fa… al nostro matrimonio.”

Clive: “Mi dispiace per Adele… alla fine, decise di sposare Mahler…”

Cid: “Si, alla fine, sono riuscito a superarlo… ho riscoperto la bellezza e la pace di vivere da soli e liberi… da piccolo, era il mio sogno… te lo ricordi, Clive?”

“Come potrei dimenticarlo… è passato così tanto tempo… ma sono cose che ti rimangono impresse per sempre.”

Rosaly: “Ma cosa hai fatto tutto questo tempo? Non sarai tornato a fare il bandito??”

“Noo, niente bandito. Ho viaggiato, un po’ per tutto il continente. Quando si viaggia, non si finisce mai d’imparare cose nuove. Mi porto dietro ancora la mia spada, ma raramente mi è servita in questi anni. Forse, la pace è effettivamente, arrivata… dopotutto.”

Clive: “Hai saputo di Yuri?? Sei anni fa, fondò una nuova Chiesa… da allora, è diventato Papa… chi l’avrebbe mai detto?!”

“Sono felice per lui… ditemi una cosa… voi due, siete felici?”

Rosaly: “Certo che lo siamo… ed io sono anche incinta.”

“Ne sono felice… tuttavia, ora devo andare… mi occupo di commercio e devo andare a trattare con un mercante qui in zona… vi prometto che vi verrò a trovare in seguito.”

Cid abbracciò entrambi.

Clive: “Stammi bene.”

Rosaly: “Ti voglio bene, fratellone…”

Cid salì sul suo cavallo e partì alla riscossa. Dietro di lui, c’era il tramonto.

 

The End

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3755005