Brave Shine: Il voto e la promessa sulla lama di una spada

di valechan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Life ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Attacco ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Re e Cavaliere ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Life ***


Ed eccomi con un’altra IwaOi!
Mentre stavo ultimando il capitolo della traduzione insieme ad altre storie, ho scritto di getto, e in seguito rivisto, questa storia. Cercavo di elaborarla da tempo, trovando il modo di inserire i personaggi che più amo anche dell’altra serie (riuscite a riconoscerli?) senza sminuire o andare fuori contesto.
Un mondo di Fate con il legami originali canonici? Possibili.
Coppie canon, legami canonici, tutto trasportato nel mondo di Master e Servant.
Alcuni personaggi avranno similitudini facili da riconoscere, altri no.
Vi invito a leggere fino in fondo, perché solo alla fine della storia si capiranno bene tutti i personaggi e a cosa appartengono.
E non dimenticate una cosa: Fate Series, quindi…

Buona lettura!



 

Brave Shine: Il voto e la promessa sulla lama di una spada

 

Capitolo 1- Life


 


Fuoco, fiamme, fumo.
Non riesce quasi a respirare e nemmeno a muoversi.
Era giunta la sua fine? Non capiva nemmeno cosa fosse successo.
C’era stato un boato… e poi solo fiamme, ovunque.
Era ormai esausto, pronto ad abbandonarsi all’oblio, quando qualcuno lo salvò.
Era un uomo, ma non potè ringraziarlo.
Svenne.

 

Iwaizumi Hajime, diciassette anni.
Si riteneva fortunato ad essere stato salvato dopo quell’incendio e cercava di dare il meglio di sé.
Se per una parte era ammirato, il suo avere la fiducia degli altri, esserne degno, gli portava anche dei nemici.
Era stato salvato dal capofamiglia di una delle più potenti famiglie di maghi della cittadina di Miyagi, scoprendo solo in seguito, per ironica sorte, di essere un erede alla lontana.
Al terzo anno del liceo Aoba Johsai, dopo la morte del suo protettore, era andato ad abitare da solo, fuori dalla grande villa in cui aveva vissuto in precedenza.
Hajime, però, era seguito da una maga, amica di famiglia.
Il suo potere, particolare, si era manifestato quasi subito, una volta intrapreso l’allenamento.
Con l’adolescenza, aveva sviluppato molto i muscoli delle braccia, incrementati anche dal far parte del club di scherma e dall’aiutare più club, tra cui tiro con l’arco e il club di teatro.
Con la forza delle braccia, se si concentrava, era in grado di ottenere due cose: rafforzare rendendo l’oggetto quasi una parte del proprio corpo, o distruggere.
Quel potere magico modificava parte delle cellule, così da dargli una forza non indifferente.
Aveva un fisico asciutto, prestante, ed era alto nella media.
Fu una di quelle volte, che accade.
Accadde ciò che gli avrebbe cambiato la vita per sempre.
Avvertì qualcosa di strano, a scuola, ma non ci fece molto caso.
Aveva avvertito come una gabbia, come…

 

Una volta a casa. Hajime si recò nel luogo della casa che più preferiva, la sala degli allenamenti.
L’aveva allestita con vari attrezzi, e in un angolo c’era un piccolo mobile, pieno di vecchi libri.
Li aveva portati con sé dalla vecchia casa, erano quelli più cari al suo protettore.
Senza quell’uomo, non sapeva cosa ne sarebbe stato di lui.
Ogni volta che osservava quei libri, avvertiva come una strana ombra aleggiare su di sé, come se ci fosse nascosto qualcosa.
Come quell’uomo nascondesse qualcosa.
All’improvviso, sentì dei rumori.
Corse fuori a controllare, e per poco non venne trafitto da un pugnale.
Cercò di difendersi, ma indietreggiò lentamente verso la stanza in cui si trovava prima, cercando di raccogliere le idee.
I pugnali divennero lance affilate.
Purtroppo, anche quella stanza era completamente a soqquadro.
Come aveva fatto quel tipo a ridurla in quel modo?

Guardandosi intorno  fu attirato da un libro in particolare, un libro che non ricordava di aver portato con sé.
Ricordava la copertina di quel colore acquamarina, così inusuale, pieno di ghirigori dorati ad impreziosirlo.
Iwaizumi sapeva bene che quello era un libro di magia, ma ricordava che quel libro in particolare era legato ad un personaggio di cui gli era stato raccontato.
Da bambino, aveva sempre creduto fosse una leggenda.
Un Re dal passato oscuro, divenuto Demone per poi salvarsi dall’oscurità.
Un Re che per punizione conquistava molti regni, ma aveva un avversario che,  in singolar tenzone, non riusciva a battere.
Scuotendo la testa, decise di non pensarci. Non era quello il momento.
D’improvviso, il libro  si illuminò di una luce azzurra.
Sconvolto, il ragazzo di scostò di più, quasi strisciando lungo la parete, mentre il libro cadeva, con le pagine aperte all’esatta metà.
Subito dopo, comparve un giovane, più o meno della sua età. Capelli castani, alto, slanciato.
Indossava una leggera cotta di maglia, di un azzurro dai riflessi argentati, pantaloni neri e stivali bianchi.
 “Sono Oikawa Tooru, sovrano del regno dell’Aoba Johsai, ma che tutti chiamano Seijou. Sei tu il mio Master?” proferì, fissandolo con sguardo serio

Hajime non poteva crederci.
Mentre Iwaizumi lo fissava, il giovane dalle cervice castana assottigliò lo sguardo.
Se era stato rievocato in quell’epoca, c’era la possibilità che anche quel tipo fosse stato evocato.
Sperava fosse la  volta buona per eliminarlo per sempre.
Era colpa di quel maledetto se il suo regno era stato condannato.
Per stare in pace con sé stesso, aveva bisogno di quella cosa.
Ma per quel tipo, non importavano i secoli, aveva solo odio, disprezzo e risentimento per tutta la vita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Attacco ***


Capitolo 2- Attacco


“Ma cosa…”
Fu il solo commento di Hajime. Davvero si trovava davanti a quel sovrano leggendario?
Era davvero lo stesso sovrano che era stato in grado di piegare il regno di Shiratorizawa?
Le cronache narravano che non avesse mai battuto uno contro uno l’altro re, ma che fosse riuscito, con sottili strategie, a farlo capitolare.
Non potè parlare che venne attaccato.
“Ah,  eccoti. E vedo che si è anche risvegliato il Re demoniaco.  Mi spiace, la vittoria sarà mia”
A parlare era stato un uomo, non molto più grande di loro, dai capelli brizzolati, scuri, e vestito di nero.
Brandiva un giavellotto.
“Ora non è il momento.  Attendo ordini, Master” fece Tooru, non senza un leggero tono fermo e risoluto.
Poteva anche essere uno di loro, adesso, ma era sempre un sovrano. E la tempra di Re non è qualcosa che hanno tutti.
Il nuovo arrivato attaccò, con la punta.
Ma guardandolo da vicino, più che un giavellotto… era una lancia. Per di più, con punte ad entrambe le estremità. Come poteva maneggiarla a quel modo?
Un lato della piccola biblioteca venne completamente distrutto, e Oikawa evocò la propria spada.
Aoba!” gridò, e dalle sue mani apparve una spada sottile, con trame sia d’oro che d’argento, e con incastonata una pietra a forma di quadrifoglio.
Si lanciò contro l’avversario, attaccandolo.
Forse davvero, dopo secoli, non sapeva più agire secondo l’arte della guerra. Un arma da lunga distanza come una lancia, creata per disarmare, aveva un vantaggio sulla sua arma da media distanza.
Ma lui era Re. E come tale avrebbe agito.
Hajime rimase impassibile, non capiva cosa stesse accadendo.
All’improvviso, iniziò a bruciargli il dorso della mano. Quando guardò, aveva un marchio. Racchiuso in un cerchio, c’era la forma stilizzata di un quadrifoglio.
Prese un mazza, tentò di concentrarsi per rafforzarla e la scagliò verso i contendenti.
Non poteva fare molto, era ferito, non capiva molto di quella situazione.
Ma una strana forza gli impediva di restare a guardare.
Oikawa fu il primo a rimanere sorpreso, ma…
“Master! Non fare cose avventate!”
“Anche adesso che sei un  Servant non abbandoni la tua regalità, è ammirevole, Oikawa”  lo schernì l’altro
“Cosa vuoi?” Tooru lo ignorò, continuando a sferrare affondi di spada, che non sempre andavano a segno
“Ora capisco perché Ushijima ci teneva così tanto ad averti al suo fianco. Ma ho un piccolo segreto da rivelarti” gli si avvicinò “Lo sai che anche il tuo amato Cavaliere di un tempo si potrebbe essere reincarnato, oltre al tuo nemico giurato? Chissà se in questa epoca riuscirete a conquistare non solo il suo regno, ma anche ad abbattere lo stormo di aquile”
Tooru sgranò gli occhi, mentre un brivido gli correva lungo la schiena. Si ritrovò carponi, a tossire, per un colpo allo stomaco dell’avversario.
“Dovrei crederti?” rispose amaro, tossendo sangue.
Quel suo Cavaliere… il suo Primo Cavaliere. Quello a cui aveva donato il suo cuore molte lune prima.
Quando era stato evocato, aveva sentito come una scossa. Sarebbe stato bello se fosse successo di nuovo…
Tooru si rialzò.
“Non nominare quella sottospecie di Re in mia presenza” riservò al suo avversario uno sguardo duro “ i suoi sudditi lo adoravano, perché non faceva nulla a nessuno di loro. Ma un sovrano solo, che si basa solo sulla forza fisica, che non sa che urlare in battaglia, non è degno della corona.  Non mi ha mai battuto a scacchi, e mi sono preso il suo regno. E puoi stare certo che lo rifarò, ma stavolta lo vedrò ai miei piedi”
Oikawa attaccò di nuovo, ma mentre l’avversario parò il colpo, quest’ultimo si fermò.
“Si, si, ho capito, Master”  e svanì come era venuto.
“ Kuroo, sei un Mago combattente di tutto rispetto, ma hai giocato una pessima carta” commentò Tooru, pensieroso
Il Re si avvicinò ad Hajime.” Master…”
“Cos’era quello? Cosa è successo? Cosa… tu davvero sei…?” aveva così tante domande da non riuscire ad articolarle.
Oikawa sospirò,  lasciandosi avvolgere da una luce azzurrina e ritrovandosi in degli abiti più comodi.
Si presentò agli occhi di Hajime con una camicia bianca, leggermente aperta e senza cravatta, giacca, pantaloni neri e mocassini. Sembrava uscito da un film.
E come facesse un sovrano di secoli prima ad indossare giacca e cravatta, era un altro mistero.
“Andiamo a casa, Master. Ti spieghierò tutto. Come… posso chiamarti?”
“Il mio nome è Iwaizumi Hajime. Ma puoi chiamarmi come preferisci.
Tooru trasalì. Ora che lo squadrava bene, lui… Non poteva essere. Si stava solo illudendo.
Scosse la testa, pensieroso.
“Ti chiamerò Iwa-chan, è più semplice. E qui mi sembra che sia un uso cortese, no?”
Iwaizumi sollevò le sopracciglia, indeciso se lasciare che quel sovrano lo trattasse così come nulla o tirargli dietro qualcosa.
Decise di rimandare una volta aver ricevuto le dovute spiegazioni.
Non poteva negare che il suo modo di fare lo attirasse come una falena viene attirata dalla luce, ma… era anche particolarmente, e non poco, irritante.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Re e Cavaliere ***


Capitolo 3- Re e Cavaliere


 

Oikawa seguì Iwaizumi all’interno della casa, mentre si preparava il discorso.
Le parole di Kuroo lo avevano sorpreso.
Se quel maledetto si era reincarnato e stava aspettandolo so di agire, aspettando di dirgli “dovevano regnare insieme”… forse davvero poteva esserci speranza.
Arrivarono nel piccolo salotto, e Hajime lo squadrò con attenzione.
“Come saprai, Iwa-chan, ero un Re. O dovrei forse parlare al presente. Ma vedi, esiste questa battaglia, ogni cinquecento anni. “ Iniziò il castano
“Ogni cinquecento anni, personalità eccelse del passato ritrovano forma fisica, per partecipare ad un ennesima guerra. Non è, però, una guerra come le altre, e te ne devo parlare, altrimenti rischiamo la vita tutti e due. Con il patto, siamo legati, io a te e tu a me”
Lo fissò negli occhi, con serietà
“Si tratta di una guerra tutti contro tutti, in cui noi, come spiriti, combattiamo per ottenere qualcosa. È un oggetto di cui non si conosce la forma, ma ha un potere immenso. È capace di donare il dominio del mondo. Chi lo otterrà, superando tutti gli altri, sarà il signore di questo pianeta”
“Noi? Noi chi? Io e te?” chiese Hajime, incuriosito
Tooru scosse la testa. “ Iwa-chan, ce l’hai i panini al latte?” fece all’improvviso
“E questo cosa…”
“ Voglio i panini la latte!”
Sembrava che tutta la serietà fosse scemata d’un sol colpo, ma Iwaizumi rimase sorpreso a fissare quel re, che mentre mordeva un panino al latte (aveva ceduto, il tono troppo alto), lo fissava con quelle iridi cioccolato, così profonde da perdercisi dentro.
“ Alla guerra sono ammessi sono sette di noi. Abbiamo forma fisica e siamo legati alla forza del Master con cui abbiamo stipulato il patto” Oikawa assottigliò lo sguardo, fissandolo intensamente negli occhi” ma solo uno otterrà il potere”
“Dovrei aiutarti?”
Si, Tooru lo notava sempre di più.
Non aveva solo il nome esatto della persona che aveva amato, ma agiva anche in modo simile.
Le personalità erano decisamente troppo uguali.
Ricordava ancora quando si erano conosciuti, e tutto era iniziato…e finito a causa di un Re che pensava solo a se stesso, anche a detta dei suoi seguaci più vicini.
Ma non era il momento di perdersi nel passato.
Non ancora.

Tooru smise di mangiare e lo guardò negli occhi. “Master, non voglio obbligarti. Almeno finchè sarò qui, vorrei avere un buon rapporto con te, Iwa-chan. Se non vuoi farlo per me, fallo per non coinvolgere degli innocenti. Le battaglie… sono anche più feroci di quella di oggi”
Hajime trasalì per un secondo.
“Cosa dovrei fare? E come posso chiamarti?”
“Oikawa-san”
“… Shittykawa andrà benissimo e si adatta alla tua personalità da schifo. Le cronache ti descrivono diverso”
“Iwa-chan! Sei cattivo e anche rude! Comunque, è sufficiente che non ti succeda nulla di male. Se sarai in buone condizioni, lo sarò anche io”
Hajime annuì.
“Ma non facciamoci illusioni, non sarà facile. Ci serve un piano d’attacco in ogni caso.”
“Gli altri chi sono?”
“Ancora non lo so, ma si riveleranno, questo è certo”




Oikawa rimase a dormire a casa del ragazzo, e continuò a pensare al passato.
Iwaizumi, d’altro canto, si sentiva strano in presenza dell’altro. Era irritante, e sembrava una vera seccatura. Ma allo stesso tempo avvertiva una strana sensazione di calore, come se fosse familiare.
Fu quella notte, che oltre alla loro battaglia, iniziò la loro lotta personale insieme a dei sogni molto strani, di cui avrebbero capito solo molto tempo dopo il significato…

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