Capitolo
1
Tutti
e tre gli incontri avvennero perfettamente e senza sforzo. Dovette
solo ottenere l' accesso agli uffici privati dei suoi bersagli - il
che non costituiva mai un problema -, sedere su una sedia dietro alla
lampada - il che gli avrebbe dato un alone di mistero - e attenderli
per appena un minuto, perchè Mycroft sapeva sempre tutto.
Aveva
ripetuto quella procedura così tante volte che le
espressioni sui
loro volti non lo divertivano più, nemmeno nell' ombra. Non
notarlo
era impossibile, a causa della pericolosa aura che emanava quando
necessario. E quando i suoi obiettivi si accorgevano della sua
presenza, esordiva con la consueta voce strascicata in tono di
comando che non tollerava stupidità da parte del suo
interlocutore.
“Mi
rendo conto che tutto questo sia inaspettato, ma la prego, si
sieda.”
era la tipica
frase che avrebbe
spaventato a morte l'altro, “Il tempo
è tiranno e
preferirei concludere il più in fretta possibile. E no,
niente tè,
grazie.”
“Chi
è lei? Sicurezza...!”
Mycroft
in genere sorrideva, a quel punto. Si concedeva addirittura di
studiare la sua vittima.
“Temo
che la sua sicurezza dovrà rispondere ai miei ordini, dato
che sono
quella suprema di questo Paese. Le ho mandato una lettera, se non
sbaglio, se solo fosse così gentile da ricordarla.”
Dopodichè
in genere le vittime lo avrebbero guardato fulminati. E la faccenda
si sarebbe conclusa.
Questo
era il modo con cui Mycroft svolgeva la maggior parte dei suoi
appuntamenti. Sovente lo schema usciva dai binari quando i bersagli
si scagliavano alla scrivania per prendere la pistola, che
naturalmente non avrebbero trovato. Mycroft non era un novellino.
E
anche stavolta la procedura venne applicata per i tre obiettivi. Nel
primo, tutto ciò che servì fu ricordare al
sindaco che la sua
debolezza per il casinò del Primo Ministro gli sarebbe
costata la
carriera in meno di due settimane se non avesse consegnato tutti i
suoi beni alle autorità. Quando il sindaco chiese chi
sarebbe stato
capace di consegnarlo al Primo Ministro, Mycroft sorrise nell' ombra
del suo ufficio e si dichiarò in grado di rovinare qualunque
carriera, se si fosse dimostrato necessario. Non occorsero altre
parole, e Mycroft seppe che il suo compito era finito. Si
complimentò
con il sindaco per la sua velocità di comprendonio e fece
addirittura apprezzamenti sui dipinti costosi presenti nell' ufficio.
Quei
quadri valevano una fortuna, e Mycroft sapeva che la somma superava
quanto il sindaco avrebbe potuto guadagnare in un anno.
“Come
funziona?” domandò sprezzante,
già consapevole della
risposta. “Non attinge alle tasse dei cittadini, no,
me ne sarei
accorto. Provengono da un' altra risorsa, ma nemmeno il suo gioco d'
azzardo avrebbe potuto esserle così
fruttuoso...” lanciò al sindaco uno
sguardo penentrante che lo
fece agitare sulla sedia. Mycroft sedeva sulla poltrona di fronte, le
gambe incrociate, il volto impassibile. E poi vide la cassetta di
beneficenza sulla scrivania e capì cosa aveva fatto la
differenza.
“Ovviamente.”
sussurrò
Mycroft con una luce
sinistra negli occhi. “E
cos'altro?” A
quel punto si alzò, afferrando l' indispensabile ombrello.
“Credo
che sentirà presto parlare di me, signor sindaco. E mi
creda, non è
mai una buona cosa. Buona
giornata..”
Lasciò
l' ufficio, soddisfatto per il pallore del sindaco ma anche alquanto
cinico per aver visto un uomo con la Bibbia sulla scrivania andare
tanto contro ai suoi insegnamenti. Ma in fondo, lui stesso non era il
migliore da quel punto di vista.
Il
secondo incontro fu molto ardito; tutti i direttori di banca sono
piuttosto sicuri di sé stessi. Dopo aver applicato il suo
schema,
Mycroft venne minacciato con spessi e voluminosi tomi delle avventure
di Don Chisciotte, che il capo del Governo Britannico disapprovava.
Per prima cosa, non gli era mai piaciuta l' irrazionalità
del
protagonista. Sherlock era stato così ostinatamente adorante
dei
suoi ideali da bambino, arrivando addirittura a convincersi di essere
un vero pirata, da aver costretto Mycroft a liberarsi di tutti i
libri di Cervantes presenti in casa – anche se sospettava che
suo
fratello minore l' avesse fatto solo per infastidirlo. Ma quella era
una storia completamente diversa.
Mycroft
non cominciava mai presentandosi, era un privilegio che lasciava
fuori dal lavoro. Era, per dirla umilmente, sconosciuto a tutti
coloro che non desiderava venissero a conoscenza della sua esistenza,
non importava quanto alta fosse la loro posizione.
Gli
concedeva comunque di intuire che dietro al Primo Ministro si celasse
un potere che nessuno avrebbe mai potuto intaccare; praticamente
chiunque capiva al volo e poco ma certo gli bastò annunciare
la sua
iniziale “M”
per rendere il direttore più che
disponibile ad ascoltare e più sulla difensiva di quanto ci
si
potrebbe aspettare da un colpevole.
Il
capo del Governo Britannico lo informò senza giri di parole
di come
la contraffazione di sterline fosse considerato tradimento e che, se
non avesse rivelato i nomi degli altri funzionari dietro all'
operazione, lui, Mycroft, lo avrebbe mandato...
“In
vacanza in Medio Oriente, nel bel mezzo del conflitto, e
chissà...
potrebbe diventare famoso per essersi unito alle forze ribelli. Credo
che realizzerebbe un ottimo filmato in cui annuncia il suo
tradimento.” Sorrise.
L'
uomo rimase in silenzio, quasi terrorizzato.
“Le
do tre giorni, Sancho Panza. Buona giornata..”
Si
alzò e se ne andò. Nel mentre si
ricordò delle attività del
fratello minore e appuntò mentalmente di chiamare la
sicurezza non
appena arrivato all' auto.
Così
fece, e così scoprì che Sherlock era al sicuro
nella sua tana al
221b.
Forse
lui, Mycroft, in fondo avrebbe avuto una giornata tranquilla.
L'
ufficio del Segretario Generale del Cancelliere dello Scacchiere era
incredibilmente ordinato e con un tocco femminile. Dunque, il
proprietario era una lei. Comunque, l' assenza di
libri sugli
scaffali poteva significare una notevole intelligenza che non
necessitava di documenti, o una semplice mancanza di immaginazione.
Era sicuro si trattasse della seconda.
Applicare
lo schema fu semplice, come esso venne accolto fu una questione
completamente diversa.
“Sa
che questo è contro i miei diritti?” disse con
enfasi,
tamburellando impaziente le lunghe unghie rosse sulla scrivania. Era
una donna di poco più di trent'anni, evidentemente una che
aveva
lavorato tanto a lungo sulla sua carriera da avere orgoglio e
abilità
per contestare il suo interrogatorio.
“Potrò
anche essere un' impiegata governativa, ma detengo ancora il diritto
della privacy e della giustizia, il che significa che posso portare
in tribunale questa violazione di domicilio.”
“Sono
tutto ciò di cui ha bisogno al momento.”
bisbigliò Mycroft,
convinto che la sua fortuna fosse finita. Dunque proseguì
scegliendo
accuratamente le parole ma mantenendo la stessa espressione
impassibile e il tono di voce misurato. “Ma
ciò che conta è
questo: l' Ufficio del Cancelliere dello Scacchiere è
responsabile
della Tesoreria di questo stato, e il profilo che ho stilato negli
ultimi due mesi – da quando lei è diventata
Segretario Generale –
è tanto inefficiente da risultare allarmante. Se si dovesse
compiere
un' ispezione...”
“Posso
sapere chi è lei?” domandò scettica, ma
Mycroft notò un
cambiamento nella sua voce. Era all' erta, adesso. Mycroft sorrise a
quel segnale e si appoggiò allo schienale della sedia.
“Temo
che sia riservato. In ogni caso, dubito che lei abbia mai sentito
parlare di me. La mia iniziale è “M”.”
La
donna non diede segno di riconoscimento, e Mycroft non la
biasimò.
“Ascolti, signorina...”
“Hummel.
Sa che ciò che sta facendo è pericoloso,
vero?” domandò, con
sguardo improvvisamente malevolo. “Spero, per la sicurezza di
entrambi, che lei lascerà questo ufficio con le sue gambe.
Lei non
conosce le persone che lavorano qui. Sono molto
più pericolose di
quanto creda.”
Mycroft
la fissò, per nulla impressionato. “Potrei
credere a queste
minacce solo una volta compiute. Ad ogni modo, non deve preoccuparsi
di quanto loro siano pericolosi, quanto piuttosto di quanto posso
esserlo io." Strinse gli occhi e concluse: “Dalle
nostre finanze mancano milioni, il Cancelliere dello Scacchiere
è
stato destituito ieri, lo so perchè ero presente quando
è stato
processato davanti al Governo. Ah... vedo che ora capisce da quale
settore provengo? Questo per dire che l' unica connessione che mi
rimane con questa frode è lei. Tutto ciò che deve
fare è darmi i
nomi, prima che le cose le sfuggano di mano e che rimanga ancora
più
coinvolta di quanto già non sia, signorina Hummel. Sono
certo che le
gioverà molto, potrebbe addirittura alleggerire i suoi
incarichi se
venisse a lavorare per noi.”
Senza
riflettere, la donna estrasse una piccola pistola dalla sua borsetta
rossa e la puntò alla testa del capo del Governo Britannico,
che non
mosse un muscolo mentre ne osservava la canna.
A
volte le cose prendevano questa piega, ma non era comunque abbastanza
per cancellare la solita indifferenza dal volto di Mycroft. Non era
nuovo alle più diverse tipologie di armi, non con un lavoro
come il
suo. Questa era una S&W body guard calibro 38 Special, ideale
per
l' autodifesa in quanto piccola e maneggevole. Anche Alicia Smallwood
ne aveva sempre una con sé, almeno fino a quando Mycroft non
le
aveva suggerito che c'erano diversi modi per personalizzare le
proprie forme di difesa, come il suo ombrello, per esempio.
Così
adesso Lady Smallwood non dimenticava mai un piccolo ombrello
pieghevole, e sapeva farne buon uso. Mycroft aveva il suo tra le
mani, quindi cosa sarebbe potuto andare storto?
“Dunque”
esordì lei, con voce grondante veleno “ lei
è dei Servizi
Segreti?”
Mycroft
sorrise e guardò il suo orologio da taschino. “Diventare
consapevole di chi le è di fronte, le fa onore, lo ammetto.
Ad ogni
modo, ciò implica anche che lei ha contatti nelle
più alte sfere, i
quali l' hanno informata della mia esistenza. Non può
più, quindi,
fingere estraneità al suo crimine. E al loro. Ma la sua
libertà è
nelle sue mani.” La guardò negli occhi, uno
sguardo calcolatore e
significativo. “Non vorrei essere scortese, ma ho dei
programmi e
la sua pistola, semplicemente, non può fermarmi. Se possiamo
tornare
ai nostri affari, mi darà i nomi o no? In caso contrario, le
assicuro che abbiamo dei modi per estorcerli.”
La
risposta della donna fu evidente quando premette il grilletto della
pistola e sparò – nello stesso momento in cui
Mycroft apriva il
suo ombrello – e il colpo rimbalzò sullo strato
antiproiettile
della tela cerata. Sparò molte altre volte fino a scaricare
l' arma,
dopodichè Mycroft chiamò la sua scorta e i suoi
uomini irruppero
nella stanza.
“Signor
Holmes?” uno dei suoi uomini si voltò verso di
lui, mentre
chiudeva l' ombrello con noncuranza e la donna gli lanciava uno
sguardo dapprima scioccato e poi rancoroso. Mentre veniva portata via
Mycroft la congedò alzando un sopracciglio, ricordando come
suo
fratello lo definisse – a ragione – senza speranza
con l' altro
sesso.
Beh,
se le donne dovevano sempre puntargli una pistola contro, le avrebbe
ripagate con la stessa moneta.
Si
rivolse alla sua guardia.
“Si?”
“La
sua macchina è pronta.”
“Grazie.”
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Nota
della traduttrice
In
ritardo, e per questo vi chiedo scusa, ma ecco un altro capitolo. Per
l' esattezza, quello che mi ha definitivamente convinto a voler
tradurre questa storia, perchè cavoli... avete mai visto un
Mycroft
tanto IC in una fanfiction? Ho adorato leggere questa sua serie di
impegni da “Governo britannico” gestiti in
modalità bad ass. Mi
sono venuti i brividi, e ho immaginato alla perfezione ogni scena,
ogni dialogo. Era come avere Mark Gatiss davanti.
Spero
davvero che sia piaciuto altrettanto anche a voi, e che vorrete
lasciarmi una piccola opinione. Significherebbe molto, anche per
Whitegloves. Alla settimana prossima,
PulvisetUmbra
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