Box Human

di SHUN DI ANDROMEDA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Ruzzolando In Mezzo Alla Strada ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Namimori-Chu ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Le Pantofole Sono Nell'Armadio ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Più Simili Di Quanto Sembri ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Cieli Chiari Di Felicità Con Lievi Rannuvolamenti di Gelosia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - Architettando Piani Da Novelli Cupido ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Di Mattinate Movimentate e Pranzi Inaspettati ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Tra Kokuyo e Namimori ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Il Nostro Mondo Si Espande ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - Chi ha detto Varia? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - Stato d'Allerta ***



Capitolo 1
*** Prologo - Ruzzolando In Mezzo Alla Strada ***


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BOX HUMAN

PROLOGO

RUZZOLANDO IN MEZZO ALLA STRADA

§§§

Tsuna corse fuori di casa a velocità supersonica, quella mattina, con la cravatta della divisa per metà disfatta, la borsa che spenzolava dalla spalla e un toast in bocca mezzo mangiucchiato.

Il bruno biascicò una specie di saluto in direzione della madre e si precipitò fuori dal cancello tutto trafelato, cominciando a correre verso la scuola.

Manco a dirlo, era nuovamente in ritardo.

Quella mattina, poi, ne erano successe veramente di tutti i colori, e accidenti a Reborn che se l'era filata il giorno prima per, a suo dire, improrogabili impegni in Italia!

Se ci fosse stato, almeno avrebbe potuto chiedere a lui consiglio, e invece niente!

Nervosamente, il ragazzo osservò la propria mano, soffermandosi malinconicamente sull'unico anello presente: quello del Cielo era lì, splendeva per il Sole che lo illuminava, ma della Vongola Gear di Natsu non v'era la minima traccia.

Un rapido giro di telefonate, agitate, poco prima di uscire di casa, lo aveva informato del fatto che le Gear di tutta la Famiglia erano semplicemente scomparse durante la notte.

Avendo concordato quindi una riunione, giusto poco prima dell'inizio delle lezioni, ecco il motivo della corsa indiavolata del Decimo nel tentativo di arrivare il più velocemente possibile all'incontro con i suoi compagni.

Era talmente preso dalla situazione, dai suoi pensieri e da tutto il resto, compreso un quasi sicuro compito in classe, di cui si era bellamente scordato, che non aveva notato il semaforo, diventato improvvisamente rosso proprio mentre lui stava attraversando la strada.

Non vide né sentì le voci di Yamamoto e Gokudera, sbucati all'improvviso dal vicolo laterale, che lo chiamavano.

L'unica cosa su cui la sua mente riusciva a restare concentrata era la macchina dalla carrozzeria argentata che sfrecciava contro di lui: era imbambolato, non riusciva a muoversi e chiuse istintivamente gli occhi, aspettando un dolore, che però non arrivò mai.

Perchè giusto un attimo prima dell'impatto, in una rapida sequenza di azioni, voci, rumori, stridori di freni e puzza di gomma bruciata, sentì un paio di braccia snelle afferrarlo per le spalle e tirarlo all'indietro.

Il suo corpo sbattè a peso morto sul marciapiede e sentì si dolore, ma non quello intenso dovuto all'essere investito da una macchina in corsa ma piuttosto simile a quello solito, cui era abituato, di una distratta caduta a terra.

Respirò affannosamente, rintronato per la botta e accecato dalla luce del Sole, talmente intensa da fargli chiudere gli occhi, mentre sotto di lui qualcosa si muoveva e le sue orecchie quasi esplodevano per le voci assordanti che lo chiamavano.

Un momento...

NATSU!” “NATSU!”

Lui non si chiamava Natsu.

Tsuna-dono... Stai bene, vero?”

Una voce flebile proveniente da un punto sotto di lui, fece sobbalzare Sawada, che spalancò gli occhi, voltandosi di scatto: c'era un ragazzo, che gli sorrideva affettuosamente tra una smorfia di dolore e l'altra.

Sembrava avere più o meno la sua età, con lunghi e arruffati capelli rossicci a incorniciargli il viso graffiato: sembrava, anzi, forse era straniero, ma si era espresso in un giapponese troppo perfetto, senza contare che qualcosa, nei suoi occhi, faceva sentire il Decimo al sicuro.

Ecco, sentiva quasi di conoscere quello sguardo.

Un attimo dopo, proprio mentre stava per replicare, una saetta bionda s'abbattè sul suo intrepido salvatore, afferrandolo per il colletto della felpa che indossava e sbatacchiandolo: gli stava urlando anche qualcosa che, a giudicare da ciò che il bruno riusciva a distinguere del fiume di parole, dovevano essere insulti.

Rimessosi a fatica seduto, Tsuna si sentì quantomeno in dovere di tentare di salvare quell'angelo che era corso a salvarlo, senza contare che doveva ancora spiegargli come diavolo facesse a sapere il suo nome, se lui non l'aveva mai visto in vita sua.

Si attardò qualche istante a osservare il nuovo venuto, i cui corti capelli chiari, alla luce del Sole, sembravano prendere le sfumature del fuoco, che stava facendo un predicozzo coi fiocchi e contro-fiocchi all'altro, il cui sguardo era tenuto basso dall'imbarazzo, e dietro di lui c'erano altri ragazzi, uno dei quali sembrava tanto massiccio da intimorire anche il Decimo.

Aveva un sacco di domande, ma prima doveva fare una cosa.

Con un sospiro, si puntellò con la mano per alzarsi: “Scusate... Io...” provò a dire, ma le gambe non lo reggevano, qualunque movimento tentasse di fare finiva inesorabilmente a terra, senza riuscire a mettersi in piedi, e gli girava anche la testa.

Che fossero ancora la tensione e lo spavento?

J-Juudaime-sama...?”

La voce strozzata, che lo aveva chiamato con quel titolo così familiare, non apparteneva però a Gokudera, forse l'unico dei suoi conoscenti a chiamarlo in quel modo, ma bensì era del ragazzo in piedi di fronte a lui, che lo fissava con espressione scioccata mentre il rosso, alle sue spalle, si massaggiava il collo con aria sofferente.

No, non si alzi!” lo bloccò subito, all'ennesimo tentativo del Decimo di tirarsi su: “Natsu, razza di deficiente! Ti rendi conto che avresti potuto rimetterci la pelle?!” quello riprese poi la sgridata come se nulla fosse accaduto, “Sei sparito come un razzo, poi abbiamo sentito il rumore dei freni, quando imparerai?!” sbottò con tono esasperato.

Uri, davvero, non è successo nulla. Ho sentito Tsuna-dono, era nei guai, non potevo lasciarlo lì.” si difese il rosso, spostando lo sguardo sull'amico e poi su Sawada.

JUUDAIME!”

Come se già non ci fosse stata abbastanza gente attorno a loro, in quel momento li raggiunsero anche Hayato e Takeshi, trafelati: “Juudaime! È ferito?!” gridò Smoking Bomb, inginocchiandosi accanto al Cielo con aria preoccupata, “Lascialo respirare, non vedi che sta bene? Sembra solo spaventato.” lo rassicurò la Pioggia, sorridendo affettuosamente all'indirizzo del suo Boss.

Poi si voltò verso il rosso, che si stava alzando con l'aiuto del suo amico, attorniato da quelli che, inconfondibilmente, dovevano essere i loro compagni.

Certo che erano tipi ben strani!

A parte i due litigiosi, Yamamoto ne contò altri sei, per un totale di otto ragazzi.

Quello più vicino a loro, massiccio e dall'aria assonnata, aveva folti capelli neri e un paio di occhi verdissimi, più verdi dell'erba d'estate, mentre, osservando quello accanto a quest'ultimo, a Yamamoto parve per un attimo di vedere Ryohei.

Stessa espressione esagitata, stessa luce negli occhi... Anche i guantoni da boxe sembravano gli stessi.

Gli altri quattro, che avevano fatto crocchio attorno a Tsuna e al suo salvatore, soprattutto due di loro, gli sembravano così familiri da causargli come una fitta di nostalgia all'altezza dello stomaco, e stava per chiedere loro chi mai fossero, se per caso si fossero incontrati a scuola, quando una voce saccente interruppe le fila dei suoi pensieri.

Hayato-danna, smettila di brontolare.”.

Le parole del biondo fecero, se possibile, arrabbiare ancora di più la Tempesta, che afferrò il ragazzetto per la felpa e lo strattonò con violenza: “Bastardo! Chi ti ha dato il permesso di prenderti tutta questa confidenza?!” gridò l'argenteo, guardandolo torvo.

L'altro, semplicemente, sorrise, era un ghigno quasi mefistofelico quello che andò a increspargli le labbra mentre, con eleganza e semplicità, scioglieva la presa dell'italiano su di sé: “Questo.” replicò; un attimo dopo, sulla guancia di un basito Gokudera, era comparso un graffio rosso e discretamente profondo.

Danna, forse non avrò più gli artigli, ma le unghie umane sono una valida alternativa.”.

Quella faccia da schiaffi fece imbestialire Hayato che, a stento trattenuto da Yamamoto, era prossimo ad azzannare il biondo alla gola.

D'accordo, Uri. Ora calmiamoci tutti.”.

Il rosso si era avvicinato all'amico, poggiandogli la mano sulla spalla e obbligandolo a tirarsi indietro, mentre Tsuna faceva lo stesso col suo Guardiano, che magicamente, e borbottando qualche parola di scusa, si calmò, non cessando però di guardare in cagnesco il suo avversario.

Mi dispiace, Tsuna-dono. Uri non voleva reagire così, e neppure litigare con Hayato-dono.” un lieve e rispettoso inchino da parte sua fece capire al Decimo che quel ragazzetto doveva essere il capo di quella combriccola, anche a giudicare dalla prontezza con cui, Uri, se non aveva sentito male, gli aveva obbedito.

Buffo,” si ritrovò a pensare improvvisamente il Cielo: “Ha lo stesso nome della Box di Gokudera-kun, sono simili anche nei modi...” riflettè.

Il suo intuito si fece sentire con la stessa intensità di un tuono poco prima di un temporale estivo.

Che fossero...?

Scosse la testa con decisione, cercando di ricacciare quel pensiero idiota nelle profondità del cervello: un'ipotesi del genere non era affatto contemplabile.

Natsu-kun, forse dovremmo dare loro delle spiegazioni.”.

Quel nome lo fece sobbalzare mentre un ragazzo, dai folti capelli color miele e con un paio di grosse cuffie azzurre attorno al collo, e un bambino, con folti ciuffi scuri e arruffati, che gli sedeva sulle spalle, non gli si avvicinarono.

Non trovi?” chiese il piccolo, aggrappandosi alla testa del rosso, che lo prese tra le braccia, stringendolo affettuosamente: “Hai ragione.” replicò, alzando lo sguardo, “Io sono Natsu mentre questa peste qui è Kojiro. Lui è suo fratello Jiro mentre l'arrabbiato alle mie spalle è Uri.” presentò.

Io sono Garyuu.”

Il mio nome è Gyuudon.”.

I-Io sono Roll...”.

Mi chiamano Mukurou.”.

La mano che Natsu tese a Tsuna era calda al tatto, come se fosse stata plasmata nelle Fiamme del Cielo, era una sensazione meravigliosa.

Una rapida occhiata agli altri, che si erano stretti attorno a loro, gli fece notare, col cuore in gola, che tutti loro emanavano Fiamme, purissime e di una intensità abbagliante.

Ci dispiace per avervi fatto preoccupare, ma quando stamattina ci siamo svegliati, ci siamoritrovati in queste condizioni e...”.

Natsu venne nuovamente interrotto da Uri, che era scoppiato a ridere sul naso a Gokudera: “Non fare quella faccia da triglia bollita, danna.” disse, canzonando l'espressione stupefatta della Tempesta.

Siamo le vostre Box Arma, non stiamo mentendo, Takeshi-bocchan.” esclamò Jiro, facendosi avanti, “Volevamo tornare a casa ma ci siamo persi...” ammise Garyuu, abbassando lo sguardo; Mukurou annuì, poggiando la mano sulla spalla di uno spaventatissimo Roll mentre Gyuudon concludeva il racconto delle loro peripezie, spiegando che Natsu era corso via all'improvviso.

Ve l'ho detto, ragazzi. Ho sentito Tsuna-dono in pericolo e mi sono precipitato ad aiutare il mio padrone.” si giustificò quest'ultimo, guadagnandosi un'occhiata malevola da parte di tutti, primo fra tutti Uri.

Beh, ma state bene! Ed è questo che conta!” esclamò Yamamoto, sistemandosi la spada: “Ero preoccupato per voi, ma vedo che non ce n'era affatto bisogno.” disse, rivolgendosi ai due fratelli.

Vero, al resto penseremo dopo.” concordò Tsuna: “Al momento, siamo solo contenti di vedervi.”.

SAWADA! COSA ESTREMAMENTE STA SUCCEDENDO?! Garyuu è sparito! E chi sono questi tizi?!”

Ryohei, esagitato come suo solito, era comparso all'improvviso da una stradina laterale, seguito da Kyoko e Chrome.

E come se le cose non fossero già abbastanza di loro complicate, un Hibari particolarmente, e visibilmente, incazzato, arrivò alle loro spalle.

Vedendolo, Roll sgranò gli occhi, che sembrarono inumidirsi.

Gentilmente, sciolse la presa che lo teneva legato all'amico e mosse un paio di timidi passi verso il suo padrone.

Erbivoro, cos'è questa confusione? E voi chi siete?” domandò con freddezza il prefetto, stringenso i tofa in pugno e non accorgendosi dell'arrivo del ragazzetto, avvolto in quella felpa viola che doveva essere almeno tre taglie più grande della sua.

Kyoya-dono...” bisbigliò lui, aggrappandosi alla maglia della giacca della Nuvola: “Voglio tornare a casa... Voglio giocare con Hibird...”.

Per un attimo, il Guardiano restò immobile, Tsuna poteva giurare di averlo visto sobbalzare impercettibilmente nel momento in cui Roll lo aveva afferrato, poi semplicemente ripose le sue temutissime armi, prese gentilmente per il polso la sua Box Arma e semplicemente se ne andò.

Sempre così, quell'Hibari...” bofonchiò Mukurou, voltando lo sguardo verso la sua padroncina: “Non si preoccupi, Ojou-sama!” esclamò, esibendo il suo migliore sorriso a beneficio della giovane, “La scorterò personalmente fino a casa, dove la lascerò solo alle cure di Mukuro-sama. ” disse, inchinandosi per baciarle galantemente la mano sottile, quella con l'Anello, “Possiamo andare, Decimo?” chiese rispettosamente, rivolgendosi al Boss.

Questi annuì, stupito dall'educazione con cui si era rivolto a lui.

Chrome sembrava a disagio, ma il cenno rassicurante che Tsuna le rivolse la tranquillizzò mentre la gentilezza con cui Mukurou le pose sulle spalle il proprio mantello la fece arrossire: anche loro lasciarono il campo, mentre Ryohei e Garyuu avevano cominciato a rifare conoscenza.

Pochi minuti dopo, entrambi corsero via, diretti verso la scuola, e il club di Boxe, cui Garyuu voleva a tutti i costi unirsi.

Una volta che i due si furono allontanati, Uri si avvicinò all'unica ragazza rimasta con un sorriso smagliante, del tutto diverso dall'aria strafottente che aveva esibito fino a poco prima: “Kyoko-nee, volevo ringraziarti per il pesce e per esserti occupata di me assieme ad Haru-nee. Non volevamo spaventarti.” le disse, con voce morbida ed educata.

Sei il gattino di Gokudera-kun?” chiese infine lei.

Si, Hayato-danna è il mio padrone.” rispose lui, raddrizzandosi dall'inchino che le aveva rivolto: “Se mai avrai bisogno di aiuto, non esitare a chiamarmi.”.

Tutt'altro tono, però, mostrò nel parlare a Natsu e Gyuudon.

Non cacciarti di nuovo nei guai, piccoletto, altrimenti è la volta che ti lego al tuo Gear. Ti affido quest'imbranato del nostro capo, se gli succede qualcosa, a risponderne sarai tu.”.

Poi, scoccando un'occhiata astiosa a Gokudera, semplicemente corse via.

E' sempre così.” sbuffò Natsu: “Però, anche se non sembra, sa essere molto gentile.”.

Gokudera e Uri sono uguali.” notò Takeshi, tenendo in braccio Kojiro: “Hanno lo stesso carattere!”.
Taci, yakyuu-baka! E tu, bastardo, aspetta!” sbottò l'argenteo, schizzandogli alle calcagna.
Si sentirono le loro grida anche a parecchi metri di distanza.

Scusaci, Tsuna-dono, scusaci tanto... Non siamo abituati a questa situazione e forse ci siamo fatti prendere dall'entusiasmo. Non è un comportamento da adulti, lo ammetto...” bofonchiò imbarazzato il rosso, ma subito il Cielo scosse la testa: “Davvero, va tutto bene.” lo rassicurò il bruno, afferrandolo per il polso e trascinandolo verso la scuola.

Siete sempre voi, non è cambiato nulla.”.

 

Note del Lemure:

Ho spulciato attentissimamente la sezione alla ricerca di qualcosa di simile, ma non ho trovato nulla. Come già in precedenza, vi prego di avvertirmi nel caso mi sbagliassi, cosicché io possa fare ammenda in tempo, cancellando la fic. In ogni caso, l'idea m'è venuta spulciando Tumblr e trovando un disegno di un Human!Uri, che ha scatenato tutto questo.

Che dire, spero sia un'idea interessante.

Vi lascio con un piccolo glossario in calce, fatene buon uso.

KissKissFallInLove

Shun/Charlie

 

Glossario:

Bocchan: Signorino

Danna: Padrone/Signore

-dono: Particella che si usa in segno di rispetto per una persona. Ha un'incisività maggiore di -san ma minore di -sama.

Ojou-sama: signorina di nobili origini.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Namimori-Chu ***


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BOX HUMAN

CAPITOLO 1

NAMIMORI-CHU

Quando il bruno e Natsu arrivarono infine a scuola, per un miracoloso e fortuito caso, erano in anticipo rispetto all'inizio delle lezioni, e gli altri li aspettavano pazientemente nel cortile semi-deserto.

Accanto ai Guardiani, escluso ovviamente Hibari, c'erano le rispettive Box, che sembravano attendere il loro capo, allo stesso modo dei padroni in attesa del Decimo.

Non mancava nessuno, neppure Uri che, a giudicare dai graffi sul volto, proprio e di Gokudera, doveva aver avuto parecchie difficoltà a fronteggiare la Tempesta.

Uri-niichan è tutto pesto!” esclamò un esagitato Kojiro, che occupava impunemente le braccia di Takeshi.

Taci, pulce...” brontolò il biondo con tono iroso: “Kojiro-otooto ha ragione.” confermò Jiro con un sorriso, “Sembra che Hayato-bocchan ti abbia conciato per bene per le feste!” esclamò, ottenendo solo una serie di insulti e improperi a pioggia su di sé, gentilmente offerti dal compagno, che sembrava blaterare qualcosa riguardo al fatto che ciò che aveva ricevuto, l'aveva restituito raddoppiato.

In effetti, a giudicare dalle ferite sul viso torvo dell'argenteo, poteva essere vero.

Uri, Jiro, Kojiro...” mormorò con tono esasperato Natsu, frapponendosi in mezzo a loro per evitare una probabile rissa: “Non fate i bambini.”.

Ma niichan, io sono un bambino!” esclamò Kojiro risentito.

Ma loro no.” notò il rosso con rassegnazione: “Anche se si comportano come tali.”.

Quella frecciatina ebbe non solo l'effetto di far abbassare lo sguardo a entrambi ma al contempo quello di far scoppiare sonoramente a ridere tutti i presenti.

Erano talmente concentrati su loro stessi che non notarono subito la presenza discreta e timida che li aveva avvicinati: aveva indosso la divisa della Namimori, quella degli studenti del primo anno, ed esibiva con orgoglio sulla manica la fascia del Comitato di Disciplina mentre, attorno a lui, svolazzava beata la palletta di piume che rispondeva al nome di Hibird.

Fu Garyuu per primo a vedere Roll, che portava tra le braccia un cumulo di divise uguali alla sua; subito, Jiro lo aiutò, prendendone un certo numero tra le proprie.

Cosa te ne fai?” chiese Uri, avvicinandosi a sua volta.

Kyoya-dono mi ha detto di darvele e di sbrigarci a raggiungere la sala ricevimenti, Kusakabe-niichan ci aspetta.”.

Le sue parole lasciarono interdetti per un attimo sia il Cielo che i suoi Guardiani, che rimasero in silenzio, senza effettivamente sapere cosa dire prima che, con un urlo di pura gioia, Ryohei afferrasse una divisa a caso dal mucchio, consegnandola a Garyuu: “Sono estremamente contento! Vai e fatti onore!” esclamò entusiasta, spingendolo in avanti.

Il pugile abbassò la testa in segno di assenso prima di raggiungere Roll.

Andate anche voi.”.

Tsuna era d'accordo con Hibari: doveva sicuramente aver pensato che fosse meglio per le loro Box restare in uno spazio delimitato, dove fosse possibile tenerle d'occhio e impedire che si cacciassero nei guai, anche se voleva dire separarsi per qualche ora da loro.

Come vuoi, Tsunayoshi-bocchan.” disse Jiro, prendendone due, una per se e una per il fratellino - la Nuvola aveva pensato anche a fornirne una più piccola per l'esagitata Rondine, per fortuna - : “Takeshi-bocchan, noi andiamo. Ci rivedremo più tardi, vero?”.

Danna, non sentirti troppo solo senza di me.” sogghignò Uri, portandosi via Natsu senza che questi avesse potuto scambiare la benché minima parola di saluto con il padrone: “E vedi di proteggere adeguatamente Juudaime-sama!”.

RAZZA DI INSOLENTE! TORNA QUI E RIPETILO, SE HAI IL CORAGGIO!”.

Fortunatamente, Ryohei e Yamamoto furono abbastanza svelti a bloccare la Tempesta prima che questi avesse anche solo il tempo di lanciare uno dei suoi candelotti, che caddero a terra, spenti: “G-Gokudera-kun, calmati. Potrete chiarirvi mentre pranziamo.” disse il Decimo, girandosi poi verso i ragazzi che si stavano allontanando: “Natsu, a mezzogiorno sul tetto! Gyuudon!” gridò, attirando l'attenzione del Fulmine, “Non essere triste, quando torneremo a casa, parleremo con Lambo!”.

Voltatosi di scatto, il massiccio ragazzo gli sorrise malinconicamente, prima di raggiungere Kojiro, che era balzato dalle braccia del fratello per saltare tra quelle dell'amico in arrivo.

Le Box sparirono all'interno dell'edificio scolastico, lasciando i padroni alle proprie spalle.

Oniisan, Gokudera-kun, Yamamoto... Ci conviene entrare.”.

Fu Tsuna il primo a rompere il silenzio, poggiando le mani sulle spalle dei due Guardiani a lui più vicini, Sole e Pioggia: “Prima che Hibari-san ci venga a prendere.” precisò, “E poi, dobbiamo spiegare a Kyoko-chan quello che è successo.”.

I ragazzi annuirono, ricordando distrattamente l’arrivo della compagna di classe a scuola pochi minuti prima, quando loro erano troppo impegnati a parlare con le Box per riuscire anche solo a rivolgerle un cenno.

La mia Kyoko deve sapere!” esclamò il pugile, alzando il pugno al cielo: “Pensateci voi!” e così dicendo sfrecciò verso gli edifici dei club.

Andiamo. Sicuramente ci starà aspettando.”.

E Tsuna aveva ragione. Perchè, non appena giunti al piano dove si trovava la loro classe, la prima cosa che i tre ragazzi videro fu effettivamente la loro compagna, in piedi fuori in corridoio, con un'espressione indecifrabile dipinta sul viso, in parte preoccupata e in parte incuriosita, ma era difficile capire cosa effettivamente stesse pensando in quei momenti.

Yamamoto spiò l'ora sull'orologio da polso: non erano ancora cominciate le lezioni, per fortuna. O giustificare la loro assenza all'insegnante sarebbe stato quantomeno difficoltoso.

Tsuna-kun, ragazzi. Volete spiegarmi quello che è successo? Ho visto Uri-kun in giro con la divisa della scuola indosso. Ma era con Kusakabe-san e non ho potuto chiedergli nulla...”.

Yamamoto ridacchiò, poggiando a terra la borsa e la custodia della Shigure: “Da oggi, saranno i nostri kohai. Ordini di Hibari.”.

Sasagawa lo guardò senza capire del tutto: “Vieni a mangiare con noi più tardi, vedrai che ti sarà chiaro tutto.” proseguì lo spadaccino.

Yakyuu-baka! Smettila di decidere tu!”

Gokudera, a quelle parole, sembrava più geloso e inviperito del solito, ma nessuno dei compagni di classe, effettivamente, lo notò: solo la rossa pareva scrutarlo con più attenzione del solito, dopo quello scatto.

Sawada, sbrigatevi a entrare. Se l'insegnante vi trova fuori, sono guai.”.

A interrompere le chiacchiere dei quattro fu Hana che, circondate con un braccio le spalle di Kyoko, la portò dentro con sé, come a volera sottrarre dalla pessima influenza dei tre ragazzi: con un sospiro, Tsuna annuì, spingendo all'interno Hayato e Takeshi una manciata di secondi prima che la professoressa di inglese facesse la sua apparizione in fondo al corridoio.

§§§

Stiracchiandosi, non abituato all'immobilità forzata cui era stato sottoposto per tutta la mattina, e men che meno alla divisa scolastica, Uri accolse con un sonoro sbadiglio il suono della campanella che annunciava l'inizio della pausa pranzo.

Lentamente, mentre i nuovi compagni di classe sfrecciavano fuori, rivolgendogli allegri cenni di saluto, lui si massaggiò il collo, resistendo all'urgenza di lavarsi come era solito fare nella sua forma originaria e sentendo un certo languorino allo stomaco.

Sospirò rumorosamente, poi alzò la testa e si concentrò sulla capigliatura rossiccia che gli ondeggiava davanti all'altezza del naso: certo che Natsu era proprio basso.

Stava parlando con Kojiro e Jiro, in attesa che Garyuu e Roll si decidessero a raggiungerli, mentre un timidissimo Gyuudon non riusciva al alzarsi dalla sua sedia e neppure a salutare i ragazzi che gli rivolgevano la parola.

Ehi, alzati e andiamo. Hayato-danna e Juudaime-sama ci aspettano.” lo apostrofò, dandogli un buffetto sulla spalla: “Non possiamo farli aspettare.”.

Uri,” lo rimproverò blandamente Natsu, mentre Kojiro si gettava su Gyuudon ridendo: “Non possiamo allontanarci senza Roll e Garyuu, lo sai. Hanno detto che ci avrebbero messo poco. Abbi un po' di pazienza.”.

Uri-niichan, è bello mangiare tutti assieme! Eddai, aspettiamo!” esclamò la Rondine, usando la spalla del Fulmine come trampolino per lanciarsi tra le braccia ignare del biondo, che riuscì a prenderlo al volo un attimo prima che si sfracellasse al suolo.

Baka! Non fare numeri del genere in mia presenza!” strillò, controllando che non si fosse fatto nulla.

Niisan guarda! Uri-niichan è preoccupato per me!” esultò il piccolo, aggrappandosi ai ciuffi che ricadevano sulle spalle dell'amico.

Jiro sogghignò, cingendo col braccio la vita di Natsu: “Il mio fratellino ha l'intraprendenza che manca a te, Boss. Vuoi che la pulce ti sgraffigni la preda da sotto il nasino?” gli soffiò nell'orecchio con tono divertito.

Il viso di Natsu assunse una paurosa tinta scarlatta mentre cercava di bofonchiare qualcosa in risposta, ma non riuscì a formulare un pensiero corretto e concreto, anche e soprattutto a causa dell'improvviso arrivo dei due mancanti.

Il gruppo, a ranghi serrati, uscì dall'aula, suscitando tutto attorno una serie di pettegolezzi e sussurri concitati da parte delle ragazzine, che non avevano ancora avuto occasione di vedere i “nuovi studenti ospiti del Comitato Disciplinare”.

Le voci aumentarono quando il gruppo fu visto fermarsi dinanzi alla classe 2A, e raggiunsero le dimensioni di uno scoop giornalistico da Premio Pulitzer quando si diffuse la notizia che ad attenderli c'era Sawada Tsunayoshi.

Il gruppo sparì sul tetto e a nulla valsero i tentativi dei più curiosi di sbirciare.

Perchè un paio di esponenti del Comitato montavano la guardia alla scalinata che portava alla terrazza.

§§§

Eccoci arrivati!” annunciò il Cielo, una volta spalancata la porta: “Scusate il ritardo, colpa nostra!” esclamò Garyuu, abbracciando Roll e trascinandolo con sé accanto a Ryohei.

Allora, danna,” esordì Uri, non appena sedutosi accanto al proprio padrone: “Ti sono mancato?”.

Per tutta risposta, la Tempesta tirò fuori un paio di candelotti di dinamite, borbottando qualcosa come “proprio per nulla...”.

Come al solito, al Cielo toccò mettere pace, e per fortuna che non era da solo, che aveva un valido alleato in Natsu: dal modo in cui redarguiva il compagno, e viceversa dall'espressione stranamente contrita che questi assunse in viso, era chiaro che scene del genere dovevano essere abbastanza frequenti nella quotidianità delle Box.

Forza, mangiamo!” propose Yamamoto con un sorriso, tirando fuori dallo zaino alcuni bento particolarmente grossi, Tsuna pensò che somigliavano molto a quelli che si erano portati dietro durante la missione a Kokuyo Land: “Stamani, non so perchè, ho pensato che forse avrei fatto meglio a portarmi un po' di provviste in più.” ridacchiò, scoperchiando le scatole e cominciando a distribuire in giro sushi e tè, “Cosa preferite voi?” chiese gentilmente, rivolgendosi a Kojiro e agli altri.

Ma questi sembrarono rabbuiarsi, abbassarono anche lo sguardo, preda di un improvviso, e strano, imbarazzo.

Takeshi-danna...” esordì Uri con voce bassa.

C'è qualcosa che non và?” s'informò con preoccupazione Tsuna.

Noi... Noi non possiamo mangiare il vostro cibo... O meglio, possiamo, ma necessitiamo di altro per recuperare nutrimento.”.
Le parole di Natsu suonavano dispiaciute: “E di cosa?” incalzò Ryohei.

Delle Fiamme del nostro elemento...”.

Fu Gyuudon a chiarire una volta per tutti i bisogni dei neo-esseri umani, tenendo ostinatamente la testa bassa.

E fu in quel momento che tutti capirono.

Potevate dirlo prima...” brontolò Gokudera, infiammando il proprio Ring e porgendolo a Uri: “Tieni.” disse solo, avvicinandoglielo; e così fecero anche gli altri.

Gli unici rimasti fuori furono Roll e Gyuudon, che li osservarono con un misto di rammarico e tristezza sul volto.

Ma non per molto.

Infatti, un attimo dopo, una mano gentile si poggiò sulla spalla del piccolo Istrice, che si ritrovò a fissare come ipnotizzato la Fiamma ardente dell'Anello del suo padrone mentre il Fulmine...

Beh...

Dopotutto, il Sistema C.A.I contava anche il suo attributo.

Puoi anche parlare e chiedere.” brontolò Hayato, facendo alzare gli occhi al ragazzo: “Non sarà pura come quella della Scemucca ma come rimedio momentaneo può andare bene.” aggiunse.

Il tetto sembrò improvvisamente risplendere dei colori dell'arcobaleno e l'aria si scaldò piacevolmente: quando il processo si concluse, i visi delle Box erano floridi e pieni di vita.

Grazie, Takeshi-bocchan!” esclamò un Jiro energico come non mai: “Mi sento all'estremo delle mie forze!” annunciò Garyuu, dando pugni all'aria come era solito fare anche Ryohei, che lo guardava con malcelato orgoglio.

Kyoko, che era rimasta in silenzio fino a quel momento, prese uno dei bento e lo passò con un sorriso a Tsuna: “Sembri particolarmente stanco. Mangia qualcosa.” gli disse lei, “Mi spiace, Natsu-kun, che non possiate recuperare le energie con un pasto normale,” aggiunse ancora, voltandosi verso il Leone, che si era accoccolato al padrone, con la testa sul suo grembo.

Con un sorriso, Natsu scosse la testa: “Non preoccuparti, Kyoko-nee. Tsuna-dono sa perfettamente prendersi cura di me.” dichiarò con convinzione mentre il ragazzo masticava lentamente e senza fretta il boccone.

Kyoko annuì di rimando, prendendo a sua volta un pezzo di sushi dal mucchio: “Yamamoto-kun, è delizioso!” esclamò lei, dopo il primo morso, “Tuo padre è uno chef coi fiocchi!”.

Ma questo si sapeva già!” sottolineò Jiro, agguantando un maki solitario.

Il fratello concordò, cominciando subito dopo a correre e infastidire, una scelta assolutamente a caso la sua, Uri, che si ritrovò a dover inseguire una piccola saetta scura che aveva tranquillamente deciso di sciogliergli la coda in cui teneva legati i capelli, prendendogli l'elastico.

Occupati com'erano gli altri a cercar di mettere pace tra i due, nessuno si era accorto che lo spadaccino si fosse avvicinato all'argenteo, squadrandolo con attenzione: forse gli anni trascorsi assieme non erano poi molti, ma Takeshi aveva cominciato a capire da un pezzo cosa si nascondesse dietro le molteplici espressioni dell'amico.

Non era stupido, assolutamente.

E i sentimenti, soprattutto, li comprendeva meglio di chiunque altro.

Anche la gelosia che, lo sapeva, stava rodendo la Tempesta nel vedere Kyoko e Tsuna così vicini, e una sorda paura irrazionale che saettava negli occhi dell'argenteo al pensiero di ciò che poteva provare il Cielo avendo la propria “storica cotta” a una tale ridotta distanza.

Era quindi il suo dovere come Pioggia tranquillizzarlo, in qualche modo, farlo stare meglio.

Anche se l'unica cosa che risolverebbe la situazione...” sospirò tra sé e sé, osservando malinconicamente la vicinanza tra i due quattordicenni.

Beh, almeno ci avrebbe provato.

 

ANGOLO DEL LEMURE:

Credo siano doverose delle spiegazioni, a questo punto.

Innanzitutto, voglio ringraziare i miei quattro fantastici recensori del capitolo scorso, mi ha fatto piacere vedere che a qualcuno sia interessato questo mio piccolo esperimento... Ergo, grazie a Dania Vento, Amy Uzumaki, Kalix_89 e Dark prince. ^^

Poi, una cosa che mi sta particolarmente a cuore, ovvero la timeline in cui si svolge la storia: ci ho riflettuto molto, anche alla luce degli avvenimenti che accadranno in seguito, quindi ho pensato di collocarla nel mezzo tra lo scontro contro la Famiglia Shimon e l'attuale arc narrativo della Battaglia dei Rappresentanti, così da poter introdurre alcuni personaggi "importanti" senza dover piantare casini tali da non riuscire a uscirne...

Con questo, credo di aver concluso.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Le Pantofole Sono Nell'Armadio ***


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BOX HUMAN

CAPITOLO 2

LE PANTOFOLE SONO NELL'ARMADIO

 

Yamamoto, sei sicuro?”

Per tutta risposta, il giocatore di baseball sorrise, cingendo con forza le spalle del suo Boss e facendo dondolare così la spada a tracolla e la borsa: “Ma certo! Jiro e Kojiro, nonché gli altri, sono più importanti di un allenamento! Posso tranquillamente saltare, per una volta. Faranno a meno di me, semplicemente!” esclamò con entusiasmo.

Le lezioni erano appena finite e il gruppo di amici, riunito in classe, stava decidendo il da farsi.

Una di fianco all'altra, le Box osservavano i loro padroni con curiosità mentre confabulavano su qualcosa: Roll, e ovviamente Hibari, non erano presenti.

Allora anche a voi va bene venire da me questo pomeriggio?” chiese Tsuna titubante, osservando i suoi Guardiani lì presenti.

SONO ESTREMAMENTE D'ACCORDO! IO E GARYUU VERREMO VOLENTIERI!” gridò Ryohei, agitando con enfasi il pugno tutto graffiato: “E poi, è un'occasione per stare assieme!” esclamò Kojiro, gettandosi tra le braccia di Tsuna per farsi abbracciare, “È bellissimissimo giocare coi fratelloni!” gridò la Rondine, scoppiando a ridere di cuore subito dopo.

A quella scena, il Cielo si sentì morire di tenerezza: chi l'avrebbe mai detto che quel piccoletto fosse così espansivo?

Allora andiamo, Decimo!” propose Gokudera, scambiandosi un'occhiataccia con Uri: “E poi, ho l'impressione che Gyuudon voglia vedere al più presto la Scemucca.” aggiunse, spostando l'attenzione sul massiccio Fulmine, che stava in disparte con lo sguardo concentrato sul pavimento.

Sembrava quasi a disagio.

Gentilmente, Sawada sciolse l'abbraccio di Kojiro, che venne preso in consegna da un paziente e rassegnato Jiro, e si portò dinanzi alla Box di Lambo.

Semplicemente, il Decimo gli prese le mani, sorridendogli con affetto: “Vedrai che andrà tutto bene. Per quanto Lambo sia pasticcione e un po' egoista, ti vuole bene e capirà la situazione.”.

Tutti i presenti erano confusi da queste parole, ma non chiesero nulla, consci che l'intuito Vongola del bruno avesse fatto centro e che Gyuudon avesse compreso ciò che il bruno voleva dirgli.

Ma con Chrome-dono come facciamo?” domandò in quel momento Natsu: “Per non parlare di Roll, Hibari-dono e Mukurou...”.

Tsuna soppesò le parole della sua Box per qualche minuto.

Effettivamente, anche loro dovevano venir informati della cosa.

Roll e Mukurou è meglio se ce ne occupiamo noi, Juudaime-sama.” esordì Uri con tono di estremo rispetto – Tsuna non si sarebbe mai abituato al diverso modo di rapportarsi che il Gatto della Tempesta usava con lui e con il suo padrone - “Andrò io a parlare con quel gufastro. Sono certo che ci penserà lui a Roll.”.

A Mukurou-niichan piace fare le coccole a Roll-niichan!” strillò soddisfatto il piccoletto, appendendosi alle spalle di Uri.

Una secchiata d'acqua fredda avrebbe avuto un effetto meno devastante sui Guardiani, che osservavano lo scricciolo con aria sbalordita mentre questi sorrideva orgoglioso.

V-Vi spiegheremo poi!” arrossì Natsu, le cui orecchie sembravano aver fatto il paio con i capelli, tanto erano scarlatte: “N-Non è come sembra!” esclamò Garyuu, forse con troppa foga da essere credibile.

Umph, cosa c'è di male se la palla di punte e il gufastro stanno assieme? Mi sembrava che avessimo deciso che non c'era problema!” borbottò Uri, irritato.

Infatti non c'è! Ma Tsuna-dono e gli altri non sanno nulla! Sarebbe meglio spiegargli tutto con calma!” lo rimproverò Natsu con sguardo serio, e forse anche un poco malinconico.

I-intanto usciamo e andiamo a casa. Lì avremo modo di parlare.” Tsuna intervenne a metter pace e a placare gli animi: “Qualunque cosa abbiate da dire, ascolteremo con attenzione, promesso.”.

§§§

Il cortile, pur essendo ormai pomeriggio inoltrato, era ancora pieno di gente, e non furono pochi gli allievi che rivolsero cenni di saluto verso le Box, che seguivano diligentemente i propri padroni: sembravano essere diventati molto popolari, nonché fonte di domande e curiosità.

Un ragazzo, che Tsuna identificò come appartenente al club di atletica, si era avvicinato a loro con aria imbarazzata, puntando a Kojiro, che camminava a passo svelto accanto a Takeshi: si fermarono, mentre il ragazzo più giovane cercava di trovare le parole più adatte.

Ame-kun, non è per metterti sotto pressione, so che siete appena arrivati, ma... Hibari-san ci ha fatto avere la tua domanda per il Club e mi chiedevo se volevi o meno confermarla.” chiese lui, evidentemente intimorito dalla presenza degli altri.

Kyoya-bocchan è stato gentile a dirvelo! A me piace correre! Verrò volentieri!” annunciò il piccolo di rimando: “Posso, vero, oniisan?!”.

Jiro annuì con accondiscenza, mentre anche alcuni responsabili del club di Kendo, con Mochida in testa, venivano a congratularsi con l'altra Box della Pioggia per aver scelto di partecipare alle loro attività.

Quando furono in strada, finalmente, Gokudera diede voce ai pensieri generali.

Che nome è Ame-kun?”.

I due della Pioggia scoppiarono a ridere.

Kyoya-danna ci ha iscritto a scuola ma non avendo dei cognomi, ce li ha dati lui. Io sono Arashi.” spiegò.

Il nostro è Ame.”.

Il mio è estremamente Hare, la Fiamma del mio padrone!”.

Tutti noi siamo stati chiamati secondo le nostre Fiamme... A me ha dato Kaminari.”.

Io sono Oozora.”.

Io invece sono Kumo.”.

La voce di Roll, comparso all'improvviso alle loro spalle, risuonò nella via deserta.

Assieme a lui, evidentemente seccato, c'era il Guardiano della Nuvola.

Dame-Tsuna, dovresti pensarci tu ad avvertire la tua Famiglia di eventuali riunioni o incontri, non è giusto escludere alcuni!” disse qualcuno, prima di colpire con un calcio preciso sulla nuca il Decimo, che ruzzolò a terra assieme a Natsu, che aveva cercato di prenderlo al volo.

Chrome-neesan e... M-Mukurou ci aspettano. Reborn-san ha detto che sono arrivati.” disse Roll, aggrappandosi alla manica della Nuvola, che fissava la scena insolitamente in silenzio, senza reagire in alcun modo all'evidente casino che stavano facendo – In condizioni normali, Tsuna era certo che li avrebbe puniti per aver disturbato la saacra quiete di Namimori -

Ma in quel momento, l'attenzione era concentrata sull'Arcobaleno che stava dinanzi a lui, con la pistola puntata dritta sul suo naso.

Mou, Reborn... Quando accidenti sei tornato?!” si lamentò il ragazzo, aiutato da Natsu e Uri a rimettersi seduto, con Hayato che lo guardava con preoccupazione: “Non eri in Italia mentre succedeva tutto questo pasticcio?!”.

L'hitman sogghignò: “Sono tornato appena in tempo per levarti le castagne dal fuoco, DameTsuna. Mi ha avvertito Roll.”.

Il Cielo alzò cautamente lo sguardo verso il prefetto mentre las Box, con aria colpevole, chinava leggermente la testa: “Kyoya-dono è sempre impegnato, è comprensibile che Tsunayoshi-dono sia restio a disturbarlo.” lo giustificò, “L'importante è che sia riuscito a trovarla io, Reborn-san.”.

Il tutore osservò attentamente il ragazzino, spostando poi lo sguardo sulla Nuvola, e infine sul suo allievo, imbranato più che mai mentre Gokudera lo alzava in piedi, controllando che non si fosse fatto nulla.

Smettila di fare il bambino e sbrigati a portarli a casa, Mama sa già tutto. E anche Lambo.”.

A quel nome, Gyuudon sgranò gli occhi.

In silenzio, il numeroso gruppo di Box e Guardiani riprese il cammino e, quando si ritrovarono radunati di fronte al cancello di casa Sawada, ad accoglierli trovarono un variopinto striscione, senza dubbio disegnato dai bambini, mentre dall'interno della casa provenivano profumi deliziosi: che Nana fosse ai fornelli era indubbio.

Benvenuti...?” sussurrò sbalordito Tsuna.

Benvenuti ragazzi in visita dall'Italia.” completò per loro Reborn, saltando sulla testa dell'allievo con un tonfo: “Ho detto a Mama e agli altri che le Box sono vostri coetanei in viaggio di studio qui a Namimori, e che Natsu e Gyuudon resteranno a dormire da noi. Fuuta, I-Pin e Bianchi si sono impegnati per decorare casa in tempo e Mama sta cucinando da un paio d'ore.”.

Finalmente siete arrivati, temevamo vi foste persi da qualche parte, Juudaime-sama.”.

Da un angolo del giardino, erano sbucati Chrome e Mukurou, che andarono a raggiungere i compagni: “B-Boss, grazie dell'invito...” balbettò la ragazza, stringendo la propria borsa.

Grazie a te di essere venuta con così poco preavviso! Siamo contenti di vederti!” annunciò Tsuna, sinceramente contento di vedere Chrome: da quando era finita la lotta tra Shimon e Vongola, e Mukuro era tornato libero, non avevano più avuto occasione di incontrarla.

Non è contento di vedere anche me, Juudaime-sama?” interloquì la Box della Nebbia, balzando elegantemente davanti al Cielo.

In quel momento, la porta di casa s'aprì, impedendo a Sawada di rispondere, e Nana si palesò sulla soglia, gettandosi ad abbracciare il figlio e i ragazzi che lo accompagnavano: “Sciocco Tsu-kun!” flautò lei, brandendo il mestolo, “Avresti potuto dirmelo prima che Natsu-kun e Gyuudon-kun sarebbero rimasti a stare da noi per un po'! Ho dovuto preparare in fretta i futon. Meno male che Bianchi-chan e i bambini mi hanno dato una mano.”.

Uri si fece avanti, goffamente, improvvisando un baciamano alla donna: “Sono felice di conoscere personalmente la madre del Decimo.” disse lui, sfiorando appena con le labbra le nocche della signora Sawada con estremo rispetto.

Oh, che galanti!” rise lei, lasciando che anche gli altri facessero lo stesso: “Anche Dino è così, che sia una caratteristica degli italiani? Oh, ma che maleducata che sono! Benvenuti a casa nostra, entrate pure! Le pantofole sono nell'armadio, ci sono per tutti!” disse, accompagnandoli dentro.

Una volta all'interno però, il chiasso che facevano i bambini in cucina arrivava fino a loro, Gyuudon si bloccò sul posto, tremando.

Non fare il fifone, sei grande e grosso.” lo schernì il gufastro con un sorrisino beffardo: “Non mi dirai che hai paura del tuo stesso padrone, vero?”.

Chrome rimproverò Mukurou con un'occhiata ma a sua volta arrossì quando, sentendo qualcuno tirarla per il fondo degli stivali, abbassò lo sguardo: era I-Pin, che le passava un paio di ciabatte color indaco.

Dalla cucina, sbucarono subito Fuuta, che aveva Lambo attaccato ai capelli, e Bianchi.

Mentre il Guardiano del Fulmine si buttava a pesce nella calca e nella confusione, aggrappandosi al Decimo, Gokudera cadde all'indietro, con la schiuma alla bocca, lamentandosi.

Bianchi, gli occhiali!” esclamò il Cielo, afferrando al volo il suo braccio destro.

La ragazza sogghignò, sparendo nuovamente in cucina.

Nee, Tsuna... Hai trovato Gyuudon?!” esclamò il piccoletto, balzando sulla testa di Hayato con poca grazia: “Gyuudon è sparito!” sembrava sull'orlo delle lacrime.

Lambo-bocchan, non fare così... Gyuudon è qui!” lo rassicurò Jiro, staccandolo delicatamente da Sawada e depositandolo in braccio alla Box: “Noi intanto portiamo Hayato-danna da qualche parte per gettarlo nella spazzatura.” sogghignò Uri, guadagnandosi una pacca in testa da parte di Natsu, “Poi ci credo che Gokudera-dono è sempre così astioso...” borbottò il Leone, seguendo il Cielo al piano di sopra.

I grandi occhioni verdi del bambino si puntarono sulla figura massiccia che lo teneva abbracciato.

Dove sei stato?!” borbottò il piccolo, tirando su col naso: “Mi sono preoccupato!” gridò, agitando i pugnetti e colpendo il petto dell'altro; la Box non disse nulla, si limitò a tenere la testa bassa. “Dovevamo giocare assieme stamattina, che Mama era fuori con I-Pin e Bianchi-nee!” lo sgridò.

Ci fu un lungo momento di silenzio.

Giocheremo domattina, e guai a te se scappi di nuovo dal grande Lambo!”.

§§§

Prima che cominciate voi a parlare, vorrei dirvi qualcosa io.”.

Il numeroso gruppo di ragazzi si era riunito, subito dopo cena, nel piccolo salotto, disposto disordinatamente qua e là, con Tsuna e Natsu seduti sulla poltrona, di modo da vedere tutto e tutti.

Perfino Hibari si era convinto a restare, e aveva già partecipato alla cena, il che era una sorta di miracolo, senza creare momenti di panico e senza reazioni sgradevoli: cosa lo facesse comportare in quel modo nessuno dei Guardiani lo sapeva, né riusciva a intuirlo, ma le Box sembravano saperla lunga in merito, almeno da come si erano guardate per tutta la sera.

Ecco, ad esempio perchè sei sparito nel nulla per tornare in Italia.” borbottò Sawada.

Tu sarai anche il Decimo, ma finora a capo della Famiglia c'è ancora il Nono. E quando ricevo delle lettere dalla Famiglia, è mio dovere verificare cosa accade.”.

Le parole di Reborn fecero zittire tutti quanti.

È successo qualcosa di grave?” Tsuna sentì un brivido freddo percorrergli la spina dorsale.

Strano, a dire il vero. Sembra che le Box dei Varia siano scomparse. Letteralmente.”.

Non può essere che sia successo quello che è successo a noi?!” saltò su Uri: “Per questo sono tornato in fretta indietro. Quando sono arrivato, il Nono mi ha detto che Xanxus e i suoi stavano mettendo a ferro e fuoco ogni base delle Famiglie avversarie ai Vongola, e dei loro nemici,” chissà perchè, tutti quanti avevano l'impressione che fossero parecchi, “Ero già in aereo quando ho ricevuto il messaggio che mi avvertiva di ciò che era accaduto qui.”.

Un mormorio curioso serpeggiò nella stanza.

Non abbiamo idea di cosa ci sia capitato.” cominciò Mukurou, che stava seduto a terra con Roll tra le gambe: “Stamattina mi sono risvegliato con la luce del sole e non ero in camera con Chrome-sama. E avevo questo piccoletto che mi ronfava sulla pancia.” scherzò, abbracciando ancora più forte il riccio e lambendogli il collo con la lingua.

Hibari fu bloccato appena in tempo, prima che uccidesse la Nebbia a suon di tonfa.

Imbarazzato, Tsuna voltò lo sguardo, trovandosi a fissare un Gokudera altrettanto a disagio negli occhi.

Impacciati e balbettanti, i due cercarono di scusarsi vicendevolmente.

Eravamo anche noi lì, ed eravamo tutti estremamente addormentati e nudi!” aggiunse Garyuu: “Eravamo umani come voi e non capivamo come potesse essere successo... Sembrava che ci fossimo persi, perdipiù.”.

Fortunatamente, c'erano dei vestiti ad aspettarci. Eravamo confusi e spaventati e non sapevamo cosa fare...” Jiro sembrava aver perso un po' della sua allegria, “C'erano taaaaaantissimi alberi, e alcune persone che ci guardavano malissimo.” borbottò Kojiro, “Ci siamo cambiati in fretta e abbiamo tentato di ritrovare la strada di casa... Ma a parte la Base Vongola e l'isola degli Shimon, non siamo pratici di nessun luogo...” si giustificò a mezza voce Natsu, “E ci siamo ritrovati a vagare fino a quando questo deficiente non è scappato come un razzo.” brontolò Uri.

È chiaro che qualcuno vi ha portato via nottetempo e vi ha trasformato in umani, abbandonandovi poi nel parco pubblico. Resta solo da capire chi e perchè abbia fatto tutto questo.”.

Reborn era preoccupato, anche se non lo dava a vedere: e se tutto quello che era accaduto fosse preludio di qualche crisi, ancora più grande di quelle avute negli ultimi mesi?

§§§

ANGOLO DEL LEMURE:

So che ci ho messo molto ad aggiornare, ma ho avuto alcuni problemi di natura personale nel frattempo e non ho avuto modo di concentrarmi adeguatamente sulla scrittura del nuovo capitolo.

Ringrazio i miei lettori, con la precisazione che questa fic proseguirà, e se vedete ancora la scritta SI, accanto alla dicitura Completa... Beh, non è così! E quando scoverò chi è l'idiota che fa simili scherzi... Lo accopperò.

Spero che abbiate tutti passato delle buone feste!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Più Simili Di Quanto Sembri ***


Nuova pagina 1

BOX HUMAN

CAPITOLO 3

PIÙ SIMILI DI QUANTO SEMBRI

Era passata ormai la mezzanotte quando anche Hayato e Uri, in piedi nell'ingresso di casa Sawada, si misero le scarpe per ritornare a casa.

È sicuro lasciarvi senza protezione Decimo?” chiese la Tempesta con preoccupazione: “Chi ha preso di mira le Box potrebbe tentare di rifarsi su di voi mentre dormite.” borbottò l'argenteo, scoccando un'occhiata pensierosa tutto attorno.

Tsuna scosse la testa, cingendo col braccio le spalle di Natsu: “Pensate a riposarvi, per stanotte. Non succederà nulla.” assicurò il ragazzo, spostando lo sguardo alternativamente dal braccio destro al biondo dall'espressione strafottente accanto a lui.

Certo che sembravano fratelli...

Uri, ci sono io qui, Tsuna-dono, Lambo-dono e gli altri saranno al sicuro, te lo prometto. Non hai più fiducia in me?” brontolò Natsu, incrociando le braccia al petto con aria corrucciata.

L'altra Box non rispose, eppure Tsuna credeva di aver visto i suoi occhi illuminarsi di un lampo di malinconia mentre le zanne aguzze andavano a mordicchiare il labbro inferiore.

Ciò che il Cielo non seppe mai fu il contenuto dei pensieri e delle riflessioni che si agitavano nella mente di Uri a quelle parole velate di delusione da parte del suo boss: qualcosa che oscillava tra il “Deficiente, sono preoccupato per te!” e il “Appena Hayato-danna s'infila a dormire, io torno a fare la guardia qui.

Buonanotte, Juudaime.” salutò Gokudera: “Ci chiami, se avete bisogno. A qualunque ora.” dichiarò, inchinandosi all'indirizzo di entrambi i ragazzi che li salutavano dalla soglia di casa, e trascinandosi al contempo dietro un Uri furioso che si divincolava.

La porta si richiuse con un tonfo attutito dietro le schiene dei due della Tempesta.

Gyuudon ha già portato a letto Lambo-dono, Nana-san e gli altri sono crollati da un pezzo... Andiamo anche noi?” propose Natsu, poggiando una mano sulla spalla del bruno, che non aveva abbassato un attimo lo sguardo dall'uscio appena richiusosi.

Ci volle una decisa scrollata per svegliare il Decimo dal suo strano e insolito torpore.

S-Si!” rispose, forse con un po' troppa foga, sbattendo le palpebre e seguendo il rosso lungo il corridoio: spente tutte le luci, i due ragazzi salirono in silenzio le scale, restando per qualche istante immobili sul pianerottolo, le orecchie tese ad ascoltare il respiro calmo e addormentato delle altre persone che in quel momento riposavano nelle varie stanze della villetta.

Dopodichè, s'infilarono nella camera di Tsuna.

Al posto dell'amaca di Reborn, ora, c'era un bel futon, con la trapunta colorata nelle tonalità dell'azzurro e del blu, e un pigiama arancione, piegato con cura, sul cuscino: “Mi sembra strano che Reborn abbia acconsentito a spostarsi.” notò Sawada mentre si sfilava il maglione e la maglietta, “Spero solo che domattina non gli venga in testa di tirarci giù dal letto alle quattro.” gemette, tirando fuori dal cassetto la casacca azzurrina e i lunghi pantaloni di tessuto sottile da abbinare.

Natsu saggiò la morbida consistenza della coperta e del cuscino, accovacciandosi dopo essersi cambiato a propria volta: “Vorrà dire che qualunque cosa ci toccherà fare, la faremo assieme, Tsuna-dono.” sorrise lui, sdraiandosi.

L'altro ragazzo spense la luce senza quasi dire nulla, e il silenzio che era caduto nella stanza durò per parecchi secondi.

Salvo poi essere interrotto dal Decimo stesso.

Posso chiederti un favore?”

Ovviamente, Natsu acconsentì: “Naturalmente, Tsuna-dono.” esclamò lui, saltando su dal suo giaciglio.

Una debole luminescenza, proveniente dal cellulare del bruno, illuminò la stanza e il suo viso; indugiò con lo sguardo su Natsu mentre la sua espressione si distendeva in un sorriso: “Beh, ecco... Noi siamo amici, giusto? Perchè non mi chiami semplicemente Tsuna, senza usare alcun onorifico?”.

Gli occhi chiari del Leone si sgranarono, stupefatti e increduli.

Abbiamo combattuto fianco a fianco, dopotutto.” aggiunse il ragazzo, sporgendosi leggermente verso di lui: “Non mi va l'idea che tu usi un suffisso, almeno non con me. Non siamo estranei.”

Alla Box scappò una risatina, forse un poco forzata: “D'accordo, ma ad una condizione.” replicò, incontrando lo sguardo dubbioso del Decimo, “Vorrei una risposta sincera alla mia domanda.”

Dimmi.”

A Natsu ci vollero alcuni secondi per riordinare le idee.

Quando ti ho attaccato nel Futuro... Non ti ho fatto male, vero?” mormorò: “Mi spiace, ci ho pensato tanto, ma ero spaventato e non capivo cosa stesse succedendo... Non-” il fiume di parole venne interrotto da una mano dell'adolescente sulla sua bocca.

Quando la Box si fu calmata, il Cielo scosse la testa: “Non è successo nulla, dico sul serio. Eravamo entrambi terrorizzati, forse tu lo eri più di me.” ridacchiò, “E comunque, è acqua passata. Davvero.”

§§§§

Accidenti a te, gattaccio spelacchiato! Come diavolo hai fatto a precedermi?!”

Il tono arabbiato di Gokudera risuonò nella strada deserta sotto casa Sawada mentre, coperto dal cancello, Uri non sapeva se sbattere la propria testa contro il muro o se sbatterci quella del suo maestro: era mai possibile che fosse così noioso?

Non capisco quello che stai dicendo.” borbottò infastidito il biondo, guardandosi attorno e sfregandosi al contempo le braccia con le mani per scaldarle: “Ho un compito e ho intenzione di eseguirlo. Tutto qui.”

Hayato sbuffò, stringendo tra le dita la giacca che si era portato dietro; con astio, la lanciò a Uri, colpendolo dritto in faccia: “Vedi di metterti questa e di non ammalarti.” borbottò, stringendosi nella sua e andandosi a poggiare con la schiena contro la struttura in metallo.

Dalla tasca, tirò fuori un pacchetto di sigarette e un accendino.

Per parecchio tempo, l'unico suono che si udì fu lo sfrigolio della carta della sigaretta e gli espiri regolari del dinamitardo, nient'altro: sembrava che entrambi si fossero improvvisamente tramutati in statue.

Nel silenzio, trascorse la notte, e fu solo quando, all'orizzonte, comparve la debole luce dell'alba, e la pace notturna venne rotta dalle grida energiche di due pugili a caso intenti ad allenarsi, che entrambi si riscossero dal torpore delle ore trascorse a vegliare sul sonno degli abitanti della villetta. Si guardarono negli occhi con espressioni imbarazzate e un poco impanicate, prima di fuggire di corsa verso casa, giusto un attimo prima che Garyuu e Ryohei sbucassero dal fondo della strada, fomentandosi a vicenda mentre eseguivano gli abituali giri di corsa nel quartiere.

Senza però accorgersi delle due figure, preoccupate e assonnate, che li avevano spiati per parecchi minuti dalla finestra della cameretta dove si trovavano.

Anche quando entrambi gli esponenti della Tempesta furono spariti, Tsuna e Natsu rimasero a osservare il cancello dove li avevano visti appostati.

Secondo te sono rimasti qui sotto tutta la notte?” chiese il Leone con un filo di voce, staccandosi dalla finestra per dirigersi di nuovo presso il futon, camminando quasi a tentoni nella fioca luce che filtrava appena dalle tende.

Sawada scosse la testa: “Non so... Conoscendo Haya... Gokudera-kun, è probabile. Solo non capisco il comportamento di Uri. Non mi sembrava andasse così d'accordo con lui tanto da tenergli compagnia.” borbottò il bruno, ripromettendendosi di dire qualcosa al suo Guardiano.

Passare la notte al freddo senza una coperta o una giacca addosso era da pazzi.

Odiava quando si comportava così, senza curarsi troppo di sé ma pensando solo a lui... Detestava quando si comportava così, però al contempo gli infondeva una sensazione strana, come di intenso calore all'altezza del cuore, incomprensibile.

Io penso che Uri e Hayato-dono siano più simili di quanto pensino.” la buttò lì Natsu, alzando la testa all'improvviso dal cuscino e puntando i grandi occhi azzurri nel punto dove sapeva esserci il suo padrone.

Gattonando fino al letto, la Box si poggiò coi gomiti sul materasso: “Beh, sono due scavezzacollo, hanno un carattere che definire litigioso è dir poco, ma entrambi sanno essere estremamente affidabili, quando serve. E io credo che Hayato-dono ci tenga molto a te.” notò con una punta di malinconia.

Tsuna ricambiò lo sguardo ma senza capire a fondo quello che il rosso voleva dirgli.

Che intendi?” chiese con voce confusa.

Ma subito il ragazzo scosse la testa, accennando un leggero sorriso prima di ributtarsi sotto le coperte, biascicando qualcosa che Tsuna non riuscì a comprendere affatto.

§§§

Na-kun! Tsu-kun! Ci sono Hayato-kun e Uri-kun che vi aspettano dal cancello! Sbrigatevi a scendere!”.

Un attimo dopo il richiamo di Nana, s'udì un gran tonfo riecheggiare per tutta la casa, unito a un grido di autentico dolore, poi uno scalpiccio di piedi e i due ragazzi, scarmigliati per la caduta e con le borse a penzoloni sulle spalle, fecero la loro comparsa nella cucina affollata.

OHAYO!” salutarono quasi in contemporanea, notando Gyuudon, seduto con Lambo in braccio, Bianchi che aiutava Nana con la colazione, Fuuta che prendeva i piatti per sé e I-Pin ma nessuna traccia di Reborn.

Eppure era salito a svegliarli nel suo solito e gentile modo...

Noi andiamo!” gridò Tsuna, afferrando il bento per sé e per la Box che sua madre aveva preparato e un paio di toast: “Attenti lungo la strada!” si raccomandò la donna, salutandoli giusto in tempo prima che sfrecciassero fuori di casa.

Con un sospiro rassegnato, tornò ad armeggiare ai fornelli: “Baka Tsu-kun, avrebbe dovuto permettere a Na-kun di mangiare qualcosa... Chissà quando potrà altrimenti...” borbottò lei, impiattando le frittele per Lambo.

Cosa intendi, mama?” chiese Bianchi, che le stava accanto con espressione interrogativa, e forse un poco preoccupata.

Ma subito Nana scosse la testa, tornando a sorridere affettuosamente come al solito: “Nulla cara, non ho detto nulla, davvero. Ora sbrighiamoci, o non riusciremo ad andare a fare spese in tempo per il ritorno dei ragazzi.”.

§§§

Ohayo, Juudaime!”

Con evidente allegria nella voce, Hayato accolse Tsuna e Natsu sulla soglia del cancello nell'esatto momento in cui i due del Cielo furono usciti di casa; accanto a lui, Uri sembrava più imbronciato che mai.

Dormito bene?” s'informò l'argenteo, sfregandosi le mani infreddolite mentre il Decimo lo fissava con aria severa: non gli era sfuggito il rossore sulle guance di entrambi i ragazzi, e anche se il biondo cercava di non incrociare il loro sguardo... Beh, ci vedeva ancora bene ed era sicuro che sia lui che il suo padrone tremassero.

Noi si, qualcun'altro mi sembra proprio di no.”.

Sawada sgranò gli occhi, con la bocca ancora per metà spalancata, in procinto di dire lui quelle stesse parole, ma era evidente che Natsu lo avesse preceduto: si voltò, vedendo la sua Box osservare sia Gokudera che Uri con un'espressione che definire furiosa era sminuire ciò che veramente stava provando.

Vi ho visto stamattina, e così anche Tsuna. Si può sapere cosa vi salta in testa? Restare tutta la notte fuori dal cancello contribuisce solo a farvi prendere un malanno, non a proteggerci.” esclamò il rosso irritato: “Invece di sprecare preziose ore di sonno, perchè non provate ad andare più d'accordo e a non punzecchiarvi l'un l'altro?” e così dicendo, semplicemente, si tirò dietro il bruno e prese a correre, con la borsa del bruno che sbatacchiava qui e là, senza fermarsi neppure ai richiami di Uri e Gokudera, aumentando anzi la velocità.

E andando a cozzare contro qualcuno che proveniva da dietro l'angolo.

Ruzzolarono a terra doloranti, tra le grida di Tsuna e i lamenti di chi avevano travolto.

Ehi, che è successo?! Perchè state scappando?!”

Le braccia forti e salde di Yamamoto cercando di aiutare il Cielo, che era andato a sbattere piuttosto violentemente con la testa contro il muro, facendo da cuscino alla sua Box e a Jiro e Kojiro: “Tutto bene?” si preoccupò Takeshi, tirando fuori dalla tasca un fazzoletto per ripulire il labbro sporco di sangue del suo Boss.

Questi, pur se frastornato, annuì, puntando sullo spadaccino i grandi occhi pieni di lacrime per il dolore dell'impatto: “S-Si...” bofonchiò, aiutandosi con la sua spalla per rialzarsi in piedi.

No, non va tutto bene! Stupido gatto spelacchiato! Glielo ho detto tante volte di non fare sempre di testa sua!” esclamò Natsu, tirandosi su seduto e declinando l'aiuto di Jiro, che gli tendeva una mano con gentilezza.

Fammi indovinare, Uri l'ha fatto di nuovo, vero?” disse l'amico con tono comprensivo, raccogliendo la cartella del compagno e di Sawada mentre Kojiro cercava qualcosa nelle proprie tasche: “Ormai dovresti aver capito che tipo è. Dopotutto, c'è un motivo per cui ti ho sempre detto che lui e Hayato-bocchan sono praticamente identici. Si farebbero ammazzare per te e Tsunayoshi-bocchan.” notò il maggiore.

Ma io non voglio vederlo stecchito...” borbottò il Leone, lasciando che Kojiro applicasse un cerotto sul vistoso graffio che esibiva sulla guancia: “E penso che neppure Tsuna voglia vedere Hayato-dono...” si morse un labbro, vedendo l'espressione incupita del Cielo.

Va bene, ho capito! Forza, sbrighiamoci ad andare a scuola! Faremo dopo la ramanzina a Gokudera,” esordì Takeshi, tirandosi dietro Sawada, e riflettendo su una cosa: dovevano sbloccare quella situazione in qualche modo, o sarebbe accaduto l'irreparabile. E lui non voleva dover raccogliere i cocci di Hayato sparsi lungo la strada, sentiva di dover almeno tentare di parlare con Tsuna, se non rivelargli ciò che provava la Tempesta, almeno saggiare il terreno in qualche modo.

Odiava una situazione del genere.

L'occhiata che si scambiò con la Rondine gli fece capire che anche le sue Box erano giunte alla medesima conclusione, restava solo agire.

Arrivarono a scuola, trafelati e sullo scadere, ed entrarono di volata nell'atrio un attimo prima che la campanella segnalasse l'imminente inizio delle lezioni: Tsuna sembrava essersi calmato mentre si cambiava le scarpe, anche Natsu sembrava essersi tranquillizzato quando Jiro e Kojiro lo trascinarono lungo il corridoio, diretti in classe, lasciando il Cielo e la Pioggia da soli lì.

Allora, sputa il rospo!” sogghignò il moro, spingendo delicatamente l'amico contro gli armadietti, e bloccandolo di modo da non permettergli di filarsela alla chetichella: “Non è da te reagire in questo modo, anche se Hayato fa qualche stupidaggine.” gli disse con tono amichevole, “E' successo qualcos'altro?” gli domandò.

Tsuna non rispose, scosse la testa e abbassò lo sguardo imbarazzato: cosa poteva dirgli? Che per lui Kyoko-chan non era più la ragazza dei sogni, che era diventata una semplice amica, e che era confuso dalle reazioni del suo corpo e del suo cuore alla minima azione di Gokudera? Che si sentiva come una scolaretta alla prima cotta e che non aveva la minima idea di che cavolo fare?

Non poteva dire una cosa del genere, non perchè non si fidasse di Takeshi, anzi, tutto il contrario: era uno dei suoi Guardiani, ma prima di tutto era il suo migliore amico, era certo che non lo avrebbe preso in giro, e neppure giudicato...

Era confuso e spaventato, non aveva il coraggio di dire nulla.

E soprattutto, cominciava a sentire un vago senso di vergogna alla reazione che aveva avuto solo pochi minuti prima: non aveva potuto farci nulla, però. Se amare qualcuno vuole dire anche preoccuparsi, forse troppo, per lui, una reazione esasperata come la sua poteva anche risparmiarsela, non era così che si sarebbero risolti i problemi, e non era certo così che Gokudera e Uri avrebbero capito che stavano sbagliando, che mettere al primo posto gli altri non faceva stare bene nessuno, che l'equilibrio si trova unicamente aiutandosi a vicenda, e non annientarsi in funzione di un'altra persona.

Sono stato un cretino, vero, Yamamoto?” borbottò amaramente, lasciandosi scivolare verso il basso: “Ho reagito male, vero?”.

Di slancio, lo spadaccino lo abbracciò, facendogli poggiare il viso sulla propria spalla: “Non ho ben capito cosa sia successo, ma sono sicuro che Hayato ti avrà già perdonato, e che anzi stia cercando un modo per scusarsi il più platealmente possibile.” conosceva fin troppo bene il compagno per non esserne assolutamente certo, “Se non te la senti di fare lezione, possiamo andare sul tetto e saltare la prima ora, tanto è quella di studio libero.” propose, ma Sawada scosse la testa con decisione, tirando delicatamente l'amico verso l'aula, “Adesso sto bene, davvero. Andiamo, prima che Hibari-san ci trovi qui.” disse, tremando appena al pensiero dei tonfah del prefetto pronti a colpirli senza pietà.

§§§

Ma, una volta arrivati in classe, pur convinti di trovarci i compagni, non trovarono in realtà nessuno.

Stupefatti, si guardarono attorno: eppure le cartelle dei compagni di classe erano lì, era matematicamente impossibile che si fossero volatilizzati in quella maniera assurda!

Non sapeva perchè, ma Tsuna sentì una sensazione di gelo attanagliargli lo stomaco: dov'erano finiti?

Oi, qui c'è un messaggio di Sasagawa!” annunciò Takeshi, sventolando il biglietto appena rinvenuto sul proprio banco: “Dice che l'insegnante li ha portati... giusto! Oggi al posto dell'ora libera di studio ci sarebbe stata l'estrazione dei posti per il Festival Scolastico delle varie classi!” esclamò, passando a un Sawada decisamente più sollevato il foglietto, “Ha anche scritto che lei e Kurokawa hanno coperto la nostra assenza ma di farci almeno vedere per pranzo. E c'è anche una nota per te!” concluse il moro, incrociando le braccia dietro la nuca nel sedersi.

Con mano tremante, il Cielo prese il pezzo di carta, scorrendolo rapidamente.

Tsuna-kun, non so cosa sia successo con Gokudera-kun, e so che non sono affari che mi riguardano, ma dovreste fare pace, sembrava parecchio giù di morale stamattina, quando non ha visto né te né Yamamoto-kun. Perchè non provate a chiarirvi a pranzo?

Il bruno sospirò, massaggiandosi la fronte pulsante e lasciandosi cadere con un sospiro rumoroso sulla sedia più vicina, giocherellando con l'astuccio dell'ignaro compagno di classe che normalmente occupava quel posto: “Io non sono arrabbiato con lui.” precisò, più a sé stesso che per effettiva utilità, “Io voglio solo che non faccia stupidaggini.” bofonchiò, crollando il capo con rassegnazione.

Sei sicuro che per lui siano stupidaggini?”

Con estrema serietà nella voce, lo spadaccino si era alzato in piedi, avvicinandosi al bruno; con la propria mano poggiata sulla spalla di Sawada, lo fissò negli occhi: “Voi siete forse i miei migliori amici, vi conosco abbastanza bene, e so per certo che per lui non sono stupidaggini, come per te non sono stupidaggini i sentimenti che provi per Sasagawa,” a quest'ultima affermazione, il Cielo sgranò gli occhi e arrossì vistosamente, ma non aprì bocca, “Il punto è, Tsuna, che ogni azione ha qualche cosa, qualche motivazione sotto, e non andrebbe mai e poi mai sminuita.” sorrise malinconicamente Yamamoto.

Nell'aula cadde un silenzio strano, che nessuno dei due sembrava avesse intenzione di infrangere.

Poi, la risata sincera e sonora di Takeshi lambì l'udito del giovane Vongola, unita a un forte abbraccio pieno di affetto fraterno: “Non sono bravo a dire certe cose, però dovresti almeno rifletterci su” esclamò col suo solito sogghigno.


ANGOLO DEL LEMURE:

So che ci ho messo molto ad aggiornare anche questa volta... Spero di darmi una mossa nei prossimi, perchè cominceranno ad accadere parecchie cose, parecchie...

Ringrazio i miei lettori, soprattutto Maka 96, che ha sollecitato il capitolo, facendomi molto piacere, visto che è un segno di apprezzamento per il lavoro che faccio, ma anche tutti gli altri, che hanno la pazienza di stare dietro a questa storia.

Grazie davvero a tutti voi!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Cieli Chiari Di Felicità Con Lievi Rannuvolamenti di Gelosia ***


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BOX HUMAN

CAPITOLO 4

CIELI CHIARI DI FELICITA' CON LIEVI RANNUVOLAMENTI DI GELOSIA

JUUDAIME! Sono desolato! Non volevamo irritarla stamattina, davvero!”.

Con un sorriso cupo, Tsuna osservò il suo autonominatosi braccio destro mentre lui e Uri, in piedi davanti a tutti gli altri, si erano messi più o meno in testa di scusarsi pubblicamente per il chiasso fatto quella mattina.

Per l'ora di pranzo, Yamamoto e il Decimo erano saliti sulla terrazza, mettendosi nel solito angolino che dava sul cortile, in attesa del ritorno degli amici: dopo aver trascorso la mattina in aula da soli, nel momento in cui, per tutto l'edificio, era risuonata la campanella, i due avevano udito distintamente il rumore di alcuni passi in corsa, che avevano preceduto la comparsa repentina di un Natsu col fiatone e un Gokudera con gli occhi sgranati.

Natsu si era gettato sul suo padrone, rincuorato nel vedere che stava bene: “Eravamo preoccupati!” annunciò il ragazzo, rivolgendo un'occhiata riconoscente al Guardiano della Pioggia, che cingeva le spalle di Sawada con un braccio e l'espressione divertita, “Va tutto bene, Natsu-kun!” esordì Takeshi, “Tsuna e io ci siamo fatti una bella chiacchierata, tutto qui!” replicò il ragazzo, tirando fuori il proprio Anello assieme al bento per sé e per i due fratellini.

Uri, mi sembrava di avertelo detto tante volte, sarò anche debole, imbranato e pure fifone, ma non per questo voglio vederti esausto, o peggio, nel tentativo di proteggermi...” balbettò Natsu, voltandosi verso la Box dai capelli biondi: “E neppure Tsuna vuole che Hayato-dono si conci allo stesso modo...” aggiunse.

Non abbiamo bisogno di protezione, a noi basta che voi ci siate.” concluse il Cielo con un sorriso, attivando la Fiamma dell'Anello.

Sembra che tutto si sia risolto per il meglio, quindi!” esclamò Kyoko, che sedeva accanto al fratello maggiore: “Ah, domani dovremo discutere con i nostri compagni per la scelta dello stand, cosa fare e come organizzarci, non abbiamo ancora deciso nulla.” disse la ragazza.

NOI ORGANIZZEREMO UN'ESIBIZIONE SPORTIVA ALL'ESTREMO!” gridò Ryohei, facendo cadere sulla camicia della divisa alcuni chicchi di riso e lasciandosi sul labbro superiore una scia di salsa di soia, che lo faceva somigliare incredibilmente a un cosacco e scatenando tutta una serie di risate nel gruppo.

Umph, fosse una novità...” borbottò Gokudera, che tendeva il proprio Anello verso Uri, il quale non sembrava intenzionato a mangiare, almeno per quel momento.

Difatti, la Box della Tempesta non guardava nemmeno la fiammella vivida ma bensì era concentrato sull'osservare il Leone del Cielo, seduto accanto al Decimo, con espressione strana, indecifrabile, a tratti piena di tristezza, a tratti piena di vivido interesse ed euforia, e sarebbe rimasto a fissarlo ancora a lungo se solo un certo nanerottolo non gli fosse piombato addosso ridendo: era indubbio, a Kojiro piaceva da matti stare con Uri!

Con la scusa di riprendersi il fratellino, Jiro si avvicinò a lui, forse troppo, e per un attimo sembrò che le labbra della maggiore tra le Box della Pioggia avessero sfiorato il suo orecchio.

Vedendo tutto, Natsu s'irrigidì non poco.

Ma tutto ciò che, in realtà, Jiro aveva fatto, era stato unicamente sussurrare una parola all'amico.

Provaci.

§§§

Certo che cercare di far ragionare quelle due teste dure è faticoso!” esclamò Yamamoto, all'uscita da scuola, rivolgendosi alle sue Box, che erano rimaste ad aspettarlo fuori dal cancello; assieme, i tre si erano poi diretti verso casa, discutendo animosamente tra loro. O meglio, Jiro e Takeshi sembravano impegnati a parlare, Kojiro sembrava più interessato a correre lungo la strada e a gridare al mondo la sua vitalità nella forma di un sonoro cinguettio: era evidente che la sua trasformazione umana non aveva cambiato tutto, alcune peculiarità tipiche della sua forma animale erano rimaste eccome.

Hai parlato a Tsuna-bocchan?” s'informò l'altro, facendo dondolare sulla propria spalla sia la sua cartella che quella dell'esagitato fratellino, stando dritto accanto al suo padrone, che si trascinava stancamente lungo la via; questi lo osservò, con un sorriso a metà tra la sua solita allegria e la forzata dimostrazione di un buon umore che la stanchezza minava seriamente: “Stamattina, quando siamo arrivati a scuola, e poi quando siamo rimasti da soli in classe. Non so quanto però sono riuscito a fargli capire, non sono granchè bravo con le parole, senza contare che Gokudera potrebbe strangolarmi se solo venisse a saperlo!” dichiarò lui.

Restarono per un po' in silenzio, silenzio rotto di quando in quando dai versetti di Kojiro, che si era arrampicato sul più vicino muretto e saltellava spensierato, canticchiando una canzoncina dal testo incomprensibile ma dalla melodia travolgente.

Noi abbiamo provato con Uri, ma quel miciastro è più spinoso di Roll!” esclamò Jiro con tono esasperato: “Eppure è evidente che sia Tsuna-bocchan che Hayato-bocchan, per non parlare di Uri e Natsu, provano qualcosa gli uni per gli altri! Perchè non vogliono riconoscerlo?” borbottò l'Akita, scrollando i folti capelli color miele: “Diamine, siamo riusciti a far confessare al gufastro i suoi sentimenti per Roll, prima o poi riusciremo a far capitolare anche loro!”.

Takeshi sorrise: “Il problema credo sia soprattutto di Tsuna... Sapete che ha una cotta per Sasagawa-chan, vero?”.

Ma Tsuna-niichan e Hayato-niichan devono stare assieme!” si lamentò in quel momento Kojiro, con gli occhioni azzurri lucidi.

Non possiamo comandare i sentimenti delle persone, otooto-kun...” mormorò Jiro, afferrando al volo il fratellino e abbracciandolo con forza: “Io però sono ottimista! Oggi mi è sembrato che Tsunayoshi-bocchan fosse particolarmente coinvolto nella sgridata, tutto può essere, in fondo...”.

Yamamoto soppesò per un attimo le parole della Box: non era stupido, anche lui l'aveva notato, e nulla l'avrebbe reso mai più felice del vedere i suoi due migliori amici assieme, e innamorati: si era reso conto fin da subito della scintilla speciale che sembrava essere scoccata tra loro dal primo momento in cui si erano incontrati. Certo, all'inizio era stato parecchio... come dire... esplosivo il loro rapporto, non poteva dimenticare che Hayato aveva candidamente cacciato giù dalla sedia Tsuna il primo giorno che era arrivato alla Nami-chuu, però, da quel momento, ne era certo, tutto era cambiato.

Aveva capito sin dall'inizio ciò che Gokudera provava, e si era ripromesso che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutarlo, anche rischiare di farsi esplodere per mano dell'iracondo amico.

Certo che fare i cupidi della situazione non è facile, vero?” notò la Pioggia, aumentando il passo: “Forza, ne parleremo più tardi. Andiamo, che papà ci aspetta per cena!”

§§§

T-Tsuna... Posso parlarti un attimo?”

Sawada alzò all'improvviso la testa dal libro a fumetti che stava leggendo, disteso sul letto in pigiama, stupito dal tono dimesso che Natsu sembrava avere; chiuse di scatto il volume, raddrizzandosi e facendogli cenno di avvicinarsi, perchè mai stava fermo sulla porta? Quella, dopotutto, era camera loro!

Cosa succede?” chiese il Cielo, osservando con preoccupazione l'espressione pensierosa e quasi tormentata della sua Box, che si era seduta, o meglio appallottolata sul futon: “Stai male?” chiese, sporgendosi per saggiargli la temperatura.

Il Leone scosse la testa, abbassando lo sguardo.

Allora cos'hai?” domandò con tono rassicurante e amichevole.

Sei mai stato geloso di uno dei tuoi Guardiani?”

Una domanda a bruciapelo, senza dubbio, pronunciata sottovoce come se fosse stata una confessione, piena di vergogna a tratti, e anche un pizzico di dolore da parte del rosso, che fece sgranare a dismisura gli occhi del quindicenne.

P-Perchè me lo chiedi?” farfugliò il Decimo, scivolando giù dal letto per andarsi a sedere accanto a lui: “Rispondimi, per favore...” sembrava quasi una supplica quella di Natsu, che si era messo seduto e aveva poggiato entrambe le mani sulle spalle del suo padrone, fissandolo con aspettativa.

Sawada sospirò, soppesando le parole da dire: non poteva certo scendere nei dettagli, non poteva dirgli che si sentiva geloso di Yamamoto per la sua incredibile, e strana, visti i precedenti rapporti che li avevano legati, vicinanza con Gokudera, perchè entrambi erano importanti, pur se in modo diverso.

Diciamo di sì...” ammise infine, decidendo di tenersi sul vago.

Non ricordavo facesse così male provare sentimenti nella mia forma animale...” sussurrò Natsu con le lacrime agli occhi: “Non voglio litigare con Jiro e Kojiro, ma se accadesse qualcosa tra uno di loro e Uri...” balbettò, abbracciando d'istinto Tsuna, che lo strinse fraternamente a sé, accarezzandogli la testa ancora umida per il bagno appena fatto, e sentendosi al contempo anche l'ultimo degli stupidi: era lui l'unico che ancora non riusciva ad ammettere i sentimenti che provava verso il suo esagitato, e casinaro , braccio destro?

Ormai gli era chiara la cosa, ma lo spaventava da matti la cosa...

Soprattutto la possibile reazione dell'altra parte in causa...

Non puoi almeno provare a parlarci? Lui tiene a te e...” ma subito si morse la lingua, quel consiglio non andava affatto bene: e se Uri reagisse male?

Ci ho pensato, ma mi manca il coraggio di farlo...” borbottò il ragazzo, poggiando la testa sulla spalla del Cielo: “Sai come sono fatti lui e Hayato-dono, sono identici... E scommetto che anche per te c'è un problema simile...” le sue labbra s'incresparono in un sorriso malinconico.

Decisamente, entrambi avevano un grosso problema.

La loro stretta affettuosa venne rotta dalla voce di Nana-mama che li chiamava dabbasso: “Tsu-kun, Na-kun! Kyoko-chan è venuta a farvi visita!”

Sbalorditi, i due ragazzi si guardarono in viso, cercando di asciugarsi vicendevolmente le lacrime prima che l'amica li raggiungesse, bussando timidamente alla porta della camera.

A-Avanti!” esclamò Tsuna, forse con troppa foga.

La più giovane dei fratelli Sasagawa fece la sua comparsa sulla soglia della porta, sorridendo loro affettuosamente: “Scusate l'ora, ma dovevo parlarvi un attimo, è importante.” disse lei, chinando leggermente il capo in avanti.

Entra pure, Kyoko-nee!” la invitò il Leone, facendole spazio sul futon: “Perchè qui? È successo qualcosa?” s'informò Tsuna, non senza un pizzico di paura.

Nulla di particolare, volevo solo parlarvi di alcune cose.” annunciò, levandosi il maglioncino e poggiandolo con cura sulla sedia più vicina, prima di accomodarsi accanto a Natsu.

Osservò i due amici con aria affettuosa prima di rivolger loro la fatidica domanda, su cui aveva riflettuto a lungo prima di decidersi se fosse o meno il caso di fare un tentativo.

Voi siete innamorati, vero?”

§§§

(Sono tentata di interrompere qui il capitolo, ma sono troppo buona, mi sa...)

§§§

Voi siete innamorati, vero?”

La voce di Kyoko-chan riecheggiò a lungo nella stanza silenziosa, e nelle teste svuotate dei due interlocutori davanti a lei, che erano rimasti senza parole, incapaci anche solo di spiccicare mezzo verbo, anche un articolo era difficile da pronunciare in quel frangente.

C-Cosa intendi?” era stata la voce tremolante di Tsuna a rompere quel silenzio.

Sciocco Tsuna-kun,” rise lei: “Quando guardi una persona e il tuo cuore fa le capriole, quando ti senti strano mentre ci parli... Voi ragazzi siete complicati a capire quando vi innamorate, per questo sono qui, per aiutarvi!” si offrì con un sorriso, “Ad esempio, Tsuna-kun, cosa mi dici di te e Hayato-kun? E tu, Natsu-kun? Uri-kun non ti dice nulla? Siamo amici, ormai vi conosco bene.”.

I visi di entrambi i malcapitati avevano assunto una paurosa tinta sul rosso andante.

Io vi voglio bene, e voglio che siate felici. Tsuna-kun,” e così dicendo afferrò le mani dell'amico, stringendogliele con affetto: “Posso capire che hai paura, ma ti assicuro che il gioco vale la candela. E lo stesso vale per te, Natsu-kun. Sono certa che un tentativo non può nuocervi”.

Ma noi...”

Niente ma, Tsuna-kun. Ti ricordi il biglietto che ti ho lasciato oggi a scuola? Io sono convinta che Hayato-kun ti voglia molto più bene di quanto immagini, e così anche Uri. Come vi ho detto, tentar non nuoce.”.

 

ANGOLO DEL LEMURE:

Stavolta ci ho messo meno, e sembra anche che le cose tra i nostri cuori allo sbaraglio stiano cambiando, e forse in meglio! Quando si dice che gli amici si vedono nel momento del bisogno...

Nel prossimo capitolo, probabilmente, accadranno cose parecchio interessanti!

Bye!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - Architettando Piani Da Novelli Cupido ***


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BOX HUMAN

CAPITOLO 5

ARCHITETTANDO PIANI DA NOVELLI CUPIDO

Dopo l'affermazione di Kyoko, i due ragazzi restarono in silenzio per parecchi minuti, increduli e senza parole, e a capo chino, senza avere il coraggio di guardare l'amica negli occhi, amica che li fissava con espressione comprensiva e affettuosa.

Poi, all'improvviso, pur se timidamente, il Cielo sollevò lentamente il capo, puntando i suoi grandi e confusi occhi color cioccolato su di lei, che continuava a stare in silenzio, forse per dar loro il tempo di riflettere sulle sue parole: “Kyoko-chan... Io...” balbettò il bruno, tormentandosi le mani.

“Si, Tsu-kun?”

Sussultando, il quindicenne arrossì: era fin da quando era entrato alla Nami-chuu che sognava di essere chiamato così da lei, che era sempre stata la sua cotta segreta; eppure, in quel momento, desiderava che al suo posto ci fosse qualcun'altro e che quel “Tsu-kun” fosse sostituito da un pomposo “Juudaime”.

“I-Io sono sempre stato innamorato di te, lo sai, vero?” bisbigliò a mezza voce il Cielo, tormentandosi le mani: “Si che lo so.” sorrise lei con accondiscenza, “Tu e Mochida-senpai vi siete accapigliati per questo motivo, e forse in fondo in fondo l'ho sempre saputo fin dall'inizio.” nella sua voce c'era solo gentilezza e affetto, nessuna delusione di sorta.

“E' strano dirtelo così...” ridacchiò il bruno, avvicinandosi di più a lei e a Natsu, che era rimasto in silenzio, troppo stupito per parlare.

“Me lo immagino, ma non siamo più bambini, Tsu-kun, ed è giusto riconoscere i nostri sentimenti. Dopotutto, abbiamo sempre frequentato le scuole assieme, e dopo tutto ciò che abbiamo passato negli ultimi tempi, credo sia giusto essere sinceri fino in fondo, almeno in Famiglia.”

C'era da dire che Kyoko aveva preso bene la faccenda dei Vongola, sia lei che Haru, e non era stato difficile per loro integrarsi quasi del tutto, e aiutare anche altri a integrarsi: era stato così per Chrome, e per Uni nel breve periodo trascorso assieme, e quando avevano incontrato Spanner e Irie nel loro tempo...

Passarono come un lampo nella sua mente le immagini delle due ragazze intente a lambiccarsi su uno striscione di modo da scrivere in inglese una frase di benvenuto per il giovane meccanico.

Col passare del tempo, da cotta amorosa, senza che se ne fosse accorto, il suo cuore aveva tramutato la figura di Kyoko in quella di una fidata sorellina.

“Ascoltami, Tsu-kun. Anche tu, Natsu-kun. Voi provate qualcosa di meraviglioso per Hayato-kun e Uri-kun, e non è bello negarlo. Se avete paura di ammetterlo davanti a me, o davanti agli altri, non ci sono problemi, ma non negatelo a voi stessi. Se poi vorrete metterci a parte di certe cose, noi siamo pronti ad ascoltarvi e ad aiutarvi in ogni modo possibile. Quello che voglio dire è che non dovete nascondervi.”

Il discorso incredibilmente maturo della rossa, se possibile, gettò ancora più nel panico i due ragazzi, le cui espressioni confuse fecero ridere Kyoko di gusto.

“Grazie, Kyoko-chan.” esclamò all'improvviso Tsuna, guardandola con fermezza e serenità: “E... non abbiamo paura di dirvi le cose come stanno, sul serio. E' solo che...”

“Siete confusi, e lo capisco. Ma voglio che ricordiate che, se avete bisogno, noi ci siamo.”

Natsu le poggiò la testa in grembo, accoccolandosi come era solito fare nella sua forma animale.

“Kyoko-chan, è tardi per te. Perchè non resti a dormire qui? In camera dei ragazzi c'è ancora un mucchio di spazio e un futon lo si può sempre rimediare!” trillò Nana dabbasso.

§§§

“Cosa cazzarola fate qui voi tre?!” brontolò Hayato, osservando con stupore le figure dei tre della Pioggia stagliate sulla porta di casa sua.

“Siamo venuti in visita!” esclamò Yamamoto con entusiasmo, lasciando che Kojiro si gettasse tra le braccia di un Uri insonnolito: “Pensavamo che avreste avuto bisogno di una sana chiacchierata tra amici!”

“Non c'è bisogno di nulla...” borbottò l'argenteo, lasciandoli però entrare prima di chiudersi però la porta di casa alle spalle: “Haya-chan, non raccontare bugie!” esclamò in falsetto Takeshi, cingendogli le spalle con un braccio, “Sembravi molto abbattuto oggi e quindi ho chiesto aiuto a papà! Se non avete ancora cenato, che ne dite di questo?” e così dicendo, mostrò un involto dalla forma familiare.

“Tsuyoshi-papa ha preparato quei bento apposta per tutti noi!” annunciò Kojiro dalle braccia di Uri, che faticava enormemente a tenere fermo il piccoletto.

“Siamo qui per farvi un discorsetto.” proseguì Jiro, prendendo il fratellino e caricandoselo in spalla: “A proposito di Natsu e Tsunayoshi.”

Le orecchie dei due della Tempesta si rizzarono: che fosse accaduto loro qualcosa?

“Rilassatevi, vogliamo solo parlarvi” rise Takeshi, notando le loro espressioni: “Ma prima...” il ghigno sulle sue labbra divenne, se possibile, ancora più definito mentre si sporgeva, premendo con forza su quelle di Gokudera mentre Jiro faceva lo stesso con Uri.

Nessuna reazione da entrambi.

“C-C-Cosa cazzo era?!” sbraitò Gokudera, saltando seduto e guardando il compagno con aria a dir poco sconvolta: “MANIACO DEL BASEBALL! Cosa accidenti ti sei messo in testa?!”

Con eleganza, Yamamoto e Jiro evitarono per un pelo i rispettivi compagni, mandandoli a cozzare contro la parete mentre Kojiro se la rideva come un matto: “Non avete sentito nulla?” interloquì la Box, dondolandosi sui talloni, “Oppure avete sperato che al nostro posto ci fossero Natsu e Tsunayoshi-bocchan?”

“TACI!” Uri era paonazzo.

“Lo prendo come un si. E allora perchè non vi siete ancora fatti avanti?” lo spadaccino incrociò le braccia al petto: “NON SONO AFFARI CHE VI RIGUARDANO!” Gokudera era ancora più scarlatto della sua Box, sembravano aver assunto la tinta delle loro Fiamme.

“Uri-niichan, non è bello dire bugie!” lo rimproverò Kojiro: “Se ti piace Natsu-nii, perchè non glielo dici e non vi fate le coccole come Roll-nii e Mukurou-nii?”

La disarmante ingenuità del piccolo fece balzare il cuore in gola a entrambi i ragazzi.

“Ben detto cucciolotto, rispondete su!” ridacchiò Jiro sotto i baffi.

“Che senso avrebbe?” borbottò Hayato, lasciandosi cadere sul divano: “E' palese che il Decimo sia innamorato di Sasagawa, e certo non posso cambiare questo stato di cose.” era amareggiato l'argenteo, ma di sicuro non si sarebbe tirato indietro: lui amava Tsunayoshi Sawada e se anche non poteva averlo come realmente desiderava, non per questo l'avrebbe lasciato.

“Non ti facevo così vigliacco, sai?” la voce di Yamamoto dalla cucina dove era andato a poggiare il pacco che s'era portato appresso: “Perchè non fai un tentativo? Stiamo parlando di Tsuna, credi davvero che non ti starebbe almeno a sentire?”

“Take-nii ha ragione!” Kojiro era balzato sulle ginocchia di Hayato, aggrappandosi alla sua vita e poggiando i capelli tutti spettinati sul petto dell'argenteo avvolto dal pigiama: “Però adesso mangiamo!” disse, gonfiando le guance fino a somigliare più a un criceto che alla Rondine che effettivamente era.

“Fatemi capire, siete venuti qui unicamente per dirci questo?” Uri era stupito, e un poco imbarazzato: non aveva mai avuto esperienza di una cosa del genere, non nella sua forma animale, e doveva ammettere che era una sensazione piacevole il calore che andava diffondendosi nel suo petto.

“Ovviamente.” gli sorrise di rimando Jiro, accarezzandogli la testa con affetto fraterno: “Siamo amici, no?”

Hayato non disse nulla ma, prendendo in braccio Kojiro, si avviò verso la camera da letto.

“Dove stai andando?” gli chiese Yamamoto, mettendo la testa fuori dalla cucina.

“Dovrete pur dormire da qualche parte, no? Ho dei futon di riserva in dispensa.” nell'ombra non si poteva vedere ma Takeshi era quasi sicuro che Hayato stesse sorridendo.

“Va bene. Ma sbrigati, che è pronto.”

E mentre la Tempesta e il piccolo della Pioggia sparivano nel buio del corridoio, il cellulare in tasca allo spadaccino prese a vibrare: la busta che lampeggiava nella parte più alta dello schermo segnalava l'arrivo di una mail, il cui mittente strappò un sorriso al moro.

Forse sono riuscita a convincere Tsu-kun e Natsu-kun a fare un tentativo. Il fratellone ha detto che convincerà Hibari a non picchiarli se saltano la prima ora di lezione mentre Roll-kun e Garyuu-kun si assicureranno che nessuno li disturbi, hanno detto che ci penseranno loro a trovare una scusa per spingerli a salire sul tetto. Resto a dormire da Tsu-kun stanotte.

“Kyoko-ojou-sama ce l'ha fatta?”

Jiro era comparso all'improvviso alle spalle del suo padrone, con la testa poggiata sulla sua spalla in evidente ricerca di coccole come quando era un Akita.

“Esatto. E rimane anche a dormire da Tsuna. Ci penserà lei a farlo arrivare in orario domattina, noi dovremmo unicamente portare Hayato e Uri a scuola mentre a convincerli a salire sul tetto ci penseranno Roll e Garyuu in qualche modo.” rispose con soddisfazione Yamamoto, armeggiando con i tasti del telefono cellulare: il piano che avevano architettato stava procedendo alla perfezione.

Fantastico, io sono da Gokudera stanotte, e con me ci sono anche Jiro e Kojiro. Contiamo su di te.

§§§

“Kyoko ha detto che resta da Sawada.” annunciò Ryohei, rientrando nella sua camera dove Garyuu lo aspettava con impazienza: “La sorellina è in gamba all'estremo! Con lei nella squadra, non potremo fallire!” la Box era sinceramente convinta di ciò che stava dicendo, riponeva una grande fiducia in Kyoko, la stessa che riponeva nel suo padrone, mista alla tenerezza di fratello maggiore che sentiva montare in sé ogni volta che la ragazzina dai capelli rossi gli si avvicinava.

“Roll dice che farà di tutto per rendere felice Natsu.” aggiunse il Canguro, incrociando le braccia al petto: “E convincerà il suo padrone ad aiutarci.”

“Kyokugen! E' fantastico! Siamo a cavallo!” urlò entusiasta il Sole.

“Ha anche aggiunto che Yamamoto si occuperà di Testa-Di-Polipo.” il pugile era su di giri come non mai: “L' AMORE È UNA COSA MERAVIGLIOSA!” gridò, spalancando le braccia e alzandole verso il soffitto, “Lo è anche l'amicizia.” notò con un sorriso Garyuu, seduto sul futon.

§§§

Trascorse la notte, arrivò l'alba, e quando, dal palazzo dove Hayato Gokudera viveva, uscirono i due Guardiani, seguiti dalle Box, il sole era sorto da poco e tutti sbadigliavano assonnati; si diressero verso Nami-chuu perchè la Pioggia aveva gli allenamenti mattutini, così come i due fratelli, mentre Uri...

Beh, Uri era letteralmente un fascio di nervi, si era rigirato nel futon tutta la notte, e così anche il suo Padrone, benchè nessuno dei due avesse il coraggio di confessarlo.

Semplicemente, avevano preso la palla al balzo e seguire i compagni a scuola era forse la distrazione migliore per i loro pensieri, concentrati unicamente su un solo argomento, o meglio su due persone.

Scene simili di accoppiate simili, nel frattempo, si verificavano in altri angoli del quartiere: da casa Sasagawa, dove Ryohei e Garyuu si affannavano per raccattare le loro cose e sfrecciare a scuola a tutta velocità, ad una anonima casa nei pressi della scuola, da cui il piccolo Roll, timidamente, usciva, stretto nelle spalle, fino a casa Sawada, dalla quale Kyoko, tirandosi dietro due assonatissimi Natsu e Tsuna, era uscita a passo svelto.

I due pugili furono i primi ad arrivare, di corsa e gridando.

“Roll!” si sbracciò il Canguro, gettandosi praticamente al collo del Riccio: “Ben arrivati.” sorrise debolmente il piccoletto, stretto nel maglione troppo largo e con la borsa a tracolla strapiena, “Ho convinto Kyoya-dono.” annunciò lui con una vocetta sottile, “Farò tutto ciò che potrò per Natsu-nii.”

Ryohei gli scompigliò i capelli: “Sei sicuro di stare bene?” chiese con apprensione: “Non sembra che tu abbia dormito tanto stanotte.”

Roll sorrise appena, sfregandosi l'occhio: “In effetti non è stata una gran notte...” ammise con un sospiro stanco, “Ma non rovinerò tutto per questo, ve lo prometto.”

“Non siamo preoccupati per questo, dico sul serio.” disse Garyuu severamente: “Sicuro di non volerti riposare un po' da qualche parte? Finchè Kyoko-nee e gli altri non arrivano, abbiamo un po' di tempo.”

Ma il ragazzino scosse la testa con decisione: “Davvero, sto bene.” sorrise rassicurante la Box della Nuvola: “Adesso andiamo, d'accordo?”; i due del Sole annuirono, Garyuu cinse affetuosamente le spalle di Roll e il gruppetto andò a sedersi in un angolo del cortile, riparato e all'occorrenza nascosto per evitare di farsi vedere da occhi indiscreti.

Chiacchierarono nervosamente per qualche minuto poi, dalla strada, arrivarono le grida allegre e inconfondibili dei due fratelli della Pioggia; Roll alzò la testa speranzoso, subito imitato da Ryohei e Garyuu, e finalmente i due comparvero.

“Venite, venite!” esclamò con entusiasmo Kojiro, afferrando Garyuu per il polso: “Venite!” li spronò, “La sorellona Kyoko ha detto a Takeshi-nii che stanno arrivando!”

Ci fu un momento di autentico panico generale, poi tornò la calma, anche se a fatica.

“Io vado estremamente a nascondermi!” esclamò Ryohei, saltando giù dal muretto: “Mi fido di voi, ragazzi!” gridò solennemente prima di scappare via; le quattro Box si guardarono negli occhi, erano visibilmente tese ma sapevano che ormai non potevano tirarsi indietro, e neppure volevano, in realtà.

Roll prese un respiro profondo: “Andiamo”.

§§§

“Kyoko-chan, ripetimi perchè siamo qui così presto...” si lamentò Tsuna, sfregandosi gli occhi stancamente.

La rossa sorrise accondiscente: “Perchè il fratellone mi ha chiesto di venire qui con voi, perchè c'è bisogno del vostro aiuto.” spiegò con pazienza lei, sistemandosi la gonna, “Datemi le cartelle, ve le porto in classe. Voi andate a cercare il fratellone!” rise la ragazza, tendendo le braccia per prenderle.

I due ragazzi si guardarono dubbiosi per un attimo ma poi passarono le borse a Kyoko: “Sicura di farcela, Kyoko-nee?” chiese Natsu.

Lei annuì, caricandosele con facilità in spalla: “Nessun problema, ma voi sbrigatevi.” e così dicendo la ragazza s'incamminò a passo svelto verso l'interno dell'edificio.

Il Decimo e la Box rimasero lì immobili sul piazzale, in attesa di qualcosa, o di qualcuno che dicesse loro cosa accidenti fare.

“Sawada-sama!”

Come se lo avessero chiamato, Garyuu balzò loro davanti, esagitato come al solito, e forse anche di più: “Venite, venite! Seguitemi!” gridò lui, “Vi stavamo aspettando!”

“Ma che sta succedendo?” chiesero i due ragazzi praticamente in coro.

“Vedrete, vedrete! Ma dobbiamo sbrigarci!” li spronò: “Seguitemi!”

Tsuna e Natsu, pur se pieni di dubbi e incertezze, seguirono il pugile all'interno dell'edificio scolastico e poi su, su, su per le scale fino alla porta che conduceva al tetto: e il Super Intuito di Tsuna non era d'accordo, decisamente.

“G-Garyuu-kun...” azzardò il Cielo, avvicinandosi al Canguro che stava armeggiando con il lucchetto della porta: “Cosa...” ma non ebbe neppure il tempo di finire perchè lui e Natsu vennero letteralmente catapultati fuori.

Ruzzolarono per qualche metro sul terrazzo, ritrovandosi a fissare il cielo azzurro della prima mattina, poi cercarono di rimettersi seduti ma ciò che videro mozzò loro il respiro: perchè Garyuu stava chiudendo la porta? E perchè il lucchetto era stato richiuso?

Inspiegabilmente, cominciarono a tremare spaventati.

Si precipitarono alle balaustre ma sotto non c'era nessuno, il piazzale era deserto.

“Chiamiamo qualcuno!” esclamò Natsu nel panico, annaspando per cercare in tasca il cellulare. Poi ricordò...

“Li abbiamo lasciati in cartella...” gemette Sawada, cadendo in ginocchio.

“Vorrei capire cosa gli sia preso...” balbettò sconvolto Natsu, sedendosi accanto al padrone: “Giuro che non so cosa stia architettando...”

“Non lo so neppure io, ma prima è meglio se cerchiamo un modo per uscire di qui... Non ho preso neppure i guanti stamattina, accidenti... Reborn mi ucciderà...” Tsuna tremava solo a pensare ciò che il tutor gli avrebbe fatto una volta scoperto il guaio in cui si era cacciato, senza sapere che, in realtà, l'hitman lo sapeva benissimo, in effetti li stava perfino osservando con il suo sorrisetto sardonico, mentre caricava il fucile.

“Vediamo fino a che punto riescono ad arrivare.”

§§§

“Uri! Gokudera-dono!”

La voce insolitamente alta di Roll mise subito in allerta i due della Tempesta, che stavano distesi a sonnecchiare su una delle panchine del campo da baseball, in attesa che un certo fissato finisse i suoi allenamenti mattutini.

Ma quando il piccolo della Nuvola li raggiunse, trafelato e con l'aria di chi aveva appena visto un fantasma, anche Yamamoto lasciò perdere gli inning e li raggiunse.

Roll si era cambiato – indossava nuovamente la divisa, linda e pinta, e la fascia del Comitato attorno al braccio – ma sembrava veramente fuori di sé: “Respira!” gridò Uri spaventato, teneva la propria mano sulla sua schiena per rassicurarlo: “Respira con calma... Danna, prendimi la bottiglietta.”

Se in condizioni normali Hayato si sarebbe opposto, in quella situazione semplicemente sbuffò e andò a frugare nella borsa della propria Box.

Quando Roll ebbe ingollato metà bottiglietta, il suo respiro tornò regolare.

“Tsuna-dono e Natsu-nii sono nei guai!” annunciò con tono terrorizzato e gli occhi sbarrati: “Sono rimasti bloccati sul tetto e la porta è rotta! Non riesco a farli scendere!”

“Aspetta... Hai detto sul tetto? E che ci facevano lassù?!” chiese Uri preoccupato.

“Ryohei-dono aveva bisogno del loro aiuto... Ma qualcosa dev'essere andato storto... Natsu dice che Tsuna-dono ha battuto la testa e...”

Non ebbe neppure finito la frase che Box e padrone erano già sfrecciati all'interno.

“Non l'avrai caricata un po' troppo come bugia?”

Alle sue spalle, comparvero i due della Pioggia accompagnati da Kyoko e dal fratello.

Ma Roll scosse la testa:”Assolutamente no. Li conosco, ci sono poche cose che li fanno scattare in questo modo.” ridacchiò imbarazzato lui.

Kyoko annuì: “Ha ragione, ci tengono moltissimo gli uni agli altri, ed è il momento che la cosa si sistemi una volta per tutte.” decretò lei con semplicità.

Yamamoto scoppiò a ridere sonoramente, abbracciando idealmente tutti loro e fisicamente Kyoko e Roll: “Siete stati grandi, davvero, anche te naturalmente, Garyuu!” e attirò anche la Box del Sole nel proprio abbraccio.

“Ora però andiamo!” esclamò la rossa, sgusciando dalla stretta della Pioggia: “Voglio arrivare fino in fondo a questa storia.”

§§§

“JUUDAIME!”

Totalmente nel panico, Hayato scardinò la porta del tetto con una spallata e con Uri alle calcagna, e si ritrovò davanti allo spettacolo più agghiacciante della sua vita: il Decimo era sdraiato a terra, scomposto, con Natsu disteso al suo fianco.

“JUUDAIME!” “NATSU!”

I due della Tempesta si gettarono addosso ai due corpi inermi, prendendoli tra le braccia nel tentativo di rianimarli: “Cos'è successo?!” gridò Uri, letteralmente terrorizzato, “Stupido gattaccio, svegliati!” disse, scrollando con veemenza la Box del Cielo.

“Non possono aver preso una botta così forte!” sbottò Hayato, slacciando la cravatta e i primi bottoni della camicia del suo Boss.

Forse fu quel contatto così inaspettato a ricondurre Tsuna tra i vivi, o forse qualcos'altro – magari l'effetto del misterioso proiettile con cui Reborn li aveva bersagliati solo pochi minuti prima- perchè il Cielo cominciò a tossire e ad aggrapparsi al collo del suo Guardiano mentre Natsu faceva esattamente lo stesso con la controparte Box.

“Juudaime! Stai bene?!” esclamò terrorizzato l'argenteo, poggiando la testa del bruno sulle proprie ginocchia: “Che vi è successo?” chiese, era nel panico più totale, poteva sentire il proprio cuore battere all'impazzata con quello di Uri accanto a sé.

I due mugolarono, piegandosi in avanti e massaggiandosi la nuca.

“Gattaccio, porta Natsu a sciacquarsi il viso alla manichetta dell'acqua là dietro.” ordinò Hayato, sorreggendo Tsuna.

Senza farselo ripetere, la Box sorresse il proprio Boss e lo portò via, sussurrandogli all'orecchio qualcosa: era incredibile il cambiamento che avveniva in Uri ogniqualvolta veniva coinvolto Natsu.

Più o meno lo stesso che capitava ad Hayato se al posto di Natsu c'era Tsuna.

“G-Gokudera-kun...” biascicò a fatica Sawada, che, sorridendo appena nel vedere l'argenteo  sopra di sé, era visibilmente sollevato; la Tempesta lo aiutò a mettersi seduto, spiandone il volto pallido e tirato: “Tutto bene?”

Dovevano stare bene, dovevano.

“Si... Deve averci colpito qualcosa...” biascicò il ragazzo, massaggiandosi la nuca dolorante: “Natsu?”

Hayato sorrise - un qualcosa di molto simile al rassicurante sorriso che lo aveva accolto al risveglio nel Futuro, dopo lo scontro con Nozaru e Tazaru –  ad uno Tsuna ignaro che qualcuno li stesse osservando, ed ignaro che il tetto fosse pesantemente sorvegliato da almeno otto paia d'occhi e da un potentissimo binocolo.

“Non spingere, Kojiro-kun...” bisbigliò Kyoko, bilanciandosi contro il muro da dietro un angolo: “O ci scoprono.”

Da dietro la rossa, comparve la testolina arruffata della Rondine e, accanto a lui, quella di Roll: “Scusami, Kyoko-nee!” il piccolo era veramente esagitato, più del solito, “Jiro-nii, come va lì?” chiese, rivolgendosi al fratello che sbirciava l'altro lato del tetto a pochi passi da sé.

Il maggiore ridacchiava tra sé e sé: “Va bene, benissimo, vieni a vedere.” sogghignò lui, invitando il minore ad avvicinarsi.

Kojiro scivolò al suo fianco, sorridendo nel vedere Natsu stretto stretto a Uri: “Speriamo che Tsuna-dono e Hayato-dono si sbrighino, voglio vederli assieme.” sospirò con tono sognante.

“Se non riusciamo a farli ragionare, dopo tutta la fatica fatta, non saprei in quale altro modo agire...” notò Kyoko, venendo subito abbracciata da Ryohei: “Io sono sicuro all'estremo che Sawada e Testa-Di-Polipo si metteranno assieme! E se non lo fanno, li prendo a pugni!” annunciò con solenne entusiasmo.

“S-Sono perfetti per stare assieme.” balbettò Roll, arrossendo visibilmente.

“Mi stupisco che non si siano svegliati prima, comunque.” esclamò Takeshi, incrociando le braccia dietro la testa.

Malgrado le comari che ciarlavano a pochi passi da loro, Uri e Natsu non si staccarono né si accorsero di nulla: semplicemente erano abbracciati, con le teste che si toccavano e i capelli che si mischiavano tra loro in una macchia vivida di colore, che splendeva al Sole.

Non avevano parlato, non ce n'era stato il tempo in realtà: quando l'acqua aveva rianimato il Leone del Cielo, semplicemente il Gatto Tempesta gli aveva gettato le braccia al collo.

Sulle prime, il rosso, ancora frastornato per l'improvvisa botta presa alla testa di cui ignorava la natura e il responsabile – responsabile che non si perdeva un attimo dello “spettacolo” dalla sua posizione privilegiata e che sogghignava da sotto il suo fedora nero – ma gli piaceva stare in quella posizione.

Erano entrambi inginocchiati a terra e Natsu stringeva con forza il pugno attorno a un lembo della divisa di Uri, il cuore che gli esplodeva nel petto per l'emozione.

Lo stesso stava accadendo a Tsuna.

“G-Gokudera-kun...” bisbigliò all'improvviso il bruno, staccandosi dall'argenteo: “Voglio chiederti una cosa importante...”

La Tempesta annuì, scostandosi a propria volta e sedendosi giusto di fronte a lui: “Sono tutto orecchi.”

Purtroppo, Tsuna non si sentiva più tranquillo ma con un respiro profondo cercò di ritrovare la calma: doveva parlargli, doveva levarsi quel peso dal cuore.

Ma come?

Stava cercando di trovare le parole giuste quando sentì distintamente un peso morbido spingerlo in avanti: non potè evitare di cadere tra le braccia di Hayato, e di toccare le sue labbra con le proprie.

Da dietro il muro, Roll esultò mentre Hibird tornava alla base, sulla spalla di un Hibari improvvisamente apparso in mezzo al gruppo.

I visi di entrambi diventarono scarlatti per l'imbarazzo, ma nessuno dei due sembrava avere intenzione di staccarsi, le loro labbra erano rimaste incollate le une alle altre, cosa che stava accadendo ugualmente a Natsu e Uri benchè, nel loro caso, non fosse stato necessario l'intervento di una palla di piume morbida e gialla.

Dall'abbraccio in cui si erano stretti al bacio il passo era stato breve, brevissimo.

E una parte del piano era finalmente andata.

“Se l'erbivoro non si sbriga, giuro che lo mordo a morte.” decretò il Guardiano della Nuvola.

“Gli hai dato un ottimo aiuto, Hibari.” giurò Ryohei.

“S-Scusa...” Tsuna sembrava sul punto di svenire dall'emozione e dall'imbarazzo: “S-Scusami!” esclamò, con la voce di parecchie ottave più alta, “S-Scusami!”

Da parte sua, Hayato era decisamente sbalordito per la rapida successione degli eventi, ma la notte trascorsa con Yamamoto e gli altri aveva fatto chiarezza in lui, lo aveva spinto a prendere la decisione e non aveva intenzione di perdere la forse unica occasione della propria vita.

A quel punto, l'unica cosa da fare era prendere l'iniziativa.

E lo fece.

Come prima, lo abbracciò ma questa volta il contatto con le labbra del Cielo, sottili e mordicchiate per il nervoso, fu volontario, almeno da parte sua.

E ricevette una debole ma sentita risposta da Tsuna, una risposta che, per il futuro, faceva ben sperare.

 

NOTE:

E continua la fiera dei titoli idioti per i capitoli, partoriti da una mente perversa nel mentre di una full-immersion di Dottrine Politiche, Geronimo Stilton in tv e The Sentinel... Ma finchè qualcuno non si lamenta, la fiera continuerà allegramente.

Mi scuso per il mio silenzio forzato ma, dico sul serio, ho avuto un certo numero di problemi di ogni tipo che mi hanno impedito di proseguire questo capitolo, fermo da un paio di mesi alla parte di Kyoko... Anche se le idee per lo svolgimento erano tante e variegate (Come la mia beta ha sottolineato, i Vongola sono un'agenzia matrimoniale, altro che Famiglia mafiosa)

Ora però è concluso e, a partire dal prossimo, vedremo di tirare in mezzo altre coppie. E chissà, magari anche qualche ospite speciale... Sbaglio o qualcuno aveva richiesto l'intervento di un certo felino di proporzioni abnormi?

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Di Mattinate Movimentate e Pranzi Inaspettati ***


Nuova pagina 1

BOX HUMAN

CAPITOLO 6

DI MATTINE MOVIMENTATE E PRANZI INASPETTATI

A Tsuna batteva forte il cuore, con tanta intensità che, per un attimo, ebbe seriamente l'impressione che questi tentasse la fuga dalla sua cassa toracica per saltellare in giro come una palla.

Aveva anche il respiro accelerato e certo il stare con il viso immerso nell'incavo del collo di Hayato non lo aiutava a mantenere la calma, anzi, se possibile, lo agitava ancora di più e, a mano a mano che i secondi passavano, si sentiva sempre meno ancorato alla realtà.

Si sentiva ancora le labbra tiepide e la bocca improvvisamente si era seccata per l'emozione...

A malapena riusciva a riconoscere le braccia che lo tenevano stretto, figuriamoci la voce preoccupata che gli sussurrava all'orecchio: era felice, ma c'era qualcosa che non andava, decisamente, si sentiva anche il viso in fiamme...

Che si fosse preso l'influenza?

Tutto era possibile e, dato l'intontimento, anche probabile, se non certo.

Lui e la sua sfortuna.

Riusciva a baciare, o meglio, a farsi baciare da Hayato e scopriva al contempo di essersi beccato un malanno.

Ci stava comodo in quella posizione, perchè non farsi una dormita?

§§§

Quando Tsuna gli svenne tra le braccia, la prima reazione della Tempesta fu di panico totale.

Juudaime! Che succede?!” gridò il ragazzo, scuotendo delicatamente il compagno prima di stenderlo a terra e slacciargli la cravatta della divisa; poi, cominciò a esaminarlo alla ricerca di qualcosa, qualunque cosa che gli facesse capire cosa stava succedendo, ed era talmente preso da non accorgersi minimamente dei borbottii agitati che provenivano dalle sue spalle, delle voci spaventate e del rumore di passi in corsa.

Si accorse della presenza degli amici solo quando Kyoko, china su Tsuna, gli passò sul volto rubizzo il proprio fazzoletto da tasca.

Cos'ha?!” chiese Natsu con voce spaventata, talmente spaventata da costringere l'argenteo ad alzare lo sguardo per sincerarsi che stesse bene: lo vide abbracciato a Uri e non potè non sorridere, sinceramente contento. Non sapeva perchè ma era conscio che andava bene così, e se anche Uri lo faceva arrabbiare ed era irrispettoso nei confronti del suo padrone, questi desiderava lo stesso che fosse felice.

Non è che...?” azzardò debolmente Jiro, che seguiva Yamamoto assieme al fratello.

Tsuna è svenuto come una ragazzina al suo primo bacio.”

La voce divertita di Reborn fece sobbalzare tutti e Ryohei riuscì appena in tempo ad afferrare l'Arcobaleno prima che questi atterrasse poco gentilmente addosso a Tsuna: “Cosa intendi, Reborn-chan?” chiese Kyoko con tono apprensivo.

L'hitman sogghignò da sotto il fedora: “Dico che quello con Gokudera è stato il primo, vero bacio di Tsuna e che l'emozione è stata troppa per lui.” sfottè il tutor.

Le sue parole fecero cadere un silenzio imbarazzato sull'intero gruppo, perfino Hibari sembrava sorpreso mentre Gokudera...

Gokudera aveva assunto una tinta spaventosamente scarlatta.

E bravo Testa-di-Polipo!” esclamò Garyuu con entusiasmo, dandogli una energetica pacca sulla spalla, così forte da sbatterlo quasi a terra: “Danna, devo farti i miei complimenti. Lo riconosco. Solo tu puoi far svenire Juudaime-sama per un bacio.” sghignazzò Uri, beccandosi al contempo un pizzicotto sul fianco da parte di Natsu.

Takeshi ridacchiava mentre metteva sotto la testa di Tsuna la propria giacca della tuta e i due fratellini della Pioggia correvano a riempire la bottiglietta d'acqua.

SAWADA! DEVI ESTREMAMENTE SVEGLIARTI!” gridò Ryohei, scrollando Tsuna per le spalle: “I VERI UOMINI NON SVENGONO PER UN BACIO!”

Gokudera scoccò un'occhiataccia al pugile e l'avrebbe anche colpito volentieri con un pugno se non fosse stato per il lieve movimento che vedeva sotto le palpebre del Decimo.

Che si stesse...

Con delicatezza - Roll gli aveva fatto spazio - l'argenteo sollevò il Cielo per fargli posare la testa sul suo grembo, le sue dita correvano sulle guance imporporate del Boss e sulle sue labbra.

Fu lo schiarirsi della voce di Uri a riportarlo alla realtà, nel modo peggiore e più imbarazzante.

Ehm, Danna... Non vorrei rovinarti il momento ma, se hai intenzione di insidiare Juudaime-sama, almeno fallo in un'aula vuota e alla fine delle lezioni! Non a meno di mezz'ora dal loro inizio e davanti a noi.”

L'argenteo non ebbe però il tempo di alzarsi e dargli una lezione come voleva perchè, finalmente, le palpebre di Tsuna si sollevarono, mostrando i suoi occhi grandi e annebbiati, e facendo sospirare di sollievo la Tempesta, che lo sistemò meglio sulle proprie gambe mentre questi sorrideva appena.

G-Gokudera-kun...” bisbigliò con espressione quasi ebete e confusa: “Devo avere la febbre... Mi sento il viso bollente...” balbettò.

Niente febbre per te, Tsuna!” annunciò allegramente Takeshi, passando ad Hayato l'acqua: “Yamamoto-kun ha ragione, Tsu-kun.” disse Kyoko, comparendo accanto a loro con un sorriso affettuoso e comprensivo.

Mentre l'acqua veniva gentilmente versata nella sua gola, e le mani della Tempesta lo tenevano fermamente poggiato contro il petto, la testa a poco a poco si snebbiava e infine Sawada cominciò a ricordare.

Il bacio con Gokudera-kun, al solo pensarci si sentiva leggero e gli formicolava lo stomaco...

Le guance bollenti...

Il respiro affannato...

Non poteva essere svenuto per... quello, vero?

Sei il solito DameTsuna.” lo sfottè la voce di Reborn: “Riesci finalmente a dichiararti e perdi i sensi perchè sei una donnicciola.”

Reborn-dono... Anche io sono svenuto quando... M-Mukurou mi ha baciato la prima volta... M-Ma e-ero felice...” fece notare Roll da un punto imprecisato alle loro spalle.

Hibari, a quell'affermazione, divenne terreo.

Jiro sorrise, abbracciando il piccolo: “Racconta le cose come stanno, Puntaspilli.” sghignazzò Uri, “Dì che il Gufastro ti ha bloccato in un angolo e non ti ha lasciato andare finche non è riuscito a strappartelo, quel bacio. C'è voluto Gyuudon per tirartelo via di dosso. E sei rimasto imbambolato a fissare il vuoto con quell'aria ebete per parecchie ore prima di svenire definitivamente. E ancora non sappiamo cosa voi due abbiate fatto quella sera perchè non vi si trovava più, da nessuna parte.”

Kojiro si avventò su Roll, aggrappandosi alle sue spalle: “Smettila, Uri-niichan. Perchè devi sempre prendere in giro Roll se vuole bene a Mukurou e se si fanno le coccole?!” la Rondine sembrava veramente irritata, il suo pugnetto si agitava in aria con veemenza e l'aria corrucciata era tenera a vedersi.

Il Gatto Tempesta sospirò scuotendo la testa e voltando il viso: “E che saranno mai un paio di battute... Non è che mi sono opposto alla loro relazione...”

Uri ha ragione, lui è stato il primo a supportarli quando la cosa è saltata fuori, ricordate?” notò Jiro con pazienza.

Vero, adesso capisco estremamente il perchè.” Garyuu mosse un passo in avanti verso i due piccioncini con un sorriso furbetto dipinto in volto: “Perchè il miciastro avrebbe voluto fare la stessa cosa con il nostro capo, non è vero?”

I battibecchi tra le Box continuarono un po', sotto l'occhio, e l'orecchio, stupito dei loro padroni ma a Tsuna faceva quasi piacere.

Non sapeva come avrebbero affrontato quel discorso, né quando, ma stare con la testa poggiata in grembo ad Hayato era la cosa che più desiderava, in quel momento.

La campanella mandò a gambe all'aria ogni suo progetto e si ritrovò poco dopo sballottato per ogni dove dagli amici, che l'avevano afferrato per le braccia e tirato in piedi: nel vociante turbine di azioni che lo attorniava, l'unico punto fermo era la mano di Hayato saldamente stretta alla sua, mano che non lo mollò per tutta la discesa lungo la scala, che non lo mollò per tutto il viaggio verso l'aula e che solo lì si decise a mollare la presa, restando però a distanza particolarmente ravvicinata.

Timidamente, Tsuna allungò le proprie dita per sfiorare quelle dell'altro, ottenendo un sorriso compiaciuto e lievemente imporporato sulle guance.

Noi andiamo, Tsuna.” annunciò Natsu, una volta giunti di fronte all'aula dei Guardiani più giovani, anche lui sembrava felice mentre stava praticamente abbracciato a Uri: “Ci vediamo a pranzo, d'accordo?” li salutò Takeshi – dire che la Pioggia fosse di buonumore era eufemistico – mentre Ryohei, già lontano con Garyuu, urlava quanto fosse meraviglioso l'amore a ogni persona che aveva la sfortuna di trovarselo sul proprio cammino.

Scuotendo la testa sconsolato, Jiro si rivolse a Roll: “Pensi che Hibari-bocchan voglia venire a pranzare con noi? Papà ha preparato qualcosa anche per lui.”

Il piccolo della Nuvola arrossì e abbassò lo sguardo: “In realtà... Oggi non posso venire a pranzo con voi... Non verrò neppure a lezione...” pigolò.

E' successo qualcosa?” si preoccupò Kyoko.

Roll annuì appena: “In verità... Mukurou mi ha invitato a pranzo... E Kyoya-dono vuole venire anche lui...”

Una bomba avrebbe fatto meno baccano delle grida quasi simultanee dei Guardiani e delle Box.

Tipo, incontro tra suoceri?!” esclamò Natsu visibilmente spaventato.

Ti consiglio di prepararti, Puntaspilli. Probabilmente oggi Kokuyo salterà per aria.” lo sfottè Uri, dandogli fraterne e quasi comprensive pacche sulle spalle.

Se solo ci fosse qui Gyuudon, lui saprebbe bene cosa fare...” gemette Jiro, cercando di trattenere il fratellino che saltellava eccitato ovunque gridando che “Mukurou-niichan e Roll-niichan mangiano assieme!”

Ora calmiamoci tutti!” la voce di Tsuna si alzò di parecchie ottave nel tentativo di placare gli animi.

Una volta ottenuto il suo scopo, il bruno sospirò sollevato per la pace riottenuta, poi si avvicinò a Roll, accarezzandogli la testolina spettinata: “Io sono sicuro che andrà tutto bene. Ho un po' di paura per quello che Hibari-san e Mukuro potrebbero fare se si trovano nello stesso posto ma...” e sollevò con un dito il mento della piccola Box, “Sono certo che Hibari-san ti voglia bene e per questo non credo che potrebbe fare qualcosa che possa danneggiarti.”

Gli occhietti di Roll si inumidirono mentre gettava le braccia al collo del Decimo e lo stringeva forte: “G-G-Grazie, Tsuna-dono... S-So che Kyoya-dono ha un b-brutto carattere però...”

Per quanto lui e Mukuro non lo accettino, saranno comunque miei Guardiani e, come tali, penso di capire come ragionano. Ciò non toglie però che a volte facciano veramente paura...” rabbrividì al pensiero dei tonfa del prefetto o delle illusioni che la Nebbia utilizzava, o abusava, “Però sono sicuro che tutto andrà alla perfezione.” lo congedò con una pacca gentile sulla schiena, “Ora vai, ma poi devi farci sapere com'è andata.” intervenne Hayato, comparso al fianco di Tsuna.

Roll sorrise, asciugandosi una lacrimuccia fuggiasca mentre scappava via ringraziandoli.

Andate anche voi, ci vediamo dopo!” esclamò Takeshi, spingendo gli altri tre compagni di classe all'interno dell'aula.

§§§

Nervosamente, Reborn mise via il fucile a pompa con cui aveva tenuto sotto tiro per tutto il tempo il proprio allievo, concedendosi l'ombra di un sorriso nel vederlo agire in quel modo con Roll: decisamente, stava imparando.

Ma c'era un'altra cosa, molto più importante, che lo tormentava, e si trattava della busta che aveva ricevuto solo pochi minuti prima, che recava il simbolo del CEDEF, e della telefonata che aveva appena concluso con l'altro suo allievo, decisamente impanicato e balbettante.

Com'era possibile che sia Alfin che Scuderia, le Box di Basil e Dino, fossero sparite allo stesso modo di quelle dei Guardiani della Decima Generazione e dei Varia?

E perchè, pur essendo sparite allo stesso modo e praticamente nello stesso momento – il rapporto del CEDEF, così come quello dei Cavallone, era giunto in ritardo per problemi tecnici – a ricomparire erano state unicamente quelle di Tsuna e degli altri?

In quella storia c'erano troppi misteri e punti oscuri, quindi il Nono era stato chiaro: proteggere il Decimo e i suoi compagni a ogni costo perchè, se erano arrivati fino alle Box, era quasi sicuro che quei misteriosi nemici fossero una minaccia non da poco anche per il giovane Boss.

Ovviamente, senza che questi sapessero nulla, non dovevano essere coinvolti.

E francamente, Reborn era d'accordo.

Così come il Nono aveva espresso le proprie perplessità e paure in merito, anche l'Arcobaleno temeva che potesse essere un boccone troppo grosso per quel manipolo di ragazzi e, se lo sentiva lui, voleva dire che era veramente così.

Prima i Vongola Gear, poi le Box dei Varia e ora quelle di Basil e Dino... Credo che sia il momento di intraprendere una piccola indagine in merito.”

§§§

Gokudera-kun!”

La voce dell'insegnante fece sobbalzare l'argenteo, che fulminò letteralmente con lo sguardo la donna, che lo fissava con espressione imbronciata con il libro di storia in mano: “Cosa c'è?” sbottò lui, visibilmente irritato.

Solo perchè hai i voti più alti di tutta la classe, non sei autorizzato a dormire durante le lezioni oppure a distrarti.” lo rimproverò lei, mentre Tsuna e Takeshi si scambiavano un'occhiata preoccupata.

Hayato sbuffò insofferente, raddrizzando la schiena e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso; poi, sul suo volto, comparve un sorrisino compiaciuto: “Mi scusi, sensei, le sue lezioni sono molto interessanti però al momento ho ben altro per la testa.”

E cosa, di grazia? Hai trovato l'amore?”

Si può dire così, sì.”

Sotto lo sguardo e le grida affrante della componente femminile della classe, e le risate sotto i baffi di Kyoko e Takeshi, Hayato si voltò verso Tsuna, sorridendogli appena e facendolo arrossire.

E per fortuna nessuno si era accorto di nulla.

Non è possibile che Gokudera-kun si sia fidanzato!”

Non farti accalappiare dalle maglie dell'amore! Resta con noi!”

Sawada rabbrividì: da dove tiravano fuori certe frasi?

Adesso basta. Gokudera-kun, sono contenta che tu sia innamorato, però cerca di prestare attenzione perchè è una parte importante del programma. Siamo intesi?” la professoressa sorrise incoraggiante.

Hayato sbuffò ma annuì e si legò i capelli nella sua caratteristica coda.

Qualche minuto dopo, un piccolo aeroplanino di carta planò sul banco di Tsuna, che riuscì ad acchiapparlo prima che cadesse a terra.

Dispiegatolo, il bruno lesse il messaggio che vi era scritto su, sorridendo affettuosamente all'indirizzo di Takeshi e Kyoko, che sbirciavano verso di lui con i pollici alzati.

Questa storia sta decisamente cominciando col piede giusto.

§§§

Vestito con la sua migliore divisa, lavata e stirata, il piccolo Roll camminava in silenzio, con un pacchettino stretto tra le mani e lo sguardo basso. Era quasi mezzogiorno e il sole era alto nel cielo e caldo, ma non sudava per quello, piuttosto per l'ansia dell'incontro.

Da quando lui e le altre Box si erano ritrovati in quella forma, non aveva più avuto l'occasione di stare con Mukurou, e già era difficile che potessero stare assieme prima di tutta quella storia estremamente ingarbugliata -sorrise tra sé e sé mentre si trovava a pensare come Garyuu e Ryohei-dono- ma non avrebbe mai pensato di trovarsi come invitato a pranzo a Kokuyo, di incontrare Mukuro-dono e Chrome-dono al di fuori del campo di battaglia, e soprattutto come commensali alla stessa tavola!

Con un'occhiata nervosa, sbirciò Kyoya, che gli camminava accanto, a propria volta in silenzio, coi tonfa sguainati e lo sguardo attento a ciò che lo circondava, e non potè fare a meno di tremare spaventato.

Lui voleva bene a Hibari-dono, era il suo padrone, Hibird era come un fratello per lui; il prefetto lo viziava, lo coccolava e in generale lo stesso Roll lo aveva abbastanza nelle proprie mani, anche se mai si era approfittato di questo loro rapporto.

Il piccolo della Nuvola voleva solo una cosa, e cioè che tutto andasse alla perfezione e che Kokuyo Land non saltasse per aria, con tutti loro dentro.

Diamine, avevano entrambi una responsabilità: lui come Box Arma della Famiglia Vongola e anche il suo padrone l'aveva, benchè piuttosto che ammettere di essere il Guardiano della Nuvola della Decima Generazione si sarebbe mangiato i tonfa completi di guarnizioni.

Perchè quella faccia?”

Roll si fermò, accorgendosi solo in quel momento che avevano percorso in un attimo la lunga strada asfaltata e che erano giunti al cancello semidistrutto che delimitava l'inizio del territorio di Mukuro e della sua banda, e alzò lo sguardo smarrito sul suo padrone, anche lui tirato a lucido e con i capelli ben pettinati.

Perchè quella faccia?” ripetè il ragazzo, avvicinandosi di un passo verso di lui, e malgrado la voce quasi monocorde Roll poteva sentire la sua preoccupazione nei propri confronti; il piccolo della Nuvola si morse il labbro inferiore, chiaramente a disagio e con il respiro accelerato dall'ansia ma non sapeva come e se poteva esternare le proprie inquietudini...

H-Hibari-dono... Io...” balbettò, tormentando il bordo della giacca della divisa: “Io mi chiedevo se questo invito ti avesse irritato...” pigolò lui con gli occhioni viola pieni di lacrime.

Visibilmente stupito dalla domanda, l'altro alzò un sopracciglio e abbassò di qualche centimetro i due tonfa: “Perchè?”

Perchè non sembri felice di essere qui, perchè so che tra te e Mukuro-dono non corre affatto buon sangue e perchè quando... q-q-quando Mukurou era c-con noi da Sawada-dono...” arrossì nel ripensare al giorno della riunione a casa del Decimo quando il suo... forse ragazzo era la parola più indicata, gli aveva leccato il collo.

Si era vergognato, all'inizio, però avere quei corpi umani, poter stare vicini e “parlarsi”... Doveva ammettere che era molto più bello che stare nelle forme animali con cui erano nati.

Non le negava, solo pensava fosse più piacevole stare così...

Ansante, col fiato corto e imbarazzato per la piccola sfuriata, Roll abbassò lo sguardo per evitare quello del suo padrone, non sapeva cosa dire, si vergognava per aver reagito in quella maniera...

Finalmente vi siete degnati di arrivare, byon! Il pennuto mi stava facendo irritare e anche la ragazzina!”

 

ANGOLO DEL LEMURE

Di nuovo un grazioso cliffhanger, di nuovo una breve interruzione del mio proverbialmente lungo silenzio. Ma vi giuro che non lo faccio apposta, è che ho poco tempo e sono svagata, non riesco mai a decidermi a prendere in mano gli appunti e a metterli a posto... Comunque, nel prossimo vedremo come và a finire questo pranzo, come si gestiranno Decimo e Braccio Destro ma soprattutto... Vedremo cosa stanno combinando alcune Box di nostra conoscenza. Scusatemi ma ho dovuto spezzare il capitolo perchè altrimenti il ritardo sarebbe stato ancora più lungo ç_ç

Lots of Love

Charlie

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Tra Kokuyo e Namimori ***


BOX HUMAN

CAPITOLO 7

TRA KOKUYO E NAMIMORI

Roll sorrise appena, un poco intimorito, non appena Ken comparve nel suo campo visivo, sentì il Guardiano della Nuvola al suo fianco irrigidirsi e sperò con tutto il cuore che Chikusa si sbrigasse ad arrivare.

Il ragazzo con la divisa sporca di cioccolato davanti a lui si avvicinò al pacco che teneva stretto tra le mani e cominciò ad annusarlo freneticamente: “Cioccolato!” esclamò con entusiasmo quasi animale.

Ken, datti una calmata. Non si accolgono così degli ospiti.”

Chikusa, arrivato in quel momento, afferrò il compagno per il colletto, tirandolo via e facendo spazio sia a Roll che ad Hibari, che venne guardato in cagnesco da un Ken visibilmente a disagio e nervoso per la sua presenza.

Venite. Chrome e Mukuro-sama vi stanno aspettando.” tra i due, Kakimoto era senza dubbio il più educato ed ospitale, malgrado il tono monocorde, e su questo Roll non aveva il minimo dubbio.

Si era sempre chiesto come Chrome-neesan potesse sopportare Joshima, evidentemente c'erano cose che lui, non essendo umano, non poteva capire...

Seguendo il sentiero tra gli alberi, all'ombra della piccola foresta, il variegato quartetto si muoveva in silenzio, con il prefetto che non aveva mollato un secondo il fianco della propria Box, che d'altra parte era troppo tesa per accorgersi di qualunque cosa.

Non vedeva l'ora di incontrare Mukurou e si riscosse dai propri pensieri solo quando l'aria calda dell'esterno non venne sostituita dal fresco dell'interno e la luce del sole scomparve nella penombra dell'ingresso dell'edificio principale che componeva il complesso in disuso.

Alzato lo sguardo, rassicurò con un gesto Kyoya, poi si guardò attorno con attenzione e aspettativa.

Fu quando una pioggia delicata ed improvvisa di petali di rosa di svariati colori prese a cadergli sulla testa, e due braccia gli strinsero la vita che finalmente si tranquillizzò.

Benvenuto a Kokuyo, mon amour...” sussurrò Mukurou al suo orecchio.

Ora finalmente Roll poteva distinguerne il volto tra i petali ma fu quando realizzò la foggia dell'abito che indossava, soprattutto quando realizzò che la giacca blu elettrico, era decorata da spalline fatte di fronzoli dorati e da altri particolari inconfondibili, come gli orli delle maniche di pizzo, che per poco non scoppiò a ridere.

Qualcosa da ridire sul mio abbigliamento, cherì?”

Roll s'affrettò a scuotere la testa, ridacchiando tra sé e sé mentre la presa dell'altro sui suoi fianchi si faceva più possessiva: “Solo sul pessimo accento francese che hai... Devo dire che lo stile Daemon Spade ti si addice...” sussurrò il piccoletto, mettendosi sulle punte per sfiorargli le labbra.

Il bacio che Mukurou ricambiò fu senza dubbio più profondo ed intenso, ma finì troppo presto: “Lasciami accogliere Hibari-sama, prima, poi sarò tutto tuo...” mormorò all'orecchio di Roll, sciogliendo l'abbraccio e al contempo l'illusione.

L'espressione livida di Hibari faceva il paio con quella, a metà tra il curioso e il disgustato, di Joshima.

Ken, devi ringraziarmi. Se Chrome-sama restasse turbata dai versi mugolanti che fai ogni notte con Chikusa, Mukuro-sama se la prenderebbe senza alcun dubbio con te. Ogni notte uso le Fiamme della Nebbia per isolarla e proteggerla ma se, disgraziatamente, stanotte me ne dimenticassi?”

Un istante dopo, Ken era sparito, portandosi via Chikusa.

Compiaciuto, Mukurou prese Roll per mano e si avvicinò a Hibari, che teneva i tonfa in posizione di guardia, inchinandosi rispettosamente davanti a lui: “Benvenuto a Kokuyo, Hibari-sama. I miei padroni vi stavano aspettando.” disse ospitale, anche se c'era qualcosa, in quel sorriso, che non convinceva fino in fondo il prefetto, malgrado le ottime maniere.

Solo l'idea di essere in un posto del genere gli faceva ribollire il sangue, ma non voleva al contempo deludere Roll.

Così, abbassando appena la testa in segno di riconoscenza e saluto, mosse un passo in avanti, spingendo la Box della Nebbia, che non aveva ancora mollato la presa su quella della Nuvola, a incamminarsi lungo il corridoio poco illuminato.

Hibari ricordava a malapena la propria prima visita in quel posto, ricordava unicamente la rabbia per la sconfitta e il dolore delle ferite, e l'immenso desiderio di ridurre Mukuro Rokudo in pezzettini talmente minuscoli che neppure un microscopio elettronico sarebbe stato in grado di identificarli, e quel desiderio si faceva sempre più prepotente a mano a mano che, lo sentiva, si stavano avvicinando al sancta sanctorum del Guardiano della Nebbia.

Scostata una tenda nell'oscurità, Mukurou fece cenno ad Hibari di precederli.

Non appena messo piede all'interno della stanza che la tenda in questione celava, la sensazione che qualcosa di umido e viscido gli sfiorasse il collo lo fece sobbalzare e balzare all'indietro con un'acrobazia degna di un atleta, mentre una risata irritante eppur familiare riecheggiò in tutto l'ambiente, giungendo fino al soffitto.

Nervoso, Hibari Kyoya?” chiese Mukuro, comparso, con un sorriso appena accennato, tra le pieghe del buio assieme a Chrome: “E' solo un pranzo in famiglia, metti via quei tonfa.” disse lui, avvicinandosi pericolosamente al prefetto.

Mukuro-sama, sono ospiti...” pigolò timidamente Chrome, sistemandosi la gonna pulita e sorridendo affettuosamente all'indirizzo di Roll, che le aveva consegnato il pacco di dolci.

Mia dolce Chrome, Mukurou-kun e Roll-kun sono fidanzati, il che rende Kyoya-kun quasi un parente per noi.” decretò la Nebbia, andandosi ad accomodare davanti alla tavola apparecchiata proprio davanti alle finestre.

Di rimando, le due Box andarono a sedersi sul divano mezzo sfondato, lasciando Hibari in piedi in mezzo alla stanza, indeciso sulla mossa da fare.

K-kumo-san, il suo posto è quello vicino a Mukuro-sama...” istruì lei prima di uscire dalla stanza.

§§§

Sawada-kun, possiamo parlarti un momento?”

Sentirsi placcare all'uscita dell'aula professori non era proprio quello che Tsuna desiderava accadesse in quel giorno, in quel momento, mentre cercava di raggiungere il tetto con la borsa del bento a tracolla per riunirsi ad Hayato e agli altri.

Cercando di dissimulare la propria impazienza, si voltò, mantenendo un'espressione affabile sul volto e rivolgendosi alle cinque ragazze che aveva davanti.

Non ricordava neppure i loro nomi, difficile ricordarseli dopo tre anni in cui si erano salutati sì e no due volte.

Kizu-san, sono un po' di fretta...” cercò di dire lui, accorgendosi solo in un secondo momento dei loro visi rabbuiati: “E' successo qualcosa?” chiese subito, mettendosi sul chi vive.

Loro si scambiarono un'occhiata d'intesa, per poi avvicinarsi pericolosamente a lui: “Tu lo sai chi è la ragazza che si vede con Gokudera-kun, vero?” incalzò quella più bassa del gruppo.

Diccelo, ti prego...” un'altra sembrava stesse singhiozzando.

Vogliamo saperlo.”

Un po' a disagio, Tsuna abbassò lo sguardo, cercando nello stesso momento di non farsi prendere dal panico: “E perchè pensate che lo sappia io?” domandò.

Perchè tu e Gokudera-kun siete amici, sicuramente ti avrà detto qualcosa... Vogliamo vederla in faccia.” Kizu-san, quella che lo aveva fermato, gli afferrò la manica della divisa: “Non siamo convinte che sia una persona adatta a Gokudera-kun.”

La fatica che Tsuna stava facendo nel tentativo di mantenere il controllo sui propri nervi era immensa e ammirevole, pur nella sua inutilità.

Era sempre stato un ragazzo tranquillo, zimbello della scuola, sì, imbranato e incapace, ma tranquillo, alla mercè dei peggio bulli, ma non si era mai lamentato.

Ma in quel momento, ora che finalmente sembrava che la sua vita avesse preso una piega corretta, sentiva di non essere più in grado di sopportare oltre.

Se anche gli avrebbe causato problemi, l'idea di dire loro che era lui la persona di cui Hayato era innamorato, ricambiato, non lo spaventava affatto.

Io e Gokudera-kun...!”

Juudaime! Che succede?!”

Sawada non ebbe neppure il tempo di voltarsi, né di finire la frase, che già le cinque ragazze si erano gettate sull'argenteo in arrivo, facendo crocchio attorno a lui come mosche sul miele.

Gokudera-kun! Chi è la tua ragazza?!”

Sei sicuro della tua scelta?!”

Noi vogliamo che tu sia felice! Non innamorarti!”

Ma la Tempesta non si scompose, si fece strada tra loro e raggiunse Tsuna, che era scivolato a terra: “Tutto bene, Juudaime?” chiese, tirandolo su con delicatezza e controllando che il bento fosse intatto: “Quando Sasagawa è salita da sola, ci siamo preoccupati.” disse lui, sfiorandogli la mano come a volerlo rassicurare.

Tsuna gli sorrise felice: “Tutto a posto, davvero.”

Cosa volete dal Juudaime?!” chiese Gokudera, incrociando le braccia al petto e fulminando le compagne di classe con lo sguardo: “Sbrigatevi, non ho tutta la giornata!”

Visto che voi due siete amici, ci chiedevamo se poteva dirci qualcosa riguardo alla ragazza con cui ti vedevi.” azzardò Kizu.

E chi vi dice che sia una ragazza?”

Stupefatte dalle sue parole, le cinque restarono a bocca aperta mentre le labbra di Hayato andarono a ghermire quelle del Decimo.

Avvicinatevi al Juudaime e ve la farò vedere io.” concluse, afferrando la mano del bruno e tirandolo via lungo il corridoio.

Sicuro che vada tutto bene?” si preoccupò l'italiano, aprendo bocca per la prima volta mentre salivano le scale che portavano al tetto.

Sawada annuì, aumentando la presa sulla sua mano: “Sì, mi hanno solo preso alla sprovvista, tutto qui.”

Quelle pettegole impiccione...” bofonchiò l'altro, aprendo la porta e facendolo passare per primo: “Se solo fossi rimasto ad aspettarti...”

Ma Tsuna scosse la testa: “Ho acconsentito io ad aiutare la professoressa a riportare in aula-professori i compiti, e poi tu dovevi nutrire Uri.”

Hayato sospirò, cingendogli la vita con un braccio e posando le labbra sulla tempia del bruno.

Haya-chan, non molestare Juudaime-sama sul tetto!”

La voce in falsetto di Uri fece arrossire violentemente Tsuna, che si divincolò bruscamente dalla presa dell'argenteo sul suo corpo, scatenando le risate generali nel momento in cui cadde in ginocchio perchè privo di supporto.

Ci furono altre risate violente poi una mano tesa davanti a lui gli strappò un sorriso mentre Takeshi lo aiutava a rialzarsi: “Non appena Hayato smetterà di rincorrere Uri, potremo mangiare.” disse, guidandolo fino al gruppo riunito nel solito angolo.

Sveltamente, Natsu si rannicchiò con la testa in grembo al proprio padrone.

Era non poco debole, si vedeva chiaramente.

Scusa il ritardo...” mormorò Sawada, sfiorandogli la fronte con le dita mentre indossava l'Anello e lo infiammava.

Con sguardo riconoscente e coi capelli a coprirgli in parte gli occhi, Natsu finalmente potè riprendere le forze.

Una volta conclusosi il processo, Tsuna riaprì gli occhi che non si era neppure accorto di aver chiuso e aiutò Natsu a mettersi seduto: “Se stavi così male, potevi venirmi a cercare prima...” il tono preoccupato del Decimo fece abbassare lo sguardo all'altro, visibilmente in imbarazzo.

Ora sto bene, davvero...” cercò di mostrarsi il più possibile tranquillo e allegro, ma con scarsi risultati: era ancora molto pallido.

Sicuro? Non vuoi andare a stenderti un po' in infermeria?” chiese Kyoko preoccupata. Dalla sua postazione accanto a Jirou aveva una visione molto chiara d'insieme.

Ci penso io a lui...” esclamò all'improvviso Uri, li aveva raggiunti con un balzo, distanziando di non poco il proprio padrone per accogliere Natsu tra le braccia.

Sul volto, dai tratti quasi felini, non aveva più quell'aria giocosa e strafottente, ma piuttosto sembrava incredibilmente preoccupato mentre il Leone dei Cieli gli si sdraiava addosso.

No, Kyoko-nee, ma grazie...” disse l'interessato, stringendo tra le dita un lembo della divisa del Gatto Tempesta mentre una manina piccina andava ad accarezzare la guancia della ragazza che, voltatasi, si trovò a ricambiare il disarmante sorriso di Kojiro: “Uri-niichan sembra cattivo ma in realtà vuole molto bene a Natsu-niichan.” disse lui, “Lascia fare a lui, Kyoko-nee.”

Alla ragazza faceva piacere che le Box la chiamassero così, la rendeva orgogliosa, parte integrante di quell'assurda Famiglia in cui si era ritrovata all'improvviso coinvolta. E, cosa più importante, la faceva sentire amata, desiderata, non solo perchè era la idol della scuola, la ragazza più carina...

Ma perchè veniva rispettata per quello che era, protetta – Ricordava fin troppo bene i giorni trascorsi nel Futuro, quando aveva scoperto cosa davvero si celava dietro le scuse, le bugie, che il fratello e i suoi amici le propinavano – ma anche coinvolta, se necessario.

E lei amava tutti quelli che componevano quella Famiglia con tutta sé stessa.

Fu il cigolio improvviso della porta che conduceva al tetto a far sobbalzare tutti, che interruppero le loro chiacchiere e i loro discorsi – Hayato andò a sedersi accanto a Tsuna come a volerlo proteggere mentre Garyuu, con espressione stranamente combattiva, raccoglieva i guanti abbandonati in un angolo e Jirou raccattava il fratellino.

Un cespuglio disordinato di ciuffi rossi come le fiamme, che circondavano un volto tutto graffiato e incerottato, fece timidamente capolino: “Tsuna-kun, ragazzi... Siete qui?”

Enma!” esclamò il Decimo dei Vongola con entusiasmo, correndo ad abbracciare l'amico: “Sei uscito dall'ospedale, finalmente!”

Imbarazzato, il Boss degli Shimon sorrise, ricambiando l'abbraccio dell'amico: “Sì, sono ancora un po' dolorante, ma mi hanno dimesso stamane. E volevo salutarvi.”

Senza aggiungere altro, Tsuna lo scortò fino al gruppo vociante: “Ragazzi, Enma-kun è uscito dall'ospedale!” annunciò con orgoglio: “Sta bene! Può tornare a scuola!”

La notizia venne accolta con un certo grado di allegria ed entusiasmo da tutti, che fecero un po' di posto per far sedere Kozato tra loro: “Tieni, ce n'è per tutti!” disse Takeshi, facendo passare fino a lui il contenitore con il sushi.

Enma ringraziò sommessamente, afferrandone con delicatezza un pezzo.

Siamo contenti all'estremo che tu sia tornato!” gridò Ryohei, intromettendosi tra il nuovo arrivato e la sorella: “Aoba dov'è?!” domandò con un certo grado di urgenza nella voce.

Koyo e gli altri sono stati trattenuti un po' di più per accertamenti... Dovrebbero uscire oggi pomeriggio...”

Possiamo accompagnarti a prenderli, che ne dici?” si offrì Jirou con espressione affabile, incontrando subito il favore del Guardiano della Pioggia: “Hai ragione, e magari possiamo anche aiutarti, che so, a sistemare casa. Dopo tanti giorni, avrà bisogno di una sistemata.”

Gyuudon, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, annuì: “Lambo è amico di Raouji, Raouji è amico di Lambo... Voglio aiutarlo...” ammise la Box con una luce affettuosa negli occhi verdi.

Allora è deciso, mi pare. E visto che Hibari-sama non c'è, nessuno ci vieta di svignarcela alla chetichella subito dopo pranzo.” sogghignò Uri.

Speriamo che stia andando tutto bene per Roll...” gemette Natsu.

Enma non sapeva cosa dire, era imbarazzato, ma anche felice di quella situazione: “G-Grazie...” balbettò lui, tormentandosi le mani.

Siamo amici, no?” sorrise Tsuna.

Lo siamo all'estremo!” gridò Garyuu.

Allora, facciamo un piano d'azione.” disse Kyoko, tirando fuori di tasca un blocchetto e una penna: “Prima, dovremmo passare al quartiere commerciale a fare un po' di acquisti, poi andremo a casa vostra... A che ora dovrebbero dimetterli, più o meno?” s'informò lei.

Mi hanno detto di passare per le cinque...”

Abbiamo tutto il tempo che ci serve allora. Jirou, Garyuu-nii, ci pensate voi a raccogliere le vostre cose? Noi intanto scendiamo a prendere le nostre.”

Lascia fare a noi, Kyoko-chan!” strillò la Box del Sole, saltando in piedi.

Vengo anche io!” gridò Kojiro, saltando in spalla al fratello.

Quando sparirono, l'espressione di Enma era di puro stupore.

Perchè hanno i nomi delle vostre Box...?” chiese lui con gli occhi sgranati: “Non li ho mai visti a scuola...” fece notare debolmente.

Tra i Vongola, serpeggiarono delle occhiate preoccupate e incerte sul da farsi.

Perchè noi siamo le Box... Enma-kun.”

Natsu, tiratosi su dal grembo di Uri, gli si avvicinò impacciato: “Noi siamo le Box della Decima Generazione Vongola, ci siamo ritrovati all'improvviso trasformati in esseri umani e adesso frequentiamo qui.” concluse per lui Uri.

Per parecchi minuti, Shimon Decimo restò senza parole.

Poi si allungò ad accarezzare i capelli del Leone dei Cieli, riconoscendone il tepore: “Spero che non sia stato nulla di doloroso.” disse solo con un sorriso.

§§§

Erano quasi le sei di sera quando, lasciati gli Shimon sulla porta di casa loro, e assicuratisi che non gli mancasse nulla, l'esausto gruppo dei Vongola riprese la via del ritorno.

Separatisi al solito incrocio con pochi e calorosi saluti, la strada deserta che conduceva a casa Sawada vedeva unicamente Hayato e Tsuna, assieme a un Gyuudon muto come un pesce che stava alle loro spalle, che si tenevano per mano camminando a passo lento.

Era stato un pomeriggio movimentato, lungo, e soprattutto sfiancante.

Sfuggiti da scuola per un pelo, si erano sparsi per il quartiere commerciale per acquistare generi di prima necessità il più in fretta possibile e ottimizzare i tempi, di modo che, una volta cucinato e sistemato casa, ci fosse ancora tempo per correre all'ospedale e prendere in custodia i compagni di Enma.

Tra loro, l'unica che sembrava ancora conciata peggio, al punto da trovarsi sulla sedia a rotelle, era Shitopi-chan.



E voi cosa ci fate qui?” chiese Adel, sulla difensiva una volta trovatasi davanti Tsuna e gli altri.

Siamo venuti a prendervi.” replicò questi con semplicità, chinandosi a sistemare meglio la coperta sulle gambe della ragazza convalescente: “Enma-kun ci ha detto che sareste stati dimessi oggi, quindi... Eccoci qui.” disse Kyoko, facendosi avanti: “Il mio nome è Sasagawa Kyoko, sono la sorella di Ryohei. Piacere di conoscervi. Enma-kun è in classe con me e Tsuna-kun.”

Adel ricordava vagamente quella ragazza tranquilla e gentile ma non sapeva cosa risponderle.

Non c'è bisogno di dire nulla ALL'ESTREMO!” gridò Ryohei, prendendo con cautela Koyo sottobraccio: “Ci pensiamo noi a voi.” lo spalleggiò Garyuu.

Gli Shimon non capivano, erano confusi.

Non c'è nulla di cui preoccuparsi, siamo qui perchè vogliamo esserlo, perchè siamo amici.” Yamamoto sapeva che Tsuna aveva ragione, e lui la pensava esattamente così mentre aiutava Kaoru a muovere qualche passo: “Forza, andiamo a casa.”

E così, con tutte le barriere abbattute dalla gentilezza e dal perdono, le due Famiglie si erano incamminate, unite e mischiate, lungo la strada al tramonto.



Sono convinto che il futuro ci vedrà ancora più uniti.” disse all'improvviso Sawada, aumentando la stretta sulla mano dell'argenteo: “Non ci sono più segreti. Tutto andrà bene.”

Hayato annuì, sulla spalla aveva la propria cartella e quella di Tsuna , che dondolava sbattendo sulla sua spalla: “Devo ammettere che è stata proprio una bella idea.” aggiunse lui.

Qualcuno doveva interrompere quel ciclo di violenza.” fece notare con semplicità il bruno, poggiandosi contro di lui: “E toccava a noi tendere la mano. Dopotutto, quel che è successo... E' stata colpa dei Vongola.”

Di Daemon Spade.” precisò Hayato con tono severo, fermandosi in mezzo alla via: “Juudaime... Tutta la faccenda della Successione è stata un disastro, Yamamoto ha rischiato di rimetterci le penne, tutti noi abbiamo rischiato grosso, ma non è stata colpa di nessuno, tranne di Daemon Spade. Se di colpa si può parlare...”

Tsuna deglutì ma non disse nulla mentre il volto di Gokudera si avvicinava pericolosamente al suo.

E' giusto voler mettere una pezza a questa storia, ma non si può parlare di colpa... da nessuna delle due parti.”

D'accordo...” concluse Sawada con un sospiro e un sorriso tremulo: “Forse hai ragione tu... E' che, a volte, continuo a pensare al perchè... Enma e gli altri sono rimasti soli, non hanno più nessuno al mondo...”

Non c'è mai un perchè alla violenza, DameTsuna.” Gyuudon si era fermato a propria volta e li osservava con aria cupa: “A farne le spese sono sempre i bambini, quelli che non possono difendersi...”

Ha ragione, Juudaime. E poi, Kozato e gli altri sono assieme, qualcosa succederà.”

E hanno anche noi...” aggiunse in un sussurro speranzoso il Decimo, guardando alternativamente entrambi: “Vero?”

Credo che sia un po' tardi per tirarsi indietro.” replicò la Box del Fulmine, tenendo stretto tra le dita il pupazzetto che Raouji gli aveva dato da recapitare a Lambo.

Istintivamente, Tsuna si gettò tra le braccia di Hayato, che riuscì ad afferrarlo appena in tempo prima che cadesse a terra, e ricambiò l'abbraccio, cadendo in ginocchio sull'asfalto, incurante del fatto che potessero vederli.

In silenzio, il loro compagno di viaggio si allontanò, lasciandoli soli mentre un singhiozzo sommesso andava a morire sulla spalla dell'italiano.

Era stato tutto fin troppo pesante, fin troppo doloroso, ed era ovvio che, prima o poi, Tsuna sarebbe crollato.

Se lo aspettavano, tutti, in verità.

Ne avevano parlato a lungo, in quei seppur rari momenti di riservatezza: intuivano, pur non sapendolo con certezza, che l'aggressione a Takeshi, il tradimento di Enma, la notizia – infondata – che Iemitsu Sawada era l'assassino degli Shimon, dovevano avere avuto un effetto non poco devastante sul Cielo, e quello era il risultato.

Ma Gokudera era pronto ad una eventualità del genere, e la nuova natura del legame che li univa gli dava ulteriore forza nell'asciugarne le lacrime con un lembo della manica così come nel rassicurarlo con poche parole sussurrate all'orecchio.

Quando finalmente il bruno si riprese, alzato lo sguardo, si trovò davanti un fazzoletto immacolato: “Asciugati gli occhi, poi andiamo. Ti accompagno a casa.”

Tsuna eseguì e, quando ebbe concluso, si aiutò con il braccio di Hayato per rimettersi in piedi: “P-posso chiederti una cosa?” domandò.

Certo, Juudaime.”

Potresti chiamarmi per nome...?” teneva lo sguardo basso, con le guance color rosso acceso: “S-Se davvero... non c'è ragione p-per continuare a chiamarmi... P-Preferisco T-Tsuna... Hayato.”

Juudaime, ti ho sempre chiamato così per rispetto che meriti come Boss della Famiglia Vongola...”

Però...!”

Però ora è diverso, Tsuna... Sono cambiate tante cose. Siamo cambiati noi e...”

Oh, Tsu-kun, Gokudera-kun! Che ci fate qui fuori?”

La voce di Nana Sawada li fece sobbalzare e staccare all'istante mentre la donna li raggiungeva a passo svelto: “Tsu-kun, dovresti far entrare a casa i tuoi amici, non lasciarli fuori!” esclamò lei, “Forza, venite!”

Imbarazzati, i due ragazzi non fiatarono e seguirono la donna fino al cancello di casa, che varcarono senza quasi guardarsi negli occhi.

Gokudera-kun, resti a cena, vero?” chiese lei con entusiasmo e un poco di preoccupazione nell'esaminare con occhio materno l'argenteo: “Sembri dimagrito...”

Okaa-sama, io...”

Tutti mi chiamano “Mama”, chiamami così anche te. Andate di sopra, vi porterò qualcosa più tardi.” disse lei con affetto palpabile nella voce.

Qualche secondo dopo, si ritrovarono nella stanza di Tsuna, da soli, con solo le voci dei bambini provenire dal giardino sul retro a rompere quello strano silenzio che era caduto tra loro.

Era innegabile il fatto che il bruno fosse innamorato perso di Hayato, ma...

Era pure innegabile il fatto che avesse dato il proprio primo bacio solo quella mattina stessa e che la propria dimestichezza in faccende del genere fosse pari a zero.

Tsuna... Vieni qui...”

Imbarazzato, egli obbedì, andandosi ad accomodare tra le braccia spalancate dell'argenteo, che stava seduto con la schiena contro il bordo del letto sul pavimento: era piacevole il contatto fisico che stavano sperimentando, piacevole e rilassante.

Vorrei che tu sappia una cosa...” la voce di Hayato gli accarezzava le orecchie: “Ascoltami con attenzione.”

Il bruno annuì, affossando il viso nell'incavo del collo del compagno.

Qualunque cosa accadrà, qualunque scelta faremo, ricorda che è anche tua la decisione... Se hai paura... Dimmelo... Se non ti senti pronto...”

Era incredibile come quegli occhi verdi riuscissero a leggergli dentro e a farlo sentire così...

Amato.

Io non ho paura... Sarebbe stupido avere paura di questo, Hayato... Non dopo quello che abbiamo vissuto. Non posso avere paura dell'amore. E' solo che non so cosa fare... Non so come muovermi, non so...”

Ti fidi di me, Tsuna?”

Sì.”

Allora lascia fare a me...”

Era una situazione irreale quella in cui Tsuna si era ritrovato coinvolto: dopo essere stato rapidamente spogliato, si era ritrovato poggiato contro il petto caldo di Hayato e si sentiva come un neonato stretto tra le braccia della madre, anche se il suo cuore era consapevole che il rapporto che c’era tra loro era quanto di più diverso potesse esistere, anime gemelle uniche e affiatate, e anche se il senso di protezione che provava poteva essere simile, il fuoco che gli infiammava il sangue e le vene era qualcosa di totalmente sconvolgente, mai provato.

Le mani della Tempesta scivolarono sul suo viso, accarezzandogli le guance arrossate e facendogli alzare lo sguardo: i loro occhi s’incrociarono, lucidi e pieni di quell’amore che neppure la Morte cui avevano assistito era riuscita a cancellare.

Nascosti in quella piccola stanza potevano amarsi senza alcun timore né della morte né di qualunque altra cosa che potesse minare la loro serenità.

Le labbra fresche dell'italiano si poggiarono sulla pelle del coetaneo, esattamente all’angolo della bocca mentre le dita andavano a sfiorare gli ultimi e radi ciuffi castani sulla nuca fino a scivolare nel cespuglio di rovi che popolava la testa di Sawada, disordinati e spettinati come al solito.

Tsuna tremò, si sentiva la bocca impastata e la gola secca, eppure non avrebbe potuto rinunciare a quelle emozioni; il suo corpo si mosse senza un suo comando, strusciandosi senza controllo contro il busto sudato di Gokudera, che rise piano, cingendogli i fianchi con le gambe: “Lascia fare a me…” gli mormorò.
Lo baciò sulla spalla e di nuovo il Cielo ebbe un fremito, sentiva un gran calore all’altezza del basso ventre e desiderava irrefrenabilmente  di stringersi a quel corpo che bramava quanto l’aria che respirava, senza più staccarsi.

Aveva rinnegato troppo a lungo ciò che veramente voleva e non se lo sarebbe più fatto sfuggire; un gemito gli sfuggì dalle labbra semichiuse con un sospiro, mentre la sua mano andava a stringere quella di Hayato con forza. Il ragazzo si fermò un istante e ricambiò la stretta: “Non me ne andrò, se è questo che temi.” Lo rassicurò, baciandolo sulle labbra sottili.

La lingua di Gokudera gli lambì i contorni della bocca, scivolando dolcemente all’interno, senza fretta; dopo il primo momento di impasse, Tsuna rispose al bacio, lasciandosi avviluppare da quell’insolita, ma inebriante, sensazione di intrusione. Si staccarono un attimo, coi respiri affannosi e i cuori che battevano all’impazzata, con tale forza che sembravano voler uscire dal petto dei due ragazzi che godevano del reciproco contatto e del reciproco amore che li legava stretti stretti.

E il tempo sembrava essersi fermato per loro.

Tsuna giocherellò coi capelli del ragazzo davanti a sè: si sentiva bene, senza dubbio, ma c’era ancora qualcosa che sentiva mancargli terribilmente.

Strani flash gli annebbiarono la mente, il sangue rifluì più velocemente da ogni parte e si sentiva più accaldato che mai, come una febbre che non gli dava tregua; e gli sfuggì un grido: non se n’era accorto ma una mano del'altro era scesa sul suo petto, e aveva preso a giocherellare con le piccole e sensibili escrescenze carnose.

I sospiri di poco prima divennero veri e propri ansimi, i gemiti si fecero più forti mentre il bruno, in totale balia di quelle mani, non riusciva a tenere gli occhi aperti, il suo corpo era totalmente fuori controllo, i movimenti si fecero inconsulti e incontrollati. Il giovane si sentì distendere supino sul pavimento, le gambe gli tremavano e così anche le mani; si sentiva avvampare, tanto che dovette nascondere il viso tra le dita, che imbarazzo…

Hayato lo baciò sul petto, delineando con la lingua cerchi e forme bizzarre su tutta la pelle abbronzata dell’adolescente: passò sui fianchi, sulle anche e in vita, e poi giù, sempre più giù sino all’interno coscia; Tsuna si lasciò scappare un gemito appena soffocato mentre l’amante dolcemente gli lambiva ogni sensibilissimo centimetro di pelle con delicati morsetti, che ebbero come unico, e certo desiderato, effetto quello di far reagire positivamente il corpo del giovanissimo.

Che non tardò a mostrare i segni di quella insolita battaglia.

Il bruno era ancora disteso a terra, le gambe tenute lunghe, dalla sua bocca ancora si udiva il respiro affannoso mentre la sua mente era totalmente ottenebrata: diavolo!

Il Guardiano della Tempesta gli scostò dolcemente le mani, il viso dell’altro era rosso per l’imbarazzo e gli occhi sembravano quasi lucidi, tanto splendevano: piano, poggiò le labbra su quelle dell’altro, avviluppandole in un bacio lungo, senza fretta, e pieno di tutto l’amore che provava per lui.

Gli sfiorò con la punta della lingua i denti, e riuscì infine a intrufolarsi, accarezzandogli la morbida guancia interna, ma senza staccare un momento la presa dai fianchi del bruno, e anzi, aumentando la stretta; fece scivolare le proprie braccia sotto la sua schiena e, senza interrompere il contatto delle loro bocche, lo avvicinò a sé, lasciando che ogni singolo centimetro dei loro corpi potesse sfiorarsi e appiccicarsi a quello dell’altro.

Ma la sorpresa dell'italiano crebbe quando sentì chiaramente le mani di Tsuna percorrergli la schiena, pur se timidamente.

Hayato si mosse appena, riuscendo a vederlo finalmente in viso e il sorriso che gli rivolse per poco non lo fece sciogliere.

Prendendolo in braccio, lo depositò sul letto, sdraiandosi accanto a lui.

§§§

Giuro che se scopro che c'entrate pure voi con questo scherzo di merda, vi accoppo tutti, dal primo all'ultimo!”

Alzatosi dalle rovine di una villa immersa nella profondità dei boschi italiani illuminati dalla luce dell'alba, quello che pareva un ragazzo appena ventenne, dai lunghi capelli grigi come il metallo, gridò tutto il suo disappunto lanciando pezzi di calcinacci sporchi di sangue all'indirizzo di quelli che sembravano all'apparenza altri superstiti.

Superstiti che, in origine, di umano non avevano assolutamente nulla.

Neppure l'aspetto.

Alo, taci o ti accoppo io.” brontolò un'altra figura, dai corti capelli neri, striati di bianco.

Bester, cazzo! Siamo umani, se non te ne fossi reso conto! E siamo nudi come vermi! E possiamo parlare... E... Hai una vaga idea del casino che scoppierà adesso?!”

So solo che, nudo così, non sei poi così male.”

Smettetela voi due, e ringraziate che non ho più gli zoccoli, sennò vi avrei già calpestato a dovere!”

Scuderia, tappati la bocca o te la tappo io in altre maniere.”

Kuuuuu, ci sono due signorine qui presenti, siate educati.”

Livya è l'unica signorina qui, tu sei pene-munito come noi, Pavone dei miei stivali!”

Che rude linguaggio il tuo.”

Delfino, taci o veramente accoppo pure te.”

Il mio nome è Alfin!”

NOTE DEL LEMURE:

Alfin ce l'ho fatta pure a concludere il capitolo qui presente!

Con tanta fatica, davvero... E spero di aver mantenuto le vostre aspettative...

Buon anno, buon Natale in ritardo e tanti auguri per tutto! E un grazie infinito alla mia beta _Kurai_, santa subito!

Shun/Charlie

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Il Nostro Mondo Si Espande ***


BOX HUMAN

CAPITOLO 8

IL NOSTRO MONDO SI ESPANDE

Noi andiamo!”

Tsuna s'infilò rapidamente le scarpe mentre Hayato, che gli teneva la porta, era già fuori in cortile con la divisa indosso, le loro cartelle una per mano e una fetta biscottata in bocca: “Arrivederci Mama!” gridò il ragazzo a squarciagola.

Affacciata dalla finestra del piano superiore, la donna li salutò con la mano, rimanendo ad osservarli mentre si allontanavano in strada, mano nella mano, con un sorrisino orgoglioso dipinto sulle labbra.

Mama, tutto bene?”

La voce di Bianchi la colse di sorpresa ma lei ebbe solo un lieve sussulto, non si mosse dalla sua posizione intenta a osservare i suoi due ragazzi che parlottavano e ridevano in mezzo alla strada.

La più grande dei suoi figli acquisiti si avvicinò ancora e anche lei vide lo spettacolo del fratello minore mentre baciava il più imbranato dei due.

Sono carini.” decretò infine lei con un sorriso appena accennato: “Ecco perché Hayato è rimasto a dormire qui, stanotte.”.

Hayato-kun era tanto preoccupato per la mia reazione... Ma finché rende felice il mio Tsu-kun, non ha alcuna importanza. Finché lo protegge... Ne ha tanto bisogno, in questo loro mondo...”.

Bianchi annuì: “Quando l'hai saputo?”.

Nana si voltò, il suo viso era luminoso anche se gli occhi avevano un lieve accenno di lacrime, di commozione forse: “Credo da sempre, solo non ero abbastanza matura per accettare la cosa... Timoteo-san mi ha costantemente tenuto informata di ogni cosa, anche Reborn-chan è all'oscuro delle nostre lettere.” rise, “Mi ha rassicurata in ogni momento, anche quando Tsuna tornava a casa tutto pesto, portato in braccio come una bambolina rotta...”

Poi, ella tornò a fissare malinconicamente il cielo azzurro e sereno, si prospettava una bella giornata: “Neppure Iemitsu sa...” sussurrò.

La ragazza la abbracciò: “Hayato e gli altri lo proteggeranno. Si proteggeranno a vicenda.” replicò con tono convinto.

E' buffo, sai? Il mio bambino, da imbranato incapace qual era, adesso è circondato da persone, da amici veri... Ho sempre avuto paura che sarebbe rimasto da solo...”.

Bianchi scosse la testa: “Hayato ha trovato la felicità con lui, Yamamoto Takeshi anche... Chiunque graviti attorno a Tsuna la trova. E' un catalizzatore di buoni sentimenti, quel ragazzo.”

Nana si asciugò una lacrima: “Anche quei loro amici... Enma-kun e gli altri... Timoteo-san mi ha detto che si è occupato personalmente di fornire loro cure mediche.”

Sì, ci sono stati problemi ma ieri sono andati a prenderli all'ospedale.”.

E' proprio il mio bambino!” esclamò la donna entusiasta: “Finiamo di rimettere a posto i futon poi andiamo a preparare da mangiare!”.

§§§

TSUNA!!!!”

Un piccolo fulmine balzò addosso al Cielo appena questi ebbe messo piede nel cortile della scuola: una rapida occhiata all'orologio prima di cadere per terra gli fece notare che era perfino in anticipo, non l'avrebbe mai detto!

Natsu, anche io sono felice di vederti... Ma sei rimasto con Uri solo una notte...” disse debolmente il ragazzo, ricambiando l'abbraccio della sua Box: “Allora?! Come è andata?!” chiese ansiosamente lui, puntando i grandi occhi arancioni in quelli del proprio padrone.

Buongiorno Tsuna!”

Takeshi raggiunse i due e li sollevò di peso in piedi senza troppa fatica: “Sistematevi le divise, Hibari-bocchan è già in giro di prima mattina, e sembra piuttosto... zelante.” Jiro, con l'onnipresente Kojiro in spalla, era comparso alle spalle della Pioggia.

A poco a poco, tutto il loro gruppetto convergette attorno al Cielo, che li osservò con riconoscenza: “Grazie ancora per ieri, sono sicuro che Enma e gli altri Shimon abbiano capito che su di noi possono contare, che possono fidarsi di noi.”.

Ryohei alzò il pugno al cielo: “ALL'ESTREMO! E AOBA DEVE ANCORA DARMI LA RIVINCITA!” strillò.

Oniichan!” lo rimproverò Kyoko, che rivolse poi a Tsuna un caldo sorriso: “Sembri veramente felice stamattina, Tsu-kun. E' successo qualcosa?” chiese lei.

Sawada arrossì: “Juudaime-sama, se Hayato-danna l'ha molestata, ci penso io a punirlo.” sogghignò Uri.

Garyuu squadrò la Box della Tempesta poi lo prese per il colletto della divisa e lo allontanò di un passo: “Fatti gli affari tuoi, nanerottolo...” lo apostrofò il Sole; Uri sbuffò ma incassò il colpo e andò ad afferrare la mano di Natsu, “Era uno scherzo...” borbottò.

Tsuna rise sottovoce, poi si rivolse a Kyoko: “Va tutto bene, Kyoko-chan. Davvero, non potrebbe andare meglio.”.

C'E' ROLL-NIICHAN!! E MUKUROU-ANI!”.

Jiro non aveva fatto in tempo a fermare il fratellino che questi già si era lanciato dalle sue spalle per gettarsi tra le braccia spalancate dell'alta Box della Nebbia, che lo fece volteggiare come si fa con un bambino.

Al suo fianco, un Roll rosso come un peperone teneva per mano il più grande.

E' un piacere vederla, Juudaime-sama...” disse infine Mukurou, inchinandosi rispettosamente con le code della giacca elaborata che ondeggiavano al vento: “La ringrazio di aver supportato Roll nel venire a desinare a Kokuyo coi miei padroni.”.

Sì, decisamente sarebbe stato difficile abituarsi a quell'atteggiamento.

P-piacere mio...” replicò timidamente il Cielo: “C-Come è stata la giornata di ieri?”.

Oh, meravigliosa.” Mukurou sorrideva affabile da dietro il monocolo: “Hibari-sama è rimasto poi ad alloggiare da noi per la notte, di lui si è occupato Mukuro-sama personalmente. Sono qui per scortare Roll a scuola ed assicurarmi che tutto vada bene.” i suoi occhi dardeggiarono per un attimo sull'intero cortile, pronto a colpire chiunque fosse stato abbastanza stolto da prendersela con il piccolo della Nuvola.

Ma lì presenti c'erano solo loro.

Con permesso, Juudaime-sama.” s'inchinò quindi: “Le lezioni stanno per incominciare anche per me e Chrome-sama sarà in pensiero. Devo andare, mi scusi.”.

E in uno sbuffo di Fiamme della Nebbia, Mukurou scomparve.

Esibizionista...” borbottò Uri, comparso accanto a Roll.

E' f-fatto così.” replicò questi, tormentandosi le dita: “Non è cattivo.” disse ansiosamente; Uri sbuffò salvo poi scompigliarli i capelli, “Lo so, lo conosco... E' solo un testardo zuccone.”.

Mi ricorda qualcuno...” rise sottovoce Jiro, facendo roteare distrattamente la shinai sopra la propria testa.

Taci tu!”

Ma ad iniziare sei stato tu, Uri-niichan!”.

Argh! A volte non vi riesco a sopportare voi due!”.

Tsuna scoppiò irrefrenabilmente a ridere: erano così simili a Takeshi ed Hayato sia nell'atteggiamento che nel modo di relazionarsi gli uni con gli altri...

T-Tsuna-kun... Ragazzi... Buongiorno...”

Una vocetta timida e familiare fece voltare di scatto sia i Guardiani che Kyoko che le Box, i quali si trovarono davanti non solo Enma, avvolto in una divisa scolastica nuova fiammante ma anche tutti gli Shimon, Julie compreso.

ENMA!” gridò Sawada raggiante: “Bentornati a scuola!” aggiunse, stringendo calorosamente la mano dell'amico e abbracciando idealmente con lo sguardo tutti loro, “E' veramente bello vedervi. Sul serio.”.

G-Grazie.”

BAKA-AOBA! TI SFIDO!”

ACCETTO, STUPIDO DI UN RYOHEI!”

I due pugili avevano festeggiato il loro ritrovarsi lanciando alte grida al cielo che, se avessero continuato, avrebbero causato loro non pochi problemi da parte non solo di Hibari ma anche di una Adelheid che già li fissava torvamente.

Andiamo in palestra allora!” Garyuu era senza dubbio più sveglio dei due contendenti e lo sguardo di Adel l'aveva messo in serio allarme.

CI STO! ANDIAMO, AOBA!”

ARRIVO!”

Quando finalmente la calma tornò, Sawada si rivolse ad Enma: “State meglio, vedo.” decretò soddisfatto, vedendo che anche Shitopi aveva dismesso la sedia a rotelle; Adel annuì, muovendo un passo in avanti, “Grazie, Vongola.” disse lei con voce severa.

E' stato un piacere!” s'intromise Takeshi ridendo, prima di afferrare Kaoru per il polso: “Vieni, andiamo al club! Sono arrivate delle nuove divise, ho chiesto alla manager di procurarsene una su misura anche per te!”

Sorpreso, Mizuno si voltò smarrito a guardare gli amici ma Julie gli fece il segno dell'ok con annesso ochiolino e anche Adel annuì, spingendolo a seguire la Pioggia che già si stava allontanando.

S-Sembrano tutti felici...” notò Enma timidamente.

Takeshi-kun non ha fatto altro che sperare che Mizuno-kun tornasse.” Kyoko sorrideva incoraggiante: “E il fratellone pure, si deve essere affezionato tantissimo ad Aoba-kun.”

Kyoko-chan ha ragione. Adesso possiamo nuovamente affrontare il futuro assieme.” Tsuna aveva il cuore che scoppiava di gioia al pensiero che il loro mondo si stesse finalmente espandendo nella giusta dimensione, nella giusta direzione e gradualmente, con successi che cementificavano il rapporto che avevano instaurato tra loro.

In quel momento, la campanella suonò.

Andate o arriverete in ritardo.” Adel mosse un passo in avanti.

S-Sì.” replicò Enma: “Shitopi-chan, vai con loro?” chiese Kyoko.

Con Hayato da una parte che cercava di comunicare con Shitopi ed Enma dall'altra con cui aveva cominciato a parlottare fittamente, Tsuna si avviò verso il portone principale.

Anche i restanti Shimon erano andati e solo Kyoko e Adel erano rimaste lì, in silenzio, con Sasagawa intenta a cercare qualcosa nella propria cartella, qualcosa che si rivelò essere un talismano nuovo fiammante, che venne consegnato nelle mani di una sbalordita Adel: “Il fratellone mi ha detto che voi siete degli amici importanti e quindi sono passata al Tempio ieri, dopo che ci siamo salutati, per prendervi questo.”.

La ragazza se lo rigirò tra le mani, stupefatta.

Credo che abbiate bisogno di un po' di protezione.” aggiunse lei sorridendo, prima di allontanarsi a propria volta.

§§§

Quando Kyoko entrò finalmente in classe, vide i suoi compagni sparsi in modo disordinato per l'aula; alcuni evitavano accuratamente Shitopi ed Enma mentre altri si fermavano ad osservarli con curiosità, ma certo nessuno si fermava a chiedere loro come stessero o se avessero bisogno di qualcosa.

La notizia del ricovero era naturalmente trapelata – e come poteva non essere – ma in pochi erano stati quelli che avevano personalmente chiesto a lei e a Tsuna notizie sulle loro condizioni.

L'insegnante di matematica entrò trafelata in aula, col fiatone e la giacca tutta scomposta mentre gli alunni, inquieti, obbedivano con un basso mormorio di curiosità; mormorio che si accentuò nel momento in cui, dietro alla donna, era comparso Sawada.

La professoressa sembrava spaventata, preoccupata e Sawada non era da meno.

Tesi, Gokudera e Yamamoto fissavano il loro Boss.

Sawada-kun mi ha appena informata che Kozato-kun e P-chan sono stati ricoverati in ospedale per un grave incidente e così anche i loro compagni.”.

Un brusio nervoso serpeggiò nel gruppo.

In ospedale sono ottimisti sulle loro condizioni.” intervenne però Tsuna: “Dicono che avranno bisogno di tempo per guarire.”.

E perchè avrebbero avvertito DameTsuna anziché la scuola?” borbottò qualcuno con tono velenoso.

A quanto pare, Sawada-kun – Moriyama-kun, conto di vederti dopo la scuola per una sessione di disciplina – si è occupato di far sì che avessero l'adeguata assistenza medica.” l'insegnante faticava enormemente a tenere a freno i moti di derisione che i suoi studenti avevano nei confronti del più imbranato di loro, anche se i suoi voti erano leggermente migliorati negli ultimi tempi.

Kyoko sorrise amichevole: “E' proprio da Tsuna-kun.” concluse lei.

Buongiorno! Scusate il ritardo!”

La sua voce trillò argentina attraverso l'aula e lei, rispondendo amichevolmente ai saluti, si diresse senza indugio verso il gruppetto seduto a crocchio attorno al tavolo di Gokudera: “Dov'eri?” domandò Takeshi curioso.

Volevo dire una cosa ad Adel-san.” rispose lei sbrigativa: “Allora, Shitopi-chan, come ci si sente a tornare a scuola?”

La ragazza abbassò lo sguardo, confusa: “Strana...” doveva essere ancora un po' dolorante per le ferite.

Oggi decideremo cosa fare con il festival scolastico!” li aggiornò lei: “Ieri non siamo riusciti a metterci d'accordo, sono sicura che oggi sarà la giornata giusta!”.

Enma sorrise appena: “Grazie, Kyoko-chan.”.

Sto facendo in modo che Kaoru venga accettato dalla squadra. Fanno ancora molta fatica ma per fortuna le cose stanno andando bene!” annunciò improvvisamente Takeshi.

Umpf...” borbottò Hayato, ma la sua non era in realtà cattiveria, anzi: Tsuna poteva vedere che il suo ragazzo aveva da parte una buona dose di stanchezza e di pensieri che, forse, non lo avevano lasciato dormire bene quella notte.

Si ripromise di indagare in seguito.

L'ingresso dell'insegnante di matematica pose poi fine alle discussioni.

§§§

Chiuso nel suo ufficio, Hibari sedeva sulla poltrona girevole della scrivania, gli occhi sbarrati e una lunga sciarpa attorno al collo.

Kusakabe e i suoi erano stati sbattuti fuori a suon di tonfa, segno che il loro capo era di un umore che dire nero era eufemistico: la Nuvola sembrava non solo fuori di sé ma anche spaventato.

Cosa mai poteva terrorizzare Hibari Kyoya in quella maniera?

Buongiorno, Kyoya-kun, vedo che il mio regalino ha sortito un certo effetto.”

NOTE DEL LEMURE:

Scusate per il ritardo ma ho avuto numerosi problemi di salute, anche piuttosto seri.

Ma finalmente il capitolo 8 è online e il 9 è in fase di stesura!

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - Chi ha detto Varia? ***


BOX HUMAN

CAPITOLO 9

CHI HA DETTO VARIA?

VOOOOOOI! Bastardo di un Boss! Siamo sotto attacco e tu resti qui in panciolle?!”

Squalo entrò di volata nella stanza, salvo trovare il proprio Boss addormentato placidamente – e scompostamente come al suo solito – sul trono, con in viso un'espressione riassumibile in “Osa svegliarmi e te la faccio pagare”, segno che di quell'attacco, o presunto tale, a lui non importava poi granché.

Quando accadevano cose del genere, a Squalo saltavano sempre i nervi.

Un conto era attaccare loro per primi, come Squadra Assassina Indipendente non si facevano poi molte remore su chi attaccavano e come lo attaccavano, ma un'altra era subire passivamente un'aggressione; e lui, il Varia della Pioggia - che a malapena sopportava di essere passivo sotto le lenzuola - non era molto propenso a lasciar le cose così.

VOOOOOOOO! Me la pagherai!” ringhiò lui, voltandosi verso la porta – era consapevole che Xanxus non sarebbe stato disponibile - “Se ti ritrovi un petardo sotto il culo, non verrò ad aiutarti!” gridò esasperato.

Mentre usciva, venne colpito alla testa dall'ennesimo bicchiere di tequila ma era troppo furioso anche solo per incazzarsi ancora e quindi, borbottando, era uscito in corridoio coi capelli grondanti di liquore, i pugni stretti e la faccia livida: prima le loro Box che sparivano nel nulla come neve al sole, poi i mocciosi in Giappone che piagnucolavano per lo stesso motivo, una decisa ripassata ai loro nemici che aveva ringalluzzito un poco il morale generale e ora quell'attacco strano.

Perché era proprio strano il fatto che, all'improvviso, tutti gli allarmi del loro Quartier Generale avessero preso a suonare come forsennati – e con tutti, intendeva proprio tutti, anche quelli delle singole stanze private – e che fossero state rilevate svariate Fiamme lungo tutto il perimetro.

I loro sottoposti erano stati mandati avanti ma praticamente nessuno aveva ancora fatto rapporto e forse non ne erano neppure in grado: “Smidollati!” sbottò mentre correva verso il portone principale, “Farsi ammazzare in questa maniera!”.

SQU-CHAN!”

Lussuria lo accolse gioviale in tenuta da combattimento – con lui c'era Levi – e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia: “Finalmente possiamo divertirci un po'.” flautò lui, “Era una mattinata proprio noiosa!”.

Levi guardò impaziente alle spalle di Squalo, il quale lo colpì con un pugno sul fianco: “Il Boss Bastardo non ha intenzione di muovere il suo culo, è inutile che lo aspetti.” brontolò ancora irato.

Se ne occuperà il sottoscritto allora, uishishishishi.” Belphegor sbucò da dietro la schiena di Lussuria giocherellando con la propria tiara: “In effetti potrei anche sterminare tutti i nemici con una mano sola.”.

VOOOOOOOI! Non dire minchiate Belphegor!” lo rimproverò Squalo: “E vedi di seguire i miei ordini oppure ammazzo te la prossima volta!”.

Susu, Squ-chan, calmati oppure ti si alza la pressione.” sorrise Lussuria, evitando agilmente uno dei coltelli di Bel lanciato distrattamente contro Squalo mentre lui si trovava casualmente sulla sua traiettoria.

All'improvviso, il boato di un'esplosione estremamente vicina e il rinculo di aria calda li colpì mozzandogli il fiato: il gruppo venne sbalzato via e solo con una buona dose di agilità e prontezza di riflessi tre di loro su quattro riuscirono a non sbattere rovinosamente a terra.

Il quarto era un Varia del Fulmine che si rialzò visibilmente incazzato e impolverato.

Non fate mosse inconsulte.”.

La voce profonda di Mammon precedette il suo arrivo fluttuando sulla testa di Bel.

Dove cazzo eri?!” gridò Squalo.

A sbrigare delle faccende. Reborn mi ha comunicato che le Box del Decimo e dei suoi sono tornate in una nuova veste e questo attacco improvviso potrebbe essere collegato.”.

Mentre Levi, imprecando, si rialzava e tutto attorno a loro si udivano grida, strepiti e ordini, per un attimo il tempo sembrò fermarsi per i Varia.

Cosa vuol dire che “sono tornate in una nuova veste”?” chiese Bel.

Vuol dire, principe cretino, che ci siamo fatti a piedi mezza penisola per tornare qui e vederci accogliere così non è stato piacevole.”

Sette erano gli esseri umani comparsi nel baluginio delle Fiamme che li avevano ammantati, probabili responsabili di quel casino e di quell'attacco.

Sette tizi che quasi sicuramente avevano desiderio di morire lì, ragionò Squalo, che si posizionò in guardia, pronto all'attacco.

Cosa ti ho detto?” la voce di Mammon lo raggiunse poco prima del calcio del piccolo Arcobaleno: “Non fate mosse inconsulte.”.

VOOOOOOOOI! Sono intrusi, Mammon! Non fare il codardo!” strillò la Pioggia.

Bester, cazzo! Te l'avevo detto che ci saremmo messi nei casini!”

Avresti preferito restare in quel buco di paesello puzzolente anziché tornare a casa?!”

Shishishi, però sarebbe stato meglio annunciarci.”

Non abbiamo neppure fatto fuori nessuno dei vostri, dovrebbero darmi un premio per la pazienza! Erano irritanti da star male e avrei voluto rifarmi gli zoccoli su di loro!”

Kuuuuuuuuuu, smettetela di litigare, dobbiamo chiarire questo equivoco!”

Pennuto, TACI!”

Il battibecco generale durò una manciata di minuti, minuti durante i quali i Varia erano rimasti basiti dalla situazione e conclusosi perché quella che pareva essere l'unica donna del gruppo aveva emanato delle purissime Fiamme del Fulmine attaccando i propri compagni e lasciandoli a terra frastornati.

Soddisfatta, lei mosse un passo in avanti, squadrò il piazzale con espressione truce e poi i suoi occhi s'incantarono su Levi.

Di botto, il suo sguardo assassino divenne miele ed ella si lanciò in braccio al massiccio uomo: “Levi-tesoro!” strillò istericamente, cingendogli il collo con le braccia sottili, “Mi sei mancato tantissimo!”.

Le piccole scintille che ancora le percorrevano i capelli lunghi e color petrolio colpivano ritmicamente Levi, che ricambiò goffamente l'abbraccio, incerto su cosa fare.

Livya... Dannata...” rantolò qualcuno dei suoi compagni ancora sotto i postumi della violenta scossa, qualcuno con lunghi capelli bianchi e con l'espressione truce alla Squalo; quest'ultimo lo fissava con la bocca semi-aperta per lo stupore, al punto che il suo presunto gemello perduto, sogghignando, lo apostrofò con un poco gentile “chiudi la bocca o ti entrano dentro le mosche” prima di rialzarsi e salire con gli anfibi sporchi sul corpo semi-privo di sensi di un altro con corti capelli bianchi e una coroncina che si spezzò senza pietà come un rametto secco.

Alo! Ti sembra il modo?!” gridò la ragazza, balzando giù dalle braccia di Levi: “Mink ci teneva a quella sua coroncina, perché gliela hai rotta?! Se poi piange, Bester s'incazza con te! Sai che non gli piace quando maltratti il piccolo!”.

Un secondo dopo, il grido assordante di un bambino che faceva i capricci perforò le orecchie di tutti i presenti mentre il ragazzino – non poteva essere più grande di Belphegor stesso – che era stato calpestato, veniva prontamente abbracciato da un altro tizio, con una lunga e vaporosa chioma biondo cenere dalle vivaci méches blu elettrico.

Vogliamo calmarci tutti?” chiese un altro di loro, biondo, vestito con quella che pareva una divisa scolastica all'inglese completa di blazer, che emanava tranquille Fiamme della Pioggia.

Tutto il risentimento e la rabbia, da ambo le parti, svanirono come se non ci fossero mai stati.

Voi chi siete?” domandò infine Squalo con voce sbalordita.

Signore, il mio nome è Alo e loro sono i miei compagni. Siamo le vostre Box.”.

Un attimo di silenzio e poi...

Ci state prendendo per il culo, vero?”.

§§§

Xanxus venne svegliato poco gentilmente da qualcuno che gli era balzato addosso con impeto, mandandolo a ruzzolare a terra giù dal trono; spalancati gli occhi, la prima cosa che vide fu una folta capigliatura bianca striata di lucido nero ebano e un sorriso completo di canini sporgenti come quelli di un felino.

BOSS!” gridò il singolare aggressore: “Sono così felice di vederla!” aggiunse, accoccolandosi sulla sua pancia.

Invece di scacciarlo via in malo modo e magari anche riempirlo di botte fino a fargli passare la voglia di fare certe cose, Xanxus restò qualche secondo con la mano alzata poi la riabbassò e ricambiò l'abbraccio meccanicamente.

Emanava Fiamme del Cielo e Fiamme della Tempesta, non poteva essere un caso, e anche lui che sul fronte intellettuale non dimostrava essere estremamente sagace, aveva capito che qualcosa che non andava c'era.

Bester è così felice di vederla!”.

Bester...?

Bester come la sua...?

Bester...?!

Boss, sono io! Posso assicurarglielo! Ecco, si sdrai sul mio fianco. Non sarà comodo come quando avevo il pelo ma...”

Il Capo dei Varia scattò e i ruoli si invertirono, Bester venne placcato con le spalle a terra e Xanxus sopra di lui con gli occhi pieni di furia.

Dove cazzo siete stati?!” ringhiò.

Oh beh... Prima ci hanno rubati...” iniziò la Ligre, sbadigliando: “Poi ci siamo ritrovati umani e nudi in un laboratorio. C'erano anche degli altri oltre a noi; ci conosciamo tra di noi Box e posso giuuurare che fossero le Box della Decima, il piccolo Natsu è stato modellato su di me, è come se fosse il mio piccolo e tenero fratellino. Ma loro dormivano e comunque non sono rimasti molto con noi.”.

Bester era spaventato.

Certo, non come quando si era ritrovato improvvisamente un ibrido perchè ehi, il suo Boss era stato abbastanza ubriaco da immettere entrambe le sue fiamme nella Box al punto da cambiare la sua struttura fisica ma poco ci mancava.

Il piccolo recinto confinante col loro, che fino a poco prima aveva tenuto in animazione sospesa i corpicini di Natsu e dei suoi adesso era vuoto, i suoi compagni erano privi di sensi e lui era l'unico che poteva eventualmente combattere per difendere sé stesso, Alo e gli altri, Scuderia e Alfin compresi, i quali erano abbandonati a pochi passi da loro nella zona di contenimento che era stata approntata apposta per evitare che potessero usare le Fiamme.

Aveva un mal di testa fotonico e tanta voglia di azzannare qualcuno alla gola.

Ricordava a malapena il momento in cui si era risvegliato per la prima volta: braccia e gambe al posto delle sue quattro zampe, un freddo insolito data la mancanza del proprio folto pelo e soprattutto la possibilità di parlare, da subito sfruttata per insultare e bestemmiare alla ricerca di qualcuno abbastanza stupido da dargli retta ed incauto da liberarlo.

Ma nessuno si era scomodato, oggi così come allora.

Ora era veramente solo e sfiduciato.

Poi siamo riusciti a liberarci, non so come, e abbiamo raso al suolo tutto. Saresti stato fiero di noi! Anche quel ronzino e il pesce ci sono stati d'aiuto.” precisò Bester.

Senza dire nulla, Xanxus si alzò, dirigendosi verso l'elegante armadietto dei liquori: ignorò i bicchieri e strappò coi denti il tappo del whisky inglese stravecchio che serbava per le grandi occasioni.

La bottiglia si svuotò per metà e il liquido gorgogliò lungo l'esofago fino allo stomaco in una manciata di secondi netta.

§§§

Quando Bester guidò Xanxus fuori dalla stanza verso la sala principale della base, il Boss dei Varia sembrava parecchio di cattivo umore.

Ambedue giunti lì, e trovati i rispettivi compagni, più Scuderia ed Alfin che restavano in un angolo, vennero accolti da grida e strepiti degni di una stalla, con Mink e Bel che si adoperavano a fare i peggio scherzi ai danni di Alo e del suo padrone.

Alzate il culo.” intervenne Xanxus.

Dobbiamo andare.” soggiunse Bester.

VOOOOOOOOI! E dove dovremmo andare?!”

Padrone e Box si scambiarono un'occhiata, poi...

Prima dai Cavallone a riportare il ronzino e poi a cercare quelli del CEDEF per il pesce.” ribattè Bester.

IO NON SONO UN PESCE!” gridò Alfin esasperato.

Come no?” rise Belphegor, mentre giocherellava a mettere la propria tiara in testa ad un allegrissimo Mink: “Hai la pinna!”

Non ho finito.” Xanxus era estremamente livido in viso e pronto ad esplodere: “Dobbiamo poi andare in Giappone. Ordini del Nono.”.

Che bello! Andiamo a salutare Tsu-chan?” chiese Lussuria.

NOTE DEL LEMURE

Capitolo breve rispetto agli altri ma so che in molti attendevano questo incontro – e ancora non avete visto nulla – mentre per le disavventure di Tsuna e compagni più le Box dovrete aspettare ancora un pochino ino.

Soprattutto so che volete sapere che regalino sia stato fatto ad Hibari e da chi.

Il 10 arriverà il più presto possibile.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - Stato d'Allerta ***


BOX HUMAN

CAPITOLO 10

STATO D'ALLERTA


Scortato dai piani alti della direzione del CEDEF, lo stato maggiore della Famiglia Cavallone entrò nell'ufficio principale del complesso, quello di Iemitsu Sawada; quest'ultimo sembrava estremamente teso mentre Basil, al suo fianco, gli parlava velocemente e sottovoce, quasi allarmato.

Al loro ingresso, tuttavia, il Giovane Leone dei Vongola interruppe la discussione col proprio sottoposto e gli consegnò un plico di documenti prima di congedarlo in fretta; alzatosi per accoglierli, strinse la mano a Dino: “Mi scuso per i modi bruschi, Cavallone, ma dovevamo fare in fretta per portarvi qui in tempo e per assicurare la vostra sicurezza. Ci è arrivato un messaggio sulla rete criptata dei Varia, stanno venendo qui su ordine del Nono con delle novità sulla scomparsa di Alfin e Scuderia ma non ci hanno dato molti dettagli. Xanxus sembrava più furente del solito, e preoccupato.”.

Con un cenno di assenso, Dino si sedette sulla poltrona più vicino, accavallando le gambe mentre Romario e i suoi facevano quadrato attorno al loro Boss: “Reborn ha detto che Tsuna-otooto e gli altri si sono riuniti agli Shimon e che anche per loro vale lo stato di allerta, ma essendo assieme è abbastanza convinto che possano proteggersi da soli ed eventualmente reagire a un attacco. Per ora, comunque, sono al sicuro, ci penserà lui a loro. Tuttavia, benchè le loro Box siano scomparse da un giorno all'altro come le nostre, sono già tornate...”

...in forma umana, sì. Reborn ce lo ha comunicato. Non riesco a immaginare come possa essere successo.” Iemitsu si sedette stancamente alla scrivania e si massaggiò le tempie nel tentativo di riflettere su quanto stava accadendo, benchè non ci avessero ancora capito granchè, malgrado le lunghe e snervanti ricerche: tutto taceva, perfino i nemici storici dei Vongola sembravano essere scomparsi nel nulla e nessuno osava respirare; “Il Nono sembrava tranquillo ma ho una brutta sensazione.” concluse l'uomo.

In quel momento, Basil rientrò portando con sé un vassoio con caffè e tè: “Spero soltanto che Alfin stia bene...”, la Pioggia del CEDEF non aveva preso molto bene la scomparsa della propria Box - malgrado non fossero assieme da molto tempo avevano stretto un forte legame – e non ne faceva mistero, “Se le Box di Tsuna-dono e degli altri sono state restituite, allora perchè tenere ancora le nostre?”.

Iemitsu si era posto parecchie volte quella stessa domanda: pur essendo Fiamme pure, era innegabile che le Box della Decima Generazione fossero di gran lunga più potenti e versatili di Alfin e Scuderia in un'eventuale aggressione, allora perchè restituirle e tenersi “armi” nettamente inferiori quanto a potenza?

E' inutile sprecare energie in congetture.” intervenne Dino, accettando la tazza di caffè e uno dei biscotti che Basil aveva posto sul vassoio: “Aspettiamo che arrivino Xanxus e i suoi e valuteremo la situazione, non ha senso continuare a pensare a soluzioni, non abbiamo niente in mano che ci possa aiutare.”.

Signore, Xanxus-dono e i Varia stanno per atterrare sul tetto, ho organizzato una squadra di operativi per accoglierli.” disse Basil, servendo Iemitsu: “Saranno qui tra pochi minuti.” aggiunse.

Sawada annuì con un sospiro prima di sporgersi verso l'interfono che lo collegava all'ufficio operativo nella stanza accanto, dove sapeva per certo di trovare sia Oregano che Lal: “Quando saranno atterrati, accompagnate qui Xanxus e i suoi, cercate di non farli incazzare, non voglio dover far ripulire i corridoi dal sangue.”.

Sarà fatto, Signore.” rispose Oregano dall'altra parte: “Ho già allertato la squadra medica, nel caso.”.

Grazie, speriamo solo che non serva. Sawada, chiudo.”

Sawada-san, pensa che dovremmo raggiungere il Decimo per dargli supporto?” intervenne Romario.

Nel caso servisse, una squadra è già in standby ma per ora è meglio attendere. Non voglio bruciare un eventuale vantaggio tattico; non verremo attaccati direttamente, di questo ne sono certo, aspettiamo l'evolversi degli eventi. Quel che è sicuro è che la Decima Generazione non verrà lasciata sola in prima linea e verrà soccorsa e supportata al bisogno. Mettere in campo tutte le forze, tuttavia, potrebbe essere un punto a nostro svantaggio.”.

Nella stanza scese il silenzio mentre i presenti, ciascuno immerso nei propri pensieri, attendeva – con l'orecchio teso – l'arrivo degli ospiti; nel momento in cui, al di là della porta, si udirono i passi pesanti di stivali da combattimento e bassi bisbiglii agitati, Iemitsu Sawada si alzò in piedi, subito imitato da Dino e da Basil.

La porta venne aperta senza troppe cerimonie e, sulla soglia, comparve Xanxus: “Ben arrivati.” salutò Iemitsu, facendo loro un cenno per invitarli a entrare, “E' stata una convocazione improvvisa ma ci sono delle situazioni piuttosto gravi di cui dobbiamo discutere, per ordine del Nono.”.

VOOOOOOI! Lo sappiamo già! Il messaggio è arrivato anche a noi!” Squalo si portò al fianco di Xanxus, osservando i presenti con sguardo irritato: “In che guaio si sono cacciati i mocciosi stavolta? Io in Giappone a salvargli il culo non ho intenzione di andare!”.

Educato come sempre, eh, Squalo?” sorrise Dino.

VOOOOOOI! Cosa cazzo vuoi, Cavallone?!”.

Se si tratta di Tsuna, sono sempre in prima linea.”.

Diamoci una calmata e sedetevi.” Iemitsu si massaggiò la fronte, presagendo un'emicrania in arrivo.

Siediti, Feccia.” Xanxus mollò un calcio nelle caviglie a Squalo: “Visto che siamo stati convocati, prima sentiamo quello che hanno da dire, prima consegnamo il pacco e prima possiamo tornarcene a casa.”.

Di che pacco parli?” chiese Iemitsu, alzando di scatto la testa: “Se è una bomba, potete anche tenervela, non ho intenzione di spiegare al Nono che avete buttato giù il palazzo del CEDEF.”.

VOOOOOOOI! Chi credi che siamo, barbari?! E noi che siamo venuti fin qui solo per loro!”.

Squ-chan, forse è meglio se ci sediamo e parliamo con calma.” Lussuria si era messo tra il Comandante e il Consulente esterno, sorridendo: “Anche se credo che ci serviranno altre sedie, non bastano per tutti.”.

Avete portato anche i vostri uomini? Temevate che vi attaccassimo?” intervenne Basil: “Non l'avremmo mai fatto!”.

Non è proprio così, piccolo.” flautò il Sole dei Varia, facendo un cenno a un gruppo di persone che stavano in fondo al gruppo, sorvegliate da Oregano e Lal, quest'ultima sembrava avesse visto un fantasma, vista l'espressione confusa e spaventata che mostrava il suo viso: “Questa mattina, prima che arrivasse il vostro messaggio e quello del Nono, abbiamo ricevuto una visita molto particolare. Ci sembrava scortese lasciarli a casa e quindi li abbiamo portati con noi.”.

Davanti a Dino e Iemitsu, fece la propria comparsa un gruppo di personaggi, ai loro occhi stranamente familiari: “Non siate timidi, Mama Luss è qui con voi.” aggiunse, dando una pacca sulla schiena di quello più vicino.

Iemitsu-dono, è un piacere rivederla.” fu Alfin il primo a rivolgere il proprio rispettoso saluto con un cenno della testa: “Ci scusiamo per aver creato scompiglio e preoccupazione ma siamo stati vittime di un rapimento e siamo riusciti a tornare indietro solo nella giornata odierna.”.

Ma come parli, pesciolino? Uishishi!”

Così ho imparato dal mio padrone. Sentiamo, come ti rivolgi al tuo?”

Mink è un principe come me, trattalo come tale, uishishishishi!”.

Sotto lo sguardo sconvolto dei Cavallone e del CEDEF lì riunito in quella stanza fin troppo piccola e soffocante, gli ospiti dei Varia, dagli atteggiamenti del tutto simili ai loro, cominciarono a battibeccarsi, senza curarsi troppo della situazione in cui si trovavano.

Alfin e Mink, che non avevano smesso un momento di punzecchiarsi per tutto il viaggio in elicottero, venivano trattenuti a stento da Mama Luss e da un membro della sicurezza, incapaci di restare tranquilli per più di una manciata di secondi.

Levi-tesoro, davvero dobbiamo restare qui? Questo posto non mi piace.”, Livya, con voce lamentosa, si aggrappò alle spalle del proprio Fulmine, ondeggiando la lunga chioma dalla quale saettavano di quando in quando piccoli fulmini verdi: “Se il Boss ordina, dobbiamo restare qui.” le rispose lui, “Non dovresti seguire gli ordini della Box del Boss?”

Bester? Se non dà ordini, siamo liberi di fare come ci pare. E io preferisco seguire i tuoi~”.

Dal fondo della stanza, Bester lanciò un piccolo ruggito – nonostante la trasformazione in essere umano, era una caratteristica che gli era rimasta, oltre alle Fiamme – e si sbracciò per attirare l'attenzione di Dino: “Cavallone! Che bello vederti! Pensavamo di dover venire fino alla vostra base operativa per riportarvi Scuderia! Vieni a dargli delle Fiamme, non ha una bella cera.”

A quelle parole, Dino sgranò gli occhi stupefatto e scattò in piedi: “Cosa vuoi dire?!”.

In risposta, Bester si spostò da dietro la schiena di Xanxus; tra le braccia, portava Scuderia, coi lunghi capelli biondo cenere che gli ricadevano sulle guance pallide: “Non possiamo nutrirci come voi, abbiamo bisogno delle Fiamme del nostro elemento per mantenerci in vita. Siamo evasi e non abbiamo avuto nutrimento per quasi 48 ore, di Alfin si è occupato Squalo ma Scuderia si è rifiutato di accettare l'aiuto del Boss, non si nutre da più di 50 ore.”, nel dirlo, Bester sembrò rabbuiarsi.

Come un insetto attratto dalla fiamma di una candela, Dino si lanciò sulla propria Box priva di sensi e, aiutato da Romario, la fece sdraiare sul divanetto più vicino: “Come devo fare?” chiese con tono serio e concentrato; Lussuria li raggiunse e prese le mani del Boss dei Cavallone tra le proprie: “Infiamma l'Anello che hai al dito, Dino-chan e avvicinaglielo alla bocca~.” disse lui, guidandolo passo per passo, “Starà bene, te lo prometto~.”.

Prima o poi li accoppo tutti e neppure Reborn potrà fermarmi...” levitando sopra le teste dei presenti, Mammon andò a poggiarsi sulla spalla di Xanxus con aria scocciata: “Reborn ha contattato tutti noi Arcobaleno per metterci in guardia in merito all'accaduto ma, nel frattempo, le Box mancanti sono riuscite a scappare e si sono dirette alla nostra Base. ”.

Ancora scosso per quegli eventi incredibili che sembravano evolvere di ora in ora e con risultati imprevedibili, Iemitsu era tuttavia consapevole di dover prendere in mano la situazione: “Cavallone-san, Oregano ti guiderà in infermeria dove potrete occuparvi di Scuderia nella maniera più adeguata.” disse, facendole un cenno con la testa.

Boss, lo porto io.” si offrì Romario, sollevando con facilità il corpo della Box: “Torniamo appena possibile.” aggiunse, precedendo Dino all'esterno; quest'ultimo lo seguì senza voltarsi neppure una volta, concentrato com'era sulle condizioni di Scuderia.

Tuttavia, nonostante Bester fosse rimasto vicino ai Cavallone per vegliare su Scuderia – malgrado non appartenessero alla stessa Famiglia, Bester era un leader nato e si era subito messo alla testa di quel variegato gruppo di fuggitivi e Scuderia era un suo compagno in quel frangente -, non aveva seguito Dino e Romario ma era rimasto nella stanza, lo sguardo esausto e puntato nel nulla; meccanicamente, andò a sedersi sul divano occupato poco prima e si lasciò andare con un sospiro.

Senza dire niente, Xanxus lo avvicinò; restò davanti a lui per qualche secondo prima di dargli un colpo con la mano sulla fronte: “Non fare quella faccia da idiota.” lo rimproverò lui, “Guardami.” aggiunse, sollevandogli il mento con due dita, “Abbiamo ancora del lavoro da fare, sei il loro capo, comportati come tale.”.

Bester annuì con un sorriso forzato: “Sì, Boss. Hai ragione, Boss.”.

Xanxus lo prese per il braccio e lo strattonò, obbligandolo ad alzarsi: “Spalle dritte e sguardo deciso, marmocchio.” lo rimproverò, scrollandolo con decisione.

Bester si diede piccoli schiaffetti sul viso nel tentativo di rischiararsi le idee e allontanare quella cappa opprimente di tristezza e indecisione e, nel farlo, alzò lo sguardo e incontrò i visi dei compagni rimasti, anche Alfin lo guardava: tutti loro aspettavano una sua parola, un suo gesto e quelle espressioni decise furono il catalizzatore per le sue azioni successive.

Non aveva ancora portato a termine il suo compito, c'era davvero ancora parecchio da fare.

Hai ragione, Boss.” ripetè, questa volta con più convinzione; con tre larghi passi raggiunse Alo, che gli si posizionò alla destra mentre Mink, aggrappato alle spalle di Kuu, ridacchiava allegro con una coroncina nuova di zecca, dono di Belphegor.

Finalmente ti sei svegliato.” Livya prese Alfin sottobraccio e lo condusse in mezzo al gruppo, posizionandosi con lui alle loro spalle: “Temevo di doverti venire a tirare le orecchie.”.

Livya, Livya, sii rispettosa del nostro Boss, tesorino.” Kuu le diede un bacio sulla guancia: “Aveva soltanto bisogno di una spintarella, diciamo.”.

Livya scrollò le spalle e voltò il capo dall'altra parte rispetto al compagno di squadra: “Nessuno rispetta Bester più di me.” borbottò lei, poggiandosi con la fronte contro la spalla della Ligre, “Lo so, Livya, lo so. Non sono arrabbiato, è che sono preoccupato per Scuderia.” rispose Bester, senza voltarsi.

Stupido, il Ronzino ha la pellaccia dura. Andrà tutto bene.” Alo si ravvivò i capelli argentei e fissò Iemitsu che era rimasto in piedi, a bocca aperta.

Mi sono stancato di vedere forni spalancati al nostro passaggio, non siamo pagnotte, chiudi la bocca, Sawada, oppure le mosche faranno le uova nella tua scatola cranica, credo ci sia abbastanza spazio per ospitarne qualche migliaio.” sbottò la Box Varia della Pioggia: “.

Alo, calmati, per piacere. Siamo tutti qui per la stessa ragione. Arrabbiarsi non aiuterà né noi né Natsu e gli altri piccolini.”, Kuu si era fatto sentire in mezzo a loro: “Mama può confermare, siamo le Box della Squadra Assassina Indipendente dei Vongola, accompagnate da Alfin del CEDEF e Scuderia dei Cavallone.”.

Iemitsu, dopo l'avvertimento di Alo, aveva sì chiuso la bocca ma la piega che gli eventi stavano prendendo lo portava ad avere un'espressione altrettanto stupefatta e incredula: “Capiamo che sia difficile da accettare.” aggiunse Bester.

Quello che forse il nobile Iemitsu sta valutando,” intervenne Basil, pallido ma controllato nei gesti e nelle parole: “è l'enormità della cosa. Non si è mai sentito qualcosa del genere, per quanto ne sappiamo questa situazione è del tutto nuova e non disponiamo di elementi atti a comprendere le implicazioni di tutto questo e-”

Taglia corto, piccoletto, che sennò facciamo notte, shishishishi.” Mink gli lanciò una pallina di carta, che lo colpì in mezzo alla fronte: “Il Vecchietto ci ha detto di venire qui e poi andare in Giappone per parlare con Natsu e gli altri e confrontarci sull'accaduto.”.

Natsu è la Box del Decimo Boss.” precisò Kuu con un sorriso del tutto simile a quello di Lussuria: “Vogliamo anche essere sicuri che stiano bene e che non gli abbiano fatto del male.”.

Se quei bastardi hanno toccato il pulcino-”

Alo, Jiro e Kojiro staranno sicuramente bene.” Bester gli diede una pacca di conforto sulle scapole: “Sanno difendersi e poi sono tutti insieme come lo siamo noi, Natsu e Uri non permetteranno a chicchessia di toccare il Decimo o i loro compagni.”, Bester era davvero convinto delle sue parole, aveva visto cos'erano in grado di fare e sapeva che sarebbero stati benone fino al loro arrivo; dopodichè, sarebbero stati una forza inarrestabile.

Con le tempie che pulsavano, segno di un mal di testa imminente, Iemitsu si sedette alla scrivania, intrecciando le dita davanti alla bocca; squadrò i presenti per qualche istante – nel frattempo Scuderia e Dino erano tornati dall'infermeria, scortati da Oregano e Romario – poi sospirò, puntando lo sguardo su Bester: “Dimmi ogni cosa, e non tralasciare niente.”.


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