Il mondo in una mano

di valechan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Il mio obiettivo. Il nostro obiettivo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- L’infortuno ***
Capitolo 3: *** Capitolo- Worthless Pride. We are stronger ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- In Nazionale, ancora insieme. Oikawa in azione ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- Sconfitte di vita e vittorie in campo? ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- Le strade difficili ***
Capitolo 7: *** Incidente ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Il mio obiettivo. Il nostro obiettivo ***


Eccomi di ritorno con una nuova IwaOi.


Perché un legame speciale, basato sul sentimento più vero e non sull’odio o sul sesso, va diffuso in ogni dove. Ringrazio chi leggerà ancora una volta su una delle coppie più speciali e vere della serie.

 

Il mondo in una mano


Capitolo 1- Il mio obiettivo. Il nostro obiettivo

 


Terzo anno di scuole medie. Avevano perso ancora una volta. Contro quel dannato Ushiwaka.
Ushijima Wakatoshi. Il primo muro che doveva abbattere per arrivare in cima.
No, che dovevano abbattere.
Oltre a quel piccolo genietto del suo kouhai, Kageyama Tobio, che si era ritrovato davanti all’improvviso in squadra, c’era ancora quel grosso e odioso muro.
Oikawa lo fissò con astio, che aumentò vedendo l’impercettibile sguardo dell’avversario. Aveva voglia di colpirlo, come non aveva fatto con Tobio, sempre grazie solo a lui. Ma aveva capito, e lasciò perdere.
Non si sarebbe abbattuto come aveva fatto in precedenza con Kageyama, no, stavolta no.
Dietro di lui, avvertiva la presenza della sola persona che gli era sempre stata accanto, quella per la quale doveva la sua passione per quello sport e quella che gli aveva impedito di fare qualcosa di cui (forse) si sarebbe pentito e che gli sarebbe costata cara.
Iwaizumi Hajime, il suo migliore amico e compagno di una vita.
Lo fissò di sottecchi, anche lui aveva i pugni serrati dalla rabbia. Ma si sarebbero rifatti.
Lo avrebbero battuto, quell’odioso Ushiwaka.



 

 


“Iwa-chaaaaaan tu quale scuola superiore sceglierai?” gli aveva chiesto tempo prima Oikawa
Molti volevano ingaggiarlo, volevano lui per la sua bravura. Si era sentito profondamente offeso quando un giorno gli si erano proposti quelli della Shiratorizawa, avendo già letto sui giornali che quel maledetto avrebbe continuato in quelle scuole superiori. Rifiutò con uno dei suoi sorrisi più falsi e gettò via i moduli come fossero appestati, come qualcosa di disgustoso.
“Come se lo venissi dire a te, Shittykawa!” fu la pronta risposta dell’amico.
“ Dimmelo, Iwa-chan. Perché io ho deciso”
“Ah?” chiese sorpreso il ragazzo
“Andrò nella stessa scuola di Iwa-chan” fece la sua solita linguetta, per poi riprendere il suo cipiglio serio “ siamo in due a dover vincere contro Ushiwaka dopo tre anni di sconfitte. Qui se la caveranno con Tobio-chan, almeno credo. Quel ragazzino è così stupido”
Iwaizumi rimase interdetto. “ Puoi scommetterci. Ma non venire a piangere da me, se poi  l’Aoba Johsai non fa per te, Kusoikawa. Spera che non te lo ritrovi all’università, Ushiwaka”
“ RUDE IWA-CHAN!” sbraitò sgomento e disgustato l’alzatore “ e non lanciarmi una maledizione simile! Non voglio!”
La discussione si chiuse lì e i due si iscrissero al liceo Aoba Johsai.
I due, però, non sapevano che dentro di loro qualcosa iniziava a cambiare…



 

Con loro, il motto “ governa il campo” divenne concreto. Anche se la Seijo, così era abbreviato il nome, si ritrovava sempre a perdere contro la Shiratorizawa e non aveva mai partecipato ai  Nazionali, la squadra divenne in breve tempo famosa.
E a dare lustro fu anche l’ingresso di Oikawa Tooru, a cui era stato dato l’anno prima il titolo di miglior alzatore delle scuole medie.
Fu al loro terzo anno che le cose cambiarono. Oikawa lo pensò e ghignò appena messo piede nella scuola.
Quell’anno, oltre a Ushiwaka, avrebbe voluto battere anche il suo caro, dannato kouhai, Kageyama Tobio, entrato anche lui al liceo.
“Sei irritante, Shittykawa! Levati quel ghigno dalla faccia! Ti pesto!” disse Iwaizumi, prendendolo a calci e facendo sbattere contro gli armadietti.
“Il mio bellissimo viso! Rude Iwa-cha…” non terminò la frase, sotto l’occhiata di fuoco dell’Asso.
“ Se non vuoi che ti tiri questa palla in faccia muoviti a cambiarti, Kusoikawa” disse perentorio, iniziando a cambiarsi.
“Iwa-chaaaaaaan!” si lamentò l’alzatore
Non gli importava di quell’amichevole persa a causa del suo riposo forzato. Il suo infortuno alle medie (come dimenticarlo) si era aggravato con gli anni e doveva portare il tutore. Il medico gli aveva dato proprio qualche giorno di riposo, ma non gli interessava. Non sarebbe stato soddisfatto.
Lo avrebbe battuto sul campo in una partita ufficiale.
Arrivarono così gli Inter-high.
E riuscì a batterlo, Tobio.
“Tobio… con i tuoi progressi, arriverà il giorno in cui mi batterai… ma quel giorno non è oggi.”
Oikawa se ne era reso conto: il suo kouhai lo avrebbe superato, come un allievo che supera il maestro.
Lui odiava i geni, e quel piccolo genietto lo irritava, ancor più se era la sua fonte di ispirazione.
Adesso era il momento di vederselo con quel muro viola che da sei anni a questa parte tentava di abbattere senza successo. Era riuscito a capirlo, Tobio, e al momento contava solo questo.
La persona che più voleva battere non era lui. La persona che più odiava al mondo, e che mai aveva apprezzato, non era lui. Odiava i geni, ma se c’era un pregio che concedeva a Tobio era quello di fare alzate assurde. Lo ammetteva candidamente, di non poterle fare.
Ora doveva però battere la Shiratorizawa.
Però…
23 a 25.



 

“Tutte le nostre strategie, tutti i nostri schemi… spazzati via dalla semplice forza bruta”.
Fu questo che pensò Oikawa, ancora una volta sconfitto. Ancora una volta, il muro non aveva ceduto.
Negli spogliatoi, tra le lacrime, i giocatori si facevano forza. Oikawa rimase immobile, e ad attenderlo, Iwaizumi, come sempre.
“Aaaaah siamo patetici, Iwa-chan. Ushiwaka-chan ci ha battuti ancora” disse con quel suo sorrisetto falso.
Quel sorriso che ad Iwaizumi non solo non piaceva. Lo irritava oltre ogni limite.
“Vedi di non compatire nessuno e smettila “ sentenziò fissandolo a braccia incrociate
“Ma è vero! Quanti anni sono che ci batte?” commentò di rimando l’alzatore
Non si stava abbattendo, ma era una realtà che li avesse battuti ancora.
Iwaizumi a grandi falcate si avvicinò all’amico e lo prese per il colletto, fissandolo con collera.
“ Non dire stupidaggini o ti picchio! Abbiamo battuto Kageyama per adesso. Ci rifaremo al torneo di primavera. Quindi adesso alza il culo e preparati. Hai bisogno di dormire, Shittykawa”
Oikawa lo fissò negli occhi. Anche il compagno era frustrato, quella stretta glielo diceva chiaramente.
Lo allontanò, piano, poggiandogli una mano sul pugno. “ Si, si, va bene, Iwa-chan”
Tornarono a casa affranti e desiderosi di riposo.
Oikawa stentò a dormire, e iniziò a fissare la luna.
“ Dannato Ushiwaka… dannato infortunio…” sussurrò appena.
Il suo segreto delle medie, ancora rinchiuso nel suo cuore.
Non sapeva che anche il suo Asso ne serbava uno, di segreto…





Iwaizumi era ancora più frustrato. Così frustrato da tirare un pugno al muro della sua stanza.
Dovevano battere Ushiwaka, e lo avrebbero fatto quell’autunno.
Si sarebbero ritrovati contro quel piccolo genietto di Kageyama, che stava cambiando grazie a quel piccoletto dai capelli arancioni.
Lo avrebbero battuto, e poi avrebbe dischiuso quel piccolo segreto che si portava dentro da un po’.



 

 

Oikawa, prima di addormentarsi, ripensò all’infortunio che gli aveva cambiato la vita…

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- L’infortuno ***


Capitolo 2- L’infortuno

 

Oikawa e Iwaizumi sono stati insieme fin dalla nascita.
La famiglia Oikawa abitava in quella zona di Miyagi da molto, con la loro bambina.  La signora Oikawa era, però, incinta di un maschietto.
Non molto tempo dopo la notizia della gravidanza della donna, nel vicinato, a solo un isolato di distanza, si trasferì la famiglia Iwaizumi.  Come da usanza, andarono qui a salutare i vicini portando dei doni. Se i due uomini fecero subito amicizia, le due donne si trovarono subito affini:  anche la signora Iwaizumi era in attesa di un bambino.
Quando i bambini nacquero, decisero di comune accordo di chiamarli Hajime e Tooru. “Fine”  ed “ inizio”. Volevano che crescessero  insieme.
Era incredibile come i due bambini, fin da subito, fossero compatibili. Ancora neonati, sembrava sempre come se quando il piccolo Tooru piangesse, Hajime si muovesse, stentando, verso di lui, gattonando un po’… finendo sempre per ruzzolare e unirsi ai pianti dell’amico!

 

 

I bambini crebbero insieme, tra Hajime che cacciava coleotteri e Tooru, che sulle prime era un bambino un po’ impacciato.
Una volta, un Hajime febbricitante, in pieno inverno, ricevette la visita dell’amico, che per farlo sentire meglio aveva tentato di superare ( per quanto poteva) la paura dei coleotteri e gli aveva regalato un bel cervo volante appena catturato.
Hajime apprezzò il gesto, notando subito i vari cerotti del compagno di giochi.
Al secondo anno di elementari, per i suoi sette anni il 10 giugno, Hajime ricevette in regalo dai genitori un pallone, e da Tooru un dinosauro, quella che divenne la sua prima grande passione.
Quello stesso giorno, la sorella maggiore di Tooru stava guardando una partita di pallavolo e Hajime rimase incantato a fissare lo schermo, insieme all’amico.
Il giorno dopo, Hajime, mentre aspettava Tooru al parco per giocare, vide dei bambini più grandi giocare a pallavolo, e da lì nacque la sua passione.
Tenne quella passione segreta solo per sé, per qualche mese. Il suo amico si divertiva a prenderlo in giro sulla sua passione per dinosauri e coleotteri, così decise di diventare bravo almeno un po’.
Dopo qualche mese, anche Tooru giocava estasiato con quel pallone.

 

Al terzo anno di elementari, Tooru iniziò ad essere l’oggetto dell’interesse di alcune bambine. Ancora inconsapevole, si lasciava, però, trascinare dall’amico nei vari giochi con i compagni.
Al quarto anno, Tooru scoprì la passione per le stelle, lo spazio e soprattutto gli alieni. E da lì, iniziarono le prese in giro divertite da parte di Hajime.
L’estate di quell’anno, particolarmente torrida, vide Hajime decidere di fare un regalo speciale al suo amico. Cercò ovunque un buon posto, e alla fine lo trovò.
Il 20 luglio, Hajime trascinò via Tooru dopo la festa con i rispettivi amici, sotto i sorrisi divertiti dei genitori. Lo portò su una piccola collinetta, una strada tutta in salita, tutta in periferia. Ma ne valeva la pena.
Era uno degli spazi verdi della città e la vista delle stelle da lì era mozzafiato.
Inutile dire che il bambino ne fu molto felice.
L’insicurezza di Tooru non durò che pochi anni. Iniziò a sbocciare, e anche le mamme lodavano il suo essere carino, così imparò a godere delle lusinghe.
Al sesto anno di scuole elementari, se Hajime era l’idolo dei ragazzi per il suo carattere forte, Tooru aveva imparato a rifiutare i giochi delle bambine senza però rifiutare le loro attenzioni.
Fu così che iniziarono le scuole medie.

 


La Kitagawa Daiichi era famosa per avere una delle migliori squadre di pallavolo della prefettura, e i due ragazzi decisero di iscriversi.
Da quell’anno, si ritrovarono davanti l’avversario che avrebbero avuto sul loro cammino per moltissimi anni.
Le medie Shiratorizawa e Ushijima Wakatoshi.
Il primo anno si impegnarono a fondo, tra allenamenti duri e partite. Ma persero.
Il secondo anno, divenne una scena comune alla Kitagawa vedere Tooru, appena diventato alzatore titolare, gettare via iracondo ogni singolo numero del magazine sportivo.  Ushijima era stato scelto per la Nazionale under 15. Ogni volta che ne gettava uno, si poteva vedere un Iwaizumi stizzito che gli dava qualche pugno , per poi parlargli e motivarlo.
Qualsiasi cosa accadesse, lui c’era.
Il terzo anno vide la comparsa del secondo rivale di Tooru, un bocciolo che poi si sarebbe ritrovato a far sbocciare. Il piccolo prodigio, Kageyama Tobio.
Non gli era mai andato a genio, e quando poi, dopo l’ennesima sconfitta contro Ushijima e la sua maledetta forza bruta, era stato sostituito, non ci aveva più visto.
In squadra, i primini Kindaichi e Kunimi si facevano valere. Oikawa li osservava, come faceva con Tobio da cui non staccava mai gli occhi.
Si era allenato come un matto, senza rendersi conto che il suo ginocchio si stava affaticando. Si allenò più di chiunque altro per un mese, senza che le testate di Iwaizumi e i suoi rimproveri sortissero alcun effetto.
Più di una volta sentì il ginocchio tremare, e quasi cedere, ma non ci badò.
Quando in una occasione, dopo gli allenamenti, Kageyama andò nuovamente a chiedergli di allenarlo, stava per scattare e colpirlo, ma un braccio fermo e uno sguardo severo lo fermarono. Gli impedirono, forse, di giocarsi tutto per una sciocchezza e di fare qualcosa di cui (forse) si sarebbe potuto pentire.
Aveva notato lo sguardo di Kageyama puntato su di sé e il suo stile che si stava formando sul suo.
“ Si vince in sei, idiota!” gli urlò Iwaizumi quella volta, dopo una delle sue micidiali testate.
Fu grazie a lui che capì che, anche se non fosse stato un genio come Tobio, poteva essere il migliore anche lui, a modo suo.
Fu quella volta, in cui Oikawa Tooru si accorse di avere una cotta per il suo migliore amico.  Forse una cotta abbastanza forte però.
Continuò i suoi allenamenti, migliorando nel tirare fuori da ognuno il meglio.
Finchè, complici  gli sforzi, dopo l’ultima partita contro la Shiratorizawa al terzo anno di scuole medie, il suo ginocchio cedette.
Subito si fece visitare da un medico. Non era un danno irrimediabile, ma avrebbe dovuto giocare con il tutore.

 

 

Iwaizumi era da un po’ che si sentiva frustrato. Non capiva perché, ma vedere quell’idiota del suo migliore amico sfondarsi di fatica gli provocava rabbia, ma anche una fitta al cuore.
Fu vedendolo affranto e distrutto, impaurito, dopo la diagnosi del medico, che ebbe le idee più chiare. Non visto, in camera sua, tirò una testata al muro.
Si era innamorato di quell’idiota del suo amico.
Non che lo avrebbe ammesso facilmente, ma ormai non poteva negarlo a se stesso, almeno.  Voleva sotterrarsi da qualche parte.
Anche lui, per quanto lo notasse a stento, attirava l’interesse di qualche ragazza. Ma tra tutto e tutti, proprio il suo migliore amico doveva piacergli…
Oikawa, invece, non ebbe difficoltà ad accettare la cosa. Continuò a nascondere tutto, godendosi le attenzioni delle ragazze. Aveva paura di perdere l’amicizia che gli era più cara.


 

Iniziarono così le superiori alla Aoba Johsai, con un Oikawa che indossava costantemente il tutore.
Ma la storia iniziò a ripetersi, e al primo anno la Seijo perse contro la Shiratorizawa. Oikawa continuava a guardare con astio Ushijima, e lo sguardo impassibile del suo avversario, che non aveva mai visto mutare in tanti anni, gli faceva salire una gran voglia di picchiarlo.
Ma era cresciuto e riusciva a contenersi, almeno in apparenza.
Il secondo anno alla Seijo fu per Oikawa il peggiore. Se Iwaizumi aveva una sana rivalità per Ushijima, anche se detestava il suo atteggiamento superiore e sprezzante, era Oikawa che provava odio per lui. Nonostante Iwaizumi tentasse di calmarlo, l’astio aumentava.
Quell’anno, Oikawa iniziò a sentire voci sul “Re del Campo”, scoprendo che altri non era che Tobio.
“Ma quanto può essere stupido quel bambino” commentò serafico, mentre spezzava una matita.
Ma la cosa peggiore per il ragazzo, che si ritrovò strappare e gettare la rivista sportiva,  fu scoprire che Ushijima era stato promosso nella Nazionale under 19.
Non riusciva a sopportarlo.
Oikawa se ne era accorto. Se lui riusciva in niente a dare il meglio e a portare ad altissimi livelli gli schiacciatori, tirando fuori tutto il loro talento, Ushijima era forza. Forza bruta. E ora, che il ragazzo era cresciuto anche in stazza, era anche più forte.
Non capiva come uno come lui, che per stare in quella scuola un cervello doveva averlo, si limitasse alla pura e semplice forza.
Erano troppo diversi.
Il secondo anno si concluse con la nomina del nuovo capitano, Oikawa Tooru, che subito scelse come vicecapitano Iwaizumi Hajime.
Il terzo anno della Seijo vide un trionfale ingresso di Oikawa, con un sorrisino. Kageyama iniziava le superiori.
Quando Iwaizumi venne a sapere da Kindaichi, iscrittosi con Kunimi all’Aoba Johsai, che Tobio aveva fallito l’esame alla Shiratorizawa e si era iscritto alla Karasuno, Oikawa commentò con un “ è proprio stupido, Tobio-chan”, con uno dei suoi sorrisi falsi.

 

 

Oikawa stava ripensando a tutto ciò che aveva vissuto con il suo migliore amico, e ciò che gli aveva raccontato sua madre sulla loro nascita. Aveva sempre saputo che erano legati da qualcosa di inevitabile e di forte.
Gli tornò alla mente la scena di quella mattina.
“Iwa-chan, dovresti informarti o non ti troverai mai una ragazza” commentò mellifluo, sventolandogli sotto gli occhi un giornalino per ragazze che parlava della leggenda del filo rosso.
“ Sono cazzate, Shittykawa. Perché non studi? Abbiamo gli esami” rispose stizzito il compagno
“ Iwa-chan, non essere cattivo “ replicò “ e poi abbiamo i voti migliori della squadra. Ovvio che Oikawa-san sia il migliore”
“Sei disgustoso per quanto ti atteggi, Kusoikawa” lo fisso Iwaizumi, inarcando un sopracciglio e fissandolo storto. Quel cretino si divertiva a rompergli le scatole proprio nella materia in cui andava peggio, matematica!
Avevano i voti tra i più alti della scuola, ed erano i migliori della loro squadra… ma Iwaizumi non era così un genio, in realtà. Aveva voti non così eccezionali, mentre Tooru invece spiccava in tutte le materie.
Iwaizumi pensava sempre che un giorno o l’altro gli avrebbe chiesto come faceva un cervello idiota come il suo ad andare così bene a scuola. Ma sempre dopo una bella pallonata, non si sa mai, visto che era sempre colpa di Oikawa.


 


Oikawa tentò di dormire.
Il giorno dopo, avrebbe ricominciato gli allenamenti per battere Ushiwaka e Tobio. Ce l’avrebbe fatta. Stava arrivando l’estate, e con essa più tempo per allenarsi.
Sarebbe stata l’ultima possibilità alle superiori. Chissà che non fosse quella buona.
Poi avrebbe pensato all’università, stava già vedendo, ma aveva tempo.
Il ragazzo si addormentò pensando all’accordo che aveva preso con Iwaizumi per il loro futuro.
Insieme, ma non appiccicati.

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Capitolo 3
*** Capitolo- Worthless Pride. We are stronger ***


Capitolo 3- Worthless Pride. We are stronger

 

Per Iwaizumi e Oikawa, fu un’estate piuttosto intensa. Oltre agli allenamenti, la sorella di Tooru lasciava loro il figlio Takeru, di sette anni.
Fu un’amara scoperta,  per il capitano dell’Aoba Johsai, notare che il nipote gli mancava di rispetto. Iwaizumi se la rideva sotto i baffi, si divertiva a volte.
Ogni tanto, lo portavano agli allenamenti, per tenerlo buono e farlo giocare con il pallone. La pallavolo era radicata profondamente in entrambi, dopo tanti anni. Altre volte, lo portavano al centro sportivo per farlo giocare con i bambini della sua età.
Fu in quell’occasione, mentre Iwaizumi era impegnato a comprare delle bibite fresche, che Oikawa incontrò la seconda persona che più detestava al mondo, Kageyama Tobio.
Il suo piccolo, stupido, maledetto kouhai. Così simile a lui, eppure così diverso.
Decise di lasciarlo lì, non dopo avergli detto velatamente che era un idiota e dopo essersi goduto la parte da senpai. Ci godeva, ma allo stesso tempo era soddisfatto. Lo avrebbe battuto ancora.
Tooru e Takeru raggiunsero Iwaizumi, che era poco lontano.
“ Che è successo, Oikawa? Hai un ghigno troppo soddisfatto” commentò il ragazzo, fissando l’amico che aveva il cellulare tra le mani
“Nulla, Iwa-chan, te lo racconto dopo” disse mefistofelico
“ Sei irritante, Shittykawa” lo riprese, facendo una smorfia
“ Lascialo stare, Hajime-nii-san. Tooru è stupido” intervenne Takeru, che stava finendo di godersi il suo gelato
“ Persino tuo nipote lo dice, Trashykawa” commentò Hajime, ghignando soddisfatto
“Takeru! Quante volte devo ripeterti di chiamarmi zio! Iwa-chan, non mettertici anche tu! Sei cattivo!” commentò Tooru, con un broncio infantile


 

SMS to Trashykawa: Allora, cosa è successo, Oikawa?
SMS to Iwa-chan  <3:  Iwa-chan ~ non è successo niente. Ho solo incontrato Tobio-chan. È ancora più stupido di quanto pensassi
Quella seria, Iwaizumi chiese a Oikawa cosa fosse successo. Non gli piaceva quando il suo amico si comportava come un idiota. Lo sopportava, perché era sempre una parte di lui. Non sarebbe stato Oikawa Tooru se non gli avesse fatto saltare le coronarie in continuazione.
SMS to Trashykawa:  Sei frustrante e stupido. Hai incontrato Kageyama? Cosa voleva?
SMS to Iwa-chan <3: voleva qualche consiglio sulla coordinazione. Il piccoletto lo sta migliorando. Se riuscirà a non essere più il Re del Campo, sarà un bel problema
SMS to Trashykawa: e tu come al solito lo avrai sfottuto. Dio, Oikawa, quanto sei cretino. Kageyama è il tuo kouhai
SMS to Iwa-chan <3: NON L’HO PRESO IN GIRO, IWA-CHAN! Ho solo… fatto una foto per fargli capire chi è il grandissimo Oikawa-san. Kouhai o no, lo batterò. Non sono secondo a nessuno come alzatore
SMS to Trashykawa. Si, si, va bene. Ma rimani sempre un idiota. L’importante è che non gli hai rotto le scatole. Buonanotte. Non stare alzato fino a tardi o ti picchio.
SMS to Iwa-chan: Awwwwww ~  ti stai  preoccupando  per me, Iwa-chan? E COMUNQUE LUI INFASTIDISCE ME! RUDE, IWA-CHAN!
SMS to Trashykawa:  crepa.
SMS to Iwa-chan <3: RUDE!
Il giorno dopo, Iwaizumi chiamò Kageyama e si fece raccontare l’accaduto. Il ragazzo gli raccontò anche di aver incontrato Ushijima e rinnovò la promessa di battere Oikawa.


 


L’estate volse al termine e gli allenamenti all’Aoba Johsai erano intensi.  Oikawa e Iwaizumi erano quelli che si allenavano di più, anche se le volte in cui Iwaizumi trascinava il compagno fuori dal campo a suon di calci e testate non mancavano.
“Vedi di farti male all’altro ginocchio e ti picchio!” disse una volta Hajime, trascinandolo di peso.
Matsukawa e Hanamaki ne discutevano spesso, così come Kunimi e Kindaichi.
Yahaba, che era sempre dietro le quinte per via di Oikawa, era deciso a mostrare quanto valeva.
Un pomeriggio, verso la fine degli allenamenti, si mostrò in palestra anche Kyoutani Kentaro, un eccellente giocatore estromesso per rissa.
Oikawa affilò lo sguardo. Aveva testato personalmente il giocatore del secondo anno e anche con lui avrebbe mostrato le sue capacità.
“KYOUKEN-CHAN, LASCIA IN PACE IWA-CHAN!” sbraitò Oikawa, vedendo che Kyoutani si avvicinava silenziosamente ad Iwaizumi.
Alla Seijo, tutti sapevano che Kyoutani continuamente lo sfidava per vedere chi fosse più forte. Inutile dire che Hajime lo aveva sempre stracciato su tutta la linea.
Kentaro si allontanò, squadrando storto il proprio capitano.
Tooru sospirò.

Ecco iniziare il torneo autunnale.
L’avversario dell’Aoba Johsai era la Date Kogyo. Oikawa era abbastanza fiducioso. Era una squadra forte, ma i ragazzi del terzo anno si erano ritirati. La squadra non aveva più la guida sicura di Moniwa.
Non fu facile, ma grazie alle potenti schiacciate del loro Asso, L’Aoba Johsai vinse la partita.
“Andiamo a battere Tobio-chan, adesso, Iwa-chan” commentò Oikawa, andandosi a cambiare insieme ai compagni
“ Non esiste solo lui in squadra. Tu concentrati a giocare come sempre “rispose Hajime
Purtroppo, però, le cose andarono diversamente da come Oikawa desiderava.
La Karasuno aveva vinto.
“ Siamo una vittoria e una sconfitta pari. Non montarti la testa” disse Oikawa, duramente, al proprio kouhai.
Fece forza a Iwaizumi, che stava versando lacrime. Sapeva quello che passava per la testa al suo migliore amico. Si stava attribuendo la colpa della loro sconfitta.
Gli avrebbe parlato. Da solo.
Hajime, dopo la partita,  fece una doccia veloce e si cambiò, uscendo per primo dallo stadio. Aveva bisogno di stare da solo.
Oikawa andò a cercarlo, ma sulla sua strada incontrò la persona più odiata. Lo aveva ignorato, ma Ushijima Wakatoshi gli era arrivato alle spalle, infido come sempre.
 


Iwaizumi stava ritornando al pullman, quando sentì la voce familiare di Oikawa. Si nascose, notando che stava parlando con Ushijima.
“ Hai fatto la scelta sbagliata, Oikawa” commentò il capitano della Shiratorizawa
“ Mi stai dicendo che avrei vinto se fossi venuto alla Shiratorizawa?” rispose Oikawa, con tutta l’ironia di cui era capace “ Nessuna squadra ti dà la garanzia della vittoria” il tono di voce cambiò. Oikawa si era fatto serio.
Odiava sempre più la presunzione di quell’essere freddo ed insensibile.
Aveva appena perso una partita, e sentilo.
“la squadra più forte è la mia alla fine” replicò, Ushijima.
Oh, si. Oikawa lo pensò per un attimo. Uno di quei giorni, lo avrebbe preso a pugni.
“ Non penso di aver fatto la scelta sbagliata. Ma… non dimenticarti di questo mio inutile orgoglio” replicò, gelido, voltandosi a fissare il volto impassibile dell’avversario.
“ Ma tanto, finirai forse con il farti distruggere. Il mio kouhai, non è sveglio, è lontano dal mio livello” continuò Tooru” ma ora non è più solo. Uno stormo di corvi può riuscire ad uccidere una grossa aquila”
Concluse, girando i tacchi. Se non se ne fosse andato, avrebbe perso le staffe. E doveva trovare Iwa-chan.
“Che vuoi e che ci fai qui, Ushiwaka? Ancora a importunare il mio capitano?”
Hajime uscì allo scoperto. Si era stancato di quei discorsi privi di senso.
“Iwa-chan” commentò sorpreso, Tooru “ hai sentito tutto?” si fece serio, fissandolo
Iwaizumi si parò tra Oikawa e Ushijima, fissando quest’ultimo con sguardo serio.
“Puoi dire quello che vuoi, Ushiwaka. Dici pure che la nostra squadra sia piena di persone prive di talento”
Oikawa sgranò gli occhi a quelle parole.
“ Puoi dirlo, non abbiamo mai battuto te e la tua squadra” continuò Hajime “ ma Oikawa ti ha già risposto una volta per tutte. Non sta a te obbligarlo. Lui ha scelto, e ormai siamo al terzo anno. Stiamo anche per lasciare il club. Quindi vedi di smetterla”
Oikawa si oscurò in volto. “Ushiwaka-chan, hai davvero detto quelle parole?”
“ Me lo ha detto Kageya…” Iwaizumi tentò di parlare, ma si accorse tardi di Oikawa, che lo aveva superato in pochi secondi. Velocemente, si parò davanti ad Ushijima e gli tirò un pugno. Forse quello che non aveva mai tirato a Kageyama, ma più forte.
Ushijima ricevette il colpo, che gli fece girare il viso, e perdere leggermente l’equilibrio.
“ Con questa ti ho risposto una volta per tutte, Ushijima” rispose Oikawa, gelido “ Prova a dirle di nuovo in mia presenza, quelle parole”
Oikawa si voltò. “andiamocene, Iwa-chan” disse, fissando serio il compagno.
Iwaizumi, nella vita, poche volte aveva visto Oikawa così serio, se non sul campo. Decise, così, di seguirlo senza fiatare.


 

Oikawa si autoinvitò a casa Iwaizumi quella sera, il suo amico era solo.
“Iwa-chan, lo so cosa sta pensando quel tuo cervello stupido” disse Oikawa, a metà tra il serio e l’ironico” sei il miglior Asso che potessi chiedere. Non ascoltare Ushijima”
Iwaizumi non dimenticò quelle parole.
Il momento dei saluti per i ragazzi del terzo anno arrivò.
“Grazie per questi tre anni!”  Oikawa in lacrime, non riuscì a dire altro . Il loro ultimo allenamento sarebbe stato dopo la fine delle qualificazioni, ma quello era anche un modo per ringraziare la squadra del sostegno datogli.
Mentre Oikawa e Iwaizumi tornavano a casa…
“Anche quando diventerai vecchio, probabilmente non sarai felice” disse Iwaizumi
“perché mi stai lanciando una maledizione, adesso?!”
“Anche se vincerai in un torneo,  non sarai pienamente soddisfatto, continuando a giocare a pallavolo per tutta la vita. Perché sei un ragazzo problematico” continuò
“ Mi stai insultando ancora, Iwa-chan?!” ribattè Oikawa
“ Però… andrai avanti senza dubbi. Vai avanti senza dubbi “ aggiunse Hajime “ Sei un compagno incredibile “ disse serio, fissandolo negli occhi. “ Sei una spalla su cui contare e un compagno.  Anche se le nostre squadre cambieranno, questo non cambierà. Però quando giocheremo contro, ti straccerò” concluse, ghignando appena all’indirizzo dell’amico
“ Come vuoi, Iwa-chan” rispose Oikawa, ricambiando il ghigno. I due siglarono la promessa con un fist, mentre davanti ai loro occhi scorrevano i ricordi di quello che avevano vissuto insieme.
Fu quella stessa sera che Oikawa e Iwaizumi si dichiararono i reciproci sentimenti, complice un blackout a casa Oikawa.
“Sicuro che io sia il migliore per te, Shittykawa?” domandò un po’ incerto Iwaizumi
“L’unico e il migliore per me, Iwa-chan” commentò Oikawa, baciandolo.
Adesso, erano una coppia anche nella vita, oltre che sul campo.
 

 


Iwaizumi e Oikawa andarono a vedere la finale delle qualificazioni.
“ Non avevi detto di non voler venire a vedere perché ti saresti incazzato qualunque delle due squadre vincesse?” lo schernì Iwaizumi
“ Voglio vedere i volti dei perdenti” ribattè Oikawa
“ Sei un bastardo” commentò Hajime, monocorde
“In realtà, spero che perdano entrambe” commentò Oikawa, imbronciato
“ Sei proprio un gran bastardo” commentò, nuovamente, Iwaizumi.
La Karasuno vinse.
Oikawa, però, non era soddisfatto. Al piacere di vedere Ushijima sconfitto, si univa il fastidio di aver notato ulteriori miglioramenti in Kageyama, e questo veniva prima di tutto.
Non sapeva, Oikawa, che il giorno dopo avrebbe vissuto un’esperienza poco piacevole…

La sera dopo la finale di Miyagi, Oikawa si stava recando a fare delle compere mentre attendeva  Iwaizumi, di lì a poco tempo.
Incontrò Ushijima, che sembrava barcollare, e tentò di evitarlo.
“Oikawa…” biascicò l’altro.
Oikawa sentì la puzza di alcool anche da lontano. Probabilmente, i suoi compagni di squadra dovevano averlo fatto ubriacare per smaltire la tristezza. Peccato che Ushijima non sapesse cosa fosse, la tristezza.
Tentò di allontanarsi, ma fu bloccato. Fuggi, ma Ushijima lo intrappolò in un vicolo cielo.
Oikawa iniziò a temere il peggio. Ushijima in quello stato non lo aveva mai visto, e gli piaceva ancora meno.
Ushijima gli avvicinò, tentò di toccarlo, e Oikawa pensò che lo avesse confuso con una donna. O che i fumi dell’alcool gli avessero tolto il poco cervello che già aveva.
Gli aveva rovinato la felpa, quel maledetto. Gli tirò uno schiaffò allontanandolo. Prese velocemente la propria felpa, e fu obbligato a prendere quella di Ushijima, che il proprietario si era lasciato scivolare.
Oikawa aveva quasi paura. Ushijima non era in sé. Era arrabbiato ed impaurito.
No, questa non avrebbe potuta mai perdonargliela.
Fuggì lontano, lasciando Ushijima seduto a terra, con le spalle contro un muro.
Indossò la felpa dell’Aoba Johsai, palesemente sgualcita,  e tentò di sbarazzarsi di quella di Ushijima.
L’avrebbe fatta restituire da Kunimi.
Purtroppo, non ci riuscì. Iwaizumi arrivò e notò qualcosa di strano nel suo ragazzo, prima di notare…
“ Quella non è la giacca di Ushiwaka... vero?” domandò
"Eh..?N-No, che io sappia non lo è.."
“Oikawa...Cosa mi nascondi?”
"N-Niente,davvero.."
“ Stai balbettando”  commentò serio Iwaizumi, fissandolo” Che cosa è successo? Che ti ha fatto? Giuro che gli vado a spaccare il culo!
  "Iwa-chan seriamente,non fare niente! Te lo sto chiedendo per favore.." disse Oikawa, intimorito
Iwaizumi notò i segni che aveva Oikawa.
“Oikawa. Guarda lì che roba. Gli spacco il culo, giuro.” Disse furioso
 "Lo sai com'è fatto Ushiwaka..non provare a fargli niente o quello ti fa di peggio.."
“Non me ne frega un cazzo Oikawa... lui... NON AVREBBE DOVUTO FARTI QUESTO!”
"Non mi ha fatto niente, vedi? Sto apposto.." replicò Oikawa, mettendo su il solito sorriso falso
“ Oikawa. Spacco il culo pure a te.” Sentenziò. Lo irritava ancora di più, quel sorriso falso.
"Smettila di fare così Iwa-chan!Non risolvi niente!Vuoi vedermi ancora soffrire tirandomi un calcio delle tue?!"
 “ Si,  se serve a farti capire in che  guaio ti sei cacciato!”
 “ Iwa-chan seriamente!Vorresti vedermi soffrire più di quanto non mi abbia molestato Ushiwaka!"
 “ Si è comportato come un animale, guardati!”
"Non risolvi niente così,Iwa-chan!
 “ ORA VADO A FARGLI IL CULO.”
 "IWA-CHAN SMETTILA E RAGIONA!ASCOLTAMI!"
 “Deve pagare per quello che ti ha fatto”
"Stammi a sentire! Ushiwaka farebbe  del male alla persona che è stata avvertita e nuovamente a me. È fatto così, lo sai. Lui e la sua onnipotenza"
 “Non gli permetterò di toccarti nemmeno con un dito, dovrà prima passare sul mio cadavere.”
 "Iwa-chan,promettimi che non farai niente a Ushiwaka.."
 “... Non dopo che ho visto in che condizioni ti ha ridotto.”
 “ Iwa-chan quello ti fa a pezzi!” disse Oikawa, disperato 
 “ Non hai fiducia in me?”
"Ho fiducia in te, ma non voglio vederti ferito e pieno di lividi!"
Iwaizumi tentò di tranquillizzarlo con una carezza.
“ Devo farlo, non posso starmene qui con le mani in mano.
 "Iwa-chan,per favore..."  Oikawa  gli prese la mano" Non farlo.."
“Devo...”
 “ Iwa-chan non voglio vederti ridotto male!"
Oikawa iniziò a tossicchiare. Era sconvolto e il suo corpo stava rispondendo.


“Iwa-chan..."
“Cosa c’è?”
Oikawa gli sollevò il viso e gli diede un leggero bacio sulle labbra.  "Non devi fare niente.."
 Iwaızumı lo stringe forte a sé, tentando di calmarlo * Oikawa... dio, mi farai diventare pazzo... se non lo sono già…”
Oikawa sorrise.
 “Ushiwaka non mi farà più nulla."
“Sicuro?”
Oikawa annuì, non potendo rispondere a causa di nuovi colpi di tosse.
“Credo che Ushiwaka mi abbia fatto qualcosa.. può darsi… che sia sconvolto"  disse, prima di svenire, crollando sul fidanzato.
Iwaizumi lo vide crollare e si allarmò. “ Me la pagherai molto cara, Ushiwaka. Non ti perdonerò per questo”

Oikawa si risvegliò dopo mezz’ora, ritrovandosi nella camera del suo ragazzo. Quella camera così familiare, che era un po’ il suo rifugio, come le braccia di Hajime.
Il suo corpo era debole, lo sentiva, così rimase sdraiato.
Sentì Iwaizumi entrare e lo chiamò.

"I-Iwa-chan non...non fare nulla di quello che mi hai detto...prima."  *
 “ ... non so se posso fare come mi chiedi... “ rispose Hajime, sedendosi accanto al fidanzato
“Per favore, Iwa-chan” Oikawa gli prese una mano
“Ho… ho capito”
Tooru non era molto convinto. Capiva con tutto il cuore il suo ragazzo, ma non voleva corresse dei rischi.
“Vado a prendere il disinfettante” Hajime si allontanò un attimo, per poi rientrare poco dopo.
“Stai fermo. Ti farà un po’ male, ma sopporta”
Hajime iniziò a curargli i lividi e i graffi, mettendo anche dei cerotti.
“Fa male,Iwa-chan."  Si lamentò Oikawa
“ Lo so” Iwaizumi gli fece per un attimo una carezza  “ ma in questo momento è l'unica cosa che posso fare per te*
 “Non dovevi,Iwa-chan.."  Tooru lo fissò dolcemente, Hajime era il suo Cavaliere, da sempre. Sapeva che c’era sempre quando era in difficoltà.  
Iwaizumi sospirò di frustrazione.
“Cosa dovrei fare? Sono qui a rodermi dentro perchè Ushiwaka ti ha fatto questo... e lamentarti per il disinfettante non mi fa stare meglio. Non… non ho potuto proteggerti”
“ Non pensarci più” Oikawa lo fissò negli occhi
Hajime gli prende il viso tra le mani e lo baciò delicatamente. Tooru subito ricambiò il bacio, accarezzandogli i capelli. Iwaizumi lo stringe piano per la vita, attento a non fargli male.
 Sorrisero piano nel bacio. Sapevano ritrovarsi sempre.
Si staccarono solo per mancanza di fiato.
“Vorrei toglierti di dosso  ogni traccia di quell'essere”
“Ha cercato anche di…” commentò Oikawa, voltandosi leggermente” ho cercato di difendermi per quel che potevo. Ma non ha fatto…”
Iwaizumi, adesso, era furibondo. Più di prima.
“Dio... lo voglio far fuori con le mie mani... quel bastardo!”
Iwaizumi consigliò ad Oikawa di farsi un bagno, lui intanto avrebbe cucinato qualcosa. Oikawa seguì il consiglio, prese la felpa e si diresse verso il bagno.  di fare un bagno.
Hajime gli lasciò dei vestiti puliti nella propria stanza.
Oikawa fece una doccia veloce, per poi andare ad aiutarlo ad apparecchiare la tavola.
“Potevi stare un po’ in più” commentò Hajime
“Non preoccuparti, va meglio” rispose Tooru con un sorriso
“Vedi di mangiare adesso” Iwaizumi inarcò un sopracciglio “ o ti faccio mangiare io a forza”
Oikawa si obbligò a mangiare, per gratitudine verso il compagno. Si riteneva fortunato ad averlo accanto.
“ Oikawa... che ne dici di rimanere qui da me per un po' di tempo? *chiede fermandosi dal mangiare per guardarlo negli occhi” fece Iwaizumi, all’improvviso
 "Lo stai dicendo perchè sei preoccupato che possa succedere di nuovo ?" 
“ Anche perchè preferisco averti al mio fianco” Iwaizumi lo dice in un sussurro appena udibile, voltandosi. Ma Oikawa lo sente distintamente, e sorrise.
“Accetto molto volentieri”
   Dopo cena, Oikawa andò a distendersi, ma nella testa gli vorticava la voce di Ushijima che diceva frasi che non capiva. Iniziò a piangere, frustrato.   “Vai via…”
“calmati. Sono qui”
Iwaizumi lo aveva sentito da fuori la porta, mentre era andato a sistemare la cucina.
Era furioso.
Si avvicinò al suo ragazzo e lo abbracciò stretto, asciugandogli le lacrime. “ Non gli permetterò nemmeno di avvicinarsi a te. Non pensarci più”
 “ Ho davvero paura che possa tornare” Tooru si strinse al proprio ragazzo.
Iwaizumi odiava vederlo così indifeso.
“ Deve solo provarci a toccarti e il mio pugno sarà l’ultima cosa che vedrà, in vita”
Gli accarezzò i capelli, cercando di tranquillizzarlo.
Dentro di sé, ribolliva di rabbia. Poteva passare sopra sette anni di sconfitte, l’arroganza, il talento che non poteva negare. Ma questo era troppo
 “Ti giuro su me stesso e su ciò che provo per te che non ti farà più niente e non farà nulla a me” disse Hajime, prendendo per un attimo il volto tra le mani
Oikawa si appoggiò alla spalla del compagno.
"Non sai cosa potrebbe fare,Iwa-chan.." 
“ Non preoccuparti. Non gli permetterò di toccarti ancora”
 "Non voglio che tu faccia la mia stessa fine.."
Lo abbracciò stretto, nascondendo il volto contro la sua spalla.
 “ Va tutto bene, Oikawa, tranquillo, sono qui” gli sussurra al suo orecchio Iwaizumi, mentre gli accarezza i capelli
 “Ti amo..."  Tooru gli diede un veloce bacio sulla guancia.*
 “Ti amo anch'io, Oikawa”
Iwaizumi lo tenne stretto a sé, per poi baciarlo. Oikawa sorrise nel bacio, ricambiando mentre gli accarezzava i radi capelli sulla nuca.
Quella notte, Iwaizumi riuscì davvero a togliere dai pensieri di Oikawa l’accaduto. E anche dal corpo del suo ragazzo. 




Il giorno seguente, Iwaizumi si levò di buon ora, lasciando Oikawa a dormire.
Si recò alla Shiratorizawa, con la felpa di Ushijima. Aveva un conto in sospeso.
“Iwaizumi Hajime” fece Ushijima, vedendolo
“Wakatoshi-kun, cosa succede?” fece Tendo Satori, che era insieme al proprio capitano
“Sono venuto a restituirti questa” Hajime gli lanciò la felpa tra le mani.
Ushijima fu colpito da un pugno in pieno viso, che, inaspettato, lo fece cadere a terra.
Hajime lo squadrò dall’alto.
“Questo è da parte di Oikawa. Oltre che mia. Non avvicinarti mai più al mio ragazzo, a me o ai nostri amici”
Iwaizumi se ne andò, osservando con la coda dell’occhio Satori che aiutava Ushjima.
“Hai qualcuno che tiene a te, pensa a lui” mormorò appena
Iwaizumi non sentì ragioni nemmeno quando Satori si presentò alla Seijo a scusarsi dell’accaduto. Ushijima, ubriaco, li aveva evitati tutti e non aveva voluto che lo riaccompagnassero a casa.
“ Non mi interessano le scuse” aveva risposto.
Quel muro viola sarebbe stato davanti a loro, ancora, forse. Ma stavolta, lo avrebbero superato.
Insieme.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- In Nazionale, ancora insieme. Oikawa in azione ***


Questa storia si svolge completamente dal punto di vista di Iwaizumi e di Oikawa, e non dall’esterno.

Questo capitolo è scritto con la complicità di una cara amica che mi ha fatto leggere qualcosa di particolare e mi ha aiutato nella stesura.
Buona lettura!

 


Capitolo 4- In Nazionale, ancora insieme. Oikawa in azione



Quel mattino, al suo risveglio, Oikawa ebbe una strana sensazione si vuoto. Sedendosi sul letto, sbadigliando, notò l’assenza del compagno.
Trovò un bigliettino. “Ti ho preparato la colazione. Sarò presto di ritorno. Iwaizumi”
“Almeno un ti amo potevi scrivermelo, Iwa-chan” disse, con il sorriso sulle labbra, in un tono che sembrava più divertito che canzonatorio.
Conosceva il suo Iwa-chan da sempre, era la sola persona che conosceva tutto di lui, la parte migliore e quella peggiore. Lo stesso ragazzo che lo aveva fatto risalire dal proprio abisso.
“E che adesso conosce anche qualcos’altro” arrossì appena, con un leggero broncio a contornargli le labbra, notando che era completamente nudo e ricordandosi dell’accaduto.
Hajime non era un tipo espansivo con chiunque, il suo sorriso era raro. Lo rivolgeva solo a persone in cui credeva, e non si fregiava certo di esserne l’unico. Quante volte lo aveva visto sorridere leggermente ai primini, a Kindaichi o Kunimi?
Ma sapeva che il sorriso più vero era solo per lui. Come sapeva che lo avrebbe protetto.
Il loro rapporto si basava su una fiducia reciproca, fatta anche di aiuto e di supporto.  Iwaizumi più volte aveva dimostrato di sapere che Oikawa fosse in grado di badare a se stesso. .. tranne quando si lasciava andare alle lusinghe delle fan e doveva riportarlo indietro a suon di pallonate.
Sapevano entrambi che ormai, vicini alla maggiore età, sapevano cavarsela anche da soli. Ma l’essere cresciuti insieme li rendeva l’uno la spalla dell’altro, nonostante tutto.
Tooru si alzò, prese della biancheria pulita e si diresse in bagno per una doccia rilassante, ancora un po’ dolorante dalla notte precedente.
Fece una doccia veloce, per poi vestirsi e andare a fare colazione.
Poco dopo, rientrò Hajime
“Iwa-chan, dove sei stato?” chiese Oikawa, sorseggiando il suo succo di frutta
“Non preoccuparti, Ushijima non ti darà più fastidio” rispose l’altro, avvicinandosi e mettendogli una mano sulla spalla per rassicurarlo” gli ho restituito la felpa e detto di starti lontano”
Tooru lo fissò. “Grazie, Iwa-chan. Lo avrei fatto io stesso ma… “ guardò altrove “Ushiwaka-chan non è cattivo, anche se non mi piace per niente, e nemmeno il suo modo di giocare. Era ubriaco. “
“Lo so” annuì Hajime
“per i Nazionali… me lo ritroverò in squadra, ma so come comportarmi. Non lo sopporto, ma non mi giocherò il posto per uno come lui”
Iwaizumi sollevò le sopracciglia. “ Dovrò starti accanto. Credo che prenderanno anche Kageyama”
“Argh! Sarà una sorta di dolce inferno” rispose Oikawa, melodrammatico”
“Ti farò sfogare la frustrazione con i panini al latte, così riderò quando ingrasserai” sogghignò
“IWA-CHAN! SEI CATTIVO!”

   
 

Passarono la giornata ad organizzarsi. Ben presto ci sarebbero stati gli esami, e oltre a questo, l’annuncio dei giocatori under 19 per la Nazionale.
Sarebbe stato il primo anno in cui ognuna delle federazioni  veniva gestita da uomini del vecchio Giappone.
Onore, lealtà, fedeltà, patriottismo erano i fondamenti.
Tooru li aveva incontrati personalmente, un giorno nella palestra dell’Aoba Johsai. Erano venuti al gran completo ad osservarlo.
Ricordava ancora il brivido che gli aveva percorso la schiena, notando anche il coordinatore della Nazionale vera e propria. Era lì che puntava.
Oikawa all’inizio li aveva detestati, gli erano sembrati eccessivamente pesanti e pedanti. E la questione “vecchio Giappone” non gli piaceva affatto, gli dava l’idea di vecchi libri ammuffiti.
Ma soprattutto, la paura era una:  in un Giappone che non vedeva particolarmente di buon occhio gli omosessuali, questi signori ai vertici avrebbero potuto escluderlo.
Ma parlando con loro, gli ricordavano i vecchi giapponesi di cui aveva letto nelle lezioni di storia del Giappone, i primi giapponesi ad incontrare gli americani, secoli prima.
Sebbene legati ai vecchi principi, erano sposati e avevano dei nipoti. Per quanto non facesse loro piacere e facessero fatica ad accettarlo, sapevano che i tempi erano cambiati, e l’omosessualità non era un problema, purchè non minacciasse la carriera degli atleti.
Tooru sospirò internamente, sorridendo sotto i baffi. Erano come dei vecchi samurai calati in epoca moderna. Sarebbe stato divertente.


 

 

Oikawa accompagnò il compagno al konbini per fare un po’ di spesa. All’uscita, si separarono.
Iwaizumi aveva una commissione da sbrigare, mentre Oikawa voleva comprare un nuovo ipod.
Entrò in un negozio  e per puro caso si scontrò con qualcuno.
“Scu…” si bloccò. Era una persecuzione.
Di fronte a lui, c’era Ushijima, in compagnia di Tendo.
“Wakatoshi-kun, stai bene?Oh” il rossino fissò l’altro “Oikawa, ma ciao. Wakatoshi-kun, mi allontano un attimo. Poi andiamo ad Akihabara per i giornalini” disse Satori, sorridendo, allontanandosi per cercare delle cuffie
“Ushiwaka-chan, ma guarda” disse Tooru, a denti stretti “non pensavo fossi un tipo da questo genere di cose”
“Ho accompagnato Tendo” rispose serio il capitano della Shiratorizawa “e poi la musica mi piace”
“Che sorpresa” sbottò appena Oikawa “beh, ci vediamo in giro, spero più tardi che mai” disse allontanandosi
“Aspetta. Voglio parlarti”
Oikawa si lasciò convincere e si diressero lì vicino, sotto un ponte.
“Se è sempre la solita solfa, guarda che me ne vado, Ushiwaka-chan. E ormai stiamo finendo il liceo” disse immediatamente Tooru.
Non seppe per quale motivo, ma gli venne in mente una telefonata (che lo irritava) fattagli da Kageyama dopo la finale. Gli aveva raccontato delle sue impressioni su Ushijima e del primo incontro.
Non aveva fatto altro che irritarlo.
“Per prima cosa, ci tengo a scusarmi di persona” sospirò pesamene Ushijima “ ho scoperto recentemente di essere astemio, ma i ragazzi mi hanno portato a bere per dimenticare la sconfitta e riconfortarsi dopo aver pianto. Non ero in me”
“Questo lo so, Ushiwaka-chan” borbottò Oikawa con un broncio “Non mi piaci, ti odio. Ma so che non faresti una cosa simile. Soltanto…dovresti rivedere  le tue priorità, e soprattutto la tua idea di pallavolo.”
Wakatoshi inarcò un sopracciglio, senza capire. “Quale università sceglierai?” chiese
“Andrò a Tokyo con Iwa-chan, anche se in due università differenti. Molto probabilmente, sceglieremo questa strada” rispose Tooru, sicuro
“Perché non vieni a Kyoto con me? C’è una delle università più forti”
Oikawa sgranò gli occhi.
“Ushiwaka-chan, sei assurdamente esilarante! Davvero credi che verrei in squadra con te, oltre al rischio di ritrovarti ai Nazionali?”
“Se vuoi vincere, si”
“Voglio vincere ma a modo mio” rispose Oikawa “sei tu che ritieni che io stia sbagliando, non certo io, Ushiwaka-chan.” Il ragazzo assottigliò le labbra “e non credo tu possa ancora vantarti stupidamente di esswere il più forte,  dopo che il mio kouhai ti ha battuto, non credi?”
“Il tuo inutile orgoglio sarà solo causa di guai”
Tooru strinse i pugni. “Decido io della mia vita, Ushiwaka-chan. Non sei nessuno, tantomeno mia madre”
“Non sono tua madre, ma una pianta ha bisogno…”
“Risparmiami la metafora naturalistica, Ushiwaka-chan” Oikawa sospirò facendo spallucce “me ne ha parlato il mio kouhai, quindi so già come la pensi. “ lo fissò serio, nello stesso modo  in cui lo aveva fissato dopo la sconfitta contro la Karasuno “Ma non getterò al vento anni di sacrifici per una vittoria, Ushiwaka-chan. Non gioco solo io, non si vince da soli. L’ho imparato a mie spese, se posso dire così. “
“Stai scegliendo ancora la strada sbagliata, Oikawa”
Tooru inarcò le sopracciglia, nascondendo la rabbia tra i tratti del viso ormai tirati.
La persona che più odiava al mondo, la persona che più voleva battere, era contrastante. Da un lato gli facevano piacere gli elogi di Ushijima, lo facevano sentire importante, anche se non come faceva Iwaizumi, che lo spronava a non limitarsi e a migliorare. Ma dall’altro, Ushijima negava e disprezzava i suoi sforzi.
Ripensò al ginocchio fasciato. Disprezzava anche quello, perché per lui era stato inutile.
Tooru distese le labbra e assottigliò lo sguardo. Gli si fece largo un’idea.
“Scusami, Iwa-chan” pensò “ma adesso, sistemo le cose a modo mio”
“Te l’ho già detto, Ushiwaka-chan” rispose Oikawa “la scelta sta a me
“Vuoi giocarti la carriera? Non hai detto che la tua strada nella pallavolo non era finita?”
“Oh, ma continuerà” rispose serio “e non sarai tu ad intralciarmi”
Oikawa iniziò a mettere in atto la propria idea. Indietreggiò fino ad appoggiarsi con la schiena contro il muro, incrociando le braccia. “Non dici nulla? La grande Shiratorizawa battuta da una squadra che sta muovendo i primi passi”
“Abbiamo dato il meglio, Oikawa”
“Ma avete perso. Beh, non so quale sia il male minore”  disse a denti stretti, mettendo una mano in tasca  e guardando verso  un punto indefinito.
Sugli spalti, si era seduto dalla parte della Karasuno. Tobio era il suo kouhai, in fondo.
Ushijima gli si avvicinò, fino ad arrivare a pochi centimetri di distanza. Si avvicinò ancora, una posizione che poteva sembrare compromettente, come una forzatura.
La luce non era molta, e Oikawa stava giocando una carta a cui ricorreva, ormai, per la rabbia.


 

“Oikawa…”
Il ragazzo si voltò, fissandolo intensamente.
Per poi sorridere nuovamente, come gli aveva già fatto prima.
CLICK.
Ushijima non capì subito cosa fosse successo.
“Sei caduto nella mia trappola, Ushiwaka-chan” pigolò Tooru, mostrandogli il cellulare, per poi tornare serio
“ Ti ho già detto tutto ciò che dovevo dirti qualche tempo fa” gli disse “una squadra non ti assicura la vittoria. Mi dispiace, Ushiwaka-chan, ma non credo affatto che andremo d’accordo” sospirò pesantemente “posso tirare fuori il meglio. Il 100% di ogni giocatore, è vero. Ma tu sei un caso a parte. Un alzatore è la mente della squadra, il regista, ma non può fare nulla senza i compagni. Ho scelto l’Aoba Johsai, perché tutti, anche quelli del primo anno, davano il loro contributo, pensando alle strategie da adottare”
Ushijima lo ascoltò, non capendo.

“Hai mai provato a non basarti solo sulla tua forza, Ushiwaka-chan?” continuò Oikawa “Ho visto come hai incoraggiato il tuo kouhai. Ma non sopporto qualcuno che mette in ombra i propri compagni, facendo più punti solo perché sa perforare il muro avversario. Una squadra necessita di equilibrio. Il tuo modo, ormai, è focalizzato su quello.  Sai solo schiacciare, non sai usare il cervello in campo.
E mi sono stancato che proprio tu venga a dirmi come vivere la mia pallavolo.
Cosa credi succederebbe se inviassi questa foto alla Confederazione Nazionali, eh, Ushiwaka-chan?”
Ushijima lo fissò,  con un guizzo di sorpresa negli occhi.
“Oikawa…non vorrai…”
“Esatto. E dubito che accetteranno, per qualche anno, la presenza di un giocatore che ne forza un altro. La foto è chiara, non parliamo di atto sessuale. Ma si può considerare violenza per la tua insistenza.
Li conosco, sono venuti  a vedermi in palestra. Ho parlato loro della mia esperienza nella pallavolo.
Apprezzo quello che dici su di me, ma… non puoi disprezzare le mie scelte. ”
Oikawa distese le labbra in un sorriso.
“Te lo ripeto. Non dimenticare il mio inutile orgoglio, Ushiwaka-chan. Ah, e un’altra cosa” lo prese per il colletto, avvicinando i loro volti fin quasi a sfiorarsi e fissandolo serio negli occhi “Il mio kouhai mi ha raccontato del vostro primo incontro. E sai, Ushiwaka-chan? Come tu non ha bisogno di un alzatore che non si sacrifichi per me, io non ho bisogno di uno schiacciatore che non sappia anche elaborare una strategia di gioco”
Tooru lo spinse appena, per allontanarlo. Si allontanò, rimettendo le mani in tasca.
“Ci scontreremo con le nostre squadre, Ushiwaka-chan” disse salutandolo con la mano, mentre pigiava sul touch screen del cellulare ed inviava la foto.
“Hai detto che scelgo sempre la strada sbagliata, Ushiwaka-chan. Adesso forse capirai come mi sento quando mi dici di apprezzarmi, ma insulti i miei sforzi” pensò tra sé


 

 


“Cosa fai, Oikawa?”
Tooru si riscosse.
“Oh, Iwa-chan…” disse voltandosi
Iwaizumi aveva raggiunto il negozio in cui si trovava Oikawa precedentemente e aveva saputo da Tendo che aveva incontrato Ushijima. Aveva assistito a distanza, senza farsi notare, e non gli piaceva molto.
“Sei sicuro di quello che stai facendo?”
“Certo, Iwa-chan! Ci pensi? Anche se prendessero Tobio-chan, almeno non ci sarebbe Ushiwaka-chan!”
“Sei così certo che…”
Tooru lo fissò, serio. “Oh si, Iwa-chan. Il mio colloquio con loro mi ha fatto capire molte cose. Ushijima non è cattivo, ma ne ho abbastanza di lui. Voglio solo batterlo e niente di più. Mi ha stancato con le sue frasi …e dopo quello che è successo, sono al limite”
Iwaizumi sospirò. “Fai come credi. Ma se succede qualcosa non so se ti aiuterò, Trashykawa” sogghigna per poi incamminarsi
“IWA-CHAN! SEI DAVVERO RUDE! “
 Disse Oikawa con un leggero sorriso. Se fosse stato in pericolo, se la sarebbe cavata in qualche modo, ma non sarebbe stato solo.


 


Passarono pochi giorni e al telegiornale di TvTokyo annunciarono la lista dei convocati per l’under 19.
Oikawa ed Iwaizumi sgranarono gli occhi. Tutti e due. Entrambi.  Con i numeri che avevano all’Aoba Johsai.
Oikawa era persino in lista come possibile capitano.
Tooru, però, storse il naso. “Tobio-chan…anche lui”
“Come riserva” Iwaizumi continuò a fissare lo schermo, per poi sospirare. Prevedeva guai grossi.
Alla fine, venne detto che Ushijima Wakatoshi sarebbe stato  escluso dalla Nazionale Under 19. Avrebbe dovuto attendere la maggiore età, tre anni, per rientrare nella Under 25.
Oikawa sogghignò.
“Non è bello quello che hai fatto, Oikawa” lo rimproverò Iwaizumi
“Non mi pento, Iwa-chan. Preferisco alzare al gamberetto della Kasasuno, se devo alzare a qualcuno” disse Oikawa sorseggiando una bibita.
Iwaizumi non gli staccò gli occhi di dosso per tutta la serata, fino al ritorno a casa.


 

Quella sera, erano entrambi felici, ma anche preoccupati.
Oikawa esteriormente sapeva che Kageyama era stato scelto come riserva, quindi non aveva paura. Ma inconsciamente, temeva di rivivere i fantasmi del passato.
Iwaizumi conosceva bene il suo ragazzo.  Sapeva che con Kageyama in squadra, Oikawa avrebbe corso il rischio di rivivere l’esperienza della Kitagawa Daiichi.
Era maturato, era motivato, ma la lotta per lo stesso ruolo poteva ricondurlo a quella strada.
La paura che un genietto lo potesse rimpiazzare in ogni momento, allenarsi fino a sfiancarsi, senza che sia abbastanza.
Se Iwaizumi sapeva, Oikawa sentiva ancora quelle voci nella testa, che non lo lasciavano in pace, come fosse la loro preda.
“Allenati di più! Non sei bravo abbastanza! Ti sostituiranno!  Non sei un genio e verrai lasciato indietro! Sei inutile per la squadra! Non sei bravo abbastanza!”
Oikawa lo ricordava ancora, non lo aveva mai dimenticato, trasformandolo in una motivazione.
Ma ricordava anche l’unico che, facendogli capire che si giocava in sei, gli avesse insegnato.
“ Sei sempre stato abbastanza, Oikawa”
Lo aveva percepito anche nella testata di Iwaizumi e nelle sue successive scuse.
Ma proprio perché Iwaizumi Hajime lo conosceva da sempre e diceva ciò che pensava, non disdegnando pugni, testate e pallonate, riuscì a credergli. Sentì di potergli credere, di valere per qualcuno.
Quel qualcuno che lo aveva sempre appoggiato  ma che quando necessario. Quel qualcuno che gli era stato accanto senza viziarlo, che lo vedeva per quello che era.
Non un alzatore. Non un giocatore talentuoso. Solo Oikawa Tooru.
Non aveva dubbi sulla scelta fatta.
Adesso i suoi obiettivi erano l’università e i Nazionali.
Nuovi amici, nuove esperienze, senza però mai dimenticare la persona più importante per lui e che conosce il suo vero io. La sola ed unica al mondo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- Sconfitte di vita e vittorie in campo? ***


Capitolo 5- Sconfitte di vita e vittorie in campo?



Quel giorno, per Iwaizumi e Oikawa si sarebbe prospettato interessante sotto più punti di vista.
Il mattino sarebbero andati a vedere i risultati degli esami di ammissione all’università, perché ormai mancava poco alla fine della scuola.
Iwaizumi, per mettere a tacere Oikawa, era stato costretto a fare il test anche alla prestigiosa Università di Tokyo, dove sarebbe andato Oikawa. L’università più famosa per quanto riguardava le materie letterarie.
Diversamente da quanto si potesse credere, Oikawa non era soltanto il farfallone che tutti credevano. Solo una cerchia ristretta di persone sapeva che  apprezzava particolarmente i libri.
Si era ritrovato molte fan a seguirlo nella biblioteca della scuola, ma riusciva sempre, in qualche modo, a non farlo trapelare. Preferiva lasciare che le fan lo idolatrassero e che pensassero c he leggesse solo manga e giornaletti.
Una volta, era stato visto nella mensa scolastica mentre leggeva un giornalino per ragazze.
“Dovresti leggerli, ogni tanto, Iwa-chan. Almeno avresti anche tu qualche ragazza che… no, meglio di no. Meglio che le abbia solo Oikawa-san”
“… sei assurdamente disgustoso, Trashykawa”
Una volta a casa, Oikawa inforcava gli occhiali e si immergeva in libri di vario genere, non solo manuali sullo sport.  Iwaizumi stesso, la prima volta, alle medie, ne rimase sorpreso.
Fino a quel momento, quello stupido era stato così bravo che nemmeno lui aveva notato nulla di strano.
Ma dopotutto, s i conoscevano da una vita, e sapeva riconoscere le diverse sfumature del carattere di Oikawa. Proprio per quello, gli veniva da prenderlo a pugni quando vedeva quel sorrisetto palesemente falso, messo su solo per incantare le fan.  Dietro quel sorriso da copertina, c’era un ragazzo profondamente insicuro, che si reggeva su qualcosa di inconsistente, il proprio orgoglio.
Hajime aveva sostenuto l’esame per altre due  unversità, una a Tokyo e una a Miyagi.
Quella mattina, però, era insicuro. Non voleva illudere Oikawa, non sapeva se ce l’avrebbe fatta oppure no. E nelle altre due università… aveva scelto Medicina. In due università in cui avrebbe anche potuto tranquillamente studiare, almeno prima degli anni del tirocinio.
Ma forse, per lui, sarebbe stato un po’ diverso.
Hajime era sicuro su ciò che voleva. Se fosse stato preso, avrebbe seguito Oikawa, come sempre. Se invece fosse andata male… avrebbe scelto un’altra strada, senza però perderlo.
Voleva diventare un medico sportivo, e non era un desiderio nato da poco. Era stato male nel vedere Oikawa ferirsi dal solo, quando si fece male al ginocchio. Si sentiva impotente, sebbene gli fosse stato accanto. Aveva deciso che in futuro, se non aveva potuto fare molto per lui, avrebbe aiutato di certo qualcun altro.
Avrebbe lasciato che il destino facesse il suo corso.
Quando aveva lasciato Oikawa solo, il giorno prima, aveva preparato una sorpresa….a dire il vero, per entrambi. Quello scemo avrebbe sicuro apprezzato.


 

 


Oikawa era su di giri, almeno al mattino. Sperava di andare nella stessa università del suo Iwa-chan. I loro obiettivi non erano cambiati.
Il pomeriggio avrebbero avuto il primo incontro con i membri della Nazionale giovanile.
Non gli piaceva. Era contento di essere stato scelto, ma ritrovarsi di nuovo a competere con il kouhai…
Iwaizumi lo tenne d’occhio, quel mattino. Sapeva cosa frullava nella testa del fidanzato. Se fosse ricaduto nel baratro in cui era caduto anni prima, lo avrebbe tirato fuori lui.
Sperava che almeno si focalizzasse anche su altri giocatori. Quel pomeriggio avevano una breve amichevole con la nazionale cinese.
Tra i titolari scelti, c’erano dei nomi da loro quantomeno conosciuti: Kuroo Tetsuro e Bokuto Kotaro.
Di certo, Oikawa non si sarebbe annoiato.
Il viaggio in treno fu tranquillo, si addormentarono, Oikawa sulla spalla del compagno.
Una volta arrivati all’università, andarono subito a vedere i quadri. Oikawa saltellò contento, vedendo il suo nome.
Iwaizumi fece una smorfia.  Doveva ancora capire del tutto, dopo tanti anni, come funzionasse il cervello di Oikawa Tooru. Non era umanamente possibile che superasse il test con 98/100.
Era sempre stato tra i migliori  cinque della scuola, ma….
Sospirò prima di sorridere. Doveva aspettarselo.
Oikawa si mise a cercare il nome del compagno, mentre Iwaizumi stava già facendo lo stesso.
All’improvviso, Oikawa si fermò, ed iniziò a tremare.  Lo aveva trovato, ma…
“Che hai Oikawa, lo hai trovato?”  chese Iwaizumi, avvicinandosi
88/10. Due punti in meno per superare l’esame. Non era possibile…
“Non ce l’ho fatta, eh?” fissò il tabellone
“Voglio una spiegazione, Iwa-chan” lo trascinò dai responsabili
“Ohi, la voglio anche io, quindi non tirare! Non ero sicuro sin dall’inizio!”
Il test era stato più semplice di quanto credesse, anche se lo aveva trovato impegnativo e all’altezza delle aspettative. Era una delle più prestigiose ed antiche come università. Ma il punteggio non gli quadrava.
Aveva calcolato che, con il massimo di risposte sbagliate, avrebbe dovuto prendere almeno 90. E non era il tipo da sbagliare 9 risposte.
Una volta entrati, furono fatti entrar nella sala professori.
Iwaizumi guardò il compito e notò che qualcosa non andava.
“Questa risposta… “ disse “ era giusta, ne sono sicuro. E anche queste altre due.“


 

 


Aveva sentito parlare della competizione tra studenti, per i posti all’università. Il loro Paese era uno di quelli con il tasso di suicidi giovanili più alto, anche per quel motivo. La pressione della famiglia, della società, e la competizione, era troppa per alcuni. Ma non poteva davvero credere che si arrivasse a falsificare un compito. E il peggio, non poteva provarlo.
Strinse i pugni.
“ Le...le altre le avevo sbagliate.”   Il conto tornava. Se non ci fossero quelle tre risposte…
Il preside e i professori si guardarono, allibiti.
Fu il preside a parlare, dopo un lungo sospiro. “Ormai, è tutto deciso. Ci dispiace.”
“ I fogli sono stati ritirati perfettamente. Non sappiamo cosa sia successo” fece una delle insegnanti, rammaricata
Iwaizumi sospirò, mantenendo la calma, a pugni stretti. “ Capisco. Andiamo, Oikawa”
Oikawa non si mosse.
“Sul serio non fate nulla?” sospirò pesantemente, fissandoli con il sorriso falso stampato in volto “se resto qui, è perchè sono stato accettato.  Mi impegnerò. Ma resto solo perché ho passato il test”
I due se ne andarono.
“Iwa-chan, anche su questo siamo in sintonia?”
“AH?”
“Non te l’ho detto? Avevo fatto domanda alla facoltà di ingegneria aerospaziale. Volevo andare nello spazio a cercare gli alieni” disse Oikawa, quasi in tono sognante “ ma non  mi hanno preso. E quel che è peggio, due università diverse. Anche se ad Ushiwaka-chan lo avevo detto, speravo ancora di…”
Strinse anche lui i pugni, prima di sentire una mano poggiarsi sulla spalla.
Si voltò,  e vide Iwaizumi accennargli un sorriso.
“Non ti preoccupare per questo, e approfittiamone. Non vuol dire non giocare più insieme o non studiare più insieme. Domani mi dovrebbe arrivare una lettera per sapere se sono stato accettato o meno da due università. Una è qui, a Tokyo. “
Oikawa lo fissò ad occhi sgranati.
“Vuoi dire che l’altra è a…”
Iwaizumi annuì. “Staremo a vedere. Ma università separate non è la fine di tutto. Né la fine di noi.
Mettitelo bene in testa, Shittykawa”
“Iwa-chan…”
“Sei squallido per quanto rompi.” Fece una smorfia “ non fare il bambino. Non è la fine del mondo. “
Oikawa annuì. In fondo, andava tutto bene. Non si sarebbero divisi, non del tutto. Erano loro, ce l’avrebbero fatta.

 


 


Il pomeriggio, andarono in palestra.
“Yahoo! Eccoci arrivati!” Oikawa si annunciò
“Sei snervante! Muoviti!”
“Si si, Iwa-chan”
Kageyama gli si avvicinò. “Oikawa-san”
“Yahoo Tobio-chan” Oikawa assottigliò lo sguardo, sorridendo falsamente “sei nelle retrovie, eh? Guarda e impara dal migliore”
“è quello che voglio fare, Oikawa-san. Voglio migliorare ancora”
“So che ti hanno invitato al campo” proferì Oikawa, inclinando il capo
“Come lo sai?!” fece il numero 9 della Karasuno, sorpreso “  ho conosciuto dei ragazzi che potrebbero entrare”
“ Lo so, lo so” Oikawa gli mise una mano sulla spalla “sei quello più inesperto qui, Tobio-chan. Buona fortuna. Preparati a perdere anche qui”
Oikawa fece segno ad Iwaizumi di andare a salutare gli altri.
“Ohohoh chi abbiamo qui, Oikawa-kun e il suo amichetto?”
“Hey hey hey! Non sarai mai bravo quanto me e il mio Akaashi, ma vediamo di giocare! Sono il miglioreeee!”
Eccoli, Kuroo e Bokuto.
Kuroo assottigliò lo sguardo e accennò un sorrisetto ironico. “Mi sa che però, tanto amichetto non è, eh, Oikawa-kun?” gli diede una pacca sulla schiena
“Che fai?! Nemmeno mi conosci…mh, Kuroo-chan?”
“ohoh? Kuroo-chan? Andiamo!” disse sarcastico” ma mi piace”
“Non alzare solo a lui! Il quinto asso del Giappone deve mostrare la sua bravura!” si intromise Bokuto
“mh….Boku-chan, alzerò se sarai in posizione adatta” Oikawa sorrise falsamente.
Iwaizumi si passò la mano sul viso. “Dammi tregua…”
Dopo aver fatto conoscenza anche degli altri giocatori, iniziarono a cambiarsi e scaldarsi.
Oikawa già fremeva.
Iwaizumi gli diede una pacca sulla schiena. “Non farti intimidire da Kageyama in panchina. Ci sei tu in campo, con la maglia da titolare, non lui”
Oikawa lo fissò, gli sorrise a nnuì.
Una volta in campo, sebbene non fossero in uno stadio con le telecamere, l’atmosfera la percepiva diversa
 Anche l’odore del salonpass, sembrava diverso.
Nessuno doveva frapporsi tra lui e la sua maglia da titolare, in nazionale. Nemmeno quel piccolo, dannato genietto.



“ Vi indico i segnali” fece Oikawa agli altri “ iniziamo prima a conoscerci. Alzerò ad Iwa-chan per primo, ma se poi lo schiacciatore si troverà in buona posizione per fare punto, alzzerò a lui.  Dobbiamo essere uniti”
Li guardò, uno per uno. “ Tranne me ed Iwa-chan, anche se forse conoscete gli schemi di gioco l’uno dell’altro, dobbiamo imparare a conoscerci meglio come squadra”
Tutti annuirono.
Oikawa indicò il libero. “ Hanno schiacciatori forti. Sarai il perno della difesa, molto più degli altri e non solo come ruolo. Conto su di te”


 

La partita iniziò. I due più orgogliosi di indossare quella maglia erano Iwaizumi e Oikawa.
Oikawa aveva il cuore a mille, non solo per l’eccitazione.
Sin da bambino, sognava di stare lì. Sognava di fare l’astronauta, ma dopo il meritato posto in nazionale. Sapeva che forse Iwaizumi non era dello stesso avviso. Lo  sapeva bene che per lui la pallavolo era importante, ma non così fondamentale come lo era per Oikawa.
E adesso, ritrovarsi anche se in allenamento, con i colori della nazionale, era un sogno che diventava realtà.
Aveva inconsciamente sorriso, vedendo i loro numeri. 1 e 4.
Doveva mantenere il posto da titolare. E… se Kageyama era entrato in nazionale, era troppo ingordo a pensare di ambire al ruolo di capitano?


 


Dagli spalti, nessuno si accorse che erano stati fatti entrare due personaggi di nostra conoscenza. Ushijima Wakatoshi e Tendo Satori…

 



 


  Oikawa fu il primo a servire, ad inizio set.  Per sfruttare al meglio le potenzialità di tutti, quella rotazione era necessaria.  Fece un ace.
Riuscirono a segnare, finchè Oikawa si ritrovò al suo posto congeniale.
Lo sapeva da sempre. Forse, Kageyama lo avrebbe superato una volta per tutte, e lui non sapeva fare quelle alzate assurde. Ma come alzatore, era lui, Oikawa Tooru, ancora il migliore. 
Alzò ad Iwaizumi, come stabilito, e fece punto. Ma la crisi stava per iniziare.
Oikawa stava per farsi prendere dalla frenesia.
La partita continuò ed Oikawa, leggermente in ritardo, cercò con la sguardo Iwaizumi. Il ragazzo ricambiò lo sguardo, schiacciò, e gli avversari ebbero appena il tempo di ricevere che la palla era schizzata fuori dal campo.
Lungolinea.  Dentro.

“Va tutto bene” disse Oikawa. No, non avrebbe detto ancora, a loro, la sua frase  di rito.
“Difendiamo. Kuroo-chan, su quelle braccia! Boku-chan, non stressarti, ti farò schiacciare tra poco. Iwa-chan, rilassa i muscoli o ti verranno le rughe”
Kuroo trattenne Iwaizumi dal picchiarlo…

 

Oikawa fece il segnale, come sempre sul fondo schiena.  Bokuto esultò, avrebbe schiacciato.
L’ex capitano dell’Aba Johsai li aveva studiati, uno ad uno. Aveva individuato punti di forza, debolezze, modo di nuoversi. Adesso era pronto per prendere in mano la partita e dirigere la squadra.

Il set successivo fu un via vai di punti alternati, tra palle che schizzavano via e schiacciate potenti.
Oikawa sorrise internamente. Kuroo a muro era a dir poco una barriera, mentre Bokuto aveva delle schiacciate potenti

… peccato che ben presto sarebbe scoppiata una tempesta, ma Oikawa non lo sapeva ancora.

Oikawa chiamò un time out e si consultò con gli altri.
“Vediamo di escogitare qualcosa” disse guardandoli seriamente “sarà un’amichevole, ma ci tengo a vincere.”



 

Sincro con schiacciata finale. Doppio.



 

I ragazzi tornarono in campo,  e alla prima occasione utile sfruttarono la strategia ideata.
Un attimo, Oikawa guardò Bokuto e fecero un secondo tempo.
Oikawa andò a battere il cinque ma si ritrovò sommerso  da tutti gli altri, mentre Iwaizumi sogghignava in disparte.
Forse ce l’avrebbero fatta.
Gli avversari diedero filo da torcere successivamente, ma qualcosa cambiò.
Oikawa salvò una palla all’estremo, poco prima di alzare. A rallentatore, gli sembrava di rivivere qualcosa di già fatto. L’ultima alzata della Seijo.
Guardò per un nanosecondo Iwaizumi, che capì.  Fecero un primo tempo, segnando, senza che la squadra avversaria potesse fare nulla.
Oikawa tornò in campo e i due si fissarono, per poi sorridersi e battere un cinque, tra il coro entusiasta degli altri giocatori.
“Non fate i piccioncini in campo” sogghignò Kuroo
“Ehy ehy ehy! Il migliore sono sempre io!”




La partita finì. 2 set a 1. Ce l’avevano fatta.
Ma Oikawa ed Iwaizumi avevano anche una piccola vittoria personale. Potevano trasformare la propria sincronia perfetta in una vera e propria arma distruttiva.
Oikawa, dopo quella partita, era entusiasta. Non avrebbe permesso che Kageyama prendesse il suo posto. Non si accorgeva che stava mettendo il modo un meccanismo…





Ushijima andò via, seguito da Tendo.
“Wakatoshi-kun, come mai sei voluto venire a vedere la partita di allenamento? Oikawa-kun non si è comportato bene”
Ushijima scosse la testa. “Continuo a pensare che Oikawa stia commettendo uno sbaglio. Il suo talento è sprecato, non può metterlo a frutto per bene. Quei giocatori sono talentuosi, ma serve altro. Però..”
“Però…” incalzò l’altro
Wakatoshi si voltò a guardare un’ultima volta il palazzetto della palestra.
“ Sono convinto di non sbagliarmi quando dico che io e lui potremmo fare grandi cose, se mettesse da parte il suo inutile orgoglio. Ma, Tendo, è quello stesso orgoglio che lo ha reso così forte. Non l’ho mai visto arrendersi. Potremmo fare grandi cose, si, ma quella sincronia che ha con Iwaizumi Hajime e con gli altri, non potrebbe mai averla con me.
È sempre convinto di essere inferiore a Kageyama Tobio.  Dovrà superarlo
“Non nominare così dei mostri come te” pensò tra sè l’ex numero 5 della Shiratorizawa.
“Ne sei sicuro, Wakatoshi-kun?”
“Si.  Oikawa è un giocatore che tira fuori il meglio, il 100% di ogni giocatore. Ma deve imparare a conoscerlo, vederne il positivo ed il negativo, anche come persona. Non riuscirei mai a concepire il suo gioco”




 

 

 

 

 


Eccoci alla fine del capitolo!
Manca poco ormai alla fine della prima parte. Si, sarà una serie di storie incentrata su Oikawa e sui sentimenti contrastanti (e non) su tre persone che gli ruotano intorno: Iwaizumi, il suo perno costante. Kageyama, il kouhai invidiato e detestato, seppur riconosciuto come genio e come talento. Ushijima, l’eterno nemico di una vita, troppo diverso da lui che basa tutto sulla squadra, sulla comprensione e sulla strategia.
Ma ci sarà anche molto altro. Oikawa non sarà circondato solo da loro ed ognuno dei personaggi avrà il suo lieto fine. Forse.


Al prossimo capitolo, che verrà protagonisti particolarmente Kuroo e Bokuto, oltre agli immancabili protagonisti della storia.
A presto!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- Le strade difficili ***


Eccomi qui con un nuovo capitolo!
Finalmente riesco a riprendere in mano questa storia. Ne ho molte in cantiere, davvero moltissime ancora come bozza e in fase di produzione, e per concludere quelle che ho iniziato devo alternare.
Tengo molto a tutte le mie storie e mi fa piacere che vengano apprezzate.
Meglio pochi ma buoni, no?
Ringrazio sinceramente le persone che mi hanno recensito complimentandosi, e anche chi invece mi da consigli e critiche costruttive che mi spronano sempre a dare il meglio. è motivo di orgoglio per me. 
Piccolo avviso:  in questo capitolo ci saranno dei piccoli accenni a cose che avvengono nel manga, niente di particolarmente spoiler, giusto qualche nome e qualche speculazione.
Chiedo scusa in anticipo se non sono riuscita a rendere al meglio personaggi che non riesco molto bene a maneggiare, non concentrandomi mai su dli loro. Ho preferito dare spazio a tutti anche concentrandomi sul canon pairing principale. 
Da questo capitolo ci sarà un piccolo spaccato su personaggi secondari nella storia, a cui voglio comunque dare il giusto spazio e un giusto conto.
E ne vedremo delle belle… ma nessuno finirà male, almeno alla fine della storia…
Cercherò, come promesso e detto altrove, di pubblicare una IwaOi al giorno, impegni permettendo.
Buona lettura!

 

 
Capitolo 6- Le strade difficili


 
 
Quell’amichevole aveva dato una bella scossa a tutti. Bokuto si era esaltato più del solito, ma ad Oikawa non era di certo sfuggito quello strano luccichio negli occhi, quel brillio appena appannato, come se mancasse qualcosa per farlo rifulgere del tutto.
Dietro quei modi tanto esagerati, Bokuto celava la sensazione che fosse tutto diverso, senza il proprio alzatore.
Tooru non poteva dargli torto. Senza Hajime, sarebbe stato tutto molto diverso. Strinse i pugni a pensare all’università.
Era vero che dopo una cosa bella, ne accadeva sempre una brutta.
Ma sapeva come fare, non era tutto perduto. E se tutto andava come voleva, era solo un anno.
Inclinò inconsciamente gli angoli della bocca.
Kuroo non si era gasato, per quanto avesse fatto qualche battutina , ma Oikawa notò anche in lui qualcosa.
La sera, Oikawa li vide parlare, da soli, ma decise di non intromettersi.
Si era fatto una doccia, stava mangiando un panino con il latte e voleva passare la serata con il suo Hajime.
Nessuno di loro era così debole, ma ogni persona era diversa, e superare quel particolare problema era una questione personale. Lui non poteva dare alcun consiglio.
“Ehi, Bokuto, come ti sembra schiacciare sulle alzate di qualcuno che non sia Akaashi?”
“Mmmmh” Bokuto ci pensò, mano a tenersi il mento e sopracciglia aggrottate “ sono convinto che il mio Akaashi sia migliore, ma Oikawa non è poi da sottovalutare”
“è vero” Kuroo annuì “qualche volta gli chiederò di alzarmi la palla, anche se sarà più divertente bloccare una schiacciata servita da lui”
“A te non sembra strano? Tu non ti sei mai allontanato troppo da… quel tipo…come si chiama? Kazu? Kozu?”
Tetsurou inclinò gli angoli della bocca. “Kenma. Dovresti ricordare i nomi, stupido gufo.  Beh, lo sapevamo già. Lui ormai è al terzo anno, mi raggiungerà. E poi non siamo mai stati quel tipo di amici”
A Kuroo, inconsciamente, quelle parole facevano male.
C’era stato un momento preciso in cui aveva iniziato a vedere il suo piccolo alzatore con occhi diversi. Chissà, forse dopo che Kenma aveva tentato di andare via dalla squadra, o quando per colpa di Yamamoto si era tinto i capelli in quello strano modo che ora lo distingueva.
Il loro era stato un legame particolare. Erano amici d’infanzia, ma avevano sempre avuto motivazioni e interessi diversi.
Era stato lui a trascinare Kozume a giocare a pallavolo, per tirarlo via da vecchi videogiochi.  
Si era sorpreso nel notare che il suo amico, anche se non era poi così appassionato, si divertiva, anche se lo nascondeva. Ma a lui non sfuggiva quello sguardo eccitato che a volte brillava negli occhi del più piccolo. Soprattutto da quando quel numero 10 della karasuno era diventato suo amico.
Quella parola aveva un sapore strano in bocca… come se fosse sbagliata. Chissà da quando quel piccolo alzatore era diventato tanto importante.
Non erano appiccicati, ma ormai era diventato una parte importante della sua vita.
Gli era sempre venuto naturale guardarlo, osservarlo.
Prima, perché così minuto, così diverso da lui in tutto. Poi aveva iniziato a guardare oltre l’apparente diffidenza naturale di Kozume, e come vicino di casa aveva iniziato ad essere normale stare insieme a lui.
Era naturale in casa dell’altro vedere anche una testa crestata, nera, correre eccitata giù per le scale di prima mattina, mentre si spandeva l’odore delle frittelle, e sentire dal piano superiore “Kenma! Svegliati! Andiamo a scuola e poi a giocare con il pallone!”
Quando aveva provato con lui l’attacco differenziato… si era sentito elettrizzato. Ed era finito per diventare il loro attacco. La loro tecnica.
Non era nelle sue corde, però, costringere gli altri, così quando Kenma aveva manifestato la voglia di andare via dalla squadra, gli aveva solo parlato. Avrebbe rispettato la sua decisione.
Ma Kenma era rimasto.
La battaglia ai cassonetti c’era stata, e avevano perso con onore. E Kenma era cambiato almeno un po’ quando non si era lasciato scoraggiare, dopo che era stato preso di mira, nella partita precedente, per via della sua poca resistenza fisica.
Forse quei sentimenti erano qualcosa di più, chissà da quando. 
Quando quell’amicizia si era trasformata in amore?
Kenma era troppo concentrato sui videogiochi perché se ne accorgesse. Chissà come se la passava, senza di lui…
Quel ragazzino non era certo qualcuno che non provava nulla, e lui lo sapeva meglio di chiunque altro.
Ma l’amore era diverso, e ora erano anche lontani, anche se nella stessa città…
 
Bokuto, intanto, sorprendemente, stava rimuginando. 
Ripensò ad Akaashi, a tutte le volte che aveva schiacciato per lui. Quando si deprimeva, sapeva sempre come prenderlo per il verso giusto.
Non lo aveva detto a nessuno, nemmeno ai suoi compagni di squadra o a quel gattaccio di Kuroo.
Una notte, durante il campo di allenamento, aveva svegliato Keiji nel cuore della notte per una corsa in notturna.  Dio, ricordarlo gli faceva stranamente… correre un brivido lungo la schiena.
L’alzatore, mal volentieri, assecondò le richieste strambe del proprio capitano, ormai abituato alle uscite particolari di Kotarou.
Fu in quell’occasione che Bokuto vide davvero, per la prima volta, Akaashi. 
Certo, lo sapeva, che almeno nella loro scuola era considerato tra i più belli (forse solo meno bello di lui che era anche il quinto schiacciatore più forte del Giappone).
Ma sotto i raggi lunari, lo aveva visto in modo diverso.
Il cuore gli era balzato in gola e si era sentito felice come se avesse fatto una schiacciata contro quel maledetto Sakusa.
Aveva provato qualcosa di nuovo.
Da quel giorno, una volta tornati a scuola, Akaashi evitava accuratamente di essere in giro quando Bokuto veniva fermato da alcune ragazze, e non c’era verso di trovarlo da nessuna parte.
Non ne aveva capito il motivo, visto che le altre volte era sempre lì accanto a lui.
Gli piaceva la pallavolo e gli piaceva anche Akaashi.  Che gli piacesse come più di un amico?
Anche quando aveva trovato quel cagnolino, davanti la porta di casa sua, era stato istintivo portarlo da Akaashi, e solo da lui, e farglielo vedere perché voleva tenerlo. Ma non aveva capito il perché dei sospiri sconsolati dell’alzatore…
“Problemi, amico?” chiese Kuroo, che nel frattempo si era steso sul divano della saletta comune del dormitorio
“Devo parlare con Akaashi appena torno alla Fukurodani, a trovarli intendo. AAAAAAARGH Akaashi!”
E iniziò a sbraitare
“Io tornerò a casa e andrò anche a parlare con Kenma. Avranno momenti difficili, tra Yamamoto, Lev e Yaku” ridacchiò Kuroo, malefico. Già immaginava il suo povero amico, sfinito a causa di quei tre, se non ci si metteva pure Inuoka.
 
Ognuno aveva dei propri pensieri, erano dei ragazzi che stavano crescendo e facendo esperienze. E dopotutto, era anche piacevole impegnarsi e lottare, nella pallavolo così nella vita.
Con alti e bassi, ma sempre senza rimpianti.
 
 
Tooru aveva l’occhio lungo. Non li conosceva ancora bene, quei due, ma sapeva che c’era qualcosa.
Chissà se avevano il cervello necessario per farcela.
Kuroo era sin troppo bravo come centrale, sapeva quando essere serio e anche quando essere sciocco e divertente, in senso buono.
Bokuto era stata una sorpresa. Sembra sempre così esagitato, così iper attivo e senza un cervello funzionante. Invece, una volta in campo, a meno che non crolli emotivamente, è degno del titolo di quinto asso della nazione.  E la sua concentrazione è quasi invidiabile.
Ghignò leggermente. Quella squadra nazionale sarebbe stata una sorpresa, era contento di vivere quell’esperienza insieme ad Hajime. Non sarebbe stato lo stesso senza di lui.
Il giorno dopo sarebbero tornati a Miyagi, ancora una volta.
Mancava poco alla loro nuova vita.
Avrebbero vissuto insieme, a metà strada tra le due università.
Ma Tooru Oikawa non si era mai arreso, e non lo avrebbe certo fatto in quel momento.
Avrebbe proposto una sua idea ad Hajime, una volta iniziata la nuova fase della loro vita…
 
 
Intanto, Ushijima e Tendou si stavano dirigendo alla stazione per prendere lo Shinkansen per Miyagi.
Tendou ricevette un messaggio da Yamagata, e distrattosi, si fermò al bordo del marciapiede, senza prestare attenzione al semaforo.
Fu lì che accadde.
Il conducente di un camion, che camminava dal loro lato della strada, non notò un gatto che si era lanciato per attraversare la strada. Frenò bruscamente, perdendo il controllo della vetture, che si andò a schiantare contro un palo.
Fu un attimo.
Tendou si accorse solo dopo che era finito a terra, sul marciapiede, avvolto dalle braccia forti del compagno.
All’improvviso, sentì qualcosa di liquido scorrergli lentamente sul corpo. Poi notò quel colore.
E dire che poco prima si era sorpreso, a sentire quelle parole, sorpreso che Ushijima riuscisse anche a guardare intorno a sé senza essere egoista.
“Wakatoshi-kun?”
Fu un mormorio.

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Capitolo 7
*** Incidente ***


Piccolo capitolo un po’ particolare, ma niente paura.
Dal prossimo capitolo ci si concentra di nuovo sulla coppia canon importante nella storia, e il resto tornerà ad essere lo sfondo.
Ma era giusto dare un piccolo spazio anche a tutto.



 

Capitolo 7- Incidente



 

“STUPIDO USHIWAKA! NON TI AZZARDARE AD ANDARE ALL’ALTRO MONDO PRIMA CHE IO POSSA BATTERTI! CHE TU SIA DANNATO!”
Furono queste le parole che si sentirono all’improvviso ( ovviamente era Oikawa) e che fecero sussultare Kuroo e Bokuto.
Era successo tutto in fretta.
Tendou, stranamente controllato, aveva chiamato Shirabu per via dell’incidente di Ushijima.
Aveva sbattuto la testa, che per fortuna aveva smesso di sanguinare.
Satori era riuscito a salire sull’ambulanza, e si stava dirigendo in ospedale.
Kenjiro, allamato, aveva chiamato in fretta Oikawa.
I due alzatori, non senza riluttanza da parte di Tooru, si erano conosciuti tempo prima, ad un ritiro di alzatori. La cosa positiva di quel piccolo alzatore dai capelli color miele era la sua devozione ad Ushijima e la relazione con un suo senpai, Semi Eita.
“Ti chiedo scusa, Ushijima-san…uhm…ecco…” Shirabu non sapeva che pesci prendere
“Shira-chan, parla chiaro, per favore. Hai qualcosa che non va? Sembri agi..”
“MIHACHIAMATOTENDOU-SANUSHIJIMA-SANHAAVUTOUNINDICENTEESTAANDANDOINOSPEDALE”
“…eh? Cosa hai detto?”
Kenjiro aveva parlato troppo velocemente. Si ritrovò a riprendere fiato, e parlò.
“Ushijima-san è stato investito, mi ha chiamato Tendou-san. Sta andando con lui in ospedale”
Iwaizumi, che aveva sentito tutto perché Oikawa era in viva voce, sgranò gli occhi, così come Tooru.
Oikawa, però, almeno razionalmente, era preoccupato.
Ushijima non gli andava a genio, lo detestava, ma almeno, con quel rossino intorno, non era più una costante piaga nella sua vita, come uno stalker.
E poi voleva vederlo sconfitto, anche se dubitava (dopo ciò che era successo con la Karasuno), che quel tipo sapesse davvero seguire i sentimenti. Ma forse, quel centrale dotato di un mostruoso talento poteva insegnare cosa fosse l’amore, alla grande bestia (forse) gentile.
“Che succede, Oikawa? Che ti ha fatto Ushijima stavolta?” chiese Tetsurou, mentre apriva (senza permesso) la camera in cui si trovava la coppia.
“Ushiwaka è in ospedale” proferì Hajime
“Sarà meglio andare, Iwa-chan” sospirò Tooru “non credo affatto che un maledetto bestione come lui tiri le cuoia così facilmente, ma sarà meglio che andiamo. Almeno aiutiamo”
Tutti i presenti annuirono, e preso un taxi si diressero all’ospedale indicatogli da Shirabu.

 

Una volta arrivati, trovarono Tendou che parlava con il medico, e decisero di rimanere in disparte prima di avvicinarsi.
“Non è in coma, per fortuna. Wakatoshi-kun ha una tempra forte” annunciò Tendou, che li aveva notati precedentemente
“Lo so” commentò Tooru, a denti stretti
“Ma ancora non si sveglia. Ha preso una bella botta” concluse Satori
Oikawa, istintivamente ,prese la mano di Hajime, che la strinse. Avevano notato entrambi lo sguardo del ragazzo dai capelli rossi.
“Se serve, chiamaci” fece Kuroo
“Spero bene che Ushijima non muoia!”
“Bokuto, non è il momento”
“Oikawa, vorrei parlarti” fece Satori, invitandolo verso la stanza di Ushijima. C’era una piccola finestra, il cui vetro permetteva di vedere all’interno.
Wakatoshi aveva gli occhi chiusi, steso nel letto, con un ago nel braccio, una mascherina e tanti macchinari intorno.
Iwaizumi annuì, facendogli segno di andare, e Tooru seguì il rosso.
“So che lo detesti” iniziò Satori “ probabilmente non solo perché ti abbiamo sempre battuto, vero? È così” fece, cercando di non lasciarsi abbattere troppo
Oikawa storse appena il naso.
“è vero, probabilmente non doveva dirti certe cose, e di certo non sareste stati amici. Ma Wakatoshi-kun non è poi così male”
“Ah, tranquillo, Tendou-kun” lo fermò Tooru “ a me interessa solo batterlo, ma suppongo che abbia trovato delle persone che gli vogliono bene. Finchè mi lascia in pace, e lascia in pace Iwa-chan, non mi importa. E poi” si voltò a guardare l’altro negli occhi “credo che abbia trovato la persona giusta per lui”
Satori ricambiò lo sguardo. “Tu credi?”
Oikawa annuì. “Ushiwaka pensa solo per sé stesso. Basta guardare il suo gioco per capirlo. Non credo possa giocare a pallavolo senza relazionarsi con gli altri, ma se si è legato maggiormente a te, ci sarà un motivo”
Tendou assottigliò lo sguardo, e inarcò gli angoli delle labbra. “Si vede che sei un alzatore, sei sempre molto analitico, in alcune cose. Beh, credo che l’abbiamo trovata entrambi, allora”
Tooru sorrise, girandosi a guardare Hajime. “ Io ne sono certo”, e sempre sorridendo aggiunse “se è tutto, vorrei tornare da lui”
Satori annuì, rimanendo a fissare dalla piccola finestra il corpo addormentato del compagno.
Tooru andò verso Hajime, avvicinandosi fino a sfiorargli le spalle.
“Cosa ti ha detto quello?” chiese il moro
“Nulla di importante, Iwa-chan, stai tranquillo”

 


Ushijima si svegliò dopo due giorni, trovando Tendou addormentato accanto a lui.
Gli fecero degli accertamenti. Per fortuna, non c’erano traumi cerebrali. La botta era stata forte, ma superficiale, anche se aveva perso una ingente quantità di sangue.
Satori sospirò di sollievo.
Dopo qualche giorno, Wakatoshi invitò Tendou al cinema. Si era incuriosito su una nuova serie del Jump, di cui ci sarebbe stato il film nella sale. Chi meglio di Satori per andarlo a vedere?
“Appuntamento con Wakatoshi-kun” fu il selfie che il rosso inviò a tutti i suoi ex compagni, più i ragazzi presenti al ritiro.
“Quello ci va giù pesante. Siamo sicuri che Ushiwaka sappia cosa fare?” commentò Hajime
“Lui è uno stoccafisso. Compatisco Tendou-kun, dovrà fare tutto lui” commentò divertito Oikawa
Sorpresa delle sorprese, un Satori tutto eccitato annunciò, in piena notte, che lui e Wakatoshi-kun stavano insieme e lo aveva baciato.


L’incidente di Ushijima aveva lasciato un segno su tutti i presenti.
Kuroo e Bokuto andarono a parlare con i propri alzatori dopo qualche giorno.
Hajime e Tooru, invece, si ritrovarono più uniti che mai.
Avere la persona amata accanto era una delle più grandi fortune. Loro erano sempre stati insieme, non conoscevano un mondo senza l’altro. E non avevano intenzione di farlo.
Nonostante la situazione si fosse calmata, passavano sempre molto tempo insieme.
Era sempre stato così.
Dove c’era uno, c’era anche l’altro. Se nomini uno, non puoi non nominare anche l’altro.
Era la normalità.
Il ritiro stava giungendo al termine, e a breve si sarebbero sistemati per l’università.
Oikawa era il più impaziente.
Due università separate per un anno, provando l’ebbrezza di parti avversarie ma la mancanza di quella assoluta fiducia che li distingueva su tutti in campo.
Poi, ancora insieme. Coppia d’oro, per sempre, fuori e dentro il campo da gioco.
“iwa-chan, dormo con te stasera”
“se russi come un trombone ti butto a calci fuori, Trashykawa”
“Sei cattivo, Iwa-chan!”

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