L'oro, mischiato allo smeraldo, non è poi così male.

di _Fenice
(/viewuser.php?uid=251735)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta. ***
Capitolo 2: *** Problemi di outfit. ***
Capitolo 3: *** L'allenamento. ***
Capitolo 4: *** Le nevrosi sono dure a morire. ***



Capitolo 1
*** La prima volta. ***


Capitolo 1: La prima volta.


La prima volta che Maka lo vide fu il giorno in cui a scuola si vociferava di un nuovo studente. Soul e Black*Star, ovviamente, non si fecero attendere: furono loro ad attendere lui, davanti l’entrata della Shibusen.
Quando lei e Tsubaki arrivarono al cortile principale, dove si stava tenendo lo scontro tra i ragazzi e il nuovo studente, insieme al dottor Stein, Maka rimase sorpresa. Nel suo completo bianco e nero, perfettamente in ordine, aderente ad ogni sua forma, quel ragazzo era assolutamente simmetrico.
Due dettagli la colpirono profondamente: gli occhi color dell’oro, profondi e imperscrutabili, ed i capelli corvini, sovrastati su un lato da tre strisce bianche orizzontali, perfettamente parallele. La ragazza pensò che, come insieme, non era per niente male. Soul sembrò non accorgersi dei nuovi spettatori; Black*Star era troppo impegnato a porre l’attenzione su di sé per dimostrarsi interessato a capire cosa succedesse intorno a lui.
« Maka. », la chiamò il dottore, da poco diventato loro supplente. « Dimmi, com’è l’anima di Death The Kid, il figlio del Sommo Shinigami? »
“Il figlio di Shinigami?”, pensò. La Meister rimase molto sorpresa dalla notizia appena appresa.
« Ehm… » ancora scossa, si concentrò meglio: chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Quando li riaprì, vide i corpi dei tre ragazzi che si sfidavano come evanescenti, trasparenti e dai contorni poco definiti. Ciò che, invece, vedeva molto chiaro erano le loro anime.
Rimase ad osservare per un po’ quella della sua Buki e quella di Black*Star, la prima decisamente cinica e strafottente, la seconda estremamente vivace e piena di sé; poi focalizzò la sua attenzione su quella del nuovo arrivato e delle sue armi, Liz e Patty, in quel momento trasformate in pistole.
 « Tutti e tre sono perfettamente in sintonia, sulla stessa lunghezza d’onda dell’anima. Il loro è un bel rapporto, fatto di rispetto ed ammirazione. L’anima di Death The Kid è di gran lunga superiore a quella delle due ragazze, così come dei nostri partners. », dichiarò.
« Molto bene. ». Il professore era soddisfatto dei progressi di Maka.
« Racchiude in sé un grande potere. È un avversario temibile, benché così giovane. », continuò la studentessa.
« Sono d’accordo. », rispose il dottore. Tsubaki, che aveva ascoltato attentamente, sospirò preoccupata per l’incolumità del suo maestro d’armi.
Lo scontro terminò con la schiacciante sconfitta dell’albino e dell’assassino, ma quando Kid si accasciò a terra svenuto tutti rimasero sorpresi. Tutti tranne Liz e Patty, tornate in forma umana: la prima lo guardava con rassegnazione, la seconda lo indicava ridendo. (Il loro maestro d’armi aveva scoperto che uno degli attacchi di Soul sotto forma di falce gli aveva tagliato alcune piccole ciocche di capelli, rendendolo asimmetrico).


Angolo autrice.
Non scrivo da molto, mi è venuta in mente questa cosina mentre riguardavo da capo l'anime (che amo moltissimo). Il primo capitolo è molto fedele all'anime, dal secondo in poi la mia 'fantasia' avrà il sopravvento. Spero piaccia a voi lettori, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate! Nel frattempo...


Vi auguro una danza con le stelle,
Fenice.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Problemi di outfit. ***


Capitolo 2: Problemi di outfit.


Passarono i mesi e il trio si integrò bene all’interno del gruppo. I tre impararono a comprendere la strafottenza e il cinismo di Soul, a ignorare l’egocentrismo di Black*Star e ad apprezzare la bontà e la disponibilità di Tsubaki e Maka; gli altri impararono a ridere insieme a Patty e si abituarono al suo immenso amore per le giraffe, consolarono Liz e le sue paure irrazionali e sopportarono pacatamente le nevrosi sulla simmetria di Kid.
Maka, che andava spesso in biblioteca per leggere in santa pace dato che Soul la infastidiva di continuo, si sorprese nell’incontrare Kid, per la seconda volta.
« Kid! », salutò.
« Oh, ciao, Maka. », le rispose cordiale il corvino.
« Leggi ancora quel libro sulla leggenda del Primo Kishin? »
« No, l’ho già finito. Adesso sto leggendo questo. ». Kid le porse il libro in questione: Storia delle prime Armi e Maestri d’Armi. Maka lo aveva già letto.
« È molto interessante, un’ottima scelta! », gli sorrise. Da qualche tempo, aveva cominciato ad apprezzare i bei lineamenti, l’eleganza del portamento e la calma che lo contraddistinguevano.
È…
Maka si costrinse a interrompere quel pensiero. Non posso permettermi di avere strane idee, è pur sempre uno Shinigami! E poi, oltre ad essere una semplice studentessa della classe EAT di primo livello, siamo soltanto buoni amici!
Sì, buoni amici, ma…

« Lo credo anch’io. Ma qui c’è troppo chiasso e i tavolini non sono disposti in maniera simmetrica. Li ho sistemati soltanto ieri e sono già in disordine! Assurdo… »
Nevrotico, pensò con un mezzo sorriso.
« Credo che lo leggerò per bene a casa. », concluse il ragazzo. La Meister era già pronta a salutarlo, un po’ delusa: le piaceva parlare con lui, aveva perfino imparato ad ascoltare le sue crisi isteriche!
« Vorrei prendere un gelato, ti va di farmi compagnia? », le propose.
La ragazza annuì automaticamente, attratta come un magnete da quegli occhi ambrati che le avevano sempre suscitato una sorta di piccolo brivido sulla schiena ogni volta che si posavano su di lei.
Si diressero verso la gelateria più vicina alla Shibusen. Kid camminava più avanti rispetto a lei, le spalle rilassate, una mano in tasca e l’altra lungo il busto a tenere il libro con disinvoltura, il passo lento; Maka gli stava dietro, le braccia conserte abbracciavano/stringevano il suo libro al petto, la gonna a scacchi e i codini svolazzavano ad ogni passo, lo sguardo fisso su di lui per osservarne ogni dettaglio.  
Dovrei smetterla di fissarlo…  
« Arrivati. Prego. », fece lui, aprendo la porta d’ingresso del bar e invitandola a entrare.
« Oh, grazie! », gli sorrise di rimando ed entrò. Lo shinigami attese il suo passaggio, per godersi l’attimo del suo profumo, i codini a sollevare uno sbuffo d’aria e i movimenti della testa di lei, che con lo sguardo cercava un tavolo libero.
« Andiamo al bancone, vorrei anche un caffè. ». La bionda lo seguì.
« Non vorrei essere indiscreto, ma quella gonna è davvero corta. », buttò lì Kid.
« Cos-? Oh andiamo, mi sembri Soul. », gli rispose, un po’ imbronciata. Non le piacevano le critiche alla sua gonna preferita. Ci combatteva anche!
« Non ha tutti i torti però. », le disse, tornando a guardarla. Maka si sentì un po’ a disagio.
« È comoda, copre ciò che serve, e poi… », concluse in tono provocatorio, « distrae il nemico. ».
 Lo sguardo di lui divenne d’un colpo severo e questo la destabilizzò leggermente. « In biblioteca non ho visto uova di Kishin o streghe. », constatò.
« M-ma… »
Kid spostò lo sguardo verso la gonna incriminata, per poi scendere alle snelle e chiare gambe della ragazza, fin troppo scoperte per i suoi gusti. « Davvero troppo corta. », sibilò, poi i suoi occhi tornarono dritti a guardare oltre il bancone, nell’attesa di un cameriere.
La ragazza non sapeva cosa dire. Anche Soul le rimproverava spesso le gonne troppo corte, ma non le creava le stesse sensazioni che invece stava provando adesso. Col cuore in fibrillazione, le sorse spontanea una silenziosa domanda: era forse… geloso?
Animata da una folle speranza, ma convinta di illudersi scioccamente, volle comunque constatarlo. « Beh, e che male c’è? »
Il corvino ruotò nuovamente lo sguardo su di lei, profondo e magnetico. « Chiunque potrebbe tentare di guardare cosa c’è sotto, Maka. Potrebbe tentare di toccare, oltre che guardare. », ringhiò piano.
« Nessuno si è mai interessato a guardare o toccare quello che c’è sotto alla gonna di una senzatette come me. », fece lei, ridendo. Il giovane però non rise.
 « Sei una stupida. »
Maka lo guardò confusa. « Che vuoi dire? »
« Voglio dire che qualsiasi ragazzo sarebbe interessato a te. Non sono le tette a dare valore ad una ragazza, nonostante abbiano il loro innegabile fascino… »
Maka avrebbe voluto ucciderlo. Lo Shinigami, con gli occhi a cuoricino causati dal pensiero di chissà quale invadente décolleté, e senza notare lo sguardo assassino della sua interlocutrice, si riprese dallo stato di shock e continuò. «  Sei in gamba, sai affrontare qualsiasi situazione ti si pari davanti, sapresti tenere testa perfino al Kishin. Hai un bel viso, e… », si interruppe nuovamente, ora però per schiarirsi la voce, « quei codini così simmetrici farebbero impazzire anche la più caotica e disordinata delle menti. »
La bionda, scossa da quell’ultima affermazione che le mozzò il fiato, boccheggiò qualche secondo. Aveva sempre sognato di ricevere dei complimenti da parte sua, ma si era sempre considerata una stupida anche solo per averlo sperato. E proprio in quel momento, nonostante una partenza indecente, lui le stava dicendo quanto ai suoi occhi fosse capace, valente, bella.
« Spero solo che tutto questo non venga sprecato, concesso a chi non ne vale la pena. », sospirò infine, più a se stesso che a lei. Ci fu qualche secondo di imbarazzante silenzio.
« Credi che permetterei a chiunque di avermi? », gli chiese alla fine, lo smeraldo dentro all’oro, il tono di voce della Meister adesso un po’ roco.
« Credo che chiunque sia riuscito ad averti sia molto fortunato ad essere ancora vivo. ». Risoluto, il corvino distolse lo sguardo da lei e si allontanò dal bancone, stanco di non essere servito.


Angolo autrice.
Che dire, non ho la più pallida idea di come combinare insieme questi due e le sto sperimentando tutte. Ho cambiato più volte i risvolti di questo capitolo per far andare tutto secondo i piani della mia testolina.
Spero sia piaciuta, fatemi sapere cosa pensate!
Tengo molto ai lettori, alle loro idee, positive o negative che siano.
Aspettando il prossimo capitolo della storia,
vi auguro una danza con le stelle.
Fenice.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'allenamento. ***


Capitolo 3: L'allenamento.


« Allora noi andiamo. Ci dispiace davvero tanto non poter restare, ma il lavoro chiama!», esordì Liz sull’uscio di casa, pronta per recarsi insieme a Patty al nuovo bar giù in città.
« Non preoccuparti, ce la caveremo. Divertitevi stasera! », le salutò Kid.
« A dopo! », risposero in coro le pistole.
Chiudendo la porta, tornò in salotto, dove ad aspettarlo c’era Maka seduta sul divano a guardarsi intorno. Questa casa, oltre ad essere enorme, è perfettamente in ordine. Non c’è da stupirsi, la nevrosi di Kid non permetterebbe mai nulla di diverso da questo, pensò la ragazza. Sentendosi osservata, si voltò in direzione della porta, dove trovò il giovane Shinigami appoggiato allo stipite della porta, a braccia conserte, intento a fissarla.
« Ti ringrazio per avermi invitata, Kid. », disse lei.
« Figurati, non siamo riusciti neanche a bere un caffè. Che servizio scadente… », sbottò lui, suscitando in Maka un sorriso.
« Vuoi qualcosa? », le chiese.
« The freddo, grazie. »
Da buon padrone di casa, si diresse verso la cucina. Al suo ritorno, trovò l’amica con il pc sulle gambe incrociate ed i soliti codini perfettamente simmetrici che le adornavano il viso. Posò il bicchiere sul tavolinetto di vetro davanti al divano e diede un’occhiata allo schermo del computer.
« Liz mi ha detto che avrei potuto usarlo, quindi… vuoi guardare un film? », chiese Maka, incerta. Non sapeva come comportarsi in quella situazione.
« Mh. », declinò l’invito: lo aveva già visto. Poi, s’illuminò in viso.
« Tu sei una maestra d’armi ed anche un’arma, no? », le chiese.
« Ehm, sì. »
« Riesci a gestire bene questa novità? »
« Sì. È stato difficile all’inizio, ma poi ho imparato a controllarmi. », rispose la Meister.
« Ti va di fare un po’ di allenamento? », le chiese all’improvviso.
« Sì! », acconsentì raggiante. « Quando? »
« Adesso. », le sorrise.
« C-cosa? In casa tua? », la bionda era stupita da quella proposta. Le balenò il pensiero che stesse scherzando, ma il suo sguardo serio e deciso la lasciò ancora più scioccata.
« Non volevi forse diventare più forte? » incalzò Kid.
Maka non riusciva a capire perché le stesse proponendo uno scontro… IN CASA SUA. Da quando uno in fissa con la simmetria e l’equilibrio metteva a disposizione una così perfetta location per battersi con qualcuno, mettendo a rischio la salvaguardia di ogni mobile, quadro, arredo?
« S-sì, ma… »
« Magnifico, iniziamo. ». Kid scattò in piedi, si sistemò di fronte a lei, in un chiaro invito a fare lo stesso. La ragazza si alzò in piedi, rassegnata; si allontanò dal divano e dal tavolinetto e si sistemò di fronte a lui, che roteò di poco su se stesso per fronteggiarla.
Si studiarono per un po’; fu Kid ad attaccare per primo. Maka, sorpresa, sfuggì al primo colpo, parò con il braccio il secondo, balzò indietro per evitare il terzo. Il quadro appeso alla parete fu urtato da uno svolazzante codino della bionda, innalzandosi di qualche millimetro e causando un’occhiataccia di rimprovero da parte del suo avversario. La ragazza si affrettò a sistemarlo ma lo Shinigami, con un cenno del mento, la invitò a non abbassare la guardia: decise allora di contrattaccare.
« Sei brava. », si complimentò Kid, il braccio davanti la bocca per parare il colpo, lo sguardo perennemente fisso su di lei. La stava semplicemente studiando o… ammirando?
Maka, con un movimento sinuoso, balzò indietro. « Non provare a distrarmi. », scattò.
« Non era mia intenzione. ». Il corvino si piegò e tornò a colpire, cercando di farle perdere l’equilibrio con un colpo di tibia diretto alle caviglie. « Semmai tu mi hai distratto, non faccio altro che pensare a quel quadro storto. »
Nevrotico.
« Perché cerchi di indurmi a trasformarmi? ». La Meister saltò evitando il colpo e atterrò sul posto, il ragazzo già indietro e di guardia.
« Perché voglio vedere come te la cavi… », adesso fermo, rilassato. « … e perché voglio scoprire se ho ragione a pensare che tu sia meglio di Soul. »
La ragazza si bloccò sul posto. Cosa?
« Perché sei così sorpresa? ». Kid non staccava gli occhi di dosso da lei: la sua tecnica stava funzionando.
« Sei un’ottima maestra d’armi e sei una maestra della falce, quindi sapresti gestirti da sola in forma di arma, dato che anche tu sei una falce. ». Avanzò lentamente verso di lei, socchiudendo gli occhi. « Non credi che sia una meravigliosa… simmetria
« Non ti seguo. », adesso Maka indietreggiava, confusa.
« Potresti lasciare Soul, ultimamente ti sta rallentando. »
« Ma cosa dici? Soul è il mio partner, io non- »
« L’eco dell’anima non vi riesce più come un tempo. Non pensi anche tu? ». Kid continuava ad avanzare, a guardarla, a studiarla. La stava mettendo alla prova, voleva forse farle perdere la pazienza?
« È solo un momento, passerà. Ritroveremo la sintonia! ». Il tono di lei era sempre più nervoso e instabile. Perché tirar fuori Soul e i loro problemi proprio adesso? Perché parlare di lui in quel modo? Era sempre andato d’accordo con l’albino…
« Soul è un idiota, non pensa ad altro che a mostrarsi strafottente, cinico e superficiale. Si impegna così tanto nel sembrarlo, che lo sta diventando. », asserì Kid, come se ciò che stesse dicendo fosse una verità assodata. Maka non era d’accordo.
« Tu non lo conosci come lo conosco io… non sai niente di Soul! », ringhiò, gli occhi verde smeraldo lucidi. Adesso non indietreggiava più. Era arrabbiata, furiosa, stava perdendo il controllo…
« Per di più, », concluse, sicuro, « non ti sei neanche chiesta come mai lui sia rimasto al tuo fianco, nonostante abbia scoperto che sei una Buki. ». Aveva smesso di avanzare verso di lei e si era fermato.
Grazie al cielo, pensò lei. La stava mandando in confusione, nonostante la rabbia la sua vicinanza le faceva ribollire il sangue nelle vene.
« Perché siamo partners. Siamo una squadra, non importa cosa accada… », rispose. La situazione si era incrinata come mai avrebbe pensato potesse succedere, ma nonostante ciò, non riusciva a fare a meno di pensare che quel completo così aderente, la grande eleganza dei suoi movimenti e i suoi occhi puntati addosso praticamente da quando era arrivato, lo rendevano dannatamente sexy. Ciocche di capelli ricadevano su quegli occhi ambrati, così magnetici per lei. Istintivamente, le venne voglia di spostarglieli, ma si bloccò. A che stava pensando?! Kid stava sminuendo a quel modo il suo compagno e lei voleva anche sistemargli i capelli?!
« Oh, no. Non direi. », ribatté il ragazzo, indietreggiando. Abbassò lo sguardo, voltò leggermente la testa per cercare con lo sguardo un appoggio. Lo trovò, quindi rialzò la testa, portò le spalle al muro e infilò le mani in tasca.
« Io dico che sia rimasto perché ha paura che tu possa diventare migliore di lui. Se rimane con te, tu continui ad essere una Meister e rendi LUI una Falce della Morte. Invece, TU saresti capace di diventare Falce della Morte anche da sola, superandolo e quindi sminuendolo agli occhi di tut- »
« Adesso basta. ». Maka era di fronte a lui, un braccio trasformato in falce a minacciare la sua gola, l’altro al petto a schiacciarlo contro il muro, per bloccare ogni reazione.
Kid, senza nessun timore in volto, le spalle ancora al muro, le mani ancora in tasca, la fissava sorridente.
« … eccoti. », dichiarò soddisfatto.
« Bastardo. Era questo che volevi? Farmi incazzare?»
« No. », rispose calmo il ragazzo, inarcando un sopracciglio come a spiegare l’evidenza. « Volevo solo un pretesto per averti così vicino, anche se devo sopportare la tua lama al collo e il tuo sguardo a metà tra un’inquisitrice e un’assassina. »
Maka vacillò. Il suo sguardo ha un luccichio diverso, adesso.
« Aspetta... ». Kid allungò le mani in direzione di Maka, che seguì con lo sguardo il movimento per essere pronta a rispondere a tono. Lui alzò leggermente il codino sinistro, allentatosi durante lo scontro.
« Ecco, adesso sei di nuovo simmetrica. ». Le sorrise.
La Meister lo guardò, un po’ sconvolta da tutta la situazione. Da un amichevole allenamento erano arrivati ad una discussione ed ora lei lo teneva in trappola con una lama puntata alla gola. E poi, quel suo atteggiamento… MA CHE STA SUCCEDENDO?
Lo Shinigami tornò ad appoggiarsi al muro, allargando un po’ le gambe e continuando a fissarla. I capelli ricadevano ancora, fastidiosamente, sui suoi occhi, ma non diede segno di volerli spostare.
« Adesso, vuoi sgozzarmi? », la sfidò, alzando il mento e socchiudendo gli occhi, la voce bassa.
« Potrei. ». Maka era in fibrillazione. Vederlo in quella posizione, così strafottente e provocante ma allo stesso tempo terribilmente carismatica, la faceva andare fuori di testa. Non lo aveva mai visto così e quella era davvero una gran bella scoperta. Tuttavia, quella situazione non le stava facendo godere appieno la vicinanza e la vista di Kid così diverso dal solito.  
« Sicura di riuscirci? »
« Ho detto che potrei, non che lo farò. », dichiarò la bionda, adesso in tono di provocazione.
« Allora perché mi punti ancora quella lama contro? », chiese divertito.
« Uno Shinigami sanguina come un essere umano? », gli domandò di punto in bianco. Fece scendere la lama di qualche centimetro, dalla gola al primo bottone della camicia bianca. Con un piccolo ma deciso colpo, fece saltare il bottone, tagliando il tessuto e recidendo un microscopico taglio sulla pelle della base del collo, proprio fra le clavicole. “Adesso andrà su tutte le furie”, pensò sorniona.
Invece, inaspettatamente, Kid non disse nulla al riguardo.
« È strabiliante il modo in cui riesci a controllare perfettamente forza e incidenza dei colpi, soprattutto di interventi minimi come questo. ». Passò una mano sulla lama (che era anche il braccio) di Maka, allontanandolo leggermente da sé; lei rabbrividì senza però darlo a vedere. Risalendo, portò le dita sul punto in cui la Meister, adesso Buki, l’aveva ferito: l’indice e il medio si sporcarono di sangue. Kid alzò lo sguardo su di lei, avidamente.
« Grazie del complimento, ma non dovresti adulare il tuo nemico. », ribatté la bionda, riportando la lama al collo di lui. In risposta, il corvino socchiuse gli occhi, inclinò la testa di lato e le chiese: « Come facevi a sapere che sentivo un po’ caldo? », ovviamente ironico.
« … intuizione. ». Maka passò all’attacco del secondo bottone, le linee del petto adesso più visibili.
« Sai quanto odi quello che stai facendo? Potresti anche chiedermi di toglierla, piuttosto che rovinarla. », fece il ragazzo, d’un tratto serio.
« Aspettavo una tua reazione, in realtà. », ghignò lei, alzando lo sguardo sui di lui. Fece aderire il lato della lama alla sua pelle candida: il contatto provocò in entrambi un aumento di adrenalina in corpo. Adrenalina che portò il ragazzo a colpire la lama e spedirla lontano da sé. Lei, sorpresa da quell’attacco inaspettato, perse l’equilibrio, spinta indietro dal colpo; lui le afferrò il braccio umano, la tirò a sé e, con un movimento forte e deciso, ribaltò la scena costringendola al muro. La falce di Maka tornò ad essere un comune braccio dopo quell’azione che l’aveva destabilizzata, così Kid ne approfittò e le serrò entrambi i polsi sulla vita, apparentemente senza accorgersi che fossero a qualche centimetro dal suo pube.
Mi stai sfidando, eh, stronzo di uno Shinigami?
« Adesso che l’hai avuta, sei soddisfatta? », le chiese, guardandola dall’alto.
« Un po’. ». Maka abbassò lo sguardo in direzione delle sue mani, per poi concentrare l’attenzione su ciò che stava di fronte ad esse.
« Mi hai chiesto se uno Shinigami sanguinasse come un essere umano ed hai avuto la tua risposta. », asserì il ragazzo riportando l’attenzione della sua vittima su di sé.
« Non vuoi sapere se uno Shinigami si eccita come un essere umano? »
La Meister, del tutto fuori controllo, schiuse la bocca in un sospiro. Si sentiva bollente. Solo in quel momento si accorse che il suo basso ventre era in fiamme e quell’ultima frase l’aveva fatta trasalire piacevolmente.
« Vuoi che te lo chieda? », ironizzò, muovendo le braccia in avanti fino a far sfiorare le nocche delle sue mani sulla patta dei pantaloni di lui. Kid la lasciò fare.
« Voglio che tu lo scopra da sola. », la sfidò.
Le lasciò i polsi e rimase lì in piedi, a pochi centimetri da lei. Socchiuse di più di occhi, le braccia rilassate lungo i fianchi, le labbra dischiuse, come in attesa di qualcosa di decisamente indecente.
Senza distogliere lo sguardo da lui, Maka passò una mano sulla sua erezione ora lampante, portando l’altra al fianco di lui. Fece risalire la mano maliziosa al ventre, poi agli addominali poco pronunciati ma presenti, infine passò al petto e alle clavicole. Il giovane Shinigami rimase immobile, sornione.
« Hai le labbra secche. », le fece notare.
« Ancora per poco. », ribattè lei. Si alzò sulle punte dei piedi, la mano sul fianco di lui salì alla nuca; attirandolo a sè fece aderire le labbra a quelle del ragazzo, che immediatamente le cinse la vita con un braccio e si appoggiò al muro con l’altro, mentre con foga premeva la lingua sulla bocca della ragazza per entrare prepotentemente ad incontrare la compagna. Quello fu l’unico istante in cui gli occhi ambrati di Kid si staccarono da lei, per chiudersi e godere di quel calore.
Il bacio fu davvero poco casto e non lasciò nulla all’immaginazione. Mani a tratti tremanti, a tratti decise, andavano ad esplorare ogni centimetro di pelle facilmente raggiungibile, assaporavano ogni cosa, facevano l’amore con ciò che toccavano prima ancora che i due corpi si unissero davvero.
Il corvino le sfilò la maglia, si affrettò a sbottonarle la camicetta e quando finì con quella, si precipitò ad alzarle la gonna. Quella dannatissima gonna troppo corta. Con rabbia verso quell’indumento davvero poco accettabile, le abbassò gli slip e, notando soddisfatto che fosse già bagnata, entrò in lei con un dito.
Maka aprì di colpo gli occhi per la sorpresa e l’eccitazione. Al suo sospiro forte sulle sue labbra, andò in estasi ed entrò un secondo dito, muovendosi piano con movimenti circolari.
La ragazza, prima Meister, poi Buki, adesso amante, strappò via la giacca di Kid, lasciandola cadere a stropicciarsi lontano, slacciò frettolosamente tutti i bottoni della camicia, poi lanciò anche quella chissà dove, gli occhi chiusi a godersi il calore della lingua del ragazzo, il suo tocco delicato che le carezzava le curve, quello deciso dentro di lei, senza pensare alla reazione che avrebbe scatenato in quel nevrotico a vedere tutte quelle pieghe sui vestiti.


Angolo autrice.
Ho trovato il modo di mettere insieme questi due. Ringrazio tantissimo chi ha letto e dato fiducia a questa storia e spero siate soddisfatti del nuovo capitolo, fatemi sapere! In caso contrario, esponetemi comunque ciò che pensate. A breve avrete il prossimo!
Un ultimo ringraziamento va a @fenris, che ha recensito i primi due capitoli e spero farà lo stesso anche con questo!
Solo per il momento vi saluto, e vi auguro come sempre una danza con le stelle.
Fenice.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Le nevrosi sono dure a morire. ***


Capitolo 4: Le nevrosi sono dure a morire.


Rimasero in piedi ancora per un po’, Maka appoggiata al muro e Kid a spalmarla ancor di più contro di esso. Le guance della bionda erano rosse e accaldate, lo sguardo a metà tra il malizioso e il pudico; una mano ancora dentro di lei, adesso le dita erano diventate tre, con estrema felicità della Meister, che voleva approfondire quell’incontro e passare a qualche cosa di diverso.
L’altra mano dello Shinigami aveva finito di indagare su ogni centimetro di pelle di Maka e adesso aveva afferrato entrambi i polsi di lei per tenerli serrati al muro sopra la testolina bionda. I codini erano decisamente scomposti, perciò Kid glieli sciolse. La ragazza aprì gli occhi per un istante, sorpresa dalla scelta di lui, e lo guardò interrogativa, come a chiedergli silenziosamente il perché.
In risposta, il corvino le cinse i fianchi, abbandonandole i polsi, e la fece agganciare con le gambe a cavalcioni su di lui. Lei gli afferrò la nuca, gli carezzò il volto, incespicò con le dita tra i suoi capelli e, quando l’amante finalmente si decise ad infilare anche il quarto dito, li tirò con foga e si lasciò andare ad un gemito di piacere.
« Vieni con me. ». Il ragazzo la fece scendere; lei atterrò leggera. La prese per mano e la condusse al piano di sopra, nella sua stanza. Maka non l’aveva mai vista: Kid era molto geloso della sua camera, che teneva con massima cura e attenzione.
Entrando, la bionda notò subito i colori: tutti i mobili erano di ebano lucido e molto scuro, mentre le tende, le lampade e tutto ciò che andava ad abbellire la stanza era di color bianco. Un bianco perfetto, immacolato. Il letto a baldacchino era di ebano anch’esso, le tende che scendevano a ricoprire tutta la struttura bianchissime e trasparenti. Non servivano molto a coprire, ma davano molta eleganza al tutto.
Kid la adagiò delicatamente, ma deciso, al materasso. Morbidissimo, pensò lei.
Maka si rese conto, abbassando lo sguardo, di avere addosso solamente il reggiseno e gli slip mezzi abbassati. Avvampò di colpo; il ragazzo lo notò e cercò di distrarla sovrastandola con il corpo e avvicinandosi a lei. In quel frammento di secondo, la Meister notò che anche Kid era mezzo nudo, coperto solo dei pantaloni già sbottonati, da cui si intravedevano i boxer. Quella vista le scaldò ancor di più il basso ventre, ma non se ne curò più: lo Shinigami era già chino su di lei, la sua lingua cercava uno scontro duro e diretto con l’avversaria, che trovò e sfidò.
Con una mossa delle gambe, la bionda lo liberò dei pantaloni, rendendogli più semplici i movimenti. Come ringraziamento, ricevette da parte sua l’interruzione del profondo bacio. Aprì gli occhi indispettita e dispiaciuta per la fine di quel contatto, ma quando incontrò gli occhi ambrati e vogliosi di lui si trattenne dal parlare e lo lasciò fare.
Kid cominciò a scendere sempre di più con labbra e lingua, ad esplorare e possedere ogni centimetro di pelle. Prima le labbra, ormai rosse e gonfie per i continui baci e morsi ricevuti; poi passò alle orecchie, punto molto sensibile per lei. Finito con quelle scese più giù, al collo, dove lasciò piccoli morsi e tanti baci a bocca dischiusa, che provocarono brividi sulla nuca e sulla schiena alla vittima.
Maka gemette, piano. Fu più un sospiro rumoroso, ma questo mandò una scarica di adrenalina nel corpo del ragazzo, che si affrettò a scendere più giù. Fu il turno delle clavicole, poi del petto, infine dei capezzoli. La ragazza era in estasi. Aprì gli occhi per guardarlo e incontrò l’oro di lui, che si fuse insieme allo smeraldo per qualche secondo: Kid rimase con la lingua sul capezzolo ormai turgido di lei, continuando a muoverla in cerchi, intanto fermo a fissarla. La bionda arrossì e mise fine a quel contatto di pietra e metallo, per ricacciare la testa indietro ed abbandonarsi al piacere.
Scese ancora. Ancora. Ancora. Poi fu l’oblio, per entrambi.
Il corvino si spostò con la mano i capelli ricadutigli sugli occhi, poi con un colpo secco di gamba si liberò definitivamente dei pantaloni. Tornò al suo posto e Maka gli fu grata: il movimento della sua lingua divenne così elettrizzante che lei non riuscì a capire più nulla, le annebbiava il cervello, la mandava in tilt. Cosa alquanto insolita: la Meister riusciva sempre a mantenere il controllo, e questo la intimoriva un po’.
Poi alzò di scatto il busto, il cervello nuovamente in funzione.
« Kid! Liz e Patty! Torneranno a breve… »
Lo Shinigami la tirò nuovamente giù. « Non torneranno prima delle due. Recupereremo i vestiti lasciati giù tra po- », e si interruppe.
I vestiti.
A terra.
Stropicciati.
PIEGHE.
PIEGHE OVUNQUE!
Si mise le mani ai capelli, cominciò a tirare con forza le ciocche nel tentativo di ferirsi. Meritava di ferirsi.
Maka era scioccata: di punto in bianco aveva cambiato atteggiamento, come se stesse avendo… una nevrosi. Respirò a fondo, convincendosi mentalmente a non colpirlo mortalmente con uno dei suo Maka-Chop. Ormai conosceva bene Kid, perciò non ebbe difficoltà a capire cosa stesse pensando.
Davvero in quel momento stava pensando alle pieghe dei vestiti?!


Angolo Autrice.
Siamo al quarto ed ultimo capitolo. Un po' corto, ma mi ha soddisfatta. È la prima ff a rating rosso, dunque non sapevo bene come gestirla, in cosa spingermi oltre e in cosa no. Credo che aggiungerò l'avvertimento Lemon alla storia, per sicurezza.
Ringrazio chi ha recensito questa storia, e anche chi ha semplicemente letto. Ringrazio ancor di più chi è arrivato fin qui, significa che ho attirato la vostra attenzione almeno un po'.
Avevo pensato di aggiungere un ultimo capitolo, ma rileggendola sarei arrivata ad una solita e smielata conclusione tra i due, che per me non si addicono a questo. Ho preferito perciò concludere così, in maniera un po' ironica ma anche incompleta, che vedo invece molto attinente a questa stramba coppia.
Nella speranza che questa fanfic vi sia piaciuta,
Una danza con le stelle,
Fenice.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3777480